SI – FUCCIO NO
QUANDO LA “RIVOLUZIONE”?
Da quasi 4 anni a Casoria governa Raffaele Bene, dopo aver vinto il ballottaggio con Angela Russo.
L’operato dell’amministrazione è stato deludente, le attese di legalità e trasparenza non hanno avuto riscontro nei fatti; le motivazioni che hanno portato alle dimissioni di 14 consiglieri (9 di opposizione e 5 di maggioranza) mandando a casa Pasquale Fuccio non hanno prodotto un’opera di forte rinnovamento da parte del Sindaco e degli assessori che governano il territorio. In questi anni i movimenti politici di opposizione ma anche alcuni facenti parte sia della maggioranza che della stessa Giunta Municipale stanno comunicando alla Città le loro critiche. La maggior parte di essi utilizzando facebook e non i tradiziona-
stessa maggioranza consiliare, alla sua stessa Giunta Municipale ed al suo stesso Sindaco scrivendo sia su questo settimanale in edizione digitale che anche ai quotidiani è Salvatore Iavarone, rappresentante di Europa Verde nello stesso Consiglio Comunale.
E’ veramente strano che le stesse aggregazioni politiche che hanno governato per tanti anni si pongano come alternativa valida, come se i cittadini non li conoscessero, non ricordassero il malgoverno del territorio con gli atti di ben quattro scioglimenti, di cui uno per infiltrazioni malavitose.
Il pur deludente operato dell’amministrazione non può legittimare la demagogia di chi, non solo ha infestato il degrado di Casoria, ma non ha avuto
fa consigliammo un programma su cui costruire un dibattito volto ad esprimere delle idee, a mettere al centro delle proposte per la costruzione dei progetti elettorali.
Nessuno esponente politico si è interessato a quelle proposte.
E’ importante ricordarne qualcuna: la costruzione di un piano regolatore impostato al recupero degli spazi inutilizzati e delle aree dismesse in cui venga sancito l’impossibilità di costruire ancora; il cambiamento di tutti i dirigenti della macchina comunale e sceglierli poi con regolari e trasparenti bandi di concorso; la valorizzazione dei dipendenti comunali per la gestione del verde e per la realizzazione di progetti di riutilizzo delle aree dismesse; la costruzione
cio partecipativo; la costruzione di un organo di partecipazione in cui valorizzare le idee dell’associazionismo, dei sindacati; una carta studenti che agevoli gli studenti ad accedere ai consumi culturali; un organo di partecipazione giovanile formato da associazioni territoriali, comitati studenteschi delle scuole; l’utilizzo dello Stadio San Mauro con l’organizzazione di eventi sportivi compreso l’atletica leggera; la valorizzazione del centro storico e la promozione della città come luogo di turismo religioso; i salotti sociali; l’applicazione nel campo della comunicazione della
ANTONIO BOTTA
legge 150/2000; l’utilizzo del personale in virtù delle proprie capacità ed attitudini.
DEI PROGRAMMI E PROGETTI DELLA “RIVOLUZIONE” ELETTORALE NON SI PARLA.
RAFFAELE BENE DEVE ASSICURARE LA LIBERTA’ AMMINISTRATIVA AL COMUNE DI CASORIA, POLMONE FINANZIARIO DELLA CITTA’.
Solo così dal letame e dalla monnezza che ammorba Casoria potranno nascere i fiori.
Buona notte Casoria e buona fortuna.
UNA VITA PER IL CALCIO
La trasmissione “LA COPERTINA” è dedicata dal conduttore Nando Troise a Carmine Tascone, il cui volto, ripreso in primissimo piano, è raffigurato sulla copertina del periodico “Corriere Del Pallone”, “settimanale calcistico regionale, ma non solo, con il titolo in prima pagina: “Semplicemente Carmine”. E’ un dovere, da parte mia, ricordare questa persona che ha visto tutti i miei inizi calcistici. Ho iniziato con lui a Secondigliano e poi l’ho seguito per tutta la vita”. Dopo avere ricordato che nel giorno del suo onomastico, 16 luglio scorso, gli era stato riferito delle sue precarie condizioni di salute, Troise ha sottolineato il valore di Carmine, amante del calcio e della vita, ma di cui, alla sua scomparsa, poco si è parlato, benché avesse allenato le squadre calcistiche di Casoria e di Afragola, quando militavano in serie C. L’editoriale del Settimanale, a firma Raffaele Ciccarelli, Segretario dell’Associazione Calcio della Campania, è stato dedicato a Carmine Tascone, anche scopritore di validi calciatori grazia alla sua scuola cal-
cio, “Damiano Promotion”, uno tra i quali Tripardelli, terzino della Juve. Ciccarelli e Carmine Testa hanno intervistato alcuni tra coloro che hanno conosciuto il compianto allenatore: Fabio Pisacane, in foto con la maglietta del Cagliari, “che ha giocato in serie A, per tanti anni, oggi gioca in B; Claudio Lucignano, straordinario calciatore, che, da allenatore, ha vinto con il Napoli lo scudetto di campione d’Italia nella categoria Beretti”; di fianco, Teore Grimaldi, di Frattamaggiore, oggi allena il “Gladiator” in serie D, amico di Tascone, definito nell’intervista: “Carmine, università del calcio”; Mariano Improta, factotum di Carmine, ricordato con grande stima e affetto; io sostituii Mariano, quando partì per il servizio militare, occupandomi di calcio mercato dal primo luglio al 30 ottobre, presso il grande hotel Terminus; a seguire l’intervista a Vito Tammaro, anche lui passato al Calcio Napoli,che ha definito Carmine “un amico più che un presidente” ; sfogliando, si trova l’intervista a Carmine Tascone di Antonio Valenti,
dal titolo “Una vita nel pallone”, pubblicata nel 2017 e ripubblicata per l’occasione, in cui lo stesso intervistato racconta i suoi inizi nel mondo del calcio con Giovanni Lambiase, quando si allenavano allo stadio Collana e anche al campo di gioco dei vigili del fuoco a Fuorigrotta.
Successivamente, zoom su altri articoli: intervista a Leao, del Milan, “Resto, anzi no”; Cioffi racconta “Euro 2024”, di fianco, sempre su Euro 24, “Il Punto sui gironi A - B – D, poi il “Punto sui gironi E – F- G di Chiara Maniaci e sui gironi H –I –J, di Sabrina Mastrangeli; sempre sfogliando, articolo su “Coppa Italia,
tra certezze e incognite” con la doppia disputa Cremonese – Fiorentina e Inter -Juventus; di fianco, servizio su “Nagelsmann, fretta o lungimiranza”, licenziato dal Bayern di Monaco, si suppone che molti club siano interessati a questo giovane allenatore; segue l’articolo dello stesso Troise, dal titolo “Napoli – Milan da KO”, per la squadra rossonera, ma il pronostico del Direttore si è rivelato sbagliato, o meglio, il KO l’ha subito il Napoli, con una prestazione scadente, quasi remissiva. Io stavo allo stadio Maradona con mio figlio: sugli spalti, si era increduli, si assisteva alla debacle degli “Azzurri”, non riuscendo a dare, i tifosi, una
spiegazione all’incapacità di imporre il solito gioco gagliardo, spumeggiante della squadra partenopea: varie le ipotesi durante l’intervallo, la più accreditata era quella secondo cui l’assenza di Osimhen aveva determinato un vuoto spaventoso al centro dell’area avversaria, non colmato dalla scarsa prestazione di Simeone, un “fantasma” di se stesso in mezzo al campo: tutti speravamo in un secondo tempo completamente diverso, con una voglia dei calciatori di recuperare il passivo, ma il terzo gol ha spento gli entusiasmi, benché il pubblico, molto numeroso da riempire tutti i settori dello stadio, abbia continuato sino alla fine a incoraggiare gli “azzurri”. Però, nessun dramma al quarto gol subìto; ci si era rassegnati, ormai, a una “giornata storta”, nessun malumore, al fischio finale dell’arbitro; certo, delusione, anche profonda, ma ugualmente gli
undici beniamini sono stati applauditi. Personalmente, mi aspettavo il cambio di Simeone già dall’inizio del secondo tempo, ma esso è avvenuto, se non erro, dopo il terzo gol; ho visto un Raspadori più dinamico, pericoloso al centro dell’area avversaria e solo per poco in qualche occasione non è riuscito a segnare il classico gol della bandiera. Una giornata “no” da dimenticare, infatti, il Napoli è tornato a vincere, poi, contro il Lecce in esterna. Dispiace solo che in quella sfortunata domenica calcistica siano rimasti delusi i bambini, tanti, che si sono presentati al S. Paolo con magliette con la scritta del nome di qualche calciatore, in particolare Osimhen, e con lo gioia di vedere giocare da vicino la loro squadra del cuore.
