DOMENICA 21 GIUGNO 2020
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Settimanale di Informazione
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ANNO XIX - N° 25 - DOMENICA 21 GIUGNO 2020
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INTERVISTA ESCLUSIVA AL PRESIDENTE DEL CALCIO DiLETTANTISTICO Dal 18 giugno al 1° luglio 2020
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DOMENICA 21 GIUGNO 2020
DOMENICA 21 GIUGNO 2020
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ANTONIO BOTTA
10 MILIONI PER LA RIPRESA DEL CALCIO DILETTANTISTICO
Attraverso il rispetto delle regole Proprio il 17 giugno scorso, giorno degli esami di maturità, il Intervista al dott. Cosimo Sibilia, di un gioco tanto amato dai giopolitico e dirigente sportivo vani, all’impegno nello studio, dott. Cosimo Sibilia, politico e italiano, presidente della si può educarli e farli crescedirigente sportivo italiano, preLega Nazionale Dilettanti re. Tanti auguri da parte della sidente della Lega Nazionale Die vicepresidente vicario LND! Che il vostro futuro possa lettanti e vicepresidente vicario essere come lo desiderate”. della Federazione Italiana Giuodella Federazione Il mondo dello sport calcistico co Calcio dal 2107, ha concesso Italiana Giuoco nazionale è tutto infervorato gentilmente l’intervista. Per queCalcio dal 2017 per la ripresa del Campionato sto motivo, Sibilia ha rivolto ai giovani della LND, impegnati nel conseguimento del traguar- di serie A, ma poca attenzione dai media e anche dal Godo finale di percorso scolastico della scuola secondaria di se- verno, pare, sia stata dedicata, in questo periodo di crisi condo grado questo augurio: “È con vivo piacere che rivolgo economica per la pandemia, al settore dilettantistico del il mio personale augurio e quello dell’intera Lega Nazionale calcio. Cosa ne pensa lei? Dilettanti a tutti i tesserati della LND che si accingono ad af- La Lega Nazionale Dilettanti ha tenuto una linea ben precisa frontare gli esami di maturità. I giovani sono il nostro futuro. sin dall’inizio di questa emergenza: mantenere il dialogo coLa LND, l’associazionismo di base e le società dilettantisti- stante con tutte le istituzioni coinvolte nella ricerca di soluzioche che reclutano e avvicinano i giovani allo sport aiutano ni per il nostro movimento. la scuola a formare le donne e gli uomini di domani perché Qualcosa finora è stato fatto e ci sono stati diversi annunci, educazione e prestazione non sono nemiche anzi una è strate- in particolare da parte del ministro Spadafora, sullo stanziagicamente funzionale all’altra. Per vincere è importante avere mento di importanti contributi per lo sport di base: confido atleti che non siano solo brave giocatrici e bravi giocatori ma sempre che si traducano in realtà nel più breve tempo possibianche donne e uomini con la testa sulle spalle, ancorati ai le. E i media, sia locali che nazionali, ritengo si siano occupati fondamentali valori della vita come l’istruzione. Una buona quotidianamente dei Dilettanti. Questo è un bene: per non far educazione impartita alle ragazze ed ai ragazzi contribuisce cessare l’attenzione su di noi. continua a pag. 4 in misura sostanziale alla formazione della loro personalità.
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Il Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti nell’incontro dell’11 giugno, presso il Salone d’Onore del Coni a Roma, ha sancito uno stanziamento pari a 10 milioni di euro. Come saranno utilizzati? Si tratta di risorse messe a disposizione nell’ambito della Lega Dilettanti per mettere in sicurezza le attività del prossimo futuro e garantendone la ripresa. 7 milioni di euro per agevolare le società a proseguire l’attività nella stagione 2020/2021 ed i restanti 3 milioni da destinare alla valorizzazione dei giovani partecipanti alle competizioni dilettantistiche. Quali potrebbero essere altre forme di sostegno per sostenere il calcio di base, che Lei vorrebbe promuovere? Nel corso dello stesso Consiglio Direttivo sono state stabilite altre agevolazioni per le società dilettantistiche: penso ad esempio alla rateizzazione delle somme per le iscrizioni o alla conferma della gratuità per la Terza Categoria, così come per i campionati territoriali di calcio a undici e calcio a 5 femminili. In questi mesi ho proposto diverse soluzioni, come quella relativa ad un accordo con gli Enti locali per i costi di gestione degli impianti. In alcune regioni queste misure stanno già trovando attuazione. Spero che sulla spinta della LND possano venire replicate in tutta Italia. Come sarà gestita la conclusione dei campionati delle squadre dilettantistiche sospesi per la pandemia? Come è noto, la LND ha adottato i criteri del merito e del demerito sportivo, considerando le posizioni di classifica acquisite al momento dell’interruzione dei campionati. Nel Consiglio Direttivo della LND si è discusso anche delle tematiche tecnico-sportive e amministrative relative ai campionati e alle competizioni della stagione 2020-21. Quali decisioni sono state prese al riguardo? Proprio in questi giorni le strutture nazionali e i Comitati Regionali della LND si stanno riunendo per mettere a punto i dettagli e le proposte per la stagione 2020-2021. Come ho anticipato poc’anzi, la LND ha introdotto una più ampia rateizzazione degli oneri di iscrizione ai campionati così come ha raddoppiato le risorse a disposizione per la valorizzazione dei giovani. Senza dimenticare le deroghe in materia di fusioni e di trasferimenti di sede tra società. Insomma, abbiamo voluto alleggerire il più possibile il peso per i nostri club attuando anche una serie di semplificazioni. Per uscire da un momento straordinario occorrevano misure straordinarie. Tutto ciò perché vogliamo ripartire più forti di prima.
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RITA GIAQUINTO
Calcio Amatoriale : in attesa del fischio d’inizio
Uno degli inizi più attesi, tra timori e norme anti-Covid, è stato sicuramente il ritorno del mondo del calcio che, appena una settimana fa, ha prepotentemente ripreso forza, vigore e spazio tra televisione, carta stampata e notizie online. Ma non è solo il mondo dei professionisti ad avere desiderio e necessità di ritornare a scendere in campo, ma anche, e forse soprattutto, il mondo di quel calcio amatoriale, che pure smuove un notevole indotto e tanta economia, che attende, giorno per giorno, la possibilità concreta di riprendere allenamenti e competizioni. Ma i rischi sono ancora tanti, e l’obbligo della mascherina ed il distanziamento rendono complicata una rapida risoluzione della questione. Ne abbiamo parlato con l’Avv. Fabio Cristarelli (in foto), responsabile ufficio legale area Napoli Nord della Confederazione dello Sport, membro della Commissione di Diritto Sportivo dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, nonché Membro del CDA Casoria Calcio : una voce decisamente autorevole che ci ha aiutato a fare luce su una situazione i cui risvolti sono di particolare interesse per una buona parte della comunità e che mettono in luce quanto grave possa essere l’eventuale indifferenza del Governo di fronte alle realtà dei centri sportivi. “Per quanto riguarda il calcio amatoriale – esordisce l’Avv. Cristarelli – mi sono rapportato, proprio da poco, con il Ministro allo Sport, Vincenzo Spadafora, il quale mi ha confermato che per quanto riguarda la ripresa delle partite amatoriali, il Governo ha spostato tutto ad una decisione che si prenderà dopo il 25 giugno. Per cui la decisione è stata posticipata specificando che, dopo tale data, la possibilità di svolgere questo tipo di attività sarà strettamente collegata alla curva di contagi presenti in ogni Regione. Questo vuol dire che ci saranno probabilmente regioni, tra cui sicuramente anche la Campania, che avranno la possibilità di muoversi prima, altre che, purtroppo, non lo potranno fare ancora. Questi sono tutti interventi che ho fatto a nome della Confederazione dello Sport”. Il Suo è un sostegno concreto alle varie associazioni del settore. Sono stati fatti anche altri interventi? “Insieme al Ministro Spadafora abbiamo trattato anche un altro tema molto importante : per i collaboratori sportivi di queste strutture sarà dato il bonus di seicento euro anche per il mese di giugno e stanno valutando di estenderlo anche per il mese di luglio”. Anche in questo mondo, se lo Stato è assente, si rischiano comportamenti illegali. “Per il fenomeno del cosiddetto “calcio clandestino”, sia quello che si vede per strada, assolutamente privo di controllo, che quello delle strutture che arbitrariamente stanno svolgendo le attività (perché qualcuna c’è che procede con partite di calcetto e quant’altro), naturalmente sono
DOMENICA 21 GIUGNO 2020 nella piena irregolarità e quindi sono sanzionabili. Detto questo, le strutture invece che fanno scuola-calcio, la stanno svolgendo con quello che viene definito “allenamento individuale”, nel rispetto di tutti i protocolli antiCovid”. E’ di qualche settimana l’immagine (in foto) di una manifestazione tenutasi dinanzi alla sede della Regione Campania di via Santa Lucia a Napoli. Ci racconta cosa è accaduto? “La foto è di una manifestazione a cui hanno partecipato la maggior parte dei centri sportivi privati, e scuolecalcio del territorio napoletano e dei comuni limitrofi di Napoli, proprio per avere risposte certe sulla ripresa. Ma, a tal proposito, una notizia che posso dare - come Confederazione dello Sport - è che il Comune di Napoli, con una delibera di Giunta, aveva stabilito che fino a dicembre del 2020, tutti coloro che utilizzavano centri sportivi comunali sarebbero stati esentati dal pagamento del canone di locazione. Questa delibera, però, deve passare ancora per il Consiglio Comunale a Napoli. Una volta che il Comune darà la sua approvazione e quindi
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verrà attuata questa agevolazione, spero si possa seguire lo stesso iter anche nei Comuni della provincia a Nord di Napoli. Ho presentato la stessa proposta anche ai dodici comuni dell’area Napoli Nord , perché secondo me, sulla scorta di ciò che accadrà al Comune di Napoli, potremmo avere
Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente
lo stesso atteggiamento burocratico anche in questi altri Comuni”. E’ interessante, infine, ascoltare dalle parole dell’Avv. Cristarelli ciò che di positivo ha portato – nel difficile mondo del calcio a tutti i livelli praticati – la diffusione e l’emergenza causata dal Coronavirus. Insomma, è proprio vero che non tutti i mali vengono per nuocere? ”Nelle sue negatività, il Covid-19 ha provocato anche un qualcosa di molto positivo: a proposito di centri sportivi privati e scuole calcio – di cui parlavamo prima - questo periodo di difficoltà ha determinato quella possibilità di creare un’entità, un confronto, e quindi un darsi anche delle linee guida tra colleghi della stessa attività che probabilmente, anzi, sicuramente, specialmente in questo settore, è sempre mancato”. Che l’unione possa, dunque, essere la forza per tante associazioni e centri sportivi per una ripresa fatta in sicurezza e senza rischi. C’è tutto : anche qui, la voglia e la necessità di ricominciare. Che all’eco, si sostituisca presto il suono del fischio di inizio.
