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eQUiPèCO trimestrale di ricerca e documentazione artistica e culturale_anno Vii n.26 - 2010

Shirin neShat


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ricostruire il futuro_to rebuild the future a cura di_curated by Carmine Mario Muliere

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hile 8.8. Emblematico, toccante, tragicamente razionale. Il nome del Paese accostato ad uno dei più alti gradi di magnitudo della scala Richter: così il Cile presenta la mostra Chile 8.8 alla 12. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia (29 agosto – 21 novembre). L’impressionante terremoto e il conseguente tsunami che lo scorso 27 Febbraio hanno sconvolto il cuore della Nazione (il quinto sisma più intenso al mondo) sono diventati il punto focale di un singolare iter progettuale che, partendo dall’antitesi architettura-sisma, si trasforma in un toccante viaggio nella cultura, nella tradizione, nella storia, nell’umanità di un popolo da sempre pronto a rispondere alla ciclicità dei cataclismi con una straordinaria capacità di ripresa. To rebuild the future significa proprio questo, ricostruire, fronteggiare, reagire, ripartire, concetti fortemente presenti nel background emotivo e culturale degli architetti cileni protagonisti della manifestazione, un ensemble variegato di nomi già affermati a livello nazionale e giovani talenti emergenti, uniti professionalmente per offrire soluzioni concrete laddove l’opera dell’uomo è stata fatalmente cancellata. La partecipazione cilena a La Biennale pone dunque al centro della propria mission una potente parte propositiva, un momento spazio-temporale in cui presentare concretamente progetti, idee, soluzioni, tecnologie, abilità per fronteggiare proprio quell’8.8, simbolo di distruzione, di paura e di morte. «Paradossalmente, il Cile festeggia quest’anno il bicentenario della sua Indipendenza – commenta l’architetto Sebastián Gray, Commissario della mostra – quello che avrebbe dovuto essere un momento di gioia diventa un contesto per riflettere sui valori più profondi del nostro patrimonio culturale. Per gli architetti cileni la sfida è la creazione di una vita completamente nuova, il ripristino della bellezza, la conservazione della storia, la ricostruzione con maggiore saggezza». I progetti, gli edifici, le soluzioni antisismiche presentate a La Biennale saranno proprio ambasciatrici di tale messaggio, testimonianza concreta di un concetto di architettura a dimensione reale e coerente con i bisogni della persona nei mutevoli aspetti della vita quotidiana, concetto tra l’altro molto vicino al tema generale dell’intera manifestazione. Chile 8.8 si struttura in tre principali categorie. Il primo gruppo, intitolato PATRIMONIO, raccoglie edifici realizzati utilizzando stilemi, materiali e processi tipici del luogo al fine di preservarne l’identità storico-territoriale pur nei necessari adattamenti ai canoni antisismici d’avanguardia. Preservare e conservare il passato come valore culturale per il futuro, è il leit-motiv anche della seconda categoria PREFABRICACIÓN, una selezione di opere e progetti dai costi contenuti e dalla rapidità di realizzo, che ne attestano la concretezza in situazioni di grave emergenza. Il terzo gruppo è infine dedicato alle ORGANIZACIONES coinvolte nel soccorrere, ripristinare e valutare le situazioni post-terremoto; questa parte include anche progetti volti alla creazione di una memoria collettiva con

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hile 8.8. Emblematic, touching, tragically rational. The Country’s name placed next to one of the highest magnitudes on the Richter scale: this is how Chile has chosen to introduce the Chile 8.8 architecture exhibition at the 12nd. International Architecture Exhibition – La Biennale di Venezia (29 August – 21 November 2010). The shocking earthquake and consequent tsunami which, the past February 27th, wrecked the heart of the Nation (the fifth strongest earthquake ever recorded) is at the core of this unique project. Reflection on a pair of stark opposites, architecture vs. earthquake, fuels this touching voyage into the culture, traditions, history and humanity of a people accustomed to respond to cyclic destruction with an extraordinary capacity for rebirth. To rebuild the future in the truest sense: to reconstruct, challenge, react, and begin anew – these concepts are embedded deep in the emotional and cultural background of the Chilean architects on which the exhibit is focused. The group is formed by many different personalities, including world-famous names and young emerging talents, all cooperating to offer pragmatic and professional solutions in places where humankind's mark has been so dramatically swept away. Chile’s contribution to the Biennale is therefore focused on a powerful projectual section, a space and a time dedicated solely to the presentation of projects, ideas, technological solutions and skills with which to face that terrifying code, 8.8, the mark of destruction, death and fear. «Paradoxically, this is the year in which Chile celebrates the bicentennial of its independence – reflects architect Sebastián Gray, the exhibition’s Commissary – and what ought to have been a time of celebration becomes a moment in which to reflect on the deepest values treasured within our cultural heritage. For Chilean architects, the challenge is to create new life, restore beauty, preserve history, rebuild with wisdom». Projects, buildings, and anti-seismic techniques showcased at the Biennale have been collected here as emissaries of this plea, visual emblems of a human architecture, coherent with people' needs and with their daily life, a concept which also resonates with the general topic of the event. Chile 8.8 is structured in three main categories. The first section, called PATRIMONIO (Heritage), is a collection of buildings created through the use of vernacular elements, processes and materials, in order to preserve the historic and cultural sense of a place, despite necessary changes introduced by adhering to contemporary anti-seismic canons. To preserve and treasure the past as a cultural value for the future is also the leitmotiv of the second category, PREFABRICACIÓN, a selection of low-cost, easy-to-build structures and projects, realistic options for times of grave emergency. The third section, finally, is dedicated to ORGANIZACIONES involved in post-earthquake emergency, renovation and evaluation activities. This section includes projects aiming to create a collective memory, with documentaries and reportages, in a touching photographic and iconographic display. In conclusion, at the intersection between arChitettUra | arChiteCtUre - n.26 - 2010 eQUiPèCO

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Fotografare e documentare il dramma_Photographing and documenting tragedy: El Paisaje del Tsunami, 2010. Fotografia_Photography: Mathías Klotz. Committente_Commissioned by: Universidad Diego Portales. Crediti Fotografici_Photographic credits: Mathias Klotz. Zona de Catastro. HDV, 22’. Musica_Soundtrack: Ludus vocalis (1973), di_by Juan Amenábar (1922-1999). Produzione e foto_Production and photography: Mathias Klotz Germain. Fotocamera e post produzione_Camera and post-production: Claudio Celis Bueno. Direzione ed edizione_Direction and editing: Carlos Pérez Villabos.