Di fianco all’articolo di Troise, quello di Emanuele Esposito sulla presentazione della 28° giornata di campio-
nato; ancora, Giuseppe Barbato che scrive su “Napoli, il mese della verità”, poi il servizio su “Salernitana, con lo Spezia è decisiva?”, a pagina 23 “Benevento, c’è una B da conquistare”, in quelle seguenti l’articolo su “Avellino a passo di lumaca” di Felice Marcantonio, e su “Gelbison tutto in quattro gare”si gioca la retrocessione” . Ecco gli ultimi articoli: “Niente calcoli, occorre vincere”,“C … siamo il punto”,”Angri, prima la salvezza e poi lo stadio”,”Casertana volata finale”, che punta alla serie C, “Nocerina, l’arduo compito dei molossi”, “Paganese, tutti gli assi di Giampà, punta a salire in Lega Pro”, “Eccellenza, il punto sul campionato”, “Primavera, il punto sulle giovanili”, “Nazionali U20-21, miniere di talenti”ambedue scritti da Giuseppe Caputo. Il Settimanale ha dedicato anche uno spazio al “Viareggio 2023,
il punto sui quarti” scritto da Roberta Cicelin, competizione che un tempo aveva assunto una rilevanza anche internazionale, perdutasi, poi, nel tempo.
Bene, quindi ha fatto il Corriere del Pallone a porre in risalto tale torneo, grazie al servizio della Cicelin”. Troise, infine, ha letto le seguenti notizie: convegno che si sarebbe svolto il lunedì successivo al “Nuovo Hotel” di Caserta sul ruolo del portiere, ragguagli sul campionato di calcio femminile della serie A ; la finale di calcio per “Coppa Campania - Promozione”, svoltasi allo stadio comunale di Solofra, conquistata dal S. Anastasia, che ha battuto i sanniti del “Forza e Coraggio” di Benevento; “Napoli Basket, ecco la strada giusta”; “Motomondiale, le prime impressioni” . Ultima notizia: messa, il 4 aprile, in ricordo di Carmine Tascone, nella Basilica del Buon Consiglio a Capodimonte.
Sono sempre di più in Italia e in Campania le diagnosi di autismo, il disturbo del neuro sviluppo che coinvolge linguaggio, comunicazione e comportamento e che colpisce ormai un bambino su cento, secondo le ultime impietose statistiche. E spesso, purtroppo, per molti genitori, ricevere una diagnosi di autismo equivale ad una sentenza di ergastolo a vita. Difficile accettare di avere un figlio con problemi, ancor più lottare con le istituzioni, che dovrebbero garantire un’assistenza pubblica funzionale e di alto livello professionale, per ottenere il riconoscimento di quei diritti fondamentali, tra cui insegnante di sostegno per tutte le ore di frequenza scolastica, percorsi di riabilitazione linguistica e psicomotoria, corsi di inserimento socio relazionale e successivamente professionale, perché no. I bambini autistici, come tutti, non restano bambini per sempre e verrà il giorno in cui dovranno imparare a prendersi cura di sé, ad essere autonomi e, possibilmente a svolgere un lavoro. Entrare in relazione con chi è colpito da questa patolo-
gia non è affatto facile: gi autistici non comprendono il linguaggio metaforico, hanno scarso o assente senso dell’ironia, spesso provano emozioni eccessive incontrollabili che si sovrappongono e li confondono, non riescono a sostenere un confronto dialettico articolato o un dibattito retorico, sono iper sensibili dal punto di vista sensoriale, sono vitti-
ma di memorie involontarie improvvise che li astraggono dalla realtà bloccandoli per lunghi momenti in un frammento di passato che ritorna come un disco rotto a girare su se stesso, sono incapaci di distinguere l’opportunità o l’inopportunità di comportamenti e regole e soffrono di violente crisi da abbandono appena l’adulto di riferimento, in genere la madre,
esce dal loro campo visivo. Lungo sarebbe l’elenco delle specificità e delle conseguenti difficoltà di gestione del sé e del quotidiano, comunicative e relazionali che connotano i soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico, che vivono nel loro mondo, per usare una comune e grossolana definizione che ci faremo bastare, in quanto non è questa la sede per un trattato di neuropsichiatria, in quanto il focus della nostra storia di oggi è un altro e ci stiamo arrivando, soffermandoci sul fatto che molti autistici sono ad alto funzionamento, ovvero mostrano eccezionali talenti e quoziente intellettivo addirittura superiore alla media. Ciononostante, le loro difficoltà socio-affettive sono tante e le prospettive di una vita adulta autonoma e gratificante molto spesso incerte. L’aumento delle diagnosi di autismo negli ultimi anni è stato vertiginoso, fortunatamente, la ricerca scientifica avanza di pari passo col crescere dei casi e la competenza dei professionisti, (medici neuropsichiatri, insegnanti curricolari e di sostegno e terapisti) riesce a raggiungere
Accoglienza, inserimento e futuro per le persone affette da disturbi dello spettro autistico: un’eccellenza che restituisce speranza a tante persone speciali e ai loro familiari
risultati sempre più incoraggianti ed efficaci. Ma la vera differenza la fanno alcuni centri di eccellenza, nei quali si organizza e si realizza la vita quotidiana delle persone affette da disturbi del neuro sviluppo. Fin qui, nulla che non si sappia già. Ora finalmente arriva la novità: una delle realtà più nuove, sorprendenti e qualificate in questo campo opera a Casoria. Finalmente una notizia di cui andare orgogliosi! Nella città di San Mauro è operativo un Gruppo Appartamento, uno dei primi in Italia che ha lo scopo di favorire la conquista dell’indipendenza proprio da parte di chi soffre di disturbi dello spettro autistico e che accoglie ragazzi che vengono da ogni parte della Campania, ma anche da fuori regione, da Verona a Brindisi, perché la richiesta di assistenza specialistica è in crescita in tutta Italia e l’offerta è dovunque carente. Da tempo ormai opera a Casoria l’Associazione onlus L’Amico Speciale che offre agli autistici e alle loro famiglie una pluralità di attività e di percorsi terapeutici, alle quali si è aggiunto di recente il progetto di coabitazione che si prefigge lo scopo di favorire la realizzazione una vita indipendente.
Il percorso, iniziato lo scorso 6 marzo, coinvolge sei ragazzi, quattro maschi e due femmine che vivono la casa quotidianamente, in compagnia degli operatori specializzati che operano da facilitatori, mediatori, punti di riferimento.
