Domenica 1 Novembre

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DOMENICA 1 NOVEMBRE 2020

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Settimanale di Informazione

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ANNO XIX - N° 31 - DOMENICA 1 NOVEMBREBRE 2020

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L’editoriale DI NANDO TROISE

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RAFFAELE BENE che Sindaco è? Il peggiore della storia di Casoria come sostengono i molti suoi detrattori? Il migliore di tutti a detta dei suoi sostenitori? Un buon Sindaco, il desiderio dei cittadini? Una persona onesta su cui non ci sono ombre? Che sia diviso come pochi altri non c’è dubbio. Provate a scrivere qualcosa su di lui su facebook, habitat naturale ormai di gran parte della popolazione politica e non, e vedete cosa vi può capitare: non solo una legittima discussione ma anche un rimbalzarsi di accuse che facilmente possono trascendere come è d’uopo, ahinoi, sulla piazza virtuale più amante dell’odio che di un civile per quanto aspro confronto. E lì accade anche che ci si possa contrapporre nel giudizio etico sull’uomo e sull’amministratore, ma, conoscendolo, si può serenamente convenire sulla sua probità. A un patto, però: che la suddetta probità non sia un discrimine rispetto ai suoi predecessori perché costoro sono stati non meno onesti di lui, e basta solo ricordarne qualcuno da Franco De Luca a Pasquale

Il coronavirus, la speculazione edilizia, le conseguenze politiche ed amministrative dei successi ed insuccessi elettorali, la crisi economica, Il Comune e le sue “controllate”….. La lotta alla pandemia eviterà, purtroppo, ai pubblici amministratori la remissione dei peccati. Nella seconda ondata a Casoria hanno contratto il virus 468 persone

Fuccio, da Vincenzo Carfora a Stefano Ferrara, da Giuseppe Russo a Salvatore Graziuso, anche Peppe Albano, Giovanni Spina, Pasquale Fiorentino, Ludovico Polizio. Anche con le classifiche sarebbe opportuno andarci piano. Peggiore della storia di Casoria? Esagerato. Si pensi solo alla cementificazione selvaggia di vaste aree della Città che ha reso complicato se non impossibile il loro recupero a condizioni di sopportabile vivibilità, ti rendi conto che al confronto anche la sostanziale inerzia dell’attuale sindaco diventa una qualità. Piano, dunque, con le grossolane semplificazioni: la polemica politica è una cosa, la storia un’altra. Ovviamente anche quando si sostiene, sbagliando clamorosamente, il contrario e cioè che sia il migliore. Le classifiche lasciamole ai campi di calcio, l’amministrazione della quarta città della Campania e tra le più importanti delle città medie campane, è una faccenda troppo seria per poterla trasformare in un tema da bar. Del resto, si è visto che il parallelismo non funziona. SEGUE A PAG. 5


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SEGUE da pag. 3

Dunque, ora che le elezioni per il consiglio regionale sono passate e tanto già se ne parla, che bilancio si può tentare dell’operato di una amministrazione che solo un mese fa è stata costretta a scendere in campo per sostenere i candidati alle regionali, punti di riferimento sia della Giunta Municipale che della maggioranza consiliare ma anche della opposizione consiliare (Marrazzo, Casillo, Severino Nappi, Ermanno Russo, Antonella Ciaramella, Marianna Riccardi, Antonio Marciano, Angela Russo) ? I numeri sono variegati, in gran parte impietosi. Quelli del turismo, esempio: nessuna capacità da parte di questa amministrazione di attirare pellegrini o amanti dell’arte religiosa verso i suoi Santi e le opere d’arte custodite in Chiese seicentesche. La ricchezza naturale, storica, artistica, monumentale, antropologica non riesce a giocare la sua parte. Casoria poteva essere, ma non lo è stato, un brand. Ha dato frutti e tanti altri ne può dare ma se non accompagnato da politiche avvedute può anche svanire e lasciare sul campo un deserto come purtroppo è successo o sta succedendo. Sono molti altri i numeri che non allietano chi vive nella città, e che neanche un astuto sindaco non può cancellare dalla sua pagella. Il dissesto economico, finanziario ed amministrativo del Comune, al di là di eventuali salvagenti politici dell’ultimo momento, è allarmante. La violazione delle regole primarie della mobilità urbana, a partire dalla sosta ordinariamente selvaggia, comprendiamo come in questa disfatta ci siano fattori oggettivi e soprattutto responsabilità soggettive in termine di programmazione e di governo. Quanto ai rifiuti, tema di corsi e ricorsi storici quasi scontato, mette anche noia il solo parlarne. Campi rom, stato delle strade vergognoso, l’elenco delle doglianze potrebbe continuare. Nonostante ciò e altro ancora, Casoria faticosamente sopravvive perché è maestra come poche altre città nell’arte dell’arrangiarsi. Il tessuto industriale è andato evaporandosi. Casoria ha un record, forse nazionale, sulla quantità di aree dismesse pre-

senti nei suoi appena 12 kmq. REMEMBER – RICORDO AL SINDACO, AGLI ASSESSORI, AL CONSIGLIO COMUNALE, AI LETTORI, A QUELLI CHE NON LEGGONO, i titoli di alcune copertine di questo settimanale prima della pausa estiva evidenziando i tanti problemi o disastri che affliggono la nostra Città. LA VORAGINE; I problemi di Casoria e le soluzioni del Sindaco Bene; criticità, impegno ed ottimismo (la prima intervista al neo Sindaco di Casoria); CAMPO ROM IN ZONA CANTARIELLO A CASORIA: SGOMBERO E SMANTELLAMENTO ANCORA IN FASE DI DECISIONE; come potrete notare molte delle criticità da noi denunciate non trovano ancora la loro giusta definizione e/o soluzione; TRE FAMIGLIE ANCORA LONTANE DALLE LORO CASE; SULLE ORME DEL “SAN FRANCESCO DEL XIX SECOLO” (lo strano sfratto subito da San Ludovico da Casoria dal Monastero di Santa Chiara); LA MONNEZZA SULL’ASSE MEDIANO; DISSESTO AMMINISTRATIVO; LA CITTA’ DEVE PARTECIPARE; L’AZIENDA COMUNALE, UNA “MACCHINA SENZA MOTORE”; EDIFICIO PERICOLANTE IN VIA NICOLA ROCCO: LA STRADA E’ ANCORA CHIUSA (più di 20 mesi); ABBANDONO DEL PATRIMONIO COMUNALE; PIAZZA CIRILLO, PASSATO, PRE-

SENTE E FUTURO; L’INDIFFERENZA E’ CONNIVENZA; DOMANDE SENZA RISPOSTE; Casoria, il centro storico sempre più colpito da inagibilità e strade chiuse. Cosa resterà? ✽✽✽✽✽✽✽ TEMPI DISSENNATI, diceva un giovane consigliere comunale nell’ultimo consiglio comunale in presenza: quello sul lavoro, sulla disoccupazione, sui contratti non rinnovati e sui licenziamenti, sul reddito di cittadinanza ed altro. Un’analisi perfetta: “Casoria paga, sta pagando e, purtroppo, pagherà ancora per molti anni quei tempi dissennati”. Come dargli torto? Un discorso illuminante. Un fulmine di grande intuizione politica. Da anni questa testata ed il sottoscritto propongono alle forze sane, specie quelle giovani, un programma di revisionismo storico di questa Città dagli anni 70 in poi per poter conoscere la verità su MANI SULLA CITTA’, la sua mania verticale e newyorkese, i suoi palazzinari, le migliaia di vani che trasformarono il “polveroso paese agricolo di Assunta Spina” nella Sesto San Giovanni del Sud, sulla industrializzazione e sulle aree dismesse con i loro capannoni ed i segreti di morte che essi custodiscono, sui concorsi truffa, le assunzioni pilotate, sugli sperperi, sugli acquisti milionari della Snaidero o di via Po. Tantissimo materiale da studiare, riflettere, analizzare e capire il PERCHE’ questa Città sia ridotta così. SERVIREBBE? Mi dicono. CERTO. Nella preghiera più importante della Chiesa Cattolica, fulcro di questa Città, si recita LA REMISSIONE DEI PECCATI. Sarebbe ora!!!!!!! Invece, ho la preoccupazione, il sospetto che la lotta alla epidemia che ha colpito l’intero mondo occidentale e, quindi, anche Casoria (lunedì 26 ottobre aveva 380 positivi. Nella seconda ondata, considerando i guariti e l’unico deceduto hanno contratto il virus 468 persone) eviterà ai pubblici amministratori di questa Città ma anche a tanti altri soggetti politici, amministrativi, imprenditoriali la remissione dei peccati facendoli continuare a sedere su comodissime poltrone decidendo, chi più chi meno, le sorti dei loro amministrati. Alla prossima…..

