Domenica 10 maggio

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DOMENICA 10 MAGGIO 2020

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ANNO XIX - N° 19 - DOMENICA 10 MAGGIO 2020

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Da Pecoraro a Spadafora, l’ennesima domenica senza pallone dalle mille domande


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CIRO TROISE

Da Pecoraro a Spadafora, l’ennesima domenica senza pallone dalle mille domande

Per chi è abituato a trascorrere i weekend sui campi, passando dalla Primavera all’Under 15 e poi volando al San Paolo e seguendo nel frattempo tante partite in tv, la domenica senza calcio è una condanna. Sembra che il tempo sia sospeso, consegnato all’inerzia, una sensazione comune nei giorni del lockdown dovuto all’emergenza coronavirus. Il pallone, però, non t’abbandona mai del tutto e tra l’intervista dell’ex procuratore federale Pecoraro e il post del ministro Spadafora ci siamo posti tante domande. Sono convinto che il nostro mestiere sia formulare soprattutto degli interrogativi e m’illudo che possano arrivare delle risposte, se non sarà così m’accontenterò di aver stimolato le riflessioni e il dibattito. 1) Perché Pecoraro non ha denunciato prima la mancanza della comunicazione audio tra Orsato e il Var in InterJuventus? Cosa ha aspettato per dimettersi visto quanto dichiarato anche sugli episodi di razzismo durante InterNapoli del 26 dicembre 2018?

3) Perché due anni fa il presidente De Laurentiis non intervenne dopo Inter-Juventus o al massimo prima di Fiorentina-Napoli?

Le venti domande all’ottava domenica senza calcio

2) Nella sua intervista giustamente sottolinea la necessità di riformare certi aspetti del calcio italiano come la presenza degli arbitri nel Consiglio Federale come componente politica. Perché questo tema non viene approfondito in modo serio?

4) La prestazione di Orsato in quel maledetto Inter-Juventus fu giudicata eccellente (voto 8.50). Se è stato così bravo, perché non arbitra l’Inter da quella sera? Come si fa a definire eccellente una prova condizionata da un errore così gigantesco come quello del caso Rafinha-Pjanic? 5) È corretto “bollare” le dichiarazioni di un ex prefetto ed ex presidente della Procura Federale come se fossero gli sfoghi di un “signor nessuno” che non conosce il protocollo Var? 6) Voi che avete la verità in tasca, avete la certezza che l’entrata di Pjanic non possa essere punita con il rosso diretto? Sicuri che non sia un caso di vigoria sproporzionata? continua a pag. 4


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perdite? Pensa veramente che bastino i bonus e i fondi che ha annunciato dal Credito Sportivo per i dilettanti?

SEGUE da pag. 3

7) “C’erano i colloqui di tutto tranne che di quell’episodio”, racconta Pecoraro. È evidente anche dalle immagini che Orsato parli con qualcuno, con chi si confronta se non con il Var? Quando si farà chiarezza? 8) Nella riforma del calcio italiano postpandemia, c’è spazio per la trasparenza? Quando sarà introdotto il sorteggio integrale nelle designazioni arbitrali? Nell’unica stagione in cui il calcio italiano ha adottato questo strumento, ha vinto lo scudetto il Verona, non una big. È solo una coincidenza? 9) Passiamo ai giorni nostri, al pallone che sembra non tornare a rotolare. Caro ministro, ma chi ha scritto quel post domenica scorsa? Rancoroso, come se ci fosse una battaglia personale, ideologico contro il calcio e soprattutto in uno stile da guerra dei poveri: lavoratori del pallone contro quelli degli altri sport. È farina del suo sacco? Opera dei suoi collaboratori? Sono gli stessi che non l’hanno corretta in tempo quando voleva organizzare il vertice del mondo del calcio senza Sibilia e Ulivieri? Nella seconda ipotesi, sarebbe il caso di fare una riflessione su chi la circonda 10) Ministro, lei ha “corretto” il premier

15) La serie B e la C chiedono al Governo la cassa integrazione per i lavoratori (calciatori compresi) che guadagnano meno di 50000 euro all’anno. Qual è la risposta?

Conte domenica scorsa e la settimana dopo ha delegittimato l’intervento delle Regioni e del Viminale sugli allenamenti individuali. Non sta andando oltre le regole democratiche? 11) Se la salute è l’assoluta priorità, è più facile disciplinare la ripresa di palestre o centri sportivi o della serie A? Perché li mette in contrasto? 12) Perché fa da sponda ai presidenti che vogliono fermarsi per fare un colpo di spugna tra il rosso dei loro bilanci e gli stipendi ai calciatori che risparmierebbero? 13) In caso di stop, come pensa di colmare il gap del denaro proveniente dal meccanismo della mutualità per la serie C e i Dilettanti? 14) Quali sono le risposte ai trecentomila lavoratori del mondo del calcio? Qual è il piano per limitare i danni delle

16) Vista l’impossibilità di prevedere un vaccino o una crescita nelle cure, su quali basi per il calcio la situazione dovrebbe essere diversa a settembre piuttosto che a giugno? 17) La Lega Serie A può mai credere alla promessa di un governo dagli equilibri traballanti su un calo della pressione fiscale per il mondo del calcio? 18) Caro ministro, si è fatto un’idea di quante società di calcio falliranno tra la C e i Dilettanti? Ha studiato un piano per aiutarle? 19) Qual è il piano per colmare le perdite degli altri sport senza gli introiti del calcio? Come pensate di risolvere il problema delle pay-tv o è ancora attratto dalla bizzarra idea delle partite in chiaro? 20) Perché le federazioni nazionali non chiedono alla Uefa di rimuovere il vincolo temporale d’inizio agosto per la chiusura dei campionati?

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IMMA CASTRONUOVO

Il Napoli tinto d’azzurro nelle immagini di repertorio di TV LUNA, la “vis” del suo Direttore Carlo Alvino, la spasmodica attesa delle decisioni di Spadafora: anche questa, è “Vita”!

Il Calcio, una fuga dalla noia. Un’emozione che ci aiuta ad evadere dalle maglie strette di norme che ci attanagliano la vita. In vista di un Bene superiore, certo, la Salute; ma, pur sempre, delle gabbie alle nostre libertà di azione. In questo periodo di clausura forzata causa pandemia, anche il Calcio ha subìto, come tutti gli altri settori, una battuta d’arresto; abbiamo tuttavia alimentato le nostre passioni calcistiche grazie al “ricordo” che emittenti Tv, come TV LUNA, hanno copiosamente contribuito a rinverdire, mandando in onda le “glorie” del Napoli, dall’arrivo di Maradona fino alla Vittoria del primo e del secondo scudetto. Abbiamo così potuto fare un tuffo nel passato, e rievocare, grazie ad emittenti come TV LUNA che ce l’hanno consentito, di riandare, nuovamente, con la mente a quel magico periodo in cui il Napoli coronava il suo sogno di acquistare Maradona e, con lui, conquistare il primo scudetto; chi di noi, nel rivedere quelle immagini di repertorio, non è scattato dalla sedia ed ha gridato, ora come allora, catapultati in un sogno che stavamo di nuovo rivivendo, “Siamo Grandi! Siamo Campioni d’Italia!”, e gli occhi si sono umettati di lacrime di

gioia. Poi, siamo tornati alla brusca realtà; però, per quei brevi istanti, in cui le immagini ci rimandavano Maradona e compagni nello spogliatoio, a festeggiare la vittoria epocale del primo scudetto, noi eravamo lì con loro, indietro nel tempo, a rivivere, magicamente, quei momenti di autentica felicità. Ne parliamo con il Direttore di TV LUNA, CARLO ALVINO, al quale va il nostro “grazie” per aver regalato, a noi tifosi del Napoli, questa magica occasione di un “salto nel tempo”. Direttore, in questo periodo di “stop” del Calcio, TV LUNA non si ferma, facendo compagnia ai suoi fedeli telespettatori con trasmissioni rievocative della “golden age” del Napoli, l’epoca di Maradona e compagni, della conquista del primo scudetto, della intervista del “grande” (in tutti i sensi) Giampiero Galeazzi, ai

calciatori negli spogliatoi, interrotto da Maradona improvvisatosi telecronista che, con la gioia che gli sprizzava da ogni poro, chiamava ad uno ad uno i compagni di quella magica avventura, per commentare a caldo la Vittoria tanto agognata. “Sì, infatti, noi non abbiamo abbandonato i nostri amici tifosi telespettatori”, commenta il Direttore, “ la Mission di TV LUNA è quella di essere una TV al servizio della gente, un filo diretto che abbiamo continuato a tenere vivo, tutti i giorni, dal Lunedì al Venerdì, dalle 19 alle 20.30, che è servito alle persone per sfogarsi. Ora abbiamo ripreso le nostre trasmissioni: il Martedì, dalle 20.45 sul canale 14 del digitale terrestre, è ritornato in onda “Alvino dalla Luna” (seguitissimo talk su approfondimenti calcistici diretto e condotto dal Direttore Carlo

Alvino, ndr), mentre il Lunedì sera, dalle 21.00, è ripreso “Goal Show”, salotto condotto da Gino Rivieccio, che prevede, ogni volta, la partecipazione di ospiti illustri, anche estranei al parterre calcistico”, conclude Carlo Alvino. Riprendono, dunque, le trasmissioni sul Calcio e, con esse, le speranze di noi tifosi, di poter presto tornare a sognare : siamo tutti, ciascuno per i propri interessi di competenza, in attesa della decisione del Ministro dello Sport, Spadafora, sulla ripresa (o meno) del Campionato. Nel frattempo, rinverdiamo le nostre speranze con l’ausilio delle preziose “teche” che custodiscono le perle del calcio, in particolare di colui che, a giusta ragione, è considerato il Simbolo del Calcio, il Funambolo del Pallone, El Pibe de Oro, Mr. Diego Armando Maradona, che ha ispirato non solo il Calcio, ma artisti e scrittori come Luciano De Crescenzo, recentemente scomparso, che nel celebre “Così parlò Bellavista” fa dire al “suo” Luigino, un “pensiero poetico” emblematico di ciò che Maradona “è” per i Napoletani, insieme a San Gennaro : “San Genna’, non ti crucciare, tu lo sai, ti voglio bene…ma ‘na finta ‘e Maradona squaglie ‘o sang rint’ ‘e vene! E chest’è!”

