Domenica 17 maggio

Page 1

DOMENICA 17 MAGGIO 2020

1

Settimanale di Informazione

Distribuzione gratuita - E-mail: casoriadue@libero. it

ANNO XIX - N° 20 - DOMENICA 17 MAGGIO 2020

VERA FOLLIA DI PRIMA

,

UTUNNO FOLLIA DSiAac cettano

TUTTI I TICKissEionTi senza comm

orario ato continu

orario orario ato ato MegaMercato MegaMercato MegaMercato DonnaVincenza DonnaVincenza DonnaVincenza LaCittadella LaCittadella LaCittadella continu continu

Via P.di Piemonte, 66/c CASORIA (NA) - Tel. 081 7580081

Via Michele Parise, 59/61 POGGIOREALE (NA) Tel. 081 19312746

Gruppo Gruppo

Gruppo

Via Nazionale delle Puglie, 200/b CASORIA (NA) Tel. 081 7598364 - 081 19303356

MegaMercato MegaMercato MegaMercato

AURELIO LANCI IL “MANIFESTO SUD”


2

DOMENICA 17 MAGGIO 2020


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

3

L’EDITORIALE DI NANDO TROISE

AURELIO LANCI IL “MANIFESTO SUD”

FASE 2= ritorna il campionato di serie A, allenamenti collettivi dal 18 maggio in poi al Centro Sportivo di Castelvolturno e ritiro fisso e continuo, anche con doccia in camera, al Marina di Castello, dopo averci avvertito che anche la intera Europa può essere presa a fischi in tempi grami come questi. Ghoulam riuscirà a tornare al calcio? Lunedì 18 maggio le 55 federazioni europee in call conference. Qualcuno ci fornisce spiegazioni etniche estremamente interessanti. Il campionato di serie A quando e se dovesse ritornare si potrebbe giocare al Sud invece che al Nord. Cagliari è sud o nord? In che direzione va? Intanto, da queste parti, si parla, come è giusto di Regione. Apprendiamo con sgomento che Vincenzo De Luca presidente, si troverà coinvolto nei tortuosi scontri con le Regioni del Nord. A comunicarcelo dolorosamente, non è il Mattino, che dovrebbe farci capire una buona volta per sempre che è un giornale di Napoli ma il Corriere della Sera. Il quotidiano di Milano ci informa pure che pochi producono a Napoli e moltissimi trafficano. I nostri conti in disa-

La Serie A disputi le 124 partite che mancano negli Stadi del Meridione; Il calciomercato negli alberghi del lungomare di Napoli vanzo. Per pareggiarli occorre l’apporto

esterno. L’esterno – avverte chi scrive – è l’Italia. Quindi noi pure, o napoletani, o campani, o meridionali. Viene anche scoperto che fatichiamo due volte: per inventarci un lavoro e lavorare. E’ vero. Quale è il maggiore problema dei nostri problemi? Il professore Compagna

rispondeva qualche anno fa: “creare le condizioni e le occasioni per valorizzare nella Campania e per la Campania la materia grigia che per una ragione storica e sociologica è più cospicua di quanto non lo sia in altre regioni, non soltanto del Mezzogiorno”. Materia grigia significa ragionare, criticare, obiettare, discutere. Personalmente mi sono reso perfettamente conto che non basta impadronirsi di una scrivania per stare a posto con la coscienza. Tutt’altro. La crisi degli organi di opinione pubblica napoletana prende l’avvio giusto da questo rilievo. Isolati (grazie alle scrivanie e gli stipendi del posto fisso a tempo indeterminato (p sempe!) in pochi si sono accorti che la Nazione e la Città cambiava e cambia volto e costume e hanno fatto quadrato appunto attorno alle….. scrivanie. L’unica speranza – ci viene detto profeticamente – è che una opinione pubblica resa più vigile dalla appartenenza a questa Regione e il ceto più vasto degli intellettuali e dei tecnici abbiano la forza di denunziare questo vecchio costume. continua a pag. 4


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

4 SEGUE da pag. 3

Napoli o diventa la guida della Regione Campania o diventa Città satellite di Roma! Potrà diventare la guida della Regione solo se la sua classe dirigente acquisterà coscienza del compito che deve svolgere. L’alternativa è ormai questa: Roma o Napoli. Inserito in questo contesto occorrerebbe una iniziativa. Tutti i presidenti delle Regioni Meridionali in sinergia e sintonia con tutti i Sindaci delle Città Meridionali (intendo da Frosinone a Licata) dovrebbero lanciare “Il Manifesto Sud”. In dispensabile, naturalmente, la presenza sia di De Laurentiis che di Vigorito. Il Sud, grazie alla provincia, deve agitare dai suoi scogli, una vecchia e buona bandiera. La “costruzione” di un discorso veramente meridionale. Il calcio, in tutto questo, ha una funzione determinante. Lo sanno tutti: da De Luca a De Magistris, da Ciro Borriello a Chiara Marciani, da Alessandra Clemente a Rosaria Galiero, dalla Palmeri, la Fortini e la Palmieri compresi i nostri scienziati, quelli votati alla lotta alla Sars Covid 19, Ascierto, Giordano, Parrella, Montesarchio. Il calcio. Il calcio nostro, oggi ancora artigiano, e l’urgenza di trasferirlo un gradino più su. Il Napoli, naturalmente, e la sua politica al centro di molte denunzie e critiche. De Laurentiis amletico, carattere risoluto e pieno di contrasti, dubbioso, tentennante e anche ambiguo, misterioso.

UN EROE DEL DUBBIO. Bisogna suonare l’allarme anche per il Napoli: o si rinnova nel quadro appunto dei grandi mutamenti sociali e culturali che stanno avvenendo (sia pure tra tante indecisioni e sofferenze) o la Regione Campania si indirizzerà verso altre soluzioni e smetterà di guardare al Napoli come alla società pilota. Ecco, tanto per fare un esempio, al sottoscritto viene fuori lo spunto di sollecitare, anche politicamente se è il caso, il trasferimento di gran parte delle restanti partite del campionato di serie A al SUD (A Caltanissetta, a Reggio Calabria, a Isernia e Campobasso, a Potenza e a Cosenza ecc) ed anche il calciomercato (in accordo, sintonia e sinergia con le Televisioni) sul lungomare di Napoli. Il Sud ha bisogno di nuove strutture, a tutti i livelli: è giusto che anche nel calcio si

rinnovi. E’ compito dell’opinione pubblica agitare questi problemi. Lo potrà realizzare? De Laurentiis questo lo ha capito fin troppo bene. La Regione sa bene che può essere l’alternativa. Parlino De Luca, Aurelio e Luigi con Conte, Fico e Di Maio proponendo della necessità che ha l’Italia di utilizzare la grande forza meridionale. MANIFESTO SUD La Regione Campania ha la possibilità di mostrare carattere e continuità. Il Napoli, inteso nella sua organizzazione sociale economica, deve sentire il bisogno di prendere atto di queste iniziative che gli converrà patrocinare, coinvolgendo il napoletano Vigorito ed il suo Benevento che è già in serie A. TUTTO ciò che riguarda la parte tecnica del discorso calcistico l’affronteremo quando le porte di Castelvolturno si apriranno insieme a quelle dello Stadio San Paolo. La stessa cosa dicasi del calciomercato. Le trattative ci sono ed esistono: in wap, in twitter, studiano Wyscout ma l’incubo coronavirus blocca tutto, persino i rinnovi di contratto, anche quelli che sembrano certi, più di tutti quello di Ciro Mertens, un belga diventato napoletano che vorrebbe finire la sua carriera a Napoli. Un augurio particolare al calabrese Gennaro Gattuso ed al suo vice, il napoletano Luigi Riccio, anime espressive per la concretezza del Manifesto Sud.

ni

C&C

anti l o V 0 500 A/5

0 0 , 0 €6

CENTRO STAMPE SRL

S. S. Sannitica 87 - n° 9 80026 Casoria (NA) Tel. 08118254028

5000 Volantini A/4

€ 120,00


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

5

NANDO TROISE

LA PANDEMIA NON POTRA’ IMPEDIRE LE ELEZIONI REGIONALI. SI VOTA A LUGLIO O AD OTTOBRE (?!?!)

NO, i partiti che si presentano alle prossime elezioni regionali non sono tutti uguali. Sono uguali se uno spulcia con minuzia (o malizia) i programmi elettorali, e trova che anche quelli che sforano di meno rispetto ai vincoli di bilancio che ci dobbiamo autoimporre e già qui le differenze sono evidenti contengono promesse che realisticamente non possono essere onorate. Questo avviene perché tutti i partiti hanno degli elettori una immagine piuttosto deprimente: che la grande maggioranza di loro non abbia alcuna idea della complessità di governare una grande REGIONE, stretto all’esterno da vincoli economici e politici nazionali ed europei, e stretto all’interno da dimensioni limitate della “coperta” finanziaria. Una coperta che non basta a coprire tutte le esigenze che i diversi territori e gruppi sociali avvertono come prioritarie. Ma soprattutto ciò avviene perché tutti i partiti sono convinti che gli elettori non abbiano una idea, e non vogliano o non possono farsela, della gravità della situazione economica, sociale e politica

Gli schieramenti sono convinti che gli elettori non abbiano idea della gravità della situazione economica e sociale in cui ci troviamo

in cui il Paese si trova. Del declino che l’ha colpito da almeno venti anni (o forse ancora di più) e delle difficoltà che devono essere superate per riavviare un processo di crescita sostenuto, il solo che può garantire, in tempi lunghi, la soddisfazione delle esigenze che i cittadini avvertono. Due anni fa ci avvertiva Antonio Galdo nel suo libro: “Ultimi: così le statistiche condannano l’Italia, Einaudi). Un allarme documentato ed un avvertimento. Questo prima di considerare il disastro economico, sociale e speriamo politico che ha portato e porterà nelle nostre vite la Sars 2 corona virus. Sia chiaro, anche io sono convinto che la Campania e l’Italia abbiano segmenti della loro economia e delle loro istituzioni che funzionano bene e che, potenzialmente, abbiano le risorse per rimettere in sesto quelli che non funzionano. E’ il passaggio dalle

potenzialità alla effettività che fa problema. E’ la chiarezza delle idee, indispensabile a disegnare e attuare le riforme necessarie, che in molti partiti manca. E’ l’impopolarità di alcune di queste e la (presunta) popolarità di altre – come si fa a promettere l’abolizione della riforma Fornero sulle pensioni o una completa marcia indietro sulle riforme attuate in tema di legislazione del lavoro? – a generare confusione tra gli elettori. Ed è soprattutto l’assenza di una visione nazionale condivisa, allo stesso tempo realistica ed entusiasmante che ostacola uno scatto di orgoglio dei cittadini: “anche la Campania ce la può fare; anche l’Italia ce la può fare”. E’ vero, i partiti offrono uno spettacolo desolante, attenti soltanto al loro successo elettorale e non al successo del Paese in un contesto interno ed internazionale difficile. E per molti di loro la pretesa

che i due obiettivi coincidano fa semplicemente sorridere, se non facesse piangere. Ma non sono tutti uguali, e consiglierei agli elettori di prestare attenzione soprattutto a due cose, oltre a quella, sempre importante, del loro orientamento valoriale destra o a sinistra: come essi hanno governato, e, soprattutto, il loro atteggiamento verso l’Unione Europea. Le elezioni regionali che verranno sia a fine pandemia o durante la pandemia decidono dove gli elettori campani vogliono stare. Con l’Europa o contro. Restano i due grandi schieramenti del passato: centrodestra e centrosinistra, ai quali auspico si possa ritornare finita la sbornia populistica. Nell’attuale centrodestra c’è il grosso problema dell’antieuropeismo della Lega. La candidatura di Stefano, figlio del Senatore Caldoro, non coincide con quelli di Salvini. Sul confronto di come il centrodestra ed il centrosinistra abbiano governato l’Italia dal 1944 al 2020 personalmente non ho dubbi e cerco di tenere distinti i giudizi di valore da giudizi di fatto.