Dalla Terapia Multidisciplinare in Acqua, basata sui principi di affidamento e fiducia, nata a Caserta undici anni fa, il Gruppo TMA cammina fianco a fianco con la onlus Casoriana, voluta da Aurora Solone, una mamma disperata che, partendo dalla propria storia di solitudine, di disperazione, ma anche
di voglia di non arrendersi e determinazione a trovare il modo di aiutare il proprio figlio, ha portato a Casoria L’amico speciale e il gruppo TMA, che segue cinquemila ragazzi in tutta Italia, mille dei quali solo in Campania e dà lavoro a Casoria a quindici persone. Raggiungere l’accreditamento ha richiesto tre anni. La recente legge cosiddetta Sul dopo di noi ha costituito finalmente il passo decisivo, consentendo una iniezione di fondi che rende possibile la sopravvivenza dell’Associazione e un’assistenza di alto livello ai ragazzi, anche se tra infinite difficoltà e senza garanzie di futuro a lungo termine, in quanto i fondi stanziati, ancorché pochi, sono erogati di anno in anno e non è detto che siano sempre sufficienti a sostenere le spese vive della struttura, oltre a costringere ad adottare progetti a termine, mentre la condizione dei ragazzi autistici purtroppo un termine non ce l’ha. Eppure, grazie ad associazioni e a progetti messi in campo come a Casoria, molti ragazzi autistici riescono a trovare il proprio centro, ad avere una vita serena e consapevole, una socialità accettabile, delle relazioni affettive. E alcuni di loro diventano eccellenze. È proprio per riflettere su questo che è stato necessario individuare un giorno speciale nel calendario, il 2 aprile, che è diventato la Giornata Internazionale per la consapevolezza sull’Autismo
Una giornata di riflessione e di divulgazione che ha lo scopo dichiarato di superare stereotipi e pregiudizi ancora troppo diffusi tra i cosiddetti normodotati, che impediscono di fatto il riconoscimento e l’esercizio della piena dignità umana di chi dall’autismo è connotato.
Molti di voi conosceranno probabilmente la serie te-
levisiva The Good Doctor, trasmessa da Rai2 e giunta ormai alla sesta edizione, il cui protagonista è un giovane autistico laureato in medicina che, nonostante la sua patologia, o proprio in virtù di essa, riesce a diventare il miglior chirurgo di un prestigioso policlinico universitario sta-
tunitense. Fiction, si dirà, ma mica tanto. Restando in Italia e tornando alla realtà, voglio salutarvi oggi con Le parole che non riesco a dire, poesia tratta dall’omonima raccolta scritta da Andrea Antonello, un ragazzo autistico, e pubblicata da Mondadori. I suoi versi sono da brivido.
LE PAROLE CHE NON RIESCO A DIRE
Essere autistici è vivere sulle punte insicuri ogni momento. Testa nostra è motore che mai si ferma. Confusione di idee che con fatica trovano ordine.
Rivoluzione di emozioni sono io. Ho diversi frullati di felicità e tristezza paura rabbia.
Sono dure le emozioni mie da ordinare e da capire. Sentire sempre facile non è. Senza di loro colore non c:è. Vedo come sento mille stimi diversi. Ricordo troppo emozioni che non vanno più via.
Gesti suoni immagini odori gusti si uniscono e si mescolano nella mia mente formando quel panino speciale che si muove con disordine che sono io.
Difficile dire parole che penso. Comunicazione telepatia preferisco. Anime empatiche sono tante.
Gli occhi parlano i gesti parlano. Speranza cresce con noi.
Io mai smetto di pensare che il destino possa cambiare.
RINO TROJANO: IL MIO LAVORO DIETRO LE QUINTE
ANGELO VOZZELLA “DIAMO RISALTO A TUTTE LE COSE FATTE, PASSARE CON BENE È STATA UNA SCELTA GIUSTA”
“
Passato in maggioranza per il bene della città”. Il consigliere comunale Rino Trojano è stato intervistato da Nando Troise nella trasmissione “La Copertina” di giovedì 6 aprile. Schierato alle elezioni con Angela Russo, candidata sindaco della Lega, ed eletto tra le fila dell’opposizione, è passato con la maggioranza dopo diciotto mesi di giunta del sindaco Bene e attualmente è il presidente della I commissione affari generali.
Il perché della scelta di sostenere l’amministrazione Bene sarebbe stato quello di garantire la governabilità alla città: “Non era possibile che a Casoria, dopo tre scioglimenti consecutivi, ci fosse stato il quarto ‘omicidio politico’. Io e i miei colleghi abbiamo deciso di dare la possibilità a questa amministrazione di portare avanti una programmazione per la città. Non sono mancati momenti difficili, ma col senno di poi mi sento di dire che è stata una scelta giusta perché molte azioni improcrastinabili andavano finalizzate”.
Sono molte, infatti, secondo Trojano, le azioni importanti portate avanti da questa amministrazione, spesso dietro le quinte, a fronte di tante cose che non vanno e alle quali viene sempre dato più risalto. E’ proprio questo che ha spinto il consigliere a presenziare in diretta, nello studio di NanoTV, a tu per tu con il direttore Troise, il quale però sottolinea che oltre alle critiche vengono messe in luce anche altri avvenimenti positivi e, soprattutto, lo studio di NanoTV e il giornale Casoriadue sono sempre state a disposizione di chi vuole intervenire e spiegare. Sono continui anche gli inviti a tutte le forze politiche e allo stesso sindaco Bene, il quale ultimamente non ha risposto a diversi solleciti e domande. Denunciare e raccontare ciò che non va, infine, è dovere deontologico di chi fa giornalismo, così come è importante dare voce. Dunque, voce a Rino Trojano: “Non mi riferisco al giornale Casoriadue, ma in generale a tutte le voci che girano in città, per le quali sembra sempre che le cose siano solo negative… le cose importanti che que-
sta amministrazione ha avuto il coraggio di fare sono stati il dissesto finanziario, l’approvazione del PUC, i progetti PICS, le nuove assunzioni, l’esternalizzazione dei tributi”. E’ normale che le persone si lamentino, anche perché nelle azioni messe in campo c’è molta progettualità e un po’ di lungimiranza, ma per ora le condizioni di vita della popolazione restano le stesse di sempre. Azioni più concrete? “Abbiamo realizzato una nuova area mercatale rionale nel quartiere di Arpino, così come risolto il problema del Parco Buontempo, recuperato fondi per l’edilizia residenziale pubblica, residui finanziari fermi da vent’anni che siamo riusciti a non perdere”. Il tema della casa comunale in via Benedetto Croce è ancora una situazione da affrontare: “Non si può tenere chiusa quella struttura, le opposizioni hanno strumentalizzato il progetto di casa di comunità che può essere un’opportunità per la città”. Intanto, la proprietà comunale è stata chiusa e molte altre sono ancora inutilizzate, nonostante siano state ristrutturate. Una di queste era il palazzetto dello sport, per il quale la commissione presieduta dal consigliere Trojano sta redigendo un regolamento d’uso: “Non si può dire che sia stato del tutto riaperto, ma almeno lo stiamo utilizzando in attesa dello strumento del regolamento”.
E sono stati vari gli interventi a regolamenti e statuti ad opera della prima commissione affari generali, che hanno dovuto spesso lavorare già solo per rimodernare le vecchie carte in base alla più recente legislazione, come nel caso dell’adeguamento dello Statuto Comunale. E tanto altro, come ha tenuto a ricordare il consigliere: “La mia commissione in questi mesi ha lavorato costantemente e con professionalità, licenziando vari regolamenti e lavorando ad altri documenti utili per far avvicinare la cittadinanza alla politica”, ha spiegato Trojano, “oltre al regolamento per il palazzetto dello sport, quello per l’ampliamento del nucleo familiare e alloggi, come quello per le commissioni consiliari e, inoltre, ci siamo quasi per l’organizzazione del Consiglio Comunale dei ragazzi e per il ripristino dello streaming delle sedute del consiglio comunale, nel quale abbiamo rimesso finalmente in piedi il sistema di votazione elettronico”.
Un lavoro sicuramente impegnativo e da “backstage” quello di Trojano e della sua commissione, con l’auspicio che tutto questo possa avere anche un reale riscontro sul palcoscenico, sotto i riflettori, per il benessere della cittadinanza e nel miglior funzionamento degli uffici, dei servizi e di tutta la macchina comunale.
LA LINEA CURVA, OVVERO: QUANDO GLI OPPOSTI COLLIDONO
Alla voce “unione” su ogni dizionario si legge che è una “connessione funzionale di due o più elementi riconducibile all’idea di congiunzione meccanica o di collegamento”. Insomma l’unione è l’accostamento e la mescolanza di due o più entità spesso molto diverse tra loro ma che, insieme, funzionano al punto da confondersi, mescolarsi, fino a perdere la propria unicità.
