DOMENICA 24 DICEMBRE 2017
Settimanale di Informazione
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ANNO XVI - N° 39 - DOMENICA 24 DICEMBRE 2017
L’ottimismo è sapere che anche quest’anno nonostante “tutto”, Babbo Natale arriverà.
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EDITORIALE di Nando Troise Buon Natale all’Amministrazione Comunale, continua e contigua con tutte le amministrazioni precedenti. Tutto uguale, nessuna “rivoluzione” sotto il cielo plumbeo di Casoria. Buon Natale alla Intelligence Investigativa che avrebbe dovuto supportare e sopportare la “missione” “rivoluzionaria” dell’Amministrazione Comunale in una Città sciolta tre volte e terra di degrado, monnezza, malaffare, malapolitica, scippi, rapine ed estorsioni. Buon Natale alla Camorra: “ogni potere è legato a un sentimento”; una lotta impari. Buon Natale alla delinquenza, sia quella micro che quella maxi, agli scippatori, a quelli delle rapine e dei conflitti a fuoco, a quelli degli arresti domiciliari ed ai carcerati ed agli esattori delle estorsioni. Ai lestofanti, ai maneggioni ed ai ladroni. Buon Natale, dieci anni dopo, a quei loschi figuri che si macchiarono del più vile atto che questa Città abbia conosciuto: l’aggressione al mio amico Vincenzo Russo, detto il direttore. Buon Natale al ricordo dei morti di questa Città: ci fanno sapere che la media è di 1000 morti l’anno. Buon Natale ai razzisti. A Casoria, oltre al razzismo nei confronti dei fratelli di colore e di quelli dell’est esiste un
L’ottimismo è sapere che anche quest’anno nonostante “tutto”, Babbo Natale arriverà. BUON NATALE
razzismo generazionale ed un razzismo psicosociale. Buon Natale ai movimenti politici (i partiti non ci sono più), sempre litigiosi tra di loro, ignari delle loro fortune. Buon Natale a quel pasticciaccio brutto di Casoria Ambiente: il carrozzone politico… Buon Natale a tutti gli attori della commedia “Scuole a Casoria, tanti Istituti, tante Storie”. Auguri ai presidi, vicepresidi, le belle insegnanti ed alle mamme, anche ai papà, ai consigli di istituto, agli studenti. All’Assessore del Comune Giulio Russo. Auguri alle Suore che ancora ospitano in sedi adeguate. Buon Natale agli studenti, specie quelli del vecchio capannone in via Torrente. Buon Natale ai vecchi politicanti sciolti per camorra, alle figure emergenti ed anche alle vecchie cariatidi. Buon Natale a Tommaso Casillo, la più alta autorità politica della città (vicepresidente del consiglio regionale). Orrore all’indifferenza: lo Stadio San Mauro che aspetta i milioncini delle Universiadi, le aree dismesse con i loro capannoni abbandonati e i loro segreti di morte, il ricordo di Città del Libro, il Parco Buontempo, una querelle infinita tra banche, comune e residenti, l’area ex Snaidero in via I Maggio, la toponomastica. continua a pag. 5
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SEGUE da pag. 3
Buon Natale ai Centri Commerciali, al Parco Commerciale, ai palazzinari (il cemento è il loro petrolio!). Buon Natale a chi con la prevaricazione, l’offesa, l’aggressione, il turpe linguaggio riesce ad ottenere dal pubblico servizio privilegi di ogni genere. Buon Natale ai sindacalisti del servizio pubblico, Buon Natale ai dirigenti dismessi del Comune di Casoria ed a chi è ancora in carica. Buon Natale ai cittadini di Casoria, anonimi annoiati che affollano per noia i centri commerciali ed i luoghi di culto. Buon Natale al popolo sussidiato che ringrazia il contributo, il buono libro, il reddito di cittadinanza, la borsa di studio, la mensa scolastica, semiconvitto, le assistenze domiciliari e, poi, le lottizzazioni, il permesso a costruire, le dia ecc. Buon Natale a Rosa Chiappetti, anima di questo giornale, Buon Natale a Rino Buonaurio, Salvatore Giacometti e Nunzio D’Andrea, compagni di viaggio di questa avventura giornalistica, Buon Natale ad Antonio, responsabile della distribuzione. Buon Natale alla intera redazione. Buon Natale agli edicolanti, Buon Natale agli inserzionisti pubblicitari. Buon Natale a tutti i colleghi del Settore “Sicurezza e Mobilità” del Comune di Casoria; all’ennesimo esilio ho trovato tanta amicizia. Buon Natale a quei giovani della politi-
ca: sanno bene che manca il coraggio; coraggio: detto di persona che non si tira indietro di fronte a situazioni difficili. Forza d’animo, vigore, fermezza, risolutezza, ardire. Buon Natale a chi denuncia il malaffare, i prezzi altissimi, i fitti passivi, il cemento incontrollato, il petrolio e la monnezza. Buon Natale a tutti i miei collaboratori: a tutti coloro che attraverso l’impegno nella stampa locale ho accompagnato all’iscrizione all’Elenco Pubblicisti dell’Ordine Nazionale Giornalisti (Adara, Maurizio, Paolo, Giuseppe, Leandro, ecc.) Buon Natale ai Carabinieri del 112, alle ambulanze del 118, ai vigili del fuoco del 115, alle gazzelle del 113. Buon Natale ai colleghi delle altre testa-
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te, Mimmo Maglione, Marco Di Caterino, Peppino Bianco ed Elena Petruccelli. Buon Natale ai Campioni di Casoria: Mauro Sarmiento, Enzo Picardi, Gioia Marzocca, Luca Maresca. Buon Natale al grandissimo Nino D’Angelo. Buon Natale all’artista Antonio Manfredi ed a tutti i suoi collaboratori del Museo di Arte Contemporanea. Buon Natale alle Eccellenze di Casoria. Ad Antonio Piscopo, Primario Ortopedico al Fatebenefratelli di Benevento. Buon Natale a Gianluigi Osteri, nuovo responsabile del Teatro (e da pochi giorni di nuovo Cinema) Gelsomino. Buon Natale a Casoria, la mia Casoria, a quella vecchia ed a quella nuova. Buon Natale.
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6 ANTONIO BOTTA
La comunità scolastica dell’I. C. I Ludovico da Casoria sgomenta per la perdita della prof. ssa GERARDA DURANTE, già “Direttrice” del I Circolo didattico
26 ANNI DI PASSIONE UMANA ED EDUCATIVA AL SERVIZIO DELLA SCUOLA “S. MAURO”
Una notizia inattesa, che ha scosso in profondità tutta la città di Casoria e poi la Dirigente Maria Grazia Puzone e gli operatori scolastici dell’I. C. 1° Ludovico da Casoria: la prof. ssa Gerarda Durante, già Dirigente scolastica per 26 anni della scuola S. Mauro, è deceduta, terminando il suo percorso terreno per transitare a nuova vita, nelle altezze infinite, immersa nell’Oggi Eterno di Dio. Sono sicuro di interpretare, in questo momento di intenso dolore, i pensieri e i sentimenti di quanti l’hanno amata e apprezzata per le sue spiccate doti umane ed eccelse qualità professionali e di intere generazioni di alunni del I Circolo didattico, che nutrono nei suoi riguardi un profondo sentimento di gratitudine per il contributo offerto alla loro crescita umana e culturale. Per la comunità scolastica della “S. Mauro”, la “Direttrice” Durante ha rappresentato un punto di riferimento sicuro e stabile, capace, con le spiccate competenze dimostrate, senso alto del dovere, ammirabile zelo e grande abnegazione, di indirizzare, guidare, orientare, dirigere, credendo fino in fondo alla funzione educativa del suo ruolo. L’attenzione agli aspetti formativi e culturali, il riferimento a precisi quadri valoriali, l’essere sempre al servizio del processo educativo degli alunni sono stati aspetti da Lei ritenuti decisamente prioritari rispetto agli adempimenti di carattere burocratico – amministrativo, ispirando e sostenendo costantemente l’impegnativa, ma amata professione esercitata allo storico edificio “S. Mauro” dal Settembre del 1986. Il fisico Ugo Amaldi, inaugurando un istituto universitario, ha detto che “c’è
bisogno di luoghi di fiducia” per attenuare il sentimento pervasivo della diffidenza e del sospetto, in espansione a causa della dilagante corruzione. Ebbene, la Dirigente Durante, affiancata dagli operatori scolastici, ha contribuito enormemente a rendere il I Circolo didattico “un luogo di fiducia”: scuola, dunque, in cui la gente ha creduto, alla quale i genitori hanno affidato e continuano ad affidare volentieri i loro figli. Forse è vera la massima del Seicento francese: “ Quando non si ama troppo, non si ama abbastanza, perché nell’amore vero non c’è la parola “risparmiarsi”. E la signora Durante non si è mai risparmiata, lavorando con serietà, rigore e ammirevole senso di responsabilità, entusiasmandosi, sperando, gioendo, lottando e anche soffrendo insieme con tutti gli operatori scolastici, soprattutto quando fummo costretti ad abbandonare lo storico edificio; ma è meglio soffrire, sperare e vivere che non provare mai un sussulto, un fremito, una passione morale e civile per qualcosa in cui si crede. E la “Direttrice” della S. Mauro ha fortemente, instancabilmente, caparbiamente creduto nell’”utopia possibile” di migliorare, mediante la cultura, la qualità e lo stile di vita degli allievi che frequentavano la “sua” amata scuola.
