Care donatrici, cari donatori
Ogni giorno riceviamo immagini dall’Ucraina che ci lasciano sgomenti, rattristati e persino arrabbiati. Ci viene mostrata senza alcuna pietà l’incommensurabile sofferenza delle persone e il loro enorme bisogno di aiuto.
Tuttavia, con la diffusione quotidiana di queste notizie c’è anche il rischio di mettere in ombra altre crisi altrettanto devastanti in atto nel mondo. Quando è stata l’ultima volta che avete letto del terremoto in Turchia e in Siria? Della crisi alimentare nel Corno d’Africa, dell’ampia diffusione dello sfruttamento delle donne a livello mondiale?
In Tagikistan si sta intensificando una crisi che raramente riceve l’attenzione dei nostri media. Questo Paese montuoso dell’Asia centrale, con i suoi quasi dieci milioni di abitanti, sta vivendo in prima persona gli effetti del cambiamento climatico, proprio come noi in Svizzera: scioglimento dei ghiacciai, estati più aride, precipitazioni più intense. Ma con la differenza che il Tagikistan è uno dei Paesi più poveri della regione e la maggior parte della gente vive di agricoltura. La diminuzione o la perdita del raccolto ha conseguenze esistenziali per gli abitanti.
Caritas Svizzera vuole portare alla luce queste preoccupazioni quotidiane del popolo tagiko, in modo da poter aiutare di conseguenza. Lo stesso vale, per inciso, per l’Ucraina, dove abbiamo reso visibile l’indispensabile impegno di tutti coloro che, in circostanze estremamente difficili, assistono i soggetti in difficoltà. In loro rappresentanza, Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, è stata insignita del Prix Caritas.
Quello che Tetiana Stawnychy e il suo team dimostrano ogni giorno rappresenta uno stimolo per tutti noi a vivere la solidarietà. Un aspetto che, di fronte all’aumento della povertà in Svizzera, sta diventando sempre più importante anche qui da noi. Voi, stimate donatrici e stimati donatori, ne siete la perfetta testimonianza. Vi ringrazio di cuore per il vostro sostegno e per essere al fianco delle persone bisognose di tutto il mondo.
«Non dobbiamo dimenticare le tante crisi nel mondo»Peter Lack
Dove interagiscono aria, acqua e terra
Il Tagikistan è uno dei Paesi più colpiti dal cambiamento climatico. In questo poverissimo Paese montuoso, due terzi della popolazione vive di agricoltura. Per queste persone, l’adattamento alle mutate condizioni ambientali è indispensabile. Caritas Svizzera sostiene le contadine e i contadini con metodi innovativi che combinano previsioni meteorologiche, gestione delle risorse idriche e nuove colture. Pagina 6
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Personaggi: il Prix Caritas per l’aiuto in guerra
Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, è stata premiata per il suo instancabile impegno nella zona di guerra.
11 Focus: la Siria continua a soffrire
A sei mesi dal devastante terremoto, la popolazione ha ancora bisogno di aiuto.
12 Svizzera: la povertà aumenta
In Svizzera vivono in condizioni di indigenza 745 000 persone: un nuovo massimo. Cosa significa, potete scoprirlo facendo un autoesperimento.
IMPRESSUM
La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno
Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19
Redazione: Niels Jost (nj); Vérène Morisod Simonazzi (vm); Fabrice Boulé (fb); Livia Leykauf (ll); Daria Jenni (dj), Sofia Amazzough (sa); Gina de Rosa (gd); Lucia Messer (lm) Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Reto Albertalli
Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: IBAN CH69 0900 0000 6000 7000 4 Prodotto sostenibile
I dati personali sono salvati presso di noi. Informazioni sulla protezione dei dati di Caritas Svizzera sono disponibili alla pagina www.caritas.ch/it/protezione-dati
20 anni di partenariato Caritas «con me»
Nelle famiglie indigenti, ai bambini spesso mancano le attenzioni e il sostegno dei genitori. Ed è qui che fa leva l’offerta «con me»: da 20 anni Caritas crea il contatto tra bambini o giovani svantaggiati e madrine o padrini. Le volontarie o i volontari intraprendono semplici attività nel tempo libero come giocare a calcio, andare al parco giochi o fare una torta.
Finora Caritas è riuscita a mettere in contatto 2300 bambini con 2600 madrine e padrini. Queste esperienze hanno influito positivamente sullo sviluppo dei bambini, come dimostra uno studio. Per celebrare l’anniversario, in nove Cantoni quest’estate si sono tenuti dei festeggiamenti per i volontari, i collaboratori, le madrine e i padrini nonché i bambini con le loro famiglie. Ai prossimi 20 anni di «con me»! (nj)
Familiari curanti: progetto pilota prossimo all’estensione
Chi cura la nonna, il suocero o il proprio figlio a domicilio, non viene pagato. Inoltre, molti familiari curanti non dispongono o dispongono soltanto in parte di nozioni in ambito sanitario. Noi vogliamo cambiare questa situazione inaccettabile. Dalla metà del 2022 Caritas Svizzera assume pertanto persone che curano i familiari, paga loro un salario a ore e le accompagna professionalmente.