NANDO TROISE

DISTRETTO 43 ASL NAPOLI 2 NORD Vorremmo raccontare successi e problemi. Troviamo difficoltà

Ferdinando Russo, Tommaso Girasole, Filippo Rossi, Natale Pratticò, il registro tumori, E.PI.CA., il centro delle prenotazioni per visite mediche, via Primo Maggio e via Alcide De Gasperi, i poliambulatori, il Distretto Sanitario n. 43 dell’Asl Napoli 2 Nord, quello di Frattamaggiore e quello di Afragola, il San Giovanni di Dio e il Maria Santissima della Pietà dei Camilliani, i parcheggi, il pronto soccorso, il primo soccorso, la guardia medica, le ambulanze, la unità

di prevenzione co.vi. ecc. Appartengono tutti alla categoria dei modesti, di quelle persone che non si montano la testa tanto facilmente. Filippo Rossi ora è sulla cresta dell’onda per i suoi uccellini e rende meglio l’idea. Da un anno in pensione. L’ex direttore del distretto Ferdinando Russo ora è a Caserta, dirige l’Asl Caserta 1; Tommaso Girasole è andato a dirigere il Distretto Sanitario di Casalnuovo di Napoli; Domenico Maglione è il Direttore Sani-

tario dell’Ospedale di Casoria; c’è chi vorrebbe tornare nella sua Casoria ma è esiliato in lande desolate, tra il mare, la campagna e la montagna. Il Distretto 43 è un presidio sanitario intrinsecamente forte: occorre soltanto fiducia e serenità, saggezza e semplicità. Tutte cose ampiamente garantite. Il settimanale Casoriadue e il portale di informazione www.casoriadue.it vorrebbero raccontare successi e problemi. Troviamo difficoltà!


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

6 ANTONIO BOTTA

Su “Nano tv” intervista del Direttore Troise a Ciro Borriello, Assessore allo sport del Comune di Napoli

“E SE IL CAMPIONATO RIPRENDESSE NEGLI STADI DEL SUD”?

Dialogo su “Stadio S. Paolo, scuole calcio giovanili, impianti sportivi, elezioni regionali” A causa della sopraggiunta pandemia, l’intervista del Direttore Nando Troise all’assessore allo sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, nell’ambito della rubrica “LA COPERTINA” trasmessa su “NANOTV”, è stata effettuata con alcune settimane di ritardo. In sintesi gli argomenti trattati sono stati: la ripresa del campionato di calcio, le scuole calcio giovanili a Napoli e in provincia, gli impianti sportivi, le elezioni regionali. Prendendo sempre spunto da alcune “copertine” del settimanale “Casoriadue” da lui diretto, Troise ha introdotto il dialogo con una domanda sul Presidente del Calcio Napoli, De Laurentiis, da lui definito “Amleto” per il suo carattere “ambiguo, tentennante,dubbioso”. Facendo anche riferimento a passati contrasti con il Comune, ha chiesto quali siano attualmente i rapporti tra Ente locale e la società “Calcio Napoli”. L’Assessore ha posto in rilievo che il confronto anche personale con il Presidente, in merito ai lavori allo stadio S. Paolo in vista delle Universiadi, è stato animato, ma alla fine è prevalso il buon senso e, quindi, si è pervenuti ad un accordo ragionevole, contemperando gli standard di sicurezza, le esigenze del pubblico e l’aspetto estetico, molto apprezzato. “Certo” ha aggiunto Borriello “se avessimo avuto più soldi avremmo fatto di più, ma siamo riusciti a capitalizzare il massimo del profitto. Anche la polemica per i sediolini multicolor ha avuto alla fine un buon esito dopo una positiva mediazione: predomina l’ azzurro con sfondo sfumato di vari colori. I rapporti ora sono ottimi, corretti, l’obiettivo comune è di essere pronti per una eventuale ripresa dopo la sospensione di tutte le attività sportive per l’emergenza sanitaria. Parlando dello stadio di Fuorigrotta, Troise ha fornito la notizia, a molti non nota, che il Cardinale Alfonso Castaldo, casoriano, propose di intitolare l’impianto sportivo, inizialmente denominato “Del Sole” a S. Paolo di Tarso, poiché l’”Apostolo delle genti”, il primo eminente teologo della Cristianità, si era fermato, in uno dei suoi viaggi missio-

nari, presso il luogo adesso occupato dalla struttura sportiva in cui gioca il Napoli. In merito alla ripresa del campionato, ambedue gli interlocutori hanno commentato la proposta avanzata dal figlio del Direttore, Ciro Troise, al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nel corso dell’intervista per il periodico “Iam Naples”, concernente la possibilità di far giocare le rimanenti 124 partite di calcio negli stadi del Centro sud (Palermo, appunto, Cosenza, Crotone, Lecce, Catania…), dove il tasso di contagiosità è stato minore rispetto alle zone del Nord. Certo, sia Borriello che Troise hanno manifestato il loro parere favorevole, ma la proposta andrebbe discussa e ponderata a livello politico e dalle varie associazioni calcistiche. Sul “come” riprenderà il campionato di calcio, Borriello ha ipotizzato che possa avvenire anche con qualche formula nuova per portarlo a termine e su ciò il Direttore ha espresso, invece, l’idea che si debba ritornare a giocare senza cambiare le regole in corso d’opera; comunque, al di là della “formula”, Borriello ha assicurato che lo stadio è ben attrezzato per la ripresa a settembre- ottobre o ad Agosto. Altro auspicio emerso dall’intervista è che il Napoli possa giungere alla finale di Coppa Italia giocando contro la Juve, “madre di tutte le partite”, perché una vittoria dei partenopei costituirebbe un’iniezione di fiducia per la compagine

allenata dal Gattuso,una soddisfazione per i tifosi e il riscatto di un anno calcistico problematico, con alti e bassi. Ovviamente, sia Borriello che Troise hanno posto in rilievo che, al di là degli auspici di tutto il mondo legato al calcio, la ripresa del campionato e della fase finale della competizione della “Coppa Italia” dipenderanno dall’andamento del livello di contagiosità del coronavirus e dall’osservanza delle misure di precauzione disposte dal Comitato scientifico e dal governo nazionale. Intanto, già sono stati effettuati i tamponi ai giocatori del Napoli, tutti con esito negativo, così come l’avvio degli allenamenti e la sanificazione dei locali all’interno dello stadio; anche le altre squadre hanno ripreso gli allenamenti, tra cui la squadra bergamasca dell’Atalanta. Evidenziato il rapporto operativo del presidente De Laurentiis con l’università Federico II, a cui ha regalato 12 ventilatori. Traendo spunto dall’inserto cartaceo offerto a Borriello, realizzato dallo staff redazionale del sito web iamnaples.it, di cui è direttore il figlio Ciro, Troise ha lamentato la scarsissima cura del settore giovanile del Calcio Napoli, osservando il mancato investimento di De Laurentiis: dietro Fabio Cannavaro e Insigne c’é il nulla, con qualche eccezione, tipo Gianluca Gaetano. Anche Borriello ha rimarcato che manca un vivaio e che molti ragazzi promettenti sono spinti


DOMENICA 17 MAGGIO 2020 ad andare via dal Sud per continuare a sviluppare i loro talenti calcistici. E’ il motivo per cui, ha proseguito, l’Assessore, “bisogna andare a fare la spesa al supermercato di squadre del Nord: Milan, Atalanta, Torino, Empoli. Eppure, i calciatori meridionali hanno estro, fantasia ed è un vero peccato che non possano fruire di strutture sportive per potenziare le loro doti calcistiche; dovremmo avere la mentalità dei catalani”. Durante l’intervista, tramite messaggio watsapp inviato al Direttore di Casoriadue, il radiologo Dino Alinei, tifosissimo del Napoli, ha posto in luce la necessità di sostenere e favorire le scuole calcio che “stanno morendo”, l’unica possibilità per stimolare i ragazzi ad alzarsi dai loro divani dove “poltriscono” di fronte a tv, smartphone e altri strumenti digitali. A tal riguardo, Borriello ha detto che la Giunta comunale diNapoli, su sua richiesta, ha deliberato che

7 tutte le associazioni sportive dilettantistiche sono esentate, fino al 31 dicembre 2020, dal pagamento delle quote dovuto all’utilizzo degli impianti sportivi comunali: “un segnale di sostegno che abbiamo voluto offrire agli sport dilettantistici e alle scuole calcio; altra notizia è di aver messo a norma e in sicurezza i tre impianti sportivi di Barra, S. Pietro a Patierno e di Ponticelli: ci sono pervenute decine di richieste di associazioni sportive al fine di poterli utilizzare.” “Purtroppo” ha posto in rilievo l’Assessore “diversi impianti sportivi, non di proprietà comunale, sono stati chiusi; fortunatamente sono al vaglio dell’Amministrazione due progetti di riqualificazione del “Mario Argento”, per tanti anni in rovinoso degrado; per quanto riguarda lo stadio “Collana”,il più importante impianto cittadino, non di proprietà del Comune, i gestori non riescono ad uscire da un complicato

pastrocchio burocratico e, quindi, non ottengono i necessari permessi per riaprirlo. L’ultima domanda concerne le prossime elezioni regionali, che avrebbero dovuto svolgersi a fine Maggio, ma rinviate per la pandemia: “penso che per fine luglio non sia possibile indirle, come vorrebbe il Presidente De Luca, il tempo è ristretto per organizzarle, a meno che non si decida di votare on line. Ritengo che ad ottobre si sia pronti per svolgerle con tranquillità e in sicurezza: ciò che è importante è che le formazioni politiche si confrontino su come intendono sostenere i cittadini comuni, in particolar modo chi ha subìto ingenti perdite a causa dell’emergenza sanitaria: disoccupati, esercenti, commercianti, artigiani”. Basta con le contrapposizioni, con le polemiche sterili e inconcludenti, si dica ai cittadini come, concretamente, risolvere i loro problemi”.

