EQUIPèCO 35

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EQUIPèCO trimestrale di ricerca e documentazione artistica e culturale_anno X n.35 - 2013

c a rm ine m a rio mu lie re e d it o re


EQUIPèCO LABORATORIO di MESSAGGI_LABORATORY of MESSAGES l’arte dentro_dentro l’arte_art inside_inside the art

Direttore | Editor Carmine Mario Muliere Modernità e campo dell’arte | Modernity and art field Raffaele Quattrone Technoculture Roberta Colavecchio Teatro | Theatre Azzurra de Gregorio Poesia | Poetry Flavio Ermini Gallerie | Galleries Roberta Colafranceschi Collaboratori | Contributors Edoardo Angeloni, Severino Briccarello Walter Curini, Luca Maffeo, Claudio Mazzenga, Aleph Null, Pirofilo Timoteo Salomone, Michela Santini, Enrico Smith Corrispondenti | Correspondents Yoshiko Takama, (Kobe - Giappone) Giulia Verde (New York) In questo numero | In this issue Francesca Aloise, Giorgio Bonacini, Silvia Bove, Jean-Pierre Duport Michel Foucault, Margherita Guccione, Marco Lipford, Anna Mainolfi Anna Mattirolo, Antonia Pasqua Recchia, David Pesarin Brocato Marida Talamona, Togaci Traduzioni | Translations Giulia Bianchi, Roberta Colavecchio Azzurra de Gregorio, Colm Molloy, Benedetta Parenti Raffaele Quattrone, Robert Young, Dominic Siracusa, Giulia Verde

2 EQUIPèCO n.35 - 2013 - COLOPhON

EQUIPèCO Anno | Year X n.35 - 2013 Abbonamenti | Subscriptions Annuale (4 numeri) Italia-Com.tà Europa €. 40. Estero €. 96 Yearly (4 issues) Italy-Europe €. 40. Foreign Countries €. 96 Sostenitore | Supporter €. 300 Distribuzione | Distribution EmilianPress, Roma. 06 41734425 DinamicaPress, Milano. 02 6701707 Librerie | Bookstores Distribuzione diretta | Direct distribution 06 9570723 Progetto grafico | Graphic designer mcm art&copy Stampa | Printed by Pignani Printing srl, Nepi - VT Autorizzazione | Authorization Tribunale di Tivoli n.11 - 15/7/04 © Carmine Mario Muliere Editore Redazione-Amministrazione-Pubblicità Editorial staff-Administration-Advertising 00030 San Cesareo (Roma) - Via Donnicciola 25 T. | Ph. +39 06 9570723 - Fax. 06 97244453 redazione@equipeco.it - www.equipeco.it Materiali non richiesti, non verranno restituiti Required materials, will not be returned L’Editore garantisce la riservatezza dei dati forniti Editor guarantees the privacy of all informations Art. 13 L. 675/96


SOMMARIO

CONTENT

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In copertina | Cover stories Michel Foucault L’ORDINE DEL DISCORSO, p. 41 Nuovo Politecnico 51 EINAUDI 6ª ed. 1980

EDITORIALE | EDITORIAL 4_L’Ordine del discorso_Untying the text Michel Foucault 5_Favola Reale_Real Fable Carmine Mario Muliere PAROLE ITALIANE | ITALIAN WORDS 6_ESSENZA, ESPERIENZA PROGETTI | PROJECTS 7_Giano_Janus Muliere 27_MAXXI: Alighiero Boetti a Roma. Boetti con Clemente e Ontani A cura di Luigia Lonardelli MAXXI: Alighiero Boetti in Rome. Boetti with Clemente and Ontani Curated by Luigia Lonardelli Anna Mattirolo TEChNOCULTURE 39_L’Arte Generativa di_The Generative Art of Sonia Landy Sheridan Roberta Colavecchio MODERNITà E CAMPO DELL’ARTE MODERNITy AND ART FIELD 42_Che cos’è l’arte?_Wath is art? Raffaele Quattrone ARTE | ART 50_Guggenheim: Recent Acquisitions 54_Serpentine Gallery: Rosemarie Trockel 56_Ferdinand hodler Servizio di_By CMM 79_Togaci, Larte come cibo_Art as food Marco Lipford INTERVISTA | INTERVIEW 62_Mario Morcellini interviene su EQUIPèCO Mainolfi, Muliere, Pesarin Brocato CINEMA 88_Quentin Tarantino: La nuova trilogia _The new Trilogy Giulia Verde TEATRO | ThEATRE 91_La scena del corpo_The scene of the body Azzurra de Gregorio

In copertina | Cover stories Alighiero Boetti, Iter-vallo, 1969-1986 MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma. Foto Roberto Galasso Courtesy Fondazione MAXXI

ARChITETTURA | ARChITECTURE 8_Guggenheim Exhibition Examines Frank Lloyd Wright’s First Buildings in New York City 10_MAXXI Architettura: L’Italia di Le Corbusier Antonia Pasqua Recchia, Margherita Guccione, Jean-Pierre Duport, Marida Talamona 17_I Padiglioni della Serpentine Gallery The Serpentine Gallery Pavilions herzog & de Meuron and Ai Weiwei, 2012 Servizio di_By CMM FOTOGRAFIA | PhOTOGRAPhy 46_La Scuola di Düsseldorf_The Düsseldorf School Luca Maffeo 84_Natura e Pensieri Timoteo Salomone GALLERIE | GALLERIES Roberta Colafranceschi 70_Roma - T293, Sonia Kacem 71_Monitor, Ulla von Brandenburg. Musei di Villa Torlonia, Andrea Fogli. LuminUp, Leonard Freed 73_Esthia, Las Mitocondria, a cura di Federica La Paglia 78_Ram, Camere XVIII; MACRO, Foto di gruppo. Gall. Pieroni, Zerynthia, RAM: 1970-2013, a cura di Stefano Chiodi. 80_81_hulahoop, Marcello Toma, Madame Decadent, Francesca Mariani, a cura di Togaci Art 72_Bellinzona - MACT/CACT, Amae/Davide Allieri 73_Parigi - Galleria Alberta Pane, Michelangelo Penso 74_Milano - A arte Studio Invernizzi, Genesi del Fare 75_Triennale di Milano, Paola De Pietri, a cura di Roberta Valtorta. Mimmo Scognamiglio, Max Neumann 77_Museo Pecci, I Martedì critici, a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli. Urban Center, Il Mondo di Leonardo, a cura di Massimiliano Lisa, Mario Taddei, Edoardo Zanon

76_Londra - Estorick Collection of Modern Italian Art, Luigi Di Fabio 80_Berlino - Kunstraum Tapir Gallery, Alessia Cocca, a cura di Leda Lunghi

RACCONTO | TALE 66_Miracolo a Pont Royal_Miracle at Pont Royal Enrico Smith ARGOMENTI | TOPICS 68_Il Diritto di Seguito Francesca Aloise POESIA | POETRy 69_Silvia Bove A cura di Antonio Natale Rossi 86_Giorgio Bonacini Flavio Ermini 94_LIBRI | BOOKS SOMMARIO | CONTENT - n.35 - 2013 EQUIPèCO 3


L’ORDINE DEL DISCORSO [...] Dei tre grandi sistemi d’esclusione che colpiscono il discorso, la parola interdetta, la partizione della follia e la volontà di verità, è del terzo che ho parlato più a lungo. Verso di esso, infatti, da secoli, han continuato ad esser sospinti i primi; sempre più, infatti, esso cerca di prenderli su di sé, per modificarli e fondarli ad un tempo; se i primi due, infine, non cessano di diventare più fragili, più incerti nella misura in cui vengono ora attraversati dalla volontà di verità, questa non cessa in compenso di rafforzare, di diventare più profonda ed inaggirabile. E tuttavia, è di essa che si parla meno. Come se per noi la volontà di verità e le sue peripezie fossero mascherate dalla verità stessa nel suo necessario svolgimento. E la ragione è forse questa: se il discorso vero non è più, in effetti, dai greci, quello che risponde al desiderio o quello che esercita il potere, che cos’è dunque in gioco, nella volontà di verità, nella volontà di dirlo, questo discorso vero, se non il desiderio e il potere? Il discorso vero, che la necessità della sua forma affranca dal desiderio e libera dal potere, non può non riconoscere la volontà di verità che lo attraversa; e la volontà di verità, quella che si è imposta a noi da moltissimo tempo, è siffatta che la verità ch’essa vuole non può non mascherarla. Così, non ci appare allo sguardo se non una verità che è ricchezza, fecondità, forza dolce ed insidiosamente universale. E ignoriamo in compenso la volontà di verità, come prodigioso macchinario destinato ad escludere. Tutti coloro che, puntualmente nella nostra storia, hanno cercato di aggirare questa volontà di verità e di rimetterla in questione contro la verità, proprio là dove la verità si dà a giustificare l’interdetto e a definire la follia, tutti costoro, da Nietzsche ad Artaud a Bataille, devono servirci da segni, senza dubbio altieri, per il lavoro di ogni giorno.

[...] Of the three great system of exclusion which forge discourse - the forbidden speech, the division of madness and the will to truth, I have spoken of the third at greatest length. The fact is that it is towards this third system that the other two have been drifting constantly for centuries. The third system increasingly attemps to assimilate the others, both in order to modify them and to provide them with a foundation. The first two are constantly becoming more fragile and more uncertain, to the extent that they are now invaded by the will to truth, which for its part constantly grows stronger, deeper, and more implacable. And yet we speak of the will to truth no doubt least of all. It is as if, for us, the will to truth and its vicissitudes were masked by truth itself in its necessary unfolding. The reason is perhaps this: although since the Greeks ‘true’ discourse is no longer the discourse that answers to the demands of desire, or the discourse which exercises power, what is at stake in the will to truth, in the will to utter this ‘true’ discourse, if not desire and power? ‘True’ discourse, freed from desire and power by the necessity of its form, cannot recognise the will to truth which pervades it; and the will to truth, having imposed itself on us for a very long time, is such that the truth it wants cannot fail to mask it. Thus all that appears to our eyes is a truth conceived as a richness, a fecundity, a gentle and insidiously universal force, and in contrast we are unaware of the will to truth, that prodigious machinery designed to exclude. All those who, from time to time in our history, have tried to dodge this will to truth and to put in into question against truth, at the very point where truth undertakes to justify the prohibition and to define madness, all of them, from Nietzsche to Artaud and Bataille, must now serve as the (no doubt lofty) signs for our daily work.

