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DOMENICA 14 GENNAIO 2018

Settimanale di Informazione

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ANNO XVIII - N° 02 - DOMENICA 14 GENNAIO 2018

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E’ FESTA A CASORIA: SAN MAURO!!!


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DOMENICA 14 GENNAIO 2018

29/12/17 17:08


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EDITORIALE di Nando Troise

E’ FESTA A CASORIA: SAN MAURO!!! Il turismo religioso può essere volano di sviluppo per questa Città. Poi, solo poi: ISOLA ECOLOGICA, PARCO MICHELANGELO, UNIVERSIADI, MERCATO DEL VENERDI’

E’ la settimana di festa del Santo Patrono, San Mauro. Le sue reliquie, in processione, accompagnate dai parroci di Casoria, in giro per il suo agglomerato urbano: 4 kmq affollati, piombati da qualche anno nel plumbeo mondo della totale indifferenza e massiccia indolenza. Credo e penso che la toponomastica sia fonte primaria per lanciare questa importante attività economica e sociale. Non so se mi sono sbagliato. Ho avuto fiducia in un gruppo di giovani (consiglieri comunali ed assessori, oltre al Sindaco) che hanno per la prima volta utilizzato un termine a me tanto caro: turismo religioso; hanno organizzato delle giornate dedicate ai miei e nostri Santi e hanno iniziato un discorso sulla toponomastica. Una certa cialtroneria casoriana e non, che negli anni ha praticato l’hobby dell’abusivismo edilizio, sta invece pri-

vilegiando un modus vivendi molto strano. Non entro nei particolari, nella festa del Santo Patrono, non certo per non es-

sere scurrile e volgare verso coloro che hanno caricato Casoria di mille problemi ma solo perché noto sempre di più indifferenza e indolenza. L’ostracismo di pochi verso pochi. Emblematica chiave di lettura credevo che fosse la copertina raffigurante l’area tossica ed altamente inquinata dello stabilimento Resia sulla Statale Sannitica, proseguimento di via Principe di Piemonte, la strada dello shopping casoriano. Ho pensato nel fare quella copertina di essere un maniaco delle anoressiche ed evanescenti scene da film dell’orrore. No. Nessuno se ne raccapriccia. Milioni di auto passano davanti alla Resia ed a nessuno fa schifo quell’orripilante scenario ed i suoi segreti di morte. Fuccio contrappone una instancabile attività contro i muri di gomma della Città amministrativa. continua a pag. 5


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DOMENICA 14 GENNAIO 2018 SEGUE da pag. 3

Passa dall’installazione dei parapedonali lungo via Santa Croce e davanti alla Basilica Minore di San Mauro Abate, alle preoccupazioni dell’interrogazione parlamentare della deputata della Lega e di Salvini, l’afragolese Pina Castiello, specie per un argomento che chi scrive affronta da anni: il patrimonio comunale, passando ad interagire con i vertici di Casoria Ambiente per l’apertura dell’isola ecologica già pronta in via Lufrano e per finire si prepara all’incontro con l’ARU per iniziare l’iter che deve portare le Universiadi a Casoria. Faccio con piacere, insieme all’amico Raffaele Carlino e l’emittente televisiva Campania felix tv (canali dgt 210, 613 e 694), mettendo la veste del colto turista, un tour per scoprire il centro storico. Il mio cellulare si converte nella raffinata, estetizzante cinepresa di Raffaele. Monumento strepitoso, il più visitato e misterioso: “San Mauro”. Casoria, melomania barocca o liberty; sconosciuta ai casoriani pigri. Suggestive immagini, conturbanti atmosfere, ma nella città “porosa”, paranoica, si esprime il cupo barocco spagnolo lagrimoso e sanguinolento. Ignorano i casoriani che dietro l’iconografia delle sue antiche e storiche Chiese si cela la complessa ideologia illuministica spesso indecifrabile di Donato Ferrara ed i suoi fratelli o dello stesso Giovanni Pisa. Così come ignorano che nelle Farmacie della guerra e del primo dopoguerra di Mattia Ferrara e Maria Del Giudice, medici – scienziati hanno studiato le prime pennicelline, oltre ai vaccini salva umanità (Sabin su tutti). I vasi di maiolica della farmacia Del Giudice, da me ammirati nella mia infanzia,

5 erano disposti quale allegoria dell’”Albero della vita”. La cultura di Casoria? Sappiamo che le famiglie altoborghesi si mischiavano nelle carte sociali della piazza del primo novecento, passeggiando per via Pace o per la via della palma. Essere nati a Casoria, nel suo cuore antico (uno dei pochi posti non ancora invasi) facilita la comprensione di una “città religiosa e peccaminosa, devota ai suoi Santi ma abile nell’uso degli imbrogli: i concorsi truccati, le costruzioni abusive, le manie verticali, l’inquinamento ambientale, l’assenza di rispetto verso la cosa pubblica, l’arricchimento nella spartizione del pubblico denaro, lo sperpero di danaro pubblico)”. Casoria è “pagana e religiosa, superstiziosa e realistica, gioiosa e struggente”. L’attuale amministrazione, quella guidata da Pasquale Fuccio e gli avversari sconfitti nel ballottaggio, oppure l’opposizione extraconsiliare di Polizio o anche quella parlamentare di Pina Castiello o anche quella di Pugliese costituiscono una “rappresentazione realistica” di Casoria. La mia Città rivela un realismo solo di facciata: sovraffollata di personaggi. Il Sindaco interviene e non interviene sul dibattito che si è aperto in città sui 25 avvisi di garanzia. Dice e non dice. Cerco di interpretarne il pensiero, affidandomi unicamente solo alle parole che gli ho sentito dire, ascoltandolo molto attentamente. “Ho sempre pensato che il cittadino è il vero autore del racconto amministrativo e politico, quello che lo completa. Ogni amministrazione, anche se ha una sua oggettività tecnica, in realtà è sempre completamente soggettiva: ogni cittadino porta via con sé il proprio racconto, lo fa suo, sia che gli piaccia o no. Per questo io rispetto ogni

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opinione su quello che ho fatto, perché ogni critica (positiva o negativa) e ogni riflessione mi fanno scoprire spesso cose nuove su questo Ente e mi raccontano anche molto di chi le fa. Per questo il dibattito che si è aperto (specie sui social) naturalmente intorno ai 25 avvisi di garanzia mi fa stare con gli occhi sempre aperti. Non c’è niente di peggio per chi fa una qualsiasi opera che cadere nell’indifferenza”. Ascoltando le parole del Sindaco e molti dei suoi consiglieri mi rendo sempre più conto che non sono riuscito a raccontare Casoria com’è o come dovrebbe essere. Ho raccontato, in questi 34 anni, il mio personale viaggio – “stordito e abbagliato” – dentro Casoria. La visione di me stesso dentro una città costruita come un palcoscenico teatrale tra le quinte di due sistemi vulcanici non comunicanti tra loro: Francesco Polizio fino agli anni 90 e poi subito dopo Tommaso Casillo. Due sistemi vulcanici: uno eruttante lava basica e l’altro emettente gas acidi. Casoria ha un diretto rapporto con la convivenza tra razionalità ed irrazionalità. Ogni angolo di Casoria è pieno dei fantasmi della sua storia. Da Paolo VI che a piedi si recava a casa del Cardinale Maglione o del Re Ferdinando II nella Chiesa di Santa Maria oppure Carlo Alberto Della Chiesa che passeggia con la moglie Dora e la figlia Rita lungo via San Mauro; Padre Ludovico ed il suo cero in via Santa Maria. L’ho raccontata tante volte, in vari modi. Causa dei miei racconti è stata la Passione, quella per la mia Città. Spero di essere riuscito ad accogliere Casoria dentro di me tanto quanto Casoria stessa è stata generosa a prendermi.

