DOMENICA 31 DICEMBRE 2017
Settimanale di Informazione
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ANNO XVI - N° 40 - DOMENICA 31 DICEMBRE 2017
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CASORIA & EDITORIALE di Nando Troise
Buon Anno, buona fortuna e felice 2018 a Casoria, Città della brava gente
“Buon Anno al malaffare, all’illegalità, alle cosche mafiose, alle bande criminali, ai maneggioni ed ai ladroni. Buon Anno ai commercianti abusivi, agli alloggi abusivi, ai baristi senza licenza, ai mercatari insolventi” e poi: Buon Anno ai nostri ricordi: all’asilo nel magnifico palazzo delle suore stigmatine, in via Cavour, dedicato ad Anna Lapini, abbattuto per far nascere il solito ed anonimo fabbricato per “civili abitazioni”. Buon Anno al ricordo degli amici di infanzia ed alle suore che hanno accompagnato i miei primi passi scolastici: Suor Cellina e Suor Rita. Quel palazzo non c’è più! Resistono, per fortuna, ai miei ricordi il vicolo di Santo Lione, la Chiesa del Carmine, il monumento al Santo Monaco, il vicolo dei fornari. Resistono nonostante i crolli di via Cavour. Buon Anno ai precari. Casoria è Città borghese e clericale. Mancano sia le destre che le sinistre. Non c’è né Forza Nuova né Alternativa Sociale né, tantomeno, i disubbidienti, i no global, i movimenti studenteschi. E’solo una gran marmellata di moderati. La millanteria dei democristiani. Anzi, di una classe, la borghesia, che difende i suoi privilegi spartendosi il pubblico denaro, ed un “popolo misero che un nome non ha” che inventa ogni giorno un modo per sopravvivere.
Una Città, Casoria, estranea a se stessa, dove la borghesia, aiutata dalla Chiesa, quella Cattolica, ha le redini del potere, esercitato non dai migliori ma dai più avidi e prepotenti: una Città che, per avere troppi problemi, non ne risolve mai alcuno, dove il “il problema vero è sempre un altro, che altri dovrebbero risolvere”, dove le regole valgono solo per gli altri; e se arriva quello che impone ai motociclisti di portare il casco, nessuno lo indossa o lo porta tra collo e schiena per metterselo solo in caso di controllo. E il motorino non è un mezzo di trasporto, ma qualcosa che arriva a far parte del tuo corpo, che usi per eludere ogni controllo. Il rispetto delle regole sarebbe già un piccolo passo avanti verso se stessi, verso gli altri e verso la stessa nostra Città: vergognarsi e criticarsi quando si sosta in divieto di sosta o, addirittura, quando si va a comprare da bancarelle che non rilasciano lo scontrino fiscale o presso negozi che provocano la sosta di macchina in tripla fila. Casoria è segnata dalla storia della mancanza e debolezza di una classe dirigente e di una classe politica incapace di perseguire il bene comune. continua a pag. 5
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DOMENICA 31 DICEMBRE 2017 SEGUE da pag. 3
Adesso, è talmente facile demoralizzarsi, specie per chi odia imbroglioni, ladroni, maneggioni, che si ha l’impressione che il perseguimento del bene comune non è più possibile né desiderato. L’augurio di questo “Buon Anno” è di avere la forza di non desiderare “terre più amiche” o di “fuire, scappare” e nel frattempo: una nipote in Francia e due nipoti in viaggio verso il Veneto. “Buon Anno a chi ha ridotto via Santa Croce, la strada dove passeggiavano le intelligenze dei nostri avi, in un ammasso di macerie e di nuovi e brutti fabbricati”. “Buon Natale a Casoria Ambiente”. Un consiglio per le festività natalizie: Visita al Parco Verde di Caivano; alle Salicelle di Afragola; via Etna e dintorni a Casoria; nel villaggio rom sotto il ponte di via San Salvatore a Casoria, cioè la Cantariello degli afragolesi. “Buon Anno all’Ospedale di Casoria diventato oggi, finalmente, luogo di trincea e di eccellenza”. Buon Anno a tutti gli operatori del 118 e a quelli del servizio Ambulanze. Buon Anno all’Arma dei Carabinieri e al Capitano Francesco Filippo; Buon Anno al Comandante di Stazione, la marescialla Daniela Di Vecchio, Buon Anno al gruppo Radio Mobile, alla catturandi, a tutti i Carabinieri. Buon Anno ai nostri inserzionisti ed agli edicolanti, ai tipografi, alla redazione tutta ed alle loro famiglie, ai miei editori Rosa e Rino Buonaurio, a Salvatore Giacometti, ad Antonio ed al suo giro del sabato, a Nunzio D’Andrea. Buon Anno a Rino, Luigi, Marco Primitivo ed all’intero Complesso Alberghiero Business. Buon Anno ai miei libri ed alle iniziative culturali che Casoriadue ha fatto e continuerà a fare. Buon Anno a Suor Giocondina ed a quella magnifica struttura che è l’Istituto dedicato a Santa Cristina Brando. Buon Anno ad Anna Starace, Peppino D’Anna e la Flama Communication che hanno ricostruito un nuovo layout grafico del nostro sito web www.casoriadue.it che oggi naviga, grazie alla redazione tutta, con il vento in poppa. “Buon Anno al Comune di Casoria ed ai suoi tanti, tantissimi problemi: dagli scuolabus alle Commissioni, dalla Trattante alla “triplice sindacale”, dal Parco Michelangelo all’Assistenza Sociale. Vorrei augurare Buon Anno ai dirigenti di settore del Comune di Casoria ma non si può. Contratti scaduti a dicembre e non conoscono il loro futuro. L’unico dirigente rimasto, l’arch. Salvatore Napolitano, ai LL.PP. e Urbanistica, ha fatto domanda di mobilità e vuole trasferirsi ad Avellino. “Buon Anno agli autoarticolati della Ferriera”; “Buon Anno alle lottizzazioni convenzionate, sperando che questa amministrazione riesca ad utilizzare le convenzioni lasciateci”. Buon Anno ai Magistrati. Il pensiero ed il saluto va ai Giudici Raffaele Cantone, Catello Maresca, Woodcock, Mariano Picardi, Barbarani, Nunzio Fragliasso, Miraglia Del Giu-
5 dice, Cantelmo e Quadrano; al ricordo di Federico Bisceglia. Buon Anno al Segretario Generale Michele Ronza ed al Comandante f.f. della Polizia Municipale Luigi Onorato. Buon Anno all’Amministrazione Comunale. Buon Natale al Sindaco Pasquale Fuccio, alle Assessore Maria De Rosa, Marianna Riccardi e Stella Cassettino, agli Assessori Giulio Russo, Fabio Esposito, Pietro D’Anna e Antonio Ricciardi. BUON ANNO alle Chiese di Casoria, volano di un realizzabile turismo religioso: alla Collegiata di San Mauro ed al suo Preposito Curato Mauro Zurro, al Santuario di San Benedetto ed al suo Parroco Pasquale Fioretti, al Complesso Religioso del Santissimo Sacramento di Santa Maria Cristina Brando dell’Immacolata Concezione, al Complesso Religioso del Sacro Cuore di Santa Giulia Salzano e nell’attesa di poter realizzare per Campania felix tv la mia trasmissione televisiva “visita guidata ai luoghi sacri”, Buon Anno alle Francescane, alle Elisabettine, alla storica e monumentale Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, al Chiostro ed alla Casa Natale di San Ludovico da Casoria, alle moderne Parrocchie di San Paolo, Sant’Antonio Abate, San Giustino de Jacobis, Santa Maria Francesca delle cinque piaghe e Santa Maria delle Grazie al Purgatorio. Succedono cose un po’ strane, di questi tempi, nella nostra allegra Repubblica di Casoria. L’Amministrazione Comunale trovò a giugno 2016 un Comune in zona fallimento e chiese a Maria De Rosa e a Ciro De Rosa, persone di conti e di leggi, di pilotare la salvezza economica di Casoria. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ritiene che l’obiettivo sia stato raggiunto ed ha comunicato a Pasquale Fuccio, in uno dei suoi viaggi della speranza a Roma, che non se non mette in atto una parola del vocabolario italiano, RISCOSSIONE, tale obiettivo non sarà mai raggiunto ed a totale discapito dei cittadini di Casoria, quelli perbene, cioè quelli che “danno a Cesare ciò che è di Cesare”. Il Comune, negli anni, è stato sempre al centro dell’attenzione dei cittadini; non c’è zona dove gli interessi dei cittadini non abbiano profonde radici. Il Comune è stato, ed è, simbolo di critiche e contestazioni, causa uno sporco e demagogico gioco politico – sindacale. Intrecci politici e sociologici hanno spiegato quella che è più di una presa di posizione. I casoriani, si sa, scelgono sempre chi vince e i cittadini proletari hanno persino dimenticato i rancori di classe: il Sindaco (chiunque esso sia) per loro, non è mai stato il padrone, ma soltanto il benefattore che regalava felicità. Questo ruolo, adesso lo hanno passato a Pasquale Fuccio. Hanno difficoltà….. Il Comune fa soffrire, non piace, non garantisce scenari felici e deve farsi i conti in tasca. Confusi e delusi, i cittadini contestano. I più dissennati sono scesi in piazza arrivando fino al primo piano di palazzo di Città. Auguriamo all’Amministrazione Comunale di risolvere i problemi ancora in piedi, non risolti dalla vecchia Amministrazione perché debole e condizionata.
