Caritas Rivista decembre 2018

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CARITAS N. 6 / Dicembre 2018

La Rivista di Caritas Svizzera

Emergenza climatica Pagina 6

Focus

Svizzera

Attualità

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Aiuti dopo lo tsunami

Casse malati: trappole della povertà

Crisi migratoria in Sudamerica


Lettera aperta

Care sostenitrici, cari sostenitori «Il mondo è in movimento». Con lo sguardo rivolto all’anno che sta per terminare questa affermazione è forse esagerata? Ad ogni modo constatiamo un aumento significativo per quel che concerne i cambiamenti e le incertezze. L’Europa sta perdendo stabilità. Il populismo si estende a macchia d’olio urlando contro i più deboli. Un suo parente stretto è il nazionalismo, che insulta tutto ciò che è straniero. Alimenta paura e incertezza e costituisce terreno fertile per la fondazione di nuovi partiti. Il nuovo nazionalismo è diretto principalmente contro i rifugiati, considerati origine e causa di ogni male. Quando fu abbattuto il muro di Berlino, fu un trionfo della libertà. La gente applaudiva in tutto il mondo. Oggi accade il contrario. La gente applaude per la costruzione di nuovi muri: nel Sud degli Stati Uniti, in Ungheria, in Israele e in India, dove alle frontiere vengono innalzate recinzioni per tenere lontano i profughi climatici provenienti dal Bangladesh. Allo stesso tempo, però, non trovano molta considerazione gli avvertimenti lanciati dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) e l’appello urgente alla lotta contro il riscaldamento globale. Quanto alla Svizzera, colpisce il fatto che, nonostante l'ottima situazione

«È vergognoso che la Confederazione intenda abbandonare in gran parte la politica di lotta alla povertà.»

economica, continui ad aumentare il numero delle persone toccate dalla povertà e quello dei disoccupati che hanno esaurito il diritto alle indennità. Perciò è vergognoso che alcuni Cantoni taglino le prestazioni per le persone che vivono in povertà e che la Confederazione intenda abbandonare in gran parte la politica di lotta alla povertà. E il ruolo di Caritas qual è? In tempi di grande incertezza è importante che ci sia qualcuno che sappia guidare e indicare la direzione da seguire. Vogliamo portare alla luce e preservare i valori che costituiscono un fondamento imprescindibile per l’ordine sociale: rispetto per la dignità delle persone, solidarietà e giustizia. Questi valori cristiani sono senza tempo e non negoziabili. Noi ci impegniamo per difenderli. Voi, care sostenitrici e cari sostenitori, ci aiutate con grande affidabilità in questa nostra missione. Ve ne siamo infinitamente grati. Che il Natale vi doni forza e luce e sia una festa di amore e solidarietà. Cordialmente

Hugo Fasel, Direttore Caritas Svizzera

Foto: Franca Pedrazzetti


Sommario

Un lago da salvare

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È necessario salvare il lago Wegnia in Mali. Si prosciuga tanto velocemente quanto si riempie. Le piogge sono cronicamente insufficienti e la loro violenza erode le sponde indebolite dall’attività umana. Caritas aiuta la popolazione ad affrontare il cambiamento climatico. Pagina 6

Focus: l’Indonesia dopo lo tsunami

L’Indonesia è stata ancora una volta colpita da uno tsunami. 2000 persone sono morte sull’isola di Sulawesi, molte risultano ancora disperse. Caritas presta aiuti d’emergenza.

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Svizzera: se la salute diventa un lusso

I premi delle casse malati aumentano ogni anno e i sussidi individuali vengono continuamente tagliati. L’assicurazione malattia diventa una trappola del debito per un numero sempre maggiore di svizzeri.

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Attualità: crisi migratoria in Sudamerica

Supermercati vuoti, mancanza di medicine, iperinflazione: milioni di venezuelani abbandonano la propria terra e fuggono nei Paesi limitrofi. Caritas Svizzera aiuta in Brasile.

IMPRESSUM La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19 Redazione: Sabine Schaller (ssc), Direzione; Jörg Arnold (ja); Fabrice Boulé (fbo); Stefan Gribi (sg); Anna Haselbach (ah); Vérène Morisod Simonazzi (vm); Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Alexandra Wey Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: PC 60-7000-4

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Eco Vernissage Almanacco Politica dello sviluppo 2019

Per una migrazione rispettosa della dignità umana

Il Dott. Steffen Angenendt è esperto di migrazione presso la Fondazione Scienze e Politica.

L’Almanacco Politica dello sviluppo 2019 pubblicato da Caritas Svizzera è stato presentato nell’ambito di un vernissage tenutosi a metà ottobre a Lucerna e a cui hanno partecipato un centinaio di persone. Il Dott. Steffen Angenendt, uno dei maggiori esperti di migrazione in Germania, ha sottolineato che le crisi legate ai rifugiati dureranno sempre di più e di conseguenza saranno necessari non solo aiuti d’emergenza, ma anche strumenti di cooperazione allo sviluppo. Per garantire una migrazione rispettosa della di-

gnità umana sarà obbligatorio rafforzare la cooperazione internazionale nell’ambito della politica migratoria e dei rifugiati. Thomas Cottier, professore emerito di diritto economico europeo presso il World Trade Institute dell’Università di Berna, auspica che la migrazione venga intesa come una preoccupazione comune dell’intera umanità. Marianne Hochuli, responsabile del settore Studi scientifici di Caritas Svizzera, ha illustrato quanto forte sia il legame tra le cause che spingono le persone a fuggire e le nostre azioni. I tre relatori sono anche autori di contributi nel nuovo ­Almanacco Politica dello sviluppo 2019. Manuela Specker

