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DOMENICA 12 APRILE 2020

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Settimanale di Informazione

Distribuzione gratuita - E-mail: casoriadue@libero. it

ANNO XIX - N° 15 - DOMENICA 12 APRILE 2020

RNO FOLLIA D’INVE

A tutti voi, alle vostre famiglie, Buona Pasqua a chi è lontano dagli affetti familiari, alla gente che soffre, a chi spera in un domani migliore.

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ANTONIO BOTTA Intervista alla prof.ssa Maria Grazia Puzone, Dirigente scolastico dell’I.C. I Ludovico da Casoria

STRAORDINARIA LA RISPOSTA DEI DOCENTI ALLA NUOVA MODALITA’ RELAZIONALE E DIDATTICA

L’intervista alla prof.ssa Maria Grazia Puzone, Dirigente scolastica dell’I. C. 1° Ludovico da Casoria, conferma quanto già evidenziato nei precedenti colloqui con i Dirigenti Giovanni De Rosa e Gennaro Ruggiero: in condizioni di emergenza sanitaria, anche la scuola che dirige “non si ferma”, facendo leva sulla forza della condivisione, sull’ idea di fare comunità in un legame di corresponsabilità fra le varie componenti(Dirigente, docenti, personale della scuola, famiglie e studenti), mirato a rendere salda la relazione educativa per garantire all’utenza la possibilità di esercitare il diritto allo studio sancito dalla Costituzione. Ringrazio la Dirigente, oltre che per la sua disponibilità a concedere l’intervista, anche per gli auguri di Pasqua rivolti alla sua comunità scolastica e a tutta la cittadinanza di Casoria. Non è facile dirigere un istituto comprensivo comprendente gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria e della scuola secondaria di primo

grado, assicurando loro il diritto allo studio “non in presenza” per la sospensione delle attività didattiche a causa dell’emergenza epidemiologica. Quale il suo stato d’animo non appena ha saputo che le attività didattiche sarebbero state sospese? Non appena l’emergenza COVID19 ha iniziato ad abbattersi sull’Italia, fin dal primo DPCM e ancor prima delle svariate ordinanze regionali e comunali,

forse perché avendo un figlio che con la propria famiglia vive a Bergamo e mi raccontava come giorno dopo giorno la diffusione del virus diventava inarrestabile e delle persone decedute in solitudine che aumentavano raggiungendo cifre inaspettate, ho immaginato il grave scenario che si prospettava anche per la nostra regione ed ho cercato di ipotizzare, insieme al mio staff e ai docenti dell’Istituto, come ci saremmo organizzati una volta sospese le attività didattiche. Le domande che mi ponevo e che condividevo erano tante: Siamo preparati? Siamo pronti a partire con una modalità relazionale e didattica diversa? Le famiglie risponderanno? Che effetti avrà questo inconsueto modo di fare scuola sui nostri alunni? Come raggiungeremo quelli più fragili? Erano tutte domande senza risposte perché per la prima volta affrontavamo tali questioni e mai avremmo immaginato di doverlo fare. continua a pag. 4


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4 SEGUE da pag. 3

I miei dubbi sono stati fugati immediatamente dalla straordinaria risposta dei docenti che, con il supporto dell’animatore digitale e del team per l’innovazione, con ogni mezzo e strumento, hanno raggiunto la quasi totalità degli alunni. Rispetto ai Capi d’istituto delle scuole secondarie di secondo grado, si pone per i Dirigenti degli istituti comprensivi un doppio problema: oltre a curare l’aspetto didattico, è necessario, con i bambini, tenere in gran conto anche e soprattutto la dimensione psicologica per rasserenarli. Cosa ne pensa lei al riguardo? L’emergenza COVID19 ha coinvolto tutti gli ordini di scuola statali e paritarie, dalla scuola dell’Infanzia alle Università, ma indubbiamente la fascia di età a cui ci rivolgiamo è quella per la quale la relazione didattica, il rapporto umano, l’osservazione diretta, l’incoraggiamento quasi fisico degli insegnanti divengono fondamentali se si vogliono determinare apprendimenti significativi. Diviene, in questo momento storico, indispensabile la collaborazione ed il consolidamento del rapporto con le famiglie. Proprio grazie all’impegno di queste ultime fin da subito si è creata una rete di comunicazione che, partendo dalle instancabili rappresentanti di classe, che ringrazio infinitamente per l’immenso contributo, ha coinvolto quasi tutte le famiglie. Tale rete, oltre a diffondere a tutti le proposte didattiche degli insegnanti ha creato nuovi legami, anche se virtuali, per non far sentire nessuno solo. Grazie ai mezzi digitali è possibile attuare “la didattica a distanza”, indispensabile per non interrompere la relazione educativa tra docenti e studenti. Il rischio è che possano essere penalizzati gli alunni delle fasce sociali più disagiate per la mancanza o la scarsa capacità d’uso degli strumenti tecnologici adeguati. Quali i problemi emersi, al riguardo, nella scuola che dirige e come vi sta ponendo rimedio? È un rischio reale e rappresenta la nostra più grande preoccupazione. Per gli alunni appartenenti alle fasce sociali e culturali più deboli la scuola, intesa in senso tradizionale, diviene un importante punto di riferimento mentre la didattica a distanza può ampliare il divario culturale per mancanza di mezzi, strumenti e competenze da parte delle famiglie, che

necessariamente assumono un importante ruolo di mediazione e di supporto. Lo Stato ha stanziato, per consentire alle singole scuole di colmare il gap dovuto alla mancanza di supporti informatici, una cifra considerevole ma tradotta in “soldi” per la nostra scuola equivale a poco più di € 9.000. Questa cifra è sicuramente insufficiente per garantire alle famiglie che ne sono sprovviste, Notebook o Tablet e collegamento Internet. Inoltre in questo periodo, oltre alla lievitazione dei prezzi di questi strumenti, vi è un enorme problema di disponibilità degli stessi. Ciononostante, prendendo a prestito lo slogan del Ministero #LA SCUOLA NON SI FERMA e aggiungerei nonostante le difficoltà, quasi la totalità degli alunni, utilizzando ogni mezzo - Piattaforme, Registro elettronico, videolezioni, WhatsApp, telefonate e anche materiale cartaceo recapitato attraverso i Servizi Sociali del territorio - è stata raggiunta. Purtroppo, una piccola percentuale di alunni rimane irraggiungibile e sta per essere contattata proprio dai Servizi Sociali per verificare le motivazioni dell’assenza di partecipazione. Grande apprensione c’è sicuramente per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali per i quali i docenti dell’istituto hanno sempre garantito l’inclusione nel gruppo dei pari offrendo loro esperienze educative e formative che tenessero conto dei loro limiti ma soprattutto delle specifiche potenzialità. Il cambiamento dello scenario caratterizzato da isolamento sociale avrà sicuramente effetti che al momento non possiamo prevedere. Questo, però, non ha scoraggiato gli insegnanti curriculari e di sostegno, che stanno facendo l’impossibile per non far mancare il loro supporto e la loro presenza ai nostri alunni “speciali”, utilizzando qualsiasi mezzo. Per le famiglie di questi bambini e ragazzi la scuola, in assenza di ulteriori servizi, rimane l’unico presidio di riferimento con il quale condividono ansie, paure, successi e difficoltà. Alle loro famiglie voglio manifestare la mia vicinanza, solidarietà e

comprensione. C’è qualche esperienza educativa particolarmente significativa realizzata in questo periodo nella “Ludovico da Casoria” e che intende rendere nota ai lettori di Casoriadue? R: Di esperienze ve ne sono molteplici e diverse sono significative. Tra queste meritano di esser menzionate il proseguimento del progetto “Fantastiche avventure in biblioteca” rivolto agli alunni ed alle alunne delle classi quinte, che si è trasformata in biblioteca virtuale e sta avendo notevole successo, tanto che è stata ritenuta meritevole di pubblicazione sul sito del MIUR nella sezione dedicata #LaScuolaNonSiFerma. Anche al tempo del Coronavirus- Le Storie in evidenza. Altra iniziativa da evidenziare è quella dello Sportello di supporto psicologico “Io ti ascolto” che continua a distanza l’attività e che in questo momento di isolamento forzato diviene un vero punto di forza dell’Istituto. Ma le esperienze educative che più di tutte meritano di esser menzionate sono rappresentate dagli sforzi quotidiani che ciascun docente fa per non lasciar indietro nessun alunno e, pur impiegando il doppio e anche il triplo del tempo che impiegherebbero in aula, con grande professionalità non si tira indietro. A tutti loro va la mia gratitudine. Valutazione finale degli alunni ed esami di stato: se lei avesse la possibilità di dare suggerimenti alla Ministra Lucia Azzolina che cosa le proporrebbe? Con una situazione come quella che stiamo vivendo, imprevedibile ed in continua evoluzione non me la sento di dare suggerimenti. Chi ci governa sta prendendo decisioni forti, spesso impopolari, per garantire la salute di tutti e si sta assumendo le dovute responsabilità rispetto alle conseguenze che si determineranno. Gli scenari possibili sono tanti, anche il decreto scuola ne conterrà altrettanti e non darà le risposte alle diverse situazioni che la scuola, nel variegato territorio nazionale, vive quotidianamente. La nostra comunità scolastica si sta preparando, studiando ed approfondendo tematiche che, in forza dell’autonomia scolastica, saremo certamente chiamati a realizzare. Sicuramente, al di là di quello che si prospetterà a livello normativo, e questo i “miei” docenti lo sanno bene, si lavorerà perché ciascun alunno/studente possa dare il massimo possibile e nessuno


DOMENICA 12 APRILE 2020 venga penalizzato dalla situazione. Saremo pronti. Siamo a Pasqua, una ricorrenza che, anche per i non credenti, richiama la rinascita, la fioritura della vita, il proposito di ricominciare. In questo tempo di smarrimento e di incertezza per il futuro, quale augurio sente di esprimere alla sua comunità scolastica e anche ai cittadini di Casoria? Il periodo pasquale e quello primaverile si connotano come il tempo della rinascita: rinasce la Natura che continua il suo corso e sembra non accorgersi di quanto stia succedendo nel mondo al genere umano; per i credenti è il ritorno alla vita irradiata dalla Resurrezione

5 del Cristo. Quest’anno è molto diverso: questo periodo dell’anno è caratterizzato da un diverso modo di vivere determinato dall’adeguamento necessario a nuove regole, a nuovi stili di vita per evitare una catastrofe maggiore. La resilienza che stiamo mostrando di avere in questo momento storico è veramente altissima e nessuno pensava di possedere una simile capacità. Stiamo comprendendo quanto sia importante il valore di comunità e quanto le azioni del singolo siano in grado di determinare cambiamenti (positivi o negativi) sulla più ampia collettività. Stiamo scoprendo che tante azioni, tante ruotine, tante cose erano preziose e non le apprezza-

vamo perché scontate. L’augurio che faccio a ciascuno di noi è di fare tesoro di questa esperienza e di dare, una volta ritornati all’auspicata “normalità”, il giusto valore ad ogni cosa che faremo. Non dimentichiamo la sofferenza di chi ha affrontato la malattia, di chi ha perso i propri cari senza neanche potergli dire addio, non dimentichiamo quanto ci mancano gli abbracci, le strette di mano, i sorrisi non mediati da uno schermo, la libertà di muoversi, spostarsi e di vivere. Se non lo dimenticheremo saremo in grado di dare una significativa svolta al senso di umanità e di abbattere le barriere dettate dall’egoismo, dalla prevaricazione e dalle ingiustizie.

