CARITAS N. 6 / Dicembre 2021
La Rivista di Caritas Svizzera
Appello per una Svizzera senza povertà Pagina 6
Attualità
Personaggi
Dal mondo
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Haiti dopo il terremoto
Il nuovo presidente: Claudius Luterbacher
I bambini trovano rifugio in Uganda
Lettera aperta
Care donatrici, cari donatori Gli effetti della pandemia sono tuttora estremamente pesanti. Molte persone hanno perso il lavoro o il loro stipendio è calato del 20 per cento a causa del lavoro ridotto. Questo impedisce in particolare ai lavoratori a basso reddito di far fronte alle spese necessarie per il proprio sostentamento. Caritas Svizzera ha risposto alle numerose richieste di sostegno con pagamenti diretti, offerte di consulenza e prodotti alimentari di base a prezzi agevolati nei mercati Caritas. La pandemia, tuttavia, non solo ha gettato in miseria le persone in modo repentino, ma ha anche reso visibile una povertà già di per sé strutturale che si sta diffondendo silenziosamente. L’aumento dell’indigenza in Svizzera era un problema già presente prima del coronavirus. Secondo l’Ufficio federale di statistica (UST), nel 2019 si contavano 735 000 persone bisognose, tra cui 155 000 bambini. Dal 2014, il tasso di povertà è in costante crescita; una realtà ignorata da gran parte della popolazione che vive nella Svizzera benestante. Se alcuni settori hanno beneficiato della crisi del coronavirus incrementando le loro cifre d’affari, altri invece sono stati colpiti
«In Svizzera la pandemia ha reso visibile una povertà già di per sé strutturale»
duramente, come la ristorazione o il comparto alberghiero. Molti dei loro dipendenti hanno un livello di formazione basso e per loro sarà ancora più difficile rientrare nel mercato del lavoro. Caritas si impegna nella lotta alla povertà. Oggi ci rivolgiamo a voi con urgenza invitandovi a sottoscrivere il nostro «Appello per una Svizzera senza povertà». Per contrastare l’aumento di questo fenomeno è necessaria l’adozione di misure politiche adeguate. Per saperne di più, leggete il contributo a pagina 9. Ci occupiamo inoltre della crisi climatica e del suo maggiore impatto sulle popolazioni del Sud del mondo, il cui contributo alle emissioni di CO2 è di gran lunga minore rispetto a quello dei Paesi del Nord. Attraverso vari progetti sul clima, aiutiamo persone colpite ad adattarsi al cambiamento climatico e a individuare nuove opportunità di reddito. Per finanziare questi progetti abbiamo lanciato l’azione clima, di cui riferiamo in dettaglio in questa rivista. Vi ringrazio per il vostro interesse e per il sostegno al nostro operato.
Elisabeth Karagiannis Responsabile Comunicazione e Marketing
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Foto: Tabea Vogel
Sommario
Una vulnerabilità senza pari Marília S., operaia nell’industria orologiera in Romandia, ha avuto il co raggio di metterci la faccia. Nel 2020 è rimasta disoccupata in seguito alla pandemia. Si è ritrovata da un giorno all’altro con il 20 per cento di stipendio in meno e dopo un po’ davanti a un frigorifero vuoto. Le è co stato molto coraggio chiedere aiuto a Caritas. Marília S. è uno di migliaia di casi. Pagina 6
5 Attualità: Haiti non trova pace
Il sisma di agosto ha rubato i mezzi di sostentamento a molte persone. Caritas aiuta nella ricostruzione.
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Personaggi: il nuovo presidente
A maggio, Claudius Luterbacher è stato eletto nuovo presidente di Caritas Svizzera. Le sue priorità.
12 Dal mondo: l’Uganda accoglie i profughi, soprattutto bambini
L’Uganda, un Paese anch’esso povero, nel Nord accoglie i profughi del Sudan del Sud, tra cui molti bambini.
IMPRESSUM La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19 Redazione: Lisa Fry (lf); Fabrice Boulé (fbo); Stefan Gribi (sg); Anna Haselbach (ah); Vérène Morisod Simonazzi (vm) Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Ghislaine Heger Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: CP 60-7000-4 Stampa climaticamente neutra
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Eco
Una protezione climatica socialmente compatibile Dopo questo anno caratterizzato da catastrofi ambientali, si fa sempre più pressante l’adozione di misure concrete in materia di politica climatica. Anche la Svizzera è chiamata a ridurre a zero il prima possibile le emissioni di gas serra. Per Caritas è ovvio: politica climatica e politica sociale devono andare di pari passo. In un documento di posizione abbiamo illustrato come la Svizzera può promuovere un’economia e un modo di vivere sostenibili che conservino le risorse naturali e vadano a beneficio di tutte le persone. L’importante è che le misure non pesino ulteriormente sulle persone in situazioni precarie che devono comunque avere la possibilità di agire nel rispetto dell’ambiente. (ah)
Nuovo mercato Caritas a Friburgo
Eco mediatica Corriere del Ticino | «Sistemi alimentari, Caritas è preoccupata» | 23.9.2021 Ieri, alla vigilia del vertice delle Nazioni Unite […], Caritas ha espresso le proprie «preoccupazioni circa il futuro dei sistemi alimentari» […] e ha fatto appello affinché tutte le discussioni e le decisioni […] avvengano all’interno di istituzioni esistenti, legittime, multilaterali, basate sui diritti umani, come il Comitato ONU per la sicurezza alimentare mondiale, e che includano le comunità locali. Keystone ATS/Agenzia Telegrafica Svizzera | «Caritas Svizzera stanzia 300 000 franchi per Haiti» | 19.8.2021 Caritas Svizzera devolve 300 000 franchi per aiuti di emergenza alle vittime del terremoto di Haiti. Inoltre, sostiene l’organizzazione locale di Caritas a Les Cayes, Jérémie e Nippes nella distribuzione di beni di prima necessità e sta preparando un progetto per fornire un aiuto finanziario alle famiglie senza tetto. Corriere del Ticino | «Clima, attenzione alle ripercussioni sociali» | 9.8.2021 Il cambiamento climatico tocca tutti, ma i più poveri sono i più colpiti, avverte Caritas Svizzera in una presa di posizione sul rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) pubblicato oggi. Il documento è «estremamente preoccupante».
