CARITAS N. 2 / Marzo 2022
La Rivista di Caritas Svizzera
Libano: lotta per la sopravvivenza Pagina 6
Attualità
Personaggi
Svizzera
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Uganda: uscire dal La nostra nuova Nuovo diritto succesvortice della povertà esperta di clima sorio più flessibile
Lettera aperta
Care donatrici, cari donatori Il Libano sta attraversando la più grande crisi politica ed economica dalla fine della guerra civile 30 anni fa, crisi che non tende a scemare e a chiudersi. Mona al-Barsha vive a Beirut e la paura di perdere il lavoro l’accompagna costantemente. Deve provvedere al mantenimento delle due figlie, di sua sorella e della madre. A causa dell’elevata inflazione e della crisi economica, i prezzi salgono alle stelle. Il pane, ad esempio, oggi costa dieci volte di più di due anni fa. La carne si mangia solo raramente. Per la corrente proveniente dal generatore spende quasi tre quarti dello stipendio. Perciò la famiglia è molto grata per i pagamenti in contanti che riceve da Caritas. Ma a pesare su Mona e la sua famiglia non sono solo la paura di perdere il lavoro e i prezzi in aumento, bensì anche il trauma, ancora profondo, dell’esplosione nel porto di Beirut. Nell’agosto del 2020 furono sorpresi da una pioggia di sassi e detriti, c’erano feriti ovunque. Era come stare in guerra, tant’è che rabbrividiscono ancora oggi quando sentono un rumore forte. La situazione nel Paese continua a essere molto instabile e non sanno mai cosa succederà il giorno dopo.
La crisi in Libano non accenna a finire.
In questo numero vi presentiamo anche la nostra esperta in tema di cambiamento climatico. Acquisisce metodi e conoscenze in questo ambito e li mette a disposizione di tutti i collaboratori, conferendo così una maggiore efficacia e professionalità ai nostri progetti sul clima. E questo va ad esempio anche a beneficio del Nord dell’Uganda, come potete leggere nella presente edizione. Un tema importante che riguarda l’Africa è la migrazione. La pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione della popolazione in Africa, anche nella zona del Sahel. In passato la gente migrava tra i vari Paesi del Sahel. Andava dove vi erano prospettive di guadagno. Ora, invece, i conflitti armati e l’instabilità economica spingono molte persone a fuggire verso l’Europa. Caritas cerca di proteggere i gruppi particolarmente vulnerabili come le donne e i bambini. Mi auguro che abbiate ricevuto interessanti spunti di lettura per quanto riguarda le nostre attività e vi ringrazio per il vostro fedele sostegno.
Elisabeth Karagiannis Responsabile Comunicazione e Marketing
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Foto: Tabea Vogel
Sommario
Emergenza Libano Il Libano ospita 1,5 milioni di profughi siriani, ma il Paese ora è anch’esso in difficoltà. Gran parte della popolazione non può più permettersi generi alimentari, alloggi, elettricità e servizi sanitari. Tutti lottano per sopravvivere, i libanesi come Mona al-Barsha e i profughi siriani come Abbas Shadid. Caritas fornisce aiuti di urgenza, crea alloggi dignitosi e migliora le possibilità di reddito. Un reportage da Beirut. Pagina 6
5 Attualità: agricoltura sostenibile in Uganda
Nel Nordovest dell’Uganda, Caritas promuove metodi agricoli sostenibili per far uscire la popolazione dal circolo vizioso della povertà.
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ersonaggi: la nostra P esperta di clima
Arabela Philipona contribuisce a rendere ancora più efficaci i progetti climatici di Caritas.
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vizzera: porzione S disponibile più alta nel nuovo diritto successorio
Il nuovo diritto successorio, che entrerà in vigore a gennaio 2023, tiene conto delle nuove forme di famiglia e sarà più flessibile.
IMPRESSUM La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19 Redazione: Vérène Morisod Simonazzi (vm); Lisa Fry (lf); Fabrice Boulé (fbo); Stefan Gribi (sg); Anna Haselbach (ah) Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Ghislaine Heger Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Stampa climaticamente neutra Conto donazioni: IBAN CH69 0900 0000 6000 7000 4
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Eco
Peter Lack sarà il nuovo direttore di Caritas Svizzera
Il Comitato di Caritas Svizzera ha eletto Peter Lack nuovo direttore della stessa organizzazione umanitaria. Il suo incarico inizierà a metà aprile. Il cinquantatreenne, attualmente direttore della Federazione svizzera dei samaritani, vanta un’esperienza pluriennale nel management di organizzazioni non profit e nella gestione di associazioni.
