Domenica 20 Febbraio

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DOMENICA 20 FEBBRAIO 2022

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ANNO XXII - N° 08 - DOMENICA 20 FEBBRAIO 2022

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MARIA CRISTINA ORGA

IO RACCONTO STORIE magazine

I MORTI AMMAZZATI: UNA STORIA CHE NON VORREMMO MAI RACCONTARE Ecco una storia che non vorrei mai raccontare, io che per vocazione o maledizione racconto storie. Non vorrei raccontarla e vorrei che non la raccontasse nessuno. Anzi, a dirla tutta, vorrei che non ci fosse niente da raccontare. E invece. Non c’è giorno che passi inosservato al lutto procurato, non c’è giorno in cui la lunga scia di sangue di chi perde la vita non perché la sabbia, poca o tanta che sia, nella sua clessidra è scivolata giù fino all’ultimo granello, ma perché qualcun altro si è preso la briga di fracassarla quella clessidra, con il più assoluto disprezzo del bene insostituibile e assolutamente non negoziabile che chiamiamo vita. Così ai confini del mondo, nelle lande desolate e riarse che sentiamo così lontane da noi da considerarle un quasi altrove extraterrestre, il famigerato terzo mondo in cui la vita si perde con la facilità con la quale si smarrisce una monetina da cinque centesimi infilata per disattenzione in una tasca bucata, una monetina dal valore così insignifi-

Vittime innocenti di mani criminali di camorra e non di camorra, uccisi per vendetta trasversale e non o per futili motivi: è sempre più lunga la tragica scia di sangue che imbratta i nostri territori, al centro dell’approfondimento di Nando Troise e Marco Di Caterino a “La Copertina” .

cante da non valere lo sforzo di chinarsi per raccoglierla. Si perde per fame, per un banale raffreddore, per il freddo o la siccità, per annose, sanguinose guerre tribali dimenticate, per un sacchetto di polvere bianca, per il naufragio di un gommone stracarico di anime disperate. Si perde la vita, ma sarebbe più onesto dire che viene brutalmente, volontariamente e cinicamente strappata a chi non ha nessuna arma per poterla difendere, nell’indifferenza spietata di chi nasce nell’emisfero “giusto” del pianeta, che

poi di giusto ha solo la presunzione, l’egoismo, l’avidità e il delirio di onnipotenza. Cosa c’entra tutto questo con i morti ammazzati dalle nostre parti? Potrebbe chiedersi un lettore disattento e magari richiamarmi anche a svolgere la mia missione con maggiore diligenza, perché apparentemente sto uscendo fuori tema. Apparentemente, appunto. Perché ogni vita stroncata per dolo, colpa, compiacenza o semplice omissione è un omicidio. E tutti coloro che girano la testa per non guardare hanno le mani spor-


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4 che di quel sangue innocente. Almeno io la penso così. Dalle nostre parti, poi, i morti ammazzati piuttosto che suscitare un coro unanime di ribellione e condanna fanno notizia, titoli di giornali, cronache giudiziarie, talk show di genere crime in seconda serata, diventano trame di fiction sulle piattaforme on demand, per la gioia dei multimiliardari monopolisti della comunicazione che hanno come unica gioia nella vita l’aumento vertiginoso del loro conto in banca. Almeno Paperon de’ Paperoni i dobloni d’oro li tiene nella piscina del suo deposito e ci sguazza quotidianamente come un pesce baleno (cit.) per rinfrancar lo spirito, costoro invece, si limitano a leggere cifre dai molti zeri e a goderne. Viene il dubbio che non hanno neppure una vaga idea di quanti siano in realtà i denari che posseggono, altrimenti, se oltre che di vergognose ricchezze fossero titolari anche di una coscienza, il senso di colpa li stroncherebbe all’istante. Dalle nostre parti le vittime innocenti di violenza, camorristica e non, riempiono i fascicoli giudiziari e le statistiche, consegnando al Paese e al mondo una realtà sociale e una qualità della vita tra le peggiori che ci siano. Ne ha parlato con uno dei massimi conoscitori di cronaca nera e giudiziaria dei nostri territori, il giornalista de Il Mattino Marco Di Caterino, il nostro direttore, Nando Troise nell’ultima puntata de “la Copertina” in onda sull’emittente web Nano TV. Il direttore punta dritto all’obiettivo di fare luce sulle storie delle troppe vittime innocenti dimenticate. Marco, ogni qual volta si parla di vittime innocenti di mani criminali si dovrebbe partire dai due morti che furono ammazzati oltre trenta anni fa nel mercato ortofrutticolo di Casoria: Andrea, di soli nove anni e Sergio il barista, finiti disgraziatamente nella traiettoria di fuoco degli assassini che avevano altri bersagli e tolsero la vita a due innocenti. E non c’è stata una sola amministra-

zione che li abbia ricordati. E come loro tanti altri, di cui farò un elenco. Aiutaci a fare chiarezza -chiede all’ospite, che prontamente risponde: Queste storie sono schiaffi in faccia alla nostra provincia. Negli anni mi sono dovuto arrendere all’idea che anche per il sangue innocente versato esiste una serie A e una serie B -denuncia Di Caterino senza pensarci due volte- per fare un esempio, la Procura di Bergamo, per le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasi spese circa 8-900.000 euro. E l’assassino di Yara è stato consegnato alla giustizia. Invece per l’omicidio di Fortuna Loffredo, la bambina abusata e uccisa da Raimondo Caputo detto Titò, così come per la morte di Federico Del Prete, l’unico sindacalista in Italia che ha avuto il coraggio di aprire una sede del sindacato a Casal Di Principe nel momento di massima collusione del mondo politico con i Casalesi, la Procura di Napoli Nord ha speso poco o niente a causa della mancanza di risorse. Questa è la cartina di tornasole che evidenzia la nostra condizione di estrema povertà culturale. La morte di Andrea Esposito è avvenuta il 16 settembre 1990, alle 5 del mattino, nel bar del mercato ortofrutticolo di Casoria, affollato a quell’ora da

venditori, acquirenti, camionisti che dovevano caricare e scaricare merci. Il bar in cui Andrea lavorava era di proprietà dei Franzese, in lotta con un altro clan. Il killer è entrato a volto scoperto e ha sparato, ferendo il fratello del titolare del bar e dopo averlo creduto morto, ha rivolto l’arma contro il barista, Sergio Esposito e contro Andrea, sesto di nove figli che lavorava lì per 20.000 lire alla settimana, con cui aiutava la famiglia. Famiglia che alla sua morte non ha neppure ricevuto alcun sostegno o risarcimento dallo Stato. L’assassino li fece stendere entrambi a faccia in giù dietro al bancone, poi esplose ad entrambi un colpo alla testa dall’alto verso il basso. Un’esecuzione di una spietatezza agghiacciante. Eppure, questo delitto efferato non ha lasciato memoria nella città di Casoria. Ed è scandaloso che in 31 anni nessuno degli amministratori che si sono succeduti al governo della città di Casoria abbia speso una parola sulla feroce esecuzione di un bambino di nove anni costretto a lavorare per bisogno e di un giovane innocente. Casoria non ha una Giornata della Memoria per le sue vittime innocenti -si inserisce il direttoreallora invito l’assessore agli interventi


DOMENICA 20 FEBBRAIO 2022 della polizia sul territorio, alla sicurezza e alla mobilità, Vincenzo D’Anna a istituirla proprio il 16 settembre. Sarebbe bello e importante per far riscoprire a chi l’ha persa, l’anima dei luoghi. Alla gente non appartiene più questo sentire -gli fa sponda Di Caterino- sarebbe bello invece che lo ritrovasse e, per esempio, non buttasse più cartacce a terra, facesse passare avanti un anziano, o lo aiutasse ad attraversare la strada. Sembra una banalità, ma non c’è più. Forse dipende dall’edilizia selvaggia che ti fa perdere le dimensioni della città e la memoria di un bimbo di 9 anni che per necessità, portava i caffè all’alba in giro per il mercato ortofrutticolo anziché fare il “muschillo” degli spacciatori e guadagnare dieci volte la paga settimanale in una sola giornata. Hai parlato di sangue di serie A e di serie B: anche la signora Carmela Parisi, esponente di una delle più illustri famiglie casoriane che abitava a pochi metri dal municipio, è stata vittima innocente dimenticata -s’infila Nando prontamente. Lì c’è stato un grosso buco nero investigativo -replica Di Caterino- furono fatti dei rilievi e si pensava a personaggi di Casoria dediti al furto in appartamenti, ma era una falsa pista. Con ogni probabilità la signora Parisi è stata uccisa da bande organizzate specializzate in furti in casa. Sembrava infatti un furto finito male perché fu imbavagliata e malmenata, probabilmente per estorcerle informazioni su dove custodisse il tesoro di famiglia, ma il cuore non le resse. Quello è un vero e proprio cold case (delitto irrisolto ndr.) che andrebbe ripreso, perché non fu trovata neppure un’impronta. Dal punto di vista investigativo bisogna ricostruire gli ultimi dieci minuti della vita della vittima, perché tanti ne occorrono per uccidere una persona in casi come questo. Oggi c’è la tecnologia che aiuta molto, ma all’epoca non c’era quindi…

5 uno dei problemi poi è avere pochi agenti sul territorio. La provincia di Napoli è territorio di serie B perché nel fine settimana molti carabinieri, poliziotti, finanzieri vanno destinati a Napoli a fare i posti di blocco. Ed è successo anche durante tutto il lock down. Com’è possibile lasciare scoperti 96 comuni della città metropolitana perché Napoli non deve finire nel dileggio? Cosa puoi dirci sull’omicidio di Andrea Nollino, anche lui barista, ucciso dalla camorra il 26 giugno 2016? -incalza il nostro direttore. Era una persona per bene che alle 8 stava sistemando lo spazio esterno del suo bar di fronte alla chiesa di San Mauro. La camorra, quando decide, mostra i muscoli anche in modo vigliacco: dovevano uccidere qualcuno che scappava a bordo di una Ford Ka, inseguendolo con una moto di grossa cilindrata. Nell’affrontare la curva dov’era ubicato il bar di Nollino vennero esplosi i colpi e un proiettile di rimbalzo colpì Andrea. In casi come questi ci sono forti sospetti ma mancano le prove e non si può procedere. Inseguitore e inseguito sono stati visti, ma quei pochi coraggiosi che avevano deciso di collaborare alle indagini, non li hanno riconosciuti sulle foto segnaletiche. Non so neppure se sia stato inserito nell’elenco delle vittime di camorra stilato da Libera, perché per entrare in quella triste lista bisogna che sul caso ci sia stata almeno una sentenza di primo grado. Caro direttore, la tua idea di eliminare la distinzione tra vittime di camorra e non, per quanto riguarda i morti innocenti per mano violenta andrebbe sostenuta, perché se ai familiari vittime riconosciute di camorra viene data la possibilità di scalare le graduatorie dei concorsi e/o di ricevere un ristoro economico e delle altre agevolazioni, ad una vittima che non sia riconosciuta ufficialmente di camorra viene strappata la vita senza alcun riconosci-

mento pubblico e alcun risarcimento per la famiglia. Le vittime innocenti di violenza sono vittime e basta e a tutti va riconosciuto almeno il rispetto di tutti -si infervora giustamente Nando e subito aggiungeRaccontiamo la storia di un altro morto ammazzato dimenticato: si chiamava Enzo Pilato, era capostazione a Frattamaggiore e abitava a Casoria. Fu ammazzato a colpi di pistola davanti al cancello di casa perché aveva tagliato la strada a due delinquenti in Vespa. Anche questo è un delitto dimenticato. Come per molti delitti di impeto pure qui non c’è un capo da sciogliere lentamente per dipanare la matassa e far sì che dopo 20 o 30 anni si scopra l’autore di un delitto, a meno che chi ne è a conoscenza e sia stato arrestato per altri crimini, non usi l’informazione per contrattare con gli inquirenti uno sconto di pena. Parliamo di un altro morto eccellente: Stefano Ciaramella, anche lui ucciso a Casoria, in via Padova che è una traversa di via San Pietro -insiste Nando. Era una domenica calda, il 2 settembre -risponde pronto Di Caterino- alcuni balordi del rione Salicelle, altro centro di malaffare, di malavita e di camorra, insieme al Parco Verde e alla 219 di Arpino. Quella sera c’erano quattro ragazzi del rione Salicelle, due maggiorenni e due minorenni che in seguito gli inquirenti hanno definito “rapinatori a urto”, ovvero persone che non escono abitualmente insieme, ma si trovano occasionalmente come in questo caso, in cui uno era militare di leva, l’altro lavorava nell’edilizia e due erano minorenni, per fare le rapine. Sottrassero a Stefano Ciaramella il cellulare, poi uno di loro, imbottito di stupefacenti, dedicò delle attenzioni particolari alla fidanzata della vittima che reagì. Enzo, uno degli aggressori, che all’epoca era minorenne estrasse il coltello e fece un ampio gesto col braccio in direzione di Stefano che

