Domenica 7 Febbraio

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DOMENICA 9 FEBBRAIO 2020

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Settimanale di Informazione

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ANNO XIX - N° 06 - DOMENICA 9 FEBBRAIO 2020

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CRISI LAVORO


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IMMA CASTRONUOVO

CASORIA, UNA SEDUTA CONSILIARE FIUME PER UN NULLA DI FATTO. I LAVORATORI SULL’ORLO DELL’ESASPERAZIONE

Il Consiglio Comunale di Casoria, riunito in assemblea straordinaria su richiesta dell’opposizione, per deliberare su alcuni punti di importanza vitale per 24 famiglie della cittadinanza che li ha eletti, ha fatto l’ennesimo buco nell’acqua. Tra le accese contestazioni di un’agguerrita e ben motivata opposizione, supportata dalla eco di malcontento di quanti – ed erano in tanti –hanno partecipato alla pubblica assise, intervenendo in prima persona in merito all’argomento all’ordine del giorno, che ben li toccava da vicino, il Consiglio Comunale ha ratificato ancora una volta, un nulla di fatto. Noi eravamo presenti in aula per doveroso rispetto a quei 24 lavoratori che, sebbene scioperino da mesi, con uno stato di presidio silente e dignitoso posto in essere sotto l’ingresso del Comune, non hanno abbastanza voce per farsi sentire, e dunque, quella voce, saremo Noi. Il punto chiave dell’ordine del giorno, intorno al quale si è scatenata un’ag-

guerrita quanto corretta bagarre in aula tra maggioranza ed opposizione, è stato quello relativo al mancato appalto di manutenzione degli alloggi ERP, contratto scaduto il 31/12/2019, che ha cagionato la perdita di ben 24 posti di lavoro che, tradotto in conio volgare, significa che ben 24 famiglie – quindi, all’incirca un centinaio di persone, adulti e bambini non hanno di che mangiare. Forse, detto così, in maniera schietta, senza quei lunghi giri di parole cui da

troppo tempo la politica – e non solo nostrana, ma nazionale ed internazionale! – ci ha abituati, sostituendo delle parole “pesanti” come “fame” con “soglia di sopravvivenza”, tanto per citarne una, la situazione si presenta per quello che è: GRAVE! 24 famiglie non riescono a vivere, non riescono a fronteggiare i BISOGNI PRIMARI personali e dei propri familiari, circa 100 persone sono esasperate e sull’orlo di esplodere. continua a pag. 4


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SEGUE da pag. 3

ne di promesse che sappiamo già non potranno essere mantenute. Noi siamo qui per dire la verità, visto che siamo i rappresentanti del popolo”, concludeva la consigliera Vignati. “Quando avremo chiara la situazione del bilancio, la due diligence che abbiamo chiesto al Sindaco, ( lo studio dettagliato, nell’arco temporale del passato, del presente e del futuro, della situazione economica, patrimoniale e finanziaria, dell’azienda Ente Comune di Casoria, ndr) allora potremo parlane”, incalzava la Vignati. “Ma allora”, replicava il consigliere Orsino Esposito, “se ci sono state 22 assunzioni, perché non è possibile vincolare questi proventi ad una sorta di “tassa di scopo”? Se sono proventi della manutenzione, perché non possono essere “congelati” in vista della manutenzione? Rammentava l’ex Sindaco Avv. Pasquale Fuccio, che, durante la sua amministrazione, pur non essendo in dissesto finanziario, si sono comportati come se lo fossero; a me sembra che questa amministrazione, se ha proceduto a 22 nuove assunzioni, vuol dure che non è proprio in dissesto! Io chiedo di mettere ai voti la mia proposta”, concludeva il consigliere Esposito Orsino, sulla scia degli applausi dei presenti in aula che, in questo modo, approvavano, per plauso, la sua proposta. La proposta in questione incassava l’appoggio del consigliere di maggioranza Ramaglia, ma non quella del collega Graziuso, per il quale si è impossibilitati al momento di soddisfare le richieste dei lavoratori, pur sottolineando la necessità di un impegno della maggioranza di fronte a questi 24 lavoratori, per garantire loro anche un minimo salario (parole, sempre e solo parole!) ; interveniva, quindi, il consigliere di maggioranza Tignola, secondo cui ciò che è stato fatto in passato, “in quei tempi dissennati”, non può più essere fatto oggi; “ci portiamo un dissesto finanziario da 25 anni”, sottolineava Tignola, “ci portiamo problemi da molti anni, ho un’interlocuzione quotidiana con i sindacati, e non è un problema del Sindaco Bene, lo era anche del Sindaco Fuccio, dell’Amministrazione Carfora, lo sarà tra due anni col nuovo Sindaco (perché tra due anni?! Lapsus freudiano?!); noi questa proposta del consigliere Orsino la possiamo accettare, ma quando avremo chiara la situazione del bilancio (altro modo elegante di bypassare il problema). Interveniva, in risposta, L’ex Sindaco

Lo si è visto chiaramente, ieri, per come contestavano la maggioranza che governa la nostra città. Il Sindaco, interrogato sul punto in maniera puntuale e imperterrita sulla questione, con domande precise, circostanziate e ben strutturate, con interventi di spessore, posti in essere dai consiglieri Elena Vignati, Angela Russo, Troiano, Esposito e dell’ex Sindaco Avv. Pasquale Fuccio, che hanno praticamente messo alle corde un Sindaco trincerato dietro una sorta di “dura lex, sed lex” con cui cercava di respingere gli abili colpi inferti dall’innegabile eloquenza e capacità dei suoi avversari, non è riuscito a dare una risposta “vera”. A quanti, gli chiedevano, di imputare i canoni degli alloggi ERP alla manutenzione degli alloggi, visto che la causale è la stessa, il Sindaco rispondeva, in maniera ripetitiva, che ciò non è possibile perché “NON sono vincolabili”; a chi gli chiedeva conto degli incassi dei suddetti canoni, “dove” fossero andati a finire, il Sindaco non ha saputo rispondere; l’intervento dignitoso e ben ponderato, da parte di Gaetano Migliaccio, RSA dell’organizzazione sindacale dei lavoratori dell’azienda GI-ONE, ovvero dell’azienda cui è scaduto il contratto al 31.12.2019, è rimasto privo di riscontro. Il Sig. Gaetano Migliaccio, nella sua qualità, chiedeva all’Assessore Di Monte, che aveva prorogato il contratto scaduto a luglio, fino al mese di Dicembre 2019, raccogliendo, in parte, le istanze dei lavoratori licenziati, perché poi non abbia dato corso ad una interlocuzione con le associazioni sindacali di questi lavoratori, che ora sono senza lavoro, al fine di cercare una soluzione per tutti; l’RSA, RISPONDENDO alla Consigliera Elena Vignati che, in un precedente intervento chiedeva conto al Sindaco se fossero stati riscossi i canoni ERP, e se sì, in che misura, chiedendone di averne contezza, senza avere tuttavia risposta, dichiarava che finora i suddetti canoni sono stati riscossi, ma dove sono andati a finire?! Un’ulteriore DOMANDA SENZA RISPOSTA. “Gli oneri concessori che servivano per pagare Noi, l’azienda, venivano usati, ma quelli dei canoni e dei servizi, dove sono andati a finire? Avevate a disposizione 600/700 mila euro ogni anno, per fare chissà cosa, quali finanziamenti, come mai oggi non ci sono per dare a me la possibilità di avere una dignità

nei confronti di mio figlio?! Chi si è fatto oggi, portavoce di tutti i lavoratori, Vi ricorda che qualcuno ha fatto sì che quegli alloggi ERP servissero da bacino di voto, pertanto, cercate di fare un tavolo di concertazione con i sindacati di categoria, e non lasciate che le aziende che dovranno poi avere l’affidamento abbiano a colloquiare con i singoli partiti, per cui chiedo al Sindaco che ne risponda politicamente, di fare un tavolo di concertazione con i sindacati di categoria che sono pronti ad aiutarLa affinchè diventi una risorsa anche la parte mancante che non riuscite a riscuotere. Grazie” concludeva così il suo applaudito intervento, il rappresentante sindacale aziendale, Sig. Gaetano Migliaccio. “Vogliamo una risposta concreta!” gridavano i lavoratori licenziati presenti copiosi in aula. A questo punto, interveniva il Consigliere Orsino Esposito, il quale, al fine di cercare di risolvere la incresciosa situazione in cui sono venuti a trovarsi questi lavoratori, proponeva all’assise di votare su di una sua proposta concreta, come atto di indirizzo del Consiglio, e cioè, che i canoni accessori, che sono quelli per cui i cittadini pagano la manutenzione ordinaria, di vincolarli per il contratto di manutenzione ordinaria, visto che la causale del versamento coinciderebbe con la sua destinazione. La consigliera Elena Vignati rammenta, al collega di opposizione, quanto dichiarato poco prima dal Sindaco, ovvero che “I proventi dei canoni riscossi vanno in tre capitoli di bilancio diversi, se ancora oggi non abbiamo contezza del bilancio, come questo Consiglio può assumere la responsabilità di approvare tale proposta? Perché quello che è successo finora è stato quello di spostare le poste di bilancio per soddisfare esigenze contingenti; è vero che dobbiamo rispondere alle esigenze di questi lavoratori, è una necessità della cittadinanza, però non dobbiamo nemmeno dare l’illusio-


