DOMENICA 22 MARZO 2020
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Settimanale di Informazione
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ANNO XIX - N° 12 - DOMENICA 22 MARZO 2020
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ANTONIO BOtTA
Con il “vaccino” della responsabilità e del senso civico si sconfiggerà il Coronavirus
CASORIANI, IN CASA!
L’immagine dell’Italia, tutta tinta di rosso, stretta tra le braccia di un operatore sanitario in un premuroso atteggiamento di tutela, esprime con efficacia ciò che sta accadendo negli ospedali nazionali: qui, il personale medico e paramedico, con ammirevole abnegazione, sta lavorando ininterrottamente pur di salvare i pazienti che giungono nei presidii ospedalieri in condizioni gravi per crisi respiratorie. Nei reparti di terapia intensiva, “nuovi angeli”, virologi, rianimatori, internisti e infermieri operano in maniera straordinaria, sottoponendosi, con spirito di sacrificio, a turni massacranti e rischiando la vita per salvare quella altrui: ne sono contagiati, ad ora, duemila (alcuni morti e diversi intubati), nelle “trincee” dei reparti di terapia intensiva per prodigarsi per gli ammalati ricoverati e anche per offrire conforto e infondere coraggio, non potendo i familiari essere loro accanto. Purtroppo, in maniera totalmente opposta, si compor-
ta una ostinata minoranza in Italia, fra cui anche campani e residenti nei nostri territori, che, non rispettando le norme igienico- sanitarie stabilite dal Ministero della Salute e integrate con misure restrittive dal Presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, mostrano scarsissimo senso civico e morale, rischiando di contagiare se stessi e gli altri. Anche a Casoria non manca, duole porlo in rilievo, chi, comportandosi in modo incosciente e irresponsabile, continua a uscire di casa. Il 14 marzo scorso, di pomeriggio, otto adulti, tra cui anche un
bambino, palleggiavano in piazza Cirillo, davanti al Municipio. “La madre degli stupidi è sempre incinta”, recita un detto popolare, e visionando il video della sconcertante scena, diffusa sui social, si è constatato amaramente quanto sia drammaticamente vero tale proverbio. Severe le dichiarazioni di Autorità istituzionali locali, che hanno condannato con fermezza tale modo di agire, da definire, senza timore di esagerare, “vandalico”, perché si attenta alla salute pubblica contaminandola. Per questo De Luca con un’ordinanza ha stabilito di imporre la “quarantena coatta e le multe” a chi esce di casa senza uno dei tre validi motivi noti: “per esigenze lavorative, per la spesa, per urgenti necessità”. “Purtroppo è difficile contenere l’inciviltà” ha commentato il Comandante della Polizia municipale Giuseppe Gaudone. continua a pag. 4
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“Abbiamo centralini letteralmente impazziti da telefonate di cittadini che segnalano il mancato rispetto del divieto di assembramenti; purtroppo, l’organico a disposizione non consente un controllo capillare sul territorio: tra malattie, pensionamenti e riposi, si è in pochi, non possiamo fare miracoli e moltiplicarci”. “La cocciutaggine e la testardaggine, nonostante i solleciti a restare in casa”,afferma Raffaele Petrone , Assessore agli interventi di Polizia sul territorio, “la si constata nei giri di controllo a Casoria e ad Arpino delle forze disponibili; proprio adesso (domenica, 15 marzo, ndr) ci stiamo spostando da piazza Cirillo a piazza S. Paolo, perché ci è stato segnalato un tizio che va in giro per vendere sigarette di contrabbando”. Anche il sindaco Bene ha stigmatizzato l’episodio del palleggio in piazza Cirillo, dichiarando che gli stupidi e gli irresponsabili non mancano, ma “essi non possono vanificare e sminuire lo sforzo di tutti i cittadini, dell’Amministrazione e delle Forze dell’ordine”. Non bisogna stancarsi di ripetere che solo e unicamente con la prevenzione,quindi, con il distanziamento sociale “RESTANDO
IN CASA”, sarà possibile sconfiggere il virus micidiale: mentre scrivo questo articolo, sono segnalate in Città, all’aperto, persone sdraiate vicine a prendere tranquillamente la tintarella. E’ vero, ci si augura, com’ è stato scritto, che “andrà tutto bene”, ma l’auspicio non si attuerà, nemmeno con l’intervento prodigioso dei Santi cittadini, se ciascuno non si impegnerà a sconfiggere il Coronavirus con il “vaccino” della solidarietà, del civismo e del rispetto “sacro” che si deve alla vita propria e a quella altrui. Se il contagio si diffondesse al Sud ( al momento in cui scrivo, tre paesi nell’avellinese in “zona rossa” e sei afragolesi risultati positivi ), non avremmo strutture ospedaliere e operatori sanitari necessari per far fronte ai bisogni dei numerosi pazienti in terapia intensiva. La regione Campania, infatti, ha allestito a Napoli tre ospedali da campo per l’emergenza, in vista dei probabili aumento di contagio, oltre a predisporre e ad attrezzare il Loreto mare per accoglienza e ricovero di pazienti con crisi respiratorie. Urge evitare, dunque, assolutamente il rischio di una crescita esponenziale di contagio. Ognuno faccia la sua parte, com’è successo nel dopoguerra: l’Inno di Mameli, cantato sui balconi in questi giorni, deve farci riscoprire
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lo spirito patriottico, come quando, nel secondo dopoguerra, gli Italiani, dimostrando un grande amore per il proprio Paese, con sacrifici enormi, riuscirono a sconfiggere la miseria e si resero artefici del miracolo economico, ricostruendo l’Italia, grazie alle rinunce e allo spirito di unità e di condivisione. O ci si salva insieme o tutti perderemo, e si rischia di perdere la vita dei nostri cari: non va dimenticato! Il reciproco aiuto e la mutua responsabilità sono le condizioni imprescindibili perché tutto possa andare bene. Altrimenti questa frase sarà uno dei tanti slogan privi di senso.
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ESPEDITO D’ANTO’ Una delle domande che molti si stanno ponendo in questi giorni di quarantena sicuramente è su come muterà l’economia nazionale e mondiale dopo questa pandemia. Ne abbiamo parlato con il dott. George Guido Lombardi, di origini italiane oggi vive negli Stati Uniti dove gestisce il suo patrimonio immobiliare tra Trump Tower e Palm Beach. Molto vicino al presidente americano Donald Trump (vicini di casa in Trump Tower) è stato consigliere e consulente del presidente USA durante l’ultima campagna elettorale presidenziale americana. È stato soprannominato dalla stampa italiana “L’uomo dei social media di Donald Trump” per le sue strategie vincenti attraverso la gestione di oltre 500 gruppi social che hanno spinto e raggruppato consensi che poi si sono rivelati fondamentali per la vittoria elettorale. Ospite di diverse trasmissioni televisive di tutto il mondo, in Italia lo abbiamo visto spesso a Porta a Porta da Bruno Vespa e a SKYper raccontare l’andamento politico/economico internazionale. Cosa pensa dello stato di emergenza attuale che abbiamo in Italia? Io penso che il governo italiano abbia gestito estremamente male la situazione, soprattutto all’inizio. Molti politici che sono al governo si sono fatti trovare impreparati oppure hanno sottovalutato la cosa. Non sono state adottate le misure necessarie in tempo soprattutto perché in Italia non è mai stato fatto un controllo degli ingressi di persone provenienti da altri paesi. Il problema andava affrontato immediatamente, se mi scorre una goccia d’acqua dal tetto la fermo subito, non aspetto che mi casca il tetto e poi lo ricostruisco. Superata l’emergenza crede che ci sarà una forte crisi economica mondiale?