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A La Copertina Pasquale Tignola

Il 20 ottobre, ospite de La Copertina è Pasquale Tignola, capogruppo di Campania Libera, competente avvocato, consigliere di maggioranza. Il direttore Troise apre l’incontro, sottolineando che la Copertina del 19, con Elena Vignati è stata l’occasione per porre Casoria al centro di ogni riflessione; occasione offerta dalle notizie pervenute circa assessorati proposti alla Vignati, consigliera e capogruppo M.5 Stelle, e chiacchierate fatte con Tignola. Dopo aver visto, pertanto, tale intervista, Tignola si è dichiarato disponibile a partecipare a La Copertina. “Penso -afferma Pasquale Tignola- che da parte di un amministratore è importante che la comunicazione sia chiara, sincera, vera con la popolazione, perciò non mi sono mai tirato indietro. Ho ascoltato l’intervista: la Vignati non ha detto nulla di strano. Sì, ho parlato con lei, ma anche con altri consiglieri di opposizione, proponendo le stesse cose. -e spiega- A Casoria abbiamo una situazione oggettivamente complicata per cause sia esterne, sia interne. Tra le interne sono il dissesto del Comune, la mancanza di personale amministrativo, la mancanza di dirigenti. Tra le cause esterne la più importante è il covid che inevitabilmente condiziona l’attività amministrativa; gli ultimi decreti, ad esempio, rendono difficile riunirsi. Ebbene, ho pensato di proporre all’opposizione di “sotterrare l’ascia di guerra” e costruire insieme una serie di progetti o programmi che potessero trovare una condivisione unanime da parte di tutto

il consiglio. Questi incontri hanno alimentato molto chiacchiericcio, tipico della politica casoriana, che ne viene indubbiamente limitata, ma non mi ha impedito di percorrere la strada intrapresa. Con la Vignati e Gaetano Palumbo ci siamo visti a Casoria, in luoghi pubblici e non in segreto così come anche con altri politici, perché? Perché se si pone al centro del dibattito politico la città con tutti i temi e i problemi che la riguardano, si trova più facilmente il modo per risolverli tutti insieme. Io non le ho offerto nulla. So che si è incontrata anche col sindaco. Nel corso delle chiacchierate, in verità, abbiamo individuato anche delle risoluzioni relativamente ad alcuni punti problematici.” Nel prossimo consiglio comunale, che si prevede per novembre, si definirà la questione del parco Buontempo. Il direttore Troise spiega ai webspettatori e ai non casoriani che Eugenio Buontempo costruì un parco per civili abitazioni in via Benedetto Croce, in cui abitano molte famiglie. Per anni c’è stato un contenzioso in quanto Buontempo non aveva pagato la banca che si è rivalsa con un’azione esecutiva nei confronti degli immobili. La

vexata quaestio ha alimentato lunghe polemiche. Tignola spiega che la Regione Campania è intervenuta e ha finanziato la somma da dare ai creditori in modo da definire la questione. La vertenza, dunque, si chiude e gli immobili del parco saranno acquisiti al patrimonio del Comune di Casoria. “Se è vero che ciò rappresenta un sovraccarico per il Comune, è anche vero -precisa Tignola- che è una soluzione che ha permesso di evitare che tante famiglie perdessero la casa. Convengo che la discussione sul patrimonio immobiliare vada fatta”; “Bisogna evidenziare -sottolinea Troise- i tanti Beni Comunali abbandonati a cui si aggiungono i beni confiscati alla camorra.” A tal proposito Tignola afferma che il consiglio sta lavorando a un bel progetto volto a trasformare un terreno, confiscato alla camorra, di 6000 metri quadri (quartiere Stella) a Parco Urbano simile al parco Michelangelo, grazie a Fondi Regione Campania. Ritorna poi Tignola sulla sua iniziativa di coinvolgere anche i consiglieri dell’opposizione, affermando che è il risultato di una riflessione successiva alle regionali, in cui non sono stati confermati i politici, riferimento

e sostegno per Casoria (relativamente al parco Buontempo ci sono stati vicini). “Attualmente non abbiamo riferimenti diretti ma ci sono progetti che, se non seguiamo sinergicamente maggioranza e opposizione, sarà difficile che si possano realizzare. La logica della divisione, le barricate delle opposizioni contro la maggioranza certamente non portano alla risoluzione dei problemi. Tutt’al più potrebbero condurre a un commissariamento. Se per il bene di Casoria e dei suoi cittadini, maggioranza e opposizione riuscissero a trovare un’intesa e a risolvere qualche situazione problematica, questo consiglio e lo stesso sindaco non saranno ricordati solo per la voragine, il dissesto, la pandemia.” A questo punto Troise gli chiede: “Se hai parlato con tutti i consiglieri di opposizione, hai parlato anche con Fuccio?” “No -risponde Tignola- non con lui ma con il capogruppo del PD Orsino Esposito”. Troise chiede: “È emerso che 4 consiglieri della maggioranza non sono allineati, hai parlato anche con loro?” “Sì, noi parliamo tutti i giorni. - afferma prontamente Tignola - C’è qualche consigliere che non è d’accordo su alcuni punti, ma non motiva il proprio dissenso, né propone alternative. È invece necessario porre al centro la città e il bene della città. A tal fine, ribadisco che è necessario dialogare per trovare una strategia comune sui punti programmatici al fine di risolvere le criticità e le fragilità di Casoria.”


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RITA GIAQUINTO

Ambiente: il mare e la pesca

La Copertina con Salvatore Iavarone

E’ il mare, con la sua sconfinata bellezza in termini di natura e di risorse economiche, il tema dell’ultima Copertina che il Dir. Troise ha sottoposto all’attuale Consigliere comunale di maggioranza del Comune di Casoria, il Dr. Salvatore Iavarone. E’ stata messa, però, un po’ da parte l’attuale carica di Consigliere e, durante l’intervista, ci si è concentrati sul ruolo che Salvatore ricopre da anni, in qualità di componente, insieme al fratello Lucio, di Legambiente, coordinatore dei Verdi in questa area a Nord di Napoli, con il merito di aver liberato la strada provinciale del Cantariello – quella stradina di campagna che dalla stadio comunale Moccia di Afragola, passando avanti all’UCI cinema, arriva sulla circumvallazione esterna di Napoli - da una discarica che stava lì da anni. Ad un esperto dell’ambiente come lui che, per tanto tempo, si è occupato anche della Terra dei fuochi, non chiediamo di raccontarci il mare delle nostre isole o quello della costiera, ma quello di Licola, di Castel Volturno e del Litorale Domizio perché è questo il tratto di costa che, ormai da anni, grida aiuto: “Durante la campagna elettorale di questa estate per le elezioni regionali” – ci racconta Salvatore – “mi è capitato di