Se, allora, noi, come corpo docente, continuiamo a essere convinti che la Scuola possa ancora esercitare un peso notevole nell’educare i ragazzi a crescere, a maturare e a vivere, benché essa sia stata depauperata di molte risorse; se è radicata nella nostra coscienza l’alta dignità umana e professionale del nostro lavoro, fino al punto da costituire uno stimolo vigoroso all’accrescimento della nostra preparazione culturale, pedagogica e didattica, ebbene, tutto questo sentiamo di doverlo con sincera riconoscenza anche e soprattutto alla compianta “Direttrice” Durante, che ci ha sempre spronato e motivato a rimetterci in gioco, a potenziare al massimo le nostre attitudini e a crescere professionalmente. E par di sentire la voce di intere generazioni di alunni, che vogliono esprimere a Lei il loro profondo senso di gratitudine e di intenso affetto con queste parole: “Grazie, prof.ssa Durante, per averci dedicato studi, sforzi e sogni, per costruire le fondamenta della nostra vita; grazie, perché il suo vigile sguardo e gli occhi dei nostri insegnanti hanno sempre brillato del desiderio profondo di arricchire la nostra mente e il nostro cuore; educare, infatti, è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se nella scuola non si semina con amabile pazienza e con autorevolezza è certo che non ci sarà raccolto; grazie, allora, per averci offerto un ventaglio di possibilità, aiutandoci a scovare i nostri talenti e le nostre passioni e sia ben consapevole, carissima “Direttrice”, che vi è riuscita, perché prima lei ha sempre coltivato i suoi sogni, progetti e passioni; grazie, per averci insegnato con la promozione di valide iniziative
Tutte le sere alle ore 20.30 sui Canali 210 dgt - 613 dgt - 694 dgt reportage di Nando Troise
DOMENICA 24 DICEMBRE 2017 e di formativi progetti (“La via maestra”, “La Studieria”, progetto teatrale Talia,“A.L.I.C.E.”,“Ragazzi 2000”, “Sindaco baby”, “I compiti a…scuola”, “Casoria…in festa”, “Sport a scuola – Scacchi”,“Sara…banda”…) il valore del rispetto, quale arte di chi sa dare a ciascuno la sua identità e la sua dignità, perché la vita nostra è prima di tutto un problema di identità da riconoscere, da salvaguardare e da far maturare; le siamo, perciò, grati per aver messo alla prova le nostre qualità migliori, per aver stimolato i nostri insegnanti a non nasconderci le battaglie della vita e a fortificarci per poterle affrontare; grazie a lei, amatissima prof. Durante, per averci resi consapevoli di essere piantati, come alberi, nel terreno della storia del nostro territorio, facendoci capire che crescere
7 significa essere legati alle proprie radici (linea guida “Io con e per la Città”), ma con la chioma rivolta verso il cielo, facendo delle nostre braccia rami da cui pendono i frutti maturi dell’onestà, della libertà nella responsabilità, dell’etica civile, della solidarietà (linea guida “Io per l’altro”); Le siamo, infine, riconoscenti perché nell’esercizio della sua funzione dirigenziale si è sempre lasciata guidare dai valori che hanno connotato l’identità del I Circolo: l’umanità e l’amore per i bambini, la serietà dell’impegno e la professionalità. Per tutto questo, dott.ssa Durante, la ricorderemo per sempre e ci sarà sempre spazio per lei nello scrigno del nostro cuore”. Adesso, il vuoto per la Sua dipartita al Cielo in noi pare incolmabile. Il dolore rende cupo il nostro cuore, ma lo sgo-
mento per la Sua perdita, ne siamo certi, è stemperato dalla confortante consapevolezza che la Direttrice Durante ha utilizzato al meglio i carismi ricevuti dal Signore, operando “con scienza e coscienza”per il bene dei bambini, imprimendo una forte spinta nell’elevare culturalmente il Centro storico di Casoria. Il motto di don Lorenzo Milani, “I CARE”, “mi interessa, “mi importa”, “mi prendo cura”, condensa efficacemente il senso del Suo encomiabile lavoro alla “S. Mauro”. Grazie ancora, prof.ssa Gerarda Durante, per i 26 anni di eccellente vita professionale trascorsi al I Circolo didattico di Casoria in qualità di Direttrice didattica e di Dirigente, in virtù dei quali fa parte a pieno titolo di un albero genealogico rigoglioso e forte, con radici che affondano nel passato e
CIRO TROISE
A Torino è tornato il Napoli che ha raccolto complimenti in tutta Europa, quello che fa brillare gli occhi, che emoziona nell’espressione di gioco al di là del risultato ottenuto. Sono tanti i fattori che hanno portato gli azzurri ad esprimersi in maniera brillante contro i granata. Le caratteristiche dell’avversario fanno la differenza, non è un caso che in tre partite contro il Napoli il Torino abbia incassato tredici gol, con tante occasioni fallite dai ragazzi di Sarri. Gli azzurri non hanno trovato la densità in zona palla, la capacità di coprire gli spazi espressa dalla Fiorentina di Pioli ma un avversario che fa fatica quando è costretto a difendersi. Mihajlovic non ha mandato un attaccante come Dybala o Thereau a pressare Jorginho ma un centrocampista come Baselli, perdendo un uomo in mezzo al campo. Sinisa è stato spavaldo, ha scelto di andare a prendere il Napoli col pressing alto e, quando gli azzurri superavano la prima linea di passaggio, erano dolori per i granata. Chi ha fermato il Napoli finora ha condotto una gara straordinaria soprattutto sotto l’aspetto difensivo, soprattutto la rete di Zielinski è, invece, un’immagine del disastro del Toro, con la tattica del fuorigioco applicata su una situazione a palla scoperta. Non bisognava deprimersi dopo qualche passo falso né esaltarsi troppo, il cammino è lungo ed è fatto di momenti più o meno belli, oltre agli episodi che nelle partite hanno un peso specifico rilevante. Il tredicesimo gol da palla inattiva, il nono degli ultimi diciannove messi a segno ha reso il Napoli ancora più padrone della gara. Sarri ha realizzato la tesi a Coverciano sulla preparazione
della partita nella settimana tipo, molto gradita all’allenatore toscano. Riducendo lo stress da partite in settimana, il Napoli ha sicuramente ritrovato brillantezza che ha sprigionato contro il Torino. Tale analisi porta al centro del dibattito il tema della gestione della rosa proprio alla vigilia dell’impegno di Coppa Italia contro l’Udinese. Dare riposo agli elementi-chiave è fondamentale, lo dimostrano le scelte di Sarri in Coppa Italia. La gara contro l’Udinese ha messo in mostra quanto i meccanismi di gioco del Napoli dipendano dai suoi interpreti-chiave. E’ bastato l’ingresso di Insigne e Mertens per alzare i ritmi, avere più qualità e trovare così anche il gol-vittoria. Il Napoli non conosce sul lungo periodo altra strada per arrivare al successo che non sia il bel gioco e, per esprimersi a ritmi alti, ha bisogno di brillantezza e buona condizione psicofisica. Sarri gestisca al meglio gli impegni prima della sosta, poi, considerando anche gli impegni d’Europa League, c’è bisogno di rinforzi sul mercato. Vrsaljko ha disputato la sua seconda gara consecutiva da titolare per la prima volta in stagione, ha realizzato l’assist decisivo sia contro il Betis che contro l’Alaves. Simeone non vuole la sua cessione, lo sta integrando nel progetto tecnico e si va verso il rinnovo fino al 2022 dell’esterno croato con adeguamento dell’ingaggio. L’operazione Inglese è già fatta, c’è l’intesa per Ciciretti a parametro zero, bisognerà verificare se si vuole anticipare il suo arrivo a gennaio. Sarebbe fondamentale in tal senso la cessione di almeno uno tra Giaccherini e Tonelli per liberare il posto nella lista dei 25.