UNTYING ThE TEXT: A Post-Structuralist Reader. Edited and introduced by Robert Young Routledge & Kegan Paul, Boston, London and henley, 1981 Michel Foucault L’ORDINE DEL DISCORSO - I meccanismi sociali di controllo e di esclusione della parola, p. 17 Nuovo Politecnico 51 - EINAUDI 6ª ed. 1980

4 EQUIPèCO n.35 - 2013 - EDITORIALE | EDITORIAL


Muliere, Pittura digitale, 2001

Particolari. 2- Favola Reale Particulars. 2- Real Fable Carmine Mario Muliere

Legenda

Legend

Ho avuto il tempo di fare tutto e mi ritrovo con un pugno di mosche dubbiose. Pure il dubbio è qualcosa: Macchie da Considerazioni, Natura e Radici; Dall’Esperienza le Ragioni. Ragioni ora sentite ora ascoltate ora libere ora avvolte nei colori del no: SCARABOCCHI.

I had the time to do everything and now I find myself with a fistful of dubious flies. And yet doubt is something: Spots of Considerations, Roots and Nature; Reasons from Experience. Reasons now heard, then listened, now free, then wrapped up in the colors of no: SCRIBBLES.

Sì, scarabocchi di vagabondaggio volutamente abbandonato. Torre sospesa nello sbaglio d’incantesimo maturato una sera d’estate, frutto inaspettato, seme d’incontrollabile smania d’amore impaurito da contrariante divenire assolto dall’assurda bonomia della strana legge della convivenza, che estrania per sua condanna impunita quanto più colpevole di stessi errori, maggiori e nascosti ad arte ad altri. Fui concepito e sto qui e voglio propormi un desiderio: basta cercare, almeno per un giorno! Non mi è consentito. E, a proposito di rimedi a vari e tanti mali, risposi aver gli anticorpi nel cervello per cui, le cellule che mi costituiscono, dipendono donde derivano e divengono all’uopo del momento men che in questo e con ragione, altrimenti, cederebbero alla mia convinzione d’essere avvalorando una legge che non condivido.

Yes, scribbles of vagrancy intentionally abandoned. A tower hung up in a wrong charm matured on a summer night, unexpected fruit, seed of the uncontrollable thirst for a love frightened from thwarting becoming absolved by the absurd kindness of the strange law of coexistence, that estranges for its condemnation, guilty of the same errors, greater and concealed to others, and yet unpunished. I was conceived and I am here and I want to undertake a desire: stop searching for, for a day at least! I am not allowed. And, as for remedies for many and several pains, I answered I have antibodies in my brain, so that the cells composing me depend on where they come from, and become according to the moment, less than in it and in reason, or they would surrender to my certainty of being validating a law I do not accept. [Translated by Roberta Colavecchio]

C.M. Muliere, Favola Reale. Con una lettera di Giacinto Spagnoletti. EA - Edizioni d’Arte 1985

C. M. Muliere, Real Fable. With a letter by Giacinto Spagnoletti. EA – Edizioni d’Arte 1985

EDITORIALE | EDITORIAL - n.35 - 2013 EQUIPèCO 5


ESSENZA Natura. Sostanza. Ciò che una cosa è. Ciò che è assolutamente necessario per costituire una cosa, e senza di cui essa non può essere quel che è.

ESPERIENZA Pratica. Conoscenza delle cose acquistata per prova fattane da noi stessi, o per averla veduta fare dagli altri.

ZINGARELLI, Vocabolario della Lingua Italiana 6 EQUIPèCO n.35 - 2013 - PAROLE ITALIANE | ITALIAN WORDS


Muliere, Giano, 1999. Legno, pigmenti, oro e argento alla foglia; cerchio Ø cm 90×2, colonna cm 106×45×45, h. totale cm 196, motore elettrico

PROGETTI | PROJECTS - n.35 - 2013 EQUIPèCO 7


La mostra del Guggenheim esamina i primi edifici di Frank Lloyd Wright a New York Guggenheim Exhibition Examines Frank Lloyd Wright’s First Buildings in New York City Servizio di_By Carmine Mario Muliere

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el 1953, sei anni prima n 1953, six years before the dell’apertura al pubblico Frank Lloyd Wright designed del Solomon R. GugSolomon R. Guggenheim genheim Museum progettato da Museum opened to the public, Frank Lloyd Wright, due delle sue two of his structures – a pavilion strutture – un padiglione e il and model Usonian house – were modello Usonian house – furono built on the future site of the costruiti sul futuro sito del museo museum to house a temporary per ospitare una mostra temexhibition displaying the poranea per documentare il architect’s lifelong work. From lavoro globale dell’architetto. Dal July 27, 2012, to February 13, 27 luglio 2012, al 13 febbraio 2013, the Sackler Center for Arts 2013, il Centro per l’Educazione Education at the Guggenheim Sackler Arts presso il Museo Museum will present A LongGuggenheim presenterà l’Atteso Awaited Tribute: Frank Lloyd Omaggio: Frank Lloyd Wright Wright’s Usonian house and Usonian House e Pavilion, una Pavilion, an exhibition comprised mostra composta da materiali of selected materials from the selezionati dall’Archivio del Solomon R. Guggenheim MuSolomon R. Guggenheim Museo, seum Archives, highlighting the mettendo in evidenza i primi first Wright buildings erected in edifici costruiti da Wright a New New York City. York City. This exhibition is organized by Frank Lloyd Wright, Sixty Years of Living Architecture Exhibition Building La mostra è organizzata da Francine Snyder, Director of (demolished), New York Perspective (presentation drawing), 1953 Francine Snyder, Direttore della Library and Archives, Solomon R. Graphite and ink on tracing paper, 91×196 cm. Drawing Biblioteca e dell’Archivio, del Guggenheim Museum. © 1988 Frank Lloyd Wright Foundation, Scottsdale, Arizona Guggenheim Museum. Constructed to adjoin the muCostruito adiacente al museo, si seum, then located in a trovava in una casa sulla Fifth Avenue vicino a East 88th Street, il townhouse on Fifth Avenue near East 88th Street, Wright’s temporary padiglione temporaneo di Wright era di vetro, fibra di legno, e le colonne pavilion was made of glass, fiberboard, and pipe columns, measuring di tubo, misurava 145 metri di lunghezza e copriva circa 10.000 metri 145 feet long and covering nearly 10,000 square feet with a roof that quadrati con un tetto che era più di 20 piedi dal suo crinale. All'interno was over 20 feet at its peaked ridge. Inside the pavilion, a traveling del padiglione, la mostra itinerante dal titolo Sixty Years of Living exhibition entitled Sixty Years of Living Architecture: The Work of Frank Architecture: The Work of Frank Lloyd Wright evidenzia sedici modelli di Lloyd Wright featured sixteen models of Wright’s renowned buildings, famose case progettate da Wright, accompagnati da fotografie, accompanied by photographs, floor plans, and drawings. Also featured planimetrie e disegni. Inoltre, a caratterizzare la mostra, erano un vero e with the exhibition was a full-scale model of Wright’s Usonian house, proprio modello della Wright’s Usonian house, costruita a nord-est del built to the northeast of the pavilion and accessible through a courtyard padiglione e accessibile attraverso il cortile e il giardino. I 1.700 metri and garden. The 1,700 -square- foot, fully furnished, two - bedroom quadrati, completamente arredati, due camere da letto; la casa house represented a concept first developed by Wright in the midrappresentava un concetto sviluppato da Wright a metà degli anni 1930, 1930s, during the midst of the economic depression. The modest, durante l’apice della depressione economica. La modesta dimora, tipica distinctively American, middle-class dwelling featured seven rooms that della classe media americana, presentava sette camere che sono state were fully equipped with everything from pots and pans to cosmetics. completamente attrezzate: dalle pentole ai cosmetici. Inoltre, il modello Additionally, the model Usonian house was outfitted with furniture Usonian house fu arredata con mobili disegnati da Wright e decorate designed by Wright and decorated with various artworks, including con opere d’arte, tra cui i mobiles creati da Alexander Calder. Le due mobiles created by Alexander Calder. The two structures, whose strutture, la cui costruzione fu organizzata da Wright, secondo il vice construction was organized by Wright, the Solomon R. Guggenheim direttore del Solomon R. Guggenheim Museum James Johnson Museum’s second director James Johnson Sweeney, and former Sweeney e l’ex presidente della Fondazione omonima harry Solomon R. Guggenheim Foundation president harry Guggenheim, Guggenheim, furono aperti al pubblico dal 22 ottobre al 13 Dicembre were open to the public from October 22 to December 13, 1953, after 1953, e poi smontati nei primi mesi del 1954. Consapevole della which they were disassembled in early 1954. Aware of his lack of mancanza di un riconoscimento alla sua architettura a New York prima architectural recognition in New York City prior to the opening of the dell’apertura del Solomon R. Guggenheim Museum nel 1959, Wright Solomon R. Guggenheim Museum in 1959, Wright declared: “this house dichiarò: «questa casa e il padiglione attiguo, rappresentano un atteso and the pavilion alongside represent a long-awaited tribute: the first omaggio: il primo edificio di Wright eretto nella città di New York». Wright building[s] erected in New York City.” A Long-Awaited Tribute: Frank Lloyd Wright’s Usonian House and Pavilion evidenzia questi due edifici attraverso una ricca selezione di oltre trenta oggetti tra cui l’archiviazione della corrispondenza sulla pianificazione, schizzi, progetti e una trama dei films con Wright e

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A Long-Awaited Tribute: Frank Lloyd Wright’s Usonian House and Pavilion highlights these two buildings through a rich selection of over thirty archival objects—including correspondence about planning, sketches, blueprints, and a plot model, as well as films with Wright and


MAXXI - L’ITALIA DI LE CORBUSIER

Oltre 600 disegni, schizzi, acquarelli, dipinti e fotografie originali Over 600 original drawings, sketches, watercolours, paintings and photographs Antonia Pasqua Recchia, Margherita Guccione, Jean-Pierre Duport, Marida Talamona

