DOMENICA 07 GENNAIO 2018
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ANNO XVIII - N° 01 - DOMENICA 7 GENNAIO 2018
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Veleni tossici, disastri ambientali, falso in bilancio, abuso di ufficio; quanti problemi per Casoria
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DOMENICA 7 GENNAIO 2018
29/12/17 17:08
DOMENICA 07 GENNAIO 2018
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EDITORIALE di Nando Troise
Veleni tossici, disastri ambientali, falso in bilancio, abuso di ufficio; quanti problemi per Casoria
C’è del marcio a Casoria? Così iniziavo la mia intervista per la emittente televisiva Campania felix tv (dgt 210, 613 e 694) a Luca Scancariello, dirigente nazionale dei Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni. Vorremmo proprio saperlo. Sono tantissimi i problemi giudiziari che affliggono l’Ente Comune, la maggiore azienda di Casoria per numero di dipendenti ed indotto finanziario. Sono in tanti a dover rispondere alla Procura della Repubblica che li accusa di reati penali quali il falso in bilancio e per alcuni anche l’abuso di ufficio. Un altro procedimento è invece aperto presso la Procura Regionale Giurisdizionale della Corte dei Conti per reati di natura contabile. Sono troppe e tante le denunce fatte in questa Città da parte di una opposizione che poi diventa maggioranza o anche da consiglieri di maggioranza che diventano opposizione. Prendo a caso una delle ultime: Pasquale Pugliese, eletto consigliere comunale
“La verità è figlia del tempo. Bisogna aspettare”
con una civica che lo vedeva candidato Sindaco, poi al ballottaggio alleato con Santillo contro Fuccio, in passato, con Carfora Sindaco, consigliere comunale prima in maggioranza e poi all’opposizione, ha denunciato la gestione del Centro Polifunzionale detto PalaCasoria sia al Prefetto di Napoli che al Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. La maggior parte delle denunce, in un questo clima politico avvelenato ed intossicato, arrivano dal periodico Nuova Dimensione e dal suo direttore Francesco Polizio, prima sostenitore di Pasquale Fuccio, Nicola Laezza e Susy Pagliuca e, poi, passato ad una opposizione extraconsiliare. Le ultime denunce inviate sia alla Corte
dei Conti che alla Procura della Repubblica riguardano: “la nomina dei dirigenti avvenuta, secondo Polizio, in violazione della legge; il patrimonio comunale è in una situazione di abbandono e non vengono riscossi i canoni di locazione;” Attraverso l’On.le Pina Castiello, nata in Alleanza Nazionale per poi passare a Forza Italia prima e da pochi mesi alla Lega Nord (per l’autonomia della Padania) Noi con Salvini, ha inviato al Ministro dell’Interno, a quello della Semplificazione, al Ministro dello Sviluppo Economico e a quello dell’Ambiente diverse interrogazioni riguardanti il Comune di Casoria: da Casoria Ambiente alle procedure concorsuali (secondo le interrogazioni in violazione delle leggi), dall’abbandono delle periferie specie quelle confinanti con Afragola alle progressioni verticali ed orizzontali del personale dipendente del Comune di Casoria. continua a pag. 5
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SEGUE da pag. 3
In una riunione di fine anno molto affollata, il Sindaco Pasquale Fuccio, rifletteva e ragionava con alcuni dei suoi più vicini collaboratori che in una Città come Casoria, spesso percorsa dai brividi dell’onestà, l’Azienda Comune di cui lui è il responsabile politico e amministrativo, non deve restare ai margini delle grandi pulizie. Non ci siamo scandalizzati a questo ennesimo tourbillon giudiziario, pur ricordando al Sindaco che alcuni movimenti politici pur non alleati con la sua coalizione eppur penalizzandosi per posti persi in Consiglio Comunale gli hanno dato una mano nella vittoria elettorale contro Giuseppe Santillo, sostenendo, secondo loro che “con la vittoria di Pasquale Fuccio abbiamo sconfitto un blocco sistemico, quello di Tommaso Casillo”. Non saremo noi a proporre class action né tantomeno a invocare un corporativismo consiliare o a difendere coloro che hanno procurato danni erariali all’Azienda Comune, uno dei pochi polmoni finanziari della intera Città. Ci siamo sempre battuti contro i maneggioni, i ladroni, i fannulloni, gli imbonitori, le ingerenze camorristiche, odiando le sopraffazioni: dalla Snaidero al PalaCasoria, dal Parco Buontempo ai concorsi truccati, dall’acquisto miliardario degli uffici di via Piave ai contributi a pioggia e tanto altro. Invece, il tutto si ripete. E non finisce qui. Le interrogazioni parlamentari della Deputata al Parlamento Pina Castiello, inviate al Ministro degli Interni, Generale Marco Minniti, sono sulle scrivanie del Prefetto e del Questore di Napoli, avviando, di conseguenza, altri procedimenti di indagine e di controllo anche nei confronti di questa Amministrazione a guida di Pasquale Fuccio. Siamo contro i truffatori ma anche contro gli avvoltoi, quelli che volteggiano alla ricerca del cadavere.
Incredibile ma vero, proprio nel Palazzo di Città non hanno intuito la gravità del momento, causa un coro di elogi nei confronti di chi doveva o si era preso l’impegno di tutelare il Sindaco Carfora. Incontro, invece, il Sindaco attuale, la sera del 30 dicembre, per il tradizionale brindisi di fine anno e ascoltavo il suo ragionamento (da avvocato e da Sindaco) sul problema giudiziario che ha investito la sua e nostra Città facendola rimbalzare agli onori della cronaca. Il Mattino l’ha sbattuta nelle posizioni d’onore. Giusto; l’informazione ha le sue regole e non esistono salvacondotti per chi sgarra. Il Sindaco Fuccio sorride e mostra fiducia incrollabile agli attacchi che sta ricevendo dal suo anziano amico Ciccio Polizio, suo sostenitore durante l’ultima e recente campagna elettorale. “Devo potenziare la comunicazione – mi diceva – tutti devono essere portati a conoscenza delle cose buone che stiamo facendo o che stiamo per fare”. Gli ricordo, alle fine della sua analisi tecnico giuridica della vicenda del falso in bilancio, che sono preoccupato per la mia e sua Città per due colossali motivi. Il primo riguarderà la crisi morale e poi, di conseguenza, economica che scaturirà da questa vicenda. Al Sindaco ho detto che la potrà evitare solo rifondando completamente gli organi istituzionali; la seconda mia preoccupazione e sempre riflettendo su questa vicenda saranno le mire di chi adesso penserà di impossessarsi della gestione della cosa pubblica. Stanno alla finestra pronti all’occupazione del Municipio, del Consorzio Cimiteriale, di Casoria Ambiente, oltre a tutto quello che è collegato (i lavori pubblici, i servizi idrici, il patrimonio comunale, le opere compensative TAV, l’assistenza
e la sicurezza sociale, l’assetto del territorio, la ragioneria). Ho ricordato al Sindaco l’impegno preso il 27 giugno 2016 di sostegno a lui, alla sua “rivoluzione”, al cambiamento. Mi ha ribadito, in presenza di tanti amici ed anche di addetti ai lavori: “sono fermo e determinato a cambiare la metodica del consenso. Darò prevalenza nella mia azione politica ed amministrativa alla meritocrazia, al rispetto per i giovani, alle problematiche studentesche di ogni ordine e grado, mi confronterò al più presto con gli universitari, e, con loro e tramite loro, alla valorizzazione dei saperi”. La sfiducia cresce: i sondaggi dicono che i casoriani non credono più alla classe dirigente e politica e neanche alle istituzioni. L’amministrazione, causa una scadente forma comunicativa, dovuta al malfunzionamento di questa importante attività nonché alla mancanza di un assessore alla comunicazione non riesce né a veicolare notizie né tantomeno arrivare alla propria gente. Sarà importante, in questi primi mesi del 2018, l’impegno politico ed amministrativo del Sindaco Pasquale Fuccio e della sua Giunta Municipale per conquistare la fiducia dell’intera Città.