DOPO L’EMERGENZA CI SARANNO TANTE OPPORTUNITA’ DI CRESCITA, MA MOLTO DIPENDE DALLE MISURE CHE ADOTTERANNO I GOVERNI. IL QUADRO ECONOMICO INTERNAZIONALE SECONDO GEORGE LOMBARDI Assolutamente no! Ci sarà solo un piccolo rallentamento, è una preoccupazione inutile perché ci sarà molto da rifare e recuperare. Ci saranno tante opportunità di crescita e le persone saranno molto più esigenti e avranno tutti tanta voglia di fare e recuperare. Certo dipende molto dalle misure che ogni governo adotterà per il suo paese. Secondo lei quale sarebbe la strategia giusta che un governo dovrebbe adottare? Bisogna dare uno stimolo all’economia, fermando le tasse per un periodo. È inutile dare soldi ed incentivi se poi te li riprendi con le tasse. Sicuramente questa sarà la strategia economica di Trump. Per un periodo la-
scerà l’importo netto in busta paga per i lavoratori e non prenderà tasse dalle aziende. Bisogna incentivare l’innovazione, i trasporti, la sanità e tutti i settori portanti di un paese. Se il governo continua a fare pressione fiscale sulle aziende e sui cittadini sarà probabilmente recessione, se le condona forse di va avanti. Il presidente italiano Conte ha emanato il decreto “Cura Italia” con il quale ha stanziato 25 miliardi di euro, che ne pensa di questa misura? Come ho già detto è inutile dare soldi come contentino se poi bisogna continuare a pagare le tasse. Serve uno stimolo forte all’economia ed essere tempestivi nelle scelte. Anche le borse di tutto il
mondo hanno registrato perdite forti. Cosa pensa al riguardo? Anche qui penso che il governo italiano sia stato lento nel prendere le misure necessarie, come quella di non chiudere la borsa al momento opportuno. Negli Stati Uniti si adottano degli stop controllati che rallentano le perdite, anche se la borsa USA è diversa da quella Italiana perché è internazionale e non si può fermare. Oltre alle misure economiche dovute all’emergenza, quale consiglio si sente di dare al governo italiano per risollevare l’economia? Sicuramente di iniziare a valorizzare di più il Made in Italy. La politica di Donald Trump ha portato la produzione di tante aziende a ritornare in patria. Questo fortifica le scelte di un governo. In Italia troppe aziende producono in altri paesi perché sono pressate fiscalmente. Il governo dovrebbe incentivare queste aziende a riportare le loro produzioni in Italia. Anche perché la maggior parte di queste produzioni italiane si trova in Cina, un paese con dittatura che potrebbe cambiare gli accordi da un momento all’altro tagliando la testa all’economia italiana. Almeno i prodotti principali andrebbero frabbricati nel proprio paese o in un paese affidabile e democratico. Prima di salutarci approfitto per farle una domanda particolare: Si è parlato tanto dell’esercitazione militare USA che avrebbe visto l’invio di 20.000 soldati ai confini dell’Europa. Molti hanno annunciato un complotto. Lei cosa pensa? Che sono tutte sciocchezze che girano sui social media. L’esercitazione era già programmata da tempo e sicuramente le truppe inviate sono di numero molto inferiori. Sono solo i soliti allarmi complottisti che girano sul web.
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Spiegazioni e chiarimenti utili sul Covid-19 dall’autorevole voce del Prof. Domenico Ronga Ancora una volta, l’appuntamento con “La Copertina” dello scorso 12 marzo, condotta dal Dir. Nando Troise sul canale web NanoTV, è dedicato all’emergenza Covid-19. In studio, Maurizio Cerbone, il Direttore di rete, affianca il Dir. Troise, nel rispetto della distanza, come da decreto ministeriale, ed insieme danno vita ad una chiara e quanto mai eloquente intervista, in diretta telefonica, al Prof. Domenico Ronga, Primario emerito del reparto di Medicina Trasfusionale dell’istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale. A lui, il compito di commentare una delle ultime copertine del settimanale CasoriaDue “Rischio contagio incontrollato, sarà riduzione vita sociale”: una “cassandrica profezia” del Dr. Troise – come lui stesso l’ha definita – di questa malattia che si sta diffondendo in Italia e nel mondo intero. Questo il pensiero, chiaro e semplice, del Prof. Ronga: “In questo momento, con l’esperienza su tutti i fatti accaduti nelle ultime tre settimane, bisogna essere semplici e convincenti nella comunicazione. Questo virus, come tutti gli altri virus che coinvolgono l’apparato respiratorio, si diffonde tra uomo e uomo, quindi attraverso un contatto interumano. Se questo contatto viene azzerato, e passano due, tre settimane in questo stato di azzeramento con i contatti umani, il virus scompare. Ciò vuol dire che bisogna evitare, con la “E” maiuscola i contatti interumani, vale a dire che ognuno di noi deve essere cristallizzato nella sua condizione base, evitando rapporti e contatti con altre persone”. Qual è il modo più semplice di trasmissione del virus?: “E’ la via aerogena, cioè attraverso l’aria. Mentre, all’epoca del colera, il contagio dell’infezione avveniva mangiando e bevendo cibi o acque inquinate, quindi la via era gastro-enterica, questo virus, invece, si trasmette per via aerea, tra una persona e l’altra che sono vicine, attraverso le goccioline che da chi starnutisce o fa un colpo di tosse, passano alla persona che gli sta accanto. Per evitare il contagio bisogna stare distanti gli uni dagli altri. Come si fa? Semplice, io sto a casa mia, voi state a casa vostra”. E ancora, il Professor Ronga, spiega:
“Questo virus somiglia al virus influenzale, ma ha due caratteristiche diverse: è molto più contagioso, è più attivo, invece il virus influenzale è molto più lento; inoltre, determina, nelle persone più deboli, un decorso clinico più grave. Per “più grave” s’intende che si tratta di pazienti che, se contagiati, non potranno restare a casa, ma dovranno andare necessariamente in ospedale, poiché il virus invade i polmoni, il paziente non respira più bene, ha fame d’aria e deve essere ricoverato in rianimazione. Qui, sarà intubato, perché saranno necessarie, a questo punto, la ventilazione e l’ossigenazione meccaniche. Se in ospedale arriva un malato in queste condizioni, è un conto, ma se ne arrivano venti, trenta, quaranta, anche a breve distanza di tempo, quell’ospedale non ce la può fare a contenere e a gestire l’emergenza. Perciò, bisogna assolutamente evitare i contagi”. E le mascherine sono utili oppure no?: “La mascherina deve essere indossata soltanto dalla persona con sintomi. La mascherina cosiddetta chirurgica, viene indossata, infatti, dal chirurgo non per difendere se stesso, ma per difendere il malato: le goccioline (ritorniamo alle famose goccioline) potrebbero inquinare il campo operatorio, colpendo e danneggiando il paziente. Per evitare il contagio, l’importante non è la mascherina, ma basta mantenere una buona distanza di almeno due metri tra un individuo e un altro”.
Il Dr. Troise ritorna, poi, alla copertina del settimanale ricordando la sua convinzione che non aveva senso trasmettere panico. E’ stato un atteggiamento “editoriale” sbagliato?: “Assolutamente no ! – replica con vigore il Professore –. “La paura è una cattiva consigliera, anzi bisogna essere responsabili e attenti. Le persone che hanno paura sono pericolose. Noi abbiamo bisogno di persone razionali e lucide per affrontare questa emergenza. Bisogna semplicemente restare a casa propria in modo naturale. Questo vuol dire che, se una mamma anziana ha tre figli adulti che, di domenica, la vogliono andare a trovare per pranzare insieme, questo NON SI PUO’ FARE, perché non è un modo naturale di stare a casa: da quella mamma anziana andranno nuclei familiari provenienti da quartieri diversi, che mangeranno, staranno insieme per ore, diffondendo così la possibilità del contagio”. In occasione di questa intervista, non si poteva non parlare della buona notizia, che arriva dalla eccellente scuola della medicina napoletana, relativa alla sperimentazione di un medicinale da parte del Dr. Paolo Ascierto della Fondazione Pascale e di altre medici, che potrebbe agire positivamente sulla polmonite e che consentirebbe almeno di estubare i pazienti. Ci spieghi Lei - gli chiediamo - con la Sua competenza, se è una speranza o una certezza: “Facciamo una premessa: tutti i virus, incluso il corona virus, possono essere debellati con