Buon Anno, Buona Fortuna, Buon 2018
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PAOLA CONSOLETTI
CASORIADUE E LA SUA REDAZIONE A NATALE
Riunione di Redazione, in occasione del Natale, del settimanale Casoriadue, il giorno 22 Dicembre alle 20.30, presso la Taverna del Business, sulla Strada Statale Sannitica, a Casoria. Si lavora anche nelle settimane di Natale, Capodanno ed Epifania, non ci si ferma mai, come sottolinea il Direttore Nando Troise, essere giornalista significa raccontare sempre, è un impegno costante e continuo. Casoriadue è un settimanale cartaceo che il lettore può ritirare ogni Domenica presso le edicole di Casoria, Arpino ed altre zone limitrofe, ma è anche sfogliabile online, conta numerose visualizzazioni. In occasione delle festività, il Direttore Troise, ha organizzato una riunione di Redazione, per lo scambio degli auguri di Natale, ma anche per dare la possibilità al gruppo di Redazione di incontrarsi e confrontarsi. Le affinità di base tra i colleghi, si sviluppano proprio grazie agli incontri, al dialogo e queste affinità si concretizzano, sicuramente, attraverso le occasioni di incontro, dal fare cose e vivere situazioni in un contesto comune. Un aperitivo, una chiacchiera e la sera-
ta prende forma, è un piacere conoscersi stando insieme, un incontro natalizio che ha come obiettivo l’unione di un Team, di una Squadra, che è accomunata dalla stessa passione, cioè scrivere di sport, cronaca, politica, salute etc. L’informazione, informare, trasmettere messaggi, notizie utili o indispensabili, aggiornare costantemente, attraverso il web in tempo reale, è per la Redazione una grande responsabilità nei confronti dei lettori che seguono ormai da anni Casoriadue con fiducia. La Riunione, ha come obiettivo, la volontà di far nascere delle collaborazioni lavorative in Redazione, scambio di idee, progetti e altro ancora, oltre a farsi delle risate e raccontarsi all’altro.
Dunque, destrezza, grinta, sensibilità, prontezza, abilità, competenza, preparazione, sicurezza, efficienza, energia: in ognuna di queste doti, ci sono le caratteristiche che da sempre contraddistinguono i componenti della Redazione e che spingono a lavorare con impegno. E’ doveroso sottolineare che, con lo stesso impegno e tenacia, la Redazione cercherà di affrontare anche il nuovo anno, garantendo sempre un’informazione oggettiva e vicina al lettore, se poi si riuscirà a migliorare, sarà solo grazie alla preziosa compagnia e collaborazione dei numerosi lettori che seguono il giornale Casoriadue. L’augurio, quindi che rivolgiamo alla Redazione ed ai lettori, è quello di accogliere con entusiasmo il Nuovo Anno, con uno spirito ricco di curiosità e predisposizione verso l’altro. Un caloroso augurio per il Nuovo Anno 2018, da parte di tutta la Redazione Casoriadue e da parte del Direttore Nando Troise, a tutti i lettori del settimanale e del web. Grazie a tutti voi. “Che bello sarebbe se il Capodanno diventasse un Capogiorno” (Jean-Paul Malfatti).
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Silvana Musy, una professoressa che restava dentro il cuore degli studenti Il percorso di uno studente che si ferma al diploma di licenza superiore è di circa tredici anni, diventa almeno di diciotto se decide di andare all’università. Un periodo lungo, si comincia bambini, si finisce uomini con le ansie, le debolezze, le indicazioni della società contemporanea. Nel sistema scolastico italiano la figura formativa per eccellenza è il docente, nel rapporto verticale che crea il modello d’insegnamento il sapere passa per la capacità di trasmettere del professore di turno. Il cammino di uno studente incrocia tanti docenti ma sono pochi quello che restano dentro, capaci d’andare oltre il presente, l’obbligo dell’interrogazione o del compito in classe. Molti docenti per gli studenti sono figure dimenticate appena svaniscono gli obblighi ma ci sono ancora quelli che sanno entrare nel cuore, indirizzare la coscienza critica, cavalcare le sensibilità e le passioni dei ragazzi. Una di queste era Silvana Musy, professo-
ressa alla scuola media “Ludovico da Casoria” deceduta purtroppo nel periodo natalizio. Silvana metteva al centro il rapporto umano, ricordo la sensibilità avuta nei confronti di tanti della mia classe al cospetto dei primi amori, delle distrazioni dallo studio negli anni delle medie, quelli intermedi tra l’infanzia delle elementari e l’adolescenza delle
AVV. DIANA SANTUCCI
superiori. Mi è sempre piaciuto scrivere, la prof.ssa Musy l’ha capito dal primo giorno in cui m’ha conosciuto e mi ha spinto sempre a farlo consigliandomi poi gli sbocchi scolastici per il liceo. Grazie anche alle sue parole, scelsi di studiare al “Garibaldi” a Napoli piuttosto che restare a Casoria. Fu una decisione importante per la mia crescita, un passo avanti verso la responsabilizzazione, un percorso fondamentale per diventare più maturi. La prof.ssa Musy in questi anni si è impegnata per riunire i ragazzi delle sue classi, per rivedere dopo tanto tempo le persone che ha aiutato a crescere. Lo faceva perché voleva bene ai suoi studenti, dimostrandolo in più modi, così come quando seguiva il mio percorso da giornalista, nato da quel “fuoco” che aleggiava dentro di me sin da bambino. Un fuoco che ha accompagnato così come devono fare i bravi insegnanti. Ciao Silvana, grazie di tutto! diana.santucci@hotmail.it
Il Concerto dei Santi ed il Pranzo della Carità dei Santi Un’atmosfera magica vissuta dai cittadini in vista delle festività natalizie
Si è tenuto lo scorso 22 dicembre, riscuotendo un grande successo, il Concerto dei Santi presso la Basilica di San Mauro (Casoria, Via Largo San Mauro,1). L’evento è stato organizzato dall’associazione Casoria “Terra dei Santi”. La Basilica di San Mauro ha ospitato i cori delle suore delle comunità religiose della Città di Casoria. In particolare: Coro San Ludovico: Inno a S. Ludovico - Bianco Natale Feliz Navidad God Rest; Coro Santa Giulia Salzano: Inno a S. Giulia Salzano - Nasce un Bambino - Pacem in Terris Carol of the bells; Coro Santa Cristina Brando: Inno a S. Maria Cristina Brando - Alleluia di Cohen Quanno nascette ninno De scendi tu dal cielo. La magia del Natale è riuscita a riunire istituzioni e cittadini insieme ai poveri, bisognosi e diversamente abili per la ricorrenza del Santo Natale, regalando un momento speciale di Condivisione, Spiritualità e Carità.