ULTIMA ORA Il piano del fabbisogno del 2018 ha previsto l’assunzione del Dirigente del Settore “Ragioneria e Finanze” in quanto vincitore del concorso tenutosi qualche anno fa. Il nuovo dirigente è il Dr. Pierpaolo Mancaniello Il dirigente uscente, dr. Ciro De Rosa, arrivato, in quel concorso, a pari merito, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Riguardo, invece, il Settore “Ecologia ed Ambiente” il Sindaco ha rinnovato fino a tutto aprile il Dirigente Dr. Errico Colucci.
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6 PAOLA CONSOLETTI La parola Capodanno (da Capo d’anno), è il primo giorno dell’anno, che segna l’inizio di un nuovo periodo. Secondo la tradizione, nella notte tra il 31 Dicembre e il 1 Gennaio si festeggia Capodanno, una ricorrenza segnata con il cerchio rosso sul calendario, e che porta con sé eco di tappi di bottiglie, di cenoni e di conti alla rovescia. Una tradizione che sembra scolpita nella pietra, e che pare, affondare le sue radici nella storia dell’umanità. La scelta del passaggio dal vecchio al nuovo anno il 31 Dicembre, ha origini molto antiche, fu poi Giulio Cesare a calendarizzare il 1 Gennaio, come inizio dell’anno. Una caratteristica della festa di Capodanno, è che chiude un periodo del tempo e ne apre un altro, in questo modo pone una separazione tra il passato, che deve portarsi via tutto il male che aveva con sé, e l’avvenire immediato, per la cui felicità si formulano auguri. Il Capodanno a Napoli è una grande festa all’aperto. Negli ultimi tempi molti napoletani si preparano a festeggiare in città, per le strade, entrando in un mondo chiassoso e festoso, dove sono ben accolti anche numerosi turisti sia italiani che stranieri. Napoli ormai, è riconosciuta come la città da visitare, da vivere, da respirare, in quanto ha in sé cultura, arte e divertimento. Il Capodanno quì, si festeggia per le vie e le strade del centro, in Piazza del Plebiscito e sul Lungomare, ma non mancano cene, veglioni e fuochi d’artificio. Le tradizioni del Capodanno napoletano prevedono dei riti, come allo scoccare della mezzanotte è di buon auspicio mangiare tante
lenticchie, infatti questi legumi simboleggiano ricchezza e prosperità. Un altro gesto simbolico del Capodanno, è quello di lanciare cocci e piatti vecchi, è un rituale portafortuna per l’anno in arrivo. A Napoli, il Capodanno si festeggia in Piazza del Plebiscito, dove si tiene il concertone con numerosi ospiti fino allo scoccare della mezzanotte, per poi dirigersi a Castel dell’Ovo, dove il nuovo anno viene salutato con un incredibile spettacolo di fuochi pirotecnici. La festa continua fino all’alba del giorno seguente, sul Lungomare di Napoli, dove di solito vengono allestiti dei palchi tra Via Caracciolo e via Partenope, per accogliere artisti, band emergenti e discoteche all’aperto. Molti ristoranti in città, propongono menù allettanti, per il cenone di Capodanno. Quello di Napoli è un Capodanno all’insegna della musica, ma anche della valorizzazione delle eccellenze artistiche partenopee. La notte del 31 Dicembre è la più lunga e divertente dell’anno, e per una nottata magica ed indimenticabile, bisogna scegliere solo la nostra città. La città Partenopea, fa di tutto per apparire al suo meglio, durante la notte di San Silvestro. Il fantastico spettacolo pirotecnico viene sparato con un riflesso sul Golfo, da lasciare senza fiato. Napoli è la città in assoluto più vivace e frizzante per festeggiare ogni Capodanno. A voi Lettori giungano i più sinceri ed affettuosi auguri da tutta la Redazione di Casoriadue e dal Direttore Nando Troise, affinchè il nuovo anno possa essere ricco di soddisfazioni, portando gioia e serenità nelle vostre case. Buon Anno 2018.
IL CAPODANNO NAPOLETANO
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ANTONIO BOTTA
Sarà trasferito il mercato del Venerdì da via Calvanese nell’area interna del Palacasoria
A QUANDO L’ISOLA ECOLOGICA A CASORIA? Ancora nessun intervento per i due alberelli sfregiati di via Duca D’Aosta
Anno nuovo con sorpresa attesa dalla fine degli anni ‘90 per i residenti di via Calvanese: il mercato rionale del Venerdì dovrebbe essere trasferito, il condizionale è d’obbligo, alla fine del mese di Gennaio, nell’area interna del Palacasoria, in via Michelangelo. “Sto lavorando a ritmo serrato per rispettare i tempi stabiliti” ha dichiarato, a tal proposito, l’assessore al commercio, dott. Antonio Ricciardi. Negli oltre vent’anni in cui il mercato si è tenuto nella suddetta area pubblica, sono state, per lo più inascoltate, dall’Ente locale le proteste degli abitanti della zona, che si sono sempre lamentati per lo stato di sporcizia e di degrado della strada, poiché i rifiuti non venivano immediatamente rimossi, denunciando, inoltre, le difficoltà nella circolazione dei veicoli. In realtà, quanto a quest’ultima lamentela e ad altre continuamente segnalate dal nostro Settimanale (ultimo servizio il 3 Dicembre scorso, a firma Domenico Borriello) e da altri organi di stampa, il precedente sindaco Carfora diede mandato all’assessore al commercio del tempo, Antonio Lanzano, di intervenire, il quale provvide a trovare una soluzione per conciliare lo svolgimento del mercato con la transitabilità delle autovetture, soprattutto in caso di emergenze, con una sorveglianza più accorta della Polizia Municipale. Tuttavia, i disagi, di vario tipo, non sono mai scomparsi e i cittadini residenti hanno continuato a far sentire la loro voce di protesta, puntualmente amplificata da Casoriadue, per sollecitare il Comune a trasferire il mercato in questione. Certo, ora occorre che L’Ente locale si attenga alla normativa sanitaria vigente in materia, con una pavimentazione da realizzare con strato di finitura compatto ed igienicamente corretto, per l’uso al quale è destinato, e con l’installazione di “servizi igienici sia per gli acquirenti sia per gli operatori”. Non solo, anche nella disposizione delle bancarelle, nello spazio adeguato per la viabilità, è necessario che il mercato possieda caratteristiche riconosciute di immediatezza ed affidabilità commerciale di ampia scelta e maggiore economicità (in particolare
per gli alimenti deperibili esposti), di familiarità nei rapporti ed anche, perché no, di luogo d’incontro delle persone. E ora, risolto un annoso problema, a cui la Giunta comunale, con un atto di indirizzo del 30 Dicembre scorso, ha provveduto, ne segnaliamo altri, già denunciati dalle pagine di questo Settimanale, sollecitando l’Esecutivo locale, a porvi rimedio. Il primo è l’istituzione di un’isola ecologica, presso cui consentire ai cittadini casoriani di conferire rifiuti, che assolutamente non vanno gettati nell’indifferenziata. Alcuni giorni fa, telefonai a Casoria Ambiente per chiedere all’operatore addetto ai rapporti col pubblico dove avrei dovuto smaltire le lampade al neon, visto che è vietato gettarle nell’indifferenziata, rimarcando che Casoria, Città con oltre 80.000 abitanti, è sprovvista ancora di un’isola ecologica, da quando la precedente, sita in via Circumvallazione esterna, fu sottoposta a sequestro preventivo nel 2014 per il reato di occupazione abusiva e per la raccolta dei rifiuti effettuata in maniera disomogenea. Ecco la NON risposta, dell’operatore: “Le confermo che le lampade a neon non vanno gettate nell’indifferenziata, ma nell’isola ecologica, e, poiché a Casoria essa manca, non so cosa dirvi…sono io stesso in imbarazzo a darle questa risposta…non risposta!” E questo è quanto! ! Dicano il Sindaco e l’Assessore all’Ambiente se tale situazione non scoraggi i cittadini responsabili e coscienti dell’importanza della raccolta differenziata, a praticarla. Io ho uno scatolone, ormai stracolmo, di