DOMENICA 22 MARZO 2020 la vaccinazione. Il vaccino si costruisce in laboratorio, poi l’industria lo produce in grandi dosi, partendo dal soggetto che è il virus. Si prende questo virus e gli si toglie il potere patogeno, conservando la capacità antigenica. L’“antigene” che cos’è? E’ una sostanza estranea (anti) all’organismo ma, l’organismo creato benissimo dal Padreterno, è corredato di un sistema immunitario che produce gli anticorpi contro l’antigene. Quindi anche il corona virus, come anche il virus della poliomelite, per fare un esempio, presuppone la costituzione di un vaccino affinché le persone possano difendersi. Oggi si sta lavorando per realizzare un vaccino contro il coronavirus ma non è un lavoro che si conclude in un mese, forse ce la faremo per fine anno, inizi del prossimo. Nell’attesa del vaccino, che non può essere pronto dall’oggi al domani, i colleghi del Pascale e del Cotugno hanno studiato la patogenesi della malattia, cioè i fenomeni che la determinano, soprattutto nelle persone più deboli che possono andare incontro alla polmonite virale, costretti poi al ricovero in terapia intensiva. I colleghi hanno sperimentato, con un certo successo, che questo farmaco in questione, di norma utilizzato per la cura dell’artrite reumatoide, riduce i livelli di interleuchina-6, una sostanza che, se presente ad un alto livello, può distruggere le cellule del polmone, per cui il polmone non riesce ad adempiere più alla sua funzione di scambiare l’anidride carbonica che deve uscire, con l’ossigeno che deve entrare nelle cellule. Quindi, questo farmaco non colpisce il virus, ma colpisce una sostanza che si produce da parte del virus. Riducendo con questo farmaco la quantità di questa sostanza, l’organismo del paziente ritrova giovamento, le cellule del polmone non vengono distrutte in quantità elevate, ed il paziente comincia a
7 respirare autonomamente. Il farmaco, agendo su una conseguenza dell’effetto del virus, fa diventare le condizioni cliniche del paziente meno gravi e più accettabili, si può estubare, e non solo raggiungiamo il risultato che il paziente si sente meglio, ma si libera anche un posto per un altro paziente in arrivo in terapia intensiva. Lo scambio con un paziente più grave diventerebbe più veloce, ed il turnover più rapido”. Sono già stati fatti degli esperimenti, e si sta valutando l’utilizzo a livello nazionale, è così? – gli chiediamo: “E’ proprio il Dott. Ascierto che ha comunicato in una sua intervista proprio di questa mattina (l’intervista risale al 12/03/2020, n.d.r.), che il farmaco, in quanto sperimentale, sarà distribuito gratuitamente, in buone quantità in accordo con gli ospedali di Milano, Bergamo, Fano. Ovviamente dobbiamo dare il tempo anche a questi colleghi di sperimentare il farmaco sui loro pazienti e verificare che gli esiti siano gli stessi che abbiamo avuto al Cotugno. E’ importante sottolineare che non si tratta né di un anti-virus, né di un vaccino”. Il nostro sistema sanitario, messo seriamente in difficoltà negli ultimi anni, quanto guadagnerà da questa esperienza? Ne usciremo con strutture più attrezzate ? Saremo pronti ad affrontare altre emergenze future?: “Diceva un grande filosofo napoletano, una gloria di Napoli, Giambattista Vico, che anche dagli eventi più negativi, l’uomo con la sua ragione, può trarre elementi di forza, di insegnamento, per migliorare la propria vita. Ciò premesso, la nostra esperienza di questo momento storico è aver compreso che il servizio sanitario nazionale non può vivere una vita grama, come ha fatto negli ultimi 15/20 anni, dove migliaia di medici e di infermieri sono andati in pensione senza trovare sostitu-
ti. Da qui, la corsa di questi giorni della Regione per insediare, velocemente, unità operative.Questo dimostra che un problema grande come un’epidemia non può non trovare un ospedale fornito, attrezzato e dotato di tutti i sui componenti: medici, infermieri, tecnici, ausiliari, amministrativi, anche perché sembra che con l’arrivo del corona-virus, ci siamo dimenticati che la gente si ammala, quotidianamente, di altre patologie gravissime, cardiache, neurologiche, di natura ortopedica, etc. Quindi, impariamo da questa emergenza che un ospedale è un mondo da trattare come un luogo sacro, come una Chiesa. Se non pensiamo così, ci ritroveremo, in futuro, nelle stesse condizioni di difficoltà”. Con il governo di De Luca, negli ultimi cinque anni, la sanità campana è peggiora o migliorata?: “Ma De Luca è stato fino ad ora un commissario, ha dovuto portare a pareggio di bilancio la Sanità, ha dovuto far uscire la Campania dal commissariamento e questo ha voluto dire lacrime e sangue. Quindi, fino a poco tempo fa, si sono dovute guardare le carte, lasciando carenti i servizi. Ora cominciamo a vedere i risultati, che sono quelli che contano, sperando che il trend da negativo si posizioni finalmente in un trend positivo”. Cosa ne pensa della chiusura del trasporto pubblico? “Ma c’è chi ha necessità di andare a lavoro, quindi è impensabile chiudere tutto. Si potrebbero creare fasce di orario protette, ma se rimanessimo a casa, automaticamente l’utenza si ridurrebbe, come si è, d’altronde, già ridotta. Ma, veda, dobbiamo capire che il comportamento responsabile di ogni cittadino eviterebbe ulteriori restrizioni, ma soprattutto, solo richiamandoci al senso civico ed al rispetto delle regole, rimanendo a casa, questo virus “schiatta”, come diciamo noi napoletani. Solo così, potrà morire”.
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Intervista al Comandante della P. M., dott. Giuseppe Sciaudone
“INDISPENSABILI MATURITA’ E RESPONSABILITA’ PER USCIRE DALL’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA” “I vigili svolgono i compiti richiesti con alto senso del dovere, pur in mancanza di dispositivi di protezione”
La gente si lamenta degli scarsi controlli della Polizia municipale, notando persone che violano il divieto di restare a casa al fine prevenire e/o limitare il contagio. Quali le sue considerazioni al riguardo? Purtroppo la Polizia municipale sconta grande carenza di personale per malattie e collocamenti a riposo; si deve, inoltre, tener conto che i compiti attribuiti ai vigili urbani non si limitano solo al controllo del traffico veicolare, ma sono investiti da una serie di attribuzioni e di compiti istituzionali di notevole estensione e di fondamentale importanza. Le attività previste sono: di prevenzione, di repressione e di accertamento esecutivo, amministrativo o tecnico. Una mole di funzioni, quindi, è svolta dagli agenti di Polizia locale e negli ultimi tempi, in base alle normative emanate dal governo nazionale e dalla regione Campania per l’emergenza epidemiologica, i “caschi bianchi” sono stati ulteriormente oberati di altri compiti: il controllo del rispetto della chiusura degli esercizi commerciali e l’accertamento dell’autocertificazione per le persone che escono di casa. Va anche posto in rilievo che spesso le disposizioni che provengono dagli Enti istituzionali relativi al contenimento della diffusione del contagio da Covid -19, non sempre collimano fra loro e occorre, per questo, attivarsi per ottenere i necessari chiarimenti prima di vigilare sulla loro applicazione. E’ dall’11 marzo che, pur con organico sottodimensionato, stiamo effettuando controlli anche con posti di blocco con doppie pattuglie, per il controllo del rispetto delle tre condizioni per uscire di casa: per la spesa, per esigenze lavorative e per impellenti necessità. I vigili che operano per la strada sono muniti di mascherine adeguate per tutelarsi dal rischio di contagio e per tutelare, a loro volta, le persone fermate? Tocca un altro punto dolente. Non siamo muniti di dispositivi di protezione: le mascherine sono comprate con soldi nostri. Su fb non mancano coloro che criticano gli agenti di Polizia municipale perché non muniti di mascherina nello svolgi-
mento del loro lavoro per le strade della città: siamo al paradosso! I vigili dovrebbero essere elogiati, non denigrati! Effettuano il controllo delle autodichiarazioni, anche in mancanza di mascherine, per accertare che gli spostamenti esterni vengano compiuti osservando le norme prescritte; rischiano il contagio per preservare e tutelare la salute della cittadinanza. Non esagero, dunque, nel definirli eroi verso i quali occorrerebbe indirizzare espressioni di apprezzamento e di gratitudine per il loro alto senso del dovere, perché si pongono al servizio della comunità cittadina, pur sapendo di poter essere infettati e di contagiare, a loro volta, i propri familiari. Sono disdicevoli e vergognose le dichiarazioni offensive nei loro riguardi! E’ favorevole o meno all’utilizzo dei militari per presidiare le strade al fine di scoraggiare ulteriormente chi si sposta esternamente, non rispettando le norme di distanziamento sociale? In questa fase sono favorevole nella misura in cui l’impiego venga inteso come affiancamento alle forze di polizia, come, peraltro, già accade in materia di controlli “terra dei fuochi”. Per il principio di gradualità, pure invocato dal Presidente del Consiglio, chi di dovere, dovrà ponderare con attenzione l’uso dell’esercito in relazione alla evoluzione della pandemia in corso ed alle relative conseguenze. Ovvio, che occorre scongiurare eventi come quelli che hanno coinvolto alcune carceri italiane per cui, qualora la situazione dell’ordine pubblico dovesse dare segni di allarme, allora sì, sarebbe auspicabile l’impiego dell’esercito.