Né esaltarsi né deprimersi alla velocità della luce, il Napoli si liberi dal termometro dei sentimenti Dalle critiche feroci all’esaltazione in pochi giorni, serve equilibrio
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Al 4° Meeting di “Campania Sport”: abbiate…Fede, sempre L’incontro, si può dire, si fa evento nel segno della famiglia allargata, ma non è digressione. Gli amici, tanti, sono tutti cosa di cosa nostra, il pallone la fa da padrone. Il calcio, quello minore, solo di nome, fu ragione di nascita e motivo di vita per il nostro giornale ‘Campania Sport’ nel cui nome e ricordo questi meeting non più occasionali ma stanziali anche nella sede, Antonio & Antonio, sul Lungomare Liberato e assolato come ormai caratteristica di questi incontri, probabile segno di soddisfazione del dio sole, non a caso ha la forma di un pallone, o viceversa come meglio vi aggrada stabilire la precedenza. Usuale la location ma anche Emilio Fede, qualcuno canta Emilio uno di noi, Giggino dovrebbe dare la cittadinanza onoraria anche a lui che ormai a Napoli è di casa; oggi ahimè Emilio tene ‘a neve int’a sacca, niente foto, una mangiata e via, prevedibile la motivazione: debbo partire subito per Milano, ho un pranzo con i giornalisti del TG4, là sono tutte donne, qui siete tutti uomini, capirete…Certamente, ubi maiora premunt… Novità assoluta, invece, il Presidente degli Scudetti, Corrado Ferlaino, napoletano doc e aficionado della cucina classica partenopea, con la dolce compagna, per loro i ci sono spaghetti a vongole, per noi solo “paccheri. C’est la vie!
Classico napoletano anche il siparietto del Presidente con Carmine Tascone, una vita nel pallone dopo una temeraria scelta di vita, fece non per viltate ma per coraggio il gran rifiuto del posto ‘fisso’ al Cardarelli, oggi, coi tempi che corrono, chissà… E’ Carmine a ricordare al Presidente a gran voce: Ingegne’ chello che vi dicevamo nui a vuie quando la squadra non andava bene e non compravate i rinforzi non ‘o putite mai sape’ Ferlaino di rimando: Si tu sapisse chello che dicevo io ‘e te, nun putessemo manco ascì da qui. E poi Gregorio Di Micco, socio fondatore, a ricordare a Corrado Ferlaino il grande e compianto Guido Prestisimone, il 23 dicembre 20 anni dalla scomparsa, che fu grande giornalista e grande meridionalista, rivendicando il valore sociale e non solo sportivo del calcio nelle nostre contrade. Guido grande giornalista, meridionalista, fondatore di giornali e scopritore di talenti giornalistici. Sono in tanti i suoi figliocci ed estimatori qui. Con Rino Di Micco i megadirettori Antonio Sasso, del ‘Roma’; Nando Troise di ‘Casoria Due’; Carmine Testa, del ‘Corriere del Pallone’. Tanti i giornalisti e amici del calcio e di ‘Campania Sport per citarli tutti, a volo di rondine. Il mitico Ernesto Milano, preparatore atletico di Maradona, di corsa in motorino dal ‘Della Porta’
dove insegnava educazione fisica al San Paolo per prendersi cura dei muscoli del pibe de oro. Franco Villa grande mister che, forse, ha perso l’ultimo step per non perdere il posto alle Poste. Vitale Di Somma, appese il fischietto al chiodo ma non ha mai appeso la sua passione per il calcio e per il Napoli, anema e core azzurri for ever: sempre presente. Ancora Mimmo Trisciuoglio, ingegnere col pallino fisso del calcio; ai tempi di ‘Sport 7’, fratello maggiore, se non altro per età, di ‘Campania Sport’, Mimmo era la ‘mente matematica’, i famigerati tabellini senza manco una calcolatrice come specialità della ditta, oggi apostolo di ‘Un mondo senza fili’ col suo nuovo libro Witricity’. Ne ha fatta di strada! Franco Garofalo napoletano de Roma, la Capitale negli occhi, Napoli nel cuore da sempre. Fulvio Arpaia fu l’ultimo dei Mohicani a ‘Campania Sport’ senza mai scendere da bordo. Peppe Riccio, a ‘Campania Sport’ ha ballato una sola estate, fu quella dell’inizio caliente. Sergio Curcio, allenatore e giornalista, opinionista critico sempre con ardore e passione. Alla fine brindisi e abbracci per tutti e un arrivederci per una quinta edizione sempre più sorprendente ed effervescente.
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C’era una volta Liberazione. Un nome apparentato, negli anni settanta, al Partito Radicale di Marco Pannella : di preciso dall’8 settembre 1973 e il 28 marzo 1974. Nel ‘91 il leader dei radicali cedette il nome della testata a “Rifondazione Comunista”, che ne fece il proprio organo di stampa ufficiale. L’intento di Rifondazione era quello di ispirarsi al quotidiano di sinistra del III arrondissement parigino, “Liberation”. Liberazione, nella sua fase comunista, è stato prima “settimanale” e poi “quotidiano”. Dal ‘91 al ‘95, quando si trattava ancora di un settimanale, si sono succeduti alla sua direzione Luciano Doddoli, Luciana Castellina e Oliviero Diliberto. Quest’ultimo ricordato soprattutto per il suo ruolo di “Ministro della Giustizia” nei governi D’Alema I e D’Alema II. La Castellina, invece, è un nome ritornato in auge proprio qualche anno fa, ovvero quando il leader di SEL Nichi Vendola annunciò che nelle prime tre votazioni alla presidenza della Repubblica il suo gruppo parlamentare avrebbe espresso la propria preferenza proprio per l’ex direttrice di Liberazione. Nella prima votazione, con 37 voti, risultò la terza più votata, alle spalle di Imposimato e Feltri. Quando Liberazione divenne quotidiano, invece, alla sua guida si alternarono Manisco, Palermi, Carlo Benedetti, Bergonzi, Curzi, Sansonetti, Greco e Romina Velchi. La testata ha subito un duro colpo a fine 2011,
C’era una volta... Liberazione
quando il Governo Berlusconi ha tagliato i finanziamenti all’editoria (con conseguente conferma del Governo Monti), scelta che ha portato la società editrice MRC a sospendere la pubblicazione di Liberazione dal 1° gennaio 2012. Nonostante l’interruzione delle uscite cartacee, il giornale ha comunque continuato la sua attività online per un breve perio-
do. In seguito alla sospensione dell’attività online, il settimanale Left ha ospitato “Liberazione” in quattro pagine del proprio periodico per un breve periodo. Nel gennaio 2013 “Liberazione” ritornò online, dal lunedi al venerdì, a pagamento. Tuttavia, non reggendo il mercato, il leader di Rifondazione Comunista Ferrero ha ufficialmente chiuso i rubinetti al giornale nel marzo 2014: “il partito o il giornale”. Il commento di disappunto alla scelta di Ferrero da parte della direttrice Romina Velchi è stato il seguente: “Si chiedeva di mettere in campo un percorso che ci permettesse di guardare avanti. Invece, arriviamo ad un traguardo oltre il quale non c’è nulla, tranne la chiara volontà di chiudere Liberazione per salvare il partito. Ai lettori, agli abbonati va il nostro ringraziamento: ci hanno sostenuto, gratificato, criticato, sollecitato. E le nostre scuse per non sapere “cosa dire”, per non sapere indicare se e quando saremo mai in grado di tornare ad essere la voce del Partito della Rifondazione comunista; la voce dei comunisti”. Al momento quel se e quel quando, a distanza di 3 anni, sono come il grido di dolore di Eco, a cui Era consorte di Zeus tolse il dono della parola. Così Ferrero con Liberazione. E’ sempre triste quando un giornale chiude, anche se non appartiene alla propria parte politica. La diversità delle opinioni è ricchezza di cui abbiamo necessariamente bisogno.