L’annuario di Caritas sulla Svizzera umanitaria Migration und Entwicklung: Globale Wanderungen menschengerecht gestalten (disponibile in tedesco e francese) Edizioni Caritas Lucerna, settembre 2018 340 pagine / 39 franchi Ordinazioni online: shop.caritas.ch

Tanti piccoli contributi possono creare qualcosa di grande «Aiutarsi l’un l’altro. Donare insieme». È il motto della sesta iniziativa di Natale di Migros. Sostenga l’iniziativa acquistando il cioccolato solidale oppure utilizzi un buono donazione del valore di 5, 10 o 15 franchi nella sua filiale Migros. Con la raccolta di fondi, Migros aiuta le persone in Svizzera che si trovano da sole con le proprie difficoltà e sostiene le organizza-

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zioni caritatevoli Caritas, Heks, Pro Juventute, Pro Senectute e Soccorso svizzero d’inverno nel loro intento di alleviare la povertà in Svizzera. Migros dona da parte sua 1 franco per ogni buono utilizzato e per ogni tavoletta di cioccolato solidale venduta. L’iniziativa è valida fino al 24 dicembre.

Eco mediatica Corriere del Ticino: «Povertà: un Governo troppo passivo» | 28.8.2018 Attualmente in Svizzera vivono nell’indigenza 615 000 persone. (…) Il tasso di povertà continua a crescere, soprattutto fra i bambini. (…) Per Caritas è necessario garantire il minimo vitale attraverso una legge quadro federale; sostenere tramite investimenti la formazione continua (...); infine, trovare nuove misure per meglio conciliare vita lavorativa e familiare (…). Il Ticino (…) è un buon esempio (…): da noi infatti i bambini possono frequentare l’asilo a partire dai 3 anni, benché la scuola obbligatoria inizi a 4. Il nostro cantone (…) è fra quelli con il minor tasso di povertà infantile. Blick: «La povertà va prevenuta, non amministrata», intervista a Hugo Fasel) | 28.8.18 «Sono sconvolto. Il Consiglio federale non vuole entrare nel merito della questione della povertà in Svizzera. Benché ci siano oltre 600 000 poveri, risponde con un programmino di 500 000 franchi. Il Consiglio federale ritiene tuttora che il problema della povertà debba essere risolto attraverso l'assistenza sociale e pertanto è di pertinenza di Cantoni e Comuni. È assurdo: il Consiglio federale sa benissimo che ridurre la povertà è una questione di prevenzione.» Corriere del Ticino: «Asilanti: assistenza legale, attribuiti i mandati» | 18.10.2018 «SOS Ticino e Caritas Svizzera vincono la gara d’appalto per il nostro cantone (…). La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha attribuito i mandati per le prestazioni di assistenza legale (…) ai richiedenti l’asilo. (…) L’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati (…): «È un segnale importante per la qualità della protezione legale e un riconoscimento per il lavoro svolto finora».

Foto: Nique Nager, su gentile concessione


Focus

Più di 200 000 persone sono rimaste senza tetto a causa dello tsunami. Spesso non hanno parenti dove trovare riparo e vivono in uno degli oltre 100 insediamenti temporanei.

Indonesia: aiuto per i villaggi remoti Macerie, morte, dolore: l’isola indonesiana di Sulawesi è ancora sotto shock dopo lo tsunami. Caritas Svizzera si mobilita per fornire aiuti d’emergenza alle famiglie localizzate in regioni difficilmente raggiungibili. Alla fine di settembre, sull’isola indonesiana di Sulawesi, un grave terremoto di magnitudo 7,4 ha innescato un’onda di maremoto alta undici metri che ha

«Per il bene dei bambini dobbiamo mantenere alta la nostra fiducia.» ­ ttraversato la costa occidentale a 800 a chilometri orari. La devastante catastrofe ha provocato 2000 morti e 11 000 feriti e distrutto 68 000 case e 1500 scuole. Esistenze devastate 200 000 persone sono rimaste senza tetto. Coloro che non hanno trovato rifugio presso parenti sono stati accolti in uno dei circa 100 insediamenti temporanei di tende erette nella città di Palu e nei quartieri rurali di Sigi, Donggala e Parigi Moutong.

Foto: Tatan Syuflana/Keystone

Ida, che è riuscita a fuggire all’ultimo secondo dal crollo della sua casa con i suoi due figli più piccoli, vive ora in una tenda a Balaora, a stretto contatto con altre 300 famiglie. La maggior parte di queste famiglie proviene da un quartiere alla periferia di Palu. Lì la terra non solo ha tremato, ma si è addirittura liquefatta, inghiottendo letteralmente circa 1000 case. Lo tsunami ha portato via tutto, tranne i vestiti che Ida e le altre famiglie indossavano in quel momento. Insieme alla Catena della Solidarietà, Caritas Svizzera aiuta 2000 famiglie che hanno perso tutti i loro averi e vivono in tendopoli situate in villaggi difficilmente raggiungibili. Con Caritas Austria e l’organizzazione umanitaria locale Indonesia Bhadra Utama, distribuisce alle persone colpite dalla catastrofe naturale coperte, asciugamani, sapone e articoli per l’igiene, fornendo loro l’accesso all’acqua potabile.