I cittadini, dai controlli che vengono effettuati, rispettano generalmente il divieto di uscire di casa? La cittadinanza sta collaborando coscienziosamente attenendosi alle prescrizioni delle ordinanze finora emanate. Certo, non manca chi fatica ad adeguarsi alle norme per contenere il contagio; alcuni, quando escono di casa per i validi motivi richiesti, non si muniscono della necessaria autocertificazione; in tali casi, gliela forniscono i vigili, aiutando le persone anche nella compilazione. Va ricordato che il governo ha diffuso un altro modello di autodichiarazione, in cui bisogna anche affermare di non essere “positivi”, con sanzioni pesanti per chi sottoscrive dichiarazioni mendaci. In qualità di Comandante della Polizia municipale di Casoria, quale appello vuole lanciare alla Cittadinanza? Due le parole chiare che devono assolutamente, in questa situazione difficile, costituire i punti di riferimento per orientare i comportamenti comuni: maturità e senso di responsabilità. Siamo tutti nella stessa barca; è valido il principio del tutti per uno e uno per tutti. Le scelte individuali di rispetto e assidua e convinta osservanza delle norme prescritte (lavaggio frequente di mani, evitare il toccare con le mani, naso, occhi e bocca, porsi a un metro di distanza dalle persone, divieto di uscire se non per i motivi validi elencati nel modulo di autocertificazione) sono a beneficio degli altri, oltre che a tutela della propria salute; quindi, ognuno si deve sentire responsabile della salute pubblica: ciascun cittadino é investito dal compito non delegabile di “vigilare” per i propri cari(figli, coniuge, nonni, amici, genitori..), affinché si torni quanto prima a vivere una vita sociale serena. In tutti ciò ci deve animare uno spirito di cordialità e di fair play, senza animosità e livore. Una lezione importante ci ha fornito questa esperienza dolorosa e angosciante: quella di sollecitarci a riscoprire il senso di umanità che abbiamo riposto in un angolo del nostro cuore. Che possa emergere, mostrando il meglio di noi!
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Il sogno per il futuro: un calcio più umano
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CIRO TROISE
Il coronavirus ha spinto con forza il calcio dentro i problemi della società, l’auspicio è che il mondo del pallone se ne ricordi dopo
Il campionato di serie A non conosceva la parola sospensione dalle due guerre mondiali, la Uefa è nata nel 1954 e non ha fermato mai le coppe europee, neanche per l’Heysel o per l’attentato dell’11 settembre 2001, stavolta ha dovuto dire stop perché si tratta di una situazione senza precedenti, una pandemia globale da cui nessuno può sentirsi al riparo. Il post di Bernardeschi di qualche settimana fa sul razzismo e sulla sofferenza dei più poveri quando chiedono aiuto, l’opera di solidarietà di Insigne e Bonucci e anche la campagna comunicativa sui social di tanti calciatori rende l’idea del fatto che anche il calcio, che storicamente si considera una comunità isolata, è dentro la vita di tutti. Sembra la livella di Totò, non valgono distinzioni di censo, l’agiatezza economica non fornisce ostacoli al virus, non mette al riparo. L’auspicio è che il calcio porti a casa una lezione da questa storia, si renda conto che anche la sua anima economica, commerciale può svilupparsi se il contesto sociale va avanti nel modo giusto. Il mio sogno è che il mondo del pallone sfrutti la sua potenza mediatica anche quando l’emergenza sarà finita, partecipi ad una rivoluzione culturale che deve riguardare tutti. Il Covid-19 con la sua forza ci ha insegnato che la “res publica” ci riguarda, che l’idea per cui ognuno nella sua individualità possa trascorrere la sua vita nel suo segmento economico e sociale è fragile. Facciamo tutti parte di una comunità, dal medico in trincea a combattere questa guerra moderna al calciatore che si rende conto della situazione e decide di sostenere gli ospedali. In questi giorni tutti si stanno rendendo conto del valore della
sanità pubblica, del diritto alle cure per tutti, della necessità che in un paese civile i posti letto in terapia intensiva siano sufficienti (5300 su 60 milioni di cittadini quando è iniziata l’emergenza), del ruolo fondamentale dell’istruzione pubblica, di quanto sia fallace l’idea per cui il mercato possa regolarsi da solo senza l’intervento dello Stato. Il calcio non può sostituirsi alla politica, non vediamo l’ora di tornare alla leggerezza del pallone, ad emozionarci per una giocata, a raccontare le storie di vita che esprime questo mondo ma non deve dimenticare che non vive su Marte ma soffre, come tutte le altre attività, di ciò che accade nel mondo. Lo decideranno i medici quando si ripartirà, nessuno può saperlo, si possono coltivare speranze, valutazioni che, però, poi vanno aggiornate in relazione all’emergenza sanitaria che affligge l’Italia. Si continui sulla strada che in maniera tardiva e faticosa è stata tracciata, con decisioni condivise tra i campionati nazionali e l’organizzazione delle coppe europee per fare in modo che il giorno in cui si ripartirà sia di grande festa. La priorità è provare a portare a termine i campionati e le coppe ma le scelte non dipendono dal mondo del calcio. La sensazione di non essere padroni della propria vita mette in ansia l’economia e anche il calcio, che rappresenta un settore strategico fondamentale per il sistema Paese, ma il mondo del pallone deve acquisirla come lezione, così potrà diventare più umano e avere anche una visione più efficace in termini di crescita. Il calcio scenda dal piedistallo e sia più umano: sarà meglio per tutti, soprattutto per il pallone quando tornerà a rotolare.
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Gli effetti devastanti del coronavirus: l’Italia e lo Sport in ginocchio
Il coronavirus ha messo in ginocchio l’Italia. Molti, troppi, sono i danni che sta mietendo, incalcolabili, il più delle volte, perché in aumento esponenziale. Tra i tanti settori colpiti, vi è certamente lo Sport, che è stato duramente colpito da questa terribile pandemia. In base al recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, tra le misure di prevenzione e contenimento del contagio CoViD-19 da nuovo Coronavirus, sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina sia nei luoghi pubblici che privati. Sono chiusi gli impianti dei comprensori sciistici. Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (con la sola eccezione dell’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali e centri ricreativi. Prima ancora, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, aveva saggiamente anticipato il contenuto del provvedimento del Governo, sancendo l’immediata chiusura di tutti gli impianti sportivi per cercare di contenere l’espandersi della pandemia. Coraggio e determinazione, quelli del Presidente De Luca, il cui monito è stato evidentemente ascoltato dal Governo centrale che ha decretato la chiusura di tutti i centri sportivi in tutta Italia, almeno fino al 3 aprile. Misure sacrosante, indefettibili, ed imprescindibili. Al nostro Presidente De Luca va certamente il plauso per aver preso, tra i primi, un provvedimento di siffatta portata, a tutela della salute e della incolumità della collettività. Tuttavia, come in ogni vicenda, c’è sempre il risvolto della medaglia, che non toglie il merito a quanto è stato fatto, ma impone un monito per quanto ancora c’è da fare. La chiusura dei centri sportivi, in generale, delle palestre, delle piscine, reca un incalcolabile danno economico a molteplici soggetti, che gravitano intorno al settore: i concessori o locatori di questi centri, che devono continuare a pagare il canone, fino a che non intervenga un provvedimento che ne disponga la so-
spensione, medio tempore; i tesserati, che non possono usufruire dei servizi, che hanno pagato anticipatamente; i costi di manutenzione degli impianti, che vanno comunque sostenuti, indipendentemente dal loro utilizzo; per non parlare, poi, di quelle figure collaterali che gravitano intorno al settore e a cui la pandemia in atto ha tolto lavoro e guadagni. Questo, in piccolo; si pensi ad esempio, alla piscina comunale – come, nel nostro caso, potrebbe essere il Palacasoria, costato tanti soldi per il suo efficientamento in vista delle passate Universiadi , che rischiano di essere vanificati se perdura lo stato di chiusura; si pensi ai centri sportivi, ai campi da tennis, ai campi dei calcetto, alle palestre, che esistono in città : ebbene, tutte inesorabilmente chiuse. Per non parlare, poi, a livello nazionale: stop allo Sport a tutti i livelli ed in ogni settore; stop nel calcio, nel rugby, alla formula 1, al ciclismo, al golf, alla vela, allo sci, al tennis : tutto si è fermato. Ora, però, andrebbe urgentemente tutelata l’economia del Paese, di tutti i soggetti variamente colpiti da questa sia pur indefettibile chiusura, perché in mancanza si rischia il fallimento di tutti i soggetti più o meno direttamente coinvolti. Il problema, infatti, è che, a fronte di una sì imponente “lockdown”, non sono state previste, a tutt’oggi, serie misure di contenimento della crisi economica cagionata dal pesante blocco delle attività: mi riferisco ai piccoli imprenditori,
che vivono col sostentamento periodico della propria attività, i già tartassati titolari di partita IVA, che hanno dovuto abbassare la serranda senza avere nessuna garanzia, né di quanto si potrà riaprire, né di come – e, soprattutto, di “cosa” – vivere, fino ad allora. Ordine tassativo, la chiusura ad horas; pena, sanzioni, e/o reclusione. La cosa, non scherziamo, non durerà qualche settimana; anche un quivis de populo, sa bene che una pandemia del genere, mondiale, non avrà breve vita. E allora, il Governo centrale, ma soprattutto la “cara” Europa – sì, nel senso economico, visto “quanto” ci costa! - devono prevedere misure di contenimento della crisi, oltrechè del virus; poiché viaggiano di pari passo. E, per favore, che siano serie, non contentini che non contentano nessuno. Non ci offendete con la manovrina da 600 euro una tantum – o, pare, secondo gli ultimi aggiornamenti, “al mese” - da erogare, su richiesta, ai titolari di partite iva che si trovino in determinate condizioni, quando ci sono scadenze da pagare, utenze e canoni da corrispondere, finanziamenti di varia natura da onorare, e in molti casi, dipendenti e collaboratori che verranno sicuramente travolti da un inesorabile crollo economico. La sospensione dei tributi, non equivale ad annullamento, significa solo che oggi si può non pagare, ma domani andranno pagati, magari con una rateizzazione, ma andranno pur sempre pagati; ma, a rigor di logica, la sospensione non è stata determinata da una richiesta o da un
DOMENICA 22 MARZO 2020 inadempimento colpevole dell’obbligato, bensì dallo Stato, che pertanto, sempre a rigor di logica, dovrebbe accollarsi i relativi costi. Siamo in Europa, ma non mi sembra che questa Europa si stia dando da fare, per noi; anzi, mi sembra che ci abbia in alcuni casi derisi – si veda il deplorevole episodio del Pizza Coronavirus della Francia – o, in altri, ci abbi lasciati soli, ricordandoci i nostri debiti, e senza muovere un dito per venirci incontro; siamo Europei quando ci obbligano ad
11 accettare gli sbarchi di emigranti, siamo italiani quando dobbiamo pagare. Qualcosa non torna. Credo siamo giunti ad un punto in cui non si possa più differire, ulteriormente, l’adozione di misure urgenti per sostenere l’economia di tanti italiani e dello Sport in particolare, pena un inevitabile tracollo degli italiani e dello sport; urgono tavoli di lavoro che approfondiscano queste problematiche sempre più pressanti, che non possono più aspettare, questioni come la sopravvivenza econo-
mica dei lavoratori e di tutti i piccoli commercianti e di quelli che gravitano intorno allo Sport. I nostri rappresentanti in Europa facciano sentire la nostra voce, pongano all’attenzione le impellenti esigenze della vita degli italiani e dello Sport, settore in cui tanti lavoratori gravitano e da cui attingono per la propria sopravvivenza. Non rinviate le nostre vite “ a data da destinarsi”, perché non abbiamo più tempo. Serve un incontro. Ora. “Di doman non c’è certezza”.