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6 MASSIMO IODICE La parola di questa domenica è “SOVRAINDEBITAMENTO” usata in queste settimane per ben rappresentare la situazione che le imprese e le famiglie dovranno affrontare in questo periodo di emergenza economica. Ebbene con immensa stima, mi ha rilasciato in esclusiva l’intervista, il Magistrato del Tribunale di Napoli, Nicola Graziano esperto in materia fallimentare, uomo di grande impegno civile e sociale. Dott. Graziano Lei è uno esperto della materia del sovraindebitamento, ci può dire in breve in che consiste tale procedura derivante dalla Legge 3/2012 ? La Legge che Lei ha citato, detta anche legge salva suicidi, è stata introdotta per colmare un vuoto normativo nella legislazione italiana prevedendo nel nostro ordinamento, per la prima volta, una procedura di sdebitazione rivolta a tutti quei soggetti che siano sovra indebitati – ossia incapaci di far fronte ai propri debiti – e che non possano accedere alle procedure concorsuali previste dalla Legge Fallimentare (trattasi dei c.d. soggetti non fallibili o insolventi civili). Si intuisce subito l’importanza di tale legge che introduce tre procedure distinte (l’accordo di composizione della crisi, il piano del consumatore e la liquidazione del patrimonio) se solo si considera che possono accedervi tutti (siano essi consumatori o no) ed in questa fase di crisi economica derivata dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria da diffusione del virus COVID-19 appare evidente la fondamentale importanza di questa normativa. Potrebbe essere una soluzione per ripartire dopo aver azzerato i debiti contratti per effetto della fase emergenziale. Il Decreto legge 8 aprile

IL SOVRAINDEBITAMENTO DELLE IMPRESE E DELLE FAMIGLIE: EMERGENZA SOCIALE

2020 c.d. “Decreto Liquidità” quali novità ha introdotto in materia concorsuale? Il Decreto legge n. 23 del 2020 ha introdotto diverse novità nella materia concorsuale ma il Legislatore ha dimenticato di intervenire sulla disciplina del sovraindebitamento. In ogni caso ci si aspetta che in sede di conversione del decreto si possa rimediare a tale svista, almeno per quanto riguarda il problema della sospensione degli obblighi assunti con gli accordi ed i piani omologati. Per il resto è stata data notevole attenzione alla disciplina del concordato preventivo e degli accordi di ristrutturazione dei debiti prevedendosi una articolata serie di ipotesi tutte dirette a salvaguardare le aziende nel tentativo di impedirne il facile fallimento. In questa ottica anche i ricorsi per la dichiarazione di fallimento proposti fino alla data del 30 giugno 2020 saranno dichiarati improcedibili, salvo alcune rarissime eccezioni. Qualche critica

ha determinato il rinvio al settembre 2021 del nuovo codice della crisi ma, a dire il vero, io sono d’accordo con il rinvio e con le motivazioni che sono state poste a base della decisione assunta dal Governo. Il coronavirus porterà a quella che sarà, con ogni probabilità, la crisi economica più profonda dal secondo dopo guerra ad oggi, nel quadro normativo attuale questa procedura potrà dare delle risposte ai tanti debitori? Siamo davanti ad una crisi economica che trova il suo precedente solo nella fase successiva alla conclusione della guerra mondiale per cui è evidente che la normativa attuale non sembra essere idonea pienamente a far fronte alle problematiche che man mano stanno emergendo. Si pensi alla chiusura forzata degli esercizi commerciali per attuare la regola del distanziamento sociale ed alla persistenza dell’obbligo di versare il canone di locazione ovvero alla timida

riapertura degli esercizi di ristorazione. Non oso pensare alle conseguenze sul settore turistico ed alla enorme disoccupazione che ne deriverà. Si tratta quindi di immaginare una normativa emergenziale che sono certo non tarderà ad arrivare. Lei è un Magistrato da sempre impegnato anche nel sociale, quali effetti negativi e quali rischi la pandemia da Covid -19 produrrà dal suo punto di vista ? Sento un grande disagio generato dalla solitudine della quarantena e dalla paura di affrontare la c.d. seconda fase. Recentemente mi sono interrogato sulle opportunità che, nonostante tutto, possano derivare da tale situazione. Siamo davanti ad un bivio: o cambiare la visione dei valori che stanno alla base del nostro vivere quotidiano o persistere nell’egoismo della indifferenza. Sta a noi, tutti noi, vincere questa scommessa. Ultimamente gli è stato attribuito il premio Falcone e Borsellino per il “Manuale contro le Mafie”. Il tema cruciale è l’aggressione dei patrimoni mafiosi, come si può fare in futuro? Mi fa piacere che Lei ricorda questa circostanza. Era il mese di febbraio ma a me sembra essere passata una eternità. L’opera, coordinata da me e la collega Livia De Gennaro, con il contributo di valenti professionisti anche locali, è stata selezionata per poi vincere il premio internazionale Falcone e Borsellino per il carattere innovativo delle questioni affrontate e l’approfondimento con cui si tratta il tema centrale dell’aggressione ai patrimoni mafiosi che, come è stato da più parti detto, diventa il senso profondo della lotta alle mafie che devono essere colpite mortalmente nella loro economia. Da


DOMENICA 10 MAGGIO 2020 questo punto di vista emerge con tutta evidenza l’azione efficace dello Stato che, mi sia consentito ripeterlo ancora una volta, alla fine vince sempre contro ogni illegalità mafiosa. Nel libro viene affrontato anche un altro profilo: il destino delle aziende o dei beni confiscati o sequestrati

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alle mafie. Perché? E’ un tema affascinante e centrale perché implica ancora una volta una sfida che lo Stato è chiamato a vincere: il recupero alla legalità delle aziende sequestrate e confiscate. E’ evidente che su tale versante si vince una sfida sociale perché un bene sottratto alle Mafie, se recu-

perato alla legalità, diventa un simbolo e rafforza ancora di più il senso delle aggressioni ai patrimoni mafiosi. Su questo devo dire che negli ultimi anni il Legislatore ha fatto molto prevedendo nelle varie leggi finanziarie succedutesi nel tempo una serie di risorse per facilitare il recupero alla legalità

dei beni sottratti alle mafie e per la tutela del lavoro in tali aziende. È una partita da vincere insieme ed è per questo che un sempre maggiore coinvolgimento dei cittadini in tale settore, sia pure con vari gradi di partecipazione, è auspicabile.

www.casoriadue.it ANGELA CAPOCELLI

UNO SGUARDO AL MONDO DELL’EDILIZIA AI TEMPI DEL COVID19

Questa settimana abbiamo intervistato Vincenzo D’Anna, professionista del campo edile che rappresenta uno dei settori, fra i tanti, più colpiti dalla crisi economica causata dal COVID19. Specializzato in ristrutturazione delle abitazioni antiche, cucine in muratura, installazione di controsoffittature, imbiancaggio artistico, coperture in legno e manutenzione delle strutture ospedaliere, la sua azienda opera a 360° nell’ambito dell’edilizia, dell’impiantistica e dell’amianto, consegnando le opere realizzate, prestando le dovute garanzie contrattuali e sollevando completamente il cliente da qualsiasi responsabilità civile e penale dipendente dai lavori ed imputabile all’ azienda stessa. Ma quanto ha devastato l’equilibrio di tutto questo l’emergenza Coronavirus? Ecco cosa ci ha risposto Vincenzo D’Anna, che ha dovuto affrontare in prima persona l’esperienza. Come hanno vissuto il difficile periodo di quarantena i professionisti nel campo dell’edilizia? I professionisti nel settore dell’edilizia hanno vissuto negativamente il periodo della quarantena. Il nostro lavoro, da sempre, è fatto di contatti giornalieri che si espletano nelle visite ai cantieri a noi affidati sotto la direzione dei lavori oppure nella sicurezza degli stessi. Ma con la sospensione di tutti i lavori di edilizia privata, cosi come da D.P.C.M e da ordinanze Regionali, tutte l’attività correlate, sono state sospese a far data dai primi giorni del mese di marzo. La stessa problematica è emersa chiaramente nel rapporto con uffici pubblici, comuni, catasto, genio civile, anche questi per la maggior parte chiusi al

pubblico. L’impossibilità di avere la libertà di poter svolgere queste attività quotidiane, a mio parere, ha inciso sia sull’aspetto economico sia su quello psicologico. Avete avuto richieste e possibilità di lavorare o la situazione si è totalmente paralizzata? Il blocco di tutte le attività, cantieri privati ed uffici pubblici, ha paralizzato inevitabilmente l’intero settore privato. E’ chiaro che tale situazione di stallo ha bloccato di fatto anche tutte quelle operazioni in progetto, che nell’incertezza generale presente e futura ha inciso sull’intero settore lasciandolo fermo per oltre due mesi. Molti di noi si sono sentiti rispondere dai clienti che era opportuno sospendere il prosieguo delle pratiche in corso oppure spostare le lavorazioni previste, con la solita risposta “attendiamo gli eventi e tempi migliori”. Cosa e quanto è mutato per voi con il

sopraggiungere della fase 2? Abbiamo atteso tutti questa fase 2 ed ecco ci siamo. Nel settore edile cosa è cambiato? Abbiamo avuto per decreto lo sblocco, a partire dal giorno 4 maggio e, quindi, la possibilità di riprendere le attività di cantiere, chiaramente con tanti dubbi e quesiti a cui stiamo cercando di dare risposta soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. Abbiamo dovuto pensare ad un cantiere con mascherine, guanti e distanza di sicurezza. Mi chiedo fino a quando potremmo portare avanti un cantiere con operai costretti ad indossare mascherine, guanti e soprattutto stare a distanza di sicurezza. Le fasi di lavoro, per la maggior parte, sono svolte condividendo gli stessi spazi e pertanto diventa difficile rispettare tale distanza. E’ chiaro che questo non vuol dire non rispettare le regole e le prescrizioni, ma vi lascio immaginare il disagio nel farlo. Nulla, ad oggi, è cambiato nei rapporti con gli uffici pubblici per lo più ancora chiusi al pubblico per ordinanza dei sindaci. Attendiamo fiduciosi, come la maggior parte della popolazione italiana, gli sviluppi nelle prossime settimane, tra l’incertezza di nuovi contagi dovuti alla libertà degli spostamenti e il contatto con persone asintomatiche che non conoscendo il proprio stato, potrebbero essere portatori di contagi. Termino con una considerazione di un mio amico avvocato che mi diceva l’altro giorno “Molti non hanno ancora capito che lo Stato, nell’impossibilità di svolgere i tamponi oppure gli esami sierologici di massa, ha semplicemente detto: “Io non posso più tutelarvi impedendovi di stare a casa, che Dio ci assista”.