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CIRO TROISE
Inglese non basta, l’occasione scudetto merita rinforzi Il Napoli sfrutti le occasioni di mercato per non avere rimpianti a fine stagione
Il Napoli in lotta per lo scudetto guarda al calciomercato di gennaio come un appuntamento molto significativo. Gli equilibri d’alta classifica sono così sottili che i rinforzi per questa finestra di riparazione possono essere fondamentali. Per il Napoli c’è la lezione della stagione 2015-16 da non dimenticare. Due anni fa De Laurentiis inseguì Andrè Gomes, Kramer, profili importanti per il centrocampo ma acquistò Grassi e Regini che insieme totalizzarono 14 minuti, senza mai impensierire i titolarissimi. Inglese è un rinforzo utile, in attesa del recupero di Milik può dare un piano B al Napoli. I cinque gol di testa sugli otto stagionali sono un biglietto da visita importante, il Napoli avrebbe finalmente un’alternativa di gioco con la possibilità d’alzare il pallone quando le squadre avversarie sono chiuse e compatte in fase difensiva. Inglese è un profilo dinamico, sa svariare molto per il fronte d’attacco, vanta anche un’esperienza da esterno offensivo nell’avventura al Pescara.
Il centravanti in arrivo dal Chievo Verona non basta, l’occasione storica dello scudetto merita rinforzi, non bisogna avere i rimpianti che ancora aleggiano per la stagione del maledetto gol di Zaza. Finchè non partono Giaccherini e Tonelli, il mercato in entrata per l’immediato è bloccato. I buoni colpi in prospettiva che sta realizzando Giuntoli sono mosse che elevano il Napoli al rango dei grandi club ma non bisogna assolutamente sottovalutare l’immediato, l’occasione storica di questo campionato. Il Napoli ha un fatturato nettamente inferiore alla Juventus, deve competere con i bianconeri su altri versanti e difficilmente ricapiterà di avere un gruppo così forte, unito e capace soprattutto di esprimere meccanismi di gioco imparati a memoria nei tre anni dell’era Sarri. “Bisogna andare avanti nelle Coppe proprio perché la rosa è forte e così possiamo sfruttarla”, ha affermato De Laurentiis durante il brindisi di Natale. Dando un occhio al calendario, se il Napoli andasse avanti contro Atalanta
e Lipsia in Coppa Italia e Europa League dovrebbe affrontare tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo un tour de force a cavallo degli scontri diretti contro Roma e Inter, un momento cruciale della stagione, quello in cui si potrebbe decidere la corsa scudetto. C’è bisogno di rinforzi adeguati in tutti i ruoli, le gare contro Feyenoord e Fiorentina hanno mostrato le difficoltà patite per l’assenza di Insigne. Sarri non considera Giaccherini un’alternativa di valore per le consegne tattiche richieste a Lorenzo e allora bisogna andare sul mercato. Affidarsi ai recuperi di Ghoulam e Milik è un azzardo, un rischio eccessivo, bisogna cautelarsi con un mercato da scudetto: le cessioni di Giaccherini e Tonelli, l’arrivo di un esterno basso che possa essere impiegato su tutte le fasce e di un vice Insigne. Verdi e Vrsaljko sembrano essere obiettivi quasi impossibili, l’arrivo anticipato di Younes, se fisicamente a posto, e un profilo alla Darmian rappresenterebbero linfa vitale e non darebbero spazio ad eventuali rimpianti.
DOMENICO BORRIELLO
ANSA, un successo tutto italiano
Negli anni che precedettero l’Unità d’Italia, mentre a Torino bolliva nel calderone di Cavour l’idea di conquistare il ricco e prospero Sud Italia, venne fondata un’agenzia di stampa che nei progetti di Camillo Benso avrebbe contribuito a cementare e unificare la nuova nazione. L’agenzia di stampa, ufficialmente fondata dal direttore della Gazzetta ufficiale del Regno di Sardegna, prese proprio il nome di quest’ultimo: Agenzia Stefani. Correva l’anno 1853. Con la successiva unità del 1861, l’Agenzia Stefani si convertì automaticamente nella prima agenzia di stampa della storia d’Italia. Ma, con la caduta del fascismo, venne archiviata anche l’esperienza dell’Agenzia Stefani e sulle sue cenere sorse un organo conosciuto a tutti noi oggi: l’Agenzia Nazionale Stampa Associata, meglio conosciuta col nome di Ansa. In realtà non è proprio corretto dire che l’ANSA sorse sulle ceneri dell’Agenzia Stefani e dovremmo contestualizzare il tutto: correva l’anno 1945 e l’Italia era praticamente divisa in due parti, con la Repubblica Sociale Italiana di Mussolini che colse l’occasione per statalizzare la
Stefani. Nacque così, in contrapposizione, l’ANSA dall’idea di Giuseppe Liverani, Primo Parrini e Amerigo Terenzi. Il primo era il direttore amministrativo del quotidiano della Democrazia Cristiana (Il Popolo), il secondo il direttore amministrativo dell’Avanti! (testata appartenente al Partito Socialista Italiano) e il terzo il consigliere delegato della società che editava l’Unità (il giornale del Partito Comunista Italiano). L’idea di base era proprio quella di realizzare una “cooperativa di testate” che, non controllate da governo e privati, potessero dare notizie senza un determinato indirizzamento e “indottrinamento”. Il primo notiziario dell’ANSA, nel giorno di San Mauro del 1945, fu stampato e distribuito solo a Roma. In seguito, e ora è corretto dire che sorse sulle ceneri dell’Agenzia Stefani, l’Ansa rilevò i locali della Stefani e cominciò la sua lunga storia, che continua ancora oggi. Infatti l’ANSA, un successo tutto italiano, è la quinta agenzia di informazione multimediale al mondo, alle spalle di Reuters, AP, France Presse ed EFE. Oggi l’ANSA è una cooperativa di ben 36 soci editori dei principali
quotidiani italiani e raccoglie e diffonde notizie sui principali avvenimenti italiani ed esteri. Per questa ragione ha 22 sedi in Italia (tra cui quella di Napoli) e 81 uffici in altri 78 (sì, settantotto) paesi. Le agenzie ANSA trasmettono la media di 3500 (sì, tremilacinquecento) notizie al giorno e ben oltre 1500 foto, questo per dare un’idea della portata e della rilevanza dell’ANSA. Sono tanti i quotidiani collegati ad essa, tra cui ricordiamo Avvenire, Corriere della Sera, Corriere dello Sport, Gazzetta dello Sport, il Giornale, Libertà, il Mattino, il Messaggero, la Nazione, il Piccolo, il Resto del Carlino, la Sicilia, il Secolo XIX, il Sole 24 Ore, la Stampa, il Tempo, la Repubblica e il Fatto Quotidiano. Queste sono solo alcune delle 36 testate i cui editori appartengono all’assemblea dei soci ANSA. I direttori che si sono succeduti, dal 1945 ad oggi, sono stati Edgardo Longoni, Leonardo Azzarita, Angelo Magliano, Vittorio Arcangeli, Sergio Lepri, Bruno Caselli, Giulio Anselmi, Pierluigi Magnaschi e Giampiero Gramaglia. Dal 2009 l’incarico è ricoperto da Luigi Contu.