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
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6 VITTORIA CASO
L’avvocato Salvatore Iavarone a La Copertina
Il 10 giugno, ospite de LA COPERTINA, rubrica curata da Nando Troise, negli studi di NANOTV di Maurizio Cerbone, è l’avv. Salvatore Iavarone, consigliere di maggioranza del comune di Casoria, presidente della III commis. cons. “Territorio, urbanistica, infrastrutture, ambiente, vivibilità, viabilità”. In apertura Troise sottolinea con orgoglio 2 meriti personali: aver portato in studio a febbraio il dott. Domenico Ronga, primario medicina trasfusionale presso il Pascale, che già suggeriva di non usare i guanti ma un gel idroalcolico per tenere pulite le mani, come l’OMS sta consigliando attualmente e l’emerito virologo dott. Giulio Tarro, il quale affermava che in estate la carica virale del virus si sarebbe attenuata, cosa che oggi anche altri luminari asseriscono. Riferisce anche di aver evidenziato lo scempio della rampa della vergogna, SP1, per la quale è in contatto con vicesindaco di Napoli, città metropolitana e regione Campania; assenti, purtroppo, Casoria e Casavatore. Il dott. Iavarone, noto sul piano politico e amministrativo a Casoria e ad Afragola, è invitato ad approfondire i problemi che immagini e titoli delle copertine di Casoria2 evidenziano. La prima copertina, del 9 febbraio, CRISI LAVORO, fa riferimento a una seduta consiliare fiume, con lavoratori esasperati e nulla di fatto. “Casoria2 ha in Troise un maestro di giornalismo sul campo, un uomo che Casoria la vive, conoscitore e memoria storica della nostra città- afferma Iavarone, prima di focalizzare i temi – In quella seduta consiliare si affrontarono due situazioni diverse ma connesse. I ragazzi che ripulivano le strade che chiedevano il riconoscimento del loro lavoro a Casoria-ambiente e la questione simile di Gi.One che si occupa del patrimonio immobiliare di Casoria. Sostanzialmente Casoria così come altri comuni dell’hinterland vive grossi drammi, che necessitano di risposte prioritarie, quali: 1-il lavoro, con molti disoccupati o persone che vogliono migliorare la propria posizione lavorativa; 2 -le politiche sociali, vero nodo
problematico dell’area nord di Napoli, con richieste costanti di sussidi; 3 -l’emergenza ambientale. In quanto anche consigliere dell’ATO Napoli 1 (gestione rifiuti Na1), considero grave che la rampa della SP1, che serve Casoria e Casavatore sia in quelle condizioni; è pur vero che ricade nel territorio di Napoli ed è competente Asia a pulirla, ma è anche vero che è oggetto di sequestro e solo dopo il dissequestro potrà essere ripulita. In pratica, la Polizia Municipale dovrebbe recarsi dal magistrato competente, ad Aversa, e comunicare quando si farà la pulizia per ottenerne il dissequestro. Certo è che la rampa è un’emergenza ambientale e non può persistere in quelle condizioni, di cui gli assessori di Casavatore e Casoria non possono lavarsi le mani. Circa lavoro e politiche sociali, con le infinite richieste di aiuti, le due problematiche sono collegate. I ragazzi che sperano di entrare in Casoria ambiente non potranno entrarvi perché c’è la legge reg. 14/2016 che impone ai comuni, inutile raccontare frottole, di sostituire gli operai scorrendo le relative graduatorie del bacino NA1; Napoli lo ha già fatto e così farà anche Casoria. I giovani possono creare cooperative e partecipare ai bandi ma la legge va rispettata.” Circa Gi.One, che gestisce il patrimonio immobiliare di Casoria, il dott. Iavarone è convinto che tale gestione sia
stata fallimentare. E, con spirito critico e onestà intellettuale pone alcuni quesiti: “Quanto ci è costato l’appalto a Gi.One? Come ha reso? In quali condizioni si trovano i beni immobiliari del Comune? Qual è la spesa per la manutenzione? Quante sono le spese e quali i ricavi fra tasse varie, manutenzione e fitti passivi? Il patrimonio non è stato gestito male, non è mai stato gestito. Circa i 700 appartamenti ERP sarebbe opportuno pensare ad una seria dismissione: può essere un’idea valida far acquisire le case agli affittuari; ma c’è il coraggio per farlo o si pensa di bussare a quelle porte per avere voti?” Seconda è la copertina del 23 febbraio, che tratta per l’appunto la delicata questione, appena affrontata: 22 DISOCCUPATI DI CASORIA ARTEFICI DELL’OPERAZIONE STRADE PULITE chiedono a gran voce “Dignità anche per noi, vogliamo renderci utili per la città”. Il dott. Iavarone, pur comprendendo le loro preoccupazioni e le loro aspettative, aggiunge a quanto già detto “il lavoro fatto nelle strade non fa acquisire il diritto per entrare in Casoria ambiente - e pone altre riflessioni, tra cui – la questione lavoro va affrontata con serietà da parte dell’amministrazione; bisogna chiedersi quali strumenti usare per creare lavoro. La politica ha la responsabilità di creare occasioni di sviluppo per il territorio (ho scritto anche
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degli articoli sui 12 milioni di euro per i PICS, Progetti Integrati Città Sostenibili) si potrebbero aprire cantieri, centri di studio per le aziende che creano sviluppo, oltre a riorganizzare, potenziare, recuperare le aree dismesse; non bisogna pensare al caso singolo ma risolvere la situazione generale in cui ovviamente rientreranno anche i singoli. Abbiamo perduto 8mila euro dell’area metropolitana, è un vero peccato così come non partecipare a tanti bandi europei”. SOLO OMBRE SU CASORIA è la copertina del 16 febbraio: focus sul sindaco. Troise ricorda che Raffaele Bene è stato suo collaboratore a Nuova Città “in quanto sindaco di Casoria avrei voluto iniziare la copertina proprio con lui – precisa- ma nonostante i molteplici inviti non ha mai trovato il tempo. Le domande che pongo sono: Bene che sindaco è? il migliore di tutti come affermano i suoi sostenitori o il peggiore di tutti come dicono i suoi detrattori; un buon sindaco? una persona onesta?” “Onesta senza alcun dubbio ma non basta – risponde prontamente Iavarone - Bene non può essere il parafulmine di tutto e di tutti, sicuramente
7 è stato sfortunato; infatti ha ereditato Casoria nelle condizioni in cui è oggi poi si sono susseguiti tanti problemi di difficile risoluzione, tra cui la voragine, il crollo, il parco Buontempo, Gi.One, i disoccupati, il patrimonio immobiliare, il covid ma tutto ciò non deve essere un alibi. Dovrebbe azzerare tutto. Non ha una giunta all’altezza delle sfide: deve assolutamente apportare qualche cambiamento per non restare solo.” Troise nel suo editoriale del 16 febbraio enunciò a sindaco, assessori, consiglieri, tante criticità da risolvere: voragine, le 3 famiglie ancora lontano da casa, campo rom, turismo religioso, immondizia, dissesto amministrativo, edificio pericolante in via Rocco chiusa da un anno, abbandono del patrimonio comunale, la discussa piazza Cirillo, crisi lavoro, disoccupati, reddito di cittadinanza, 40 anni di folle amministrazione. “Non si può restare indifferenti – esclama con veemenza - L’indifferenza è connivenza. Non dimentichiamo che i cittadini hanno delegato il consiglio comunale a rappresentare i loro bisogni ed a risolvere i problemi”. Ricorda poi che il dottor Iavarone e il fratello Lucio hanno risolto lo sconcio del Can-
tariello assieme a Legambiente. Circa le criticità indicate, Troise chiede al dott. Iavarone di annotarle al fine di suggerire in un prossimo incontro approfondimenti e ipotesi risolutive; tuttavia, Iavarone afferma che su via Rocco e centro storico potrebbe organizzare una commissione, cui invitare anche CASORIA2 e NANO TV che lavorano in sinergia. “L’invito deve essere ufficiale – precisa Troise- su carta intestata e noi ci saremo.” Con questa promessa si chiude questo appassionato incontro non prima che Iavarone rimarchi che: -quando è stata votata la delibera per la ZTL, ha sottolineato subito la necessità di creare parcheggi per evitare difficoltà ai cittadini. Due da oltre 150 posti potrebbero realizzarsi presso Camilliani e ex cinema Rossi, a cura di imprenditori che da ben 10 anni si sono proposti; -i lavori del consiglio e delle commissioni potrebbero avvenire in streaming, con dirette delle webtv locali; -circa il turismo religioso Casoria si potrebbe gemellare con le città europee che venerano San Ludovico e farsene capofila; -il campo rom andrebbe smantellato e le 18 famiglie dovrebbero essere integrate.