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6 lo rincorreva, come per dire “Ma che bbuò?”ma lo colpì al cuore uccidendolo sul colpo. In quel caso gli inquirenti risolsero il caso facilmente perché quei quattro balordi non valevano un soldo bucato come delinquenti e vendettero il cellulare ad una ricettatrice di Cardito che non lo spense e consentì agli investigatori di seguirne la traccia. Scoperta, la donna ammise di averlo avuto dai quattro di cui fece i nomi e nel giro di tre giorni la vicenda venne chiusa. Tra gli arrestati c’era Pietro Amadori, 18 anni, militare di leva nell’aeronautica a Taranto prelevato in caserma la sera stessa, Giuseppe Darscillio, 19 anni che in primo grado fu condannato a 30 anni divenuti 15 in appello che scontava in un carcere dell’Emilia-Romagna. Dopo un certo numero di anni ottenne permessi premio che utilizzò per fare cinque rapine e fu rimesso in carcere. L’omicida essendo minorenne, non è stato condannato all’ergastolo, perché la legge lo vieta, ma al massimo consentito, cioè 18 anni. E ora questi quattro dove sono? -chiede Nando ansioso di sapere. Darscillio è in carcere, gli altri a piede libero. Parliamo di Gianluca Coppola -insiste Nando, continuando a sgranare il tragico rosario. Gianluca Coppola era un ragazzo bello, alto, robusto, pieno di vita, che non per sua scelta diventa la pietra di volta di una casa e viene colpito, ma non muore subito. Pensate ai genitori costretti a quaranta giorni di calvario sulle montagne russe, tra segnali di miglioramento e peggioramenti improvvisi. Ad ucciderlo, Antonio Felli, personaggio che se non ha precedenti penali legati alla camorra ufficiale, è comunque il prodotto di una cultura camorristica che in provincia di Napoli è soffusa e diffusa ovunque. L’antefatto è che la fidanzata di Gianluca aveva avuto una storia con Felli finita dieci anni prima. L’omicida era a conoscenza della nuova relazione della sua ex con Gianluca e non sopportava di vederli felici, per cui, non perdeva occasione di provocare il Coppola. Il giorno del delitto i due si sono incontrati ed

è iniziato uno scontro verbale, divenuto presto fisico che si è concluso con Felli che aveva avuto la peggio e ripiegava sullo scooter. Dopo una mezz’ora Felli armato, di pistola, si è presentato sotto casa della vittima, in una traversa di viale Europa, dove Gianluca stava raccontando al padre l’accaduto e a viso aperto, come fanno i camorristi che controllano il territorio, gli ha esploso contro otto colpi, minacciando anche di morte il padre. Ultimata l’esecuzione, se ne è andato tranquillamente. L’avvocato di Felli ha chiesto il rito abbreviato. Pensi che gli venga concesso? Domanda non facile. L’accusa era omicidio aggravato dal metodo mafioso, divenuta poi in sede di riesame omicidio aggravato da futili motivi. Se c’è un’aggravante non si può chiedere il rito abbreviato, ma il suo avvocato in sede di dibattimento chiederà che venga tolta l’aggravante per ottenere il rito abbreviato, facendo leva sul fatto che è reo confesso. Un reo confesso molto singolare, in verità, poiché era in possesso di un micro-telefonino di quelli consegnati in carcere attraverso i droni e vestiva capi firmati per 1500 euro quando si è andato a costituire. Oltretutto un finto reo confesso, perché aveva sparato a volto scoperto davanti a tutti. Un altro morto ammazzato è Antonio Coppola -scorre la lista a lutto Nando. Altro buco nero investigativo. Antonio Coppola aveva un’edicola a via Pietro Nenni e curava l’aiuola all’angolo. Non poteva sopportare che al semaforo vicino si verificassero continue rapine, né che nell’aiuola venissero nascosti i coltelli che servivano alle rapine e altra roba. Era una persona perbene che voleva solo che anche gli altri rispettassero le regole come faceva lui. Non si sa se è stato ucciso da una banda di questi rapinatori o da un singolo assassino, nonostante le telecamere della zona avessero ripreso una persona che, nonostante il corpo a terra, camminava nelle vicinanze con passo troppo tranquillo per essere estraneo al delitto. L’ultima vittima di cui riusciamo a parlare è Antimo Giarnieri, ucciso a 18 anni

per uno tragico scambio di persona. Una storia terribile, ma con risvolti che fanno ben sperare per il nostro futuro. Antimo era un ragazzo normale, che stava con i suoi amici a chiacchierare in traversa Castagna quando all’improvviso è arrivata un’auto da cui è sceso un sicario che lo ha crivellato di colpi ferendo anche un suo amico, per il motivo più banale possibile: imbottito di stupefacenti, lo aveva scambiato per un giovane boss con cui era in guerra. L’omicidio di Antimo ha fatto scattare nei giovani amici una molla che dovrebbe smuovere tutti dal torpore del “mi faccio i fatti miei”. I ragazzi non si sono dati pace per la morte di Antimo, andando a parlare con chiunque e aiutando i carabinieri, allo scopo di trovare l’assassino e di restituire al loro sventurato amico l’onore che gli era stato strappato via agli occhi dell’opinione pubblica dalla spietata esecuzione pubblica. Come non ricordare infine Raffaele Ferrara, -cita in conclusione il direttore- farmacista, altra vittima innocente stroncato da un unico proiettile che gli trapassò l’ascella recidendogli un’arteria nel 1982, un periodo in cui, nei nostri territori era in atto la guerra tra NCO e Nuova Famiglia. Un altro morto innocente è Nicola Ferrara, assassinato a colpi di pistola dentro casa sua in via Casilli per aver litigato con le persone sbagliate. Anche se non è morto a Casoria, non posso non ricordare anche Mauro Mitilini, giovane carabiniere, ucciso da quelli della Uno Bianca, che non voglio neppure qualificare, al Pilastro il 4 gennaio e voglio chiudere con due scampati per miracolo, due vili aggressioni. Il primo è Vincenzo Russo, detto “il direttore” scampato alla morte il 15 giugno del 2009, l’altro è Emilio Polizio, scampato a morte la notte tra l’11 e il 12 luglio 2015: un millimetro più in là e ci avrebbe rimesso la vita. E la lista delle giovani inconsapevoli vittime di morte violenta potrebbe continuare a lungo, ma è meglio fermarci qui, con la speranza che qui si fermi anche il fiume di sangue innocente versato nei nostri territori e ovunque nel mondo dalle immonde mani di tutti i criminali.


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ANTONIO BOTTA NELLA MENSA “CARITAS”, PARROCCHIA S. A. ABATE, INCONTRO CON IL SINDACO R. BENE SUL TEMA “AMORE E DIRITTI UMANI”

UN INTENSO MOMENTO DI PREGHIERA E DI COMUNIONE FRATERNA

L’undici febbraio scorso, in occasione della festa dedicata alla Madonna di Lourdes nella mensa “Caritas Madre Teresa di Calcutta”, parrocchia S. Antonio Abate di Casoria, si è svolto il rito della benedizione dell’acqua, a cui è seguito un incontro del parroco don Salvatore Piscopo, di tutti gli ospiti e cooperanti del presidio d’amore con il sindaco Raffaele Bene sul tema “Amore e Diritti Umani”. Impeccabile l’organizzazione dell’evento curato con premura fraterna e ammirevole impegno, nello stile sinodale, dalla responsabile, signora Cristina Laezza. “Bernadette” ha spiegato don Salvatore “era una contadina povera e analfabeta, una ragazzina che tutti maltrattavano, quindi, molto poco considerata dalla gente. Però, quando la Madonna apparve a Lourdes, cercò proprio lei. Già questa scelta ci fa capire che il Signore sceglie gli ultimi, predilige quelli che contano poco agli occhi del mondo. Tutti siamo in prima fila, perché guarda ognuno di noi, conosce il cuore di ciascuno di noi e ci ama così come siamo. L’acqua benedetta è simbolo di vita, ricorda anche il nostro Battesimo, sacramento che ci ha resi Figli di Dio. Quindi non solo siamo in prima fila, ma al centro del Suo cuore. Oggi siamo qui per ringraziare la Madonna, perché l’acqua benedetta è segno della nostra dignità di esseri divini, degni d’una vita nobile, bella e ognuno si deve impegnare a rendere bella la vita degli altri. “Nella festa che stiamo celebrando oggi” ha proseguito il Parroco, “abbiamo invitato il Sindaco Raffaele Bene, l’assessore alle Politiche sociali Marianna Riccardi, il responsabile della Protezione Civile Umberto Simonetti e una rappresentanza della Polizia municipale Li ringraziamo perché la loro presenza non è simbolica, ma richiama quello che noi oggi stiamo celebrando, la dignità della vita, la dignità di ogni essere umano. La mensa, allora, rappresenta la scelta evangelica della comunità parrocchiale di S. Antonio Abate di allargare il cuore e le braccia per accogliere tutti, perché nessuno resti indietro, nessuno sia escluso. Il Sindaco è qui perché è il primo cittadino di Casoria. E anche lui,