VITTORIA CASO
INFORMAZIONE E CORONAVIRUS
“Nella lotta al coronavirus la stampa è un bene pubblico fondamentale per la nostra democrazia – ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, delegato all’editoria, Andrea Martella in un’intervista al Corriere della Sera.- L’illusione che tutti sanno fare tutto è finita. Questa emergenza ci dice che per curarsi servono i medici e per informarsi bisogna affidarsi ai professionisti dell’informazione, un settore centrale nella lotta al virus e un antidoto contro le fake news”. Ovviamente, non possiamo che essere d’accordo con tali affermazioni. Professionalità nell’informare significa fornire informazioni oggettive, verificate, spassionate in qualunque momento ma più che mai nelle emergenze, situazione delicata, in cui sia chi vive nelle grandi metropoli, sia nei piccoli centri ha il legittimo desiderio di essere informato adeguatamente su quanto accade. Perché delicata? Perché si corre il rischio di creare inutili e dannosi allarmismi che assieme allo sciacallaggio e alle fake news possono suscitare panico incontrollato e nocivo. A tal scopo, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha tenuto una Conferenza stampa a Roma proprio sul tema “Informare, non allarmare: coronavirus e comportamento corretto dei giornalisti”. Invitato anche Piero Angela, che ha fornito un contributo di consapevole equilibrio: “Il mio Paese va preservato dal contagio del coronavirus, ma anche da un altro contagio, quello
della psicosi…spero, come dicono alcuni virologi che il virus rientri abbastanza velocemente, con la nuova stagione e che nel frattempo si trovi un vaccino o qualche farmaco efficace”. Circa le modalità con cui i media stanno affrontando l’emergenza Angela ossserva: “Dipende dalla rete e dai servizi, ma è anche vero che ormai nei telegiornali non si parla quasi d’altro. La gente è interessata, ma anche la massa di notizie in sé può avere l’effetto di creare preoccupazione nelle persone” Il presidente dell’Ordine, Carlo Verna, rinnova l’appello di un mese fa ai giornalisti: “E’ necessaria un’informazione piena e verificata, senza sottacere gli eventuali rischi e le cautele da attuare, ma sono assolutamente da evitare enfatizzazioni e allarmismi. Serve responsabilità: bisogna fare cronaca senza celare nulla. I nostri comportamenti al di fuori delle regole deontologiche sono passibili di sanzioni valutabili dal Consiglio di disciplina dell’Ordine. Non esistono altri poteri che devono dirci come raccontare ciò che succede. Dobbiamo autodisciplinarci e dare il meglio di noi’’. Nelle periferie, periodici cartacei e on line e web TV affiancano la stampa nazionale; questi, calati nei bisogni della comunità, si pongono al suo servizio, le danno voce, consentono il dialogo con le istituzioni chiamate in causa per chiarire, rispondere, spiegare, e soprattutto in questi momenti critici, sono preziosi strumenti d’informazione per le realtà locali, che spesso, per motivi di spazio, sono trascurate dalla stampa nazionale. Attenzione, però, ai social, la cui informazione è spesso incontrollata, nel divulgare notizie non verificate, false, allarmistiche, assurde, che diventano virali molto velocemente! L’ O. d. G. della Campania e il Corecom Campania hanno addirittura istituito un Osservatorio sulle fake news, che diffonde un report settimanale. “La decisione - affermano i presidenti Ottavio Lucarelli e Mimmo Falco - nasce dal dilagare di notizie false soprattutto su social e web. Su questa piaga le nostre istituzioni lavorano da tempo anche con numerosi corsi di aggiornamento professionale e incontri nelle scuole, ma in questo momento è necessario intensificare la battaglia con ogni mezzo di contrasto. Un dovere nei confronti dell’opinione pubblica in nome della trasparenza e della correttezza dell’informazione”. Denunciamo, divulgare il falso è un reato punito dal C.P.!
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ANGELA CAPOCELLI
Coronavirus tra notizie ingannevoli e consigli utili Oggigiorno, più che la disinformazione, a spopolare sono le così dette fake news: letteralmente, “notizie false” che danno informazioni ( parzialmente o totalmente) errate e che sono divulgate da enti non ufficiali con l’intento di creare scandalo e/o disinformare. Tante sono, ovviamente, le notizie di questo tipo che girano, da qualche mese a questa parte, sul Coronavirus: questo articolo mira, allora, a fare un po’ di chiarezza sulla questione “come evitare il contagio”, confermando ciò che può aiutare e ciò che, invece, non lo fa affatto. NON diminuisce la possibilità di contagio: - Assunzione di vitamina c : per quanto faccia bene, non rende immuni al virus. - Bere acqua all’ozono: l’acqua, indispensabile per la nostra sopravvivenza, non ha, purtroppo, poteri di questo genere. - L’esposizione al sole: consigliatissima dai medici per chi ha problemi di artrosi o bronchite, non ha in questo caso la stessa utilità. - Proteggersi con una mascherina fatta di carta da forno: proprio come la sciarpa, questo tipo di precauzione è inefficace
perché non sufficiente. La mascherina, inoltre, è utile solo se si ha il sospetto di essere malati o se si assiste una persona che ha contratto l’infezione (con la mascherina, in pratica, chi è malato può evitare di infettare gli altri ma sta solo parzialmente proteggendo se stesso). - Curarsi con antivirali e antibiotici : questi medicinali colpiscono i batteri, non il virus. SI PUÒ evitare il contagio : - Stando a distanza di almeno un metro gli uni dagli altri ; - Essendo particolarmente attenti all’igiene personale ; - Lavando spesso e bene le mani; - Non toccandosi occhi, naso e bocca, se non quando le mani sono sicuramente pulite; - Restando a casa e limitando le uscite solo ai casi strettamente necessari! Sperando di aver sfatato alcuni dei miti in cui ingenuamente in molti possiamo inciampare, vi invitiamo a evitare di lasciare i vostri domicili a meno che non lo richieda l’eventuale urgenza della situazione. Insieme possiamo farcela ma è solo con la totale osservanza delle regole da parte di TUTTI che l’Italia può riuscire a vincere!