Nel nuovo mercato Caritas: Isabelle Reuse, membro di Direzione Caritas Friburgo, Thomas Künzler, responsabile Cooperativa Mercato Caritas, Sabine Tahiri, responsabile mercato Caritas, Marie Guegan, apprendista Commercio al dettaglio (da sinistra).
Il 1° settembre è stato aperto un ulteriore mercato Caritas, questa volta nel centro di Friburgo. I mercati Caritas lottano in prima linea contro la diffusione silente della povertà in Svizzera. «Il nostro negozio risponde a una necessità» afferma Patrick Mayor, presidente di Caritas Friburgo.
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«La pandemia ha colpito duramente il cantone e aggravato la situazione di molte persone.» Nei mercati Caritas anche la clientela con un budget ridotto ha la possibilità di acquistare prodotti di qualità. Solo nel primo mese il nuovo negozio ha accolto ben 2300 clienti, molti di più del previsto.
Keystone ATS/Agenzia Telegrafica Svizzera | «Clima: Caritas fornisce aiuti concreti a popolazioni vulnerabili» | 3.11.2021 […] Per lottare contro il riscaldamento climatico, un esempio è il progetto per gli agricoltori in Tagikistan. […] L’idea di Caritas è quella di fornire differenti servizi in modo da aiutare nell’affrontare i problemi legati al clima. […] Il progetto è frutto di una collaborazione fra attori nazionali, istituti scientifici o organismi internazionali come l’organizzazione meteorologica mondiale (OMM). […]
Foto: Urban Fischer, Caritas Svizzera
Attualità
Il terremoto di agosto ha fatto più di 2000 vittime e ha distrutto 130 000 case. Caritas aiuta nella ricostruzione.
Creare prospettive di lungo termine Haiti non ha pace. Il terribile terremoto che il 14 agosto ha colpito l’Ovest del Paese ha tolto i mezzi di sostentamento a molte persone. Come può Caritas aiutare la popolazione haitiana dilaniata dalla crisi? Quando Thor Maeder-Gerber, che per Caritas ha coordinato la prima fase dei soccorsi d’emergenza sul posto, si è recato nei villaggi colpiti subito dopo il sisma, ha incontrato persone allo stremo delle loro forze: «Sono sotto shock. Riemergono i tanti traumi degli scorsi anni.» Terremoti, uragani, crisi alimentari e di-
«Sono grati per ogni gesto e ogni attenzione» sordini politici caratterizzano da molto tempo la vita degli haitiani. Bisogna dare loro speranza, ma sembra essere un’impresa difficile. Il recente terremoto ha fatto oltre 2000 vittime, ha distrutto ancora una volta parti dell’infrastruttura e 130 000 case. Le frane e la caduta di massi hanno annientato i campi e quindi le famiglie non hanno più raccolti. Si aggrava così la persistente crisi alimentare che
Foto: Pamela Stathakis
colpisce quasi metà della popolazione ad Haiti. Gli aiuti in contanti rafforzano i mercati locali Il primo obiettivo è garantire la sopravvivenza immediata. Caritas Svizzera ha sostenuto i soccorsi immediati forniti dai partner locali nelle prime settimane, in modo che le persone ferite hanno potuto ricevere le necessarie cure mediche e le famiglie un alloggio per proteggersi dalla pandemia. 2000 famiglie particolarmente colpite hanno ricevuto un contributo in contanti per poter coprire i bisogni di base. Questa forma di aiuto contribuisce al funzionamento dell’economia locale, come ad esempio delle cooperative di credito e dei mercati. «Vogliamo anche evitare che vengano assaliti e derubati i convogli con a bordo gli aiuti umanitari, come è successo in alcuni posti» continua Maeder-Gerber. Infine abbiamo distribuito lampade solari e kit per alloggi ad altre 750 famiglie.