VITTORIA CASO

TURISMO: PROFONDO ROSSO

Il virus non ha risparmiato nessuno nella sua veloce corsa distruttiva, nemmeno il turismo. La chiusura totale ha creato un effetto a catena: gite scolastiche, viaggi di istruzione, fiere, mostre, gallerie, eventi culturali annullati o rinviati a data da destinarsi; voli cancellati, prenotazioni di tour e pernottamenti svaniti nel nulla, aeroporti chiusi, compreso nei ponti di Pasqua, del 25 aprile e del 1° maggio. Il turismo è in ginocchio, è allarme rosso: le associazioni di categoria chiedono a gran voce al governo di adottare misure di sostegno alle aziende del settore, dagli alberghi ai tour operator, dall’intrattenimento ai ristoranti, dai BeB ai bus gran turismo, dalle guide turistiche ai villaggi, dai camping agli agriturismi. Anche se a febbraio sembrava che il problema fosse sopravvalutato e riguardasse essenzialmente l’Italia, oggi il problema è esteso a tutta l’Europa; anzi, a tutto il globo. Il virus sarà sicuramente sconfitto o sotto controllo, anche se gli esperti più seri confessano candidamente che non possono dare una data certa; se la pandemia ci ha colti di sorpresa con le sue drammatiche conseguenze, non possiamo permettere che la ripartenza trovi le imprese collassate e impossibilitate a ripartire. Pertanto, salvataggio e ripresa risultano due facce della stessa medaglia. Assoturismo Confesercenti ritiene che il coronavirus abbia cancellato ad aprile, un totale di 10,5 milioni di viaggiatori e di 3,3 miliardi di consumi turistici. “Per la filiera turistica è uno shock: aprile rappresenta il momento della ripresa degli spostamenti, ma anche il periodo della riapertura delle imprese stagionali. Lo stop improvviso - afferma il presidente Vittorio Messina - ha messo in ginocchio il comparto, colpendo direttamente tutte le attività della ricettività e dei servizi turistici. Finora il governo non ha fatto abbastanza per alleviare la crisi del turismo. Imprese e operatori hanno visto crollare completamente i fatturati. Soprattutto - aggiunge Messina - è necessaria una iniezione di liquidità consistente: ci avviamo a perdere tutta la stagione primaverile e anche quella estiva non promette bene. Difficile che la ripresa arrivi prima del prossimo anno: senza un aiuto, le imprese

turistiche salteranno come birilli”. “Le imprese del settore turistico perdono 20 milioni di euro al giorno. In Campania 250 milioni di fatturato in meno in 15 giorni”, è il grido di dolore del presidente di Confesercenti Campania, Vincenzo Schiavo, in un incontro avvenuto nei giorni scorsi con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De

Luca I sindacati chiedono al governo di aprire un confronto con le parti sociali, Maurizio Landini CGIL, d’accordo con CISL e UIL, afferma “le misure straordinarie che il governo sta mettendo in campo e la necessaria discussione in Europa devono servire ad evitare che interi settori produttivi siano cancellati. Non servono forzature, mai come adesso è importante gestire assieme questa situazione straordinaria e inedita”. Il governo sicuramente supporterà le imprese; un altro incontro, infatti, si terrà in settimana; ma è altrettanto importante assicurare la tutela della salute, oggi, per poi ripartire gradualmente. Una cosa è certa: i viaggiatori italiani che avevano prenotato e pagato i viaggi di aprile e maggio riceveranno non il rimborso ma un “buono” e si pongono, ovviamente, mille domande, cui spesso non ricevono risposte soddisfacenti. Non possiamo fare a meno di chiederci se cambierà il nostro atteggiamento post-coronavirus nei confronti del fare turismo? Viaggiare, cosa che al momento avviene sulle ali della fantasia, cambierà? Riusciremo a superare la paura o saremo sopraffatti dall’ansia? In che modo il viaggio si inserirà di nuovo nei comportamenti degli individui? Avremo capacità di resilienza, come già accaduto dopo il terrorismo oppure questa pandemia porterà a un cambiamento radicale di atteggiamento? L’esperienza di queste settimane di isolamento ha sicuramente cambiato molte abitudini e ci ha segnato psicologicamente; molte certezze sono crollate. Abbiamo, però, riscoperto valori che in qualche modo s’erano depauperati. Ne usciremo con una consapevolezza diversa e una dimensione etica più forte, anche nel modo con cui ci approcceremo al viaggio? Chissà, ai poteri l’ardua sentenza!


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6 CIRO TROISE

La settimana di passione del calcio italiano

Emergenza coronavirus permettendo, il pallone cerca la strada per ripartire

I medici nei giorni scorsi hanno prodotto delle raccomandazioni sugli esami a cui sottoporre gli atleti, sul percorso specifico per chi ha contratto il virus. Il monitoraggio dovrà essere costante, i calciatori saranno sottoposti al tampone ogni quattro giorni. La Fmsi ha prodotto un documento anche per il premier Conte, poi quando sarà più chiaro lo scenario della ripresa i medici sportivi elaboreranno anche un protocollo sulla scia di quello prodotto dalla Liga spagnola. Il calcio ha bisogno del supporto del Governo ma deve fare ancora di più al suo interno per affrontare la crisi peggiore dal dopoguerra ad oggi. Per il mondo dilettantistico, l’attività di base, i settori giovanili professionistici eccetto la Primavera sembra

scontato il “fermiamoci qui” mentre per il mondo che va dalla A alla C sarebbe vitale ripartire. La Lega Pro ha bisogno, però, di un forte piano economico per dare un senso al ritorno del pallone: il rinvio di tutte le scadenze fiscali e la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione le decisioni più urgenti. I presidenti e l’Aic continuano a discutere del taglio degli stipendi, l’accordo è lontano, qualche società sta provando la strada della discussione interna ma la storia è molto complessa, in casa Napoli ancora di più per la questione multe che ostacola ogni dialogo. Lo stadio del Borussia Dortmund e il centro tecnico di Coverciano offerti alla causa dell’emergenza coronavirus sono dei bei segnali ma il calcio deve fare molto

di più nel cogliere il sentimento dei suoi appassionati. I presidenti e i calciatori dovrebbero trovare un accordo con un sacrificio bilaterale: destinare i soldi ricavati dal taglio degli stipendi (almeno una parte) non ai bilanci dei club d’appartenenza ma ad un fondo salvacalcio gestito da tecnici che individuerebbe le situazioni più critiche, dalla C all’attività di base per scongiurare i fallimenti. L’Aic in questo caso sarebbe spalle al muro perché avrebbe il dovere di convincere i big dagli ingaggi stratosferici a sostenere il lavoro di coloro che arrancano soprattutto in C, categoria in cui molti portano a casa stipendi inferiori ai 2000 euro al mese. La Serie A, trovando un accordo con Sky e Dazn e riuscendo a ripartire, emergenza coro-

navirus permettendo, sarebbe salva e potrebbe essere protagonista di un’azione incisiva a tutela del sistema calcio. Su queste basi poi ci sarebbe da costruire tanti altri interventi urgenti: cancellazione del decreto dignità per riportare i fondi delle scommesse in Italia (la ludopatia si combatte in ben altri modi, occhio per esempio alle slot machine, alla dipendenza dal virtuale), legge per incentivare la costruzione degli stadi di proprietà, priorità assoluta alla riforma dei campionati. De Laurentiis da mesi sostiene l’impegno a tornare in campo appena sarà possibile, è forte della sua gestione economica e finanziaria, ha tenuto a Napoli tutti i suoi tesserati, si sta muovendo in maniera collegiale con gli altri presidenti.