reportage documentaristici in un toccante percorso fotografico ed iconografico. In conclusione, a metà strada tra una identità commemorativa e una forte spinta propositiva, Chile 8.8 diventa l’occasione per riflettere sul binomio architettura ed eventi sismici alla luce di una sfida globale di rilevante spessore economico, sociale, culturale ed umano. La sfida parte da una regolamentazione disciplinare precisa per le tecniche di ricostruzione, dipanate tra budget low cost, urgenze, difficoltà operative e recupero del patrimonio storico: un paradigma architettonico che il Cile presenta al mondo intero. Commissario: Sabastián Gray. Commissari aggiunti: Macarena Cortés, Claudia Barattini. Comitato Culturale: Horacio del Valle, Patricio Gross, Antonia Lehmann, Cristián Undurraga. Organizzazione a cura del DIRAC, Dirección de Asuntos Culturales e del Ministerio de Relaciones Exteriores de Chile. Collaboratori: CNCA Consejo Nacional de la Cultura y las Artes, Fundación Imagen Chile, Ambasciata del Cile in Italia, Istituto Italo-Latinoamericano (IILA). Design e Setup: Rodrigo Castillo, PROIMAGEN Ltda in collaborazione con Marcelo Olivera, Jonathan Berowski, Francisco Barra. Catalogo: design di Kathryn Gillmore, editing e traduzione di Gisela Frick. Si ringrazia Rodrigo Araya e Dino Bozzi. Chile 8.8 – Organizaciones: azioni concrete per la ricostruzione. La mostra: accanto alle sezioni Patrimonio e Prefabricacíon, ha scelto di dare spazio anche alle Organizzazioni impegnate nella ricostruzione del Paese dopo il terremoto del 27 febbraio 2010: i quattro progetti selezionati si trasformano in ambasciatori di risposte concrete ed innovative alla ricostruzione ed alla tutela dell’eredità storica delle zone devastate. Gli architetti del Bio Bío Proyecta (Patricio Mora Araya, Leonel Pérez Bustamante con Hilda Basoalto Mosquera, Claudia Cerda Inostroza, Viviana Vilches Wolf e Felipe Rivera Yáňez) presentano Proyecta Memoria, un significativo progetto di salvaguardia del patrimonio culturale del Cile proprio attraverso il recupero delle macerie trasformate simbolicamente in monumenti in ricordo di quel tragico 27 Febbraio. Seconda organizzazione, dal titolo Emergencia y Recostruccion-Volutand de lo Real ad opera dell’Università di architettura Pontificia Universidad Católica de Chile PUC, è un insieme di progetti e studi concepiti come risposta concreta e rapida alle disperate condizioni della popolazione terremotata. Il progetto contempla una prima la fase di azione di soccorso nelle zone colpite parallelamente alla valutazione dei danni sul patrimonio storico per poi proporre la realizzazione in loco di unità abitative in collaborazione con VPE (Vivenda Progressiva de Emergencia); la seconda fase invece comprende lo sviluppo di una serie di progetti per edifici storici, monumenti nazionali e chiese colpiti pesantemente dal disastro tellurico: area di intervento il paese di Curepto dove il PUC presenta una fase pre-terremoto, una panoramica post terremoto, una serie di unità abitative

commemorative identity and driving new ideas, Chile 8.8 is a chance to reflect on the interaction of architecture with seismic events, in the context of a very serious global challenge insisting on the economic, social, cultural and human planes. The response to this challenge begins with a strict disciplinary regulation covering reconstruction techniques, touching the issues of low budgets, urgency and emergency, operative difficulties, and the tutelage of historical heritage: an architectural paradigm offered by Chile to the entire world. Commissioner: Sebastián Gray. Sub-commissioners: Macarena Cortés, Claudia Barattini. Cultural Commitee: Horacio del Valle, Patricio Gross, Antonia Lehmann, Cristián Undurraga. Organization managed by DIRAC, the Chilean Cultural Affairs Directorate and by the Foreign Relation Ministry of Chile. Cooperators: CNCA Consejo Nacional de la Cultura y las Artes, Fundación Imagen Chile, Chilean Embassy to in Italy, Istituto Italo-Latinoamericano (IILA). Design and Setup: Rodrigo Castillo, PROIMAGEN Ltda in cooperation with Marcelo Olivera, Jonathan Berowski, Francisco Barra. Catalogue: design by Kathryn Gillmore, editing and translation by Gisela Frick. Special thanks to Rodrigo Araya and Dino Bozzi. Chile 8.8 – Organizations: practical actions for reconstruction. The exhibition: together with sections dedicated to Heritage and Modularity, gives emphasis to the Organizations involved in rebuilding the Country after the earthquake of February 27th, 2010. The four selected projects are presented as emissaries of practical, innovative responses to reconstruction and to the protection of historical heritage in the concerned areas. The Bio Bío Proyecta architects (Patricio Mora Araya, Leonel Pérez Bustamante with Hilda Basoalto Mosquera, Claudia Cerda Inostroza, Viviana Vilches Wolf and Felipe Rivera Yáňez) present Proyecta Memoria, a significative project aiming to preserve Chile's cultural heritage by symbolically turning rubble into monuments to the memory of this tragic of February 27th. The second project presented, Emergencia y Recostruccion-Voluntad de lo Real, organized by the Architecture School of the Catholic University of Chile, PUC, is actually a group of projects and designs developed as a pragmatic and immediate response to the desperate conditions of the population hit by the earthquake. The project's first phase includes relief and emergency actions in the concerned areas, to be conducted in parallel with a damage evaluation focused on historical heritage, and concluding with the design of on-site housing units in cooperation with VPE (Vivenda Progressiva de Emergencia). The second phase includes the development of a series of projects for the preservation of historical buildings, national monuments and churches severely damaged by the earthquake. The location considered is the village of Curepto, where PUC examined the pre- and post-earthquake situation, a series of emergency housing units, and arChitettUra | arChiteCtUre - n.26 - 2010 eQUiPèCO