PER LA TUA PUBBLICITA’ info@CECSTAMPE.it 3384356954 - 3404820171

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

8 IMMA CASTRONUOVO

Intervista all’Avv. Tiziana Schipani, Esperta di Diritto Sportivo, per ipotizzare il Calcio in corso di pandemia da Covid-19.

Il Calcio, questo meraviglioso spaccato dello Sport è, senza alcun dubbio, stato messo in ginocchio dalla terribile pandemia che stiamo vivendo. Molti sono gli interessi in gioco, degli atleti, delle aziende, degli sponsor, delle tv, e di tutti coloro che vi gravitano intorno. Abbiamo, dunque, intervistato l’Avv. Tiziana Schipani, esperta in contrattualistica sportiva e nella gestione e valorizzazione dell’ immagine dell’atleta, una Professionista che ha saputo imporsi in un comparto generalmente declinato al maschile, grazie ad una profonda conoscenza del settore unita ad una grinta e determinazione che hanno fatto – e fanno – la differenza, consentendole di imporsi quale referente di una clientela sempre più esigente. In questo periodo di grande incertezza, in cui è vietato fare previsioni, come vive Lei, da professionista, il momento? Per la verità non mi sono mai fermata, il mio Studio ha continuato a pianificare ed organizzare la ripresa, ci faremo trovare pronti e più motivati di prima. La nostra struttura offre consulenza di diritto sportivo a club, atleti, squadre e Federazioni, per la risoluzione di problematiche correlate al mondo dello Sport, sia dilettantistico sia professionistico. Ci occupiamo di assistenza contrattuale, sponsorizzazioni, difesa nei procedimenti disciplinari. I professionisti che con me collaborano sono specializzati in contrattualistica, trasferimenti di atleti, doping, tutela avanti gli organi della giustizia sportiva e ordinaria, arbitrati nazionali e internazionali. Dopo questa breve parentesi di presentazione si può immaginare che il lavoro non è mancato anche in questo periodo di lockdown. Del Futuro del Calcio ed in particolar modo di quello Italiano ho difficoltà a dare una risposta perché tutto molto nebuloso in questo momento d’incertezza assoluta . Bisognerà attendere quella che sarà l’evoluzione sanitaria della situazione, altrimenti qualunque risposta potrà essere smentita dagli eventi. Se si deciderà, e ce lo auguriamo tutti, il mondo del calcio ripartirà, lo sta chiedendo con forza, ma lo farà solo nella massima sicurezza, per portare a

termine i campionati. Tutto ciò legato a quella che è la priorità assoluta e cioè la salute pubblica. Rispettando le condizioni sanitarie che la Federazione Medico Sportiva Italiana ha rilasciato in un protocollo dettagliato, che a mio avviso potrà essere seguito dalla serie A nella sua totalità, ho invece dubbi sulla sua attuazione per gran parte delle società di serie B che per evidenti motivi economici saranno in grande difficoltà. La lega Pro e soprattutto la serie D, dove come è evidente più scendiamo di categoria maggiori sono i danni economici, le prospettive potrebbero essere tragiche, anche se si annunciano sostegni ai club, che mi auguro arrivino concretamente e nell’ immediato per poterne scongiurare il fallimento di alcuni gravati da costi ingenti alla luce di questa imprevedibile crisi. Le stesse come sappiamo bene più delle volte presiedute da piccoli e medi imprenditori che investono denaro proprio che lo fanno per mera passione e che in questo momento di crisi hanno i dipendenti delle loro imprese in cassa integrazione. Lei approva che non vi sia omogeneità di intenti, nei vari Stati, nell’ambito della gestione del Calcio? La stagione 2019/20 del campionato di calcio francese è stata dichiarata ufficialmente conclusa, quella tedesco riparte, invece, il 15 maggio; in Italia, stiamo tutti aspettando il verdetto del Ministro dello Sport, Spadafora, i cui enigmatici comunicati non sono decriptabili. Indubbiamente, il Ministro, ha, in

questo momento, un fardello gravoso da portare, tra i molteplici interessi da comporre, e non è semplice decidere, con le pressioni che, certamente, subisce da ogni ambito. Sarò impopolare ma concepisco in toto la linea di prudenza che sta caratterizzando gli interventi del nostro Ministro dello Sport Spadafora, il suo principale intento è salvaguardare la salute degli innumerevoli calciatori ed addetti ai lavori che quotidianamente ruotano attorno al mondo calcistico.. Non solo gli attori principali ma tutto quel circuito di dipendenti che dietro le quinte fanno si che si muova in modo perfetto la macchina calcio. Il nostro autorevole Ministro si è affidato a scienziati e tecnici e solo concorde coi loro avvisi potrà sbrogliare la matassa e pian piano far ritornare il calcio a ciò che era ante Covid-19. Per la Sua esperienza nel settore, il Calcio post –pandemia, come sarà? Passato questo bruttissimo periodo tutto dovrà essere ridimensionato rispetto alla crisi economica che sta colpendo il mondo intero. Auspico a tal proposito che le risorse solitamente investite dalle società possano essere utilizzate in maggiori accorgimenti a livello strutturale di sicurezza a discapito, non me ne vogliano i miei assistiti, dei contratti milionari a calciatori e tecnici del settore che negli ultimi anni è stato “fuori controllo”. Nel rispetto della salvaguardia della salute individuale, non vedo altro inizio, che non competizioni a porte chiuse e questo condizionerà molto le nostre abitudini. Il calcio vive della passione dei tifosi e del loro coinvolgimento. Ma per il momento dovremo adeguarci e organizzarci per il prossimo autunno anche se inevitabilmente qualcosa sarà stato modificato da questo evento che ha messo in ginocchio l’ economia mondiale e gran parte delle società sportive”. Nel ringraziare l’Avv. Tiziana Schipani per la gentile intervista concessaci, attendiamo, con ansia, le decisioni degli organi di competenza per capire “se” e “quando” potremo di nuovo tornare a godere di quella gaia spensieratezza che oggi tanto abbiamo imparato ad apprezzare.


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

9

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

IL GRILLO PARLANTE

Oltre la tristezza, il dolore e la andare avanti, mantenere in sospepaura di questi mesi, due fatti mi so l’attività, e sperare in un domani colpiscono: il rincaro dei prezzi, migliore. Ma la domanda è proprio e la lettera di una ristoratrice che questa: avrà dei risparmi? Chissà. ha deciso di chiudere per semSe non ne ha, perché? Se si, perché pre. Ho notato dal fruttivendolo, chiude? come nel supermercato, un deciso Questo dilemma estremo mi paraincremento dei prezzi. Il grande lizza. Già, perché la riflessione mi Eduardo ci ha insegnato che, in tempo spingerebbe sul terreno delle ricette ecoOggi se pranza in piedi in ogni sito; di guerra, mentre il povero Ragioniere si nomiche per salvare il mio Paese da questa er vecchio tavolino apparecchiato vende anche il materasso per sfamare i crisi, ed in questi mesi, di ricette, ne ho che pareva un artare consacrato figli, invece Donna Amalia si arricchisce lette centinaia. Dotti economisti, di destra nun s’usa più: la prescia l’ha abolito. col mercato nero, in quella Napoli “milioe di sinistra, o ignoranti, che hanno cia‘Na vorta er pranzo somijava a un rito, naria” solo per pochi. E’ la – pessima – scuno la formula magica per uscire fuori t’accomodavi pracido e beato, natura dell’uomo: mors tua, vita mea. Non dal dramma. Ma risparmio al buon Lettore aprivi la sarvietta de’ bucato… lo capisco, e non mi ci abituerò mai. Ma, le mie idee. Invece voglio ricordarmi che un grazie a Cristo e poi… bon appetito! alla fine della storia, c’è la rivalsa dei vinti. cos’è il buon cibo, la convivialità, il gusto Mò nun c’è tempo de mettésse a sede, Nonostante tutta la ricchezza accumulata nel mangiare e nel bere (questo, sempre la gente ha perso la cristianità con la borsa nera, Donna Amalia non trova moderatamente), e dunque ciò che perdiae magna senza amore e senza fede. quel medicinale che salverebbe la vita delmo tutti, quando chiude un ristorante. E’ proprio ‘n sacrilegio: invece io, la figlioletta, perché chi ce l’ha lo nasconNel buon cibo c’è poesia. Perché entrare quando me piazzo a sede pe’ magnà, de per far lievitare il prezzo. Il carnefice è in un ristorante, non è solo nutrirsi. Spessento ch’esiste veramente Dio! vittima dei suoi maledetti strumenti. Ed il so, invece, è un’emozione, un’esperienza (A. Fabrizi) più beffardo e cinico scherzo del destino unica. E’ ricevere il sorriso dell’oste o non avrebbe saputo rifinire meglio quella della bella cameriera che ti accoglie con rivincita. Perché il Ragioniere, oramai spogliato di tutti i beni, gentilezza e disponibilità. E’ un abbraccio di sapori e profumi, però si ritrova un flacone di quel salva-vita, e lo porta a Don- è la bellezza della vista del piatto che hai davanti. E non solo. na Amalia, oramai logorata dalla preoccupazione, e disposta Perché molte volte i ristoranti ti offrono anche un panorama in a pagarlo qualsiasi cifra, restituendo tutto ciò che gli aveva un ambiente meraviglioso. Il mare, la campagna, la montagna. fraudolentemente sottratto. Invece, il Ragioniere glielo regala. E’ la spensieratezza della domenica a pranzo, o del sabato sera Che immensa ricchezza. Per il Ragioniere. in allegra compagnia, è l’incontro con i tuoi amici o la tua faVorrei che gli speculatori, gli approfittatori, i furbi, gli esosi miglia. E’ una cena galante, con il piatto raffinato che ti aiuta di questi tempi, riflettessero sul senso di “comunità” e di “di- a conquistare chi ti è seduto di fronte. E’ un bellissimo stato sponibilità”, che – per fortuna – anche ho visto in questa città. d’animo, un incontro con se stessi e chi si ama. E forse, anche Perché il denaro piace a tutti, e fa gola, specialmente oggi. Ma un po’ con Dio. non è da questo che si giudica un uomo. Il suo valore sta in Tra le cose che mi mancano, in questa maledetta quarantena, quel gesto, che rappresenta onestà, senso di fratellanza, altrui- c’è un pranzo al ristorante con gli amici, la pizzeria del sabato smo. Solidarietà. Vorrei che il mondo ne fosse pieno. Ma si sa, sera con le bambine, la gita fuori porta all’agriturismo della io sono un Grillo visionario. domenica. Una cena con mia moglie vicino al mare. ****** Ogni volta che chiude un ristorante, mi sento un po’ più poveCome è possibile che – in un Paese come il nostro, che vanta ro. Perdiamo tutti. Un piccolissimo pezzo di Italia se ne va, di almeno il 52% delle famiglie che riescono a risparmiare quelli che ci rendono speciali ed unici nel mondo. Spero che (fonte Il Sole24ore) – un ristoratore pur modesto, dopo due il destino mi regali presto, nuovamente, la gioia di rivedere mesi di fermo, si trovi nel dramma di dover chiudere per sem- l’allegria seduta ai questi tavoli di vita. pre? Ovvero, non riesce con le proprie riserve – se ne ha – ad Gennaro Mosca