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’elevato livello scientifico e culturale dell’iniziativa che il MAXXI Architettura offre oggi con la mostra L’Italia di Le Corbusier è imposto in primo luogo dalla complessità stessa del tema, un tema dai sorprendenti intrecci che l’analisi diacronica dei rapporti di Le Corbusier con l’Italia ha portato alla luce tracciando un percorso nella ricchezza e nella complessità dell’opera di Le Corbusier, nome universalmente noto ma non per questo personaggio conosciuto, che testimonia l’interesse manifestato dal maestro per la tradizione artistica e architettonica italiana. Attraverso le suggestioni della nostra cultura e le relazioni che egli instaura tanto con gli artisti quanto con gli architetti italiani suoi contemporanei si restituisce la completezza di una figura a tutto tondo, architetto, pittore, sculture e addirittura homme de lettres – come riportato sulla carta d’identità – rispecchiata dalla varietà delle opere in mostra. L’interdisciplinarità del personaggio è stata occasione di confronto e collaborazione con Le Corbusier molte istituzioni nazionali ed estere di Courtesy Fondation Le varia natura, ancora una volta un’opportunità per il MAXXI di dimostrarsi a tutti gli effetti un museo di prestigio internazionale. Particolarmente significativa, oltre che indispensabile, la sinergia con la Fondation Le Corbusier di Parigi che ha voluto essere non semplice prestatore ma vero e proprio partner della mostra. Accogliere un grande maestro del Novecento nel Museo nazionale delle arti del XXI secolo significa sancire il senso profondo di una lezione da cui ogni manifestazione artistica o architettonica attuale non può prescindere, sia essa in continuità o in rottura con le esperienze del secolo scorso. In particolare il MAXXI Architettura - che ha fornito i propri spazi, ma soprattutto le proprie competenze espositive, tecniche e scientifiche - ha voluto cogliere questa occasione per ripensare all’architettura del Novecento in modo inedito e contemporaneo: il rigore delle esperienze razionaliste in Le Corbusier lascia il passo, nel dopoguerra, a un uso plastico del cemento, non meno rigoroso nella concezione etica del materiale, in un percorso, quello della storia dell’architettura del Novecento, che per successivi gradi di astrazione delle forme architettoniche giunge, alle soglie del nuovo secolo, al cemento del MAXXI. Al suo interno l’opera lecorbusieriana prende corpo attraverso una lettura integrata dell’uomo e del maestro: l’architettura è il precipitato fisico delle esperienze di una vita; gli stessi progetti di architettura di Le Corbusier per l’Italia arrivano alla fine della sua vita. Ma viaggi, studi, scambi culturali e aspirazioni personali diretti al nostro Paese non solo hanno gettato le basi per alcune tra le più originali opere di concezione lecorbusieriana, dall’Unité d’habitation di Marsiglia al piano per la città di Chandigarh, ma

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he academic and cultural weight of the initiative today presented by MAXXI Architettura with the exhibition L’Italia di Le Corbusier has been imposed in primis by the complexity of a theme with surprising twists which the diachronic analysis of the architect’s relationships with Italy has brought to light through an exploration of the wealth and complexity of the work of Le Corbusier, a universally recognised name although not necessarily a wellknown figure, testifying to the master’s interest in Italian artistic and architectural traditions. The appeal of Italian culture and the relationships he established with contemporary Italian artists and architects, help restore the full breadth of this versatile figure, architect, painter, sculptor and even “homme de lettres” – as recorded on his identity card – as reflected in the variety of works on show. The interdisciplinary nature of the architect has represented an opportunity for debate and collaboration with many national and foreign institutions of various kinds, once again offering MAXXI the Corbusier, Parigi chance to demonstrate its standing as a museum of international prestige. Of particular significance and indispensible importance has been the synergy with the Fondation Le Corbusier of Paris that rather than being a simple lender has contributed to the exhibition as a true partner. Welcoming a great master of the 20th century to the National Museum of XXI century arts signifies a ratification of the profound meaning of an essential lesson for any contemporary artistic or architectural event, whether it represents continuity or rupture with respect to the episodes of the last century. In particular, MAXXI Architettura, which has provided its spaces and above all its “exhibitional”, technical and academic expertise, has grasped this opportunity to re-examine 20th Century architecture in a new and contemporary way: in the post-war period, the rigour of Le Corbusier’s rationalist period gave way to a plastic use of concrete, no less rigorous in its ethical conception of the material, within the historical development of 20th Century architecture that through successive grades of abstraction of the architectonic forms led, at the dawn of the new century, to the concrete of MAXXI. The Corbusian oeuvre is lent form through an integrated reading of the man and the master: the architecture is the physical precipitate of a life; Le Corbusier architectural projects for Italy arrived at the end of his lifetime. however, the trips, studies, cultural exchanges and personal aspirations regarding Italy not only laid the foundations for some of the most original of Le Corbusier’s works, from the Unité d’habitation in Marseille to the plan for the city of Chandigarh, but also offer a privileged summary of great efficacy for those approaching the figure of this architect for the


I Padiglioni della Serpentine Gallery dal 2000 al 2012 The Serpentine Gallery Pavilions 2000 – 2012 Servizio di_By Carmine Mario Muliere

Herzog & de Meuron and Ai Weiwei, 1 June – 14 October 2012

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a Commissione del Padiglione della Serpentine Gallery, concepito nel 2000 dal direttore della Galleria Julia Peyton-Jones, è diventato un sito internazionale di sperimentazione architettonica e ha presentato progetti di alcuni dei più grandi architetti del mondo. Ogni padiglione è situato sul prato della Galleria per tre mesi e l’immediatezza della commissione – un massimo di sei mesi dal bando al completamento – fornisce un modello unico nel suo genere in tutto il mondo.

he Serpentine’s Pavilion commission, conceived in 2000 by Gallery Director Julia Peyton- Jones, has become an international site for architectural experimentation and has presented projects by some of the world’s greatest architects. Each Pavilion is sited on the Gallery’s lawn for three months and the immediacy of the commission – a maximum of six months from invitation to completion – provides a unique model worldwide.

herzog & de Meuron e Ai Weiwei hanno creato il Padiglione 2012 che è la dodicesima commissione della serie annuale della Galleria.

herzog & de Meuron and Ai Weiwei have created the 2012 Serpentine Gallery Pavilion. It is the twelfth commission in the Gallery’s annual series.

Serpentine Gallery. Photograph © 2007 John Offenbach

Il team di progettazione responsabile per il famoso StaThe design team responsible for the celebrated Beijing dio Nazionale di Pechino, che è stato costruito per le National Stadium, which was built for the 2008 Olimpiadi del 2008 si è riunito di nuovo a Londra Olympic Games has come together again in LonUnica iniziativa nel 2012 per l’acclamata commissione annuale don in 2012 for the Serpentine’s acclaimed anin tutto il mondo, della Serpentine, presentata come parte del nual commission, presented as part of the che ha realizzato 12 edifici Londra Festival 2012, il culmine delle Olimpiadi London 2012 Festival, the culmination of the temporanei a Londra. della Cultura. Il Padiglione è la prima struttura Cultural Olympiad. The Pavilion is herzog & de Funziona come uno spazio costruita nel Regno Unito, della collaborazione Meuron and Ai Weiwei’s first collaborative built di herzog & de Meuron e Ai Weiwei. structure in the UK. pubblico di giorno Il Padiglione di quest’anno porta i visitatori sotto This year’s Pavilion takes visitors beneath the e un forum per la serie il prato della Serpentine per esplorare la storia Serpentine’s lawn to explore the hidden history Notti al Parco, nascosta dei suoi Padiglioni precedenti. Undici of its previous Pavilions. Eleven columns charla Maratona colonne che caratterizzano ciascun Padiglione acterising each past Pavilion and a twelfth cole altri eventi. passato e una colonna che rappresenta la doumn representing the current structure support dicesima attuale struttura, sostengono il tetto di a floating platform roof 1.5 metres above una piattaforma galleggiante ad un metro e ground. The Pavilion’s interior is clad in cork, a Unique initiative mezzo dal suolo. L’interno del padiglione è risustainable building material chosen for its worldwide, which has vestito in sughero, un materiale da costruzione unique qualities and to echo the excavated resulted in 12 temporary sostenibile, scelto per le sue qualità uniche e earth. Taking an archaeological approach, the in risonanza con la terra scavata. Con l’assunto architects have created a design that will inbuildings for London. dell’approccio archeologico, gli architetti hanno spire visitors to look beneath the surface of the Operates as a public space creato un design che ispirerà i visitatori a guarpark as well as back in time across the ghosts by day and a forum for dare sotto la superficie del parco e indietro nel of the earlier structures. Park Nights series, tempo attraverso le orme delle strutture preceJulia Peyton-Jones, Director, and hans Ulrich the Marathon denti. Obrist, Co-Director, Serpentine Gallery, said: “It and other events. Julia Peyton-Jones, direttore, e hans Ulrich is a great honour to be working with herzog & de Obrist, co-direttore, Serpentine Gallery, hanno Meuron and Ai Weiwei, the design team behind Beidetto: «È un grande onore poter lavorare con herzog jing’s superb Bird’s Nest Stadium. In this exciting year ARChITETTURA | ARChITECTURE - n.35 - 2013 EQUIPèCO 17


Il MAXXI presenta ALIGHIERO BOETTI A ROMA

Boetti con Clemente e Ontani: trenta opere per raccontare una stagione creativa straordinaria A cura di Luigia Lonardelli 23 gennaio - 6 ottobre 2013

MAXXI presents ALIGHIERO BOETTI IN ROME

Boetti with Clemente and Ontani: 30 works recounting a remarkable creative season Curated by Luigia Lonardelli 23 January – 6 October 2013 Anna Mattirolo IL MAXXI DEDICA LA PIAZZA DEL MUSEO AD ALIGhIERO BOETTI: MARTEDì 22 GENNAIO IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE IL PRESIDENTE DEL MAXXI GIOVANNA MELANDRI hA SVELATO LA TARGA

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MAXXI DEDICATES ThE MUSEUM PIAZZA TO ALIGhIERO BOETTI: TUESDAY 22 JANUARY ON ThE OCCASION OF ThE INAUGURATION MAXXI’S PRESIDENT GIOVANNA MELANDRI WILL UNVEIL ThE PLAQUE

