Domenica 16 Febbraio

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DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020

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Settimanale di Informazione

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ANNO XIX - N° 07 - DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020

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SOLO OMBRE SU CASORIA!!!


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DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020


DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020

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l’EDITORIALE DI NANDO TROISE

SOLO OMBRE SU CASORIA!!! RAFFAELE BENE che Sindaco è? Il peggiore della storia di Casoria come sostengono i molti suoi detrattori? Il migliore di tutti a detta dei suoi sostenitori? Un buon Sindaco, il desiderio dei cittadini? Una persona onesta su cui non ci sono ombre? Che sia diviso come pochi altri non c’è dubbio. Provate a scrivere qualcosa su di lui su facebook, habitat naturale ormai di gran parte della popolazione politica e non, e vedete cosa vi può capitare: non solo una legittima discussione ma anche un rimbalzarsi di accuse che facilmente possono trascendere come è d’uopo, ahinoi, sulla piazza virtuale più amante dell’odio che di un civile per quanto aspro confronto. E lì accade anche che ci si possa contrapporre nel giudizio etico sull’uomo e sull’amministratore, ma, conoscendolo, si può serenamente convenire sulla sua probità. A un patto, però: che la suddetta probità non sia un discrimine rispetto ai suoi predecessori perché costoro sono stati non meno onesti di lui, e basta solo ricordarne qualcuno da Franco De Luca a Pasquale

Fuccio, da Vincenzo Carfora a Stefano Ferrara, da Giuseppe Russo a Salvatore Graziuso. Anche con le classifiche sarebbe opportuno andarci piano. Peggiore della storia di Casoria? Esagerato. Si pensi solo alla cementificazione selvaggia di vaste aree della Città che ha reso complicato se non impossibile il loro recupero a condizioni di sopportabile vivibilità, ti rendi conto che al confronto anche la sostanziale inerzia dell’attuale sindaco diventa una qualità. Piano, dunque, con le grossolane semplificazioni: la polemica politica è una cosa, la storia un’altra. Ovviamente anche quando si sostiene, sbagliando clamorosamente, il contrario e cioè che sia il migliore. Le classifiche lasciamo-

le ai campi di calcio, l’amministrazione della quarta città della Campania e tra le più importanti delle città medie campane, è una faccenda troppo seria per poterla trasformare in un tema da bar. Del resto, si è visto che il parallelismo non funziona. Dunque, ora che siamo alle viste della scadenza amministrativa della Regione Campania e tanto già se ne parla, che bilancio si può tentare dell’operato di una amministrazione che nel giro di pochi mesi sarà costretta a scendere in campo per sostenere i candidati alle regionali punti di riferimento sia della Giunta Municipale che della maggioranza consiliare (Marrazzo, Casillo, Severino Nappi, Ermanno Russo ecc.)? I numeri sono variegati, in gran parte impietosi. Quelli del turismo, esempio: nessuna capacità da parte di questa amministrazione di attirare pellegrini o amanti dell’arte religiosa verso i suoi Santi e le opere d’arte custodite in Chiese seicentesche. La ricchezza naturale, storica, artistica, monumentale, antropologica non riesce a giocare la sua parte. continua a pag. 4


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4 SEGUE da pag. 3

Casoria poteva essere, ma non lo è stato, un brand. Ha dato frutti e tanti altri ne può dare ma se non accompagnato da politiche avvedute può anche svanire e lasciare sul campo un deserto come purtroppo è successo o sta succedendo. Sono molti altri i numeri che non allietano chi vive nella città, e che neanche un astuto sindaco non può cancellare dalla sua pagella. Il quasi dissesto del Comune, al di là di eventuali salvagenti politici dell’ultimo momento, è allarmante. La violazione delle regole primarie della mobilità urbana, a partire dalla sosta ordinariamente selvaggia, comprendiamo come in questa disfatta ci siano fattori oggettivi e soprattutto responsabilità soggettive in termine di programmazione e di governo. Quanto ai rifiuti, tema di corsi e ricorsi storici quasi scontato, mette anche noia il solo parlarne. Parchi pubblici abbandonati, alberi che crollano tanto da consigliare la chiusura delle scuole, stato delle strade vergognoso, l’elenco delle doglianze potrebbe continuare. Nonostante ciò e altro ancora, Casoria faticosamente sopravvive perché è maestra come poche altre città nell’arte dell’arrangiarsi. Il tessuto industriale è andato evaporandosi. Casoria ha un record, forse nazionale, sulla quantità di aree dismesse presenti nei suoi appena 12 kmq. REMEMBER – RICORDO AL SINDACO, AGLI ASSESSORI, AL CONSIGLIO COMUNALE, AI

LETTORI, A QUELLI CHE NON LEGGONO, i titoli delle copertine di questo settimanale dal 15 SETTEMBRE (nostro ritorno nelle edicole di Casoria e di Arpino, dopo la pausa estiva) evidenziando i tanti problemi o disastri che affliggono la nostra Città. LA VORAGINE; I problemi di Casoria e le soluzioni del Sindaco Bene; criticità, impegno ed ottimismo (la prima intervista al neo Sindaco di Casoria); CAMPO ROM IN ZONA CANTARIELLO A CASORIA: SGOMBERO E SMANTELLAMENTO ANCORA IN FASE DI DECISIONE; come potrete notare molte delle criticità da noi denunciate non trovano ancora la loro giusta definizione e/o soluzione; TRE FAMIGLIE ANCORA LONTANE DALLE LORO CASE; SULLE ORME DEL “SAN FRANCESCO DEL XIX SECOLO” (lo strano sfratto subito da San Ludovico da Casoria dal Monastero di Santa Chiara); LA MONNEZZA SULL’ASSE MEDIANO; DISSESTO AMMINISTRATIVO; LA CITTA’ DEVE PARTECIPARE; L’AZIENDA COMUNALE, UNA “MACCHINA SENZA MOTORE”; EDIFICIO PERICOLANTE IN VIA NICOLA ROCCO: LA STRADA E’ ANCORA CHIUSA; ABBANDONO DEL PATRIMONIO COMUNALE; PIAZZA CIRILLO, PASSATO, PRESENTE E FUTURO; L’INDIFFERENZA E’ CONNIVENZA; DOMANDE SENZA RISPOSTE; Casoria, il centro storico sempre più colpito da inagibilità e strade

chiuse. Cosa resterà? Via Nicola Rocco chiusa da un anno; TEMPI DISSENNATI, diceva un giovane consigliere comunale nell’ultimo consiglio comunale: quello sul lavoro, sulla disoccupazione, sui contratti non rinnovati e sui licenziamenti, sul reddito di cittadinanza ed altro. Un’analisi perfetta: “Casoria paga, sta pagando e, purtroppo, pagherà ancora per molti anni quei tempi dissennati”. Come dargli torto? Un discorso illuminante. Un fulmine di grande intuizione politica. Da anni questa testata ed il sottoscritto propongono alle forze sane, specie quelle giovani, un programma di revisionismo storico di questa Città dagli anni 70 in poi per poter conoscere la verità su MANI SULLA CITTA’, la sua mania verticale e newyorkese, i suoi palazzinari, le migliaia di vani che trasformarono il “polveroso paese agricolo di Assunta Spina” nella Sesto San Giovanni del Sud, sulla industrializzazione e sulle aree dismesse con i loro capannoni ed i segreti di morte che essi custodiscono, sui concorsi truffa, le assunzioni pilotate, sugli sperperi, sugli acquisti milionari della Snaidero o di via Po. Tantissimo materiale da studiare, riflettere, analizzare e capire il PERCHE’ questa Città sia ridotta così. SERVIREBBE? Mi dicono. CERTO. Nella preghiera più importante della Chiesa Cattolica, fulcro di questa Città, si recita LA REMISSIONE DEI PECCATI. Sarebbe ora!!!!!!! Alla prossima…..

RITA GIAQUINTO

Lavoro e precarietà: è emergenza a Casoria!