DOMENICA 9 FEBBRAIO 2020 Fuccio, il quale sottolineava come l’opposizione avesse voluto questo consiglio comunale, per cercare di dare soluzioni ad un problema concreto della cittadinanza; “qualcuno ha lanciato una proposta,” sottolineava l’ex Sindaco, “ma mi rivolgo a Lei, collega Tignola, di cui ho apprezzato il Suo intervento, in quanto rappresentante della maggioranza, per chiederLe perché non sia stata fatta una variazione in bilancio, quando ancora si poteva fare; forse perché, tento di spiegare, per le spese già affrontate non era più possibile

5 farla; ma questo io non posso saperlo, perché lo può sapere chi è al governo, se c’è uno spazio minimo, serio, per evitare che ad aprile 2019 ci perdiamo il treno della sanatoria per gli occupanti sine titulo e perdere così quel poco che ci viene dato, atteso che questa è l’unica speranza che possiamo dare alle 24 famiglie rimaste senza lavoro; non lo si deve fare come promessa, ma come impegno”, concludeva, con la sua brillante ed incisiva eloquenza, l’ex Sindaco Avv. Pasquale Fuccio. Alla fine questa seduta consiliare fiume,

in cui opposizione e maggioranza hanno detto, ognuno, la propria, in merito al problema sollevato, si è concluso con un nulla di fatto. Il problema dei 24 lavoratori c’è sempre, ed è rimasto invariato, non si è trovata e/o approvata alcuna soluzione per dare un concreto aiuto alle famiglie senza più un lavoro, il malcontento dilaga sempre più, e, per dirla con le parole della consigliera Angela Russo: Dopo 210 giorni di Amministrazione, c’è il Nulla assoluto, il che evidenzia l’incapacità degli amministratori della cosa pubblica.”

Un dilemma che, se non eterno, sicuramente annoso e che le ultime amministrazioni, che si sono succedute, si stanno trascinando ormai da anni : locali ed immobili non utilizzati, profumatamente pagati ai tempi dell’acquisto e per i quali, ancora oggi, dopo anni, rappresentano spese – e, quindi, sprechi – per le casse comunali. Casse che, proprio da questo patrimonio, potrebbero ricavare guadagni o, quanto meno, risorse. Cominciamo con due esempi su tutti : i locali di via Po e di via Castagna. Un argomento già più volte affrontato dal nostro settimanale e che continueremo ad affrontare non solo per esortare i nostri politici ed i nostri dirigenti a non calare mai l’attenzione sulla questione, ma anche per tenere i cittadini al corrente di quello che è, e di ciò che potrebbe essere il patrimonio di Casoria. Per quanto riguarda via Po, molti dei nostri lettori ricorderanno che l’acquisto fu fatto dal Sindaco Graziuso, ed i locali costarono due miliardi delle vecchie lire (più IVA). Per anni questi immobili sono stati la sede del Settore Servizi diretti alla persona, ma poi furono dismessi dalla commissione prefettizia straordinaria, presieduta da Silvana Riccio, che accorpò alcuni uffici comunali nell’ex Pretura di via Pio XII. Questi locali sono ormai chiusi da quattro anni. L’Assessore Patrizia Di Monte, a cui abbiamo sottoposto l’onerosa questione, ci ha informato come segue : “L’immobile di via Po rientra nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari approvato con delibera n. 44 del 03/04/2019 del Com-

missario straordinario Santi Giuffrè. La delibera prevede l’alienazione dell’immobile per un valore di € 1.420.000,00. Gli uffici stanno predisponendo il bando che uscirà al più tardi nei primi giorni di marzo”. Per quanto riguarda via Castagna, la Di Monte ci informa che, dalle risultanze dell’ufficio patrimonio, emerge che ci sono 48 alloggi di proprietà del Comune concessi in locazione previo corrispettivo dell’affitto da parte degli assegnatari, e continua : “Con l’avvio del Bando per la regolarizzazione dei rapporti di locazione ai sensi del Regolamento Regionale n. 11 del 28 ottobre 2019 anch’esso in via di pubblicazione potremo avviare i primi passi di una nuova stagione di programmazione e gestione dell’Edilizia residenziale Pubblica che coniughi il sacrosanto diritto alla casa con una gestione oculata e rigorosa delle risorse pubbliche”. Ma, alloggi a parte, tutti sappiamo che esiste una struttura in via Castagna che non è mai stata utilizzata e che non è neanche presente nell’elenco dei beni comunali, come comunicò il Dr. Giuseppe Buonomo – responsabile del Servizio patrimonio - in una intervista, proprio al nostro giornale, dello scorso mese di dicembre. Insomma, un immobile fantasma attorno al quale aleggia una sorta di mistero che, ci auguriamo, qualche dirigente o responsabile di settore ci aiuti – presto - a capire e a svelare. L’immobile in questione sarà anche un fantasma per le carte e gli archivi del Comune, ma a Casoria, tutti lo vedono e pochi ne parlano.

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Patrimonio immobiliare di Casoria: spreco o possibili risorse? RITA GIAQUINTO


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6 ESPEDITO D’ANTO’ La scorsa settimana abbiamo dedicato la prima pagina dell’editoriale ad un problema che affligge Casoria ormai da un anno: la chiusura di Via Nicola Rocco, un’arteria del centro storico cittadino. Un anno di solleciti da parte degli elettori che dopo mesi e mesi hanno perso una pazienza che hanno tenuto a bada per molto tempo, chiedendo dichiarazioni ufficiali dal sindaco o dagli uffici di competenza che hanno in mano la riqualificazione di Palazzo Rocco e della zona relativa. Tutto ciò che i cittadini hanno ricevuto sono state risposte vaghe, chiaramente spinte da un’intensa volontà di voler procedere il prima possibile per l’interesse di tutti, senza specificare date e azioni concrete che definiscono il reale intervento. I cittadini, bramosi di sapere, hanno il diritto di sollecitare la questione a chi cura il nostro paese, affinché possano a loro volta capire non solo quanto stia a cuore la questione, ma anche il reale tempo trascorso dallo spiacevole crollo che possa permettere l’accellerazione dell’istruttoria. Fino ad ora è stato un gioco di colpe, che portavano a dubitare sulla Pubblica Amministrazione che ancora non nominava un Dirigente dei Lavori Pubblici, che portavano a dubitare e quindi ad incolpare il proprietario del fabbricato, ma la lenta e

La dichiarazione del sindaco sulla questione di Via Nicola Rocco

pesante situazione si è tramutata in esasperazione dei cittadini che hanno dubitato anche del loro diritto di sollecitare un intervento o di interrogare la Pubblica Amministrazione affinché venga fatto

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qualcosa. Decidiamo quindi personalmente di porre fine a questa situazione insostenibile incontrando il Sindaco di Casoria Raffaele Bene, concordando un appuntamento di pochissimi minuti affin-

ché possa esprimersi direttamente, e in prima persona, non solo sull’accaduto ma anche sui reali avanzamenti relativi alla riabilitazione della strada, del fabbricato e quindi dell’immagine estetica dell’intera area nel cuore della città. Gli parliamo in maniera diretta, affinché possa comprendere empaticamente il nostro estremo interesse di portare qualcosa di concreto ai lettori e agli elettori che desiderano la soluzione: “sulla questione di Via Nicola Rocco posso dire che è all’attenzione dell’Ufficio quello che è il rilascio del permesso di costruire: la Sovrintendanza si è pronunciata quindi sostanzialmente è possibile portare avanti l’istruttoria. Gli atti in linea di massima devono essere quasi definitivamente integrati dai proprietari i quali, con grande sensibilità, si stanno prodigando per cercare loro stessi di intervenire e ridurre quanto più possibile i tempi e per limitare quello che è il disagio che oramai è presente in tutta la zona. C’è attenzione da parte nostra affinché l’intervento avvenga quanto prima, recuperando con un attento intervento l’area, riqualificando la stessa e di conseguenza il fabbricato concerne. Siamo, io e gli uffici di competenza, consapevoli del disagio determinato dalla chiusura e insieme accelereremo l’iter per sbloccare la situazione.”


