DOMENICA 3 DICEMBRE 2017
Settimanale di Informazione
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ANNO XVI - N° 36 - DOMENICA 3 DICEMBRE 2017
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Lo strano caso del venerdì
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DOMENICO BORRIELLO
Lo strano caso del venerdì Era il lontano 1997 quando con delibera comunale fu istituito “provvisoriamente”, almeno così recitava la carta intrisa d’inchiostro, il mercato dei tessuti a Via Mauro Calvanese. Nel frattempo l’Italia ha cambiato moneta, un paese africano ha ospitato per la prima volta i mondiali, si sono disputate 5 edizioni dei Giochi Olimpici, gli Stati Uniti hanno avuto 4 presidenti diversi, Juan Carlos di Spagna ha abdicato in favore di Felipe, il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea, un Presidente della Repubblica è stato rieletto per la prima volta per un secondo mandato e un papa ha abdicato: eppure quel mercato è ancora, provvisoriamente, a Via Calvanese. In un mondo che corre alla velocità della luce, è quasi commovente come Casoria riesca a vivere in una bolla di sapone, un po’ come i protagonisti del Decameron di Boccaccio isolati dal mondo. Lodevole, encomiabile, chapeau. Pare che l’Accademia della Crusca abbia preso in esame il “Caso Casoria” e stia seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di assegnare un nuovo significato alla parola “provvisorio”, che
grazie a noi diventerà sinonimo di “per sempre”. La dichiarazione più bella che un ragazzo possa fare a una ragazza è “Ti amo provvisoriamente”, perché il provvisoriamente casoriano è imperituro, è infinito, travalica i valori del per sempre, va oltre. Via Calvanese è un’arteria importantissima, strategicamente importante nei rapporti di forza tra Via Padula e la Circumvallazione Esterna di Napoli, senza dimenticare che è una strada che porta a numerosissimi parchi residenziali e istituti scolastici. E quindi ci sembra una follia che una strada tanto importante debba essere bloccata, ogni venerdì, dal mercato. Andrebbe individuata un’area più consona e, sinceramente, non ci sembra un’impresa tanto ardua. Pur essendo il problema più grave, la “logistica” non è l’unico tallone d’Achille del “mercato del venerdì”. Basterebbe evidenziare la carenza di servizi igienico-sanitari (i bagni chimici, ndr), con numerosi avventori costretti a chiedere “asilo politico” alle attività della zona. Mentre chi non ha la “faccia to-
sta”, o semplicemente pecca di buongusto, di andare in un bar a chiedere di espletare i propri bisogni, contribuisce allegramente a deturpare il “verde”, o quel che ne rimane, cittadino. Già, il verde cittadino. La situazione peggiore di venerdì in venerdì: le tracce del mercato, ovviamente parliamo dei suoi rifiuti, possono essere facilmente rinvenute in quel famoso “verde”, che ormai più verde non è. Abbastanza evidente, quindi, che abbiamo anche qualche problema nella gestione del post-mercato. Ma anche durante, purtroppo, non ce la caviamo meglio, dato che è riscontrabile una carenza di controlli da parte degli enti preposti. Ma tanto è provvisorio, perché ci lamentiamo? Passerà qualche settimana, forse qualche mese, magari qualche decade. E che vuoi che sia un secolo? Si può aspettare. Magari sarà proprio il “Mercato del Venerdì” a salvarci dall’invasione dei marziani. “Meglio ca ‘ce ne turnammo a Marte, chist ‘ccà stanne assaje nguajate”. Penseranno, probabilmente. Però sempre provvisoriamente eh, poi si migliorerà. Forse.
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PAOLA CONSOLETTI
MERCATO RIONALE DI VIA MAURO CALVANESE O SUQ? Il mercato, situato il Venerdì in Via Mauro Calvanese, a Casoria, continua a degradare la zona. E’ stato ribadito più volte su questo settimanale, attraverso numerosi articoli, lo “scempio” in cui riversa questa strada e le strade limitrofe, grazie al mercato, in una strada che era nata come residenziale ma che di residenziale ha ben poco. Quel mercato, ogni settimana lascia i suoi segni indelebili con rifiuti di ogni genere e cattivi odori, tutto va a depositarsi su quel po’ di aree verdi, se così possono definirsi, negli spazi adiacenti. E’ stato invitato più volte il sindaco di Casoria a prendere provvedimenti in merito, ma ad oggi non c’è stata alcuna risoluzione. Osservando attentamente l’immagine del mercato, l’aspetto ci ricorda il tipico mercato arabo, il Suq, mercato all’aperto, caotico e vociante, ma non è così, perché il Suq è un mercato ben allineato, organizzato, dunque non rispecchia assolutamente l’inciviltà dettata dal mercato di Casoria il venerdì, il quale ci mostra un quadro orrendo del commercio. E’ necessario solo analizzare che il Venerdì i residenti del luogo, sono paralizzati, si ha difficoltà a raggiungere scuola o lavoro, bisogna fare giri immensi per arrivare alla strada principale, inoltre nessuna delle “autorità competenti,” si è mai posto il problema di come potrebbe un’ambulanza, con estrema urgenza, raggiungere quella zona, un venerdì mattina……….sarebbe una vera tragedia!
Quest’area con i suoi viali adiacenti, Via Renato Carosone e Via Enrico Caruso, versano già normalmente in uno stato di abbandono, in quanto presentano solo eccessivi rifiuti, una discarica a cielo aperto, senza controlli, abbandonata, un luogo isolato e dimenticato pur trovandosi a poca distanza dal centro cittadino. I marciapiedi sono fatiscenti, interamente ricoperti di erbaccia che cresce in grande quantità e nasconde una discarica nella discarica, soprattutto le aree situate accanto alla Chiesa San Giustino De Jacobis, la struttura FunTeam e quella che precede il Comando di Polizia Municipale, una strada che è
ormai diventata punto d’incontro per tossici, dato il numero di siringhe che versano su quella strada, pericolose, perché proprio quella strada è frequentata da molti ragazzi che raggiungono la scuola. Area trasformata in dormitorio pubblico per numerosi extracomunitari, però nessuno parla, si ribella e quindi tutto tace, ognuno vive nel silenzio lamentandosi, pur pagando da onesti cittadini le tasse comunali esose, mentre il livello demografico della zona aumenta con il degrado ambientale ed organizzativo che risulta totalmente gratuito. Recentemente sono stati rimossi, su Via Mauro Calvanese, con precisione ben dieci pali per l’illuminazione della strada, in quanto erano pericolosi, ma la sostituzione di questi ultimi non è mai avvenuta, per mancanza di denaro da parte del Comune, la strada è diventata in questo modo pericolosa anche per coloro che la percorrono in auto. Con il passare degli anni tutto è rimasto uguale, quello che doveva essere un “progetto” di zona residenziale è rimasto “progetto”. Per far nascere una vera “Residential Area”, come la chiamano gli americani, è necessario l’interesse ed il rispetto per il prossimo, elementi che si sviluppano solo con una grande apertura mentale, ingrediente mancante nella nostra società. Negli Stati Uniti queste aree nascono per far vivere in tranquillità le famiglie, i bambini, gli animali, dove si ritrova il contatto con la natura, lontano dai luoghi di lavoro, di caos, vivendo in modo civile con i diritti di un cittadino che paga tasse e servizi.