10

DOMENICA 17 MAGGIO 2020

RITA GIAQUINTO

Napoli - Mannheim: biglietto di sola andata Era il 1967 quando il padre di Mafalda, da tutti conosciuta con il nome di Fatina, prese un treno che da Casoria lo portò in Germania, da dove non è più andato via. “Con questi soldi che ho, che treno posso prendere, dove potrei arrivare?” – chiese alla stazione di Napoli il papà di Fatina. “A Mannheim” – gli risposero. E questa città è diventata, d’un tratto, speranza e destino di una famiglia di Casoria, e della piccola Fatina, che sono andati via da qui, senza ritornare mai più. Una storia di emigrazione quella di Fatina, di quelle storie di cui il nostro passato (e ahimè, presente!) italiano è pieno. Pieno di valigie con pochi abiti, un po’ di cibo e tantissime speranze. Fatina, con l’occasione di questo racconto, ritorna, idealmente, anche solo per qualche istante, attraverso il nostro giornale, nella sua Casoria, nella sua Napoli, a cui racconta un lungo viaggio con voce rotta dall’emozione e con lacrime di nostalgia che le si fermano in gola. Lei che, per la sua attività ha parlato più volte alla stampa tedesca, si trova commossa e tremante dinanzi a noi e al suo passato, perché sente, per un po’, di essere tornata a casa. Inizia così, da molto lontano, il suo racconto : “Vivevamo a Casoria. La mia famiglia è andata in Germania per lavoro : è partito prima mio padre nel ‘67, invece io trascorrevo sei mesi in Italia e sei mesi in Germania, fino a quando nel 1980, con mia madre e mia sorella, ci siamo stabiliti tutti definitivamente, qui, in Germania” . Ti senti felice a Mannheim, ti senti realizzata? “No, felice non lo sono, mi sento realizzata, questo sì. Qua si sta bene, ma la felicità non la sento, perché mi manca Napoli, mi manca tantissimo : mi manca la spensieratezza delle persone, il loro ottimismo, le loro risate e quel contatto fisico, tutte cose che qui non ci sono”. Vorresti tornare a Napoli? “Vorrei tornare, certo, ma più anni passano , più ho paura, ho paura di esserne delusa. Sono trentatré anni che non vengo a Napoli. Ogni anno, dico a mio marito che, prima di morire, devo rivedere Napoli. Ma poi non lo so, c’è un conflitto dentro di me, dopo tanti anni, ho paura di ritornare ed esserne delusa. E’ molto difficile per me spiegare questa sensazione, ma, negli anni, mi sono costruita una Napoli nei miei sogni, con tutte le cose meravigliose che ricordo, e se qualcosa dovesse distruggere questo mio sogno, ne soffrirei tantissimo. La nostalgia è talmente forte che anche se sento una canzone napoletana, se vedo una calamita con sopra scritto il nome della

mia città…ecco,piango”. Parlaci della tua attività : cos’è “Eis Sorrento”? “Vuol dire: Gelato Sorrento, ed è la nostra piccola gelateria artigianale, a conduzione familiare, che abbiamo in città. Due anni fa, ci fu anche una votazione a premi per decretare chi fosse la migliore gelateria di Mannheim e, con grande sorpresa, seppi che eravamo arrivati al primo posto. Ne ha parlato la stampa, la TV. E’ stata una vittoria che non mi aspettavo, anche se è un’attività a cui ho dedicato la mia vita. Dodici anni fa, vendevo il gelato andando in giro con un piccolo pulmino e, tra un gelato e l’altro, cercavo di convincere le persone a venire a trovarci nella gelateria. Adesso, fortunatamente, sono loro che ci cercano. Prepariamo più di trenta gusti. E, con i clienti, faccio sempre tanta pubblicità alla mia bella Italia. Faccio questo lavoro con tanta passione, ci metto il cuore, tutto il calore di Napoli, la gente lo apprezza molto e questo mi da la forza di andare avanti. Aldo, mio marito, pugliese, mi dice sempre che se la nostra piccola gelateria va forte è perché metto nei gelati tutta la mia Napoli. Queste parole mi fanno sentire benissimo, perché vuol dire che riesco a realizzare quello che ho dentro l’anima. Consiglio a tutti i miei clienti di venire giù in ferie, e quando tornano, sono contenta di sapere che sono stati benissimo, e che Napoli è una meraviglia…perché lo è, veramente”. Sei napoletana in tutto, nel tuo modo sincero ed appassionato di affrontare la vita, ma, dopo tanti anni in Germania, ti senti anche un po’ tedesca? “Si, un pochino forse mi sento tedesca, nella puntualità, nell’organizzazione. Su tutto il resto, invece, per niente. Fondamentalmente, è proprio l’organizzazione che mi piace della Germania, sono precisi, ecco questo mi piace molto di questo Paese”. Come state vivendo l’emergenza del Corona virus? “Per la pandemia, lo Stato ci ha fatto chiudere per due settimane, poi ci ha dato la possibilità di effettuare consegne a domicilio. Ora siamo aperti, ma la gente prenota, viene a ritirare e porta tutto a casa, senza poter consumare in gelateria, rispettando sempre le distanze di sicurezza. Da noi, al negozio, la polizia passa a controllare almeno quindici, sedici volte al giorno, per verificare se le persone rispettano le regole imposte dallo Stato. I poliziotti scendono dalla loro macchina, fanno i complimenti alla loro gente che si comporta bene, se c’è qualche bambino che magari non porta bene la mascherina, lo aiuta-


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

no ad aggiustarla sul viso e poi se ne vanno. In realtà,qui è tutto tranquillo, tra la gente non se ne parla. Anche su questo, i tedeschi sono molto riservati : tutti sanno, ma nessuno parla, ma tutti sanno come comportarsi, e sanno che devono seguire le regole. Questi sono i tedeschi. Se viene detta una cosa, viene fatta, senza discutere troppo. Si fa e basta. Ma dato che, fortunatamente per noi, i tedeschi sono tra i primi consumatori di gelati al mondo, l’unico dibattito che si è acceso in città, è stata proprio la richiesta dei cittadini di aprire le gelaterie, perché secondo loro, nessuno ha il diritto di togliere il gelato ad un bambino”. Cosa ti manca della tua città? “Mi mancano tante cose, tra cui anche il mangiare. Se tornassi, in questo momento, andrei subito a mangiare una bella pizza, un bel piatto di fagioli con le cozze, un ricordo che ho da bambina. E questi sono i sapori, gli odori che non ho più dimenticato. Ma mi fa paura ritornare : ricordo la mia Napoli così come l’ho lasciata e non so, dopo tanti anni, come

11 può essere cambiata. Quando penso a Napoli, penso alle cose belle, alla gente, al calore, le sue meraviglie, però poi subito dopo, penso anche a quelle persone che purtroppo vivono in condizioni pessime e questo pensiero mi fa tanto male, perché Napoli avrebbe tante possibilità di far star bene a tutti quanti e non capisco perché c’è tanta gente che non riesce a sistemarsi. Ma io sono fiera di essere napoletana, chi è nato a Napoli, sarà napoletano per sempre. Amo il dialetto napoletano, per me è musica. E, in gelateria, tramite internet, ascolto alla radio solo musica napoletana. Si sta male lontano da Napoli, sicuramente in Germania mi sono realizzata, ma il prezzo è alto da pagare”. Ad una “Fatina”, non siamo certo noi a dover regalare una bacchetta magica per farla ritornare qui anche solo per qualche giorno. Ciò che possiamo fare, però, è ricordarle che Casoria, Napoli, nonostante i problemi e le enormi difficoltà, faranno di tutto per non deluderla, a cominciare dall’abbraccio che la sua città, e la sua gente, è pronta a regalarle.

ANGELA CAPOCELLI

LA SITUAZIONE DELLE AZIENDE POST COVID19: INTERVISTA AD ANDREA GRIECO

Andrea Grieco è il titolare della Griec.A.M.: azienda che opera nel settore dell’installazione e della manutenzione degli impianti elevatori con relativa fornitura di parti meccaniche, accessori elettrici ed elettronici sin dal 1965. Attiva, inoltre, nel settore della movimentazione industriale e del decommissioning nucleare dal 2012, la Griec.a.m. è specializzata sia nella fornitura di impianti nuovi che nella manutenzione, riparazione e ammodernamento di impianti preesistenti di qualsiasi tipo e marca. Abbiamo, allora, intervistato il signor Grieco affinché ci spiegasse come fa un’azienda così ben salda a superare la terribile scossa con cui il Coronavirus ha colpito tutti gli ambiti dell’economia del nostro Paese. Ecco qual è stato il suo atteggiamento di fronte alla singolarità della situazione. Buonasera signor Grieco. Come stanno vivendo le aziende questo così difficile periodo? Buonasera a tutti. E’ certamente un periodo difficile sia dal punto di vista organizzativo che di fatturato. Nel caso specifico del settore ascensori il mercato relativo ai nuovi impianti ha subito uno stop e le decisioni sono state rimandate a data da definirsi e così anche l’attività relativa alla manutenzione straordinaria. La Griec.a.m vanta una lunga esperienza. Avvenimenti come questo della pandemia, però, sono rari, improvvisi e difficili da gestire. Lei come l’ha affrontato? Quali soluzioni ha adottato per i suoi impiegati? La decisione è stata quella di adeguarsi allo smartworking per tutto il personale amministrativo e commerciale evitando il più possibile la presenza dei dipendenti in azienda. Il personale addetto alla manutenzione è stato addestrato all’uso delle dotazioni di sicurezza sanitaria e dotato dei dispositivi suggeriti anche se non obbligatori (mascherine, visiere, guanti, disinfettanti etc). Inoltre si è prestata particolare attenzione alla sanificazione delle cabine oggetto di manutenzione. Per quanto riguarda l’accesso aziendale si è provveduto alla registrazione di tutte le persone sia interne che esterne che sono entrate ed uscite dall’azienda oltre che al controllo della temperatura prima di ciascun accesso. La presenza in azienda ha comportato l’obbligo della mascherina, il mantenimento della distanza sociale e la disinfezione delle mani con opportuno gel presente all’ingresso. Come si prospetta il “futuro prossimo” della sue e, in generale, di tutte le aziende? E’ una domanda difficile, occorrerebbe una sfera di cristallo; nel mio caso specifico ritengo che il fatturato perso, proprio per la tipicità del mercato, non sarà recuperato facilmente ed in genere ci sarà un rallentamento della domanda almeno nel medio termine. Vuole lasciare un qualche messaggio in particolare ai nostri lettori? Dobbiamo abituarci tutti al nuovo stile di lavoro, mantenendo gli impegni in modo professionale. Che l’esperienza del Coronavirus sia da stimolo per una buona ripresa da parte di tutti noi.