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ANTONIO BOTTA

Convegno su “Terra dei Fuochi” organizzato dall’Istituto “Torrente” e dalla Parrocchia S. Antonio Abate

VINCERE L’INDIFFERENZA CON LA CONOSCENZA E LA CULTURA Di grande spessore formativo e sociale il convegno sullo scottante tema “Terra dei Fuochi ” organizzato dall’Istituto turistico - alberghiero Andrea Torrente di Casoria con il fattivo apporto della Parrocchia S. Antonio Abate. Gremita la Chiesa di studenti del “Torrente”, accompagnati da una rappresentanza del corpo docente, e di persone della comunità parrocchiale del quartiere Duca D’Aosta,fortemente motivati nel proposito di ascoltare e confrontarsi con i i due relatori: Tommaso Morlando, Direttore editoriale del periodico “Informare”, e la signora Marzia Caccioppoli, Presidente dell’associazione “Noi Genitori di Tutti”. Presenti all’Evento, il Dirigente scolastico, prof. De Rosa, e il parroco Don Salvatore Piscopo, uniti nel comune obiettivo di formare le coscienze sulla necessità della tutela ambientale per un mondo più vivibile, “a misura”, in primis, delle future generazioni, e sull’urgenza di denunciare gli scempi ambientali che continuano a deturpare, devastare e ad avvelenare i nostri territori. Morlando, al riguardo, ha fornito dati precisi e inoppugnabili: “Nella “Terra dei Fuochi” sono sepolte tonnellate di rifiuti tossici. Dal 2002, Legambiente ha censito 119 inchieste giudiziarie su traffici di rifiuti diretti alle discariche legali e illegali sia nel napoletano, sia nel casertano, con 447 oridinanze di custodia cautelare, 734 denunce e 177 aziende coinvolte. L’ultima operazione giudiziaria risale all’agosto 2019, quando i droni dell’esercito hanno individuato e consentito di sequestrare un deposito abusivo di oli esausti. Tutti i convenuti sono stati interiormente colpiti dalla testimonianza della signora Caccioppoli, la quale, insieme alle altre mamme fondatrici dell’Associazione predetta, affiancano Padre Maurizio Patriciello nell’impegno di lottare contro il crimine ambientale causato dall’ intreccio perverso in cui sono coinvolti imprenditori disonesti, amministratori pubblici corrotti e soggetti politici conniventi e complici. “ I soci fondatori dell’Associazione “Noi Genitori di Tutti” ha spiegato la signora Marzia “vivono nella cosiddetta “Terra Dei Fuochi” ed hanno in comune il dolore sovruma-

Morlando: “La camorra è una montagna di merda: non permettiamole di crescere”

no di avere un figlio in cielo”: “angeli” colpiti da neoplasie maligne e sottratti, dunque, alla vita, all’affetto dei loro cari per l’aria avvelenata dai fumi tossici che si sprigionano da incendi appiccati ai rifiuti speciali e per le discariche abusive in cui sono stati sversati gli scarti lavorativi e scorie velenose smaltiti illegalmente dalle aziende e fabbriche di ogni parte d’Italia, al fine di contenere i costi di smaltimento. Ciò emerge anche dall’ultima relazione della DIA (Direzione Investigativa Antimafia), relativa al primo semestre 2019, in cui si evidenzia la colpevole “azione di aziende di settore che, dopo avere acquisito “sottocosto” i rifiuti dalle società di raccolta, li smaltiscono senza il preventivo trattamento, in capannoni abbandonati, poi dati alle fiamme”. “Insieme, ha sottolineato Caccioppoli “abbiamo deciso di dedicarci alla denuncia di quanto accade ed è accaduto per trent’anni e di impegnarci a difesa e a protezione dei bimbi che vivono in Campania, tutelando l’ambiente e il diritto alla vita. Costante è il nostro impegno, affinché, sostenuti dai nostri “angeli guerrieri”, agiamo per la nascita e la crescita della cultura “del bambino prima di tutto”, priva di interessi, di profitti, di individualismi e egoismi di ogni tipo. Lo facciamo con loro, i nostri figli, fiori recisi mentre si aprivano al sole della vita, per i figli del futuro.” Donne coraggiose, quindi, capaci di trasformare il dolore materno in amore per i bambini di questa nostra terra martoriata, facendo germinare dal male il bene, dal profondo sconforto la speranza, dall’odio iniziative di giustizia e progetti di solidarietà. Stimolati dalle domande di alcuni giovani, sia il Direttore Morlando che la signora Marzia hanno puntualizzato che le bonifiche dei terreni che occultano scarti di lavorazione inquinati e perniciosi non si sono effettuate e che finora gli Enti istituzionali preposti si sono limitati a porli

“in sicurezza”, ossia a isolarli e a coprirli, aggiungendo che le notevoli quantità di rifiuti sono state raccolte in ecoballe in attesa del loro smaltimento; hanno, inoltre, messo in rilievo che la nuova normativa sugli ecoreati é molto più severa rispetto a quella precedente, ma non è, però, retroattiva, motivo per il quale tutti coloro che si sono macchiati, in passato, di crimini contro l’ambiente sono puniti con pene meno restrittive rispetto a quelle attuali. Il convegno si è concluso con l’appello di Morlando, del Dirigente De Rosa e della signora Caccioppoli ai giovani, esortandoli a informarsi, a leggere e a studiare perché solo la cultura sviluppa il senso di responsabilità per un impegno forte e serio a favore del Bene comune; è il disimpegno sociale, è il voltarsi dall’altra parte, è il chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie, alla contaminazione e alla deturpazione dei territori dell’area nord di Napoli e del casertano a facilitare gli atti abominevoli dei camorristi e degli intrallazzatori contro la natura. “La camorra è una montagna di merda” ha chiosato Morlando “non dobbiamo permetterle di continuare a crescere; i camorristi, per accumulare ricchezza, hanno reso i nostri terreni fertili le pattumiere d’Italia contaminandoli e rovinando la salute finanche dei loro familiari ; altrettanto esplicito e chiaro don Salvatore Piscopo: “L’indifferenza è un grave peccato contro l’amore; abbiate cura del vostro quartiere e della vostra città”. Ai giovani che hanno partecipato al convegno sicuramente è stata offerta una preziosa opportunità di vivere un’esperienza educativa altamente significativa, che li ha sollecitati a riflettere sul fatto che la giustizia, la trasparenza, l’onestà, la verità, il senso di responsabilità e di cura verso gli altri e il Creato non possono essere parole belle e astratte, ma valori che ci impegniamo a testimoniare, a rendere visibili ogni giorno nel lavoro e nello studio, nei comportamenti pubblici e privati. Questo è possibile se poniamo al centro della nostra vita la cultura della legalità, cioè del rispetto delle regole, del patto di convivenza democratica che ci rende cittadini consapevoli, soggetti di diritti e di doveri.