lampade a neon. Attendo con impazienza, insieme con tanti altri cittadini, che la Città si doti di un’isola ecologica, pur promessa in campagna elettorale. Altra questione riguardante la tutela dell’ambiente é la necessità di preservare il decoro urbano: Casoriadue denunciò, nel mese di ottobre, con un articolo, dal titolo “E’ bassa l’etica pubblica in Città” a firma dello scrivente, lo scempio del taglio, fino alla base, di due alberelli in via Duca D’Aosta, la strada confinante con la vicina Afragola, sollecitando la vigilanza ambientale ad intervenire. Niente è accaduto da allora: alla colpevole irresponsabilità di qualche vandalo della zona, è sconfortante ammetterlo, si aggiunge la gravissima indifferenza istituzionale. Diamoci una mossa, per favore!! Si dice nella zona che i rami e le foglioline dei due alberelli impedivano la vista dell’insegna di un negozio. Ha scritto, al riguardo, il magistrato Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) nell’ultimo libro “La corruzione spuzza”, di cui è coautore insieme a Francesco Caringela, già commissario di polizia e magistrato penale a Milano durante “Mani pulite”: “La natura non è nostra nemica, ma nostra madre. E’ necessaria quindi trattarla con cura, evitando di considerarla un giardino al nostro servizio, da piegare ai nostri interessi, trascurando le sue esigenze.” E’ stata approvata la legge 68/2015 per contrastare gli ecoreati. Benissimo! Si intervenga! Non si configura, forse, come reato ambientale il taglio selvaggio di due alberelli?
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La Pro Loco e il pranzo natalizio nella chiesa di San Mauro Una piacevole chiacchierata con la presidentessa dal 2009 della Pro Loco Germana Ondoso, la quale con grande gioia, ha concesso ai lettori di Casoriadue un racconto della meravigliosa iniziativa organizzata e realizzata all’interno della basilica di San Mauro ovvero un pranzo di Natale per le persone più bisognose della comunità parrocchiale. La nostra chiacchierata inizia proprio così. “La pro loco si occupa di enti turistici e nasce con il recupero storico, artistico e culturale di Casoria, la quale, è una città che ha tanti problemi ma allo stesso tempo è tanto privilegiata. Conta ben 3 santi, ma è senza identità e deve riprendersi proprio questa identità se-
guendoli e prendendoli come modello e come esempio, dando il riscatto e la dignità che si merita e rimettere in campo le tradizioni.” Com’è nata l’idea di questo pranzo? Sono stata chiamata da Don Mauro Zurro il parroco della basilica per poter organizzare questo pranzo, il quale, non avendo fondi si sono fatti aiutare dalla pro loco ed insieme per la città di Casoria si è organizzato il tutto Come è stato organizzato? La pro loco ha organizzato nei minimi dettagli l’evento come si potrebbe fare per una qualsiasi occasione importante curando i particolari. Abbiamo pensato di chiamare un catering con un menù ricco di pietanze a partire: dall’aperitivo, antipasto con mozzarella e prosciutto, lasagna, medaglioni di maiale e dolciumi della tradizione. A servire i tavoli c’erano i volontari fedeli che non volevano mancare a questa edizione e si è creata una comunione; inoltre vi era la protezione civile e persone esterne che hanno voluto dare questo contributo. E’ la prima volta che è stato organizzato o va avanti da alcuni anni? La proloco ha già organizzato altri pranzi nel 2010 e 2011, però, l’emozione che ho provato nel momento in cui il parroco mi ha chiamato per poter organizzare il pranzo già avevo immaginato come farlo e l’emozione era grande.
Con don Mauro ho trascorso la mia adolescenza e farlo lì è stata una grande gioia perché ho fatto un tuffo nel passato ed è stato bellissimo anche perché si vedeva una gioia negli occhi di queste persone. Mi hanno detto:“Abbiamo una grande gioia nel cuore”. Che ruolo occupa all’interno della chiesa di San Mauro? Don Mauro Zurro è rimasto soddisfatto e mi disse che voleva ancora collaborare con me con tanti altri progetti e attivarci per poterli realizzarli. C’è qualche progetto in futuro come questo da voler realizzare? Sì, sicuramente.
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ROSA BERTENNI
Fratelli d’Italia: “Lavoriamo sulla cultura”
Nella sede di Casoria di “Fratelli d’Italia” il direttore Nando Troise intervista Luca Scancariello, Giuseppe Notaro e Nicola Mangani, esponenti di uno degli ultimi partiti rimasti attivi in città. Si parla del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia appunto, e della politica in generale a Casoria. Questo il commento di Mangani sulla loro fazione politica: “Ad oggi si vede la politica solo come elezioni. Noi abbiamo una visione a 360 gradi, abbiamo una concezione politica diversa, tant’è vero che non ci focalizziamo solo nel periodo della campagna elettorale, ma siamo vicino ai cittadini rispettando le esigenze di ogni giorno. Ad oggi come partito siamo concentrati su diverse attività come l’”Operazione Befana” indirizzata a quelle persone che non possono godere di questa festa”. Si passa poi ad un commento generale sulla politica che la nostra città ha visto passare negli ultimi anni. Alla domanda “c’è del marcio a Casoria”, Luca Scancariello risponde così: “è una domanda di cui trovo risposta in fatti concreti, anche perché c’è dall’insediamento nel 2005 una commissione per esaminare degli atti amministrativi e se al termine di questa commissione ci fu uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche, significa che questa non è una supposizione ma semplicemente la narrazione di atti avvenuti in quel periodo che non hanno ancora smesso di succedere. C’è del marcio abbastanza radicato, che riguardava l’intera struttura comunale,
tuttavia si è tentato di fare chiarezza pur non avendo degli effetti soddisfacenti da sradicare determinate situazioni. Io penso che l’unico momento di svolta sia rappresentato dal momento elettorale dove ci sono sempre persone perbene da eleggere e persone di dubbia moralità che sarebbe bene non votare, e spesso capita che vengano elette proprio queste persone. Al di là delle amministrazioni che si sono succedute sulle quali gravano grossissime responsabilità (vedi spreco di denaro pubblico con il palazzetto dello sport, una cattedrale nel deserto che non dà un contributo quotidiano o annuale alla città), ci aspettavamo che lo Stato facesse sentire con più forza la propria voce sul territorio. Non molto lontano è il pensiero di Giuseppe Notaro: “I comuni sono diventati gli unici polmoni finanziari attivi sul territorio, quando un ente che dovrebbe svolgere un ruolo etico apre la breccia per far entrare qualunque nefandezza,
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che comunque è legata a certi tipi di interessi. Cosa si può fare rispetto a questa situazione? Chiaramente chi fa politica non può limitarsi all’analisi storica, sociologica, ma si può tornare soltanto alla visione. Quello che è mancato in tutti questi anni e guardare appunto in una prospettiva futura più ampia. Oggi paghiamo un equivoco giuridico amministrativo. La reazione, la proposta di interventi a lungo termine, interventi che ad oggi mancano nella classe politica”. Ci sono due pericoli principali: crisi morale ed economica evitabile solo con la rifondazione degli organi strutturali. Le mire di chi vuole impossessarsi della gestione della cosa pubblica a fini demagogici pubblicitari. “Batto sempre sullo stesso tasto: fare politica significa operare in senso etico e demagogico: lavorare sulla cultura, ricostruire nuclei identitari, per creare un senso di appartenenza”.