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d’emergenza e possibili progetti di ricostruzione con un scrupoloso rispetto dell’eredità culturale ed architettonica del luogo. Nuestro Patrimonyo Hoy è invece una pubblicazione documentaristica realizzata dal Consejo de Monumentos Nacionales in collaborazione con la Corporación Patrimonio Cultural de Chile ed il supporto di Minera Escondida. Al centro di questo toccante reportage fotografico suddiviso per Regioni, vi sono 63 monumenti storici del Paese danneggiati, pericolanti e, spesso, completamente distrutti dal sisma. Reconstruye, l’ultima parte della sezione, raggruppa infine un progetto (Proyecto Equipamiento Barrial Y Albergue De Emergencia Y Modelo De Gestión De Vivienda Cooperativa En Talca) di ricostruzione attraverso organizzazioni sociali con capitale gestito direttamente dalla popolazione locale. Promotore di tale sensibilizzazione da un lato e portavoce di una totale revisione delle tecniche antisismiche dall’altro, Reconstruye prospetta un nuovo modo di concepire lo spazio urbano: modello di riferimento è Santa Ana e Barrio Seminario a Talca nella Regione del Maule. Proyecto Equipamiento Barrial Y Albergue De Emergencia Y Modelo De Gestión De Vivienda Cooperativa En Talca. Location: Población Santa Ana y Barrio Seminario Talca, Regione del Maule. Autore: ONG Reconstruye. Istituzioni coinvolte: ONG Reconstruye, Co-op s.a., FAR, Supersudaka, Comceci. Anno del progetto: maggio 2010. Presentazione del preliminare nel settembre 2010. Casa: costruzione nel dicembre 2010. Proyecta Memoria. Località: zone colpite dal terremoto cileno del 27 febbraio 2010. Autori: Architettura Major Patricio Mora Araya. Urban Studies Dottorato Leonel Pérez Bustamante. Architetto: Hilda Basoalto Mosquera, Viviana Claudia Cerda Inostroza, Vilches Wolf. Architecture Studio Felipe Yanez Rivera. Cooperatori: Arellano Ricardo, Studente di architettura, Università di Bío-Bío, Letelier Daniela García, Architettura Maggiore, Università di Concepción. Cooperatori per la fotografia: Gustavo Burgos, Valencia Alejandro. Progetto Anno: 2010. Anno di sviluppo: 2010. Emergencia y Recostruccion-Voluntad de lo Real. Località: Curepto, Regione Maule, Cile. Autori: Facoltà di Architettura dell'Università Cattolica del Cile. Contributi: Iniziatore / Direttore della Scuola di Architettura UC: Juan Baixas Ignacio (Architetto, UC 1968) Docente: Arroyo Diego (Architetto, UC 2003), Consuelo Bravo (Architetto, UC 1998, marzo Harvard GSD), Waldo Bustamante (Ingegnere UC 1986, PhD Lovaine), Mario Carreño (Architetto, UC 2000), Rocio Costa (Architetto, UC 2002), Alejandro Crispiani (Architetto UNLP 1984, Quilmes PhD), Enrique Del Rio (Architetto, UC 1986), Francisco Diaz (Architetto 2005, marzo UC), Pilar García (Architetto, UC 1984), Sandra Iturriaga (Architetto UC 1993, Marzo ETSAB), Martin Labbe (Architetto UC 2000), Juan Ignacio López (Architetto UC 1992, ETSAB marzo), Arturo Lyon (Architetto UC 2004, AA marzo), Paula Martinez (Architetto UC 1994), Alex Moreno (Architetto UC 1977), Architetto Rodrigo Pedraza (UC 2001), Rodrigo Pérez de Arce (Architetto UC 1972, AA marzo), Marcelo Sarovic (Master Archi-

possible plans for reconstruction with absolute respect for the cultural and architectural heritage of the site. Nuestro Patrimonyo Hoy is a documentary work created by the Consejo de Monumentos Nacionales in cooperation with the Corporación Patrimonio Cultural de Chile, and the support of Minera Escondida. Protagonists of this touching photographic reportage, divided by Regions, are 63 historical monuments which have been damaged, wrecked and, often, completely destroyed by the earthquake. Finally, Reconstruye, the last part of this section, displays a reconstruction project (Proyecto Equipamiento Barrial Y Albergue De Emergencia Y Modelo De Gestión De Vivienda Cooperativa En Talca) based on social organizations, by which the local population is directly assigned to manage the available capital. Reconstruye takes on a double role, on the one side raising awareness of such possibilities and on the other completely revisiting anti-seismic techniques. The result is a new way of looking at urban space. The locations are Santa Ana and Barrio Seminario in Talca in the Maule Region. Proyecto Equipamiento Barrial Y Albergue De Emergencia Y Modelo De Gestión De Vivienda Cooperativa En Talca. Location: Población Santa Ana and Barrio Seminario, Talca, Region of Maule. Author: NGO Reconstruye. Institutions involved: NGO Reconstruye, Co-op s.a., FAR, Supersudaka, Comceci. Project year: project start-up May, 2010. Preliminary design presentation September, 2010. House construction December, 2010. Estimated cost: Construction costs are still to be defined. Proyecta Memoria. Location: Chilean areas hit by the 27th of February 2010 earthquake. Authors: Architecture Major Patricio Mora Araya. Urban Studies Doctorate Leonel Pérez Bustamante. Architect: Hilda Basoalto Mosquera, Claudia Cerda Inostroza, Viviana Vilches Wolf. Architecture Studio Felipe Rivera Yáñez. Cooperators: Ricardo Arellano, Architecture Student, University of Bío-Bío; Daniela García Letelier, Architecture Major, University of Concepción. Cooperators for photography: Gustavo Burgos, Alejandro Valencia. Project Year: 2010. Development year: 2010. Emergencia y Recostruccion-Voluntad de lo Real. Location: Curepto, Maule Region, Chile. Authors: School of Architecture Catholic University of Chile. Contributions: Initiator / Director of the UC School of Architecture: Juan Ignacio Baixas (Architect, UC 1968) Professor: Diego Arroyo (Architect, UC 2003), Consuelo Bravo (Architect, UC 1998, MArch Harvard GSD ), Waldo Bustamante (Engineer UC 1986, PhD Lovaine), Mario Carreño (Architect, UC 2000), Rocio Costa (Architect, UC 2002 ), Alejandro Crispiani (Architect UNLP 1984, PhD Quilmes), Enrique Del Rio (Architect, UC 1986 ), Francisco Diaz (Architect 2005, MArch UC), Pilar García (Architect, UC 1984 ), Sandra Iturriaga (Architect UC 1993, MArch ETSAB), Martin Labbe (Architect UC 2000), Juan Ignacio López (Architect UC 1992, MArch ETSAB ), Arturo Lyon (Architect UC 2004, MArch AA), Paula Martinez (Architect UC 1994), Alex Moreno (Architect UC 1977), Rodrigo Pedraza (Architect UC 2001), Rodrigo Pérez de Arce(Architect UC 1972, MArch AA), Marcelo Sarovic (Architect UC 1999, Master UC), CrisarChitettUra | arChiteCtUre - n.26 - 2010 eQUiPèCO

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MAXXI, Vista dell’atrio dal secondo piano, fotografie di Iwan Baan. Pagina destra_Rigth page: Zaha Hadid, Schizzo di studio per il MAXXI, 1998 ca.