Essere vicini alle persone e aiutare in modo discreto I soccorsi di emergenza devono offrire una prima sicurezza dalla quale le persone colpite dalla catastrofe possono sviluppare nuove prospettive. Considerando la crisi politica e la fragile situazione di sicurezza – dopo l’assassinio del Presidente – per le persone di Haiti è particolarmente importante poter contare ora su Caritas a lungo termine. «L’aiuto deve essere vicino alle persone interessate e discreto. Nessuno deve sentirsi obbligato a farne uso. Soltanto così possiamo offrire un sostegno mirato ed efficace» sottolinea Maeder-Gerber. Caritas sta preparando la ricostruzione di quasi un migliaio di case. Gli artigiani ricevono una formazione in tecniche di costruzione resistenti ai terremoti e agli uragani. Li aiuteremo inoltre a conseguire di nuovo un reddito. «Sono grati per ogni gesto e ogni attenzione» dice Maeder-Gerber. «Il bisogno è enorme, sia dal punto di vista materiale e finanziario che psicologico.» (ah)
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Reportage
Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto Testo: Fabrice Boulé Foto: Ghislaine Heger
Dopo il primo lockdown Marília ha perso il lavoro che tanto amava.
Reportage
Marília trova pace e tranquillità nella creazione di fiori Kanzashi. Il lavoro artigianale ha per lei l’effetto di un antidepressivo.
Lo scoppio della crisi del coronavirus lo scorso anno ha cambiato la vita della quaran taseienne Marília S. Il suo caso è solo un esempio di migliaia di persone colpite duramente dalla pandemia e catapultate in una situazione di grave emergenza materiale e sociale a causa del lockdown e della conseguente crisi economica. La Confederazione lo dice chiaramente: la crisi del coronavirus peggiora le condizioni degli individui con un reddito basso. Ed è proprio quello che succede a Marília S. qualche mese dopo lo shock della prima ondata della pandemia. Aveva ottenuto il posto di lavoro nell’industria oro-
«Il suo curriculum ci piace. Le faremo sapere non appena la situazione migliorerà» logiera romanda tramite un ufficio di lavoro temporaneo. Il lavoro le piaceva e sperava di essere assunta a tempo indeterminato. «Tra il personale, ma anche tra operai e superiori, c’era un bel clima.» Quando è scoppiata la pandemia, Marília, che è soggetta a infezioni bronchiali, fa-
ceva parte del gruppo particolarmente a rischio. Purtroppo nell’azienda dove lavorava è stata anche una delle prime a perdere il posto nel 2020 a causa della pandemia. «Il mio capo mi disse che mi avrebbe riassunta non appena la situazione sarebbe migliorata. Ma non l’ho più sentito» racconta la donna. Quel 20 per cento che fa male I numeri riflettono spietatamente la situazione in cui si trova Marília, mamma single di una figlia diciannovenne. Con una riduzione del 20 per cento su uno stipendio di 3800 franchi non riesce più a rispettare gli obblighi finanziari. Marília e suo marito si sono separati nel 2019. Il padre di sua figlia è in lavoro ridotto dalla primavera 2020. Come fa a farcela da sola in una situazione del genere? I risparmi sono finiti in pochi mesi. Gran parte dei parenti di Marília vive in Portogallo e quindi non può contare sul sostegno della famiglia.
Ancora oggi, Marília si commuove parlando del luglio 2020 quando le erano rimasti soltanto 40 franchi per comprare da mangiare. Ricorda molto bene le tre buste della spesa piene di generi alimentari che un’amica le ha lasciato discretamente davanti alla porta di casa. Era sull’orlo del precipizio. «Il suo curriculum ci piace. Le faremo sapere non appena la situazione migliorerà.» Queste parole le ha lette innumerevoli volte dopo aver mandato la sua candidatura e il suo dossier per posta o via e-mail, sempre nella speranza di trovare un nuovo lavoro. Ma le ondate pandemiche si susseguivano e Marília non riusciva a venirne fuori. La passione per i lavoretti manuali e le decorazioni, ma anche la sua formazione Reiki, l’hanno aiutata molto a resistere in quel periodo così buio. Poi, un giorno, per caso è venuta a sapere che poteva ricevere aiuti di emergenza dall’organizzazione Caritas regionale. Marília ha vissuto per tutta la vita del suo lavoro, ha sempre pagato puntualmente le fatture e mai fatto ricorso all’aiuto di terzi. Così glielo avevano insegnato i genitori: diligenza e correttezza. Valori che Marília vorrebbe trasmettere anche
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Reportage fiera della sua indipendenza. Nutre comunque la speranza che il suo impiego a tempo determinato possa un giorno diventare a tempo indeterminato. Quando era più giovane sognava di poter studiare. Ma come spesso accade, la vita aveva in serbo altri piani. Oggi il suo obiettivo è aggiornarsi professionalmente per essere più qualificata e poter percepire uno stipendio più alto. È l’unico modo per essere preparati ad affrontare le incognite e gli imprevisti della vita.
«Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto»
Marília tira un sospiro di sollievo: dopo lunghi mesi di disoccupazione ha finalmente ritrovato un lavoro e può di nuovo pagare le fatture da sola.
alla figlia. Le è costato tantissimo coraggio mettere da parte il senso di vergogna e bussare alla porta dell’organizzazione Caritas regionale. «Mi hanno presa sul serio e ascoltata dal primo momento» ricorda con un sorriso. Sostegno fattivo Con i buoni per la spesa che ha ricevuto dopo aver chiarito la sua situazione ha potuto comprare prodotti per l’uso quotidiano. Caritas le ha pagato anche due mesi di affitto e due mesi di premi della cassa malati. È stata anche aiutata nella contrattazione per il pagamento delle tasse arretrate e nell’allestimento di un piano per saldare i debiti da carta di credito. Un ricordo doloroso di un periodo in cui la famiglia si era regalata un po’ di spensieratezza. La visione dall’esterno di una situazione apparentemente irrisolvibile e qualche primo consiglio da parte di professionisti consentono di sviluppare possibili soluzioni.
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A complemento degli aiuti della Confederazione, il rapido sostegno finanziario che la rete Caritas è stata in grado di mettere a disposizione dal mese di aprile 2020 ha aiutato migliaia di persone ad alleggerire un periodo di transizione. I programmi di aiuto pubblici si sono rivelati in molti casi troppo lunghi e burocratici. Molti cittadini bisognosi necessitavano di un aiuto rapido. «Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto e non si deve nemmeno aspettare troppo tempo per farlo» dice Marília con fermezza e senza pudore. È una delle poche persone che testimoniano la propria situazione precaria davanti alle telecamere. Marília si è sentita davvero sollevata solo a dicembre 2020, quando è stata assunta da un’altra impresa della sua regione. Finalmente ha visto la luce in fondo al tunnel. Non che ora possa permettersi chissà che cosa, anche se guadagna persino un po’ di più di prima. Però il nuovo lavoro le dà slancio e la rende
Peggiorano le condizioni di vita Dall’inizio della pandemia nella primavera 2020, Caritas ha aiutato più di 20 000 persone con un pagamento diretto, grazie anche al sostegno della Catena della Solidarietà. Oltre 13 000 persone hanno inoltre ricevuto un aiuto consultivo, indicazioni per altre offerte di aiuto e sono state indirizzate all’ufficio giusto. I numeri pubblicati a inizio ottobre dall’Ufficio federale di statistica parlano chiaro: la pandemia aggrava le condizioni dei cittadini con un reddito minimo. Per l’11,3 per cento della popolazione il reddito è diminuito in seguito alla pandemia. A perdere di più sono stati i lavoratori che già prima della crisi percepivano un reddito molto basso. Si tratta spesso di persone che lavorano su chiamata o che hanno un contratto a tempo determinato. Le categorie particolarmente colpite sono quella alberghiera e della ristorazione (35,5 %) e le lavoratrici e i lavoratori stranieri (16,7 %). Questi numeri evidenziano che la Svizzera ha bisogno di una strategia per combattere la povertà in modo mirato.
Per saperne di più: www.caritas.ch/marilia-i
Appello
Caritas lancia un appello per una Svizzera senza povertà La crisi del coronavirus ha palesato e aggravato il fenomeno della povertà Würdige Arbeit: in Svizzera. Da questa situazione occorre trarre le giuste lezioni. Caritas lancia mit existenzsichernun «Appello per una Svizzera senza povertà» e invita a sostenerlo. den Löhnen und Immaginate di ricevere ogni mese 2279 franchi* sul vostro conto corrente. Vi basterebbero per pagare tutte le vostre spese? Affitto, cassa malati, vestiti, altri costi per la salute, tasse, mobilità, regali, hobby, cibo e tutti gli altri articoli che vi servono ogni giorno? Chi, da persona singola, guadagna meno di questa cifra, in Svizzera viene considerato povero. Per Bezahlbarer Wohnraum: una famiglia con due figli la soglia di poDas Bereitstellen Alloggi a vertà si situa a 3976 franchi, un importovon preisgünstigem pigione und che costringe a notevoli limitazioni in tutti Wohnraum Unterstützungsaccessibile gli ambiti della vita. Le persone toccate angebote für die dalla povertà in Svizzera sono 735 000.Wohnungssuche für Haushalte mit tiefen Un numero che già prima della pandeEinkommen. mia, ossia in un quadro economico positivo, continuava a salire. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono sempre di più le persone che non riescono ad assicurarsi l’esistenza da sole. Occorre agire La crisi del coronavirus ha reso visibile al grande pubblico la povertà in Svizzera, un fenomeno già esistente, ma nascosto. Con i rapidi cambiamenti in atto, aumentano le persone che rischiano l’esclusione dalla società. Vogliamo che le immagini dei disagiati che fanno la fila per il cibo diventino la normalità nel nostro Paese? Per Caritas è chiaro che occorre un’azione mirata, affinché la ricca Svizzera possa finalmente adottare misure efficaci contro la diffusione della povertà. *soglia di povertà ufficiale
Arbeitsmodellen, familienfreundlichen Arbeitszeiten und sozialer Sicherheit Lavoro
dignitoso
Gleiche Bildungschancen: Ein schrankenloser Zugang zu Nachholbildungen, Weiterbildungen Pari opportunità und Umschulungen.
educative
Solo con lo 0 % di povertà siamo una Svizzera al 100 %
Sostentamento
Existenzsicherung: Ergänzungsleistungen für alle Menschen, deren Einkommen nicht für den Lebensunterhalt reicht, sowie die Abschaffung der rechtlichen Verknüpfung von Aufenthaltsstatus und Existenzsicherung.