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VITTORIA CASO
“La più bella del mondo” compie 70 anni Chi è? Non una star internazionale, ma la nostra costituzione, definita “la più bella del mondo” da Benigni. Al di là delle opinioni, vero è che la nostra Costituzione, in vigore dal 1° gennaio 1948, nasce in un clima di attese e speranze, dovuto al fermento politico postbellico e al desiderio di costruire uno stato che, rispetto allo stato prefascista, fosse più libero, più democratico, più aperto ai bisogni dei cittadini, a qualunque classe essi appartenessero. L’ansia di rinnovamento accomuna i partiti presenti nell’Assemblea costituente e ne facilita in qualche modo l’accordo; infatti, nonostante le correnti politico-culturali fossero diverse, comune era l’obiettivo: risollevare l’Italia dalle macerie reali e metaforiche, in cui versava, ricostruendo su più solide basi la nascente repubblica e rifondando le regole della convivenza civile. “La Costituzione non è un semplice testo di legge, ma un consiglio di vita che, se ognuno di noi trasfonde nei comportamenti quotidiani può anche dare un po’ di felicità”: queste parole di Michele Del Gaudio possono essere un punto di riferimento e anche un elemento di riflessione. Gli articoli della Costituzione, infatti, non sono puri e semplici enunciati programmatici, ma elementi fondanti e tassativi per tutto il nostro ordinamento: una grande ricchezza valoriale, propositiva, normativa, che definisce un comune patrimonio di garanzie e di impegno per il futuro; una miniera di risorse accumulate in un periodo segnato da immane sofferenza, ma anche da concordia nazionale e perciò paradigmatico in un momento d’incertezza e di bisogno di orientamento come quello che oggi stiamo vivendo. Certo è che la Costituzione sancisce le principali libertà: libertà di pensiero, di religione, di associazione, di stampa,
di movimento; tutela le minoranze linguistiche, riconosce il diritto al lavoro, stabilisce l’uguaglianza dei cittadini e si impegna a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, favorisce lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico, sancisce la parità uomodonna, riconosce il diritto di sciopero; stabilisce il primato della politica sull’economia e della solidarietà sul profitto individuale. Tali principi sono un bene d’inestimabile valore, costato lacrime e sangue a uomini, donne, bambini, che hanno sacrificato la vita, pur di raggiungere questo traguardo. In sintesi, la Costituzione fissa le regole del gioco democratico, all’interno del quale i cittadini esercitano la loro libertà, definendone i diritti, ma anche i doveri, in base al principio deducibile, per quanto non scritto, che il compimento dei doveri, implica il rispetto dell’altro e il godimento dei diritti di ciascuno e di tutti. Un importante “luogo” della memoria e della stabilità, dunque, ma anche del progetto e del prudente cambiamento, ispirato ai valori dell’onestà e della com-
petenza, al servizio del cittadino e non del potere, per scongiurare ogni abuso, il delirio di onnipotenza, la megalomania. Ancora attuali e, a dir poco illuminanti, sono le parole sagge e sentite di Pietro Calamandrei (1955): “La nostra costituzione è in parte una realtà, in parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi! L’art 3 riconosce che gli ostacoli vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli. ...In questa costituzione c’è tutto il nostro passato, i nostri dolori, le nostre sciagure, …dietro questi articoli si sentono voci lontane…quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Questa carta no, non è una carta morta è un testamento di centomila morti. Se volete andare nel luogo dove è nata la nostra Costituzione andate nelle montagne, dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione! ” .
Le interviste di Nando Troise ogni sera alle ore 20.30 sui Canali 210 dgt - 613 dgt - 694 dgt
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TGR, IL CUORE PULSANTE DELL’INFORMAZIONE LOCALE L’informazione locale ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella storia dell’informazione, questo perché le notizie “di zona” sono quelle che il bacino d’utenza sente più vicine e immediate e, in un certo qual senso, lo riguardano un po’ di più. Questo la RAI lo ha sempre saputo ed è per questo motivo che a fine anni ‘70 vide la luce un marchio che, ormai, fa parte della vita degli italiani ed entra nelle loro case ogni giorno da quasi 40 anni. Chiaramente stiamo parlando del TG Regione, la cui prima edizione andò in onda il 15 dicembre 1979 all’interno del tradizionale TG3. La rivoluzione, tuttavia, avvenne qualche anno dopo: precisamente nel 1987, quando a TG Regione fu staccato il cordone embrionale che lo teneva legato a “Mamma TG3”, divenendo così testata autonoma ribattezzata col nome di Rai Regione, divenuto nel novembre 1991 “TGR”. A fine anni 90, e precisamente nel 1999, la testata perse per qualche anno la sua indipendenza, ritornando a essere parte integrante del TG3, salvo poi staccarsi e ritrovare la sua autonomia nel giugno
2002: un percorso, questa volta “netto”, fino ai giorni nostri. L’importanza che la RAI ha sempre dato a questo progetto è evidente soprattutto se andiamo a valutare e dare un peso ai numeri: il marchio “TGR” è la testata europea a cui sono legati più giornalisti: ben 850! La particolarità del TG Regione, un format vincente, è quello di essere un telegiornale locale, dedicato alle diverse regioni d’Italia. Tutte le edizioni del TG vanno in onda contemporaneamente, dalle diverse sedi del telegiornale in tutte le regioni del paese, alle 14:00, alle 19:30 e a mezzanotte su RAI 3. Altri elementi che hanno contribuito al successo del TG Regione sono le sue ricche e interessanti rubriche: la più celebre è sicuramente “Buongiorno Regione” che va in onda dal 2008,
dal lunedì al sabato dalle 07:30 alle 8. La scaletta vede la lettura del bollettino meteorologico del giorno, una rassegna stampa, una pagina culturale e, in chiusura, ancora una volta il bollettino meteorologico della giornata. I direttori della testata, dal 2002, sono stati i seguenti: la pugliese Angela Buttiglione da giugno 2002 a settembre 2009, il ternano Alberto Maccari dal settembre 2009 al dicembre 2011, il lombardo Alessandro Casarin dal dicembre 2011 fino alle sue dimissioni rassegnate per problemi personali nel giugno 2013. Così a Casarin successe per un breve periodo, ad interim, Federico Zurzolo, fino a passare il testimone sempre nel giugno 2013 all’attuale direttore di testata, il palermitano Vincenzo Morgante, affiancato nel ruolo di vicedirettore da Carlo de Blasio da dicembre 2017. Il caporedattore dell’edizione campana, invece, è Antonello Perillo, un volto noto del giornalismo italiano. Da gennaio 2017, infatti, è anche il curatore delle rubrica nazionale della testata “Mezzogiorno d’Italia”, un racconto intenso del Sud del paese che va in onda ogni sabato ad ora di pranzo.