Ritorna il nostro giornale a parlare dei lavoratori, di quei ventiquattro lavoratori storici che rischiano seriamente il loro salario e la loro occupazione nella gestione e la manutenzione del patrimonio immobiliare ERP, il cui contratto con l’affidataria Gi.One. S.p.A è scaduto in data 31/12/2019. Sono due mesi che le famiglie - dignitosamente alle spalle di ciascun lavoratore - attendono di conoscere esiti, decisioni, verità che, fino ad oggi, non sono ancora pervenute. Una scossa è stata data dall’opposizione di questa Giunta che ha fortemente voluto un Consiglio Comunale straordinario – quello del 4 febbraio u.s. – a cui anche il nostro settimanale è stato presente, fornendo ai nostri lettori, un’accurata sintesi di un lungo pomeriggio di discus-

sione tra maggioranza ed opposizione terminato, come spesso accade, con molti interrogativi e pochissime certezze. A questo Consiglio Comunale, è seguita, in data 10 febbraio, una richiesta urgente di incontro che il Sindacato CGIL, direttamente dalla Segreteria Regionale della Campania, ha indirizzato al nostro Sindaco Raffaele Bene, all’Assessore per la gestione manutenzione del patrimonio abitativo comunale, Patrizia Di Monte, e al Commissariato di Afragola/ Casoria, un incontro in cui, ancora una volta, si chiede verità e dignità per questi lavoratori esasperati dall’incertezza del loro presente e del loro futuro. E’ fissata, infine, per il giorno 17 febbraio presso gli uffici della Giunta Regionale della Campania al Centro Direzionale di

Napoli, l’incontro con il rappresentante legale della Gi.One. S.p.A. per l’esame congiunto della definizione della procedura di licenziamento collettivo - art. 4 commi 6 e 7 L.223/91 – attivata in data 10/12/2019. Una situazione difficile che, da un momento all’altro, potrebbe far crollare quegli equilibri che, sino ad oggi, hanno dato vita ad una protesta ferma ma molto calma e pacifica. Ne parliamo con Antonio Andreozzi, responsabile territoriale della CGIL: “È stato a favore dei lavoratori che stanno in piazza il Consiglio Comunale straordinario del giorno 4 febbraio e a favore di questa ditta che ha perso l’appalto e quindi non solo rischiamo di perdere tanti posti di lavoro, ma se non


DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020 si fa l’appalto, torniamo indietro di dieci anni perché vuol dire che non siamo in grado di garantire e fornire i servizi al patrimonio comunale. E’ un mese che facciamo presidio davanti al Comune. Non siamo stati fermi un attimo, abbiamo avuto degli incontri e, come Sindacato, abbiamo fatto anche la proposta al Comune di mettersi in contatto con Napoli Metropolitana, una società CONSIP che ci poteva e ci potrebbe, comunque, essere di aiuto dandoci indicazioni su un eventuale appalto. Noi stiamo aspettando un incontro, per sederci ad un tavolo con le cariche della nostra Giunta, in cui i dirigenti responsabili ci dicano, ad esempio : in questo momento abbiamo “tot” euro, lavoriamo per questa cifra che ora possiamo mettere a disposizione; tra cinque, sei mesi, metteremo i soldi nel bilancio, faremo la gara per la manutenzione, e tutto ciò che ne verrà. Tutto questo, purtroppo, ancora non c’è stato, e penso che stiamo perdendo molto, troppo tempo, a risolvere un problema grave e reale”. Come intendete procedere con la vostra battaglia? “Noi non molliamo. Siamo in piazza, alzeremo anche il tiro la prossima settimana, se non ci danno subito una risposta, poi ognuno si prende le proprie responsabilità, perché prendere in giro tanti padri di famiglia, prendere in giro il Sindacato, non è il modo migliore per risolvere la questione. La società Gi.One. S.p.A. ci ha già mandato la comunicazione che hanno fissato la cassa integrazione entro il 12 marzo, quindi se entro questa data, anche un poco prima, non ci sarà una conclusione in nostro favore, partiranno i licenziamenti, e poi si andrà alla disoccupazione. Abbiamo coinvolto anche alcuni Sindacati di categoria, come, ad esempio, quelli che si interessano dei condomini

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delle case, non solo per avere la loro partecipazione, ma anche il loro sostegno nel rispetto delle esigenze del territorio, del quartiere, del patrimonio, già abbandonato a se stesso. Anche se, però, adesso c’è da salvaguardare le persone”. Dov’è la politica in tutto questo ? “Ci sono stati vicini tutti i consiglieri, l’opposizione ci ha aiutato molto, non a caso ha indetto anche la seduta straordinaria del 4 febbraio, ma, ora, c’è bisogno di risolvere il problema. Il problema anche del lavoro che, in generale, vive Casoria : è vero, ad esempio, che Casoria Ambiente è sotto di 40 unità, ma sembra che, anche questo, sia diventato un carrozzone clientelare. Noi vogliamo le regole ed il loro rispetto. Se Casoria Ambiente dovesse assumere, vogliamo ricordare che esistono bacini di disoccupazione stesso a Casoria - non da altre parti - da cui dover attingere necessariamente, dagli LSU ai disoccupati del territorio. I problemi ci sono, sono reali e vengono da lontano, da troppo

lontano. In tutte le amministrazioni che, negli anni, si sono susseguite, c’è stata una gestione anche clientelare, andando avanti senza fare alcuna programmazione. E oggi ne paghiamo le conseguenze. Ma ora, la prima cosa, è la solidarietà a questi lavoratori e alle loro famiglie. Nonostante tutto, io continuo ad essere fiducioso ed ottimista”. E l’ottimismo di Antonio Andreozzi – almeno per il momento e almeno in apparenza – non viene tradito : proprio al termine della nostra conversazione (che avviene in data 11 febbraio n.d.r.), il responsabile territoriale della CGIL, riceve una convocazione dal Comune per un incontro che si terrà martedì 18 febbraio in presenza, tra gli altri, del Comandante della P.M. di Casoria, Giuseppe Sciaudone. Attendiamo, fiduciosi, e anche noi con una buona dose di ottimismo, gli esiti di questo nuovo incontro. Speriamo di non essere traditi. Speriamo nessuno possa tradire la dignità di ventiquattro onesti lavoratori perbene, e delle loro famiglie.

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LA COLPA NON E’ NOSTRA Fino a qualche anno fa, nell’area nord di Napoli, la raccolta differenziata veniva eseguita egregiamente, sia dai comuni interessati, sia dalle aziende incaricate della raccolta dei rifiuti. Negli ultimi tempi però qualcosa è andato storto, in paesi come Casoria, Arzano e Casavatore, non funziona più nulla, i camion passano ad orari improponibili e come se non bastasse anche una volta ogni tre o quattro giorni, le discariche e isole ecologiche sono chiuse, e intanto i cumuli di immondizia sparsi per le città aumentano a vista

d’occhio, superando il metro d’altezza. Una situazione che diventa ogni giorno più insostenibile, ma soprattutto, rende invivibile alcune zone delle città, dove la puzza è insopportabile, i marciapiedi sono bloccati dai sacchetti e quindi si occlude anche il passaggio ai pedoni, eppure, nonstante ciò, nessuno si muove per dare una sterzata a questo problema. A Casoria, il sindaco è il diretto interessato di tutta questa situazione e si sta monitarando un cambiamnento, visto che ogni giorno che passa, aumentano sempre più i cumuli, rendendo sempre più difficile una messa in sicurezza e pulizia dei luoghi coperta dai sacchetti dell’immondizia. La situazione nei comuni di Arzano e Casavatore è leggermente diversa, per quanto riguarda il primo, orfano di sindaco da un anno esatto, sta subbendo il malgoverno e la sbagliata gestione dei servizi primaria da parte del commissario prefettizio, che più di tanto non fa per migliorare le condizioni catastrofiche nelle quali verte la città. Situazione analoga anche a Casavatore, che da due mesi non ha più un sindaco

e quindi la gestione della casa comunale e delle funzioni primarie cittadine è passata in mano ad un commissario. Si parla sempre che la raccolta differenziata la fanno i cittadini, e quindi se nel paese c’è immondizia è perchè gli abitanti non sanno fare la raccolta dei rifiuti, ma difatto questo è solo una sorta di scaricabarile, dare la colpa ad altri per i proprio errori, perché il problema non è il cittadino, il problema è il mal funzionamento di macchine comunali che non sanno gestire le aziende interessate alla raccolta e questo, salvo miracoli, sarà un problema che ci farà compagnia per molto tempo. Quindi, si salvi chi può.