Un progetto pilota nei Cantoni di Lucerna e Zugo ha avuto ottimi riscontri. Ecco perché l’offerta è ora stata estesa ai Cantoni di Svitto, Uri, Nidwaldo e Obwaldo. Sono in fase di accertamento anche ulteriori cantoni. L’obiettivo è quello di integrare l’offerta delle organizzazioni sanitarie e remunerare equamente i familiari curanti per il lavoro svolto. (nj)
Eco mediatica
La Regione | Caro-affitti: «Una notizia disastrosa per i più poveri» | 2. 6. 2023 L’aumento del tasso di interesse di riferimento, che comporterà un aumento degli affitti, è una «notizia disastrosa per i più poveri», avverte Caritas, «che si aggiunge all’inflazione e al previsto forte aumento dei premi della cassa malattia». (…) La pandemia di Covid-19 aveva già dimostrato che un quinto degli svizzeri non disponeva nemmeno di 2500 franchi di risparmi. «Ora siamo a qualche crisi più in là e questo non può più essere tollerato».
Agricoltore ticinese | Anche la riduzione della povertà è un aspetto della politica climatica | 2. 6. 2023 I Paesi industrializzati si sono impegnati a stanziare, dal 2020, 100 miliardi di dollari USA all’anno per il finanziamento internazionale di progetti climatici. (...) Tuttavia, l’importo messo a disposizione dalla Svizzera e da altri Paesi industrializzati in favore del finanziamento internazionale per il clima è troppo poco. Nel 2020, la Svizzera ha investito 411 milioni di dollari per il finanziamento internazionale del clima. Caritas Svizzera chiede però da tempo che la Svizzera spenda almeno un miliardo di franchi, che sarebbe più in linea con la propria responsabilità climatica e la propria forza economica.
Corriere del Ticino | La povertà «è una realtà sempre più complessa» | 4. 5. 2023 Per Fabrice Boulé, responsabile della comunicazione di Caritas Svizzera, nella lotta alla povertà a livello svizzero, esistono alcune soluzioni che Caritas Svizzera promuove da anni: una strategia nazionale contro la povertà. «Berna dovrebbe prendere l’iniziativa e promuovere l’applicazione di metodi identici in ogni cantone per aiutare le persone che si trovano nella precarietà».
Rafforzare le donne per ridurre la povertà
La lotta alla povertà va di pari passo con la parità di genere. Ciononostante, donne e ragazze in tutto il mondo sono ancora fortemente svantaggiate. Ecco perché Caritas Svizzera le include attivamente nei progetti e tiene conto delle loro esigenze ed esperienze specifiche, come ad esempio in Etiopia.
«Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di donne e ragazze.» Questo è uno dei 17 obiettivi dell’Onu per uno sviluppo sostenibile. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni, siamo ben lungi dal raggiungere la parità di genere in un prossimo
equiparabile al lavoro e alla sanità, percepiranno lo stesso stipendio e avranno la stessa voce in capitolo nelle decisioni da prendere, diminuirà il divario tra i generi. Per questo motivo Caritas Svizzera pone l’accento sulla promozione della condizione femminile in vari temi e progetti.
Sostegno alle contadine in Etiopia per la raccolta del miele
mercato. In questo modo le donne partecipanti possono conseguire un reddito maggiore. L’agricoltrice quarantaduenne Hindiya Haji Rashid è riuscita a migliorare nettamente la sua situazione finanziaria: «Con l’apicoltura ora posso contribuire in gran parte al nostro reddito familiare.»
Nei corsi di formazione le donne imparano anche nuove tecniche, come ad esempio il cucito o la lavorazione della ceramica. Attraverso crediti e coaching, Caritas Svizzera sostiene poi queste donne nella fondazione di proprie piccole imprese come negozietti o sartorie.
futuro. Anche se sarebbe urgentemente necessario, poiché la disuguaglianza costituisce uno dei principali ostacoli nella lotta sostenibile alla povertà.
Soltanto dal momento in cui sia le donne che gli uomini avranno le stesse opportunità d’istruzione, un accesso
Così anche in Etiopia. Nel Paese dell’Africa orientale le donne sono un gruppo target centrale dei progetti Caritas. Di conseguenza, le catene di valore in cui sono coinvolte maggiormente le donne, sono al centro dell’attenzione. Sosteniamo ad esempio le contadine produttrici di caffè e miele nella raccolta, nella lavorazione e nello stoccaggio dei prodotti. Inoltre, promuoviamo il loro accesso al
Gli sforzi in Etiopia danno subito buoni risultati a vantaggio di intere famiglie, come racconta la sarta trentaquattrenne Gelaya Guta: «Dopo i corsi ho potuto aprire la mia propria sartoria. Grazie a questo reddito, ora possiamo mandare a scuola i bambini e offrire loro un futuro migliore.» (dj)
«Dopo i corsi ho potuto aprire la mia propria sartoria»
La chiave per adattarsi al clima
Testo: Vérène Morisod
Foto: Reto Albertalli
Nell’alta valle Rasht, a 2000 metri di altitudine, il cambiamento climatico è evidente: urgono nuovi approcci per l’agricoltura.
