Avrete certamente visto una cascata: l’acqua cade in un salto imprevisto e difforme e allo stesso tempo armonioso e capace di calamitare l’attenzione di chiunque: frammenti a migliaia si staccano dalla massa omogenea quanto friabile e la goccia piú piccola funziona in perfetta simbiosi coll’aria che l’accompagna nel vuoto pronto a comprenderle. Da simili pensieri scaturivano domande nuove sigillate anch’esse nel groviglio delle verità che mi venivano proposte dal mio punto di osservazione: piccola torre all’estremità del precipizio e posizione ideale che mi consentiva la visione globale e irriducibile come il pensiero puro. Intorno, un andirivieni promiscuo e irrequieto di gesti e di suoni. È l’ora del pranzo, andiamo!, ripeterono almeno due volte i miei compagni di viaggio e insieme raggiungemmo la trattoria piú vicina per gustarvi le specialità locali. Non li udii subito: vivevo un periodo di intensa e spontanea ricerca né me la prendevo quando spesso mi si diceva: che dormi all’impiedi?. 7
Era vero com’è vero che le sensazioni sono diverse per ognuno tantoché, sorvegliato da quei pensieri fuori programma, ero chiaramente convinto per una spontaneità contenuta in una possibile conoscenza graduale che cercavo di bilanciare alla comprensione intesa nel senso di far parte. L’interdipendenza accettata non mi consentiva di tralasciare alcunché e trovavo finanche legittimo il fatto che le parole lasciano il tempo che trovano: non li sentii subito, non mi giustificai con false scuse, né mi confidai per non rompere l’ordine di quei pensieri con un discorso disordinato. Era evidente che le motivazioni erano diverse nonostante l’identica premessa stabilita alla partenza e ancora oggi credo che manchi la neutralità necessaria a l’Ordine del discorso. Cosí mi rendevo conto che la casualità di una causa, determina nient’altro che indeterminazione. Causa/caso, due estremi che quasi mai collimano e costringono il presente verso un futuro che arriva posponendo o passa anticipando la sua stessa eventualità. Ma credo che l’evento sarà sempre e soltanto un’attributo della realtà e al diavolo gli scherzi del linguaggio che approfitta del nostro beneplacito. Certo può anche accadere il contrario: chi vorrà andare volontariamente contro i propri interessi? 8
Certamente nemmeno un visionario come me che vede la magia nell’immagine del possibile. Trucchi a parte, è vero che tale critico visitò una mia mostra. Qualche tempo dopo, spinto dalla direttrice della galleria dove tenni la mostra successiva, telefonai per invitarla alla presentazione. Al rifiuto categorico s’aggiunse il rimbrotto per un errore che non sapevo di aver commesso: le avevo inviato una monografia e la litografia che accompagnava l’edizione numerata e limitata a 150 copie. Chi ci pensava piú? L’omaggio fu conseguente al fatto che il giorno della sua visita alla mostra ero assente e pensai di farle cosa gradita siccome firmò il registro delle presenze perché si sa che un critico militante non firma invano. Fatto sta che rispose usando l’ambiguo plurale: abbiamo ricevuto una sua monografia e una litografia, il libro lo teniamo e ringraziamo, ma la litografia non possiamo accettarla. Né possiamo intervenire. (Alla buon’ora! E senza questa telefonata, giacché è passato piú di un anno dall’invio del libro, nemmeno mi avrebbe ringraziato!). E, dunque, questa prova lampante che anche i fatti volano, mi diede la calma e la ragione che guidarono la mia risposta: grazie per l’estrema sincerità e se può mi perdoni per averle causato siffatta reazione; della litografia e del libro ne faccia quel che vuole, avrà certamente letto nel colophon che l’una accompagna l’altro, buona 9
sera. Chissà che non l’abbia incorniciata! Avrebbe potuto apprezzare almeno l’autenticità tecnica di realizzazione ottenuta per stampa diretta con un eccezionale torchio a stella, se non il soggetto che richiamava una riflessione antica e sempre attuale: Arca della speranza, lastra cm.45×65, foglio cm.50×70, stampatore Luigi Rianda, Roma, 1974.