Peter Lack vive a Birsfelden (BL). Laureato in teologia, ha studiato a Lucerna, Berkeley (USA) e Friburgo. Ha inoltre seguito uno studio postlaurea in gestione delle associazioni e organizzazioni non profit all’università di Friburgo. Peter Lack dispone quindi di una ricca formazione universitaria e di una vasta esperienza nonché di competenze in svariati ambiti. (vm)
Donne più esposte al rischio di povertà Perché, nonostante la parità giuridica, in Svizzera le donne rischiano più degli uomini di cadere in povertà? Perché le donne sono più colpite da condizioni di lavoro precarie rispetto agli uomini? Le conseguenze economiche e sociali della pandemia rafforzano una tendenza confermata chiaramente ogni anno dalle cifre sulla povertà: rispetto agli uomini, le donne sono più esposte al rischio di povertà. Nell’Almanacco sociale 2022
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pubblicato da Caritas Svizzera, rinomati esperti si interrogano sul fenomeno e illustrano possibili soluzioni. L’annuario analizza inoltre lo sviluppo economico e sociale della Svizzera nell’ultimo anno. (vm)
L’Almanacco sociale 2022 si può richiedere al numero: 041 410 24 10, online: caritas.ch/shop
Eco mediatica catt.ch | «Caritas Svizzera fa appello per un’azione risoluta contro la povertà in Svizzera» | 7.12.2021 Da anni il tasso di povertà continua a salire e con la crisi del coronavirus vi sono sempre più disuguaglianze. Sempre più persone che già prima vivevano poco al di sopra della soglia di povertà e il cui reddito bastava a malapena per il sostentamento si ritrovano ora in una situazione d’emergenza. Caritas Svizzera è preoccupata per gli ultimi sviluppi ed esorta i politici ad agire. Al termine del secondo anno di pandemia sono sempre più evidenti anche le ripercussioni della crisi sanitaria. «Mai come oggi risulta palese che sussiste una grave lacuna di sicurezza per tutti coloro il cui reddito è di poco superiore alla soglia di povertà», sottolinea Marianne Hochuli, responsabile del settore Studi scientifici di C aritas Svizzera. Firmate l’appello di Caritas per una Svizzera senza povertà: caritas.ch/appello Ticinonews | Caritas: «La pandemia ha accentuato le disparità tra i sessi» | 20.12.2021 L a pandemia ha accentuato le disparità tra i sessi. È quanto constata Caritas, che in una nota odierna sottolinea come la crisi sanitaria abbia avuto conseguenze soprattutto sui lavori precari e instabili, gli impieghi multipli e quelli part-time, spesso occupati dalle donne. Per questo motivo, l’organizzazione ha dedicato il recente Almanacco sociale 2022 proprio alle donne.» RSI LA 1 | Insieme*, «Un’aiuto concreto ai contadini di montagna» | 8.1.2022 Il progetto della Caritas a sostegno dei contadini di montagna Caritas organizza dei volontari che per periodi precisi danno una mano in fattoria. L’esempio di una fattoria nel Cantone di Uri.
(disponibile in tedesco e francese)
Foto: Gaëtan Bally
Attualità
La contadina Janet Intung, 40 anni: «Grazie alla coltivazione di patate possiamo mettere da parte i soldi per far andare a scuola i nostri figli»
Uscire dal vortice della povertà Nel remoto Nordovest dell’Uganda la vita è dura da sempre. L’emergenza climatica ha tuttavia aggravato drammaticamente la situazione. La regione ospita 900 000 profughi fuggiti dal Sudan del Sud. E come se non bastasse, si aggiunge anche la pandemia del coronavirus. Assieme ai suoi partner locali, Caritas Svizzera porta avanti la lotta per uscire da questo vortice della povertà. Il capo del villaggio Mahamudu Drate racconta: «Negli ultimi anni abbiamo avuto troppo sole, i nostri raccolti di conseguenza sono stati scarsissimi e ci è mancato il cibo. Perciò abbiamo abbattuto gli alberi per produrre carbone di legna. Con il guadagno abbiamo comprato da mangiare.» Le interazioni scatenate dalla crisi climatica sono pericolose. La miseria è così grande che la gente distrugge le ri-
«Vedo di nuovo un futuro per la mia famiglia» sorse naturali necessarie per vivere, favorendo così l’erosione del suolo e il riscaldamento del pianeta. La pressione demografica provocata dal gran numero di profughi in fuga dal Sudan del Sud non fa altro che inasprire la situazione e accrescere il pericolo di potenziali conflitti. Per mandare i figli a scuola i soldi non bastavano mai e adesso mancano
Foto: Fabian Biasio, Caritas Ucraina
del tutto. A causa del Covid-19 le scuole sono chiuse dall’inizio del 2020. Ai bambini manca il preziosissimo pasto consumato a scuola. Fame, violenza, risorse naturali a rischio, bambini privati dell’opportunità di istruzione: la regione si trova in un circolo vizioso.
Costruire esistenze sicure In collaborazione con partner nazionali e internazionali, Caritas Svizzera intende combattere la situazione pericolosa che si è venuta a creare e aiutare le popolazioni a rischio. Nonostante i profondi cambiamenti, le persone devono poter assicurare in modo duraturo cibo ed esistenza alle proprie famiglie. Occorre uno sfruttamento più sostenibile delle risorse quali alberi, suolo e acqua. I progetti prevedono pertanto un coinvolgimento sia della popolazione indigena che dei profughi. Un aspetto importante è la formazione in agricoltura sostenibile che garantisce buoni raccolti malgrado i cambiamenti climatici e salvaguarda le risorse naturali anche in futuro. La coltivazione di ortaggi permette di portare a tavola un’alimentazione varia e sana. Affinché le famiglie possano costruirsi un’esistenza sicura, devono avere la certezza di una fonte di reddito. Caritas le sostiene nella ricerca, offre corsi di formazione e le aiuta nella pianificazione e gestione delle entrate e delle uscite. I cambiamenti sono già visibili, come racconta la contadina Janet Intung: «Grazie al progetto, i miei figli sono più sani e possiamo mettere da parte i soldi per pagare la scuola. Vedo di nuovo un futuro per la mia famiglia.» Reto Urech
Aiuto per la popolazione in Ucraina La guerra trascina l’Ucraina in una catastrofe umanitaria e costringe centinaia di migliaia di persone a fuggire. Con il sostegno di Caritas Svizzera, Caritas Ucraina rifornisce la popolazione di beni di prima necessità. Caritas Svizzera sostiene inoltre gli aiuti d’emergenza per l’accoglienza dei profughi nei Paesi confinanti. Maggiori informazioni: www.caritas.ch/ucraina
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Reportage
Sopravvivere in un Paese sull’orlo del baratro Testo: Anna Haselbach Foto: Ghislaine Heger
Tre generazioni e un futuro incerto. I contributi in contanti aiutano la famiglia al-Barsha a coprire i bisogni primari.