Aiuto in condizioni avverse È difficile raggiungere le famiglie tramite strade e ponti distrutti. Per questo motivo Meri, che vive in un insediamento di tende nel quartiere di Donggala, è tanto più grata per l’aiuto di Caritas. Non può scordare ciò che è successo. «Non ci sono parole per la paura che si attraversa. Ogni volta che mi siedo e non sono occupata, torna quella sensazione» racconta. Vivere queste paure in condizioni avverse è arduo particolarmente per i bambini. Caritas ha allestito per loro degli spazi appositi dove possono partecipare ad attività ricreative ed educative e rafforzare il loro benessere. Ida è seduta nella sua tenda vuota a Balaora e guarda pensierosa al futuro. «Partiamo da zero» dice «ma per il bene dei bambini dobbiamo mantenere viva la nostra fiducia.» Caritas non lascerà sole Ida, Meri e le altre famiglie sfollate, ma continuerà a prodigare il suo aiuto e a sostenerle nel loro nuovo inizio. (ssc) Donazioni online: caritas.ch/it/donare

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Reportage

In prima linea di fronte al cambiamento climatico Testo: Fabrice BoulĂŠ Foto: Fabian Biasio

Le condizioni esistenziali delle generazioni future dipenderanno dalla loro capacitĂ di adattarsi ai cambiamenti climatici.


Reportage Modeste Traoré paga i capricci del cielo in contanti: il lago dove pescava suo padre si restringe inesorabilmente a causa di insufficienti precipitazioni. I pozzi restano prosciugati per mesi, riducendo le rese agricole. Da un anno all’altro non c’è garanzia di avere cibo a sufficienza. Caritas Svizzera aiuta gli agricoltori a ristabilire un equilibrio tra le risorse idriche, la produzione agricola e il fabbisogno energetico: per salvare il lago vanno protetti gli alberi e i terreni delle rive. Nel 2018, il verdetto è irrevocabile: la quasi totalità delle famiglie che vivono intorno al lago Wegnia, 150 chilometri a nord di Bamako, in Mali, non sono in grado di soddisfare il loro fabbisogno ali-

« Sono un pescatore senza pesci. » mentare annuale. La distribuzione di cereali diventa quindi una questione di sopravvivenza. Al di là di questa emergenza, però, la popolazione, con il sostegno di Caritas Svizzera e dei suoi partner locali, deve trovare soluzioni per migliorare la

propria situazione in modo durevole. Durante il periodo invernale, per diversificare le fonti di reddito, molti giovani lavorano nelle miniere d’oro non ufficiali che si moltiplicano nell’Ovest del Mali. Alcuni trovano un impiego temporaneo nella capitale Bamako, altri emigrano più lontano ancora. Nel villaggio, gli abitanti adottano rapidamente nuove abitudini per alleggerire la pressione posta sul lago. «I miei figli non saranno pescatori come lo siamo stati io e mio padre» rimpiange Modeste Traoré. Il lago Wegnia non contiene più acqua a sufficienza. Al villaggio gli anziani si ricordano di un tempo in cui molte persone giungevano per visitarlo. Vi erano innumerevoli uccelli

e la vegetazione e le colture erano rigogliose. Tutto questo ora è solo un ricordo. Il cambiamento climatico colpisce duro. Quasi ridendo, Modeste si definisce “un pescatore senza pesci”. E anche i cacciatori sono senza selvaggina. In Mali si ride delle proprie disgrazie! Un clima impazzito Le precipitazioni stanno cronicamente diminuendo e diventano sempre più imprevedibili. Gli abitanti del villaggio osservano un aumento della frequenza di eventi estremi: piogge forti, caldo torrido, tempeste di sabbia. Violenti nubifragi trascinano nel lago terra e alberi sradicati. A volte esso si riempie in una sola notte, ma dopo si prosciuga altrettanto rapidamente. «Anche se a volte piove molto, ciò non mi dona speranza. Quando arriverà la prossima pioggia?» si chiede Modeste Traoré. Nel 2017, ha pescato 50 chili di piccoli pesci. Una parte per la sua famiglia e quella dei suoi due fratelli che vi-

Progetti di Caritas per la protezione del clima

Brasile Nel Nord del Brasile le piogge sono scarse e irregolari. La deforestazione e lo sfruttamento eccessivo dei pascoli accelerano l’erosione del suolo e la desertificazione. Più della metà delle famiglie di piccoli contadini vive senza acqua corrente. Caritas le aiuta a costruire un’infrastruttura idrica: nelle case vengono installati impianti per il trattamento delle acque di scarico a basso livello di contaminazione e sistemi di irrigazione semplici che consentono alle famiglie di migliorare la resa dei raccolti dei loro campi. L’uso di sistemi agroforestali – una forma di sfruttamento del terreno che combina la coltura agraria con alberi e l'attività zootecnica – contribuisce a ridurre gli effetti dei gas serra.

Somaliland In Somaliland, la siccità senza fine ha conseguenze gravissime sulla popolazione nomade: i raccolti sono scarsi o vanno perduti, il bestiame non ha più mangime e muore. Le famiglie perdono tutto ciò che serve per vivere. Per trovare l’acqua devono spostarsi in zone molto distanti. La gente muore di fame. Le persone si indeboliscono, diventano più vulnerabili e sono quindi maggiormente soggette a contrarre malattie. Caritas sostiene le famiglie economicamente, affinché possano comprare derrate alimentari sul mercato locale, migliora l’accesso alle cure mediche e offre una formazione in materia di igiene e sicurezza alimentare alle donne incinte e che allattano.