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CARMEN PALUMBO Questa settimana abbiamo parlato con la giornalista televisiva Cristiana Barone, volto noto di canale 8, dove da più di quattro anni conduce la trasmissione “Mezz’ora al Tg”. Partendo da Napoli, Cristiana è riuscita ad affermarsi come giornalista a livello nazionale, attraverso la produzione di Mezz’ora al Tg, dove si affrontano tematiche varie e gli argomenti riguardano tutte le più importanti città italiane, cercando di fare spesso dei paragoni con Napoli. “Mezz’ora al Tg è una mia produzione ed è una trasmissione nazionale, ho cambiato il taglio e senza dimenticare Napoli, ho dato ampio spazio anche a tutte le altre città italiane. L’idea di creare questa trasmissione, che ad oggi è seguitissima, mi è venuta quando ho capito che la strada aveva ancora bisogno di parlare, aveva tantissime cose da dire e mettendo i cittadini a confronto con le istituzioni, cercando di ottenere una loro reazione, abbiamo raggiunto anche degli ottimi risultati”. Prima di ottenere queste grandi soddisfazioni, Cristiana come tutti coloro che si accingono a questo mestiere, è partita con un bagaglio di pazienza e tanta passione. Lei stessa ci ha raccontato che ha iniziato ad apprestarsi al mondo del giornalismo scrivendo per piccoli giornali per poi arrivare, grazie al suo talento, allo schermo televisivo. “Ho cominciato con Video Comunicazione e Napoli City, poi ho scritto per vari giornali come L’Espresso, Libero, il Mattino. Amo tantissimo scrivere, è sempre stata la mia passione, ma cre-
INTERVISTA ALLA GIORNALISTA CRISTIANA BARONE: IL GIORNALISMO E LA CARRIERA do che la televisione abbia un impatto diverso e più immediato, rispetto alla carta stampata. Oggi però il rapporto con il mezzo di comunicazione è cambiato ulteriormente, non si può negare che il giornalismo del futuro è quello del web. Io insegno giornalismo inve-
stigativo alla Suor Orsola Benincasa e ai ragazzi cerco di trasmettere prima di tutto le regole del giornalismo on-line. Sembra che siano tutti capaci di scrivere e si gettano in questo grande mondo del web, senza avere un minimo di deontologia professionale. Oltre al talento di base per fare questo mestiere bisogna avere, secondo me, anche una buona formazione”. Il suo percorso televisivo è iniziato poi alla Rai di Milano e dopo aver fatto un giro di varie emittenti televisive, è arrivata a Telecapri. “A Telecapri, io sono stata capo redattore per dodici anni, mi occupavo delle notizie più importanti della città di Napoli e conducevo la trasmissione l’Ultima Minaccia, che si occupava della ricostruzione degli omicidi di Camorra”. Proprio tenendo conto della sua straordinaria carriera e del percorso fatto nel corso di questi anni, abbiamo chiesto a Cristiana, quale consiglio si sente di dare ai giovani che amano questo mondo e desiderano svolgere questa professione. “Mi sento di dire ai ragazzi di avere molta pazienza e non mollare mai, seguendo sempre la propria passione e studiando continuamente. L’importante secondo me è specializzarsi, scegliere un proprio settore specifico nel quale mettercela tutta, purtroppo non siamo tuttologi, non possiamo scrivere di tutto, è necessario avere un proprio ambito, nel quale bisogna sentirsi a proprio agio per riuscire al meglio e ottenere dei grandi risultati.”
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Corrado Taranto: il teatro era epoca del platino, oggi di stagnola
Nome: Corrado; Cognome: Taranto; Mestiere: teatrante di razza; Età: 62 anni, attore da 44. Ha lavorato: fratelli Giuffrè; Mario Scaccia; Mariano Rigillo; fratelli Taranto; Luigi De Filippo. Parentele artistiche: figlio di Carlo e nipote di Nino, fratello di Carlo. Che significa, oggi, essere figlio d’arte? “Capire che è finita un’epoca, da quella del platino siamo passati a quella della stagnola”. Una discesa negli inferi teatrali verrebbe da dire. “Una discesa in ‘Gomorra’ e in ‘Made in Sud’, per dirne due”. Cui prodest questa discesa? “Certamente giova a chi fa comodo avere persone intellettualmente facilmente manovrabili e il pubblico è condizionato dalla televisione, mancano programmi intelligenti; una trasmissione buona capita solo se si riesce a mettere insieme 4 o 5 sessantenni come me; la colpa invece è nostra che permettiamo tutto questo. La globalizzazione avrebbe dovuto portare ad una crescita collettiva verso l’alto, invece c’è stata una globalizzazione verso il basso”. I giovani da questa disamina ne escono, tutto sommato, con le ossa rotte. “I giovani sono costretti a cose di livello basso ma ce ne sono di bravissimi, oggi è la mancanza dell manico che svalorizza anche gli ombrelli di qualità. Il manico? I registi e i direttori artistici”. Siamo all’epoca dei cinepanettoni, volendo sintetizzare la stagnola. Quale il platino nel cinema? “La commedia all’italiana,l’abbiamo abbandonata e oggi la fanno gli americani, penso ai tanti film brillanti di successo che interpretò mio padre in quel genere di film che aveva ancora un futuro”. Oggi quello che manca , forse , è la gavetta come poteva essere l’avanspettacolo un tempo. “Questo sicuramente, tanto che lo faremo rivivere io e Oscar Di Maio nello spettacolo “La coppia che scoppia” imperniato su questo tipo di spettacolo, il prossimo aprile. Oscar Di Maio è un bravo attore di una grande famiglia di teatranti, non è solo il ‘cafone’, tanti altri non sono nemmeno
quello, sono zero” I manici, però, non sono solo registi e direttori. “Certamente no, è tutta l’organizzazione che ruota intorno allo spettacolo teatrale. Alcuni anni fa avevo pensato ad una messa in opera di ‘Morte di Carnevale’ con Oscar Di Maio e Maria Del Monte, quando lo proposi ad un produttore rifiutò perche nel titolo c’era la parola morte che, secondo lui, non sarebbe stata gradita agli spettatori”. Uno dei problemi spesso lamentato dagli artisti è lo scarso numero di repliche per spettacoli che pure richiedono molto impegno e lavoro notevole. “Questo fa capire che il discorso sui costi eccessivi, pure da qualcuno sostenuto, è relativo. E’ chiaro che se un produttore ti assicura repliche per 2 anni si possono accettare, per fare un esempio, 50 euro a sera, se ti offrono 4 o 5 serate non puoi accettare per meno di 200 euro”. Il mondo teatrale è solidale e compatto nelle difficoltà quotidiane? “Ci facciamo la guerra tra noi; una volta se si sapeva che c’era un provino da fare subito ce lo comunicavamo tra noi, oggi lo sai solo dopo che è stato fatto”. ‘Gomorra’ divide molto il pubblico e la critica: cosa c’è che non va? “Il fatto di rappresentare solo uno spicco, negativo, di Napoli che è molto altro, positivo che non si rileva; inoltre i personaggi negativi sono percepiti in certi ambienti come positivi e portano a comportamenti di emulazione sempre più frequenti; io questo l’ho già detto