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RAFFAELE ESPOSITO
CRISI LAVORO
Dagli inizi di questo secolo, precisamente nel periodo del passaggio dalla lira all’euro, tanti furono i cambiamenti che avvennero nella vita di ognuno di noi, quello principale è stato nel mondo del lavoro. Con la svalutazione della moneta, c’è stata una costante diminuzione dei posti di lavoro, fabbriche che con il passaggio all’euro hanno dovuto dichiarare bancarotta, grandi negozi che pur di non perdere guadagni, hanno mantenuto i prezzi che avevano prima del cambio valuta, tutto questo perché la lira aveva un rapporto di quasi 2000 a 1 con l’euro, la perdidita, infatti, sarebbe stata elevata. Purtroppo però, non c’è stato un vero e proprio exploit in ambito lavorativo dal cambio del 2002, anzi è stato un continuo decrescere, infatti, la situazione negli ultimi anni è andata a peggiorare. Piccole botteghe, drogherie, salumerie e altri negozi al dettaglio che sono stati costretti alla chiusura, visto l’avvento dei supermercati che gli fanno concorrenza. Ormai non si spende più nel piccolo commercio, ma si va sempre più in grande e chi ne paga le conseguenze? Un modesto lavoratore che ha sempre portato a termine i suoi doveri, che ha sempre messo sul ‘piatto’ prodotti di alta fattura, ma purtroppo la massa ora va dove c’è il ri-
sparmio e ad oggi il supermercato è la perfetta incarnazione di quel termine. Purtroppo negli ultimi mesi il mondo del lavoro ha subito un enorme stop, visto l’intensificarsi del virus COVID-19, che ha portato alla chiusura, temporanea, di tantissime piccole realtà che non si occupano di viveri, come per esempio piccoli negozi di abbigliamento, giocattoli, fiorai, che non essendo beni di prima necessità sono stati costretti a cessare le attività fino a data da destinarsi. Un fermo, questo, che non fa altro che gettare alcool sul fuoco a una situazione già abbastanza critica in ambito lavorativo. Giovani laureati costretti a fuggire dalle nostre piccole realtà di Casoria, Arzano, Casavatore, soltanto per trovare fortuna nel tanto ambito nord, una volta si emigrava nella grande metropoli napoletana per cercare lavoro, ora neanche più nel nostro capoluogo c’è possibilità lavorativa. Allora, quale deve essere il monito? Che cosa dobbiamo fare per migliorare questa situazione sempre più rilevante, vogliamo ancora che i nostri giovani, o anche adulti, debbano spostarsi per lavorare? Lasciare, quindi, quello che è considerato il nido familiare soltanto perché qui, nel nostro paese, non vi è fortuna. Ai posteri l’ardua sentenza.
TERESA d’ANGELO
Tra le paure più grandi in questo periodo di epidemia mondiale, Gigi Finizio addolcisce tutti con “Amore Amaro” live dal suo balcone
Nel pieno di questa epidemia mondiale, il Covid<19, di queste ordinanze da rispettare sullo stare a casa, non fare eventi e momenti di svago, al di fuori delle mura domestiche, il nostro artista partenopeo, Gigi Finizio, il 15 marzo, in ora pomeridiana, improvvisa un bellissimo concerto dal balcone di casa sua, dove seduto al pianoforte canta le sue melodie più conosciute ed amate. Il meraviglioso gesto, è andato in onda nella trasmissione “Pomeriggio Cinque” di Barbara D’Urso, dove Gigi ha deciso di omaggiare il gran pubblico italiano, ed i suoi cittadini napoletani, con il primo brano “Amore Amaro “, che ha riscaldato l’atmosfera che si respira tempestata di paura e di silenzio perché tutti sono chiusi in casa.Poi Barbara gli ha chiesto un’altra canzone, la più famosa del repertorio classico napoletano, come nostro inno, che ci contraddistingue nel mondo, ”O surdato ‘nnamurato ”, che ha rallegrato tutto il pubblico live da casa e le tantissime persone affacciate in via San Pasquale a Napoli. In questa grande emergenza coronavirus, tutti questi gesti da parte dei tanti cantautori, cantanti come Gigi Finizio, rallegrano un po’ il tempo e le giornate delle persone che stanno vivendo la grande tristezza di questo periodo.Gigi ha regalato tanti sorrisi e nuove speranze .
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“Tu resta a casa: UNISOB viene a casa da te”
“Tu resta a casa: UNISOB viene a casa da te”. Si chiama così il piano straordinario di didattica online messo appunto dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, già sede del più grande Polo accademico della comunicazione nel Mezzogiorno, per fronteggiare le nuove necessità didattiche al tempo del Coronavirus e rilanciare con forza anche il messaggio del governo e dei medici del #restateacasa. Un piano partito puntualmente ieri, nella data già fissata per l’inizio delle lezioni del secondo semestre. Tre le diverse tipologie di lezioni previste. Le lezioni in diretta in modalità streaming (con la possibilità per gli studenti di segnalare via chat al docente dubbi, riflessioni e domande e ricevere risposta in tempo reale), lezioni in diretta in modalità ‘riunione’ (con la possibilità per gli studenti anche di interagire con il docente e tra di loro come abitualmente avviene nelle aule universitarie) e lezioni ‘on demand’, come nelle moderne piattaforme di fruizione di formazione online, con la possibilità, quindi, di seguire la lezione in ogni momento della giornata. “Voglio ringraziare pubblicamente tutte le componenti della nostra ‘squadra’ di Ateneo - sottolinea il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro - ed in particolare il manager didattico, prof. Natascia Villani, attorno al quale abbiamo costruito un magnifico gruppo di docenti, amministrativi e studenti che ha lavorato giorno e notte da remoto per realizzare in pochissimi giorni questo importante piano di intervento a sostegno delle nuove esigenze didattiche dell’Università. Un obiettivo realizzato sfruttando anche il prezioso know-how del nostro Centro di Lifelong Learning che da anni ha sviluppato ormai moder-
Lezioni in diretta, lezioni on demand, esami e sedute di laurea via web: al Suor Orsola è partito il piano straordinario di didattica a distanza per fronteggiare l’emergenza Coronavirus per rilanciare il messaggio del governo e degli scienziati del #restateacasa senza intaccare i diritti e i tempi degli studenti
ni sistemi digitali di integrazione della didattica senza però mai trascurare la priorità dell’insegnamento ‘in presenza’ che è la vera ricchezza della formazione dei giovani, che speriamo di rincontrare presto nelle nostre aule universitarie dove si cresce quotidianamente anche e soprattutto con il confronto umano tra docenti e studenti e con la pratica professionale che noi anticipiamo in aula come momento essenziale del percorso didattico”. Il piano di didattica online dell’Università Suor Orsola Benincasa, nato per affrontare la necessità specifica, prescritta anche dal Governo, di stare a casa durante l’emergenza Coronavirus, si estende a tutti i percorsi formativi dell’Ateneo, compresi i numerosi Master e le Scuole di Specializzazione di ogni settore. Ed è un piano che prevede anche degli interventi amministrativi a sostegno degli studenti e delle loro attualità necessità, come il differimento del pagamento delle tasse o il rinvio a Maggio della sessio-
www. autoricambi-romanauto. it
ne straordinaria di laurea. Da Platone ad Elisa Frauenfelder: i grandi Maestri per ripartire con le lezioni in un momento drammatico “Χαλεπά τὰ καλά (Le cose belle sono difficili)”. Le lezioni ‘online’ del secondo semestre dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli ieri sono iniziate con una citazione di Platone quanto mai appropriata al momento emergenziale che è stata l’abbrivio della lezione del filosofo Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero filosofico in seno al Dipartimento di Scienze umanistiche diretto da Paola Villani che domani avvierà il suo corso di Letteratura italiana e fondamenti di retorica per la comunicazione. Il ricordo di una grande Maestra della pedagogia italiana come Elisa Frauenfelder, ha, invece, aperto le lezioni del Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione diretto da Enricomaria Corbi. “Ieri abbiamo ripreso le lezioni con entusiasmo ed ottimismo - racconta Fabrizio Manuel Sirignano, professore ordinario di Pedagogia generale - perché, come ci ha insegnato la Frauenfelder, a cui il nostro Ateneo dedica anche una sua aula oltre ad un prestigioso Premio internazionale, le grandi sfide della complessità possono e debbono essere anche l’occasione per trovare nuovi stimoli e nuove opportunità e questo vale anche e soprattutto nei settori della didattica e della ricerca”. I problemi giuridici delle libertà personali al tempo dell’emergenza del Coronavirus, di cui tanto si dibatte in questi giorni, saranno inevitabilmente tra i nuovi temi delle lezioni del Dipartimento di Scienze Giuridiche, così come evidenzia il suo direttore, il costituzionalista Tommaso Frosini.