Reportage
I silos per il grano sono tra i pochi edifici nel porto di Beirut che hanno in parte resistito all’esplosione del 2020.
Mona al-Barsha ha una buona formazione e un lavoro a tempo pieno. Eppure non riesce più a coprire i bisogni primari della sua famiglia. Abbas Shadid si accontenta anche solo di averlo un lavoro. Le storie di Mona e Abbas dimostrano quanto la povertà che attanaglia il Libano possa portare alla disperazione sia i profughi siriani che le comunità libanesi ospitanti e cosa può fare Caritas per aiutarli. Mona al-Barsha*, 40 anni, ci apre la porta del suo appartamento situato nel quartiere di Achrafieh a Beirut con indosso un cappotto. Vive qui con le due figlie Rachel, 11 anni, e Ricarda, 9 anni, sua madre e la sorella. Sono le 8.45 di una grigia mattinata di gennaio. Nella penombra,
«Per la bolletta della luce se ne vanno quasi tre quarti del mio stipendio» sotto la luce dei nostri cellulari, ci togliamo le scarpe. «La corrente di solito arriva alle 10», dice Mona. Fino a quell’ora, la famiglia deve cavarsela senza luce, senza riscaldamento e senza acqua calda. A Beirut i blackout fanno parte della quotidianità ormai da tempo. Ma da quando il Paese è sulla strada verso la
bancarotta, la luce se ne va sempre più spesso. Lo Stato non può più permettersi l’importazione di carburante necessario per il funzionamento delle centrali elettriche. Oggi chi dispone per due ore al giorno della corrente proveniente dalla rete pubblica, può ritenersi fortunato. Come molte famiglie, Mona compra il resto dell’elettricità da fornitori privati, a prezzi esorbitanti. «Per pagare la bolletta della luce se ne vanno quasi tre quarti del mio stipendio», dice la donna. «Ma l’elettricità ci serve.» Rapido crollo della moneta Immaginiamoci che tutto – olio, pane, medicine e benzina – costi dieci volte più di quanto costava due anni fa. E i prezzi continuano a salire, benché il nostro reddito sia rimasto uguale. Come si fa a sopravvivere? È esattamente la situazione in cui si trovano i quasi sette milioni di abitanti del Libano. Anche il ceto medio è in
serie difficoltà, persone che finora vivevano bene. Persone come Mona. Ha una laurea triennale e lavora a tempo pieno in una società di consulenza aziendale. Ciononostante il suo stipendio non basta più da molto tempo ormai per sfamare la famiglia di cinque persone. «Persino il pane oggi costa dalle dieci alle dodici volte di più rispetto a due anni e mezzo fa. A noi servono due o tre confezioni al giorno.» E così fa i conti ogni giorno. Gli alimenti più costosi li compra soltanto molto raramente. La madre di Mona e sua sorella, affetta da una disabilità mentale, devono rinunciare a importanti medicine. Prendono in prestito denaro. Il padre delle sue figlie, dal quale Mona è separata, contribuisce un po’ al mantenimento delle bambine, ma non basta. Con il sostegno della Catena della solidarietà, Caritas dà una mano a Mona fornendole aiuti in contanti. Questi soldi servono alla donna per pagare la bolletta della luce e i medicamenti. Una crisi dopo l’altra Le ragioni di questa emergenza sono molteplici. Oltre 1,5 milioni di siriani hanno
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Reportage
Mona cerca di far condurre alle figlie una vita quotidiana il più normale possibile.