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

12 FABRIZIO VERSIERO*

Calcio in crisi, l’iscrizione al prossimo campionato è un rebus Sebbene le difficoltà tecnicoorganizzative alle quali si andrebbe incontro non siano di poco conto (come ad esempio, l’avvio scaglionato per regione/area e partite da disputare in campo neutro, a porte chiuse, in orario serale o notturno nel corso dei mesi estivi), assegnare sul campo i verdetti dell’inedita stagione sportiva 2019/2020 costituisce una scelta largamente condivisa dalla maggior parte dei dirigenti dei club di Serie A. Oltre l’aspetto sportivo, terminare la stagione agonistica consentirebbe una conservazione del valore del patrimonio dei club – rappresentato largamente dai cartellini dei calciatori in “rosa” sino alla fine della stagione 2019/2020 – che, allo stato attuale, è esposta ad un rischio significativo di deprezzamento legato alla prevedibile diminuzione degli introiti legati ai diritti radiotelevisivi – tra cui anche il tema del saldo dell’ultima rata di fatturazione del campionato 2019/2020 – delle sponsorizzazioni e delle difficoltà riscontrate nella programmazione delle prossime competizioni sportive. La foto del calcio italiano attuale è quella di un’industria leggera, con tanti dipendenti, pochi investimenti infrastrutturali ed un elevato indebitamento finanziario e fiscale al quale dover far fronte. Per questo motivo, alimentare il “sogno sportivo” con il completamento della stagione 2019/2020 deve anche passare attraverso la previsione su come bisogna ripartire nell’annata successiva 2020/2021 e, con essa, su come “aggiornare” correttamente i criteri eco-

Terminare la stagione agonistica conserverebbe il valore di patrimonio dei club

nomico-finanziari di accesso alle competizioni. Prima del propagarsi dell’emergenza sanitaria, ciascun club è stato chiamato a rispettare i criteri economicofinanziari, strutturali e organizzativi illustrati nel manuale di licenze nazionali, in modo da poter gettare le basi per l’iscrizione alla stagione 2020/2021. A fronte dello “stop” imposto dal Governo, il sistema di licenze 2020/2021 pubblicato lo scorso 31 dicembre 2019 parrebbe non più attuale rispetto alle esigenze emerse con il Covid-19. Con riferimento ai criteri economico-finanziari, risulterebbe anzitutto necessario porre chiarezza in merito alla distinzione tra le società che, già pre Covid-19, si trovavano in una situazione di crisi e quelle che, invece, versano in difficoltà finanziaria per effetto dell’interruzione delle

competizioni 2019/2020. Laddove tale distinguo non venga effettuato ed analizzato dagli organi competenti, il rischio è quello di avviare un campionato con club in difficoltà finanziaria e che potrebbero essere non in grado di completare la stagione. L’ulteriore rischio è che gli interventi di sostegno alla liquidità destinati al sistema Calcio possano dissiparsi ed esaurirsi per aver fornito un accesso indiscriminato anche ai soggetti “non eleggibili” ad accedere a nuova finanza bancaria garantita a livello statale. In assenza di un sistema di licenze nazionali che introduca l’obbligo di prestare adeguate garanzie patrimoniali e finanziarie, i club in crisi preCovid19 potrebbero rischiare il fallimento nella stagione successiva 2020/2021. e, con essa, su come “aggiornare” correttamente i criteri eco-

nomico-finanziari di accesso alle competizioni. Prima del propagarsi dell’emergenza sanitaria, ciascun club è stato chiamato a rispettare i criteri economicofinanziari, strutturali e organizzativi illustrati nel manuale di licenze nazionali, in modo da poter gettare le basi per l’iscrizione alla stagione 2020/2021. A fronte dello “stop” imposto dal Governo, il sistema di licenze 2020/2021 pubblicato lo scorso 31 dicembre 2019 parrebbe non più attuale rispetto alle esigenze emerse con il Covid-19. Con riferimento ai criteri economico-finanziari, risulterebbe anzitutto necessario porre chiarezza in merito alla distinzione tra le società che, già pre Covid-19, si trovavano in una situazione di crisi e quelle che, invece, versano in difficoltà finanziaria per effetto dell’interruzione delle competizioni 2019/2020. Laddove tale distinguo non venga effettuato ed analizzato dagli organi competenti, il rischio è quello di avviare un campionato con club in difficoltà finanziaria e che potrebbero essere non in grado di completare la stagione. L’ulteriore rischio è che gli interventi di sostegno alla liquidità destinati al sistema Calcio possano dissiparsi ed esaurirsi per aver fornito un accesso indiscriminato anche ai soggetti “non eleggibili” ad accedere a nuova finanza bancaria garantita a livello statale. In assenza di un sistema di licenze nazionali che introduca l’obbligo di prestare adeguate garanzie patrimoniali e finanziarie, i club in crisi preCovid19 potrebbero rischiare il fallimento nella stagione successiva 2020/2021.


DOMENICA 17 MAGGIO 2020 Per le società in crisi per effetto del Covid-19, resta aperto il rebus sulla documentazione da presentare. Di fatto, il sistema di licenze nazionali 2020/2021 consente un’analisi solo “a posteriori” del raggiungimento dei requisiti economico-finanziari necessari per l’accesso alle competizioni sportive. I principali criteri di accesso al campionato fanno riferimento al regolare pagamento degli stipendi ai tesserati sportivi sino al completamento della stagione sportiva. Tale approccio può ritenersi condivisibile in un contesto di regolare andamento dell’attività sportiva ed è volto a tutelare il sistema Calcio dai comportamenti di alcuni club, ossia di quelle società che non rispettino il puntuale pagamento del debito sportivo cumulato nel corso della stagione sportiva corrente. Di fatto, attraverso il bilancio e le situazioni patrimoniali intermedie è possibile solo fotografare i risultati raggiunti

e verificare il rispetto dei requisiti previsti dal sistema licenze. Nell’attuale situazione di emergenza, vi sarebbe necessità di modificare tempestivamente il sistema delle licenze del prossimo campionato e, conseguente, procedere all’aggiornamento dei requisiti necessari sui quali basare l’ammissione al campionato successivo 2020/2021. Ogni società dovrebbe presentare un vero e proprio piano aziendale che consenta di comprendere se un club è in grado o meno di poter superare il periodo di crisi. Se questo può essere già considerato sfidante per la maggior parte dei club di A, per la Serie B e la Serie C, la situazione è ancora più complessa. Di fatto, l’attuale sistema licenze prevede che i club di B e C debbano procedere al ripianamento della c.d. “carenza patrimoniale” per poter partecipare al campionato successivo. Di fatto, molti club si ritro-

13 vano annualmente in questa fattispecie, soprattutto in Serie C, per effetto delle ingenti perdite che portano i Presidenti dei club a dover ripianare il capitale sociale. Oggi il rispetto di questo requisito rappresenterebbe uno sforzo ancora più difficile da sostenere per B e C, considerato che le proprietà di questi club hanno a loro volta già subito i contraccolpi economici dell’emergenza sanitaria Covid-19 nelle loro attività produttive principali. Il Governo, all’interno del decreto Finanzia-Imprese, ha introdotto una norma “sospensiva” con la quale si prevede che, sino al 31/12/2020, non si applicheranno le norme in tema di riduzione del capitale. E, di certo, il requisito di “carenza patrimoniale” dovrà essere in qualche modo aggiornato o rivisto, per evitare che un gran numero di club possa trovarsi in palese difficoltà per iscriversi. In quest’ottica, bisogna assicurare anche ai club dei

campionati di Serie B e C di perfezionare un piano aziendale per affrontare la stagione successiva. In sintesi, il messaggio è quello di tracciare, accanto al risultato del “campo”, anche la classifica economico-finanziaria dei club, senza la quale non sembra possibile poter garantire un regolare svolgimento delle manifestazioni sportive 2020/2021. * Senior Manager RSM, network attivo nella revisione e organizzazione contabile e nella consulenza fiscale, societaria e finanziaria, presente in oltre 120 paesi, con 810 uffici e circa 43.000 collaboratori. Responsabile per la redazione delle analisi economicofinanziarie del Report Calcio (edizioni 2014, 2015, 2016, 2017, 2018). Formazione specialistica nell’ambito Sport Management, con l’Executive-Program organizzato da SDA Bocconi.


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

14 ESPEDITO D’ANTO’

DIGITALE ED IMPRENDITORIA.