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6 ANTONIO BOTTA
QUELLA PASSIONE DI UN AMORE SENZA CONFINI
Una fede staccata dalla vita diventa fideismo, rasenta il moralismo, scade nel formalismo
In occasione dell’anniversario della canonizzazione di San Ludovico da Casoria, si è svolta il 23 Novembre scorso, presso la chiesa della Casa Natale del Santo cittadino, una celebrazione eucaristica presieduta dal rev. don Pasquale Fioretti, Parroco del santuario di S. Benedetto Abate. Hanno partecipato alla Santa Messa, oltre che le suore elisabettine bigie con la Madre Superiora L. Antony e un nutrito gruppo di fedeli, anche il Sindaco Fuccio e l’assessore Esposito. Le letture bibliche hanno richiamato il carattere distintivo del cristiano, l’amore oblativo, che S. Ludovico incarnò radicalmente, dandosi tutto a tutti. “Chi vive nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in Lui”: la lettera di S. Giovanni, proclamata durante la liturgia della Parola, ancora di più ha reso evidente la scelta di S. Ludovico di amare e servire il Signore nelle persone curve sotto il peso dei disagi e delle sofferenze; infatti, come ancora sottolinea S. Giovanni nella medesima lettera, “Chi non ama il fratello che vede, non può amare Dio che non vede”. Il “nostro” Santo, allora, praticando la carità “sfrenata”, sollevando dalla miseria i più deboli, malati e soli, deprivati di cibo e di affetto, ha indicato l’unica via per testimoniare la fede verso Dio: fare della propria vita un capolavoro di misericordia, intesa come totale apertura del cuore ad accogliere i miseri. E’ ciò che ha puntualizzato anche don Fioretti durante l’omelia, nel-
Commemorato l’anniversario della canonizzazione di S. Ludovico da Casoria con la celebrazione di una Messa la quale, commentando la pagina del Vangelo del “Buon Samaritano”, ha detto che la Chiesa pone i Santi come modelli da imitare, ai quali occorre chiedere, oltre che le grazie nella preghiera, anche l’aiuto nell’emularli, mirando anche noi alla santità con la carità fattiva, che è il modo di esistere di Dio. Se, allora, viviamo nell’amore, facendo il bene, diventando “prossimi” per chi si trova in situazioni difficili, sull’esempio di S. Ludovico e del buon samaritano, anche noi diventiamo “strumenti” della Provvidenza divina, consentendo al Signore di operare tramite i nostri atti. Per la cultura biblica, ha spiegato il Celebrante, l’amore non è sentimento fatuo, non è emozione fugace, ma è qualcosa di molto concreto, è agire per restituire con-
cretamente la dignità a chi l’ha perduta, è condivisione partecipe, è operare concretamente per donare, alleviare, consolare, facendosi uno con l’altro. Oggi, purtroppo, ha rimarcato don Fioretti, si emulano personaggi negativi, invece bisogna seguire chi con coraggio, sull’esempio di S. Agostino, è capace di cambiare completamente la sua condotta di vita, con la convinzione che tutti possono, se vogliono, riuscire a diventare santi. Da chi fu attratto, in particolare, S. Ludovico, che, nella prima parte della sua vita religiosa, viveva in maniera ordinaria la sua vocazione? Proprio da Gesù Cristo, contemplato nell’Eucaristia, il sacramento dell’amore. Meditando sull’Ostia consacrata, il Santo casoriano ricevette, come Lui affermò,
il “simulacro”, perché capì che, sempre, in ogni parte del mondo, lì dove c’è un altare dove un sacerdote celebra messa, si perpetua il Sacrificio del Signore per la salvezza redentrice di tutti gli uomini,continuando a “cumpatire”, ad offrire, a donare, attualizzando ogni giorno la Sua passione e morte. Un esempio fuigido, dunque, da seguire per il S. Francesco del 1800, tanto che cominciò a considerare i poveri “carne viva di Gesù” da servire e curare. Uno pungolo, una sana provocazione, diremmo oggi, sono le opere di carità compiute da S. Ludovico, perché ci spingono a spogliare la fede da tanti gesti devozionistici, “orpelli” ritualistici che, se non si traducono in carità operosa, diventano atti quasi superstiziosi. Una fede staccata dalla vita, dalla “prassi”, ricca d’amore, diventa fideismo, esteriorità, formalismo, rasenta l’ipocrisia, scade nel moralismo: è il messaggio che lancia oggi S. Ludovico da Casoria. Per questo, durante la preghiera dei fedeli, pregando per i bisognosi, non solo di cose materiali, ma anche di affetto e di presenza amorevole, significativa e appropriata è stata l’invocazione: “Rendici perfetti nella tua carità, Signore!” Al termine della celebrazione, dopo i ringraziamenti della madre Antony al Primo cittadino e a tutti fedeli per la loro presenza, si è svolta la processione fino alla cappella del Santo, preceduta dal Sindaco, che ha condotto una corona d’alloro ivi deposta.
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Avv. DIANA SANTUCCI
“VIVI NEL RICORDO”, il programma di iniziative televisive che Campania felix tv propone visitando le Chiese di Casoria
In onda sui canali dgt 210, 613 e 694, Nando Troise, con la preziosa consulenza del professore Ludovico Silvestri, ha visitato il Sacro Cuore di Casoria, illustrando dettagliatamente la storia ed il patrimonio religioso. Prof. Silvestri: “Io ringrazio il direttore Troise dell’invito e partirei da una domanda: perché a Casoria tra la fine dell’800 e parte del ‘900 ci sono tanti Santi? Forse la risposta a questo interrogativo viene da quando Don Vincenzo Scippa nel suo meraviglioso libro “San Ludovico da Casoria, le sue virtù, un Santo per l’uomo d’oggi”, riporta riprendendo le parole di Salvatore Garofalo. Dice Padre Scippa nel suo testo che Padre Garofano sosteneva che Santi si conoscono a fiuto e si cercano perché hanno la capacità di parlare la stessa lingua, la lingua del cuore, la lingua della carità. Ecco perché a Casoria alla fine dell’Ottocento è l’inizio del Novecento esiste tanta Santità. Motore sicuramente è stato Padre Ludovico che ha avuto contatti con Giulia Salzano, con Maria Cristina Brando, con madre Luigia Velotti, con Caterina Volpicelli, con Bartolo Longo, con Gaetano Errico... e questi contatti lo porteranno poco a seminare quello che la Magna Charta del vangelo e cioè la regola della Carità e dell’amore”. Madre Giulia Salzano nasce il 13 ottobre del 1846 da Diego, che era capitano dei Lancieri dell’esercito Borbonico di Ferdinando II, Re di Napoli, e da Adelaide Valentino che era una discendente di Sant’Alfonso Maria dei Liguori. A 4 anni rimane orfana. Nella formazione fu affidata alle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida trhouret nel regio orfanotrofio di Santa Maria delle Grazie a San Nicola la Strada, dove stette fino a 15 anni. Nel 1861 torna a casa e consegue il diploma di maestra elementare. Nel 1866 a Casoria ebbe l’incarico di insegnante elementare della Scuola Comunale e con la famiglia (costituita da Celestina, che era la governante, la madre Adelaide, la sorella Ciarina ed il fratello Vincenzo) prende in affitto un piccolo appartamento a via Cavour di proprietà del Canonico Tommaso Rossi. Donna Giulietta, così chiamata da tutti, incomincia a distinguersi non solo per le sue doti di maestra ed educatrice ma anche per il suo impegno nella catechesi.