In quanto Paese ricco di montagne, il Tagikistan è esposto ai pericoli della natura ed è fortemente colpito dall’emergenza climatica. Le persone soffrono dei cambiamenti meteorologici sempre più estremi. Nel Paese più povero dell’Asia Centrale, infatti, il 65 per cento della popolazione vive di agricoltura. Per le contadine e i contadini è quindi decisivo potersi adattare alle nuove condizioni ambientali. Caritas Svizzera li aiuta con metodi innovativi.
Un vento freddo soffia sul suolo arido dell’alta valle Rasht in Tagikistan, a 2000 metri di altitudine. I due ragazzi Firuz, 13 anni, e Alobardy, 11 anni, pascolano le mucche che brucano quel po’ di erba che cresce. La vita è dura per i due fratelli che vivono sull’altopiano isolato, circondato da montagne alte più di 6000 metri.
Firuz e Alobardy sono i figli del contadino Ilhomiddin Jamshedov, 43 anni, che vive con la sua famiglia nel villaggio di Shirinob sul confine con il Kirghizistan. Gli agricoltori di questa regione devono far fronte a condizioni meteorologiche estremamente difficili. Gli inverni sono lunghi e rigidi e durano da novembre fino ad aprile. Un clima così ruvido permette un solo raccolto all’anno.
A causa del cambiamento climatico, la stagione per le piante e per il pascolo degli animali inizia prima, ma allo stesso tempo si registrano sbalzi di temperatura sempre più sensibili e una forte variabilità delle precipitazioni, con conseguente perdita di raccolto. Durante il periodo estivo sempre più secco si verificano con maggiore frequenza piogge intense che insieme allo scioglimento della neve provocano periodicamente violente alluvioni. Inoltre, continuano a sciogliersi anche i ghiacciai.
Il Tagikistan è uno dei Paesi più colpiti dall’emergenza climatica e le comunità
rurali di montagna ne risentono particolarmente. Caritas Svizzera aiuta le contadine e i contadini ad adattarsi alle mutate condizioni avvalendosi di metodi innovativi. Dal 2021 hanno, infatti, per la prima volta accesso a previsioni meteo affidabili, possono utilizzare l’acqua disponibile in modo efficiente e diversificare le loro coltivazioni.
Una rete capillare di semplici stazioni meteorologiche
«Prima ero un semplice contadino, come tutti gli altri qui», racconta Ilhomiddin Jamshedov. «Coltivavamo soprattutto patate. Ma con il cambiamento del clima, il suolo si è inaridito e i raccolti sono diminuiti drasticamente.» Non avendo, in passato, accesso ai dati meteorologici, per le contadine e i contadini era praticamente impossibile fare le scelte giuste nel momento giusto, ad esempio per quel che concerne la semina.
Per questo motivo, Caritas Svizzera ha installato delle stazioni meteo di base nel distretto di Lakhsh e in altre otto regioni. L’area coinvolta nel progetto nel frattempo si estende su tutto il Paese (vedi mappa). Finora sono stati installati già 64 impianti, altri 100 seguiranno entro la fine dell’estate. Le stazioni meteo forniscono alle contadine e ai contadini dati molto preziosi come la temperatura dell’aria, la pressione atmosferica, l’umidità e la temperatura del suolo. In questo modo gli abitanti della regione beneficiano di previsioni meteo per i prossimi dieci giorni.
Grazie a questo cosiddetto servizio meteo-acqua-clima (WWCS), le contadine e i contadini ricevono un SMS che li informa quando la temperatura del suolo è ottimale per la semina, se sono previste temperature estreme (caldo o gelo) oppure se è il momento giusto per irrigare i campi. Anche eventuali inondazioni imminenti e l’inizio del disgelo sono prevedibili in modo più affidabile.
I primi risultati ottenuti con l’ausilio di questi dati sono incoraggianti: l’utilizzo dei nuovi metodi ha portato a raccolti nettamente migliori. Le persone coinvolte nel progetto che ricevono i dati meteorologici
e le altre informazioni, li trasmettono anche ad altri agricoltori. Il progetto raggiunge pertanto 700 000 persone in nove distretti.
Irrigazione sistematica grazie a nuovi metodi
Anche Shokirjon Shamirov è un contadino di Shirinob. La sua situazione dimostra quanto sia importante avere a disposizione dati precisi. «La nostra preoccupa-
dine e i contadini hanno acqua a sufficienza, bagnano le loro colture in modo esagerato provocando gravi danni.