Luigi Carboncino
San Gennaro, Storia di un mito Il 16 dicembre 2017 si è compiuto il terzo prodigio dell’anno del patrono di Napoli. San Gennaro e Napoli: mai città ebbe con il suo patrono un rapporto così tenace e profondo, ma anche così inquieto e a volte fin tempestoso. Dal 472, quando la città ricorse alla protezione del santo, in occasione di una violenta eruzione del Vesuvio, san Gennaro diventò, insieme con il minaccioso vulcano, una componente essenziale della vita quotidiana dei napoletani, il suo culto si intrecciò con la storia della città, ne scandì per secoli i momenti solenni e quelli tragici. Vescovo di Benevento, decapitato a Pozzuoli nel 305, san Gennaro ebbe dopo la morte vicende avventurose a non finire: i resti del suo corpo, sempre contesi, più volte trafugati, nascosti, sottratti a forza, vagarono da Fuorigrotta alle catacombe di Capodimonte, da Benevento al santuario di Montevergine. E quando trovarono una definitiva collocazione a Napoli, comin-
ciarono gli esami e le misurazioni, i dubbi e le contestazioni e le polemiche accese dal fenomeno della liquefazione del sangue. Il miracolo di san Gennaro fu coinvolto anche nelle lotte politiche e nel 1799, in piena Repubblica Partenopea, il santo fu contestato e detronizzato dagli stessi napoletani, dai lazzaroni filoborbonici che lo accusavano di aver mostrato, con un miracolo inopportuno, un’intollerabile simpatia per i giacobini; al suo posto posero sant’Antonio, ma per poco tempo, poiché la paura della collera del Vesuvio li indusse a tornare all’antico culto. Nel 1964, il culto di san Gennaro subì un brusco ridimensionamento e ciononostante esso sopravvive con tenacia;è anzi più vivo che mai nell’altra Napoli, nella Little Italy di New York, dove ogni anno, il 19 settembre, migliaia di italo-americani convengono da ogni parte del continente e dove numerosi voli charter recano da Napoli i nostalgici degli antichi riti.
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Stylo24.it senza veli con Giancarlo Tommasone Stylo24.it è un giornale online che tratta di varie tematiche riguardanti Napoli, la Campania e non solo. Propone un ampio prospetto delle informazioni offrendo al lettore una notizia vera, completa e ricca di particolari. Un giornalista della redazione di questo giornale, ovvero Giancarlo Tommasone, ha concesso un’intervista a tutti i lettori di Casoriadue per rendervi partecipi in maniera più approfondita del giornale di cui fa parte. Com’è nato il giornale? Diretto da Simone Di Meo è nato per dare un prodotto d’informazione diverso da quello che viene dato da altri siti e organi d’informazione perché siamo on line. Il nostro obiettivo è dare informazioni completamente diverse rispetto a quello che abbiamo dato fin’ora perché all’interno del sito scriviamo delle inchieste che non si fanno più e quindi creiamo un prodotto che, a 360 gradi, diamo al lettore. Di che tratta? Quali ambiti? Stylo24.it offre articoli di: politica, cronaca, inchiesta e attualità visti sempre con una lettura che sia sempre
varia e che sia diversa da quella notizia data in modo semplice, quindi, noi l’approfondiamo e la commentiamo; ci sta un lavoro dietro che non dà l’informazione nuda e cruda. Occupa tutto il territorio? Oppure solo determinati enti locali? Siamo partiti dalla città di Napoli ma affrontiamo uno spazio territoriale più ampio come la Campania e l’Italia; quindi questioni a livello nazionale e anche internazionale. Stylo24.it è un giornale su un sito web. Secondo lei la tecnologia ha aiutato l’ambito giornalistico oppure è sempre meglio la versione cartacea quindi quella tradizionale? Sì è un sito web online. L’informazione va di pari passo con la tecnologia. Assistiamo ad una evoluzione del mondo mediatico. Oggi basta andare sui social per dare una notizia che spesso però non è approfondita oppure è un’informazione errata, per questo motivo bisogna stare sempre attenti, anche perché, si potrebbe incorrere in denunce e avere delle sanzioni da parte dell’albo giornalistico. Il giornale che
sia cartaceo od online nel pubblicare la notizia bisogna avere la preparazione adatta, quindi fare le dovute verifiche della notizia. Vi è una differenza tra online e il cartaceo; online ti dà la possibilità di essere più veloce; fa presa più rapidamente sul lettore che preferisce molto di più. Il cartaceo, invece, richiede una tempistica più lunga. Noi, la persona che legge l’online, la rispettiamo perché è la stessa che si approccia al cartaceo. Sono sempre i lettori che scelgono. Lei com’è entrato nella redazione? Il direttore mi ha chiamato alla fine di luglio scorso e abbiamo incominciato a lavorare insieme. Simone Di Meo ed io siamo amici da più di 15 anni. Abbiamo fatto parte di Cronache di Napoli scrivendo delle faide di Secondigliano. C’è una grande amicizia. Quali sono stati gli articoli che secondo le sono stati più soddisfacenti e importanti? Non c’è un articolo che mi ha soddisfatto più di un altro. Soddisfacenti sono tutte le volte che riesco a dare un’esclusiva. Faccio solo il mio lavoro.
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CARMEN PALUMBO
L’UNITA’: NASCITA E DECOLLO DEL GIORNALE CHE HA FATTO LA STORIA DEL NOSTRO PAESE
In questo mondo in cui leggere un giornale è diventato “antico”, dove la notizia si trova sempre a portata di click e l’odore della carta stampata è quasi del tutto scomparso, noi ci siamo soffermati sulle vicende che hanno coinvolto uno dei più importanti giornali del nostro paese: l’Unità. Fondato da Antonio Gramsci nel 1924, l’Unità è stato un giornale sottoposto alle influenze dei diversi partiti politici; prima organo ufficiale del Partito Comunista italiano, poi del PDS e DS. Questo giornale, nato inizialmente come “Quotidiano degli operai e dei contadini”, ha superato la soppressione del regime fascista, agendo in maniera clandestina ed è rinato nel 1945, con la fine della seconda guerra mondiale, dopo circa venti anni di azione giornalistica nascosta. Nella sua storia giornalistica, l’Unità ha raccontato tutti i momenti più importanti del nostro paese. Ha manifestato la sua opposizione alle Brigate rosse, definendole «nemiche della democrazia», ha raccontato l’assassinio di Aldo Moro e ha definito la caduta del muro di Berlino, come il “giorno più bello d’Europa”. Le vicissitudini affrontate da questo giornale, sono tantissime, al pari dei fatti raccontati. Dagli anni più fortunati si passa a cavallo del 2000, ad un periodo di grandi cambiamenti e problemi, che portano poi alla situazione attuale del giornale, cioè la chiusura definitiva. Tutto inizia nel 1997, con il processo di «privatizzazione» del giornale, le vendite iniziano a crollare e si decide per la chiusura delle redazioni di Bologna e di Firenze. Poi nel 2000 il quotidiano è in liquidazione e si tenta una disperata rinascita con l’editore Alessandro Dalai, ma non se ne fa nulla e il 28 luglio del 2000 il quotidiano cessa
le pubblicazioni. Questa è solo la prima chiusura, delle tante che si avvicenderanno nel corso degli anni successivi. Nel 2001 c’è infatti una rinascita grazie ad un gruppo di imprenditori, che rileva la testata e dà vita ad una nuova iniziativa editoriale. Nel 2008 la testata giornalistica viene acquistata da Renato Soru, allora presidente della regione Sardegna. Dopo diversi passaggi editoriali, nel 2014, a causa della grave situazione debitoria, cessano di nuovo le pubblicazioni del quotidiano. Gli ultimi anni del giornale, sono particolarmente turbolenti e hanno portato dopo una serie di rinascite e declini, alla fine di questa vicenda. Per capire bene cosa è accaduto abbiamo parlato con Marco Bucciantini, giornalista e opinionista sportivo, che nel 2017 è stato per diversi mesi Direttore dell’Unità. “La parabola dell’Unità può considerarsi chiusa a partire dal 2014, a causa dei tantissimi debiti. Nel 2015 con Stefanelli e Pessina, due imprenditori milanesi, si ha una breve rinascita. L’Unità per l’80% è affidata ai privati mentre per il 20% è nelle mani di una fondazione legata al Pd; il direttore in questa fase, è Erasmo D’Angelis. La linea editoriale ci porta al tracollo, in pochissimo tempo. Poi al comando arriva Staino, ridando un po’ di identità al giornale e negli ultimi mesi del 2017, dopo le dimissioni di Staino, la direzione viene affidata a me. Mi ritrovo nell’impossibilità di portare avanti questa attività editoriale. Ad oggi penso che la storia dell’Unità sia finita, ci sono ancora tantissime vicende aperte, ma soprattutto non c’è più credibilità e non c’è più nessuna intenzione di rimettere in piedi questa testata”.