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ith this exhibition MAXXI on questa mostra il MAXXI is celebrating the addition celebra l’entrata in colleto its collection of two works zione di due opere di Alighiero by Alighiero Boetti, the Prints, Boetti, le Orme, attraverso un thanks to the generous loan by generoso comodato da parte Matteo Boetti, son of the di Matteo Boetti, figlio dell’arartist.Such a demonstration of tista. Questa dimostrazione di trust on the part of collectors fiducia da parte dei collezioniAlighiero Boetti, Roma, Palazzo Taverna 1971 and heirs is for us a crucial goal sti e degli eredi è per noi il traArchivio Incontri Internazionali d’Arte as it confirms the museum’s guardo più importante perché Foto Massimo Piersanti. Courtesy Fondazione MAXXI roleas a point of reference for conferma la funzione del those gravitating around the art museo come punto di riferisystem; in this sense we would mento per le realtà che gravilike to thank the Alighiero Boetti Archive and Foundation which, tano nel sistema dell’arte; in questo senso, ringraziamo l’Archivio for many years, have been occupied in the study (resulting in the e la Fondazione Alighiero Boetti che, ormai da molti anni, si ocfundamental catalogue raisonné of which we are presenting the cupano dello studio, di cui è un fondamentale risultato il catalogo second volume today) and the promotion of the artist.Moreover, generale di cui oggi presentiamo il secondo tomo, e della prothis acquisition is particularly important for us because it intemozione dell’artista. Inoltre questa acquisizione è particolargrates our nucleus of works by Boetti:Camouflage (1968), rarely mente importante per noi perché va a inserirsi nel nostro nucleo exhibited, one of the very first Maps (1971-73) and Iter-vallo di opere di Boetti: Mimetico (1968), raramente esposto, una delle (1969-1986), a version of the lost work exhibited at Live in Your primissime Mappe (1971-73) e Iter-vallo (1969-1986), versione Head.When Attitudes Become Form in 1969. We are, therefore, dell’opera andata dispersa esposta a Live in Your Head. When delighted to be able to enhance this nucleus with a work from Attitudes Become Form nel 1969. Siamo felici, quindi, di poter Boetti’s last years in which his entire research was chiudere il nucleo con un’opera degli ultimi anni boettiani in cui condensed.The Prints are among the largest works on paper si condensa tutta la sua ricerca. Le Orme sono fra i lavori su carta Boetti ever made, their surface filled with drawings taken from più grandi mai realizzati da Boetti, la loro superficie è riempita da magazine covers, documents, exhibition invitations and postdisegni tratti da copertine di giornali, documenti, inviti di mostre cardsdescribing a private universe full of ideas that have never e cartoline e ci raccontano di un universo privato e pieno di sugfailed to influence the younger generations, becoming the object gestioni che non ha mancato di influire sulle generazioni più gioof their research, as in the case of the video by Jonathan Monk vani fino a diventare a volte il soggetto stesso della loro ricerca, on show in the exhibition. come nel caso del video di Jonathan Monk esposto in mostra. The exhibition talks its cue from artist’s move to Rome, the city La mostra parte dallo spunto biografico del trasferimento dell’arin which Alighiero Boetti found many fellow travellers, from tista a Roma, in questa città Alighiero Boetti ha avuto molti comamong whom we have chosen to include in this show Francesco pagni di strada, fra questi si è scelto di includere in mostra Clemente and Luigi Ontani who both moved to Rome in 1970. Francesco Clemente e Luigi Ontani trasferitisi entrambi a Roma As outsiders they too experienced Rome as a bridge to the East, nel 1970. Da stranieri anch’essi vivono Roma come un ponte a port for distant imaginations that, at a time when the social sitverso l’Oriente, un porto per immaginazioni lontane che, in un uation in the country is increasingly suffocating, becomes a place momento in cui la situazione sociale del Paese è sempre più sofin which to find comfort.The Rome of those years corresponds focante, diventa un luogo dove trovare conforto. La Roma di quePROGETTI | PROJECTS - n.35 - 2013 EQUIPèCO 27


Luigi Ontani, Le Temple, 1978 Collezione Calabresi, Roma

Luigi Ontani, MahARAja, 1977 Collezione dell’artista

Francesco Clemente e Alighiero Boetti, Kabul, 1974 Courtesy Archivio Alighiero Boetti, Roma

Francesco Clemente e Luigi Ontani, Belgrado 1973 Collezione Francesco Clemente

38 EQUIPèCO n.35 - 2013 - PROGETTI | PROJECTS


L’Arte Generativa di_The Generative Art of Sonia Landy Sheridan Roberta Colavecchio

Il nostro intento fondamentale è lo sviluppo creativo e l’applicazione della tecnologia ai bisogni umani. Our primary concern is the creative development and application of technology to human need. Sonia Landy Sheridan Sul programma di Generative Systems da lei fondato nel 1970 presso la School of the Art Institute of Chicago, 1976 On the Generative Systems program that she founded in 1970 at the School of the Art Institute of Chicago, 1976

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maging with Machine Process – The maging with Machine Process – The Generative Art of Sonia Landy SheriGenerative Art of Sonia Landy Sheridan è la prima personale dell’artista dan is the first solo exhibition in Euamericana Sonia Landy Sheridan in Europe by the American artist Sonia ropa, organizzata in occasione della Landy Sheridan, organized on the ocventiseiesima edizione di transmediale casion of transmediale 2013 BWPWAP 2013 BWPWAP – il festival di arte e cul– Berlin festival for art and digital cultura digitale tenutosi a Berlino dal 29 ture that has taken place from 29th Jangennaio al 3 febbraio 2013. La mostra uary to 3rd February 2013. The comprende numerosi lavori dell’artista exhibition includes several works of americana nell’ambito dell’Arte GeneraGenerative Art. As the artist, author tiva. Come chiarisce Mary Flanagan, arand scholar of Digital humanities Mary tista, autrice e studiosa che opera nel Flanagan explains, “a work of art that campo delle Digital humanities, is ‘generative’ is based on a systematic «un’opera d’arte ‘generativa’ è basata method of production, from cut-up posu un metodo di produzione sistemaetry to computer algorithms. GeneraSonia Landy Sheridan, The Magic Finger (Self Portrait with Pointtico, dal cut-up letterario (frammenti di tive networks are highly processeding Finger), 1970. Macchina_Machine: 3M Color-in-Color I Processo_Process: La mano è stata posta sulla piastra di vetro della poesia), agli algoritmi del computer. Le based and often are informed by ideas fotocopiatrice durante tutti e tre cicli di giallo, magenta e turchese reti generative sono processuali e si from information theory or complexity mentre, durante il ciclo turchese, soltanto la testa è stata posizionata fondano su idee che derivano dalla teoscience”. sulla fotocopiatrice. ria informatica o dalla scienza comGenerative Art, of which Sonia Landy The hand was placed on the copier platen during all three yellow, plessa». Sheridan has been a pioneering figure magenta and cyan cycles while during the cyan cycle only the head L’Arte Generativa, di cui Sonia Landy during 1970s and 1980s (those were was placed on the copier. Sheridan è stata pioniera negli anni a the years marking a turning point as for cavallo tra il 1970-80 (anni di svolta per the critical debate about the developquanto concerne il dibattito sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale; ment of AI – artificial intelligence; those were the years that marked anni che segnano quello che Sherry Turkle definisce il passaggio what Sherry Turkle defines the passage from the modernist culture dall’epoca moderna della programmazione a quella post-moderna of calculation to the postmodernist one of simulation; those were della simulazione; anni in cui scienziati, teorici, artisti e umanisti spethe years when scientists, scholars, artists and humanists started to rimentano un nuovo dialogo tra l’umano e il tecnologico, interroexperiment a new dialogue between human being and technical sysgando, e conseguentemente ripensando, i concetti di identità, tems, by challenging, and consequently re-thinking, the concepts of corpo, spazio, tempo) nasce dall’interazione fra uomo e macchina identity, body, space, time) derives from the interaction between data dall’uso di software generativi o dall’impiego di formule matehuman and machine by means of generative softwares or through matiche che consentono la realizzazione di opere d’arte visuali, arthe use of formulae that allow the creation of visual, architectural, chitettoniche, letterarie o musicali, partendo da un’idea che non sia musical or literary works of art, based on ideas that are not only esclusivamente quella umana. Si tratta di programmi che, partendo human. It is actually based on the interaction with softwares that, da forme semplici, permettono la creazione di strutture complesse starting from simple forms, give birth to complex structures charace uniche, seppur nell’applicazione sistematica di formule, griglie, alterized by their uniqueness, despite deriving from the systematic apgoritmi. plication of formulae, grids, algorithms. As Sheridan explains: “Every Come spiega Sheridan: «Ogni pulsante schiacciato, ogni pressione push of a button, every press by hand, every type of a key, every esercitata con la mano, ogni carattere digitato, ogni fiammifero brumatch burn is a moment in time. high-speed equipment permits the ciato è un attimo temporale, un momento nel tempo. I dispositivi ad accumulation of hundreds of moments in the span of minutes or alta velocità permettono l’accumulazione di centinaia di momenti seconds. As fire burns instantly, so thermal images are made in secnell’arco di minuti o secondi. Come il fuoco brucia immediatamente, onds. Wires and fiber optics transmit information long distances in così le immagini termiche sono realizzate in pochi secondi. Fili e fibre minutes. From the state of think it-have it we have moved to the state ottiche trasmettono informazioni su lunghe distanze in pochi minuti. have it-think about it. The age of original is here. Each moment is Dallo stato del pensa una cosa-hai quella cosa si è passati a quello unique, no two are exactly alike. A reproduction for everyone is dell’hai una cosa-pensa a questa cosa. L’era dell’originale è qui. Ogni metamorphosed into an original for everyone”. momento è unico, non ve ne sono due uguali. La riproduzione di The use of formulae, serial drawings, calculations, copies, grids and ognuno è trasformata nell’originale di ognuno». repetitions that can be observed in Sonia Landy Sheridan’s experi-

TEChNOCULTURE - n.35 - 2013 EQUIPèCO 39


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odernità e campo dell’arte: che cos’è l’arte? odernity and Art Field: wath is art?

Raffaele Quattrone

Takashi Murakami è uno degli artisti contemporanei più stimati al mondo ma anche un acuto osservatore della società giapponese contemporanea come dimostrano le sue opere nelle quali mescola Occidente ed Oriente, alto e basso, tradizione e Modernità. Nella sua recente personale Flowers & Skulls presso la Gagosian Gallery di hong Kong, Murakami mescola fiori e teschi in vivaci composizioni al tempo stesso inquietanti e divertenti e si chiede: «Che cos’è l’arte? Per noi che siamo nati in Asia rimane sempre una questione importante. La ragione è che quello che noi oggi definiamo Arte rappresenta il percorso seguito dalla storia dell’arte occidentale anche se in Oriente noi abbiamo la nostra storia. Per sopravvivere come artisti dobbiamo imparare a risolvere la collisione tra queste due culture. La mia posizione personale si basa su quanto bene posso disporre i fiori unici dell’Asia, in particolare quei fiori sempre strani che hanno fiorito nella follia della cultura sconfitta del Giappone postbellico, in un’opera che vivrà nei confini della storia dell’arte occidentale». Da hong Kong a Roma dove presso la galleria Giacomo Guidi c’è una personale degna di nota di Giulio Paolini il passo è breve. Giulio Paolini, uno dei maestri dell’arte italiana del dopoguerra, ha fatto dell’analisi sistematica dell’opera d’arte, del suo rapporto con la storia o con l’artista/osservatore, la caratteristica principale della sua poetica. Per esempio nell’opera Sulla Soglia la testa dell’Apollo Parnòpios è addossata ad una grande tela come se l’autore volesse affondare il volto dell’Apollo nella grande tela allestita a parete, simbolo probabilmente dell’arte stessa affinché ne comprenda i significati profondi che spesso noi, con la nostra umana superficialità, non riusciamo a comprendere. Dal centro dell’installazione che corri-