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Evidentemente non è questione di tempo. Tuttavia, riattaccando la cornetta del telefono, mi accorsi dell’errore grammaticale commesso: avevo usato il singolare invece del plurale che avrei potuto usare per il fatto che la direttrice della galleria aveva sollecitato la mia telefonata e mi stava accanto anche lei incredula e delusa. Anche se tutto si trasforma, posso affermare che forse è stato un bene, per il mio percorso artistico, che questo rapporto non sia mai cominciato e dava ragione e consistenza al mio amico francese Roger Gallizzi che cosí mi definí: non è un poeta ma una luce errante che porta con sé i vasti sogni dell’infinito. Fiorisce nel tempo senza radici. Oltre tutto, devo riconoscere che mancavo d’esperienza e tuttora mi manca la diplomazia necessarie entrambe pure all’ironia, ma non voglio copiare nessuno e se riferisco una cosa non mia cito sempre la fonte perché mi sembra la cosa piú giusta da farsi. Ma stavamo, (altra magia), stavo parlando di magia e il trucco dei trucchi -cognome usurpato o preso in prestito dal sostantivo degli illusionisti- mi confermò la possibilità di una illusione vera dal momento che quanto era accaduto riconfermava l’efficacia della ripetizione. Occorre proprio che prenda una decisione liberatoria con buona pace degli psicologi, dovessi anche vendere l’anima al diavolo. 11
Toh! Eccolo prontissimo: Furbo che sei, tanto -è cosí che pensi!?- se non esiste la magia non esiste nemmeno il diavolo, non è vero?. (M’ha letto nel pensiero). Allora!?. Ti meravigli di me e scagioni e giustifichi i balordi, altro che magia, la tua è pura illusione. Mi fai quasi tenerezza e perciò voglio convincerti della mia esistenza con un consiglio efficace e che ritieni improbabile: balordi non si nasce, si diventa!. Senti senti, come!?. Non fare lo gnorri, so che puoi capire quello che ho detto, né ho dato mai consigli gratis; i miei figli per primi devono dare per poter poi ricevere e qualcosa ricevono sempre. È questa la mia legge fondamentale: do ut des, l’unica che mi consente di sopravvivere. Addio, con te non c’è niente da fare, hai troppa fantasia ed non ho tempo da perdere specialmente con quelli che come te vivono fuori dal tempo: quel proverbio che dice il tempo è danaro, l’ho inventato io e tu sai bene che chiunque crei qualcosa deve per primo rispettarla altrimenti la perderà prima o poi. Tuttavia, prima di lasciarti voglio darti una prova della mia lealtà, cosa rarissima per tanti di voi, perché apprezzo l’evidenza: invidio la tua fantasia, che non è campata in aria ma è costantemente alla ricerca della propria affermazione. La cosa che mi lascia speranzoso è che per mia fortuna, scaturita dai tempi che corrono, non avrà sostenitori perché... ma va’ al tuo 12
diavolo, che vuoi coinvolgere anche me?!. Sarà mica vero quello che mi ha detto il diavolo? Ho riletto le sue parole e devo ammettere che fanno pensare, fantasia e complimenti a parte. E ancor piú quello che non ha detto. Però! Chi avrebbe mai creduto di poter ricevere dei complimenti dal diavolo... Ma che sto dicendo? Che stia diventando superstizioso oltre che visionario e senza rendermene conto?. E se davvero riuscirò a pubblicare questi scritti farei bene ad usare uno pseudonimo altrimenti che penserebbero di me i miei amici?. A proposito dei miei amici, chissà dove saranno in questo momento!. Forse, l’unica mia speranza o possibilità è riposta nella magia visto e considerato che non si può confidare nella selezione naturale. Salvo che quella idea del diavolo si possa mettere in atto alla rovescia e cioè: il danaro non si potrebbe spendere in modo migliore?. Scemo, il problema non è come spenderlo, bensí come procurarselo. Dammi retta, lascia perdere questi assurdi propositi e rimani nella tua fantasia che per quanto assurda anch’essa, è forse l’unica cosa che non costa poiché non è in vendita. Ecco perché ti invidio, non ti è costata niente e perciò nemmeno ti frutterà, ciao scemo!. Mi ha detto ciao, che voglia imparare?. Che ascolti!: 13
Cantar poesia concreta finché sfugge alla vita per la viltà celata dai gesti e dai pensieri che appare netta con l’enorme peso. Ancora qualsiasi prova attende conferma: tutto è compreso nel prezzo da pagare.
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