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8 ANTONIO BOTTA

Remax Programma Casa: intervista ai fondatori B. De Angelis e M. Grieco

“PRONTI ALLA SECONDA FASE CON SPIRITO PROATTIVO

La Programma Casa opera nel settore immobiliare dal 1986, ed è riuscita a ritagliarsi un ruolo di primo piano grazie alla competenza ed alla correttezza professionale che ha sempre contraddistinto i due fondatori, Biagio De Angelis e Mauro Grieco. A partire dal 2000, con il metodo operativo RE/MAX, Mauro e Biagio hanno trasformato la Remax Programma Casa da un’agenzia con un solo Consulente Immobiliare in uno studio associato con oltre dieci professionisti, portando la stessa alle prime posizioni per quota di mercato ... ogni Consulente lavora in piena autonomia, e, nel rispetto delle regole e del codice deontologico, ha come unico obiettivo la soddisfazione del cliente. A gennaio 2017, il progetto si amplia, con una nuova Agenzia, Remax Advisor, a Napoli, nella centralissima Via Toledo. I due Broker dichiarano: “facciamo parte del principale gruppo immobiliare nel mondo (presente in oltre 100 paesi con ca. 130.000 Agenti), ma al contempo siamo orgogliosi delle eredità derivanti dal nostro radicamento territoriale”. “Ci dedichiamo con passione alla creazione di un nuovo modo di fare impresa cercando costantemente la piena soddisfazione di tutte le parti coinvolte”. “La nostra vision è quella di essere il 1° Centro di Servizi Immobiliari dell’ Area Nord di Napoli. La nostra mission è quella di assistere il Consulente Immobiliare dandogli l’opportunità di raggiungere un’autonomia personale e finanziaria, instaurando in lui un senso di sicurezza nel proprio lavoro, grazie al quale potrà costruirsi una solida carriera, ed offrire servizi di Prima Classe ai clienti acquirenti, e venditori, che si rivolgono a noi”. “Crediamo che aiutare il prossimo sia importante, e per questo destiniamo

parte dei nostri guadagni a progetti di utilità sociale”. RE/MAX Programma Casa SOSTIENE Telefono Azzurro. In che misura ha inciso l’emergenza sul mercato immobiliare nel nostro territorio? Sicuramente il Coronavirus ha avuto un impatto negativo sul mercato immobiliare nel nostro territorio, come in tutta Italia, fermando la timida ripresa oramai in corso da alcuni anni. I principali studi di settore prevedono che i prezzi del mattone caleranno del 16% in tre anni. Le compravendite crolleranno del 35% entro il 2021. Gli investimenti su grandi progetti immobiliari si ridurranno di due terzi. Le misure governative sono efficaci o meno, a suo avviso, per venire incontro a chi opera nel settore immobiliare? Come sempre le misure adottate presentano delle criticità: è stato previsto un Credito D’Imposta del 60% dell’ammontare del canone di locazione, ma solo relativo agli immobili commerciali C1. Tutti gli operatori hanno richiesto a gran voce di allargare anche ad altre categorie di immobili, ma il Governo non ha preso in considerazione la richiesta. Sono state fatte anche altre azioni rivolte alle imprese in genere (cassa integrazione in deroga, indennità di 600 euro per partite IVA, Fondo di Garanzia PMI, credito di imposta per sanificazione ambienti, ecc.), ma si stanno incontrando molte difficoltà e ritardi nel potervi accedere. Come vi siete attivati per prepararvi

alla seconda fase, dopo il lockdown? Ci siamo attivati, con entusiasmo e spirito proattivo, per adeguarci alla cosiddetta “new normal” post lockdown. Noi pensiamo che l’emergenza Covid 19 abbia solo velocizzato dei cambiamenti: abbiamo ampliato il nostro ambiente di lavoro, inteso come contenitore di uffici, arredi e persone, in “ambiente virtuale”, dove, grazie al supporto delle tecnologie digitali, si lavora, si comunica, e si collabora, in modo diverso, sia tra colleghi che con i clienti .....abbiamo dato un notevole impulso allo “smart working”. Ci siamo impegnati e siamo pronti per lavorare da remoto, sappiamo gestire pratiche a distanza utilizzando nuovi strumenti, quali: app di videoconferenza, firma digitale, pec, modulistica editabile. Siamo attrezzati per far visitare gli immobili in modalità virtuale, limitando al minimo le visite sul posto. Ci siamo dotati di tutti i dispositivi per operare in sicurezza. Abbiamo già organizzato delle Open House Virtuali per presentare immobili, con un bel successo e molto apprezzate dai clienti. Insomma ci siamo predisposti per cogliere le opportunità migliori in questo momento di crisi. Un’ultima domanda sulla sospensione dei mutui: potrebbe essere una soluzione per venire incontro alla gente in questo periodo? Sicuramente, ed in effetti nel Decreto Cura Italia è stato previsto un Fondo di sostegno per i mutui sulla prima casa volto ad aiutare tutti coloro che hanno difficoltà a pagare le rate dei finanziamenti accesi per acquistare un immobile. Grazie al Decreto sarà possibile sospendere le rate fino a 18 mesi, alleviando il peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie.

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RITA GIAQUINTO

“Sentiamoci” meglio : la sordità, un problema nascosto I disturbi dell’udito che, con il tempo, e ad intensità diverse, possono coinvolgere, prima o poi, ciascuno di noi, rappresentano sicuramente una di quelle patologie di cui sarebbe opportuno conoscere caratteristiche e possibili livelli di compromissione della nostra quotidianità. Il Dr. Giovanni Valente (in foto) , dall’alto dei suoi quarant’anni di attività, ci ha illustrato, con efficacia e generosa disponibilità, le sue conoscenze e la sua esperienza in questo campo, che lo hanno portato a diventare titolare del centro Acustica Valente, con sede a Casoria e ad Avellino, nonché Presidente del consorzio Acustica Campana presente in Regione con 17 centri di consulenza per la sordità. “L’ipoacusia, comunemente detta sordità – ci spiega il Dr. Valente - è una patologia molto subdola. Si manifesta nella maggior parte dei casi molto lentamente. La persona tende a sentire di meno poco alla volta, per cui non se ne accorge per tempo. Bisogna dire che sentiamo con l’orecchio, ma capiamo col cervello, ed è il cervello che si adatta alla nuova condizione di cattivo ascolto. Generalmente, si tende a non capire più chiaramente le parole o i suoni, come lo squillo del telefono, il campanello di casa, il televisore; in genere quando parlano più persone si ha difficoltà a discernere i suoni. Il primo approccio è quello di una visita specialistica e la misurazione dell’udito con l’esame audiometrico, per avere conferma del calo uditivo, e di conseguenza affrontare il problema dal punto di vista farmacologico, chirurgico o protesico, applicando l’apparecchio acustico”. Quali sono le cause più frequenti della sordità? “Le cause possono essere diverse: invecchiamento dell’organo, esposizione a rumori costanti, catarro tubarico sono fra le maggiori cause di sordità. Altre cause possono essere l’utilizzo di farmaci ototossici, acufeni e lo stile di vita (fumo, alcool, etc.)”. L’uso di cuffie, dispositivi tecnologici, computer possono contribuire in

qualche modo alla sordità ? “Sicuramente le cuffie, gli auricolari ed altri dispositivi di ascolto incidono, a lungo andare, sulla qualità dell’udito sottoponendo l’organo ad un notevole stress”. Quali disagi provoca questo disturbo? “I disagi sono una cattiva discriminazione, cioè sentire ma non capire nelle sordità di lieve/media entità, fino ad arrivare a non sentire quasi per niente nei casi più gravi. In entrambe le situazioni, la sordità incide sul comportamento delle persone fino a modificare l’umore ed il carattere in senso negativo. Solitamente, il soggetto tende a disinteressarsi del mondo che lo circonda, non frequenta più gli amici ed i parenti come una volta e si crea una modalità di vita del tutto egoistica e di poca fiducia nel prossimo”. Quali sono le terapie e ci dica se ci sono casi in cui si può ricorrere alla chirurgia? “Il tutto dipende dal tipo di sordità: In linea di massima le sordità percettive, che sono anche le più frequenti, sono progressive, e non ci sono terapie efficaci per guarire. Nelle sordità trasmissive, che coinvolgono la catena ossiculare,

si può intervenire chirurgicamente in molti casi (otosclerosi), in quelle di tipo catarrale si può intervenire farmacologicamente”. Quando si parla di malattie, è sempre molto importante parlare di prevenzione: i bambini e gli adolescenti possono fare qualcosa per ritardare, o comunque difendere, l’invecchiamento dell’apparato uditivo? “Per i bambini e gli adolescenti, i consigli di prevenzione sono quelli della nonna, sempre validi, cioè non frequentare troppo ambienti rumorosi, come le discoteche, non accatarrarsi e, nel caso contrario, non trascurare l’evento, non prendere mai sotto gamba il mal d’orecchio e farsi controllare subito, al minimo disturbo”. Quanto ha contribuito la tecnologia al benessere dei pazienti? “La tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi dieci anni. Oggi le protesi acustiche sono dei veri computer ad altissima tecnologia. Garantiscono un ascolto quasi perfetto grazie alla personalizzazione della programmazione, sono gestibili dal paziente tramite app sullo smartphone, regolabili e programmabili da remoto senza che il soggetto si muova da casa, possono essere ricaricabili quindi senza batterie con tutti i vantaggi che ne comporta”. E se è spesso vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ed i cittadini si sentono, talvolta, soli nell’affrontare problemi di salute, è altresì certo che, quando squilli e suoni cominciano a diventarci estranei, i centri specializzati, come appunto quello del Dr. Valente, ci accompagnano in questi difficili percorsi con le misurazioni dell’udito gratuite, a chi ne ha bisogno o ne fa richiesta, e vengono date protesi, in prova, fino a trenta giorni. Sono tante le campagne pubblicitarie che lo stesso Dr. Valente sta portando avanti, offrendo sconti interessanti ed agevolazioni su prodotti di alta fascia tecnologica. Quando cura e progresso sono mirate al benessere, lo diventano, inevitabilmente, anche la diagnosi ed il trattamento di una patologia.