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Pubblicato il 31° numero di “Archivio Afragolese”, Rivista di Studi Storici
SUI SENTIERI DELLA MEMORIA
Il 31° numero di Archivio Afragolese, Rivista di Studi Storici fondata e diretta dal prof. Marco Dulvi Corcione, è arricchito, con gradita sorpresa degli elettori, di una nuova rubrica. “Testimoni del Tempo”, il cui scopo, come spiega il prof. Francesco Giacco, Direttore Responsabile, è “quello di “visualizzare”, attraverso le parole e i ricordi dei personaggi che di volta in volta saranno intervistati, il loro tempo e le esperienze che hanno maturato, la comunità che li ha formati, i luoghi e le persone che hanno conosciuto e hanno avuto un ruolo nella loro vita”. Ottima la scelta di Corcione, Giacco e di Giuseppe Esposito di intervistare don Raffaele Tuccillo, del quale viene anche proposta, in apertura, la storia della sua fulgida vita sacerdotale, dall’entrata in seminario il 4 Ottobre 1935 all’ordinazione sacerdotale il 31 maggio 1947, a cui seguì l’assunzione di alcuni importanti incarichi ( tra cui quello di cappellano a S. Gregorio Armeno a Santa Patrizia per 25 anni), fino ad essere scelto
come cappellano del cimitero di Afragola, prendendone possesso nel 1984, nel quale tuttora svolge il suo ministero sacerdotale. Colpisce positivamente, nell’intervista effettuata, la tipologia delle domande rivolte a don Raffaele, mirate a comprendere alcuni aspetti dell’humus culturale, religioso e sociale” dell’Afragola del “suo” tempo, a dimostrazione che la testimonianza storica ha il ruolo fondamentale del mantenimento della memoria, prerogativa di ogni futura civilizzazione. E ancor di più si capisce, leggendo con la dovuta attenzione questo numero di Archivio Afragolese, insieme con quelli pubblicati nei quindici anni dalla sua nascita, ciò che scrisse Febvre, secondo il quale “la storia non è la scienza del passato, bensì una delle scienze umane in quanto insieme agli stati, alle nazioni, alle tecniche, alle leggi, alle istituzioni, il suo oggetto è l’Uomo, o, se si preferisce, gli Uomini” . Con il suo approfondito ed interessantissimo studio su “Il Cimitero di Afragola e la cappella di Maria Santissima
di Monte Carmelo”, l’architetto Catello Pasinetti prima di descrivere, in maniera molto dettagliata e accurata, la chiesa del cimitero, ponendone in rilievo “le linee neoclassiche e l’organica architettura”, le caratteristiche scultoree di opere in essa osservabili – tra cui la tomba in marmo e bronzo del poeta Gennaro Aspreno Rocco (1853-1922) – e dipinti rappresentanti scene e figure evangeliche, compie un rapido, ma esuriente excursus storico sulle origini e gli sviluppi degli spazi cimiteriali, soffermandosi, in particolar modo, sempre attenendosi rigorosamente a fonti citate a margine, sulla progettazione e realizzazione di camposanti nei “comuni dei quattro distretti in cui si articolava la provincia di Napoli”, con l’aggiunta che all’arch. Giuliano de Fazio fu affidato parte del distretto di Casoria,comprendente 22 Comuni, tra cui Afragola. Al riguardo, Pasinetti, facendo riferimento all’epidemia di colera scoppiata a Napoli nel 1836, scrive che, a causa dei quasi quattordicimila decessi nel distret-
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DOMENICA 31 DICEMBRE 2017 to di Napoli e dei 2568 morti nel distretto di Casoria, si fu costretti a “individuare specifiche aree per il loro seppellimento, differenziate da quelle per i defunti per cause naturali”, realizzati, poi, in quasi tutti i comuni del Regno tra la fine degli anni ’30 e i primi anni ’40 dell’Ottocento. A seguire, nella rubrica “Interventi”, le relazioni del dott. Francesco Montanaro e del ch. Mo prof. Gerardo Sangermano, lette il 31 Marzo scorso,nella parrocchia S. Marco di Afragola, in occasione della celebrazione dei 15 anni di vita di Archivio Afragolese. Il primo, dopo aver sottolineato le origini del Periodico, in continuità con la “Rassegna storica dei Comuni, Organo dell’Istituto di Studi Atellani, pubblicato a Frattamaggiore da oltre 40 anni, ha messo in luce il medesimo obiettivo perseguito dalle due Riviste, quello della riscoperta e della valorizzazione della storia e dei luoghi e dei personaggi delle due amate Città, auspicando che la storia locale entri a pieno titolo nei programmi ministeriali di tale disciplina; il secondo ha posto in rilievo, tra l’altro, l’esigenza di tutelare la storia e le tradizioni locali contro le conseguenze deleterie di una globalizzazione che tutto omologa in un livellamento pernicioso; nel citare coloro che” hanno vegliato la nascita di “Archivio Afragolese” e poi ogni singolo momento di una felice crescita
11 “ - Francesco Giacco, Catello Pasinetti, Carlo Cerbone (“le tre madri”), Marco Dulvi Corcione e Luigi Grillo (“i due padri”)- ha espresso parole lusinghiere nei confronti di quest’ultimo, denominato amichevolmente “Giggino”, evidenziando il grande amore da Lui nutrito per la città di Afragola, concretizzatosi in iniziative e manifestazioni volte a portarne “lustro”. Avanzando sui sentieri della memoria, che si percorrono con la lettura accattivante dell’ultimo numero di “Archivio Afragolese”, arricchisce il bagaglio culturale del lettore “viandante” anche una relazione del 1993 su “Angelo Mozzillo ed i suoi rapporti con Nola” , che il dott. Domenico Natale pubblicò in “Impegno e Dialogo” , da cui si evince che l’Artista afragolese decise di stabilirsi nella città nolana, perché essa gli assicurava la possibilità di intraprendere una brillante carriera artistica, come di fatto avvenne, in virtù della stabiltà economica, raggiunta trail XVII e il XVIII secolo dall’importante Centro urbano, e delle “potenzialità della Chiesa locale come committente di opere d’arte, essendo, il Nostro, entrato nelle grazie sia del Vescovo Trojano Caracciolo del Sole, sia del Suo successore Filippo Lopez y Royo. E, proseguendo il metaforico cammino, si prova l’enorme piacere di percorrere anche la sesta tappa del “Viaggio nella canzone napoletana”, in cui il prof. Raffaele
Cossentino tratteggia la figura di alcune personalità di spicco del “periodo d’oro” della canzone napoletana, evidenziando la genesi e la storia dei brani da loro composti, alcuni dei quali efficacemente analizzati e commentati: Giovanni Capurro (1859 – 1920), noto sia per le canzoni umoristiche (tra cui “Totonno ‘e quagliarelle”), sia per quelle sentimentali pervase di poesia (‘O sole mio”); Pasquale Cinquegrana ,1850 – 1939 , (“Napule bello”, “A cura ‘mammà”..); Giambattista De Curtis ,1860 – 1926 (“Carmela” , “Torna a Surriento”, “Appassuliatella”, “I m’arricordo ‘e te..). Nella sezione “Profili biografici”, Franco Pezzella narra la vita del redentorista Francesco Castaldi, nato ad Afragola il 21 settembre del 1765, che svolse il suo apostolato in Sicilia, rettore, oltre che ad Agrigento, a Sciacca e a Palermo. Conclude questo itinerario interessantissimo tra i “tesori” preziosi di Archivio Afragolese una intervista concessa dal Direttore responsabile F. Giacco al periodico del Liceo Brunelleschi, “Libero Pensiero” , la recensione del volume “Fracta Major dal III A. C. al XV sec. D. C. “ di F. Montanaro, il primo tra quelli programmati, la cronaca di A. Botta sulla presentazione del libro “Donne Senza Volto”, di cui è autrice la prof. ssa casoriana Giulia Campece, e la consueta “Rassegna Stampa, sempre ricca e aggiornata.