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12 VITTORIA CASO
“Le stelle che non cadono” : un casoriano realizza i suoi sogni Nel salone di Palazzo Boldrin, a Lendinara, il 24 settembre 2017, “Le stelle che non cadono“ di Giuseppe L.L. Terracciano è stata scelta dalla prestigiosa giuria fra le 426 opere in gara e ha ricevuto il Premio Letterario Internazionale quale “Migliore Opera Autobiografica”. Una vita intensa, quella di Giuseppe Terracciano, sicuramente non facile, certamente romanzesca per le tante situazioni e vicende che l’hanno intrecciata e che l’autore narra spassionatamente. Un mosaico ricco e composito, che si snoda attraverso 29 capitoli e circa 400 pagine, in cui il filo conduttore è rappresentato dalla forza interiore e dalla tenacia di un uomo che, nato nel 1940 a Casoria, si trova a essere testimone involontario dei momenti bui della seconda guerra mondiale, sia quando il cibo scarseggiava e la paura dominava; sia quando a Casoria le truppe alleate, nonostante i tanti aspetti negativi della loro presenza, davano a molti la speranza di poter riprendere una vita più vicina alla normalità. Non mancano all’autore né la volontà, né la capacità di industriarsi in attività remunerative anche in quei momenti difficili, ma non è soddisfatto, sente di avere “ali per volare” e desideri da realizzare. I sogni alimentano l’anima e danno significato all’agire umano, è vero, ma, quanti hanno la forza per realiz-
zarli? Pagina dopo pagina, un capitolo dopo l’altro, nella narrazione acquista spessore la saggezza dell’autore, conquistata faticosamente e si fa concreta l’esperienza che egli accumula seguendo l’istinto di migliorarsi e di maturare nel cuore e nella mente. L’avventuroso “viaggio”, che Giuseppe narra, inizia a Casoria ma prosegue attraverso esperienze lavorative, formative e umane in terre straniere, lontano dagli affetti familiari. Germania, Francia, Austria, lo vedono protagonista della sua vita, homo faber cioè artefice di se stesso, pronto a prendere in mano il proprio destino e a indirizzarlo, anziché subirlo. Con indomita forza interiore e incrollabile volontà, infatti, costruisce la propria vita, senza arrendersi mai di fronte alle difficoltà, imparando dai propri errori. Trae vigore dalle sue letture, Socrate, Platone, tanti classici antichi e moderni, di cui fa tesoro tanto quanto dai suoi studi e dalla sua sete di apprendere e di conoscere. E, raggiunto un traguardo, seppure notevole, non si ferma, anzi lo considera punto di partenza per un nuovo percorso che possa appagare altri aspetti del suo io. In questo romanzo Giuseppe, alla luce della memoria riannoda i fili della storia e tramanda alle nuove leve la sua esperienza, sicuramente lezione di vita utile a non arrendersi alle difficoltà, non rinunciare a realizzare i propri obiettivi, a non subire la vita: “La vita è un futuro infinito: sogni, speranze, miraggi, sono tutti lì ad attenderci”.
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EMILIA SENSALE
Teresa Casillo: “Ho imparato che se allunghi la mano e qualcuno la stringe, riesci a superare tutto”
La forza non è solo muscoli, pesi da alzare, azioni umane o della natura eccezionali. La vera forza è riuscire a superare le difficoltà con coraggio, è sorridere nonostante tutto, è saper aiutare e aiutarsi, supportare e sopportare, non mollare la presa quando tutto ti fa venire voglia di farlo. E quando penso alla forza penso a lei, Teresa Casillo, 39enne che insegna alla scuola primaria e nella vita ha affrontato tante cose senza perdere mai l’amore per la vita, diventando un esempio per tante donne e non solo. Teresa, infatti, conosce i dolori fisici e psicologici dell’endometriosi, malattia cronica e invalidante che colpisce una donna su dieci, e da tempo si impegna per promuovere la giusta informazione in merito a questa patologia. Cosa è per te la vita? “È l’insieme dei passi che compio ogni giorno da quando sono nata. È un puzzle che si costruisce attraverso l’esperienza del dolore e della gioia. È l’insieme di tutto. Da quel tutto impari a camminare. Paradossalmente il significato della vita l’ho conosciuto con la morte di mio padre. È stato il suo ultimo respiro a farmi comprendere che anche un dolore lacerante è vita”. E cosa è per te l’amore? “L’amore è tutto per me. Mi riempie l’anima e non mi fa sentire mai sola. È intimamente connesso al senso della vita. Amore e vita sono un binomio inscindibile. L’amore inteso in senso globale. Quel sentimento che ti dà gioia quando doni e quando ricevi”. C’è molta confusione in merito all’endometriosi e tu da tempo lotti affinché vengano riconosciute tutte le difficoltà che può portare, fisicamente e psicologicamente.... “Mi fu diagnosticata a 19 anni. È una
malattia subdola e difficile da diagnosticare perché ancora poco conosciuta. Le cause sono ad oggi sconosciute, si ipotizza che sia multifattoriale, sia di natura familiare che ambientale, gli ultimi studi parlano di un fattore genetico. Quel che è certo è che è una malattia complessa che ti devasta, il dolore entra a far parte della tua vita quotidianamente, non andrà più via e porta con sé altre patologie e una stanchezza cronica. Nelle donne asintomatiche di solito il campanellino di allarme è uno dei tanti sintomi della malattia, l’infertilità. Anche le relazioni intime diventano spesso un incubo, anche qui ti senti una donna a metà”. C’è una parola che sembra sconosciuta a molti: l’empatia. Tu dimostri empatia e sensibilità. Quanto è importante mostrare concreta vicinanza nei confronti di chi è in difficoltà? “Mi sono salvata grazie al volontariato. Aiutare gli altri ha aiutato me. Quando ho saputo della malattia mi sono sentita
sola e non capita. Poi l’incontro attraverso il web con altre donne con la mia patologia. Ho creato un gruppo, endoMEtriosi insieme si può, insieme ad altre donne stupende, per dare conforto e per aiutare altre ragazze: eravamo in 30 nel 2010, oggi superiamo i 4mila iscritti. Quel ‘ME’ maiuscolo significa ‘io vengo prima della malattia’, significa che valgo anche se non riesco a stare sempre in piedi e che mi amo per ciò che sono. ‘Insieme si può’ significa appunto che da sole non si va da nessuna parte, gli altri sono importanti per un confronto, per un conforto. Ho imparato che se allunghi la mano e qualcuno la stringe, riesci a superare tutto. Così ho cominciato a stringere la mano di tantissime donne, come era stato fatto con me. Le ragazze alle quali ho stretto la mano, poi, hanno imparato a stringerla ad altre. È nata una comunità di aiuto. Consiglierei a tutti di non voltarsi mai dall’altra parte, quando sul proprio cammino si trova il dolore di qualcuno, guardarlo, stringere la mano e condividere il peso della sofferenza. Di sicuro, tutti, nei momenti di difficoltà, vorrebbero una mano da stringere. Piccoli gesti cambiano le cose”. Quali sono le tue emozioni nel lavorare quotidianamente coi bambini? “Ho sempre amato i bambini, sin da piccola sognavo di diventare mamma e maestra. Mi proiettavo nel futuro e vedevo soltanto due cose di me: il pancione e la mia classe di alunni. Ad uno dei due sogni ho dovuto rinunciare. E così ho cominciato a studiare per formarmi ma soprattutto ho fatto una promessa: mai la mia sterilità avrebbe cancellato la maternità del mio cuore. La scuola è la mia vita, è il mio modo per dare qualcosa di me ai bambini. Sono mamma tutti i santi giorni”.
