ernesto fantozzi
auto d’epoca
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AUTO D’EPOCA: con la macchina sulla macchina – di Luigi Erba
Ci sono parole che appartengono alla vita di ognuno di noi e la caratterizzano. Nel caso di Ernesto Fantozzi una è la sintesi di tutto: “Macchina”. Macchina fotografica e non “apparecchio fotografico”, così macchina e non “automobile”. Più che termini sono strumenti essenziali, protesi, contenitori di occhio, tatto, olfatto, suoni, istinto, ragione e sentimento. La storia inizia con la prima Retinette Kodak regalatagli dalla fidanzata, la successiva Rollei 3.5 sbagliata per il suo occhio, quindi l’amore simbiotico con la Leica.
quel tempo direttore del periodico “La Manovella”, in modo “non banale”. In una scenografia potenzialmente olografica riprende ovviamente i soggetti con coppe e visi sorridenti, ma il primo piano è dell’autista del vincitore in auto, di cui prevale il volume e la forma. Gli occhi dell’autista sono in camera, ma la scenografia si evolve. Viene ripreso anche un altro fotografo in primo piano laterale con un evidente riferimento metalinguistico. È una complessa azione che l’autore non ha provocato ma colto. Fantozzi riprende sempre come se egli non esistesse, lascia fluire il tutto come in un film già predeterminato. Deve solo registrare. È una leggerezza totale… le cose e i personaggi sono liberi di autoraccontarsi. La dimensione filmica è una costante, del resto la formazione di Fantozzi parte dal Neorealismo, per approdare ad Antonioni. Eccoci ancora a un concorso eleganza a Villa d’Este. Siamo nel puro set quasi immaginario: auto riprese con grandangolo alle spalle e nello sfondo, nel centro passa una cabriolet con ruota di scorta sul parafango nell’interezza armonica delle sue forme, sulla destra fotografi ed operatori. Sembra si stia girando un... “C’era una volta in America”. Certo è che ci troviamo sempre di fronte ad un evento, più specificatamente ad una manifestazione con una coreografia di protagonisti e spettatori ed è qui che scatta la tipologia di ripresa di Fantozzi. Il solito non visto. Vediamo il mixed di addetti e curiosi alla “Winter Maraton” di Madonna di Campiglio (2000) o alla “Mille Miglia” di Brescia (2001). Molto più spesso accade che il suo occhio neorealista deve fare i conti con un’eleganza obbligata che sembra far parte del paesaggio come il lago sullo sfondo e la natura possente di un albero che centralmente segna gli spazi di Villa d’Este a Cernobbio (1999). Ecco ancora i personaggi obbligati, scanditi dal primo piano dello stemma Mercedes
Ma poi è andata anche così… È il dopoguerra e il mito dell’auto era totalizzante per la sua generazione. Bambino passava il tempo assieme ad altri in Piazza Risorgimento con le spalle voltate verso la strada. Come in un “Amarcord” era il passaggio delle auto a scatenare la fantasia. Per gioco dovevano indovinarne nome e marca dal loro rumore quasi animato. Un giorno trovarono in Piazza Tricolore un’auto sconosciuta, mai vista. Alzarono gli occhi... MG... un mito da corsa. Ernesto la vide per la prima volta finalmente dopo aver sentito quel suono da suo padre ex-aviatore che ne parlava con altri addetti. “Morris Garage”... era proprio lei, la sigla di uno dei garage che preparava auto sportive. È così che ne divenne in età adulta un collezionista e un esperto commissario tecnico. Con la Leica naturalmente. Sulla macchina e con la macchina dunque. Ora possiamo iniziare a parlare di questo libro “Auto d’epoca” partendo dall’immagine emblematica del linguaggio dell’autore. Si tratta della più canonica premiazione al “Concorso d’Eleganza” di Cernobbio Villa d’Este (2001) che egli risolve, secondo le richieste di Michele Marchianò, in