Quando ad incontrarsi però sono due elementi che sembrano distanti ma sono in realtà la stessa identica cosa (un venditore che rappresenta la tentazione e un cliente che rappresenta il desiderio dell’uomo di possedere) allora gli schemi saltano, le convinzioni iniziano a vacillare e ci si rende conto che la linea retta che separa i contrari in realtà non è né una retta né una separazione: è piuttosto una curva che, sinuosa, abbraccia i contrasti ed unisce ciò che solo all’apparenza sembra diverso.
Questo è ciò che rappresenta “La linea curva”, adattamento di “Nella solitudine dei campi di cotone” di Bernard Marie Koltés.
E anche la messa in scena di quest’opera in effetti ha parecchio a che fare col concetto di unione. Unione tra tre realtà, la Scen Out Produzioni, la Compagnia teatrale Argonauti di Napoli (sotto l’egida dell’associazione culturale ‘A Chiorma”) e la Star Project 2.0. Unione tra tre artisti molto diversi tra loro ma anche molto simili e cioè Umberto Squitieri, autore e attore che si occupa sia di teatro italiano ed internazionale che del recupero delle tradizioni e della cultura salernitane, Roberto Strati, attore e regista da sempre appassionato sostenitore del-
la lingua e della cultura napoletana ma che, come Squitieri, non disdegna il teatro italiano ed internazionale e Rosario Rey Penza, musicista esperto di blues.
L’ adattamento è a cura di Roberto Strati che dell’opera è anche regista e coprotagonista (in quanto voce fuoricampo).
In scena ci saranno Umberto Squitieri e Rosario Rey Penza che eseguirà dal vivo le musiche che faranno da sottofondo e colonna sonora all’opera.
Abbiamo avuto modo di parlare con i due protagonisti e con il creatore ed esecutore delle musiche dello spettacolo. Squitieri, quali sono i temi che rendono attuale l’opera che vi apprestate a portare in scena?
E’un’opera molto attuale perché mai come ora l’uomo vive in una solitudine profonda. Pur avendo multiple ed estese possibilità di comunicare con l’esterno la sua solitudine è profondissima. E’ solo in mezzo a tanti. E’incapace di comunicare e di trovare un aggancio con l’altro. La parola qui si fa campo di bat-
taglia e nella messa in scena di Strati la parola si fa corpo ed agisce in un duello continuo alla conquista del desiderio fine a sé stesso. Dall’opera però si evince anche la voglia dell’uomo di cercare un contatto con l’altro. Strati lei oltre che regista e voce fuori campo è anche autore dell’adattamento dell’opera. Come ha agito sul testo?
Mentre nella versione originale abbiamo un incontro/scontro tra due figure fisiche che rappresentano il venditore ed il cliente io ho pensato di spostare tutta l’azione scenica dando forza alla parola. Grazie alla parola ed alle sue sfumature ho cercato di far venire fuori tutta la solitudine dell’umanità. La parola diventa un duello tra un uomo che arriva in un “non luogo”, in una dimensione onirica, ed una voce che prima lo ammansisce poi lo aggredisce. Tutto ruota intorno al desiderio e alla solitudine di una umanità ormai persa. Poi si parla anche dell’essere iperconnessi, sempre
reperibili e quindi teoricamente vicini a tutti. L’iper connessione in realtà cela una solitudine immensa. La voce non a caso esce fuori da telefono e radio, insomma da strumenti di connessione. Dal testo emerge una forte critica al capitalismo, a questo desiderio inappagabile di avere tutto ed alla frustrazione di non poter avere niente, benché meno una connessione sociale e sentimentale con l’altro.
Di solito lei si occupa di regia e di presentare gli spettacoli che dirige. Come la fa sentire il fatto di indossare di nuovo i panni dell’attore dopo tanto tempo?
Io interpreto un personaggio che non c’è, è una voce. E tra l’altro una voce che può avere tanti significati. Sono il venditore dalla voce melliflua e suadente, ma chi dice che in realtà io non sia anche la voce della coscienza? Chi dice che io non sia dubbio? Chi dice che non sia sogno? Chi dice che non sia io stesso anche un cliente? Non mi si vede ma sarò molto presente. E’ vero, io di solito dirigo e presento e mi emoziona molto tornare, almeno con la mia voce, a fare l’attore.
Strati e Squitieri vorrei sapere da entrambi come è stato lavorare insieme e quale personaggio fareste interpre-
tare all’altro.
Squitieri: Il personaggio che farei interpretare a Roberto è Aleksej Niljč Kirillov de “I demoni” di Dostoecskij. Perché nella messa in scena di Roberto io mi sono sempre sentito tra “Cristo e il sottosuolo”! Quindi questo continuo saliscendi tra due poli mi ha portato a pensare a Dostoecskij e a tutto quello che le sue opere racchiudono. Lavorare con Roberto è stato un piacere perché è una persona preparata, rispettosa del lavoro altrui.
Strati: lavorare con Umberto è stato bello. Ci hanno legato da subito grande simpatia ed amicizia. Questo vale anche per Rosario che conosco da 25 anni. Umberto è un bravo attore e mi ha colpito in positivo che, nonostante sia anch’egli un valido regista, si è lasciato dirigere e consigliare senza battere ciglio. Spero che in futuro sarà lui a dirigere me. Che personaggio gli farei fare?
Io Umberto lo vedo naturalmente come primo attore e lo vedrei bene come protagonista in tutti i drammi di ispirazione russa, penso a Checov o Doestoecskij.
E’un attore che riempie molto bene la scena.
Penza lei è autore delle musiche, musiche che tra l’altro eseguirà dal vivo. A quali generi si è ispirato? Cosa le ha
suscitato la lettura del testo e in che modo ha tramutato in musica questi sentimenti?
Per prima cosa ci tengo a dire di essere stato molto felice di aver dato il mio contributo a questo spettacolo. Le musiche le ho pensate proprio calandomi nelle tematiche al centro dello spettacolo. E’una scia emozionale: ogni uomo è sempre stretto in un gioco più grande di lui. Siamo in un mondo in cui il pesce grande mangia sempre il pesce più piccolo. Purtroppo però non posso dire di più per non spoilerare nulla. Posso solo dire che questo spettacolo sarà un bel momento di cultura, di teatro e di musica. Due arti che, come per magia, andranno a fondersi. Sono davvero fiero di poter contribuire a questa fusione magica.
Quanto all’opera purtroppo fornirne una sinossi è impossibile poiché qualunque dettaglio rivelato rischia di svelare troppo. E quindi se volete saperne di più non vi resta che andare a vedere questo interessante spettacolo. La prima occasione per poterlo fare sarà il prossimo 21 aprile a Napoli presso TheAtri di Largo Proprio di Arianiello. Per maggiori informazioni si può chiamare o inviare un messaggio Whatsapp al numero indicato sulla locandina.
RAFFAELE FUMO
TORNEO CASTEL CAPUANO, UN PERFETTO ESEMPIO DI LUCIDITÀ APPLICATA ALLA PROFESSIONE
Giunto ormai alla 55° edizione è il torneo tra professionisti più antico della città, il suo nome deriva dallo storico luogo dove sorgeva il vecchio tribunale, da anni luogo di culto, svago e di sfottò della intera macchina forense. Nel suo albo d’oro spiccano i nomi degli ufficiali giudiziari, delle storiche squadre della forense, della camera penale e più recentemente delle corazzate Asa De Dalco e tribunale di Nola. Nel giorno 27 marzo si è disputato sotto un’ incessante pioggia il derby Forum Nola-Forum Afragola, nel primo tempo partita ferma sullo 0-0 con tante occasioni mancate da ambo le parti: il pallonetto di Di Sarno (Forum Nola) profilandosi sulla traversa e la deviazione mancata sul palo destro da parte di Longobardi (Forum Afragola); la battuta
di una punizione mozzafiato finendo nell’incrocio dei pali di Setola (Forum Afragola) e il mancato gol a porta vuota di Di Sarno. Nella ripresa il Forum Afragola sblocca la partita con una punizione spettacolare di Claudio Costanzo, poco dopo Leone con una falcata segna il secondo gol, infine Setola mettendo in atto un tiro a giro chiude la
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Sabato 8 aprile 2023, nella nobile dimora del suggestivo Miglio d’oro (strada dell’aristocrazia napoletana all’epoca dei Borbone), oggi centro culturale di San Giorgio a Cremano, si è tenuta la mostra pittorica “Amatevi”, dell’artista Antonella De Santis.