Fu incoraggiata da Padre Ludovico, infatti le disse - di non farsi venire la tentazione di abbandonare i fanciulli della nostra cara Casoria perché è volontà di Dio che tu viva e muoia in mezzo ad essi. - Madre Giulia aveva un ruolo fondamentale sia nella messa domenicale che veniva celebrata nella parrocchia di San Mauro che quotidianamente durante la celebrazione eucaristica. Inoltre guidava la preghiera mariana, soprattutto nel mese di maggio nella chiesa del Carmine. Nel 1877 fu costituita da Caterina Volpicelli, fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore, un laboratorio di cucito ed il Cardinale Sisto Riario Sforza volle allargare questo laboratorio a tutti gli istituti religiosi e Giulia Salzano fu indicata come colei che poteva portare avanti per Casoria questi laboratori. Nel 1882, a 36 anni, per motivi di salute fu costretta a lasciare la scuola e grazie all’interessamento del consiglio comunale di Casoria ottenne la pensione per intera. Il 15 ottobre del 1890 ottenne il permesso di istituire un oratorio privato per avere più spazio per la catechesi, per il laboratorio di cucito e per l’accoglienza delle ancelle. Nello stesso anno ebbe anche la possibilità di poter conservare il Santissimo Sacramento per l’adorazione del primo venerdì del mese. In questi anni, sempre guidata don Arcangelo Paone, maturò definitivamente la sua scelta alla vita religiosa e fondò a Casoria la casa catechistica nonostante ci fosse l’avversione del Canonico Caruso. Volpicelli invece incoraggiò Giulia e le disse di non muoversi da Casoria, dove
la provvidenza la destinò. [il cuore di Gesù ci vuole su due strade diverse, ma che portano lo stesso fine. Ad maiorem cordis jesu gloriam]. Nel 1893 lasciò la casa dove ha vissuto con familiari a via Cavour e si trasferì sempre a via Cavour con due giovani sue allieve, Maria Natale e Carmela Rullo. Il 5 febbraio, il cardinale del 1894, il cardinale Sanfelice, inaugurò l’istituzione la Pia Casa Catechistica. Ben presto però questa casa si dimostrò troppo piccola e, grazie all’intervento della generosa benefattrice la signora Elisabetta De Angelis Marrucco, fu possibile acquistare la casa in via Giovanni Pisa che attualmente ospita la casa madre delle Suore Catechiste del Sacro Cuore. “Donna Giulietta” morì il 17 maggio 1929 e lasciò viva la fama di santità, tanto che già il 29 gennaio 1937 fu avviato l’iter per la Canonizzazione. Il 23 aprile 2002, Papa Giovanni Paolo II dispose la pubblicazione del Decreto con il quale veniva riconosciuta l’eroicità delle virtù e il 20 dicembre dello stesso anno, era riconosciuto il miracolo attribuito alla sua intercessione. Esso, avvenuto presso “l’Ospedale Cotugno” nel 1993, riguarda una bambina di 10 anni, Stefania Milo, alunna delle suore al Corso Vittorio Emanuele a Napoli, che fu guarita in maniera rapida, completa e duratura senza esiti a medio e lungo termine da grave sepsi batterica con meningite purulenta, complicata da coagulazione intravasale disseminata e da sindrome di Waterhouse-Friederichsen. È stata canonizzata da Benedetto XVI il 17 ottobre 2010.
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VITTORIA CASO
NETIQUETTE: DALL’EDUCAZIONE POSSIBILE ALL’ELEGANZA DEI PROFILI NEI SOCIAL NETWORK Oggi che si parla sempre più di webdipendence e cyber bullismo, “Netiquette” di Massimo Lucidi sicuramente offre incisivi stimoli alla riflessione e risposte efficaci. Il 23 novembre, presso la splendida struttura della Funteam - via Calvanese, ne hanno parlato con l’autore: Marco Pengue, consulente marketing Funteam; Espedito D’Antò, esperto di comunicazione web internazionale; Sergio D’Anna, editore; Alessandro Iovino, giornalista e scrittore; Nando Troise, direttore di “Casoria due”. Tutti i relatori, in maniera chiara, hanno concordato sull’utilità del testo di Lucidi che affronta “senza se e senza ma” la problematicità della rete che, se da una parte apre orizzonti molto vasti alla comunicazione e all’informazione, dall’altra può costituire un immenso “buco nero”, come ha giustamente osservato Sergio D’Anna, che inghiotte gli utenti, i qua-
li, quanto più sono giovani, più sono indifesi nel mare magnum di internet. Occorre, dunque, un’alternativa valida e a tal fine, Marco Pengue ha sottolineato l’importanza dello sport per i giovani all’insegna del “mens sana in corpore sano” in strutture che, ovviamente, siano adeguate alle aspettative e possano soddisfare le potenzialità e le energie giovanili, come questa della Funteam. Occorre anche dare regole agli utenti del web, secondo Espedito D’Antò, e il concetto di “netiquette”, dal vocabolo inglese net-
BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
work (rete) e quello francese étiquette (buona educazione), è indispensabile a disciplinare il buon comportamento di ogni utente, specie in risorse come newsgroup, mailing list, forum, blog, reti sociali o email in genere. Il corretto uso d’internet, insomma, come ha ben sintetizzato Alessandro Iovino, pur non essendo imposto dall’alto, è opportunamente previsto spesso dai contratti dei provider affinché gli innumerevoli vantaggi della rete non si trasformino in rovinose cadute di stile, in vi-
rali quanto nocive fake news, in volgare esibizionismo, in persecuzioni vere e proprie. L’invito, dunque, da parte di tutti i relatori e dell’eccellente moderatore, Nando Troise, è ad adottare la “regola dell’eleganza”, proposta da Lucidi, cioè gentilezza, educazione, garbo e responsabilità nel verificare e documentare, evitando che “leoni da tastiera” scadano in “pantere da circo”. Massimo Lucidi, in effetti, pone nel suo “Netiquette” interrogativi inquietanti ma attuali e sentiti circa l’uso della rete: “Serve davvero essere sulla rete? Siamo dotati d’intelligenza critica per distinguere tra buono e cattivo in rete? Come stare in rete?”. La risposta a queste e a tante altre domande è nel suo testo, piacevole e sintetico, chiaro e fruibile per tutti. I social e la rete sono sicuramente straordinari ma sono pur sempre “strumenti” da usare correttamente!
a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Esercizio fisico: essenziale anche per la memoria
Oltre ad apportare benefici diversi alla maggior parte degli apparati che compongono il corpo umano, dal sistema cardiovascolare a quello muscolo-scheletrico, l’esercizio fisico fa bene anche alla memoria. Sei settimane di intensa attività fisica – brevi sessioni nell’arco di 20 minuti – portano miglioramenti significativi nella cosiddetta ‘memoria ad alta interferenza’, quella che, ad esempio, ci consente di distinguere la nostra auto da un’altra della stessa marca e modello. Non solo: chi è più in forma fisicamente riporta un aumento del fattore neurotrofico cerebrale, una proteina che supporta la crescita, la funzionalità e la sopravvivenza delle cellule cerebrali. E’ quanto emerge da una ricerca della McMaster University, in Canada, pubblicata sul Journal of Cognitive Neuroscience.
Gli studiosi hanno preso in esame 95 adulti sani, che per sei settimane hanno svolto allenamento fisico, in alcuni casi combinato con un training cerebrale, oppure sono rimasti sedentari. Sia nel caso di coloro che hanno svolto esercizio che in quello in cui all’attività fisica è stato combinato al training cerebrale risultavano migliorate le prestazioni di memoria ad alta interferenza, a differenza di quanto accadeva nel gruppo di controllo. Ora gli studiosi stanno analizzando gli anziani: come spiega l’autrice della ricerca Jennifer Heisz, infatti, “un’ipotesi è che si osserveranno maggiori benefici su di loro, dato che questo tipo di memoria diminuisce con l’età”.