seguire molto da vicino la tematica del mare, perché ritengo che possa essere una grande occasione di sviluppo lavorativo sia per l’area a Nord di Napoli che per l’area casertana. A poco più di venti minuti dalle nostre abitazioni, si sviluppano circa quaranta chilometri, e più, di costa del litorale Domizio. A così breve distanza da casa, possiamo vantare non una piccola spiaggia, ma 42 chilometri di spiaggia, grande, bella, ampia.Un litorale che parte da Bacoli, Pozzuoli, Cuma e arriva a Castel Volturno, Mondragone, Sessa Aurunca, abbracciando quindi la provincia di Napoli e di Caserta. Ma la domanda che ci dovremmo fare è perché questi 42 km di costa sono nelle condizioni attuali”. Come giustamente interviene il Dir. Troise, quest’estate, forse anche per il lockdown, il mare, che è la cosa più bella che ha creato il Padreterno, era veramente salato, aveva il suo sapore di sale ed il suo sapore di mare: “Ma questo è un mare che ha una grande potenzialità” – continua Salvatore; “ che però deve fare i conti innanzitutto con una parte interna di quella provincia dove c’è un innegabile degrado ed abbandono. E non possiamo non ricordare quando, negli anni ’80 tanti imprenditori

hanno investito in quelle zone e avevano tante proprietà, case, villette che poi sono state tutte abbandonate, lasciando il passo al degrado. E quel litorale è stato abbandonato perché, per anni, non è stato la priorità dell’agenda politica a livello regionale. Chi di noi non ha visto quella foto spaventosa del primo giorno post lockdown, quella macchia bruttissima di fanghi - e di altro - che è arrivata al mare passando attraverso il torrente Agnena. E’ l’immagine plastica, reale di quale è stato il problema di questi trenta, quaranta anni vissuti in quell’area da cui, poi, tutti sono scappati . Quell’immagine è la prova di quanto e come si sversa a mare, senza controlli. Ed è ovvio che se tu vai a gettare di tutto, diventa altrettanto ovvio che la gente, da quelle zone, scappa. E questo è il motivo per cui alla Napoli bene che aveva popolato, ad esempio tutto il Villaggio Coppola, si è sostituita un’utenza completamente diversa che ha portato all’assoluto degrado”. Ma la domanda del Direttore, a questo punto del’intervista, sembra quasi inevitabile : Ma come pensate di risolvere il problema degli scarichi a mare se il Presidente De Luca, nato a Salerno, ed


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8 è quindi uomo di mare, non ha neanche pensato di nominare un assessore che si dedichi al mare ed alla pesca? “In realtà, la pesca viene seguita generalmente da chi segue l’agricoltura, mentre il mare lo segue chi si occupa dell’ambiente. Detto questo, si potrà sicuramente proporre in Regione la possibilità di avere un unico assessore per il mare e la pesca, ma nel frattempo, vanno trovate delle soluzioni. Una di queste, è riaccendere i riflettori sulla tematica dei depuratori. Se il loro livello di qualità è quello che attualmente abbiamo, vuol dire che oggi il mare è in quelle condizioni perché abbiam depuratori che non sono sufficienti dal punto di vista di capienza, di grandezza, di capacità di ricevere materiale, e dunque sversano a mare l’impossibile, perché non funzionano, non depurano. Oppure, probabilmente, sono calibrati per una quantità minore di quella che invece serve. Ci vorrebbero più depuratori, più grandi o forse semplicemente collocati meglio sulle nostre coste. Ma oggi abbiamo anche un altro problema : gli scarichi illegali. Quindi i depuratori, per quantità e per qualità, e gli scarichi illegali devono diventare una priorità nell’agenda regionale, dedicando maggiori risorse per trovare soluzioni efficaci”. Ma un altro progetto di cui Salvatore ci parla, e che è stato lasciato nei cassetti della Regione, è il progetto dei Regi Lagni, un reticolo di canali che, per 52 chilometri, collegano Napoli e Caserta attraversando circa 17 Comuni, da Nola

a Castel Volturno, passando davanti alla Reggia di Carditello. Se recuperati, questi tanti chilometri potrebbero diventare piste ciclabili, aree pic-nic, piste per la corsa, noleggio di canoe. Il che vuol dire creare sviluppo e occupazione con un indotto che arricchirebbe tutta la zona : bar, ristoranti, noleggio biciclette. Rivalutare i Regi Lagni, vorrebbe dire anche posizionare ad ogni cento, duecento metri un rilevatore che, sott’acqua, ci dica se, in quel punto, l’acqua è inquinata o meno. In caso positivo, si vedrà quale è la fabbrica più vicina, nel raggio di un tot di chilometri, che avrebbe potuto sversare illegalmente i rifiuti : “Io non dico di punire, arrestare o chiudere la fabbrica, perché penso che, dal punto di vista di una corretta economia sociale, sia più utile dare opportunità ed incentivi per regolarizzarsi, che chiudere, creando disoccupazione. Magari sversano perché smaltire costa troppo. Allora, anche per salvaguardare chi lavora in quella fabbrica, diamo incentivi e contributi, perché è assurdo pensare che quel costo che quell’imprenditore non può accollarsi, deve rovinarci la possibilità che abbiamo di godere di spiagge così belle. E’ possibile che abbiamo lasciato quelle aree a loro stesse quando poi basterebbe davvero poco rivalutarle, partendo dalla qualità dell’acqua e del mare, ripulendo i torrenti, controllando e monitorando gli sversamenti? E’ chiaro che gli imprenditori tornerebbero ad investire, cambierebbe l’utenza che la frequenta, il valore degli immobili aumenterebbe e ritorne-

rebbe un nuovo interesse economico”. Ma il mare è anche varietà di tutte quelle specie di pesci caratteristiche di questo tratto di costa e che diventano, a loro volta, ricchezza per la pesca che, proprio in queste zone, sta vivendo un momento drammatico. Dove sono i nostri cefali, sgombri, seppie, gamberi bianchi, sauri che nascono proprio in quel mare, anche in quello di Varcaturo ? Il mare è bello, ma senza pesci, che mare è? “Ma è evidente che in un mare più sano dove metti i depuratori, li potenzi per numero e capacità, e controlli gli scarichi abusivi, è un mare non più inquinato che si riprende i suoi spazi e riprende a vivere. Mi viene in mente il Sindaco “pescatore” di Pollica che non c’è più, Angelo Vassallo che ha fatto la storia delle battaglie ambientali. Da pescatore, prima che da uomo politico, viveva il dramma di non trovare pesce in un mare inquinato. Eppure, lui è riuscito a ripulire quel mare, perché era una sua priorità, un suo interesse, da cittadino e da sindaco. Ecco, un po’ più in grande, andrebbe fatta la stessa cosa anche sul litorale Domizio”. Per ritornare alla metafora calcistica utilizzata dal Dir. Troise, senza attaccanti, come facciamo a fare goal ? Servono assessori, figure politiche che si dedichino completamente a questo indissolubile binomio mare-pesca, che vuol dire, contemporaneamente, ricchezza – benessere - difesa dell’ambiente- tutela della salute - economia. Insomma, civiltà.

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ANTONIO BOTTA

Il segretario regionale UGL, ins. Eliana Troise, ospite della trasmissione web “La Copertina”

CON DE LUCA, SULLA SCUOLA, URGE UN CONFRONTO COSTRUTTIVO

Per la rubrica “La Copertina”, il Direttore del settimanale digitale “Casoriadue”Nando Troise ha intervistato il 20 ottobre scorso, negli studi dell’emittente web “Nano TV”, il segretario regionale UGL Scuola Eliana Troise, docente di Chimica presso l’istituto Superiore “Elena di Savoia”. Nell’introdurre l’incontro, il Conduttore ha reso noto il tema su cui avrebbe posto le domande all’Ospite, “La Scuola”. In primis, ha letto le motivazioni con le quali il TAR ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati Felice Laudaddio e Alberto Saggiomo, rappresentanti legali dei genitori, contro l’Ordinanza regionale firmata dal Presidente De Luca il 15 ottobre scorso, con la quale si disponeva, oltre ad altre misure restrittive per il contenimento del contagio da Covid, anche la chiusura delle scuole del territorio regionale. Il Tribunale Amministrativo Regionale, com’è noto, ha respinto il ricorso, perché “il diritto alla salute prevale: la DAD (Didattica A Distanza)non compromette il diritto all’istruzione e non è inconciliabile con l’attività professionale

