Care lettrici, cari lettori
«La vostra donazione viene sempre impiegata in modo da ottenere il maggior impatto possibile»
In Svizzera tutto si fa più caro. Da quando nell’autunno 2023 sono stati annunciati aumenti dei premi della cassa malati di oltre l’8 per cento e a dicembre è nuovamente salito il tasso di riferimento, la situazione è grave: la tematica domina i media e le discussioni politiche, e questo è estremamente importante! Finora la politica ha dato troppo poco peso a una chiara strategia contro la povertà, il che è poco lungimirante anche dal punto di vista economico. Servono misure coordinate che vadano oltre le istituzioni e i loro gruppi target. Trovate alcune proposte al riguardo nel nostro documento di posizione «Garanzia di sussistenza dignitosa per tutti». Anche Fitsum, che vi presenteremo nel reportage, è colpito dalla situazione attuale.
Ma diamo anche uno sguardo all’estero, a Gaza. Il fatto che gli aiuti umanitari non possano accedere alla Striscia di Gaza è intollerabile! Caritas e molte altre organizzazioni umanitarie hanno grosse difficoltà a raggiungere i bisognosi e quindi a prestare gli aiuti tanto urgenti. Siamo quotidianamente alla ricerca di nuove soluzioni. A pagina 11 forniamo una panoramica della vita sul posto.
In Ucraina la situazione è un’altra: grazie alla rete di Caritas siamo stati in grado di agire rapidamente e i nostri progetti stanno fruttando, come mostra un esempio a pagina 10. L’attuale discussione sul finanziamento della cooperazione internazionale della Svizzera ci pone tuttavia di fronte a un dilemma: il Consiglio federale vuole giustamente mettere a disposizione più denaro per l’Ucraina. Non si tratta tuttavia di mezzi aggiuntivi, perché vanno a scapito di altri Paesi nel Sud del mondo. Riteniamo che questa situazione non sia sostenibile e ci impegniamo a favore di una cooperazione allo sviluppo forte ed equa.
Per finire, care donatrici e cari donatori, desidero ringraziarvi sentitamente per la fiducia riposta in noi. Il vostro sostegno è un pilastro importante del nostro operato a favore dei bisognosi in Svizzera e nel mondo. La vostra donazione viene sempre impiegata in modo da ottenere il maggior impatto possibile. Misuriamo infatti costantemente l’effetto delle nostre attività e le adeguiamo di conseguenza. Grazie per volerci accompagnare lungo il nostro cammino.
Cordiali saluti
Peter Lack
Direttore Caritas Svizzera
Emergenza mercato immobiliare
11
Focus: l’importanza della cooperazione a Gaza
Pagina 6
Fitsum e Wezenet vivono insieme al loro figlio Yafet di due anni in un monolocale di 30 metri quadri. Da dieci mesi stanno cercando l’ago nel pagliaio, ossia un alloggio a prezzo accessibile. Nella città di Zurigo gli appartamenti vuoti sono solo sei su 10 000.
Al momento a Gaza è molto difficile fornire aiuti. Per la sopravvivenza è pertanto essenziale una stretta collaborazione con le organizzazioni partner locali.
12 Persone: 5 nuovi centri d’asilo a Zurigo
Nell’arco di quattro mesi, Caritas Svizzera ha assunto la gestione di cinque centri per richiedenti l’asilo nel Canton Zurigo. Il responsabile Giuseppe Sollazzi racconta in un’intervista la nuova sfida.
13 Svizzera: i padrinati cambiano la vita
Claudia Künzli accompagna la piccola Tashima come madrina del programma «con me» attraverso la sua infanzia.
IMPRESSUM
La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19 Redazione: Laura Scheiderer (ls); Livia Leykauf (ll); Vérène Morisod (vm); Daria Jenni (dj); Fabrice Boulé (fb); Niels Jost (nj); Reto Schefer (rs) Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Simón Aurel Schwarz Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: IBAN CH69 0900 0000 6000 7000 4 Stampa climaticamente neutra I dati personali sono salvati presso di noi. Informazioni sulla protezione dei dati di Caritas Svizzera sono disponibili alla pagina www.caritas.ch/it/protezione-dati
«Gli aiutanti volontari portano una ventata di freschezza!»
La gestione di una fattoria in una regione di montagna è un compito titanico. Ecco perché per la sua fattoria nella valle di Delémont Céline Petermann riceve sostegno dai volontari del programma «Caritas Impegno Alpestre».
«Adoro il modo di pensare dei volontari di Caritas Impegno Alpestre», dice Céline Petermann entusiasta. «Sono aperti e disposti ad aiutare ovunque ce ne sia bisogno – semplicemente fantastico!»
Céline Petermann, 49 anni, cinque anni fa ha rilevato il contratto per la fattoria biologica di 50 ettari dei genitori nella valle di Delémont a 700 metri di altitudine. L’azienda agricola con vacche nutrici e complessivamente 40 manzi viene gestita da lei soltanto. Il lavoro non manca mai.