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6 CARMEN PALUMBO

VISITA GUIDATA NELLA BASILICA DI SAN MAURO: INSIEME IL NOSTRO PATRONO Come di consueto, dopo le feste natalizie, per noi Casoriani c’è un’altra ricorrenza molto importante, si tratta della celebrazione di San Mauro, che viene celebrata nella notte tra il 14 e il 15 gennaio. È una festività a cui da sempre tutti i cittadini di Casoria sono legati, sia da un sentimento religioso ma anche culturale e folcloristico. Tantissime sono le tradizioni famose in questo giorno, a partire dalla lasagna che tutti i Casoriani preparano, fino alla benedizione dei Cavalli che si tiene alle porte della bellissima Basilica dedicata al Santo. Le strade intorno alla chiesa si illuminano e si popolano di bancarelle e cittadini, la città assume un aspetto diverso, tutto sembra organizzato per dare vita ad una festa. Ma la ricorrenza più importante è naturalmente il suono del Campanile, che durante la notte movimenta l’intera città di Casoria, le campane iniziano a suonare a festa dalle 3 e le celebrazioni eucaristiche si tengono per tutta la notte. Anche quest’anno la ricorrenza del Santo Patrono è particolarmente sentita e celebrata. Per dare modo a tutti di conoscere la storia del Santo e della sua Basilica, il direttore di Casoriadue, Nando Troise ha dedicato a questa celebrazione, la trasmissione in onda su Campania Felix. Si tratta di un’interessante visita guidata nella Basilica Minore di San Mauro trasmessa tutte le sere a partire dalle 20 e 40, sui canali 210, 613 e 694 del digitale terrestre. Il direttore partendo dalla storia di questo complesso monumentale straordinario, porta tutti i cittadini casoriani all’interno della Basilica, caratterizzata da diverse Cappelle dedicate e da straordinari affreschi. La prima Cappella da cui si parte è quella dedicata proprio a San Mauro, luogo di culto e di preghiera soprattutto duran-

te la festività del Santo. Si tratta di una Cappella che ha anche un grande risvolto storico, in essa è presente la tomba del Segretario di Stato, il Cardinale Luigi Maglione. La cappella fu fondata nel 1640 ed è dedicata al Santissimo Crocifisso, nella nicchia di fondo troviamo la statua seicentesca del Santo monaco Benedettino, di autore ignoto. Mentre sulla parete destra troviamo una tela d’olio del 1780 di Angelo Mozzillo, raffigurante Sant’Anna con la Madonna bambina e i Santi Emilio e Filippo Neri. Sulla parete sinistra oltre al sepolcro del Cardinale Maglione, troviamo anche il monumento sepolcrale, dell’Arcivescovo Antonio Del Giudice, nunzio apostolico in Iraq e Kuwait. Senza dubbio questa è la Cappella più importante dell’intera Basilica per il suo valore religioso e allo stesso tempo anche storico. L’importanze delle opere d’arte presenti in questa chiesa è legata non solo alle date storiche, quasi tutte di inizio settecento, ma anche agli autori. In particolare Angelo Mozzillo è stato un pittore straordinario e sempre a questo autore è affidata un’altra pala bellissima, che troviamo nella Cappella dedicata a San Raffaele Arcangelo. Il dipinto datato 1798, raffigura San Raffaele Arcangelo e Tobia nell’atto di cogliere il pesce, mentre sulla parete destra troviamo un’altra pala dello stesso autore che raffigura la Sacra Famiglia.

Un’altra Cappella importante di questa Basilica è dedicata al Santo Rosario, in essa su ogni parete è disposto un monumento sepolcrale, in particolare troviamo le tombe di Donato e Francesco Ferrara, due medici che riscattarono Casoria dai Borbone, insieme al Sindaco dell’epoca Giovanni Pisa a cui è dedicata la Piazza casoriana. Un’altra Cappella straordinaria è quella dedicata alla Madonna della Palma, arricchita adesso dalla presenza della statua della Madonna del Carmine, trasferita dalla Cappella situata in Via Cavour. In essa sono custodite le reliquie di un Santo importante per la chiesa cattolica, San Pacifico martire. Il punto centrale della Basilica di San Mauro è l’altare, si tratta di un complesso monumentale antichissimo e meraviglioso, impreziosito da due quadri di Lorenzo Vaccaro, datati 1791. L’ultima tappa in cui veniamo condotti è l’oratorio, molto ampio con volta a botte, ha un altare mobile ed è dotato di una sacrestia. Importantissima è la Cappella del Buon Consiglio, che il parroco Don Mauro Zurro, spera di poter far diventare sede museale e di raccolta di tutta l’identità storica e artistica di Casoria. La basilica di San Mauro in tutta la sua bellezza ed importanza è entrata nelle nostre case attraverso questa trasmissione, ringraziamo il Direttore e Campania Felix per questo regalo e auguriamo a tutti una buona festa di San Mauro.


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ANTONIO BOTTA

A colloquio con Gaetano Laudiero, centravanti del mitico “Real Afragola” e della Casertana degli anni d’oro

COS’E’ CHE DA’ SAPORE ALLA VITA SE NON UNA PASSIONE GRANDE?

E’ da circa due mesi in pensione, dopo aver lavorato come impiegato nel Comune di Casoria. Parlo di Gaetano Laudiero, 67 anni, giocatore con la passione del calcio nel sangue. Non a caso, mi dà appuntamento alla stadio Moccia di Afragola, dove, giungendovi, lo scorgo ai bordi del campo mentre osserva un buon numero di ragazzi che si allenano, dando precise disposizioni. E’ una chiacchierata in cui volentieri ripercorre, stimolato dalle mie domande, il suo passato calcistico colmo di soddisfazioni. “Di sicuro,ora che ho smesso di lavorare, non mi annoio” mi dice “posso dedicare tutto il tempo che voglio ai calciatori “in erba”. Sono Presidente, da molti anni, del C.A.S. AFRAGOLA, scuola calcio dove vengono formati allievi che, da tempo, ottengono traguardi ragguardevoli nel campionato in cui militano; negli ultimi quattro anni, infatti, si sono classificati al primo posto. Non appena smisi la mia attività calcistica, all’età di 32 anni, cominciai a fare l’allenatore, certo che il calcio, essendo uno sport di squadra, fornisce alle nuove generazioni non solo i “fondamentali” tecnici, gli schemi di gioco, ma anche e soprattutto la capacità di stare bene insieme con gli altri, di interagire positivamente nel gruppo per uno scopo comune, di affrontare le difficoltà senza scoraggiarsi e di imparare a nutrire fiducia nei propri mezzi, in collaborazione con i compagni di squadra. Stando in mezzo ai ragazzi, alimentando la loro passione , è, per me, un modo per compensare il forte dispiacere che provai, quando, in una partita contro la Paganese subii un brutto infortunio che mi costrinse ad abbandonare per sempre i campi di calcio. “Continuando a dedicare parte della mia vita al calcio, seppure con un ruolo diverso,”, prosegue, “ho la possibilità di rivivere quella tipica atmosfera calcistica fatta di trepidazione in attesa della partita successiva, del calore degli abbracci quando si ottiene un risultato conseguito con sacrificio e stringendo i denti, di gioia per gli applausi e i riconoscimenti per una prestazione magnifica, ma anche di vissuti di rabbia e di delusione, che stimolano, però, senza abbattersi, a fare meglio la volta successiva. Può capire l’ebbrezza che si avverte nei campi di calcio prima, durante e dopo una partita solo chi ha avuto il privilegio di essere stato calciatore”. Da questa sua rivelazione, prendo lo spunto per chiedergli le varie tappe della sua carriera di giocatore di calcio. “Ho