Le nostre richieste
Gleiche Möglichkeiten Pari oppor für Familien: tunità per Ein lückenloses, le famiglie qualitativ gutes und bezahlbares Angebot an familienergänzender Kinderbetreuung
Un sistema sanitario senza barriere Ein barrierefreies Gesundheitssystem: Eine deutliche Reduktion der Belastung durch Krankenkassenprämien für Haushalte mit tiefen Einkommen und die Sicherstellung einer gleichwertigen Gesundheitsversorgung.
Caritas chiede al mondo politico ed economico provvedimenti concreti per poter garantire a tutta la popolazione in Svizzera una vita dignitosa con una sicurezza sociale: • Un lavoro dignitoso con stipendi che assicurino la sussistenza • Pari opportunità di istruzione per tutti • Pari possibilità per tutte le famiglie nella custodia dei figli • Sicurezza dei mezzi di sussistenza mediante prestazioni complementari per tutte le persone il cui reddito non basta per il sostentamento • Una netta riduzione dei premi delle casse malati per le famiglie a basso reddito • Un alloggio a prezzi accessibili
Per una Svizzera senza povertà: firmate l’appello congiunto! www.caritas.ch/appello
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Brennpunkt Personaggi vengono vissuti all’interno di Caritas. Da quando a maggio 2021 ha assunto la carica di presidente dell’Ufficio di presidenza, il suo compito è garantire l’attuazione della nuova strategia di Caritas Svizzera. «Il nostro obiettivo è combattere la povertà in Svizzera e nel mondo e avere anche un’influenza a livello politico. Il suo know-how consente a Caritas di ottenere grandi risultati e la sua spiccata professionalità le conferisce inoltre il diritto di fare delle richieste» continua Luterbacher. Caritas gode di un’elevata credibilità che bisogna preservare.
A Claudius Luterbacher i valori etici all’interno di aziende e organizzazioni stanno a cuore da sempre.
Una vita dignitosa per tutti Claudius Luterbacher è stato eletto nuovo presidente di Caritas Svizzera lo scorso mese di maggio. Qui di seguito illustra il modo in cui vede la sua nuova funzione. Claudius Luterbacher, 42 anni, è cresciuto con cinque fratelli ad Abtwil, nel Canton San Gallo. Dopo la maturità avrebbe voluto studiare economia, si rese però conto che la materia non l’avrebbe soddisfatto appieno. Lui era interessato all’etica. Figlio
«Un obiettivo importante dei nostri progetti è la sostenibilità» di un imprenditore, Claudius Luterbacher apprese molto presto in famiglia cosa significava assumersi la responsabilità per le collaboratrici e i collaboratori e quali erano i valori importanti. Decise quindi di studiare economia aziendale e teologia a Friburgo, non essendoci la disciplina etica economica. Così riuscì a conciliare tutti i suoi interessi. Terminati gli studi, scrisse una tesi di dottorato sul tema etica sociale ed economica. Come si dirigono i dipendenti? Come rendere la ricerca del profitto di
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un’impresa compatibile con i principi etici? Come si possono dividere in modo equo i beni affinché tutti ne abbiano abbastanza per condurre una vita dignitosa? Domande di questo tipo lo affliggevano. In passato queste idee venivano derise o rifiutate, ma oggi rappresentare valori etici e sostenibili fa parte del management moderno di un’azienda. «Una parola chiave è ’Corporate Social Responsibility’, ovvero una gestione aziendale che sia ecologicamente e socialmente compatibile» spiega Claudius Luterbacher. «Il valore di un’impresa o di un’organizzazione viene misurato in base ai relativi indicatori.» Per quanto concerne Caritas, è rimasto impressionato dall’elevata motivazione del personale. Elevata credibilità Già nei sette anni di presenza nel comitato direttivo di Caritas Svizzera – lo scorso anno nella presidenza – C laudius Luterbacher ha studiato come tali v alori
Nuove tematiche e soluzioni innovative Un argomento importante della nuova strategia è la giustizia climatica. «In questo ambito stringiamo nuovi rapporti con partner valutati attentamente per completare e approfondire le nostre conoscenze in materia» sottolinea Luterbacher. «Negli ultimi tempi abbiamo avviato progetti innovativi in collaborazione con la World Meteorological Organization.» I progetti di Caritas aiutano le popolazioni del Sud ad adeguarsi ai cambiamenti climatici e a creare nuove fonti di guadagno. Secondo Luterbacher, trovare i finanziatori per i progetti rimane una grande sfida. «Ci candidiamo sempre più per progetti finanziati dall’UE e siamo orgogliosi di esserci anche qualificati per alcuni di essi. Gli standard richiesti sono molto alti, ma garantiscono una buona qualità. Un obiettivo importante dei nostri progetti è la sostenibilità. Il nostro compito è istruire le persone del posto, investire nella loro formazione e coinvolgerle, oltre che rafforzare le strutture locali.» Protocolli al posto dei libri Claudius Luterbacher lavora come cancelliere ed economista nella diocesi di San Gallo. La carica di presidente di Caritas Svizzera è un’attività onorifica per la quale sacrifica molto del suo tempo libero. Ormai legge più protocolli che libri. Padre di quattro figli, compensa il lavoro con la famiglia e lo sport, in particolare la bicicletta. (lf)
Foto: Nique Nager
Focus
Kemal Sipović e Arnela Fidahić svolgono una formazione di sei mesi come operatori nel ramo tessile e ricevono così una prospettiva per il futuro.