In queste condizioni, la coltivazione diventa sempre più difficile, in particolare per quanto riguarda le patate che hanno bisogno di tanta acqua. Per ovviare al problema, gli agricoltori hanno installato un serbatoio in collaborazione con Caritas Svizzera e sviluppato nuovi metodi per un’irrigazione sistematica.
gio la contadina ha molte faccende da sbrigare. Fra qualche mese raccoglierà cetrioli, cipolle e pomodori. «Finora», racconta la madre di quattro figli, «pensavamo che qui, a causa dell’altitudine e del clima ruvido e aspro, si potessero coltivare soltanto patate.»
zione più grande è l’approvvigionamento dell’acqua», dice il sessantenne. Non c’è mai abbastanza acqua per tutti. Per le contadine e i contadini negli ultimi anni la situazione è cambiata notevolmente, continua Shamirov. Lavorare la terra è più difficile adesso. Prima, durante l’estate, pioveva dalle cinque alle sei volte. Oggi, invece, le precipitazioni sono rare. L’estate scorsa non ha piovuto mai e il sole ha bruciato la pochissima erba rimasta. Quando invece, per una volta, le conta-
Hanno irrigato una parcella di prova in base all’umidità della terra e alla fase di crescita delle piante, ossia soltanto quando queste ultime avevano veramente bisogno di acqua. E i primi risultati incoraggianti si sono visti subito: rispetto alle parcelle coltivate secondo i metodi tradizionali, il raccolto della parcella di prova è stato sensibilmente maggiore. «Così otteniamo più raccolto con meno acqua», conclude contento Shokirjon Shamirov.
Nuove colture diversificate
A pochi chilometri di distanza, nel villaggio di Mehrobod, Inobat Sadirova, 38 anni, lavora nel suo orto. È il momento della semina e questa mattina di mag-
Inobat Sadirova è a capo di un gruppo di sei donne istruite da Caritas Svizzera. Sin dall’inizio del progetto, le contadine ricevono un appezzamento di terreno sul quale possono coltivare ceci, fagioli mungo e mais, piante che non avevano mai coltivato. Per far rigenerare il suolo, si opta per una rotazione e una diversificazione delle colture.
Anche Gulrukhsor Nazimova, 57 anni, di Sangimaliki e nonna di 16 nipoti, adotta un metodo semplice ed efficace: in primavera misura la temperatura del suolo con un termometro. «La temperatura ideale per seminare le patate deve essere tra i 10 e i 15 gradi», spiega la donna. Questo accorgimento le permette di ottenere un raccolto nettamente migliore. Al momento, Caritas sta lavorando all’automatizzazione di queste misurazioni che in futuro saranno effettuate con l’aiuto delle stazioni meteo. Gulrukhsor Nazimova ha acquisito molte nozioni che ora trasmette alle donne della regione e a sua figlia che è felice di imparare.
Mostrare e convincere
Bakhtiyor Ashurov, ingegnere agrario presso Caritas Svizzera, segue con attenzione gli sviluppi. Incontra regolarmente le contadine e i contadini dell’alta valle Rasht e li aiuta con fatti e parole: «Presentiamo loro nuovi metodi di coltivazione e gli mostriamo che funzionano. Così riusciamo a convincere la gente.» Alla fine, l’impegno è un guadagno per tutte le comunità rurali, perché adesso dispongono di strumenti migliori per potersi adattare al cambiamento climatico.
Questi sistemi di irrigazione semplici, ma molto efficaci, permettono a Shokirjon Shamirov (a sinistra) e a Ilhomiddin Jamshedov di assicurarsi il raccolto.
Leggete il ritratto di Shokirjon qui sotto:
www.caritas.ch/shokirjon
« Otteniamo più raccolto con meno acqua »
Intervista a Shinan Kassam, direttore dell’Ufficio di Caritas Svizzera in Tagikistan
Shinan Kassam, il Tagikistan è il Paese più povero dell’Asia Centrale. Come si spiega?
Durante il crollo dell’Unione Sovietica, il Tagikistan era già la più povera di tutte le repubbliche sovietiche. Dopo l’indipendenza, il Paese sprofondò in una lunga guerra civile che ne ha ulteriormente aggravato la povertà e l’esclusione.
I comuni rurali ancora oggi non hanno una fornitura stabile di elettricità e calore. Il Paese è esposto a innumerevoli pericoli della natura e lotta in continuazione con la penuria di cibo. In aggiunta a tutto questo, la guerra in Ucraina ha di recente provocato un calo della migrazione stagionale verso la Russia e di conseguenza sono diminuiti anche i flussi di denaro che costituivano un importante sostegno per le famiglie nelle comunità rurali.
Il Tagikistan come gestisce la crisi climatica che colpisce in particolare le regioni di montagna?
I cambiamenti del clima sono preoccupanti per tutto il Paese e in particolare
per le comunità delle regioni di montagna. Sul breve termine, le contadine e i contadini si ritrovano a dover far fronte a grandi sfide causate da variazioni meteorologiche estreme. Sul lungo termine, invece, destano preoccupazioni il disgelo sempre più rapido, con conseguenti possibili alluvioni, nonché il ritiro dei ghiacciai e la riduzione idrica a esso correlata.
Il progetto con le stazioni meteo è nuovo. Come può rimanere sostenibile sul lungo periodo?
Una partecipazione responsabile del Paese è decisamente importante per la sostenibilità a lungo termine del progetto. Il consorzio attuale, composto da Caritas Svizzera, MeteoSvizzera e il WSL Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF, può assumere soltanto una funzione di supporto. La sostenibilità del progetto dipende dal coinvolgimento di tutti gli attori. In tale contesto sono stati firmati diversi accordi.