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IMMA CASTRONUOVO

L’Europa ci lascia soli? L’italia risorgerà con una Potenza di Fuoco “Sì, ma non da soli”, chiosa il Prof. Eduardo Maria Piccirilli “Quando si difende il proprio Paese non si fanno calcoli, io sono convinto, lo dico con la responsabilità e la prudenza che mi contraddistingue, che la Storia è con noi, e vedremo alla fine la storia quale piega prenderà”: queste, le incoraggianti parole del Premier Conte, alla conferenza stampa del 6 aprile, in cui ha risposto, con forza e determinazione, all’inerzia dell’Europa. Un’Europa che, a tutt’oggi, ovvero a oltre due mesi dalla conclamata pandemia da coronavirus, non ha fatto nulla per aiutarci, tradendo, di fatto, quelle che sono le finalità stesse della Unione Europea – di cui, ricordiamolo, l’Italia è uno degli stati fondatori! – e che sono state completamente disattese, dinanzi alla prova dei fatti. L’Unione Europea, ha dimostrato, un totale deplorevole disinteresse per i nostri bisogni, per un’economia che sta andando a rotoli non a causa di una errata gestione delle risorse, ma per una causa di forza maggiore, una calamità naturale di espansione mondiale. Nel momento del Bisogno, allorquando la tanto decantata Unione Europea avrebbe dovuto concretamente sostenerci, fosse anche solo per i dettàmi che sono alla base della stessa UE -ovvero l’incremento del benessere socio-economico e l’attenuazione delle differenze socio-economiche tra i vari stati membri attraverso l’integrazione economica – ebbene, messa alla prova, l’Unione ha miseramente fallito, dimostrando che i veri interessi sono ben altri, e precisamente il benessere del proprio Paese. La viltà dell’Ue è stata smascherata da oltre due mesi di inerzia. Ancora oggi, l’asse Germania- Olanda è ben saldo nel negare, agli stati membri, il ricorso all’eurobond – in sostanza, un prestito concesso con la garanzia dell’Unione Europea - rispondendo sistematicamente di considerare l’ipotesi del ricorso al Mes, ovvero al Fondo Salva Stati – vale a dire, un prestito concesso con garanzia dello Stato richiedente, sebbene con qualche temperamento per gli interessi da applicare. Questo, in buona sostanza, il nocciolo

della questione: l’Unione Europea, al di là delle belle parole, che tali restano, NON VUOLE CONDIVIDERE IL DEBITO. L’Italia ha bisogno di soldi? Glieli prestiamo, ma resta pur sempre un prestito, con garanzia da parte dello stato richiedente e l’applicazione di un tasso di interessi più light, ma pur sempre da applicare; poco importa se il presupposto del ricorso al Mes è l’indebitamento di uno stato per gravi errori di gestione, mentre, nel caso di specie la causa è esterna, è una causa non imputabile al soggetto richiedente il prestito, poiché è una PANDEMIA MONDIALE. Italia, Francia e Spagna, invocano, per una causa così eccezionale che sfugge ad ogni logica di prevedibilità, la emissioni di obbligazioni da parte dell’Unione Europea, garantiti dalla stessa Unione Europea, per fronteggiare casi di eccezionale gravità come quello che stiamo vivendo e che esula dalle responsabilità di cattiva gestione del singolo Stato beneficiario; la “ratio” di queste obbligazioni, cd. Euro-bond, rinominate, per la circostanza, “corona-bond”, a sottolineare la causa della sua emissione, ovvero la catastrofica pandemia da coronavirus, è da ricercarsi in quella che, per tanti anni, è stata la Ragion d’essere della Unione Europea, la collaborazione tra Stati che oggi svela tutta la sua ipocrisia. La tanto decantata Unione Europea ci ha lasciati soli, anzi, ci ha isolati. Il Premier Conte, all’inizio, ha provato, con prudenza ed accortezza, a dialogare con l’Unione, a mediare tra le contrapposte posizioni; tutto vano. Il fronte Germania-Olanda si è irrigidito sul proprio “No” alla emissione dei Corona-bond, manifestando tutto il proprio disinteresse per le situazioni di crisi incolpevole degli altri Stati membri dll’Unione, essendo interessati unicamente ai propri Interessi di Stato. Ed allora, nonostante la complessità del periodo che stiamo vivendo, il nostro Premier ha finalmente avuto uno slancio d’orgoglio e, con tutta l’Autorevolezza che gli deriva dall’essere il Capitano di una grande Nave qual è l’Italia, cerca di guidarla tra i moti ondosi di quanti ci

remano contro, perché, “la Storia è con noi, e vedremo alla fine la storia quale piega prenderà”. Il premier Conte ha così varato un decreto da 400 miliardi, intervenendo energicamente laddove prima era stato manchevole, dando ossigeno, liquidità, ai piccoli imprenditori. E, con l’orgoglio di essere il Capo Esecutivo di un Governo impavido, ha imposto egli un dictat agli intransigenti Stati membri dell’Unione europea: “No al Mes, Sì ai Corona-bond”. E ne ha spiegato la ragione:” Il Mes è uno strumento assolutamente inadeguato, gli eurobond sono la soluzione: una risposta seria, efficace, adeguata all’emergenza che stiamo vivendo.” Finalmente, l’Italia è coesa, ha fatto fronte unito nei confronti dei dictat dell’Unione Europea, Maggioranza e Opposizione sono concordi nel dire un autorevole “No!” alla falsa cura dell’Unione Europea. Un atteggiamento, questo, che ha certamente sconcertato i Signori dell’Europa e la loro logica di potere, e che ora si prenderanno il loro tempo per dare l’ennesimo rifiuto ammantato da una garbata forma. Il, 7 aprile, dovrebbe esserci la riunione dell’Eurogruppo. Dubito fortemente che si farà, magari slitterà a dopo Pasqua, così, il “Problema Italia” verrà ancora una volta accantonato e procrastinato a d.d.d. (data da destinarsi). Abbiamo rivolto le nostre perplessità in argomento al Prof. Eduardo Maria Piccirilli, Dottore Commercialista e Revisore dei conti, Professore di Diritto Tributario dell’Università Parthenope di Napoli, fondatore e presidente dell’istituto Universitario della Mediazione “Academy School”, autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Candidato, lo scorso anno, alle Elezioni Europee nella lista PD+Siamo Europei , per la circoscrizione meridionale IV, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, ci ha gentilmente concesso l’intervista che segue, incentrata sul ruolo dell’UNIONE Europea nella gestione


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8 della crisi in Italia, cagionata dalla pandemia da coronavirus. Professore, siamo sempre più soli? Stiamo assistendo ad un abominevole scenario senza precedenti: l’Italia, uno degli Stati fondatori della cd. Unione Europea, lasciata sola a leccarsi le dita di una pandemia che ci sta sottraendo Salute, Soldi, Dignità. La tanto decantata “UNIONE”, dove sta? Sono mesi che ormai stiamo combattendo, da soli, contro una pandemia che interessa l’intero globo, che sta mietendo migliaia di vittime nel mondo, che sta risucchiando le energie economiche dei più deboli, ci sta praticamente portando al collasso, costringendo tutti al “lockdown”, e l’Europa, che fa? Resta a guardare. Se, da un lato, Francia e Spagna hanno fatto fronte unito con l’Italia, dichiarandosi favorevoli a fronteggiare una crisi economica che non ha precedenti, che si radica in ogni Paese e in ogni dove, trascinando con sé cadaveri e morti civili, dall’altro c’è l’asse Germania- Olanda che proprio non vuol saperne di venirci incontro, non vuole aderire alla proposta, avanzata da più fronti, di un prestito garantito dalla Unione Europea stessa, gli Euro-bond, o, come sono stati battezzati per l’occasione, i “Corona-bond”, invocando, invece, la possibilità di concedere dei prestiti, sebbene a condizioni meno rigorose, ma pur sempre dei prestiti, attraverso il discusso meccanismo del MES. Prima di tutto vorrei esprimere il mio cordoglio per le vittime da questa pandemia e un grazie di cuore a tutto il personale sanitario e a quanti stanno lavorando per assicurarci i sevizi essenziali. E vengo alla sua domanda. I paesi del nord, guidati dalla Germania, stanno facendo un passo indietro e questo ci fa ben sperare. Il problema non è di alcune istituzioni europee che stanno facendo la loro parte. La Commissione Europea ha disapplicato il Patto di Stabilità e Crescita, strumento stringente in materia di politica economica per gli stati membri, il che consente di fare debito per mettere liquidità nel mercato; la BCE sta acquistando i nostri titoli di stato, quindi in controtendenza rispetto alle parole infelici pronunciata nel mese di febbraio dalla Presidente Lagarde; il parlamento europeo si sta adoperando affinchè si emettano i cosiddetti Corona-Bond, grazie anche agli europarlamentari dei paesi del sud Europa, compresa la Francia. Il problema è che ancora oggi abbiamo

un organismo, il Consiglio Europeo composto dai capi di Stato e di Governo, a cui è affidato l’indirizzo politico dell’Unione Europeo (e ciò fa nascere gli egoismi dei singoli Stati). Ecco noi dobbiamo lavorare per svuotare questo organo che, da organo volitivo deve diventare organo consultivo, ed affidare l’indirizzo politico al parlamento. Solo così si può mettere fine agli egoismi nazionali, che del resto lo vediamo anche nel nostro paese (ogni regione si vuole prendere il merito e pensa di fare di testa propria), tanto è vero che si sta pensando di cambiare il titolo V della nostra costituzione, modifica strampalata fatta nel 2001, e portare la sanità come materia esclusiva dello Stato. Nella conferenza stampa del 6 aprile, il Premier Conte ha ampiamente illustrato il nuovo Decreto Liquidità, che mette in palio 400 miliardi per ripartire. “Una potenza di fuoco”, l’ha definita lo stesso Premier; un atto di coraggio, a mio sommesso avviso, da parte di chi è alla Guida del nostro Governo e, trovatosi solo, ha finalmente deciso di prendere in mano le redini di una vicenda che, altrimenti, sarebbe inevitabilmente sfuggita di mano, se si fosse ancora atteso. Ieri, il Premier Conte è stato Autorevole: ha chiaramente negato la possibilità di ricorrere al cd. Fondo Salva Stati, atteso che, come ha spiegato, non ci sono i presupposti della sua applicazione al caso di specie, e l’unica alternativa valida per un concreto aiuto all’Italia da parte dell’Unione Europea, sono gli Eurobond. Finalmente, una presa di coscienza della nostra grandezza, della nostra fierezza, e delle nostre capacità di fronteggiare un qualsivoglia stato di calamità: “La Storia è con Noi”, ha dichiarato Conte, “E vedremo, alla fine, che piega prenderà”, ha concluso il Presidente del Consiglio, ieri, in

conferenza stampa. Lo sguardo fiero, di chi ha ben chiara la strada da percorrere, senza “se” e senza “ma”, con un chiaro e inequivocabile messaggio all’Europa: No al Mes, sì all’Eurobond. L’Unione Europea decida su questo punto. Non siamo interessati ad altri interventi. Lei crede che l’Unione Europea deciderà nel senso da Noi auspicato ? Se mi consente, non sono d’accordo con il Premier Conte quando dice che facciamo da soli, come non sono d’accordo nel non coinvolgimento delle opposizioni. Perché delle due l’una: se non pretende unità all’interno del proprio Paese, come pensa di ottenerla nel contesto Europeo? Detto questo, non credo che il problema sia il MES o non MES, cioè il meccanismo europeo salva Stati. Oggi il MES ha un fondo pari a circa 450 miliardi, che potrebbe essere subito utilizzato, basta solo modificare l’applicazione delle norme, per esempio potrebbe essere usato come un piano Marshall in attesa di emettere i Corona-Bond, se ce ne fosse bisogno. A volte sono più i fattori ideologici che quelli pratici. Qualcuno pensa di uscire dall’Euro: io credo che questi non si rendano conto del disastro economico e monetario a cui l’Italia andrebbe incontro. Dobbiamo continuare su questa strada e credo che gli attori politici del nostro paese e non solo, stiano lavorando per raggiungere l’obiettivo sperato. Certo è necessario anche stigmatizzare la politica dell’Ungheria che certamente non va nella direzione dello spirito europeista. E non è la prima volta. Le istituzioni europee, credo che debbano agire, debbano prendere seri provvedimenti. Purtroppo, la politica ungherese può essere contagiosa e noi non possiamo permetterci di essere contagiati. Quali potrebbero essere, a Suo avviso, le misure da intraprendere perché si abbia una Unione Europea che sia veramente tale e che, al di là di bei decantati propositi, traduca in atto i suoi scopi formalmente dichiarativi, ovvero “l’incremento del benessere socioeconomico e l’attenuazione delle differenze socio-economiche tra i vari stati membri attraverso l’integrazione economica, la crescita economica e promuovendo il benessere dei popoli europei” ? Parole, che, ad oggi, restano tali, essendosi scontrate con una ben diversa realtà. Guardi, dopo la seconda guerra mondiale del secolo scorso che è stata cata-