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10 EDITORIALE DI NANDO TROISE C’è del marcio a Casoria? Vorremmo proprio saperlo. Sono tantissime le denunce fatte dall’opposizione consiliare e non. L’ultima mi è arrivata dal Presidente della Commissione Controllo e Trasparenza, il consigliere comunale Pasquale Pugliese. Scrive al Prefetto di Napoli, al Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ed agli organi interni del Comune di Casoria. Un attacco forte che riguarda la gestione del Centro Polifunzionale detto PalaCasoria. Continua, invece, Nuova Dimensione, il periodico diretto da Francesco Polizio a raccontare che: la nomina dei dirigenti sia avvenuta in violazione della legge; che le procedure concorsuali risultino violanti della legge; che il patrimonio comunale è in una situazione di abbandono e non vengono riscossi i canoni di locazione; che l’abbandono delle periferie è una costante. Questo e tanto altro fa sapere il periodico Nuova Dimensione. Chiedono che in una Città come Casoria, spesso percorsa dai brividi dell’onestà, il Comune non deve restare ai margini delle grandi pulizie. Non saremo noi a scandalizzarci nel ricordare che moltissime componenti politiche esterne alla coalizione che ha vinto le elezioni hanno dato una mano a Pasquale Fuccio a diventare Sindaco della loro e nostra Città, sacrificando posti in Consiglio Comunale. “Con la vittoria di Fuccio abbiamo battuto un blocco sistemico” mi diceva qualche sera fa un vecchio compagno di antiche battaglie giovanili. Non siamo, noi, tra i cretini di regime che invocano e difendono il corporativismo. Chi ci segue sa che, da tempo, ci siamo battuti contro i maneggioni, i ladroni, gli imbonitori ed i fannulloni; respingendo, sempre, ogni ingerenza camorristica; odiando le sopraffazioni. Invece, il tutto si ripete: le interrogazioni parlamentari della Deputata Pina Castiello, inviata al Ministero degli Interni sono sulle scrivanie del Prefetto e del Questore di Napoli, avviando procedimenti di indagine e di controllo nei confronti della Pubblica Amministrazione. Siamo contro i truffatori ma anche contro gli avvoltoi, quelli che volteggiano alla ricerca del cadavere. Incredibile ma vero, proprio nel Palazzo di Città non hanno intuito la gravità del momento, causa un coro di elogi nei confronti del Sindaco. Incontro il Sindaco poche ore dopo l’in-
O vico e sant lione e o vico dei fornari poi passando per i salotti buoni di via Principe di Piemonte e di via Pio XII, fino alla estrema periferia di via Mauro Calvanese cidente che gli è capitato e che ha fatto rimbalzare Casoria agli onori della cronaca. Il Mattino, il Roma, Cronache di Napoli hanno fatto a gara per sbatterlo nelle posizioni d’onore. Giusto: l’informazione ha le sue regole e non esistono salvacondotti per chi sgarra. Il Sindaco Fuccio, il suo assessore alla sicurezza e i suoi collaboratori sorridono e mostrano fiducia incrollabile anche agli attacchi del loro vecchio amico Ciccio Polizio, loro sostenitore durante l’intera campagna elettorale. “Dovresti sottolineare quanto di buono stiamo facendo”- diceva il Sindaco, riferendosi alle strisce blu, alla videosorveglianza, al mercato del venerdì che
vorrebbero spostare nel parcheggio del PalaCasoria. Gli ricordo, alla presenza dei suoi collaboratori: due sono i pericoli che incombono sulla nostra Città: 1) la crisi morale ed economica, evitabile solo con una rifondazione degli organi istituzionali. Su questo, secondo me, vitale e determinante argomento, Fuccio continua a sostenere che “la rivoluzione” da lui annunciata in campagna elettorale non è fare il Magistrato; non è cercare i colpevoli dei disastri trovati da lui e dalla sua vincente coalizione. Continuo a suggerirgli la rifondazione di tutti gli organi istituzionali, delegando ai suoi assessori i compiti che le deleghe assegnate a ognuno di loro obbligano. Il secondo pericolo è: le mire di chi vuole impossessarsi della gestione della cosa pubblica, ai fini demagogici e non. Stanno alla finestra pronti all’occupazione del Municipio, del Consorzio Cimiteriale, di Casoria Ambiente oltre a tutto quello che è collegato (i lavori pubblici, i servizi idrici, il patrimonio comunale (come si fa a dimenticare gli uffici costati due miliardi in via Po; il PalaCasoria chiuso da anni, le opere compensative TAV mai utilizzate, gli immobili ricavati dalle convenzioni con le lottizzazioni e altro), i servizi sociali, la pianificazione del territorio e la ragioneria, polmone finanziario della Città di Casoria. Dal primo giorno del suo insediamento, avvenuto 19 mesi fa, stiamo sostenendo il Sindaco Pasquale Fuccio, la sua Giunta Municipale e la sua maggioranza, il quale mi dice: “sono fermo e determinato a cambiare la metodica del consenso. Darò prevalenza nella mia azione politica alla meritocrazia, al rispetto per i giovani, alle problematiche studentesche di ogni ordine e grado, mi confronterò con gli universitari e con loro e tramite loro alla valorizzazione dei saperi”. Intanto la sfiducia cresce: i sondaggi dicono che i casoriani non credono più alla classe dirigente e politica e neanche alle istituzioni. Sarà importante, in questi mesi, che ci avvicinano sia al Natale che al 2018, l’impegno politico ed amministrativo del Sindaco e della sua Giunta Municipale per conquistare la fiducia dell’intera Città. Occorre che gli Assessori conquistino la scena pubblica, ne hanno sia le capacità che la possibilità di poterlo fare. Peccato se ciò non dovesse avvenire. Alla prossima…..
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EMILIA SENSALE La tecnologia regala emozioni nuove ogni dividere con gli altri le mie emozioni e poi giorno, le innovazioni si susseguono… a far sapere agli altri la verità attraverso ma sfogliare un giornale è tutt’altra emole inchieste giornalistiche che ho condotzione. Nel mondo dell’informazione la to finora”. tecnologia e il web fanno passi da giganCome è nata l’idea di un giornale a dite, le notizie sono a portata di click, ma stribuzione gratuita? quotidiani e periodici col loro profumo “L’idea è nata quando ho capito che quedi carta stampata resistono, affascinanti e sta città, anzi, che i cittadini napoletani preziosi. Portare avanti un’iniziativa in tal avessero bisogno di informazione pura, senso può rappresentare una scelta coraglibera e senza tanti fronzoli. Perciò il tigiosa e Alessandro Migliaccio, che è antolo porta il nome della città”. che uno degli autori del noto programma Quali sono le tue emozioni in merito al televisivo ‘Le Iene’, ha fortemente voluto Alessandro Migliaccio: grande riscontro dei lettori? e promosso la nascita e la diffusione di “Da maggio, cioè da quando è nato que“La più grande un nuovo progetto: ‘Napoli’, un giornale sto giornale, vivo sensazioni bellissime. soddisfazione gratuito. Non c’è più grande soddisfazione per un Cosa rappresenta per te la scrittura, per un giornalista? Mi- giornalista che riuscire a fare qualcosa di la possibilità di cercare e poi divulgare buono o migliorare un poco la coscienza gliorare un poco notizie, poter aiutare i cittadini che decollettiva su alcune tematiche attraverso vono denunciare un disservizio o altro? i suoi articoli. I cittadini napoletani mi la coscienza “Per me la scrittura rappresenta il miinondato di messaggi di complicollettiva su alcune hanno glior modo di comunicare da quando ero menti per l’iniziativa e supporto ad andabambino. La stessa passione per il gior- tematiche attraverso re avanti, segno che c’era bisogno di una nalismo è nata in me vedendo che riuscitestata libera in città”. i suoi articoli” vo a comunicare i miei stati d’animo e le Cosa consiglieresti a una persona che emozioni che vivevo attraverso poesie e racconti. Ho iniziato vorrebbe portare avanti un progetto simile al tuo? a scrivere dapprima poesie in rima, all’età di 17 anni, e poi “Di non farlo da solo ma di unire le forze”. qualche racconto rimasto inedito. Mi iscrissi a Lettere moder- A un giovane che vorrebbe seguire le tue orme cosa consine all’Università Federico II ed iniziai a collaborare con il glieresti? quotidiano Roma. Fu l’inizio di tutto un mondo in cui mi sono “Di essere come sono stato io, un giornalista libero. E di esseimmerso e che grazie alla scrittura mi ha portato prima a con- re sempre se stesso”.