Caritas, ad esempio, collabora con l’Agenzia nazionale idrometeorologica
e con altri partner nazionali. In questo modo possiamo garantire che le dimensioni tecniche del progetto vengano ufficializzate a livello nazionale. Inoltre, un accordo nazionale tra Caritas Svizzera, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e le autorità tagike evidenzia la consapevolezza comune della urgente necessità di affrontare gli effetti del cambiamento climatico nel Tagikistan. Infine, grazie ai raccolti migliori e alla prevenzione dei danni, questo progetto genera anche mezzi finanziari che vanno a beneficio di tutte le parti coinvolte. L’obiettivo è creare una catena del valore di cui possono usufruire tutti. Così può essere garantita la sostenibilità del progetto.
«L’impatto del cambiamento climatico sul Tagikistan è preoccupante»Ora Inobat Sadirova nel suo orto può coltivare cetrioli, cipolle e pomodori.
Impegno instancabile per l’Ucraina
Il 20° Prix Caritas è stato conferito a Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina. In circostanze estremamente difficili, insieme al suo team presta aiuti umanitari essenziali che hanno già raggiunto oltre 2,2 milioni di persone. Con grandi capacità organizzative e sempre pronta ad ascoltare, la cinquantaseienne è riuscita a infondere sollievo e speranza alle persone colpite in piena guerra.
«Ero a Lviv per un meeting di lavoro. E poi, la mattina del 24 febbraio è giunta la chiamata», si ricorda Tetiana Stawnychy. Sulle grandi città dell’Ucraina sono state sganciate delle bombe, nelle prime ore
nell’ Ucraina orientale. Caritas Ucraina ha pertanto saputo reagire con rapidità quando ce n’è stato bisogno. Il personale e i volontari di Caritas hanno distribuito beni di prima necessità ai rifugiati, organizzato il sostentamento delle persone nelle zone molto contese e sistemato gli sfollati interni in alloggi improvvisati.
di rifugiati politici fuggiti verso la fine della Seconda guerra mondiale dall’Ucraina, che allora faceva parte dell’Unione Sovietica. Il legame affettivo con il proprio Paese di origine trasmesso dai genitori ha plasmato la sua vita fino ad oggi.
Prima di assumere la carica di presidente a Kyiv, Tetiana Stawnychy aveva già vissuto più volte per un po’ di tempo in Ucraina. È grata di essere in Ucraina proprio adesso. In nessun’altra parte del mondo potrebbe trovare tanta soddisfazione come qui.
Nel corso degli ultimi diciotto mesi, Caritas Ucraina ha continuamente adattato i propri aiuti ai bisogni attuali. Oltre all’assistenza umanitaria ancora urgentemente necessaria, più di 2000 collaboratori offrono anche sostegno psicologico e attività specifiche per i bambini. Nelle regioni vicino al fronte, Caritas aiuta a riparare le case distrutte e a sopperire alle interruzioni di corrente con l’impiego di generatori.
Sin dall’inizio della guerra, alcuni team di Caritas hanno dovuto essere evacuati temporaneamente. Nel frattempo, molti dipendenti sono diventati a loro volta sfollati interni che proseguono comunque instancabilmente il proprio lavoro nel luogo dove hanno trovato rifugio. Tetiana Stawnychy è convinta che questa forte coesione sia il tratto distintivo del suo lavoro. «Per Caritas si tratta di tendere la mano alle persone bisognose. Le aiutiamo a compiere il prossimo passo verso una nuova vita che forse nemmeno pensavano di poter avere.»
Il desiderio di pace
del mattino aveva così preso inizio l’invasione della Russia e con essa la guerra in Ucraina.
Dall’estate 2021 l’economista e teologa è presidente di Caritas Ucraina. Con grande lungimiranza, dal 2014 ha preparato il suo team e le organizzazioni Caritas regionali presenti in tutto il Paese a un’eventuale escalation del conflitto in corso
Eppure, nonostante tutti i preparativi, sono tutti rimasti molto sconvolti dagli attacchi russi. «Ogni volta che vedo da vicino le zone devastate stento a credere ai miei occhi. Perché? Cos’è che porta le persone a un gesto simile? Credo che questa sensazione non svanirà mai del tutto.»
Poter aiutare la propria patria è una grande soddisfazione
Tetiana Stawnychy è nata nel 1967 nello Stato americano del Maryland ed è figlia
La voglia di veder presto finire questa guerra è immensa. Per Tetiana Stawnychy questo giorno tanto ambito sarà «finalmente un momento di grande sollievo. Come se si fosse trattenuto per troppo tempo il fiato e poi si potesse tornare a respirare e tutta la tensione accumulata sin dall’inizio della guerra svanisse». Ma l’emergenza umanitaria e i bisogni della popolazione ucraina perdureranno ancora nel tempo. E Tetiana Stawnychy e il suo team ci saranno. (lm)
«Per Caritas si tratta di tendere la mano alle persone bisognose»
Il desiderio di tornare alla vita prima del terremoto
Sei mesi fa la terra ha tremato in Siria e in Turchia. Decine di migliaia di persone hanno perso la vita e oltre centomila sono rimaste ferite. George e la sua famiglia hanno avuto la fortuna di essere sopravvissuti, ma da allora il loro appartamento è inagibile.