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ANTONIO BOTTA

“SIATE LEALI NELLO SPORT COME NELLA VITA” Venerdì 28 gennaio, manifestazione conclusiva nell’ampia palestra scoperta della scuola S. Mauro del progetto di gioco – sport di minibasket svolto dagli alunni delle classi quinte, gratuitamente organizzato dall’ Associazione Dilettantistica Sportiva “BASKET – FRATTAMAGGIORE” in sintonia d’intenti con le insegnanti di Educazione Fisica Clotilde Fusco, Fiorenza Minunno e Pina Sellitto. Nella spaziosa area, resa agibile dopo diversi anni grazie al determinato impegno della Dirigente scolastica, prof.ssa Maria Grazia Puzone - ben sostenuta dalla comunità scolastica dell’I. C. 1° Ludovico da Casoria - sono convenuti, oltre al Capo d’Istituto, il Sindaco, avv. Raffaele Bene, l’Assessore alla cultura Paola Ambrosio, i docenti dell’interclasse predetta e i genitori degli alunni. Dopo la sfilata iniziale, aperta dal vessillo italiano e quello europeo, i piccoli atleti si sono disposti al centro della palestra e hanno cantato l’Inno nazionale, diretti dall’insegnante Salvatore Pezzella, ricevendo fragorosi applausi dal pubblico. Nel suo intervento introduttivo, la Dirigente Puzone ha innanzitutto ringraziato i referenti dell’Associazione Sportiva poc’anzi citata, nelle persone della Presidente Lella Orefice, del signor Giuseppe D’Orsi e dell’istruttore Luigi Scognamiglio, che hanno

Nella palestra scoperta della scuola S. Mauro evento conclusivo del progetto sportivo di minibasket

consentito ai bambini di vivere un’esperienza sportiva lodevole dal punto di vista educativo. Successivamente, ha esortato i ragazzi ad essere sempre “leali nello sport come nella vita”, imparando a saper vincere senza arroganza, rispettando gli avversari, e a saper perdere senza reputarsi dei perdenti. Sia il Sindaco che l’Assessore alla

cultura hanno espresso la loro gioia nel condividere con gli alunni, i docenti e i genitori un bellissimo momento di festa comunitaria, uniti intorno ad un’idea di sport pulita, formativa, capace di sviluppare adeguate modalità espressive e motorie che facilitano la comunicazione, l’azione e la relazione, oltre agli indubbi benefici sul piano fisico .

Nel percorso progettuale, svoltosi nella prima metà dell’anno scolastico, le attività proposte dal coach Scognamiglio sono state volte a far acquisire lo spirito di gruppo. Infatti, suddivisi in squadre, i baby giocatori hanno imparato a palleggiare, a lanciare la palla e a centrare il canestro, potenziando la capacità di coordinarsi nei movimenti e di interagire con i compagni con entusiasmo, pazienza, resistenza determinazione e passione. Durante la manifestazione,le cinque scolaresche hanno gareggiato fra loro nel centrare il canestro e, poi, si sono affrontate in minipartite di basket, sotto lo sguardo vigile del loro istruttore, che svolgeva le funzioni di arbitro. Continui gli incitamenti dei genitori che tifavano per la squadra del loro “pupillo”, applaudendo, esultando, incoraggiando. Alla fine hanno vinto tutti i bambini, nessuno ha perso! E si vince sempre, soprattutto se, fin da piccoli, si è “allenati” da bravi educatori a capire che ciascuna persona possiede positive potenzialità da sviluppare un po’ alla volta. Ogni essere umano, infatti, ha la capacità di perfezionare il suo agire, non in un solo istante, ma in un processo progressivo che richiede perseveranza, caparbietà e fatica, imparando a migliorare dagli errori, che aiutano a ricominciare, a provare di nuovo, a perdere, ma anche a vincere.

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“Questa stagione si può ancora raddrizzare” nelle parole di Insigne c’è il nuovo mondo Napoli

“Mi sono immerso in un mare grande, mi gioco tanto”, parlava così Gattuso il giorno della presentazione da nuovo allenatore del Napoli. La missione era molto complicata e le difficoltà sono state molteplici: la svolta tattica che determinava anche un cambio nella preparazione, l’entusiasmo che mancava, le crepe nello spogliatoio confermate anche dalle parole di Hysaj nella scorsa settimana, le carenze della rosa colmate soprattutto a centrocampo dal mercato di gennaio. I risultati iniziali confermavano la drammaticità sportiva del disastro in cui era finito il Napoli, il punto più basso è avvenuto contro la Fiorentina quando, invece, nella trasferta precedente di Roma contro la Lazio gli azzurri avevano dato segnali di crescita. Al Milan Gattuso, quando subentrò a Montella, portò a casa solo cinque punti nelle prime cinque gare, al Napoli è andata ancora peggio con soli tre punti, ma poi ne conquistò 26 nelle successive dieci. Fino alla trasferta di Torino contro la Juventus, che poi si laureò campione d’Italia davanti al Napoli dei 91 punti, il suo Milan realizzò una striscia di dieci risultati utili consecutivi. Insigne

La vittoria di Genova certifica la svolta che coinvolge tutti gli aspetti: mentale, fisica, tattica e ambientale e compagni hanno la forza per qualità dell’organico, entusiasmo, motivazioni, orgoglio ferito di realizzare un girone di ritorno di grande livello. “Quanti danni abbiamo creato ma questa stagione si può ancora raddrizzare”, in questa frase di capitan Insigne nel post-partita c’è il mondo della svolta che sta vivendo il Napoli. Alla terza vittoria consecutiva si può parlare in modo più consapevole di un profondo cambiamento che coinvolge tutte le sfere: tattico, fisico, mentale e ambientale. Il processo è ancora in corso, un grande aiuto può arrivare dal pieno recupero di tutti gli uomini di

spessore (su tutti Koulibaly e Allan) ma la prima mezz’ora di Marassi ha messo in mostra una squadra capace di dominare il campo, d’esprimere un’identità solida, di proporre ancora i codici della proposta di calcio in parte mutuati dal ricordo del Napoli di Sarri ma adattati al presente, alle caratteristiche diverse di Demme rispetto a Jorginho, all’idea di una manovra che utilizza l’ampiezza come sponda per creare presupposti dentro al campo. Ci sta anche l’altra faccia della medaglia: la sofferenza patita dopo il gol di Quagliarella, l’ansia di subire la rimonta, le difficoltà in uscita palla

dopo che Ranieri ha alzato il baricentro mandando Ramirez a pressare su Lobotka e i due attaccanti Quagliarella e Gabbiadini sui difensori centrali. Viste queste difficoltà sotto il profilo tattico, Gattuso ha prima inserito Demme per Lobotka e poi, dopo il 2-2, ha cambiato modulo con l’inserimento di Mertens e Politano per spingere la squadra ad allungarsi, a cercare la profondità, a tentare anche qualche passaggio più lungo per superare la pressione avversaria. Il Napoli ha bisogno di stare sempre sul pezzo, continuare questa striscia di vittorie è fondamentale non solo per la classifica ma anche perché la crescita nell’autostima e nell’entusiasmo può aiutare nei momenti difficili delle partite. Durante una gara può capitare di soffrire, anche la Juventus ha dovuto stringere i denti sul 2-1 a Marassi in casa della Sampdoria, non vanno bene i tanti duelli persi dentro l’area di rigore, le distanze perse, la confusione creatasi in certi momenti della sfida. Il Napoli ha intrapreso la strada della ripresa, ora bisogna mettere il piede sull’acceleratore. La benzina c’è, la panchina di Marassi è una grandissima iniezione di fiducia.


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ANGELA CAPOCELLI

«La cura pastorale è servizio di carità»: vita di Alfonso Castaldo Vescovo di Pozzuoli, Arcivescovo titolare di Tessalonica, Arcivescovo coadiutore di Napoli, Amministratore apostolico di Pozzuoli, Arcivescovo metropolita di Napoli, Vescovo di Pozzuoli e Cardinale presbitero di San Callisto: il 6 Novembre 1890 nasceva Alfonso Castaldo nella nostra amata Casoria. Studente presso le Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato di Casoria, a soli 23 anni il nostro concittadino veniva ordinato presbitero : una vocazione, la sua, che si è fatta sentire già da giovanissimo. Dedicatosi completamente all’apostolato, diventando preposito curato della Collegiata di San Mauro di Casoria ad appena 28 anni, dedica la sua giovinezza alla Chiesa e al catechismo. Discepolo spirituale di padre Ludovico da Casoria (nostro amato santo di cui pure abbiamo parlato in un altro articolo), lo emula realizzando opere sociali nella nostra città; qui fa erigere la “ Pia casa di riposo San Mauro” per gli anziani e il “ Madrinato San Placido” per i bambini.