Rafforzare le regioni e dare una prospettiva alla gente Con progetti innovativi e integrali, Caritas Svizzera crea in Bosnia ed Erzegovina nuove opportunità di reddito e migliori offerte di formazione. In collaborazione con i comuni rafforza inoltre lo sviluppo economico regionale. A trarne beneficio sono le donne, i giovani e le minoranze etniche. Arnela Fidahić, 33 anni, e Kemal Sipović, 20 anni, vivono a Prača, un comune di circa 1000 abitanti in Bosnia ed Erzegovina. Il comune è uno dei più poveri del Paese. La zona non è valorizzata
«Vedo per me una nuova prospettiva di vita» e il tasso di emigrazione è alto, vista la scarsità di lavoro. Arnela e Kemal, tuttavia, fanno parte di un gruppo di fortunati che possono partecipare a un corso speciale della durata di sei mesi sostenuto da Caritas Svizzera. Da inizio 2021, Caritas collabora con il comune di Prača e il produttore tessile Mraz nel comune vicino. Insieme hanno creato 25 posti di lavoro per persone disoccupate di Prača.
Foto: Cat Norman Tahirović
Esclusione delle minoranze In Bosnia ed Erzegovina le donne, i giovani e le minoranze come i rom non hanno vita facile. Specie nelle zone rurali sono fortemente colpiti da povertà e molte volte vengono esclusi dalla società e dall’economia. Il tasso di disoccupazione nella popolazione rom è del 45 per cento, nei giovani arriva addirittura all’80 per cento. Lavoro, formazione e comuni più forti Con i suoi progetti, Caritas adotta un approccio integrale e innovativo. Da un lato crea nuovi posti di lavoro, possibilità di reddito e migliori offerte di formazione. Dall’altro aiuta le amministrazioni comunali ad acquisire più efficienza ed efficacia e rafforza le comunità locali. I gruppi emarginati vengono così integrati, promuovendo allo stesso tempo lo sviluppo dei comuni e delle regioni. Le nuove pro-
spettive venutesi a creare contribuiscono a frenare l’emigrazione. Trascorsi i sei mesi di formazione, Arnela e Kemal verranno assunti per almeno tre anni da Mraz come operatori tessili qualificati, con previdenza sociale, a condizioni eque e con l’opzione di un prolungamento. Kemal vive ancora con i genitori insieme al fratello e alla sorella. «Una volta terminata la formazione, vorrei in ogni caso rimanere nella ditta tessile Mraz» dice il ragazzo. «Le condizioni sono giuste e finalmente vedo per me una nuova prospettiva di vita.» Arnela sta persino approfittando di un’altra opportunità. Partecipa infatti al programma di sostegno economico che fa parte del progetto. «Grazie alla nuova serra posso anche coltivare verdure e venderle al mercato» dice contenta la giovane donna. (lf)
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Brennpunkt Dal mondo
Elisa è fuggita con i suoi fratelli e la sorella dalla guerra nel Sudan del Sud quando aveva appena due anni. Nel campo profughi Bidibidi, sostenuto da Caritas, cresce in un ambiente sicuro e va a scuola.
I bambini non devono vivere in strada Il Nord dell’Uganda ha un tasso di povertà particolarmente elevato e ospita molti profughi provenienti dal Sudan del Sud. I conflitti in questi Paesi generano tanta sofferenza e le vittime sono soprattutto i bambini. Le loro vite sono segnate da privazione e violenza. Con questo progetto, Caritas aiuta circa 2300 bambini e giovani indigeni e rifugiati e li protegge da una vita in strada, con l’obiettivo di rafforzare le strutture locali della famiglia e della società. Elisa aveva due anni quando nel 2016 i suoi genitori furono uccisi da un gruppo di ribelli nel Sudan del Sud. Dopo il tragico evento, andò in Uganda con la sorella maggiore e gli altri quattro fratelli per
«Da grande vorrei fare l’infermiera» fuggire dalla guerra. Lì trovarono rifugio nell’enorme campo profughi Bidibidi nel Nord del Paese. In questo campo vivono molti profughi minorenni non accompagnati che hanno bisogno di protezione. Vi è un alto rischio che questi bambini finiscano a vivere per strada. Lo stesso pericolo lo corrono però anche i bambini indigeni. Le loro famiglie sono indipendenti, ma le risorse naturali sono sfruttate in modo eccessivo e
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i terreni prosciugati. I bambini finiscono in strada a causa della grande povertà, la fame e la violenza vissuta sulla propria pelle. Aiuto mirato e a 360 gradi Caritas Svizzera con questo progetto fornisce un sostegno mirato a 450 famiglie profughe e indigene estremamente bisognose. Il progetto viene realizzato insieme ad alcune organizzazioni partner attive sul posto. Aiutiamo le famiglie a individuare nuove opportunità di reddito e a ricevere accesso sia ai microcrediti che alla formazione specialistica. Le sosteniamo inoltre nella costituzione di una propria piccola impresa. Di questa offerta beneficia anche la sorella maggiore di Elisa che vorrebbe aprire un piccolo negozio di alimentari e articoli per la casa.