Attraverso l’enorme crepa nel soggiorno, George S. può scorgere il cielo. Durante il devastante terremoto dello scorso febbraio, enormi pezzi di intonaco si sono staccati dal soffitto. Le colonne portanti sono danneggiate e il pavimento della cu-
George. Hanno trascorso settimane nei dormitori invece che nel loro ambiente familiare, gli amici erano sparsi nei vari alloggi di emergenza della città, tutte le scuole erano chiuse.
Quando la vita viene completamente stravolta
bisogno anche di supporto materiale. Subito dopo il terremoto, Caritas Siria ha distribuito coperte, generi alimentari e materassi. Nella fase attuale, i beneficiari ricevono un determinato importo in contanti che possono utilizzare per acquistare beni necessari, come medicinali, materiale edile, giocattoli per i bambini o nuovi utensili da cucina.
L’importanza di poter decidere autonomamente
cina è ricoperto di cocci. Le autorità hanno dichiarato l’appartamento inagibile.
La prima notte il sessantenne l’ha trascorsa nelle strade di Aleppo insieme alla moglie e i due figli. In seguito, la famiglia ha trovato rifugio in una sistemazione collettiva all’interno di una chiesa. «Per i nostri figli di sette e nove anni è stato un periodo particolarmente difficile», ricorda
Grazie alla sua esperienza professionale, George riesce a comprendere molto bene cosa provoca un’esperienza così sconvolgente nelle persone. Come assistente sociale di Caritas ha spesso a che fare con soggetti traumatizzati dalla guerra e dalla fuga, dall’estrema povertà in Siria o dalle scosse di inizio anno. Ciò che unisce questi destini è il fatto che la vita di questa gente è stata completamente scombussolata.
Durante le sessioni di consulenza, George sente più volte che le persone hanno
In situazioni eccezionali e prolungate come queste è fondamentale poter decidere autonomamente ciò che è importante al momento. «Io e la mia famiglia conosciamo questa condizione fin troppo bene per esperienza personale», sospira George. «Mi manca così tanto la nostra vita prima del terremoto. Ma purtroppo non esiste più.» I pensieri oscuri affliggono costantemente la sua mente. Il padre di famiglia non sa come andare avanti. L’appartamento dei suoi genitori è distrutto, come anche il suo. «Già prima del terremoto dovevamo far bene i calcoli, la situazione economica del Paese è molto tesa. Ora dobbiamo decidere se rendere abitabile l’appartamento dei nostri genitori o il nostro. Non possiamo permetterci di ristrutturarli entrambi poiché dobbiamo far fronte anche alle spese per l’attuale appartamento in affitto.»
La migliore distrazione per George è trascorrere molto tempo con la sua famiglia, oltre al lavoro. «Insieme possiamo ridere, ci sosteniamo reciprocamente. Così sento che la mia vita ha ancora un senso, nonostante tutto.» (ll)
«Mi manca così tanto la nostra vita prima del terremoto»
Quando i soldi non bastano per arrivare a fine mese
La soglia di povertà in Svizzera è molto bassa. Una famiglia di quattro persone deve arrivare a fine mese con poche migliaia di franchi. Un semplice esempio di calcolo dimostra la dura realtà per le persone toccate dal fenomeno. Con autoesperimento.
Quanto ci vuole per sbarcare il lunario in Svizzera? Secondo l’organizzazione mantello Consulenza Budget Svizzera, per una famiglia di quattro persone occorre un reddito mensile di almeno 4850 franchi per riuscire a pagare l’affitto, il vitto, la cassa malati e altre spese strettamente necessarie. Ma dopo queste uscite, non rimane più niente: non avanzano soldi per risparmiare, per perfezionarsi professionalmente o per fare una vacanza (vedi esempio di calcolo a destra).
I dati si basano sulle cifre medie a livello svizzero e possono quindi subire variazioni a seconda del luogo di domicilio o della situazione individuale. Forniscono tuttavia una buona idea di quanto alto debba essere il reddito minimo assoluto nel nostro Paese per condurre una vita dignitosa.
Nuovo record di soggetti indigenti Ma come vivono le persone che dispongono di meno soldi rispetto al reddito minimo assoluto? Il loro numero cresce sempre di più. Stando alle cifre più recenti pubblicate dall’Ufficio federale di statistica, 745 000 persone sono considerate povere. Si tratta di un nuovo massimo. Questo numero supera gli abitanti delle città di Zurigo, Ginevra e Lucerna messi insieme.
Secondo la definizione ufficiale, per una famiglia di quattro persone in Svizzera essere poveri significa percepire un reddito di 3989 franchi al mese. Questo evidenzia il livello davvero basso della soglia di povertà. Una famiglia in Svizzera non riesce a vivere con soli 3989 franchi al mese. Perciò i soggetti toccati dalla povertà non risparmiano soltanto sulle spese «facoltative» come formazione continua, vacanze o tempo libero, ma anche sul cibo o sulla salute.