Il piano nobile di Villa Bruno, dall’atmosfera suggestiva e conviviale, ha fatto da splendida cornice alle sue opere, intense e pregnanti di “vita”, sensazioni, emozioni, sentimenti. Una piacevolissima serata che ha visto la nutrita partecipazione di amici, parenti, gente del posto. Il tutto accompagnato ed allietato dall’ intervento musicale dei due bravissimi musicisti Simona De Luca, pianista e Rosario Laino, violinista. I coniugi Laino hanno supportato i due giovanissimi musicisti, Christian Tramontano, figlio di Antonella
partita definitivamente facendo il terzo gol. le dichiarazioni dei giocatori durante il corso dell’intervista, Claudio Costanzo: “è stata una partita molto dura, il Forum Nola è un ottima squadra meglio il primo tempo per loro, noi ci siamo difesi bene, alla fine penso l’abbiamo portata al successo con merito, giusto l’agonismo però deve rima-
nere un gioco noi veniamo per divertirci”. Allenatore del Forum Nola: “è stata una partita bella, un primo tempo giocato veramente bene ambedue potevamo passare in vantaggio; secondo tempo grande punizione che ha dato il seguito alla vittoria del Forum Afragola, non abbiamo saputo reagire, siamo stati disuniti, è andata così, merito dell’Afragola nulla da recriminare, stasera ha vinto la squadra più forte, anche se resta un po’ di amaro in bocca”.
ed allievo di Simona e la loro figlia Luigia, che ha eseguito, accompagnata dai genitori, soavi brani con il suo flauto traverso.
“Amatevi”, una mostra nata dal desiderio di Antonella di onorare il ricordo della sua mamma partendo dalla sua ultima preghiera: “Amatevi”!
E la dedica di Antonella alla sua mamma ha visto un’intera ala del piano nobile di Villa Bruno, quella
più suggestiva, dall’ atmosfera calda e serena, allestita con i dipinti realizzati in suo onore, raffiguranti angeli, soggetti eterei e fiori.
Negli altri spazi della villa sono stati esposti i quadri e i disegni che l’artista ha realizzato nel corso degli anni, molti dei quali aventi come soggetto l’universo “Donna” che ha sempre rappresentato per lei una fonte di ispirazione. Antonella ha disegnato nel tempo le sue donne, diverse tra loro, ma accomunate da un unico filo conduttore: le emozioni, quelle che non sono mancate durante la serata. “Amatevi”, una serata, una mostra, una dedica, all’ insegna delle emozioni che solo l’arte, in tutte le sue forme, sa trasmettere attraverso ciò che essa è: libertà di esprimersi senza restrizioni, senza imprigionare, senza spiegazioni, liberi di mostrarsi per ciò che si è....
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA AVV. GIOVANNI CRESCI
Caro Nando, rispondo al Tuo gentile invito per esporti la mia personale opinione in merito all’argomento “amministrazione giustizia”. Prima dell’attuale situazione, nell’agosto 2013, veniva autorizzato per il periodo di un anno l’utilizzo dei locali ospitanti le soppresse sezioni distaccate di Ischia, Marano di Napoli e Casoria. Quanto alla sezione distaccata di Casoria, per la trattazione dei giudizi civili e penali pendenti presso tale sede nonché presso le sezioni distaccate di Afragola e Frattamaggiore.
Con uno sforzo considerevole il nostro Comune si assunse l’onere di accorpare trasferendo fascicoli ed arredi (anche le gabbie per le udienze penali) da Afragola e Frattamaggiore a Casoria. Personalmente ho curato la parte amministrativa relativa all’affidamento dell’attività di logistica ed i contatti con i Giudici e le Cancellerie delle sezioni di tribunale ac corpande ed il trasferimento è stato completato in pochi giorni ottenendo il plauso del Dott. Carlo Alemi, presidente del Tribunale di Napoli, che venne a Casoria per ringraziare l’Amministrazione. Purtroppo, nonostante l’impegno anche economico del Comune per l’accorpamento la cecità politica ed amministrativa di due ministri (Cancellieri e Severino) o
per meglio dire dei loro dirigenti ministeriali ha avuto il suo epilogo disastroso con il trasferimento al sedicente Tribunale di Napoli Nord in provincia di Caserta con tutti i gravi e comprensibili disagi sia per gli avvocati che per le parti, i testi e, cosa ancor più grave, per le tutele dei disabili.
Con la proposta di legge A.C. 3996 della Camera dei Deputati si proponeva di modificare le circoscrizioni di Tribunale nella Corte d’appello di Napoli, spostando quattro comuni (Afragola, Arzano, Casavatore e Casoria) dal circondario di tribunale di Napoli Nord (avente sede ad Aversa) a quello di Napoli. La relazione del provvedimento motivava l’intervento sia con il fatto che l’appartenenza di questi comuni a Napoli Nord si traduceva, di fatto, nella perdita di un presidio di legalità in territori ad altra concentrazione criminale (anche in considerazione della “considerevole distanza dal tribunale di Napoli Nord”) sia con la mancanza di collegamenti diretti con Aversa, sede del tribunale da ultimo citato; veniva, inoltre, evidenziata una maggior omogeneità sociale dei Comuni interessati con l’area napoletana (i quattro comuni fanno, peraltro, parte della città metropolitana di Napoli).
Per coordinamento con l’intervento proposto, andavano
conseguentemente riviste anche le circoscrizioni territoriali dei giudici di pace interessati (Afragola e Casoria). Tale iniziativa legislativa, avrebbe consentito di decongestionare un Tribunale ormai al collasso (per espressa ammissione formulata qualche tempo fa dal suo Presidente) ma non aveva seguito sebbene, anche dalla grafica che ti allego emerga, con ogni evidenza, un maggior equilibrio tra i due tribunali con alleggerimento del carico di lavoro. In generale può dirsi che l’attuale situazione dell’amministrazione della giustizia è in una fase di grave involuzione e lo dimostrano le continue modifiche al codice di rito che avrebbe necessità di essere formulato ex novo per evitare che le modifiche introdotte vadano a collidere con alcune di quelle norme rimaste in vigore. Ma il più grave addebito che
va mosso alla riforma introdotta dalla Legge cd. Cartabia è l’abolizione de facto del principio dell’oralità del processo civile italiano cui viene data una veste, quasi esclusivamente cartolare, con evidente lesione della garanzia del contraddittorio e pertanto della effettività del diritto alla difesa di cui all’art. 24 della Costituzione. In realtà una norma transitoria, adottata in occasione della epidemia di COVID, che consentiva la trattazione scritta per evitare i contagi quando non era prevista presenza di persone diverse dai difensori è assurta a norma codificata con l’art. 127 ter del Codice Civile ritenendo, praticamente, inutile la presenza dei difensori in udienza di fatto svuotando di contenuto la loro funzione e trasformando il processo civile in una corrispondenza a tre.
Giovanni CresciTRIANON VIVIANI, RITORNA RAMIN BAHRAMI PER LA CAUSA IRANIANA
Sabato 22 aprile, alle 21, il grande pianista persiano nello spettacolo di beneficenza “Il Golfo magico. Ovvero Mozart e Napoli”, con il Solis string quartet e Stefano Valanzuolo
Marisa Laurito: «Aiutiamo la rete di soccorso dei medici iraniani nella protesta contro il regime»
L’incasso della serata devoluto al Centro per i Diritti umani in Iran
Sabato 22 aprile prossimo, alle 21, Ramin Bahrami ritorna al Trianon Viviani, proseguendo da artista il suo impegno civile a sostegno delle manifestazioni popolari di protesta contro il regime in Iran. Dopo la recente conversazione, nello scorso mese di febbraio, nella quale ha dialogato con Marisa Laurito, il grande pianista persiano si esibisce con il Solis string quartet e Stefano Valanzuolo in “Il Golfo magico. Ovvero Mozart e Napoli”, uno spettacolo di beneficenza che vuole sensibilizzare alla tragedia della tortura e uccisione dei medici, infermieri e sanitari che prestano soccorso ai manifestanti feriti, torturati e detenuti.