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LA FEDELTÀ DELL’ARTE NELLA SOFFERENZA: INTERVISTA ALLA PITTRICE NADIA BASSO

Durante la quarantena, ci siamo tutti dedicati a quelle attività che a causa dei nostri impegni lavorativi, scolastici e familiari dovevamo trascurare: dall’allenamento fisico al suonare uno strumento, dal dipingere al leggere, il lock down ci ha dato la possibilità di dedicarci ai nostri hobby. Abbiamo allora intervistato la pittrice Nadia Basso per parlare con lei dell’arte, quell’immenso mondo che rappresenta per noi esseri umani, specialmente in momenti come questo, un porto sicuro in cui potersi rifugiare, l’amica fidata a cui potersi affidare, l’espressione più alta dell’interiorità. Buonasera Nadia. Come sta vivendo lei questo difficile periodo? Questo periodo lo sto vivendo un po’ come tutti, credo, tra difficoltà varie, ma cercando di non abbandonare completamente le cose che amo. Ecco, la pandemia ha colto di sorpresa… Cioè , quando se ne parlava nel mese di Dicembre, non si pensava che potesse estendersi a livello globale. La sensazione era di un’epidemia violenta, questo si, ma localizzata in un’area geografica meno vasta rispetto al pianeta. Improvvisamente ci siamo resi conto che il nostro mondo si chiudeva. E per la prima volta ho provato una sensazione che non so descrivere. Quasi disorientata, persa. In più avendo esposto una Personale, “Le Icone di Na-

poli” fino al 31 gennaio 2020, ero ancora in una fase di sistemazione dei dipinti presso il mio studio. Successivamente mi sono ritrovata a non poter accedere ai negozi di Belle Arti e questo mi ha creato dei problemi. Nelle lunghe giornate vuote che abbiamo attraversato, la pittura ha rappresentato per lei una valvola di sfogo, un’attività a cui dedicarsi per riempire le ore ? In questo periodo, devo dire, ho ricaricato la mente programmando qualche progetto per il futuro, nel mio campo

artistico. Non ho dipinto, praticamente mai. Anzi colgo l’occasione per dire che ho appena ripreso. Proprio in virtù del fatto che i negozi d’ Arte hanno riaperto. L’arte è fatta anche di momenti di riflessione, di contemplazione, di meditazione. Se riusciamo a inseguire un pensiero creativo, pur nella difficoltà oggettiva, questo ci riempie l’esistenza, perché il desiderio di metterlo in atto, supera anche l’immobilismo forzato. Se dovesse dipingere questo problematico momento storico che colori utilizzerebbe? Durante queste lunghe settimane mi sono ritrovata varie volte a fotografare il Sole, con il telefonino. Ecco, io, come buon auspicio, dipingerei la Luce in fondo al tunnel. Vuole lasciare un messaggio ai nostri lettori riguardo questa fase 2? Certo, lo faccio molto volentieri. L’esperienza del lockdown è stata molto difficile, inoltre per chi vive con l’arte è molto importante il confronto e la vicinanza tra persone. Oggi abbiamo l’opportunità di aprirci leggermente di più, ma non perdiamo di vista l’obiettivo più importante, che è quello di uscire dalla pandemia. Ci riabbracceremo e recupereremo le nostre attività. Dobbiamo resistere e lavorare, sempre, nello spirito di solidarietà verso tutti.

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ANTONIO BOTTA

RENZI E SALVINI ACCOMUNATI NON SOLO DAL NOME, MA DALLE ARGOMENTAZIONI ILLOGICHE

Chi ha seguito il dibattito al Senato dopo l’informativa del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sull’ultimo DPCM, avrà notato come Matteo Renzi, nel suo intervento, con la sua consueta facondia e sicumera, abbia mosso al Premier critiche in merito a presunte violazioni delle garanzie costituzionali dichiarando testualmente che”nemmeno durante il terrorismo abbiamo derogato così tanto alla Costituzione”. Ha sprecato parole sul rischio di deriva autoritaria da parte del governo, scandalizzandosi per il temine “consentiamo” usato da Conte, invece di sollecitare l’Esecutivo a fornire garanzie di sicurezza agli operatori sanitari: oltre 150 i medici morti per salvare la vita ai contagiati dal coronavirus nelle corsie degli ospedali. Un’eloquenza sterile e inconcludente ha sciorinato il fondatore di Italia viva, impantanatosi nella magra percentuale del 3% o poco più di consenso e , per questo, alla ricerca disperata di pubblicità nel tentativo di acquisire qualche mezzo punto in più. Di errori il Premier ne avrà pure fatti (e chi non li avrebbe commessi nella tragica e imprevedibile situazione che si è trovato a gestire ), ma da qui ad accusarlo di crogiolarsi nel suo ruolo di uomo

di potere, in cerca di visibilità, è una falsità enorme. Ma, precisamente, di che cosa viene accusato Conte, tanto da preoccupare Renzi e anche altri esponenti della Destra? Di una pressione dello Stato sulle libertà individuali, non consentendo nella fase 2 una maggiore riapertura e un maggiore allentamento delle norme restrittive. Eppure, non si riesce a capire come mai l’ex segretario del PD, già Presidente del Consiglio, si sia autoinvestito del ruolo di paladino della Carta costituzionale, mostrando di ignorare l’articolo 16 della Costituzione, che stabilisce quanto segue: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”. Dovrebbe sapere, Ren-

zi, che nessun diritto è assoluto, e che l’assolutezza, come insegna la Storia, genera la tirannia; dovrebbe sapere, Renzi, che la “mia libertà finisce dove inizia la libertà dell’altro” e, quindi, i miei diritti vanno esercitati non offendendo né violando quelli altrui; dovrebbe sapere Renzi che la libertà è strettamente correlata al principio della responsabilità; dovrebbe sapere, Renzi, che il diritto alla vita e, quindi, alla salute, in questo periodo in cui si sta combattendo una “guerra” contro un “nemico” insidiosissimo e letale è preminente e le limitazioni sono costituzionalmente previste per “motivi di sanità o di sicurezza”. Conte è stato anche accusato dall’ex sindaco di Firenze di essere “populista”, di governare con un occhio ai sondaggi, per accrescere i propri poteri, ma dovrebbe trovare, il leader di “Italia viva”, un accordo con se stes-

so se subito aggiunge che ha compiuto scelte che cozzano contro le richieste dei commercianti, degli esercenti, degli imprenditori, dei ristoratori, peraltro legittime, di “ricominciare” la seconda fase con maggiori aperture. Direbbe Totò: “Siamo uomini o caporali?”, Conte é popolare o impopolare? Per Renzi, il politico dal facile eloquio, ma dalle argomentazioni illogiche, il Premier è popolare e nello stesso tempo impopolare. Che dire, poi, dell’altro Matteo, venerato e osannato quando giunse nelle vicina Afragola? Ha preso le distanze, il leader della Lega nazionale, e non più padana, dal giornalista Feltri che ha vilipeso i meridionali rei di essere, a suo avviso, “inferiori”? Anche Salvini, in questi mesi di confinamento domiciliare, “ha detto di tutto e il contrario di tutto”, insomma la stessa strana e assur-

da logica di Renzi”: 10 Marzo: “Fermiamo tutto per i giorni necessari. Mettiamo in sicurezza la salute di tutta Italia. Chiudere prima che sia tardi”; 11 marzo: “Chiudere tutta l’Europa. Tutto il Continente deve diventare zona rossa.” 23 aprile: “Secondo me, qualcuno fa apposta a tenere gli italiani chiusi in casa, lontani dalle piazze: controllarci così è più facile”. Quindi, per colui che da ministro degli interni auspicava “pieni poteri”, noi siamo stati in quarantena per due mesi solo per un arbitrio di Conte, per esercitare un controllo su tutta la comunità nazionale: oltre che illogico anche smemorato, dimenticando i nostri anziani morti senza il conforto dei familiari, il sacrificio di medici, paramedici, infermieri, sottoposti a turni massacranti per salvare la vita a pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva, ignorando il dolore di figli che hanno perso uno o ambedue i genitori, non ricordando gli oltre 100 sacerdoti che hanno dato la vita per dare conforto ai malati, immemore dei motivi per i quali siamo stati chiusi in casa. No, per Matteo Salvini, il “tutti in casa” è da attribuire alla decisione del dittatore Conte di controllarci. Ora sappiamo perché sta scendendo nei sondaggi: dal 34% al 26%.


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12 DANIELE ESPOSITO* Il mal di schiena nella zona lombare è sicuramente il disturbo muscolo scheletrico più comune: studi dimostrano che colpisce fino all’80% delle persone almeno una volta nella vita. Il problema è poi favorito da una spina dorsale poco allenata, abitudini sbagliate e cattiva postura. L’infiammazione della zona lombare e il dolore sono immediatamente percepiti nella parte posteriore del nostro corpo. Nella maggior parte dei casi ha un’origine meccanica: può trattarsi di contratture muscolari, di disturbi dell’articolazione tra due vertebre (ernia discale, spondilolistesi) o di artrosi (che compare principalmente dopo i 40 anni). Il mal di schiena si può manifestare quando si resta a lungo in una posizione errata, ma anche in caso di movimenti scorretti mentre si svolge un’attività (in questo caso si parla di lombalgia, un dolore intenso e improvviso) o in caso di shock fisici o di gesti ripetitivi. Esistono altri fattori che possono spiegarne la comparsa: l’assenza di attività fisica (mancata tonicità del muscolo lombare, mancata tonicità della fascia addominale, mancata morbidezza degli ischio-crurali) il sovrappeso, lo stress. Come prevenzione generale e per prevenire il peggioramento delle tensioni muscolari, la prima regola è quella di non stare troppo a letto né in posizione sdraiata, per esempio sul divano. È infatti dimostrato che riprendere il prima possibile una normale attività fisica aiuta a prevenire le ricadute e a far andare via il mal di schiena. Ecco alcuni esercizi per rafforzare la schiena: ESERCIZIO 1: LOMBARI AL SUOLO Esecuzione dell’esercizio: distesi sul ventre, con la faccia rivolta a terra e le braccia lungo il corpo. Inspirare e quindi espirare sollevando contemporaneamente busto e gambe. Tornare in posizione di partenza. Respirazione: inspirare in posizione di partenza

e quindi espirare mentre si contraggono i muscoli. Regola di sicurezza: per l’intera durata dell’esercizio, tenere gli addominali contratti per proteggere la schiena. Ripetizione: 40 secondi ESERCIZIO 2: SCHIENA PIATTA Esecuzione dell’esercizio: in piedi, con le gambe leggermente piegate, distendere le braccia verso l’alto, prolungando idealmente il busto. Durante l’esercizio, sollevarsi. Piegarsi in avanti finché il busto non è parallelo al suolo (schiena piatta). Tenere la posizione per 10 secondi e quindi risalire mantenendo la schiena eretta. Respirazione: inspirare in posizione di partenza e quindi espirare mentre si scende. Regola di sicurezza: prestare attenzione a non inarcare la schiena. Per l’intera durata dell’esercizio, tenere gli addominali contratti per proteggere la schiena. Ripetizione: tenere lo sforzo per 40 secondi ESERCIZIO 3: SOLLEVAMENTI BRACCIO/GAMBA OPPOSTI Esecuzione dell’esercizio: distesi sul ventre, con il viso rivolto a terra, distendere le braccia sopra la testa. Inspirare e quindi espirare sollevando contemporaneamente un braccio e la gamba del lato opposto (solleva tutta la gamba da terra, volgendo la punta del piede verso terra). Tornare in posizione di partenza. Respirazione: inspirare in posizione di partenza e quindi espirare mentre si sollevano il braccio e la gamba. Regola di sicurezza: non cercare di raggiungere un punto troppo alto. Sono sufficienti movimenti di piccola ampiezza per far lavorare i muscoli della schiena. Ripetizione: 40 secondi per lato. Trovi degli esercizi mirati per rafforzare la schiena sul sito www.ilmetodo5.it/bonus