Caritas Svizzera aiuta le persone indigenti con vari progetti: nei mercati Caritas possono fare la spese a prezzi ribassati, con la CartaCultura ricevono sconti su offerte negli ambiti cultura, sport e formazione. Con il padrinato «con me», inoltre, le madrine e i padrini trascorrono il loro tempo con i bambini meno fortunati. Tuttavia, anche la politica deve fare la sua parte. Caritas, ad esempio, si batte per l’ampliamento dei sussidi per i premi della cassa malati. Una riduzione di questa voce nel bilancio di una famiglia di quattro persone alleggerisce notevolmente l’onere mensile, come risulta chiaramente dall’esempio di calcolo.
A quanto ammontano le vostre spese mensili? Fate un test inserendo gli importi direttamente nelle righe da compilare (nj)
garantire il loro benessere, in tempi relativamente brevi e durante una procedura molto celere. Si trattava di poter loro fornire un sostegno personale oltre a quello meramente giuridico. Era evidente che urgeva una definizione precisa del doppio ruolo.
Rappresentanti legali e persone di fiducia: un doppio ruolo
La nuova legge sull’asilo prevede che i rappresentanti legali attribuiti ai richiedenti minorenni non accompagnati fungano anche da «persona di fiducia». Un doppio ruolo difficile da garantire. Qui di seguito la spiegazione di Sofia Amazzough, giurista, responsabile della Protezione giuridica dei richiedenti l’asilo per Caritas Svizzera in Svizzera romanda.
Al Centro federale d’asilo (CFA) di Boudry (NE), i rappresentanti legali di Caritas Svizzera, dal 1° marzo 2019, data di entrata in vigore della nuova legge sull’asilo
(LAsi), svolgono anche il ruolo di persona di fiducia per i richiedenti l’asilo minorenni accompagnati. Quest’ultima stabilisce che le domande di asilo dei minorenni non accompagnati devono essere trattati con priorità.
L’ordinanza sull’asilo 1 (OA 1), la dottrina e le condizioni del mandato affida-
toci dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) prevedono che la persona di fiducia debba intraprendere le misure necessarie per garantire il benessere del minore e adempiere ai relativi compiti, in particolare alla salute e all’alloggio. L’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati (OSAR) indica, nella sua presa di posizione del settembre 2020, «che, in collaborazione con le educatrici e gli educatori sociali [dei centri federali], [le persone di fiducia] esercitano in qualche modo una funzione genitoriale.»
Dal 2019, le persone di fiducia/i rappresentanti legali si chiedevano come creare un legame con i minorenni, rappresentarli legalmente e allo stesso tempo
Nel 2022, più di 1000 richiedenti l’asilo che si sono annunciati come minorenni non accompagnati sono stati rappresentati da Caritas Svizzera nei centri federali della Svizzera romanda, ovvero un numero quattro volte maggiore rispetto alla media dei tre anni precedenti. Tale aumento ha reso ancora più grande la sfida rappresentata da questa funzione quasi genitoriale della persona di fiducia. «Qual è il senso del mio ruolo di persona di fiducia?», si chiedevano molti rappresentanti legali in un contesto con un numero di richieste in notevole crescita. Grazie al loro impeccabile impegno, è stato possibile accompagnare ognuno di questi giovani nella procedura di asilo, mentre l’intero sistema era messo a dura prova. Sono state in particolare sollevate critiche alle condizioni degli alloggi. Nel suo rapporto dell’aprile 2023, concernente il 2021 e 2022, la Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (CNPT) ha rilevato che i team di assistenza non erano più in grado, considerate le condizioni, di garantire in modo continuativo una presa a carico tenendo conto delle esigenze specifiche dei minori non accompagnati. Ecco perché, nel 2023, si rende ancora più necessaria una chiara definizione del nostro ruolo. È giunto il momento di rafforzare una collaborazione più fluida e costruttiva tra i vari attori, sia a livello federale che cantonale e comunale. L’esperienza acquisita deve andare a beneficio dei giovani che arriveranno in futuro. Occorre trovare il senso del nostro ruolo di persona di fiducia. (sa)
Nel 2022, la Caritas ha rappresentato 1000 RMNA
Donazione in memoria –ecco come fare
«Una donazione al posto dei fiori» – questo è ciò che desiderano molte persone defunte o i familiar per il funerale. Con una donazione in memoria si lancia un segnale particolare e ci si dimostra solidali con chi ne ha più bisogno. Ma come funziona esattamente? Quali possibilità ci sono?
Siccome sono sempre più le persone che si rivolgono a noi con queste domande, presso Caritas Svizzera abbiamo allestito una piccola guida sul tema della donazione in memoria. Vi offriamo
tre possibilità per donare a favore dei nostri progetti in caso di lutto: segnalate la vostra intenzione nel necrologio, donate in memoria o fate una raccolta fondi in occasione del rito funebre. Importante: comunicateci per chi è pensata la donazione indicando ad esempio «In memoria di Mario Esempio». Grazie di cuore.