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ANTONIO BOTTA

COSA NASCONDE L’EX RESIA? Perché l’erba non cresce in alcune zone dell’area dell’ex Resia situata sulla statale Sannitica? E’ una domanda legittima, che dovrebbero porsi i cittadini e l’Amministrazione locale. Da anni si parla di bonifica dell’opificio, soprattutto da quando la fabbrica, che si estende su un’area di centomila metri quadrati, 22 anni fa, precisamente nel 1998, fu posta sotto sequestro dai Carabinieri della stazione locale di Casoria. Essi, coadiuvati dalla Polizia municipale irruppero nella fabbrica, già allora dismessa, per la fuoriuscita di un odore acre e sgradevole proveniente da ben 100 fusti metallici ivi in giacenza. I tecnici dell’Enichem, allora proprietaria dell’opificio, provenienti da Brindisi provvidero alla coibentazione dei fusti contenenti resine fenoliche e superfenoliche. Questo è quanto dato di sapere al momento. Da allora si sono susseguiti tanti tavoli tecnici, in cui si sono confrontati sul da farsi esponenti politici delle istituzioni locali. E’ un iter procedurale complesso che, finora, non ha prodotto nessuna soluzione. Ciò che si sa è che il confronto fra amministratori della Città metropolitana e di Casoria con gli attuali proprietari, i fratelli Capasso di Frattamaggiore, con-

tinua, al fine di trovare una soluzione su quell’area definita “dei veleni”per i fusti sotterrati. Certo è che se l’area ex Resia fosse bonificata potrebbe costituire per Casoria un’opportunità di riqualificazione urbana. Molte aree, nel napoletano e nel casertano, sono in attesa di bonifica: le istituzioni si sono limitate a metterle in sicurezza, ma è una soluzione provvisoria, non esente da rischi per la salute pubblica. La speranza è che la visita del Papa, il 24 Maggio prossimo, ad Acerra, costituisca un severo monito per gli amministratori ad adoperarsi per la salvaguardia dell’ambiente. E’ recentissima, a tal proposito, la notizia che, secondo dati pubblicati sul “Journal of cellular physiology”, i ricercatori hanno rilevato

“concentrazioni fuori norma di metalli pesanti (cadmio, mercurio, arsenico, piombo) nel sangue dei malati di cancro della “Terra dei Fuochi”. “Le nostre osservazioni, anche se preliminari, confermano alcuni studi precedenti per cui il livello di metalli tossici nel sangue dei pazienti oncologici in alcuni Comuni della Terra dei Fuochi è del tutto fuori norma – ha spiegato il professore Giordano –. Il legame causale tra sviluppo tumorale ed esposizione a questi metalli è un fatto noto da tempo. Il superamento costante dei limiti di legge anche nel piccolo numero di individui esaminati nel nostro studio è un fatto di per sé allarmante, che quindi richiede l’immediata estensione dell’analisi a una popolazione più ampia, così da avere una rappresentazione accurata sul fronte epidemiologico». Si aspetta con gioia la visita di Papa Francesco affinché possa scuotere le coscienze di tutti, soprattutto degli amministratori delle nostre terre devastate, perché forte sia la sollecitazione a porre in primo piano la necessità di bonificare terreni in cui da oltre 30 anni sono state occultate sostanze velenose provenienti da fabbriche di tutta Italia, che hanno smaltito, sotto costo, rifiuti speciali e tossici.

ESPEDITO D’ANTo’ Dopo la partecipazione del nostro direttore Nando Troise alla trasmissione sportiva “Forza Napoli” in onda di Telecapri Sport, abbiamo raggiunto il conduttore ed esperto di calcio Vincenzo Mele per rivolgergli alcune domande: Dopo tre vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia ti aspettavi la Sconfitta con il Lecce Sinceramente dopo le tre vittorie consecutive tra Coppa Italia e campionato non mi aspettavo la sconfitta contro il Lecce purtroppo Gattuso contro i salentini ha rivoluzionato la squadra rispetto alle vittorie precedenti e pertanto l’ amalgama e i meccanismi tattici hanno subito un’involuzione, troppi uomini diversi rispetto alle tre vittorie consecutive, alla fine i troppi cambi hanno inciso sul risultato finale. Come giudichi la prova di Koulibaly contro il Lecce Koulibaly contro il Lecce rientrava dopo tanti giorni è apparso un giocatore spaesato, lento che in più di un’occasione si è perso l’avversario. Non è il Koulibaly degli anni scorsi anche perché manca un Albiol che gli detta i tempi. Che voto dai al mercato invernale del Napoli

Di solito i voti non li do e anche in questo caso non mi esprimo ma è stato un mercato rivolto alla stagione prossima vedi l’acquisto di Politano. È stato preso perché Callejon andrà via. Ottima la scelta dei due mediani Demme e Lobotka Che l’anno prossimo saranno sicuri titolari e questi due acquisti fanno presagire che probabilmente uno tra Allan e Fabian Ruiz andrà via. A fine campionato secondo te partiranno molti giocatori A fine campionato andranno via molti giocatori. Nello spogliatoio del Napoli ci sono molti delusi perché dopo tanti anni senza vincere titoli prestigiosi e con tante offerte molti guardano altrove. Lo stesso Mertens che vorrebbe rimanere è corteggiato da tante squadre straniere che tra l’altro gli offrono un ingaggio molto più elevato. Anche Allan è deluso e probabilmente andrà via, stessa storia vale per Koulibaly. Sono curioso di vedere se Fabián Ruiz dopo un anno non brillante continuerà a ricevere offerte dalla Spagna. Attenzione anche a Manolas che ha offerte dall’Inghilterra.

INTERVISTA A VINCENZO MELE


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EMILIA SENSALE Passione, entusiasmo, ardore, malattia: vi sono mille parole che ci aiutano a definire quello che proviamo quando facciamo il mestiere che ci piace. E a volte non è affatto esagerato o fuori luogo affermare che spesso non siamo noi a scegliere una professione ma è quel mestiere a sceglierci: può accadere col giornalismo, come ci ricorda il giornalista Raffaele Carlino di CampaniaFelix TV. Cosa significa per te essere giornalista? “Questo lavoro è una malattia: una volta che ti entra nel sangue non lo puoi più eliminare. Secondo me è una delle malattie dove la ricerca della notizia e il voler informare ti entra nel DNA e non si toglie più, pure quando passano tanti anni. Per molte persone è una passione che va al di là degli aspetti più concreti, soldi o non soldi noi se dobbiamo fare una cosa la facciamo, è più forte di noi. Io penso che tutti quelli che fanno un giornale dovrebbe avere le medaglie d’oro, finanziamenti non ne arrivano e la cosa peggiore è la libertà di stampa che si sta perdendo”. In che modo la tecnologia

Raffaele Carlino: “Il giornalismo è una malattia, una volta che ti entra nel sangue non la puoi più eliminare”

ha influenzato questo mestiere? “Voi giovani avete un vantaggio enorme, la tecnologia consente di fare cose inaspettate, però il vero giornalismo è la ricerca della notizia: questo contraddistingue il vero giornalista da colui che deve preparare una notizia per farla leggere”. Si tende a pubblicare le

notizie, magari quelle che attraverso il titolo sono maggiormente di effetto, più che a cercarle…. “E invece bisogna ricercare la notizia. È un lavoro dove la superficialità non ripaga, anche perché le ricerche adeguate, il trovare le fonti, il nutrirsi di notizie, approfondire ti permette di attraversare la notizia. E vi

è differenza tra giornalismo scritto e ciò che facciamo noi in TV, i tempi televisivi sono diversi e un po’ forse rovinano l’approfondimento, oggigiorno quasi nessuno approfondisce più”. In che modo la tecnologia filtra le notizie verso il pubblico? “L’immagine è il miglior modo di raccontare la notizia perché anche nel darle la nostra interpretazione quando la divulghiamo non rende mai come può rendere l’immagine di quello che sta succedendo. La vera forza di web e TV è l’immagine. In radio si ha bisogno di una descrizione, in TV si accompagnano le immagini per far entrare lo spettatore in un argomento. Il vero dramma dell’informazione è che nessuno dà voce alla periferia”. Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono fare questo mestiere? “L’unico consiglio che bisogna dare è imparare da coloro che hanno vicino. Questo non è un mestiere che tu puoi apprendere spiegandotelo. Bisogna sempre prepararsi una serie di domande infinite, bisogna arrivare preparati alle interviste”.