cercato rifugio in Libano. Il mercato del lavoro e dell’alloggio, come pure l’infrastruttura pubblica del piccolo Paese, non sono in grado di accogliere un aumento della popolazione di tale portata. Nell’ottobre del 2019 il Libano viene colpito da una grave crisi finanziaria e politica. L’inflazione prende il sopravvento. La pan-
«La gente non vede la luce in fondo al tunnel» demia da coronavirus e l’esplosione nel porto di Beirut nel mese di agosto 2020 non fanno altro che aggravare ulteriormente la situazione. Secondo le stime, oggi sono colpiti da povertà più di tre quarti dell’intera popolazione. Anche la povertà estrema ha subito un rapido aumento. «Il Paese che vedrete non è più il Paese che conoscevamo», ci aveva detto la nostra collega libanese al nostro arrivo a Beirut. A Hamra, una volta quartiere molto vivace con negozi, bar, ristoranti e hotel, la maggior parte dei commerci sono chiusi, le catene di negozi internazionali hanno lasciato il Paese da tempo. Incontriamo bambini che cercano oggetti riciclabili nei
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rifiuti per poi venderli e ricavarne qualche soldo. «A volte vorremmo solo piangere quando vediamo quello che è diventato oggi il nostro Paese», dice Mona. Dove trovare speranza? Mona prova a trasmettere un senso di sicurezza alle figlie. Ma la preoccupazione che da un momento all’altro potrebbero piombare in una situazione di emergenza acuta accompagna Mona tutti i giorni. Ha paura che un familiare potrebbe aver bi-
sogno di un ricovero all’ospedale e lei non ha i soldi per pagare i costi esorbitanti. Soprattutto però ha paura di perdere il lavoro. «Come sopravvivremo se il mio datore di lavoro va in fallimento, come succede a molti? Proprio non lo so.» Dallo Stato non arriva nessun aiuto, anzi le sovvenzioni vengono sempre più tagliate. La famiglia aspetta da mesi che le autorità trasferiscano alla madre la pensione del defunto padre di Mona e quindi continuino a versarla. Darebbe loro un pochino di respiro. Ma chissà se vedranno mai quei soldi? «La cosa peggiore», dice Mona, «è che la gente qui non vede la luce in fondo al tunnel. Si dicono tante cose e ci sono tante paure. Ma nessuna speranza.» Mona ci tiene a dire che dobbiamo raccontare anche altre storie, non solo la sua. «Tutti stanno lottando. Ma ci sono persone che stanno anche peggio di noi.» L’estrema povertà dei profughi siriani Tra le persone che vivono in condizioni di estrema indigenza si trova gran parte dei profughi siriani, ossia l’89 per cento. Come evidenzia uno studio svolto dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), spesso perdono la gara per accaparrarsi i rari posti di lavoro. Vengono impiegati come manodopera a basso costo soprattutto nell’agricoltura e nei servizi.
I manifesti raccontano la rabbia e la disperazione della popolazione.
Reportage Incontriamo Abbas Shadid* in un cantiere nel quartiere Dekwaneh. È originario di Aleppo e vive in Libano dal 2016. Mantiene la sua famiglia composta da cinque persone con lavori saltuari. Per qualche tempo ha lavorato come bracciante agricolo. Ma il suo mestiere è nell’edilizia. «Mio padre faceva il muratore. Ho conosciuto questo mestiere sin da bambino, ce l’ho nel sangue.» Non ha una formazione e anche lui lotta ogni giorno con l’elevato costo della vita. È la sua più grande preoccupazione: «I mezzi di trasporto pubblici, l’affitto: i prezzi per queste cose sono davvero proibitivi.» La famiglia vive in condizioni molto modeste. I figli, dei giovani adulti, non trovano lavoro.
strellamento. Con grande precisione riveste i pavimenti nelle case. Considerata la sua esperienza, dirige gli operai più giovani, di cui molti sono come lui fuggiti dalla Siria, e trasmette le sue conoscenze in materia. «Lo faccio con piacere, è un bel compito», dice sorridendo. Come molti profughi siriani, anche Abbas desidera tornare nel suo Paese, nella sua casa natale. Ma in Siria lui e la sua famiglia sarebbero davanti al nulla. Apprezza perciò molto il suo impiego nel progetto di Caritas. «È un vero e proprio sollievo. Almeno per un periodo riesco a pagare puntualmente l’affitto.» E non è poco. *Nome di fantasia
Finalmente Abbas riesce a pagare l’affitto per qualche mese.
Il lavoro da piastrellista Il cantiere nel quale incontriamo Abbas è diretto da Caritas. L’ONG ristruttura alloggi sociali e allo stesso tempo offre alle persone bisognose disoccupate un lavoro a tempo determinato e quindi un reddito. Abbas è specializzato nel pia-
Maggiori informazioni su: www.caritas.ch/libano
Ecco come Caritas aiuta i libanesi indigenti e i profughi siriani Nell’ambito dei suoi aiuti umanitari, C aritas Svizzera si impegna dal 2012 a favore delle vittime della guerra in Siria fuggite in Libano. I progetti sono sempre andati a beneficio sia dei siriani che delle persone bisognose nei comuni ospitanti in Libano. È un aspetto molto importante per non aumentare la crescente concorrenza tra i vari gruppi della popolazione che ricevono prestazioni di sostegno. Caritas è presente e fornisce aiuti umanitari concreti alle persone che si trovano nel bisogno, unendo il sostegno a breve termine con soluzioni sul lungo periodo tese a combattere la povertà in modo durevole. Aiuti in contanti Un elemento importante del nostro programma è l’aiuto fornito alle famiglie bisognose sotto forma di denaro in contanti. Questi contributi permettono alle persone di coprire le esigenze primarie e decidere indi-
vidualmente come usare il denaro. Gli aiuti in contanti si sono dimostrati validi pure durante la pandemia, perché possono essere erogati anche senza contatto fisico. Alloggi dignitosi a prezzi ridotti Caritas ristruttura le case gravemente pericolanti nel quartiere Dekwaneh a Beirut. Gli edifici degli anni ’70 originariamente servivano per ospitarci gli sfollati interni durante la guerra civile libanese e sono di proprietà del nostro partner Caritas Libano. Le famiglie indigenti possono stipulare contratti di affitto a condizioni favorevoli e ricevono così un alloggio sicuro e conveniente. Conseguire un reddito Per i lavori di ristrutturazione degli alloggi sociali, Caritas impiega persone disoccupate a tempo determinato. Consente così agli operai di generare un reddito in modo legale e ri-
solvere momentaneamente una situazione di emergenza. Lavorando acquisiscono anche conoscenze nel ramo dell’edilizia. Ma in considerazione della crisi persistente, occorrono anche progetti con prospettive a lungo termine. Contribuiamo pertanto anche a fornire ai giovani profughi siriani e ai libanesi gli strumenti necessari per affermarsi nel mondo del lavoro e gestire la propria vita in autonomia, nonostante la difficile situazione economica. Offriamo corsi di formazione e coaching per trasmettere le competenze tecniche, aziendali e per la vita. Gli aiuti finanziari iniziali per la fondazione di microimprese o i corsi pratici sostenuti finanziariamente facilitano l’inserimento nel mondo del lavoro. Offriamo inoltre consulenza e prestazioni in natura alle aziende che mettono a disposizione posti di praticantato per adolescenti.