tre anni fa, De Magistris se ne è accorto solo oggi. Napoli non è solo il Vomero come talvolta qualcuno crede”. ‘Made in Sud’ perché, al di là di un indubbio successo di pubblico attira anche critiche. “La comicità è fatta di battute intelligenti, non si può ridere con ‘tecketè, tecketè’; il resto, tolti Paolo Caiazzo e i Ditelo Voi, non riescono a tenere la scena per oltre 50 secondi. Il comico dovrebbe avere una base non dovrebbe farlo gente senza storia come purtroppo spesso capita”. In ‘Made in Sud’ c’è anche il duo gli Arteteca, Monica Lima ed Enzo Iapparello, suoi allievi. “Sono stati con me quando dirigevo la Scuola Teatrale del Totò, sono due ragazzi puliti e voglio loro un bene dell’anima, mi sono molto piaciuti quando facevano lo sketch dei due che chattavano; altri personaggi mi sembrano più commerciali ma meno qualitativi”. La morte di Luisa Conte fu anche la fine del successo strepitoso del Teatro Sannazzaro. “Era un successo straordinario che poteva e doveva continuare anche dopo la morte di Luisa; c’erano tanti comici giovani come Giulio Adinolfi, Mimmo Sepe ed io; la cosa da fare era quella di sostituire Luisa Conte con Rosalia Maggio e proseguire in quella impostazione: fu la proposta che feci a Brigida Veglia, figlia di Luisa e amministratrice del teatro, lei rispose che la figlia Lara Sansone aveva altre idee, è mancata la mentalità ed è
DOMENICA 07 GENNAIO 2018 andata come è andata”. Come è andata invece per il suo sodalizio artistico con Mimmo Sepe? “La cosa nacque quando mandammo un video a Zelig e fummo chiamati per una settimana di prove, fu un trionfo e lo posso dire perché ho gli articoli dei giornali che lo attestano. Il top fu quando nel 1988 vincemmo il primo premio alla quarta edizione del ‘Festival del Cabaret’ di Loano; i ‘predestinati ‘ per Antonio Ricci dovevano essere altri ma Paolo Panelli, presidente della giuria, disse che se non vincevano i napoletani, noi, avrebbe abbandonatò e Ricci abbozzò”. Giustizia è fatta anche per i ‘napoletani’, una volta tanto. “Purtroppo no perché Ricci abbozzò ma disse anche che io e Mimmo non avremmo più messo piede in Mediaset e così fu; inoltre con Mimmo a Napoli eravamo giunti al top e per passare allo step successivo, come hanno fatto in tanti, dovevamo trasferirci a Milano come proposi ma Mimmo non se la sentì; poi il successo cominciò a scemare e quando Scarano mi propose di entrare in Compagnia per un spettacolo con Giacomo Rizzo accettai avvisando Mimmo”. Fuga di cervelli, di gambe calcistiche, di manovalanza e anche di artisti per emergere, ieri e oggi. “Purtroppo è così. Un altro mio allievo,
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Giampaolo Morelli a Napoli non è riuscito ad emergere, trasferitosi a Milano ha avuto il meritatissimo successo con il Commissario Coliandro”. Lei ha recitato nella Grande Sceneggiata di Nunzio Gallo e Tecla Scarano. La sceneggiata oggi? “Io ho esordito proprio con una Sceneggiata, ‘Papà è Natale’, con Patrizio; era un tipo di spettacolo legato a canzoni come ‘Lacreme Napulitane’ e ‘Zappatore; oggi è finita perché si è fatta con canzoni e soggetti di tutt’altra natura, come la rapina al benzinaio, non poteva funzionare e non funzionò, bisognerebbe
tornare alle origini e Antonio Ottaiano ci sta provando” Suo padre Carlo e suo zio Nino, due grandi sempre uniti. Cosa li differenziava artisticamente? “Tra Peppino ed Eduardo credo che il primo fosse l’attore e il secondo il personaggio; in parallelo penso che mio padre Carlo era Peppino e mio zio Nino era Eduardo. Nino era un grosso personaggio ed un bravissimo cantante tanto che il maestro Roberto De Simone, mio grandissimo amico, un giorno mi disse: tuo zio Nino è stato una delle più belle voci della Canzone Napoletana”.
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Emanuele Di Cesare: “La fotografia è la chiave per scoprire il mondo e raccontare le mie esperienze” A ben rifletterci, scattare foto è effettuare un viaggio nella luce cercando di catturare le emozioni in immagini che profumano di eternità. Vi sono percorsi che si fanno muovendo le gambe e altri dove è solo la mente a camminare lungo mondi impalpabili, ma in tutti i viaggi è il cuore a lasciarsi trasportare e ad assorbire tutte le sensazioni, le esperienze, tutti gli insegnamenti. Emanuele Di Cesare, napoletano classe 1985, ha unito due sue passioni in importanti progetti: fotografia e viaggi. Grazie ai social fanno il giro del mondo i suoi scatti: era il novembre 2015 quando avviò il progetto ‘Urban Facts’ per allestire mostre a cielo aperto sui muri della città, partendo da Napoli e arrivando a Istanbul, Bogotà e Tegucigalpa (Honduras). ‘Wild Facts Istanbul’ è stato selezionato dalla FIAF nel concorso Crediamo ai tuoi occhi categoria autoedizioni ed esposto al Centro Italiano della Fotografia d’Autore. Come è iniziata la tua passione per la fotografia? “Sin da piccolo ero affascinato dalla fotografia ma la fotografia analogica costava e non era una cosa da dare in mano ad un bambino, da adolescente ho ottenuto l’indipendenza con la mia prima digitale. All’epoca per me la fotografia era documentare la mia vita, la mia faglia, gli amici, le vacanze etc., poi una decina d’anni fa c’è stata una svolta.
Avevo deciso che la fotografia potesse essere qualcosa di importante per me e l’ho iniziata a studiare e a praticare anche per professione”. Cosa rappresenta per te la fotografia? “La fotografia, in viaggio o nella mia città, è la chiave per scoprire il mondo e raccontare le mie esperienze, inoltre oggi copre un ruolo importante dal punto di vista professionale”. C’è un aneddoto in particolare legato alle tue fotografie che vuoi raccontare? “Avrei tante storie da raccontare, in particolare quando sono in viaggio mi sono capitati diversi episodi ma forse quello più assurdo è legato alla macchina fotografica che ora utilizzo. Quattro anni fa in Nicaragua si rubarono la mia macchina fotografica nuova, tornai a Napoli e senza nemmeno aver il tempo di pensare a come ricomprare un’altra macchina un fotografo giapponese mi regalò tutta la sua attrezzatura fotografica!”. Spesso i tuoi scatti sono in bianco e nero. Come mai? “Diciamo che dipendesse solo da me scatterei solo in bianco e nero, la fotografia è un mezzo di comunicazione diretto, forse il più d’impatto immediato che esiste, ed il bianco e nero aiuta ad essere incisivi. Poi in tante situazioni il colore è comunque necessario, ma raggiungere lo stesso livello d’impatto è molto più difficile”. In che modo l’universo di internet e
dei social influenza il mondo della fotografia? “Grazie a internet e ai social network io posso arrivare in modo diretto alle persone, ho un mio pubblico e tante persone che mi supportano in quello che faccio. L’assenza totale di intermediari mi rende libero al 100% e mi ha consentito di bruciare le tappe, grazie ai social network ed al mio sito web ho divulgato anche pubblicazioni cartacee. Il mio primo libro è stato esposto al Centro Italiano della Fotografia d’Autore, il secondo è in vendita in alcune piccole librerie. In altri tempi, alla mia età e senza investire denaro, sarebbe stato praticamente impossibile”. Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono diventare fotografi? “Il primo consiglio è di non stare a sentire a nessuno, di credere nella propria strada ed impegnarsi al 100% non limitarsi ad imparare le basi, la tecnica, la storia ed i grandi fotografi. Se lo si vuole intraprendere come professione bisogna saper leggere il mercato, capire i propri punti di forza e provare a vendere quelli, inoltre è necessario investire tempo e danaro come se si aprisse una qualsiasi altra attività commerciale. L’errore più comune è quello di investire solo in attrezzatura fotografica, ad oggi nessun cliente mi ha mai chiesto con quale attrezzatura scatto oppure ha contattato me per l’attrezzatura che posseggo”.