«Una grande scuola di vita»
Anche se può sempre contare sull’aiuto dei suoi parenti, la contadina apprezza molto il sostegno che riceve dai volontari di Caritas Impegno Alpestre. Uno di questi è Jean-Marc Burgan, 59 anni, che l’ha appoggiata l’estate scorsa. «Le
contadine e i contadini hanno tantissimo lavoro e spesso sono soli.» Per Jean-Marc questo inserimento è stato un’esperienza gratificante. «È una grande scuola di vita. Le contadine e i contadini sono persone molto sincere.» Infatti, per lui un impegno alpestre offre anche la possibilità di «incontri interpersonali». Le giornate sono lunghe, ma «si è all’aria aperta, immersi nel verde e questo è anche una sorta di relax».
«Jean-Marc ha estirpato molti arbusti e cespugli di more. Si è occupato delle cose che fisicamente non riuscivo a fare da sola», continua Céline Petermann. «Bisogna essere in forma», sottolinea Jean-Marc. «C’è molto da fare. Ma anche sbrigando solo piccoli lavori è possibile sollevare Céline da questo grande peso.»
Avere la forza di chiedere aiuto
Una contadina lavora 7 giorni su 7, deve svolgere innumerevoli compiti e fare le mansioni di imprenditrice, questo è un dato di fatto. Molte contadine e molti contadini oggi corrono pertanto il rischio di perdersi nel vortice del lavoro fino al burnout. «Una volta esauriti sia fisicamente che mentalmente, non si ha più la forza di chiedere aiuto», spiega Céline Petermann. «Bisogna cambiare mentalità: nell’agricoltura dovrebbe venire naturale chiedere aiuto», tiene a precisare. Ed è proprio qui che entrano in gioco i volontari di Caritas Impegno Alpestre. «Portano una ventata di freschezza», conferma Céline Petermann con un sorriso. (vm)
Eco mediatica
tio.ch | Ticino Online | «Gli alpeggi svizzeri cercano volontari» | 2. 5. 2024 L’estate è il periodo più intenso per le aziende agricole di montagna. Oltre al lavoro già di per sé faticoso, una malattia improvvisa, un infortunio, un evento meteorologico estremo o la costruzione di una nuova stalla possono spingere le contadine e i contadini al limite delle loro forze. In tali situazioni, Caritas Svizzera interviene fornendo volontari desiderosi di dare un aiuto concreto in fattoria. «I volontari apprezzano l’opportunità di fare attività fisica e di staccare dalla routine quotidiana», dichiara Jessica Pillet, responsabile del progetto Caritas Impegno Alpestre. «Sebbene il lavoro sia duro, è anche considerato molto gratificante. Molti si offrono volontari più volte.»
area Unia | «Votazione del 9 giugno –Un tetto ai premi come cura contro la povertà» | 26.4.2024 Una persona su cinque confrontata con dei problemi di salute, spesso seri, rinuncia a curarsi per motivi economici… È stato proprio il direttore di Caritas Peter Lack a definire l’iniziativa un «importante ed efficace strumento per combattere la povertà.»
Blue News | «La carne scaduta da 90 giorni verrà presto venduta in Svizzera?» | 9. 4. 2024 Denner e Caritas hanno unito le forze nella lotta allo spreco alimentare. Per evitare che la carne finisca tra i rifiuti, Denner, quando raggiunge la data di scadenza, la congela. In questo modo rimane commestibile per altri 90 giorni. I dipendenti di Caritas-Markt raccolgono la carne durante i loro giri settimanali. Viene poi venduta congelata con uno sconto del 66 %. Una volta scongelata, però, i consumatori devono mangiare la carne entro 24 ore.
Ulteriori informazioni: impegnoalpestre.ch
Céline Petermann gestisce la sua azienda agricola biologica nella valle di Delémont tutta sola. Ecco perché apprezza in particolare il sostegno degli aiutanti volontari di Caritas.Il Mali contro il cambiamento climatico
La popolazione del Mali, Paese dell’Africa occidentale, è alle prese con diverse problematiche, tra cui l’emergenza climatica. Per garantire i raccolti, l’agricoltura locale deve adattarsi alle nuove condizioni. Caritas aiuta le persone nel loro intento.
Gli ultimi raccolti nella regione Kita sono stati per fortuna buoni, considerato che, gran parte del tempo, le contadine e i contadini nel Mali o combattono le tempeste sempre più frequenti e violente oppure il fenomeno contrario, ovvero la mancanza di acqua. È un problema non
«Nei corsi abbiamo appreso tanto. Ora dobbiamo solo usare i mezzi disponibili con efficienza»
indifferente, poiché il 70 per cento circa della popolazione del Mali vive di agricoltura e quasi la metà in condizioni di estrema povertà. Le cause sono attribuibili al cambiamento climatico, ai conflitti e all’instabilità sul piano della sicurezza.