Takashi Murakami (2012), Yet to be titled, acrylic on canvas mounted on board, 74 13/16×60 1/4 inches, 199×153 cm. © Takashi MurakamiKaikai Kiki Co., Ltd. All rights reserved. Courtesy Gagosian Gallery, hong Kong

Giulio Paolini (2011-12), Studio per “Sulla soglia” (Tutto e niente), matita, matita rossa e collage su carta, 33×48 cm (foglio), 46×61 cm (con cornice). Titolato, firmato e datato al verso, al centro. Courtesy the artist and Giacomo Guidi Arte Contemporanea, Roma

42 EQUIPèCO n.35 - 2013 - MODERNITà E CAMPO DELL’ARTE | MODERNITY AND ART FIELD

Takashi Murakami is one of the most respected contemporary artists in the world but also an attentive observer of contemporary Japanese society as evidenced by his artworks in which blends East and West, high and low, tradition and Modernity. In his recent solo show Flowers & Skulls at the Gagosian Gallery in hong Kong Murakami mixes flowers and skulls in vibrant compositions disturbing and funny at the same time and says: “What is art? For those of us born in Asia, it remains an ever important question. The reason is that what we today define as Art represents the path followed by Western art history and yet here in the East we have our own history. To survive as artists, we must learn to resolve the collision of these two cultures. My own personal position is drawn from how well I can arrange the unique flowers of Asia, moreover the ever strange blossoms that have bloomed in the madness of the defeated culture of post-war Japan, into work that will live within the confines of Western art history”. From hong Kong to Rome where at Giacomo Guidi art gallery there is a remarkable exhibition of Giulio Paolini it is a short step. Giulio Paolini, one of the masters of Italian postwar art, did the systematic analysis of artwork, its relationship with history or with the artist / observer, the main feature of his poetry. For example in the work Sulla Soglia the head of Apollo Parnòpios is lean against a large canvas as if the author wanted to sink the face of Apollo in the large canvas probably symbolizing that in this way he can understand the profound meanings of art that often we can not understand with our human superficiality. From the center of the installation which corresponds to the gaze of Apollo it branches a series of radiating lines that go over the entire wall as


La Scuola di Düsseldorf: Gli ultimi Romantici? Luca Maffeo

Candida höfer, Kunsthalle Karlsruhe VII, 1999. 117×117 C-Type print ed. 6

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senti dal sentimento storico-letterario che invadeva Johann heinrich Füssli e che aveva portato Giovan Battista Piranesi ad un interminabile e disperato pianto ai piedi delle rovine antiche, i coniugi Bernhard Becher (Siegen, 1931-Rostock, 2007) e hilla Wobeser (Potsdam, 1934) hanno sempre rifiutato la romanticizzazione delle macerie. Eppure, osservando attentamente, è impossibile non riscontrare, né tantomeno negare, la presenza di una qualche aura romantica nella loro opera fotografica. Forse che tale innata aspirazione all’eterno sia cultura e indole naturale dell’anima tedesca? Era il 1957 quando diedero inizio ad un progetto durato fino ai nostri giorni, avente lo scopo di salvaguardare l’architettura industriale europea, già allora minacciata dal deperimento e dall’incuria. Ispirati direttamente dalla documentazione degli strati sociali che popolavano la Repubblica di Weimar – condotta nel primo ventennio del secolo da August Sander (Volti del nostro tempo, 1929) – i Becher avviavano uno stile archivistico di rappresentazione del dato, trattato ora secondo i principi conservatori che erano propri della Nuova Oggettività. Essi riportavano – sulla scia di quanto stavano facendo gli americani Ed Rusha, Dan Graham e Douglas Gordon – la fotografia del Vecchio Continente al centro della creazione artistica. In accordo con i toni grigio chiaro del cielo davanti al quale si stagliano, i vari residui di fabbricati, o presenze urbane, si presentano isolati agli occhi di un ipotetico osservatore, stante in posizione simmetrica rispetto alla direttrice mediana della foto (Water Tower, Toledo, Oiho, USA, 1974-1992). Comunque lontano dalle qualità sensibili della struttura, la quale può essere rappresentata solo nei caratteri di una forma candida e pura, assolutamente priva di presenza umana. Seguendo gli schemi seriali propri dell’arte minimalista – laddove la vita era assente, sostituita da regole modulari – i “soggetti” fotografati da Bernd e hilla Becher si trasformano in “oggetti”. «Sculture anonime» (Carl Andre) organizzate in sequenze tipologiche (Kühltürme, Deutschland, 1963-2001), oppure osservate seguendone lo sviluppo

46 EQUIPèCO n.35 - 2013 - FOTOGRAFIA | PhOTOGRAPhY

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he artistic couple, Bernhard Becher (Siegen, 1931- Rostock, 2007) and hilla Wobeser (Postdam, 1934) have always rejected to romanticize ruins, which opposed heinrich Füssli and Giovan Battista Piranesi. In fact, the first was permeated in historical and literary feeling; the latter painted an endless and desperate cry in front of the ancient ruins. however, if we pay close attention to the pictures achieved by Becher and Wobeser, we will discover some romantic nuances. Is this innate desire of eternity a natural, cultural feature of the German soul? At the end of the Fifties, they started a project that is continues to this day. This project aims to protect the European industrial architecture that since 1957, has been threatened by deterioration and negligence. The couple was directly inspired from the differing classes that inhabited Weimar Republic, ruled by August Sander for the first two decades of the last century (Face of our time, 1929). The Becher couple introduced an archival style representing reality, in accordance to the conservative principles belonging to the New Objectivity. Moreover, they brought photography back to the centre of the artistic attention in Europe, as some Americans were doing, such as Ed Rusha, Dan Graham and Douglas Gordon. Several ruins of the buildings are in harmony with the light grey of the sky. An observer in a symmetrical position to the reference line of the picture views them as isolated remains (Water Tower, Toledo, Oiho, USA, 1974-1992). This observer is far from the perceptible qualities of the structure, represented as a candid and pure shape, completely unpopulated. The subjects of Becher’s pictures change into objects, in relation to the serial patterns of the minimalistic art, where life is substituted by modulated rules. Carl Andre defined them as «anonymous sculptures», organized in codified series (Kühltürme, Deutschland, 1963-2001) or observed by following their development in the space (Transformer in der Nähe von Hagen, Ruhrgebiet, Deutschland, 1973). Thus, a melancholy comes up as a consciousness of distance between


Guggenheim Museum, Recent Acquisitions Featuring Work by Artists Including Ai Weiwei, Barbara Kruger, and Danh Vo on View This Fall Servizio di_By Carmine Mario Muliere

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This fall the Solomon R. uesto autunno il SoloGuggenheim Museum mon R. Guggenheim presents Now’s the Time: Museum presenta Recent Acquisitions, an Now’s the Time: Recent exhibition bringing together Acquisitions, una mostra che highlights from the museum’s riunisce la crescente collezione growing collection of del museo d’arte contemporacontemporary art that have nea con le opere che sono been acquired over the past state acquisite nel corso degli five years. On view at the ultimi cinque anni. In mostra al museum for the first time, the museo per la prima volta, le selected works reveal opere selezionate rivelano gli developments in painting, sviluppi nel campo della sculpture, photography, and pittura, scultura, fotografia e installation since the 1970s and installazione dal 1970 e sono are a cross-section of diverse una sezione trasversale di approaches to art making from approcci diversi all’arte Barbara Kruger, Untitled (Money money money), 2011 Inkjet print on vinyl, 214×339.7×5.7 cm around the world. Beyond realizzata in tutto il mondo. Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Gift, Theodor and Isabella offering a focused, five-year Oltre ad offrire un mirato Dalenson, 2011. © Barbara Kruger summary of the Guggenheim’s riassunto di cinque anni delle collecting practices, Now’s the pratiche di raccolta del Time reflects on the permanent collection’s broadening global Guggenheim, Now’s the Time riflette sulla portata globale per scope as it continues to evolve through the addition of new ampliare la collezione permanente che continua ad evolversi con artists, ideas, and perspectives. The show also reaffirms the l’aggiunta di nuovi artisti, idee e prospettive. La mostra ribadisce museum’s long-standing commitment to collecting and showing anche l’impegno costante del museo per le acquisizioni e le the art of the present. mostre d’arte contemporanea. Featuring works by Ai Weiwei, Walead Beshty, James Casebere, Dotato di opere di Ai Weiwei, Walead Beshty, James Casebere, William Cordova, hans-Peter Feldmann, Christiane Feser, Wayne William Cordova, hans-Peter Feldmann, Christiane Feser, Wayne Gonzales, Mark Grotjahn, Lyle Ashton harris, Shirazeh houshiary, Gonzales, Mark Grotjahn, Lyle Ashton harris, Shirazeh houshiary, Anish Kapoor, Barbara Kruger, Josephine Meckseper, R. h. Anish Kapoor, Barbara Kruger, Josephine Meckseper, Rh Quaytman, Natascha Sadr haghighian, Alexandre Singh, Quaytman, Natascha Sadr haghighian, Alexandre Singh, Jiro Takamatsu Jirō, hank Willis Thomas, Ryan Trecartin, and Danh Takamatsu, hank Willis Thomas, Ryan Trecartin e Danh Vo, la Vo, the exhibition unites both established and emerging artists mostra riunisce artisti affermati ed emergenti presenti nella in the collection. They share overarching formal and thematic collezione. Essi condividono le generali preoccupazioni formali concerns that cut across traditional aesthetic categories. Many e le tematiche che attraversano le tradizionali categorie estetiche. of the artists represented emphasize their working processes as Molti degli artisti presentati sottolineano i loro processi di lavoro they also explore the material and conceptual possibilities of in quanto esplorano anche il materiale e le possibilità concettuali artistic media ranging from abstract painting to digitally dei media artistici che vanno dalla pittura astratta alle fotografie manipulated photographs. Even while investigating new manipolate digitalmente. Anche quando indaga nuove possibilità possibilities for art in the digital age, much of the work per l’arte nell’era digitale, gran parte del lavoro sottolinea le underscores anxieties about everyday experience in a world angosce dell’esperienza quotidiana in un mondo saturo di media saturated with electronic media. Whether representing the elettronici. Sia che rappresentano i modi di percezione fragmented modes of perception engendered by online worlds, frammentati e generati da mondi online, o di insistere sullo spazio or insisting on the meditative space of painting and the poetics meditativo della pittura e la poetica degli oggetti, le opere of objects, the works on view map the contours of a rapidly intravedono i contorni di un mondo in rapida evoluzione dell’arte changing contemporary art world. contemporanea. The exhibition draws its title from Cordova’s now’s the time La mostra trae il suo titolo da Cordova’s now’s the time (pacha (pacha mama) (2009), which collages together images of mama) (2009), un collages che unisce immagini di apparecchi di recording equipment with elements of paper, gold, hair, and dust controllo con elementi di carta, oro, capelli, e polvere: un in a monument to creativity as essential to the telling of history. monumento alla creatività, essenziale per la narrazione della Cordova’s title takes its inspiration partly from a 1945 Charlie storia. Il titolo si ispira, in parte, ad una canzone di Charlie Parker, Parker song, “Now’s the Time,” which was recorded during a «Now’s the Time» (1945), che è stata registrata durante una