cominciato all’età di 14 anni, giocando all’inizio nel Real Afragola, le cui gesta calcistiche, con successi a livello anche regionale, destarono l’entusiasmo degli Afragolesi appassionati di questo sport. Il Direttore, Nando Pannone, insieme con il Mister,Enzo Di Palo, detto ”’o cumpare” si rivelarono un’accoppiata vincente, riuscendo a scovare tra i ragazzi, giocatori in gamba, ciascuno dei quali con doti tecniche peculiari, poste al servizio del “collettivo”: l’allenatore seppe valorizzare al meglio ogni elemento della squadra, non lesinando ramanzine a chi non si presentava agli allenamenti. Dopo un paio d’anni, in un’amichevole con la Casertana svoltasi proprio su questo campo, gli osservatori della squadra, che allora militava in serie B, notarono me e Marco Botta, apprezzando le nostre qualità calcistiche,io, quale centravanti funambolico e sgusciante in area, Marco quale centrocampista dal tocco di palla vellutato, e fu così che entrai a far parte della loro compagine. Quindi, all’età di 16 – 17 anni, cominciai a giocare negli juniores e, poi, dopo un anno, debuttai in serie B contro il Palermo”. “Il mio primo gol con la Casertana” afferma compiaciuto su mia esplicita domanda “lo realizzai contro il Messina in un’amichevole. Poi dovetti partire per la Sicilia per assolvere all’obbligo del servizio militare e la mia squadra mi diede in prestito ai Cantieri Navali di Palermo, che militava in serie C. Tornato con la Casertana, fui prelevato successivamente dalla Paganese, che militava in serie C2: in questa squadra realizzai 15 gol; in seguito, ho giocato in diverse squadre, sempre come professionista in serie C2: Andria, compagine pugliese, Palmese, Formia e Cassino. Proprio giocando con l’ultima squadra, in una partita contro la Paganese, come ho ricordato poc’anzi, un infortunio mi impedì di continuare a giocare, interrompendo la mia carriera calcistica.” Dopo l’intervista, alla fine anche dell’ultimo sorso di un gustoso caffè, gentilmente offertomi dal “campione “ Gaetano Laudiero, un “tormento” per i difensori che avevano la sventura di marcarlo, dando loro filo da torcere con i suoi superlativi e deliziosi dribbling, ci avviamo al centro del campo dove mi presenta suo figlio, che lo coadiuva. Ci salutiamo cordialmente, poi io mi dirigo verso l’uscita, lui, verso i “suoi” ragazzi, per continuare a sognare con loro, a immedesimarsi nelle loro aspettative, a condividere le loro gioie, speranze, delusioni. In fondo, cos’è che dà sapore


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8 ANTONIO VALENTI C’è un feeling che va oltre il rapporto padre-figlia tra Luciano Rondinella e Francesca, figlia biologica ma anche artistica, un inizio comune che ci spiega lei stessa. “Luciano è il maestro e l’amico…oltre che l’amato papy, ho esordito con lui a 9 anni; feci un recital al Circolo degli Artisti, ripreso da Canale 21 all’epoca unica emittente, e un altro in Villa Comunale alla Casina dei Fiori. Sempre insieme aprimmo un locale, il ‘Girulà’. Dopo io, papà e mia sorella Amelia formammo un trio canoro poi divenuto un duo, LeRondinella, con me e mia sorella. Siamo così uniti io e papà e ci somigliamo tanto che molti ci scambiavano per… figli di Luciano”. Il successo di Francesca, invece, da cosa deriva per Luciano Rondinella? “Francesca è completa, è colta dentro, parla diverse lingue e fa un lavoro di ricerca; anche per cantare ci vuole una base e lo studio. Chi conosce 1000 parole supera sempre chi ne conosce 100”. Luciano Rondinella, tante parti nella storia della canzone napoletana: interprete, discografico e imprenditore spesso alquanto riservato. Perché? “Per un modo mio di vivere mi è piaciuto molto operare e poco apparire ”. L’umiltà è sintomo di grandezza ma poi magari ci scappa qualche delusione . “Quando al San Carlo c’è stata la proiezione del film ‘L’oro di Napoli’ con la partecipazione di Sofia Loren, sono stato invitato ma mi hanno messo in un palco, magari anche solo per essere l’unico vivente degli interpreti del film ti aspetti un posto in platea. Mi sono alzato e sono andato via”. Cosa ricorda del film? “Fu una bella esperienza, allora vivevo a Roma e quando stetti a Napoli andavo a mangiare proprio a Materdei, dove si girava il film, da ‘Vini e Cucina’, mussillo e pasta e fagioli, buonissimi…” Storico film tratto dal romanzo di Giuseppe Marotta, vive-

va a Milano ma anema e core a Napoli “Un grande scrittore ma anche grande autore di canzoni napoletane e mio grandissimo amico. La canzone ‘Mare verde’, un capolavoro come pure ‘Mbraccio a te’, praticamente l’ha scritta sul mio pianoforte, veniva spesso a casa mia come pure Domenico Rea”. Come è messa la canzone napoletana oggi? “Benissimo, basti pensare a quello che è il più grande di tutti, Pino Daniele. Nelle sue canzoni c’è tutto: grandissima ispirazione, anima e poesia”. Mario Musella è stato, in qualche verso, antesignano di Pino Daniele? “Mario Musella non era autore, aveva un bel gruppo, gli ‘Showmen’ e una bella voce ma soprattutto lui trasmetteva oltre il cantare, bucava lo schermo come si dice oggi o saltava il palcoscenico come si diceva una volta, veniva molto spesso a trovarmi, era un mio amico”. I neomelodici un altro fenomeno della nostra canzone. “Oggi si sono aristocratizzati, Gigi D’Alessio ha avuto il grande merito di fare sempre testi cantabili; Gigi Finizio caratterialmente ha scelto una posizione mediatica meno esposta, comunque , sono bravi tutti e due e hanno una base, avendo studiato al Conservatorio conoscono bene la musica”. La canzone classica invece come è messa oggi? “Il discorso è più ampio e riguarda, chiaramente, l’evoluzione della canzone in generale: mio fratello Giacomo, per esempio, era un grande, io invece solo una ‘mezza botta’, non per bravura o altro ma per essere venuto fuori artisticamente in un periodo in cui entrarono in scena cantanti come Adriano Celentano, Mina, Tony Renis, un altro genere e questo mi ha penalizzato artisticamente, un fatto di moda; mio fratello, invece, al culmine del successo ebbe la cattiva idea di andare in America e questo ha inciso sulla sua carriera perché poi la gente ti dimentica. Il cambio moda ha inciso anche sulla can-