Più profitti grazie ai prodotti alimentari trasformati
Ai contadini della regione Kita, Caritas fornisce piccoli macchinari con cui pos-
sono lavorare gli alimenti raccolti, come ad esempio mais o arachidi, per poi venderli a un prezzo migliore. Con i proventi della vendita comprano a loro volta sorgo e miglio se gli alimenti da loro coltivati non dovessero bastare. Nel centro di lavorazione del villaggio possono inoltre frequentare dei corsi. Nella regione di recente sono stati aperti altri due centri di lavorazione nell’ambito del progetto sostenuto anche da Caritas Lussemburgo nonché dalla direzione lussemburghese della cooperazione.
Sfuggire alla fame
Il progetto occupa soprattutto donne, come Fanta Diakité. È madre di sei figli che hanno un’età compresa tra i 13 e i 24 anni e vive nel villaggio di Bougaribaya. La cinquantaquattrenne non teme i cambiamenti: è cofondatrice e presidente di una cooperativa agricola.
Tuttavia, la situazione non cambia da un giorno all’altro: «Finora vediamo solo
piccoli progressi», afferma Fanta. «La vendita dei miei prodotti lavorati è ancora limitata, ma mi auguro vivamente di assistere a una crescita nei prossimi anni.»
Fino a quando la situazione non sarà migliore, i due figli maggiori della famiglia devono lavorare nell’estrazione dell’oro. Proprio per questo Fanta è contentissima del nuovo centro di lavorazione aperto nel villaggio: «Nei corsi abbiamo appreso tanto. Ora dobbiamo solo usare i mezzi disponibili con efficienza.» (fb)
La Svizzera non può scaricare la responsabilità climatica all’estero Rispetto a un abitante della Svizzera, una persona che vive nel Mali produce 45 volte meno emissioni di gas serra. I maliani, quindi, sono molto meno responsabili del cambiamento climatico, ma l’impatto di quest’ultimo su di loro è maggiore. Ciononostante, il parlamento elvetico intende compensare le emissioni nel Sud del mondo, come deciso durante la sessione primaverile. Il nostro nuovo documento di posizione sulla politica climatica (disponibile in francese e tedesco) spiega l’inadeguatezza del piano adottato.
Maggiori informazioni su: caritas.ch/klimakompensation
L’accesso all’alloggio è un diritto umano
Testo: Laura Scheiderer
Foto: Simón Aurel Schwarz
Fitsum è alla ricerca di un appartamento da dieci mesi e ne ha già visitati più di una quarantina. La saturazione del mercato immobiliare sta diventando un problema serio per un numero sempre maggiore di persone.
Fitsum e Wezenet si conoscono sin dall’infanzia. Sono stati separati per sette anni, finché Wezenet non è riuscita a trasferirsi in Svizzera con il figlio Yafet grazie al ricongiungimento familiare.
I costi degli affitti e dell’energia aumentano vertiginosamente e la carenza di alloggi è più marcata che mai. Questa situazione tocca da vicino anche Fitsum e la sua famiglia. Vivono in tre in un monolocale di 30 metri quadri e sono alla disperata ricerca dell’impossibile: un appartamento a prezzi accessibili.
Per più di un’ora, il piccolo Yafet osserva attentamente i suoi genitori mentre discutono con la consulente per l’alloggio. È
« Aspettiamo sempre che Yafet si addormenti, così io posso studiare per la scuola e Wezenet per il corso di tedesco »
molto paziente per essere un bambino di due anni. A ogni parola e a ogni sguardo risponde con un bel sorrisetto birichino,
mettendo in bella mostra i suoi dentini bianchi. I genitori, Fitsum e Wezenet, raccontano sorridendo che ne aveva già due alla nascita.
La famiglia viene da lontano e ora è alla ricerca di un appartamento più spazioso a Zurigo. Un desiderio facile da realizzare? Niente affatto.
Da Addis Abeba al mercato immobiliare di Zurigo
La giovane coppia si conosce sin dall’infanzia, sono cresciuti insieme in Eritrea. Nel 2016, Fitsum, allora ventenne, è fuggito in Svizzera. Nel 2022, dopo cinque anni di separazione, i due hanno potuto rivedersi nella capitale etiope Addis Abeba
per sposarsi. Tuttavia, Fitsum ha dovuto tornare da solo in Svizzera, dove ha imparato rapidamente il tedesco. Due anni fa ha iniziato un apprendistato nella logistica che terminerà il prossimo anno. Allo stesso tempo, ha ottenuto il suo primo appartamento in Svizzera: un monolocale di 30 metri quadri nella periferia di Zurigo. Sebbene l’appartamento fosse vecchio e con il forno rotto, per Fitsum era più che sufficiente. Nell’ottobre 2023, sua moglie Wezenet e il piccolo Yafet sono finalmente riusciti a venire in Svizzera attraverso il ricongiungimento familiare: un momento di grande gioia per la giovane famiglia.
Ma a offuscare questa felicità c’è la ricerca di un appartamento più grande. Da nove mesi la coppia vive con il piccolo Yafet nel monolocale di 30 metri quadri. Fitsum racconta divertito: «Aspettiamo sempre che Yafet si addormenti, così io
Fitsum sta cercando un appartamento di 3 locali per sé e la sua famiglia per un massimo di 1650 franchi. Riceve supporto nella ricerca grazie al programma WohnFit di Caritas Zurigo.
posso studiare per la scuola e Wezenet per il corso di tedesco.» In queste condizioni non hanno un posto dove stare tranquilli. Hanno persino chiesto di non fare l’intervista per questo articolo a casa loro, perché è troppo piccola.