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Londra - Serpentine Gallery | Rosemarie Trockel - A Cosmos 13 February – 7 April 2013 CMM

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n Cosmo apre una porta Cosmos opens a door onto sull’universo personale di Trockel’s personal universe Trockel fatto di affinità e inteof affinities and interests through ressi, tra opere d’arte e opere art works and artefacts selected selezionate con il curatore Lynne in dialogue with curator Lynne Cooke. Cooke. Work by the artist, inLa mostra include i nuovi lavori cluding new work shown for the esposti per la prima volta nel first time in the UK, is juxtaposed Regno Unito, essi si abbinano with a constellation of zoological ad una costellazione di esemspecimens, botanical illustraplari zoologici, illustrazioni botations and work by other artists. niche e ad opere di altri artisti. Fusing aspects of a ‘cabinet of Fondendo una ‘Camera delle curiosities’ (the Wunderkammer meraviglie’ (la Wunderkammer of the 18th and 19th century), a del XVIII e XIX secolo), un museo natural history museum, a library di storia naturale, una biblioteca and a modern art gallery the Sere una galleria d’arte moderna, la pentine Gallery is transformed Serpentine Gallery si trasforma into an imaginary museum, in un museo immaginario, in cui where exhibits – loosely classile opere – liberamente classifified under categories of botany, cate sotto le categorie di botazoology, textiles, ceramics and nica, zoologia, tessili, ceramiche books – are displayed throughe libri – sono esposte lungo una out a labyrinthine sequence of serie labirintica di camere. Un rooms. A cosmic manifesto for manifesto cosmico per l’artista, the artist unbound by traditional non legata a gerarchie tradizioart-historical hierarchies, the exnali storico-artistiche, la mostra hibition celebrates the ideas that Rosemarie Trockel, Prime-Age 2012. Digital print 42×42 cm celebra le idee che fioriscono flourish in the spaces in between Private collection. © Rosemarie Trockel, DACS 2013 negli spazi tra le discipline. disciplines. Courtesy Sprüth Magers Berlin London Il complesso intreccio di manuThe artist’s complex interweavfatti diversi dell’artista in un ing of diverse artefacts with her unico insieme, ricorda il naturalista Alexander von humboldt (1769works into a single ensemble recalls the naturalist Alexander von 1859), ambizioso tentativo di unificare in un unico volume di conohumboldt’s (1769-1859) ambitious proposition for a unifying volume scenza, dal titolo Kosmos, in cui ha cercato di rappresentare of knowledge titled Kosmos, in which he sought to represent «L’intero universo materiale... dalle stelle, alla geologia dei mu“the entire material universe... from the stars in the nebulae to the schi...». Illustrazioni e acquarelli del pionieristico botanico Maria Sigeology of the mosses…”. Illustrations and watercolours by pioneerbylla Merian (1647-1717) corrispondono agli studi botanici di Trockel ing botanist Maria Sibylla Merian (1647-1717) correspond with a partire dal 2012. Meravigliosi modelli in vetro di invertebrati marini, Trockel’s own botanical studies from 2012. realizzati da Leopold e Rudolph Blaschka nel tardo XIX secolo, BoeExquisite glass models of marine invertebrates, crafted by Leopold mia, convivono con il Lucky Devil di Trockel (2012) – un nuovo lavoro and Rudolph Blaschka in late 19th century Bohemia, co-habit with con un esemplare di granchio e frammenti di precedenti opere reaTrockel’s Lucky Devil (2012) – a new work featuring a crab specimen lizzate dall'artista. and cut up fragments of earlier works made by the artist. Il lavoro di artisti autodidatti – tra cui James Castle (1899-1977,) coWork by self-taught artists – including James Castle’s (1899-1977) struzioni di uccelli e di Morton Bartlett (1901-1992), vivono insieme constructions of birds and Morton Bartlett’s (1901-1992) haunting all’ossessione per una ‘famiglia’ di bambole di gesso altamente na‘family’ of highly naturalistic plaster dolls live together. Elsewhere, turalistiche. Altrove, tra la matrice di oggetti e di idee che si incroamong the matrix of objects and ideas that interconnect web-like ciano come una ragnatela lungo tutta la mostra, la firma di Trockel across the exhibition, Trockel’s signature knitted paintings are linked lavorata a maglia si lega alle forme enigmatiche di Judith Scott avwith Judith Scott’s enigmatic forms cocooned in densely woven layvolte in strati densamente tessuti di filati e allo sfarfallio dello ers of yarn and a flickering screen plays Wladyslaw Starewicz’s 1912 schermo interpretato da Wladyslaw Starewicz del 1912, pionieristico pioneering stop-motion insect melodrama made using carcasses of stop-motion, melodramma d’insetto realizzato con carcasse di scaactual beetles entitled The Cameraman’s Revenge. rafaggi reali intitolato: The Cameraman’s Revenge – La vendetta del For more than thirty years Trockel has resisted an identifiable style, cameraman. working in a variety of materials, including wool, ceramic as well as Per più di trent’anni la Trockel ha resistito ad uno stile identificabile, appropriated artworks and objects. Certain issues have long occulavorando una varietà di materiali, tra cui lana, ceramica, così come pied her thinking and underpinned her diverse activity: such as a reopere d’arte e oggetti scelti. Alcune problematiche interessano da fusal to accept the traditional hierarchies that elevate the fine arts tempo il suo pensiero e sostengono la sua diversificata attività: come above applied and decorative arts; a fascination with diverse forms

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Ferdinand Hodler 27 gennaio - 26 maggio 2013

Servizio di_By CMM

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on «Ferdindand hodler», la ith “Ferdinand hodler”, Fondation Beyeler è il the Fondation Beyeler primo museo svizzero a probecomes the first Swiss muporre l’opera tarda dell’artista seum to present a comprehenin una mostra di ampio respiro, sive overview of the artist’s late che non solo raccoglie i work, displaying not only his maestosi paesaggi alpini del majestic Alpine landscapes but pittore ma tocca anche le altre the further key themes of his grandi tematiche della sua oeuvre: his self-portraits, fasciarte. Si pensi all’introspezione nation with women, death and attraverso l’autoritratto, alla eternity. hodler’s significance fascinazione per la donna, la for international modern art bemorte e l’eternità. La portata comes especially evident in internazionale di hodler per view of these final years, 1913l’arte moderna si evidenzia 18, when his work grew inproprio in questo ultimo pericreasingly radical and abstract. odo della sua attività, fra il A sensitive self-promoter and 1913 e il 1918, quando le sue rebel, with key contacts in Mucomposizioni si fanno più radnich, Vienna and Paris, hodler icali e astratte. shaped the self-image of Sensibile interprete di se Switzerland like no other artist. stesso e ribelle, con stretti his works are part of the counlegami a Monaco di Baviera, try’s cultural memory. A special Vienna e Parigi, Ferdinand emphasis of the exhibition is to hodler ha caratterizzato come shed light on hodler’s internanessun altro artista il volto tional significance as a pioneer della Svizzera. Le sue opere of modern painting. appartengono alla memoria In collaboration with the Fonculturale del paese. L’intento dation Beyeler, Riehen / Basel, della rassegna è di mettere in the Neue Galerie in New York luce la rilevanza internazionale mounted a show of hodler’s di hodler quale precursore late work in 2012: “Ferdinand della pittura moderna. La hodler – View to Infinity”. Ran mostra newyorchese «Ferdiin New York until 7 January, Ferdinand hodler, Ritratto di Valentine Godé-Darel (Testa femminile nand hodler – View to Infinity», this was the most significant francese). Bildnis Valentine Godé-Darel (Französischer Frauenkopf), ca. 1912 allestita nel 2012 alla Neue Gaexhibition ever devoted to the Olio su tela, 43×33 cm lerie di New York congiuntaSwiss artist in the U.S. It preKunsthaus Zürich, Vereinigung Zürcher Kunstfreunde Foto: © Kunsthaus Zürich mente con la Fondation sented hodler, who was a Beyeler di Riehen/Basilea e great idol of the Vienna Secesdedicata alle opere della matusion, as a pioneer and pathrità di hodler, ha costituito il più importante evento espositivo sul finder of modern art. pittore svizzero negli Stati Uniti: l’artista, che i secessionisti vienhodler’s landscapes, his series of views of Lake Geneva, the nesi additarono a modello, vi è stato presentato come un pioniere Alpine peaks, massifs and mountain streams, and the well-nigh e antesignano della modernità. dancelike rhythms of his portraits, emerged from his conviction I paesaggi hodleriani, le serie con le vedute del lago Lemano, that the real world and its representation in art were subject to

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Mario Morcellini interviene su EQUIPèCO Anna Mainolfi, Carmine Mario Muliere, David Pesarin Brocato

«Professore buongiorno e grazie, grazie per averci ricevuto in una sede che è molto vicina al lavoro che cerchiamo di fare noi con EQUIPèCO. EQUIPèCO è appunto un trimestrale di ricerca, documentazione artistica e culturale che opera da tantissimi anni, quindi penso che stiamo nel posto giusto».

“Good morning Professor and thank you, thank you for hosting us at an organization doing very similar work to what we try to do at EQUIPèCO. EQUIPèCO is a quarterly journal of research, documentation artistic and cultural work that has been running for many years, so I think we’re in the right place.”