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Il Coronavirus tra verità e fake news Un alone di mistero circonda questa parola: cos’è il Coronavirus? Da quanto è realmente in circolazione? È mortale? Esiste una cura? Tante domande, altrettante risposte, talvolta vaghe, imprecise, contraddittorie. Perché ultimamente non si parla d’altro; un forte allarmismo pervade le strade, i telegiornali lanciano continuamente notizie sulla trasmissione del virus e tutti, sui social, non fanno che argomentare sulla gravità della questione. Nato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019, il virus si è rapidamente diffuso, seminando panico non solo in Oriente ma anche e soprattutto in Occidente. Abbiamo allora intervistato il dottor Cataldo Maestoso per fare un po’ di chiarezza sull’argomento. Buon giorno dottore. Vuole spiegare in parole semplici ai nostri lettori cos’è il Coronavirus? Quale è la sua origine? I Coronavirus sono virus a RNA. I virus, a differenza delle cellule, contengono un solo acido nucleico: o il DNA o l’RNA. Questi Coronavirus sono così chiamati per la loro forma caratteristica che è costituita da un corpo centrale più o meno sferico da cui emer-

gono delle punte (per cui al microscopio elettronico appaiono proprio come delle corone reali o come una corona solare). Quali sono i sintomi? Questi virus provocano malattie a decorso lieve o moderato, come il raffreddore comune con i suoi sintomi tipici o una sindrome di tipo simil-influenzale (febbre, dolori influenzali, mal di testa, tosse, mal di gola) e si trasmette come un’influenza, per via inalatoria o per contatto con persone infette. Questo virus può però anche causare una polmonite, come in effetti sta succedendo, con problemi respiratori talmente gravi che possono poi portare alla morte. Sfatiamo qualche mito che è in bilico tra il razzismo e l’assurdità: ritiene che sia realmente pericoloso andare ad acquistare in negozi cinesi? Sono a rischio di infezione le persone che vivono o che hanno viaggiato in aree infette, soprattutto in Cina. Quindi non è assolutamente pericoloso andare ad acquistare nei negozi dei cittadini cinesi che vivono insieme a noi qui e che non hanno alcun contatto con i loro compatrioti che vivono in Cina.

Quali precauzioni ci consiglia di attuare? Sono da seguire le principali norme di igiene personale. In primis, lavarsi le mani. Se hai un’infezione respiratoria copri naso e bocca quando starnutisci o tossisci; usa fazzoletti monouso e lavati le mani dopo aver starnuto o tossito. Le mascherine, poi, vanno usate solo quando si ha il sospetto di essere a contatto con persone che abbiano l’infezione (anche in stato di incubazione); per il resto, non c’è alcun motivo per utilizzare questa precauzione. Crede che siamo ancora lontani dal trovare una cura? O la situazione è meno grave di quanto vogliono farci credere? Al momento non sono disponibili vaccini per questo Coronavirus. La terapia, pertanto, è soltanto sintomatica. Io ritengo che la situazione sia abbastanza seria proprio perché il virus è di nuovo comparso e le autorità sanitarie non hanno ancora provvedimenti specifici di cura. L’importante è cercare di arginare l’infezione e tenerla sotto controllo.

GIUSEPPE NOTARO

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEL SEN. RUSPANDINI CASORIA DI SOTTO

Atto n. 4-02853 - Pubblicato il 5 febbraio 2020, nella seduta n. 187

RUSPANDINI - Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Premesso che: nel luglio 2019, nelle primissime ore della giornata, il centro storico della città di Casoria, Comune di circa 80.000 abitanti a nord di Napoli, è stato scosso da un profondo smottamento della sede stradale; la voragine, larga 8 metri e profonda 12, è stata preceduta da un forte boato e da un intenso odore di gas,

e ha inghiottito un compattatore di rifiuti dell’azienda di igiene urbana «CasoriaAmbiente»; solo il caso ha evitato un esito tragico per il conducente del mezzo: il veicolo infatti è precipitato con la parte posteriore e non con la cabina di guida; a seguito dell’evento fra-

noso, circa 50 famiglie, residenti in palazzi adiacenti all’area interessata, sono state evacuate in via precauzionale; a fronte di un forte risalto che la vicenda ha avuto sui principali organi di stampa, locali e nazionali, il sindaco della città, Raffaele Bene,

ha affermato che nulla «poteva far pensare a quello che poi è successo, nei giorni scorsi non ci è pervenuta alcuna segnalazione da parte dei cittadini», come si legge su un articolo de «Il Messaggero»; la dichiarazione del sindaco, tuttavia, stride con la realtà; da tempo, infatti, è stata riconosciuta la particolare conformazione geomorfologica del sottosuolo, caratterizzato da profonde cavità (circa 300 censite al 2002), causate dagli innumerevoli scavi effettuati nel tempo per ricavare materiale utile in edilizia: tuttavia, non è mai stato fatto uno studio approfondito, attra-


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RITA GIAQUINTO

Orsino Esposito: “Stiamo preparando la mozione di sfiducia per Andrea Capano”

Queste le parole del Consigliere Comunale Orsino Esposito al nostro settimanale, all’indomani del Consiglio Comunale che si è tenuto in data 10 febbraio, con cui ci ha raccontato della mozione di sfiducia per il Presidente del Consiglio Andrea Capano, che prenderà vita nelle prossime ore (l’articolo è stato redatto in data 11/02/2020 n.d.r.) : “Abbiamo fatto ieri – in data 10 febbraio - un Consiglio Comunale in cui, all’ordine del giorno, dovevano esserci un paio di punti concordati nella conferenza dei capigruppo e, invece, ce ne siamo ritrovati solo uno. Per cui è partita un’azione molto forte nei riguardi del Presidente del Consiglio che è garante ed arbitro della convocazione del Consiglio Comunale e dei capi all’ordine del giorno, che vengono concordati nella conferenza dei capigruppo. Noi abbiamo fatto una conferenza dei capigruppo il giorno 4 febbraio e avevamo stabilito, anche con una votazione, che all’odg del Consiglio che si è tenuto il giorno 10 ci dovevano essere due capi: il primo, l’approvazione del DOS per i PICS, ed il secondo era l’atto di indirizzo del PUC. Quindi, nel Consiglio Comunale si sarebbero dovute praticamente approfondire queste due tematiche. In realtà, la convocazione del Presidente ha previsto un solo capo all’ordine del giorno. Il Presidente è stato più volte compulsato dai capigruppo dell’opposizione, ma il Presidente è stato irremovibile. Stesso in Consiglio, abbiamo chiesto il rinvio del Consiglio Comunale, tenendoli bloccati per un paio di ore, dopodiché, muro contro muro, la maggioranza è andata avanti per la sua strada. Il Presidente del Consiglio non si è dimostrato di essere super-partes, è stato praticamente un leader politico. Questa