Tagikistan Il Tagikistan soffre le conseguenze del cambiamento climatico e registra un aumento di condizioni meteorologiche estreme. L’elevato consumo di legna da ardere ha rovinato le foreste, lasciando il Paese completamente indifeso di fronte a piogge torrenziali: il terreno fertile viene spazzato via facendo aumentare drammaticamente l’erosione. Caritas si impegna in Tagikistan tra l’altro anche per il rimboschimento. Gli alberi incidono sul bilancio idrologico, proteggono il suolo e assorbono i gas serra. Le foreste attenuano quindi l’impatto negativo del cambiamento climatico e consentono alle persone di adattarsi meglio alle mutate condizioni.

Legga le storie delle persone interessate dai cambiamenti climatici in questi Paesi: caritas.ch/climat

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Modeste Traoré è costretto a vendere alcuni capi del suo bestiame quando non ottiene un ricavo sufficiente dalla vendita di pesce e dei prodotti agricoli.

vono insieme a lui e il resto per la vendita, ricavandone l’equivalente di 200 franchi, appena sufficienti per comperare una mucca, niente di più. Modeste si è quindi dato all’agricoltura. All’indomani delle prime precipitazioni nella stagione delle piogge, è già indaffarato a piantare il sorgo, approfittando della terra umida e implorando il cielo di non dover aspettare settimane prima dell’arrivo della pioggia seguente.

vare pozzi sempre più profondi. Quando la raccolta della verdura è buona, i commercianti di Bamako si spostano più di 150 chilometri per comprarne una parte. Quando non si arriva a un accordo sul prezzo, i contadini si vedono costretti ad andare al distante mercato di Tioribougou, lungo strade impraticabili, difficilmente percorribili quando ha piovuto. In mancanza di altri ricavi, dal 2017 Modeste si è visto costretto a vendere diversi capi del suo bestiame.

Anche il bestiame diventa una risorsa In prossimità del lago, Modeste Traoré possiede qualche banano e alcuni alberi di mango. Coltiva principalmente il sorgo e un po’ di mais e arachidi, destinati soprattutto alla vendita. Fuori stagione, le donne coltivano pomodori, peperoni e insalata. Per proteggere il lago, gli orti sono stati posizionati a maggiore distanza dalle sue rive. Ciò fa aumentare la carenza di acqua sotterranea e la necessità di sca-

Le vittime del clima hanno bisogno del nostro aiuto. La sua donazione aiuta i piccoli contadini poveri ad assicurarsi l’alimentazione nonostante il cambiamento climatico e a meglio tutelarsi dalle catastrofi naturali.

Aiuti con una donazione! Conto donazioni: 60-7000-4 Casuale «Clima»

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Le soluzioni esistono La mancanza d’acqua e i parassiti minacciano costantemente il lavoro in campagna. Rimboschimento, risanamento delle rive, nuove varietà più resistenti, rotazione delle colture, adattamento di tecniche agricole, creazione di zone boschive protette: le soluzioni esistono, ma necessitano di diversi anni per dare risultati. Gli abitanti del villaggio sono determinati a metterle in pratica, ma per questo devono cambiare le loro abitudini. In questi ultimi mesi, tutto il villaggio si è attivato per coltivare più di 100 000 nuovi alberi, in procinto di essere piantati. Alcuni contadini hanno dovuto spostare i loro campi, situati troppo vicino al lago, per lasciare il posto a questi alberi, che tratterranno meglio l’acqua nel terreno e diminuiranno l’erosione. Le nuove recinzioni sono costruite utilizzando minor quantità di legno.


Reportage

La Svizzera deve fare di più!

Gli abitanti del villaggio Wegnia si attivano per coltivare e piantare nuovi alberi.

Centinaia di agricoltori hanno adottato la tecnica del muro a secco sul confine dei loro campi. Non esitano a spostare a mano tonnellate di pietre e ad alline-

« La collaborazione con Caritas migliora la nostra condizione di vita.» arle in fondo ai loro campi per trattenere l’acqua piovana. Spargono letame per concimare la loro terra, raddoppiando o addirittura triplicando la resa. La consapevolezza delle misure necessarie per proteggere le risorse naturali è in rapida crescita. In tutta la regione, le brigate dei contadini garantiscono che il taglio del bosco possa essere effettuato solo con l’accordo del capo villaggio. Sono vietati gli incendi boschivi per ottenere nuovi campi, così come lo sfruttamento del legname e del carbone di legna. Si proteggono aree sacre e di culto, così come le rive del lago Wegnia. A Tioribougou, un’ampia zona è riservata alle piante medicinali di cui tutta la popolazione può beneficiare gratuitamente.

«La collaborazione con Caritas sta migliorando la nostra condizione di vita» dice Famougouri Diarra, sindaco di Tioribougou, il comune dove si trova Wegnia. Caritas e i suoi partner locali offrono agli abitanti del villaggio una visione più ampia, per aiutarli a rigenerare il loro ambiente e fornire più cibo e reddito a lungo termine. Bisogna adottare nuove abitudini. Per esempio, solo una piccola parte degli agricoltori è coinvolta nella rotazione delle colture, una pratica importante per evitare l’esaurimento delle risorse, prevenire le malattie delle piante e consentire una migliore fertilizzazione del suolo. Ma tutto può cambiare rapidamente. Gli abitanti del villaggio sono pienamente consapevoli dell’importanza dell’intera area del lago Wegnia e stanno rapidamente adottando pratiche per non indebolire ulteriormente il loro ambiente. In ogni caso, considerato il cambiamento climatico incontrollato, restano comunque molti dubbi se le misure adottate siano sufficienti per salvare il lago Wegnia.