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8 IMMA CASTRONUOVO
Fatti e misfatti: chi ripulirà il sito della vergogna? L’inchiesta sulla rampa delle oscenità, la S1 direzione Casoria-Casavatore, continua. Il Ns. Direttore, Nando Troise, che per primo ha avuto il coraggio di denunciare lo scempio che da anni si consuma in quel sito, luogo privilegiato per lo sversamento illecito di rifiuti di ogni tipo, ha intervistato, nell’ambito della sua seguitissima trasmissione su Nano Tv “La copertina”, l’Avv. Salvatore Iavarone, Consigliere di maggioranza del Comune di Casoria nonché Presidente della III Commissione Consiliare “Territorio, Urbanistica, Infrastrutture, Ambiente, Vivibilità e Viabilità”, il quale con innegabile onestà intellettuale, ha dichiarato in merito: “Sono consigliere dell’ A.T.O. PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI DI Napoli1, quella vergogna la conosco bene, è una delle tante, quella che voi avete sposato facendo un’ottima battaglia. Io non difenderò per partito preso coloro che secondo me devono assumersi le responsabilità dei propri ruoli, penso agli assessori dei comuni prima ancora dei consiglieri comunali, perché situazioni come quelle, diciamolo per onor del vero, ricadono sì nel territorio di Napoli, però quella è una rampa che serve esclusivamente Casoria e Casavatore, non certamente Napoli, lo dobbiamo dire, è di competenza di Città metropolitana dal punto di vista tecnico; il problema è che è oggetto di un sequestro, per cui ASIA potrà risolvere il problema ripulendo quell’area solo dopo che il magistrato avrà ordinato il dissequestro di quell’area. Lo potrà fare, naturalmente, solo se qualcuno glielo chiede. C’è bisogno di sinergia tra gli assessori di questi tre comuni che, insieme alla polizia municipale, facciano istanza al magistrato di dissequestrare quell’area
perché il giorno “x” dovrà essere ripulita. Il Tribunale competente è ad Aversa, non a Miami, per cui è un’operazione tutto sommato molto semplice. Quando ho fatto l’assessore all’ambiente ad Afragola mi è capitato spesso, con cadenza quasi mensile, perché capitava un incendio, e il magistrato di turno decidesse di mettere sotto sequestro quell’area; poi non la puoi ripulire, se prima non viene dissequestrata. per cui È UNA VOLONTÀ POLITICA, È UNA COSA CHE DEVONO FARE E VA FATTA”. Il quadro che ci ha fatto in maniera chiara e inappuntabile l’ottimo Consigliere, Avv. Salvatore Iavarone, va coordinato in un ambito un po’ più a largo raggio, in un background retrospettivo che ci consente di chiudere il cerchio. 10 agosto 2018: l’allora Sindaco di Casoria, Avv. Pasquale Fuccio, indice una procedura ad evidenza pubblica per la nomina dell’amministratore Unico della Società in House Casoria Ambiente, al termine della quale verrà nominato il Dr. Giardino. 18 settembre 2018: viene sfiduciato Pasquale Fuccio, allora Sindaco di Casoria, dalla carica di Presidente ATO
NA1. Carlo Lupoli, già direttore operativo di Asia Napoli, è il nuovo Direttore Generale dell’Ato Napoli 1. Domenico Maglione, autorevole firma de “Il Mattino”, all’epoca dei fatti scrive a riguardo: “La sua elezione (di Carlo Lupoli, ndr) è avvenuta nel corso di un consiglio dell’ente d’ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani al termine del quale è stato sfiduciato con 17 voti contrari su 24 il presidente Pasquale Fuccio, sindaco di Casoria. Al primo cittadino, che non riesce l’elezione di un suo direttore generale, con un colpo a sorpresa si ritrova contro anche la sua maggioranza. I rappresentanti dei comuni di Napoli, Cardito, Caivano e parte di Afragola hanno proceduto, infatti, alla sfiducia di Fuccio costretto ora a convocare quanto prima un nuovo consiglio per l’elezione del nuovo presidente.” Ricordiamo, ad onor di cronaca, che Fuccio fu eletto nel marzo 2017, dopo una sfida con l’allora vice sindaco di Napoli Del Giudice, alla guida dell’ente che copre un territorio di circa 246 kmq per una popolazione di quasi un milione e trecentomila abitanti. Chi verrà nominato al posto di Fuccio alla carica di Presidente dell’ATO NA1? Raffaele Del Giudice. Il Comune di Casoria perde un’importante pedina nell’organigramma dell’ATO NA1. Scacco matto. 28 dicembre 2018: viene sfiduciato Pasquale Fuccio dalla carica di Sindaco. Finisce l’era delle rivoluzioni. Si inaugura quella dei franchi tiratori. Pasquale Fuccio viene tradito dai suoi stessi consiglieri di maggioranza, e viene esiliato. Indìce, all’indomani della sua sfiducia, una conferenza stampa, accorata, sofferta, in cui prende atto pubblicamente, dinanzi a centinaia di persone accorse
DOMENICA 21 GIUGNO 2020 ad ascoltarlo, che ha pagato cara la sua sete di legalità e trasparenza. Ha perso il comando. Accenna ad un episodio cruciale della sua consiliatura, la nomina del Dott. Giardino, a seguito di apposita procedura, per titoli e meriti, lasciando intendere di aver subìto pressioni politiche ricevute per nominare qualcun altro gradito ad altri, nulla dicendo né in merito al nome del suggerito candidato né il nome di chi lo abbia caldeggiato. Questi, i fatti. La nomina del Dott. Raffaele Del Giudice in luogo di Pasquale Fuccio alla Presidenza ATO NA1, esautora, di fatto, da ogni potere il Comune di Casoria, ne riporta la centralità al Comune di Napoli, in una perfetta sinergia di intenti tra il neo Presidente, già assessore all’ambiente nella giunta De Magistris al Comune di Napoli e il Direttore Generale ATO NA1, Lupoli. Ma cos’è questo A.T.O. NA1? E’ un Ente di grande potere, che svolge importanti funzioni : di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio dei rifiuti solidi urbani. Costituito dalla Legge Regionale Campania 14/2016, è rappresentativo di ben nove Comuni (AcerraAfragola-Caivano-Cardito -Casalnuovo di Napoli-Casoria-Crispano-Frattaminore-Napoli) ed è il luogo attraverso il quale i suddetti Comuni, eserciteranno le proprie competenze di organizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti urbani. Da ciò, si può ben capire l’importanza di aver un proprio rappresentante ai vertici dell’Ente, per avere maggior voce in capitolo; ma, sfiduciato Fuccio dalla carica di Presidente dell’Ente, ed avendo
9 nominato al suo posto, l’assessore del Comune di Napoli Del Giudice, è chiaro che gli equilibri cambino. E non di poco. Vediamo, più nello specifico, che cosa fa questo Ente: Ha il compito di pianificare il dettaglio della gestione dei rifiuti urbani attraverso il Piano di ambito (attività in corso); ha il compito di affidare il servizio ad un gestore unico ed avrà il compito di regolare le tariffe e la qualità del servizio offerto dal gestore unico o dai gestoni individuati. Chiaro, no? Ora, i suddetti Comuni sono obbligatoriamente tenuti alle spese per il funzionamento dell’Ente, in mancanza la normativa novellata in agosto 2019 prevede i poteri sostitutivi da parte della Regione nei confronti dei Comuni inadempienti. BENE. A CAPO DELL’ENTE C’È DUNQUE LA REGIONE CAMPANIA, che vanta anche una funzione di avocazione dei poteri, cioè ha il potere di compiere un atto che rientrerebbe nella competenza di un altro organo, se quest’ultimo è inadempiente. Ebbene, cosa c’è di più inadempiente di ciò che abbiamo denunciato? Della pessima gestione di una rampa, che è diventata la rampa delle oscenità, dove vengono sversati rifiuti di ogni tipo, incrementando tra l’altro la malsanità dell’ambiente circostante, ma che è anche diventata poligono di tiro a segno dove la micro-criminalità si diletta a crivellare di colpi di arma da fuoco la segnaletica stradale - come si vede chiaramente dalle immagini riportate – con la possibilità che un proiettile vagante colpisca qualcuno, ed è incredibile
dover constatare che NON C’E’ UNA SOLA TELECAMERA POSTA IN QUEL SITO CHE, DA SOLA, RIUSCIREBBE A FOTOGRAFARE GLI AUTORI DEI VARI ILLECITI E PERSEGUIRLI!!!! Ma non sono solo coloro che commettono questi reati, i soli responsabili; lo sono anche le amministrazioni competenti, il cui assurdo scaricabarile non li esime dalle proprie responsabilità istituzionali; non li esime dalle loro responsabilità morali, di chi vede e intreccia le braccia senza fare nulla. Anche l’indifferenza è connivenza!!!! La nostra inchiesta ha originato una denuncia pubblica, di cui gli organi preposti ne devono prendere atto ed agire di conseguenza. In mancanza, ne dovranno rispondere nelle appropriate sedi istituzionali. Chiediamo al nostro Governatore, il Presidente De Luca, di intervenire, con la medesima autorevolezza e competenza con cui ci ha difesi durante l’emergenza COVID-19, per risolvere in maniera definitiva una situazione incresciosa e pericolosa che sfugge da troppi anni ad un severo controllo; la sua meritevole gestione della pandemia ha fatto salire la fiducia di noi napoletani nei suoi confronti, portandolo ad eleggerlo, in un recente sondaggio, al primo posto tra i Governatori del Sud; a livello nazionale, il Governatore De Luca è risultato secondo solo al Governatore del Veneto, Zaia. E’ evidente che De Luca abbia dato una grande lezione di civiltà. Continui in questa direzione, Presidente. Ci restituisca un pezzo di vivibilità.