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a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Restare in linea e in salute durante il periodo natalizio... si può!
Le feste natalizie rappresentano uno dei periodo più belli dell’anno, un’occasione per riunire le famiglie e celebrare la venuta del Bambino Gesù al mondo. Le tavole sono bandite, il cibo è abbondante e il rischio di prendere qualche kilo è in agguanto. Il pericolo è per lo più per chi soffre di patologie serie, dal diabete alle nefropatie, dall’ipercolesterolemia alle cardiopatie. Ecco alcuni consigli per rimanere in linea e in salute durante le feste natalizie. Nei tre giorni precedenti e successivi alle festività limitare il consumo di farinacei, carboidrati complessi e fritture a pranzo e cena, cercando ad esempio di evitare i carboidrati a cena. Bere tanta acqua, almeno 2 litri al giorno e consumare almeno 2 porzioni di frutta e 2 di verdura al giorno, per eliminare i liquidi in eccesso e per sgonfiarsi. Non esagerare nel preparare porzioni abbondanti, altrimenti i giorni successivi si passeranno a mangiare le cose rimaste del giorno dopo. Sforzarsi di mangiare piano, masticando bene e assaporando tutti i gusti delle leccornie che imbandiranno la tavola. Questo aiuterà
a nutrirsi più consapevolmente, evitando eccessivi peccati di gola e avvertendo prima il giusto senso di sazietà. Servirsi di tutte le portate, senza fare rinunce, ma limitando le dosi. Se è possibile, dimezzarle. In questo modo non sentiremo il peso della rinuncia e eviteremo le abbuffate. Mangiare frutta e la verdura prima dei cibi ipercalorici. Un ottimo antipasto può essere, ad esempio, un’insalata verde mista con fettine di arancia, chicchi di melograno, scaglie di parmigiano e gamberetti. Attenzione con i brindisi alcolici! Vino e spumante fanno ingrassare – l’alcol contiene circa 7 calorie per grammo -, e naturalmente riducono la nostra capacità di controllo alimentare. Evitare di portare in tavola i formaggi, dopo il secondo o insieme ad altri piatti. Considerando l’abbondanza delle portate precedenti, se ne può in realtà fare a meno senza troppi sacrifici. Approfittiamo dei giorni di vacanza dal lavoro per fare una passeggiata di 30 minuti al giorno a passo svelto. E infine...siate generosi, donate i dolci in più a chi ne ha bisogno!
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IL TUO TEMPO IL TUO BENESSERE LA TUA VITA
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16 ROBERTA D’AGOSTINO La potenza creativa e linguistica del drammaturgo Enzo Moscato trova spazio in “Ragazze sole con qualche esperienza” un testo scritto nel 1985. Colpisce, ma ormai neanche più tanto, la capacità profetica di Moscato che nel suo racconto post terremoto del 1980 dipinge spaccati di assoluta contemporaneità. Lo spettacolo debutta al teatro San Ferdinando il 20 dicembre con la regia di Francesco Saponaro che sceglie Lara Sansone e Veronica Mazza per interpretare i due femminielli protagonisti, con Carmine Paternoster e Salvatore Striano e con la voce dell’immenso Gino Curcione. “La mia è una sfida ma anche il voler sottolineare come l’attore di per sé è un travestito, una persona al servizio del personaggio. Non amo le cose convenzionali in teatro e forse per questo ho scelto queste due donne ad interpretare il terzo genere identitario tipico dei femminielli napoletani”. La storia racconta di due coppie di emarginati che si incontrano per dare sfogo a un folle e inebriante appuntamento d’amore. nel quale due travestiti, Grand Hotel e Bolero Film, ricevono nella loro alcova Scialò e Cicala, due strampalati delinquenti in fuga da un agguato di camorra; un pretesto narrativo apparentemente inverosimile per raccontare uno spaccato del tempo presente. Come in una tragicomica discesa agli inferi, dai giorni bui che attraversiamo si precipita fino a quello spaccato socia-
PRESENTAZIONE RAGAZZE SOLE le del dopo terremoto nella Napoli degli anni ottanta, girone infernale senza via d’uscita né scampo». Per tutti i protagonisti - dice Lara Sansone - il percorso di prove è stato molto duro: durante il nostro lavoro ho avuto la sensazione di fare teatro perché ho incontrato rigore, studio sul personaggio, sul testo, sull’anima; avevo piacere di incontrare di nuovo questo mon-
do perché oggi non è facile. Affronto questo ruolo con rispetto e amore nei confronti di un mondo parallelo, quello degli omosessuali. Sono felice di questa opportunità e del percorso svolto con i miei compagni di scena che giorno dopo giorno sono diventati famiglia”. “Ho vinto le resistenze giorno dopo giorno - dice la Mazza - per lasciarmi andare nelle mani di Francesco in un percorso che non è stato semplice che ci ha portato a scoprire un’altra dimensione e sentirla alla fine molto vicina. I consigli registico ci hanno guidato partendo dalle emozioni, dalle paure che il terremoto ha portato nelle persone. Possiamo parlare di un tipo di recitazione esplosiva aiutata anche dalle forti suggestioni che il palco del San Ferdinando fornisce. “Moscato - continua Saponaro- è il più grande poeta e drammaturgo contemporaneo e grazie alla sua scrittura s’incontrano diverse estrazioni teatrali che poi trovano una omogeneità. Un lavoro duro come deve essere un lavoro che abita un grande testo ricco di umanità La testimonianza di Striano in conferenza ha caricato ancora di più di aspettative questo lavoro: “Io mi sono salvato grazie a Shakespeare e devo a Moscato l’avere capito tante cose sulla mia città che se avessi compreso prima probabilmente non avrei fatto scelte sbagliate che mi hanno portato a scontare anni in carcere. Grazie al teatro e ai maestri che mi stanno insegnando tanto”.
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LUIGI CARRATURO
AIUTARE: UN PIACERE E UN DOVERE MORALE In un mondo dominato dal consumismo e dalla corsa all’acquisto più tecnologico e alla moda, c’è una realtà che non si vuole vedere e sulla quale spesso si minimizza: è la realtà dei poveri. Poveri, italiani e/o stranieri hanno bisogno di cibo, vestiti, aiuti economici perché la maggior parte di loro un lavoro non lo ha o lo ha perso. Non sempre le istituzioni riescono a rispondere positivamente e sufficientemente alla crescente richiesta di aiuti, e le Caritas e i tanti volontari cercano di fare il loro meglio ma non basta. Il tema della povertà è stato l’argomento a cui Papa Francesco ha voluto dedicare la prima “Giornata Mondiale dei Poveri” istituita alla fine del Giubileo Straordinario della Misericordia. Seguire l’esempio di Gesù, amare il prossimo e tendere la mano, è questo il messaggio che si vuole divulgare soprattutto fra i giovani che rappresentano il futuro. Convinto dell’importanza della tematica, l’Istituto “Maria Cristina Brando” ha aperto le porte ad una riflessione attenta e profonda sulla povertà e sul bisogno di gesti di misericordia e di solidarietà. Il giorno 28 Novembre, l’intero Istituto si è riunito nel teatro della scuola per ascoltare le esperienze di due preti-testimoni circa la grande povertà conosciuta
durante i loro viaggi. I sacerdoti hanno raccontato di bambini che non hanno possibilità di studiare per ragioni economiche, possibilità che spesso i giovani di oggi ignorano e sottovalutano senza considerare la grande fortuna che hanno. E’ stato preso in esame il termine “povertà” su cui i preti si sono soffermati per giungere ad una definizione più ampia che coinvolge non solo l’aspetto economico ma anche quello sociale e culturale. Gesù ci insegna l’amore verso il prossimo, il prodigarci verso i più deboli e bisognosi perché avere fede vuol dire anche amare con gesti e attenzioni al prossimo. A tal proposito il Pontefice afferma: “Non amiamo a parole, ma con i fatti e in verità”. Dinanzi a richieste d’aiuto sempre più frequenti e consistenti ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte, imparare a rinunciare a qualcosa, soprattutto se è qualcosa di superfluo per aiutare chi non riesce neanche a sfamare se stesso. Tendere la mano ad un uomo che chiede aiuto deve essere un dovere oltre che una gioia, un atto di solidarietà e generosità che può portare benefici a tutti coloro che si sentono soli e abbandonati, oltre che poveri.