« Per le persone con un margine di manovra finanziario ridotto è quasi impossibile trovare un appartamento a prezzi accessibili »
Alla ricerca dell’impossibile
In dieci mesi, Fitsum ha visitato più di 40 appartamenti. Ha perso il conto delle candidature inviate per le quali ha ricevuto una risposta negativa senza nemmeno essere invitato a visitare l’oggetto. La ricerca è estenuante e richiede molto
tempo ed energia. Oltre a questo, Fitsum segue un apprendistato a tempo pieno, a cui si aggiungono gli impegni familiari. Spesso gli annunci restano pubblicati solo per poche ore e quindi teoricamente Fitsum dovrebbe essere sempre con il cellulare in mano per non lasciarsi sfuggire le poche offerte che fanno al caso suo.
Il mercato immobiliare esclude
Wezenet e Fitsum cercano un appartamento di 3 locali nella città di Zurigo per un massimo di 1650 franchi, che è il tetto massimo stabilito dai servizi sociali. Se esistono, le offerte adeguate si trovano principalmente nelle cooperative d’abitazione. E qui sorgono altre difficoltà: per diventare soci, è infatti necessario acquistare delle quote. Questo richiede una disponibilità finanziaria che molte persone non hanno. Inoltre, alcune cooperative assegnano gli appartamenti in base agli anni di adesione, limitando notevolmente l’accesso a chi si è trasferito di recente. Un’altra opzione per trovare un apparta-
mento a prezzi accessibili sono gli immobili di proprietà della città. Tuttavia, per un appartamento libero si annunciano a volte fino a 200 candidati e, di conseguenza, le probabilità di ottenerlo sono decisamente scarse.
A complicare ulteriormente la ricerca di un alloggio adeguato per Fitsum ci sono fattori come il budget limitato, la presenza di un bambino piccolo, un background migratorio, gli aiuti integrativi dell’aiuto sociale percepiti durante l’apprendistato per Wezenet e Yafet e la mancanza della giusta rete di contatti. Questi elementi rendono la ricerca di un appartamento particolarmente complicata per il giovane capofamiglia, indipendentemente dalle condizioni del mercato immobiliare.
Il rincaro degli affitti rappresenta un nuovo fattore di rischio per scivolare nella povertà
Il mercato immobiliare svizzero è saturo e i prezzi sono eccessivi. Nella città di Zurigo, a giugno 2023 il tasso di sfitto era dello 0,06 per cento. Questo significa che su
10 000 appartamenti solo sei sono vuoti, compresi gli appartamenti di proprietà. A giugno e dicembre 2023, il tasso ipotecario di riferimento è stato corretto al rialzo. Questo consente ai proprietari di abitazioni di aumentare i canoni di locazione del 3 per cento. Inoltre, i prezzi dell’energia, e di conseguenza le spese accessorie, sono aumentati vertiginosamente. Soprattutto per le persone con un margine di manovra finanziario ridotto è quasi impossibile trovare un nuovo appartamento a prezzi accessibili a queste condizioni.
La situazione rischia di inasprirsi ulteriormente nei prossimi anni. Le stime indicano che nel 2026 potrebbero mancare circa 5000 appartamenti sul mercato.
Il documento di posizione di Caritas Svizzera indica possibili soluzioni
Di fronte a questa situazione precaria, Caritas Svizzera pubblicherà un documento di posizione entro giugno. L’organizzazione chiede al mondo politico di fornire entro breve un sostegno mirato per i soggetti in difficoltà e di operare
scelte politiche a lungo termine in modo che tutte le persone in Svizzera, compresi Wezenet, Fitsum e Yafet, abbiano la possibilità di vivere in condizioni abitative dignitose. L’accesso all’alloggio è, dopotutto, un diritto umano.
Altri ritratti: caritas.ch/fitsum
Lo scopo del nostro lavoro è la parità di opportunità, in modo che nessuno venga discriminato sul mercato immobiliare
Intervista all’assistente sociale Sheila Löwy
Sheila Löwy, del progetto WohnFit di Caritas
Zurigo, consiglia e assiste Fitsum e la sua famiglia nella ricerca di un appartamento. Nell’intervista racconta in dettaglio come funziona questo processo.
Sheila, come hai conosciuto Fitsum?
Fitsum aveva cercato supporto in Internet e si era iscritto al nostro programma WohnFit tramite il nostro sito. Questo dice molto sulla sua situazione di partenza: Fitsum possiede molte risorse e spirito d’iniziativa. Ha un laptop ed è in grado di utilizzarlo, ha buone conoscenze del tedesco e comprende il sistema svizzero abbastanza bene da cercare aiuto autonomamente. La maggior parte dei nostri utenti ci viene segnalata da altri servizi di consulenza o reti.