Per maggiori informazioni: caritas.ch/climat

Il lago Wegnia, nel Mali, è molto lontano, ma quello che sta accadendo lì, riguarda tutti noi. Il nostro contributo al riscaldamento del pianeta è notevole, eppure facciamo ben poco per cambiare la situazione. Il progetto di revisione della legge sul CO2 viola il traguardo dell’Accordo di Parigi sul clima che prevede di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei due gradi. La Svizzera dovrebbe ridurre, entro il 2030, le proprie emissioni di gas serra del 60 per cento rispetto al 1990. La proposta del Consiglio federale, tuttavia, non segue, neanche approssimativamente, questa direzione. In occasione delle conferenze dell’Onu sul clima, i Paesi ricchi si sono impegnati a stanziare «nuovi e ulteriori» fondi per i Paesi in via di sviluppo destinati a misure per la protezione climatica e per l’adattamento, spesso vitale, ai cambiamenti climatici che comportano tempeste, alluvioni e siccità devastanti. Nel disegno di legge sul CO2 questa tematica non viene nemmeno affrontata, anzi, l’intenzione è quella di togliere i fondi necessari – come, peraltro, già avviene – dal bilancio riservato allo sviluppo. Quindi ci sono meno fondi a disposizione per progetti legati a sanità, istruzione, acqua e alimentazione. Una politica climatica di questo genere è inaccettabile, perché va a scapito dei più poveri. Patrik Berlinger, responsabile del servizio Politica di sviluppo Prese di posizione sul tema cambiamento climatico scaricabili da: caritas.ch/prises-de-position

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Svizzera

Sempre più persone cercano aiuto presso i servizi Caritas di consulenza per i debiti perché non riescono più a pagare le fatture della cassa malati.

Indebitati con la cassa malati L’assicurazione malattia rappresenta sempre più spesso una trappola verso la povertà: i premi aumentano ogni anno, mentre molti Cantoni puntano sul risparmio, limitando i sussidi per la riduzione dei premi. Sono soprattutto le famiglie con un reddito medio o basso che non possono più permettersi i costi sanitari.

budget ridotto spendono una quota crescente del loro reddito per i premi dell’assicurazione di base: la famiglia M.B. di Basilea addirittura il 37 per cento!

La salute deve rimanere accessibile Il reddito della famiglia M. B. è di 3300 franchi al mese. I costi per la cassa malati, tolto il sussidio dei premi di 320 franchi, ammontano a 1320 franchi. Basta il sollecito dell’azienda elettrica, che minacci la famiglia di farla restare al buio, a far pagare a M.B. il conto in sospeso. Questo però esaurisce il budget familiare e non restano più soldi a disposizione per pagare l’assicurazione malattia. Nessuno deve trovarsi in difficoltà finanziarie a causa dei costi della cassa malati. Questo aspetto è stato sottolineato dal Consiglio federale con l’introduzione dell’assicurazione malattia nel 1996. A quell’epoca esso fece un appello ai Cantoni affinché i premi fossero accessibili a tutti. Ma la realtà di oggi è diversa: i Cantoni sono sempre meno favorevoli a sostenere le persone a basso reddito e tagliano ulteriormente i sussidi per la riduzione dei premi. Le persone con un

Servono soluzioni politiche Per risparmiare, la famiglia M.B. ha scelto una franchigia alta che prevede di pagare una grossa somma in caso di malattia, anche se non può permetterselo. I genitori non hanno preoccupazioni solo finanziarie: uno dei bambini dovrebbe essere vaccinato d’urgenza, ma il medico rifiuta di somministrare il vaccino perché il conto dell’ultimo trattamento non è ancora stato pagato. I costi per le casse malati continueranno ad aumentare; per le persone con un piccolo budget, essi sono già difficili da saldare oggi. In una conferenza stampa a novembre, Caritas ha invitato i politici ad agire. Un cambiamento repentino della situazione è necessario e urgente. I costi sanitari non devono diventare una trappola verso la povertà. (ssc)

Per le persone senza grandi mezzi è un momento inquietante: ogni volta che a settembre il Governo federale annuncia i premi dell’assicurazione malattia per l’anno seguente, per molti si tratta di una questione di sopravvivenza finanziaria. Nel

Nessuno dovrebbe avere problemi finanziari a causa dei costi dell’assicurazione malattia. 2019, i premi saliranno in media dell’1,2 per cento, un aumento relativamente moderato. Per la famiglia M.B. del Cantone di Basilea Campagna, composta da cinque persone, non vi è comunque alcun motivo per rilassarsi. Per questa famiglia è sempre più faticoso raccogliere i fondi per pagare i premi della cassa malati: i costi dell’assicurazione di base aumentano ogni anno, mentre lo stipendio rimane invariato.

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Per maggiori informazioni: caritas.ch/assurancemaladie

Foto: Kellenberger & Kaminski


Attualità

In tutto sono 3500 i profughi che beneficiano direttamente degli aiuti prestati da Caritas in Brasile. 28 500 persone vengono raggiunte da campagne di sensibilizzazione.