Tendiamo una mano Un piccolo gesto può bastare, se siamo tutti noi ad aiutare. Basta rispondere ad un sorriso che dalla povertà è stato ucciso. Ѐ più povero un uomo avaro Che un uomo non ha denaro Bisogna accettare chi è diverso, deve sentirsi accolto nel nostro universo. Siamo tutti uguali: bianco, nero, buddhista siamo diversi solo alla nostra vista. Tutti hanno diritto alla felicità, basta un piccolo gesto di solidarietà! III A LICEO SCIENTIFICO.
Gli studenti dell’Istituto Brando, sensibili al valore della POVERTÀ, esprimono gesti di amore concreto verso i più bisognosi imparando a considerarli “fratelli” Perché un seminario sul valore della solidarietà? L’occasione ci è stato offerta da Papa Francesco che domenica 19 novembre, ha istituito la “ Giornata mondiale dei poveri”. La nostra istituzione in qualità di scuola cattolica, coglie tutti i messaggi che la chiesa suggerisce per la formazione integrale di noi giovani. Martedì 28 Novembre, i giovani dell’Istituto Brando sono stati coinvolti in un seminario tenuto da due responsabili delle missioni, della diocesi di Napoli. È stato un incontro molto intenso e uno di loro ha affrontato due concetti molto importanti e frequenti per quanto riguarda la società attuale. La povertà è intesa, come la mancanza di qualcosa, ma non c’è solo la crisi eco-
nomica, la povertà non riguarda solo l’economia, ma anche lo spirito. Si è poveri quando si è senza tetto sì ma la povertà spirituale non deve essere confusa con quella materiale che si accentua quando c’è l’avere. Un altro concetto analizzato è quello dell’economia. Si potrebbe parlare subito di soldi, ma in greco significa casa, inteso anche come bene di famiglia e o norma o legge. Per economia, si intendono anche delle regole che però, non valgono per tutti e sono anche regole che magari sono emanate dallo Stato solo per guadagnare. Il sacerdote ci ha illustrato anche il concetto di famiglie- in vendetta, questo fenomeno è sviluppato in Albania. Questa “vendetta di sangue” riguarda
conflitti interfamigliari che vengono gestiti, risolti attraverso l’uso della violenza. L’assassino ha 24 ore per scappare e dopo un giorno, una persona della famiglia rivale può uccidere una persona che appartiene all’altra famiglia. È stato un incontro molto bello dove abbiamo potuto conoscere due sacerdoti davvero bravi e fervorosi che ci hanno fatto considerare il valore della povertà da molti di noi sconosciuto, o meglio mai considerato perché per fortuna a noi non manca niente. La giornata è terminata con un gesto di solidarietà, grazie al suggerimento della preside che ha coinvolto i giovani in una raccolta di generi alimentari. Le alunne del III Liceo Umanistico
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Teresa Lucianelli “L’Elogio del praticante Avvocato”, nuovo attesissimo libro dell’eccellente Salvatore Maria Sergio sarà presentato, per iniziativa dell’Ordine Forense, il 21 dicembre prossimo, alle ore 11,30, nella “Sala Metafora” del Palazzo di Giustizia, dal presidente dell’Ordine Maurizio Bianco, dal vice presidente Salvatore Impradice, dalla penalista e consigliere dell’Ordine Dina Cavalli, e dalla civilista Patrizia Antonini. Altro Elogio di qualità culturale notevole, per i tipi dell’editore Tullio Pironti: a firma del noto e stimato penalista Salvatore Maria Sergio, che si avvale del suo inconfondibile stile mescidato e intriso di sarcasmo, ma anche col passionale intento di proporre all’attenzione dei lettori la grande storia dell’Avvocatura nella sua funzione di presidio della libertà e sentinella del pensiero civile e politico. Un lavoro imperdibile per gli amanti delle migliori produzioni. Nella prima parte del suo scritto, Sergio non ha esitazioni nel denunciare la caduta culturale dei forensi (e ne ricerca le cause antiche e recenti), nel deplorarne la loro trasformazione da ceto essenzialmente liberale in quello di produttore di guadagni. Sergio individua le cause antiche e recenti: la Scuola, l’Università, la pratica forense, le modalità d’accesso all’Albo, che peraltro già erano state il bersaglio critico di Gaetano Salvemini, autore del celebre ar-
La satira di qualità: torna Sergio con il suo nuovo “Elogio del praticante Avvocato” ticolo “Cocò all’Università di Napoli o la scuola della malavita”, risalente addirittura al 1909, di Enrico De Nicola in un intervento parlamentare dell’anno successivo, e di Pietro Calamandrei in Troppi avvocati del 1921. L’arguto scrittore invoca il pensiero d’illustri esponenti della “vecchia guardia”, ossia gli eredi della grande stagione del Foro, fra i quali Ettore Stravino, Claudio Botti, Vincenzo Siniscalchi, Luigi Cavalli, Nazzareno Di Mario, Vittorio Lemmo, Angelo Caporale, rivolgendo il suo sguardo al destino dell’Avvocatura. Poi, si dispone a dimostrare che l’Avvocatura, nel solco della sua secolare storia, avvalendosi del pensiero illuministico e della speculazione filosofica, non “morirà” perché sarà salvata dai suoi maggiori esponenti, i quali prevarranno sulla folla di mestieranti e “paglietti” (di cui aveva parlato con disprezzo l’Abate Galiani) che da sempre affollano Castel Capuano, ora il Nuovo Palazzo di Giustizia situato nel Centro Direzionale di Napoli, atrocità urbanistica ed
architettonica. Questa ennesima opera dell’eccellente autore rappresenta il quadro sconsolante rappresentato dalle nuove leve forensi, nella quasi totalità inadeguate al compito e alla funzione, sia per la mediocre preparazione tecnica e sia per l’insufficiente bagaglio culturale. Particolare attenzione l’autore dedica all’impiego scempio del linguaggio, intriso di barbarismi, idiotismi, anacoluti, intercalari, inutili anglismi ecc., proprio delle nuove leve: ciò che, occorre ricordare, ha destato la preoccupazione di seicento professori universitari secondo i quali la maggior parte delle tesi di laurea è punteggiata da gravi errori di sintassi, da distorsioni morfologiche. Giusto un pò più spesso di un opuscolo, di squisita sinteticità ed impreziosito da uno stile originale e coinvolgente, questo nuovo libro di Salvatore Maria Sergio fa parte della preziosa collana degli Elogi firmati da autori di notorietà nazionale quali: Giancarlo Dotto, Maria Roccasalva, Mauro Giancaspro, Joan Margall, Vittorio Paliotti, Tinto Brass, Mimmo Carratelli, José Vicente Quirante Rives, Mimmo Liguoro, editi dal napoletano Tullio Pironti. L’Elogio del praticante Avvocato fa seguito agli altrettanto ottimi: “Elogio dell’Avvocato”, “Elogio della donna Avvocato” ed al meraviglioso “Processo al processo: Giambattista Vico non può vincere”.