è, in sintesi, la motivazione per cui tutti i consiglieri dell’opposizione hanno pensato di fare una mozione di sfiducia nei riguardi del Presidente del Consiglio che abbiamo già preannunciato in Consiglio Comunale e che porteremo avanti nelle prossime ore”. Ma al di là di quelli che possono essere demeriti o mancanze, e delle possibili azioni che l’opposizione intraprenderà, il Consiglio Comunale di questa Giunta pecca troppe volte di superficialità e approssimazione. Citiamo soltanto uno degli ultimi esempi che ci giunge in redazione: l’intervento in Consiglio Comunale del Consigliere Rino Fico – coalizione di centro destra - sulla funzionalità della seconda commissione di bilancio, di cui Fico è Vice-Presidente. Una commissione di grande importanza che, purtroppo, si è riunita, fino ad oggi, su richiesta del Presidente della commissione, Barra, soltanto tre volte : una prima volta per la sua costituzione, quindi per indicare la Presidenza, la Vice-presidenza e quant’altro; una seconda volta, in cui era presente solo il Consigliere Fico, ma alcuni erano giustificati e, quindi, il Consigliere Fico fu costretto ad aprire e richiudere la commissione; una terza e - ahinoi – ultima volta, in cui si introdusse la possibilità di un appalto europeo per la riscossione tributi. “Da allora è finito tutto – dice il Cons. Fico - e fa male – continua - fa veramente male quando non si lavora in queste commissioni, soprattutto in quella del bilancio che, penso, oggi sia molto importante”. Di questa commissione ricordiamo che fanno parte, oltre al Presidente Barra, e al Vice-Presidente Fico, anche Alessandro Graziuso, Pasquale Tignola, Colurcio e Pasquale Fuccio.

verso indagini geofisiche, per conoscere la reale natura di tali cavità; tale situazione, peraltro, era stata descritta in una relazione geologica, a firma del dottor Giovanni De Falco, nel luglio 2013, redatta per il piano urbanistico del Comune di Casoria, e reperibile facilmente in rete; si affermava, tra l’altro, che «malgrado il censimento effettuato negli anni 1986 e 1987 ed il relativo aggiornamento effettuato dall’Amministrazione Provinciale di Napoli, a tutt’oggi manca una banca dati razionale delle cavità; esse nel corso del tempo sono state rilevate solo in parte e in molti casi solo riempite allorquando venivano rinvenute o nel corso dell’attività edilizia connessa allo sviluppo urbanistico della città o in occasione di

memoria storica e l’assenza di iniziative pubbliche volte allo studio puntuale del problema hanno determinato una situazione di obbiettivo impedimento al necessario risanamento del sottosuolo cavato nonché hanno di fatto aggravato le condizioni di potenziale instabilità del territorio. La predetta situazione impone la necessità e l’urgenza» di approfondire la conoscenza delle cavità per programmare il risanamento del sottosuolo; considerato che: oltre al centro storico della città, anche altre zone del territorio comunale sono interessate da criticità geologiche e morfologiche, come la frazione di Arpino di Casoria, dove la falda freatica del fiume tombato Lufrano sta risalendo, causando notevoli disagi e allagamenti; sebbene la situazione com-

sprofondamenti e dissesti»; inoltre, «fenomeni di dissesto possono evolvere sino al crollo quando si determinano più concause contemporaneamente. Tra i fenomeni scatenanti possono essere considerate le infiltrazioni d’acqua, le pareti dei pozzi non rivestite, la scarsa litificazione del tufo, le fratture del tufo in volta e la presenza di tane di lapillo nel materiale sciolto sovrastante il banco di tufo laddove è localizzata la cavità»; soprattutto, «il mancato censimento e rilevamento delle cavità, il riempimento delle cavità talvolta non eseguito a regola d’arte, la dissennata eliminazione in superficie dei manufatti e morfologie riconducibili alla presenza di cavità stesse (discenderie, occhi di monte, piscine, pozzi isolati, ecc.), la perdita della

plessiva fosse ufficialmente nota dal 2013 grazie alla citata relazione, nulla è stato fatto in tutti questi anni: non è stato predisposto alcun piano strategico di prevenzione e manutenzione, non è stato previsto alcun adeguato intervento né, a quanto risulta all’interrogante, sono stati attivati tavoli tecnici istituzionali; la situazione emergenziale richiederebbe, invece, un’attenzione particolare, attraverso una costante attività di monitoraggio, prevenzione e tutela, si chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda attivare al fine di fronteggiare le criticità evidenziate e, in ogni caso, un problema che, estremamente diffuso sul territorio nazionale, determina talvolta effetti catastrofici.


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Napoli, Strage dei Pini ai Colli Aminei

Botta e risposta tra un cittadino e il Vicesindaco Colli Aminei, Viale Dei Pini, addio all’ultimo pino; pochi giorni fa è stato abbattuto l’ultimo albero che aveva strenuamente resistito alla politica di abbattimento della 3° Municipalità del Comune di Napoli che finora, nell’arco di 10 anni, ha portato all’abbattimento di quasi 150 pini ai Colli Aminei. Una strada che ormai ha perso la sua identità, essendo identificata dalla presenza di quei molteplici pini che ne costituiva un elemento naturale di identificazione. I residenti lamentano questa selvaggia operazione posta in essere dalla terza municipalità del Comune di Napoli; “la politica di abbattimento di quasi 150 pini ai Colli Aminei, che erano la caratteristica principale e fondamentale del quartiere, è iniziata da più di 10 anni e tutti questi anni sarebbero bastati per prevenire, curare e non abbattere”, sostiene un residente. “Oggi il quartiere è tempestato da forti venti collinari e da so-

leggiate, essendo venuto a mancare l’elemento naturale di protezione”, aggiunge un altro cittadino. Il Vicesindaco Raffaele Del Giudice, interpellato sulla questione, ha così commentato: “premesso che sono Assessore alla città di Napoli, ma non ho la delega al verde da quattro anni, se ne occupa un altro Assessore, posso comunque dire, al riguardo, che i pini hanno preso una grave malattia più di 10 anni fa in tutta l’area del mediterraneo; mi è stato riferito che sono stati fatti vari tentativi per cercare di salvarli, ma alla fine non è stato possibile, e dunque è stato necessario abbatterli. Ovviamente”, aggiunge il Vicesindaco, “la battaglia è chiedere ai governi i fondi necessari per lo scavo delle radici e la piantumazione di nuove essenze più adatte e resistenti”. I residenti lamentano che, prima, l’abbattimento di un pino era intervento del Comune con avviso ai vigili urbani, ora è una