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

IL GRILLO PARLANTE

Il medico della speranza. L’intervista al prof. P. Ascierto di apertura dello scorso n. 18, e tutte le polemiche che ci sono state in questi mesi, tra medicina del nord vs. medicina del sud, mi inducono a guardare lo scienziato napoletano un po’ più da vicino. E così, rileggo l’intervista col microscopio. Ogni sua risposta mi sembra serena, rassicurante, gentile. E’ un uomo cortese, moderato, quasi timido, come leggo tra le righe delle sue parole, e come mi conferma qualche suo breve video di paterne raccomandazioni che gira in rete. Insomma, è un napoletano elegante d’animo e di parola, di quelli che hanno reso grande questa città, a voce bassa, e soprattutto coi fatti. Mi spingo a cercare il suo H-Index, un parametro che misura il prestigio di uno scienziato, che viene fuori sulla base dei titoli accademici, delle pubblicazioni scientifiche e del numero di citazioni dei suoi lavori da parte di altre pubblicazioni. Il valore di H-Index per il Nostro è 80 (Google Scholar), che mi sembra un valore significativo, se penso che, invece, per il prof. Burioni – che oramai ha sostituito la Littizzetto da Fazio su Rai 2 – trovo 32. Mi sovviene la polemica che il prof. M. Galli ha azzardato in tv contro il Nostro cavalier cortese (“Cartabianca”, 17.3.2020), che per questo suo carattere pacato, sembra un sopruso ancora più grande. Cerco l’H-Index di Galli: 50 (Scopus). Qualcosa non torna: l’aggressivo professore del nord è quotato 50, mentre il napoletano ha 80! Significa che lo scienziato Ascierto vale più di una volta e mezza Galli. E ciononostante il solone lumbard osa trattarlo da scolaretto?! Il sudista che è in me, fierissimo di esserlo, viscerale, e adesso anche un po’ incazzato, vuole soddisfazione. Se la signorilità di Ascierto gli ha impedito di rispondere, io – da Grillaccio impertinente – lo farò qui, ora. Ho deciso: scrivo al milanese. Ch.mo Prof. M. Galli, Direttore Malattie Infettive – Osp. Sacco, Milano. Leggo nel suo c.v. sul web, alla voce “CAPACITÀ E COMPETENZE RELAZIONALI, VIVERE E LAVORARE CON ALTRE PERSONE, IN AMBIENTE MULTICULTURALE”, che il giudizio sulle relative qualità che Lei dà a se stesso è: “eccellenti”. Ebbene, non avendo l’onore di conoscerLa, ma potendo dedurre solo dalle sue recenti farneticazioni contro il prof. Ascierto la veridicità e la fondatezza di tali sue presunte qualità, riesco solo a biasimare l’elevatissima stima che Lei

ha di se stesso. In questo momento gravissimo, una comune e mediocre (bastava un minimo, altro che eccellente) capacità come quella richiamata, che vuol dire sapersi relazionare agli altri in modo garbato e moderato, Le avrebbe imposto di tacere, quand’anche le sue esternazioni avessero avuto un fondamento di verità. Magari, di utilizzare un canale privato per confrontarsi con il collega sulla verità dei fatti, visto che l’oggetto della trasmissione tv non era: “chi è stato più bravo tra Napoli e Milano.” Ma, ahimé, sembra invece che l’esposizione mediatica Le abbia dato un po’ alla testa, facendoLe dimenticare il senso più vero di quelle qualità. Si sente – forse – una star, passando da un programma tv all’altro, o il depositario della Verità, il che, presumibilmente, Le ha fatto oltrepassare con tale tracotanza il limite della cortesia e del rispetto per il Collega, oltre a negare, a quanto pare, quella stessa Verità di cui Lei si sente Vate. Ed allora, da ultimo degli ignoranti, mi permetterò di darLe un suggerimento: pensi meno a dimostrare in tv di essere il primo della classe (le sue comparsate in tv, ma solo quelle, hanno superato 50…), così sprecando tempo ed energie, ma ponga tutto se stesso a servizio di chi sta cercando di farci uscire da questo maledetto incubo. E stia tranquillo. Qualora il Suo apporto sarà stato rilevante, se non dovessimo essere noi semplici spettatori a “dare a Cesare ciò che è di Cesare” – come Lei accoratamente chiedeva alla sig.ra Berlinguer – sarà il Tempo, che è sempre galantuomo, a riconoscere i Suoi meriti. Ci pensi, con un pizzico di modestia in più, e meno complessi. ****** Bill Gates e la previsione della pandemia. La telefonata con Giuseppe Conte. G.: Ciao Bill, ci aiuti a trovare il vaccino? B.: Ciao Giuseppe, certo, ma ci dovete mandare il Vostro scienziato migliore. Chi è? G.: Ce ne sono due: Galli e Ascierto. Là, da voi in USA, chi pensate sia il nostro n. 1? B.: Qui, in America, vediamo solo Galli nella tv italiana via satellite. Dev’essere Lui. G.: E che vuol dire? Allora la Montalcini, Dulbecco, Rubbia, che in tv non c’erano mai? B.: Lascia stare. Meglio Galli. Perché ho anche sentito che se Amadeus rifiuta il prossimo Sanremo, allora lo presenterà proprio Galli. Si, si, mandami Galli. Che se poi non riesce, almeno si esibisce con le “Comiche in tv.” San Gennà, e meno male che sta settimana ‘e fatt’ nata vota o miracolo. Gennaro Mosca


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14 Salvatore IavaronE*

Proposte a sostegno dei Commercianti di Casoria L’emergenza Covid richiede la necessità di un piano per il commercio in città

Servono misure a sostegno dei Commercianti di Casoria per l’emergenza COVID 19, l’avvio della fase 2, ha fatto emergere una serie di criticità e crepe nel sistema economico locale. La situazione del commercio locale è drammatica, il tessuto economico locale è l’anima della città, e rischia di non recuperare questi mesi di chiusura, ma soprattutto, il modificarsi delle abitudini dei consumatori. Una città senza commercio è una città morta, e questo non possiamo consentirlo, servono misure certe e veloci, serve un piano per il commercio locale. Dobbiamo mettere in campo azioni che vedano le associazioni di categoria, protagoniste indiscusse, a cominciare da quelle come Aicast, che sono presenti sul territorio con una serie di azioni e proposte. Il protrarsi della crisi derivata dall’epidemia del COVID-19 e le giuste restrizioni che ne sono conseguite stanno mettendo a dura prova la resistenza delle partite iva della città, premesso che esse, sono il motore dell’economia locale, e che gli ammortizzatori sociali finora attuati, a tutti i livelli istituzionali, sebbene indispensabili e necessari, non risultano risolutivi per le difficoltà delle partite iva.
 Tenuto conto di tutte le misure poste in essere fino ad ora, in primis dal Governo centrale e soprattutto dalla Regione Campania, i titolari di partita iva esercenti sul territorio Casoriano, chiedono di attuare ulteriori misure a sostegno, sia del contenimento della crisi economica oramai conclamata, ma soprattutto affinché ci sia un rapido rilancio alla fine di questa incredibile crisi sanitaria, pertanto devono essere adeguatamente sostenuti, per un fatto straordinario come questo, servono misure straordinarie, come ad esempio il rinvio dei tributi locali per gli esercenti, (Tarsu, Imu, Tosap, Cosap, etc), l’immediata attivazione di tutto quanto necessario affinché il Comune di Casoria acceda ai fondi erogati dalla Regione Campania nel più

breve tempo possibile, l’istituzione di un ufficio apposito al quale rivolgersi per accedere ai fondi di sostegno alle attività, forti investimenti in termini di pubblicità e manifestazioni pubbliche al fine di accendere il motore dell’economia locale. A sostegno dei commercianti di Casoria, vista la situazione di emergenza richiediamo di adottare una serie di misure per consentire alle attività economiche oggi chiuse, di essere messe in condizione di non chiudere definitivamente, uccidendo del tutto il tessuto economico della città. In questa prima fase, chiediamo che si possa procedere a: Sospensione di Imu, Ici, Tares, Tari, Tasi fino al 1 dicembre 2020 per le attività commerciali, Eliminazione per il 2020 per le attività commerciali di Tosap e Cosap (tassa pubblicità insegne e occupazione suolo). Sospensione del pagamento Acqua fino al 1 dicembre 2020, con possibilità di rateizzo per il 2021 per i soli commercianti, Prevedere un piano di sanificazioni presso i locali commerciali di Casoria attraverso un bando rivolto ai commercianti, con accesso ad un apposita convenzione che permetta di tenere bassi i costi di sanificazione sul territorio, Richiedere, insieme ad altri sindaci e ad Anci Campania, al presidente del Consiglio Conte di sostenere le aziende con la sospensione di tasse ed imposte su bollette enel, per un congruo periodo, oltre al rinvio fino a novembre di tutte le tasse, Richiedere, insieme ad altri sindaci e ad Anci Campania, al presidente della Regione di estendere i contributi erogati al solo settore del commercio per almeno altri due mesi. Intanto è caduta nel vuoto la proposta fatta da me a Casoria, di non utilizzare i Ticket come buoni spesa per i contributi alle famiglie in difficoltà, acquistati con gli oltre 700 mila euro che il comune

ha ricevuto dal governo; ticket che non aiutano i commercianti locali, perché richiedono una convenzione (non sono spendibili ovunque) e prevedono una percentuale di costo per i commercianti che aderiscono (i commercianti perdono circa il 12% degli incassi). Una decisione affrettata da parte dell’amministrazione, e che certamente non si giustifica con i motivi di urgenza, visto che ad oggi neppure si è terminato di dare i buoni ed utilizzare l’intero importo del contributo statale (sarebbe stato più semplice e veloce richiedere l’iban nel modello di domanda e procedere a pagamento, come sta provvedendo a fare la regione per altri contributi). Proprio per questo ultimo motivo, neppure si giustifica la procedura amministrativa messa in campo dal dirigente, che avrebbe avuto tutto il tempo necessario per una gara pubblica invece che per un affidamento diretto di oltre 700 mila euro, fatto questo, che meriterà la dovuta attenzione in consiglio comunale e che richiederà, certamente, il ricorso ad un parere della Corte dei Conti. Il comune dovrà allo stesso tempo mettere in campo una serie di azioni locali che incentivino il commercio locale. Servirà affrontare una volta per tutte, seriamente il problema parcheggi e strisce blu, prevedendo convenzioni e sconti per chi acquista nei negozi locali. Sarà utile lanciare un concorso a premi che incentivi i cittadini ad acquistare nei negozi casoriani. Questa sarà anche l’occasione per rivedere le tariffe della TARSU, riducendo le tariffe dei commercianti per i negozi fino a 150 mq, cercando di rivedere i costi del piano economico finanziario dei rifiuti, e garantendo un controllo capillare sul territorio per far emergere coloro che non pagano, un metodo per pagare meno, ma pagare tutti. Consigliere comunale e presidente della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”