Il 27 ottobre scorso, incontro tra il Presidente della Regione Campania e interlocutori istituzionali: emersa l’ipotesi della ripresa di didattica in presenza, almeno per i primi due anni della scuola primaria, da verificare tra dieci giorni dalla data dell’incontro

dei loro genitori.” Invitata a commentare tale sentenza, la signora Troise ha spiegato che il ricorso era condiviso, oltre che dalla scuola pubblica, anche dagli istituti scolastici paritari, dai centri di formazione professionale e da altre sigle sindacali. Pur respinto, ha spiegato l’Intervistata, il ricorso è servito a porre l’attenzione mediatica su una disposizione che ha inferto un duro colpo al diritto allo studio, della stes-

sa importanza del diritto alla salute. Non si è tenuto conto, ha proseguito, che la didattica da remoto lede i diritti degli studenti disabili: essi “hanno bisogno di socializzazione, di stare in presenza con altri ragazzi; occorre per loro una didattica inclusiva, integrativa, di interventi appropriati aiutati da docenti in presenza. Ci ha spinti, perciò, a sostenere il ricorso un senso forte di giustizia. La scuola svolge un servizio

di primaria importanza, che coinvolge dirigenti, docenti, personale ATA, famiglie, studenti: componenti che vanno coinvolte in qualsiasi decisione riguardi questo mondo; l’ascolto partecipe e il dialogo costruttivo sono, quindi,fondamentali; invece, “lo sceriffo” De Luca ha deciso la chiusura degli istituti scolastici senza ascoltare, in una franca concertazione, la “voce” della scuola”. Il Segretario regionale UGL ha inoltre rimarcato che su questioni riguardanti la scuola si è assistito, in questo periodo così difficile, solo alle schermaglie verbali tra ll Ministro della Salute Azzolina e il Presidente della Regione Campania, senza che si sia tenuto conto del parere del personale scolastico, delle famiglie e degli studenti . Su altra domanda posta dal Direttore di Casoriadue, la signora Troise ha posto in rilievo gli argomenti di cui si è discusso in un incontro tramite piattaforma web con l’assessore regionale all’istruzione, dott.ssa Lucia Fortini. “Si è cercato di trovare un punto d’incontro sulla didattica in presenza rimodulata, integrata, prospettando una


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10 turnazione delle classi: 50% del monte ore settimanale in presenza e l’altro da remoto. Certo, si è consapevoli che sulla didattica rimodulata in presenza occorrerebbe una “catena di regia”che fornisca con precisione il rilevamento dei dati del contagio, per stabilire con esattezza la maniera di rimodulare la didattica in presenza, individuando, in base ad essi, la percentuale di studenti che possono frequentare la scuola.” Al momento” ha detto, mostrandosi perplessa,” la scuola è aperta per i bambini della fascia d’età 0 -6 anni”, “ma non capisco perché i piccoli e le insegnanti dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia siano meno esposti a rischi e non possano, a loro volta, diffondere il virus”.Abbiamo anche chiesto di fruire dei trasporti privati per il servizio scuolabus: può capitare, infatti, che nel caso sia stabilita una entrata scaglionata, gruppi di studenti possano uscire da

scuola alle 18,00, con l’eventualità che l’autobus possa mancare, rischiando, così, di giungere a casa in ritardo. “Si tenga ben conto del fatto” ha sottolineato la docente Troise “che non ha senso penalizzare la scuola; dobbiamo convivere con il virus; esso non infetta unicamente all’interno degli edifici scolastici, dappertutto colpisce (al supermercato, nei centri commerciali…), ciò che conta è osservare tutte le norme per arginare la propagazione del contagio, come si fa con rigore all’interno degli istituti scolastici.” A tal proposito, ha evidenziato che manca nelle scuole della Regione un protocollo, “un decalogo” che dovrebbe essere redatto dai pediatri, in base al quale, per fasce d’età, si possa stabilire “la patogenicità del virus”; conosciamo, infatti, il numero dei positivi sintomatici e asintomatici, ma non gli effetti patogeni che il Covid può provocare sull’organismo dei

bambini. Come esempio, la signora Troise ha detto che i pediatri sollecitano ad usare per la misurazione della febbre sempre un solo termometro; occorre avere l’umiltà di ascoltarli, ha aggiunto, “De luca non può fare il medico, il professore”, rifiuta il confronto”, auspicando, anche in vista dell’udienza collegiale del 17 novembre prossimo che, da parte della Regione, vi sia una nuova modalità di rapportarsi e di interagire con gli interlocutori istituzionali, ragionando e dialogando costruttivamente. Al riguardo, su domanda del Direttore Troise, ha stigmatizzato l’espletamento del concorso straordinario per docenti, di cui era stata chiesta la sospensione per tre mesi, vista la propagazione dei contagi. L’intervista si è conclusa con la lettura del Conduttore della lettera scritta dai Dirigenti scolastici campani al ministro dell’istruzione Azzolina, pubblicata su Casoriadue della settimana scorsa,

in cui i Capi d’Istituto hanno ben messo in rilievo il loro strenuo impegno, affiancati da operatori scolastici, per mettere in sicurezza gli edifici scolastici, adeguandoli alle norme indicate dal CTS; ciò, “spesso senza un’adeguata interlocuzione con gli Enti locali (in molti casi assolutamente assenti)”. Per dovere di cronaca, si comunica che in data 27 ottobre si è svolta una riunione in cui De Luca ha incontrato rappresentanti del mondo della scuola, i sindacati e la Direzione scolastica, con i dirigenti delle ASL, dell’ospedale Santobono e i componenti dell’Unità di crisi, nella quale, tra l’altro è stata affrontata e discussa l’ipotesi della ripresa di didattica in presenza, almeno per i primi due anni della scuola primaria, concordando di verificare tale possibilità tra dieci giorni a partire dalla data dell’incontro. Inoltre, per i bambini disabili è stata disposta la didattica in presenza.

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IMMA CASTRONUOVO

Una delibera del Consorzio cimiteriale Arzano-Casoria-Casavatore vieta di recarsi al cimitero per la Commemorazione dei propri Defunti: la Costituzione ha ancora un senso?!? Quest’anno, non potremo recarci a fare visita ai nostri cari defunti. Ci è stato negato, questo nostro inviolabile diritto, da una delibera (si badi bene!) dell’assemblea del Consorzio Cimiteriale tra i Comuni di Casoria, Arzano e Casavatore in cui, i rispettivi rappresentanti, in videoconferenza, hanno deciso, nel giro di soli 30 minuti, del nostro sacrosanto diritto di commemorare i nostri defunti mediante una preghiera lì dove sono stati sepolti, spazzando via, con un colpo di pugna, un nostro diritto costituzionalmente tutelato, la libertà religiosa. Per dovere di cronaca, riporto il testo della delibera assembleare del 23 ottobre 2020, sì da poterlo condividere insieme: “CONSORZIO CIMITERIALE tra i Comuni di CASORIA – ARZANO CASAVATORE (Provincia di Napoli) R E G I S T R O degli Atti Originali dell’Assemblea Consortile. Verbale della seduta del 23/10/2020. Oggi 23 ottobre 2020 alle ore 11.00 (!) si è riunita l’Assemblea Consortile a mezzo videoconferenza. Sono presenti in videoconferenza il Sindaco del Comune di Casavatore dott. Vito Marino in qualità di Presidente dell’Assemblea; per la Commissione Straordinaria del Comune di Arzano la dott.ssa Rosa Valentino; il Sindaco del Comune di Casoria avv. Raffaele Bene. Assiste con funzioni di segretario verbalizzante il Direttore Avv. Francesco Leo. In riferimento agli indirizzi chiesti dal Direttore in merito alla Commemorazione dei Defunti, l’Assemblea Delibera: Vista l’ordinanza della Commissione Straordinaria del Comune di Arzano n° 36 del 14.10.2020, con la quale, tra l’altro,