ANTONIO VALENTI
Virginia Da Brescia nel ricordo di Raimondo Salvetti
Raimondo Salvetti è la ‘voce di dentro’ del mondo artistico per rievocare e ricordare Virginia Da Brescia, non solo l’artista, ma anche la persona, per avere lavorato a lungo con lei. Virginia Da Brescia, al di là dell’artista, che persona era? “Virginia era una persona socievole e cordiale ma nei limiti di una sua riservatezza caratteriale” Virginia Da Brescia, napoletanità acquisita, era nata ed aveva esordito a Taranto, è stata la prova “provata” che napoletani si nasce ma a volte anche si diventa come scelta d’amore. Raimondo quando l’hai conosciuta? “Nel 1965, conducevo una trasmissione a Canale 21 e fu mia ospite, da lì ebbe inizio un sodalizio artistico che ha ca-
ratterizzato un lungo tratto comune della nostra carriera artistica”. Virginia Da Brescia era più cantante o attrice? “Virginia era nata cantante, lei è stata la reginetta di Piedigrotta, a partire dalla prima partecipazione nel 1954 e per
un lungo periodo” In effetti Virginia, dopo il trasferimento a Napoli, cominciò ad esibirsi nello storico Teatro Apollo, e successivamente partecipò a molte edizioni della storica Piedigrotta e del Festival di Napoli. Poi, Raimondo, dopo un percorso artistico piuttosto variegato. “Dopo la trasmissione a Canale 21 lavorammo insieme intensamente in feste private e feste di piazza duettando e questo caratterizzò un altro periodo; poi ci fu l’approccio al mondo teatrale che avvenne, come per molti a Napoli attraverso la Sceneggiata. Prima al Teatro 2000 con Enzo Vitale, Liliana e Lino Crispo che poi fu sostituito da Beniamino Maggio, fratello di Pupella”. Il Teatro 2000 chiuse nell’anno 2000
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12 e fu la fine del fenomeno Sceneggiata. “In effetti già da alcuni anni le cose non andavano molto bene, il pubblico scarseggiava. Allora si facevano 3 spettacoli al giorno all’ultimo spettacolo, alle dieci, gli spettatori erano pochissimi”. Quali furono le cause di questa “diserzione” teatrale? “I grossi nomi facevano, da tempo, compagnia da soli e disertavano il teatro trascinandosi fatalmente appresso una grossa fetta di pubblico e così ci fu la crisi”. Anche voi, tu e Virginia, seguiste la stessa strada? “Ognuno prese la propria strada; io e Virginia facemmo una compagnia con cui portammo in scena tantissimi lavori per Napoli e Provincia con grosse soddisfazioni”. La sceneggiata rappresentò artisticamente il periodo della Virgina Da Brescia 2. “Virginia fu anche, dal 1974 per un lungo periodo, nella Compagnia di Sceneggiata di Mario Da Vinci, per poi passare, volendo parlare di periodi, alla fase 3” La commedia d’autore? “Sì, nel 1987 con Isa Danieli interpretò ‘Bellavita Carolina’ di Manlio Santanelliper, poi proseguì brillantemente in questo genere teatrale ”. Dopo lo spettacolo con Isa Danieli, continuò il suo percorso artistico con la Compagnia Stabile di Giacomo Rizzo; poi con ‘Filumena Marturano’ ci fu il ritorno in scena con Isa Danieli e Antonio Casagrande; nel 2009, fu tra gli interpreti di ‘O miedeco de’ pazze’ di Eduardo Scarpetta. C’è poi la fase 4, vero Raimondo? “Sì, quella del Cinema.Tanti ruoli di caratterista; poi l’anno scorso fece ‘L’abbiamo fatta grossa’ con Carlo Verdone; in precedenza il cortometraggio ‘La voce umana’ con Sophia Loren. Ho parlato con la figlia Anna Maria e mi ha detto che ultimamente aveva firmato un contratto con un’Agenzia di Roma che prevedeva la sua partecipazione ad altri 3 film”. Forse è mancato a Virginia il successo a livello nazionale che avrebbe sicura-
mente meritato. “Certamente ma questo è dipeso da una sua scelta di vita. Non ha voluto sacrificare alla carriera gli affetti familiari e per questo lei, ma anche io e tanti altri, alla fine paghi un prezzo. Lei non ha voluto essere la ragazza con la valigia allontanandosi troppo da Napoli; è di quelli che non hanno dato ascolto al ‘Fujtevenne!’ di Eduardo che, invece, è d’obbligo nel nostro mestiere per chi vuole fare una carriera a grossi livelli; altri, al momento opportuno, hanno preparato la valigia e via da Napoli a Roma. Ma queste sono scelte di vita, ognuno si regola come crede”. Tu hai vissuto intensamente l’epoca della Sceneggiata. Perché è finito o quasi questo genere? “Mancano i canoni che erano alla base della sceneggiata, si sono persi quei valori che ne erano alla base. Una volta il figlio litigava con la madre perché voleva i soldi per giocare a tressette, oggi i soldi li vuole per comprarsi la droga; manca quell’ingenuità che poteva commuovere il pubblico”. Non solo Sceneggiata nella tua vita artistica. “Ho fatto tutti i generi di spettacolo: dalla sceneggiata, alla commedia; l’a-
vanspettacolo e la rivista; il comico ma anche il drammatico, il cabaret, il presentatore e il conduttore televisivo”. E’ la comicità, però, ad avere caratterizzato la tua vita artistica. Che cosa è la comicità? “E’ un qualcosa che si possiede, che è innato, non si può insegnare, è il prendere tutto quello che ti succede sotto l’aspetto comico, è l’autoironia, non c’è scuola che te lo insegni”. Scuole di recitazione, però, non mancano. “Hai voglia, ci sono in giro più Scuole di Recitazione e di Danza che Teatri e Spettacoli”. La Canzone Napoletana è in crisi? “Non mi sembra, se accendi la televisione trovi dappertutto cantanti napoletani che si esibiscono. I canali sono tanti che non sai più dove cercare, questo è un problema. Oggi ci sono troppo ‘troppi’ in ogni campo, da quello giornalistico a quello artistico e in tutto, così scompare il lavoro per tutti”. Quali sono i problemi? “Per farti un esempio in questi giorni ho assistito a ‘Novecento napoletano’, un grosso spettacolo con una grossa messa in scena ma il tutto si è esaurito in 9 rappresentazioni, all’estero uno spettacolo del genere viene replicato anche per due anni; mancano anche gli aiuti delle istituzioni”. Napoli come si colloca in tutto questo? “Napoli in tutte le cose esagera nel male ed è limitata nel bene” Il momento clou della tua carriera? “Nel 1981 quando ho fatto a Canale 21 ‘Pizzeche e vase’ con Milena Gagiotta, il successo di quella trasmissione mi ha assicurato un lavoro intenso per 3 anni nelle feste patronali”. Oggi come siamo messi artisticamente ma anche più in generale? “C’è in giro troppa mediocrità, ci sono tanti segnali . Io il mio l’ho fatto con dignità e ancora ho soddisfazione con la Compagnia con i miei figli Luciano e Massimo. Sono ancora in pista e mi piacerebbe che tu lo vedessi, ti inviterò per il mio prossimo spettacolo…”
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Arteteca: un duo nel mondo e nell’anima Arteteca è un poco come il Pendolo di Focault, o viceversa?, un moto continuo già all’inizio: Enzo Iuppariello e Monica Lima, oggi un duo nel mondo e nell’anima, erano quattro ‘Lazzari Felici’. Come è la storia Enzo più precisamente? “Ci incontrammo alla Scuola di Recitazione del Teatro Totò e formammo una compagnia teatrale che recitava testi ‘seri’, spesso scritti da noi; i risultati non è che erano troppo esaltanti e io e Monica ci guardavamo già in giro autonomamente finchè decidemmo di separarci, anche perchè gli altri avevano altri interessi, uno era ingegnere e l’altro era nel commercio, e nacque Arteteca”. Galeotto, per il vostro incontro, fu dunque il Teatro Totò di Gaetano Liguori. “Sì, ci fu, come dici tu, l’incontro fatale. Con Gaetano Liguori c’erano altri docenti : Corrado Taranto, il compianto Guido Palleggiani ed Ettore Squillace”. Fu amore a prima vista? “No, dopo il Corso lavorammo per due anni nella Compagnia di Gino Rivieccio, fu al secondo anno che ci fidanzammo e da allora eccoci ancora qua insieme”. Un percorso che non appare proprio in linea con il vostro approdo a ‘Made in Sud’? “Non direi proprio, infatti dovemmo prendere una deviazione: passammo al Cabaret e dopo un provino approdammo al Laboratorio ‘Sì…parlando’ al Teatro Tam di Napoli diretto da Nando Mormone, fu quella la svolta decisiva” E’ lì che nasce il vostro successo, Monica. “Sì, Nando Mormone che è ancora il nostro agente ebbe l’idea rivelatasi vincente di ‘Made in Sud’, inizialmente andavamo in onda su Sky che, a dire il vero, non aveva come Rete un grosso seguito di pubblico per cui al vero successo poi arrivammo quando lo spettacolo passò