DOMENICA 12 APRILE 2020 strofica, l’Unione Europea è partita da una famosa e lunga lettera del 9 maggio del 1951 di Schuman che inviò a Jaun Monnet che, tra l’altro affermò: “l’Europa non potrà farsi in una sola volta né sarà costituita tutta insieme. Essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. Ecco, noi dobbiamo ripartire da quello spirito dei grandi statisti del 1957 dei sei paesi fondatori, tra cui l’Italia. Dopo questa crisi, che non ha precedenti nella storia dell’Unione Europea, credo che si possa continuare quel percorso e arrivare all’Unione politica ed economica eliminando anche i cosiddetti paradisi fiscali dall’Unione Europea, come l’Olanda per esempio. Dobbiamo continuare il percosso di costruzione dell’Unione che certamente non è facile anche per i

9 cosiddetti sovranisti e nazionalisti. Ed oggi questi politici, certo non più i 5 stelle che ormai si sono modificati geneticamente (spero. Infatti non si vedono nemmeno più i no vax, si ricorda?), stanno cercando di cavalcare la tigre influenzando il popolo a ribellarsi contro questa Europa, cosiddetta egoista. A me questa Unione per molti aspetti non piace, però non mi sognerei mai di proporre l’uscire. Piuttosto, faccio di tutto per cambiarla e renderla più solidale. Per esempio, mi piacerebbe che l’Unione adottasse un tributo contro la speculazione finanziaria, Tobin tax. E oggi ciò potrebbe essere possibile, visto che il maggior oppositore di questo tributo fu la Gran Bretagna. Con questo tributo l’Unione Europea darebbe un bel segnale al popolo, perché non colpisce l’economia reale, ma solo chi

fa speculazione finanziaria. In conclusione, dico che da soli non si va da nessuna parte e l’Unione Europea non può fare a meno dell’Italia e noi dell’Unione, e ciò vale anche per la Francia, la Spagna, la Grecia e così via. Dobbiamo credere nel sogno europeo ed arrivare agli Stati Uniti di Europa. Nel ringraziare il Prof. Piccirilli per l’accurata analisi che ci ha illustrato, e per l’autorevole oltrechè illuminante chiave di lettura del periodo che stiamo vivendo, siamo fiduciosi di poter uscire, grazie alle nostre Forze, in ”Unione” con quelle Europee, da questo momento di impasse che, nonostante tutto, ha avuto il merito di mostrare, all’Europa tutta, il vero volto della nostra Italia: emaciato, segnato, stanco, ma inequivocabilmente Vivo!

ANGELA CAPOCELLI

L’URLO DI DISPERAZIONE DEI PICCOLI IMPRENDITORI: I DRAMMI ECONOMICI CAUSATI DAL CORONAVIRUS Ristoranti, pub, bar e tutti i luoghi di aggregazione sono stati tra i primi a dover chiudere e a subire le ripercussioni negative dell’emergenza Covid19. Tra questi, anche le gelaterie, in quanto luoghi affollati e dunque più rischiosi per la diffusione e il contagio del Virus, sono state chiuse ed è dal 9 Marzo che non hanno la possibilità di guadagnare. Vogliamo raccontarvi questo dramma dal punto di vista ravvicinato di chi lo vive in prima persona: abbiamo intervistato Vincenzo Giglio, titolare Del Salotto Gelosia (gelateria, lounge bar, food bar e sala eventi per ogni occasione) sito a Casoria sulla strada statale Sannitica. Il Covid19, oltre a un’emergenza sanitaria, rappresenta un problema anche dal punto di vista economico. Ce ne vuole parlare dalla sua prospettiva? Un problema di enorme importanza, sia a livello Sanitario ma nel mio caso anche economico; un buco dalle dimensioni abnormi. Parlo a nome mio ma anche a nome di tutti i commercianti colpiti da questo momento a cui nessuno era preparato, nemmeno la persona più pessimista. La mia prospettiva ad oggi è quella di un imprenditore chiuso in gabbia in attesa che tutto finisca al più presto e lo dico da segregato in casa come la maggior parte degli italiani (di quelli che rispettano le regole) dal 9 Marzo. Quali e quanto negative crede che saranno le ripercussioni, una volta finito tutto? Le ripercussioni saranno quelle di un dopo guerra, dopo tutto questo si ripartirà da zero ma con un altro sostanziale problema: i debiti commerciali arretrati che si accumuleranno alle future spese che si dovranno affrontare per ripartire, ed oggi 4 aprile, dopo 25 giorni chiusi, ancora non si è visto 1 euro da chi ci governa, solo chiacchiere. Il comune ha pubblicato i moduli da compilare per i più bisognosi, affinché ricevano un sostegno economico in buoni

spesa da spendere per i beni di prima necessità… Quanto crede in questa e in altre (come la spesa sospesa, ad esempio) iniziative di soccorso? Sono sempre a favore delle misure di sussistenza per chi è in difficoltà… Ma, come sempre, c’è un’enorme confusione sulle info e sui siti dove richiedere tali sussidi: è stato così anche per i buoni pasto, c’è stata una confusione a livello nazionale per i 600 euro delle partite Iva. Quando finalmente il virus sarà stato debellato, prima di ritornare completamente alla vita di prima e riaprire tutte le attività dovrà passare del tempo. Quanto dannosa sarà per voi questa ulteriore attesa? E quanto, secondo voi, bisognerà aspettare prima che si ritorni alla vita “normale” ? Assolutamente tutte le attività come la mia che non rientravano nei beni di prima necessità saranno danneggiate e non poco, questo virus ci ha colpito oltre che a livello fisico, anche a livello psicologico: le persone avranno timore di frequentare posti affollati! Credo che per tanto tempo ancora non vedremo locali pieni zeppi di folla e questo andrà solo a danneggiare e peggiorare chi ha attività come il Salotto Gelosia che è sempre stato luogo di incontro, di aggregazione e di folla. Andrà tutto bene, speriamo. Ma anche in situazioni estremamente tristi e complicate come questa, i napoletani non rinunciano alla generosità che li contraddistingue: la Vis Campania di Hermes Navas, distributore esclusivo di zona Caivano della famosa multinazionale Algida, dalla mattina del 7 Aprile sta distribuendo gelati gratis ai Caivanesi (con infinita gioia dei tanti bambini costretti a rimanere a casa). Sono questi i gesti che ci fanno capire che non dobbiamo permettere alle brutte esperienze di peggiorarci e che, anche se con difficoltà, nonostante tutto, CE LA FAREMO.


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10 RITA GIAQUINTO

Dibattito tra giornalisti “Le misure economiche per imprese e persone”

E’ di poco più di una settimana fa, uno speciale sul Covid 19 andato in onda sul canale web Retenetvision, in collegamento dagli studi di Campania Felix. Tra i giornalisti presenti in video collegamento, il Direttore del nostro settimanale Nando Troise, il Direttore di Radiosvagoweb, Mauro Fellico ed il Direttore di Campania Felix, Antonio Scialo’. In studio, a moderare il dibattito, l’Editore di Campania Felix, Raffaele Carlino pone ai tre invitati il quanto mai attuale quesito sui provvedimenti intrapresi dalla politica per le aziende e per i più bisognosi. Il dibattito si apre dando la parola al Dir. Troise, il quale, oltre a dare una sua opinione sui comportamenti della politica di questi giorni, approfitta per fare un excursus di questa terribile pandemia da svariati punti di vista : “Qualsiasi intervento in questo momento è da accogliere a braccia aperte e da applaudire, anzi a me suona molto strano che, anche in questa tremenda tragedia che sta colpendo il mondo intero, si verifichino litigi tra i politici e qualcuno ha ancora la forza di aggredirsi in modo violento . Viviamo in un periodo buio e non sappiamo se, come e quando finirà. Speriamo che sappiano distribuire le cifre previste e stanziate : io vengo da tantissimi anni di lavoro pubblico e posso garantire che i finanziamenti stanziati dal Governo non sono MAI stati distribuiti secondo i canoni della fragilità o della pochezza economica. Mi vengono in mente due date, i famosi novembre del 1980 ed il febbraio del 1981 : ancora

non si sa in che modo i cittadini abbiano goduto di quelle tonnellate di lire arrivate per il terremoto. Mi auguro, quindi, che il Sindaco della mia città, Raffaele Bene, ma anche Grillo di Afragola e tutti quanti gli altri Sindaci sappiano distribuire correttamente i benefici che giungeranno dal Governo. Anche il reddito di cittadinanza è stato distribuito male : doveva essere un incentivo per andare a lavoro, ma ora è diventato uno stipendio per le persone che non fanno niente e stanno a casa. Con tutto il rispetto per le manovre del governo, noi ci troviamo ancora in piena pandemia, non sappiamo quando e se finirà, quindi quando tutti quanti parlano del “dopo” coronavirus, mi suona strano. Se ci sarà un “dopo”, noi non sappiamo quali e quante aziende riapriranno”. Infine, il Dir. Troise, decide di chiudere il suo intervento, facendo un