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ESTATE E COVID19: “STESSA SPIAGGIA, STESSO MARE” MA NUOVE REGOLE DA RISPETTARE
Il 22 Maggio 2020 il Presidente della Campania Vincenzo De Luca ha fatto pubblicare, sul sito della regione, un Protocollo di sicurezza anti-diffusione SARS-CoV-2 per le attività ricreative di balneazione e in spiaggia. Andare a mare è possibile! Finalmente ci è stata concessa la possibilità di ritornare a prendere il sole, fare il bagno e affondare i piedi nella sabbia bagnata… Ma solo rispettando le norme che sono state indicate! Tra queste, distanza di 10 m2 tra un ombrellone e l’altro, prenotazioni per evitare assembramenti, mascherina ogni qual volta ci si allontana dalla propria postazione, registrazione delle generalità dei bagnanti all’entrata. Abbiamo allora chiesto ai gestori del Lido Gallo come si fossero organizzati e, soprattutto, se avessero ricominciato a lavorare come gli scorsi anni in questo stesso periodo. Ecco la loro testimonianza: «La situazione non è per niente facile. La frequentazione è veramente minima e abbiamo risentito molto dei danni economici e non causati dal COVID19. Il lido è aperto dalle 8 alle 18.30 e registra tutti i clienti in un quadernone in cui vengono inseriti data odierna, nome, cognome e numero di telefono. Per girare in struttura è obbligatoria la mascherina e abbiamo dovuto provvedere a distanziare i lettini con i rispettivi ombrelloni per rispettare il protocollo di sicurezza. Essendoci pochissima affluenza in settimana, non c’è bisogno di prenotarsi prima di venire qui al lido ma nel fine settimana
la prenotazione è obbligatoria». Nel protocollo, inoltre, è specificato che potrà essere rilevata la temperatura corporea (impedendo l’accesso in caso di temperatura superiore a 37,5°C) e che deve essere garantito un isolamento idoneo tra cliente e operatore presso la biglietteria all’entrata degli stabilimenti balneari. Per quanto riguarda le spiagge libere (la cui area dovrà, secondo le indicazioni fornite dal presidente, essere presidiata da addetti alla vigilanza), è consentita la loro fruizione ma: - dovranno essere affissi, nei punti di accesso, cartelli contenenti indicazioni sui comportamenti da tenere, in particolare il divieto di assembramento; - dovranno essere assicurate la pulizia della spiaggia e l’ igienizzazione delle attrezzature comuni (ad esempio i servizi igienici, se presenti); - dovrà essere garantita la distanza minima di 1,5 metri tra un ombrellone e/o lettino e l’altro. Il Sindaco, tuttavia, con ordinanza ai sensi dell’articolo 32 della Legge n.833/1978, può vietare l’accesso alla spiaggia libera, nel caso di rischio per la salute degli utenti a causa di assembramenti o nel caso di reiterate violazioni delle misure sanitarie di sicurezza del provvedimento. E allora, “quest’anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare” ma con nuove regole da rispettare!
TERESA D’ANGELO
La splendida sosia Italiana di Valeria Marini… La bionda nazionale, Katia Zaia
Una donna super sexy, una showgirl molto preparata ed intelligente, la bellissima Katia Zaia alias La bionda nazionale, sosia della splendida star Valeria Marini. Con una laurea in scienze politiche, Katia è una donna molto empatica, divertente, simpatica con un super sex appeal che ha sfoggiato in tutti questi anni, tra locali, serate, apparizioni tv, come le ultime nel programma “Guess my age” di Enrico Papi su tv8. Protagonista nel mio format “Chiacchierando con,” dov’è nata una grande amicizia artistica, la bella bionda, si è raccontata in tutte le sue sfumature di vita,dalla sua vita da sosia che è molto gratificante, perché la gente apprezza tantissimo questa somiglianza chiedendo autografi e selfie. Katia ha una sua personalità molto brillante, una vera showgirl d’altri tempi, infatti affascina con i suoi outfits,curati nei mi-
nimi dettagli, molto sensuali, ma come spiegava Katia, la sua sensualità fa parte del suo essere, non enfatizza ciò perché gli viene semplicemente normale essere super femminile.Ricca di valori, adora Napoli, dove viene molto spesso per lavoro. Il dialogo con lei, è molto piacevole, una persona con tanti interessi per la tv, lo show, lo spettacolo. Infatti il nostro feeling su alcune cose ci ha portato a scoprire tanti interessi in comune. Tanti nuovi progetti per questa nuova ripartenza dopo il lockdown, che poi ci svelerà mano mano anche dai suoi social,tante copertine che parlano del suo essere così esplosiva, dote naturale che mette in tutto ciò che fa. Molto corteggiata, ma aspetta il vero uomo, di veri valori morali, i bambolotti alla nostra splendida donna non servono, perché è ricca di cultura ed intelligenza da emanare.