Don Salvatore Piscopo: “Al servizio della dignità di tutti, in particolar modo degli emarginati e degli ultimi”. in base al ruolo che ricopre, insieme con l’Amministrazione comunale, allarga le braccia e il cuore perché la nostra Città sia al centro dell’attenzione e del servizio sociale e di cura che lo Stato deve rendere ai suoi cittadini. In questi due abbracci, della comunità della Chiesa e del Comune, tutti si possono, allora, sentire parte di una famiglia. di una comunità, in cui si tutela la dignità di ogni persona, soprattutto di chi vive un disagio, un dolore, una difficoltà. Noi stiamo qui per dare a voi una vita dignitosa e sicura. Allargare le braccia e il cuore per chi vive in condizioni di particolare disagio è compiere il gesto di Gesù, che lavò i piedi ai suoi apostoli. Questo servizio lo svolgiamo noi come cristiani e lo fa anche il Sindaco con i suoi collaboratori, impegnandosi a garantire condizioni di lavoro, salute e istruzione. Quelli che hanno portato il pasto oggi erano dei ragazzi evangelici. Abbiamo cominciato a raccontarci come viviamo la nostra esperienza di fede e pur essendoci fra noi delle differenze nel modo di credere, ci siamo sentiti uniti nella comune consapevolezza che per amare Dio bisogna amare il prossimo, e nell’amare il prossimo insieme ci ritroviamo uniti davanti a Dio. Madre Teresa di Calcutta, a cui è dedicata la mensa, ha amato il Signore nel prossimo, in parti-

colare gli emarginati, gli esclusi, sperimentando, in questo modo, la gioia del paradiso già sulla terra”. Dopo aver benedetto l’acqua e rinnovato l’impegno di servizio, don Salvatore ha donato al Sindaco e all’assessore Riccardi una pergamena con la poesia di S. Teresa di Calcutta “La Vita”, che ha poi letto, ricordando che le fu offerta quando entrò in seminario, facendone punto di riferimento del suo ministero sacerdotale. Nel suo intervento, il Sindaco, visibilmente emozionato, ha espresso la sua sincera gratitudine al Parroco e a Cristina Laezza per averlo invitato a partecipare ad un intenso momento di preghiera e di comunione fraterna, onorato di presenziare, nel giorno dedicato alla Madonna di Lourdes, a un evento in cui ha avvertito in maniera intensa il senso della solidarietà umana, cristiana e comunitaria percepibile chiaramente sul volto gioioso di tutti. Nel commentare i cartelli letti da alcuni ospiti della mensa e da don Salvatore, sul primo articolo della Costituzione e sull’esortazione evangelica a tessere relazioni di cura con ogni fratello, in particolar modo con gli emarginati, i senzatetto, i dimenticati, Cristina ha posto l’accento sulla corresponsabilità di tutti, in un’alleanza di carità, di pace e di giustizia tra pubbliche istituzioni e forze del volontariato perché si strutturi un’organica ed efficace continuità di servizi a vantaggio degli ultimi. Scriveva, al riguardo, S. Teresa di Calcutta: “Se a volte i nostri poveri arrivano a morire di fame, non dipende dal fatto che Dio non Si prende cura di loro. Dipende piuttosto dal fatto che né voi né io siamo abbastanza generosi Dal fatto che non siamo strumenti d’amore nelle mani di Dio per darGli cibo e vestito”. L’incontro si è concluso con il pranzo offerto dal Sindaco, dalla famiglia Giglio (salotti Gelosia – Pasta Bar ) e dal tarallificio Leopoldo, con un ringraziamento all’amico Romualdo, non prima di aver pregato per le comunità parrocchiali e religiose che nei giorni precedenti hanno fatto visita alla Mensa e per tutti i cooperanti che ogni giorno sperimentano la gioia di darsi agli altri.


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CASORIA: INAUGURAZIONE DEL “SINODO IN CORSIA” NELL’OSPEDALE DEI CAMILLIANI CON CELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DALL’ARCIVESCOVO DON MIMMO BATTAGLIA

“I CROCIFISSI AL CENTRO DELLA NOSTRA VITA” In occasione della XXX Giornata mondiale Del Malato, l’undici febbraio scorso, si è inaugurata, all’interno dell’ospedale dei religiosi camilliani, in Casoria, l’apertura del “Sinodo in corsia” con la celebrazione eucaristica presieduta da Sua Ecc. Mons. Mimmo Battaglia. “Nel cuore del cammino sinodale” ha affermato Fr. Carlo Mangione “dobbiamo chiederci, come Chiesa, se stiamo realmente camminando insieme, sinodalmente, malati, sofferenti e operatori sanitari. Questi fratelli sono per noi soggetti, cioè compagni nel cammino di evangelizzazione? Realmente noi cresciamo nell’accompagnarci nella vita di tutti i giorni reciprocamente ? O loro sono soltanto i destinatari della nostra attenzione pastorale? Mi piace ricordare le testimonianze di tanti giovani che nella malattia ci hanno trasmesso pezzi di vita vissuti con coerenza e gioiosa adesione al Vangelo. Solo qualche nome, a titolo di esempio: Carlo Acutis, Chiara Badano, Chiara Corbella, Daniela Zanetti, Savino Romagnuolo, Viviana Lisi e tanti altri… Sulla stessa lunghezza d’onda di Fr. Mangione si è posto don Mimmo, il quale nella riflessione omiletica, ha posto in rilevo ai pazienti che hanno partecipato alla Messa l’emozione provata nel fare visita ai malati, donando loro la coroncina del Rosario “e anche una carezza che arriva come la carezza di Dio: segno di una presenza, di un prendersi cura. “Dinanzi a voi” ha detto “ho il grande desiderio, ogni qual volta che mi accosto, è quello di togliermi i sandali perché il terreno che voi, io, insieme stiamo calpestando è sacro. Perché la vostra vita è sacra, perché il vostro dolore è sacro. Anche questa celebrazione, in qualche modo questa sera, è la carezza di Dio per tutti quanti voi. Per voi che state soffrendo, che siete qui ricoverati, ma anche per tutti coloro che si prendono cura di voi: la fraternità camilliana, le suore, i volontari, i medici, gli infermieri, tutto il personale sanitario. Questa celebrazione è la carezza di Dio, perché non vi sentiate soli, e perché soprattutto possiate sentire questa Presenza che dona coraggio, che

dona forza, una Presenza che ci invita a non arrenderci, ad avere fiducia, perché il Signore è sempre accanto a noi, non ci lascia mai soli, non abbandona mai. Nell’incontrare alcuni ammalati, in questo reparto, e nel dare loro la carezza, ad un certo punto c’è stata una signora che sta soffrendo tantissimo; le ho chiesto: “Come stai? Ecco la sua risposta: “Aiuto Gesù a portare la croce” E’ una frase che ti spiazza, che lascia senza parole, ma dove tu puoi cogliere il passaggio di Dio, perché il Signore ti parla anche attraverso questa storia, questa sofferenza, ti parla attraverso il volto di questa persona, e di tante persone che noi ogni giorno incrociamo nel nostro cammino” Molto significativa e intensa anche l’esperienza vissuta dal Vescovo per la prima volta a Lourdes, poco tempo dopo essere stato ordinato sacerdote 34 anni fa. Ad una signora, di nome Maria, 45 anni, da oltre 20 completamente paralizzata, che muoveva soltanto la testa e a parlare, don Mimmo aveva difficoltà ad avvicinarsi, “perché sinceramente non sapevo cosa dirle. Un giorno eravamo davanti alla grotta e mi sento chiamare: era Maria. Mi avvicino e lei mi dice: “Don Mimmo sei andato da tutti, da me non sei venuto”. Le dico che non lo avevo fatto solo per mancanza di tempo, ma non era vero. Ad un certo punto questa donna mi dice: “Sai, io mi sento felice: so che Gesù ha salvato il mondo su una croce, nella simbologia dell’impotenza. E so che se riesco ad unire la

mia sofferenza alla sofferenza di Gesù, allora vorrà dire che la mia sofferenza non è stata inutile, che la mia vita non è inutile. E questa barella è la mia croce, offrendo la mia sofferenza al Signore, la mia vita ha un senso”. Io mi sono fatto piccolo e mentre a testa bassa, mortificato, me ne stavo tornando, mi richiama nuovamente e mi dice: “Non vengo a Lourdes per chiedere il miracolo, ma perché sono molto devota alla Madonna, a Lei chiede solo la forza di non tradire mai il Vangelo e per essere fedele a questa mia storia. Sono certo che la Madonna non mi abbandona mai.” Commenta il Celebrante. “Ecco, il mistero del dolore! Nessuna sofferenza è mai inutile, non è la sofferenza che ci salva, è l’amore con cui la si porta che ci salva, e Maria, quel giorno, mi ha insegnato il grande valore della sofferenza e soprattutto il valore dell’amore nella sofferenza, nel viverla. Voi sapete che lo sguardo dei medici e degli infermieri che vi assistono viene prima delle mani e della voce. Lo sguardo è importante, perché con lo sguardo puoi aiutare una persona a rialzarsi, ma puoi anche demolire una persona. Basta uno sguardo! Gli occhi arrivano prima delle mani. E sono la finestra del cuore. E io vi auguro davvero questo sguardo di compassione, di tenerezza, d’ amore, di misericordia, di consolazione” . Dopo aver ringraziato i medici e tutti gli operatori sanitari per il loro impegno, per quel cuore che é presente soprattutto nelle loro mani, rivolgendosi ai pazienti


DOMENICA 20 FEBBRAIO 2022 ha detto: “A tutti i fratelli e sorelle ammalati sono grato per il coraggio di non arrendersi, di continuare a sperare e a rinnovare la fiducia, di continuare a credere. Davvero il Signore non abbandona mai. Voi, oggi, fate parte di quella schiera dei crocifissi della storia, che aiutano Gesù a portare la Croce. A volte non ce la fate, gridate, ma quel grido è sempre ascoltato dal Signore, è la vostra preghiera. Sì, è anche la vostra preghiera! Quel “Signore dove sei” è la vostra preghiera per sempre. I crocifissi di quel-

9 li che soffrono devono essere messi al centro del nostro impegno, della nostra vita, se il Crocifisso è posto al centro degli altari nelle chiese, allora, come fulcro della nostra pastorale sanitaria diocesana, tutti i crocifissi devono essere messi al centro del nostro impegno reale e concreto e della nostra vita. Sì, i crocifissi, cioè voi, le vostre fatiche, dolori, ferite, ma sapendo sempre che ogni ferita si può trasformare in feritoia da cui si scorge un mondo nuovo, una luce nuova, un orizzonte nuovo, segnato

dalla bellezza della speranza. Che non venga mai meno questa vostra speranza, e che soprattutto possiate sempre sentire la Madonna accanto a voi. O meglio, che voi possiate sentirvi tutti nel cuore di Maria. Benedetti e amati, perché lei, con il cuore di Madre ,vi è sempre accanto, per donarvi coraggio e consolazione. E dona sempre una carezza, che vi rimette in piedi, dicendo: “Non arrenderti! Io ci sono! Vai avanti! Andiamo avanti insieme”.