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Atrio d’ingresso.


MAXXI ZAHA HADID MUSEO ARCHITECTS O DELLE I ARTI DEL XXI Carmine Mario Muliere

l 23 settembre c’è stata la presentazione – a cura di Gianluca Racana e Manon Janssens – del volume sul MAXXI edito da Skira. Il libro è dedicato all’architettura del nuovo Museo nazionale della creatività contemporanea, realizzato dallo Studio di Zaha Hadid Architects e inaugurato il 30 maggio 2010. Sono intervenuti: Pio Baldi – Presidente Fondazione MAXXI, Margherita Guccione – Direttore MAXXI Architettura, Pippo Ciorra – Senior Curator MAXXI Architettura, Franco Purini – Architetto, saggista e docente universitario e Gianluca Racana – Associate Director Zaha Hadid Architects, moderatore: Luca Molinari – Editor della collana di architettura Skira. l volume racconta il grande progetto architettonico dalle forme innovative e spettacolari, dall’ideazione al cantiere, alla realizzazione sorta nel quartiere Flaminio di Roma, poco distante dall’edificio progettato da Pierluigi Nervi per le Olimpiadi del 1960 e all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano. Il progetto è stato selezionato dal concorso pubblico internazionale bandito dalla Soprintendenza Speciale alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna su incarico del Ministro per i Beni Culturali nel 1998. Il progetto di Zaha Hadid, tra i 273 candidati, convinse la giuria per la sua capacità di integrarsi nel tessuto urbano in virtù delle proposte di soluzioni innovative e creative espresse nella complessità delle forme: pareti curvilinee, l’intreccio variabile delle quote che determinano un’ardita struttura spaziale bilanciata alla funzionalità. Il visitatore è guidato dalla luce naturale che unisce gli ambienti: la grande hall a tutta altezza ospita i servizi di accoglienza e introduce all’Auditorium, alle gallerie delle collezioni permanenti, alle mostre e agli eventi temporanei, al bookshop, alla caffetteria. ’opera di Zaha Hadid nasce dalla sua interiore visione artistica. È mia convinzione che l’Arte appartenga all’invisibile che può svelarsi nella manifestazione per mezzo del piano geodetico che consente la visione dall’alto. Questa premessa è scaturita appena ho aperto il libro: nella pagina di apertura i nomi dell’opera e dell’autrice; in volta: l’immagine dello schizzo di studio per il Maxxi, 1998 ca.; a pagina 3: il titolo del libro. Subito appare evidente che lo schizzo dell’archistar irachena è il grembo della genesi dell’opera realizzata. È l’archetipo nascosto nel panta rei delle idee. È la distinzione semantica tra numero e cifra, tra

SECOLO I MUSEUM OF XXI

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n the 23rd of September took place the presentation – by Gianluca Racana and Manon Janssens – of MAXXI book, edited by Skira. This book has been dedicated to the new architecture of the Contemporary Creativity National Museum, realized by Studio Zaha Hadid's Architects and inaugurated on the 30th of May, 2010. Some people who took part to this occasion: Pio Baldi – MAXXI foundation director, Margherita Guccione – MAXXI Architecture director, Pippo Ciorra – MAXXI Architecture Senior Curator, Franco Purini – Architect essayist and university professor, Gianluca Racana – Associate director of Zaha Hadid Architects, moderator: Luca Molinari – Editor of Skira's architecture series. The volume tells about the great architectural project made of innovative and spectacular forms, from the building site ideation, to the realization raised in Flaminio area, Rome, not far from the building planned by Pierluigi Nervi, the 1960 Olympics and Renzo Piano's Auditorium Music Park. The project has been selected by a public competition announced by the Special Department for the National Gallery of Modern Arts at the bequest of the Minister for Cultural Heritage in 1998. Zaha Hadid's project, among the 273 participants, convinced the jury for its ability to fit into the urban fabric in accordance with the proposed innovative and creative solutions expressed inside the forms complexities: curvilinear walls, interweave of heights that determine a bold spacial structure balanced for functionality. The visitor is leaded by the natural light that connectys the rooms: the big hall, full size, hosts the welcome services and brings to the Auditorium, the permanent collections galleries, the temporary events and exhibitions, the bookshop and the coffee bar. aha Hadid art work arises from her inner artistic view. I am convinced that Art owns to the invisible and it can be revealed in manifestation by means of a geodetic plan that enables a view from the top.

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Modernità e campo dell’arte: alla ricerca di nuovi riferimenti culturali