rapido riferimento al Nord che, inspiegabilmente, continua a contrastare il Sud : “ Colgo l’occasione per ricordare questa antipatia che il Nord ha verso il Meridione : non dimenticherò mai i due tweet di Feltri all’indomani della partita del Napoli contro il Brescia, e questa antipatia per i medici napoletani che stanno studiando un sollievo, una speranza come la cura del Prof. Ascierto. Vorrei che, finalmente, l’Italia capisse che nella nostra Costituzione c’è una frase indelebile riferita alla nostra Nazione : “unica ed indivisibile”. Non capisco come sia possibile che questi signori continuino a fare polemica televisiva perché un gruppo di SCIENZIATI napoletani spera di trovare un farmaco che possa almeno attutire e, magari, guarire, certo non il virus, ma quanto meno quella brutta polmonite bilaterale che colpisce chi viene con-

tagiato”. La parola passa poi a Mauro Fellico, Direttore di RadioSvagoweb : “Devo registrare che, purtroppo, ancora una volta, abbiamo un governo che è stato poco attento. Troppi morti, si poteva fare qualcosa già a fine gennaio. Per quanto riguarda gli aiuti al Sud, la ripresa sarà molto, molto lenta. Sentir parlare il Governo del sostegno a chi “lavora a nero”, per me, è un colpo al cuore. Avrei voluto che questo governo avesse detto “diamo un sussidio a tutti”, quindi, anche a chi non lavora, e non a chi lavora a nero, che è qualcosa che va contro la legge. Senza voler creare polemica in questo difficilissimo periodo, ma sono cose che vanno evidenziate, ancora oggi è un passo che non va avanti, ma indietro. Gli stessi decreti, le autocertificazioni cambiate quasi ogni giorno, sono state prove dell’incapacità totale di gestire l’emergenza. Arriveranno i soldi al Comune,bene, ma i Comuni avranno una struttura tale da poter governare questi soldi, e dare questo sussidio ? Il problema della povertà è antecedente alla pandemia, questa non è una cosa che abbiamo scoperto oggi con la diffusione del virus, quindi i politici, già nella normalità, non sono stati in grado di gestire la questione, è per questo che con l’emergenza potrebbe essere ancora peggio. Anche la questione “tamponi” non è stata gestita con la giusta efficacia : è possibile che per fare il tampone devo aspettare tanto tempo ? Secondo me, andrebbero gestiti come si fa normalmente con


DOMENICA 12 APRILE 2020 le analisi del sangue, andando in una struttura privata, pagando il tampone in modo da verificare in tempi brevi se risulto positivo, o meno. Navighiamo a vista, oggi viene detta una cosa che, l’indomani, viene sconfessata. I piccoli imprenditori, i piccoli commercianti non sanno cosa fare, gli blocchiamo momentaneamente le tasse, e tra un mese poi, come le pagano ? Sono provvedimenti fatti per domani, e per dopodomani ? Purtroppo, con questa emergenza, nella povertà rischia di caderci non solo chi non lavora, ma anche il piccolo imprenditore”. Il dibattito si chiude, infine, con l’intervento del Direttore di Campania Felix, Antonio Scialo’ che si pone sullo stesso piano critico di Fellico : “E’ chiaro che, noi, come professionisti, dobbiamo evitare di portare avanti una polemica, in un momento in cui ci sono 202 Paesi del mondo coinvolti, oltre 108 mila morti, di cui oltre 18 mila in Italia e nel mondo 90 mila, stiamo parlando di una situazione tragica, per la quale l’Italia non era preparata da nessun punto di vista. Soltanto poche settimane fa, parlavamo del problema ILVA, del problema Alitalia, della Whirlpool, quindi non era proprio il momento storico perché l’Italia fosse colpita da un fenomeno di questa

11 portata. Noi siamo un Paese che storicamente vive dell’arte di arrangiarsi, ed è per questo che io consiglio, ai miei colleghi imprenditori, di valutare la diversificazione delle proprie attività : pensiamo a quanto siano arrivate alle stelle le vendite on-line; lo stilista Giorgio Armani ha fatto abbigliamento per le strutture sanitarie, non si fa l’alta moda, ma si realizza qualcosa che ora è necessario; ancora, Bulgari che sta facendo i sanificanti anziché produrre il profumo per via Condotti. Questo è per le grandi aziende, ma dobbiamo cercare di riportarlo anche nel piccolo, senza disperazione, e, ovviamente, con l’aiuto di un fondo finanziario, che ci deve dare il tempo di diversificare le nostre attività. La politica deve capire che vanno soddisfatti i bisogni primari, dopodiché tutto quello che è il mondo della credito deve fermarsi senza spaventare nessuno, perché sennò, qua, oltre ai morti del coronavirus, facciamo i morti dell’economia. Ci sono imprenditori che sentono la responsabilità di decine e decine di persone e che ancora non hanno capito come gestire il discorso degli ammortizzatori sociali, perché non c’è chiarezza. Se lo Stato non ha disponibilità economica, almeno dia una mano fermando tutti i circuiti delle

bollette, dei costi delle spese, degli interessi. Il Governo può stanziare quanti soldi vogliamo ma non basteranno mai, perché siamo tutti in difficoltà : non stiamo parlando di una categoria o di una fascia, ma parliamo di tanti italiani, tutti sulla stessa barca. Per questo è un po’ difficile che la politica italiana riesca da sola a rispondere adeguatamente ad un fenomeno sociale così importante, ed è necessario l’intervento dell’Europa : vorrei solo ricordare che alla Germania del secondo dopoguerra fu cancellato il 50% del suo debito pubblico, rimandando il pagamento dell’altra metà alla riunificazione. Ebbene, negli anni ‘90, la Germania non ha pagato neanche questa seconda metà. Ritengo, pertanto, che sia un momento storico in cui ci si dovrebbe imporre per l’azzeramento del debito pubblico. Non si può pensare di entrare nel MES (Meccanismo Europeo di Stabilità, n.d.r.) ed i soldi che abbiamo già dato, l’Europa ce li deve restituire. L’Italia deve guardarsi i fatti propri, è il momento in cui va data voce al Parlamento, che deve prendere la sua legittimità e deve rispondere agli italiani dando certezze. Diciamo che il coronavirus è l’occasione che l’Italia ha per riprendersi il suo Paese, e per riappropriarsi di tutte le sue ricchezze”.


DOMENICA 12 APRILE 2020

12 IMMA CASTRONUOVO Questa settimana, il Direttore Nando Troise è intervenuto in qualità di ospite su Nano Tv per commentare il difficile connubio, nel periodo che stiamo vivendo, dell’obbligo di restare a casa e della contestuale necessità di doversi recare agli uffici Postali per indifferibili esigenze individuali. Il Direttore, interpellato in merito alla vicenda che, dal vivo, il Direttore di Nano Tv, Maurizio Cerbone, stava filmando, una sommessa folla che si snodava lungo Via Cavour a Casoria, nelle adiacenze del limitrofo Ufficio postale, ha così replicato: “Premesso che io sono allergico alle contraddizioni, questa, è una chiara contraddizione, tra quanto imposto dal Governo e quanto di fatto viene disatteso da chi, per pagare una bolletta o per ritirare la pensione, si reca agli uffici postali, affollando altresì quei pochi negozi rimasti aperti. E le Forze dell’Ordine, già oberate di lavoro, non possono fare più di tanto per questa incresciosa situazione che si è venuta a creare. I pagamenti delle bollette si possono fare on line. Si tro-

L’Intervento live del Direttore Nando Troise a Nano tv sugli assembramenti agli Uffici postali e la contraddizione del “restare a casa” vi una soluzione anche per i pagamenti delle pensioni. Non è possibile che vi sia tutta questa folla per strada, con tutti i problemi legati alla trasmissione del coronavirus. Spero che il Governo, le Regioni e la Sanità si rendano conto della grave contraddizione in essere. Abbiamo compreso e condiviso, dal mio settimanale Casoriadue oltrechè dal mio portale casoriadue.it, nonché dalle

dirette su Nano Tv, che l’unica cura sono la diagnosi precoce e l’isolamento sociale. Che non mi pare siano rispettati nel caso di specie”. Il Direttore è stato quindi invitato ad esprimersi in merito alla recente notizia della citazione in giudizio per quattro milioni di euro, del Consorzio Cimiteriale nei confronti del Comune di Casoria: “ Sono 10 anni che il Consorzio accusa le Amministrazio-

ni di Casoria che si sono susseguite, che non paga la sua quota verso l’Ente, a differenza di quanto fanno invece gli altri Comuni consorziati, Arzano e Casavatore, che pagano al Consorzio la propria quota. Vedremo come si evolverà la situazione”, ha concluso il Direttore Troise, rinviando alla prossima diretta web su Nano Tv, per riprendere, quanto prima, il fortunato successo delle sue “Copertine” in contraddittorio con gli autorevoli ospiti che, di volta in volta, si sono susseguiti in trasmissione, e che, a causa della pandemia in atto, è stato necessario sospendere. Una contraddizione, quella rilevata dai Direttori, che sicuramente dovrà essere meglio regolata nei prossimi decreti ministeriali o nelle ordinanze sindacali o regionali, atteso che, il fenomeno in questione, se non correttamente monitorato, potrebbe compromettere il contenimento dell’epidemia che ci ha colpiti. Siamo fiduciosi, quindi, che quanto prima intervengano autorevoli provvedimenti a disciplinare l’increscioso fenomeno.