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

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estiva, oggi vi è la più totale devastazione; gara di ditte per spuntare il massimo prouna Strada storica, Viale dei Pini, è stata, fitto; i pini sono morti, mentre in altri Padi fatto, privata della sua identità, non esesi sono stati preservati, come al sud della sendoci più un solo Pino ad identificarla. Francia o della Germania. La domanda che vorremmo rivolgere agli “Hanno installato 2800 pali per portare i Amministratori, è se sia giusto, e sopratfilobus elettrici dai Colli Aminei al museo; tutto legale, violare l’identità di una pubhanno distrutto l’ambiente e la bellezza blica via, che nella memoria storica dei della zona, ma i filobus NON CI SONO!!!”, residenti (e non solo), è sempre stata idencontestano i residenti del posto; “quelli di tificata dalla presenza copiosa di magnifici 29 anni fa nei depositi sono stati distrutpini, sotto il cui manto protettivo sono creti, prelevando pezzi di ricambio”, prosesciuti quelli che un tempo erano bambini, guono risentiti, “ e alla fine, cosa abbiamo Il Vicesindaco Del Giudice e che hanno dato amorevole conforto agli ottenuto?! I pali sono stati installati, le e il Sindaco De Magistris anziani. ditte sono state pagate profumatamente, Si parla sempre più spesso di Ambiente, i filobus non ci sono, così come i soldi!”, lotta per risanare gli ambienti, e poi, si deturpa un ambienlamentano furiosi i cittadini. “Non è così”, replica il Vicesindaco, “innanzitutto, nelle altre te storico con un’azione devastante che lo priva della propria Nazioni hanno abbattuto tutto quello che era da abbattere; identità? Non si è forse responsabili amministrativamente di inoltre, i pini, prima di essere abbattuti vengono sottoposti a aver sottratto l’identità ad una strada? Il diritto al nome, all’imdelle analisi strumentali e ben quattro pareri di Uffici diversi magine, di una Strada che la proietta immediatamente nell’imne hanno certificato il grado di pericolosità; infine, i pini sono maginario di quanti ivi risiedono e non solo, essendo Viale dei censiti e quelli tagliati saranno piantati nello stesso numero”, Pini nota a tutti i cittadini napoletani e dell’hinterland napoletano, dovrebbe essere oggetto di tutela da parte di ogni Ammiinterviene, sul punto, l’Assessore. “Per quanto concerne la questione del filobus”, prosegue Del nistrazione, in quanto “bene” di “quella” Amministrazione, in Giudice, “quest’ultimo è uno strumento per rendere più effi- quanto “res publica” nel senso autentico del termine, ovvero ciente il trasporto ecologico pubblico, purtroppo ci sono ritar- “bene pubblico”, come tale inviolabile sia dai cittadini che dai di per una serie di contenziosi legali con le ditte; inoltre, per governanti, sia dagli amministrati che dagli amministratori. Se il trasporto abbiamo vinto un ricorso con il quale abbiamo c’era una necessità di radere al suolo la Strada, perché i Pini dimostrato che la Regione non ha dato alla città di Napoli i erano malati, allo stesso modo si sarebbe dovuto procedere a piantarne contestualmente degli altri, in modo da non privare fondi previsti per legge”, conclude il Vicesindaco. Al di là di questioni di diritto e beghe legali, è un fatto il de- questa pubblica Via della propria Identità, ed i cittadini dei pauperamento dei Colli Aminei e del suo stato di salute: dove benefici dei Suoi alberi. prima vi erano lussureggianti pini che esaltavano l’ambiente Speriamo che l’amministrazione si adoperi per ridare, a Viale proteggendo i residenti dai forti venti e dall’eccessiva calura dei Pini, la sua dignità violata.

Napoli, Colli Aminei, Viale dei Pini, com’era prima

Napoli, Colli Aminei, Viale dei Pini, oggi


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Perché Sanremo è Sanremo Descrivere l’emozione del Festival di Sanremo non è facile...si dovrebbe provare per far capire alle persone l’emozione che questa grande macchina può trasmettere... Un grande motore che si accende e milioni di persone che lavorano per creare una magia unica nel prestigioso Teatro Ariston di Sanremo. Cinque serate dirette è condotte da un grande Amadeus che ha creato, secondo il mio modesto parere, un grande parterre di ospiti che si sono alternati nelle varie serate e anche una gara straordinaria che si è conclusa con la vittoria di Diodato. Il cantante pugliese si è aggiudicato anche il “Premio della critica Mia Martini”, il “Premio della sala stampa “Lucio Dalla”. Il “Premio Sergio Bardotti” per il miglior testo va a Rancore con il brano “Eden”; il “Premio Giancarlo Bigazzi” per la migliore composizione musicale va a Tosca con il brano “Ho amato tutto” mentre il “Premio Tim Music” va a Francesco Gabbani con la canzone “Viceversa” si aggiudica anche il secondo posto e al terzo i Pinguini Tattici Nucleari con

“Ringo Starr”. Amadeus ha voluto Fiorello accanto a se sul palco regalando al pubblico dei momenti di grande intrattenimento e di grande spettacolo. Essendo legati anche da una fortissima amicizia infatti questo Festival è proprio definito il Festival dell’amicizia. Premiati con record di ascolti pazzeschi. Impeccabile anche Tiziano Ferro per aver dato al pubblico tutte e cinque le sere la sua grande arte. In conclusione posso affermare di aver

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vissuto un sogno, un’ esperienza Unica... nell’aria si respirava festa... una grande disponibilità da parte delle persone del posto, le serate e gli eventi che man mano si susseguivano a Casa Sanremo. Quei maxi schermi per seguire i grandi eventi di ogni sera. Quest’anno anche il meraviglioso palco in piazza Colombo dove gli artisti si sono esibiti diversi artisti come Emma Marrone e Biagio Antonacci. Insomma è proprio vero la celebre frase Sanremo è Sanremo!!! Torno arricchito da un’esperienza che ti forma sia professionalmente che umanamente e mi ha fatto piacere dopo anni di gavetta e di soddisfazioni aver portato lì la testata da me diretta “occhio all’artista magazine”.

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FRANCESCO D’ANNA

L’ANALISI DEL DOCENTE D’ADDIO SUL CAMBIAMENTO SCOLASTICO

Il professore D’Addio (giornalista pubblicista, collaboratore di testate nazionali, vicedirettore del periodico Lo Strillo, direttore dei servizi giornalistici di Radio Studio Emme, direttore della rivista Sciuè) risponde a 6 domande circa l’evoluzione che ha investito il sistema scolastico nel corso dei decenni. Quanto e come è cambiata la scuola nel corso dei decenni? “La scuola è cambiata molto e come ogni evoluzione ci sono dei fattori positivi e negativi: il lato positivo riguarda proprio i ragazzi, più riflessivi, più propositivi, più tecnologici; il lato negativo invece riguarda il progresso che ha portato con sé lo sviluppo di strumenti digitali quali tablet e smartphone, i quali involontariamente sono anche motivo di distrazione per gli adolescenti.’’ Quanto i vari risvolti politici incidono sul sistema scolastico? “Incidono molto. L’incertezza politica a cui stiamo assistendo negli ultimi anni si riversa sul piano sociale, politico e ovviamente anche sulla scuola. Basti fare un esempio evidente: le prove di esame di maturità dell’anno scorso sono decisamente diverse da quelle attuali, per cui

mentre noi orientiamo i ragazzi verso un determinato obiettivo, i continui cambiamenti provocano instabilità.’’ Come racconterebbe la sua esperienza al Gandhi? “La mia esperienza in questa scuola è notevole, insegno al Gandhi dal 1996, da ben 24 anni, quindi ho assistito a molti cambiamenti che ci sono stati nel corso del tempo; si è creato fin dall’inizio un clima di familiarità con i colleghi docenti e con il personale A.T.A, per cui non ho mai avuto l’esigenza di dover cambiare.’’ Quanto la valutazione pesa sia per gli alunni che per i docenti? “La valutazione è fondamentale, perché dal primo al quinto anno, noi docenti dovremmo fornire gli strumenti necessari per completare al meglio gli anni di studio, per cui anno per anno la valutazione serve a capire se il ragazzo migliori, per spronarlo, per motivarlo, per capire se noi professori stiamo lavorando bene affinché emergano gli interessi di ogni singolo studente.’’ Come il processo evolutivo ha cambiato il ruolo del docente? “Il ruolo del docente cambia continuamente, perché deve adattarsi alle esigen-

ze di ogni singola classe e agli stimoli esterni, per cui non vi è la ricetta del professore perfetto, tuttavia, ritengo che, per ottenere buoni risultati a livello di insegnamento, il docente oltre a svolgere il suo ruolo in maniera impeccabile, debba essere anche attento ai bisogni dei singoli alunni, comprendere eventuali problemi e cercare di far aprire i ragazzi…divenire quindi un vero e proprio punto di riferimento“. Tra l’altro è importante sottolineare il fatto che il professor D’Addio partecipi a molte trasmissioni radiotelefoniche, e anche televisive sia per Mediaset che per la Rai, un segnale forte, che lascia ad intendere che anche la cultura possa entrare in un mondo affascinante che è quello dello spettacolo.


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TERESA D’ANGELO

Elettra Lamborghini non passa inosservata al Festival di Sanremo, talento o voglia di mettersi in gioco?