RITA GIAQUINTO

MODA & SHOPPING

ROSSELLA INCONTRA L’ESTRO CREATIVO DI ALESSIO VISONE

E continua con successo il fuori salone Moda & Shopping che Rossella Giaquinto conduce all’interno del suo format Salute & Benessere sulla rete web NanoTV. Un salotto itinerante con cui Rossella ci dà la possibilità di entrare nelle tante maison di alta classe della nostra città, in questo mese di febbraio interamente dedicato alla moda. Ci troviamo ancora in via Dei Mille, l’autorevole passeggiata napoletana di grande stile, dove, questa volta, è lo stilista Alessio Visone ad aprirci le porte del suo elegante e raffinato atelier. Talento creativo, espressione di grande poliedricità, curatore dell’anima prima che dell’abito, Alessio Visone ci ha generosamente raccontato come vive la sua attività di stilista, un ruolo a tutto tondo che, come vedremo, lo vede protagonista anche nel sociale e in tutto ciò che può relazionarsi a quella sostenibilità tanto necessaria e ambita in questi tempi. Ma è proprio dal rapporto, unico e speciale, che riesce ad instaurare con le sue clienti che iniziano le curiosità di Rossella: “Sai Rossella, in

un atelier, l’abito nasce sulla carta, io lo disegno, e per dargli vita io devo capire cosa c’è fuori e dentro la persona che ho di fronte, di cui ne devo carpire l’anima, per trasmetterla nell’abito. Quindi, io e la mia cliente dobbiamo comunicare, dobbiamo dialogare, nasce un feeling tra noi, un rapporto che è di amore. Non pensiamo che l’amore è solo quel sentimento che nasce tra un uomo e una donna, perché amore, in senso generale, è ogni tipo di legame basato sulla reciprocità: la donna si apre a me con l’anima, ed io, con la lettura dell’anima, creo. Il rapporto è continuo perché si sceglie il tessuto, si sceglie il taglio, si fanno le prove. Ti assicuro che, le nostre, diventano quasi sedute psicologiche”. E il risultato? “E il risultato lo vedo dal volto della mia cliente nello specchio appena indossa il vestito. E mi rendo subito conto se lo stile è il suo oppure no. Se non va bene, vuol dire che non era l’abito adatto a lei. E io sono il primo a dire di togliere questo abito da mezzo, vuol dire che la cliente non si è aperta

al punto giusto, oppure io non sono riuscito ad interpretarla. E poi ritornano, perché il nostro diventa un momento che la donna dedica a sé stessa. Io le dedico del tempo, aiutandola a costruire un proprio look. Per me l’eleganza non è essere vestita di griffe dalla testa ai piedi, perché ognuna deve avere il suo stile. Non sono dell’idea che tutti siamo belli, tutti siamo brutti, o tutti grassi o tutti magri, il bello è quello che c’è dentro e fuori la persona; quindi, con il mio intervento tecnico devo cercare di vendicare il fisico della persona e capire l’anima”. In una stanza attigua, siede il Direttore di rete, Maurizio Cerbone, il quale, con piacere, ha accettato di accompagnare Rossella nel suo salotto di bellezza itinerante. Con lui facciamo qualche passo indietro nella vita di Alessio Visone, facendoci raccontare come e da dove nasce questa grande passione per la moda, mondo in cui ha mosso i primi passi come modello: “Professionalmente, nasco nell’84 a livello di rapporto con le clienti dopo un corso di taglio; a livello ufficiale nell’85. Ma resto affascinato da tutto ciò che è eleganza, quando, da bambino, vedevo mia madre uscire con mio padre, avvolta nel profumo Chanel n.5 in un abito di lurex blu scintillante. Cerco di riportare sempre queste sensazioni che mi sono rimaste dentro, quando realizzo un abito”. Ma Alessio Visone oggi è anche un esempio di imprenditoria che fa scelte consapevoli, fondamentali nelle attuali dinamiche sociali: riciclo, smaltimento, beneficenza, sostegno, inclusione sono soltanto alcuni degli aspetti della quoti-


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10 dianità in cui Alessio ha deciso di mettersi in gioco: ed ecco che spezzoni di pregiati tessuti d’alta moda non vengono buttati ma riciclati realizzando pratiche pochette da sera, mascherine di protezione. E Alessio si è fatto aiutare dalle detenute del carcere di Pozzuoli, creando un laboratorio per riportarle ad un reintegro nella società, occupando il tempo della pena da scontare in modo concreto, facendo del bene e del bello. Il feeling nato con le detenute ha fatto capire ad Alessio Visone che la sua strada è quella di dare agli altri: “Si, perché vorrei creare una storia, per poi raccontarla. Forse non sono stato un grande imprenditore, non sono mai diventato un marchio internazionale, però penso che il mio futuro sia quello di dare agli altri, insegnare, anche nelle scuole, così come ho già fatto durante la pandemia. Adesso vorrei portare avanti, in qualche modo, la tradizione dell’artigianato, cosa in cui credo tanto. Oggi la modista,

la guantaia, la fioraia non esistono più, ma potrebbero rappresentare lavoro sicuro: sono quelle figure in grado di creare, con le proprie mani, il proprio piccolo mondo. E sono soddisfazioni che, a loro volta, donano benessere proprio come il messaggio che tu, Rossella, e la tua trasmissione state portando avanti. Sento di voler dare agli altri la mia esperienza, di creare il confronto con i giovani che è fondamentale perché hanno un modo di apprendere che è completamente diverso da quello della mia epoca. Io racconto con i miei abiti, ma proprio dai giovani ho bisogno di ricevere gli stimoli giusti per poterlo fare”. E, a proposito di progetti futuri, Alessio Visone ci anticipa la preparazione di una sfilata che, si augura, possa essere in presenza; ci confida il suo sogno di realizzare costumi di scena per il teatro. Nel frattempo, resta nella tradizione del suo atelier la bellezza della donna che è tale quando ha qualcosa da raccontare. E nasce spontanea la domanda: Perché

a via Dei Mille una donna desiderosa di acquistare un abito, deve bussare al portone di Alessio Visone e non entrare al negozio di fronte oppure di fianco? Nella risposta, che lasciamo come chiusura del nostro racconto, c’è tutta l’essenza della filosofia di Alessio Visone, e dei suoi abiti cuciti su misura dell’anima di chi lo indossa: “Chi sceglie Visone non vuole coprirsi di loghi, non si vuole “logare”. È una donna che non ha bisogno del logo per raccontarsi, ma si racconta “insieme a Visone” e non “coperta di Visone”. Per me le regole dell’eleganza non sono legate ad una passerella o ad un red carpet, ma sono rispettare il proprio corpo e quello che si vuol raccontare”. Un gesto fondamentale che, anche nella scelta di un abito, decreta l’atteggiamento migliore che una donna possa avere: essere sé stessa, al di là delle mode, degli stereotipi, dei cliché, di quelle finzioni che il mondo dei social media crudelmente impongono.

RITA GIAQUINTO

LA RUN FOR LOVE AL TRAGUARDO DEL SESTO ANNO D’ETÀ

E siamo a SEI! Il 14 febbraio è stato un giorno davvero speciale per tutti noi: sei anni fa prendeva forma un’idea, sei anni fa un sogno è cominciato a diventare realtà, sei anni fa una passione si è fatta coraggio, diventando amore per la corsa, amore per gli altri. “Sei”, questo numero pari e perfetto, pratico e primordiale, come le punte di una stella che brilla, come le facce di un cubo che si svela sempre nel suo volto migliore. Tanti i chilometri percorsi, che ancora sanno di fatica e affanno, di gioia e di stupore; tantissimi i traguardi raggiunti, nella corsa e nella solidarietà,che ancora ci commuovono gli animi; tante le catene d’amore di cui ciascun componente della Run for Love ha deciso di essere anello forte, saldo e amorevole quanto basta per sostenere, sempre con ammirevole entusiasmo, obiettivi e intenti, sogni e traguardi alla base di ogni nostro ambizioso progetto. Ed è proprio a tutti questi anelli che dedichiamo queste parole e questo giorno speciale: ad ogni componente, a chi corre e a chi no, agli atleti, agli associati, ai sostenitori, a chi indossa con fierezza i nostri colori ed ai semplici amici della Run for Love, va il nostro più accorato ringraziamento perché grazie a voi, ogni piccola goccia condivisa, diventa, ogni volta, un oceano di amore. Auguri a voi, Auguri alla Run for Love, nata nel giorno degli innamorati, desiderata come una gioiosa creatura, cresciuta nella tenace volontà di provare a lanciare sempre il cuore oltre l’ostacolo. Con l’orgoglio, la soddisfazione e una grande emozione nel cuore del suo Presidente, Buon 6° Compleanno, Run for Love project- Anna Cerbone!


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MARIA SAVERIA RUSSO

L’ISTRUZIONE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS ED OLTRE

Il termine scuola deriva dal latina schola che deriva a sua volta dal termine greco scholèion, che significa letteralmente “tempo libero”, per poi assumere significati diversi, “luogo dove passare il tempo libero” e “luogo di lettura”, per poi diventare l’odierno luogo d’istruzione. Insomma, il termine si è evoluto del tutto. Istruire significa fornire qualcuno, con un insegnamento teorico o pratico, di un complesso organico di nozioni relative a una disciplina o a una tecnica, mentre educare vuol dire guidare il soggetto a un conveniente livello di maturità sul piano intellettuale e morale. In Italia la struttura della scuola cambiò nel 1792 e divenne pubblica, ovvero aperta a tutti, senza distinzione di classe sociale o sesso, gratuita, permettendo anche ai più poveri di accedervi e obbligatoria, almeno la scuola primaria. In seguito l’obbligo scolastico fu portato ai 14 anni, per poi arrivare, alla fine del ‘900, ai 16 anni, com’e tutt’ora. L’odierna struttura scolastica si deve al lavoro di Gentile, ministro dell’istruzione sotto la dittatura fascista, che con la riforma che prende il suo nome riordinò radicalmente la scuola. Oggi la scuola è un luogo molto importante, fondamentale direi, nella vita sociale e nella formazione culturale e umana di un ragazzo. Infatti essa, oltre a essere un luogo adibito all’insegnamento, è anche un posto di ritrovo per tutti gli studenti, anche in orari extra-scolastici, per esempio per ripassare insieme o per organizzare dei tornei sportivi pomeridiani. Ad oggi si parla molto spesso dell’importanza dello studio, di come la tecnologia e la possibilità di fruire in maniera istantanea tramite internet di qualsiasi informazione, abbiano in un certo senso condizionato il modo dei giovani di approcciarsi allo studio ed al sapere: sono sempre più quelli che stanno perdendo l’abitudine e la passione di leggere libri, di effettuare ricerche su enciclopedie, in biblioteca. Il covid non è stato d’aiuto: quel senso di “perdita” di abitudine si è accentuato quando siamo stati costretti a chiuderci in casa e a fare “Didattica a distanza.” Anche adesso che si cerca di tornare alla normalità (seppur le restrizioni),

“Essere insegnante vuol dire lasciare un segno e allo stesso tempo saper ascoltare i pensieri degli allievi”. Parla la vicepreside Emma Troiano

ciò che il Covid ha fatto ha oramai condizionato il concetto di scuola, lo stesso relazionarsi non solo tra i ragazzi ma anche con gli insegnanti stessi. E’ come se questo virus avesse tagliato ogni contatto con la realtà e avesse avvolto ognuno di noi in una bolla, facendoci isolare dall’altro. Questo non fa altro che peggiorare ogni tipo di situazione, tra queste sicuramente e soprattutto le situazioni scolastiche. E’ difficile seguire ore su ore di lezioni portando perennemente la mascherina e tenendo le finestre aperte, soprattutto quando fa freddo o piove. C’è un malessere diffuso oramai, partendo dalle elementari fino ad arrivare all’università. La scuola si è dovuta adattare velocemente ai cambiamenti: anch’essa, come l’uomo, è storica, cambia con il cambiare dei tempi, anche se deve essere fatto velocemente e senza indicazioni. E chi meglio di chi vive l’ambiente scolastico ci può parlare delle difficoltà degli studenti e degli insegnanti? Emma