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GIUSEPPE DELLE CAVE
Dal 25 dicembre al 7 gennaio in scena con Gennaro Guazzo e la partecipazione straordinaria di Valentina Stella apoli, 20 dicembre 2017 – Tutto pronto al Teatro Bracco di Napoli per la “prima” di “Troppo Napoletano”, la commedia di Natale scelta dalla direttrice Caterina De Santis per far ridere di gusto l’affezionato pubblico della storica sala della Pignasecca. Gigi e Ross porteranno sulle tavole del palcoscenico la trasposizione teatrale del fenomeno cinematografico coprodotto da Alessandro Siani, insieme a Cattleya e Rai Cinema, ed ambientato in due famosi quartieri di Napoli: il Rione Sanità e Posillipo. Una commedia in due atti che vedrà in scena, oltre alla popolare coppia di conduttori e comici napoletani Gigi e Ross, il giovanissimo Gennaro Guazzo e la bravissima Valentina Stella. Una storia semplice ma piena di esilaranti equivoci e colpi di scena, che racconta le differenze che ci possono essere nella stessa città tra due zone meravigliose come appunto lo sono il Rione Sanità e il quartiere di Posillipo. E sarà proprio l’amore tra uno scugnizzo e una posillipina a far emergere i contrasti, ma soprattutto le tradizioni, le speranze ed i sentimenti, che
per chi è nato a Napoli hanno però tutti lo stesso sapore. Con questo carico di emozioni, “Troppo Napoletano” sbarca in teatro con la regia Gianluca Ansanelli, lo stesso ad aver diretto anche la fortunata pellicola in visione sul grande e piccolo schermo nel 2016 e ad aver scritto con la collaborazione di Ciro Villano il testo dello spettacolo. Nel cast di attori che coadiuverà Gigi e Ross, oltre a Guazzo e Valentina Stella, altri nomi noti della scena comica napoletana come Giorgia Agata, Luigi Attrice, Alessandro Bolide, Mirko Corpo, Nicoletta D’Addio, Cristiano Di Maio, Ivan Fedele, Ester Gatta, Marianna Mercurio, Ciro Salatino e Gennaro Silvestro. Le scene sono di Roberto Crea, le coreografie di Naike Orilio e Giuseppe Farruggio; le musiche scritte da Maurizio Bosnia e Gianni Gallo con il gentile contributo di Bruno Lanza. La videografica è a cura di Luca Auletta. Debutto lunedì 25 dicembre ore 21, si replica martedì 26 dicembre ore 19,30; lunedì 1 gennaio ore 21; venerdì 5 e sabato 6 gennaio ore 21; domenica 7 gennaio ultimo spettacolo ore 18,30. Per info e prenotazioni www.teatrobracco.it o 0815645323.
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ANTONIO BOTTA
Valorizzate le scuole del territorio nella III edizione del premio “Scintilla d’ingegno”
GLI INSEGNANTI? “ESEMPI DI VITA E DI POSITIVITA’”
Terzo anno della premiazione “Scintilla dell’ingegno”, svoltasi nell’ambito della XXVIII edizione del Caffè Artistico Letterario di Enzo Marino: una manifestazione prestigiosa, nella quale alle scuole del nostro territorio è stato riconosciuto il giusto merito per aver realizzato progetti artistici /letterari, scientifici/musicali e sportivi di spiccato profilo pedagogico e formativo. Nella sala consiliare del Comune di Casoria, alla presenza del sindaco Fuccio e di Autorità politiche, scolastiche, civili e militari, è stata conferita la “Scintilla dell’ingegno” a studenti degli Istituti Comprensivi “1° Ludovico da Casoria”, F. Palizzi, Carducci – King, M. Mitilini, Moscati – Maglione, N. Romeo di Casavatore e agli atleti campioni delle ASD Volley Casoria, Free Sport, ASD BasKet, Shotocan, Mafra Dance, Centro Sportivo Azzurro, Volley Casa d’or, Scuola di Scherma, ASD Egy Dance. La “Ludovico da Casoria” è stata premiata per il progetto STEM coordinato dall’ins. Genoveffa Tuccillo, e per un percorso formativo di Musica, realizzato dal docente Salvatore Pezzella. L’artista Enzo Marino, molto noto in Italia e nel mondo per le sue apprezzatissime Opere, in qualità di ideatore e organizzatore dell’Evento ha posto in evidenza, nel suo intervento introduttivo, che il premio, oltre a gratificare i ragazzi e i giovani distintisi per l’ impegno profuso e gli spiccati talenti mo-
strati, é finalizzato anche a valorizzare il lavoro dei docenti che si prodigano con entusiasmo, passione e competenza nel far vivere ai loro allievi esperienze di apprendimento significative e ricche sul piano umano, culturale e sociale. E’ vero: oggi, più che mai, è necessario che la nostra classe dirigente e l’opinione pubblica, figure istituzionali e società civile maturino la consapevolezza della complessità dell’insegnare, riconoscendo quanto sia difficile per i docenti mediare tra due imprescindibili esigenze, non alternative l’una all’altra, ma complementari ed interagenti: Indicazioni nazionali ed autonomia scolastica, conoscenza e valori, sapere consolidato e sapere emergente, approccio cognitivo e approccio relazionale e inclusivo, attuazione di rigorose procedure metodologiche per lo sviluppo delle competenze e promozione della creatività. “Esempi di vita e di positività del fare nella legalità”: così sono stati definiti gli insegnanti nella locandina dell’invito. Il premio”Scintilla d’ingegno” è, dunque, sicuramente un modo per attribuire valore alla scuola, le cui attività premiate sono solo la punta di un iceberg, frutto di un impegno professionale di operatori scolastici che lavorano tenendo conto non solo dei contenuti disciplinari, ma anche dei processi, delle relazioni, dei significati, delle motivazioni da cui dipendono il successo o l’insuccesso scolastico, la gioia, la tristezza, la voglia
di vivere e di lavorare o la rinuncia, la disistima di sé, il rifiuto della vita nelle forme dell’uso della noia, della devianza, della droga, del bullismo e/o cyber bullismo. Al riguardo, va segnalato la realizzazione del video degli studenti dell’I. C. “1° Ludovico da Casoria”, i quali, in pochi minuti, fruendo anche di un sottofondo musicale accattivante e cantando un magnifico rapp, sono riusciti a lanciare messaggi validissimi per arginare il fenomeno: favorire l’ascolto e il dialogo attivo per rasserenare la vittima e predisporla a raccontare le sue esperienze; parlare apertamente con la vittima per trovare insieme una soluzione al problema; valorizzare il dialogo e la costante collaborazione scuola – famiglia per capire la reale entità e vastità del problema ed ipotizzare le possibili soluzioni; NON ritenere atto di debolezza o di vigliaccheria chiedere aiuto ai genitori e/o agli insegnanti ogni qualvolta si subisce una prevaricazione, una offesa ingiuriosa, una minaccia o un atto di violenza fisica, ma considerarlo il modo più opportuno per smascherare il bullo e i suoi eventuali complici. Meritatissima, allora, anche la premiazione del M° Enzo Marino,ideatore e organizzatore della Manifestazione, che ha ricevuto una targa dai referenti dei vari istituti scolastici. Alla fine, tutti i convenuti si sono recati nello storico bar Sgambati per degustare dolci natalizi artigianali.
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DOMENICA 24 DICEMBRE 2017
XVIIIa Mostra dell’Arte DOMENICA 24 DICEMBRE 2017Presepiale 12 Dicembre 2016 all’ 06 Gennaio 2017
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30 DICEMBRE 2017 - ORE 13,00 Salone dell’ IC Ludovico Ariosto
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- Via Napoli, Arzano
Giorni feriali: dalle 10.00 alle 13.00 Festivi e prefestivi: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso gratuito
Info: 081 5737125 cell.: 342 1917114
e-mail: prolocoarzano@hotmail.com
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La ProLoco “Insieme per la città di Casoria” e la Parrocchia di San Mauro organizzano in Basilica il Pranzo dei Santi della Carità “momento di condivisione fraterna”
La Pro Loco
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Buon Natale
Augurissimi 20 dicembre 2017 a Martina Verola “Gli Auguri sono un nuovo inizio, è il momento di dar vita a nuovi progetti con nuovi scopi. Guarda avanti con coraggio. Sei una persona speciale, che tu possa rimanere la persona fantastica che sei” Da tutta la tua famiglia un forte bacione. Ti amiamo
Augurissimi 21 dicembre 2017 a Angela Buonaurio Dimentica il passato, guarda avanti al futuro ed alle cose migliori che devono ancora avvenire! Tanti Auguri di buon compleanno! Augurissimi 26 dicembre 2017 a Luigi Carraturo Oggi potrebbe essere un giorno come tanti, ma c’è un piccolo particolare: è il compleanno della persona più speciale del mondo, che amo tanto e che rende speciale ogni giorno della mia vita. Auguri da tua moglie Antonella. IL PROF. IODICE IMPARTISCE LEZIONI DI FILOSOFIA, ITALIANO, INGLESE, LINGUA E CIVILTA’ ITALIANE A STRANIERI DIZIONE E PRONUNCIA DELLA LINGUA ITALIANA GEOGRAFIA, STORIA, PEDAGOGIA, PSICOLOGIA TEL. 3400582672 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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