Eletto alla sede vescovile di Pozzuoli il 27 marzo 1934 si adopera attivamente per disoccupati, analfabeti, giovani in stato di bisogno… Insomma, un grande esempio di applicazione pratica dei principi religiosi, uno di quegli uomini che aiutano a non perdere fiducia nell’istituzione ecclesiastica! Forse non tutti lo sanno ma è stato lui a nominare lo Stadio San Paolo all’apostolo di Tarso e a Pozzuoli, ogni 8 Luglio, nella Cattedrale, viene orgogliosamente festeggiato. Perché Alfonso Castaldo, deceduto il 3 Marzo 1966 all’età di 75 anni, è stato un vescovo costantemente attento ai problemi dei più poveri, degli orfani e degli anziani, un esempio di vero operatore della misericordia, come ha ricordato il cardinale Crescenzio Sepe, e non si è mai tirato indietro né si è mai eclissato di fronte alle esigenze dei più deboli. Tra l’altro, lungo l’800, operano a Casoria anche madre Maria Cristina Brando, madre Giulia Salzano e madre Maria Luigia Velotti… Tutte figure che hanno

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dedicato la loro vita alla testimonianza del Vangelo : il XIX secolo, infatti, è per Napoli il periodo più fertile per santità, con Caterina Volpicelli, Bartolo Longo, Giuseppe Moscati… «La cura pastorale è servizio di carità», questa frase pronunciata da Alfonso rispecchia perfettamente la vita di un uomo che ha dedicato la sua vita, appunto, alla cura del prossimo, alla carità per i più bisognosi… Incarnando, dunque, i valori cristiani.

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TELECAPRI SPORT, FIORE ALL’OCCHIELLO DEL GIORNALISMO CAMPANO

Il giornalismo, nato prima su questi fogli, su sole 6 pagine iniziali e poi evoluto a 30, 40 o addirittura 50, ha trovato la massima espansione con la nascita della televisione, dove in concomitanza alla creazione della “scatola nera”, videro la luce anche i telegiornali, programmi dedicati alle notizie ogni ora, news continue dal mondo e dall’Italia. Oltre però le grandi case televisive nazionali, l’etere vanta anche canali regionali che hanno un grandissimo seguito. Essendo noi campani e amanti dello sport, non possiamo che menzionare TeleCapri Sport, una realtà più che affermata del nostro territorio. Il direttore, Saverio Russo, intervistato poco tempo fa, ci ha descritto come un canale che va avanti da circa 25 anni è sempre in fase di evoluzione, emittente monotematica dedicata esclusivamente allo sport campano, partendo dalla serie maggiore con il Napoli, fino ad arrivare alle serie minori. Prima dell’avvento delle grandi reti Mediaset e Sky, Telecapri sport, è stata una delle prime emittenti a seguire tutte le iniziative della squadra del cuore, il Napoli, in quel periodo le utenze, a seguire i programmi

dedicati agli azzurri, superavano sempre il milione. Se si da un occhiata alla struttura di una giornata televisiva di Telecapri Sport, risalta all’occhio come, l’informazione è al primo posto, essendoci 4 edizioni di telegiornali sportivi, dove si tratta dalla serie a fino all’eccellenza, seguiti da notizie dal basket e pallavolo campana. Tutto questo, deve essere aggiunto ad ulteriori 4 puntate giornaliere di CasaNapoli. Proprio riguardo al Napoli, il direttore, ci parla di come i tifosi seguano in maniera spasmodica le loro puntate, chiamando e inviando mail in continuazione, segnale, questo, che fa capire quanto Telecapri Sport funzioni bene e sia seguita dal pubblico. In ultimo, ci ha mostrato quali saranno i progetti imminenti dedicati alla rete, in primis, quella della conquista dell’LCN, che per le televisioni locali e/o regionali, è un tassello fondamentale per la buona riuscita delle trasmissioni e poi ci ha descritto come lentamente la loro presenza sui social stia diventando sempre più massiccia, essendo questi un mezzo di comunicazione istantaneo e rivoluzionario, ma soprattutto fondamentale ai giorni nostri.

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


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Rossella Verze

AppuntaMenti col Libro GRANDE SUCCESSO DEL PRIMO INCONTRO 2020

“CAVA 1943 - I GIORNI DEL TERRORE –75 anni dallo sbarco di Salerno”, straordinaria ricerca storica di Gregorio Di Micco, come annunciato, è stata presentata presso il Salotto Letterario D’Anna dall’Associazione Clarae Musae, nell’ambito della rassegna AppuntaMenti col Libro. Nella sala gremita, docenti, presidenti delle associazioni in rete, poeti, studenti, amici, cittadini, scrittori hanno ascoltato con vivo interesse sia le parole della prof.ssa Vittoria Caso che ha tracciato un profilo dell’opera, sia le letture. Emozionanti i filmati, commentati da Guido D’Agostino, Carlo De Cesare, Gregorio Di Micco relativi allo sbarco di Salerno e a Cava dei Tirreni, con immagini d’epoca e toccanti testimonianze, trasmesse da Rai 3, in occasione del lancio di questo importante testo. Alcune pagine del nucleo dell’opera, il diario di Tina Siniscalco, che descrive giorno per giorno, dal 5 al 29 settembre, le difficoltà e l’angoscia che caratterizzarono quei giorni non solo per gli abitanti storici di Cava, ma anche per le centinaia di famiglie sfollate, sono state ascoltate in religioso silenzio. Le letture sono state realizzate dai ragazzi dell’IC Romeo preparati dalle prof.sse Lina Perone e Gina D’Urso, accompagnate dalla vicepreside, prof.ssa Angelica Ruggiero che ha portato il saluto di tutta la comunità del Romeo. Ospiti eccellenti il dott. Franco Montanaro, presidente ISA e il dott. Franco Buo-

nonato, mitico giornalista de Il Mattino, estimatori di Gregorio Di Micco. L’autore ha avvinto l’uditorio spiegando i motivi che lo hanno indotto a rendere la memoria storica vera protagonista; i 200 morti di Cava, i cittadini che eroicamente patirono tante sofferenze hanno trovato in Gregorio Di Micco il loro riscatto grazie alla sua tenacia nel ricostruire attraverso una minuziosa ricerca, quei giorni di terrore che vide Cava dei Tirreni al centro di furiosi scontri tra gli angloamericani che dalla costa salernitana dovevano addentrarsi verso l’interno per raggiungere Napoli e i tedeschi del 16° Panzer che ad ogni costo volevano fermarne l’avanzata. Se è vero che historia magistra vitae, è vero anche che la storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, messaggera dell’antichità.

(Cicerone, De Oratore). La giornata della memoria, infatti, è stata, in questo caso, l’occasione per illuminare di verità la nostra storia e per aggiungere un nuovo tassello al complesso e mai completo mosaico della sofferenza che cadenzò gli anni della seconda guerra mondiale in Campania; una storia non lontana ma i cui testimoni, oggi hanno almeno 85 anni suonati e molti non ci sono più. Com’è nello stile Clarae Musae, gli “AppuntaMenti col Libro”, ideati dalla prof.ssa Vittoria Caso, hanno previsto un abbraccio fra arti diverse: l’estemporanea grafico-pittorica del M° Carmine Mondola, la musica di Daniele Cambio con la sua chitarra classica e le poesie di Salvatore Gamardella, altrettanto giovane artista nativo di Casavatore. Sergio D’Anna si è dichiarato orgoglioso di aprire l’edizione 2020 degli AppuntaMenti con questo testo che arricchisce le nostre conoscenze storiche nazionali e locali. Un ringraziamento sia all’equipe di Kompetere Journal per la costante attenzione alla cultura, sia a Raffaele Carlino di Campania felix per l’intervista ai protagonisti degli AppuntaMenti magistralmente realizzata dal direttore di Casoria2, Nando Troise, partner dell’iniziativa. Ha coordinato Daniele Capuozzo. Il prossimo appuntamento è per il 18 febbraio. L’importanza di questi momenti è incommensurabile: peccato per chi non c’era, non sa cosa si è perso!!!!!