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RAFFAELE SILVESTRO

FASE 1 MOLTO SIMILE ALLA FASE 2

Dopo quasi 60 giorni, lunedì quattro maggio è cominciata la tanto attesa fase 2, molto simile alla prima, con le uniche eccezioni che ora si può ritornare al proprio domicilio di appartenenza, si possono celebrare i funerali con un massimo però di 15 persone e infine si può far visita ai congiunti. Misure queste che però potrebbero essere un’arma a doppio taglio, visto che molte persone hanno frainteso il significato di questa fase 2 e pensano che questo sia un libera tutti, uscite e divertitevi. Intanto, dopo mesi di chiusura, didattica a distanza e sanificazioni dell’edificio, l’istituto professionale Don Geremia Piscopo di Arzano dichiara di essere pronto alla riapertura, sempre virtuale, con un progetto che da quattro anni riscuote grande successo sul territorio arzanese. Ogni fine anno scolastico, infatti, l’istituto professionale organizza una sfilata di moda con capi creati e preparati dalle studentesse della scuola,

il tutto si tiene nella piazza principale di Arzano e richiama ogni anno tantissime persone. Essendo, quindi, impossibilitate per quest’anno a mettere in mostra i loro lavori per colpa del covid19, le ragazze del Don Geremia Piscopo, con il grande appoggio e aiuto della dirigente scolastica Carmela Ferrara, hanno ideato un progetto dal nome: #MODAD, nel quale sotto la supervisione degli insegnanti di moda, artigianato ed

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

industria, le ragazze creeranno delle mascherine stilizzate da poter distribuire a tutto l’apparato scolastico quando sarà pronto a ripartire, sempre con le dovute distanze sociali e tutte le precauzioni del caso. Un’idea, questa del fai da te ‘made in Italy del Pscopo’, che è l’emblema di come le scuole siano il cuore del nostro paese. Giovani ragazze che con i loro pochi mezzi e la grande inventiva, permetteranno una riapertura sicura, ma con un certo stile, ed è da qui che bisogna ripartire, dalla forza ‘lavoro’ e inventiva dei giovani, sono loro il nostro futuro ed è con loro che dobbiamo gettare le basi per un ritorno alla normalità in tutta sicurezza. Grande in bocca al lupo all’istituto professionale per questo grande progetto e speriamo che sia d’esempio ad altre scuole e studenti, che vengano spronati dal lavoro del Don Geremia Piscopo a fare anche loro la differenza.

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

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16 ESPEDITO D’ANTO’

APP IMMUNI: ECCO IL DECRETO. NE PARLIAMO CON L’INGEGNERE ROBERTO FUSCO ESPERTO INFORMATICO DI RACCOLTA DATI COVID-19

Il 1 maggio il Quirinale ha comunicato che è stato firmato da Sergio Mattarella il decreto legge contenente “misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l’introduzione del sistema di allerta COVID-19”. Sono state approvate le regole privacy per il tracciamento dei contatti tramite l’app Immuni che dovrebbe essere disponibile per lo scaricamento dal 18 maggio. Le norme sono contenute nel decreto legge sulla giustizia portato sul tavolo del Consiglio dei Ministri approvato il 30 aprile. Le ultime notizie importanti sono relative al trattamento dei dati, vero punto cruciale della questione dato che impatta sulla privacy a noi italiani tanto cara. Innanzitutto l’installazione dell’app Immuni sarà facoltativa e sarà anonima. Inoltre i dati raccolti saranno cancellati entro fine anno. Ne Parliamo con l’ingegnere Roberto Fusco: esperto informatico e sviluppatore di applicazioni, software, realtà aumentata e intelligenza artificiale impegnato per la realizzazione di azioni a supporto dell’analisi e raccolta dati dell’emergenza Covid-19. Quali sono le novità che sono emerse dal decreto? In base al decreto in materia di giustizia e la regolamentazione sulla app e sul tracciamento contagi Covid, l’app Immuni deve garantire: anonimato e privacy, nessuna geolocalizzazione, limite alla conservazione dei dati, che saranno cancellati entro la fine dell’anno e trasparenza. Dove e come verranno conservati i dati raccolti? Ancora non è chiaro chi e come gestirà i dati raccolti dall’app e questa è la parte più delicata del software e dalla Fase 2. Qualche giorno fa il commissario

per l’emergenza Domenico Arcuri ha dichiarato che i dati «verranno salvati su server pubblici e italiani nel rispetto delle leggi nazionali e sovranazionali sulla privacy». Sono emerse novità importanti rispetto alle precedenti ipotesi? Rispetto alle precedenti ipotesi l’ultima versione dell’app dovrebbe creare in autonomia sul dispositivo un ID anonimo. Questa novità è molto importante perché vuol dire che nei server non saranno conservate che rendano identificabili gli utenti garantendo così la privacy. L’app Immuni avrà anche un’altra funzionalità che consentirà di redigere il proprio diario clinico registrando l’eventuale comparsa di sintomi in modo di essere di ausilio al personale medico nelle valutazioni in caso di ricovero. Come si attiva il meccanismo se un utente risulta positivo al covid? Quando un utente risulta positivo al Covid-19, potrà dare il consenso all’utilizzo dei suoi dati in modo da tracciare tutti i contatti avuti nei giorni precedenti e quindi ricostruire la cronologia dei suoi movimenti. Tramite un algoritmo sarà valutato il rischio contagio e quindi stilato un elenco di utenti da avvertire tramite smartphone avvisando tramite un messaggio che arriverà dalle autorità sanitarie e chiederà di seguire un preciso protocollo. Invece cosa accade per chi risulta es-

sere entrato a stretto contatto con un positivo? Chiunque abbia scaricato l’applicazione e riceva la comunicazione di essere entrato in contatto con un positivo al virus ma non rispetterà l’isolamento a casa rischierà di essere denunciato penalmente per epidemia colposa, come d’altronde già avviene per tutte quelle persone che violano la quarantena. Essendo facoltativo l’utilizzo dell’app, quante persone dovranno utilizzarla per rendere efficace il meccanismo? E’ auspicabile “una massiccia adesione da parte dei cittadini” dato che per risultare efficace l’app Immuni deve essere installata almeno dal 60% della popolazione. Lei è conosciuto per essere stato presente fin dall’inizio dell’epidemia con delle iniziative informatiche a supporto dell’analisi e della raccolta dati attraverso lo sviluppo di software avanzati. In ultimo il sito web www. covid19.it consultabile gratuitamente. Come funziona il portale? E’ online il sito covid19.it realizzato da me in collaborazione con il collega Gianluca Galli e ad oggi il portale è un eccellente punto di riferimento per la raccolta di dati e informazioni relative alla situazione coronavirus. E’ possibile analizzare i dati con grafici approfonditi basati sui dati ufficiali della protezione civile italiana. Oltre alle rappresentazioni di base sono disponibili elaborazioni ed è possibile il confronto di dati anche su base regionale. Sul sito sono presenti inoltre tantissime informazioni sulla gestione della situazione attuale come la descrizione dei sintomi principali e la loro relativa occorrenza, la situazione relativa alla realizzazione del vaccino e lo stato sulla ricerca sulle cure e i farmaci in fase di test e validazione. Sono anche presenti informazioni sui dispositivi di protezione individuale e le procedure raccomandate. Infine, molto importante, sono descritte le attività consentite nella fase 2 e le relative date e, quando arriverà, nella fase 3.

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GIUSEPPE CLARINO

La figlia della guerra (uno sprazzo di memoria)

La storia che si racconta si svolge tra gli anni 1940 e 1950 in un quartiere di Arzano ove viveva una donna che tutti chiamavano “a monaca fauza” soprannome che gli derivava dal fatto che era una donna tutta casa e chiesa ma che in realtà era la più furba, la più scaltra e la più egoista tra le sorelle; era come si dice “femmen e’ chies, riavul e’ casa”. La monaca fauza era sposata a un uomo che possedeva un cavallo e una carrozzella che di mestiere faceva il cocchiere e aveva figlie femmine e maschi. La prima delle femmine era molto bella; talmente bella che fino alla morte, avvenuta pochi anni fa, mantenne intatta la sua bellezza. Inizialmente abitavano in un grosso stanzone diviso da una tenda dietro alla quale dormiva il cavallo mentre nella parte antistante dormivano loro. In seguito presero in locazione, sempre nello stesso palazzo, un’altra camera ove si trasferirono mentre il cavallo restò nello stanzone, insieme questa volta, alla carrozzella. Con l’entrata in Napoli dell’esercito americano, avvenuto il 1 ottobre del 1943, al comando del generale Clark, arrivarono anche molti soldati di colore. L’esercito americano per le sue vettovaglie allestì un deposito a Casoria (mangeria) in contrada Cantariello. Diverse furono le persone uccise e poiché la fame era tanta, molti cercavano, furtivamente, di rubare beni di prima necessità, ma avvistati dalle sentinelle venivano subito fatti oggetto di tiro a bersaglio. Tra queste persone c’erano anche delinquenti matricolati che rubavano non per necessità ma per rivendere poi a prezzi esorbitanti alimentando la cosiddetta “borsa nera”. Tra i militari di stanza a Casoria ce n’erano anche parecchi di colore. Uno di questi, girovagando per il circondario incontrò e si innamorò della prima figlia della monaca fauza; si fidanzarono e tutta la famiglia accettò di buon grado questo fidanzamento poiché l’americano faceva pervenire loro, sottraendolo al deposito, ogni ben di Dio. Siccome la

carne è debole e gli ormoni della gioventù di entrambi ribollivano le cose precipitarono e la ragazza rimase incinta. Si provvide subito con nozze riparatrici con la celebrazione del matrimonio e grandi festini ai quali pensò a tutto l’americano e a cui partecipò molta gente perché nell’occasione, almeno per un giorno, avrebbero mangiato a sazietà. È da notare che a quei tempi i matrimoni erano celebrati con cortei a piedi che partivano dalla casa della sposa e arrivavano fino alla chiesa e dopo la funzione religiosa dalla chiesa di nuovo alla casa della sposa. Qui si tenevano i festeggiamenti con rinfreschi a base di rustici, dolci, gelati, spumoni, ecc. (il pranzo non era ancora in auge per la povera gente, data la crisi economica.) Anche per la figlia della monaca fauza le cose andarono così e come quasi di consueto a quei tempi anche l’americano andò ad abitare in casa della famiglia della sposa. Dopo sei mesi di matrimonio nacque una bella bambina la quale pur essendo figlia di un uomo di colore non aveva i caratteri somatici di quell’etnia ma solo leggermente di colore bruno più marcato del solito, perché forse i geni della madre avevano avuto la meglio. Il menage andò avanti con tranquillità fino al 1945 quando gli americani, avendo terminato la loro missione, lasciarono Napoli per far ritorno negli Stati Uniti. Solo allora l’americano confessò alla figlia della monaca fauza che lui in realtà era già sposato e aveva tre figli che lo aspettavano in America. Immaginarsi il dolore della famiglia e lo stupore e la meraviglia di tutto il vicinato e dell’intera comunità. La figlia della monaca fauza si ritrovò con una figlia e senza marito, cosa che a quei tempi, per la mentalità di una civiltà ancora contadina, non era concepibile la figura di ragazza madre. Sicuramente la ragazza non si sarebbe più sposata e la bambina additata come “la figlia del peccato”. Ma la sorte aveva in serbo per la figlia