Modernity and Art Field: toward new cultural references

Raffaele Quattrone

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ost-modernity, globalization ost-Modernità, globalizzaand multiculturalism are some zione e multiculturalità sono of the words more used and often alcuni dei termini più usati e misused both in the artistic and sospesso abusati della letteratura ciological literature of these last tanto sociologica quanto artistica years where the social complexity di questi ultimi decenni, dove la hides the existence of a phase of complessità sociale tradisce l’esithe human existence uncertain stenza di uno stadio dell’esistenza and transitory from the theoretiumana incerto e transitorio dal cal-cognitive point of view bepunto di vista teorico-conoscitivo cause not yet entirely explainable in quanto non ancora del tutto or explained. From this point of codificabile o codificato. Embleview it is emblematic the famous matico da questo punto di vista il study of the French sociologist Lycelebre studio del sociologo franotard that defines post-Modernity cese Lyotard che definisce postthe stadium of the human exisModernità lo stadio dell’esistenza tence deriving from the collapse umana risultante dalla fine della of the history, the Grand narratives storia, delle grandi teorie (Illumi(Enlightenment, Idealism and nismo, Idealismo e Marxismo) e Marxism) and the high ideals. In degli alti ideali, condizione che in the art field this condition doveambito artistico si è tradotta nella tails with the end of the utopian fine dell’utopica idea progressista and progressive idea of the Avantdelle avanguardie ed in particolar garde and notably of the Neomodo delle neoavanguardie, Avantgardes that contested the contestatrici del degrado deldegrade of an artworks in merl’opera in merce e della degenechandise and the degeneration of razione del collezionista in the collector in financial speculaspeculatore finanziario, a favore tor in favour of a cultural noinvece di un nomadismo cultumadism, an acknowledgment rale, di un citazionismo privo di deprived of any historical linearity qualsiasi linearità storica come as we can find in the artworks of per esempio nei lavori dei NuoviShirin Neshat (1994), Guardians of Revolution (Women of Allah series) Nuovi–Nuovi movement, Nuovi, degli Anacronisti o della RC print & ink, 102,2×94 cm (40 1/4×37 inches), © Shirin Neshat, Anachronism movement or Transavanguardia. Questa perPhoto credit: Cynthia Preston. Courtesy: Barbara Gladstone Gallery, New York Transavantgarde. This loss of refdita di riferimenti converge con erences converges with the exl’esaurimento, in seguito alla cahaustion (following the fall of the Berlin wall) of the American cultural duta del muro di Berlino, dell’egemonia culturale statunitense, consolihegemony, consolidated by the second post-war period until 70’s also datasi dal secondo dopoguerra ai primi anni ’70 anche grazie alla thanks to the division of the European continent in two contrasted blocks, divisione del continente europeo in due blocchi contrapposti, favorendo favouring the entrance in the art field of the artists coming from all the così l’entrata nel campo artistico di artisti provenienti da tutti i continenti continents with a presence of young people deriving particularly from con una presenza di giovani provenienti in particolar modo dal Sud-Est the Asian Southeast. For the first time this art multiculturalism took form asiatico. Questa multiculturalità artistica ha trovato una forma particolarin the exhibition Les Magiciens de la terre held at the Centre Pompidou mente compiuta nella mostra Les Magiciens de la terre tenutasi presso il in Paris in 1989 where the curator Szeemann emphasized and legitimated Centro Pompidou di Parigi nel 1989 dove il curatore Szeemann ha dato some extra-western artistic practices putting in doubt the absolutism of visibilità e legittimazione a forme artistiche extra-occidentali mettendo the Western artistic canon. Anyhow the relationship between the così in dubbio l’assolutismo del canone artistico occidentale. Ad ogni loss/change of the cultural references and the redefinition of the Western modo il rapporto tra la perdita/modifica dei riferimenti culturali e la riartistic canon is not visible only in the conspicuous presence of not Westdefinizione del canone artistico occidentale non si concretizza solo nella ern artists but more generically through the inclusion of figures almost nutrita presenza di artisti non occidentali ma più genericamente attraalways marginalized in the past as the women, the sexual, cultural and ethverso l’inclusione di figure quasi sempre marginalizzate nel passato come nic minorities conducting the art field toward an extension of the citizenle donne, le minoranze sessuali, culturali, etniche, ecc. conducendo il ship rights recognized to its members. Nevertheless this art campo artistico verso un ampliamento delle forme di cittadinanza ricodemocratization is based on a fragile equilibrium among the new univernosciute ai suoi membri. Questa democratizzazione dell’arte poggia tutsalization of the Western culture (globalization) and the closing of the tavia su un fragile equilibrio tra la nuova universalizzazione della cultura various national cultures in a sort of rigid and rigorous incommunicability, occidentale (globalizzazione) e la chiusura delle varie culture nazionali in

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MODERNITà E CAMPO DELL’ARTE | MODERNITY AND ART FIELD - n.26 - 2010 eQUiPèCO

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Glenn Brown (2009), War in Peace, olio su pannello, 116×87 cm. © Glenn Brown. Courtesy della Gagosian Gallery


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Un mondo capovolto.

Alla ricerca di un nuovo orizzonte di senso Tutto passa, ma tutto rimane. Questa è la mia sensazione più profonda: che niente si perde completamente, niente svanisce, ma si conserva in qualche modo e da qualche parte. Ciò che ha valore rimane, anche se noi cessiamo di percepirlo. Pavel A. Florenskij, Non dimenticatemi

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se ciò che sembra ovvio non lo fosse? Parliamo del punto di vista sulla vita, su ciò che conosciamo. La nostra è un’ottica addomesticata, vincolata a un punto di vista univoco. Fin dalla nascita intraprendiamo cammini diversi, seguendo le nostre attitudini, seppur ogni scelta resti inquadrata in prevedibili aspettative sociali. Se ci trovassimo davanti a uno specchio rivelatore, alla ricerca del responsabile dell’andamento di tale sistema, resteremmo delusi vedendo riflessa solo la nostra immagine. Ma la risposta, inaspettata, è proprio questa, si tratta di un organismo socio-economico che si autoalimenta, lentamente instillato nelle generazioni come risposta alla ricerca del benessere diffuso, il giusto compromesso del «poco a tutti» (e a qualcuno un pó troppo) che solo le società tecnologicamente avanzate sembrano meritare. Il resto del mondo, per chetare rimorsi di coscienza, è una questione facilmente risolvibile con la beneficenza. Se l’Insostenibile leggerezza dell’avere di Valerio Pignatta, 34 eQUiPèCO n.22 - 2010 - PrOgetti | PrOjeCtS

Nila Shabnam Bonetti

A world upside down. In search for a new horizon of meaning

Everything passes, but everything. This is my deepest feeling: That nothing is completely lost, Nothing disappears, but preserves itself someway and somewhere. What is worthy remains, even if we stop perceiving it. Pavel A. Florenskij, Non dimenticatemi

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hat if what seemed obvious actually weren’t so obvious? We are talking about a viewpoint on life, on what we know. Ours is a disciplined point of view, shackled to a single standpoint. Since birth we embark on different paths, following our dispositions, even if anything that is chosen remains bolstered in predictable social expectations. If we found ourselves in front of a looking glass, in search of the person responsible for this system of things, we would be saddened, for we would ‘only’ see our reflection. But the answer, unexpected, is just that, it’s a socioeconomic organism which feeds itself, slowly instilled in generations as the answer to the search for diffuse wealth, the right compromise, the «few to many» (and a bit too much to few) which only technologically advanced societies seem to deserve. The rest of the world, to quieten guilty consciences, is a question easily solvable thanks to charity. If Valerio Pignatta’s l’ Insostenibile leggerezza dell’avere, a simple text rich with