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RAFFAELE SILVESTRO
DIAMO UN “CALCIO” VIRTUALE AL COVID19 In un momento della nostra storia così buio, dove tutta la nazione si è unita per combattere un unico male, il corona virus, finalmente ci stiamo rialzando, lentamente, ma ci stiamo riuscendo. Ormai è trascorso un mese dalla fine della quarantena, i risultati si sono visti, con un incredibile calo di contagiati, morti e pazienti in terapia intensiva, ma ora bisogna tornare a vivere, bisogna tornare alla normalità. Ognuno nel proprio piccolo ci prova a riprendere le vecchie abitudini, è il caso di don Patrizio Coppola, cappellano dell’ospedale di Solofra in provincia di Avellino, e già fondatore dello Iudav-Università di arte digitale e visiva, che dopo l’otratorio online durante le settimane della quarantena, fa partire il primo torneo di calcio virtuale tra le parrocchie con il nome di ‘OraGioco’. L’idea è quella di unire la passione videoludica a quella della fede, principio fondamentale dell’iniziativa : Ora et labora, slogan efficace e liberamente adattato dalla regola benedettina congiungendo fede e tecnologia, gol e preghiere. L’iniziativa è stata appena lanciata, ma già tante sono le richieste. Secondo il regolamento, il campionato si svolgerà ogni settimana con gare di sola andata e qualificazione ai playoff. Ogni squadra, composta da 2 giocatori, dovrà avere la deno-
minazione e i colori ufficiali (o simili) della propria città. “Fare della propria parrocchia un vessillo, significa parlare ai giovani di testi millenari col loro linguaggio, Lo Iudav ha già dato una possibilità di inserimento nel mondo lavorativo ai numerosi giovani della zona, laureando alcuni come allenatori di e-sports, la nuova inarrestabile frontiera dello sport”, aggiunge poi padre Joystick, cosi denominato, che spiega: “Iniziamo con questa formula da casa per poi portare il torneo nelle piazze, i videogiochi sono demonizzati da molti, io ritengo, invece, che il gioco e l’intrattenimento possano aiutare lo sviluppo intellettivo. Nel periodo della pandemia hanno rappresentato per tanti la più seguita forma di socializzazione, seppur a distanza. Come lo sono state le messe in streaming, ma sempre tra e per la gente. Va registrato anche che di recente, l’Oms, tramite un suo alto rappresentante, Ray Chambers, ha lanciato la compagna ‘Play Apart Togheter’, giochiamo insieme distanti”. Un’iniziativa da lodare questa di don Patrizio Coppola, che va estesa a tutte le parrocchie del territorio, proprio per dare un segnale forte a tutti. Noi ci stiamo rialzando. Per le iscrizioni, info complete su: www.childrenmedia.it
DANIELE ESPOSITO*
Ti senti sempre stanco? Vivere con tale disturbo rende le tue giornate nervose e poco produttive. Come rimediare? Se durante la tua giornata continui a sentirti stanco potresti soffrire di una particolare sindrome, la “stanchezza cronica”. In gergo tecnico viene chiamata encefalomielite mialgica e circa il 25% della popolazione crede di esserne affetta, però in realtà viene diagnosticata solo allo 0,5% ed è comunemente diagnosticata tra le persone tra i 40 e i 50 anni. Tra i sintomi ricordiamo anche: Dolori muscolari e delle articolazioni, Mal di testa, Sonno non ristoratore, Debolezza dopo l’esercizio fisico, che dura da almeno 24 ore. Si tratta di una malattia difficile da diagnosticare siccome, oltre a dare una sensazione di fatica continua è unita anche ad altri disturbi che sono spesso diversi tra loro. Non esistono test medici, infatti molte persone che soffrono di stanchezza cronica potrebbero non essere riconosciuti di soffrirne effettivamente. Ne soffri veramente? Il primo passo da fare è capire se soffri o meno di stanchezza cronica o se è la tua condizione attuale a renderti stanco. Avere uno stile di vita privo di “movimento”, bere poco e mangiare male possono tranquillamente essere il problema della tua stanchezza.
Come combattere la stanchezza cronica? Il rimedio principale è la modifica del proprio stile di vita quindi limitare o eliminare il la nicotina, l’alcool e non bere troppo caffè, troppa caffeina potrebbe danneggiare il tuo sonno facendoti dormire male e rendendoti nervoso e stanco il giorno dopo. Imposta il tuo obiettivo e inizia a cambiare il tuo stile di vita, monitora i risultati e noterai dei cambiamenti anche in termini di stanchezza. Cosa c’è di meglio di un allenamento fatto al mattino appena svegli? Un semplice programma di 8 minuti da fare appena svegli potrebbe ridurre o addirittura abbattere il problema della stanchezza cronica. Fare un allenamento specifico nella prima fase del risveglio, trascorsi appena 5/10 minuti, attiva il corpo e promuove la rimozione dello stress acuto, permettendo di recuperare meglio durante la notte. Ti sfido a provarci e testarne i benefici. Scarica l’allenamento gratuito su www.ilmetodo5.it/bonus *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.
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12 ESPEDITO D’ANTO’ Secondo il Digital news report dell’istituto Reuters per lo studio del giornalismo ci sarebbero state tante novità e cambiamenti nel settore dovuti al covid-19. Si tratta di uno studio tra i più autorevoli al mondo sul consumo di notizie e quest’anno comprende quaranta mercati. Lo studio è molto interessante e dettagliato che potete visionare ed approfondire per esteso al seguente link http:// www.digitalnewsreport.org/. Di seguito ne riportiamo una sintesi tradotta in Italiano dei punti salienti: Le notizie televisive e le fonti online hanno registrato aumenti significativi e sempre più persone identificano la televisione come la loro principale fonte di notizie, fornendo una pausa temporanea da un quadro di costante declino. Il consumo di giornali stampati è diminuito mentre i blocchi minano la distribuzione fisica, accelerando quasi certamente il passaggio a un futuro completamente digitale. Allo stesso tempo, l’uso dell’ online e dei social media è aumentato sostanzialmente nella maggior parte dei paesi. WhatsApp ha registrato una maggiore crescita con incrementi di circa dieci punti percentuali in alcuni paesi, mentre oltre la metà degli intervistati (51%) ha utilizzato una sorta di gruppo online aperto o chiuso per connettersi, condividere informazioni o prendere parte a un locale rete di supporto. Le preoccupazioni globali sulla disinformazione rimangono elevate. Anche prima che la crisi del coronavirus colpisse, più della metà del nostro campione globale ha dichiarato di essere preoccupata per ciò che è vero o falso
L’EMERGENZA CORONAVIRUS SPINGE LA TRANSIZIONE DEI GIORNALI VERSO IL DIGITALE su Internet quando si tratta di notizie. Abbiamo visto aumenti significativi del pagamento per le notizie online in un certo numero di paesi tra cui gli Stati Uniti il 20% (+4) e la Norvegia il 42% (+8), con incrementi minori in una serie di altri mercati. È importante notare che in tutti i paesi la maggior parte delle persone non sta ancora pagando per le notizie online. Nel complesso, il fattore più importante per coloro che si iscrivono è il carattere distintivo e la qualità del contenuto. Gli abbonati credono di ottenere informazioni migliori. Tuttavia, un gran numero di persone si accontenta perfettamente delle notizie a cui possono accedere gratuitamente. Nella maggior parte dei paesi, i giornali locali e i loro siti Web rimangono la principale fonte di notizie su una determinata città o regione
raggiungendo quattro su dieci (44%) settimanalmente , e per noi casoriani va elogiato il lavoro che il direttore Troise e la sua redazione di CasoriaDue hanno svolto prima, durante e dopo l’emergenza. Ma scopriamo che Facebook e altri gruppi di social media sono ora utilizzati in media di circa un terzo (31%) per notizie e informazioni locali, esercitando ulteriore pressione sulle aziende e sui loro modelli di business. Per contrastare il passaggio a varie piattaforme, gli editori hanno cercato di creare connessioni dirette con i consumatori tramite e-mail e avvisi mobili. Negli Stati Uniti uno su cinque (21%) accede a una e-mail di notizie settimanalmente e per quasi la metà di questi è il loro modo principale di accedere alle notizie. La percentuale di utilizzo dei podcast è cresciuta in modo significativo nell’ulti-
mo anno, sebbene i blocchi del coronavirus possano aver temporaneamente invertito questa tendenza. Spotify è diventata la destinazione numero uno per i podcast in numerosi mercati, superando l’app podcast di Apple. Gli altoparlanti intelligenti ad attivazione vocale come Amazon Echo e Google Home continuano a crescere rapidamente. L’uso per qualsiasi scopo è passato dal 14% al 19% nel Regno Unito, dal 7% al 12% in Germania e dal 9% al 13% in Corea del Sud. Nonostante ciò, scopriamo che l’utilizzo per le notizie rimane basso in tutti i mercati. In sintesi uno studio molto approfondito ed interessante che evidenzia tutta una serie di aspetti e cambiamenti dovuti al cambio delle abitudini durante e dopo l’emergenza. Si constatano situazioni già prevedibili nel tempo ma accelerate dalle circostanze, come l’aumento dei giornali digitali e la preoccupazione delle notizie false veicolate principalmente dai social media e gruppi di messaggistica. Motivo per il quale si è registrata anche una inversione di tendenza che ha riportato la televisione ad essere più utilizzata rispetto al web, almeno nella fase di emergenza. Molti editori dovranno quindi riaggiornarsi cercando di diventare digitali senza perdere mai lo status di fonte autorevole. Un cambiamento necessario che sono sicuro troverà tanti professionisti validi che sapranno affrontare anche questa sfida, cosi come ha saputo fare il nostro direttore Ferdinando Troise che da testata cartacea locale si è riadattato dalla sera alla mattina a pdf online e sito web.