Nel bene o nel male, Elettra Lamborghini ha fatto parlare di sé. E parecchio. Fari ancora puntati sul Festival di Sanremo. E su di lei. Contro la quale cannoneggia Cristiano Malgioglio, che afferma: “Quando è comparsa sul palco Elettra Lamborghini, mi sono chiesto: ma siamo alla Corrida?”, ossia il celeberrimo programma di Corrado sui “dilettanti allo sbaraglio”. Commentando a tutto campo la 70esima edizione della kermesse, l’autore di successi indimenticabili della musica italiana spiega di averla trovata “nel complesso piacevole, anche se le canzoni in gara non erano particolarmente belle”. Un applauso speciale però va ad Amadeus, il vero vincitore insieme a Fiorello. “Sono felicissimo del successo di Ama, professionista straordinario”. É se il primo posto di Diodato incontra il consenso di Malgioglio (“una canzone intensa e struggente”, la definisce), c’è un’artista che secondo lui ha un respiro più ampio: “Elodie è senz’altro l’interprete più internazionale, perfetta per l’Eurovision, aveva anche un look divino creato da Donatella Versace, peccato per l’interpretazione, in cui ha imitato troppo Mahmood”.

Una delle vere star del festival,per Cristiano è senza dubbio Achille Lauro. “Mi è piaciuto moltissimo, geniale e divertente nei suoi travestimenti, ma non l’ha inventato lui - specifica Malgioglio - fa quello che già facevo io e tanti prima di lui in TV tante volte, non ultimo al Grande Fratello, o da Barbara D’Urso”. E, tra i fuori gara, non ha dubbi: “Non voglio sembrare presuntuoso, ma se Al Bano e Romina fossero stati in gara, con la loro esibizione insieme ai cubani Gente de Zona, avrebbero spaccato senz’altro”, dice Cristiano che ha scritto per la celebre coppia l’inedito Raccogli l’animo, presentato proprio sul palco dell’Ariston. La Lamborghini è una persona molto esuberante, carismatica e carica di energia. Una persona molto poliedrica e vistosa, che ha puntato tutto sul suo essere, sulla sua performance, una canzone molto ritmatica, pop dal gusto latino. “Musica (è il resto scompare)”, forse non era da Festival, ma resta una bellissima canzone da ascoltare in radio e da intrattenimento.Va premiato il suo mettersi in gioco, oltre le critiche è una bellissima persona, molto positiva.


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CIRO TROISE

In Italia c’è un disastro arbitrale: serve la “rivoluzione” dei presidenti

L’Italia ha adottato il Var in serie A prima degli altri paesi grazie ad un’intuizione dell’ex presidente della Figc Carlo Tavecchio, che si è imposto nonostante l’ostracismo politico di ampia parte del mondo arbitrale. Tra la tecnologia e gli arbitri è difficile che si possa creare un buon rapporto vista questa storica contraddizione all’origine della scelta. Non è un caso, infatti, che in serie B non ci sia il Var, anzi nel campionato cadetto non c’è neanche la goal line technology, siamo al Medioevo con le polemiche sui gol fantasma. De Laurentiis due anni fa, dopo il campionato dei 91 punti e uno scudetto perso anche per errori arbitrali che hanno favorito la Juventus, ha sottolineato che gli arbitri sono una categoria con peso politico che contribuisce anche all’elezione del presidente federale. Il primo passo è abbattere questa stortura: rendere gli arbitri una categoria professionalizzante disciplinata da un bando e magari accessibile anche a possibili candidati dall’estero. Com’è possibile che in un sistema in cui c’è stata Calciopoli, che ha svelato azioni illegittime di pressione soprattutto sul designatore, appena quattordici anni fa, ci sia ancora un uomo a decidere le partite degli arbitri? Nulla succede per caso, neanche che nell’unico campionato in cui si è proceduto con il sorteggio integrale abbia trionfato il Verona, certamente non una delle consuete big. È inutile concentrarsi solo sul singolo episodio come hanno fatto ieri il Napoli e il Parma e la scorsa settimana la Fiorentina, c’è un sistema che non funziona. Nicchi va verso il suo quarto mandato nonostante ogni weekend proponga un fallimento della categoria arbitrale. A fine campionato andrà in pensione anche Rocchi, Orsato sarà l’unico rappresentante italiano all’Europeo che si gioca anche nel nostro Paese e probabilmente al mondiale in Qatar non ci saranno fischietti del magico mondo dell’Aia. Non c’è uniformità di giudizio perché il sistema con la valutazione degli osservatori arbitrali non rende sereni gli arbitri, andare alla on field review non è stimolato, anzi l’indicazione è che dotarsi della tecnologia per cambiare

decisione comporta una diminutio del voto. Si propaganda la falsa idea per cui si vuole conservare la centralità dell’arbitro di campo e, invece, si è costruito un pasticcio dove in ogni partita ci sono valutazioni diverse. L’indicazione da più di un anno è di evitare la on field review per i contatti in area di rigore ma Calvarese l’ha fatto in Roma-Lazio, Pasqua è stato sospeso dopo i fatti di JuventusFiorentina, Giua e Di Bello in Napoli-Lecce e Parma-Lazio decidono di non andarci. Al San Paolo, nonostante il richiamo di Abisso al Var, il direttore di gara esclama: “Ho visto io” e va avanti. Nel calcio mediatizzato, che vive solo grazie ai diritti televisivi, si concedono tutte le componenti di una partita di calcio ma non una delle più determinanti come gli arbitri. Serve una “rivoluzione” dei presidenti, colpevoli in questi anni di non aver mai provato a cambiare lo stato dell’arte, che devono chiedere trasparenza. I referti (in Spagna per esempio tutti possono consultarli) e le valutazioni degli osservatori arbitrali devono essere pubbliche così come vanno resi noti i dialoghi tra arbitro di campo e i colleghi in sala Var. La tecnologia non è solo un fondamentale aiuto ai direttori di gara ma ha trasformato il calcio, è impensabile che nelle condizioni attuali si possano conservare i meccanismi di gestione del potere del passato come se nulla fosse cambiato. Non basta neanche solo mettere mano al protocollo Var che crea delle “terre di mezzo” troppo indirizzate sulla discrezionalità degli arbitri, andrebbe introdotto il challenge per gli allenatori. Si tratterebbe di un intervento da realizzare in secondo piano, prima c’è bisogno di una rivoluzione. I presidenti non devono limitarsi allo sfogo post-partita ma “rovesciare i tavoli” del sistema innescando un processo culturale per trasformare il mondo del pallone che appare sempre meno credibile sia al suo interno, nel rapporto tra le società e gli arbitri, che in proiezione esterna sugli spettatori sempre più confusi.

Non si tratta del singolo errore arbitrale ma di una gestione ricca di punti oscuri e incongruenze


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DANIELE ESPOSITO*

L’allenamento come potente antidolorifico

Allenarsi ed adottare uno stile di vita sano non significa solo modellare il proprio corpo e dimagrire. Eseguire un corretto programma di allenamento permette di migliorare la nostra salute in generale, ma esistono altri benefici che probabilmente non conosci. Allunga la vita L’esercizio ossigena il sangue mantenendo in uno stato migliore la pelle e gli organi, rallentando quindi l’invecchiamento. Secondo uno studio di ricercatori danesi il moto ridurrebbe il rischio di mortalità del 44%. L’attività fisica moderata è fondamentale per prevenire le malattie cardiovascolari e soprattuto per ottenere benefici per la memoria e le capacità cognitive. Riduce la depressione. I problemi di salute mentale come la depressione e l’ansia sono un problema in continua crescita.I sintomi della depressione alterano il funzionamento vitale della persona che ne soffre, danneggiando anche la sua vita sociale. Questo avviene quando si hanno bassi livelli di dopamina. La dopamina è una sostanza chimica prodotta naturalmente dal nostro cervello ed è la responsabile della segnalazione della sensazione di piacere al nostro cervello. Allenarsi ed adottare uno stile di vita alimentare sano permette di alzare i livelli di dopamina e sentirsi felici. Infatti numerosi studi hanno provato che l’esercizio fisico aumenta la produzione di dopamina alleviando la depresBIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