veniva disposta la chiusura del Cimitero Consortile fino a tutto il 23.10.2020; Vista l’ordinanza del Presidente della Regione Campania n° 82 del 20.10.2020 ed in particolar modo l’art. 4 che recita: “Con decorrenza immediata e fino al 30 ottobre, salvo ulteriori provvedimenti in conseguenza dell’evoluzione della situazione epidemiologica, con riferimento al territorio del Comune di Arzano (NA) sono disposte le seguenti misure: a) divieto di allontanamento dal territorio comunale da parte di tutte le persone ivi residenti; b) divieto di accesso nel territorio comunale; c) sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità; d) sospensione delle attività commerciali e produttive, ivi comprese le attività di ristorazione (bar, ristoranti, pasticcerie, pub, e simili), salvo che in modalità di consegna a domicilio, fatta eccezione per soli i servizi alla persona ed attività connesse all’approvvigionamento di beni e servizi di prima necessità come a suo tempo individuate dal DPCM 10 aprile 2020”; Conside-

rato il perdurante stato di gravità della situazione epidemiologica; Delibera La chiusura al pubblico del Cimitero Consortile con decorrenza dalle ore 24.00 del 23.10.2020 e fino alle ore 24.00 del 08.11.2020, con riserva di valutare entro lo spirare del termine di chiusura, ulteriori provvedimenti per la tutela e salvaguardia della salute pubblica. Resta inteso che è sempre garantito il servizio pubblico essenziale previsto dal DPR 285/1990(Regolamento di Polizia mortuaria, ndr). Alle ore 11.30 (!) la riunione è sciolta LCS Il Presidente dell’Assemblea I Componenti Il Segretario Verbalizzante.” Nei giorni scorsi, qualcuno che si era recato al cimitero, per portare un fiore sulla tomba di un proprio defunto, è rimasto basìto, allorquando ha trovato i cancelli chiusi e nessun avviso affisso; allora, il Consorzio si è attivato e ha affisso, fuori ai cancelli, il seguente avviso: “si comunica all’utenza che a seguito di disposizione dell’assemblea consortìle del 23.10.2020 è stata disposta la chiusura del cimitero fino a tutto

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12 il giorno 08.11.2020. Restano garantiti i servizi pubblici essenziali previsti dal dpr 285/1990. “ Che gentili! I Comuni interessati hanno poi provveduto a darne comunicazione sui propri siti istituzionali, e così, hanno ottemperato al loro “dovere d’informazione” alla pubblica cittadinanza. Cosa credono, che basti richiamare il solito “mantra” – perché a questo si è ridotto! – de “la tutela e salvaguardia della salute pubblica “– per limitarci la vita, l’esistenza, i nostri diritti costituzionalmente tutelati? La libertà di religione, che implica la libertà di coscienza, è un diritto costituzionalmente tutelato, dall’art. 19 Cost! Per i distratti, lo rievochiamo: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume” . E’ chiaro? Ognuno di noi ha il diritto, che non può essere limitato da una legge (figurarsi, da una delibera di un’assemblea consortile!!!), se non se si pongano in essere atti, riti, che siano contrari al buon costume. Dunque, se voglio esercitare la mia legittima libertà di culto, recandomi al cimitero ove sono sepolti i miei cari, e ne ho bisogno, per elaborare il mio lutto o semplicemente per cercare quell’unione di anime che solo in quel luogo sacro riesco a trovare, ebbene, questo mio legittimo diritto non può essere negato, limitato o coartato, se non da una legge e se il mio comportamento sia contrario al buon costume. I detrattori mi obietteranno: ma c’è la pandemia, c’ è il diritto alla salute, anch’esso costituzionalmente tutelato dall’art. 32 Cost., che così recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” La tutela dell’interesse della salute della collettività, che tanto viene invocata da coloro che ci governano, sia a livello centrale che regionale, non può mai, in nessun caso, violare i limiti del rispetto

della persona umana, e quindi dell’individuo! La salute, costituzionalmente tutelata dall’art. 32 Cost, è quella “summa” di benessere psico-fisico, che non può discernere, per un cristiano, anche dal benessere della propria coscienza religiosa, del proprio bisogno di ascoltare la propria fede. Non è legittimo chiudere i cimiteri, sulla base di un apodittico richiamo di tutela della salute della collettività! Con un atto, poi, che è una mera e semplice delibera di un Consorzio tra Comuni! Già una Legge (sottolineo, “Legge”!) dovrebbe ben contemperare tutti i vari interessi e diritti che si frappongono tra la tutela del diritto alla libertà religiosa ex art. 19 Cost. e la tutela del diritto alla salute ex art. 32 Cost.; figurarsi, un mero atto deliberativo di un Consorzio cimiteriale! E’ evidente come sia un atto assolutamente illegittimo, che vìola i precetti della Costituzione e non è assistito da alcun riferimento normativo intendendosi, in base al richiamo ex art. 32 Cost, un atto di legge, ovvero un atto approvato dal Parlamento o dal Consiglio Regionale – e, sia chiaro, qui si parla di “legge”, non dpcm od ordinanze regionali, ma Legge del Parlamento o Legge Regionale; che, non mi pare siano state emanate in merito all’argomento.Non è legittimo entrare di prepotenza nella sfera individuale, del proprio benessere psico-fisico, dei propri diritti come individuo, senza nemmeno motivare perché quel comportamento non si debba tenere, ritenendo sufficiente un mero richiamo al “mantra” del pericolo di assembramento o della tutela della salute della collettività, con un atto che non ha neppure lontanamente la forza ed il vigore di una legge . Non si può vietare di andare al cimitero “considerato il perdurante stato di gravità della situazione epidemiologica, senza tenere conto del bisogno dell’individuo di esprimere la propria comunione spirituale con il proprio caro , in giorni, come quelli relativi alla Commemorazione dei Defunti, in cui tale bisogno si avverte ancor più impellente ed incessante. Non è giusto, entrare di prepotenza nella sfera intima, privata, di un individuo, spazzando via un suo sacrosanto diritto in soli 30 minuti, in una videoconferenza in cui, tre soggetti, hanno deciso per un’intera collettività. Non credo che, in mezz’ora – questo, il

tempo dedicato alla questione – si sia potuto ben contemperare il giusto equilibrio tra i due interessi contrapposti: la libertà religiosa del singolo individuo e la tanto invocata tutela della collettività “considerato il perdurante stato di gravità della situazione epidemiologica”; la questione è stata liquidata nel giro di mezz’ora, come dimostrano gli orari di apertura e di chiusura del verbale di assemblea del Consorzio; senza neppure prendere in considerazione delle alternative, come ad esempio degli orari di apertura straordinari, in più giorni, con degli operatori all’ingresso, per consentire il monitoraggio del flusso di persone, sì da evitare la possibilità di assembramento e controllare l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza da parte dei visitatori. Ecco, questo sarebbe stato, a mio modesto avviso, la legittima espressione di buon senso, e di cura della collettività di cui si dovrebbe essere espressione; il giusto contemperamento della tutela della salute della collettività ma anche della salute del singolo individuo. So bene che anche il Papa, in questo particolare periodo, ha dispensato i fedeli dall’andare al cimitero nel giorno dei Morti; ma lo ha fatto come Padre della Chiesa, come un Pater amorevole che si preoccupa affinchè i propri figli non si sentano in colpa per aver violato un comandamento della Chiesa Cattolica (“Ricordati di Santificare Le Feste”). E, attenzione, il nostro Pontefice, non ha vietato di recarsi al cimitero, ma ha dispensato dall’obbligo di recarvisi, autorizzando in via straordinaria nuove regole in vista della festa liturgica di Ognissanti; nel caso di specie, invece, è stato imposto di non andare al cimitero, al fine di evitare gli assembramenti, senza ipotizzare una soluzione alternativa alla chiusura. C’è una abissale differenza!!! Non si può eludere il nostro sacrosanto diritto di recarci al cimitero, di visitare i nostri cari, di pregarli sulla loro tomba, di accendere loro un cero e di celebrarli nel giorno deputato alla Loro memoria; non si può cancellare, con un colpo di spugna, un diritto costituzionalmente tutelato. Noi siamo innanzitutto dei singoli individui, poi dei cittadini. Abbiamo diritto ad essere trattati e rispettati da individui, con il doveroso rispetto, da parte di chiunque, dei nostri inviolabili diritti come persona. Non c’è esimente, per questo.