alla RAI. Chiaramente poi ci fu il traino di tante feste private e di piazza prevalentemente in Campania e in Puglia”. Non siete figli d’arte sembra di comprendere, vero Enzo? “No assolutamente niente arte nel nostro vissuto. Io sono di Napoli Centro, di San Biagio dei Librai per l’esattezza, un Palazzo di fronte a quello storico con la Testa di Cavallo” A pochi passi da San Gregorio Armeno, la magia dei pastori. “Anche io ho lavorato ai pastori anche se non con i grandi maestri come Ferrigno, Capuano o Gambardella ma con alcuni degli artigiani della zona; inoltre ho lavorato anche la ceramica, diciamo che per la mia ‘formazione’ nell’arte avrei dovuto fare lo scenografo più che l’attore. Del resto io ho fatto tutti i lavori che può fare un ragazzo a 14 anni a Spaccanapoli: attaccare manifesti, fare il barista o il pony express. La gavetta è essenziale anche nell’arte e serve come tante altre cose. Certo ci vuole una certa predisposizione di base, anche la Scuola Teatrale è importante ma certe cose come il tempo comico non si impara, la capacità di improvvisare poi cresce con l’esperienza
e l’operatività, anche Totò,talento naturale come pochi, si allenava…” Si aggancia Monica. “Noi nel nostro lavoro ci mettiamo impegno, passione, amore, nun è che, come parecchi credono, ‘o facimmo bello e buono, ma tutto è frutto di impegno. Ci differenzia non il talento ma il lavoro duro e continuo per raggiungere gli obiettivi”. Tu non sei vissuta a Napoli Centro. “Sono nata a Napoli ma poi ho vissuto ad Afragola, Cardito, in tanti posti proprio” Artisticamente però Napoli pare alla base della tua comicità. “A parte il panorama , Napoli è di una bellezza unica ca te manca ‘o ciato, a livello comico basta camminare per Napoli, noi parliamo come la gente che ascoltiamo fuori alle scuole o alle fermate dei bus, nascono così il tormentone di ‘Vita, Cuore, Battito’ e i nostri personaggi”. Come faceva Massimo Troisi ricaricate le vostre ‘batterie’ a Napoli, Monica. “Noi facciamo lo stesso percorso artistico che hanno fatto Pino Daniele e Massimo Troisi, ci guardiamo attorno e ci adeguiamo ai tempi e ai suoi cambia-
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DOMENICA 31 DICEMBRE 2017 menti; la gente ride perché si riconosce nei nostri personaggi e nella nostra comicità. Abbiamo un ottimo feeling ma, come tutte le coppie abbiamo le nostre litigate che molto spesso ‘riversiamo’ nei nostri spettacoli, accussì almeno nun ce pigliammo ‘o tuosseco pe’ senza niente… In sintesi direi che nei nostri lavori ci sono gli schemi comici della commedia dell’arte e i personaggi reali che ritroviamo intorno a noi” Enzo, è più difficile fare ridere o piangere sulla scena? “Generalmente l’attore comico riesce anche a fare piangere perchè caratterizza i personaggi; all’inverso sono pochi gli attori non comici che riescono a fare ridere, diciamo che il rapporto è 1/1000. Io artisticamente mi ispiro a Chaplin che è il massimo cui si possa guardare”. A chi ti ispiri, invece, tu Monica? “Ad Anna Marchesini che era un mostro di bravura per la mimica, poi per le grandi caratterizzazioni, i tempi comici, era una che si metteva in gioco, un mostro di bravura; come Enzo penso che era straordinaria anche perché pur essendo una bella donna faceva spesso la brutta”. Enzo, teatro, televisione e cinema che differenze hai trovato. “Sono 3 rami di uno stesso albero. Nel
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teatro c’è la magia bellissima del contatto diretto con il pubblico; la televisione non ti dà quel contatto ma ti permette di raggiungere milioni di persone e le dobbiamo tanto; la magia del cinema è il lavoro di squadra, di cui non si può fare a meno”. Monica, in un duo comico c’è sempre la spalla che ti ‘passa’ la battuta. Chi lo è di voi due? “Generalmenta è Enzo che fa gli assist ed io che piazzo la battuta, molto ci aiuta nello spettacolo, ovviamente, il feeling che c’è tra noi e essere una coppia anche nella vita vivendo la quotidaneità”. Quale considerate la vostra grande fortuna nel campo lavorativo, Enzo.
“Il fatto di vivere di questo lavoro a Napoli, a casa nostra e con continuità; per anni se non ti spostavi a Roma o Milano non decollavi; oggi, non parlo da un punto di vista politico e sociale, la tendenza è invertita: c’è il Centro Rai 2 con tante produzioni, e la crescita del turismo aiuta molto” Monica tu ti vedresti da sola e fuori Napoli? “E pecchè? Sto accussì bella ccà! Non ci penso proprio anche perché, per un periodo all’inizio, ho anche lavorato da sola al Nord ma nun me truvavo proprio io sola ncoppo ‘o palco”. Nell’immediato futuro quali sono gli impegni, Enzo? “Attualmente siamo impegnati, anche sul web, a promozionare il nostro film ‘Finalmente Sposi’ che uscirà il 25 gennaio, la regia è di Lello Arena e la distribuzione della Lucky red. Ovviamente ci auguriamo di bissare il successo di ’Vita Cuore Battito’, il nostro primo film” Cosa vuoi dire, Monica, al vostro pubblico che vi segue sempre con tanto affetto? “Magari dopo il successo di ‘Vita Cuore Battito’ parecchi hanno detto ‘va bbuono, chillo era ‘o primmo, se sape ca va buono’. Che dico al nostro pubblico: nun c’abbandunate proprio mò!”
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Nino D’Angelo in L’ultimo Scugnizzo di Raffaele Viviani al Teatro Trianon di Napoli Si è assistito ad un grande spettacolo nel giorno di Natale al Teatro Trianon di Napoli, il Teatro nel cuore di Forcella in via Vincenzo Calenda n.9. Immaginando e Pragma presentano Nino D’Angelo in “ L’ultimo Scugnizzo” una commedia in tre atti di Raffaele Viviani. Interpretato in maniera magistrale da Nino D’Angelo, lo spettacolo resterà in scena fino al giorno 08 Gennaio 2018 gli spettacoli sono in scena tutti i giorni alle ore 21.00 tranne la domenica alle ore 18.00. A dieci anni di distanza dall’ultima interpretazione D’Angelo riveste i panni sempre in maniera impeccabile di “Ntonio Esposito”. lo scugnizzo, «cresciuto con la scuola della strada, dove si passa senza esami», che, nell’imminenza di diventare padre, sente la responsabilità di trovare un’occupazione qualsiasi per
sposare la ragazza incinta e dare uno stato civile al bambino atteso. Con Nino D’Angelo, in scena una compagnia di tutti attori bravi e professiona-
li: Salvatore Benitozzi, Maria Rosaria Virgili, Tonia Carbone, Antoine, Vittorio Ciorcalo, Marcello Cozzolino, Tiziana De Giacomo, Sonia De Rosa, Antonio De Francesco, Raffaele Esposito, Laura Lazzari, Marianna Liguori, Matteo Mauriello, Gennaro Monti, Gina Perna, Mena Steffen. I costumi sono di Mariagrazia Nicotra, i movimenti coreografici di Enzo Castaldo, la consulenza musicale di Ciro Cascino. Le foto di scena sono di Fabio Donato, la regia e le scene sono di Bruno Garofalo. Una produzione di Rosario Imparato e Mario Minopoli. Nino D’Angelo un grande cantante ma anche un grande attore che da sempre dimostrazione in ogni suo spettacolo di essere un artista completo, un degno rappresentante e figlio illustre di Napoli.