Troiano, vicepreside della scuola Nino Cortese, in contrada Cimiliarco ad Arpino ci ha concesso una breve intervista, per raccontare i disagi che le singole scuole sono costrette ad affrontare dall’arrivo del Coronavirus. Cominciamo con una domanda super attuale: come la scuola è stata colpita dalla pandemia e come il covid ha cambiato la scuola stessa. La scuola è stata profondamente colpita dalla pandemia. Ho ancora vivo il ricordo di quell’edizione speciale del TG che annunciava la chiusura delle scuole. Fu terribile, realizzai in quel momento quanto la situazione fosse grave: il covid 19 ha stravolto la scuola, il luogo dove si vivono e condividono esperienze di crescita umana e formativa veniva chiuso a tempo indeterminato, senza nessuna indicazione. Non avremmo sentito per molto le grida festose al suono della campanella, i pianti dei più piccoli al saluto dei genitori. È facile capire il senso di frustrazione: mi mancava il mio lavoro, il mio mondo è insieme ad un gruppo di colleghi ci mettemmo in contatto con gli allievi per dare vita a incontri e lezioni online, ancor prima delle indicazioni ministeriali. Com’è adesso la situazione nelle scuole? Si riesce a tenere a bada i ragazzi? Quali sono le difficoltà? Nelle scuole la situazione, come spesso ripeto, è surreale, vedere i ragazzi seduti, distante tra loro, con le mascherine che nascondono i sorrisi, costretti a seguire percorsi per entrare e uscire da scuola, nei corridoi, per consumare la merenda è molto triste;toglie a questo luogo la spontaneità. La scuola é luogo di incontri, scambio di esperienze, sicuramente siamo tutti felici delle attività in presenza, purtroppo però siamo ancora lontano dalla scuola che conoscevamo. Dall’11 febbraio ci saranno dei cambiamenti per quanto riguarda le misure di sicurezza covid. Per quanto riguarda la scuola quali saranno i cambiamenti? Ormai siamo abituati ai repentini cambiamenti delle quarantene, dal 7 febbraio ci saranno misure meno restrittive, a discapito però dei più piccoli, che restano maggiormente esposti, poiché non


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12 vaccinabili e senza dispositivi di protezione. Passiamo adesso a parlare di lei: ha sempre saputo che il mondo della scuola fosse quello che lei voleva fare? Fin da piccola il mio gioco preferito era fare la maestra, quindi potrà capire che sono soddisfatta del mio lavoro, ho realizzato un sogno. Cosa cambia dal ruolo di insegnante a quello di vicepreside? Il mio ruolo mi impone maggiori responsabilità, ma non ho mai pensato di rinunciare a stare nelle classi, il contatto con gli allievi e trasmettere la passio-

ne per la cultura, penso che sia il lavoro più bello al mondo. Cosa vuol dire per lei essere insegnante e qual è la sua funzione (oltre quella di educare). Essere insegnante vuol dire lasciare un segno e allo stesso tempo saper ascoltare i pensieri degli allievi, i loro sentimenti, guidare le loro attività e partire dalle “loro” esperienze, per creare un contesto, progettare e costruire l’apprendimento, dove ognuno ha il proprio ruolo e ci sia rispetto reciproco. Come è cambiato il ruolo dell’insegnamento durante questi due anni di

pandemia? Ed il rapporto insegnantestudente? Non è assolutamente cambiato il ruolo dell’insegnante, anzi è ancora più importante essere una presenza rassicurante, autorevole, mai autoritaria, che sia da esempio e guida, ora che gli adolescenti hanno maggior bisogno di ascolto. Quali sono le novità che riguardano la scuola media Nino Cortese? Ci sono progetti in programma? La pandemia ha bloccato tanti progetti, che per fortuna sono ripartiti, come sempre all’insegna dell’ Inclusione.

CHIARA D’APONTE

DAPPORTO E FASSARI PORTANO IN SCENA “IL DELITTO DI VIA DELL’ORSINA”

Un brutale omicidio, una serie infinita di equivoci e due uomini che, senza sapere come e perché, si risvegliano nello stesso letto. Sono questi gli ingredienti principali de “Il delitto di via dell’Orsina” versione italiana de “L’affaire de la rue de Lourcine” del drammaturgo francese Eugène Labiche in scena al Teatro Mercadante di Napoli dal 15 al 20 febbraio. Si tratta di un atto unico che per le situazioni al limite dell’assurdo e per la caratterizzazione dei personaggi ricorda vagamente il teatro beckettiano. Un po’ musical, un po’ commedia, un po’ giallo. E’ sicuramente un’opera che non annoia ma che intrattiene piacevolmente lo spettatore. Fa sorridere ma, a tratti, fa anche riflettere. Perché se da un lato le situazioni derivanti dagli equivoci sono divertenti dall’altro fa riflettere notare come, in situazioni di forte stress, anche l’uomo più onesto sarebbe in grado di commettere le più atroci nefandezze. A portare in scena questo atto unico la celebre regista Andrée Ruth Shammah che, per l’occasione, ha voluto creare una coppia inedita di coprotagonisti: Massimo Dapporto ed Antonello Fassari. Due ottimi attori le cui carriere prima d’ora non si erano mai incrociate. Metterli insieme sullo stesso palco è stata una scommessa vinta? Ni. I due sono certamente dotati di grande talento ed hanno perfettamente centrato i loro rispettivi perso-

naggi ma tra di loro, almeno a detta di chi scrive, non sembra esserci grande amalgama. Sono due attori troppo diversi tra loro e riuscire a farli combaciare come due tessere dello stesso puzzle sarebbe stata impresa ardua per chiunque. Ad ogni modo il risultato finale è gradevole grazie anche all’ottimo cast che fa da contorno a Dapporto e Fassari. Splendida la scenografia (con un sistema di teli e scale davvero notevole), belli i costumi così come l’idea dei cartonati che sembrano spiare le vicende dei protagonisti.


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ELENA TORRE NOSTRA INVIATA A VIAREGGIO

Grande attesa per l’inizio dell’edizione 2022 del Carnevale di Viareggio che ha visto rimandare le sfilate dei grandi carri allegorici di una settimana

Viareggio, inizierà domenica 20 febbraio alle ore 14,30 con la cerimonia di apertura e l’alzabandiera il primo dei sei Corsi Mascherati che vedrà sfilare sul lungomare viareggino le opere dei maestri carristi. Grande attesa per i giganti di carta pesta che anche quest’anno porteranno all’attenzione del pubblico e della critica oltre alla bellezza delle costruzioni temi sociali importanti, messaggi di denuncia e argomenti su cui riflettere. Sulle pagine social della manifestazione le prime indiscrezioni e le prime immagini che già hanno catturato la curiosità di molti viareggini che come da tradizione si sono recati alla Cittadella del Carnevale (sede in cui le opere vengono costruite) e “rubato” qualche immagine. Dopo il colpo di cannone domenica potremo vedere un’enorme orsa polare che insieme ad una bambina coraggiosa daranno il via alla rinascita del mondo, messaggio forte quello del carro della famiglia Lebigre-Roger che con il loro “Reset” puntano il riflettore sui problemi ambientali e la necessità di invertire la rotta. E ancora “Il sognatore” di Jacopo Allegrucci che invita a non arrendersi, “La festa dei folli” di Luca Bertozzi che in-

corona Achille Lauro come nuovo papa di un mondo contro tutte le discriminazioni solo per citare tre delle opere che sfileranno e di cui avremo modo di parlare prima che questo carnevale giunga al termine. Ogni corso mascherato vedrà la presenza di ospiti e amici che verranno a

condividere l’atmosfera della città in festa e domenica attesa per Nefele, la virtual influencer che passeggiando per Viareggio regalerà alle tante persone che la seguono scorci suggestivi della città e del suo carnevale. Nefele la prima virtual influencer in 3D computer graphics che dà voce alla diversità e al concetto di imperfezione su Instagram sarà dunque presente e mascherata e... speriamo si diverta I corsi del Carnevale di Viareggio Domenica 20 febbraio ore 14,30 cerimonia di apertura e ore 15 primo corso mascherato Giovedì 24 febbraio ore 18 secondo corso mascherato notturno e al termine spettacolo pirotecnico Domenica 27 febbraio ore 15 terzo corso mascherato Martedì primo marzo ore 14,50 quarto corso mascherato in diretta televisiva nazionale su Rai 3 al termine spettacolo pirotecnico Sabato 5 marzo ore 17 quinto corso mascherato notturno Sabato 12 marzo sesto corso mascherato notturno di chiusura. Al termine lettura dei verdetti della Giuria e spettacolo pirotecnico.

CIRO LA ROCCA

DALLA PROSSIMA SETTIMANA IL COVID IN INGHILTERRA SARÀ SOLO UN RICORDO

Londra, sembra ormai certo che dalla prossima settimana tutte le regole contro il Covid verranno rimosse in Inghilterra. Quindi anche chi è positivo e ha sintomi non è più obbligato ad isolarsi e almeno in teoria può andare a lavorare o a scuola. Inoltre verranno eliminati i tamponi “gratuiti” e presto anche i test veloci, non esistendo più l’obbligo di controllare se si è positivi. Verrà anche tolta la paga speciale per chi doveva isolarsi non avendo diritto alla malattia nei primi 3 giorni, ciò significa che molte persone andranno a lavorare anche con i sintomi, come succede normalmente con l’influenza o il raffreddore. L’idea del governo è di eliminare anche i test e i tamponi a chi è deceduto non comunicando più i dati giornalieri di casi e decessi che in ogni caso sarebbero stati molto limitati se non si fanno più i tamponi regolarmente. La speranza è quella che togliendo i dati, e facendo diventare il Covid una cosa normale, tutto può procedere come se niente fosse. Purtroppo i dati che arrivano dalla Danimarca che ha tolto recentemente molte restrizioni sono preoccupanti, infatti i decessi stanno crescendo a livello esponenziale. L’ultima

uscita di Johnson non può non essere citata “il Covid è ora come l’influenza e ci si deve comportare come se fosse tale, ovvero gli anziani vengono vaccinati ogni anno e gli altri la prendono” Alle persone con problemi di immunita’ che avevano chiesto al Governo cosa dovrebbero fare, la risposta ufficiale è stata “State molto attenti” lasciandoli senza parole. Infatti, ovviamente una persona può stare attenta se gli altri stanno attenti in fondo si parla di una malattia contagiosa. Il Governo comunque spera o si augura che anche togliendo tutte le restrizioni la gente si comporterà in modo responsabile e quindi starà molto attenta. Il fatto che il Primo Ministro stesso non ha osservato le regole del lockdown, non fa sperare molto bene. Molti sperano che eliminando tutte le restrizioni ritorneranno i turisti stranieri in tempo per la Pasqua. Ora bisogna vedere se il fatto che si può girare e lavorare tranquillamente con il Covid senza controllo sia un incentivo o no per chi vuole venire per le vacanze Pasquali, per alcuni senza dubbio, ma non per tutti.