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Brennpunkt Personaggi
Cose di tutti i giorni
Moses Mangenga, 44 anni, Uganda
«Investo i soldi nel futuro della mia famiglia»
Arabela Philipona (a destra): «Le misure prese per tutelare il clima sono sostenibili quando contribuiscono alla salvaguardia di un ecosistema sano e migliorano la qualità di vita degli abitanti»
La complessità dei progetti climatici Arabela Philipona, 31 anni, ha un ruolo fondamentale: deve facilitare l’adattamento dei progetti di Caritas Svizzera ai cambiamenti climatici. A tale proposito gestisce gli approcci e le conoscenze di Caritas in questo ambito. Conosce inoltre molto bene la realtà del terreno avendo lavorato per più di due anni in Tagikistan. «Ho potuto assistere da vicino come i nostri progetti climatici abbiano migliorato considerevolmente le condizioni di vita della popolazione locale», sottolinea Arabela Philipona. «I progetti in Tagikistan dimostrano che le misure prese per tutelare
«Ho visto come i nostri progetti abbiano migliorato la vita della popolazione locale» il clima sono sostenibili quando contribuiscono alla salvaguardia di un ecosistema sano e allo stesso tempo migliorano la qualità di vita degli abitanti.» Se le piantagioni di alberi da frutto hanno migliorato la qualità del suolo, il reddito generato ha anche aumentato la sicurezza alimentare. «I progetti climatici vanno ben oltre la semplice piantumazione di qualche albero ed è proprio questo che rende il lavoro così appassionante», constata
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Arabela Philipona. Dopo gli studi in economia e scienze politiche, incentrati in particolare sugli argomenti climatici e ambientali, Arabela ha conseguito un Master of Advanced Studies in sviluppo e cooperazione. In quel periodo ha incominciato a lavorare per Caritas Svizzera in Tagikistan. Fruire delle recenti scoperte Tornata in Svizzera, Arabela lavora come esperta in questioni di clima. La sua mansione è complessa: le conoscenze acquisite nell’ambito dei progetti climatici vanno elaborate e messe a disposizione dei collaboratori. Arabela interagisce con partner scientifici e reti di professionisti al fine di far confluire le ultime scoperte internazionali nei progetti di Caritas. Può però anche contare sui suoi colleghi: «I nostri collaboratori sul posto contribuiscono enormemente al successo dei nostri progetti grazie alle loro conoscenze approfondite.» (vm)
Lei è il «campione dell’agricoltura» del suo villaggio. Cosa significa? Nell’ambito del progetto Caritas ho seguito una formazione per diventare istruttore di coltivazione di patate. Ora insegno ai membri del nostro gruppo come aumentare il raccolto. Cosa la spinge ad assumersi questa responsabilità? Grazie al progetto sono riuscito a incrementare notevolmente il mio raccolto di patate e quindi adesso voglio condividere la mia esperienza. E poi anch’io continuo sempre a imparare cose nuove. Come si sente a fare l’insegnante? Sono fiero di vedere che le mie conoscenze vengono messe in pratica e che ora tutti utilizziamo moderne tecniche di coltivazione. Cosa è cambiato nella sua vita? In passato bevevo e anche molto. Oggi quei soldi li risparmio e posso investirli per il futuro della mia famiglia. Quali sono i suoi progetti per il futuro? Innanzitutto voglio costruire una casa solida per la mia famiglia, pagare la scuola per i miei figli e poi comprarmi una motocicletta da usare come mezzo di trasporto per la mia famiglia e altre persone. Reto Urech
Foto: Fabian Biasio, Caritas Svizzera
Focus
ALGERIA
MALI
MAURITANIA
Arlit l Timbuctù l l Ber
Agadez l
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NIGER
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Niamey Kongoussi ¤l ll Kaya Sanl l Bénéna ¤ Siensol Bamako ¤Ouagadougou lTenkodogo
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TOGO
BURKINA FASO
GUINEA
Didascalie: ¤ Capitali dei Paesi di intervento l Città con centri di distribuzione
Una giovane migrante in Burkina Faso riceve un buono per comprare generi alimentari e prodotti per l’igiene.