“Yes, I think so too, although everything will have to be «Sì, lo penso anch’io, anche se tutto dovrà essere sottoposto subjected to a close inspection of the contents of the past ad una verifica più attenta sui contenuti del passato per to make sure I do not overestimate – as I hope – this vedere se non sopravvaluto - come spero - che sia La ricerca as an opportunity for synergy, not just for questa chance di sinergia, non solo di collaborazione deve servire collaboration but a discovery of contiguity, along ma di scoperta di contiguità, con un paio di piccole with a few small differences that I will mention differenze che dico subito e però non a lasciare segni, immediately, without forgetting, however, that the dimenticando gli elementi che sono sempre più a cambiare comportamenti, elements in life that unite us are always more importanti nella vita quello che ci unisce rispetto a cambiare politica, quindi la important than those that divide us. We like the a quello che ci divide. Ci piace il sottotitolo ricerca documentazione è ancora il subtitle search and documentation, we had never e documentazione, non l’abbiamo mai usato in used it in this way, although it implicitly seems to questo modo, anche se implicitamente sembra il modo con cui be the way of being of a university community. modo d’essere di una comunità universitaria. La la ricerca cessa Research should leave it’s mark, change behavior ricerca deve servire a lasciare segni, a cambiare di essere velleitaria. and change policy; so documentation is still the comportamenti, a cambiare politica, quindi la way in which research gains its value. Obviously documentazione è ancora il modo con cui la documentation is not enough to transform ricerca cessa di essere velleitaria. Non basta Research research, which is also a way of life, into concrete ovviamente la documentazione a trasformare una should leave actions. But it is the first step in becoming eligible ricerca, che è anche uno stile di vita, in atti it’s mark, for concreteness: documentation is thus an concreti. Ma è il primo passo per potersi element that requires everyone to measure candidare alla concretezza, la documentazione change behavior themeslves with the results of scientific and cioè è un elemento che chiede a tutti di misurarsi and change policy; cognitive research – the growth of knowledge – con i risultati della ricerca scientifica e della so documentation is research is nothing more than making known ricerca cognitiva – allargamento del sapere – la still the way in which what is unknown. Research’s vocation is to ricerca altro non è che far diventare noto ciò che è subtract darkness, opacity, and the unknown from research gains its value. ignoto. La ricerca ha come sua vocazione quella di their nature, rendering them useful to human sottrarre l’oscuro, l’opaco, l’ignoto alla loro natura, subjectivity. Thus, the first element of continuity is this quindi farli diventare elementi utili per la soggettività tandem, this spiritual combination of research and dell’uomo. Quindi, primo elemento di continuità, questo documentation – I would even say research versus tandem, questo binomio spirituale tra ricerca e documentazione; documentation because documentation almost exceeds the direi addirittura ricerca versus documentazione perché la importance of the book. Books have only one fault, among the many documentazione è quasi più importante del libro. I libri hanno un solo wonderful qualities with which the book is still in the running to be difetto, tra i tanti meravigliosi pregi con cui il libro si candida ad the most stimulating dimension of men’s hearts, a kind of atomic essere ancora oggi la dimensione più stimolante del cuore degli pile of stimulation, but as I said, with one drawback: they are slow uomini, una specie di pila atomica di stimolazione, però come in respect to the frantic pace of change in knowledge. Changes in dicevo, hanno un solo difetto: sono lenti rispetto al nervosismo dei knowledge and science and technology are racing forward; book cambiamenti della conoscenza. I cambiamenti della conoscenza e knowedge goes slowly because it is a slow dimension in respect to della stessa scienza e delle tecnologie vanno di corsa, la the fast character of change. So in the midst of changes, in the midst conoscenza del libro va piano perché è una dimensione slow rispetto of that terrain, that no man’s land that exists between changes in al fast dei cambiamenti. Quindi in mezzo ai cambiamenti, in mezzo society and culture and the documentation of those changes that is al terreno, all’area di confine di nessuno, che c’è tra cambiamenti the book, we find the magazine. The magazine is that which can della società e della cultura e documentazione dei cambiamenti che frantically follow the changes. From this point of view we must think è il libro, troviamo la rivista. La rivista è quella che per prima può carefully about the differences among literary genres. The magazine nervosamente seguire i cambiamenti. Da questo punto di vista is a genre that can make more errors, that is doomed to err because occorre riflettere attentamente sulla differenza dei generi letterari. La it puts knowledge to the test, even if if that knowledge is rivista è un genere che può sbagliare di più, che è condannata a unconfirmed. The book should instead reduce to some extent the sbagliare di più perché mette alla prova dei saperi, anche se non uncertainty within a chosen terrain. Many years ago there was a sono certificati; il libro dovrebbe invece in qualche misura ridurre beautiful passage by Umberto Eco – if I’m not mistaken – in one of l’incertezza su un terreno che sceglie. C’è stata molti anni fa una the final pages of L’Espresso in which he discussed this detail. bella pagina di Umberto Eco – se non sbaglio – in una delle pagine Today, thanks to the internet review can be published which in other finali dell’Espresso in cui lui raccontava questo dettaglio. Oggi grazie times one would never have written in the form of certification of the alla rete si possono pubblicare delle schede che in altri tempi uno book. That is what I am saying about the magazine: it is an opening non avrebbe mai scritto in forma di certificazione del libro. Ecco

62 EQUIPèCO n.35 - 2013 - INTERVISTA | INTERVIEW


Miracolo a Pont Royal_Miracle at Pont Royal* Enrico Smith

D

D

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A

anielle ha gli occhi chiari e limpidi, i capelli biondi e lunghi, le mani affusolate da musicista. Nella sinistra stringe una custodia di violino, con l’altra trattiene al collo il bavero del cappotto per proteggersi dalle folate di vento che spazzano i Lungosenna. Guarda davanti a sé mentre cammina per Rue de Lille, verso Pont Royal. Non prenderà il métro: tornare a piedi l’aiuterà a resistere al dolore. Poco prima ha suonato alla porta del suo anziano insegnante di musica e ha aperto Thérèse che con le lacrime agli occhi ha detto: «Danielle, stanotte è accaduto l’irreparabile: monsieur Bossuet ci ha lasciate per sempre». Lei è restata sulla soglia, inebetita. Poi ha sussurrato: «Mi dispiace, Thérèse. Evidentemente, i malesseri che il maestro accusava da un po’ di tempo erano più gravi di quanto ci facesse credere. E lei era la sola persona che gli fosse rimasta». «No, anche lei, Danielle: l’unica allieva a cui monsieur Michel avesse ancora voglia di insegnare. Ma non siamo riuscite a fargli capire quanto fosse importante per noi!» ha esclamato Thérèse, scoppiando in un pianto dirotto. Danielle, che a venticinque anni già conosce la solitudine, le ha sfiorato con tenerezza la spalla e si è girata per andarsene. «Non vuole entrare un momento a vederlo?» ha chiesto discretamente Thérèse. «È bello» ha insistito, «non suscita impressione. Anzi sembra ringiovanito, molto ringiovanito!». «No, meglio di no» ha risposto lei, volgendosi a guardarla. «Giorni fa monsieur Bossuet mi ha lasciato qualcosa che intendevo restituirgli. Ora vorrei che tutto rimanesse così». Quindi ha preso a scendere lentamente le scale, portando la mano all’altezza della tasca dove tiene quell’antico minuscolo libro di formule esoteriche che Michel Bossuet, il «diabolico violinista» come a lui piaceva definirsi, riteneva miracoloso.

rrivata a Pont Royal, scende la scalinata che porta alla panchina di fronte al fiume, su cui lei si è seduta spesso a parlare con il maestro dell’orrore che ha distrutto la sua famiglia, ricevendone in cambio conforto e affetto. Lascia lo strumento sul sedile e vi depone accanto il libricino, osservando entrambi un’ultima volta. Risale in fretta sul ponte per tornare al più presto nel suo appartamentino di Rue Lepic, dove potrà piangere senza farsi vedere da nessuno e tentare ancora di dimenticare tutto; perfino la musica: quell’orribile musica che accompagnava il fumo che fuoriusciva dai forni crematori.

I

n Rue de la Chaussée d’Antin ha la sensazione di essere seguita. In Rue Blanche, prima di affrettare il passo, si volge indietro ma non vede nessuno. La paura di ritrovarsi soli per la seconda volta può giocare brutti scherzi all’immaginazione. Anche il vento è aumentato e la mano stringe sempre di più il bavero, come se così potesse trattenere ancora più a lungo le lacrime. È quasi buio quando arriva davanti al portone di casa. Mentre fruga in tasca alla ricerca della chiave, sente dei passi

66 EQUIPèCO n.35 - 2013 - RACCONTO | TALE

anielle has clear and limpid eyes, blond and long hair, slender hands like those of a musician. In her left hand she is holding a violin case; in the other one she keeps the collar of his coat close to her neck to protect it from the wind gusts that sweep across the river Seine. She is looking straight ahead while walking down the Rue de Lille, towards Pont Royal. She is not going by Metro: walking back will help her to stand the pain. Shortly before she rang the bell of his old music teacher and Thérèse opened with tears in her eyes saying, «Danielle, the irreparable happened last night: Monsieur Bossuet left us forever». She remained in the doorway, dazed. Then she whispered, «I’m sorry, Thérèse. So, the pains the teacher had been feeling lately should have been more severe than he let us know. And you were the only person he had». «No, Danielle, you too: the only student Monsieur Michel still wanted to teach. But we weren’t able to make him understand how important he was for us!». Thérèse exclaimed, bursting into tears. Danielle, who, though being only twenty-five, knows the meaning of loneliness, tenderly touched her shoulder and turned back, leaving. «Don’t you want to come and see him?». Therese asked quietly. «he’s beautiful», she insisted, «he is not scaring at all. Indeed, he seems younger, much younger!» «No, I’d better not», she replied, turning to look at her. «Some days ago Monsieur Bossuet left me something I wanted to give him back. Now, I want everything to remain the same.» So she went down the stairs slowly, bringing his hand up to the pocket where was hidden that old tiny book of esoteric formulas Michel Bossuet - the «devil violinist» as he liked to be called - believed being a miraculous one. rrived at Pont Royal, she goes down the stairs leading to the bench in front of the river; she used to sit there to talk with the teacher about the horror that destroyed her family, receiving comfort and affection from him. She leaves the instrument on the seat and the booklet next to it, staring at them for the last time. She comes back quickly up to the bridge to come back to her little flat in the Rue Lepic as soon as possible; there she will be able to cry all alone and try to forget everything, even the music, that horrible music that accompanied the smoke coming out from crematoria.