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FESTA DI NATALE ALLA SCUOLA calcio Fun Team
Sabato 23 dicembre si è tenuta la festa per gli auguri di Buone feste presso la scuola calcio Fun Team di Casoria. Occasione per riunire insieme tutti i bambini delle varie categorie con la presenza della proprietà, dello staff tecnico e di tutti i genitori. Prima di dare inizio ai festeggiamenti si è assistito ad una bella e utile iniziativa della protezione civile Folgore e Airone con l’amico Pasquale Russo e il presidente Pompilio Alessandro Lido che, insieme agli altri volontari, hanno tenuto una lezione dimostrativa illustrando una campagna di sensibilizzazione per l’utilizzo dei fuochi d’artificio l’ultimo dell’anno. A seguire gli interventi della dirigenza
della Fun Team rappresentata dal direttore tecnico Aurelio Marchegiani che ha fatto un resoconto delle attività svolte indicando la strada per il futuro e dal responsabile delle pubbliche relazioni della scuola calcio Vincenzo D’Antó che ha ricordato a tutti i genitori l’im-
portanza di seguire con serietà e disciplina i loro figli durante il loro percorso calcistico, sottolineando l’utilità di partecipare a tutte le attività di aggregazione e socializzazione. Entrambi hanno salutato e citato il direttore di Casoria due Nando Troise presente all’evento ed hanno ricordato le sue abilità e la sua esperienza nel campo calcistico. Una bellissima festa organizzata dalla Fun Team di proprietà della famiglia Montella rappresentata per l’occasione da Iolanda presente anche per i fratelli Lello e Ciro che non sono nuovi ad iniziative del genere. La festa si è conclusa con giochi per i più piccoli riuniti intorno a Babbo Natale ed un ricco e caldo buffet.
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MARICA DE MARTINO
Michele Placido ospite d’onore all’evento culturale di Casalnuovo di Napoli “Una città che scrive” Casalnuovo di Napoli ha curato un evento particolarmente importante rivolto ai giovani. Si tratta del Premio letterario “Una citta che scrive” dal quale è nata e si è aggiunta l’idea d’inserire all’interno dell’evento, grazie al precedente concorso con la premiazione di una poesia di un ragazzo dislessico di Milano Michelangelo Coletti, anche la sezione “dislessia e dintorni” svoltasi nel Palazzo del principe Lancellotti. Il fondatore di tale premio è Giovanni Nappi mentore e ideatore del Premio Letterario “Una Città Che Scrive”. L’evento culturale è stato presentato e condotto dallo speaker radiofonico Mario Pelliccia. Un evento che ha dato la possibilità ai giovani adolescenti, affetti da dislessia, di poter scrivere ed esprimersi attraverso la scrittura. I ragazzi che hanno partecipato, erano provenienti da Milano. Una manifestazione che li ha visti protagonisti durante la cerimonia di premiazione con un ospite d’eccezione: Michele Placido. L’attore di fama nazionale e
non solo è intervenuto alla cerimonia facendo parte attivamente leggendo più di una poesia presentata. Una Sua emozione? E’ stata una forte emozione da parte mia partecipare a questo premio. Sono poesie scritte da adolescenti che hanno una ricchezza diversa, una marcia in più
rispetto ai loro coetanei, un cuore poetico, hanno scritto versi meravigliosi. Si nota una ricchezza diversa ma con qualcosa in più. Ho trascorso una serata meravigliosa. A conclusione della serata ho voluto leggere la poesia di un adolescente di nome Michelangelo al mio fianco, il quale, ha una profondità di pensiero che secondo me è superiore agli adulti. Attore di tanti film: Pizza connection, La Piovra e l’ultimo film Cena di Natale. Michele un consiglio ai ragazzi che si vogliono avvicinare al mondo del cinema? I ragazzi dovrebbero vedere la qualità delle cose, in questo modo migliorano se stessi come uomini, aspetto fondamentale, e poi durante il percorso di formazione ti distingui nei vari campi dello sport, nell’arte. In particolar modo nell’arte si deve leggere molto; allenare la mente leggendo libri, possibilmente non su internet che produce una lettura passiva, vedere un buon spettacolo teatrale e ascoltare della buona musica.
EMILIA SENSALE
“Donne in panchina”, il progetto firmato da un gruppo di lavoro al femminile dell’Accademia di Belle Arti di Napoli
Sono le donne le protagoniste di un’iniziativa che, grazie a una proposta della V municipalità di Napoli, permetterà la modifica di una o più panchine sul territorio partenopeo. Donne come destinatarie delle idee del progetto e donne sono quelle del gruppo di lavoro, tra le quali le studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, che hanno permesso la riuscita di tale iniziativa, ‘Donne in panchina’. È stato presentato nel corridoio del primo piano dell’Accademia, infatti, il Libro d’Artista che raccoglie i bozzetti degli interventi sulle panchine. Un progetto tutto al femminile, a iniziare dall’incontro con Cinzia Del Giudice, consigliera della V Municipalità Arenella Vomero, che ha proposto l’intervento su alcune panchine del quartiere. “È stata un’esperienza intensa – spiegano emozionate le studentesse – dedicata alle donne, dove abbiamo parlato
di donne e lavorato con le donne e per le donne. Abbiamo formato una sorta di famiglia con la quale vorremmo lavorare per allargare il progetto”. Nello specifico, sono partite “da parole che connotino la cultura delle donne e della differenza – spiega la Prof.ssa Maria Cristina Antonini – quali ‘cura’, ‘sostegno’, ‘allegria’, ‘utilizzo diverso delle cose che abbiamo’ e molte altre, significati da tradurre in oggetti tangibili tramite interventi sulle nostre panchine e noi abbiamo pensato a braccioli, poggiatesta, portapiante, casse per l’ascolto della musica, fotografie e colori e tanti altri”. Il progetto si lega poi al concetto stesso di panchina, che nello sport è il luogo dove i giocatori restano in attesa, presenti all’evento sportivo ma comunque in una posizione non di rilievo fino alla chiamata in campo. È un’attesa fino all’intervento che è tale se il gioco così
com’è non funziona, “è comunque un esserci – continua la Prof.ssa Antonini – ma lontano dallo sfavillio delle luci, e l’entrata in campo è ciò che dà fiato al gioco, un nuovo corso, un cambiamento che può essere decisivo in molti modi diversi”. Le donne dell’iniziativa fanno propria questa condizione, “rivendicando – conclude – il nostro posto in panchina ma, di fronte ai disastri di una cultura maschile che ignora il valore della ricchezza delle relazioni, siamo consapevoli di essere la sola ‘riserva’ possibile per portare nuove occasioni che appartengono alla cultura delle donne ma che possono diventare patrimonio di tutti”. ‘Donne in panchina’: Mary Baldassarre, Veronica Bisesti, Antonella De Stefano, Nina Johnson Qi, Lucia Esposito Tammaro, Carmen Menna, Ilaria Moscato, Federica Orlandino, Ilaria Sagaria, Giusy Santonicola.
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A gennaio 2018 ci sarà la mostra antologica di Barbara Karwowska a Castel dell’Ovo
NAPOLI - Si terrà alle ore 16,30 di giovedì 11 gennaio 2018 il vernissage della mostra antologica dell’artista Barbara Karwowska a cura di Fedela Procaccini. La mostra, fruibile fino al giorno 23 gennaio, avrà come cornice il maestoso e affascinante Castel dell’Ovo: sarà la sala delle terrazze, infatti, a ospitare le opere dell’artista presente a Napoli da venticinque anni, un quarto di secolo in territorio partenopeo festeggiato recentemente con tanti amici e le persone che hanno reso speciale questo traguardo. La mostra sarà una sorta di regalo che Barbara Karwowska offrirà alla sua amata città e a lei stessa, come imperitura gratitudine nei confronti di una Napoli che ha da sempre accolto e promosso con passione i suoi dipinti. Sarà un vero viaggio sensoriale tra colori e forme che comprenderà il ritratto dell’amata nonna che lavorava all’uncinetto, la dolce figura che ha ispirato i suoi ‘Centrini’, i famosi volti con l’aureola a uncinetto protagonisti di tantissime mostre. Il percorso si snoderà lungo tante opere fino ad arrivare all’ultima idea: i ‘Tombolati’, rappresentati in questa mostra dal primo ritratto realizzato, vale a dire quello della giornalista napoletana Emilia Sensale col numero 56 raffigurato come un grande numeretto della tombola alle spalle del volto. La mostra antologica rappresenterà uno dei primi eventi del nuovo anno di Barbara Karwowska, che già si preannuncia ricco di eventi e sorprese e che vedrà la conclusione del ciclo dei Tombolati con una seconda serie di opere ispirate ai numeri dipinti.