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Intervista a Marco Bellinazzo, l’autorevole voce economico-sportiva de Il Sole 24 Ore Questa settimana abbiamo intervistato per i lettori di CasoriaDue Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore. Autore di “Il Napoli di Maradona”, di “Goal Economy” e del più recente “I veri padroni del calcio”, Bellinazzo, nato nel rione Sanità nel ’74, si occupa di economia sportiva e in particolare di quella “calcistica”, quella che tanto affascina tutti i tifosi del mondo. Alle nostre domande, con estrema gentilezza, ha risposto così… Quando e come ha cominciato a scrivere per Il Sole 24 Ore? “Ho cominciato nel 2004. Dopo aver frequentato una scuola di giornalismo a Milano, ho iniziato uno stage al Sole e poi mi hanno assunto. E’ stata una trafila abbastanza semplice, tutto considerato.” Cosa la lega di più a questa testata? “Sicuramente è importante cominciare con una testata di questo livello. Il metodo di lavoro, soprattutto, è molto vicino al mio modo di essere. Questo è stato il binomio perfetto.” Lei tratta di economia
Dalla passione per il calcio all’uscita dell’Italia dai Mondiali, passando per il Napoli di De Laurentiis sportiva. Calcio ed economia: tra queste due passioni quale è nata prima? “Sicuramente quella per lo sport è una passione molto più antica, che avevo sin da ragazzo. Dopo sono riuscito a legare quello che era un interesse professionale con una passione giovanile. Ho praticato molti sport: ho fatto nuoto e giocato a pallanuoto. Ho un interesse per lo sport in generale, chiaramente però il calcio ha rappresentato e rappresenta qualcosa
di molto peculiare nella mia storia, sia personale che professionale.” Lei scrive per Il Sole 24 Ore, ma tiene anche un blog online, Calcio e business. E’ ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche, come A tempo di sport su Radio 24. Quale spazio preferisce? “Devo dire che non è che ne abbia uno preferito. Sono tutti importanti e rispondono a quella che è attualmente l’esigenza di svolgere la professione in maniera ampia,
multimediale. Non si possono scrivere e dire le stesse cose in tutti questi spazi, con le stesse modalità. Bisogna imparare il linguaggio di ciascun mezzo, è indispensabile farlo se si vuole fare il giornalista oggi!” Quando si pensa allo sport, il profilo economico, forse, non dovrebbe essere proprio il primo pensiero. Nel calcio, invece, la realtà è ormai questa: quando si parla di una squadra o di un calciatore, la mente corre subito al profitto. Lei ha scritto anche dei libri su questo aspetto. Ma è un bene o un male? Il profilo economico contamina lo sport o lo incentiva? “Dipende da come lo si gestisce. E’ chiaro che la componente del profitto può portare degli elementi di contaminazione e quindi ”sporcare” l’elemento sportivo. Proprio per questo bisogna che le istituzioni calcistiche siano forti e capaci di utilizzare la leva economica, piuttosto che farsi sopraffare dagli interessi economici, magari di soggetti esterni, come purtroppo spesso è accaduto e come accade tuttora.” Il 13 Novembre l’Italia ha
DOMENICA 3 DICEMBRE 2017 pareggiato con la Svezia, uscendo definitivamente dal Mondiale. Non accadeva dal ’58. Cosa significherà questo in termini economici per il calcio italiano? “Beh… Significa sicuramente un danno d’immagine, che si porterà dietro anche danni economici per decine di milioni di euro. In particolare, quando la Federazione dovrà ridiscutere nuovi contratti di sponsorizzazione, sarà molto difficile conservare i livelli attuali. Oggi più o meno da quest’area la Figc incassa una quarantina di milioni, è molto facile che se ne perdano nei prossimi anni. Per non parlare delle TV, oltre che dei premi ai quali la Federazione non potrà accedere, in quanto riservati alle 32 finaliste del Mondiale. Questo sarà il Mondiale più ricco dal punto di vista del montepremi con oltre 400 milioni di dollari. I danni sono economici, sia in maniera diretta, che indiretta sul lungo periodo. Chiaramente sarà difficile ritrovare l’equilibrio se si sprecherà tempo, non attuando le riforme e gli interventi che sarebbero necessari.” I futuri scenari possibili quali sono? Lei dice che per vincere non basta più avere una buona squadra e un allenatore capace, ma servono soprattutto
13 manager competenti e… un commercialista “goleador”. Di cosa avrebbe bisogno l’Italia? “L’Italia ha bisogno di professionisti all’altezza, gente che sappia svolgere il proprio ruolo. In questo momento mancano professionisti di alto livello sia in campo che fuori. Le due cose vanno di pari passo, come dimostra il fatto che nel calcio vincono di solito quelle squadre che hanno grandi società alle spalle, con grandi possibilità economiche, ma anche con dei grandi manager che sanno gestire le tante articolazioni che oggi una società di calcio ha.” In alcuni suoi libri, in particolare in Goal Economy, si legge della globalizzazione che ha coinvolto anche il calcio e di come molte Leghe estere stiano riscuotendo grande successo. Quale crede che potrebbe essere un modello al quale ispirarsi? “Sicuramente il modello più elevato è quello della Premier League inglese… quella più ricca, quella che è riuscita a scavare un solco con le altre Leghe, ispirandosi molto agli sport americani e a quello che è il modello di governance di quegli sport. Peraltro ora la Federazione inglese sta facendo molto bene, perché è riuscita anche a convogliare
molte risorse verso il calcio giovanile: l’Inghilterra sta vincendo praticamente tutto in questo settore e i risultati si vedranno poi nei prossimi anni pure nella Nazionale maggiore. Di sicuro questo è un bel modello da seguire.” Lei è nato a Napoli, sebbene ora viva a Milano. Tifa Napoli? Assolutamente si! La mia passione per il calcio è strettamente legata al Napoli e a quello che è stato, sinora, il periodo più bello della storia del calcio partenopeo. Cosa pensa della situazione economico-sportiva del Napoli? E di questo Presidente, figura tanto controversa che i tifosi amano ed odiano? “Ho sempre detto che si deve molto a lui per la ricostruzione del Club, per l’aver dato delle prospettive nuove dopo il fallimento. Quello che è mancato in questi anni, dal mio punto di vista, è tutto ciò che riguarda gli investimenti strutturali: per lo stadio, per il centro sportivo, tutto ciò che servirebbe per andare oltre quelli che possono essere i cattivi risultati e che farebbero del Club, un Club veramente europeo, al di là delle buon prestazioni in campo. Vedremo se nei prossimi anni questo elemento di debolezza sarà superato.”
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14 ANTONIO VALENTI “Fate presto”, titolo storico diventato un monumento giornalistico. Due parole, e veramente ho detto tutto, contro l’inerzia burocratica e politica del post terremoto del 1980; un’invocazione, carica di rabbia, paura, delusione: tu chiamale se vuoi emozioni. Più di ieri e meno di domani ed è per questo che il ‘Fate presto’ è oggi attuale più che mai. Come nasce un titolo così? “Eravamo in redazione a discutere, io e il Direttore Roberto Ciuni, nei giorni successivi al terremoto e ci sembrava che gli interventi fossero tardivi, così pensai quel titolo: fate presto”. E’ Pietro Gargano, pietra miliare del giornalismo e firma prestigiosa e storica del “Mattino”. Che cosa è il giornalismo? “E’ una vocazione, io in realtà volevo fare tutt’altro: l’archeologo: giocavo a pallone e essendo infortunato accompagnai un mio amico, corrispondente da Portici, al Mattino. L’addetto al calcio dilettantistico mi fece leggere un articolo sulla partita della squadra e mi chiese cosa ne pensassi, risposi che era una vera schifezza e
Pietro Gargano e il suo storico ‘Fate presto’ sempre attuale
mi domandò se fossi stato capace di fare meglio. ‘E che ce vò’, risposi e lui di rimando: vai da Franco Assini e fatti dare una partita da commentare. Era il novembre del 1973, da allora non ho più smesso, oggi curo la Rubrica “La lettera del Giorno”. Mi mancavano tre esami alla Laurea in Giurisprudenza, li feci successivamente per mia moglie” Allora lei nasce giornalista sportivo. “Per otto anni ho fatto giornalismo sportivo, poi passai agli esteri dopo l’assunzione. Ho fatto di tutto e di più: da inviato ho seguito la rivoluzione portoghese, la morte di Francisco Franco, ho intervistato Gheddaffi, ho incontrato Saddam Hussein e re Hussein di Giordania, oltre, naturalmente a seguire tutti i principali eventi di Napoli”. Una bella escalation nel giornale. “Ho svolto tutti i ruoli per poi giungere a quello di caporedattore centrale, per le funzioni in