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Celiachia... povera tasca mia! Cari lettori.. È per caso mai capitato di trovarvi circondati dai numerosi scaffali di un supermercato e di imbattervi in alimenti senza glutine? O magari di andare a cena fuori e di leggere sul menù termini alquanto strani come “gluten free” o “menù per celiaci”? Forse non ci avrete fatto caso o non vi sarete soffermati più di tanto ad interpretare quelle parole sconosciute.. o forse quelle parole erano in realtà a voi già note e saranno magari passate inosservate, come tutto ciò che non ci tocca in prima persona. Mi piacerebbe però spiegarvi il significato di quei termini così strani o, nel caso di coloro che già li conoscono, farveli meglio comprendere da un altro punto di vista. Circa l’1% della popolazione italiana soffre di una patologia denominata celiachia, ma solo una parte di questa piccola percentuale è consapevole di esserne affetta. Sono in media 400000 infatti i casi non diagnosticati poiché la celiachia si presenta spesso come un disturbo asintomatico, o i cui sintomi sono difficili da interpretare. Ma... cos’è la celiachia? Essere celiaci significa soffrire di una malattia autoimmune di origine genetica, caratterizzata dal danneggiamento della mucosa intestinale. Tale patologia è causata da una reazione immunitaria al glutine, termine col quale vengono descritte tutte le proteine del grano, dell’orzo e della segale. Assumendo gli alimenti che contengono queste proteine (anche sotto forma di conservanti) si va incontro a conseguenze tanto gravi quanto lo è l’entità della patologia. Ci sono però anche casi in cui il glutine può rappresentare per i celiaci un “vele-

no silente”, con soggetti che non mostrano sintomi e convivono con la malattia a loro insaputa per tutta la vita, rischiando di peggiorare le proprie condizioni di salute senza esserne consapevoli. Potete immaginare che non potendo consumare serenamente tutti i tipi di prodotti alimentari, i celiaci debbano seguire una dieta particolare denominata “gluten free”, cioè “senza glutine”. Devono infatti acquistare pane, pasta, biscotti, crackers, dolci, gelati, bevande - e qualsiasi altro alimento che possa venirvi in mente - fatti non solo con farine e conservanti particolari, ma che siano anche stati prodotti in ambienti non contaminati dal glutine, quindi che non ne contengano tracce. Tutto ciò rappresenterebbe una sorta di normalità, se non fosse che la spesa che i celiaci devono sostenere per acquistare i propri generi alimentari rappresenta un vero e proprio furto. Ed è qui che arriviamo al punto. I prezzi degli alimenti senza glutine sono considerevolmente più elevati rispetto

agli alimenti che invece lo contengono, e ciò non è solo dovuto ai costi delle materie prime o ai costi di produzione. Dato che non tutti i panifici, le pizzerie, i ristoranti, sono attrezzati per la vendita e la produzione gluten free, la maggior parte di quei ristoratori o di quei negozianti che offre prodotti senza glutine si approfitta del consumatore con la scusa del “servizio esclusivo” che mette a disposizione. È pur vero che alla luce degli elevati costi che i celiaci devono sostenere, il Sistema Sanitario Nazionale fornisce loro un bonus spesa, differente a seconda che il soggetto sia uomo o donna, bambino, adulto o anziano. Pur considerando però che con questo bonus è possibile acquistare pane e affini, pasta, preparati per dolci, pizza e pane, prodotti da forno e dolciari, o cereali per la colazione, spesso non si riesce magari a rientrare nei limiti consentiti o non è possibile comprare con esso tutto ciò che si vuole. Il primo caso porta come esempio quello di alcuni genitori i cui figli rientrano in quella fascia d’età che richiede un maggiore fabbisogno di energia e nutrienti rispetto a quella coperta dal bonus, per cui non riescono a rientrare nella spesa consentita. Il secondo caso è invece spiegabile col fatto che non tutti i luoghi che vendono prodotti gluten free sono convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale, e per questo motivo non accettano il buono: se capita ad esempio di dover fare un acquisto dell’ultimo minuto e il luogo convenzionato presso cui acquistiamo abitualmente è molto lontano da casa o se magari questo non offre il prodotto che serve, si è costretti a spendere soldi di tasca propria presso altri negozi.


DOMENICA 9 FEBBRAIO 2020 Ci si potrebbe anche chiedere “Ma se il bonus copre la maggior parte degli alimenti da acquistare, perché sarebbe un problema comprare alcuni prodotti in negozio e spendere come qualsiasi altra persona non affetta da patologia?” Immaginate di essere celiaci e di recarvi presso un panificio non convenzionato che vende alcuni dei prodotti che cercate. Ordinate un pezzo di pane da un chilo e magari una busta di panini, fate per mettere mano al portafoglio preparando gli spiccioli che avete e.… sorpresa! “Sono sei euro e cinquanta prego.”
 A quel punto vorreste controbattere: “Sei euro e cinquanta? Ma siamo fuori?”, ma non potrete farlo, perché se vorrete mangiare come le persone che non soffrono della vostra stessa patologia, sarete costretti a sborsare quanto vi chiedono. Non credo ci sia bisogno che vi faccia un paragone con i soldi che spendete voi per acquistare un normale pezzo di pane e dei panini perché i prezzi sono risaputi, quindi potete già iniziare ad immaginare dove voglio andare a parare, e quindi quanto è netta la differenza tra i prodotti con e senza glutine. Immaginate adesso di dover uscire a cena con i vostri amici e di voler andare a mangiare una bella pizza, uno dei peccati di gola più desiderati da noi

15 napoletani. Innanzitutto bisogna essere fortunati nella ricerca di un locale che metta a disposizione un servizio e dei prodotti per celiaci - e vi assicuro che è tutt’altro che semplice - e dopo averlo trovato bisogna solo pregare. Pregare che quella pizzeria abbia avuto il buon senso di non aver imposto un sovrapprezzo inaudito per la preparazione di una pizza senza glutine. Continuiamo a immaginare. Vi sedete, aprite il menù e... “Per le pizze senza glutine, sovrapprezzo di 3.00 euro.” E voi vorreste solo esclamare: “3 euro?! Ma che pensate che i soldi crescano sugli alberi?” Perché sapete in verità qual è il problema? Se magari fossimo rimasti a qualche anno fa, quando una margherita costava i classici 3 euro, il coperto 1 euro, un’acqua naturale 1 euro, allora quel sovrapprezzo - se anche amaro da digerire - sarebbe stato un piacere pagarlo per avere la possibilità di mangiare una pizza come qualsiasi altra persona non affetta da celiachia. Oggigiorno però non è affatto così: oggi la pizza più semplice ha un costo medio di 6 euro, il coperto ormai non costa più 1 euro dai tempi di Tutankhamon, l’acqua se la paghi un euro significa che è quella in lattina e poi.. non dimentichia-

mo il possibile servizio che alcuni ristoranti e pizzerie pretendono al posto della mancia! Praticamente per mangiare una semplice margherita gluten free avrete sborsato circa 13 euro, figurarsi se magari aveste scelto una pizza particolare! In quel caso avreste fatto prima a vendere un rene per pagare il conto. E sappiate che non serve fare presente ai proprietari dei locali l’esagerazione di certi prezzi, perché loro risponderanno con scuse quali:“Ma noi usiamo una farina proveniente dalla Nuova Zelanda”, “Ma le materie prime sono di alto livello”, “Ma fare una pizza senza glutine richiede esperienza”. A volta queste affermazioni sono vere, anche se spesso ci si ritrova a pagare un occhio della testa per pizze la cui qualità è discutibile, ma il punto è che di risposte e scuse di questo genere se ne hanno piene le tasche. Mai nessuno che provi a mettersi nei panni del cliente, che provi a chiedersi anche solo come ci si debba sentire nell’essere continuamente associati a un “sovrapprezzo” a causa di una malattia che non si è scelto di avere. Si pensa solo a speculare, speculare e speculare. È forse questo il prezzo da pagare per sentirsi delle persone “normali”?