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RAFFAELE SILVESTRO

Un mese, ecco da quanto tempo siamo in casa

Cerchiamo hobby, film, serie tv, insomma, si trova qualcosa per occupare il tempo in qualsiasi modo, lo facciamo per noi, perché restare a casa era e sarà ancora fondamentale. Abbiamo parlato negli ultimi numeri di quanto questo virus abbia fermato l’economia di una nazione intera. Abbiamo scritto e riscritto di molti piccoli imprenditori che si trovano in difficoltà. Purtroppo siamo stati costretti a scrivere di ciò per onorare quella che è la nostra professione, anche se, in cuor nostro, non avremmo mai voluto riportare tali disgrazie. Noi, in realtà, volevamo narrare solo quella che è la nostra vita quotidiana, descrivere quelli che sono i classici problemi di alcune cittadine, o decantare gli spettacoli che Il teatro Eduardo De Filippo ci proponeva, e invece tutto fermo. In programma c’erano ancora molte rappresentazioni che sicuro non ci saremo perse, ma questo vuol dire che al ritorno della normalità, quando potremo uscire, abbracciarci, stare insieme, sarà più bello andare a teatro. Un teatro che ora è vuoto, le luci sono spente, il sipario è chiuso a tutto ciò che doveva essere, ma che sicuramente sarà. Perché non dobbiamo demordere, torneremo a vivere come prima, torneremo a riaffollare il teatro e goderci tutto ciò che ci propone. Avremmo dovuto vede-

re Ciro Cerruti, il dieci e undici marzo, ci sarebbero state le due repliche dei grandi della commedia napoletana Biagio Izzo e Carlo Buccirosso, e in conclusione ci saremmo gustati la chiusiura della stagione teatrale con il Musical di Sal Da Vinci. Tutti spettacoli di grande calibro, nomi di grido come lo sono stati tutti gli altri del cartellone proposto dalla dirrezione del teatro arzanese, purtroppo però dovremmo attendere ancora pò per riassaporare le serate culturali, questo virus ci sta indebolendo, ma non dobbiamo fermarci, continuiamo a seguire tutte le regole che ci hanno dato, restiamo a casa, credetemi se vi dico, che un giorno, ne sarà valsa la pena.

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14 ROSA DAVIDE

Guida all’utilizzo delle mascherine Le mascherine sono mancanti nelle farmacie già da fine dicembre, riuscire a reperirle ai tempi del Covid-19 è diventata un’ardua impresa. Da diverse settimane sentiamo parlare del rincaro dei prezzi e della scarsa (se non nulla) disponibilità delle stesse anche all’interno degli ospedali. E’ notizia recente che alcune regioni italiane abbiano introdotto o stiano valutando di rendere obbligatorio l’utilizzo di questi dispositivi di protezione. Molteplici e contrastanti sono le opinioni da parte degli esperti sulla reale efficacia delle mascherine e su quali tipologie scegliere. Cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento, per capire cosa sia effettivamente utile per proteggerci e proteggere gli altri, senza perdere tempo dietro alle informazioni più disparate. E’ ormai cosa nota che il contagio da Covid19 avviene attraverso i droplets respiratori, ovvero quelle microscopiche goccioline che vengono emesse attraverso tosse e starnuti. Grazie a queste goccioline il virus può viaggiare e diffondersi, per poi entrare all’interno del l’organismo attraverso bocca, naso e occhi. I respiratori, comunemente chiamati mascherine, rappresentano un’arma importante per la difesa collettiva. Ovviamente, per scegliere il dispositivo più appropriato occorre valutare diversi parametri: la capacità filtrante, la presenza o meno della valvola e il face-fitting (la modalità di aderenza della

mascherina a naso e bocca). I dispositivi N95, FFP2 e FFP3 sono in grado di filtrare l’aria inspirata con buona efficienza, e costituiscono una buona barriera in emissione, evitando la diffusione delle suddette goccioline. La mascherina chirurgica (in polipropilene) costituisce una prevenzione piuttosto modesta ma comunque sufficiente, per chi non è un operatore sanitario o non svolge lavori che necessitano di uno stretto contatto con il pubblico. Negli ultimi giorni si parla soprattutto sui social di mascherine più o meno “egoiste”, in riferimento alla presenza della valvola esterna. La valvola consentirebbe di non infettarsi ma di lasciar passare il virus quando invece si è già infetti. Quest’ultima ha infatti un flusso

monodirezionale: filtra solo ciò che entra nella maschera e non quello che esce. Le chirurgiche sarebbero invece mascherine “altruiste”, perché non evitano il contagio per chi le indossa ma gli consentono di proteggere gli altri. Come dobbiamo comportarci allora? L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di indossare una mascherina solo se si presentano sintomi sospetti, quali tosse e starnuti, oppure se ci si prende cura di persone a rischio (anziani, immunodepressi). Il concetto è ampiamente ribadito anche sul sito del Ministero della Salute. Tuttavia, quando parliamo (pur essendo asintomatici) dalla nostra bocca si ha la fuoriuscita di goccioline, che potrebbero depositarsi sulle superfici. Questo

si può evitare in primis mantenendo sempre la distanza di un metro e poi comprendo naso e bocca quando siamo a contatto con gli altri. Se portiamo in giro il cane o viaggiamo in macchina da soli non è opportuno indossare una mascherina. Se invece dobbiamo recarci al supermercato rischiamo di contaminare prodotti, carrello e cassa. Per evitare questo è sufficiente utilizzare una semplice mascherina chirurgica o coprirsi naso e bocca in qualsiasi modo. Non è necessario usare mascherine FFP2 o FFP3 per andare a fare la spesa. Queste ultime potrebbero però rappresentare un salvavita per i medici e per tutti coloro che in questo momento sono a rischio all’interno degli ospedali. A voi la scelta.

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DOMENICO BORRIELLO

Promosse le università, ma ora qualcuno salvi la sessione estiva

L’emergenza sanitaria ha cambiato moltissimo le nostre abitudini, anche quelle degli studenti universitari di tutta Italia. La cameretta dove per anni hanno ripetuto – facendo avanti e indietro – le ultime cose alla vigilia di un esame si trasforma, magicamente, nella sede d’esame. Il percorso tra il letto e il computer è certamente meno faticoso di quello tra casa e stazione: eppure siamo sicuri che agli studenti manchi affrontare treni, venditori abusivi e peripezie di altro tipo lungo il percorso. Come si reagisce a questo repentino cambio dipende sicuramente dal tipo di soggetto: c’è chi la vive con maggiore tranquillità, sentendosi coccolato e protetto dalle mura di casa. C’è chi, invece, è ansioso di natura e quindi la vive sempre con ansia, forse ancor maggiore. E che cosa succede se la connessione si blocca? Se per qualche ragione si arriva a un blackout su scala nazionale? Se, se, se. Tanti se, tante paure. Soprattutto per chi si trova ad affrontare per la prima volta una videochiamata d’esame, perché a quanto pare gli altri si sono ormai abituati. Bisogna certamente rivolgere un grande plauso alle università e a tutto il suo corpo docenti: molto spesso bistratto, il si-

stema italiano ha risposto alla grande a una sfida epocale e sta accompagnando i suoi giovani studenti in questa complessa fase storica. Gli esami a distanza funzionano e funziona anche la didattica a distanza. La maggior parte degli atenei si è affidata a Microsoft Teams, un programma certamente molto valido per creare delle vere e proprie aule virtuali. L’impegno della stragrande maggioranza del corpo docenti è sicuramente straordinario ed evidenzia come professionalità e umanità di certo non manchino nei nostri luoghi della cultura. Persino le lauree sono state affidate a questa inusuale modalità e ne sono testimone e protagonista, avendo da poco brindato dinanzi ad uno schermo per un traguardo

ambitissimo e meritato all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. La laurea è il momento clou e di certo non è mancata l’emozione: forse la situazione che stiamo vivendo ha addirittura amplificato il momento, rendendolo ancor più memorabile proprio per la sua unicità. Quindi mi sento di dire che le nostre università vadano assolutamente promosse perché il modello a distanza funziona perfettamente e non c’è nulla che in questo settore l’Italia abbia da invidiare a paesi notoriamente più “smart”. Certamente ci sono degli appunti da fare: non dobbiamo commettere l’errore di pensare che tutti abbiano a casa una connessione ad internet e/o un dispositivo capace di reggere programmi professionali di videochia-

mata. C’è una piccola fetta di popolazione studentesca che vive una situazione di difficoltà e lo Stato dovrebbe far sentir loro la sua vicinanza, perché il diritto allo studio è sacrosanto. Già dalle pagine web di questo settimanale avevo pensato ai comuni: potrebbero mettere a disposizione degli spazi informatici ai quali fare accesso – previa prenotazione per evitare assembramenti e una valida giustificazione della richiesta di utilizzo – permettendo così a chiunque di svolgere un esame o una seduta di laurea, anche se non munito del necessario a casa. Inoltre non è da sottovalutare il problema degli studenti che stanno preparando gli esami: in molti – per ovvie ragioni di natura pratica ed economica – non riescono a reperire i testi per preparare la loro prova. Sempre i comuni potrebbero mettere a disposizione un servizio di stampa per appunti e/o dispense necessari e le università – attraverso i propri docenti – mettere a disposizione dei file Pdf per i propri studenti. Tanti lo fanno, ma non tutti. E ciò arreca non pochi problemi: rischiano di saltare - per molti - appelli di esami straordinari e persino la sessione estiva. Salvate quanto di buono realizzato fino a questo momento.

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16 FRANCESCO D’ANNA

VIA NICOLA ROCCO, UNO SCENARIO HORROR Ci chiediamo tutti, ormai, le cause per le quali Via Nicola Rocco, che prende il nome da Nicola Rocco (un giurista italiano e CASORIANO), ad oggi è ancora quasi del tutto chiusa, se non fosse per quell’esiguo marciapiede che almeno offre la possibilità ai pedoni di transitare. Bene, ai tempi moderni, del COVID-19, quel piccolo tratto di strada, in cui circolano uomini e donne con mascherine e guanti, sembra essere lo scenario di un film horror, proprio come quello di The Road oppure di Contagion. Al di là della retorica, questo è un problema grave, da oltre un anno, per via dell’agibilità di un palazzo, un’importante arteria casoriana è chiusa, ricordiamo che Via Nicola Rocco è fondamentale per l’accesso a due macro-aree di Casoria, Via Alessandro Manzoni e Via Principe di Piemonte. Un problema che flagella il nostro territorio, ma che sicuramente non riguarda solo via Nicola Rocco, è proprio la staticità, un mezzo che rallenta, rallenta gravemente un percorso che dovrebbe essere naturale, o quanto meno semplice. Ricordiamo che sono trascorsi

più 12 mesi dalla sua chiusura, dalla chiusura di una via storica di Casoria, la quale rammenta proprio una delle famiglie storiche ed illustri che vi passarono. Basti pensare proprio a Nicola Rocco, nato a Casoria nel lontano 1881, il quale seguì la plurisecolare tradizione della famiglia (ricca di magistrati e giuristi), dedicandosi allo studio del diritto. Appena venticinquenne pubblicò un imponente trattato di Diritto civile e, dal 1838, ricoprì l’incarico di giudice al Tribunale di Palermo, trasferendosi poi a Napoli dieci anni dopo, quale

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

giudice della Gran Corte Civile e, dal 1862, Presidente di sezione della Corte d’appello e professore di Diritto Internazionale e Commerciale presso l’Università Federico II di Napoli. Nel 1842 pubblicò il trattato “Dell’uso e autorità delle leggi considerate nelle relazioni con le persone e col territorio degli stranieri”, pima opera in assoluto sulla materia, ritenuta di grande importanza e studiata in tutte le università d’Europa che di fatto sanciva la nascita del Diritto Privato Internazionale. Sarebbe realmente un peccato e un rammarico lasciare una via che racchiude tradizioni secolari in tali condizioni. Ma non solo, in Via Nicola Rocco, essendo totalmente isolata, aumenta il rischio di presenze criminali e tempo addietro un residente affermò: “Questo favorisce la microcriminalità: proprio perché è difficile da raggiungere qui si rischia l’aumento degli episodi malavitosi’’. Appena la vita riprenderà del tutto, lasciandoci alle spalle l’incubo COVID-19, non vi saranno più scuse; i problemi di Via Nicola Rocco dovranno essere risolti.