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pratica vicedirettore del giornale”. E’ mancato l’ultimo step. “Non è presunzione ma penso di avere avuto tutte le capacità per farlo, forse il mio limite è stato caratteriale, nel senso che in quel posto se concordi una linea poi devi seguirla”. Quale è stato il migliore Direttore del Mattino? “Roberto Ciuni, fu coinvolto nell’affare P2 e questo gli impedì anche di diventare direttore del Corriere della Sera, un vero peccato”. Il più napoletano dei direttori del Mattino? “Decisamente Pasquale Nonno, poi Angrisano. Tra i colleghi Mimmo Ferrara, severo ma bravo”. La promessa mancata. “Sergio Zavoli, era il personaggio giusto ma per paura di essere immischiato in qualche inchiesta per amicizie indesiderate viveva isolato in albergo a 300 metri dal giornale e veniva in macchina”. La carta stampata come la vede. “E’ un brutto momento, il futuro non lo vedo bene: il primo colpo lo ha dato la televisione, oggi poi con il web le notizie viaggiano 24 ore su 24 anche se sui social ti arriva tutto deformato. L’ultimo sondaggio dice che i giovani leggono in media 8 minuti: su un giornale di 40 pagine al massimo ci leggi i titoli in quel tempo, comunque si troverà qualche soluzione. Bisogna puntare su maggiore velocità e sull’informazione locale con zone di accorpamento, io una redazione a Scampia la vedrei bene; poi diversificare per argomenti. Oggi un giornale nazionale costa molto”. La politica come è cambiata a Napoli in modi particolare? Con l’appoggio di alcuni Parlamentari volevo rendere l’asilo obbligatorio ma non si è fatto, oggi a Napoli un bambino già a 3 anni è chiuso, molti hanno un destino segnato. Purtroppo a Napoli nun se po’ fa niente per la borghesia ladra
“E’ stato fondamentale per la canzone napoletana, non aveva una voce tecnica ma trascinante ed era un personaggio autentico. Ricordo che a un Sanremo appena mi vide mi disse: ue’ paisà, ce facimmo na scopa? Io avrei anche accettato non fosse stata molto alta la posta in gioco”. I più grandi cantanti napoletani? “Pasquariello ed Enrico Caruso. Più di recente straordinaria è stata Giulietta Sacco, una voce alla Amalia Rodriguez: guidata male non ha raggiunto i risultati che poteva, un vero peccato” Tanti pur bravissimi non raggiungono l’ultimo step, manca una vetrina come il festival di Napoli. “Le cause vere sono politiche e industriali, allora l’asse discografico già si era spostato su Roma e Milano e il festival nacque per questo. Oggi mancano le case discografiche e i passaggi televisivi sulla RAI che sarebbero fondamentali, non è vero che le nostre canzoni fanno abbassare gli indici”. Il Teatro Stabile che ruolo può avere? “Per sua stessa natura dovrebbe far convivere tutte le tematiche. A Napoli il Mercadante è nato per l’opera lirica che magari potresti portare anche all’Arena Flegrea con biglietti a 6 euro,pure potresti portare la canzone napoletana al San Carlo ma si scandalizzano in tanti”. La sceneggiata perché è tramontata. “Era ingiustamente considerata di serie B, solo un fatto folcloristico invece era teatro popolare in cui erano presenti valori come amore, gelosia, tradimenti che ritrovi normalmente in Shakespeare. Chiaramente mi riferisco alla sceneggiata vera non quando si trasformava in un calderone di fetenzie, ricordo una sceneggiata in cui l’attore tirava la ‘molletta’ che si ‘azzeppava’ a terra…”. Come si potrebbe riassumere in breve il problema di Napoli. “A Napoli ci sono due categorie: quelli che tengono i soldi e quelli che si lamentano”.
e la corruzione, poi la classe dirigente azzuppa. Non esistono più i partiti perché oggi ci parliamo con i telefonini o i computer, così le sezioni non hanno senso, la gente è chiusa. Nella politica c’era un argine e in partiti come il PCI o il MSI non c’era corruzione; i politici venivano scelti ed eletti dal popolo per meriti, oggi li scelgono i partiti”. Suo fiore all’occhiello, oltre tanti libri su Napoli , “La Grande Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana”, prefazione di Antonio Ghirelli “mio fratello maggiore e maestro”. La canzone napoletana è viva o è morta? “E’ viva ed è bella, come sempre; anche oggi ci sono personaggi straordinari tra interpreti ed autori, e penso, solo per fare dei nomi a Valentina Stella, Eduardo De Crescenzo, Claudio Mattone, Salvatore Palomba e tanti altri. La canzone napoletana non è solo neo melodici ma un cantante come Enzo Gragnaniello che ti dà tante emozioni, è viva più che mai”. Io ho sempre visto bene personaggi evolutivi come Peppino Di Capri e lo stesso Carosone. Nino D’Angelo quando cantava con il caschetto, il jeans e la maglietta era una mezza ‘botta’ma piaceva a tutti, quando è passato ad un repertorio nuovo e più maturo non piace più come prima”. A piacere molto era pure Mario Merola.
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ROSA BERTENNI
Così vi ho avvelenato Sfiora il ventennale la nascita del termine “Terra dei fuochi”, utilizzato per indicare il vastissimo territorio che si estende da Napoli a Caserta in cui furono interrati numerosi rifiuti tossici ad opera della camorra. A parlarcene è Daniela De Crescenzo, giornalista de “Il Mattino” e autrice del libro “Così vi ho avvelenato”, nato da una lunga intervista al pentito Gaetano Vassallo che dal 2008 collabora con la giustizia. Com’è nata l’idea di incentrare il racconto su un’intervista a Vassallo, che sappiamo essere uno dei “ministri dei rifiuti”, affiliato alla camorra? “Tutto è iniziato quando si diceva che c’era il rischio che i rifiuti finissero nelle mani della camorra ma si doveva capire ‘come’, perché in quel momento eravamo nel periodo del commissariato del governo e in teoria tutti i rifiuti dovevano andare al commissariato appunto, alle aziende pubbliche, e questa cosa mi ha incuriosita. Quando poi furono depositate le prime dichiarazioni di Vassallo, cominciai a capire che c’era una persona in grado di farmi vedere quello che era successo dietro le quinte, che è poi la cosa più interessante per un giornalista, il retroscena. Vassallo ha chiarito tutte quelle cose che erano rimaste in sospeso, una fonte primaria direi. I pentiti non si possono intervistare durante il periodo delle deposizioni, quindi nei primi sei mesi, ma da allora sono passati alcuni anni (ho iniziato ad inter-
vistarlo nel 2012). Ci sono voluti molti anni durante i quali ho presentato più volte la domanda per intervistarlo, fino a che sono riuscita ad ottenere un incontro. Da questo incontro è uscita fuori una lunga intervista per il mio giornale, ma pensavo che molte cose fossero rimaste ancora fuori e quindi riuscii a rimettermi di nuovo in contatto con lui, tramite l’avvocato, ponendogli ulteriori domande sulla vicenda e quindi far venire fuori il libro”. Ha mai pensato che scrivendo un libro del genere, raccontando la cruda realtà che ha portato alla devastazione delle nostre terre, provocando nume-
rose morti, poteva metterla a rischio in qualche modo? “No, assolutamente. Quello che temo di più sono le querele, per questo ho lavorato molto con gli avvocati, con i legali delle diverse parti per cercare di essere il più precisa possibile. Infatti il libro è ricco di note, raccontando le vicende giudiziarie di ogni personaggio, originate dalle dichiarazioni di Vassallo”. La realtà “Terra dei fuochi” è ormai ampia, ha tante sfaccettature, quale pensa sia il passo migliore da compiere per cercare di tamponare il problema? “Sicuramente avviare le bonifiche. Il tutto procede molto a rilento, perché il rischio è che possano fare le bonifiche le stesse persone che in qualche modo hanno inquinato, e quindi bisogna essere molto attenti. Parliamo di aree vastissime, centinaia e centinaia di ettari. Un altro problema da risolvere è quello delle ecoballe che ancora infesta in nostro territorio”. Crede che fare il più possibile informazione sulla vicenda, possa aiutare in qualche modo alla risoluzione del caso? “Si però credo che bisogna fare un’informazione precisa e possibilmente scevra da pregiudizi, non guardare soltanto a quello che ora può sembrare più importante, ma per un punto di vista quasi scientifico”. Ha intenzione di affrontare ancora il tema, magari scrivendo un altro libro? “Se ci fossero spunti nuovi, senz’altro”.