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ANGELA CAPOCELLI

I lavoratori del mondo della notte: abbandonati a sé stessi e dimenticati

Il settore dei lavoratori della notte è quello che, in termini economici, ha risentito più fortemente dei disastri economici dovuti al Covid19. Primi a dover chiudere e ultimi a poter riaprire, non hanno ricevuto sussidi o supporti che sopperissero all’ impossibilità di lavorare. Migliaia le famiglie coinvolte in questo incubo da nessuno nominato e troppo a lungo taciuto, centinaia le figure professionali in preda alla disperazione: camerieri, barman, cassieri, security, parcheggiatori, fotografi, dj, vocalist, addetti alle pulizie, organizzatori di eventi, allestitori, fornitori vari, ballerini, performer, pr (public relations)… Sono sull’orlo del baratro il settore spettacolo, il settore musica, il settore luci, la manutenzione impianti elettrici e, indirettamente, fortemente toccati dal dissesto economico anche taxi, videomaker, autisti Uber e così via… Insomma, un vero e proprio dramma. Ma chi tutela queste figure? Chi pensa al sostentamento delle famiglie legate a tali professioni? Visti come i “più sacrificabili”, appartenenti a un settore superfluo, ludico, non indispensabile, questi lavoratori vivono una situazione precaria oramai da otto mesi: all’inizio della diffusione del Virus sono stati i primi a dover rinunciare al lavoro, questa Estate sembrava potessero di nuovo ingranare ma si sono dovuti accontentare di aperture a singhiozzo,

a metà Agosto (quando il 16 sono state richiuse le discoteche) si sono di nuovo ritrovati a casa senza un’occupazione. Indubbiamente i locali, essendo un luogo in cui c’è forte assembramento, rappresentano un potenziale spazio di diffusione del contagio: ma se invece di chiuderli si fossero trovate altre soluzioni? E oppure, seppur chiudendoli si fosse provveduto a sostenere con sussidi statali questi lavoratori? Ebbene no, il governo sottovalutando l’ingente mole di professioni coinvolte in questo mondo, ha sottovalutato altresì l’importanza della distrazione e del divertimento che in questo momento così difficile avrebbero rappresentato un elemento veramente fondamentale:

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lo Stato avrebbe potuto consentire che le discoteche rimanessero aperte, a patto che si controllasse la temperatura e che si indossasse tutto il tempo la mascherina, mantenendo ovviamente ridotto il numero delle persone contenibili. Divertirsi (ma in sicurezza!) avrebbe innanzitutto permesso a centinaia di lavoratori di continuare a guadagnare ma poi avrebbe probabilmente alleviato lo stress che si espande a macchia d’olio in questa società afflitta dal Covid19, oltre che dal punto di vista fisico, anche dal punto di vista psicologico. Ci auguriamo che presto si dia ascolto alla richiesta d’aiuto del mondo della notte che, ancora una volta, con il nuovo DPCM, è stato messo in ginocchio!

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14 GENNARO MOSCA

LA KATANA E ‘I CAMILLIANI’ DEL P.O. DI CASORIA IL GRILLO PARLANTE

Prologo. La Katana era la spada del Samurai. Una credenza vuole che fosse anche il luogo di dimora della sua anima. Non solo un’arma raffinata, ma un simbolo dei valori di questi nobili guerrieri. Servire e difendere i più deboli con lealtà, onestà e coraggio. Agire con disciplina e onore. Questo rappresentava la Katana. Fine. L’altra mattina ho accompagnato il mio caro papà al P.O. S. Maria della Pietà, ‘I Camilliani’ di Casoria, per un intervento di cataratta. Alle 7.30, all’accettazione dei pazienti, mi sono ritrovato al ‘triage’ – dove avviene lo screening anti Covid – con due operatori scrupolosi, attenti, precisi, coscienziosi. Una signora accanto a me ha chiesto una sedia a rotelle per la sua mamma, e subito è arrivata. Ci hanno spiegato con calma – nonostante il numero delle persone aumentasse velocemente – il percorso che il paziente doveva seguire per accedere al reparto. Il Direttore Sanitario, fermo sulle scale dell’ingresso, supervisionava con occhi severi e ci intimoriva un po’, accertandosi che tutto avvenisse con ordine e nel rispetto delle nuove procedure di sicurezza antivirus. Un paio di volte, uno dei due operatori gli si è rivolto per ricevere direttive, quando si è presentato un caso anomalo come me, perché ho chiesto di accompagnare il mio papà per ragioni di età fin giù nel reparto, volendo derogare al divieto della presenza di altri che non fossero i soli pazienti. Il Direttore mi ha permesso di arrivare solo fino alla sala d’attesa, dove l’ho rivisto dialogare con un sanitario di questioni mediche, e poi riprendere – educatamente – l’astante disattento a tenere su la mascherina. Insomma, tanto buon zelo nel far rispettare le regole. Meno male. Da Protocollo, non sono sceso nel reparto, ma ho affidato il mio papà ad un’infermiera che, gentile ma decisa, mi ha rassicurato che lo lasciavo in buone mani. E così è stato. Mentre aspettavo con un po’ d’ansia, sono uscito dalla sala d’attesa e mi sono ritrovato nel retrostante ‘Giardino delle Beatitudini di San Camillo’, dove un silenzio ed una tranquilli-

tà sinceramente inaspettate – nel centro di Casoria – mi hanno sorpreso e rasserenato. Leggendo le beatitudini scritte su alcune panchine, ho capito che quegli operatori sanitari, nei fatti, le vivono ogni giorno: “Beato e felice chi serve gli infermi e consuma la sua vita in questo santo servizio con le mani dentro la pasta della carità”, o anche “Beati voi che avete una così buona occasione di servire Dio al letto dei malati!” Magari questi operatori non si sentono ‘beati’, e forse qualcuno neanche crede nelle parole del Santo, ma certamente praticano un servizio importantissimo e prezioso che, se non beati, almeno li rende speciali, proprio come in quel momento era il lavoro del chirurgo con il suo ferro sul mio papà. Fantasticando, mi è venuto in mente un altro ferro, la Katana e i valori che ha in sé, che mi sono sembrati vicini a quelle beatitudini: servire i più deboli, risollevare chi soffre, difendere dalle ingiurie del tempo, della malattia e della sorte avversa. Insomma, mentre passeggiavo in quella pace, nella mia fantasia il chirurgo è diventato un Samurai, e il bisturi la sua Katana che brandiva per vincere il male. Gli operatori sanitari ogni giorno vivono un codice d’onore, forse senza saperlo, e per questo meritano tanta gratitudine, per la forza e la fatica che impiegano nel combattere le nostre sofferenze, proprio come quei nobili guerrieri. E quando quel sanitario è in ritardo per somministrarci la cura, stiamo certi che è impegnato altrove a curare un altro come noi. Tutto è diventato complicato e pesante in questa maledetta pandemia. Restiamo tutti calmi, e ripartiamo da ciò che funziona, nonostante questa guerra. Quando ci affidiamo alla loro cura, facciamo anche noi la nostra parte. E la nostra parte è trattarli con rispetto e riconoscenza, e – se occorre – saperli aspettare con un po’ di pazienza. Perché, come diceva in un film il grande Totò, vestito da chirurgo, al paziente che lo incalzava per essere operato: “Lei è un paziente, e perciò abbia pazienza. Perché se non ha pazienza, allora, che paziente è?!!” (da: Totò Diabolicus).