L’esodo dal Venezuela Il Venezuela è economicamente a terra. 2,3 milioni di persone hanno lasciato la propria patria e cercato rifugio nei Paesi limitrofi. La crisi umanitaria costituisce una grande sfida per l’intero Sudamerica. Caritas Svizzera aiuta i profughi venezuelani fuggiti in Brasile. «I profughi arrivano nel Roraima indeboliti e traumatizzati» racconta la collaboratrice di Caritas Rebekka Reischmann. 100 000 venezuelani circa hanno cercato rifugio nello stato federato confinante nel Nordovest del Brasile. Il loro numero aumenta

«In Venezuela molti bambini muoiono per la mancanza di cibo e di cure mediche.» ogni giorno. Per sfuggire al malgoverno e alla repressione nel loro Paese, molti di essi hanno percorso a piedi centinaia di chilometri. Ma la povertà e la disperazione non svaniscono con l’arrivo in Brasile. «La gente gira per strada e chiede soldi, cibo e pannolini» continua Reischmann. Dalla ricchezza alla bancarotta Il Venezuela sta attraversando una crisi profonda dal 2014. Gli scaffali dei super-

Foto: Felipe Larozza

mercati sono vuoti e la moneta si svaluta rapidamente a causa dell’iperinflazione. Oggi, nel Paese che un tempo era il più ricco del Sudamerica, l’80 per cento della popolazione vive in povertà. «Uno stipendio mensile non bastava neanche più per comprare il mangiare per un giorno per la mia famiglia. In Venezuela molti bambini muoiono per la mancanza di cibo e di cure mediche» dice Andres, arrivato nel Roraima come profugo nove mesi fa e che adesso lavora per Caritas. Caritas provvede a fornire il necessario Il Roraima è uno degli stati federati più poveri e con 500 000 abitanti anche uno dei meno popolati del Brasile. L’accoglienza e l’assistenza dei nuovi arrivati mettono il Roraima in grandissima difficoltà: gli ospedali sono pieni, le scuole sovraffollate, gli alloggi di emergenza strapieni. Caritas presta aiuto direttamente sul posto e distribuisce articoli per l’igiene, uten-

sili per la cucina e coperte. I profughi ricevono anche carte bancarie speciali sulle quali viene messo a disposizione un esiguo reddito di base. Trasferimento in altri stati La situazione è molto tesa. In seguito agli scontri avvenuti tra gli abitanti e i profughi, il Brasile ha rafforzato la presenza militare nel Roraima. Per alleggerire lo stato, il governo sta pianificando una ridistribuzione dei profughi nelle città dove le condizioni sono migliori e dove possono avere delle prospettive per il futuro. Caritas sostiene le autorità nel trasferimento di 1224 profughi in sei stati federati e aiuta nella fornitura di alloggi adeguati. Crea inoltre l’accesso all’istruzione per i bambini e aiuta i profughi a prendere piede nella società brasiliana. (ssc)

Per maggiori informazioni: caritas.ch/p180064

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Personaggi Cose di tutti i giorni

Chikodi Otounge, Grecia

«Grazie a Caritas ho passato l’esame di greco»

Odilo Noti è stato il responsabile del settore Comunicazione e Marketing di Caritas Svizzera fino al pensionamento.

Odilo Noti: una personalità determinante lascia Caritas Prima di andare meritatamente in pensione, Odilo Noti ha lottato per tre decenni contro la povertà al servizio di Caritas. Un’organizzazione come Caritas ha bisogno di una visione sociale. Il suo operato si orienta a valori fondamentali quali la dignità delle persone, la solidarietà, la giustizia e la pace. Tuttavia, suddetti valori non basta solo nominarli. Essi producono i loro effetti solo se sviluppati ulteriormente e se fanno riferimento alle «situazioni reali». È un lavoro di riflessione impegnativo che consente a un’organizzazione di far sentire la propria voce e di assumere una posizione in merito a questioni di carattere sociale. Affrontare la povertà alla radice Nella sua funzione di membro della Direzione generale, vicedirettore e responsabile del settore Comunicazione, Odilo Noti per ben 30 anni ha apportato a Caritas proprio questa riflessione. Ha introdotto la voce di Caritas in vari modi nel dibattito pubblico e segnato in maniera decisiva il profilo di Caritas.

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Ha capito presto che un’organizzazione umanitaria non può limitarsi all’attuazione di progetti umanitari, ma che occorre andare a fondo delle cause che generano ingiustizia, povertà e miseria e combatterle a livello politico. Odilo Noti ha analizzato sviluppi, dato un nome alle sfide e cercato soluzioni, sempre con grande competenza. Caro Odilo, hai svolto un ruolo decisivo all’interno di Caritas e rappresentato, incorporato e messo in atto in modo concreto i nostri valori cristiani. Grazie di cuore per quello che hai fatto in questi anni. Che il nostro rispetto e i nostri migliori auguri possano accompagnarti nella nuova fase della tua vita. Hugo Fasel, Direttore

Com’è la sua giornata tipo? Mi alzo presto, accompagno i bambini a scuola e mi occupo delle faccende domestiche. Tre volte alla settimana frequento i corsi di greco organizzati da Caritas. Come si mantiene? Mio marito lavora. E io cerco di aiutare la famiglia con lavoretti saltuari. Che cosa le manca del suo Paese, la Nigeria? Il caldo, non c’è dubbio. Qui gli inverni sono freddi. Che cosa desidera per sé? Conseguire un master. Ma per farlo devo migliorare il mio greco. È difficile, perché devo curare i bambini. E poi, faccio fatica a studiare, perché da quando sono fuggita non sono più andata a scuola. Di cosa va fiera? Che grazie ai corsi organizzati da Caritas ho passato l’esame di greco di livello A2. Ero così orgogliosa di tenere tra le mani il certificato. Adesso posso partecipare a un corso avanzato. È stato fantastico che io abbia potuto portare il mio bebè a lezione, così non ho dovuto interrompere. L’ultima volta che ha speso soldi per cosa è stato? Ho comprato i pannolini per i bambini. Anouk Zulauf