Luciano Rondinella, figlio e padre d’arte e tante parti


DOMENICA 14 GENNAIO 2018 zone classica con l’evoluzione che ha portato ad altro come i neomelodici o a Pino Daniele; oggi sono di moda i rapper che parlano invece di cantare. Per la canzone classica oggi non ci sono gli interpreti, tranne Lina Sastri; Renzo Arbore l’ha trasformata in tarantellata, ha formato una grande orchestra e gira il mondo: all’estero esiste la canzone napoletana e basta, lì è più apprezzata che da noi. La nostra canzone non finirà mai”. Mancano gli interpreti delle grandi canzoni classiche che c’erano un tempo. “Noi abbiamo studiato, alcuni di noi venivano dalla lirica, per cantare i classici; oggi questo studio non c’è più e si canta altro. L’ultimo è stato Mario Merola”. Anche lui è ha inciso per la sua etichetta discografica. “E’ stato con me venti anni, io ho affinato il suo repertorio; il primo LP che gli ho fatto incidere è stato ‘Merola canta Libero Bovio’, un autore classico”. Il festival di Napoli, perché è finito? “ Per nostra scarsa intelligenza, tutti gli autori credono di essere Salvatore Di Giacomo e non accettano di non essere selezionati, così nel 1971 alcuni degli ‘scartati’ si ribellarono e, per qualche episodio increscioso, la RAI ritirò la diretta e il Festival saltò,successivamente diedero il contentino di ‘Napoli prima e dopo’, uno spettacolo organizzato da Pino Moris, che non è certo il festival”. I giovani cantanti napoletani hanno perso un punto di riferimento essenziale. “Non hanno un produttore alle spalle; ‘a cascettella, ossia la televisione, è quello che manca, là anche una pernacchia viene amplificata; oggi molti vengono fuori da quelle trasmissioni televisive di ‘scouting’che non ti danno sicuramente la base

9 ma un successo effimero che scompare presto”. Il teatro napoletano sembra vivere un momento di stasi. “Nel nostro teatro mancano i grandi attori, soprattutto i grandi caratteristi. Basta assistere a un film di Totò e poi guardarsi attorno: dove sono più i grandi caratteristi di una volta?”. Uno dei grandi certamente è stato Franco Sportelli, fratello di sua madre Maria Sportelli. “Mamma sposò Ciccillo Rondinella, cantante molto noto in quel tempo. Zio Franco è stato un grande caratterista, ha lavorato con grandi registi come Eduardo, Giorgio Strehler, Giuseppe Patroni Griffi e Nanny Loy. In televisione ebbe un successo straordinario con ‘Il cappello del prete’ ”. La sceneggiata perché è finita? “Perché non è più l’epoca, l’ultimo a farla è stato Mario Merola; anche i testi delle canzoni non si prestano teatralmente alla sceneggiata come una volta”. Oltre Merola tanti altri nella sua scuderia discografica. “Molti da Antonio Buonomo a Vittorio Marsiglia; poi Angela Luce e Giulietta Sacco che non hanno sfruttato adeguatamente le loro potenzialità; Giulietta era unica: entrava in sala di registrazione e incideva senza interruzioni con un’intonazione perfetta, una delle più grandi cantanti di sempre”. Per lei non solo canzoni, si potrebbe dire con una moderna locuzione. “Ho fatto molte cose oltre il cantare: il produttore discografico, poi ho aperto locali come il ‘Girulà e presi anche, riaprendolo all’attività teatrale, il Teatro Bellini insieme a Tato Russo, per poi uscirne, oggi mi fa piacere che i figli di Tato lo portano avanti con successo. Sono contento di aver fatto tante cose senza avere mai cercato i riflettori, va bene così”.


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CIRO TROISE

Salvate il soldato Var, da cambiare il regolamento e il protocollo Il fronte reazionario, che non ha mai gradito il Var, sta cercando di approfittare degli errori per delegittimare un’innovazione che stanno seguendo anche altri Paesi L’istinto suggerirebbe di tirar fuori Totò quando diceva “Ma mi faccia il piacere” al cospetto di chi approfitta del fallo di mano di Mertens a Crotone per gridare “Ma di che vogliamo parlare?” come se a parlare non fosse un quotidiano nazionale ma il moderatore di un forum dei tifosi. Stavolta nella provocazione non ci vogliamo entrare, andiamo oltre il frustrante dibattito dell’eterno scontro con la Juventus. “Le immagini parlano da sole”, hanno ribadito da Cagliari e gli errori di sabato sera sono arrivati pochi giorni il disastro del derby di Coppa Italia targato Doveri che ha rimediato anche la sospensione. Le dichiarazioni di Buffon e Khedira, la rabbia di Allegri dopo la sfida di Bergamo rappresentano il fastidio che la Juventus ha sempre mostrato nei confronti del Var, nonostante poi gli “spostamenti d’opinione” che da abili comunicatori vanno sempre verso la stessa tesi: “Ve l’abbiamo detto prima, il Var deve intervenire solo per errori macroscopici”. E che a serve impostare una rivoluzione di questo tipo solo per gli errori macroscopici? Chi stabilisce la rilevanza degli errori, l’arbitro in campo, gli assistenti al Var o Massimiliano Allegri? L’evoluzione tecnologica non si può arrestare, ormai il calcio è dentro questo processo, stasera il Var debutta in Inghilterra con Brighton-Crystal Palace di Fa Cup ed è già pronta l’adesione della Liga per la prossima stagione. I “reazionari” del calcio romantico, tanto attenti all’autorevolezza dell’arbitro

sul terreno di gioco, sono costretti ad arrendersi e allora cercano di limitare la portata di questo strumento. La rivoluzione non sarà mai completa fino a quando non sarà semplificato il regolamento e modificato il protocollo. La maggioranza degli episodi discussi negli ultimi anni riguardano i falli di mano, da quello di De Sciglio in Juventus-Milan della scorsa stagione alle situazioni in cui sono stati protagonisti Immobile, Torreira, Mertens e Bernardeschi nel campionato in corso. La regola in tal senso va semplificata, non è possibile chiedere all’arbitro di considerare tanti parametri per giudicare una situazione di gioco in fasi convulse di partite importanti. Il Var ha corretto tantissimi errori gravi ma il suo protocollo va rivisto perché non affronta il problema della discrezionalità degli arbitri. C’è un errore concettuale, si vuole proteggere il potere del direttore di gara come se fossimo in una trattativa contrattuale tra parti sociali. “L’arbitro non va delegittimato”, gridano i reazionari del calcio romantico, quelli a tutela delle emozioni umane rovinate dal progresso.