«Il pestaggio e la detenzione di medici che cercano di curare feriti mettono a nudo l’inumanità e la criminalità della Repubblica islamica – denuncia Hadi Ghaemi, direttore esecutivo del Chri (Centro per i Diritti umani in Iran) –: nel paese sono stati arrestati, spesso senza alcun mandato, almeno 81 medici, operatori sanitari e studenti di medicina e due mediche sono morte in circostanze molto sospette».
Per questo nuovo appuntamento il direttore artistico del teatro della Canzone napoletana lancia un appello: «Venite al Trianon Viviani a vedere il concerto di Ramin Bahrami, grande pianista iraniano di fama internazionale, e allo stesso tempo, con il vostro sostegno,
aiuterete, grazie al Chri, la rete di soccorso di medici iraniani che curano i giovani, feriti nelle manifestazioni, che non possono andare negli ospedali perché a rischio di arresto: vi aspettiamo numerosi, conoscendo la generosità dei napoletani».
Il Golfo magico ci fa rivivere il viaggio che portò il musicista salisburghese, allora quattordicenne, nella città dei quattro conservatori, insieme al padre, e che sarebbe riaffiorato a più riprese nella sua memoria, non di rado funzionando come stimolo creativo. Tenuto in bilico tra la volontà di apprendimento e quella di autopromozione, tra la dimensione mondana e quella rigorosamente colta, il soggiorno napoletano di Mozart fu scandito da incontri illustri, ma anche da qualche occasione mancata, persino più roboante. A testimonianza di tutta quell’esperienza ci restano, com’è noto, il fitto epistolario tenuto dai Mozart padre e figlio e, insieme a esso, i molti documenti d’epoca che attestano lo stupore provato da una capitale europea della musica, quale fu Napoli, di fronte all’epifania del giovane genio salisburghese.
Non solo. Ci resta soprattutto la musica di Mozart, intrisa di fantasia, in continua ebollizione, quasi come la lava di quel vulcano inquietante che, con febbrile eccitazione, lui e suo padre videro in azione, nella primavera del 1770. In un intreccio di parole e musica, lo spettacolo racconta non solo i fatti che segnarono la vorticosa avventura napoletana di Mozart, ma anche l’immagine di una città in pieno fermento e del suo rapporto complicato, vitale, malinconico, stupito con il compositore, tracciando in maniera leggera e divertita un ritratto d’epoca e un elogio della musica il cui respiro è inevitabilmente europeo. La storia, scritta e narrata da Stefano Valanzuolo, si intreccia con le musiche di Mozart riproposte dal Solis string quartet e da Ramin Bahrami nelle trascrizioni e rielaborazioni di Antonio Di Francia e Vincenzo Di Donna.
A completare la parte musicale, nello spettacolo, ricorrono anche pagine di altri autori riferibili, per molti motivi accattivanti, alla storia e all’immagine culturale di Napoli: Domenico Cimarosa, Giuseppe Martucci, Sergej Prokof’ev, Camille Saint-Saëns, Domenico Scarlatti, Alessandro Scarlatti e Astor Piazzolla.
Il quartetto Solis è composto da Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio al violino, Gerardo Morrone alla viola e Antonio Di Francia al violoncello.
Il Golfo magico è prodotto da Ssq produzioni e Calma management.
I biglietti di posto unico, al prezzo di 20 euro, sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica, dalle 10 alle 13:30.
AD OTTOBRE RITORNA A NAPOLI IL PIANETA MARE FILM FESTIVAL
In occasione della Giornata nazionale del Mare il presidente Ferdinando Boero le date della seconda edizione dell’evento internazionale che celebra i luoghi natali del cinema e della biologia marina
“Dopo il successo della prima edizione consolidare a Napoli, nella città in cui sono nati il cinema e la moderna biologia marina, un prestigioso festival cinematografico internazionale dedicato al mare è un grande passo per sostenere l’Italia verso una transizione ecologica innanzitutto culturale”. Così Ferdinando Boero, presidente della Fondazione Dohrn, in occasione della Giornata nazionale del mare, ha annunciato il ‘bis’ del Film Festival Internazionale Pianeta Mare di Napoli che quest’anno sarà in programma dal 4 all’8 ottobre
Un programma anche stavolta con una formula itinerante che coinvolge il cinema Academy Astra dell’Università di Napoli Federico II nel centro storico, il Museo Darwin-Dohrn in Villa Comunale sul lungomare, i saloni della Città della Scienza sul Golfo di Bagnoli e conta alcune proiezioni speciali al Museo dell’acqua di Milano
Primo atto della seconda edizione è stata l’apertura sulla piattaforma internazionale Filmfreeway, con una pagina dedicata ad hoc, delle iscrizioni al Concorso del Pianeta Mare Film Festival per le sezioni film e corti (www. filmfreeway.com/PianetaMareFilmFestival). Due sezioni con due premi importanti: “Features film” dedicata ai lungometraggi con un premio al miglior film di 3.000 euro e “Short movies” riservata ai cortometraggi, con un premio di 2.000 euro.
“Raccontare il mare con immagini evocative è molto importante - evidenzia
Ferdinando Boero, presidente del Film
Festival Pianeta Mare - ma non basta a far capire che alla bellezza si deve aggiungere l’importanza ecologica del ‘pianeta mare’
questo l’obiettivo del nostro Festival: un tentativo di usare l’arte cinematografica come potente strumento culturale che ci porti finalmente alla consapevolezza che non pos-
siamo vivere senza il resto della natura Un obiettivo ancor più importante da conseguire quello del nostro Festival in un momento in cui il mondo si sta rendendo sempre più conto dell’importanza dell’Oceano (le Nazioni Unite gli hanno dedicato il decennio 2021-2030) e l’Italia ha ricevuto gran parte del PNRR per attuare la transizione ecologica. Non ci può essere transizione, però, senza una conversione che metta l’ambiente al centro della nostra cultura”.
Il Film Festival Pianeta Mare è ideato e curato dall’Associazione culturale Pianeta Mare Darwin Dohrn il cui comitato direttivo è composto da Ferdinando Boero, dallo scienziato Franco Salvatore, fondatore del CEINGE, e dal giornalista scientifico Max Mizzau Perczel con il ruolo di presidente. Anche quest’anno il Film Festival ha ricevuto il sostegno della Regione Campania e della sua Film Commission e il patrocinio del Comune di Napoli ed è organizzato insieme con una fitta rete di partner istituzionali, scientifici e culturali: l’Università di Napoli Federico II, la Stazione Zoologica Anton Dohrn, la Fondazione Dohrn, il Wildlife Conservation Film Festival di New York, la Fondazione Banco di Napoli, la Fondazione Centro sperimentale di cinematografia, la Cineteca Nazionale, la Fondazione Idis Città della Scienza, Repubblica Green&Blue, Flag Pesca Flegrea, Marevivo, Radio Immaginaria, Rai Campania e Rai per la sostenibilità. “Dopo il successo dello scorso anno, in occasione dei 150 anni della Stazio-
ne Zoologica Anton Dohrn, il ritorno a Napoli del Film Festival Internazionale Pianeta Mare - evidenzia il Sindaco Gaetano Manfredi - conferma che nella nostra città ci sono soggetti pubblici e privati fortemente impegnati a portare avanti i temi della tutela ambientale e della salvaguardia del mare nella prospettiva di un futuro sostenibile. Raccontare attraverso il cinema la vita nel mare, con film e corti provenienti da tutto il mondo, si è rivelata una formula vincente e che va sostenuta per coinvolgere soprattutto i giovani in proposte costruttive, alla ricerca di un equilibrio tra uomo, mare e natura”.