Informare e aiutare i migranti nella zona del Sahel Il progetto PROMISA si prefigge di migliorare la protezione dei migranti sulle strade del Sahel, di garantire le loro esigenze fondamentali e di potenziare i loro diritti sostenendo e promuovendo direttamente gli operatori che se ne occupano sul posto. «I soldi ricevuti mi hanno aiutata molto. Esco anche a fare il bucato ad altre persone. Altrimenti sono costretta a chiedere l’elemosina.» A parlare è Mariame H., una giovane donna del Mali, madre di quattro figli. Da diversi mesi è a Kaya, città crocevia delle migrazioni nella regione del Cen-
Caritas protegge i più deboli tra i migranti. tro-Nord del Burkina Faso, in attesa di proseguire la sua fuga. Viveva con la famiglia nel comune di Mondoro, nel Mali, sul confine con il Burkina Faso. La sua città nel 2019 e 2020 ha subito diversi attentati terroristici contro l’esercito maliano che non riesce a tenere a bada la regione. Di conseguenza, una parte della popolazione fugge in cerca di rifugio e risorse altrove. Il marito di Mariame è stato ferito e si trova ancora in cura nel Mali.
Foto: Anne Mimault, Mappa: Caritas Svizzera
L’incertezza che spinge all’esilio Mariame H. ha ricevuto un aiuto finanziario diretto sotto forma di buoni pari a 15 000 franchi CFA (25 franchi svizzeri) dal progetto PROMISA, condotto da Caritas Svizzera e dai suoi partner locali in Burkina Faso, Mali e Niger. A Kaya e in tutta la regione ci sono migliaia di persone come lei. Storicamente parlando, la migrazione circolare è importante nel Sahel. I flussi migratori regionali contribuiscono attivamente alla lotta contro la povertà. Ma la crescente incertezza fa diminuire questo fenomeno. Sempre più persone tentano quindi di attraversare il Mediterraneo per recarsi nel Sud Italia o in Spagna alla ricerca di un lavoro. I conflitti armati e gli attacchi terroristici, insieme alla mancanza di prospettive legata alle crisi sociali ed economiche nonché al cambiamento climatico, spingono sempre più persone all’esilio. PROMISA fornisce un’assistenza di base sotto forma di acqua, cibo, prodotti per l’igiene e cure
sanitarie, come pure un sostegno psicosociale. In collaborazione con le autorità nazionali e la società civile locale si cerca di proteggere i migranti più vulnerabili, ovvero i bambini, le donne e le persone vittime della tratta di esseri umani. «Negli ultimi anni, il clima d’incertezza dovuto alla presenza di vari gruppi armati ha causato un cambiamento delle rotte migratorie. Rispetto a prima, attraversare Paesi come il Burkina Faso, il Mali o il Niger comporta un rischio molto più elevato per i migranti. Adeguiamo le nostre attività alla situazione del momento, curando un contatto flessibile con i migranti», spiega Olivier Dumont, direttore nazionale di Caritas Svizzera in Burkina Faso. (fbo)
Maggiori informazioni: reportage radiofonici a Kaya su caritas.ch
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Brennpunkt Svizzera
«Offrire a tutti un posto a tavola» Bernhard Rehrl, amministratore delegato di Mars Svizzera SA, risponde alle domande sulla collaborazione dell’azienda con Bon Lieu.
I ristoranti Bon Lieu offrono pasti freschi e sani agli indigenti e alle persone con uno stipendio medio.
Ristoranti Bon Lieu: per gli indigenti più importanti che mai La pandemia costringe molte persone in Svizzera a restringere il budget più di prima. Chi è colpito o minacciato dalla povertà non può permettersi di andare al ristorante. I ristoranti Bon Lieu di Caritas Svizzera ed SV Fondazione consentono alle persone indigenti di mangiare fuori casa a un prezzo abbordabile, con Mars Svizzera come partner. Il concetto di ristorazione Bon Lieu va oltre le divisioni, fa incontrare persone e unisce la gastronomia invitante con la responsabilità sociale: gli indigenti e le persone con uno stipendio medio possono gustare pasti freschi ed equilibrati nei ristoranti con il marchio Bon Lieu a prezzi
Ogni persona merita di poter consumare cibo sano. differenziati. Le persone singole disagiate – ma anche intere famiglie – fanno di nuovo largo uso dell’offerta Bon Lieu dopo la riapertura dei ristoranti in Svizzera della scorsa primavera. Nei ristoranti Bon Lieu, le persone socialmente svantaggiate ricevono inoltre
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l’opportunità di reinserirsi nel mondo del lavoro grazie a progetti formativi e occupazionali. I ristoranti forniscono dunque anche un importante contributo all’integrazione professionale. Al momento nella Svizzera tedesca e romanda si contano in totale 12 ristoranti con il marchio Bon Lieu. Per promuovere il progetto Bon Lieu, Mars Svizzera ha avviato, con il marchio «Ben’s Original», un partenariato con Caritas Svizzera ed SV Fondazione. Nell’ambito dell’impegno triennale è previsto il conferimento del marchio Bon Lieu ad altri quattro ristoranti. (sg)
Che cosa ha spinto Mars Svizzera, in quanto azienda, a impegnarsi a favore delle persone bisognose? Nell’ambito del rebranding del marchio «Ben’s Original» ci siamo impegnati a promuovere maggiormente l’integrazione e le pari opportunità. Siamo convinti che ogni persona meriti di stare bene e di sentirsi compresa nonché di poter consumare cibo sano ed equilibrato. La promessa del marchio Ben’s Original di offrire a tutti un posto a tavola è un’iniziativa globale lanciata da Mars. A tale proposito è stata avviata una collaborazione con varie ONG. Siamo fieri di aver trovato in Caritas Svizzera e in SV Fondazione i partner ideali in Svizzera per la nostra iniziativa. Qual è l’obiettivo della collaborazione? La nostra collaborazione con Caritas Svizzera ed SV Fondazione è un impegno di tre anni a sostegno del progetto di ristorazione Bon Lieu. Contribuiamo così a realizzare una società più integrativa, combattiamo le disuguaglianze e offriamo possibilmente a tutti un posto a tavola. Qual è il riscontro ottenuto per questo impegno, sia all’interno dell’azienda che da parte della clientela? Il nostro progetto di sostenere quattro nuovi ristoranti Bon Lieu è molto apprezzato sia dalla clientela che dai collaboratori. L’idea di promuovere l’integrazione sociale mediante un’offerta a prezzi differenziati per famiglie meno privilegiate e persone disagiate riscuote ampio consenso.