Come aiuti Fitsum nella ricerca di un appartamento?
Con i nostri servizi vogliamo colmare eventuali lacune dei nostri utenti e rafforzare la loro autonomia. L’obiettivo è fare in modo che abbiano pari opportunità nel mercato immobiliare.
« Fitsum possiede molte risorse e spirito d’iniziativa »
Per Fitsum era necessaria una consulenza. Gli ho mostrato altre piattaforme immobiliari, come quelle delle cooperative d’abitazione e quella della Città di Zurigo. Abbiamo anche rivisto la sua lettera di candidatura, che aveva già preparato da solo, e verificato insieme che avesse tutti i documenti necessari. Ero certa che, se gli avessi mostrato e spiegato qualcosa, sarebbe stato in grado di attuarlo autonomamente in seguito.
Esistono anche altre opzioni di consulenza?
Un’alternativa sarebbe stato un coaching in un cosiddetto tandem. In questo caso, gli utenti sono seguiti da volontari per un periodo tra i sei e i nove mesi. Questo è necessario quando gli utenti dispongono di meno risorse rispetto a Fitsum.
Come percepite l’aggravarsi della situazione odierna?
La situazione si è chiaramente deteriorata negli ultimi mesi. Tuttavia, nella nostra fascia di riferimento, lo percepiamo solo in parte, perché per le persone che vivono sulla soglia della povertà la situazione è critica già da molto tempo. Il peggioramento generale dell’economia ora colpisce semplicemente una fetta più ampia della popolazione, attirando maggiormente l’interesse pubblico. È positivo e importante che la problematica stia ora ricevendo maggiore visibilità e che qualcosa si muova.
Quando riemergono i ricordi
più dolorosi
Valentyna Tkachenko è nata durante la Seconda guerra mondiale e non scorda la distruzione e le sofferenze di allora. Sperava di trascorrere la vecchiaia serenamente nel suo appartamentino a Zaporizhzhia. Ma l’attacco della Russia all’Ucraina ha stravolto tutto.
«Mi ero abituata al suono delle sirene. Da due anni suonavano regolarmente, senza che accadesse nulla. Ma quel giorno le cose cambiarono rapidamente», ricorda Valentyna Tkachenko. «Mentre andavo in camera, ho udito un boato assordante e pochi secondi dopo le finestre sono andate in frantumi.» L’ottantaquattrenne racconta di come i quadri si staccavano dalle pareti e gli oggetti disposti ordinatamente cadevano dalla vetrinetta. Nell’ap-
partamento regnava il caos totale. Per fortuna, racconta Valentyna, la nipote al nono mese di gravidanza e il fidanzato avevano dormito dai genitori di lui.
Tornare a casa il prima possibile Durante l’attacco missilistico, Valentyna non ha subito ferite fisiche, ma uno shock così forte che ha continuato a tremare per giorni. «Per dieci giorni», racconta, «non riuscivo nemmeno a tenere in mano
una tazza.» L’anziana e i quattro membri della sua famiglia che vivono con lei sono stati ospitati da amici e conoscenti. Prima di fuggire ha preso solo una borsa con documenti, medicine e alcuni vestiti. La donna intende tornare quanto prima nella sua abitazione.
Un passo significativo in tal senso è stato fatto dal comune che ha provveduto a far sigillare le finestre mancanti con pannelli di truciolato. Sebbene ora l’appartamento sia buio e pieno di spifferi, Valentyna non si lascia scoraggiare e quasi ogni giorno torna a casa per diverse ore. Lì si siede sul divano, con il cappotto se necessario, aspettando «Raggio di sole», la sua gattina fuggita terrorizzata dall’esplosione.
Un desiderio per il pronipote
La squadra di Caritas Zaporizhzhia ha fatto visita a Valentyna pochi giorni dopo il tragico evento. I membri del team si sono informati sullo stato di salute degli abitanti del quartiere e sui danni alle abitazioni causati dall’esplosione. Hanno distribuito anche piccole somme di denaro per
«Per dieci giorni non riuscivo nemmeno a tenere in mano una tazza»
le necessità urgenti. All’incirca due settimane dopo, gli ingegneri di Caritas hanno preso le misure delle finestre del grattacielo. Valentyna non aveva i mezzi per sostituire le finestre danneggiate. Ora sta portando avanti i lavori di riparazione, affinché tutto sia pronto per l’arrivo del pronipote. «Voglio che cresca qui. E spero che possa farlo in pace.» (ll)
Per saperne di più sull’Ucraina: caritas.ch/olena
Laddove possibile, Caritas distribuisce, tramite le nostre organizzazioni partner, coperte, teloni e contanti alla popolazione nella Striscia di Gaza.
Ogni giorno ci sono nuove sfide
Dal brutale attacco di Hamas in Israele la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è drammatica. Al tempo stesso è politicamente tanto complessa e volatile che risulta molto difficile attuare i programmi di aiuti umanitari tanto urgenti.