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e da fari come occhi, a volte con atteggiamenti, con cani e cappelli spesso sofisticatissimi a sottolineare quell’atmosfera che potrebbe diventar retorica nella oleografia delle figure e dei loro gesti. Ma Fantozzi raffredda e registra tutto e raramente accetta la posa, sempre con un leggerezza assoluta: un cameriere in livrea bianca sullo sfondo che fa da contrappunto alla bianca livrea di una Packard. Mentre parlo con lui nel suo antro studio alle pareti foto conosciute della Milano anni sessanta, periodo che lo vede tra i protagonisti del Gruppo ’66 che per la prima volta in Italia ha scandagliato sistematicamente una città: il tifoso sconsolato dopo la partita sugli spalti di San Siro, una donna appoggiata all’Ape o il camionista con il suo mezzo. Due mondi diversi che si congiungono però nell’anima di questo reporter spe-
cialmente nelle riprese della” Mille Miglia”, con il primo piano di nonno e bimbo (Salice Terme 1999) o della donna che passeggia quasi dispersa tra le auto. Non per nulla la foto iniziale del libro è sulla strada: una biposto sport corsa quasi parcheggiata, una ragazza passa in primo piano con scarpe evidenti, una donna si allontana, uno scooterista entra nella scena opposta e guarda l’auto, sullo sfondo portici, negozi e biciclette (Brescia “Mille Miglia” 1998). Fantozzi però non finisce qui, in questo libro solo apparentemente specifico, ma in realtà a grande spettro. Dai rari soggetti in posa torna ad entrare straight nei soggetti con il suo grandangolare: siamo a Monza nei box per la “Coppa Intereuropa”. Altri luoghi, spazi e tempi d’azione.
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Ernesto Fantozzi è stato per diversi anni fotografo ufficiale del periodico La Manovella e membro della Commissione Tecnica dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano). Le foto di questo volume nascono da quella esperienza.
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Brescia, Mille Miglia, 1999
Brescia, Mille Miglia, 1999
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Brescia, Mille Miglia, 1999
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Brescia, Mille Miglia, 2000
Brescia, Mille Miglia, 2000
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Brescia, Mille Miglia, 2001
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Como, Villa Olmo, Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, 1999
Cernobbio, Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, 1999
Cernobbio, Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, 2000
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Cernobbio, Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, 2000
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Cernobbio, Concorso d’eleganza di Villa d’Este, 2001
Autodromo di Monza, Coppa Intereuropa, 1999
Autodromo di Monza, Coppa Intereuropa, 1999
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Autodromo di Monza, Coppa Intereuropa, 1999
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Arese, Museo Storico Alfa Romeo, 2010
A cura di Carlo Cavicchio Un particolare ringraziamento va a Luigi Erba Questa pubblicazione non persegue fini di lucro e non può essere venduta a un costo superione a quello di realizzazione. Š Tutti i diritti riservati Ernesto Fantozzi
Impaginazione, fotolito e stampa:
– Milano
ErnEsto Fantozzi inizia a fotografare nel 1958 e da allora è fedele al Circolo Fotografico Milanese. ama il reportage. sin dalle primissime fotografie è evidente la sua formazione giovanile iniziata sfogliando le riviste straniere, osservando e studiando immagini sportive e di guerra, realizzate nel modo che ancor oggi preferisce: nessuno spazio all’estetica fine a se stessa, ma grande attenzione al significato documentario che l’immagine può trasmettere. nel 1962 riceve la nomina di aFiaP (Artiste de la Federation Internationale de l’Art Photographique). nel 1965 è cofondatore del Gruppo 66. nel 2002 la FiaF lo nomina prima “autore dell’anno” e nel 2003 “Maestro della Fotografia italiana”. La sua attività è tuttora intensa: workshop, conferenze, mostre personali e collettive. Le sue foto continuano a essere pubblicate su libri e riviste.