un testo semplice e ricco di spunti d’approfondimento sul tema della decrescita economica, per qualcuno potrebbe sembrare piuttosto estremo nelle posizioni anarco-hippie di nuova generazione, sortisce su un semplice interessato o un neofita un effetto d’apertura ad altre possibilità di interpretazione della realtà, introducendo nuove aspettative di vita. Decostruire la convinzione latente del «consumo, dunque sono», per dirla alla Bauman, riedificando un’identità indipendente da ciò che si possiede, significa reinventarsi su basi totalmente nuove e prive di un substrato socio-culturale favorevole. Significa andare contro un sistema sapientemente e storicamente stratificato e radicato. Noi, da soli, siamo fragili e indifesi. Siamo squali che solcano l’asfalto ogni mattina per divorare antagonisti in ufficio, intenti a fare carriera con la convinzione di poter vincere ogni paura. Siamo in quanto abbiamo. Ma se ci perdessimo in una foresta non sopravviveremmo due giorni. Impauriti dalla caducità e dal vuoto che riempiamo con «cose». Per una volta proviamo a deporre le armi e ad ammettere che la ricerca dell’immortalità preconfezionata sia una sfida, se non altro, discutibile. Terre vulnerabili per uomini che si stanno sinceramente guardando, terre che ormai tremano sotto i nostri passi, ricordando la cecità verso il creato ormai corroso dall’uomo che ha dichiarato guerra all’incontrollabilità della natura. Terre vulnerabili è il titolo della mostra-progetto di Chiara Bertola, esordio curatoriale presso Hangar Bicocca, una mostra in evoluzione basata sulla condivisione e lo sviluppo delle opere, come entità organiche destinate a crescere e a rinnovarsi nel tempo grazie all’azione di più artisti. Questa mostra si divide in quattro sezioni che seguono le fasi lunari, è viva, respira, va contro l’idea di conservazione dell’opera d’arte perché l’opera è l’intervento sinergico di artisti diversi in cicli che si rinnovano, in una cooperazione e modellazione l’una sull’altra delle personalità artistiche, accettando caducità e rinascita, così come l’uomo riconoscendo e accettando la precarietà dell’esistenza si pone all’inizio della strada per scoprire il senso dell’esistenza. Vulnerabilità è penetrabilità, capacità empatica di plasmazione, è sensibilità per un ambiente e un’umanità resi sempre più fragili dall’azione antropica aggressiva esercitata da una minoranza tecnologica sconsiderata. L’Hangar propone una mostra che non solo avverte queste problematiche nell’opera di molti artisti invitati a esporre, ma invita a una presa di coscienza, una riflessione responsabile a partire dal contributo di Ermanno Olmi che riporta estratti video del Forum mondiale Terra Madre del 2006, una importante discussione sulla politica e l’economia del cibo nel mondo. All’intervento spettacolare compiuto da Ackroyd & Harvey che rende un prato verticale tavolozza su cui imprimere immagini, perfetto esempio di controllo dei pro-

Ackroyd & Harvey, Testament, erba, argilla, acqua, immagine impressionata attraverso fotosintesi, m 8×6, 1998-2010

Mario Airò, Atlantide, laser, legno e metallo, misure variabili, 2010

Stefano Arienti, Rampicante, 2 teli, m 15×5, vetro circa 70 cm, 2009-2010. Pagina destra_Right page: Rä di Martino, If You See the Object, the Object Sees You, HD Video 4’ (circa), 2010

many cues on the theme of economic decrease, it could appear to some to be quite extreme in new generation anarcho-hippie positions, on someone with a passing fancy for the subject or to a neophyte it offers an opening to other interpretations of reality, introducing new life expectations. Deconstructing the latent conviction of the tenet ‘I consume, therefore I am’, as Bauman would put it, rebuilding an identity independent from what we own, also means to reinvent oneself on completely new bases and devoid of a favourable socio-cultural substrate. It means acting against a system historically and wisely stratified and embedded too. Alone, we are fragile and without protection. We are sharks that plough our way through asphalt every morning in order to devour our enemies at work, intent on making a career and assured to be able to win every fear. We are because we have. But if we got lost in a forest, we wouldn’t survive two days. Scared by the caducity and by the emptiness, which we fill with ‘things’. For once let us try to lay down our weapons and admit to the fact that the research of readymade immortality is a challenge all but debatable. Vulnerable lands for men who are sincerely looking at themselves, lands that now tremble beneath our feet, reminding us of the blindness towards creation which is now corroded by man who has declared war to nature not being controllable. Terre Vulnerability is the title of the exposition-project of Chiara Bertola, a curatorial debut at Hangar Bicocca, an evolving exhibit based on the sharing and the development of the works, as organic entities destined to grow and renovate themselves in time thanks to the action of multiple artists. This exhibition is divided in four sections, which follow the lunar phases, it’s alive, it breathes, it goes against the idea of preservation of the work of art because the work is a synergic application of different artists during renewing cycles, in cooperation and modelling one artistic personality on another, accepting old age and rebirth, just as man, recognizing and accepting the precarious state of existence, puts himself at the beginning of the path to discover the meaning of life. Being vulnerable is being penetrable, empathic capacity of creating; it’s the sensitivity towards an environment and a humanity made ever so fragile by the action, anthropic and aggressive, exercised by an inconsiderate technological minority. The Hangar offers an exhibition which not only realizes this problem in the works of many artists invited to display, but also beckons a conscience call, a responsible reflection starting from Ermanno Olmi’s contribution which offers video extracts of 2006’s Forum mondiale Terra Madre, an important discussion on food politics and economy in the world. From the spectacular intervention of Ackroyd & Harvey, who turn a vertical lawn into a palette on which to impress images, perfect example of PrOgetti | PrOjeCtS - n.26 - 2010 eQUiPèCO

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LA FESTA DEI VIVI

(CHE RIFLETTONO SULLA MORTE) un pellegrinaggio a Lu Cafausu a cura di Carmine Mario Muliere