«Dobbiamo adattarci ogni giorno a nuove condizioni», spiega Patricia Kröll, responsabile del programma di aiuti d’emergenza di Caritas Svizzera nella Striscia di Gaza, a fine maggio. «È impossibile pre-
«È impossibile prevedere gli sviluppi della situazione tra gli attacchi e la pace»
vedere gli sviluppi della situazione tra gli attacchi e la pace.» Ci sono fasi in cui nella regione giungono più aiuti, anche se sono tutt’altro che sufficienti per coprire gli enormi bisogni. Anche l’organizzazione e la distribuzione restano complesse, sottolinea l’esperta in materia di catastrofi. Da un lato non si può predire quanto tempo dovranno attendere i camion al confine prima di poter entrare nella Striscia di Gaza. Dall’altro, molte strade e numerosi collegamenti sono di-
strutti dai bombardamenti, i sistemi di comunicazione sono spesso fuori uso e la collaborazione con le autorità risulta difficile su entrambi i fronti. Viste le condizioni, continua Patricia Kröll, è particolarmente importante poter lavorare a stretto contatto con le organizzazioni partner locali sul posto. «Loro conoscono le strutture, parlano la lingua e dispongono di una rete di contatti.»
Dare spazio ai bambini
Nella Striscia di Gaza, Caritas Svizzera collabora con Caritas Gerusalemme e il Christian Relief Service (CRS). I comprovati partenariati pluriennali si rivelano solidi anche nell’attuale stato di emergenza umanitaria. Nonostante tutte le difficoltà, gli operatori riescono a distribuire alimenti, tende e piccoli importi in contanti. Finora i centri sanitari di Caritas Gerusalemme offrono, laddove possibile, servizi sanitari di base nella Striscia di Gaza. In caso di penuria di rifornimenti possono
attingere ampiamente al materiale immagazzinato. Gli aiuti sono inoltre incentrati sull’assistenza dei bambini. «Soffrono molto per la violenza e lo sradicamento. A loro offriamo spazi dove possono giocare spensierati o parlare con specialisti psicologi», spiega Patricia Kröll.
Cosa dà forza agli operatori
Patricia Kröll è impressionata della professionalità con cui funzionano i team locali in questo stato di emergenza perdurante. Molti hanno perso parenti o colleghi negli attacchi. Gran parte di loro è stata costretta – come il resto della popolazione – a lasciare le proprie case per sfuggire ai bombardamenti. Il costante stato di incertezza in merito agli sviluppi sul fronte bellico costituisce un grande peso psichico. In questa situazione opprimente gli operatori di Caritas si confortano a vicenda. Si aggrappano al fatto di poter aiutare a loro volta in quanto persone colpite. (ll)
Maggiori informazioni sul nostro lavoro a Gaza: caritas.ch/gaza
«Vogliamo fornire la migliore assistenza possibile ai rifugiati»
Dal mese di marzo, Caritas Svizzera gestisce cinque centri d’asilo nel Canton Zurigo. Giuseppe Sollazzi, responsabile del mandato, racconta cosa significa attuare un progetto di così grande portata in brevissimo tempo.
Come organizzazione umanitaria, Caritas Svizzera si impegna in molti modi nel settore dell’asilo. Da marzo, su mandato del Canton Zurigo, si occupa della gestione dei cosiddetti centri di transito e delle
«I nostri dipendenti interagiscono con le persone con grande sensibilità ed empatia»
comunità abitative per minori non accompagnati. Queste strutture ospitano richiedenti l’asilo e rifugiati assegnati al Cantone dalle autorità federali. Le famiglie, le persone singole e i giovani vi restano solitamente per alcuni mesi, fino a quando non vengono assegnati a un Comune.
Giuseppe Sollazzi, com’è la giornata tipica in un centro d’asilo? I residenti seguono programmi diversi: alcuni frequentano corsi di tedesco, altri hanno appuntamenti con uffici pubblici o medici, accompagnano i figli a scuola o aiutano nelle pulizie degli edifici. Anche le esigenze in termini di assistenza sono molto individuali. In breve: la giornata tipo è dinamica e basata sulla spontaneità. Il nostro personale è sollecitato di continuo, specialmente in situazioni molto tese.
Cosa intende esattamente?
Lavoriamo con soggetti che hanno superato fughe difficili. Molti sono traumatizzati e si trovano ora in un Paese dove non parlano la lingua né conoscono le usanze locali. Non si sentono a casa, e questo lascia un segno profondo. I nostri dipendenti sono consapevoli di queste problematiche e rispondono con grande sensibilità ed empatia. Siamo grati di poter fare la differenza nella vita di queste persone.
Facciamo un passo indietro: Caritas ha ottenuto l’incarico per i centri d’asilo nel novembre 2023 e, in meno di quattro mesi, ha avviato le proprie attività. Qual è stata la sfida maggiore?
Abbiamo dovuto rilevare in brevissimo tempo i siti dall’organizzazione precedente. Ci siamo trovati di fronte a una mole di lavoro enorme: dall’assunzione di un centinaio di dipendenti e la definizione di nuovi processi, all’acquisto di beni di prima necessità come spazzolini da denti.