ROBERTA D’AGOSTINO
4 dicembre al via “Cinema di confine – immagini e storie dalle periferie del mondo”
Prende il via il 4 dicembre “Cinema di confine – immagini e storie dalle periferie del mondo”, organizzato da Arci Movie, con il sostegno di Siae Sillumina (Bando Periferie Urbane 2016); si tratta di un progetto che prevede proiezioni gratuite, incontri con autori e laboratori di produzione audiovisiva con le scuole. Il tema del progetto è l’integrazione culturale in relazione ai flussi migratori e alla vita delle periferie, contenitori di problematiche pregresse che diventano spazi di accoglienza impreparati e generatori di conflitti sociali. Il programma si divide in 3 sezioni: Rassegna, Educational e Laboratori
La rassegna prevede la proiezione di pellicole che si terranno per quattro lunedì al cinema Pierrot alle ore 18 con ingresso gratuito. Si parte lunedì 4 dicembre con il film “Per un Figlio” di Suranga Deshapriya Katugampala, un film affronta il tema della difficoltà dell’integrazione. Lì Sunita, una donna srilankese di mezz’età, divide le sue giornate tra il lavoro di badante e un figlio adolescente. Fra loro regna un silenzio pieno di tensioni. È una relazione segnata da molti conflitti. Essendo cresciuto in Italia, il figlio fa esperienza di un’ibridazione culturale difficile da capire per la madre, impegnata a lottare
per vivere in un paese al quale non vuole appartenere Lunedì 11 sarà la volta del film “Sponde. Nel sicuro sole del Nord” di Irene Dioniso. Il film racconta la storia dell’amicizia e della profonda relazione che nasce tra lo scultore e postino tunisino Mohsen e il becchino in pensione Vincenzo. I due uomini e il loro timido contatto ci parlano di un’umanità profonda che si confronta con l’osceno della storia attuale; le reazioni delle comunità di appartenenza raccontano, invece, della perenne lotta dell’uomo per la dignità, anche a costo dell’emarginazione.
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ALESSIA MANCO Il Manifesto e lo slogan “Libera di ESLa SPM - Scuola Professionale Moda SERE Libera” vogliono rappresentare - di Annamaria Bassolino, con sede a una denuncia della condizione di coCasoria in via Volturno, ha partecipato strizione, di sofferta passività e talvolta il 24 novembre scorso con i propri aldi cieca violenza subita dalla donna ed, lievi al concorso Regionale sulla Gioral contempo, la volontà di ribellarsi, di nata Mondiale contro la Violenza di liberarsi e di uscire da questa zona griGenere, per la categoria “Manifesto”. gia rappresentata dai rovi spinosi, che Coadiuvata dalla sorella Dora e dal la circondano e la imprigionano. Una team dei docenti, la dirigente dell’acdonna che chiede con forza di essere cademia, Annamaria Bassolino, sempre libera e di poter finalmente esprimere attenta alle problematiche sociali e culil proprio “Essere” e il proprio animo, turali, convinta più che mai che formare libera da pregiudizi culturali e sociali, i giovani significhi innanzitutto educarli prevalentemente maschilisti ed anche alla vita, al rispetto delle regole e delle religiosi, pregnanti di una velata e anpersone, ha coinvolto in modo energitica misoginia, ancora oggi perpetrata. co e con grande entusiasmo gli studenti L’abito del manifesto, ideato e reain un progetto che li ha visti impegnati lizzato all’interno del laboratorio della nella realizzazione di un manifesto per S.P.M. Bassolino, è stato studiato nei la lotta contro la violenza di genere. minimi dettagli, dal color carne del L’idea progettuale nasce dalla consapetulle, alle sfumature degradé del rosvolezza di voler rappresentare un’imso - colore della passione, dell’amore, magine che rispecchi tutte le donne: S.P.M. Bassolino dell’energia vitale, ma anche colore energiche, fragili, coraggiose, guerdella guerra, della violenza e del sangue riere, tenere, passionali, forti. Donne 2^ classificata - fino al folto roseto di ricami vermigli che, seppur soggiogate, non si arrendoal concorso di rose e rovi che si intrecciano e celano no, non si rassegnano, ma cercano di riconquistarsi il diritto al “Rispetto” e di “Stop Alla Violenza” alla vista le forme del corpo. La posa fotografica ed espressiva dello sguardo riappropriarsi della loro libertà, quella pseudo libertà che sembrava un diritto conquistato con l’eman- dell’allieva, prestatasi come modella, infine, vuole lanciare il cipazione rivendicata negli ultimi decenni, ma che, purtroppo, messaggio che ognuna deve essere libera di essere se stessa, sempre. viene continuamente smentita dai reiterati fatti di cronaca.
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20 GIUSEPPE NAPPA Un successo straordinario, con un red carpet esclusivo con tante star. Uno spettacolo scintillante con un palco televisivo, così si conclude Miss Europe Continental 2017 a Napoli, al Teatro Mediterraneo con la vittoria dell’Ucraina: Natalia Varchenko. L’evento sarà in onda a dicembre sull’emittente Fashion tv. Per la prima volta, la finalissima del concorso che premiano bellezza ma non solo anche intraprendenza e carisma delle miss di tutta Europa, si sono svolte nel capoluogo campano con una eccezionale serata di moda e spettacolo. “Avere la finale europea del mio concorso a Napoli mi emoziona e mi riempie di orgoglio, perché è la mia città. Ed è stato uno spettacolo televisivo bellissimo da vedere. In bocca al lupo alla Miss Europe Continental 2017 per la quale si apre un lungo percorso lavorativo con noi. Da domani, si lavora già per la sesta edizione, ancora più importante e prestigiosa” ha dichiarato il giovane patron Alberto Cerqua. “Sono molto soddisfatto di tutti i risultati ottenuti. Ho messo in campo una produzione al top, probabilmente la migliore tra quelle create nella mia carriera. Dal palco all’organizzazione, agli ospiti e i conduttori, un grande spettacolo di colori, luci, bellezza. E ci tengo a
Natalia Varchenko è la nuova Miss Europe Continental 2017 ringraziare l’intero staff di Miss Europe Continental. Ringrazio la giuria internazionale, e i conduttori, gli agenti sparsi in tutta Europa, che portano il nostro marchio in tanti territori dell’Europa e diffondendolo nel Continente”. Il patron ha voluto nuovamente Veronica Maya e Marco Senise come conduttori della serata. Ci sono stati sponsor importanti per la realizzazione dell’intera macchina organizzativa e dell’evento tv: Legea, President, Bianca Di, Massimo Fiordiponti, Le Gemme di Gaia, Capri Gold, Mission Beauty, Antonello Elisei e Sandro Del Frate Hair Style, Danny Wonker, Piras’s Parrucchieri, Essential.
Giuria d’eccezione quest’anno: la star di “UNA VITA” Sara Miquel, meglio conosciuta come la perfida Cayetana, acclamata da pubblico, fan e stampa presente per la prima volta per lavoro in Italia; la bellissima star sudamericana Mariana Rodriguez, uno dei volti televisivi più quotati del momento; e ancora la simpatica Maria Monsè, il dottor Marco Moraci e l’agente delle star Alex Pacifico. In prima fila tanti vip: Antonella Prisco, Raffaele Imparato, Erasmo Genzini, Enrico Pacini, Max Schioppa, Alessia Quaratino, e ancora Anna Capasso, reduce dal film appena uscito “ Gramigna” nel ruolo di Maria, Nunzio Bellino, Ruggero Freddi col compagno Gustavo, e poi Antonio Ciccone, Valentina Petrillo, Mister Universe TTM Michele De Falco Iovane, la giovane attrice Ilaria Iannuzzi, lo stilista Matteo Pisano, lo sceneggiatore e regista Giuseppe Cossentino. La promozione dell’evento è stata di Massmedia Comunicazione. Eleganza e stile in passerella dove le protagoniste sono state però loro, le 37 finaliste, le Miss provenienti da tutta Europa e in gara per il titolo di Miss Europe Continental 2017, e su tutte Natalia, dall’Ucraina, ha realizzato il suo sogno, indossare la corona di Miss Europe Continental 2017.