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GENNARO MOSCA Downey boy - così lo chiamano i compagni di classe – è un ‘bambino’ di sedici anni, con un sorriso che gli riempie sempre il viso, e due grandi passioni: la musica rock e i cani. Lucrezia, giovane e radiosa. Una pianista. Sensibile e passionale, proprio come tutti gli artisti. Le sue dita affusolate, morbide e leggere, si muovono e si rincorrono sulla tastiera come suadenti ballerine. La sua musica è brillante, toccante, capace di incantare chi l’ascolta. Marco, è un ragazzo introverso, all’ultimo anno di Liceo. Ama il latino e la matematica. Quando legge i filosofi dell’antica Grecia è felice, ammaliato. Sono tre ragazzi ‘speciali’: la particolarità del viso di Downey, la sua voce un po’ roca e, talvolta, incomprensibile, sono di ‘quelli’ affetti dalla sindrome di Down. Una forma di spina bifida costringe la piccola Mozart a stare nella sua sedia a quattro ruote tutto il giorno. Marco, al buio per sempre, grazie alla tecnica del signor Braille per la lettura dei punti a rilievo, riesce a inebriarsi con i suoi filosofi Greci. Mia figlia aveva cinque anni quando vide per la prima volta Downey a casa nostra. Scoppiò a piangere. Alla vista della diversità di Downey si spaventò. La portai in un’altra stanza per fermare le lacrime, spiegando che non c’era pericolo in quello che stava vedendo. Ma era troppo giovane per capire. Ma io no, non sono troppo giovane, eppure quando sono con lui, continuo a sentire quel senso di ‘inadeguatezza’. L’angoscia mi travolge. Come quando penso alla sedia a quattro ruote di Lucrezia, oppure agli occhiali scuri che Marco indossa anche quando non c’è il sole. Sì, mi sento inadeguato dinanzi alla loro diversità. Mi inquieta vedere qualcuno diverso da me. La diversità! Immagino Lucrezia, tormentata per il semplice passare da un marciapiede all’altro tra le macchine parcheggiate selvaggiamente. Downey, e la frustrazione della sua mamma costretta a spiegargli cose incomprensibili, ma semplici per altri ‘non come lui’. Infine vedo
IL GRILLO PARLANTE
LA MIA INADEGUATEZZA PER CHI NON VEDE UN GOAL DI INSIGNE Marco, accompagnato sotto braccio anche per comprare un jeans. Tutto questo mi spaventa, perché non sono all’altezza. La loro “insostenibile pesantezza dell’essere” – o come io immagino che sia – mi paralizza. Mi sforzo per fare o dire qualcosa di “giusto”, ma non posso. Non mi sento libero, a cominciare dalle parole. Non riesco a pronunciare vocaboli come “handicap, disabile, menomato”, perché temo di cadere in un falso, o peggio, indignitoso pietismo. La loro sensazione di sentirsi diversi rimbalza su di me, con prepotenza e vigore, cogliendomi impreparato. Solo
l’ipocrisia, allora, nasconde la mia incapacità di essere me stesso fino in fondo, e la fatica di sostenere il disagio e lo sconforto che sento per loro. Perché se vogliamo empatizzare, non possiamo sentirci diversi. E mi vengono in mente quei ragazzi, invece tutti uguali, dei baretti della movida al sabato sera. Stesse scarpe e accessori. Medesimi sogni e possibilità di realizzarli. Là, l’empatia tra loro non ha ostacoli. Il sorriso stampato sul volto di Downey, la sedia di Lucrezia e gli occhiali neri di Marco sono il muro che divide la mia banale semplicità dalla loro profonda complessità. Già, perché Downey, forse, sorride per nascondere la sua tristezza. Lucrezia suona sempre, anche perché non può passeggiare con le amiche. Marco legge Aristotele e Socrate, perché non può vedere e gioire di un gol di Insigne. E questo pensiero mi allontana inesorabilmente dalla piena condivisione. Ad alimentare questa distanza che avverto, si mette anche la mancanza dell’armoniosa grazia che unisce Materia e Spirito di una persona non-diversa. Così, all’improvviso, mi vengono in mente la ‘perfezione’ degli scatti di Bolt o dei grand jeté di Bolle, ed inesorabilmente prende il sopravvento la non-accettazione di un uomo il cui corpo e mente non sono perfettamente in sintonia. E se il mio pensiero si rivolge a questa apparente perfezione, vuol dire che è profondamente basico e limitato. Perché è la causa di quella mia inadeguatezza, che devo fortissimamente risolvere. Chissà se ci riesco. Ma di una cosa sono certo, mia figlia non si sentirà inadeguata come me, non resterà senza parole. Non si fermerà ipocritamente dietro al muro della diversità. Ma vedrà oltre. Riuscirà a scorgere la bellezza oltre il disagio. Ed ora che ci penso, io stesso, in un baretto della movida, una volta sono stato visto con ‘sospetto’ da qualche ragazzo. Perché sono di mezza età e vesto male. Anche io, per loro, un diverso! In fondo, siamo sempre tutti fuori cliché. Per fortuna.
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GIUSEPPE CLARINO
Il mio incontro con P. Ludovico Il mio incontro con P. Ludovico è avvenuto il 16 marzo 2012. È da premettere che quando ascoltavo la gente parlare di P. Ludovico mi allontanavo pensando che essi si interessassero al beato solo perché di Casoria. Anche perché non sapevo quasi niente di quest’uomo e quantunque fossi invitato a leggerne qualcosa mi sono sempre rifiutato. Poi accadde di aver programmato, per il giorno 16 marzo, insieme con un gruppo di amici, una cena al ristorante “la fazenda” a marechiaro. Mia moglie vincendo tutte le resistenze e la mia in particolare, convinse tutti ad andare a pranzo invece che a cena perché disse “poi faremo una visita al convento di P. Ludovico a Posillipo”. Io ero contrario per i vari motivi già prima citati ma soprattutto perché dopo aver mangiato e bevuto mi avrebbe dato fastidio andare al convento. Comunque, il giorno convenuto, dopo pranzo ci recammo al convento e non essendovi posto per parcheggiare dissi a loro di andare che io avrei aspettato in macchina. Tutti si avviarono ma poco dopo di presentò mia moglie con un permesso della madre superiore che mi permetteva di parcheggiare proprio davanti all’ingresso del convento assicurando che i vigili alla vista del permesso non mi avrebbero multato. Io ab torto collo fui costretto a scendere nel convento. Intanto che la madre mostrava tutto quanto c’era da vedere io bighellonavo distrattamente. Poi la madre c’invitò a scendere nella chiesa che si trova quasi a livello del mare e nella quale erano custodite le spoglie del beato. Fu davanti a quella tomba che avvertii una strana sensazione, un nodo alla gola e una gran voglia di piangere. Non lo feci per vergogna, dato tutto il grup-
po presente, ma comunque non potevo parlare. La mia mente era attraversata da un turbinio di pensieri ed era come se quest’uomo io lo avessi sempre conosciuto. La madre poi ci invitò a dire un rosario, cosa che feci con grande fervore. Risalendo volli rivedere tutto quanto la madre aveva già mostrato mentre io ero distratto e in particolare mi fermai con i vecchietti ospiti del convento. Ci congedammo ed andammo via. Nei giorni successivi il pensiero per quell’uomo non mi abbandonava e inoltre avevo una gran voglia di ritornare a Posillipo. Cosa che feci una mattina. La madre, molto cordialmente mi ricevette, ed io espressi il desiderio di andare ancora una volta alla tomba. La madre mi accompagnò ed io mi fermai in profondo raccoglimento, quasi in estasi. Forse la madre si rese conto di questo e alla fine m’invitò ad andare con lei in una cameretta dietro l’altare. Questa era una stanza ove erano posizionati un tavolo, un paio di sedie, un comò e quello che
io scambiai per un divano. La madre si avvicinò al divano e tolse i cuscini, un foglio di plastica trasparente e una copertura di stoffa. Apparve una bara di legno molto modesta e povera. La madre mi disse che appena morto P. Ludovico era stato messo in quella bara che lui stesso aveva voluto e che poco prima di morire volle che fosse posta sotto il suo letto. Un desiderio irrefrenabile mi prese perché volevo vedere assolutamente l’interno della bara per posare gli occhi ove era stato posto il corpo di P. Ludovico. Lo chiesi alla superiore e lei acconsentì. Allora spostai di lato il coperchio e ammirai quanto agognavo. Poi pensando di impregnarmi della santità di quest’uomo infilai una mano all’interno, la feci scorrere sulla parete della bara e la portai alla fronte. Dopo volli visitare la camera dove egli era morto e vedere tutti gli oggetti a lui appartenuti. La madre mi fece dono di una biografia del beato. Così ebbi modo di vedere quanto poi ho pubblicato sul sito. Andato via mi dedicai con voracità alla lettura della biografia scoprendo a mano a mano la grandezza di quest’uomo. A quel punto quella biografia non mi bastava più e sulla rete cercai la biografia scritta dal Capocelatro. Un libro rarissimo e di cui aveva una copia un’antica libreria in provincia di Genova. L’acquistai e così ebbi una visione quasi completa della grandezza di quest’uomo. Ancora oggi ogni tanto mi reco a Posillipo a visitarlo e una mattina partii addirittura da casa alle ore 6.00 perché la messa è recitata alle 6.45. Ecco descritto il mio incontro (da lui voluto) con P. Ludovico. Ancora una volta stamane mi sono recato a messa alle 6.45 al convento di Posillipo.