Il fine ultimo è la regolarità dell’incontro, l’impegno per ridurre al minimo gli errori, non la tutela di rapporti di forza che nel calcio sembrano leggi non modificabili. Tutelare gli arbitri significa deresponsabilizzarli dall’idea di dover essere gli unici giudici della contesa, la conduzione della partita va ribaltata, gli addetti al Var devono poter imporre al direttore di gara la “on field review” al cospetto di episodi meritevoli di essere esaminati come quelli che hanno riguardato Mertens e Bernardeschi. L’eventuale sospensione di Calvarese è la classica “risposta di pancia” che non affronta il problema alle sue radici. Se non saranno modificati il regolamento e il protocollo, ci saranno altri Doveri, Calvarese, Banti che non riusciranno a liberarsi della sudditanza psicologica a cui sono abituati, nonostante il supporto della tecnologia. Era impensabile che al primo anno d’applicazione il Var potesse abbattere abitudini storiche ma sarebbe allo stesso tempo un pessimo messaggio tornare indietro. Il calcio italiano, mai restaurato dopo Calciopoli e fuori dal prossimo Mondiale, non perda un’altra occasione per riconquistare credibilità.

Le interviste di Nando Troise ogni sera alle ore 20.30 sui Canali 210 dgt - 613 dgt - 694 dgt


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12 VITTORIA CASO Il 19 gennaio prossimo, in via Campanariello, dalla collaborazione fra Clarae Musae e la Libreria D’Anna, nasce il Salotto Letterario D’Anna. Un obiettivo a lungo accarezzato da Sergio D’Anna si concretizza. Gli “AppuntaMenti col Libro” della prof.ssa Vittoria Caso, che tanto lustro hanno dato a Casavatore, trovano una location per la gioia di tutte le forze sane che apprezzano e condividono in sintonia d’intenti le iniziative di Clarae Musae, Associazione di volontariato culturale, priva di risorse finanziarie ma desiderosa di stimolare la crescita del territorio. Un momento importante per Casoria e soprattutto per Casavatore, ai cui cittadini non è consentito l’utilizzo né della biblioteca, né della sala consiliare per eventi culturali. “La guerra dimenticata”, secondo volume di una trilogia molto interessante, frutto della ricerca appassionata e dello studio intenso e attento di Giuseppe Russo, ricercatore indipendente, è il testo che inaugurerà la stagione culturale: non opinioni ma fatti, dati, foto, cifre, piantine, documenti inediti che testimoniano i “danni” che subì la Campania durante la seconda guerra mondiale. Perché “guerra dimenticata”? Perché durante la seconda guerra mondiale, non solo uomini, donne e bambini caddero sotto i colpi nemici ma anche fabbriche, monumenti, biblioteche, archivi, chiese, caffè letterari, siti archeologici; opere pittoriche, scultoree, arredi, ecc. La Campania, oltre ai bombardamenti che ridussero in briciole siti e manufatti d’ineguagliabile valore, fu oggetto di furti,

saccheggi, atti vandalici. A ben poco servirono le leggi che avevano l’obiettivo di arginare simili danni e le tecniche messe in atto per proteggere i manufatti. Questo libro traccia la storia del patrimonio più straordinario al mondo, distrutto, violentato, saccheggiato, occupato: anche la cultura, dunque, cadde eppure i libri di storia poco o niente dicono al riguardo. In verità, accanto al focus sui beni culturali e ambientali danneggiati c’è quello sulle stragi umane: i sentimenti di vendetta esasperarono gli animi, causando comportamenti devastanti più delle stesse bombe e, infatti, il testo gode del patrocinio di molte città campane, vittime di mostruosi eccidi. L’evento, nel consueto “stile Clarae Musae” prevede anche vibrazioni musicali con Gaetano Pellegrino e grafiche con Carmine Mondola; tra i partner l’IC Romeo e l’IS Torrente, i cui Dirigenti, prof.ssa Megale e prof. De Rosa, sono evidentemente sensibili alla crescita della nostra periferia. Il nascente SALOTTO LETTERARIO D’ANNA, dunque, che siamo certi diverrà un punto di riferimento culturale per Casavatore e per Casoria, parte con il piede giusto, grazie a un testo eccezionale, presentato anche dal TG3 il 5 gennaio. Sulle competenze di Vittoria Caso, stimata docente e anima culturale e disinteressata del Distretto Scolastico, e sull’entusiasmo di Sergio D’Anna, impegnato soprattutto nel settore socioculturale, commerciale, editoriale e librario sarebbe superfluo spendere parole. Il 19 gennaio sarà un momento prezioso con tante sorprese, da non perdere!

CLARAE MUSAE e LIBRERIA D’ANNA organizzano SALOTTO LETTERARIO D’ANNA

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Emilia Sensale

#CUOREDINAPOLI a Porta Capuana è spento, Capocelli: “Importante progetto dell’Accademia di Belle Arti, deve tornare a pulsare” È un cuore che non batte più da alcune settimane quello grande, rosso e pixellato installato al di sopra di Porta Capuana: è il #CUOREDINAPOLI, il progetto ideato e realizzato dal corso di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. L’installazione ha visto la collaborazione della IV Municipalità, di alcune associazioni e di privati che agiscono sul territorio ma soprattutto è stata contraddistinta dalla partecipazione e dall’entusiasmo dei numerosi studenti del suddetto corso e della popolazione napoletana. Il progetto - Tutti sicuramente hanno notato negli anni il simbolo del #CUOREDINAPOLI per il territorio partenopeo: sulle vetrine dei negozi, al rosso di alcuni semafori, all’insegna che pulsa all’esterno di una nota pizzeria in Via

dei Tribunali. Il progetto si basa sull’idea che qualsiasi espressione debba costruire un flusso relazionale generato dal coinvolgimento delle persone. L’hashtag è stato usato decine di migliaia di volte sui social e il grande cuore di Porta Capuana batteva nel buio di una zona che è in rinascita. Porta Capuana, infatti, verrà restaurata ma soprattutto tutto il quartiere ha accolto con grande piacere l’iniziativa, promossa lo scorso 13 maggio dagli studenti di NTA che da quando hanno saputo la notizia hanno messo in moto slogan come ‘fate battere il #CUOREDINAPOLI’ e non hanno nascosto la loro amarezza per la decisione. Il commento - A rendere pubblica sui social la notizia è stato l’Assessore alla Mobilità e al Turismo della IV Municipalità Stefano Maria Capocelli, il quale ha annunciato che “da qualche settima-

na un dirigente del Comune di Napoli ha staccato la spina del #CUOREDINAPOLI, facendo seguito alla nota della Corte dei Conti che impone all’Ente i tagli alle spese non essenziali, parliamo di due led a basso consumo”. L’Assessore tiene a sottolineare che “non stiamo parlando di una mera scultura luminosa ma di un simbolo di rinascita e appartenenza, legato a un progetto portato avanti da giovani entusiasti e orgogliosi della loro terra e delle sue tradizioni, che è riuscito a collegare e unire persone che vivono in uno stesso quartiere e che magari prima dell’evento non si conoscevano e non interagivano tra loro”. Attraverso l’Assessore Ciro Borriello è stata presentata una richiesta per la riaccensione del grande cuore, “fosse solo – continua Capocelli - per il rispetto e la gratitudine che dobbiamo all’Accademia, che ha investito non pochi fondi in questo progetto. Ci tengo a sottolineare la sostanziale differenza che c’è tra la parte tecnica del Comune, che con i suoi dirigenti è poco sensibile a queste cose e applica alla lettera dispositivi del genere, e la parte politica, specie – conclude - quella della Municipalità che capisce quanto un simbolo del genere sia ormai sentito dai cittadini”.