INTERVISTA A MASSIMILIANO MUSTO, SOCIO FONDATORE DI KOMPETERE

Massimiliano Musto è un giovane imprenditore casoriano, consigliere dell’ordine dei giornalisti e fondatore di Kompetere, un’azienda di servizi di consulenza, formazione, editoria e comunicazione che promuove “miglioramento” ed “innovazione” aiutando le aziende e le pubbliche amministrazioni a raggiungere risultati d’eccellenza. Abbiamo chiesto il suo contributo con un’intervista per analizzare il momento che gli imprenditori stanno attraversando in questa fase di emergenza e come il digitale possa essere per loro un supporto. Dal punto di vista imprenditoriale, come avete vissuto questa situazione di emergenza covid-19? Abbiamo chiuso per tutto il periodo di lockdown. Per etica abbiamo fermato le attività formative prima della sospensione imposta dal Governo, le altre attività le abbiamo fermate nei primi giorni di marzo. Quello che mi sento di dire è che ho vissuto questa esperienza con la consapevolezza che ci sarebbero stati tempi difficili da affrontare. Il punto principale, a mio avviso, è che il Governo non è riuscito ad interpretare la situazione emergenziale e reputo le misure messe in campo del tutto insufficienti a contrastare la stagnazione del mercato. Le mie preoccupazioni sono rivolte principalmente al prossimo futuro. Ma permettimi di chiudere con una riflessione positiva tratta dall’Antifragile (libro scritto da Nicholas Taleb autore tra l’altro del Cigno Nero): «Sappiamo che la nostra incapacità di comprendere a fondo i fenomeni umani e naturali ci espone al rischio di eventi inaspettati. E l›incertezza non è solo una fonte di pericoli da cui difenderci: siamo capaci di trarre vantaggio anche dalla volatilità e dal disordine, persino dagli errori, e diventiamo quindi antifragili. Quest›aspetto i nostri imprenditori lo hanno compreso subito, dimostrando una reazione positiva, pronta e inaspettata al momento di crisi che stiamo vivendo». Come avete organizzato lo smartworking all’interno dell’azienda? La tecnologia rappresenta una grande risorsa e diverse piattaforme ci hanno permesso di restare in contatto, tutta la

squadra aziendale non hai mai smesso di riunirsi, ma il lavoro vero e proprio è ripreso da qualche giorno. Tuttavia, mi duole dire che anche in questo frangente così delicato il nostro Paese si è mostrato inadeguato, molti imprenditori hanno sofferto e soffrono lo stato pessimo delle reti di telecomunicazione, per cui le piattaforme come Zoom piuttosto che Webex o Streamyard non hanno reso al 100%. Come vi siete organizzati per la formazione? In un momento di emergenza sanitaria e sociale, l’aggiornamento delle competenze, il trasferimento di conoscenze e gli adempimenti in obbligo non devono essere messi in secondo piano ed è necessario trovare una soluzione. L’azienda opera da anni nel settore della formazione, da sempre affianchiamo le persone nella loro crescita professionale. In particolare, il nostro focus formativo concerne il mondo del Marketing e della Comunicazione con l’ausilio costante delle nuove tecnologie. Diamo inoltre ospitalità ad Assostampa Campania, un’associazione nata da giornalisti e per i giornalisti, che organizza corsi gratuiti per la formazione continua obbligatoria dei giornalisti. La formazione la stiamo erogando in maniera sincrona (cioè in presenza virtuale) con l’ausilio di piattaforme ad hoc. Ma, come dicevo, scontiamo il problema delle reti e soprattutto abbiamo sofferto le lungaggini burocratiche degli enti preposti e perso tempo prezioso per ottenere le diverse autorizzazioni per l’erogazione dei corsi. Nonostante le difficoltà, abbiamo 5 aule

virtuali attive in corsi di Comunicazione e Marketing digitale. L’Aula Virtuale ha dimostrato di avere alcune caratteristiche preziose in questo momento difficile: consente di tracciare le attività formative e la condivisione di più “spazi”, è possibile infatti vedere l’immagine del docente mentre parla, utilizzare la chat di gruppo per scambiare opinioni con gli altri partecipanti e visualizzare o le slide o la lavagna virtuale per condividere i contenuti del corso. Insomma si è dimostrato uno strumento indispensabile. Mi permetto di aggiungere che la formazione può rappresentare un momento per ampliare le proprie competenze ed in questa fase potrebbe essere utile dedicarsi alla conoscenza di nuovi strumenti che potrebbero dare la possibilità di un’occupazione futura. Pensi a quante figure professionali richieste dal mercato non si riescono a trovare per mancanza di un’adeguata formazione: il marketing digitale, l’AI, la programmazione Java piuttosto che Arduino… insomma spesso le persone dimenticano che la pratica è importante ma formarsi lo è ancor di più. Come hanno reagito i vostri clienti all’improvviso cambiamento di abitudini? Fortunatamente molte delle nostre attività possono essere svolte on line senza la presenza fisica, i clienti sonno stati tutti molto disponibili ad approfittare di questo cambiamento nel modello di business. Un ruolo importante nell’accettazione delle nuove regole l’ha avuto anche la paura del contagio. Le persone sono spaventate e quindi ben disposte ad evitare il contatto. Il vostro giornale ha organizzato degli incontri in diretta social, crede che questo sia il futuro per incontri e convegni oppure è un’abitudine solo di passaggio? In questa periodo abbiamo sospeso qualsiasi attività formativa legata al mondo del giornalismo, rispettando l’intenso lavoro dei giornalisti impegnati nel racconto del coronavirus. Spesso abbiamo dimenticato che la stampa (in senso lato) ha svolto un ruolo importante durante questo periodo di chiusura. Rispetto per medici ed infermieri,


DOMENICA 17 MAGGIO 2020 rispetto per tutte le Forze dell’Ordine, ma rispetto anche per la stampa che è rimasta al lavoro e molti lo hanno sottostimato. Con l’emergenza sembra che il digitale abbia guadagnato anni per la sua diffusione. Credo di sì, ma vorrei provare a fare una riflessione più ampia. Credo che molte delle nostre abitudini cambieranno e saremo più aperti e disponibili verso l’utilizzo del digitale, ritengo tuttavia che tante cose ritorneranno alla normalità… provo a spiegarmi: pensiamo alla

15 formazione, fare 4/5 ore di lezione consecutive è pesante sia per l’allievo che per il docente. Se non cambiano alcune regole credo che la diffusione della formazione on line sarà difficile da veicolare. Ovviamente non mi riferisco a tutte le attività formative, ma esclusivamente a quelle strutturate in maniera tradizionale. Poi mi piace pensare che noi siamo un popolo d’amore (come diceva De Crescenzo) e siamo nati abbracciati, per cui il vedersi, il contatto sociale, rappresenta ancora un valore.

Sono un fautore dell’innovazione e del cambiamento, ma senza che questo alteri i nostri valori. Chiudo con un frase di Thomas Watson Jr.:“Ogni organizzazione, per sopravvivere e ottenere il successo, deve avere un giusto insieme di valori su cui fondare tutte le sue politiche e azioni…Il singolo fattore più importante nel successo di una società è la fedele aderenza a quelle convinzioni. Se un’organizzazione deve affrontare le sfide di un mondo che cambia, deve essere preparata a cambiare tutto di sé stessa tranne che le convinzioni”.

www.casoriadue.it DANIELE ESPOSITO*

Mobilità articolare per un benessere generale Una buona mobilità articolare è sinonimo di agilità e di benessere fisico, una sola articolazione dolorante o semi-bloccata può provocare danni al corpo nel suo complesso. Avere delle articolazioni sane e ben funzionanti, in grado di muoversi in tutta la loro ampiezza di movimento, consente ai muscoli di potersi contrarre completamente e di espandersi con più forza e potenza in modo da prevenire le lesioni più comuni. Finché non sono presenti danni permanenti all’articolazione, si può ripristinare la mobilità completa della stessa attraverso la cura preventiva. In ogni ambito, la manutenzione è uno dei principi fondamentali. Non importa che sia essa l’automobile, il vostro giardino davanti a casa oppure i rapporti personali. Se non “fate manutenzione” si perde piano piano la funzionalità. La stessa cosa vale per il corpo. Articolazioni sane e completamente funzionanti, che sono in grado di muoversi in tutta la loro ampiezza di movimento, consentono ai muscoli ad essa collegati di potersi contrarre completamente e di espandersi con più forza e potenza prevenendo le lesioni più comuni. Prova questa routine di mobilità articolare alla mattina quando ti svegli, oppure prima di allenarti. ROTAZIONE DEL COLLO Alzati e gira lentamente la testa da un lato, quindi girala dall’altro lato. Eseguire l’esercizio in modo lento e controllato per almeno 3minuti. ESTENSIONI DELL’ANCA: Da una posizione eretta, sollevare una gamba da terra piegando il ginocchio e sollevarla il più in alto possibile, quindi abbassarla lentamente e ritornare in posizione. Ripeti sull’altra gamba. Se sei sbilanciato, puoi usare un appoggio per bilanciare il corpo. Esegui almeno 15 ripetizioni

per gamba in modo lento e controllato. CIRCONDUZIONE BRACCIA: Stai in piedi con le braccia lungo i fianchi, sollevali verso l’alto con i palmi rivolti l’uno verso l’altro. Una volta che le braccia si estendono dietro la testa, inizia a ruotare i palmi verso l’esterno mentre continui il movimento verso il basso fino a quando le braccia non sono di nuovo ai lati. Ripristina e ripeti per 10 ripetizioni. CERCHI CON LA CAVIGLIA: Sollevare leggermente una gamba da terra, quindi ruotare la caviglia in cerchio, in entrambi i modi. Completa 10 ripetizioni, in entrambe le direzioni, per entrambe le caviglie. POSIZIONE DEL GATTO: Questa posizione yoga tradizionale è eccellente per lo scioglimento della colonna vertebrale toracica e per la lubrificazione dei dischi intervertebrali. Se avete la colonna vertebrale bloccata a livello del torace, è probabile che i problemi si spostino anche sulla porzione cervicale e lombare; una spina dorsale non allineata può creare problemi neurologici importanti e fastidiosi. Iniziate mettendovi in quadrupedìa (sulle mani e sulle ginocchia) in una posizione neutra della colonna vertebrale. Inspirate mentre inarcate la schiena e inclinate la testa ed il coccige verso l’alto, portando lo stomaco verso il pavimento. Espirate mentre alzate le spalle e spingete l’ombelico verso la colonna vertebrale chiudendo anche il mento verso il petto. Eseguire 5-10 ripetizioni in armonia con il respiro. Trovi degli esercizi mirati sul sito www.ilmetodo5.it/bonus *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

16

Con l’acquisto di

* una mascherina chirurgica**

*di qualsiasi modello / ** fino ad esaurimento scorte

APPROFITTA DI QUESTA OFFERTA!

Ti aspettiamo nel nostro centro acustico a:

CASORIA (NA)

Via G. D’anna, 18/B Tel. 081.757.31.81

Seguici su

info@acusticacampana.it www.acusticacampana.it

SE FOSSI IMPOSSIBILITATO/A A RECARTI NEI NOSTRI CENTRI, CHIAMA PER RICEVERE LA CONSEGNA A DOMICILIO.