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Lo stato della situazione finanziaria al Comune di Casoria
Da tempo il periodico Nuova Dimensione si occupa dei conti del comune di Casoria indicando la strada obbligata della declaratoria del dissesto finanziario. Su Casoriadue del 14 giugno 2020 c’è stata una diffusa spiegazione del significato del dissesto finanziario nell’ordinamento degli enti locali da parte del Dott. Massimo Iodice, ex assessore alle finanze del comune di Casoria. Per la migliore comprensione della situazione finanziaria del comune di Casoria si devono saper leggere i bilanci comunali degli ultimi anni, esaminarne i contenuti, e valutare le decisioni delle amministrazioni comunali anche alla luce dei verbali del collegio dei revisori dei conti. La situazione disastrosa dei conti al comune ha origini lontane e non è mai stata affrontata con la dovuta attenzione da parte delle amministrazioni a partire dalla gestione Ferrara che aveva ricevuto in eredità dalle amministrazioni precedenti alcune consistenti anomalie che riguardavano la disattenta politica delle entrate e la spesa non sempre oculata. Il segnale allarmante dell’espansione dei residui attivi non fu adeguatamente compreso dall’amministrazione Ferrara che continuò ad accumulare debiti fuori bilancio senza preoccuparsi di incrementare le entrate. E, nonostante le critiche doverose, corrette e puntuale di qualche consigliere della maggioranza competente in materia di Finanza locale e dei suggerimenti a mettere ordine nei conti del comune e dichiarare il dissesto finanziario dando corso ad un piano pluriennale di riequilibrio, l’amministrazione Ferrara scelse la strada sbagliata della transazione sull’arbitrato con il cpr3 caricando di ulteriori oneri impropri il comune (note del consigliere anziano del comune di Casoria). L’amministrazione Carfora e gli intermezzi commissariali, a fronte della gravità della debitoria gravante sul comune, dovuta
alla spesa obbligata ed alle entrate non realizzate, ha appesantito ulteriormente la finanza comunale registrando un ulteriore aumento dei residui attivi sempre più determinati dai mancanti introiti della tassazione. La gestione commissariale che ha preceduto l’attuale amministrazione aveva il dovere, come funzionario dello stato, di dichiarare il dissesto finanziario lasciando al nuovo esecutivo l’elaborazione di un piano adeguato di riequilibrio pluriennale dei conti del comune. Ma, sia la gestione commissariale, sia gestione Bene, hanno ritenuto, sbagliando e compromettendo ulteriormente la situazione finanziaria al comune, di dover procedere ad ulteriori assunzioni senza prima mettere in ordine i conti con il risultato, allo stato attuale, di ritrovarsi con una debitoria non solvibile che supera i 30 milioni di euro con la strada obbligata di portare in consiglio comunale la delibera di declaratoria per dissesto finanziario che comporta un piano di riordino e di recupero dell’equilibrio finanziario, la nomina di una commissione che affianchi gli amministratori per la liquidazione della debitoria, la ripartenza del comune senza il pesante condizionamento dei debiti ed una politica oculata delle entrate recuperando anche una consistente fetta dei residui attivi.. Le responsabilità vanno equamente distribuite tra amministratori elettivi e gestioni commissariali, ma investono soprattutto la dirigenza, scelta e nominata in violazione della normativa vigente. Tra amministratori e dirigenti c’è sempre stato un sodalizio per alterare le poste di bilancio prevedendo entrate in una consistenza inaccettabile per sostenere falsamente l’equilibrio di bilancio. Il resto alla prossima puntata. Prof. Avv. Francesco Polizio
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RAFFAELE VECCHIONE
Il trionfo dei vini Rosa in Italia : il Sud ha una marcia in più
È inarrestabile l’ascesa qualitativa dei vini rosa italiani che hanno trovato uno stato di grazia ed una dimensione da leader nel settore.Quasi 100 le referenze in degustazione che hanno mostrato carattere da vendere in due millesimi di grande rilievo in tutta Italia: il 2018 ed il 2019.Brillano sul podio evidenziando una qualità di tutto rispetto vini differenti nello stile provenienti da vitigni differenti e regioni differenti. Il Nerello Mascalese prodotto sull’Etna in Sicilia e l’ Aglianico in purezza prodotto in provincia di Avellino in Campania hanno rubato le scene dimostrando che in modo differente vitigni dotati di grazia nel primo caso oppure rustici e difficili da domare come nel secondo (l’Aglianico è una delle varietà più tanniche d’Italia e spesso esce molto tardi dopo aver subito un lungo affinamento in bottiglia) possono generare vini molto diversi ma di uguale qualità sensoriale e gustativa. Spazio nel mezzo ad un vino di grande equilibrio gustativo e ricca armonia prodotto da uve Merlot in purezza. Le note di degustazione di questi 3 vini, ma non solo, sono ricche nei profili sensoriali che vedono la bellezza e l’elegan-
za dei fiori bianchi spesso combinati con note agrumate più o meno intense. Premiamo come miglior vino rosa d’Italia Torre Mora Etna Rosato Scalunera 2019 prodotto da uve Nerello Mascalese in Contrada Dafara Galluzzo a Rovittello. La giovane espressione sicula è la referenza da battere, frutto di sapienza e conoscenza del vitigno, si mostra grassa e voluminosa al palato quanto basta per accattivare ogni consumatore e lentamente stringe in una chiusura verticale e tagliente precisa e luminosa che sembra vibrare per almeno un minuto dopo la chiusura. Eccezionale e davvero ben fatto ha trovato due degni rivali nel viaggio verso il podio : Brancaia Toscana Rosato 2019 e Tenuta Cavalier Pepe Irpinia Rosato Vela Vento Vulcano 2019. Da alcuni anni Brancaia produce un’espressione intrigante del suo Merlot vinificato in bianco e nel 2019 è sicuramente tra i nostri preferiti per la perfetta maturazione sensoriale che alterna in una spirale ciclica tocchi di note “green” non perfettamente mature che per nulla disturbano ma che anzi creano un gioco nella bidimensionalità e nell’accelerazione della progressione che porta fino al finale avvolgente e ben interpretato.
Tenuta Cavalier Pepe Irpinia Rosato Vela Vento Vulcano 2019 è la grande scoperta; un Aglianico in purezza che ricorda l’effervescenza di una matrice dinamica e per nulla statica che alterna la bellezza dei fiori bianchi a note che ricordano la precisione della vinificazione con note che richiamano le pesche bianche e le mandorle. Delizioso sin da subito resta succoso e fragrante al palato per emozionare nella sua disarmante semplicità che non può che chiederti di provarlo ancora e ancora e ancora... C’è proprio tutto insomma con i riflettori puntati d’ora in avanti sul Sud Italia che in questa categoria sembra aver trovato la propria dimensione. Due i vini campani nelle 5 migliori etichette italiane, un vino del centro Italia prodotto in Toscana, uno nel Nord Est della penisola ed uno al sud, figlio di territori caldi e spesso difficili ma che si rivelano sempre più interessanti ora che l’Enologia è entrata fortemente ad essere parte integrante di territori ancora tutti da scoprire. Trovate la lista completa con più di 90 vini degustati su www.WinesCritic. com Let’s start the party and Enjoy Vino Rosa!
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Al Trianon Viviani Marisa Laurito selezionerà i nuovi talenti del canto Il via alle candidature
Marisa Laurito cerca al Trianon Viviani i cantanti della nuova scena partenopea. Nominata alla direzione del teatro della Canzone napoletana, la popolare artista chiama all’appello «i giovani che abbiano talento, una bella voce e la voglia di formarsi e perfezionarsi nell’arte del canto, che appartiene alla grande tradizione di Napoli», le “forze nuove” da inserire successivamente nelle attività produttive del Trianon Viviani. A settembre il via alle audizioni, nel rispetto delle normative sanitarie di contenimento del covid-19. I candidati che supereranno questa prima selezione parteciperanno a uno speciale talent live che si terrà, da novembre, tutti i martedì, sul palco di Forcella. Con il possesso del talento e della bella voce, per partecipare ai provini è richiesto: • l’invio di una traccia audio in formato mp3 e/o di un paio di links di una performance canora; • due foto a colori, di cui una a figura intera;
• il curriculum vitæ aggiornato con tutti i dati anagrafici: nome e cognome, data di nascita, nazionalità, indirizzo di residenza e di domicilio (se diverso), recapiti di telefono e di posta elettronica. Il curriculum deve riportare la dichiarazione, firmata dal candidato, «Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Gdpr (Regolamento UE 2016/679) e del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”». La domanda di partecipazione deve essere inviata all’indirizzo casting@teatrotrianon.org entro il 13 settembre prossimo. La direzione artistica del teatro precisa che, prima della convocazione delle audizioni, sarà effettuata una preselezione sulla base dei materiali proposti dai candidati e che la documentazione presentata non verrà restituita. Per informazioni: tel. 081 2258285, email casting@ teatrotrianon.org.