Un altro obiettivo è fare in modo che le famiglie accrescano la consapevolezza per i diritti dei minori. Gli adolescenti hanno a disposizione persone specializzate nella consulenza legale formate appositamente da Caritas. I bambini possono frequentare la scuola dove oltre all’insegnamento ricevono anche un pranzo gratuito. Sfruttamento sostenibile delle risorse naturali Per garantire l’esistenza alle famiglie contadine è particolarmente importante adottare misure per lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali. Un equilibrio ecologico è indispensabile se vogliono continuare a vivere di quello che producono i loro campi. Grazie al progetto di Caritas, i bambini e gli adolescenti possono crescere in un ambiente sicuro e avere una prospettiva per la vita. Elisa guarda al futuro con tanta fiducia: «Da grande vorrei fare l’infermiera.» (vm)
Foto: Moses Okwonga
Le contadine e i contadini del Mali apprendono come coltivare in modo sostenibile e a usare con parsimonia le scarse risorse.
Caritas Svizzera lancia l’azione clima Le persone più povere al mondo sono le principali vittime degli effetti del cambiamento climatico. Combattere la povertà significa quindi anche proteggere le persone dalle conse guenze del riscaldamento globale. Caritas Svizzera percorre nuove vie con l’azione clima, uno strumento finanziario che permette a ognuno di sostenere progetti climatici lungimiranti. Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico ha presentato questa estate il suo nuovo rapporto. I risultati sono allarmanti: il cambiamento climatico è un fenomeno inarrestabile e i
Per lottare a favore della giustizia climatica, Caritas ha bisogno di partner affidabili al suo fianco. suoi effetti sono già oggi drammatici. Anche Mario Slongo, ex meteorologo di Radio svizzera tedesca e attuale membro del collegio presidenziale di Caritas Svizzera, si dice molto preoccupato: «Gli eventi climatici estremi, che avvengono con sempre maggiore frequenza, cambiano il volto di intere regioni e distruggono i mezzi di sussistenza degli abitanti. A risentirne maggiormente sono le persone indigenti
Foto: John Kalapo
che vivono nelle zone in via di sviluppo. Questa gente ha bisogno di aiuti urgenti, poiché non possiede la formazione necessaria né le risorse finanziarie per adattarsi rapidamente alle nuove condizioni.» Combattere l’indigenza con i progetti sul clima Il cambiamento climatico è tra le principali cause della crescente povertà. Attraverso i suoi progetti, Caritas si impegna per garantire buoni raccolti e un reddito sicuro alle popolazioni più povere nonostante i rapidi mutamenti del clima. Inoltre, è essenziale usare le risorse naturali, come le foreste o l’acqua, in modo particolarmente rispettoso dell’ambiente e con lo sguardo rivolto al futuro. A tale scopo, Caritas sostiene progetti legati alla realtà locale, coinvolge le persone colpite in loco e promuove soluzioni innovative, come ad esempio in Mali, Etiopia o Tagikistan.
Contribuire concretamente alla giustizia climatica Per riuscire nel suo intento, Caritas ha bisogno di partner affidabili al proprio fianco e perciò ha lanciato l’azione clima. Sempre più persone in Svizzera vogliono fare qualcosa di concreto contro le conseguenze del progressivo riscaldamento globale. Desiderano contribuire alla giustizia climatica e aiutare fattivamente le popolazioni colpite nelle regioni più povere del pianeta. Con la sottoscrizione di un’azione clima e il relativo rinnovo annuale si opera un vero e proprio investimento sostenibile a favore delle persone che già oggi subiscono maggiormente le condizioni mutate. «Voglio fornire un contributo immediato e quindi ho sottoscritto le azioni clima di Caritas Svizzera» afferma Mario Slongo. (sg)
Qui potete sottoscrivere un’azione clima! www.action-climat.ch
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Servizi
carla by Caritas: acquisti consapevoli
A Emmen, nel Canton Lucerna, ha aperto un nuovo negozio di Caritas Svizzera che vende abbigliamento di prima e seconda mano. Il suo nome è «carla by Caritas».
Agenda
Nel vasto assortimento potete trovare vestiti e accessori a prezzi accessibili per tutta la famiglia: capi basic intramontabili e indumenti singoli selezionati di marche come H & M, Massimo Dutti, Marc Cain, Tommy Hilfiger, COS e Burberry.