DOMENICA 3 DICEMBRE 2017 COMUNICATO STAMPA
MANI E VULCANI PRESENTA LA TOMBOLA VAJASSA CON NANA’
Napoli, 30 novembre 2017. Venerdi 8 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Portalba, in via port’Alba 30 a Napoli, Mani e Vulcani presenta un nuovo appuntamento con La Tombola Vajassa con Nanà, la vera tombola Vajassa, che grazie ad un originalissimo femminiello racconterà, attraverso la magica estrazione dei numeri, storie e situazioni tali da coinvolgere i partecipanti nella più verace atmosfera della tombola napoletana. Nel corso della serata sarà offerto a buffet un primo piatto ed un dolce della cucina tradizionale napoletana ed un buon bicchiere di vino. Visto il carattere folcloristico e spettacolare della serata, non sono previste “somme in gioco” ma solo tante risate e premi a sorpresa. Quella dell’8 dicembre è solo la prima serata di un ricco calendario che si concluderà a gennaio. La quota di partecipazione è di 25,00 euro; spettacolo vietato ai minori di anni 14. Info e prenotazioni 0815643978 – 340 4230980; manievulcani@ gmail.com – www.manievulcani.com Calendario degli spettacoli 08 dicembre ore 20.30 – 09 dicembre ore 20.30 22 dicembre ore 20.30 – 23 dicembre ore 20.30 29 dicembre ore 20.30 – 30 dicembre ore 20.30 05 gennaio ore 20.30 – 06 gennaio ore 20.30 La Tombola è un insieme di tradizione, culto, superstizione e perché no, di ironia scostumata. Questo gioco nasce per un escamotage dato ai napoletani durante il periodo natalizio del 1734. Poichè il sovrano aveva proibito durante il natale il gioco del lotto per questioni religiose, la fantasia dei napoletani si sbizzarrì inventando questo gioco con un piccolo paniere in vimini detto panariello in cui furono inseriti 90 numeri; poi furono disegnati i numeri sulle cartelle, e così la fantasia popolana trasformò un gioco pubblico in un gioco a carattere familiare. Uff. Stampa Simonetta de Chiara Ruffo simonettadechiara@gmail.com cell. 3343195127 NOTE SU MANI E VULCANI Mani e Vulcani è uno dei brand più consolidati del turismo culturale a Napoli. Narrare per emozionare è il vero punto di forza della nostra mission. Una piazza, una strada, un semplice vicolo napoletano, raccontati dalle nostre guide, rivivono come per magia attraverso storie, racconti, aneddoti e leggende. Partecipare ai nostri percorsi di visite guidate a Napoli e dintorno è come vivere un’esperienza completa ed unica: entrare in sintonia con un luogo, ascoltarne la storia, immergersi completamente nella sua cultura, vi farà sentire come un viaggiatore d’altri tempi. In location selezionate e dimore storiche MANI E VULCANI mette in scena tutta la tradizione napoletana, con spettacoli di Tarantella, Posteggia Napoletana, Cafè Chantant e la famosissima e tipica Tombola dei “femminelli”. Congressi, Convegni e Meeting trovano con Mani e Vulcani il modo di sottrarre ai lavori momenti culturali e ludici per conoscere il territorio e le sue tradizioni popolari. Info: manievulcani@gmail.com; – www.manievulcani.com
21 COMUNICATO STAMPA
Casoria: Mancata trasparenza dell’attività amministrativa. Pugliese chiede all’ANAC di intervenire sulla questione PalaCasoria. Pugliese: è inaccettabile che il Comune perda 300 mila euro l’anno per l’inerzia della dirigenza con la complicità della politica.
Una segnalazione dettagliata e corredata da atti amministrativi, da richieste di atti e informazioni, da interrogazioni prive di riscontro è stata inviata dal Consigliere Comunale e Presidente della Commissione di Controllo del Comune di Casoria Dott. Pasquale Pugliese. Pugliese sollecita l’intervento del Prefetto di Napoli, del Presidente dell’ANAC, l’ Autorità Nazionale Anticorruzione e del Segretario Comunale dell’ente in qualità di responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione a intervenire perché l’ente non ha fornito atti e documenti sulla situazione del complesso PalaCasoria. “Dagli atti in possesso dello scrivente emerge che il gestore non ha mai provveduto al pagamento del canone di locazione, nonché, sembrerebbe i tributi dovuti, scrive Pugliese nella segnalazione, e prosegue, “interpellato il Sindaco, gli assessori competenti, i dirigenti di riferimento, sullo stato dei rapporti tra Comune e concessionario del polifunzionale non si è mai avuto alcun riscontro”. Lungo e corposo l’elenco delle note e interrogazioni prive di riscontro: la richiesta del 21/12/2016; la richiesta del 26/01/2017 per la risoluzione contrattuale a firma di sette Consiglieri Comunali della Commissione Controllo sugli atti del Comune; la richiesta certificazione pagamenti e stato del contenzioso del 06/05/2017; l’interrogazione urgente del 24/05/2017; Non hanno avuto riscontro la richiesta documentale del 10/10/2017, così come non ha avuto riscontro la richiesta certificazione pagamenti e stato del contenzioso tra comune e gestore del 10/10/2017; Non ha avuto riscontro la richiesta copia documentazione del 12/10/2017. Pugliese conclude: “a fronte delle inadempienze registrate ed alle violazioni riscontrate sulle leggi per la trasparenza, si invitano i destinatari ad assumere tutte le iniziative di competenza per ripristinare la legalità e per rendere possibile la trasparenza dell’azione amministrativa”.
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DOMENICA 3 DICEMBRE 2017
Augurissimi
30 Novembre 2017 Si è laureato Alessandro Guerra, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Campobasso A lui vanno i nostri migliori auguri per un futuro ricco di soddisfazioni. La Redazione Augurissimi Martedì 28 Novembre, Giuseppe Manco ha discusso nella sala dedicata al Prof. Raffaele Chiucolo al padiglione 6 del secondo policlinico una tesi di laurea avveniristica e di grande importanza sia medica che sociale. Davanti alla Commissione di Esami, coordinata dalla Prof. ssa Loredana Postiglione, della Facoltà di Medicina e Chirurgia, dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali, seguito dal suo relatore, la prof.ssa Valentina Milano, ha discusso, spiegato e relazionato la sua tesi dal titolo: “La Stroke Unit: aspetti organizzativi, gestionali e sociosanitari relativi all’assistenza integrata dell’ictus”, conseguendo la Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie, Area Tecnico - Diagnostica”. La rilevanza di questa tesi di studi e di laurea fa comprendere il modo in cui si potrebbe ridurre e guarire i casi di ictus presi in pronto soccorso. Occorrerebbero strutture complesse ma si risparmierebbero tantissime vite umane oltre agli enormi costi che comporta l’assistenza sanitaria ai colpiti da ictus. Affettuosi auguri per la meta raggiunta con grande soddisfazione e contando solo sulle tue forze. La tua determinazione e le tue doti porteranno verso traguardi migliori per la tua realizzazione personale. Ricordati i sacrifici e l’impegno ripagano sempre. Con tanto affetto e infinito orgoglio. La tua famiglia.
23 Augurissimi Il conduttore e giornalista Giuseppe Nappa spegne 30 candeline. Il giorno 24 novembre ad Aversa nella lussuosa villa “Manor”, ristorante e lounge bar in via Diaz Giuseppe Nappa ha spento alla scoccare della mezzanotte le sue 30 candeline. Un party esclusivo quello voluto da Nappa solo per pochi amici, parenti e alcuni artisti e colleghi. Giuseppe Nappa ideatore e conduttore della nota rubrica “Occhio All’artista”, ma da poco anche ideatore e conduttore di un nuovo programma che sta riscontrando un modesto successo “Show Napoletano” ha ringraziato emozionato tutte le persone che hanno voluto brindare insieme a lui e alla fidanzata Alessandra Vergara: i genitori Raffaele e Lucia, il fratello Luigi con la sua fidanzata Roberta Russo, i suoceri Vincenzo e Giuseppina con la madre Emilia Campanile, i cognati Antimo e Claudia Vergara insieme agli amici Maria Carmen Russo, Raffaele Pellegrino, Carmen Garofalo, Giusy e Carmen Pellegrino, Corrado Benfidi, Umberto Tagliafierro, il cantante Mirko Stella con la compagna Laura Gialone, il regista Salvatore Architravo e Angela Ambrosio, il cantante Lele Manna e il caricaturista Ciro Scialó con la fidanzata Marianna Senese, il pianista Nello George Escolino con il fratello (maestro di Karatè) Antimo Escolino, la cantante e attrice Anna Capasso con il Giornalista Diego Paura, la cantante Rita Siani e l’attore Aldo Riva. Un happening davvero imperdibile per tutti gli invitati. Giuseppe ringrazia amici, parenti, artisti e colleghi per il successo della serata, sperando che ci siano altre serate emozionanti come questa. La Redazione Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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