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LA RIVINCITA DELLE DONNE: INTERVISTA A CHIARA TORTORELLI

La scrittrice Chiara Tortorelli ci racconta di sé, della sua passione che è divenuta anche il suo mestiere e dei suoi progetti futuri. Il suo prossimo lavoro sarà l’opera di una donna dedicata alle donne, che darà luce all’essere femminile liberandolo dagli spazi angusti a cui è stato condannato per secoli. Ci racconti di lei: chi è Chiara Tortorelli? Chiara Tortorelli: difficile definire chi sia. Ho attraversato molte vite, da copywriter a Milano, a editor, a scrittrice e giornalista. Diciamo che Chiara ha due volti, uno più manifesto, diciamo essoterico, e uno esoterico segreto, da strega, appassionata di tutto ciò che non è visibile e che raccoglie passioni che spaziano dall’astrologia karmica, ai Tarocchi, dal simbolismo all’enneagramma e alla spiritualità. Quando e come le è nata la passione per la scrittura? La passione per la scrittura è nata quando ero adolescente e amavo scrivere diari e consolidare le emozioni in versi. Poi crescendo ho sviluppato la mia passione, innanzitutto credendoci. Perché è così diffuso il “blocco dello

scrittore” tra coloro che fanno il suo stesso lavoro? Noi non siamo abituati ad assecondare i ritmi della vita e quindi anche dell’arte o della scrittura. Non siamo sempre “pieni” e la scrittura non è opera mercantile. Dobbiamo essere disposti ad assecondare i ritmi dell’ispirazione e a vivere a tratti anche i famosi blocchi dello scrit-

tore che sono naturali fasi di inspirazione di ritorno a se stessi. Non si può sempre “produrre”. Ci sono fasi di stasi. Quali sono i suoi progetti futuri? Quali, invece, i suoi obiettivi a breve termine? I miei progetti futuri sono due libri. Uno è una saga che racconta il destino degli “esclusi” lungo un arco di tempo che attraversa tutto il Novecento. È una storia familiare ma anche storica e sociale di un mondo in continua e veloce trasformazione quale è stato appunto il secolo scorso. Il secondo è un libro a quattro mani scritto con una mia cara amica sessuologa sull’amore e le relazioni oggi viste nel doppio aspetto della psicologia e degli archetipi e dei simboli esoterici. I miei obiettivi a breve termine riguardano invece un laboratorio ispirato a uno dei miei ultimi libri, “Lilith” e dedicato all’eresia femminile. Mai come oggi è necessario raccontare e fare vivere la parte eretica delle donne, quelle messa da parte da una cultura patriarcale maschilista retta sulla sola ragione e sul dominio della mente razionale e della tecnica.

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IDA PICCOLO

A TU PER TU CON FRANCO CIPRIANI: CONCLUSA UN’ALTRA PUNTATA DEL PROGRAMMA IN ONDA SU PARTENOPE TV Seguitissima e molto apprezzata anche la sedicesima puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www.partenope.tv). La trasmissione, condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, alle ore 21,00, ha avuto come graditissimo ospite l’artista Franco Cipriani, alias Alfonso Benadduce, classe 1954, cantante e attore, perfettamente a suo agio nello studio televisivo di Partenoe Tv, che si è raccontato con schiettezza e spontaneità ricordando i suoi inizi all’età di 15 anni in complessi di paese con il repertorio dei Beatles, di Massimo Ranieri, Al Bano e Gianni Morandi, in seguito, nel 1971, si è presentato ad un concorso per voci nuove al Teatro Della Valle di Aversa e vinse, poi ha partecipato a Castrocaro con L’amore è un attimo di Ranieri. Diplomato all’Istituto Tecnico si iscrisse anche all’Università, Facoltà di Scienze Politiche, ma poi fu chiamato per il servizio militare, al ritorno decise di fare il cantante di pro-

fessione, la prima canzone di successo è stata Malincunia d’ammore di Alberto Sciotti e Tony Iglio, il suo cavallo di battaglia è stato Ragazzo di provincia, nel 1981 arrivarono il Disco per l’Estate, con il brano Nennè, e il Festival di Rai Tre, dove presentò Io e te, nell’82 incise altre due canzoni in italiano, Un giorno capirai e Romantica luna. In tv ha preso parte a Domenica in, Napoli prima e dopo per sette anni, Varietà con Baudo, in teatro ha recitato in Dove sta Zazzà e Amami Alfredo, regia di Tato Russo. Ma poi ha inciso Le più belle

canzoni degli anni Cinquanta, nel 2003- 2004 ha fatto tante repliche al Teatro Trianon di Suggestioni napoletane di Vessicchio, dove esegue in maniera eccelsa Lu cardillo, nel 2006, sempre al Trianon, viene inserito nel viaggio nella canzone napoletana con O sole mio in trio con Franco Malapena e Maria Nazionale. Ha lavorato tanto anche con Pamela Paris, Anna Sciotti e Teresa Rocco. Franco ha parlato anche della sua attività nel mondo del cinema con il ruolo da protagonista nel film ‘O surdato ‘nnamurato (Oi vita oi vita mia) di Ninì Gras-

sia, con Annie Belle, Elena Valentino, Bianca Sollazzo, Lino Crispo, una pellicola che è diventata un cult. Nel corso della puntata Cipriani ha svelato anche la sua passione per il giardinaggio, per gli animali, il suo tifo per il Napoli, il suo legame con la famiglia e gli amici, ha eseguito dal vivo alcuni dei suoi grandi successi e due brani classici, numerosi i filmati e le testimonianze fotografiche relative alla carriera, ai colleghi, alla vita privata e molteplici i videomessaggi inviati dai colleghi Teresa Rocco, Anna Sciotti, Lidia Doliwer, Gloria Greco, Rosa Cipriani, dai musicisti Gianni Mango, Franco Valeriani, Marilena Striano, da Gino De Vita, dalle tre sorelle, dai nipoti e dalla figlia Sissy. Una curiosità? Nel 1973 nasce il suo nome d’arte, Franco da San Francesco, santo a cui è devoto, e Cipriani da San Cipriano d’Aversa, il paese in cui, all’epoca, viveva. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. La replica andrà in onda domenica alle ore 21,00.

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CONSIGLIERE COMUNALE DI CASORIA

UN CONTRIBUTO PER LE BIBLIOTECHE COMUNALI

Ancora una volta un finanziamento per i Comuni; nello specifico questa volta, come ogni anno, un finanziamento per ampliare il patrimonio dei libri della nostra biblioteca. Questo finanziamento regionale è un’opportunità che si ripete ogni anno, e che questa volta ci auguriamo che il nostro Comune voglia partecipare a questo bando dando l’opportunità alla biblioteca comunale di arricchirsi ulteriormente. Sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 14 del 7 febbraio 2022 è stato pubblicato il Decreto Dirigenziale n. 36 del 04/02/2022 con oggetto “Approvazione e pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania dell’Avviso pubblico e dei relativi allegati per la richiesta di contributi a favore dei soggetti giuridici pubblici e privati proprietari di biblioteche di ente locale e d’interesse locale presenti sul territorio regionale”. Con l’approvazione del Decreto n. 36 la Regione intende potenziare la tutela, la fruizione, l’accessibilità pubblica, non-

ché gli standard di qualità delle biblioteche operanti in Campania e regolarmente aperte al pubblico. Saranno ammessi a contributo gli interventi proposti con le finalità, i requisiti e le modalità di partecipazione alla procedura prevista dall’Avviso, come dettagliatamente illustrati nell’Allegato A. Per poter accedere al contributo, le bi-

blioteche devono aver partecipato, entro il 10/03/2022, alla rilevazione dell’anagrafe regionale delle biblioteche per i servizi erogati nell’anno 2021. Le istanze andranno redatte utilizzando i modelli in formato editabile, disponibili e scaricabili alla sezione “Amministrazione Trasparente” del sito web istituzionale, all’interno della sottosezione “Sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economici”​ , o in alternativa utilizzando i modelli di domanda pubblicati sul Burc n. 14 del 7 febbraio 2022. Il termine ultimo per la presentazione delle istanze è il 14 marzo 2022 (ossia 35 giorni dalla pubblicazione dell’Avviso sul Burc). La presentazione dell’istanza di contributo è ammessa esclusivamente a mezzo PEC, all’indirizzo bandobiblioteche@pec.regione.campania.it. Per ulteriori informazioni relative alle modalità di presentazione della domanda di partecipazione e all’erogazione del contributo, è possibile inviare richieste di chiarimenti all’indirizzo: bonusmusei biblioteche@regione.campania.it.


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RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA

Egregio Avvocato, mi chiamo Stefano e vi scrivo da Napoli. Sono divorziato da circa 6 anni e passo regolarmente l’assegno divorzile a mia moglie e mia figlia (che vive ancora con lei pur avendo superato la maggiore età). L’importo è sempre stato abbastanza cospicuo dal momento che ho svolto per più di 30 anni la professione di dirigente di un Ente Pubblico. Qualche mese fa tuttavia, mia moglie attraverso il suo avvocato mi ha fatto sapere che intende chiedere un aumento dell’assegno considerato che le mie condizioni economiche sono migliorate. In realtà è vero che adesso guadagno di più, perché essendo andato in pensione ho intrapreso una redditizia professione libera. Pensa che debba rassegnarmi a darle di più o ci sono gli estremi per potermi opporre? Anticipatamente la ringrazio e le faccio i complimenti per la rubrica. Gentile Sig. Stefano, innanzitutto grazie per i complimenti e per averci contattati. Deve sapere che, nel bene e nel male, tutti i mutamenti delle condizioni economiche di chi ha l’obbligo di versare l’assegno divorzile, ricadono inevitabilmente sulla “consistenza” dello stesso. Tuttavia in particolari casi, ed il suo potrebbe rientrarvi, quando i miglioramenti economici del coniuge obbligato scaturiscono da eventi autonomi, non collegati alla situazione di fatto e alle aspettative maturate nel corso del matrimonio e aventi carattere di eccezionalità (in quanto connessi ad eventi e circostanze del tutto occasionali ed imprevedibili), questa ricaduta di “benefici” anche nella sfera economico – giuridica dell’ex consorte non c’è. In soldoni, eventuali

miglioramenti in quella che era l’attività lavorativa svolta dal coniuge obbligato già durante il matrimonio, possono essere oggetto di pretese da parte dell’ex coniuge beneficiario dell’assegno divorzile, al contrario quando questi miglioramenti siano collegati ad un’attività successiva, autonoma e/o ulteriore, non ci può essere tale pretesa. Tutto ciò per il principio secondo cui il matrimonio che si conclude con un divorzio, è stato inteso dall’orientamento giurisprudenziale, come un pezzo di strada che i due coniugi hanno fatto insieme, che per tanto che è durato ha creato degli affidamenti di cui si deve tener conto anche nei periodi successivi, senza però che ciò possa estendersi a eventuali nuove “vite” e nuove potenzialità che ciascun coniuge

abbia sviluppato successivamente, qualora queste non siano la conseguenza di situazioni esistenti durante il matrimonio. Quindi, così come stabilito anche dalla Corte di Cassazione con la sentenza 20204/2007 nella risoluzione di un caso analogo al suo, le preciso che ha tutti i motivi per considerare vano ogni tentativo da parte della sua ex moglie di “attentare” alle sue “nuove ricchezze” scaturite dalla nuova attività lavorativa. Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero