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


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ESPEDITO D’ANTO’

SITO INPS DOWN: ATTACCO HAKER OPPURE INADEGUATEZZA DEI SERVER? Con il decreto “Cura Italia” è stata data la possibilità a lavoratori autonomi e professionisti di fare richiesta per un bonus “una tantum” di 600 euro, attraverso il sito web dell’INPS. Mercoledi 1 Aprile, data dalla quale era possibile effettuare le domande, un esercito di persone interessate si sono fiondate sul sito dell’INPS per inviare la richiesta. Un assembramento virtuale dovuto anche alle poco chiare informazioni che erano circolate nei giorni precedenti, infatti non è mai stato veramente evidente se i soldi stanziati fossero stati erogati in ordine cronologico fino ad esaurimento fondi. oppure sarebbero bastati per tutte le domande. Ormai è prassi nella gestione di questa emergenza, una evidente inefficienza da parte di questo governo nella gestione delle decisioni e soprattutto delle informazioni. Ma proviamo a fare chiarezza avvalendoci del parere di esperti del settore informatico: Come dicevamo, Mercoledi 1 aprile migliaia di persone si sono collegate contemporaneamente al sito ufficiale dell’inps, dopo un po’ il portale ha iniziato a mal funzionare non permettendo a tutti i navigatori una navigazione

efficace. Fin qui ancora un problema comprensibile considerando le circostanze. Ma siamo solo all’inizio di una serie di problematiche e situazioni imbarazzanti che di li a poco si sarebbero verificate, infatti per qualche ora accade qualcosa di inimmaginabile per un sito istituzionale governativo. Dopo il malfunzionamento il portale va letteralmente in tilt in maniera molto grave perché, in barba a qualsiasi normativa internazionale della privacy, rende praticamente pubblici i dati sensibili di migliaia di persone ad altri utenti che cercavano di collegarsi con i loro account. Dopo questa tragedia l’INPS comunica che il sito resterà chiuso in quanto vittima di un attacco hacker.

Questa giustificazione sinceramente è apparsa fin da subito alquanto strana, soprattutto a noi addetti del settore digitale. Raggiungiamo telefonicamente Francesco Galli, esperto informatico del Parlamento che dichiara: “Sembra incongruente la possibilità di un attacco hacker al portale dell’INPS, io sarei più dell’idea che si tratti di un problema dovuto ai server che non sono stati preparati e ampliati ad affrontare la prevedibile situazione. Gli sviluppatori del sito Inps, osserva l’esperto, non hanno considerato la possibilità di periodi con flussi di traffico eccezionali dati da un’eventuale emergenza. Dunque il back-end (l’area privata d’accesso di ogni singolo utente) della piatta-

forma non ha retto, semplicemente è andata giù. Tesi che è stata confermata anche da Anonymous la famosa rete dei pirati informatici che ha addirittura deriso l’accaduto dichiarando che questa volta non è merito loro, anzi lo stato ha fatto tutto da solo togliendo agli hacker il divertimento”. Insomma sembra davvero la solita commedia all’italiana fatta di barzellette, colpi di scena e derisioni reciproche, e potrebbero essere anche episodi da raccontare per farsi due risate se non si trattasse del governo italiano e delle necessità delle persone. Ultimo sfottò è arrivato da Pornhub il celebre sito web di contenuti hard che con un tweet ha dichiarato “Vorremmo offrirvi aiuto per potenziare il vostro sito grazie ai nostri server, contattateci”. In effetti i loro server sono in grado di sostenere circa 120 milioni di visitatori al giorno senza avere nessun intoppo, quindi quello che può sembrare una presa in giro nei confronti del sistema digitale dell’INPS è purtroppo anche una triste realtà. Fortunatamente nei giorni successivi il sito è stato riparato e sembra che tutti siano riusciti ad inviare per tempo le domande per il bonus 600 euro.

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DOMENICA 12 APRILE 2020


DOMENICA 12 APRILE 2020

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DANIELE ESPOSITO*

SEGNALI CHE STAI ASSUMENDO TROPPO ZUCCHERO

Molti pensano che solo i diabetici soffrono per gli alti livelli di zucchero nel sangue, ma non è così. Chiunque può soffrire e non accorgersi dei danni arrecati ai nervi, vasi sanguigni e organi, causati da un eccesso di zuccheri nel sangue. Per prevenire le complicazioni, è necessario riconoscere i sintomi in tempo: FAME COSTANTE: avete appena mangiato e sentite ancora il bisogno di cibo? Segno che probabilmente mangiate troppo zucchero; alti livello di zucchero nel sangue impediscono al glucosio di penetrare nelle cellule, il risultato è che il corpo non riceve energia e chiede altro cibo, ancora e ancora. Cercate di ridurre bevande gassate e non mettete lo zucchero nel the e nel caffè, i risultati si noterà molto presto. SENSO DI STANCHEZZA: nemmeno vi siete svegliati e già vi sentite stanchi? C è una ragione molto semplice per questo: alti livelli di zucchero nel sangue fanno si che il corpo non assorbe correttamente il glucosio, l energia è utilizzata in maniera non efficiente e le cellule non ricevono il carburante necessario ecco perché spesso ci si sente stanchi senza motivo. FREQUENTE BISOGNO DI URINARE: se lo zucchero nel sangue è troppo, i reni non riescono a riassorbire i liquidi il che è un male. Per mantenere uguali i livelli di glucosio nel sangue e nelle cellule il corpo dissolve il sangue in fluidi intracellulari per normalizzare la concentrazione di glucosio, il cui risultato sono minzioni più frequenti. PELLE SECCA: la pelle secca ha una connessione con alti livelli di zucchero nel sangue ecco perché: l eccesso di urine disidrata il corpo al punto che la pelle inizia a seccarsi; problemi alla pelle delle gambe sono segno di

una restrizione delle arterie è cattiva circolazione del sangue; danni ai nervi possono sconvolgere le normali funzioni delle ghiandole del sudore, inoltre viene a sbilanciarsi l idratazione della pelle. DIFFICOLTÀ DI CONCENTRAZIONE: conosciamo tutti l adagio secondo cui al cervello serve zucchero per funzionare meglio. Ma in realtà alti livelli di zucchero impediscono al glucosio di penetrare nelle cellule cerebrali così che il cervello fatica ad avere energia e quindi ne risentono la velocità di pensiero e la capacità di prendere decisioni. VISTA SFOCATA: la vista sfocata è il risultato dell’effetto disidratante degli alti livelli di zucchero nel sangue, di cui risentono anche le cellule degli occhi. L’effetto e di deformarle e far perdere all occhio la capacità di mettere a fuoco correttamente. GUARIGIONE PIÙ LENTA DA TAGLI E FERITE: questo succede a causa dei danni vascolari che provoca una cattiva circolazione del sangue soprattutto negli arti inferiori con conseguente irrorazione insufficiente dei tessuti. IMPOTENZA: anche le difficolta erettili possono succedere a causa degli

alti livelli di glucosio nel sangue. Un erezione normale richiede nervi sani, buona circolazione sanguigna e il giusto equilibrio ormonale. Un eccesso di zucchero nel sangue può avere effetti negativi su ciascuno di questi sistemi. IRRITABILITÀ: le ricerche dimostrano che chi ha alti livello di zucchero nel sangue è anche più ansioso. Il cervello dipende dalla giusta quantità di glucosio,e cambi improvvisi nei suoi livelli hanno effetti negativi su suo funzionamento ne risulta un peggior dell’ umore. Infatti lo zucchero influenza anche l assorbimento di un altro nutriente che regola l umore, il cromo, il quale serve a tenere stabile il livello di zucchero nel sangue. L’insulina, che rimuove il glucosio dal sangue, non funziona correttamente in sua assenza. Il mio consiglio è mangiare una porzione di mandorle 5-10 nei momenti in cui si sente il bisogno di zucchero. I grassi insaturi contenuti nelle mandorle, terranno a bada la glicemia e compenseranno il fattore astinenza.

*Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.

