La mala-accoglienza
Caccia all’untore nero Antonio Mazzeo In questi ultimi mesi abbiamo assistito ad una vera e propria caccia all’untore nero. «I migranti stanno trasmettendo il Covid-19 agli italiani» il leitmotiv estivo. Una narrazione falsa e xenofoba che ha visto “autorevoli” protagonisti, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e il suo maggior concorrente alla rielezione, il sindaco metropolitano di Messina, Cateno De Luca. Al seguito, scimmiottando tiritere e slogan di Lega e fascisti, un nutrito e variegato gruppo di amministratori locali, consiglieri comunali, aspiranti politici e leader trombati, finanche qualche giornalista embedded. La ricostruzione della vergognosa vicenda di sei minori stranieri non accompagnati detenuti dal 29 luglio sino al 30 agosto 2020 nel lager-hotspot di Messina consente di ribaltare l’ignobile e strumentale equazione invasione migranti – esplosione dei focolai da Covid-19. Nel centro di mala-accoglienza realizzato abusivamente all’interno dell’ex caserma “Gasparro” di Bisconte (oggi finalmente vuoto, ma non ancora definitivamente chiuso), quattro adolescenti
tunisini provenienti dalla provincia di Monastir – in possesso di un documento d’identità in lingua francese – un sedicenne tunisino originario della città di Zarzise e un minorenne somalo (questi ultimi due privi di documenti) sono stati costretti a convivere insieme a decine di adulti in un fatiscente camerone zeppo di brandine e letti a castello. La loro illegittima detenzione, in violazione delle norme del diritto internazionale e delle leggi italiane, era stata denunciata il 12 LeSiciliane - Casablanca 11
agosto in un esposto dall’avvocato Carmelo Picciotto dell’Associazione per gli Studi sull’Immigrazione (ASGI) e successivamente confermata dal Garante per l’infanzia del Comune di Messina, dottor Fabio Costantino. Il Garante aveva pure chiesto l’immediato allontanamento dei minori dalla struttura di Bisconte, ma Prefettura e autorità sanitarie hanno imposto la quarantena a tutti gli “ospiti” del centro dopo l’accertamento di alcuni casi di positività al