I numeri della prima edizione testimoniano il grande successo dell’idea di un festival cinematografico dedicato al mare nella città in cui sono nati il cinema ad opera di Étienne-Jules Marey e la moderna biologia marina ad opera di Anton Dohrn. Nel 2022 il Festival ha avuto 42 opere da registi di 22 nazioni diverse, oltre 2mila partecipanti in presenza, 36mila studenti collegati, più di 1100 scuole italiane aderenti, concerti, talk scientifici, tavole rotonde e una sezione speciale di smartphone film making da un minuto diretta dal giovane regista Valerio Ferrara, premio Le Cinef al Festival di Cannes 2022 e dedicata a talenti under 30 italiani e di altre nazioni.
“Numeri che quest’anno siamo assolutamente intenzionati a superare”, chiosa Max Mizzau Perczel, presidente dell’associazione culturale Pianeta Mare Darwin Dohrn.
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Gestire le richieste di manutenzione e sostituzione dei contenitori per utenze domestiche e non domestiche.
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ELENA TORRE
MATTEO MANCUSO LIVE TOUR 2023
Parte il 20 aprile dal Real Teatro di Santa Cecilia di Palermo il nuovo tour del chitarrista Matteo Mancuso.
Mancuso, musicista poliedrico, spazia dalla chitarra classica, alla elettrica, sulla quale ha sviluppato una personale tecnica esecutiva con le dita, che gli permette un linguaggio musicale molto originale. Il suo canale YouTube ha oltre centomila iscritti ed è molto seguito da un vasto pubblico internazionale. Ha ricevuto plausi e attestazioni di stima, tra gli altri, da Dweezil Zappa, Joe Bonamassa e Stef Burns.
Mancuso è considerato uno dei più grandi talenti della chitarra non solo in Italia ma anche all’estero ed avrà modo di incontrare il suo pubblico in 12 serate dal vivo partendo dalla sua Sicilia ad aprile (il 20 a Palermo, il 22 a Modica e il 23 a Catania) passando per Milano (il 4 maggio) Torino il 5, Ceparana (SP) il 6, Bologna il 7, Ravenna l’8, Napoli il 9, Cosenza il 10, Bari, l’11 per finire a Roma il 12.
Il virtuoso della chitarra Matteo Mancuso si esibirà in trio accompagnato da Stefano India al basso e Giuseppe Bruno alla batteria.
Al Di Meola ha detto di lui: “Un talento assoluto: ci vorrebbero due o tre vite per imparare anche per uno come me a improvvisare così bene alla chitarra come lui”. E Steve Vai: “L’evoluzione della chitarra è al sicuro nelle mani di musicisti come lui che rappresentano un nuovo livello per il tono, per la precisione nel tocco e la scelta delle note”.
Matteo Mancuso live https://www.youtube.com/watch?v=8s-vNe-vWbs
Elenco date
20 aprile: Palermo, Real Teatro Santa Cecilia
22 aprile: Modica, Teatro Garibaldi
23 aprile: Catania, Zo Centro Culture Contemporanee
04 maggio: Milano, Santeria Toscana 31
05 maggio: Torino, Cap 10100
06 maggio: Ceparana (SP), Sign Music Desk
07 maggio: Bologna, Dumbo
08 maggio: Ravenna, Bronson Club
09 maggio: Napoli, Foqus
10 maggio: Cosenza, Mood
11 maggio: Bari, Officina degli Esordi
12 maggio: Roma, Crossroads Comunicazione e Ufficio Stampa: Bruno La Corte e Elena Torre
MATTEO MANCUSO BIO
Matteo Mancuso, classe 1996, ha frequentato il liceo musicale di Palermo, dove ha studiato chitarra classica e flauto traverso. Enfant prodige della chitarra, ha suonato, fin dalla più tenera età, con i maggiori musicisti siciliani. Sul palco già a dodici anni al Castelbuono jazz festival, ha proseguito negli anni con varie formazioni, tra cui in duo con il padre Vincenzo Mancuso, con un repertorio che spazia da Django Reinhardt al jazz contemporaneo. Nel 2017 fonda il trio “SNIPS” con cui propone arrangiamenti standard in chiave jazz-rock e fusion, con Salvatore Lima alla batteria e Riccardo Oliva al basso. La loro versione di the Chicken raggiunge in breve oltre un milione di visualizzazioni.
Nel 2017, nell’ambito del Festival Um-
bria Jazz, a Perugia, ha vinto una borsa di studio per il prestigioso Berklee College di Boston. Con il gruppo “SNIPS”, ha suonato, riscuotendo ampio successo, al festival “Les Nuits De La Guitare” a Patrimonio, in Corsica, al Musikmesse 2018 di Francoforte e ad Umbria Jazz 2018. Nel 2019, collaborando con Yamaha guitars, ha partecipato al NAMM 2019 di Los Angeles ed al “Young Guitar Festival” di Bangkok come giudice della competizione. Lo stesso anno va in Russia per una serie di masterclass passando da Mosca, San Pietroburgo e Perm. Nel 2020 Matteo fonda il suo nuovo trio con Stefano India al basso e Giuseppe Bruno alla batteria, dando spazio anche alla sua vena compositiva con brani originali e si esibisce in vari concerti. Nel 2021 va in tournée con il nuovo trio per l’Italia: dal Festivalle di Agrigento, al Blue note di Milano, con grande successo. Continua a lavorare in studio e compone nuovi brani. Nel 2022 va in tour in Italia ed Europa: dal Festival internazionale di Brema, all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Dopo una breve sosta nel mese di Giugno, in cui si è laureato in chitarra jazz presso il Conservatorio di Palermo con lode e menzione d’onore, ha ripreso il tour e ha duettato con Al di Meola, in versione chitarra classica durante la serata conclusiva dell’Eddie Lang Jazz Festival. Ad Agosto ha suonato al prestigioso Lugano Estival Jazz con la PFM e in Irlanda al New Ross Guitar festival. A Settembre 2022 è stato ospite di Stefano Bollani nella trasmissione via dei Matti n.0. Il 13 Ottobre ha suonato al Festival Jazz di Uppsala in Svezia e il 21 Ottobre ha aperto il Festival Jazz di Spoleto. È atteso a breve il suo primo album di inediti.
17 APRILE 2023 NEL GRANDISSIMO PALAPARTENOPE DI NAPOLI
“Paola Pezone alla Casa Musica”, con un concerto strepitoso il 17 aprile 2023 nel grandissimo Palapartenope di Napoli. Un anno spettacolare per la giovane e talentosa artista Paola Pezone, anche guidata dal produttore musicale Giorgio Mascitelli, che produrrà questo concerto e la segue nelle sue attività musicali, insieme ad altri nomi importanti del panorama canoro partenopeo, con la sua società MG Production.
Paola Pezone terrà il suo primo concerto nella Casa della musica. Negli ultimi tempi molto nota grazie anche a duetti celebri, come quello con il cantante Gian-
ni Fiorellino, che tra l’altro ne curerà la direzione artistica, sta riscuotendo ampi successi.
Un sogno che si realizza quello di Paola Pezone che può finalmente fare un live tutto suo calcando un palco importante come quello della casa della musica. Paola ha dichiarato in vari video ed interviste la sua emozione, la voglia entusiasmante di rendere felice il suo pubblico. Ma non credo la splendida Paola deluderà perché è di una voce che incanta, ma soprattutto nelle sue canzoni si vede si sente che esprime tutta la sua grinta, bravura ed esperienza vissuta.
A NAPOLI: STARBUCKS E MONDADORI
Approderanno prossimamente a Napoli, nella galleria Umberto, Starbucks, locale americano che serve caffè (28mila esercizi in mezzo Mondo) e un grande multistore Mondadori. Sul dibattito in corso è intervenuto anche il vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commerciali, Gaetano Graziano, che di gallerie commerciali se ne intende.
“L’apertura dei due brand nel cuore di Napoli – dice Graziano -, rappresenta un importante passo verso la rinascita di una galleria commerciale storica di interesse turistico. Questo evento è, inoltre, un’opportunità unica per il capoluogo partenopeo che potrà rafforzare proprio l’immagine di una città moderna e cosmopolita, in grado di competere con altre città italiane ed Europee”.