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DANIELE ESPOSITO*
Allenamento a casa? Daniele Esposito, esperto in dimagrimento, tiene in salute l’Italia con il suo programma lanciato nel 2017 Con la pandemia e il virus Codiv.19 in circolazione siamo obbligati a restare a casa per senso civico e per abbattere questa epidemia. Daniele Esposito, personal trainer da 15 anni specializzato in dimagrimento e autore di 16 libri su alimentazione e allenamento, 3 anni fa ci aveva visto lungo. Con il suo programma di dimagrimento e le dirette degli allenamenti sui canali social, riesce ad allenare le persone a casa senza attrezzi. Una novità presa in considerazione nell’ultima settimana da molti personal trainer e palestre, vista la chiusura delle strutture sportive causata dall’epidemia. Daniele Esposito afferma “Nel 2015 studiavo come poter allenare centinaia di persone insieme tutte nello stesso momento, restando comodamente a casa. Qualche anno dopo ho creato un portale interattivo dove i miei clienti e le persone che mi seguono online
potevano allenarsi in diretta insieme a me, senza usare attrezzi e concludendo l’allenamento in 20 minuti! Nel 2017 sembrava un’idea troppo futuristica, ma contro la moda dell’epoca e contro la tendenza delle palestre, lanciai Il Metodo5® il programma di dimagrimento definitivo basato esclusivamente su video di allenamenti da poter fare a casa” L’idea ha spopolato e creato una community che oggi conta più di 100.000 followers e migliaia di clienti in tutta Italia, Spagna e Stati Uniti. Nella Pasqua del 2019 un allenamento fu visto contemporaneamente da oltre 750 persone collegate. Una grandissima soddisfazione”. Circa 12000 sono le persone che ha seguito Daniele Esposito negli ultimi 15 anni, con risultati che hanno portano a migliorare la vita dei suoi clienti. É possibile allenarsi da subito gratuitamente utilizzando i programmi presenti nella sezione “risorse gratuite” del sito www.danieleesposito.it oppure scaricando il programma di 15 gior-
ni su www.ilmetodo5.it/bonus Siamo arrivati ad un punto di svolta. Dopo l’epidemia del Covid.19 molti lavori scompariranno per fare spazio a chi sarà riuscito a resistere alla crisi e chi avrà visto oltre. Teniamoci in allenamento, teniamoci in vita!
*Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.
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DIDATTICA A DISTANZA: UN’OCCASIONE MANCATA? “Trasformare l’emergenza in un’opportunità”. Lo ripetiamo da giorni come un mantra, quasi a volerci convincere che il buio di questi giorni si trasformi in una luce per il futuro. Il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ne ha fatto il perno su cui far ruotare il complesso mondo della scuola che da giorni ormai è impigliato nella rete di decreti, note, diritti, alla Salute, all’Istruzione, al lavoro agile, che hanno cambiato il volto della quotidianità del servizio. E’ pensabile una scuola senza alunni? E’ ipotizzabile continuare ad esercitare il mestiere di docente da remoto? Lasciando da parte per un attimo gli scenari contrattuali e sindacali che si sono aperti all’indomani della proroga della sospensione delle lezioni e, ancor di più, con la chiusura degli edifici scolastici, l’emergenza Coronavirus ha fatto emergere, con un andamento via via crescente, tutte le criticità del sistema digitale nella vita scolastica. Mentre il ministro, usando il mezzo più social, declinava dalla sua pagina Facebook le linee da seguire per impedire l’interruzione delle lezioni, citando piattaforme di e-learning, cifre, modelli da seguire, la mente del Dirigente Scolastico più accorto iniziava a programmare le attività scolastiche non in presenza. L’uso delle nuove tecnologie, delle piattaforme di apprendimento a distanza, raramente ha lasciato le aule e questo, sicuramente, ha determinato nelle famiglie e nei docenti stessi disorientamento. La didattica a distanza non è assegnare ma insegnare.
Il ruolo del docente è spiegare, verificare ciò che si è spiegato con esercizi e restituire ciò che si è corretto. Tutto il resto, assegnare e riportare, chissà quando a scuola il quaderno compilato, non risponde a quanto disposto dai recenti decreti del Presidente del Consiglio. Catapultati nella realtà virtuale da un virus venuto da lontano, ogni scuola ha dovuto attivarsi per garantire a tutti il diritto all’istruzione. Abbiamo scoperto, tuttavia, che mentre le nostre scuole erano altamente digitalizzate, con percorsi didattici innovativi (pensiero computazionale, robotica, storytelling) le famiglie lo erano un po’meno. Soprattutto, abbiamo scoperto che rimpiangevano la vecchia e cara didattica dell’assegno, della pagina copiata o della scheda compilata da incollare sul quaderno. E’ innegabile che la procedura, in assenza di una piattaforma che consenta la classroom, è nuova e ad alcuni può apparire complessa, ma, in fondo, quale sarebbe l’alternativa. In un tempo che non è quantificabile, è lecito lasciare gli alunni senza una guida? La risposta è no, tutti dobbiamo fare la nostra parte affinché l’emergenza si trasformi in opportunità. Opportunità di crescita, di saperi veicolati attraverso quegli strumenti che come genitori, ancor prima che come docenti, abbiamo, a volte, troppo aspramente criticato e che ora, nella loro “socialità” ci tornano utili e sono indispensabili a far sentire ai nostri figli e, in fondo anche a noi stessi, che non siamo soli. L’istru-
zione è un diritto per tutti ed è un dovere per chi fa scuola impegnarsi con tutte le proprie forze per continuare a trasmettere sapere, è un dovere per i genitori fornire ai figli gli strumenti, è un dovere per lo Stato mettere le famiglie in condizione di fornirli. Partendo dal Registro elettronico, che consente di caricare file (videolezioni, compiti da svolgere, link utili) sia ai docenti che agli alunni per procedere alla verifica del programma svolto, passando per l’attivazione di un canale Youtube su cui caricare le video lezioni, fino ad arrivare all’utilizzo delle piattaforme di creazione di classi virtuali (sul sito del Ministero dell’Istruzione un’intera sezione è dedicata), è questa la vera opportunità da cogliere. Ci si aspetta in tempi brevi in che modo lo Stato, in concreto, oltre alle forme di solidarietà digitale, intenda supportare le famiglie nell’utilizzo dei device per non aumentare ancor di più il divario sociale. Sicuramente nessuno di noi era preparato a ciò che sarebbe accaduto, neanche la mente più creativa avrebbe potuto immaginare quello che stiamo vivendo. La scuola non era pronta, ecco perché da Dirigente ho chiesto pazienza e comprensione alle famiglie. In ogni caso, due cose sono indispensabili: un supporto informatico o pc o tablet o telefono, una connessione. Senza non si avrà possibilità di accedere alla didattica a distanza. Consapevoli delle difficoltà, andiamo avanti insieme.
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Salvatore Iavarone*
Abusivismo edilizio a Casoria, recuperare il tempo perso
Quando quest’emergenza del coronavirus sarà terminata, perché presto terminerà, sono tante le priorità da mettere nel cronoprogramma dell’agenda politica di Casoria, e tra queste anche la questione dell’abusivismo edilizio. Non possiamo pensare che altre abitazioni vengano abbattute in assenza di una linea chiara da seguire. Prima di tutto è indispensabile una premessa. Gli abusi edilizi, sono un reato, e questo è un dato certo. Dobbiamo però fare i conti con la realtà, e capire che i numeri di questo fenomeno a nord di Napoli, e dunque anche a Casoria, sono numeri elevati, che rendono la questione un’emergenza non solo urbanistica, ma anche sociale, e dunque come tale deve essere affrontata. Per fare questo c’è bisogno di avere dati certi, analizzarli e scegliere delle priorità. Non è pensabile che con la scusa della “necessità” vi siano furbetti che pensino di farla franca. L’ente deve dare delle priorità sugli abbattimenti da fare, mettendo al primo posto i fabbricati non terminati e dunque non abitati, quelli che solitamente definiamo scheletri. Per questi non vi sono scuse, alibi o motivazioni, devono essere abbattuti subito, per dare alla procura anche un segnale importante di legalità. Poi esiste un mondo di mini abusi edilizi (verande, tettoie, garage ed altro), anche per questi serve una linea chiara, un cronoprogramma di abbattimenti, che siano certi e controllati. Sullo stesso piano coloro che hanno più soluzioni abitative, e che hanno costruito per speculazione edilizia. Queste azioni pongono le premesse per affrontare con serenità e serietà la questione dell’abusivismo di necessità. Centinaia di famiglie che vivono in case ed appartamenti costruiti abusivamente, e che rappresentano la sola ed unica residenza, in assenza della quale non avrebbero altre soluzioni abitative. Questo è inteso con il termine abuso di necessità, e su questo è giusto aprire un confronto in città, ma solo se i punti precedenti vengono messi come priorità nell’agenda politica dell’amministrazione. Per fare questo, come presidente della III Commissione Consiliare ho fatto richiesta di tutti gli atti per approfondire e conoscere meglio il fenomeno e i numeri. E dopo questo periodo di sosta forzata dobbiamo ripartire da qui per dare una linea
unica e definitiva, questa deve diventare una delle priorità per la città. E la città deve capire che i sacrifici che saranno fatti, serviranno per salvare chi non ha soluzioni alternative e non ha speculato sulla questione. Solo a quel punto potremo aprire un dibattito tecnico – politico in città per capire, come sempre INSIEME, quali misure adottare anche in materia di housing sociale. La Politica deve recuperare il tempo perso, avere il coraggio di dettare l’agenda delle priorità ed il relativo cronoprogramma, ma soprattutto deve ritrovare (soprattutto a Casoria) il senso di responsabilità e la capacità di lavorare insieme oltre gli steccati tradizionali della politica. Intanto usciamo da questo incubo del coronavirus per il bene della nostra nazione e di Casoria, sperando che anche su questo tema, così delicato, non vi siano le solite speculazioni politiche, che non fanno bene a nessuno, non fanno bene a Casoria ma ad essere onesti neppure a chi crede di cavalcare questi temi alla ricerca di consenso. Restiamo a Casa Presidente della Commissione, “Territorio, Lavori Pubblici, Urbanistica, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”
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Salvatore Iavarone*
Al via una nuova iniziativa per l’ambiente: “LIBERI DALLA PLASTICA” L’associazione “UnicaMenteArte” in prima linea con la Regione Campania per la riduzione della plastica premiando le buone pratiche. La nuova iniziativa dell’associazione “UnicaMenteArte” mette al centro la necessità di promuovere azioni concrete per la riduzione dell’utilizzo della plastica, si pone l’obiettivo di avere come ambito territoriale un’area vasta in cui l’associazione opera da anni con una serie di iniziative, anche incentrate sul tema dell’ambiente. L’area scelta è composta da più comuni su due differenti province. Si tratta di 16 comuni tra la Provincia di Napoli e quella di Caserta: Afragola, Casoria, Cardito, Caivano, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Acerra, Casalnuovo, Casavatore, Arzano, Orta di Atella, Pomigliano, Napoli, Caserta e Maddaloni. L’area a nord di Napoli ha bisogno di progetti per la sensibilizzazione in materia ambientale. Un progetto di questo tipo che prevede la riduzione della plastica è ancora più importante per quest’area geografica, in un momento in cui si vuole incentivare ad usare sempre meno plastica. L’idea è importante per la nascita di un modello sostenibile di produzione e di consumo critico, e che prevede il coinvolgimento diretto di produttori, negozianti e cittadini. Vi saranno anche convegni, oltre alla sensibilizzazione sul territorio e nelle scuole, per essere più vicini alle esigenze e ai bisogni di informazione e sensibilizzazione dei cittadini.