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

17

Salvatore Iavarone*

DIVIETO DI SPERIMENTAZIONE E ISTALLAZIONE DEL 5G SUL TERRITORIO COMUNALE

Un’ordinanza del sindaco di Casoria accoglie la richiesta protocollata da tempo dal gruppo “Casoria VIVA”, a cui poi hanno fatto seguito anche altre richieste di altre realtà locali. Sul 5G sono nate diverse posizioni politiche tra scienziati ed associazioni, esperti e politici, visioni diverse del problema. Ad oggi sicuramente non è chiara la situazione ed abbiamo chiesto cautela nell’autorizzare nuove antenne e ripetitori sul territorio. Il 5G (acronimo di 5th Generation) indica tecnologie di telefonia mobile di quinta generazione, quindi più potenti di quelli di quarta generazione, che permettono prestazioni e velocità molto più elevate dell’attuale tecnologia 4G/IMTAdvanced.Quindi il 5G diventa importante, in quanto è una tecnologia abilitante per le nuove sfide tecnologiche a livello mondiale. Intelligenza artificiale, blockchain, pagamenti digitali e digitalizzazione del paese passano tutte dalla necessità di rendere più performanti le linee di comunicazione. Ecco quindi che il 5G diventa fondamentale per l’economia e la tecnologia presente. Il 5G rappresenta l’ultima novità in ambito internet e telecomunicazioni, e soprattutto in ambito telefonia mobile. 5G è l’acronimo di 5th (Fifth) Generation, e grazie alla tecnologia appunto di quinta generazione è possibile avere prestazioni e velocità di gran lunga superiori rispetto alla tecnologia 4G/IMT-Advanced. Il 5G cambierà molte cose in tutto il mondo, in quanto internet sarà sempre di più alla portata di tutti, molto veloce, e abiliterà quindi tecnologie quali l’intelligenza artificiale, la blockchain e l’internet delle cose, che senza una connessione rapida e diffusa non possono prendere piede. Una nuova era, quindi, dominata dalla connessione costante. Un bene? Un male? Questa considerazione merita un approfondimento, per tutelare la salute dei nostri cittadini. Certamente non possiamo e non dobbiamo fermare la tecnologia, ma abbiamo il compito di fare chiarezza. Avremmo promosso una serie di iniziative pubbliche e di approfondimenti, ma il COVID ci ha bloccato, nel frattempo riteniamo utile uno stop programmato, per poi aprire un confronto pubblico ed eventualmente revocare l’ordinanza. Ma si rende del tutto necessario un lavoro di mappatura delle antenne presenti sul territorio, oggi manca del tutto a Casoria

In attesa di certezze tuteliamo la salute, serve un regolamento e il coinvolgimento della città, ma non fermeremo la tecnologia

una mappatura (fatto assurdo). Poi bisogna pensare ad un serio regolamento per l’istallazione di nuove antenne, per porre dei limiti e delle regole da rispettare in difesa della salute. Intanto quello che ci ha preoccupato è la totale assenza di informazioni chiare e certe. Facciamo una breve storia: Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ad esito della consultazione pubblica avviata con la delibera n. 89/18/CONS, ha approvato con delibera n. 231/18/ CONS le procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5.27.5 GHz per sistemi di comunicazioni elettroniche di quinta generazione (5G). Il 5G si basa su microonde a radiofrequenze più elevate dei precedenti standard tecnologici, anche dette “onde millimetriche”, che comportano due applicazioni principali: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e mino-

re penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di un maggiore numero di ripetitori (a parità di potenza ) per garantire il servizio. Rriscontrati gli “effetti nocivi sulla salute umana”, il 15 gennaio 2019 il Tar del Lazio ha quindi condannato i ministeri di salute, ambiente e pubblica istruzione a promuovere una adeguata campagna informativa “avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile”, mentre una serie di sentenze emesse nell’ultimo decennio dalla magistratura internazionale e italiana attestano il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale telefonino-cancro anche oltre ogni ragionevole dubbio (Cassazione 2012), tanto che note compagnie internazionali di assicurazioni come Swiss Re e Llyoid’s non ne coprono più il danno. Considerato che: spetta al Sindaco di accertarsi nelle competenti sedi, per le conseguenze di ordine sanitario, che dovessero manifestarsi a breve, medio e lungo termine nella popolazione residente nel territorio comunale, e che spetta al Sindaco, nella sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3-ter del D.L.vo n. 152 /2006, al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibili per i cittadini, di adottare le migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibili, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione, abbiamo chiesto al Sindaco di vietare a chiunque la sperimentazione o installazione del 5G sul territorio del Comune di CASORIA in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea. Come commissione consiliare apriremo un focus su questa questione, coinvolgendo le realtà locali e scientifiche, in particolar modo l’università. Consigliere comunale e presidente della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

18 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Come dicevamo nelle puntate precedenti la legge 17 agosto 1942, n. 1150 è la prima vera legge italiana in tema di urbanistica. Emanata durante il ventennio fascista, è tuttora in vigore e riordinò la materia relativa agli strumenti di piano, affidando la principale responsabilità ai Comuni, anche se fu previsto un sistema gerarchico che avrebbe dovuto garantire un completo e capillare controllo del territorio. In nome di misure urgenti per l’igiene e la sanità pubblica nella storia dell’urbanistica si sono compiute grandi trasformazioni urbane, come i boulevard di Parigi del 1853 o il rione Carità a Napoli “rivoluzionato” - portando aria e luce per combattere l’insorgenza di infezioni - tra gli anni trenta e cinquanta del XX secolo secondo i piani di rinascita edilizia del regime fascista e della giunta Lauro. Gli architetti, i professionisti e i tecnici che operano “nonostante il regime” riescono ad agire pratiche di innovazione sociale a partire da considerazioni scientifiche, oggi diremmo - meglio se tratte da ricerche indipendenti - ma strutturali per i cardini del mondo che verrà. Ad una scala più ampia ricordiamo le produzioni legate all’organizzazione del territorio come gli studi per le Grandi Città, originati dall’ossessione fascista di imitazione del Grande Impero Romano, che solo dopo molti anni ritorneranno nella definizione delle odierne Città Metropolitane. Quei tentativi di “gestione integrata delle infrastrutture” di un’intera nazione, figli di una visione politica imperiale, identitaria e protezionista, sono stati spazzati via dalla sottoscrizione di un Piano Marshall che ha “imposto” all’Italia del dopoguerra, ma non solo, una ricostruzione e una ristrutturazione prima di

CASORIA, EUROPA E SVILUPPO SOSTENIBILE

tutto sociale ed economica a discapito della consolidata produzione agro-industriale ed in favore dell’allora nascente “sviluppo” dell’industria petrol-chimica. Oltre ad imporre sul nostro territorio presidi militari in perfetto stile americano (vogliamo solo ricordare che l’Area 51, la famosa base americana per esperimenti militari nel deserto del Nevada è più grande della Sicilia), il Piano Marshall, ufficialmente chiamato Piano per la Ripresa Europea (“European Recovery Program”) ad oggi resta l’ultimo “piano di coesione generale” non essendo mai stato lo Stato in grado di produrre un ragionamento di indirizzo omnicomprensivo della complessità del territorio in amministrazione, ma sopperendo, tra conflitti, concorrenze e crisi delle varie autonomie locali, sempre e ogni volta con provvedimenti parziali e “piani tampone”, uno su tutti l’esempio della Cassa del Mezzogiorno, per non parlare degli odierni tentativi di gestione dell’ennesima crisi in corso. Nello “Stato di crisi” definito da Bauman in uno dei suoi ultimi scritti, viene spiegata bene l’impossibilità delle istituzioni democratiche di gestire le derive di un sistema economico alle quali sono subalterne, anche solo per dimensioni, per non dire capacità. Ma quindi oggi nell’Europa della Brexit chi indirizza lo “sviluppo” e dove lo guida? Vogliamo fare un passo indietro per recuperare informazioni e intuizioni dalla

memoria sopita delle ricerche scientifiche che, come anche nell’ultima crisi sociosanitaria attuale, ci avevano avvisato con larghi anticipi. “Il Rapporto sui limiti dello sviluppo” (The Limits to Growth), commissionato nel 1972 al MIT dal Club di Roma, chiarisce che “in un mondo dalle dimensioni finite non è possibile una crescita infinita”, anticipando il Rapporto Brundtland «Our common future» (Il futuro di tutti noi) pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) in cui, per la prima volta, venne introdotto il concetto di sviluppo sostenibile. «Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri». (WCED,1987) In questa necessità di gestione delle risorse (per un futuro possibile e nel tentativo di riportare lo “sviluppo entro i limiti” della capacità di sopportazione dell’ecosistema in un mondo ormai nella deriva dell’Antropocene) si muovono le politiche europee che indirizzano gli stati membri e a scalare, le amministrazioni locali, verso pratiche definite dai vari programmi di finanziamento che dovrebbero “attivare azioni reali” sui territori. “Fino a quando il pregiudizio, la segretezza, la cattiva rappresentazione dei bisogni o la semplice ignoranza non saranno stati sostituiti da un atteggiamento serio di indagine e di vera apertura

del processo di costruzione delle decisioni, non potremo renderci conto di quanto l’intelligenza della gente comune possa essere adatta a risolvere i problemi posti dalle politiche pubbliche”. (John Dewey, The Public and Its Problems, 1964). La citazione, tratta dalle documentazioni ufficiali del Programma UrbAct III, è stata il leitmotiv del processo partecipativo e delle azioni di animazione territoriale finanziate dall’Europa a Casoria. Nell’anno 2015 la città di Casoria si è candidata ad UrbAct a valle dei processi decisionali che hanno riguardato la progettazione del PUC (Piano Urbanistico Comunale). UrbAct è uno dei principali Programmi Europei di cooperazione territoriale che aiuta le città a sviluppare soluzioni nuove e sostenibili, che integrano temi economici, sociali e ambientali, coinvolgendo tutti gli attori delle politiche di sviluppo urbano. La partecipazione di Casoria ad UrbAct III aveva lo scopo di consentire all’Ente locale di “imparare” dalle amministrazioni europee più virtuose in materia di pianificazione e sostenibilità ambientale e di elaborare un Piano di Azione Locale (PAL) che definisse una visione strategica individuando una serie di obiettivi e azioni da realizzare in riferimento alle “Aree Target”, individuate da ogni città già in istanza di candidatura. Le “Aree Target” scelte dal Comune di Casoria erano tra i beni statali attribuiti a titolo non oneroso all’autonomia locale grazie alla legge del 9 agosto 2013 n. 98. Su di esse si sono concentrate le attività progettuali di UrbAct attraverso strategie di progettazione partecipata che coinvolgessero i cittadini nei processi decisionali di trasformazione: l’Area Ex-Aeronautica di Via Michelangelo e l’Area Ex-Aeronautica di