AND AND AND è un progetto curato da artisti che accompagna l’avvil’avvicinarsi della terza edizione di dOCUMENTA (13) nel 2012. Il progetto vuole riflettere sul ruolo che l’arte e la cultura possono avere oggi e a quale pubblico riferirsi. Le serie di interventi, situazioni ed eventi di artisti e gruppi internazionali, intitolate AND AND AND sono parte di dOCUMENTA (13) e comporranno una mappa di posizioni e que stioni emergenti, e possibili punti di solidarietà. Per il sesto evento, AND AND AND ha invitato Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese e Cesare Pietroiusti che, con la collaborazione di Luigi Presicce, propongono di trasformare la tradizionale Festa dei morti in una nuova celebrazione, la Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte) . Per l’inaugurazione di questa festa gli artisti invitano tutti a parpartecipare al pellegrinaggio più breve e più lento del mondo, una festa e un pellegrinaggio per celebrare la vita. Una riflessione sulla morte come tra sformazione, soglia, mistero, ma anche come necessario orizzonte di senso. Un pellegrinaggio circolare che ritorna al punto di partenza: Lu Cafausu, a San Cesario di Lecce. Lu Cafausu è un luogo immaginario che esiste per davvero, anomalia architettonica ed esistenziale, sistema di potenzialità che produce metafore e narrazioni, perché non può essere definito senza provocare un nonsenso, perché esso è evidentemente portatore di una sto ria e di un qualche significato, ma nessuno sa esattamente quali siano. «È il tempio della nullità, il monumento più eloquente al mondo dell’idea stessa di essere lost in translation . È l’opposto della torre di Babele, sulla soglia tutti parlano lingue diverse, ma non appena si entra gli idiomi si uniuniscono poiché all’interno di quella piccola casa non c’è più nulla da dire». (Steve Piccolo, facebook, 23 aprile 2010, ore 10.22 pm) Un luogo attorno a cui la morte aleggia ed è facilmente percepibile: la picpiccola e misteriosa costruzione potrebbe essere abbattuta da un giorno al l’altro per lasciare spazio alle automobili, oppure potrebbe letteralmente sbriciolarsi per la sua propria fragilità. Persino la sua trasformazione in monumento non sarebbe altro che una forma di ibernazione. Proprio a causa di questa condizione di incertezza e precarietà gli artisti hanno scelto Lu Cafausu come luogo ideale per la nuova festa, la Festa dei Vivi che, per dare senso alla vita, riflettono sulla morte: la propria, in pri mis. Durante il pellegrinaggio ci sarà modo di approfondire questi temi così come riecheggiano nell’idea di morte vitale, di surplace sulla soglia, di fisicità precaria, fluttuante, godibile. Alle soste si alterneranno lentissimi avanzamenti a cui tutti i partecipanti contribuiranno spingendo una barca (arca o carretto) in cui i portati e i portatori si scambiano. Il pellegrinaggio più breve del mondo, dove per percorrere pochi metri necessitano molte ore. Una disfunzione temporale tra l’azione, l’intenzione e la realtà, in cui il tempo si deposita negli angoli, nei dettagli, nei centimetri dello spazio di un percorso circolare. Un godimento duraturo, un godimento ininterrotto, non sarebbe più sensensazione e godimento: il godimento è godimento solo perché passa. (Ludwig Feuerbach, Pensieri sulla morte e l’immortalità , 1830; trad. it. di Fabio Bazzani, Editori Riuniti 1997, p. 70) La Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte) un progetto di Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti con la collaborazione di Luigi Pre sicce, organizzato per AND AND AND nell’ambito di dOCUMENTA (13) 2 novembre 2010 San Cesario di Lecce. Via C.F. Barbieri, 52 info: cafausu@me.com www.andandand.org - www.lucafausu.tk - www.documenta.de

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THE FEAST OF THE LIVING ONES (WHO REFLECT UPON DEATH) a pilgrimage around Lu Cafausu

AND AND AND is an artist run initiative, which will use the time between now and dOC UMENTA (13) in 2012 to consider with individuals and groups across the world the role art and culture can play today and the constituent publics or communities, which could be ad dressed. The series of interventions, situations, and occurrences entitled AND AND AND are part of dOCUMENTA (13) and will compose a map of emergent positions, concerns, and possible points of solidarity. For the sixth event, AND AND AND has invited the Italian artist collective composed of Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese and Cesare Pietroiusti. For the AND AND AND series, the artists – in collaboration with Luigi Presicce – pro pose to turn the November 2 traditional celebracelebration of the Dead ones, into a new holiday: La Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte) , The Feast of the Living Ones (who reflect upon death) . For this celebration, the artists want to invite those who are interested to be part of a pilgrimage, probably the shortest and slowest in the world, that will depart from its destination (rather than arriving to it), Lu Cafausu in San Cesario di Lecce. Lu Cafausu is a mysterious small building, an architectural remnant that the artists have elected as a source of metaphors and narratives. It is an imaginary place that really exists around which the presence of death is floating. Any day, the small building can in fact be demolished to accomaccommodate more parking space for cars, or can also fall apart due to its precariousness. It could also be turned and frozen into a monument. Because of this feeling of the presence of death, Lu Cafausu is an ideal place for a new celebration, La Festa dei Vivi , who, in order to give sense to life, reflect upon death; their own, first and foremost.

curated Carmine Mario Muliere

The Feast of the Living Ones (who reflect upon death) a project by Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, and Cesare Pietroiusti with the collaboration of Luigi Presicce, organized for AND AND AND in the context of dOCUMENTA (13) November 2, 2010 - San Cesario di Lecce - Italy - Location: 40° 18’1”N 18° 9’43”E - Via C.F. Barbieri, 52 - info: cafausu@me.com www.andandand.org - www.lucafausu.tk - www.documenta.de

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Rome, Wednesday May 19 th 2010 That morning of many years ago Carol Rama calls me and tells me: «We go to find Sanguineti!» Arrived to Genoa, on the landing in front of the door of the house he tells me: «Dino, don't tell Sanguineti that / you are a friend of Pasolini! They share different ideas!» You first thing that I have done… I have told Sanguineti that I was a friend of Pasolini, he looked to me and smiled! Dino Pedriali

Dino Pedriali, Autoritratto a Sousse 19 maggio 2010 Dino Pedriali, Man Ray Settembre 1975 Courtesy dell’artista

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URLO_CRY 26 Conversazione con_A conversation with Dino Pedriali Carmine Mario Muliere

CMM- Ciao Dino, tutto a posto?

CMM - Hi Dino, all O.K.?

DP- Sì, sì, tutto a posto!

DP- Yes, all O.K.!

CMM- Funziona tutto?

CMM- everything Works?

DP- Funziona tutto!

DP- everything Works!

CMM- L’arte c’è sempre?

CMM- The art is there always?

DP- L’arte non può morire, se muore l’arte il mondo sparisce...

DP- The art cannot die, if the art dies the word disappears...

CMM- Dunque, Dino Pedriali, un artista completo e che ha avuto grandissimi contatti, ce ne vuoi parlare?

CMM- Therefore, Dino Pedriali, a complete artist which has had big contacts, do you want to speak of him?