della monaca fauza un destino migliore. Molti soldati italiani, durante la guerra, erano stati impegnati sul fronte russo; alcuni perirono in battaglia, diversi feriti, alcuni dei quali salvati e curati da donne russe che per riconoscenza e gratitudine le sposarono senza mai più far ritorno in patria dimenticando in tal modo mogli, figli, padri e madri (vedi il film “i girasoli” con Marcello Mastroianni e Sophia Loren), altri invece, seppur malconci, fecero ritorno in patria. Tra questi ce n’era uno che in un momento di grande pericolo aveva fatto voto alla Madonna che se fosse riuscito a salvarsi e tornare in patria avrebbe sposato una ragazza madre. A quei tempi si diceva di “donna caduta in disgrazia” e Napoli era piena di queste povere disgraziate che o per necessità (prostituzione dovuta alla fame) o perché ingannate e allettate da una vita migliore avevano ceduto le loro grazie ai soldati americani. Queste notizie erano arrivate anche al fronte russo da cui il voto del giovane. Questo giovane era di Grumo Nevano, non bello e con un’appariscente cicatrice da baionetta al mento. La monaca fauza aveva una sorella che abitava a Grumo Nevano per aver sposato un maniscalco e che, saputo delle intenzioni del giovane si adoperò per la nipote di Arzano. Fu così combinato un incontro tra i giovani che avvenne in casa della zia della ragazza. Al giovane la ragazza piacque e dopo altri due incontri, sempre presidiati, si fidanzarono e in breve convolarono a nozze; la figlia della monaca fauza obtorto collo accettò di sposare il giovane ma questa volta senza abito bianco per la sposa e senza corteo ma solo privati festeggiamenti in casa. L’uomo si rivelò essere un onesto lavoratore, un buon marito e specialmente un affettuoso e premuroso padre per la “figlia del peccato”. Insieme ebbero diversi altri figli e si amarono e rispettarono fino alla morte. *ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale

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TERESA D’ANGELO

Chiacchierando con..Francesca Giuliano

La nostra curvymodel Francesca Giuliano, racconta la sua quarantena come un periodo di pace e benessere ritrovato. Francesca Giuliano, spiccato personaggio tv, si racconta nel mio format “Chiacchierando con...” in una splendida chiacchierata sotto forma di intervista. Alla prima domanda chiesta, su come ha passato questa quarantena tra le mura domestiche, Francesca mi ha detto che ha vissuto le sue giornate nella casa in campagna, tra la natura, ha sperimentato nuove ricette ai fornelli, riscoprendo anche la cucina vegana. Ha passato questo lock down, tra fanghi, maschere di benessere, un vero momento dedicato a lei, come una beauty farm, fai da te. Risalendo alle prime apparizioni in tv,protagonista del Minimondo, il famoso “Salottino” di Avanti un altro, il quiz show condotto da Paolo Bonolis e Luca Laurenti su Canale 5, Francesca fu scelta nel 2016 come personaggio partecipante, in una forma molto originale, una “Pin up Anni 50”. Da lì grande popolarità, perché molto amata dal pubblico italiano per la sua simpatia, per le sue forme sinuose e prosperose da vera bellezza mediterranea, donna davvero molto interessante ed originale.

Non sono mancate per la bellissima anni 50, le ospitate nel salotto più esclusivo di Mediaset, sia “Pomeriggio 5” che “Domenica live”, programmi condotti da Barbara D’Urso, dove Francesca è stata eletta “la modella curvy più famosa d’Italia”. Tanti interventi come opinionista tv, riguardanti il mondo curvy, riguardanti lo stop al bullismo sia fisico che mentale, uno stop alle offese gratuite sui social o verbali che vengono fatte alle ragazze solo perché hanno un aspetto fisico più prosperoso con rotondità e più forme, spesso oggetto di leoni da tastiera che sanno solo offendere, portando alcune ragazze alla depressione ed addirittura alla morte. Francesca si batte tantissimo in queste tematiche, anche perché ha passato in primis vari aspetti di queste vicende. Tanti progetti come attrice in film e cortometraggi legati a queste tematiche sociali e prossimamente ci ha svelato anche di un libro, dove ci sarà testimonianza di una storia vera, che sapremo più in là. Una donna piena di valori, virtù, buon senso e positività che ringrazio per la splendida intervista video, visionabile sul mio profilo Instagram e Facebook.


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Egregio Direttore di CasoriaDue In merito all’articolo scritto sul settimanale da Lei diretto in data 26-4-2020 dalla D.ssa Rita Giaquinto, mi congratulo per la meticolosità con cui ha presentato il sito industriale sulla SS Sannitica di Casoria denominato Resia Spa. Mi permetto di esprimere e suggerire delle ulteriori mie modeste riflessioni in merito alla questione. Tale sito nato come Resia Spa di Casoria, poi Montecatini Edison spa e successivamente rilevato dall’Enichem. In particolare, si precisa che l’attività produttiva del citato stabilimento e cessata nel 1983 e lo stesso chiuso nel 1990, previa una ipotetica bonifica (senza documentazione ufficiale, una mappatura etc) . Negli anni a seguire e successive indagini effettuate dalla Enichem spa, nel merito, non sono emerse ulteriore informazioni tecniche utili. Inoltre, da accurate indagini ispettive (INAIL- Ispettorato del Lavoro) non è stato possibile reperire informazioni dettagliate sui cicli produttivi e sulle specifiche modalità operative delle maestranze. Allo stato, dai pochi elementi che è stato possibile acquisire, anche a seguito di indagini mirate (dall’INAIL), si evince che nel suddetto stabilimento venivano prodotte resine per coloranti e vernici. Tale attività rientra in un contesto di tabellarità con specifico riferimento ai numeri mp (malattie professionali) 40 – sottonumeri 2 – e 42 – sottonumero di 3, di cui al DPR 336/94 (…....a seguito dell’emanazione del D.P.R. n. 336/1994, con il quale sono state approvate le nuove tabelle delle malattie professionali con effetto dal 22 giugno 1994, e sciogliendo la riserva contenuta nell’ultimo paragrafo della circolare n. 19/1994, si dispone che, con la suddetta decorrenza, sia adottato il nuovo codice A, che si allega nella versione definitiva. Le istruzioni di carattere procedurale e le informazioni di contenuto tecnico per la corretta utilizzazione del nuovo codice sono state diramate con la lettera del 13 ottobre 1994 - e relativi allegati- di questa Direzione generale, Servizio per il sistema organizzativo, alla quale si fa quindi rinvio. Con la presente circolare si intende tornare sull’argomento, concentrando in particolare l’attenzione sull’insieme delle operazioni che sono necessarie per garantire la precisa individuazione e digitazione del predetto codice A e del codice M (classificazione nosologica delle malattie) nella mappa “dati sanitari di base” della procedura infortuni. -2- Si deve innanzitutto ribadire l’assoluta rilevanza che i due codici rivestono ai fini della completezza e della attendibilità delle informazioni sulle malattie professionali. Si tratta, infatti, dei dati elementari a partire dai quali vengono effettuate tutte le elaborazioni statistiche sulle tecnopatie, tabellate e non, sicché l’eventuale presenza di imprecisioni nelle operazioni di codifica, pregiudicando la qualità complessiva delle informazioni, condiziona il monitoraggio del fenomeno tecnopatico, anche ai fini del periodico aggiornamento delle tabelle, e compromette la spendibilità esterna del patrimonio conoscitivo INAIL ). Inoltre, nell’impossibilità di reperire informazioni dettagliate sui cicli produttivi e sulle specifiche modalità operative delle maestranza ( è questo il punto focale dei gravi problemi tossici) , non si può escludere che le malattie professionali patite dai lavoratori possono ricondursi ai riferimenti tabellari di cui ai numeri di mp 30 e 34 – sottonumeri 2 del DPR 336/94. Infatti, la produzione di resine prevede, per alcune di esse, l’impiego di sostanze ritenute altamente cancerogene (agenti chimici), quali:

• diisocianati aromatici utilizzati direttamente come reagenti per la produzione di elastomeri poliuretanici, poliuretani espansi • formaldeide per le resine fenoliche, ureiche, amminiche; • ammine aromatiche nelle resine epossidiche come indurenti, ed in particolare la piridine come solvente e catalizzatori nei policarbonati. Non sono assolutamente d’accordo con le affermazioni e la tesi espresse dai VV.UU di Casoria, i quali con delle relazioni abbastanza superficiali, senza entrare nel merito del ciclo produttivo e senza effettuare delle accurate indagini dove venivano smaltiti i residui reflui dei prodotti di cui al punto 1-2-3.; senza risalire e verificare dove venivano scaricati i suddetti residui di agenti chimici. La tutela della salute dei cittadini di Casoria rappresenta un ambito di attività istituzionale, nonché di peculiare e prioritario impegno intorno al quale deve e può essere valutata l’efficace e l’efficienza della pubblica amministrazione, ad ogni livello. La presenza sul territorio di Casoria di eventuali fonti, materiali e sostanze che, inquinando l’ambiente o venendo a contatto con le persone, possano causare - direttamente o indirettamente – danni alla salute dei cittadini di Casoria, deve pertanto essere accertata in modo sicuro e scrupoloso, attraverso una costante e puntuale attività di analisi e monitoraggio ambientale. In particolare, vorrei fare alcune riflessioni sull’area dismessa della Tubi Bonna; i lavoratori di questa realtà eseguivano direttamente lavorazioni afferenti alla produzione di manufatti in cemento – amianto, e non si può escludere che si siano potute verificare condizioni lavorative tali da comportare una significativa esposizione a fibre di amianto (concentrazione media ponderata maggiore di 0,1 ff/cc), fino alla dismissione del sito. Si ritiene che le lavorazioni effettuate presso la Tubi Bonna abbiano comportato una significativa esposizione all’amianto. Al fine della individuazione del rischio, a seguito del D.M. 16/05/1989 il Comune di Casoria doveva realizzare un censimento delle aree potenzialmente contaminate relativamente ai seguenti punti: 1. aree interessate da attività minerarie, in corso o dismesse; 2.aree interessate da attività industriale dismesse (Tubi Bonna e Rhodiatoce); 3aree interessate da rilasci incidentali o dolori di sostanze pericolose (Resia). Le fibre di amianto che si sprigionano – in particolare la produzione effettuata dalla Tubi Bonna – penetrano nei polmoni col tempo – anche vent’anni – si ricoprono di complessi proteici e di altre sostanze biologiche formando crepuscoli dell’asbesto parechimale o pleurico che si infiammano provocando un inspessimento della membrana polmonare. In particolare, il timore che in alcune zone della città di Casoria possano essere tracce e residui di materiali potenzialmente cancerogeni o comunque patogeni non può continuare a gravare sui cittadini casoriani piu’ direttamente coinvolti da questa eventualità, ma deve divenire preoccupazione primaria e oggetto di attenzione responsabile dell’Amministrazione municipale. Nel caso specifico dell’allarme lanciato da numerosi cittadini di Casoria abitanti nella zona di Via Armando Diaz e Via Petrarca, dove era ubicata la Rhodiatoce e la Tubi Bonna - circa il rischio zona SS 187 dove era ubicata l’ex Resia; se siamo contaminati, ed i fatti c’è lo confermano, in quanto Casoria è il terzo paese in tutta la Regione Campania dove si muore di malattie tumorali e perciò indifferibile una precisa assunzione di responsabilità ed un intervento mirato ed immediato da parte comunale.