19 SiCURO Poesia di Emilia Sensale Non arrivava né calor né vento lungo quell’incrocio di insicurezze, menabò nuziale inesistente, lenzuola d’inganno nel letto sfatto. L’ingegnere vendeva per cemento pilastri fatti di cartone e pezze, stracci d’infelicità potente per coprir di mani il voglioso tatto. T’appartiene e fiera si destreggia quell’emozione che di nuovo spera, striscia per il nostro silente muro, la parete dove timida albeggia la risata, la chioma densa e nera, la luce dell’amore dolce e scuro.
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20 L’AVVOCATO RISPONDE
diana.santucci@hotmail.it
Truffa al bancomat: come comportarsi in caso di bancomat bloccato nello sportello atm? Attenzione! La truffa al bancomat è più diffusa di quanto si possa immaginare. Ecco come avviene: una volta inserita la carta per prelevare al bancomat, quest’ultima si blocca e non viene restituita. Nell’arco di pochi minuti si ferma un passante affermando di aver avuto lo stesso problema ed, essendo riuscito a risolverlo, offre il suo aiuto per sbloccare l’apparecchio. Fa una manovra ed invita il correntista a digitare il pin rassicurandolo sul corretto funzionamento del bancomat dopo il suo intervento. Ingenuamente viene digitato il pin, ma poiché lo sportello bancomat continua a non funzionare, il correntista si allontana e così verrà prelevata una somma dal suo conto. La vittima chiede alla banca il rimborso, ma gli viene negato in quanto la colpa è di chi cade nel raggiro e non dell’istituto di credito. Per il Tribunale e per la Corte di Appello, il correntista ha sempre l’obbligo di custodia del pin del proprio bancomat e se lo perde o lo diffonde a terzi non può poi chiedere alcun rimborso alla banca.
In realtà il correntista è stato vittima di una truffa da parte di uno sconosciuto che aveva prima manomesso il bancomat, poi si era avvicinato al ricorrente in difficoltà e con la scusa di aiutarlo aveva memorizzato il codice e si era impossessato della tessera. È stato sufficiente ciò per scagionare la banca. La Cassazione ha ribaltato la sentenza, affermando che l’istituto di credito è venuto meno al suo dovere di diligenza professionale (articolo 1176, secondo comma del Codice civile). “Il vice direttore che ha raccolto la denuncia sul cattivo funzionamento del bancomat, invece di mettersi in allarme per la sottrazione della carta da parte dello sportello, ha rimandato il controllo al
giorno successivo. Presenta profili di colpevolezza anche l’omessa verifica, attraverso il circuito delle telecamere, della manomissione del dispositivo da parte di terzi.” Dunque l’istituto di credito, in quanto intermediario del servizio, deve sempre agire nel migliore dei modi per garantire la sicurezza del cliente e può essere dichiarato responsabile nell’ipotesi di assenza di forme di tutela. Quindi solo in quest’ultimo caso sarà tenuto a restituire le somme prelevate dal truffatore. In conclusione, in caso di bancomat bloccato nello sportello atm bisogna contattare il numero verde, mettendosi in contatto con la banca, oppure recarsi direttamente in filiale.
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VITTORIA CASO “Non c’è a questo mondo grande scoperta o progresso che tenga, fintanto che ci sarà anche un solo bambino triste”: questa riflessione di Einstein ha introdotto “I diritti dei bambini tra l’infanzia e l’adolescenza”, tema su cui i partecipanti al premio internazionale di poesia “Sentieri DiVersi” si sono cimentati quest’anno. Grande successo della seconda edizione: oltre 250 le poesie pervenute per la sezione giovani; circa 500 per la sezione adulti, non solo dall’Italia ma anche da India, Inghilterra, Montenegro, Nigeria, Romania, Svizzera. Il concorso, ideato e diretto dalla dott.ssa Mirella Musicco e organizzato dall’Associazione Onlus “Il cigno bianco”, presieduta da Tonia Appice, si è posto come obiettivo “modificare l’immodificabile attraverso la parola poetica”. Un’utopia? La poesia è parsa agli organizzatori non un semplice genere letterario, ma lo strumento per eccellenza, tra varie forme d’arte, per far riflettere e scuotere gli animi. Ebbene, il 9 dicembre scorso, a Bitetto, presso il teatro del polo liceale Amaldi, la poesia è effettivamente riuscita a creare un’atmosfera diversa da quella che ho respirato in altre premiazioni, c’era “calore”, quello che scalda il cuore, quello che trasforma un “io” e un “tu” in un “noi”, quell’afflato che lega tanti individui in un abbraccio collettivo. E’ vero, i versi sono riusciti a suscitare con immediatezza emozioni e sentimenti, a creare un profondo senso di appartenenza, a esprimere rispetto, armonia, condivisione e cuore. I bambini, vittime ancora troppo spesso di abusi, di violenze fisiche e psicologiche e del senso di vuoto, tipico della nostra società consumistica e avaloriale, sono stati protagonisti delle liriche vincitrici del concorso.
Sentieri DiVersi CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA EMOZIONANTE PREMIAZIONE
Il privilegio e la gioia immensa di potermi annoverare tra i vincitori e leggere la mia lirica nell’antologia del premio, assieme all’accogliente atmosfera, mi hanno fatto dimenticare le lunghe ore di viaggio e il freddo pungente. Bravi gli organizzatori del premio, patrocinato da: UNICEF–sezione di Bari, Regione Puglia, Università di Bari “Aldo Moro”, Associazione Arma Aeronautica-Bari, Associazione Maestri Cattolici Italiani– Bari, Frates donatori di sangue, Biblionumis Edizioni, Associazione “Africa Solidarietà Onlus”, Associazione Culturale Euterpe, i cui rappresentanti erano in sala, assieme ad altre autorità. Colta e competente la Giuria: Dott. Giacomo Balzano - Scrittore e Psicoanalista; Prof. Silvana Calaprice - Docente Universitaria e V.Presidente Nazionale UNICEF; Dott.ssa Francesca De Giosa - Docente e V. Presidente Nazionale Associazione Maestri Cattolici Italiani; Dott. Luca Lombardi – Membro Consiglio Direttivo Accademia Italiana di Studi Numismatici e Titolare Casa Editrice Biblionumis; Dott.ssa Maria Pina Santoro - Scrittrice e Dirigente Psichiatra Psicoterapeuta Centro Salute Mentale ASL/BA; Dott.ssa Marina Stancarone - Critica Letteraria; Dott. Gilberto Vergoni - Scrittore e Dirigente medico Neurochirurgo Presso Asl Cesena. Un sincero plauso alla dott.ssa Mirella Musicco, che, oltre a presiedere la giuria e ad essere assieme a Tonia Appice impeccabile animatrice della serata, in qualità di presidente del premio, ne ha curato tutti i dettagli, dalla A alla Z, senza risparmiarsi, con garbo e competenza, accogliendo tutti gli intervenuti con amabilità e garbo, preoccupandosi perfino della spedizione delle antologie e del nostro viaggio di ritorno. Veramente un momento indimenticabile!
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AVVISO IMPORTANTE
Dal 7 gennaio lo troverete comunque nelle edicole di Casoria ed Arpino ma con altra testata e altra denominazione sociale. Saremo sempre la voce ed il “Giornale di Casoria” anche se con una veste grafica diversa e con una linea editoriale più generalista Seguiteci Vi aspettiamo
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1 gennaio 2018 a Burkary che compie 39 anni Per il mondo tu puoi essere solo una persona, ma per una persona tu puoi essere il mondo. Auguri da tutto lo staff della All-Print
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DOMENICA 31 DICEMBRE 2017