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RAFFAELE SILVESTRO

ARZANO ZONA ROSSA Con l’incremento dei contagi constante nelle ultime settimane, per ordine del presidente della Regione Vincenzo De Luca, Arzano è diventata Zona rossa fino al 30 ottobre. Ripercorriamo le tappe di questa drastica decisione. Circa due settimane fa, la commissione straordinaria chiudeva tutti i locali commerciali non di prima necessità, ma consentiva gli spostamenti tra Comuni, questa decisione fece scattare una serie di proteste da parte dei commercianti, i quali, bloccarono gli ingressi principali alla città, senza far uscire o entrare le automobili. Dopo cinque giorni di proteste e blocchi e dopo l’incontro con il prefetto di Napoli, la decisione da parte del presidente De Luca di istituire la zona rossa, nessuno entra, nessuno esce e soprattutto, che rimangano aperti solo gli esercizi di prima necessità. Arzano è tornata, quindi, sei mesi indietro nel tempo, la città a due passi da Napoli è ripiombata nel baratro che abbiamo vissuto a Marzo e Aprile. I numeri purtroppo erano allarmanti, questa era l’unica soluzione attuabi-

le, visti gli oltre 330 contagiati. Istituiti quindi i dieci giorni di lockdown, è partita anche l’organizzazione per lo screening di tutta la popolazione, avvenuto nei giorni 25 e 26 ottobre. Tutte le sedi elettorali sono state trasformate in ospedali da campo che effettuavano test e tamponi a tappeto, purtroppo, essendo che lo screening non era obbligatorio, la partecipazione non è stata massiccia, meno della metà della popolazione si è sottoposta alla tracciatura del virus. Il giorno dopo lo screening arzanese, si è venuto a conoscenza che 238 persone sono risultate positive tra quelle che si sono sottoposte ai tamponi, facendo così incrementare vertiginosamente il numero dei contagiati, che ad oggi dovrebbe superare i 650, intanto la domanda che molti si pongono, ma ad Arzano, non si guarisce dal virus? Sono tante, infatti, le persone positive che attendono da circa venti giorni il secondo tampone, purtroppo però l’asl di riferimento è quasi al collasso con i positivi che continuano a crescere. Ora, sorge spontaneo un ulteriore que-

sito. Arzano continuerà ad essere zona rossa? Con la percentuale di contagiati che supera il 2% (la più alta nell’area nord di Napoli) dobbiamo preoccuparci? Ai posteri, l’ardua sentenza.

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Vincenzo D’Anna

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16 SALVATORE IAVARONE*

La tutela del patrimonio comunale diventi una priorità. Un simbolo del degrado ad Arpino

Ad Arpino nei pressi del Parco dei Pini vi è uno dei simboli del degrado e dell’abbandono a cui ci siamo abituati. “L’abitudine rende sopportabile anche le cose spaventose” diceva Esopo, ed effettivamente è così anche nella nostra frazione di Arpino. In via Strada Vicinale Marrazzo angolo con via Enrico Toti, all’altezza del sottopassaggio, vi è un sito di depurazione delle acque di scarico della zona del Parco dei Pini. Il sito è difficilmente visibile per chi passa in auto, è posto ad un altezza inferiore al livello stradale, e non è stato facile reperire informazioni sul perchè sia in questo evidente stato di abbandono, neppure negli uffici comunali. Il sito di proprietà comunale, costava non poco in termini di manutenzione, ed oggi è abbandonato a se stesso. Ergo, o è stato realizzato qualcosa di totalmente inutile, oppure stiamo sversando scarichi non depurati con gravi danni all’ambiente. In entrambi i casi bisogna accertare le responsabilità. Se l’impianto è utile, e se è vero come è vero, che l’ente è in dissesto e non ha le risorse per affrontare i costi di gestione del centro di depurazione, è indispensabile che si apra un tavolo di confronto con gli enti superiori, in

primis la Regione, per valutare soluzioni definitive. Ma non è più tollerabile che uno scempio di questo tipo sia posto al centro della città, anche senza cancelli e con gravi rischi per i ragazzi che possono entrare con estrema facilità all’interno della struttura. Ho personalmente richiesto che l’intera area sia messa in sicurezza, e sia oggetto di un intervento di pulizia immediata da parte di Casoria Ambiente. Intanto questa questione, accende sem-

plicemente i riflettori su una questione ben più nota alla città, la questione del patrimonio comunale, una grande risorsa per il Comune, gestita malissimo. Una grande opportunità di rilancio per Casoria, che ha un notevole patrimonio non valorizzato. Su questo punto sarebbe utile accendere i riflettori della politica locale affinchè questo tema diventi una priorità nell’agenda politica dell’amministrazione comunale. Intanto in una recente puntata della Copertina diretta dal direttore Nando Troise su nanoTv, ho a lungo affrontato il tema della qualità delle acque della nostra costa, un tema che si sposa pienamente con la necessità a livello regionale di garantire un funzionamento ed un potenziamento dei depuratori in Campania, sarebbe il caso di dare il buon esempio a partire dal nostro Comune di Casoria, che deve recuperare il suo depuratore delle acque di scarico ad Arpino. Seguiremo come sempre da vicino anche questa questione, chiedendo agli uffici competenti di intervenire tempestivamente. *Consigliere comunale e presidente della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”

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Casoria Ambiente, saluta l’amministratore Aceto: “Un onore aver condiviso quest’esperienza”

In attuazione del piano industriale approvato a fine maggio, è stato assegnato ad una cooperativa sociale il nuovo servizio integrato per lo spazzamento manuale, lo svuotamento dei cestini e il diserbo. L’affidamento ha una durata di due anni (prorogabili a tre) e vedrà impegnata la cooperativa sociale ‘L’Uomo e il Legno’. Ci sarà un unico soggetto responsabile di tali servizi, mentre il personale dipendente attualmente impegnato nello spazzamento manuale sarà ricollocato nelle altre attività aziendali. Lo spazzamento manuale sarà effettuato sette giorni su sette nelle zone centrali e in quelle maggiormente frequentate, a differenza di quello attuale che esclude la domenica. In tal modo si risponderà ad un’esigenza molto avvertita, contribuendo a cambiare in meglio il volto della città. Anche il diserbo sarà effettuato dodici messi all’anno, e si eviteranno pertanto i disservizi degli ultimi anni. Nel periodo giugno-ottobre sono state inoltre concluse diverse delle procedure attuative del piano industriale, come ad esempio: - sostituzione dei mezzi di proprietà comunale con mezzi a nolo. I nuovi mezzi dovrebbero essere consegnati entro i primi di novembre; - affidamento dei servizi di raccolta degli indumenti usati e degli olii esausti; - innovazione e razionalizzazione digitale; - comunicazione: sono stati affidati due incarichi per due distinte – e integrate - attività. Accanto alla collaborazione per la comunicazione ufficiale (stampa, social, etc.), è stato già predisposto il primo Piano organico per la comunicazione aziendale (che

Affidato alla cooperativa sociale “L’uomo e il legno” lo spazzamento manuale, lo svuotamento dei cestini e il diserbo

comprende anche le proposte di logo, il nuovo sito web e lo studio di un’applicazione per i servizi di call center e segnalazione disservizi); - sensibilizzazione ambientale volta alla riduzione dei rifiuti e al miglioramento della raccolta differenziata: è stato assegnato un incarico per la produzione di materiali specifici (occorre avviare le attività) ed è stata finanziata la campagna PULIAMO IL MONDO di Legambiente Campania, con cui era stato sottoscritto apposito protocollo d’intesa; - accordo Quadro Anci-Conai 20142019 - Progetti Territoriali e Sperimentali: Casoria Ambiente ha formalmente ricevuto il sostegno per il cofinanziamento delle attività di comunicazione e sensibilizzazione; - accordo COREVE: Casoria Ambiente ha ricevuto un assenso di massima. Per il finanziamento ufficiale delle attività proposte occorre attendere l’approvazione del bilancio da parte di COREVE, che dovrebbe avvenire entro il prossimo novembre;