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14 ROSA BERTENNI

Anima d’arte È questo il nome di una nuovo ente artistico fondato nella capitale, ma che ha già in progetto di mettere le proprie radici in altri territori nazionali ed europei. È un’associazione che mette al centro di tutto, come dice il nome stesso, l’arte e la passione verso di essa. Ed è proprio in base a quest’etica che la contraddistingue, che molti artisti nazionali hanno deciso di appoggiare il progetto, tra i quali ci sono Marco Passiglia, comico teatrale vincitore di diversi premi (“Premio Troisi”), noto per aver partecipato a “Colorado”. Diversi artisti campani hanno deciso di far parte dell’associazione, come Max Bonsai, attore nato sotto l’ala della compagnia di Enzo Decaro, o ancora Mauro Pesce, un musicista salernitano che scopre la propria passione a soli 8 anni. Abbiamo intervistato a tal proposito Matteo Barzotti, uno dei fondatori di questa nuova macchina artistica chiamata Anima d’arte. Com’è nata l’idea di fondare quest’associazione? “Quest’Associazione nasce da un’idea comune quale l’amore verso l’arte e il con-

cetto di solidarietà, inteso come rendere accessibile a chiunque abbia la passione per l’arte, qualsiasi essa sia dal canto alla danza al teatro, senza far distinzioni di alcun genere. I soci fondatori, tra cui anch’io ci adoperiamo per promuovere iniziative che abbiano lo scopo di divulgare attività culturali in ambito sociale ponendo l’Artista al centro dell’interesse” Come avete impostato l’organizzazione del vostro progetto? “Nella nostra Associazione ognuno ha i propri compiti per le proprie specifiche competenze messe a disposizione per il bene comune. Io personalmente mi occupo della gestione informatica e dei rapporti telematici e dell’informatica” Qual è il vostro l’obiettivo principale? “L’obiettivo principale è rendere fruibile a tutti quel sogno chiamato emozione. Porre l’Artista al centro del sistema comunicativo mediante una personale responsabilità mediatica. Trasmettere un messaggio di facile comprensione, diretto verso l’animo di chi sa ascoltare.

Questo è ciò che l’Arte permette. Il canto, la musica, un bel quadro colpiscono il profondo dei sentimenti umani, non ci sono giri di parole, ognuno di noi viene colpito in modo diverso dall’Arte ma è proprio questa la grande bellezza di essa: colpire chiunque”. Per ora la vostra sede principale è a Roma, avete pensato di allargare gli orizzonti in altre città italiane? “Roma, al momento, è la città dove si terrà il primo evento nel quale gli artisti verranno da ogni parte del territorio nazionale, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia, naturalmente stiamo lavorando per allargare i nostri confini anche verso altri paesi europei”. Che requisiti chiedete agli artisti per entrare a far parte dell’associazione?

“Ciò che è indispensabile è vedere la passione e l’amore per ciò che sono ed esprimono, che suscitino entusiasmo ed emozioni, in primis per loro. Devono credere nel loro percorso e in ciò che fanno”. L’anno è appena iniziato, come vi muoverete nell’immediato futuro? Avete in programmazione già qualche spettacolo? “Si, prossimamente, nei primi giorni del prossimo febbraio presso un teatro della Capitale ci sarà il primo evento denominato Anima d’Arte che vedrà sul palco molti Artisti provenienti da varie regioni italiane tra cui anche la Campania. Per tutte le ulteriori informazioni si può visitare la Pagina Facebook “Anima d’Arte Official” FACEBOOK oppure potete scrivere una mail all’indirizzo animadarte@gmail.com”


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Emilia Sensale Si definisce “un’anima inquieta” Maria Francesca Consiglio. Leggendo i suoi versi si può cogliere un’inquietudine che racchiude una dolcezza palpabile in una nebbia di razionale profumo di poesia e lo scrivere, non a caso, è stato dal primo momento per lei un mezzo per assaggiare la libertà, per ‘espiare’, per completarsi e poi disfarsi continuamente così da cogliere il senso profondo della vita. Ha pubblicato nel 2015 ‘Pensieri di una mente pigra’, nel 2016 ‘Zibaldanza’ e nel 2017 è arrivata ‘Odi Oscure’, raccolta di poesia che contiene ‘Fiore di melassa’, il componimento che ha vinto il concorso letterario ‘Città di Ravenna 2017’ (primo posto sezione poesia). Cosa significa per te scrivere una poesia? “Oltrepassare una soglia invisibile ai sensi dei molti. Quando, nei miei scritti, parlo di porte mi riferisco al passaggio dalla dimensione della “realtà” a quella che invece appartiene all’arte ed a chi si ammala di essa. Scrivere per me è attraversare quella soglia, precipitare in un abisso che alberga l’ispirazione pura, non contaminata dalla smania odierna di scrivere per vendere senza ascoltare le naturali pulsioni dell’anima”. La poesia per te è istinto del cuore, dettatura dell’anima o dolce e paziente frutto della mente? “Il poeta è un sano folle. Mi risulta difficile immaginarmi paziente, riflessiva o pacata mentre scrivo. Sento d’aver tra le mani non una penna bensì le chiavi di un inferno nel quale precipito a causa delle pulsioni di un’anima antica che fa di me il suo confessore”. La poesia come libertà, lontano dai dolori.... “Non potrei essere più vicina ai miei do-

Maria Francesca Consiglio: “L’arte che non si fa corrompere dal materialismo spicciolo arriva alle anime che leggono spogliando la parola”

lori personali di quando scrivo; è una sorta di pena che abbraccia l’anima per vestirla di consapevolezza e stupore nonostante la sofferenza. Per quanto riguarda la libertà non v’è dubbio: l’arte rende gli uomini liberi di coltivare quella parte istintiva, ribelle e controversa che, diversamente, non potrebbe essere incanalata in una maniera così “proficua”. La scrittura mi prende sempre per mano durante le mie cadute senza arrestare i miei voli. Essa rende meno oscuri gli abissi che albergano le mie ispirazioni”. Che posto ha la poesia nel mondo di oggi secondo te? “Nel mondo odierno si fa fatica a dare spazio alla bellezza dell’autenticità, del difetto, dell’unicità. Molte persone sembrano automi impegnati in una corsa che ha, come unico traguardo, quello di rassomigliarsi per diventare copie altrui. Molti scrittori sono più impegnati nel marketing che nell’ascoltarsi. La poesia quindi, considerata un genere che vende poco, sta lentamente finendo nel dimenticatoio. Come apprezzarla? Si può solo se si possiedono anima, passione ed empatia”. Cosa consiglieresti a chi vuole pubblicare un libro per far conoscere i suoi scritti? “Di scrivere senza cercare mai il consenso altrui. Credo fermamente in un disegno astrale superiore alla volontà mortale. L’arte che vuol davvero sopravvivere alla vacuità trova sempre una propria strada per non sopperire. L’arte che non si fa corrompere dal materialismo spicciolo arriva alle anime che leggono spogliando la parola, oltrepassando i suoi significati letterari”.