Come hanno reagito i richiedenti l’asilo e i rifugiati al cambio di gestione?
Le reazioni sono state perlopiù positive. Il personale ha fatto in modo che la vita quotidiana dei residenti non subisse grandi cambiamenti, il che è stata sicuramente una grande sfida. Abbiamo potuto rilevare una parte del personale dall’organizzazione precedente, mentre abbiamo dovuto reclutare nuovi collaboratori per completare il team.
Qual è l’obiettivo di Caritas con questo mandato?
Caritas intende fornire ai residenti la migliore assistenza possibile e supportarli lungo il processo di integrazione. Desidera anche essere un partner affidabile per il Cantone e promuovere standard di qualità in termini di alloggio e assistenza. (nj)
Tashima e Claudia Künzli sono una coppia affiatata e apprezzano il tempo trascorso insieme nell’ambito del padrinato «con me».
Questo padrinato «con me» è
un grande arricchimento per tutti
Da tre anni, Claudia Künzli trascorre regolarmente del tempo con Tashima, una bambina di otto anni. Entrambe partecipano a un padrinato di Caritas «con me». Sin dal primo incontro, Tashima non voleva più lasciar andare la sua «madrina». Entrambe concordano sul fatto che il padrinato porta un gran bene a tutti.
«Claudia è la mia madrina. È parte della nostra famiglia», così descrive Tashima, otto anni, il suo rapporto con Claudia Künzli, la sua madrina del padrinato «con
«Claudia ha aiutato molto Tashima nell’apprendimento del tedesco»
me». Nell’ambito di questa iniziativa, Caritas Svizzera fornisce volontarie e volontari in qualità di madrine e padrini per aiutare le famiglie più svantaggiate. Le volontarie e i volontari trascorrono regolarmente del tempo con i bambini, con-
sentendo loro di evadere dalla routine quotidiana e, allo stesso tempo, di offrire un sostegno ai genitori.
Tra Tashima e Claudia è subito intesa Da circa tre anni, la sessantunenne Claudia Künzli e la ragazzina si vedono ogni due settimane. Cucinano, giocano, fanno lavoretti e vanno a passeggio. «La visita al Papillorama mi è piaciuta moltissimo», racconta Tashima entusiasta. «Facciamo un sacco di cose e con Claudia scopro sempre qualcosa di nuovo.»
Anche Claudia Künzli apprezza molto il suo ruolo di madrina: «È una bellissima occasione per restituire qualcosa alla
società.» A ogni incontro, vede immediatamente l’effetto positivo della sua attività di volontariato. «Tashima trova pace con me e gode della completa attenzione che le dedico», afferma Claudia Künzli con un sorriso.
La madrina si è subito affezionata a tutta la famiglia. «Abbiamo un legame stretto e tra un incontro e l’altro ci teniamo in contatto via WhatsApp», aggiunge Künzli. Claudia considera il reciproco scambio culturale un vero e proprio arricchimento: il padre di Tashima è arrivato in Svizzera dal Tibet 12 anni fa, seguito dalla madre tre anni dopo.
Tra casa, lavoro e formazione non c’è sempre abbastanza tempo per i bambini
La madre di Tashima, 33 anni, lavora nell’ambito sanitario e sta seguendo una formazione come operatrice sanitaria, mentre il padre è impiegato nella ristorazione. Non è sempre facile soddisfare pienamente le esigenze di Tashima e del suo fratellino di cinque anni, spiega la madre. Attraverso la comunità tibetana, è venuta a sapere dell’offerta di Caritas e si è rivolta agli uffici competenti. Dopo il primo incontro con Claudia Künzli e la responsabile dell’iniziativa «con me», la decisione di sottoscrivere un padrinato è giunta rapidamente.
I genitori di Tashima sono grati di aver conosciuto Claudia Künzli tramite Caritas. È un sostegno fondamentale: «Claudia ha aiutato molto Tashima nell’apprendimento del tedesco. Inoltre, nostra figlia può parlare liberamente dei suoi sentimenti con lei. Se prima Tashima era piuttosto timida, ora cerca gli altri bambini senza timore», racconta la madre con sollievo. (dj)
Oltre l’80 per cento degli impieghi di interpretariato avviene in ambito sanitario e d’asilo. Il resto si distribuisce sull’ambito sociale, dell’istruzione, delle autorità e dei tribunali.
Domanda di servizi d’interpretariato salita
del 40 per cento
La comprensione è la chiave per potersi costruire una nuova vita in un Paese straniero. Gli interpreti di «se comprendre – Verständigung für alle» consentono ai migranti di accedere alle istituzioni. Il servizio d’interpretariato è attualmente richiesto più che mai.
Agenda
Formazione all’accompagnamento
Caritas Giura
20 agosto 2024–24 giugno 2025, Delémont
In questo corso i volontari apprendono come accompagnare le persone anziane, dementi o malate. La formazione si svolge in 15 giornate e dura fino a giugno 2025.