Foto: Nique Nager, su gentile concessione


Dal mondo

Proteggere i bambini dalla criminalità Ogni giorno Shrey Mon chiede l’elemosina nelle strade di Poipet, uno dei posti più pericolosi della Cambogia. La città dei casinò, situata ai confini con la Thailandia, è la patria dei migranti, polo di attrazione per il gioco d’azzardo e mercato attraente per il traffico di stupefacenti e bambini. La Thailandia è il Paese nel quale molti cambogiani desiderano emigrare. Lì sperano di trovare lavoro e una vita migliore. Anche la madre e il patrigno di Shrey Mon

«Capita spesso che con mia nonna sono in giro fino all’una di notte.» avevano tante aspettative. Uscire finalmente dalla disoccupazione, dalle baraccopoli, dalla povertà. Ma le speranze si sono infrante ben presto. Hanno trovato dei lavori saltuari, ma non erano mai

abbastanza. Vivevano alla giornata. Per Shrey è stato anche peggio. La bambina di otto anni ha subito duramente la rabbia e l’ira del suo patrigno che la picchiava e la umiliava, continuamente. Finché un giorno la mamma ha deciso di non volere più assistere ai maltrattamenti della figlia e l’ha riportata in Cambogia dalla nonna, a Poipet. A Poipet traffico di droga e bambini La città dei casinò è situata ai confini con la Thailandia. Vi sono arrivati molti migranti che ora vivono nelle baraccopoli in completa povertà. Il gioco d’azzardo attira i turisti ricchi dalla Thailandia, i traffi-

Con un padrinato per bambini, le madrine e i padrini Caritas contribuiscono a proteggere i bambini come Shrey Mon dalla tratta di esseri umani.

Foto: Nicolas Honore

Per i bambini in Cambogia Il Prix Caritas 2018 è stato assegnato al medico cambogiano Sovannarith Sam che dirige l’organizzazione per la tutela dell’infanzia «Damnok Toek». Ogni anno, l’organizzazione si prende cura di circa 3500 bambini svantaggiati nelle città di Phnom Penh, Poipet e Neak Loeung. caritas.ch/prix-caritas

canti di droga e di esseri umani fanno affari con grossi guadagni. Poipet non è un posto adatto ai bambini. Rischiano di venire rapiti, venduti o costretti a prostituirsi. Shrey Mon si espone tutti i giorni a questi rischi. Per aiutare la sua famiglia, chiede l’elemosina e cerca nei rifiuti quello che gli altri buttano. A volte fino a notte fonda. «Capita spesso che con mia nonna sono in giro fino all’una di notte» racconta la bambina. Durante uno di questi giorni lavorativi così lunghi, Shrey Mon ha incontrato un operatore sociale dell’organizzazione partner di Caritas «Damnok Toek» (vedi riquadro). Da lui è stata portata in un centro di contatto dove i bambini per qualche ora possono trovare un po’ di pace. All’inizio Shrey non parlava, ma dopo poco tempo si è aperta. Ora partecipa anche a un programma educativo. «Un giorno voglio diventare maestra» dice sorridendo. Shrey Mon può di nuovo credere in un futuro migliore e questo lo deve anche alle madrine e ai padrini Caritas che hanno sottoscritto un padrinato per bambini. Con un contributo di un franco al giorno proteggono e sostengono bambini come Shrey Mon che vivono in condizioni di gravissimo disagio. (ssc)

Maggiori informazioni sui padrinati per bambini sono disponibili nell’opuscolo inserito al centro della rivista oppure su caritas.ch/padrinato

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Servizi Almanacco sociale 2019

Digitalizzazione: c’è ancora posto per l’essere umano? Il nuovo Almanacco sociale di Caritas Svizzera è consacrato alla digitalizzazione e al suo impatto sociale. Da un lato, le trasformazioni del mercato del lavoro generano molta insicurezza e mettono in discussione l’attuale sistema di assicurazione sociale. Dall’altro, la digitalizzazione influisce sul modo in cui una società funziona e sull’importanza attribuita alla solidarietà e alla giustizia. Non si tratta di scenari futuristici: siamo nel bel mezzo di questi profondi cambiamenti. L’essere umano diventa sempre più un oggetto di misurazione. La progressione digitale e la quantificazione di tutti gli ambiti della vita creano nuove gerarchie, rafforzano le disparità e discriminano le persone colpite dalla povertà. L’Almanacco sociale approfondisce queste correlazioni e traccia i percorsi da seguire per allineare l’attuale digitalizzazione tecnologica a ciò che è auspicabile dal punto di vista sociale. Manuela Specker

L’annuario di Caritas sulla situazione sociale della Svizzera Digitalisierung – und wo bleibt der Mensch? (disponibile solo in tedesco) Edizioni Caritas Lucerna, gennaio 2019 304 pagine / 36 franchi Ordinazioni online: shop.caritas.ch

Una buona azione per Natale

In famiglia avete abolito la tradizione dei regali di Natale già da anni? Oppure a Natale volete semplicemente rivolgere un pensiero alle persone che non sono così fortunate come voi e i vostri familiari? Al-

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lora vi consigliamo un modo molto particolare per fare un regalo: una raccolta di fondi a favore delle vittime della povertà. Mettete un cestino o un salvadanaio sotto l’albero di Natale e al momento del dolce invitate i vostri ospiti a sostenere le persone indigenti attraverso una donazione. Contattateci per richiedere un salvadanaio o delle polizze di versamento. Ogni donazione, a prescindere dall’importo, contribuisce ad alleviare la miseria e la sofferenza. Un sincero grazie per la vostra generosità in occasione delle festività natalizie! Ysabel Hotz