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18 VERONICA CAPRIO

I DOLCI MADE IN NAPLES DI PABBLO CONQUISTANO SANREMO

Conclusa la 72 edizione del festival di Sanremo e tempo di resoconti per tutti i partecipanti non solo del festival ma anche degli eventi collaterali ad esso come il Festival dei Sogni targato Dream Massage®. Qui nella spa più esclusiva e ambita d’Italia la luxury spa Somnia Aurea spa di Sanremo è stato creato uno spazio dedicato al benessere degli artisti e personaggi dello spettacolo legati alla kermesse canora. Spazio realizzato e diretto magistralmente dal Maestro Stefano Serra, spa manager di fama internazio-

nale, presso il Grand hotel Des Anglais. h24 per 7 giorni cantanti, musicisti, giornalisti, etc.. hanno cercato di rilassarti durante i giorni più frenetici dell’anno. Ad accompagnarli con dolcezza in questi momenti di ricerca di benessere sono stati i prodotti made in Naples realizzati al momento da PABBLO WAFFLE & LOVE. PABBLO WAFFLE & LOVE è una rinomata catena gastronomica dolciaria nota per la produzione artigianale di waffle, bubble waffle, pancake, crepes e torte. Molti gli artisti e ospiti che si sono lasciati letteralmente conquistare dalle prelibatezze dei dolci campani realizzati al momento da Paolo Luongo e Kristina Kalapun. Tutti si sono lasciati conquistare dai dolci Made in Naples di Pabblo. Il festival dei Sogni di Sanremo è stato un grande successo, che va ad aggiungersi ad una lunga serie di recenti traguardi che PABBLO ha conquistato. In due anni (pandemici) è riuscito a conquistare il pubblico campano, da prima con lo store a Castel Volturno in località Pinetamare (Sede principale aperta

a gennaio 2019 in Viale dei Gladioli 24/25), poi con la succursale di Lusciano (Viale della libertà 109) e quella del Vomero (Via kerbaker 92 ) aperte quest’anno. Ora tutto lo staff Pabblo è rientrato in Campania e si sta dedicando alla prossima apertura del nuovo store in Piazza del Gesù a Napoli nel cuore della città (Vico Monteleone). I sogni di Paolo Luongo e Kristina Kalapun continuano a realizzarsi grazie ad impegno e professionalità, perché i dolci Made in Naples di Pabblo conquistano Sanremo ma sono pronti a conquistare tante nuove città in Italia.

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19 TOMAMSO PELLEGRINO

FAMIGLIETTI: “LE PAROLE DEL SINDACO SALA “PROROGARE CONVENZIONE LSU IN CAMPANIA; NON TENGONO CONTO DI QUANTO NAPOLI 800 FAMIGLIE IN CONDIZIONE DI GRAVE SIA ATTRATTIVA. CON IL PNRR SI VALORIZZERÀ DIFFICOLTÀ”. PRESENTATO ODG IN REGIONE LA CULTURA” CON I CONSIGLIERI RAIA E CASILLO.

“Il ‘Sud Sud Sud’ è ‘Napoli Napoli Napoli’. Le parole del sindaco di Milano Sala vanno contro il sentire comune dunque mentre si sostiene che il Sud possa sprecare occasioni, si scopre invece che Napoli con la sua cultura, le sue tradizioni e il suo essere Sud è la città più cliccata sul web in tutto il 2021”. A parlare è l’avvocato Gennaro Famiglietti presidente dell’Istituto di Cultura Meridionale di Napoli. “Il successo di Napoli nel web non ci sorprende anzi sono sicuro che l’occasione del Pnrr valorizzerà soprattutto dal punto di vista strutturale la ricca offerta culturale del Meridione per poter accogliere ancora meglio chi arriva soprattutto dal Nord”.

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“Ho scritto una lettera al Ministro Andrea Orlando, facendo appello alla sua sensibilità, l’ho invitato ad attivarsi affinché si stipuli al più presto la convenzione con la Regione Campania per prorogare i contratti dei Lavoratori Socialmente Utili (LSU), attualmente sospesi, sottolineando la gravità della situazione che si è venuta a creare sui nostri Territori”. Lo ha reso noto Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio Regionale che ha anche presentato sul tema un Ordine del Giorno con i consiglieri Loredana Raia e Mario Casillo. “In Campania i lavoratori socialmente utili sono quasi 800 - ha precisato Pellegrino - il ritardo nella firma della Convenzione tra il Ministero del Lavoro e la Regione, per il trasferimento delle risorse finanziarie di cui i lavoratori socialmente utili sono percettori, ha di fatto comportato il fermo delle attività amministrative e tecniche che li vedono coinvolti. Tale condizione ha generato grandi difficoltà per le lavoratrici e i lavoratori ai quali viene negato quel benché minimo reddito di sopravvivenza costituito daII’ assegno di sussidio di circa 500 euro mensili. Si tratta di lavoratori da tempo impiegati a vario titolo presso i diversi uffici del Territorio, sulla soglia dell’età pensionabile, che costituiscono un’importante risorsa in termini di esperienza e competenze. L’interruzione di tali contratti di lavoro, soprattutto in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo, rappresenta per circa 800 famiglie campane un elemento di notevole criticità . Sono certo che il Ministro Orlando non farà venire meno la Sua solidarietà alle numerose famiglie campane che attendono con ansia il ritorno alla normalità lavorativa”, ha concluso Pellegrino.


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20 MARCO CALAFIORE

AL TEATRO AUGUSTEO DI NAPOLI, PIAZZETTA DUCA D’AOSTA 263, DA VENERDÌ 18 A DOMENICA 27 FEBBRAIO 2022, LA COMPAGNIA SONICS SARÀ IN SCENA CON LO SPETTACOLO “DUUM. IL SALTO VERSO LA BELLEZZA”, CREATO E DIRETTO DA ALESSANDRO PIETROLINI, CON I COSTUMI DI ILEANA PRUDENTE E IRENE CHIARLE “Duum”, il successo europeo dei Sonics, dopo aver preso parte all’Edinburgh Fringe Festival, il più importante festival europeo di arti performative, torna nei teatri italiani completamente rinnovato e in una veste multidisciplinare con nuovi effetti speciali, macchine sceniche, musiche e le performance acrobatiche, marchio di fabbrica della compagnia. “Duum” omaggia la bellezza dei corpi e del fare insieme per raccontare una sottile quanto reale storia di consapevolezza sull’importanza della meraviglia che ci circonda e che dobbiamo preservare. Lo spettacolo è infatti ambientato nella valle di “Agharta”, mondo leggendario situato nel cuore della Terra, del quale i Sonics cercano di immaginare e rappresentare le vibrazioni, i colori, i ritmi e gli equilibri. E’ una sfida alle leggi di gravità, unita all’armonia del movimento: volando tra cunicoli, tunnel e grotte, con salti nel vuoto e acrobazie da lasciare col fiato sospeso, i Sonics ci conducono in un regno sotterraneo dal quale i suoi abitanti cercano in ogni modo e con ogni mezzo di uscire per far ritorno sulla superficie. La parola “Duum” è proprio il rumore di quel salto, compiuto per ritrovare la bellezza perduta. L’Architetto Serafino, protagonista della storia, guida i suoi compagni di avventura - interpretati dagli acrobati, ginnasti e ballerini della compagnia - in un viaggio alla scoperta della felicità e della bellezza: le sue idee, le sue invenzioni scatenano un susseguirsi di quadri scenici dove acrobazie aeree mozzafiato al limite delle leggi della fisica, performance atletiche che mixano potenza fisica e leggiadria, insieme a giochi di luce, videoproiezioni ed effetti speciali, regalano al pubblico di tutte le età attimi di sogno e poesia. Ticket al botteghino del teatro, nelle rivendite autorizzate o sulla piattaforma online di shop.bigliettoveloce.it (Platea € 45,00 / Galleria € 35,00). Informazioni sono disponibili sul sito teatroaugusteo.it o allo 081414243.

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FABRIZIO KÜHNE

NAUTICSUD 2022 PARTENZA STREPITOSA PER IL SALONE NAUTICO

Nel confronto con l’ultima edizione, quella del 2020, nel primo weekend di quest’anno, si registra un aumento di presenze del 25%, mentre i dati vendita censiscono un +30%. Il Nauticsud segna un ulteriore record. Dopo aver inaugurato la stagione fieristica 2022, con la ripartenza delle fiere alla Mostra d’Oltremare di Napoli, registra anche una crescita di presenze e di affari nel primo weekend di apertura. L’evento, organizzato dall’ente MdO in collaborazione con Afina, ha accolto oltre 200 espositori e circa 700 imbarcazioni. “Siamo ripartiti nel migliore dei modi – afferma soddisfatto Remo Minopoli, presidente della Mostra d’Oltremare – con il ritorno di una fiera che rappresenta uno dei comparti produttivi, quello della nautica, migliori d’Italia. L’attesa e la voglia del pubblico è stata premiata con una esposizione di alto livello che ha registrato nel primo weekend, nel confronto con l’ultima edizione svolta nel 2020, una crescita di presenze del +25%”. La folla dei grandi eventi, al botteghino, è iniziata sin dalla mattinata inaugurale costringendo la biglietteria ad aprire in ritardo per far fronte ai controlli green pass e utilizzo delle mascherine come previsto dall’ordinanza della Regione Campania. Neanche la partita di calcio tra Napoli ed Inter, sabato pomeriggio, ha “distratto” gli amanti della nautica

che hanno affollato i sette padiglioni espositivi. Il sole e la successiva giornata festiva hanno poi favorito le visite domenicali e chiuso il weekend dei record. “Come organizzatori siamo felici per il riscontro di pubblico, ma come imprenditori siamo veramente felici di quanto accaduto nei primi due, dei nove giorni, della kermesse - dichiara Gennaro Amato, numero uno dell’Associazione Filiera Italiana della Nautica -. Le vendite registrate dagli espositori sono in netta crescita rispetto al 2020, toccando un +30% e, in particolare, indicano che il mercato della nautica vive sempre più di programmazione. Un dato importante considerando le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime per noi

costruttori”. Il trend positivo per le vendite, però, non è solo tra i produttori e rivenditori d’imbarcazioni. Infatti anche tra le aziende di accessoristica e di servizi il dato è più che positivo. Trasporti, segmento tecnologico, scuole nautiche hanno ricevuto numerose richieste dei visitatori. Il Nauticsud sarà aperto anche in settimana, con orario ridotto dalle 12.30 alle 19.00 sino a giovedì, mentre da venerdì 18 a domenica 20 i cancelli saranno aperti dalle 10.30 alle 20.30. Per coloro che vorranno evitare le code ai botteghini sarà possibile acquistare un biglietto online con la maggiorazione di 1 euro e 50 attraverso la prevendita sul sito www. nauticsudofficial.it

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NAPOLI IN MUSICA, VIZI E VIRTÙ SABATO 26 FEBBRAIO AL TEATRO DEI LAZZARI FELICI

Dopo una pausa rigenerativa Sabato 26 Febbraio torna a riaprirsi il sipario del Teatro Lazzari Felici con uno spettacolo frizzante a tema carnevalesco. In scena, infatti, Carnevale in musica, vizi e virtù per festeggiare il carnevale all’insegna del bel canto e della bella musica in compagnia del duo Carmelobruna. Novanta minuti di divertente commedia dove l’indossare questa o quella maschera ci permette di cambiare ruolo, identità funziona sempre perché è un modo soft per rompere gli schemi, per rompere la routine, per provare qualcosa di diverso dal solito per trasgredire senza però rischiare più di tanto. Ma poi alla fine che ci resta? E se invece la togliessimo questa maschera? Per chi non lo conoscesse il Teatro dei Lazzari Feli-

ci è un teatro off napoletano, ossia non la classica sala da teatro ma un qualcosa di più intimo, esempio di architettura napoletana con mattoni in tufo a vista e soffitto a volte, che si trova nel cuore di Napoli, in vico Santa Maria dell’Aiuto 17 a due passi da Largo Santa Maria la Nova (garage convenzionato ). Oltre al divertimento sarà garantita la sicurezza con il massimo rispetto della normativa anti-COVID. Per prendere parte all’evento, contributo di partecipazione € 12, organizzato dall’Associazione Insolitaguida Napoli e Teatro Lazzari Felici, è necessario prenotare chiamando / whatsappando il 3500121224, oppure tramite il sito web www.lazzarifelici.it, dove è possibile procedere anche all’acquisto online.