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16 AVV. DIANA SANTUCCI

diana.santucci@hotmail.it

L’avvocato risponde

Danno da carburante inquinato Le cosiddette “impurità” dei carburanti causano danni ai malcapitati automobilisti che hanno fatto rifornimento di gas e gasolio. Non è raro che alcuni gestori senza scrupoli, mescolino benzina e/o gasolio con acqua e, in molti casi, immettono questo “gasolio sporco” che danneggia l’auto provocando gravi danni economici a carico del consumatore. Il cittadino può tutelarsi dando prova che il danno subito è stato causato dall’immissione, nell’impianto della propria auto, del cosiddetto “gasolio sporco’’. Questa certificazione può essere richiesta alla stessa officina che ha effettuato la

riparazione. E’ necessario provare anche presso quale distributore sia stato effettuato il rifornimento di carburante. La richiesta di risarcimento dovrà, infatti, essere inoltrata al distributore. La prova può essere data sia dalla stessa ricevuta rilasciata dal rifornitore, ma può essere ricavata anche nel caso di pagamento effettuato mediante bancomat o carta di credito. Dunque per far valere i nostri diritti, bisogna inoltrare, mediante raccomandata con ricevuta di ritorno, una richiesta di risarcimento indirizzata al distributore e alla compagnia petrolifera alle-

gando copia della documentazione in nostro possesso (1. la ricevuta comprovante l’avvenuto rifornimento presso il distributore cui inoltriamo la richiesta; 2. la certificazione tecnica comprovante l’imputabilità del danno riportato al rifornimento di gasolio; 3. la ricevuta della riparazione dell’auto, necessaria alla quantificazione dell’importo da risarcire). Inoltre è possibile comunque chiedere il risarcimento di ulteriori danni che proviamo di aver subito. Fondamentale sarà denunciare l’evento dannoso entro due mesi dalla scoperta.

Se il distributore rifiuta di risarcire il danno, sarà necessario rivolgersi all’autorità giudiziaria competente. Ricordiamo che, per le cause di valore non superiore a 5 mila euro, è competente il giudice di pace (ai sensi dell’articolo 7 del Codice di Procedura Civile). In merito è opportuno sottolineare che le compagnie petrolifere ed i distributori, solitamente, stipulano polizze assicurative che coprono anche questi danni. In tal caso sarà più facile ottenere il risarcimento in tempi rapidi.

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DOMENICA 14 GENNAIO 2018 BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

17 a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista

OMS: nuove regole per promuovere l’allattamento al seno

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha aggiornato il suo decalogo per un corretto allattamento al seno. Promuovere il contatto pelle a pelle con il neonato già entro i 10 minuti dalla nascita, allattare a richiesta e far dormire madre e neonato nella stessa stanza in ospedale, sono alcune delle raccomandazioni. Uno degli obiettivi stabiliti dall’Oms è che entro il 2025 la metà dei bambini sia allattato in modo esclusivo al seno nei primi sei mesi di vita, contro l’attuale 37%. Il documento è rivolto a politici, operatori sanitari, clinici e universitari ed è diviso in tre parti: supporto immediato per l’inizio e l’avvio dell’allattamento, pratiche di alimentazione e bisogni aggiunti del bambino e creazione di un ambiente di supporto. La prima raccomandazione è di iniziare il contatto pelle a pelle subito dopo la nascita, possibilmente entro i 10 minuti dalla nascita e comunque entro le prime 23 ore, e in modo ininterrotto per almeno 60 minuti. Tutte le madri vanno aiutate ad iniziare l’allattamento entro la prima ora dal parto, con consigli pratici su come

iniziarlo e gestire le difficoltà più comuni. I reparti di maternità dovrebbero permettere il rooming-in, cioè far stare madre e figlio nella stessa stanza giorno e notte, a meno che non sia possibile per cure mediche particolari. Incoraggiare l’allattamento a richiesta e scoraggiare invece la madre dal dare altri alimenti o fluidi diversi dal latte materno, a meno che non sia indicato per ragioni mediche. Alle madri deve inoltre essere spiegato come riconoscere quando il piccolo vuole mangiare. Nel caso di nati prematuri, che non sia possibile allattare direttamente, si può mostrare alle madri come stimolare la suzione e mantenere la secrezione lattea. Se viene indicato di tirarsi il latte, va spiegato come darlo, con tazzine, cucchiaini, biberon e tettarelle durante la permanenza in ospedale. Nel caso di prematuri, meglio usare cucchiaini e tazzine. Già durante i corsi pre-parto, alle donne incinta e ai famigliari andrebbe spiegato come gestire l’allattamento e i suoi benefici.

COMUNICATO STAMPA

CASORIA, FRATELLI D’ITALIA: IN ARCHIVIO LA VENTIDUESIMA EDIZIONE DI “OPERAZIONE BEFANA”

Con la distribuzione dei doni e dei dolciumi, la Comunità casoriana di “Fratelli d’Italia” manda in archivio la ventiduesima edizione di “Operazione Befana”, iniziativa di solidarietà, divenuta ormai un appuntamento fisso per la Città. Molti i piccoli amici, provenienti dalle realtà meno fortunate, che hanno potuto godersi qualche ora di serenità, partecipando alla festa nel corso della quale hanno potuto ricevere i loro pacchi. La kermesse, che vive una lunga fase di preparazione, è stata ospitata dalla sede dell’associazione “Alleanza per Casoria”, la sera prima dell’Epifania. “Anche quest’anno, - afferma Nancy Torelli, dirigente locale a cui è ricondotta da qualche anno la responsabilità dell’organizzazione - abbiamo rinnovato la magia, che la semplicità di un gesto piccolissimo, può esercitare nei cuori dei piccoli amici, che vediamo crescere a vista d’occhio. “Operazione Befana” è senz’altro principalmente questo. Ma è anche altro. Rappresenta una testimonianza di un preciso modo di concepire la politica, come servizio, come la più alta e più nobile delle attività che si possano dedicare agli altri; un’attività che impegna il cuore ed il corpo, che va realizzata fisicamente sul territorio, non nascondendosi dietro un monitor. E rappresenta un tentativo concreto di riannodare i legami sociali, spezzati dal globalismo mondialista, che ha lasciato sul fondo quanti erano già indietro. Ai quali ultimi, noi proviamo a lanciare un messaggio di riscatto sociale, possibile attraverso la via maestra della buona politica. Che si può facilmente trovare, se solo la si cerca per bene”.