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DANIELA ABBATE
Patti Smith, la sacerdotessa del rock a Napoli
Il 2017 si è concluso a Napoli con un’ospite internazionale d’eccezione. La sacerdotessa del rock, Patti Smith si è esibita il 12 dicembre al Made in Cloister, il chiostro della Chiesa di Santa Caterina a Formiello. Il chiostro insieme alla chiesa costituiscono uno dei complessi monumentali più importanti della città, lasciando una delle tracce più significative del rinascimento napoletano e rappresentando un esempio tangibile di riconversione e di rigenerazione urbana che ha coinvolto l’area di Porta Capuana, nel centro storico. Una cornice suggestiva che ha ospitato un evento esclusivo, in cui la star, accompagnata dalla sua chitarra e dalla figlia Jesse Paris al pianoforte, si è esibita in un concerto/reading, dal titolo “In a room somewhere”, in cui ha ripercorso
in chiave acustica e intima le tappe della sua carriera, alternando brani di successo a poesie che la cantautrice ha scritto, ispirata da momenti e figure importanti
della sua vita. Non sono mancate rivisitazioni di brani noti, come la canzone I can’t help falling in love with you di Elvis Presley o tributi ad artisti scomparsi e a coloro che hanno rappresentato una fonte di ispirazione inesauribile, come William Blake, grande poeta, artista e visionario inglese. La cantante, dall’inconfondibile stile semplice, ma incisivo, è arrivata dritto al cuore delle 200 persone in sala, esaltando i sentimenti dell’amore, con la celebre Because the night, scritta per il marito, e mostrando, come tutti i “poeti” della sua generazione, il proprio impegno sociale. L’artista, infatti, ha concluso il concerto sulle note di People have the power, invitando il pubblico a non smettere di far sentire la propria voce, soprattutto davanti ai potenti e a denunciare le ingiustizie, sempre.
le varie opportunità per un’educazione/ formazione permanente, lungo l’intero arco della vita, ponendo l’accento sull’aspetto attivo dell’apprendere: per continuare a crescere oltre la scuola. I CPIA sono strutture del Ministero
dell’Istruzione che realizzano un’offerta formativa per adulti e giovani adulti; costituiscono una tipologia di Istituzione scolastica autonoma dotata di uno specifico assetto organizzativo e didattico e sono articolati in una Rete Territoriale di Servizio. Il CPIA NAPOLI PROVINCIA 1 eroga i seguenti percorsi formativi ordinamentali: percorso per il conseguimento del diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione (ex licenza media) percorso per il conseguimento della certificazione di assolvimento dell’obbligo di istruzione percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana per stranieri con certificazione di livello A2/B1.
COMUNICATO STAMPA Venerdì 19 gennaio 2018 ore 17:00 presso la Biblioteca Comunale “MONS. MAURO PISCOPO” Via A. Moro, 26 Casoria (NA) si terra il convegno organizzato dal CPIA NAPOLI PROVINCIA 1 -Sede associata “Carducci-King” con il patrocinio del COMUNE DI CASORIA. Il Convegno è dedicato alla presentazione dell’offerta formativa per gli adulti per l’anno scolastico 2017/18 soprattutto per i nuovi corsi presentati dalla sede associata di Casoria: EDUCAZIONE ALLA SALUTE EDUCAZIONE FINANZIARIA PROGETTO Napoli in Vista PON Parteciperanno docenti ed esperti che offriranno uno sguardo d’insieme principalmente per far conoscere i vantaggi e
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IVAN GRANATINO: INGRANAGGI “L’EVENTO” Ivan Granatino è un nome che già da tempo arricchisce il panorama musicale Napoletano. Con l’album “Ingranaggi” ha dato sfogo alla sua identità artistica per un ulteriore comprensione e conoscenza del suo stile innovativo ricco di cultura partenopea sfociando nei grandi ingranaggi del mondo musicale grazie a quanto ha costruito negli anni scorsi, il suo obiettivo è infatti quello di trasmettere tutto il cuore che mette nella sua musica salvaguardando i valori della nostra città da pregiudizi dovuti a credenze stereotipate ad una reazione negativa. Il genere di Ivan si distingue, è prettamente pop con venature di elettronica e trap seguendo il trend del momento della musica nazionale e internazionale. Per questo ha realizzato “Napoli Allucca” per mettere a tacere i giudizi delle persone spesso ignoranti che non valorizzano e apprezzano con razionalità l’altra faccia di Napoli facendo tutta l’erba un fascio. Finalmente il sogno di Ivan diventa realtà, infatti il 17 Marzo 2018 alla Casa della Musica-Teatro Palapartenope di Napoli, sarà in concerto con “Ingranaggi” L’Evento; per lui sembra esser cominciato bene l’anno nuovo, con sani propositi e valori per la musica, sempre pronto a tener vivo il senso di meraviglia dei migliaia di fans che acclamano e amano il giovane artista. GIUSEPPE NAPPA Nicoletta Russo nasce a Napoli il 15 febbraio del 1993. È diplomata al liceo socio psico pedagogico “E.Pimentel Fonseca” di Napoli. Di recente ha partecipato al “Salotto Artistico Culturale di Tina Piccolo”, definita da accademie e associazioni ambasciatrice della poesia nel mondo, sito a Pomigliano D’Arco, omaggiando la poetessa di un encomio in acrostico dedicato, la stessa le ha conferito il medaglione artistico e il diploma per gli altissimi meriti artistici e culturali. Non solo partecipa anche alla trasmissione Tv dal titolo “Show Napoletano” in collaborazione con “Occhio All’Artista” condotta da giornalista Giuseppe Nappa. La Russo in queste occasioni ha parlato del libro dal titolo “Elisea Amore, filosofia e psiche” acquistabile sul sito lulu.com, con l’obiettivo di proporre alle anime di quest’epoca così scarna di sentimento un valore quasi dimenticato: quello dell’Amore in tutte le sue sfaccettature. In Elisea troviamo non solo l’amore impossibile di due cugini, che la Russo interpreta come possibili personaggi reali legati dallo stesso sangue, ma anche l’ Amore per la cultura appresa durante gli anni di formazione scolastica
liceale. Il libro riprende concetti esemplari di poeti e filosofi che hanno designato la storia della letteratura italiana, latina e greca come Dante Alighieri, Leopardi, Platone, Epicuro, Seneca, Orazio, Nietzsche, Schopenhauer. Gli elementi chiave delle riflessioni e delle epistole d’amore sono: la natura,il Carpe Diem, vita, suicidio, ateismo, anima, amore impossibile, sofferenza, violenza, coscienza, inconscio, emozioni, tutto ciò che rappresenta di oscuro l’animo umano. Un testo insolito intrigante ed enigmatico che bisogna interpretare con la saggezza di un filosofo, l’Amore di un poeta e la psiche di un qualunque essere umano. «La realizzazione di Elisea è stata una sfida contro me stessa e i limiti imposti dalla mia mente. Sono riuscita ad esternare ogni pensiero che verbalmente non sono mai riuscita ad esprimere. Una grande vittoria per me. La scrittura mi ha permesso di psicanalizzarmi ogni giorno della mia vita,una terapia per la sofferenza. Una cura efficace per l’anima - conclude la Russo- Esaudite tutto ciò che vi rende felice, credete in voi stessi e amatevi come si ama il Signore ». A breve uscirà il secondo libro di Nicoletta Russo dal titolo “L’Amore è perduto”.