I

n Rue de la Chaussée d’Antin she has the feeling of having been followed. In Rue Blanche, before hurrying, she turns back but she can’t see anyone. The fear of being alone again can play tricks on the imagination. The wind has risen up and the hand tightens the collar more and more, as if she can’t hold back the tears any longer. It is almost dark when she arrives at her front door. While rummaging in her pocket for the key, she can hear the footsteps approaching fast on the side walk. She looks up and sees a handsome man in his forty smiling and saying, «I saw


Quentin Tarantino La nuova trilogia_The new trilogy Giulia Verde

Quentin Tarantino

È

uscito in Italia il nuovo film di Quentin Tarantino Django Unchained. Questa volta è il Western, il genere scelto dall’eclettico regista, che aggiunge un secondo volume alla sua trilogia storica, iniziata con Igluorious Bastard (2009), ambientato durante la seconda guerra mondiale. Egli inizia a lavorare al progetto dopo l’uscita di Grindhouse – A prova di morte (2007), dando vita a un’idea coltivata negli anni, dichiarando più volte di voler realizzare un’opera in episodi, in grado di raccontare la storia americana. Esteticamente si ispira allo Spaghetti Western, colloca la narrazione nell’America Sudista del 1958 e carica la sceneggiatura di citazioni cinematografiche. Niente di nuovo per il regista che da adolescente nutrì la sua passione filmica, facendo il commesso in un video noleggio e che da sempre costruisce le sue opere come fossero dei giochi-memory, facendo rivivere capolavori del passato riconoscibili da un pubblico colto, ed educando l’occhio di uno spettatore inesperto. Un gruppo di uomini incatenati si trascina sotto il sole infuocato di un paesaggio desertico, è la stessa sequenza iniziale di Spartacus (Kubrick, 1960), con la differenza che gli schiavi sono Afroamericani. Seguono Via col Vento (Fleming, 1939) nella presentazione di Candyland e della sua proprietaria Lara Lee Candie-Fitzwilly, interpretata da Laura Cayouette; Christoph Waltz nei panni del Dr. King Schultz, introduce se stesso insieme al suo cavallo, il quale nitrisce al suono del proprio nome, come avviene in Frankenstein Junior (Brooks, 1974); la pistola ad estrazione dalla manica è del medesimo modello usato in Qualche dollaro in più (Leone, 1965); le piroette fatte fare al cavallo dal protagonista Django / Jamie Foxx, a chiusura del film, ricordano Lo chiamavano Trinità… (Barboni, 1970). L’elenco potrebbe durare ore, senza contare tutto l’autocitazionismo tarantiniano, ma non si può non parlare del chiaro omaggio all’omonimo film del 1966, diretto da Sergio Corbucci, sceneggiato insieme al fratello Bruno e interpretato da Franco Nero, il quale nel nuovo film si limita ad un cameo tutto recitato in italiano, fatta eccezione per il breve confronto con Jamie Foxx, il quale si presenta facendo lo spelling del proprio nome specificando che la “D” iniziale di Django è silenziosa, “I know” (Lo so) risponde l’attore prima di congedarsi. «Ogni Paese deve affrontare gli orrori che ha causato e l’America spesso lo evita. A scuola ho sentito parlare poco della nostra schiavitù», questo è lo scopo dichiarato da Tarantino: un racconto degli eventi nazionali nel suo modo fantasioso di narrare e a volte anacronistico, come nel caso del Ku Klux Klan presente nel film, ma fondato solo dopo la Guerra Civile Americana. Imprecisioni poco importanti se non si vuole fare un’autentica ricostruzione degli eventi e in questo caso da definire pura licenza poetica. Sono state molte le polemiche che hanno accompagnato l’uscita Usa della pellicola, non solo legate alla ormai vecchia diatriba sull’uso della violenza nella cinematografia del regista, il quale si è rifiutato di rispondere alle domande inerenti ad essa, entrando in diretta pole-

88 EQUIPèCO n.35 - 2013 - CINEMA

Q

uentin Tarantino’s new film Django Unchained has had its cinema release in Italy. To follow the World War II action thriller Inglourious Basterds (2009) this time the eclectic director has chosen the Western genre for the second volume of his historical trilogy. On several occasions Tarantino had declared his wish to produce a piece of work in episodes which would be capable of narrating the history of the United States and after the release of Grindhouse (2007) he started working on the project which had been evolving in idea form for a number of years. The Spaghetti Western provides the aesthetic inspiration with the narrative set in the Confederate States in 1858. The screenplay is loaded with film quotes – nothing new for the director who, as a teenager fed his voracious passion for film by working in a video rental store and who has always constructed his films as if they were memory games, reviving masterpieces of the past recognizable only to the cultured few, while at the same time educating the eye of the less expert cinema goer. The opening scene mirrors the opening sequence of Spartacus (Kubrick, 1960), with a group of chained men dragging itself along under the blazing sun of a desert landscape, the difference being that now the slaves are African Americans. Gone with the Wind (Fleming, 1939) follows in the presentation of Candyland and its owner Lara Lee Candie-Fitzwilly, played by Laura Cayouette; Christoph Waltz in the role of Dr. King Schultz introduces himself along with his horse, which neighs at the sound of his own name, as happens in Young Frankenstein (Brooks, 1974); the gun extracted from the sleeve is the same model used in For a Few Dollars More (Leone, 1965); the pirouettes which Django/Jamie Foxx make the horse perform in the closing scene reference They Call Me Trinity (Barboni, 1970). The list could go on for hours, not counting all the Tarantinian self-referencing, but what cannot be omitted is the clear homage to the 1966 film of the same name directed by Sergio Corbucci, written together with his brother, Bruno. Franco Nero, the star of the original, appears in a cameo role in the new film with his dialogue spoken entirely in Italian except for a brief scene with Jamie Foxx/Django who spells out his name specifying that the initial “D” of Django is silent to which Nero responds “I know” before leaving. Tarantino has stated his belief that every country must face up to the horrors it has caused and how the United States has often avoided doing so, giving as an example the fact that slavery was little mentioned when he was at school. his declared aim is to tell the story of these national events in his inventive and at times anachronistic narrative style, as in the case of the Ku Klux Klan which appears in the film, but was not founded until after the end of the Civil War. Such inaccuracies, however, are unimportant unless what is sought is an authentic reconstruction of historical events; in this case they can be defined as pure poetic license. The US release of the film was accompanied by a great deal of


La scena del corpo:

contaminazione tra teatro, performance e body art

The scene of the body:

contamination between theatre, performance and body art Azzurra de Gregorio

P

T

arlare delle esperienze di teatro contemporaneo o talk about some experiences of contemporisulta quasi impossibile senza aprire una rary theatre is almost impossible without parentesi sui concetti di body art e di opening a bracket about the concepts of La storia del corpo, gli storici performance che, a partire dagli anni ‘60-’70 body art and performance that, from the 60’s del Novecento, si mostrarono e si imposero and the 70’s of the last century, have come l’hanno avviata da tempo sulla scena artistica internazionale. Ciò che across the international artistic scene. What [...] è infatti accaduto a partire da quel periodo, in fact has happened starting from that peMa il corpo è anche è stata una progressiva fusione di tre riod was a progressive fusion of three eledirettamente immerso “elementi”: teatro, body art, performance, ments: theatre, body art, performance, that in un campo politico: che ne ha reso difficile la distinzione. Le made hard their distinction. radici della body art e della performance The roots of performance and body art have i rapporti di potere operano vanno però ricercate nelle avanguardie to be researched in the historical vanguards su di lui una presa immediata, storiche come il futurismo ed il dadaismo, as futurism and Dadaism , that brought forl’investono, lo marchiano, che avevano anticipato il problema della ward the simultaneity of the artistic event lo addestrano, simultaneità dell’evento artistico ed avevano and announced the canvas abandonment lo suppliziano, annunciato l’abbandono della tela in favore (earlier considered the only technical suplo costringono a certi lavori, di una riscoperta del corpo come mezzo port to “make art”) in favor of a rediscovery espressivo-simbolico. of the body as an expressive and symbolic l’obbligano a delle cerimonie, D’altronde, anche gli happening che si medium. esigono da lui dei segni. svolsero negli anni ‘50 grazie al gruppo After all, also the happenings created by the Fluxus, mostrano una forte continuità con il Fluxus group in the 50’s maintain continuity lavoro di tutti gli artisti che si occuparono di with the work of the artists who dealt with Historians have started the hisbody art e di performance e che si imposero body art and performance and became poptory of the body far-back […] all’attenzione nei decenni successivi: Bruce ular in the following years: Bruce Nauman, But the body is also directly imNauman, Gina Pane, Vito Acconci, Marina Gina Pane, Vito Acconci, Marina Abramovic, mersed in a political field: Abramovic, herman Nitsch, Valie Export etc. herman Nitsch, Valie Export etc. power relations cause «La performance», ha spiegato Teresa Macrì, Performance advent rewrites the artists’ role immediate consequences «come evento artistico mira a produrre because it allows them to expand their exsensibilità, umori, inquietudini e non oggetti. pressive capabilities. Teresa Macrì writes: on it, they run over it, Essa rappresenta l’affermazione del «Performance as artistic event aspires to they mark it, they train it, soggetto e la vanificazione dell’oggetto. Non produce sensibilities, moods, turmoil and they torture it, è più infatti, la moltiplicazione di beni not objects. It represents the subject affirmathey obligate it oggettuali ciò che interessa il performer, tion and the object frustration. The performer to do some works, bensì la sua soggettività, il suo essere nel in fact isn’t interested anymore in the multithey force it mondo».1 plication of the objects, but rather in his/her subjectivity, his/her being in the world». Gli anni ‘70 del Novecento sono centrali per to do some ceremonies, The 70’s have a central importance for perlo sviluppo e la crescita dell’arte performatithey require signs from it. forming arts development, in that period in va, che permette di sperimentare i limiti e le fact artists have the possibility to experiment capacità del corpo dell’artista: Chris Burden the limits and the capabilities of their bodies: si offre come bersaglio volontario a un M. Foucault Chris Burden offers himself as a voluntary tartiratore che gli pianta una pallottola nel Sorvegliare e punire get to a gunman who plants a bullet in his arm; braccio, Vito Acconci morde tutte le parti del Discipline and punish Vito Acconci bites all the parts of his body that corpo raggiungibili con la bocca, Gina Pane he can reach with his mouth; Gina Pane wounds ferisce il suo corpo con una lametta, Marina her body with a blade; Marina Abramovic brushes her Abramovic si spazzola i capelli per ore, ferendosi hair for hours, injuring her head and her face, hermann volto e testa, hermann Nitsch sventra e sbrana animali in Nitsch, during an orgiastic and sanguinary ritual, eviscerates and un rituale orgiastico e sanguinario, Carolee Schneemann mischia, TEATRO | ThEATRE - n.35 - 2013 EQUIPèCO 91


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trimestrale di ricerca e documentazione artistica e culturale_anno X n.35 - 2013

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Quattro nozioni devono dunque servire da principio regolativo alla analisi: quella di evento, quella di serie, quella di regolarità, quella di condizione di possibilità. Esse si oppongono, come si vede, termine a termine: l’evento alla creazione, la serie all’unità, la regolarità alla originalità, e la condizione di possibilità al significato.

Four notions, then, must serve as the regulating principle of the analysis: the event, the series, the regularity, the condition of possibility. Term for term we find the notion of event opposed to that of creation, series opposed to unity, regularity opposed to originality, and condition of possibility opposed to signification.

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Michel Foucault

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L’ORDINE DEL DISCORSO - I meccanismi sociali di controllo e di esclusione della parola, p. 41. Nuovo Politecnico 51 - EINAUDI 6ª ed. 1980

ca rm in e m ar io m ulie re e dit o re


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