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TERESA D’ANGELO

Aria Latina in Radio Rtc targato Napoli, Mario Basile ed il suo sound cubano napoletano Un’artista poliedrico, musicista, cantautore, percussionista, batterista, un uomo completo umile, semplice e caliente che dopo aver vissuto quindici anni in America Latina, torna qui a Napoli con la sua musica, ricca di genere latino e salsero per nuovi progetti musicali ed i suoi ultimissimi successi come “Nat’á storia”, canzone ballatissima di grande successo. Mario ha raccontato ai nostri microfoni, che sin da piccolo ha iniziato a studiare al conservatorio, suonando tanti strumenti, ma la sua passione è sfociata tra la batteria e le percussioni. Dai suoi 17 anni, per tantissimi anni ha affiancato il grande Franco Ricciardi, suonando per lui i tantissimi successi, da “167” in poi. Da li poi il viaggio verso l’America Latina, dove ha vissuto lì per ben 15 anni, coltivando la passione per la musica Latina ed il fare musica per la cultura Sud Americana. Ci ha testimoniato di aver conosciuto tanti artisti internazionali come Ozuna, Nicky jam, Marc Anthony, artisti di fama mondiale

per il famoso genere del Reaggetton. Mario poi si esibisce nei locali cantando, suonando e ballando canzoni sue e riarrangiate in serate tra ritmi latini e salseri. Un grande successo rivisitato in modo latino, la bellissima versione di “palabras, palabras” che sarebbe la canzone della grandissima Mina “Parole, parole”. In America è stato notato dal produttore, Roberto Ferrante, napoletano che lì in America è un grande produttore di tanti artisti del Sud America, ed insieme hanno omaggiato la canzone di Pino Daniele “yes I know my away”, una bella versione con arrangiamenti nuovi ed ha partecipato al Gremmins nel 2017.Il ritorno ad Aprile a Napoli con le sue nuove canzoni, sposando nuovi progetti, con “Core”, “Me Manchi”, e la super hit “N’Ata storia”. Ringraziamo Mario per essersi raccontato in una splendida intervista a Casa Marigliano con me e con Lisa. Ancora tanti in bocca al lupo.

BARBARA CARERE

In uscita il video ufficiale di “Astrigneme” di Antonio Rocco

È’ online il video ufficiale di “Astrigneme”, il nuovo singolo di Antonio Rocco reduce dagli impegni di “Felicita’tour “ in giro per i teatri italiani con Alessandro Siani e prima ancora scritturato per cinque anni consecutivi da Claudio Mattone per il suo musical “C’era una volta scugnizzi ” . Il singolo “Astrigneme”precede l’uscita del nuovo album “voglie fa’pace cu tte” nel quale Antonio Rocco si avvale della collaborazione di artisti di grande calibro come il chitarrista Savio Arato componente del gruppo musicale “Il Giardino dei semplici”, Luca Augiero, Gianni Gallo , il cantautore Marco Fasano e il maestro Adriano Pennino. Il singolo “ Astrigneme “ nasce nello storico Bar Gambrinus di Napoli, dopo che gli autori Rocco e Fasano seduti al tavolino del bar furono letteralmente rapiti, per caso, da una scena di turisti in lacrime che si abbracciavano. Questa per loro divenne subito un’ispirazione da tramutare in parole e musica ed ecco “Astrigneme” canzone già molto stimata nel web. A breve seguira’ la presentazione del singolo al teatro Posillipo di Napoli e in estate so o previsti dei live in giro per la Campania e non solo. VIDEOCLIP -> https://youtu.be/qscIPIFQxng Biografia Antonio Rocco Nasce a Napoli il 18 marzo del 1983; intraprende da giovane già studi di pianoforte e voce con i maestri Antonio Sinagra, Mauro Iuliano, Mario Castiglia e Tonino Esposito. Nel 2002 l’incontro che gli cambiò la vita quello con Claudio Mattone, che lo scritturo’ per ben cinque anni nel suo musical campione di incassi “C’era una volta… scugnizzi” nei ruoli di Angelo e Sasà. Antonio Rocco

è’ noto anche al pubblico televisivo per le sue partecipazioni a “Un posto al sole”, “la Squadra ”, “La omicidi”, “Assunta Spina”, “Masaniello” e “Sotto casa”. Nel 2003 decide di mettere su un progetto discografico chiamato Duende passato alla ribalta con un brano scritto da Antonio Rocco dedicato a Roberto Saviano intitolato “A Roberto” con il quale ha vinto il Festival della Piedigrotta nel 2008. Nel 2010 si qualifica come insegnante di canto all’ Juilliard. Nel 2012 collabora alla colonna sonora con il regista Stefano Reali della fiction ”La voce dell’amore” (CARUSO) andato in onda in RAI nel quale interpreta anche un ruolo come attore. Nel 2013 Antonio Rocco incontra Alessandro Siani ai provini di “Stelle a meta’ “ che lo scrittura e per Antonio Rocco inizia una collaborazione dalla quale scaturisce anche una bella amicizia e sintonia lavorativa al punto tale che Siani lo scrittura anche per il suo film “Troppo napoletano” uscito nel 2016 facendolo interpretare il brano “‘E tu dimane”, colonna sonora scritta dallo stesso Siani per il film, canzone candidata ai nastri d’argento come migliore canzoni originali. La collaborazione con Siani continua ancora oggi infatti Antonio attualmente è’ impegnato nei teatri .


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DANIELE ESPOSITO*

STARE SEMPRE SEDUTO TI FARÀ MORIRE PRIMA

“Stare seduti è più pericoloso del fumo, uccide più persone dell’hiv ed è più pericoloso del paracadutismo”. Soprannominata “Malattia della seduta” dalla comunità scientifica, l’azione di stare sempre seduti potrebbe contribuire ad una serie di patologie, tra cui depressione, malattie cardiovascolari e Diabete. Una persona su quattro trascorre più di otto ore al giorno seduti e solo il 44% svolge un’attività fisica moderata ogni settimana. Promuovere il movimento e la sana alimentazione fanno parte del mio lavoro da anni, ma purtroppo ancora oggi si vive in una società di pigrizia totale dove, se si va al parco, è un problema se non c’è un posto a sedere! Uno stile di vita poco movimentato senza una sana educazione al movimento potrebbe: Incrementare il tasso di mortalità del 71%; aumentare del 147% le malattie cardiovascolari; aumentare il rischio diabete del 112%. Inoltre le persone che siedono più di 7 ore al giorno hanno più probabilità di sviluppare depressione, demenza e alzheimer.

“E adesso? Come faccio? Di certo non posso lavorare in piedi se il mio posto in ufficio è dietro una scrivania?” Iniziare a fare movimento 3 volte a settimana totalizzando i 120 minuti magari di passeggiata o i di allenamento blando a corpo libero, potrebbero già dimezzare i problemi che porta un lavoro sedentario. Le linee guida consigliate per l’attività fisica: I bambini in età prescolare di età inferiore a 5 anni dovrebbero essere fisicamente attivi durante il giorno. Bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 17 anni devono svolgere almeno 1 ora di attività fisica da moderata a vigorosa ogni giorno. Ciò dovrebbe includere attività aerobiche e di raf-

forzamento muscolare e osseo. Gli adulti dovrebbero fare almeno da 150 a settimana di intensità moderata. Gli anziani dovrebbero fare almeno 100 minuti di attività aerobica di intensità moderata a settimana tenendo conto delle condizioni esistenti. “Posso fare qualcosa quando lavoro da seduto?” Sicuramente prendersi una pausa ogni ora e restare in piedi per 5 minuti, effettuando 10 Squat, potrebbe portare un beneficio non indifferente. Ma esistono dei micro movimenti che possono diminuire l’impatto negativo della sedia. Allungare i muscoli del collo, allungare braccia e dorso ed effettuare delle flessioni della caviglia per aumentare il ritorno venoso. La soluzione migliore comunque è iniziare a fare dei piccoli allenamenti a casa per abituarsi al movimento e a vivere più a lungo. *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.