- è stata predisposta una proposta di modifica al Regolamento comunale per la gestione dei rifiuti urbani e l’assimilazione dei rifiuti speciali; - è stato predisposto l’avviso per la selezione di massimo n. 7 tirocinanti (5 avvocati e 2 contabili). Oltre ai punti descritti si aggiungono le seguenti attività, per le quali le relative istruttorie sono già avanzate ed occorre soltanto avviare le procedure: - software per la gestione intelligente delle isole ecologiche mediante processi digitalizzati; - servizio di analisi merceologica e supporto del Responsabile qualità della raccolta differenziata, con riferimento sia alle utenze domestiche che a quelle produttive e commerciali; - raccolta e recupero di toner e cartucce per stampanti. L’amministratore uscente, dott. Gianluca Aceto, ha ringraziato le lavoratrici e i lavoratori che, con dedizione e spirito di collaborazione, e ciascuno secondo le proprie competenze, hanno condiviso il suo tentativo di trasformare la società per renderla adeguata alle sfide del presente e del futuro e costruire una metodologia aperta e collaborativa per raggiungere risultati concreti. «Ho il solo rammarico – ha dichiarato l’amministratore in una nota di saluto ai dipendenti - di non avere avuto il tempo di dimostrare compiutamente che Casoria Ambiente ha tutti i mezzi per costituire un’eccellenza nella gestione dei servizi pubblici nel Mezzogiorno. Ritengo tuttavia che il lavoro avviato potrà essere messo a disposizione del nuovo Amministratore, al quale, sono sicuro, non farete mancare il vostro sostegno. Considero un onore e un privilegio aver

Massimo iodice nuovO Amministratore unico di casoria ambiente L’Assemblea dei soci di Casoria Ambiente ha individuato nel dr. Massimo Iodice la figura del nuovo Amministratore Unico


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A Forcella, pulizia e manutenzione delle storiche fontane della “Scapigliata” e del “Capone”

L’intervento di riqualificazione realizzato da istituzioni pubblico-private e associazioni del quartiere Restituite alla bellezza originaria le due fontane cinquecentesche di Forcella. Le fontane, dette la “Scapigliata” e il “Capone”, sono state oggetto di un accurato e attento intervento di ripulitura completa, curato da una ditta specializzata nel restauro, che ha, tra l’altro, rimosso tutti i graffiti vandalici che si sono accumulati nel tempo. L’intervento rientra nelle azioni di progettazione di sistemazione e riqualificazione della zona di piazza Vincenzo Calenda e delle sue adiacenze, promosse dal partenariato costituito dalla fondazione Trianon Viviani, L’Altra Napoli onlus, l’associazione Agorà e l’associazione dei commercianti del territorio A’Forcella, sotto la supervisione dell’assessorato al Verde urbano del Comune di Napoli e della Soprintendenza Archeologia, Belle arti per il Comune di Napoli.

L’azione, dal valore fortemente simbolico, testimonia, in un periodo difficile e cupo, la volontà dei soggetti impegnati su territorio a riavviare insieme processi virtuosi in sintonia con il quartiere: «con il recupero delle due fontane – affermano i promotori – si arricchisce di un altro tassello la speranza del rilancio di Forcella e di Napoli». Le fontane sono collocate vicine a piazzetta Forcella, lo slargo di via Egiziaca a Forcella di fronte all’ingresso principale dell’attuale ospedale Ascalesi e adiacenti al complesso dell’Annunziata. Furono realizzate nel 1541 da Giovanni Merliano, meglio noto come Giovanni da Nola, uno dei maggiori

architetti e scultori del Seicento, per volontà del vicerè don Pedro de Toledo. nell’àmbito di importanti lavori di monumentalizzazione urbana che interessarono anche la rimodulazione di alcuni spazî dell’antico complesso dell’Annunziata, nel luogo dove un tempo sorgevano i lavaturi della Santa Casa, alimentati, così come i due mulini adiacenti, dall’antichissimo acquedotto della Bolla. Al centro della fontana della Scapigliata fu posizionato un enorme scoglio in pietra lavica dal quale sgorgavano numerosi zampilli d’acqua, che, nel ricadere, ricordavano il morbido movimento di lunghe chiome “scompigliate”: da qui l’appellativo popolare della “Scapigliata”, ricordata anche da Camillo Napoleone Sasso nel 1856: “Nel fonte entra l’acqua per più cannoli, ma quello che fu ben immaginato dall’architetto è lo scoglio che nel centro è situato, dal quale esce con tanta abbondanza l’acqua in mirabile artificio in modo che sembra un padiglione: dall’acqua sì sgorgante il volgo gli dette il nome di Scapigliata. Il fonte di marmo sottoposto è grandissimo per dar comodo al popolo di colà di lavare i panni lini”. Successivamente, durante i lavori del Risanamento di fine Ottocento, il maestoso scoglio che troneggiava al centro della fontana, fu sostituito da una colonna sulla quale fu collocato lo stemma marmoreo del Comune di Napoli. Il “Capone”, così detto per l’enorme testa dalla quale sgorga l’acqua, sorge a ridosso del muro perimetrale del complesso dell’Annunziata, secondo il gusto cinquecentesco di addossare le fontane a edificî pubblici. Accanto al mascherone di marmo bianco ve ne erano altri due similari, ma in bronzo e sfortunatamente andati perduti nel corso dei secoli.

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DOMENICA 1 NOVEMBRE 2020

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

LA VITA DI BENNY MOLARO Sono Benedetto Molaro ma per gli amici Benny, ho 33 anni, sono originario di Tufino, un piccolo paesino in provincia di Napoli, sono diplomato in Tecnico delle industrie meccaniche nel 2007 presso l’istituto professionale Galileo Ferraris, dietro la spinta anche della mia famiglia che mi ha sempre sostenuto in ogni passo verso lo studio. Ho una grande passione per il calcio, teatro, palestra, politiche sociali e tv. Sono molto attivo anche nel sociale, amo la curiosità, con molti interessi sono molto concentrato sugli obiettivi. Vorrei parlare un po’ della mia vita sono affetto da Retinite Pigmentosa in Sindrome di Usher tipo II, una malattia abbastanza rara agli occhi. Mi è stata scoperta 16 anni fa, la mia paura e stata quella di perdere la vista. Non è stato un momento facile e all’ inizio, non volevo fare più nulla, ho ripreso la mia vita in mano, grazie alla Fondazione Telethon nel 2014 e 2015 anni in cui su Rai1 e altre emittente ho potuto raccontare la mia storia. Ho poi partecipato ad un cortometraggio del regista Roberto Itri, dal titolo “Semplicemente Eroe”, in cui si parla della mia storia, disponibile su youtube. Amo molto lavorare nel settore del sociale, organizzazione e collaborazione di eventi sto portando i progetti a nome dei Fratelli Molaro, anche in memoria di mio fratello Vito. Il sociale è totalmente un altro mondo, ci sono mille modi per dare un contributo al proprio sogno...il mio sogno di poter partecipare un giorno a un Reality senza mai arrendersi. Il primo giorno del 2020 ho perso un fratello di 28 anni, una

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data che non dimenticherò, mai, era affetto da Fibrosi Cistica. Lui era attore di teatro e piccole parti del cinema sognava in grande per la sua carriera. Nel 2015 aveva anche partecipato ad una trasmissione televisiva ‘Storie Vere’, su Rai1, come testimonial della sua storia. Nella sua carriera, mio fratello Vito, che ha studiato recitazione presso l’accademia Ribalta Officine di Castellammare di Stabia, si é cimentato in diversi ruoli, prendendo parte a diversi film e poi ha recitato una piccola parte nella soap “Un Posto Al Sole”, ha inoltre recitato per 4 anni nella “Compagnia Teatrale Mela”, l’ultimo lavoro, un ruolo nel cortometraggio “Reciprocitas”, un racconto dedicato al bullismo, il suo idolo è sempre stato Alessandro Siani e sognava una piccola parte con lui. Il suo coraggio, come quello di tanti altri leoni. Nel suo ultimo messaggio, postato la notte di San Silvestro, ha scritto “Il leone è ferito, ma non è morto”. Tutto questo è accaduto al Policlinico Umberto I Roma dove era in cura presso L’unità Operativa Fibrosi Cistica diretta dal dott Giuseppe Cimino. Voglio lasciare un appello su Covid-19 per la Campania, soprattutto verso le persone con disabilità tutte queste pratiche le ho messe per 25 anni nei confronti di mio fratello Vito, affetto da Fibrosi Cistica. Ho cercato in tutti i modi di evitare ogni forma di contagio. So cosa significa il distanziamento sociale, usiamo la mascherina.

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