Nicoletta Russo, scrittrice e poetessa, nuovo talento emergente di Casoria
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19 RICORDO ‘E NATALE Poesia di Luigi Carraturo Comm’è bell chesta festa, vir’ a’ gentè chiù felice, sient n’aria profumata cammnann miez a via tanta luce e che culur, russ, bianc, verd, blu, chesta festa a me me piace pecch’è tant so’ e ricord, ca me port rint ‘o core. Penz semp ‘a mamma mia, ‘a papà e frat mie, tutt a tuorn a chella tavola imbandit e cose bbone, che sapore e che bontà, just chella vot’a a l’ann se puteven guardà, ma felice e tutt n’ziem propio ‘a sera ra vigilia festeggiavm Natale cu l’ammore e l’onestà. Ricca chella mamma mia pozz stà vicin a Ddio s’accereva a cucenà tutt a nuje c’è faceva senza c’è fà mancà maj nient, se stancava overamente, ma rereva era felice. Pò n’a lacrima asciuttava, senza c’è fa capì nient. Ringraziav semp a Ddio pò regal ch’era avut Nù marit, tanti figli e tanta felicità mò io teng e stessj cose sùl tu nun c’è staj chiù, ma nun t’aggio mai scurdat, tutte e sere guard n’ciel cerc ‘a stella chiù lucent guard rint ‘o firmament “ma ‘a chiù Bell riest tu”
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20 GIUSEPPE NAPPA
Applausi per Rita Siani e Aldo Riva al Teatro Totò di Napoli Rita Siani e Aldo Riva in Lettera ‘e Natale, la Sceneggiata andata in scena al Teatro Totò di Napoli. Lettera ‘e Natale é il titolo della sceneggiata di P. Vitiello. Due atti e un quadro che hanno visto in scena una grande artista Rita Siani cantante conosciuta dal grande pubblico e l’attore Aldo Riva, anche regista delle stessa pièce, una persona che ama con tutto se stesso questo genere teatrale e attore ormai da anni sulle scene. Con loro in scena: Angelo Dei Visconti veterano della sceneggiata, Sabrina Nandi, i comicissimi Gennaro Lapillo, Susy Maddaluno, Enzo La Macchia, Susy Sergio, Anna Furgiero anche lei veterana della scena, Peppe Nardelli, Pietro Esposito, Enzo Capatosta e Alessandro
Bagarello. Per la prima volta in scena un nipote d’arte, il nipote della cantante Rita Siani: Daniele Russiello junior. L’aiuto regia é della stessa Siani. La direzione artistica é di Salvatore Conte. Le coreografie dello spettacolo sono di Alessandro e Brunella dell’International Dance. L’orchestra è stata diretta dai Fi-
scale. Le scene sono di G.Aletta e microfoni e luci Ditta Esposito. Le foto di scena sono del fotografo Luigi Vivenzio. Lettera ‘ e Natale è stato uno spettacolo nello spettacolo. Alla conclusione della sceneggiata ha seguito uno Show Musicale con la cantante Rita Siani e il cantante Salvatore Meola, accompagnati dal vivo dall’orchestra Fiscale. “Voglio ringraziare il Comune di Napoli di averci concesso il Patrocinio Morale. Per me é già questa la mia prima vittoria, la seconda e aver avuto in sala tutto il nostro pubblico e la terza è aver avuto in sala: Maria Del Monte, Raimondo Salvetti e Aniello Misto. Che dire io, Aldo Riva e Rita Siani diciamo davvero grazie a tutti per questo mega evento teatrale”.
ANDREA PETRELLA
SALUTE, PARTE IL PROGETTO ‘SANAPOLI’
Dal 15 gennaio prevenzione gratuita aneurisma aorta addominale Lucio Allocca, Eugenio Bennato, Lucio Caizzi, Pietra Montecorvino, Francesco Paolantoni e Rosalia Porcaro sono i testimonial di “SANApoli”, il progetto di screening gratuito per la diagnosi precoce dell’aneurisma dell’aorta addominale che partirà il prossimo 15 gennaio all’ospedale del Mare di Napoli e negli ospedali di Sant’Agnello, Gragnano e Boscotrecase. “Stai sereno con lo screening” è lo slogan finale della campagna di sensibilizzazione annunciata nel corso dei lavori congiunti del V congresso di chirurgia vascolare e del IV congresso nazionale SIMCRI svoltisi a Napoli e Sorrento e organizzati da “Ct Congressi & Eventi”, che i cittadini potranno vedere nelle stazioni della metropolitana di Napoli. “Il progetto, che durerà fino al 2021, con la collaborazione dei medici di base
dell’Asl Napoli 1 Centro e Asl Napoli 3 Sud, è rivolto ai pazienti di entrambi i sessi tra i 60 e i 75 anni che decideranno di sottoporsi allo screening - ha affermato il prof. Francesco Pignatelli, responsabile UOC di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale del Mare - Secondo uno studio finalizzato alla previsione della malattia vascolare fino al 2020, Napoli è la città europea con la più alta percentuale di ultra 65enni. Proprio l’alta probabilità di incidenza della patologia sulla popolazione partenopea ha fatto sì che si attivasse la campagna a cui saranno sottoposti i soggetti con alti fattori di rischio (fumatori o ex fumatori, familiarità della patologia aneurismatica, malattie dell’arterie coronariche, malattie cerebrovascolari, aterosclerosi, ipercolesterolemia, obesità o ipertensione)”.
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WAlter medolla
Le catacombe di San Gennaro e San Gaudioso chiudono il 2017 con oltre 100mila visitatori
Le catacombe di Napoli chiudono il 2017 raggiungendo un importante risultato, quello dei 100 mila visitatori in un anno. Un traguardo straordinario, se si pensa che nel 2008, anno in cui il sito veniva affidato dall’Arcidiocesi di Napoli alla cooperativa sociale “la Paranza” che tutt’ora lo gestisce, le catacombe partenopee contavano poco meno di 6000 visitatori l’anno. Con un lento, ma costante lavoro i giovani della Sanità hanno recuperato il luogo restituendolo alla città, ai turisti, ma soprattutto ai napoletani. Il centomillesimo visitatore del 2017 si chiama Tina, ha 24 anni è di Napoli, ma
vive ad Ostia. Il sistema di bigliettazione elettronico ha indicato il suo arrivo e per questa importante occasione le è stato donato un “Pacco alla Camorra”. Grazie al sistema informatizzato di bigliettazione oltre a poter effettuare un preciso conteggio dei visitatori, è possibile anche avere dei dati sulla provenienza e sul motivo per cui si è scelto di visitare le catacombe di Napoli. Nel 2017 il 55% dei turisti è straniero (le maggiori nazionalità sono Francia - Inghilterra - Germania - Spagna), il restante 45% e composto da italiani, il 20% sono gruppi organizzati, mentre l’80%
Fotosegnalazioni
È il biglietto da visita della Città di Casoria. Questo è lo spettacolo giornaliero da chi scende dai treni alla Stazione ferroviaria di Piazza Dante. Questa piccola discarica la trovate all’ingresso dell’area dismessa Rhodiatoce, una volta fiore all’occhiello dell’intero Meridione, oggi luogo abbandonato con i suoi capannoni e i loro segreti di morte.
individuali che scelgono le catacombe autonomamente o tramite una ricerca internet sui luoghi da visitare in città, o mediante il passaparola. Complimenti ai giovani della cooperativa la Paranza per il risultato raggiunto arrivano da Paolo Giulierini, direttore del Mann, che su FB scrive: “Sono numeri che fanno impallidire molti blasonati siti o musei. Questo significa una sola cosa: che in questo paese occorre far gestire i beni culturali a chi ha una visione dinamica e aperta, come voi avete dimostrato di avere. Andiamo avanti così, tutti insieme”.
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