18 dicembre 2021 Iniziativa «Un milione di stelle» dalle 16.00 in tutta la Svizzera Località e informazioni su: unmilionedistelle.ch
Vestiti di marca da Caritas I vestiti di marca ci vengono donati dalle case di moda, che altrimenti li brucerebbero. In Svizzera la gente compra in media circa 30 chili di vestiti all’anno, di cui un quinto viene buttato. Questo comportamento è nocivo per l’ambiente. Sarebbe quindi meglio acquistare di meno, indossare i vestiti più a lungo e comprarli di seconda mano. (lf)
28 gennaio 2022 Forum Caritas «Quando la povertà è al femminile» Eventforum Berna 9.30 –15.30 Iscrizione: caritas.ch/forum oppure 041 419 22 22
Maggiori informazioni su: carlabycaritas.ch
21 marzo 2022, 19.00–20.30 Serata informativa per genitori affidatari interessati Caritas Svizzera, Lucerna Prix Caritas, 10 giugno 2022 Consegna del premio al CCL
«Digi-Treff»: per stare al passo coi tempi Al giorno d’oggi, chi non possiede abilità digitali rimane facilmente indietro. Tutto si svolge online. Tuttavia, proprio le persone che vivono sulla soglia di povertà, spesso non hanno le necessarie competenze digitali. Caritas vuole aiutare queste persone a migliorare le proprie capacità e a cogliere le opportunità dei nuovi sviluppi tecnologici. Grazie al generoso sostegno di Sunrise siamo in grado di offrire questo importante servizio. Acquisire competenze digitali La scorsa primavera, Caritas Argovia ha aperto i primi punti di incontro digitali, i cosiddetti «Digi-Treff». Chi ha bisogno di aiuto può passare senza appuntamento con il proprio laptop o smartphone e chiedere informazioni sui vari utilizzi. I volontari offrono supporto per pagare
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le fatture con l’e-banking, redigere una candidatura online o iscriversi all’URC. Una donna, ad esempio, è felicissima di poter partecipare a un corso di tedesco via Zoom. Un altro utente è ora in grado di pagare le bollette comodamente da casa. Per Annick Grand di Caritas Argovia è importante «che tutte le persone abbiano accesso alle prestazioni sociali a cui hanno diritto». In autunno hanno aperto i loro «Digi- Treff» anche le organizzazioni Caritas regionali di Lucerna, Giura e Neuchâtel. Presto seguiranno anche i Cantoni di Berna, Grigioni, Soletta e Vaud. (lf)
Ulteriori informazioni su: caritas.ch/part-numerique
Foto: Leticia Perrenoud, Thomas Plain
Insieme
Il perché di un legato a Caritas
Guido Käppeli, Svitto
diato a fondo il tema uring Svitto hanno stu sociazione giovanile Bla l’as del viso. e sul azz o rag ggi e orta est un Qu dipingere e si sono persino fatte «verdure di stagione»
Ancorare un comportamento sostenibile in giovane età Con il progetto «Faires Lager» vogliamo destare l’interesse dei partecipanti adolescenti per un comportamento sostenibile. Le ragazze e i ragazzi vengono sensibilizzati alla situazione di interdipendenza globale e motivati a un modo di agire consapevole e sostenibile. Sviluppano soluzioni proprie per generare un nuovo modo di pensare all’interno della loro associazione giovanile. Noi tutti siamo chiamati ad agire nella lotta al cambiamento climatico. La Svizzera consuma ogni anno più risorse di quelle che avrebbe a disposizione. Ecco perché dobbiamo agire e assumerci le responsabilità. Ma da dove si comincia quando c’è tutta questa necessità di intervenire e quali sono le possibilità di azione? È proprio qui entra in scena «Faires Lager» che sostiene i responsabili offrendo consigli concreti per le consuetudini di consumo rispettose dell’ambiente. Un approccio positivo alla tematica e lo sviluppo di valide soluzioni sono di centrale importanza. Occuparsi del tema sostenibilità Il progetto «Faires Lager» sostiene le responsabili e i responsabili del campo fornendo loro una guida per campi giovanili sostenibili e anche una piattaforma
Foto: Blauring Svitto, per gentile concessione
di scambio con testimonianze di gruppi scout o Jubla. Lo scopo è dare tutte le informazioni necessarie sull’organizzazione sostenibile di un campo e su come destare l’entusiasmo degli adolescenti per le questioni relative all’ambiente e alla sostenibilità. Il concorso annuale è un modo ludico per approfondire un argomento legato alla sostenibilità, come ad esempio la stagionalità di frutta e verdura, e individuarne i vantaggi e le proprie possibilità di azione nella vita quotidiana. Il progetto «Faires Lager» esiste da sette anni e dai suoi inizi ha sensibilizzato quasi 14 000 giovani partecipanti al tema della sostenibilità. Vera Ziswiler Responsabile del progetto Faires Lager
«Dopo la mia morte vorrei lasciare quello che resta alle persone che sono state meno fortunate di me. Caritas è un’organizzazione umanitaria che mi garantisce di realizzare le mie volontà nel miglior modo possibile.»
Bernhard Ulrich-Vögtlin, Olten
«Anche dopo la mia morte vorrei aiutare le persone – ad esempio in Africa – che non hanno avuto la mia stessa fortuna. Mi sta molto a cuore l’aiuto all’autoaiuto. Per questo nel mio testamento nomino Caritas Svizzera come beneficiaria e sostengo così i suoi progetti sostenibili. So di potermi fidare di Caritas.»
Maggiori informazioni: faires-lager.ch
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Ma non per Marco: ha infatti bisogno di due lavori per riuscire ad andare avanti.
Per una Svizzera senza povertà. Sottoscrivete ora l’appello: caritas.ch/appello
Nome e immagine modificate a tutela della personalità.
In Svizzera vi è un elevato livello di salario.