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GIUSEPPE NOTARO Le cronache da Casoria degli ultimi mesi raccontano di un territorio estremamente fragile. Una fragilità, che si è manifestata con particolare drammaticità nel cuore del centro storico, suscitando grande emozione nell’opinione pubblica nazionale; ma anche in periferia, ancora pochi giorni fa, senza che si accendessero eccessivamente i riflettori del circo mediatico. Purtroppo, eventi come quelli di Largo San Mauro vengono concepiti come eccezionali, e proprio per questo imprevedibili. Crolli e voragini, invece, rappresentano un problema endemico e strutturale, per la città. La comunità locale di Fratelli d’Italia ha sempre riservato una particolare attenzione al tema: basti ricordare che, per le amministrative del 2016, uno specifico capitolo del programma elettorale del candidato sindaco Scancariello era stato dedicato alla necessità di uno studio delle cavità del sottosuolo; ancora nel 2019, il partito di Giorgia Meloni aveva sollecitato la coalizione di centrodestra, sul tema. Una particolare attenzione, che non è mai scemata, concretizzandosi in una iniziativa pubblica, realizzata nella sala convegni della Biblioteca Civica lo scorso 18 gennaio. Il momento più rilevante dell’assemblea pubblica, dedicata al dissesto del territorio, e non a caso intitolata “Casoria Ferita”, è stato senza dubbio rappresentato dalla relazione del dottor Alfonso Paone, dirigente del circolo casoriano di Fratelli d’Italia e soprattutto geologo, nonché ex assessore nella Giunta Ferrara. Dopo aver rapidamente ricostruito la storia geologica del

CASORIA, DISSESTO DEL TERRITORIO: FRATELLI D’ITALIA ACCENDE I RIFLETTORI SULL’EMERGENZA

territorio, soprattutto di un sottosuolo che per secoli era stato sventrato, per cavarne materiale per l’edilizia, senza che si intervenisse per sanare le ferite, il dottor Paone ha sottolineato che lo stupore del Sindaco, Raffaele Bene, nelle ore successive al crollo del centro storico, che aveva inghiottito un compattatore, non era coerente con la reale conformazione geologica della “città di sotto”, caratterizzato da profonde cavità, censite al 2002 nel numero di 300, mai studiate però attraverso indagini geofisiche, che ne descrivessero la natura, le dimensione e la reale pericolosità. Lascia basiti la circostanza che, della situazione appena descritta, una intera classe politica, al governo della Città da qualche decennio (salvo qualche raro interregno), e della quale Bene fa pienamente parte, fosse del tutto ignara. Infatti, il dissesto del territorio era stato descritto in una relazione geologica, a firma del dott. Giovanni De

Falco, nel luglio del 2013, redatta per il PUC del comune di Casoria, e reperibile facilmente in rete, all’indirizzo web http://pianificazionecasoria.blogspot.com/p/ puc-2015.html . Nella predetta relazione, si affermava, tra le altre cose, che “Malgrado il censimento effettuato negli anni 1986 e 1987 ed il relativo aggiornamento effettuato dall’Amministrazione Provinciale di Napoli, a tutt’oggi manca una banca dati razionale delle cavità; esse nel corso del tempo sono state rilevate solo in parte e in molti casi solo riempite allorquando venivano rinvenute o nel corso dell’attività edilizia connessa allo sviluppo urbanistico della città o in occasione di sprofondamenti e dissesti”; che “fenomeni di dissesto possono evolvere sino al crollo quando si determinano più concause contemporaneamente. Tra i fenomeni scatenanti possono essere considerate le infiltrazioni d’acqua, le pa-

reti dei pozzi non rivestite, la scarsa litificazione del tufo, le fratture del tufo in volta e la presenza di tane di lapillo nel materiale sciolto sovrastante il banco di tufo laddove è localizzata la cavità”; ma soprattutto che “Il mancato censimento e rilevamento delle cavità, il riempimento delle cavità talvolta non eseguito a regola d’arte, la dissennata eliminazione in superficie dei manufatti e morfologie riconducibili alla presenza di cavità stesse (discenderie, occhi di monte, piscine, pozzi isolati, ecc.), la perdita della memoria storica e l’assenza di iniziative pubbliche volte allo studio puntuale del problema hanno determinato una situazione di obbiettivo impedimento al necessario risanamento del sottosuolo cavato nonchè hanno di fatto aggravato le condizioni di potenziale instabilità del territorio. La predetta situazione impone la necessità e l’urgenza” di approfondire la conoscenza delle cavità per programmare il risanamento del sottosuolo. Inoltre, il dottor Paone ha richiamato l’attenzione anche sul rischio, che il Lufrano intombato rappresenta, per gli abitanti della zona di Arpino omonima. La dettagliata relazione è stata ascoltata con molta attenzione dal senatore Massimo Ruspandini, membro della Commissione Lavori Pubblici del Senato il quale, dopo essersi impegnato a interrogare il Governo sul tema, si è detto sconcertato dal fatto che le istituzioni ed i soggetti istituzionali locali non abbiano ancora convocato tavoli tecnici permanenti, per affrontare adeguatamente l’annosa questione.

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SALVATORE IAVARONE*

Serve uno “Sportello Europa” a Casoria Attrarre finanziamenti europei per far crescere la città

Il Comune di Casoria vive dal punto di vista finanziario uno dei peggiori periodi della sua storia, sul baratro di un dissesto economico, più volte annunciato e che rischia seriamente di diventare realtà. Il dissesto non è certamente una novità nell’area a nord di Napoli, oggi è in dissesto il Comune di Caivano, ed anche il Comune di Afragola vive lo stesso rischio di Casoria. Serve dunque trovare nuove strategie per reperire fondi e per far fronte ai mille bisogni della città, e per fortuna le opportunità non mancano. In questo la Comunità Europea offre opportunità importanti ai Comuni, attraverso numerosi bandi europei. Bandi divisi per tematiche e con uscite programmate e ripetute annualmente. Importanti risorse economiche che non sempre sono utilizzate dai Comuni. Casoria vanta un importante precedente sui fondi Urbact, che hanno visto la progettazione e poi la riqualificazione del Parco Michelangelo. Dobbiamo però con grande onestà intellettuale riconoscere che la macchina comunale e dirigenziale di questo ente non può certamente considerarsi all’altezza di gestire procedure amministrative cosi complesse, dovendo seguire anche l’ordinaria amministrazione. Per far fronte a questa difficoltà, si potrebbe ipotizzare un avviso pubblico per la costituzione di una short-list in vista dell’affidamento di incarichi professionali di supporto per le attività dello Sportello Europa. Una grande oppor-

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tunità sia per i giovani professionisti interessati, sia per l’intera città, che in questo modo si dota di uno strumento fondamentale per accedere a fondi comunitari. Un ufficio comunale che ancora una volta porterebbe ad essere il Comune di Casoria come modello tra i Comuni capaci di guardare al futuro con progetti e finanziamenti assicurati al territorio. Serve individuare risorse europee per attività di progettazione per il reperimento di fondi nei seguenti settori: Agricoltura, Ambiente, paesaggio ed energia, Comunicazione, informazione d audiovisivi, Cultura e beni culturali; Infrastrutture, reti, informatica e telematica, Servizi sociali e didattico-educativi, Sviluppo economico, marketing territoriale, Turismo, sport, spettacolo, Urbanistica e lavori pubblici, Ricerca, Cooperazione territoriale ed internazionale, Marketing, ricerche di mercato, rilevazioni e sondaggi, Pari opportunità, Smart cities. Dobbiamo istituire lo Sportello Europa guardando proprio a garantire nuove prospettive di sviluppo alla città, lo Sportello dovrà svolgere azioni utili per acquisire finanziamenti europei, in questo modo valorizzando e strutturando al meglio le proprie potenzialità, nonché le risorse presenti sull’intero territorio comunale. Bisogna essere in prima fila nel garantire risorse finanziare alla città, impegnando risorse professionali che contribuiscono alla crescita di Casoria.

Il primo passo è quello di un avviso che punta alla realizzazione di una short list di esperti, in grado di supportare gli utenti, sia pubblici che privati, nonché lo stesso Sportello nelle molteplici attività a partire dalla programmazione, progettazione e alla gestione e attuazione di programmi comunitari, nazionale e regionali. Le attività dello Sportello si divideranno in due macro fasi. La fase informativa comprende la realizzazione di banche dati di soggetti interessati e di mailing list, al fine di fornire direttamente agli utenti iscritti, sia pubblici che privati, tutte le informazioni utili ed i nuovi bandi inerenti i finanziamenti europei; la seconda fase è operativa, e prevede la realizzazione dell’elenco di società e di professionisti abilitati alla realizzazione di progetti da candidare per i bandi europei. Casoria può ottenere in questo modo la sua opportunità per crescere. Ma allo stesso tempo la politica deve individuare le priorità su cui lavorare e gli uffici devono predisporre progetti pilota, su cui lavorare per chiedere finanziamenti. Bisogna evitare che vi siano richieste di finanziamenti a pioggia senza un a buona programmazione e una visione della città. *Presidente della Commissione “Territorio, Lavori Pubblici, Urbanistica, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”


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