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La necessità di acquisire dati e informazioni attendibili circa la presenza di amianto e di altre sostanze nocive provenienti dai siti industriali suddetti (Rhodiatoce - Tubi Bonna – Resia) e anche dagli immobili comunali e privati, tali da interessare la piu’ ampia area dei quartieri casoriani interessati, in special modo Via Petrarca dove un tempo sorgeva la Tubi Bonna, stessa produzione della Eternit di Napoli attualmente sotto osservazione della magistratura con indagine del Dr Guariniello; tutto questo configura un preciso dovere dell’attuale maggioranza che governa Casoria, che assolutamente non può sottrarsi, sia per un obbligo di trasparenza nei confronti dei cittadini, sia in quanto garante della difesa della salute pubblica. A tal fine, si chiede alla intera classe politica casoriana – maggioranza e opposizione - se non ritengono assolutamente improcrastinabile un concreto impegno in questa direzione. Impegno che non può prescindere dalla promozione di ogni utile sinergia con le Aziende Sanitarie Locali e con i soggetti istituzionali competenti nel ramo ARPAC, al fine di garantire la corretta applicazione delle norme vigenti in materia di prevenzione e tutela della salute e dell’ambiente dei cittadini di Ammiriamo il comportamento coraggioso di questa amministrazione nel sospendere l’istallazione delle antenne per il 5G. Con determinazione, il nostro sindaco, con l’ordinanza di sospensione affida al Consiglio Comunale, quale team di esperti, il compito di decidere se questo nuovo sistema di trasmissione sia nocivo alla salute dei cittadini. Questo comportamento, al momento, non nuoce alle casse del comune, almeno fino a quando le compagnie telefoniche, che hanno pagato milioni di euro allo Stato per avere le licenze di trasmissione, non si appelleranno ai tribunali per essere risarciti dei danni provocati da questa coraggiosa decisione. Sono certo che il team di esperti designati dal sindaco nicchierà fino a quando si avranno i primi avvisi degli avvocati delle compagnie telefoniche, dopo di che daranno il via libera all’istallazione

Casoria. In questo senso, si sollecita ogni tempestivo sforzo da parte dell’Amministrazione per verificare e attivare gli opportuni canali di conoscenza dell’effettiva presenza di siti inquinanti nei quartieri della città di Casoria interessati, predisponendo attraverso – un gruppo di studio o un incaricato che studia il fenomeno - indaghi e promuova i necessari percorsi di bonifica, a norma di legge. In conclusione, per tutto quanto sopra esposto, per quanto riguarda l’ambiente sul territorio di Casoria si aprono una serie di questioni rilevanti che meritano approfondimenti seri da parte dell’amministrazione locale, In primo luogo è capire se la piu’ alta mortalità presente nel nostro comune sia un fenomeno recente o se appartenga al passato. In secondo luogo, poiché per avere effetti letali è in genere necessario un’esposizione prolungata (vedi operai ex Rhodiatoce e Resia) ai fattori rischio, è utile conoscere non solo quali siano le patologie che producono la piu’ alta mortalità dei cittadini di Casoria, ma anche quali siano le fasce d’età maggiormente coinvolte.

delle antenne. Onde evitare di essere ridicoli e aiutare il team di esperti citiamo alcuni studi sull’argomento fatti da National Tecnology Program costato oltre 30 milioni di dollari e Istituto Ramazzini che ha sarificato 2448 animali i quali non hanno evidenziato alcun rapporto tra tumori e radiofrequenze, tranne quello americano che ha visto in alcuni ratti prolungarsi la vita di oltre 3 anni. Inoltre una indagine dell’Istituto superiore della sanità, massima espressione italiana per la salute della popolazione e una indagine conoscitiva della Camera dei Deputati non hanno trovato evidenza di tumori con radiofrequenze. Sarebbe opportuno documentarsi ed evitare di passare per ridicoli davanti alla opinione pubblica, considerato il fatto che a breve questo sistema diventerà obbligatorio e tutti, sindaco, giunta e con-

Dr Michele Bruno siglio compresi, avranno sui loro televisori e sui loro computer e Smartphone questo sistema, incluso quei consiglieri ambientalisti e non che hanno firmato l’interrogazione al sindaco. Ci chiediamo, con quale coraggio questi ultimi mostreranno in pubblico i loro telefonini che funzioneranno con quel sistema che loro stessi hanno pubblicamente denigrato, preoccupandosi di un eventuale danno alla salute dei cittadini? Caro sindaco, le consigliamo di dedicarsi ad attività più proficue per la salute dei cittadini come la pulizia delle strade e dei marciapiedi e la cura della pavimentazione stradale, attività che, anche se costose per le casse comunali e faticose per l’impegno da profondere, certamente contribuiranno e non poco alla salubrità dell’ambiente, nonché a una futura campagna elettorale. Mauro Reccia

FASE 2, METTIAMO AL BANDO INCERTEZZA E BUROCRAZIA Fino al prossimo 1 giugno, saranno allargate le maglie del lockdown, virus permettendo. Quello che a nostro avviso è meno comprensibile e giustificabile è il clima di approssimazione e incertezza che domina le scelte di chi è chiamato a guidare la nazione in questo difficilissimo frangente, accompagnato da una eccessiva dose di autoreferenzialità, che tiene poco conto delle osservazioni delle altre parti politiche e delle richieste della società civile. Ancora più della chiusura, ciò che tiene sotto scacco gli italiani è l’incertezza. Non l’incertezza – inevitabile – sul pro-

sieguo della pandemia, ma l’incertezza sulla linea d’azione scelta dall’esecutivo per fronteggiarla. Non c’è, a distanza ormai di due mesi dallo scoppio del contagio, una linea chiara e trasparente che permetta ai cittadini una qualche forma di programmazione del proprio futuro. Incertezza su quando arriveranno i sostegni economici, dalla cassa integrazione per i dipendenti ai prestiti delle banche per le attività, incertezza sul futuro del sistema scolastico, che non consente alle famiglie di organizzarsi. Incertezza sulle riaperture delle attività e sui protocolli da seguire per conformarsi

alle nuove norme di protezione personale e distanzia- mento sociale, che non permette di programmare interventi di messa in sicurezza di imprese ed esercizi commerciali. Incertezza su tutto, insomma. Ma c’è una ricostruzione da fare che è devastante e che richiederà molta politica, visione e scelte coraggiose. C’era un grande senatore, si chiamava Mino Martinazzoli, che, in un momento delicato della vita di questo Paese, a chi lo contestava disse: fate come volete, ma la politica è altrove, noi vi aspetteremo là. Marcello Curzio


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SIMONETTA DE CHIARA RUFFO

DALLA CROCE ROSSA AL COTUGNO ARRIVANO LE BARELLE DI BIOCONTENIMENTO La Croce Rossa di Napoli ha messo a disposizione del Cotugno una ambulanza con personale e barella di biocontenimento per il trasporto dei pazienti Covid. La barella garantisce la protezione per i sanitari e la massima ventilazione e isolamento per l’ammalato. L’Associazione no- profit Alma Mundi invece ha donato 10.000 euro alla Croce Rossa di Napoli per l’acquisto di un’auto per trasportare cibo e farmaci a persone anziane e indigenti. Inoltre la Onlus affiancherà la Croce Rossa nel progettare nuove iniziative e nella raccolta fondi su tutto il territorio nazionale coinvolgendo aziende, enti, associazioni di categoria. Dal 1 maggio è partita una nuova iniziativa della Croce Rossa a favore dell’Ospedale Cotugno, in prima linea nella lotta al Covid-19. La Croce Rossa di Napoli infatti ha dato in dotazione all’ospedale napoletano un’ambulanza con una barella di biocontenimento a pressione negativa, strumento di ultima generazione nella lotta al coronavirus. Le barelle di biocontenimento sono utilizzate per il trasporto degli individui colpiti da malattie altamente contagiose come il Covid-19 e sono composte da un telaio metallico che sostiene tutta la struttura e un involucro trasparente in pvc che si montano su una barella di trasporto in alluminio. Un sistema di batterie alimenta il sistema di ventilazione e gli operatori possono assistere i pazienti dall’esterno dell’involucro in PVC grazie a

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delle speciali maniche laterali che permettono di effettuare tutte le manovre terapeutiche necessarie: “La caratteristica di queste barelle – afferma Paolo Monorchio, Presidente del Comitato di Napoli della Croce Rossa – è che oltre ad essere operative in pochi minuti, non permettono la contaminazione dei mezzi di trasporto, sono collegabili ad ogni tipologia di barella, sono facili da decontaminare, creano un microclima ottimale per il paziente e non permettono accumulo di umidità. L’area di contenimento che si sovrappone alla barella “semplice” protegge operatori e tutte le altre persone esposte agli agenti infettivi protezione di operatori e di altri soggetti nei confronti dell’esposizione ad agenti potenzialmente infettivi. La barella inoltre può essere trasportata in qualunque ambulanza, ma anche in elicotteri o aereo”. Inoltre, sono sempre più le sinergie che si creano con Croce Rossa in questa emergenza. L’Associazione no profit Alma Mundi, che assiste persone svantaggiate e in difficoltà, ha donato 10.000 euro per contribuire all’acquisto di un’auto per il trasporto di cibo, farmaci e altri generi di prima necessità ad anziani e indigenti. Inoltre la Onlus affiancherà la Croce Rossa nel progettare altre iniziative e soprattutto nella raccolta fondi su tutto il territorio nazionale coinvolgendo aziende, enti, associazioni di categoria regionali e nazionali oltre ai cittadini. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 7 maggio 2020

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 0817311062 email: casoriadue@libero. it


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