“PAOLA PEZONE ALLA CASA MUSICA”, CON UN CONCERTO STREPITOSO IL
Una squadra di esperti alboricoltori sta eseguendo potature ad alberi ultracentenari a oltre 10 metri di altezza. In questi giorni otto alboricoltori-tree climbers stanno effettuando potature nel Giardino Romantico del Palazzo Reale di Napoli. Una squadra di esperti proveniente da tutta Italia che aderiscono alla SIA (Società italiana alboricoltura) lavoreranno per tre giorni in quota arrampicati con corde e imbracature all’interno delle chiome degli alberi, ad un’altezza di oltre 10 metri, dello storico giardino della reggia napoletana. Le spettacolari potature con questa particolare tecnica interessano 2 Ficus magnolioides ultracentenari, alti oltre 15 metri e altre essenze arboree tra cui un albero di canfora, un Eucaliptus e vari esemplari di leccio. Inoltre, i tecnici stanno eseguendo una pulizia da accumuli di fogliame secco su un antico Ficus canariensis (che sarà anche sottoposto ad un trattamento per far respirare l’apparato radicale) e vari palmizi.
Questo è già un secondo intervento di pulizia e potatura cui ne seguirà un altro nelle prossime settimane. Il progetto è seguito dall’architetto paesaggista Marco Ferrari che sta sviluppando un progetto di recupero e restauro dei giardini del palazzo. Nei prossimi mesi saranno liberati i vialetti dalla copertura in cemento che sarà sostituita da un battuto di tufo che garantirà un drenaggio delle acque favorendo anche la “respirazione radicale”.
Questo intervento di potatura aiuterà a risolvere problematiche legate allo stato di conservazione della pianta in modo rispettoso, senza variare l’architettura degli alberi, permettendo agli operatori di eliminare in maniera capillare gli elementi che devono essere asportati con l’asportazione del secco e la riequilibratura della chioma. Da pochi giorni sono state sistemate anche le nuove panchine che consentono ai visitatori di godere di momenti di relax all’interno di questo polmone verde nel centro storico della città.
LA CONGREGAZIONE DELLE VEGS DI CASORIA IN PREPARAZIONE ALLA SANTA PASQUA
Lo scorso venerdì, 31 marzo, alla presenza della Madre Generale della Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, suor Carla di Meo, presso la Chiesa del SS. Sacramento dell’Istituto Brando, in Casoria, padre Antonio Rungi, passionista, ha guidato un’emozionante “Via Matris”, articolata in 7 stazioni, attraverso le quali sono state ripercorse le tappe salienti della vita di Maria, che accompagnò il Figlio fino alla croce; Maria, colei alla quale una spada avrebbe trafitto il cuore per la salvezza dell’umanità tutta; Maria, la donna del dolore e della sofferenza, la Desolata, che tutto accetta per amore di Dio e per amore nostro: Maria, è colei che incarna il pianto di tutte le madri che si disperano per la morte prematura dei propri figli….nel suo commento, padre Antonio ha così parlato all’assemblea: “L’esperienza della via Matris è caratterizzata da un’inconsolabile sofferenza, ed è tanta la sofferenza che c’è nel cuore di una madre che vede, impotente, morire suo figlio: è storia dei nostri giorni quella di donne che fuggono dalla guerra con i propri piccoli, che, il più delle volte, moriranno in quel Mediterraneo, che è il più grande cimi- è tero dell’umanità…è storia di immensa sofferenza anche quella di madri che vedono votarsi i propri figli al male, senza poter fare nulla per salvarli… pertanto, noi tutti, laici e consacrati, siamo chiamati a pregare, come Maria, ai piedi della croce per il bene dell’umanità, di quei figli vittime della guerra e di coloro che, come la Beata Vergine, soffrono a causa dell’ingiustizia”. Ancora, il celebrante è ritornato sul tema della fuga, rifacendosi alla seconda stazione, che ci ricorda, appunto, la fuga di Gesù, Maria e Giuseppe in Egitto per salvare il Cristo neonato dalla furia di Erode. Nostro Signore fu perseguitato fin da quando era in fasce, così come lo sono tanti bambini del nostro tempo; Gesù ha condiviso la condizione umana nella totale sottomissione alla Legge di Dio; Maria, dal canto suo, non ha mai chiesto nulla per sé ma solo per gli altri, così come avvenne alle nozze di Cana. La Beata Vergine ha sempre e solo accettato di essere madre, una madre che, non comprendeva l’allontanamento del figlio dodicenne,
che si era trattenuto nel tempio a parlare con i dottori delle “cose del Padre suo” e che, come madre, umanamente, chiese: “Figlio, perché ci hai fatto questo?” rivelando così l’angoscia di chi teme la perdita del bene più prezioso per un genitore, qual è appunto quella di un figlio, seppure temporanea; simbolicamente, ha poi sottolineato padre Rungi” il cercare di Maria ci suggerisce quale dev’essere la nostra ricerca quotidiana, che è, appunto, quella di Gesù. Un Gesù da individuare nei sofferenti e soprattutto, nei figli, ai quali le madri, sull’esempio di Maria, devono offrire sostegno, sempre. Chi non è madre, o lo è spiritualmente, come le consacrate, deve supportare chiunque sia nel bisogno, donandosi senza chiedere nulla in cambio. Sull’esempio di Maria, che accompagna il Figlio al Golgota, ognuno di noi compie questo percorso di dolore, di strazio, nella certezza della rinascita: eppure tra coloro che erano spettatori di quanto avveniva, in tanti criticavano Maria e Giuseppe, ritenendoli genitori inidonei a tale ufficio, infatti, se fossero stati tali, il figlio non avrebbe patito la più vergognosa delle condanne: quanta cecità, allora come oggi, infatti, tanti sono coloro che, ingiustamente, vengono uccisi, pur nella loro innocenza, perché giudicati meritevoli di tale epilogo. Maria ha subito tutto ciò nell’umiltà che l’ha contraddistinta fin dall’ Annunciazione, essendo inserita, a pieno titolo, nel disegno di salvezza voluto da Dio. Ecco dunque spiegato il perché della sua costante presenza, che è quella di una madre, di colei che non si limita alle parole, alla virtualità di una comunicazione fine a se stessa ma che condivide la sorte del Figlio, fino alla fine; questo è quanto viene richiesto anche a noi, che abbiamo l’obbligo di esserci mostrando amore, dolcezza, comprensione, ponendo in essere la capacità di accogliere tutti, così come Maria accolse Gesù dal concepimento alla morte, al momento in cui strinse tra le sue braccia quel corpo martoriato, sperimentando il più atroce dei dolori: mai chiudere i nostri cuori, perché quello che contraddistingue i cristiani è proprio la capacità di accogliere incondizionatamente l’altro”. Padre Antonio ha poi auspicato che
dalle riflessioni effettuate, possa generarsi un’autentica rinuncia all’orgoglio, alla presunzione, all’indifferenza, per aprirsi all’accoglienza, alla presenza, alla condivisione delle mille forme di sofferenza del nostro tempo. Giovedì Santo, poi, a seguito della celebrazione “in Coena Domini”, presieduta da mons. don Sossio Rossi, hanno pregato il Cristo Riposto gli Adoratori laici, poi gli alunni della scuola primaria dell’istituto Brando, a seguire gli studenti della scuola secondaria del menzionato istituto e, per tutta la notte, le consacrate si sono alternate nell’adorazione; il venerdì santo, dopo la Solenne Azione Liturgica della Passione di Nostro Signore, le suore hanno animato una toccante Via Crucis, contraddistinta da profonde riflessioni. Una settimana di intensa preparazione alla Pasqua, dunque, quella che ha avuto luogo presso la chiesa del SS. Sacramento, che ha offerto a tutti la possibilità di rivedere il proprio essere cristiani, così da risorgere a nuova vita nella quotidianità e nella professione di una fede che, se autenticamente vissuta, richiede coraggio, coerenza, serietà.
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