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IL 27 MAGGIO LA XVI EDIZIONE DI ..INCOSTIERAAMALFITANA.IT

Parte il concorso internazionale “I racconti della “Divina”, e a “Scrittore in… banco” l’ausilio del Parlamento della Legalità Internazionale di Redazione. Prime anticipazioni a quattro mesi dall’avvio della sedicesima edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, previsto il 27 maggio prossimo a bordo della motonave “Uragano” della Travelmar.Poi saranno i sagrati delle chiese di Praiano e Conca dei Marini, il Convento di San Domenico di Maiori, la piazza-salotto di Atrani, le piazzette della pasta a mano di Minori, la terrazza della Torre Vicereale di Cetara, le sale affrescate di Palazzo Mezzacapo di Maiori, il Sentiero dei Limoni tra Minori e Maiori, il Giardino Segreto dell’Anima di Tramonti, il fronte mare di Marina di Vietri, chiese e teatri di Salerno, il consesso consiliare di Tramonti, sedi associative salernitane, ad accogliere fino al 17 Luglio 2022 i “Salotti letterari” con i 40 autori di novità letterarie in concorso per il Premio costadamalfilibri, opera del maestro ceramista vietrese Nicola Campanile, nelle sezioni Narrativa/Saggistica, Giallo/Noir, Antologia. Ne parliamo con il direttore organizzativo del festival Alfonso Bottone: “La cerimonia di consegna dei Premi “costadamalfilibri” anche quest’anno avrà come scenario le suggestioni del borgo marinaro di Cetara il 16 luglio. La sedicesima edizione di ..incostieraamalfitana.it aggiunge una Serata di Gala domenica 17 luglio sulla terrazza sul mare della piazzola d’attracco delle motonavi a Marina di Vietri sul Mare”. E aggiunge: “Ulteriori novità della XVI edizione di ..incostieraamalfitana.it sono quelle segnate da alcuni “ritorni”: eventi che, causa, la pandemia, non eravamo riusciti a proporre nelle ultime due annate del festival. A cominciare dal “Premio inPace”, rivolto a tutti quegli organismi che, nel nostro Paese, lavorano, a volte nel più assordante silenzio, a costruire ponti di fratellanza ed uguaglianza tra i popoli, per cercare di far cessare odi e violenze sul nostro pianeta. Per proseguire con una riedizione sperimentale della “Fiera del Libro…in riva al mare”, protagonista ad Atrani nei giorni 5-6-7 luglio”. A proposito poi di protagonisti, lo saranno, come sottolinea ancora, con evidente soddisfazione, Alfonso Bottone, i ragazzi

e le ragazze delle Scuole Medie Superiori della Costa d’Amalfi, nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Intanto inizia la marcia di avvicinamento alla sedicesima edizione della Festa del Libro in Mediterraneo. “Il 26 marzo” – ci anticipa il direttore organizzativo di ..incostieraamalfitana.it – “a Cetara consegneremo i riconoscimenti ai vincitori delle 5 sezioni della 8a edizione del Concorso nazionale “…e adesso raccontami Natale”. Come apprendiamo dallo stesso Alfonso Bottone, questo è solo il primo tassello di quel puzzle incalzante di avvenimenti che hanno reso questo mezzo di promozione culturale uno strumento efficace di ulteriore valorizzazione del territorio costiero: “In questo mese di gennaio, infatti, accanto a concorsi ormai collaudati come “Scrittore in…banco” per ragazzi/e delle Scuole Medie Superiori italiane, invitati a realizzare un breve racconto, partendo dal tema della XVI edizione di ..incostieraamalfitana.it “Abbiamo diritto alla Dignità per aver diritto alla Vita”, con l’ausilio straordinario del Parlamento della Legalità Internazionale; o come le favole di classe di “Favolando”, rivolto invece alle Scuole Primarie (premiazione per entrambi le iniziative il 28 maggio a Maiori); troviamo anche il concorso di poesia in lingua italiana legato al mondo dei fiori e delle piante della 8a edizione del Premio Giardino Segreto dell’Anima” (premiazione l’8 luglio a Tramonti); la seconda edizione poi del contest poetico promosso dall’Associazione culturale Poesie Metropolitane”, con la realizzazione di panchine poetiche e premiazione il 1 luglio a Conca dei Marini; e, assoluta novità, il Concorso di Narrativa internazionale “I racconti della “Divina”, tra il verde, il giallo e il blu della Costiera Amalfitana”, inediti e neppure in fase di pubblicazione, con premiazione il 7 luglio ad Atrani. Passando, a febbraio, dai whatsapp d’amore inviati il giorno di San Valentino al proprio partner per la 6a edizione di “Caro Amore ti scrivo…”, con premiazione il 25 marzo ad Atrani; e ad aprile “100 poeti e poetesse lungo il Sentiero dei Limoni” tra Minori e Maiori, con declamazione dei versi e assegnazione del Premio Azienda agricola “Cuonc Cuonc” il 30 maggio”.

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GIANCARLO DI STADIO

CASORIA, UNA STORIA A LIETO FINE DALLE POLITICHE SOCIALI

Nello scorso ottobre, dopo essere stati allertati dai cittadini della zona, i servizi sociali sono immediatamente intervenuti per aiutare una giovane ragazza in evidente stato di shock. Dopo un primo intervento volto a fornirle una sistemazione adeguata, riuscendo a trovarla grazie alla collaborazione delle Suore Missionarie della Carità, si è cercato di instaurare un dialogo per capire il problema e i margini di intervento. La ragazza, nonostante si mostrasse gentile ed educata, era in evidente stato di fragilità psicologica, rifiutando di mostrare i documenti e di acconsentire a qualsiasi trattamento sanitario. Rivela soltanto che si chiama Dora e che, nata in Nigeria, parla italiano e inglese. I servizi sociali, anche attraverso l’aiuto dei Carabinieri, riescono ad ottenere i documenti della ragazza, scoprendo che essa è residente a Perugia. Col tem-

po, grazie anche al costante supporto dei nostri professionisti del servizio sociale e delle Suore Missionarie, si riescono a carpire ulteriori informazioni. La ragazza, iniziando a fidarsi, accetta di farsi visitare da uno specialista e si apre maggiormente. Rivela di essere si resi-

dente a Perugia, ma di abitare da qualche tempo a Castelvolturno dal fidanzato. Dopo diversi tentativi i servizi sociali riescono a contattare il fidanzato che effettivamente conferma che Dora abitava con lui a Castelvolturno e che, all’improvviso, una sera tornando a casa dal lavoro non l’ha più trovata. Riallacciati i contatti con il ragazzo, e accertatici della sicurezza di un suo ritorno a Castelvolturno, Dora torna quindi a vivere dal fidanzato, costantemente seguita dai nostri servizi sociali che si tengono aggiornati sulla sua situazione e verificano che stia continuando le cure che le stanno consentendo di migliorare giorno dopo giorno. In questo momento la ragazza, che periodicamente ci fornisce informazioni sul suo stato di salute fisica e mentale, sembra aver recuperato la serenità e la tranquillità necessarie.

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AL VIA IL CONCORSO PITCH TRAILER 2022 - IDEE PER UN FILM

Il primo concorso in Italia dedicato a idee di film da realizzare è a iscrizione gratuita con scadenza il 31 luglio 2022. La premiazione durante il Trailers FilmFest, giunto alla ventesima edizione, che si terrà a Milano dal 26 al 28 ottobre 2022. La resilienza applicata a un festival ci racconta che il Trailers FilmFest di Milano, pur in epoca di restrizioni e lockdown dovuti al Covid-19, non si è mai fermato, grazie alla tenacia della direttrice e fondatrice Stefania Bianchi e del suo team ed è pronto per ripartire, per la XX edizione, che si terrà dal 26 al 28 ottobre 2022. Primo festival a creare un concorso per idee di film da realizzare, appuntamento annuale con il festival dei trailers cinematografici, il Trailers FilmFest lancia, come da quattordici anni, il CONCORSO PITCH TRAILER. A iscrizione gratuita, novità assoluta in Italia, il concorso Pitch Trailer è ideato e organizzato dall’Associazione Seven con l’obiettivo di offrire uno spazio alle idee degli autori indipendenti, incarnando pienamente la vocazione del

Trailers FilmFest di sperimentare i nuovi linguaggi cinematografici, per dare un’opportunità unica a tutti coloro che vogliono promuovere, attraverso un trailer, l’idea di un film ancora da realizzare. Possono partecipare tutti i trailer, tratti da sceneggiature di film ancora da re-

alizzare della durata minima di 60 secondi e della durata massima di 200 secondi, girati con ogni mezzo. Per i pitch trailer in lingua straniera sono obbligatori i sottotitoli in italiano. L’invio dei video deve avvenire entro e non oltre il 31 luglio 2022 e come formati possono essere inviati .mov o .mp4, in HD con risoluzione minima 1920x1080, corredando il tutto con una sinossi in formato pdf. Il regolamento completo e le modalità di iscrizione sono sul sito del festival www.trailersfilmfest.com, alla sezione Professional - Concorso Pitch Trailer 2022. Una giuria di cinque esperti, scelti tra produttori e distributori cinematografici, decreterà quindi tra i migliori 10 Pitch (pre-selezionati dal comitato del festival) il Miglior Pitch Trailer, che sarà premiato in una delle serate Première del festival. I 10 Pitch Trailer in competizione saranno pubblicati sul sito del festival, sul canale Youtube IlTrailersFilmFest, sulle pagine facebook e instagram del festival e verranno proiettati nell’ambito della sezione TrailersProfessional del festival.


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www.casoriadue.it AVVISO il gruppo di Amici Miei (i pallonari della Chiesa del Carmine) avverte che Martedì 22 febbraio alle ore 18,00 nella Chiesa di S. Giuseppe alla Riviera di Chiaia, altezza fine Villa Comunale, sarà officiata una S. Messa in occasione del trigesimo della dipartita dell’amico GIANNI DI MARZIO


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26 LUIGI CARRATURO

NAPOLI, CASAVATORE, CASORIA DI CHI È LA MONNEZZA?

MENTRE LE AMMINISTRAZIONI LITIGANO I RIFIUTI AUMENTANO E I RATTI BALLANO VIA CASERTA AL BRAVO - NAPOLI


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LE RAMPE AUTOSTRADALI SULLA CIRCUMVALLAZIONE ESTERNA DI NAPOLI


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Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore C&C CENTRO STAMPE SRL

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 17 febbraio 2022

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Pietro Casilli, 26 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08113086022 email: casoriadue@libero. it

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