Come stabilire e gestire il budget
Formazione gratuita di tre ore per comprendere e stabilire un budget, imparare dei trucchi per spendere meno, moduli per pratiche amministrative.
emotivo è molto grande, ma credo di poterlo sopportare. Il fatto di poter aiutare i miei connazionali mi aiuta persino a mantenere sotto controllo le mie stesse emozioni.»
«Il carico emotivo è grande»
«Se una persona dopo un viaggio traumatico arriva in Svizzera e chiede asilo, ha come minimo il diritto di essere capita», spiega Anne Kristol, responsabile del servizio d’interpretariato «se comprendre – Verständigung für alle» di Caritas Svizzera. Il lavoro degli interpreti è di centrale importanza: consentono ai migranti di accedere alle istituzioni del Paese e garantiscono che tutti gli interessati vengano trattati, informati e ascoltati allo stesso modo.
Considerato il numero crescente di conflitti nel mondo, il servizio che esiste da 25 anni, negli ultimi due anni si è visto confrontato con un aumento massiccio della domanda. Nel 2023, nei Cantoni di
Friburgo, Berna e Giura nonché nei centri federali d’asilo, per conto di 353 istituzioni (ospedali, studi medici, scuole, tribunali) sono state prestate ben 65 501 ore di interpretariato e intermediazione interculturale (+ 40 % rispetto al 2022).
Gestire correttamente le emozioni
Attualmente 130 interpreti offrono i propri servizi in 45 lingue. Dispongono delle conoscenze linguistiche necessarie e sono stati istruiti in comunicazione interculturale. Inoltre beneficiano di un’offerta di perfezionamento e possono seguire anche la formazione certificata da INTERPRET e sviluppata con il sostegno dell’UFSP.
Seguono anche una supervisione sulla gestione delle emozioni. Evgenija Bosson, interprete di ucraino e russo, tiene a precisare: «Naturalmente il carico
Per l’interprete di arabo Abdelouahab Bennouna bisogna soprattutto «tentare di mettersi nei panni della persona che ti sta di fronte. Faccio molta attenzione a trasmettere in modo appropriato parole, significato ed emozioni.» Inoltre, sottolinea: «Gli interpreti hanno una grande responsabilità morale.» (vm)
Ulteriori informazioni: www.secomprendre.ch
youngCaritas fornisce gratuitamente materiale didattico ai docenti su temi come povertà, migrazione, cooperazione allo sviluppo, giustizia climatica e indebitamento giovanile.
Nuovo
interessante materiale didattico sull’indebitamento giovanile
youngCaritas intende aiutare i giovani a impegnarsi attivamente per la società. È quindi fondamentale sensibilizzarli molto presto sulle tematiche sociali, ecologiche e politiche. A tale scopo, youngCaritas fornisce materiale didattico per insegnanti nonché animatori e animatrici socioeducativi.
Gli insegnanti hanno spesso il difficile compito di rendere comprensibili e avvincenti per gli studenti argomenti complessi adattandoli alla loro età e al loro livello. Ed è proprio qui che entrano in gioco i fascicoli didattici di youngCaritas. Oltre a informazioni di fondo, propongono anche spunti didattici, link interessanti e contributi video, offrendo così una base ideale per la preparazione di lezioni stimolanti. La documentazione è adattata ai piani di studio del sistema scolastico svizzero ed elaborata da membri del team di youngCaritas con formazione ed esperienza in ambito pedagogico. Finora erano disponibili risorse su temi quali migrazione e fuga, cambiamenti climatici come motivo di fuga e catastrofi naturali.
Recentemente è stato introdotto un nuovo materiale didattico riguardante l’indebitamento giovanile. Caritas offre servizi di consulenza per le persone indebitate in varie regioni. Tuttavia, youngCaritas ritiene fondamentale intervenire già prima. Per questo si impegna nella prevenzione dell’indebitamento giovanile. Con l’aiuto del fascicolo «Indebitamento giovanile» viene offerta una base solida per affrontare la tematica con i giovani in maniera non giudicante, ma attraverso un dialogo aperto e un approccio ludico, sensibilizzandoli sull’importanza della gestione del denaro e sui potenziali rischi. (rs)
Affrontare tematiche globali in modo interessante
Sarah Bischofberger, docente presso la scuola professionale GBS di San Gallo
Da 15 anni insegno cultura generale ed educazione fisica in una scuola professionale nel Canton San Gallo. Ogni giorno interagisco con studenti che non provengono da contesti familiari protetti. Da anni, youngCaritas fornisce gratuitamente agli insegnanti e al pubblico in generale materiali didattici molto preziosi che trattano temi attuali e globali come la migrazione, la povertà e le loro conseguenze; viene affrontata anche la gestione del denaro. Questi strumenti sono molto moderni, versatili e dotati di codici QR. Il materiale è strutturato in modo da poter essere utilizzato direttamente in classe o per lo studio individuale. Un sentito grazie al team di youngCaritas e avanti così!
L’intera gamma di fascicoli didattici di youngCaritas, disponibile solo in tedesco, è gratuita e può essere scaricata dal sito:
youngcaritas.ch/ unterrichtsmaterial
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Foto: Franca Pedrazzetti