DP- Beh, dato il tema suppongo che l’incontro va inquadrato a tutto tondo, a partire da Carol Rama... ma prima voglio dire che non è tanto importante essere originali quanto tornare alle proprie origini. Le mie origini, senza dubbio sono romane di adozione, perché io sono purosan-

DP- Well, given the theme I suppose that this meeting must be framed to everything, beginning from Carol Rama... but first I want to say that it is not so much important to be an original one but to return to his own origins. My origins, without doubt, are Roman of adoption, because I am FOtOgraFia | PhOtOgraFy - n.26 - 2010 eQUiPèCO

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Dai lumi della ragione alla follia nera ‘O princepe diavulo e i segreti di Cappella San Severo quando l’arte nasconde il buio, il macabro

From the light of reason to the dark madness ‘O princepe diavulo and the secrets of San Severo’s Chapel When art hides the darkness, the macabre Gianmatteo Funicelli Giuseppe Sammartino, Il Cristo Velato

È

That’s where Naples is becoming more obscure and mysterious: through the lines lì che Napoli si fa sempre più oscura e misteriosa: per le rughe di of ancient alleyways, where among the crowds and soaring scooters, the blackvicoli antichi, dove tra la folla e i motorini svettanti, i lastroni anened slabs still remember the creak of wagons and that day in late winter 1590: neriti ricordano ancora il cigolio di carrozze e quella giornata di fine a man wrongly convicted, proceeding in chains through the ancient heart of Piazza inverno 1590: un uomo ingiustamente incriminato, attraversa incaSan Domenico. On the way the man looks back into the private gardens of tenato il fulcro antico verso Piazza San Domenico. Sulla strada the Sansevero family, who lived right there, whilst his attention is on a coll’uomo volge lo sguardo nei giardini privati dei Sansevero, che lapsed wall and, through it, on the appearance of a statue of Our proprio lì dimoravano, mentre l’attenzione cade sul crollo di un Lady. The character promised himself that if found innocent, that muro e, attraverso di esso, sull’apparizione di una madonna. same Lady would have received from him lamps and worthy Il personaggio si promise che, se fosse stata riconosciuta la recognition. There are no records of this man (maybe he is just sua innocenza, quella stessa madonna avrebbe da lui ricea legend), but it is certain that on that site it was erected one vuto lampade e degno riconoscimento. Dell’uomo non si of the most obscure and ambiguous churches in Sacred hanno fonti (leggenda?), ma la certezza è che su tale sito Naples. Today, for the millions of visitors, the site is venne innalzata una delle chiese più oscure ed ambigue San Severo’s Chapel, treasure chest of the della Napoli Sacra. Oggi, per i suoi milioni di visitatori, il Neapolitan Baroque. But the building, away sito è Cappella San Severo, scrigno del barocco napofrom tour guides, is in essence a mysterious letano. Ma lontano dalle guide turistiche l’edificio si temple of initiation which a leading noble veste da misterioso tempio iniziatico che un nobile character, Alessandro di Sangro, created inipersonaggio di spicco, Alessandro di Sangro, creò tially as a private burial ground, intended to lay dapprima come sepolcreto privato, destinato a dethe noble remains of his family. porre le nobili spoglie di famiglia. The chapel was never open to public worship, La Cappella non fu mai aperta al pubblico culto; fu and was likely the center of occult activities and probabile centro di scienze occulte e loggia masa Masonic Lodge, where the presence of marble sonica, dove la presenza di statuaria in marmo cela statues hides symbolism and secrets not yet resimbolismi e segreti tutt'oggi non ancora svelati. vealed. These are the popular but documented Queste le connotazioni popolari, ma anche docuconnotations, which revolve around the ambigumentate, che ruotano attorno l’ambiguo edificio. È ous building. But it is with Raimondo del Sangro, con Raimondo del Sangro, settimo principe della caseventh prince of the dinasty, that the most intrisata, che però si apre il più intricato e oscuro capitolo di cate and dark chapter in the history of House SanCasa Sansevero, cappella inclusa. Raimondo, al secolo ’O severo, chapel included, begins. Raimondo, also Princepe diavulo, fu profondo conoscitore di arte e culknown as ’O Princepe diavulo, was an expert in art tura. and culture. The Veiled Christ, most prestigious Il Cristo velato, opera capitale della scultura partenopea, che Giuseppe Sammartino, work among Neapolitan sculpture, which dominates the center of the campeggia sul centro dell’aula affrescata, fu un desiderio del Statua della pudicizia painted chamber, was carved at the aristocrat’s request. Dated 1753, it nobile. Datato 1753, venne eseguito dal napoletano Giuwas sculpted by the Neapolitan Giuseppe Sammartino, and it is said that Raiseppe Sammartino, e si narra che Raimondo segregò nella cappella lo scultore mondo segregated the sculptor in the chapel, until his work was completed. sin quando non terminò l’opera. Poi fu accecato, affinché non potesse repliThen he blinded him, so that he could not replicate the masterpiece. care il capolavoro. He was also a formidable inventor, introducing the concept of experimental Fu inoltre un formidabile inventore, aprendo nei salotti la conoscenza della chemistry among the aristocratic circles. He was renowned as a magician and a chimica sperimentata. Ebbe fama di mago e scienziato. Fama che lo condusse scientist. His fame drove him shortly from rationality to madness: it is believed in breve dalla razionalità alla pura follia: si racconta che uccise venti cardinali, that he killed twenty cardinals, and with their bones he built some chairs. His ine con le sue ossa ne costruì delle seggiole. ventions made headlines: he created some paper formed of a layer of wool and Le sue invenzioni fecero scalpore: inventò una carta fatta di uno strato di seta another of silk. He tested his vast research on human bodies, the anatomical mae l’altro di lana. Sperimentò su corpi umani le sue più disparate ricerche, come chines for example, still displayed in the same chapel: two human figures, a man le macchine anatomiche, oggi visitabili nella stessa Cappella: due figure and a woman, perhaps his servants, whom he carefully mummified. The macabre umane, un uomo e una donna, forse suoi servitori, che accuratamente mumand unexplained experiment returned only their circulatory system, a practice mificò. Il macabro e inspiegabile esperimento ha restituito solo il loro appastill unknown to modern day’s scholars. What is more: the noble alchemist, obrato circolatorio, pratica tutt’oggi oscura agli studiosi. Ma non basta: il nobile sessed by the desire for immortality, practiced magical rites several times on himalchimista, ossessionato dal desiderio dell’immortalità, praticò più volte su se self trying to obtain eternal life, but they never worked. stesso dei riti magici così da accaparrarsi la vita eterna, ma questi non funzioThe man died of a heart attack and San Severo’s Chapel contained forever, with narono mai. L’uomo morì d’infarto e Cappella San Severo racchiuse per semher prince, his dark secrets. Or maybe not. pre, con il suo principe, gli oscuri segreti. [Tanslated by Herry Martin] O forse no.

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argOmenti | tOPiCS - n.26 - 2010 eQUiPèCO

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