sione. È meglio degli antidolorifici Secondo uno studio del National Research Center for the Working Environment di Copenhagen l’esercizio fisico riduce il dolore. “I ricercatori hanno coinvolto nei test 20 donne, alle quali è stato chiesto di praticare un esercizio di resistenza pesante che interessava in particolare le spalle. Due giorni dopo le donne hanno lamentato un dolore al trapezio quantificabile in 5 su una scala da 0 a 10. Una parte delle donne è stata sottoposta a un massaggio della durata di 10 minuti, mentre l’altra metà ha affrontato un esercizio leggero. Stando ai risultati, il dolore è sceso in media a 0,8 per le donne massaggiate e a 0,7 per le altre: “non è una grande differenza ma un atleta professionista potrebbe riuscire a percepirla”, commentano gli autori.” Tante persone che soffrono di dolori cronici hanno migliorato la propria vita proprio con l’esercizio fisico. Secondo i dati in Italia circa 4 persone su 10 continuano a essere fisicamente non attive ciò significa che più della metà delle persone stanno rinunciando a questi benefici. Tu hai deciso di allenarti? *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.

a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista

Influenza: poca frutta e verdura sulla tavola degli italiani

Poca frutta e verdura contro l’influenza. Gli italiani consumano poche quantità di questi preziosi alimenti con il risultato di essere più esposti al rischio di influenza. Secondo quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano condotto su un campione di 5.500 persone, infatti, gli italiani mangiano meno frutta e verdura di quanto ne servirebbe per un’adeguata alimentazione protettiva contro i virus influenzali. In particolare, i giovani (14-18 anni) mangiano meno verdura rispetto agli adulti (18-70): mediamente consumano, tra verdura cotta e cruda, 217 grammi, mentre gli adulti ne assumono 328 grammi. Tuttavia – sottolineano gli esperti – entrambe le quantità non sono sufficienti rispetto a quanto raccomandano le linee guida della Sinu (Società Italiana di Nutrizione Umana), che consiglia 400 grammi di verdura al giorno, mediamen-

te 2 porzioni da 200 g cadauna tra cotta e cruda, come pomodori, sedano, finocchi, carote, ma anche zucchine, melanzane, carciofi. I giovani, infatti, mangiano circa il 60% della verdura quotidiana consigliata e gli adulti l’80%. E non è solo il consumo di verdura ad essere insufficiente. La ricerca rileva che la quantità di frutta

consumata è assolutamente scarsa. Di frutta, soprattutto quella di stagione, i ragazzi mediamente ne consumano 63 g, cioè meno di un’arancia al giorno, e non superano i 200 g totali quotidiani, a dispetto dei 450 g consigliati dalla SINU (in media 3 porzioni). Gli adulti, invece, arrivano a 290 g di frutta al giorno. “Seguire una dieta specifica è ancor più importante se i sintomi influenzali coinvolgono il tratto gastroenterico – sottolinea Michela Barichella, specialista in Scienza dell’Alimentazione e responsabile dell’unità di Nutrizione Clinica ASST G.PINI-CTO di Milano – I sintomi dell’influenza causano disidratazione e malnutrizione. L’alimentazione è fondamentale, poiché migliora le difese immunitarie soprattutto grazie alle vitamine e agli antiossidanti contenuti in frutta e verdura e ai fermenti lattici vivi che si trovano in latte fermentato e yogurt”.


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DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020 BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

Meno spreco alimentare e famiglie più consapevoli e sensibili verso questo tema. E’ questa la fotografia di una Italia più attenta al cibo scattata dall’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg in occasione della 7/a Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare promossa dalla campagna Spreco Zero con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente, della Salute e degli Affari Esteri. Per la prima volta negli ultimi dieci anni infatti lo spreco alimentare domestico è in calo: dopo gli aumenti dal 5 al 10% degli anni precedenti, l’inizio del 2020 ci regala una riduzione del 25% rispetto allo scorso anno con un “risparmio” di 1,5 miliardi di euro e un costo settimanale medio a famiglia di 4,91 euro (circa 6,5 miliardi euro totali). Una tendenza che si è invertita ma che ancora non basta, soprattutto guardando all’Agenda 2030 che pone l’obiettivo di dimezzare gli sprechi: infatti ogni anno nella spazzatura di casa si buttano oltre 2,2 milioni di tonnellate di cibo, 36,54 chilogrammi a testa e un valore di quasi 12 miliardi di euro che sommati ai 3 miliardi 293 milioni di spreco della filiera ci portano ad oltre 15 miliardi di euro. Inoltre, secondo “l’indagine Waste Watcher condotta online a fine gennaio su un campione di 1200 cittadini, crescono l’attenzione per i costi ambientali ed economici legati allo spreco del cibo sulla scia del Green New Deal e la consapevolezza del binomio cibo e salute: per 7 italiani su 10 (il 66%) c’è una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo“. Si rileva anche che se per 1 italiano su 3 (36%), durante la spesa, l’attenzione agli aspetti di salubrità del cibo è determinante, per un altro 36% non lo è. In questo ambito le alleate dei consumatori si confermano le etichette: il 64% dichiara di consultarle come garanzia di sicurezza. Dunque “l’asticella dell’attenzione per la questione spreco si è decisamente alzata”: per 7 su 10 (68%) l’ultimo decennio è stato decisivo in termini di consapevolezza, mentre per il 24% l’attenzione è rimasta inalterata. Per quanto riguarda la nuova consapevolezza “antispreco”, secondo Waste Watcher, per quasi 6 su 10 (57%) “ha inciso” la sensibi-

21 a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista lizzazione prodotta negli ultimi anni proprio grazie alla diffusione di dati. E se in testa alla ‘hit’ degli alimenti più sprecati per il 32% degli italiani resta il cibo fresco (frutta, verdura, latte, formaggi), da FedagripescaConfcooperative arriva un dato confortante: il pesce fresco risulta il prodotto meno sprecato dagli italiani; per il costo e le abitudini di acquisto a ridosso della scadenza per 4 consumatori su 5 difficilmente finisce in pattumiera. Lo spreco di cibo coinvolge anche la filiera agroalimentare, per cui l’Italia risulta ancora al 13simo posto in Europa come ricorda la Cia – Agricoltori Italian. Fuori dalle mura domestiche, tra le misure antispreco adottate c’è la doggy bag: secondo Coldiretti/Ixe’ quasi 4 italiani su 10 (37%) quando escono dal ristorante si portano sempre, spesso o almeno qualche volta a casa gli avanzi. E ancora contro lo spreco di cibo nella filiera alimentare si muove anche la grande distribuzione: nel 2019, con il progetto ‘Buon Fine’ di Coop, sono state recuperate 6.190 tonnellate di cibo, destinate a 948 associazioni di volontariato in tutta Italia. Si tratta di almeno 7.500 pasti per un valore di oltre 30 milioni di euro. Ma quanti noi si può dire certo di essere virtuoso in materia di spreco alimentare? L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) insieme con Federdistribuzione hanno ideato un vero e proprio test con l’obiettivo di portare sotto i riflettori questa problematica e di mettere in moto un circuito virtuoso coinvolgendo un’ampia platea di soggetti, dagli operatori della filiera agroalimentare, alle imprese ed associazioni fino ai singoli consumatori, che con i loro comportamenti possono rappresentare l’ago della bilancia e il motore di iniziative concrete. Rispondendo alle domande, in forma di quiz, è possibile capire quanto siano corrette ed efficaci le proprie abitudini in cucina e nella conservazione degli alimenti per contrastare lo spreco alimentare e valutare così il “livello”, espresso in peso “piuma”, “medio” o “massimo”. Il test è disponibile sui canali sociale di Enea e Federdistribuzione.

Spreco alimentare: italiani più consapevoli e meno “spreconi”


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