DOMENICA 17 MAGGIO 2020 Via Boccaccio. La finalità delle “azioni di progettazione partecipata e comunicativa” hanno teso alla valorizzazione dei beni comuni della città di Casoria, in particolare delle due aree all’epoca ufficialmente inutilizzate (gli e le occupanti di Terranostra erano già da qualche anno dentro l’exdeposito strategico di idrocarburi di via Boccaccio) e sulle quali l’amministrazione prevedeva di realizzare due parchi pubblici. L’obiettivo, secondo i dettami del Programma Europeo, è stato quello di coinvolgere i cittadini, le associazioni e tutti gli altri soggetti portatori di interesse nelle fasi decisionali, di ideazione e di gestione dei beni comuni attraverso lo strumento della progettazione partecipata. Un modo di fare progettazione non solo “per” le persone, ma “con” le persone. Non sono solo i tecnici, gli esperti e gli amministratori a prendere le de-

cisioni, ma queste vengono prese in maniera inclusiva, collaborando con chi di solito non è ascoltato e coinvolto. Gli abitanti non sono più soggetti passivi, ma decisamente attivi con la loro conoscenza del luogo, dei suoi problemi e delle caratteristiche che vorrebbero assumere nel tempo. La finalità generale del laboratorio di co-progettazione ideato è stata quella di coinvolgere i cittadini nella partecipazione diretta, responsabile, nella cura di aree pubbliche dismesse che, nella progettazione urbanistica dell’amministrazione comunale, sarebbero diventati dei parchi verdi attrezzati per la collettività in quella che sarebbe dovuta essere un’amministrazione condivisa dei beni urbani pubblici. L’obiettivo specifico, che ha portato a tale finalità da realizzare a medio-lungo termine, è stato quello del coinvolgimento attivo ed inclusivo di un gruppo di cittadini, che avrebbe

19 dovuto fungere da “gate-keeper” - da custode - dei parchi, e che avrebbe dovuto essere “accompagnato dall’istituzione” nella progettazione partecipata degli spazi e delle attività future. Il gruppo aderente a tali incontri, è un gruppo formato ad essere esso stesso Gruppo di Azione Locale (GAL), ovvero promotore di percorsi di animazione territoriale che possano nel tempo strutturare un laboratorio permanente di partecipazione per la realizzazione di una cura e di una gestione co-responsabile dei parchi come beni comuni. All’interno delle iniziative svolte, il laboratorio del Comune di Casoria Sbs-Lab, afferente ad UrbAct, insieme con l’Associazione I’Mobility - FIAB Casoria, organizzava tra le varie iniziative svolte, una pedalata cittadina alla riscoperta dei luoghi oggetto del programma, da un punto di vista completamente diverso, quello della

bicicletta, introducendo il tema dell’accessibilità nelle proposte del Piano di Azione Locale (PAL). Dopo quasi tre anni di percorso UrbAct, step-by-step, è stato redatto a seguito di diversi altri incontri, il PAL, presentato alla cittadinanza nell’evento conclusivo tenutosi ad aprile 2018 nella biblioteca comunale. Al Piano, che parte da interventi fattibili nell’immediato, intendendo promuovere una complessiva trasformazione in chiave eco-sostenibile ed inclusiva, veniva allegata una bozza di Regolamento sull’Uso Civico dei Beni Comuni, discussa durante gli incontri e che sarebbe dovuta essere oggetto di una successiva delibera da parte dell’amministrazione, della quale a tutt’oggi non si hanno notizie certe a parte le confuse istanze di qualche consigliere. FIAB Casoria Associazione I’Mobility


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

20 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

esperienza extrasensoriale Facendo pulizia dell’archivio aveva trovato tra le varie carte quest’esperienza che aveva completamente dimenticato. Da quando si interessava di certi fenomeni quali l’aura umana e del mondo dell’aldilà e cioè da circa 20 anni, ieri notte, seppure non cercato, un grande evento si verificò. Ebbe modo di parlare con suo padre, morto nel 1986. Aveva da poco terminato le preghiere di fine giornata e successivamente un esercizio per lo sviluppo e il rafforzamento dell’aura, che si era sistemato per addormentarsi; era supino sul fianco destro, ma sveglio, con il braccio sinistro di traverso a sua moglie, quando all’improvviso “avvertì” la presenza di suo padre. Dico “avvertì” perché non lo vide e seppure ebbe con lui un lungo colloquio non sentì la sua voce, che pure ricordava benissimo. La sua presenza certa, era la “presenza” di un qualcosa di immateriale, di energetico, come una nuvola senza spessore, piatta, avente forma circolare irregolare del diametro di circa 40 cm; essa era posta a circa 20 cm di altezza dal guanciale posto sulla destra di sua moglie, all’altezza della spalla destra del figlio, il quale dormiva di fianco alla madre. Il colloquio tra i due avvenne senza che parlassero; infatti le domande erano solo pensate ed era naturale che i due dovessero sentirsi e rispondersi. Era un diverso modo di comunicare. Circa il contenuto della conversazione che ebbero, ad appena sette ore di distanza già non riusciva a ricordare quasi nul-

la; alcuni particolari però erano ancora vivi. Alla sua domanda (posta sempre nel modo prima descritto) di cosa ne pensasse del suo comportamento quando lui e la madre erano ancora in vita. Aveva fatto un giro di parole senza riuscire a rendere perfettamente l’idea e il senso preciso della domanda, cosa che durante il colloquio credette di averlo fatto con un semplicissimo concetto espresso con il pensare non più di due o tre parole. Il padre gli aveva fatto capire, con poche parole secche, precise, ma non erano parole piuttosto concetti, che il suo comportamento non era stato dei più limpidi, ma senza rimproverarlo e senza farlo sentire in colpa. Prima di questo gli aveva chiesto lui ora dove fosse; rispose che si trovava su un piano energetico di poco superiore al suo (credo che intendesse dire che forse anche il figlio era già salito di qualche piano energetico rispetto a quello normale e che forse si erano incontrati a metà strada) su due piani contigui. Dopo questo, colloquiarono a lungo ma la mattina non ne

ricordava più il contenuto. Ad un certo punto il padre mostrò una certa fretta e disse che doveva andare via perché doveva fare UNA RAPINA IN UNA BANCA SANITARIA; la cosa al momento gli sembrò del tutto normale, ma la mattina non sapeva cosa pensare. Prima che andasse via, e della sua presenza ne era certo, gli chiese come era il mondo dove si trovava e cosa ci fosse (domanda alla quale anche io penso da sempre senza mai aver trovato una risposta). Ascoltata la domanda il padre SPARI’ e all’improvviso avvertì la sua non presenza, il vuoto, la sua assenza. Prima che però sparisse captò, avvertì, il suo improvviso disagio. Preso coscienza di questo, stava analizzando il fenomeno (era sempre sveglio; guardò anche l’orologio ed erano l’1.08) quando all’’improvviso – e qui le parole, per chi racconta, non riusciranno mai a rendere il concetto – disse di essere stato investito per tre volte di seguito, a brevi intervalli, da una scarica di energia che lo fece fremere. Per rendere solo una vaga idea di quanto gli era successo, si immagini il corpo di una persona rivestito di un cappotto di energia. Ebbene ad ogni scarica è come se si fosse aggiunto un altro cappotto di energia. La mattina era lucidissimo e si sentì molto bene, intendendo dire di sentirsi più in forma degli altri giorni (scritto del 16 maggio 1995) Giuseppe Clarino

PER LA TUA PUBBLICITA’ info@CECSTAMPE.it 3384356954 - 3404820171


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

21

TERESA D’ANGELO

La bellissima Maria Boccia si racconta a Chiacchierando con...con la sua passione partenopea

Maria Boccia, cantante napoletana, donna verace, passionale, dalle radici profonde salde nella sua Napoli. Intervistando Maria, che ha fatto la sua prima diretta Instagram proprio con me, nel mio format, dal suo parlare, dalle sue risposte alle mie domande si capiva che “la nostra bella Napoli”, quanto le ha dato e quanto la ispira nel suo cantare ogni singolo giorno. La passione per il canto avviene sin da piccola, ma in età adolescenziale inizia ad esporsi a cantare le tante canzoni del repertorio partenopeo, anche seguendo i consigli delle tante persone che hanno sempre creduto in lei, a cui è tanto legata ed ha costruito pian piano la sua crescita artistica cantando le canzoni napoletane dal classico a quelle più moderne. Nel 2014 esce il suo primo inedito di “Ajere e dimane” (testo di Sal Da Vinci e Mr Hyde),ed in seguito nel 2016 esce il suo primo album,intitolato “Ajere e dimane”, che contiene 8 tracce bellissime. Tante canzoni splendide, seguite nel tempo da tantissime persone con tante condivisioni e consensi positivi. Alla domanda degli incontri importanti, che avvengono nella vita e nel cammino artistico, sono

stati menzionati maestri che hanno sempre creduto in lei, come l’autore Bruno Lanza, scrittore di veri è propri testi poetici a tanti artisti come il grande Gigi Finizio, poi l’altro nome è Mauro Spenillo, che ha curato tutti gli arrangiamenti e la produzione artistica di tanti video e della cover “Voglio sapé” (testo di Lanza e Finizio)”

C&C

capolavoro di Gigi Finizio, cantata da Maria in una versione molto dolce e soave, caratteristiche del suo timbro vocale. Ogni brano, ogni inedito, ogni canzone è qualcosa che dev’essere cucita addosso, sentita vivamente. Nell’intervista anche un esibizione live, ma potete visionare il video da YouTube, ringraziando anche le riprese e la fotografia fatta da Danilo De Santis e Paolo Maya. Tantissimi brani stupendi sia suoi che cover riprodotte come “Ajere e dimane”, “E femmene” (testo di Vincenzo Salemme ), con il piano suonato dal maestro Mauro Spenillo. Maria è un’artista davvero formidabile, ricca di virtù, con la grande dote di amare la musica in tutta la sua bellezza, specialmente quella partenopea, conosciuta in tutto il mondo. Infatti il sogno di Maria, quando si potrà ripartire con live all’aperto, concerti, eventi, è quello di portare la sua musica ovunque, far conoscere questo genere fantastico, ricco di cultura, passione e verità. La musica è qualcosa di fantastico, che solo chi ama con l’anima può capire le magie che sa fare. Grazie a Maria Boccia per essersi raccontata in tutta se stessa.

CENTRO STAMPE SRL

S. S. Sannitica 87 - n° 9 - 80026 Casoria (NA) info@cecstampe.it - Tel. 08118254028


22

DOMENICA 17 MAGGIO 2020


DOMENICA 17 MAGGIO 2020

23

Augurissimi

15 MAGGIO 2020 i r u g Au

a r i Elv Pia

Ormai ci siamo, hai atteso con ansia questo giorno. Oggi compi 18 anni e non riesco a crederci, sei diventata una donna, avevi appena 4 anni quando ti ho vista per la prima volta, ti ho cresciuta con amore immenso, donandoti tutto l’affetto paterno e sono stato ricambiato con amore, rispetto e gentilezza. Sei la figlia che tutti vorrebbero. Ti auguro dal profondo del cuore di essere sempre felice e che la vita ti dia ciò che meriti. Io sarò sempre alle tue spalle, basta voltarti e mi troverai. Non temere nulla, io vivrò per difenderti e amarti. Ti amo più della mia vita. Auguri. Felice compleanno. Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 14 maggio 2020

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 0817311062 email: casoriadue@libero. it


24

DOMENICA 17 MAGGIO 2020


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.