Per questo intendiamo mettere in campo un progetto che parte da un bisogno, sviluppa una soluzione e promuove la soluzione, mettendo in campo anche un azione di sensibilizzazione su ampia scala. L’idea è quella di favorire un modello sostenibile di produzione e consumo coinvolgendo direttamente produttori, commercianti e cittadini di 16 comuni a nord di Napoli e a sud di Caserta. Si intende mettere in campo un’attenzione particolare per la riduzione della plastica per favorire un modello plastic free in 16 comuni con una popolazione di circa 2 milioni di abitanti. Pensando alla nascita di un marchio per i negozi e gli esercizi pubblici che adottano sistemi di riduzione della plastica. Gli obiettivi dell’idea: 16 comuni nei quali si vuole ridurre la plastica attraverso una campagna di sensibilizzazione e la nascita di un marchio per le attività commerciali ed imprenditoriali che mettono in campo un sistema di riduzione della plastica. Favorendo queste attività premiandole e rendendole dal punto di vista della comunicazione delle
aziende virtuose. Riteniamo che i cittadini debbano usare meno plastica e per riuscirci dobbiamo incidere sui luoghi di vendita della plastica. Le principali attività previste: • sensibilizzazione dei cittadini • sensibilizzazione delle attività commerciali con il riconoscimento del marchio plastic free I gruppi target: • aziende, negozi ed attività commerciali • cittadini Oggi i cittadini virtuosi sono comunque costretti ad utilizzare plastica, perché in molti luoghi pubblici, attività commerciali o sedi con grande presenza di pubblico vi è plastica, dobbiamo ridurla a monte per assicurarci che l’utilizzo della plastica si riduca veramente. L’idea nasce dalla necessità di assicurare ai cittadini che vogliono utilizzare meno plastica, la possibilità di accedere a negozi o attività commerciali (in particolare di somministrazione di bevande e cibo) nei quali è bandita la plastica. Prevediamo di utilizzare i
nostri contatti con le associazioni di categoria, i comuni, gli assessori all’ambiente e commercio nei 16 comuni coinvolti. Ovviamente un grande spazio sarà dato alla sensibilizzazione nelle scuole, chiese, associazioni e stand nelle piazze. Le nostre realtà hanno una grande esperienza nel settore della sensibilizzazione ambientale, e vogliamo sensibilizzare e coinvolgere i migranti in questo progetto. L’idea si collegherà con le attività promosse dai 16 comuni in materia di raccolta differenziata e rispetto dell’ambiente. Istituiremo un tavolo con gli assessori o riferimenti dei 16 comuni per pensare ad una visione unica, coinvolgendo l’ATO Napoli 1 per la gestione dei rifiuti e gli assessorati provinciali e regionali. L’iniziativa è svolta con il patrocinio della Regione Campania. Il coinvolgimento dei commercianti è indispensabile per assicurarci una reale riduzione della plastica, premiando gli esempi virtuosi. Saranno coinvolte le scuole e le associazione del territorio per la parte della sensibilizzazione. Fino ad oggi per la riduzione della plastica si coinvolgeva e si sensibilizzavano i cittadini, ma se non sensibilizziamo, formiamo e premiamo i commercianti e i negozianti, questi continueranno a vendere prodotti con plastica e i nostri sforzi sono vani. Per convincerli dobbiamo premiarli e dargli un marco spendibile dal punto di vista della comunicazione. continua a pag. 21
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DOMENICA 22 MARZO 2020
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L’idea è replicabile e potrebbe portare alla nascita di un marchio che diventa un marchio per le attività commerciali ed imprese virtuose. Prevediamo il coinvolgimento di 500 attività commerciali, 250 scuole, 150 associazioni e 100 chiese nei 16 comuni di riferimento. Dichiara il coordinatore del progetto “L’obiettivo è di premiare le migliori 10 attività commerciali che effettueranno una riduzione della plastica messa in circolazione, dobbiamo seguire da vicino almeno 100 attività commerciai, e per individuarne 100, dobbiamo coinvolgerne inizialmente almeno 500. Ma oltre alle attività commerciali, vogliamo predicare le buone pratiche anche a scuole, associazioni e chiese. Il territorio è sempre quello dei 16 comuni coinvolti. Attraverso un accompagnamento di 100 attività commerciali e individuazione delle 10 migliori realtà plastic free. Il nostro obiettivo finale è premiare 10 attività commerciali, che elimineranno la plastica dalla propria attività commerciale. Con un’attenzione particolare alle attività commerciali che si occupano di somministrazione e che pertanto normalmente utilizzano quantità maggiori di plastica monouso. Nostro partner sarà il Circolo degli Universitari, che ha il compito del coinvolgimento territoriale, con scuole, associazioni e chiese dei 16 comuni coinvolti. Il circolo degli universitari è una realtà con oltre 20 anni di storia di attivismo territoriale, con innumerevoli progetti soprattutto nel campo ambientale. L’associazione Circolo degli Universitari, coinvolgerà 250 scuole, 150 associazioni e 100 chiese. Saranno organizzati incontri tematici territoriali, con sensibilizzazione al tema e distribuzione di materiale. In particolare nelle scuole saranno promosse attività specifiche, con convegni e la partecipazione attiva degli studenti”.
DISINFEZIONI… PERCHÉ SOLO OGGI?
Perché solo oggi? Perché in tempi non sospetti non avvengono costantemente le disinfezioni, le disinfestazioni o magari anche le derattizzazioni? Beh, queste sono solo due delle tante domande che ci poniamo in questo tempo di riflessione, alle quali, però… non troviamo risposta. Sono giorni in cui stiamo assistendo una pulizia delle strade eccezionale, tutti i giorni i netturbini puliscono le vie della nostra Casoria. Ma davvero doveva arrivare il COVID-19 per fare delle disinfezioni e disinfestazioni che in realtà dovrebbero essere fatte periodicamente? I cittadini segnalano continuamente e soprattutto durante i mesi estivi situazioni per cui si necessitano operazioni di pulizia, e mai o raramente queste avvengono.
Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it
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Maria Barra Mamma delle sorelle Bassolino Con quanto entusiasmo siamo qui a festeggiare questo giorno che rimarrà nella storia: nonna, oggi compi 100 anni e noi siamo tutti qui per augurarti il meglio e per ringraziarti del regalo che tu fai a noi ogni giorno. I tuoi nipoti e pronipoti.
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