Foto: Jacques Palut/Fotolia
Svizzera
Il nuovo diritto successorio è più flessibile A gennaio 2023 entrerà in vigore la revisione del diritto successorio svizzero risalente a 100 anni fa. Il nuovo diritto diminuisce la porzione legittima e aumenta quindi la porzione disponibile. Chi vorrà fare del bene anche dopo la morte avrà pertanto più libertà. Molte persone in Svizzera hanno la fortuna di poter lasciare ai propri discendenti una somma di denaro, piccola o grande che sia. Il diritto successorio svizzero, tuttavia, stabilisce chiaramente chi ha diritto a una porzione legittima, l’ammontare di quest’ultima e di quale parte
La porzione disponibile sarà più grande e concede maggiore flessibilità. della successione si può disporre liberamente. La porzione legittima garantisce ai parenti più prossimi una partecipazione minima alla successione e non può essere elusa. Con l’entrata in vigore il 1° gennaio 2023 della revisione del diritto successorio, gli ereditandi saranno più liberi di disporre in autonomia della propria successione. La riduzione della porzione legittima fa aumentare la porzione disponibile che può essere destinata a persone care esterne alla cerchia familiare o a un’organizzazione di utilità pubblica.
Foto: Fabian Biasio
Le novità In futuro la porzione legittima per i genitori sarà soppressa e quella per i figli ridotta. La legge viene adeguata ai tempi moderni che vedono, ad esempio, sempre più famiglie allargate. Rimane invece immutata la porzione legittima del coniuge o del partner registrato. La porzione disponibile Si può decidere liberamente a chi devolvere la porzione disponibile. Molti desiderano impegnarsi anche dopo la morte per le persone che nella vita sono state meno fortunate e vogliono lasciare qualcosa di utile che duri nel tempo. Soltanto con un testamento possono essere sicuri di favorire le persone o le organizzazioni importanti per loro. Fare del bene anche dopo la morte In quanto organizzazione umanitaria certificata Zewo, Caritas Svizzera offre innumerevoli possibilità di aiutare le persone in difficoltà, in Svizzera e all’estero. Lottiamo contro la povertà in tutto il mondo. I nostri progetti sostenibili consentono agli indigenti di riprendere in mano la pro-
pria esistenza. A tale proposito collaboriamo strettamente con partner locali. In Svizzera forniamo consulenza e vantiamo diversi progetti volti a combattere la povertà, come ad esempio i mercati Caritas e la CartaCultura. All’estero interveniamo sul posto quando in seguito a catastrofi vengono distrutte case e intere esistenze. Nell’aiuto allo sviluppo sosteniamo le persone a identificare nuove fonti di reddito o ad adattarsi alle mutate condizioni climatiche. Le sfide poste dall’emergenza climatica sono infatti sempre più grandi e anche la fame nel mondo sta di nuovo aumentando. Redigere o rivedere il testamento Chi ha già fatto testamento, dovrebbe controllarlo entro quest’anno ed eventualmente adeguarlo, visto che ora la porzione disponibile è maggiore o determinate formulazioni non corrispondono più alla legge in vigore. Restiamo volentieri a disposizione per delucidazioni sull’argomento. Consulenza: Nicole Rogenmoser, tel. 041 419 22 12, e-mail nrogenmoser@caritas.ch Iscrizione sin d’ora su: caritas.ch/testament
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Servizi
Un’offerta più ampia per i titolari della CartaCultura bito della cultura, dello sport, della formazione e della sanità. La gamma dei prodotti è stata ampliata e conta ora più di 3600 offerte. Oltre alle proposte supplementari a livello culturale e sportivo, in alcune regioni sono disponibili dei buoni per la formazione continua oppure aiuti al cofinanziamento diretto della stessa per seguire, ad esempio, dei corsi di informatica o nel settore sanitario. Ricordiamo inoltre che la CartaCultura permette anche di acquistare prodotti a prezzi ridotti nei 21 mercati Caritas in Svizzera. (lf)
La CartaCultura di Caritas sta registrando un’importante crescita. Oltre 120 000 titolari che dispongono di un budget ristretto beneficiano di sconti fino al 70 per cento sulle offerte nell’am-
Agenda 4 aprile 2022, 17.30 Evento online «Africa: cooperazione allo sviluppo in un continente instabile» 8 aprile 2022 Forum Caritas «Quando la povertà è al femminile» Eventforum Berna 16 maggio 2022, 9.30 Evento informativo per donatrici e donatori a Wädenswil 17 maggio 2022, 17.30 Evento informativo per donatrici e donatori a Winterthur 10 giugno 2022, Prix Caritas Consegna del premio al KKL di Lucerna