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Salvatore Iavarone*

Zona a traffico limitato a Casoria… Diventa una realtà quello che da anni si chiedeva, diventi un’opportunità per il territorio

Con Delibera di Giunta numero 26 del 5 Marzo 2020 sono stati approvati gli “INDIRIZZI PER L’ISTITUZIONE DELLA ZONA A TRAFFICO LIMITATO (ZTL) E DEL RELATIVO SISTEMA DI CONTROLLO DEGLI ACCESSI DEL CENTRO STORICO DI CASORIA”, una delibera attesa da anni e che diventa finalmente realtà. Avevamo anticipato da queste pagine un progetto per il rilancio del centro storico della città, ed arrivano i primi segnali concreti di realizazzione di questo progetto. L’ Amministrazione che ha tra i suoi obiettivi strategici la riduzione degli effetti negativi della circolazione veicolare, vista la fragilità del sottosuolo, il miglioramento della vivibilità del centro storico rafforzando la sua destinazione di centro commerciale naturale, di riferimento culturale territoriale oltre che luogo di rappresentanza, di servizi e di residenza e considerata la struttura del centro storico di Casoria, e le sue specificità si è ritenuto di programmare un importante piano di riqualificazione con conseguente adeguamento della mobilità anche in linea con la programmazione urbanistica del futuro Piano Urbanistico Comunale e dei fondi POR FESR 2014-2020 del Programma integrato Città Sostenibile. Tra i vari interventi l’attivazione di una ZTL può produrre ulteriori benevoli effetti sulla circolazione che derivano dalla minor presenza di veicoli a motore e dalle positive ricadute in termini di sicurezza, tutela dell’ambiente, rispetto del diritto al riposo e alla quiete pubblica, migliore fruibilità del patrimonio culturale, storico e artistico e utilizzo degli esercizi di vicinato e di somministrazione in tranquillità. Il dispositivo della ZTL che si intende attuare persegue le seguenti finalità: limitare la circolazione di veicoli pesanti, vista la fragilità del centro storico caratterizzata dalla presenza di numerose cavità antropiche nel sottosuolo; avviare un processo di riqualificazione urbana del centro storico; eliminare da alcuni assi l’eccesso di traffico causato dai flussi di attraversamento, escludere il traffico non “pertinenziale”, limitando la circolazione dei veicoli commerciali pesanti; creare zone libere decongestionate dal traffico; ridistribuire lo spazio stradale tra le diverse utenze della strada; riorganizzare i flussi di traffico secondo una gerarchia stradale ben definita; ottenere una riqualificazione ambientale del territorio interno contenendo il traffico di attraversamento; garantire una maggiore sicurezza, soprattutto per le utenze deboli; ridurre l’inquinamento atmosferico e da rumore nelle zone più

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abitate e frequentate del territorio, qual è il centro storico; Sarà comunque consentita l’autorizzazione all’accesso alle zone controllate, aderendo pienamente ai principi espressi nel DPR 250/99. Sul prossimo numero daremo maggiori informazioni per i residenti su : Indirizzi per la regolamentazione della circolazione all’interno della ZTL Tipologia delle autorizzazioni al transito e alla sosta Orario della ZTL e limitazioni Sistema di controllo della ZTL dai varchi elettronici Requisiti per il rilascio di autorizzazioni permanenti Requisiti per il rilascio di autorizzazioni temporanee Presentazione delle domande, istruttoria e rilascio delle autorizzazioni Sanzioni La zona a traffico limitato interesserà la zona tra: intersezione fra via Santacroce e p.zza Santacroce; intersezione fra Via Cardinale Maglione angolo Piazza Benedetto XV; intersezione fra Via San Mauro angolo Via Cavour; intersezione fra Via San Sebastiano angolo Via San Rocco. Intanto bisogna sottolineare che il periodo di stop imposto dal Covid 19 ha bloccato momentaneamente l’avvio dei lavori per la segnaletica e l’entrata in vigore della ZTL, ma alla ripresa questa sarà sicuramente una priorità. Ma nell’agenda politica della città questa deve essere una priorità supportata da una serie di priorità che indicai in un precedente articolo, ad iniziare dall’individuazione di nuove aree parcheggio a servizio dell’area ( a cominciare da quelli, le cui autorizzazioni sono ferme da anni, come ex Cinema Rossi e parcheggio all’interno dei Camilliani), all’avvio di un bando rivolto a giovani per la creazione di nuove attività commerciali per rivitalizzare il centro storico consentendo l’eliminazione dei tributi locali per cinque anni nella zona ztl. All’ufficio urbanistico il compito della realizzazione di uno sportello veloce per l’istruttoria di autorizzazioni per eco e sisma bonus per consentire il rifacimento delle facciate dei palazzi nel centro storico. Ci sono molte cose da fare alla ripresa, l’amministrazione tutta, sarà all’altezza di porre questa come una priorità? Consigliere comunale e presidente della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”

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Covid-19: Le banche, ora, devono fare la loro parte

La parola di questa domenica è “Banca” anch’essa molto usata nelle ultime settimane, alla luce degli ultimi decreti del Governo che coinvolge le imprese, professionisti e le famiglie. Quindi abbiamo raggiunto al telefono il dott. Vincenzo Imperatore, esperto in materia, Consulente di direzione, giornalista (Il Fatto Quotidiano) e scrittore, una persona che certamente non parla il “banchese”: Caro Vincenzo, il coronavirus sta avendo un impatto severo sul sistema economico nazionale, come tocca il sistema bancario? Lo tocca nella misura in cui tutte le iniziative prese dal Governo passano, purtroppo per il sistema bancario, ma lo tocca anche in termini di diminuzione degli asset che, le banche stanno subendo dal crollo dei mercati finanziari riducendo in modo incredibili il valore iscritto nel loro stato patrimoniale; la crisi che toccherà le varie imprese sarà anche un crisi di recupero crediti, ci sarà una bella stagione di contenziosi bancari, indipendentemente dalle misure creditizie varate dal Governo, riguarderà in particolar modo quelle imprese che precedentemente già avevano sofferenze. Come gli istituti di credito possono stare vicini alle imprese e alle famiglie alla luce degli ultimi decreti “CuraItalia” e “Liquidità”? Possono stare attraverso la trasparenza, la lealtà, l’etica, pochissime banche in questo momento, facendo i nomi: Banca Etica, Banca Sella e Allianz Bank hanno semplificato le procedure per la sospensione delle rate dei mutui, la maggior parte delle altre invece non hanno fatto altro che con il loro comportamento ostruzionistico, di stancare e di rendere difficile la vita al cittadino. Quindi comportamento di agevolazione delle procedure. Come sempre il bancario fa il forte con i deboli ed è debole con i forti. Le piccole e piccolissime imprese che impatto avranno sul loro fatturato? Sarà un dramma, le piccole imprese nel nostro paese rappresentano l’85% del tessuto produttivo dell’Italia, vivono di capitale circolante, nel senso che non accumulano ricchezza da oltre 20 anni, non accantonano utili, ma il loro budget familiare, il loro “stipendio” escono da quello che loro definiscono il “giro” il quale produce anche il loro sostenta-

mento. E siccome il “giro” si è fermato almeno da venti giorni e probabilmente almeno per un altro mese, quel minimo di liquidità che avevano tra le mani anche per il loro sostentamento è stato assorbito. Quindi dovranno ripartire da zero, dovranno rinvestire nell’ avviamento se così si può dire, proprio perché il fatturato risentirà di una crisi economica che produrrà un abbassamento dei livelli di consumo. Sarà previsto secondo te una moratoria sui fitti delle attività commerciali e studi professionali? Si sta discutendo abbastanza in questo momento, se non è stata ancora prevista ci sono comunque dei comportamenti etici che vanno presi in considerazione. Dalle mie notizie, comunque sarà previsto qualcosa a riguardo nel più breve tempo possibile. Quali istruzioni puoi’ dare in merito agli assegni bancari in scadenza che tanti piccoli commercianti hanno emesso, trovandosi adesso in difficoltà a coprire nelle prossime settimane? Il decreto “Liquidità” prevede sospensione dei termini per tutti gli assegni emessi dopo il 9 aprile, perché si presume che per tutti gli assegni emessi precedentemente e quindi con scadenza fine marzo ci sarebbero dovute essere le coperture relative ai mesi di gennaio e febbraio, ma sappiamo che cosi non è, chi vive come noi le realtà delle piccole imprese, perché si tratta di tutti assegni postdatati fatti 6 mesi fa di solito fatti al buio senza aver fatto un minimo di programmazione sul fatturato e sulla redditività. Però dobbiamo essere anche corretti e dire che la nostra piccola impresa conta un’ iamento standard che

bravi dal punto di vista fiscale e contabile ma non tutti hanno competenza per una consulenza direzionale strategica. Infatti, l’imprenditore continua oggi a navigare a vista secondo il suo fiuto, senza avere uno strumento di controllo di gestione, senza avere un’idea di come gestire la finanza, gestire la cassa, senza la gestione di marketing con strumenti web/social adatti non solo per la grande azienda, ma da attuare anche alla piccola impresa. Il decreto “CuraItalia” ha disposto la sospensione del pagamento delle rate sui mutui puoi spiegare ai nostri lettori come avviene ? Avviene semplicemente, inviando una richiesta alla vostra banca a mezzo pec, con un’ autocertificazione, se siete lavoratori dipendenti, disoccupati o in cassa integrazione; se invece siete dei lavoratori autonomi, partite iva, piccole imprese, dovete dimostrare di aver avuto una riduzione di fatturato dal 21 febbraio in poi superiore al 33% rispetto al fatturato medio giornaliero dell’ultimo trimestre del 2019 attraverso l’autocertificazione. E’ possibile sospendere l’intera rata senza distinzione degli interessi e/o quota capitale. In ultima analisi se vi dovessero creare problemi, revocate i RID che non succederà nulla, non sarete segnalati in centrale rischi, se rientrate nelle categorie sopra indicate. Infine, il decreto “Liquidità”, ha previsto una forma di finanziamento semplificato, senza garanzie, di Euro 25.000,00, come è possibile richiedere? Ai 25.000,00 euro possono accedere tutti, ma quando parliamo di tutti, sembra una dichiarazione enfatica, poi andando a leggere bene nel decreto si scopre che, possono sì accedere tutti, con una semplice autocertificazione senza valutazione del merito creditizio, ma sono esclusi quelli che hanno già segnalazione a sofferenza, partite incagliate, inadempienze probabili e sconfinamenti oltre i 90 giorni. Quindi, non è vero, che tutti possono ottenere il finanziamento. In pratica potranno accedere pochissime persone, visto che, nel nostro panorama imprenditoriale soprattutto le piccole imprese, la maggior parte di loro hanno almeno una segnalazione di uno sconfinamento superiore ai 90 giorni o addirittura un’inadempienza probabile. E’ populismo puro dire che tutti possono accedere!


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Augurissimi

“Il direttore Troise e la redazione rivolgono i più sentiti auguri a Domenico Borriello - collaboratore di CasoriaDue - che si è laureato il 7 aprile all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi su “Islam e sport. Dai consigli di Muhammad a Qatar 2022”

Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.

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Un benvenuto al mondo a Chiara Di Palma! Con lei si intravede di nuovo l’ arcobaleno “Buona vita” dai tuoi nonni!

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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 10 aprile 2020

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 0817311062 email: casoriadue@libero. it


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