Agenda 15 dicembre 2018 Nell’ambito dell’iniziativa «Un milione di stelle», le piazze e gli edifici pubblici in diverse città della Svizzera sono illuminati da milioni di candele. La marea di luci è un segno di solidarietà nei confronti delle persone che vivono in condizioni di povertà. Il ricavato viene devoluto a progetti umanitari destinati alle famiglie indigenti in Svizzera. www.unmilionedistelle.ch Dal 15 al 21 dicembre 2018 La decima edizione dell’iniziativa «Ogni centesimo conta» si tiene quest’anno all’insegna del motto «Un sostegno all’infanzia che soffre». L’iniziativa della SRF e della Catena della Solidarietà è destinata ai bambini che sono dovuti fuggire dal loro Paese in seguito a guerre, povertà o calamità naturali. youngCaritas ha allestito delle schede didattiche interattive sul tema. www.youngcaritas.ch 25 gennaio 2019 Forum Caritas: esperti discutono sul tema «La digitalizzazione e il suo impatto sociale». La conferenza si terrà dalle 9.30 alle 15.30 presso l’Eventforum a Berna. Le iscrizioni possono essere effettuate telefo­ nando al numero +41 419 22 22 ­oppure online su: www.caritas.ch/forum Fino al 10 marzo 2019 Fuggire: esposizione al Museo di storia di Lucerna. La mostra vuole far capire ai visitatori cosa significa dover abbandonare tutto ciò che si ha e fuggire per arrivare in un luogo dove nessuno ti aspetta. www.historischesmuseum.lu.ch

Maggiori informazioni: Caritas Svizzera, telefono 041 419 24 19, spendenaktionen@caritas.ch

Foto: Stock.adobe.com


Insieme

Ecco perché ci sto Con un padrinato a tema si sostengono progetti contro la fame, si crea accesso all'acqua potabile e si aiuta in caso di ­catastrofe.

Rasem, Max, Selina e Kreshnike (da sinistra a destra), membri dell'organizzazione AsyLex, durante il loro viaggio in Colombia hanno conosciuto un Paese colorato e ospitale che però sta ancora cercando la pace.

Colombia: la pace è ancora lontana Le vincitrici e i vincitori del youngCaritas-Award 2017 sono partiti per la Colombia dove hanno visitato i progetti di Caritas Svizzera. Riflessioni su un viaggio in una nazione che non trova tregua nemmeno dopo gli accordi di pace. «Il conflitto durato per ben 52 anni e costato la vita a oltre 220 000 persone, sulla carta appartiene alla storia da ormai due anni. Che la realtà sia diversa, lo apprendiamo durante il nostro viaggio in cui abbiamo visitato i progetti a Bogotá e nella regione caraibica. È quasi assurdo vedere come a prima vista il Paese appaia pacifico. Il paesaggio idilliaco, l’ospitalità e la varietà culturale lasciano facilmente credere che il passato è superato da tempo. Alla maggior parte dei turisti, tuttavia, la realtà rimane nascosta. Forse perché non vogliono farsi rovinare le vacanze o forse perché la gente del posto non ama parlare del passato, degli anni della guerra civile. Si vorrebbe dimenticare, ma per farlo bisogna anche perdonare. La speranza che c’era all’inizio si è trasformata in disinganno. Gli agricoltori che hanno fatto ritorno lottano tuttora per il riconoscimento della loro terra, il traffico di cocaina fiorisce, molti ex ribelli sono spariti nel nulla e si sono uniti a gruppi criminali. Dalla firma degli accordi di pace sono stati uccisi o

Foto: youngCaritas, su gentile concessione

fatti sparire 300 attivisti sociali. Lo stato confinante, il Venezuela, sta vivendo una crisi umanitaria che costringe alla fuga milioni di persone. In molti cercano di rifugiarsi in Colombia, creando una situazione che si rivela di gran lunga superiore alle forze del Paese. Mancano le strutture e la volontà politica. Il nuovo presidente conservativo fa svanire ulteriormente ogni speranza di una rapida pace destinata a durare nel tempo. Eppure abbiamo incontrato molte persone decise che lottano instancabilmente per la pace. Grazie al loro ammirevole impegno, resta comunque la speranza di poter vivere un giorno in una Colombia pacifica.» Selina Sutter è membro dell’organizzazione AsyLex

Per maggiori informazioni: youngcaritas.ch/kolumbien

Marianne Luyten (78 anni), «Acqua per tutti»

« Per me, globalizzazione significa anche la giusta distribuzione dei beni di cui abbiamo bisogno per vivere, in particolare ‹Acqua per tutti›.»

Martina Frei (32 anni), «Soccorso in caso di catastrofe»

«In caso di catastrofe, gli aiuti devono essere rapidi e poco complicati. È senz’altro sensato creare un fondo finanziario al quale Caritas possa attingere in caso di catastrofe.»

Martin Egli (58 anni), «Un mondo senza fame»

«Con la mia donazione, Caritas può aiutare le persone a mantenere il loro standard di vita. Con cibo a sufficienza, non sono costretti ad abbandonare il loro Paese in cerca di condizioni migliori.»

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Modeste TraorĂŠ (54 anni), pescatore in Mali, lotta contro il cambiamento climatico

Fare la cosa giusta

Quando la povertĂ mostra il suo volto Per saperne di piĂš su Modeste: www.farelacosagiusta.caritas.ch


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