Agenda
12 settembre 2023, ore 19.00 Evento informativo «Diventare genitori affilianti», Lucerna
14 settembre 2023, ore 9.30
Presentazione «Empowerment delle donne nel Kosovo», Baden
15 settembre 2023, ore 17.30
Presentazione «Empowerment delle donne in Bolivia», online via Zoom
21 settembre 2023, ore 17.30
Vernissage Almanacco Politica di sviluppo, Berna
28 novembre 2023, ore 19.00 Evento informativo «Diventare genitori affilianti», online
Informazioni e iscrizione
Scrivere una mail a event@caritas.ch o telefonare allo 041 419 24 19
Tutte le informazioni e la relativa guida si trovano online alla pagina: www.caritas.ch/donazione-in-memoria
I vostri dati sono protetti
Il nuovo diritto sulla protezione dei dati entrerà in vigore il 1° settembre. Per legge siamo tenuti a custodire in modo accurato i vostri dati personali e relativi alle donazioni tutelandoli dall’accesso di estranei. Caritas non trasmette nessun tipo di dati a terzi. Per determinati processi operativi, come ad esempio l’indirizzo in caso di spedizioni, collaboriamo con fornitori di servizi esterni che però, per contratto, devono a loro volta rispet -
tare pienamente la protezione dei dati e non possono trasmettere dette informazioni a terzi. Alla scadenza del termine contrattuale sono inoltre tenuti a cancellarli. Naturalmente Caritas soddisfa pertanto anche gli standard della nuova legge sulla protezione dei dati.
Tutti i contenuti più importanti relativi all’informativa sulla protezione dei dati: www.caritas.ch/protezione-dati
Il progetto «Tempo libero per tutti!» offre pomeriggi creativi alle persone che vivono sulla soglia di povertà.
Storie di successo di giovani ideatori di progetti
youngCaritas promuove progetti sviluppati da giovani persone che di propria iniziativa realizzano le loro idee per un mondo più giusto, solidale e sostenibile. Finora sono stati appoggiati oltre 50 progetti e sono state scritte innumerevoli storie di successo.
All’insegna del motto «Tempo libero per tutti!», tre studentesse di ergoterapia hanno offerto, per dieci settimane, pomeriggi creativi destinati a persone che vivono ai limiti della povertà. Ci tenevano in particolare ad adattare l’offerta alle esigenze dei partecipanti. «La realizzazione è stata possibile grazie alla promozione del progetto da parte di youngCaritas e così siamo riuscite a offrire ai nostri partecipanti un’ampia gamma di attività per il tempo libero», affermano le ragazze. Il progetto «Druzi Zürich» aiuta, a sua volta, i bambini fuggiti dall’Ucraina ad abituarsi alla nuova realtà sociale. «Grazie al sostegno ricevuto per il progetto, abbiamo potuto entusiasmare più di 100 bambini, offrendo loro interessanti proposte di integrazione», continuano gli ideatori. Hanno organizzato colonie diurne, gite, workshop e giochi a quiz in cui i bambini hanno avuto l’opportunità di
Quando gli estranei diventano amici
scambio e di incontri. «Chi partecipa al nostro progetto fa nuove amicizie e può sviluppare le proprie abilità.»
Un’altra storia di successo è l’idea di Sarah che aiuta gli abitanti di un piccolo villaggio in Sri Lanka con un progetto umanitario tutto suo, lanciato come parte del suo lavoro di maturità. Sostiene e assiste la gente del villaggio nell’installazione di nuove pompe dell’acqua, servizi igienici e docce.
Sostegno mirato dei progetti
Per chi sviluppa progetti, youngCaritas arriva nel posto giusto al momento giusto. La promozione dei progetti permette ai giovani di esprimere appieno il proprio potenziale come attrici e attori dei cambiamenti sociali. (gd)
Maggiori informazioni su:
www.youngcaritas.ch/dein-projekt
Sono un volontario di youngCaritas da sette anni. Sono arrivato qui grazie a una mia carissima collega e dopo tutti questi anni le sono ancora grato. Mediante youngCaritas e l’attività di volontariato solidale ho conosciuto moltissime persone di varie provenienze e culture e ognuna con la propria storia. Molti di loro sono diventati amici intimi e di questo ne vado fiero.
MigrAction-Weekend 2023
Il MigrAction-Weekend è alla sua decima edizione che si svolgerà dal 7 al 10 settembre 2023 a Niedergösgen (SO). È l’occasione per imparare qualcosa in più su argomenti come migrazione, fuga e asilo, stabilire contatti con altre persone impegnate e conoscere progetti interessanti. E, ovviamente, non mancheranno tanto gioco e divertimento.
Maggiori informazioni e iscrizioni su: www.youngcaritas.ch/migraction
Shokirjon Shamirov, 60 anni, Tagikistan, fa fronte alla crisi climatica con metodi di coltivazione innovativi.
Fare la cosa giusta Quando la povertà mostra il suo volto
Leggete la storia di Shokirjon: caritas.ch/shokirjon