Maggiori informazioni: carteculture.ch
Evento di gruppo sull’alpe Una bella esperienza per i vostri collaboratori unita all’impegno sociale: il volontariato in montagna di Caritas offre eventi di gruppo della durata di un giorno destinati alle aziende nelle fattorie svizzere di montagna. Sotto la guida del contadino o della contadina, i vostri dipendenti aiutano in fattoria laddove è richiesto molto
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lavoro manuale e dove le macchine vengono utilizzate solo in casi specifici. L’aiuto è prezioso in quanto alcune attività impegnative e laboriose si espletano con molta più efficienza se fatte insieme. Le attività di volontariato sono adatte a gruppi di varie dimensioni e si svolgono nella regione delle Prealpi e delle Alpi,
spesso in località con panorami meravigliosi. Se siete interessati, inviate un’email di iscrizione a bergeinsatz@caritas. ch o telefonate allo 041 419 23 29. (lf) Maggiori informazioni: www.montagnards.ch/fr/ pour-les-entreprises
Foto: Daniel Dioszeghy, Caritas Svizzera
Insieme
Partecipazione digitale
Marcel Rebetez, 69 anni, Alle (JU)
stra) rairajah (secondo da sini nam»: Shathusan Thu «Ta e itor vinc to get Le persone dietro al pro arta da sinistra) e Cindy Mühletaler (qu
La fortuna aiuta gli audaci E i giovani sono stati fortunati eccome! Ben 16 progetti sono stati nominati per il youngCaritas-Award che si è svolto il 13 novembre scorso a Zurigo. Malgrado la pandemia, i giovani autori dei progetti in gara hanno avuto il coraggio di buttarsi in questa avventura e affrontare ogni sorta di sfida sociale e ambientale. Sono giovani, coraggiosi e si impegnano alla grande per la loro causa. Mobilitati per la salute mentale, l’ecologia, le persone in situazioni di povertà e molto altro ancora, nel 2021 innumerevoli giovani hanno avviato in modo del tutto autonomo progetti di volontariato tesi ad affrontare le sfide sociali del momento. «Uncovered kin», un progetto teatrale interculturale di giovani artisti della Tanzania e della Svizzera, mette in luce le conseguenze del colonialismo. Il progetto «Tauchstation» (luogo di immersione) incoraggia i giovani a partecipare alla politica mediante l’utilizzo degli attuali formati multimediali. Il materiale di preparazione gratuito proposto dal progetto «NC Wiki» garantisce maggiore parità di opportunità per l’accesso ai corsi di studio in Medicina. Lo scopo del progetto vincitore «Tanam», invece, è duplice: valorizzare i capi di abbigliamento di seconda mano e donare il ricavato della vendita a un’opera caritatevole, creando così un ponte tra il sociale e il sostenibile.
Foto: Christine-Joy Apolinar, per gentile concessione
Celebrare e impegnarsi Per la premiazione dei progetti in occasione del youngCaritas-Award del 13 novembre 2021 a Zurigo erano presenti un centinaio di ospiti e altri spettatori erano collegati in diretta streaming. L’incontro ha dato agli autori dei progetti l’opportunità di presentarli al pubblico e ha permesso di stringere nuove collaborazioni. Dal canto loro, gli spettatori hanno fatto il pieno di idee interessanti e innovative. Nora Engler
Campo estivo interculturale Un gruppo di giovani svizzeri e di giovani con un background da rifugiati trascorreranno una settimana all’insegna del divertimento e di incontri stimolanti dal 7 al 13 agosto 2022 a Zweisimmen.
«Ho uno smartphone e dispongo anche di un tablet e di un computer. In quanto apparecchi, sono dunque ben attrezzato. Ma quando mi accingo a usarli, mollo subito! Un grazie a Caritas per la realizzazione di questi caffè digitali che peraltro sono gratuiti! Sono convinto che avrò modo di migliorare le mie conoscenze di base in un ambiente conviviale»
Marie Eve Morf, 75 anni, Bremgarten
«Il servizio di sostegno digitale mi è stato di grande aiuto. Avevo qualche domanda in merito allo scaricamento del certificato Covid o su come formattare un documento. Sono passata di persona con il mio cellulare e mi hanno aiutata subito. Ho imparato facendo. Sono volenterosa di apprendere cose nuove e so che se dimentico qualcosa posso tornare. Il fatto che il servizio sia gratuito è fantastico»
Iscrivetevi ora su: www.youngcaritas.ch/sola
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Youssef Ghanem, 43 anni, Libano, sprofonda sempre più nella povertà a causa del crollo dell’economia.
Fare la cosa giusta
Quando la povertà mostra il suo volto Leggete la storia di Youssef: caritas.ch/youssef-i