APPRENDERE DURANTE TUTTO L’ARCO DELLA VITA IL CPIA A CASORIA: UNA SECONDA OPPORTUNITÀ

Venerdì 19 gennaio 2018 ore 17.00

Biblioteca Comunale “MONS. MAURO PISCOPO” Via Aldo Moro, 26 - 80026 Casoria (Na)

Saluti: Avv. Pasquale FUCCIO Sindaco di Casoria Dr. Giulio RUSSO Assessore Pubblica Istruzione e politiche sociali Avv. Antonio RICCIARDI Assessore Commercio

Dott.ssa Luisa FRANZESE Direttore Generale USR Campania Dott.ssa Lucia FORTINI Assessore Istruzione e politiche sociali Regione Campania Interventi:

D.S. Prof.ssa Francesca NAPOLITANO Prof.ssa Silvana DI FRAIA Prof. Salvatore MARINO Prof.ssa Assunta DONNARUMMA Prof.ssa Antonella RAIO

Cosa sono i CPIA e l’importanza nel sistema educativo degli adulti Il CPIA a Casoria: l’offerta formativa Scuola & Salute: binomio vincente L’Educazione Finanziaria agli adulti L’educazione alla cittadinanza: il progetto “Napoli in vista”

Modera: Nando TROISE – Giornalista Sono invitati i rappresentati delle Istituzioni, le Associazioni, le Autorità e la Cittadinanza

CPIA SEDE ASSOCIATA “CARDUCCI-KING” Info: 081-19201682

L’EVENTO È PATROCINATO DAL COMUNE DI CASORIA


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GIUSEPPE NAPPA

Marilanda Maiello ideatrice della FiveStarsProduction e dell’Associazione Diamonday tra Italia e Malta

Marilanda Maiello è da anni sulla scena come grande organizzatrice di eventi di prestigio. La grande Marilanda, originaria di Casoria, ha organizzato tanti eventi qui in Italia ed oggi è andata oltre ogni confine. Precisamente lei si sta dividendo per organizzare mega eventi tra Italia e Malta. Marilanda risulta essere una delle poche se non proprio la prima donna ad organizzare questi grandi eventi. Infatti da come ci racconta la “guerrigliera del sud” sono ben quattro i progetti importanti da svolgere a Malta. Uno dei quattro progetti è la partita del cuore “The match for the heart. (Le partite per il cuore) in collaborazione con il ministro del turismo di Malta che vede giocare a favore di una giusta causa dove il ricavato andrà donato ad una associazione benefica di Malta e interverranno personaggi noti del mondo dello spettacolo e non solo che verrà svolta il 06 Maggio 2018 presso lo stadio Stadium Nazionali TA’ Quali di Malta A fine Marzo sempre a Malta sta preparando l’evento “The Beauty offline being a woman”(La Bellezza di essere donna) attraverso la musica, la canzone, la danza, la violenza in generale . La grande organizzatrice sta creando un team di professionisti italiani che parteciperanno ai vari eventi. La Maiello, donna eccezionale con un carisma eccezionale sempre pronta a fare dei grandi eventi anche a favore della società.

Al Teatro Augusteo di Napoli, da venerdì 12 fino a domenica 21 gennaio 2018, Lello Arena sarà in scena con lo spettacolo “Parenti Serpenti” Lello Arena, diretto da Luciano Melchionna, è il protagonista della divertente e amara commedia di Carmine Amoroso, resa celebre dal film di Mario Monicelli. Un Natale a casa dei genitori anziani, che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli cresciuti, andati a lavorare in altre città. Uno sbarco di figli e parenti affettuosi e premurosi che si riuniscono, ancora una volta, per cercare di spurgare le nevrosi e le stanche dinamiche di coppia di cui sono ormai intrisi. E se quest’anno gli amati genitori volessero cambiare le cose e chiedere qualcosa ai loro figli? Se volessero finalmente essere ‘accuditi’, chi si farà carico della loro richiesta? Luciano Melchionna, il creatore di Dignità Autonome di Prostituzione, costruisce uno spaccato di vita familiare assolutamente attuale, in un crescendo di situazioni esilaranti e spietate in cui tutti noi possiamo riconoscerci.

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PASQUALE MENNA

LA LETTERA DI MAMMA’ In queste festività natalizie un po’ sottotono, sono riuscito a trascorrere una felice serata di sano teatro all’insegna di una rara professionalità, grazie alla compagnia LA SPEI (la scompagnia precaria ed instabile) che ogni volta continua a superare se stessa pur rinnovandosi nei suoi elementi. Questo prodigio si è ripetuto venerdì 29 dicembre 2017 al teatro Eduardo De Filippo di Arzano con la rappresentazione della commedia “La lettera di mammà” due tempi comico – brillante di Peppino De Filippo, per la regia di Antonio Coppola. Una regia attenta e puntigliosa che è riuscita a valorizzare e direi ad esaltare anche i nuovi componenti di un gruppo già perfettamente amalgamato. Per l’impegno e la bravura andrebbero qui citati tutti, uno per uno, ma mi piace evidenziare la spassosa prova di Gianpietro Ianneo nel ruolo di Riccardo e le prove di Ro-

salba Stingo e Patrizia Efficie nei rispettivi ruoli di Claretta e Teresina. Ovviamente, ancora una volta mi ha felicemente incantato l’ottimo Antonio Coppola nei panni di Edoardo, affiancato dal bravo Pasquale Silvestro nel ruolo di Gaetano. Insomma, una bella commedia che, partendo dalla ricerca di un marito nobile per la figlia di un ricco commerciante, si snoda agilmente in paradossali e divertentissime situazioni, per poi giungere con garbo al lieto fine: la felicità non è determinata dai soldi o dai titoli nobiliari ma dall’amore. A fine spettacolo più che meritato il caloroso tributo di applausi del numerosissimo pubblico delle grandi occasioni. Al regista e mattatore della serata Antonio Coppola un plauso e l’augurio di sempre maggiori successi per lui e per l’intera compagnia.

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Augurissimi

A Mauro Verola Non è il nome a rendere unica una persona, ma la persona a rendere unico il nome! Auguri di buon onomastico da tutta la famiglia

IL PROF. IODICE IMPARTISCE LEZIONI DI FILOSOFIA, ITALIANO, INGLESE, LINGUA E CIVILTA’ ITALIANE A STRANIERI DIZIONE E PRONUNCIA DELLA LINGUA ITALIANA GEOGRAFIA, STORIA, PEDAGOGIA, PSICOLOGIA TEL. 3400582672

Venerdì 19 Gennaio, alle ore 19, presso la chiesa di San Benedetto Abate, Santa Messa in suffragio del Dr. Nunzio Guerra a 15 anni dalla sua scomparsa. “La sua tenacia, la sua grinta, la sua inflessibilità e allo stesso tempo la sua dolcezza, il suo entusiasmo nell’amare la vita e viverla intensamente, sono i ricordi più belli che abbiamo di Nunzio” Una struggente malinconia ha preso il posto del dolore lacerante seguito alla incolmabile perdita di una persona tanto cara, tanto straordinaria, assolutamente indimenticabile. Nessuno di noi ha dimenticato…..

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Augurissimi

20 gennaio A Claudia Carraturo Ci hai regalato anni di gioia e di vitalità: in occasione del tuo compleanno, l’augurio è che tu possa continuare a distribuire a chi ti circonda, questi doni preziosi. Un forte abbraccio da tutta la famiglia.

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La S.V. è invitata al Convegno

APPRENDERE DURANTE TUTTO L’ARCO DELLA VITA IL CPIA A CASORIA: UNA SECONDA OPPORTUNITA’ L

Venerdì 19 gennaio 2018 ore 17.00

Biblioteca Comunale “MONS. MAURO PISCOPO” Via Aldo Moro, 26 - 80026 Casoria (NA) Seguirà buffet

Il D.S. Francesca NAPOLITANO

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s.a.s

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA

Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 10 GENNAIO 2018

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817311062 email: casoriadue@libero.it


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