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SALVATORE IAVARONE*
“BANDO EUROPE FOR CITIZENS”: GEMELLAGGI TRA CITTA’
ta inoltre a: - Aumentare Durante l’ultima intervista che la conoscenza della storia il direttore di Casoria Due, Nandell’UE, delle sue diversido Troise, mi ha gentilmente tà e caratteristiche da parte concesso su nanotv durante il dei cittadini - Promuovere programma “La Copertina”, la cittadinanza europea e ho avuto il piacere di lanciare migliorare le condizioni una serie di proposte, tra queste per la partecipazione civiquella di un gemellaggio con ca e democratica a livello una città europea per incrementare ed incentivare il turismo Casoria non perda questa possibilità, UE. Il Programma Europa per i Cittadini inoltre perreligioso a Casoria, eccomi a un gemellaggio con la Francia segue i seguenti obiettivi lavoro su questo tema, con una per ricordare San Mauro specifici: - Sensibilizzare proposta concreta. *** San Mauro è stato da sempre un Bandi europei, opportunità di crescita alla memoria, alla storia e ai valori comuni e alla finasanto a cui i casoriani sono stati per la nostra comunità lità dell’UE di promuovere devoti, fino a diventare il santo patrono della città. La festa del Santo Patrono è il 15 gennaio, la pace, i suoi valori e il benessere dei cittadini europei attraogni anno, la Chiesa Madre vede accorrere il popolo di Casoria verso azioni che stimolano il dibattito, il pensiero critico e lo e molti pellegrini, provenienti dai paesi vicini, dalla notte del sviluppo di networks. - Incoraggiare la partecipazione civica e 14 e per tutto il giorno 15, migliaia di persone gremiscono il democratica dei cittadini a livello dell’Unione, stimolando nei maestoso Tempio barocco. C’è chi arriva a piedi nudi, chi per- cittadini la conoscenza del processo decisionale dell’UE e procorre sulle ginocchia tutta la navata del Tempio, dall’ingresso muovendo opportunità per il coinvolgimento civico e sociale, e il volontariato europeo. Il presente bando finanzia progetti fino all’altare maggiore. La Basilica di San Mauro Abate ricostruita sul sito di un’antica che uniscono un grande numero di città partner in un evento cappella a partire dal 1606, di stile barocco, conserva un pre- di gemellaggio tra città sugli argomenti attinenti alle priorità gevole soffitto a cassettoni in foglia d’oro della seconda metà del Programma e che prendono in considerazione le priorità del XVII Secolo e diverse tele di Domenico Antonio Vacca- pluriennali. Incitando il dibattito tra i cittadini a livello locale ro, tra le quali la Visitazione (1741), l’Immacolata Concezione o europeo su argomenti concreti attinenti all’Agenda politica (1741), la Madonna col Bambino e i Santi Mauro e Gennaro. europea, il presente bando cerca di promuovere la partecipaInteressante è anche il Fonte battesimale in marmo del 1794. zione dei cittadini al processo decisionale europeo e sviluppaNel gennaio 1999 papa Giovanni Paolo II l’ha elevata alla re opportunità di attivazione sociale e volontariato europeo. I dignità di Basilica Minore. Annesso al complesso basilicale è gemellaggi devono essere intesi in largo sensu, dunque riferiti l’Oratorio dell’Arciconfraternita di Santa Maria della Pietà e ai comuni che hanno firmato o sono impegnati a firmare accordel Buon Consiglio, contenente varie opere d’arte di pregevole di di gemellaggio ma anche a comuni che hanno altre forme fattura. La nostra città si lega alla Francia grazie alla storia di di partenariato e vogliono aumentare la loro cooperazione e San Mauro che fondò l’Abbazia di Glanfeuil quale primo mo- i loro legami culturali. I progetti di gemellaggio tra città donastero benedettino in Francia. Questa abbazia si trova sulla vranno avere una durata massima di 21 giorni. Le proposte riva sud del fiume Loira, a est di Angers. La navata centrale progettuali ammissibili dovranno affrontare le seguenti prioridella sua Chiesa, del XIII secolo, e alcuni vigneti rimangono tà: - Discutere il futuro dell’Europa e sfidare l’euroscetticismo conservati fino ad oggi (secondo la tradizione, il vino Chenin - Promuovere la solidarietà come concetto di base dell’UE fu coltivato per la prima volta in questo monastero). Dell’an- Promuovere il dialogo interculturale e la comprensione recitico monastero rimane solamente una parete con una croce, proca e combattere la stigmatizzazione degli immigrati e delle minoranze. Il Programma finanzierà progetti che promuovono conosciuta come la Croce di San Mauro. Alla fine del Medioevo, il culto di San Mauro, spesso legato a la diversità, la tolleranza e il rispetto per i valori comuni. I quello di San Placido, si diffuse nei monasteri benedettini di progetti in particolare dovranno incoraggiare il dialogo intertutta Europa e nel diciottesimo secolo, il culto di San Mauro culturale e la comprensione reciproca tra cittadini europei e in Francia si concentrò all’ Abbazia di Saint Germain des Pres, migranti. Le attività progettuali aiuteranno a superare gli stereche rimase un centro religioso popolare fino a quando le reli- otipi sui migranti de-costruendo processi di stigmatizzazione quie furono disperse dalla folla parigina durante la rivoluzione passati e presenti. francese. San Mauro è venerato dalle congregazioni benedet- La scadenza del bando è per il 1 SETTEMBRE 2020, serve tine del nostro tempo. Il suo nome è ancora adottato nell’ordi- attivare tutte le procedure amministrative per partecipare a questo bando con un progetto che permetta alla nostra città ne, e sono consacrati monasteri al suo patrocinio. Casoria potrebbe gemellarsi proprio con la città francese che una grande visibilità ed una buona opportunità per il rilancio ospita l’Abbazia di San Mauro, un gemellaggio religioso che del centro storico, proprio ora che la zona a traffico limitato è potrebbe creare una rete anche con altre città italiane ed euro- una realtà. Consigliere comunale e presidente della Commissione pee che venerano il nostro Santo. “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, L’obiettivo generale del Programma Europa per i Cittadini Viabilità e Vivibilità” è avvicinare l’Unione Europea (UE) ai cittadini. L’UE pun-
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MARGHERITA DE ROSA
Un Ottavario “rivoluzionario” Nonostante restrizioni e divieti, la bella tradizione dell’Ottavario in onore del Corpus Domini, anche quest’anno ha avuto luogo, nel rispetto delle norme governative dovute al Covid-19, all’interno della suggestiva chiesa del SS. Sacramento della Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, in Casoria. Si è pregato in maniera intensa, si è adorato il Santissimo con intimo coinvolgimento emotivo, in attesa dell’evento della scorsa domenica, quando la solenne celebrazione del Corpus Domini è stata officiata da padre Giuseppe Sannino. Nei giorni che hanno preceduto l’evento, le consacrate ed il gruppo laico di adoratori ha reso ancora più significativo il tempo della preghiera, proponendo ai partecipanti delle catechesi artistico- religiose, se così possiamo definirle, esposte dal Diacono, prof. Ludovico Silvestri, il quale, attraverso l’interpretazione di capolavori realizzati da artisti del calibro di Tintoretto, Caravaggio e Rembrandt, ha evidenziato quanto il mistero di Cristo Eucarestia fosse già considerato fondamentale nel nostro credo nei secoli scorsi, caratterizzando in seguito il carisma della Fondatrice della congregazione delle VEGS, quale fu santa Cristina Brando, non a caso definita “l’Innamorata dell’Eucarestia”. La nuova modalità di preghiera, il connubio tra fede ed arte hanno reso più profonde le riflessioni e più piacevole, in un momento così difficile, il ritrovarsi in nome di Gesù, che si è fatto, e continua a farsi, pane per la vita dell’uomo, per la salvezza di tutti. Attraverso l’arte, poi, è stato inevitabile il riferimento alla bellezza, a quella Via Pulchritudinis che uno dei percorsi preferenziali per giungere alla bellezza di Dio, che è poi la bellezza della fede, la bellezza dell’amore, di quell’amore che spinse l’Altissimo a sacrificare il
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suo Figlio Unigenito per noi. E’ amore incondizionato fu anche quello di Santa Cristina, che spalancò il suo cuore al cospetto di Cristo Eucaristico, adorando ed espiando, facendosi essa stessa pane, ad immagine del suo Sposo Celeste, per amore del prossimo. Un tempo, quindi, di preghiera, crescita e, soprattutto, di revisione del propri comportamenti di vita, una vita da modificare integralmente allorché si scelga di seguire il modello di Santa Cristina e, quindi, di porre in primo piano quanto ci propone il Vangelo: amore fino al sacrificio di sé … certo, come ha sostenuto padre Sannino, non è facile realizzare il tutto, anzi, ciò può essere giudicato folle come folle fu ritenuto Cristo stesso, ma l’essere cristiani è questo: amare, senza se e senza ma, senza pregiudizi né tornaconti, disinteressatamente e col solo fine di glorificare Dio e meritare il suo giudizio di assoluzione alla fine dei tempi. Questo dunque il messaggio di un ottavario senza orpelli, privo di segni esteriori, così come ancora ha evidenziato il celebrante, ma, proprio per questo, capace di arricchire ulteriormente quanti hanno
provato e stanno ancora sperimentando la contingenza di un tempo surreale, che ha voluto separarci fisicamente ma che non ha potuto, né potrà disgiungere i nostri cuori da Dio e dal sentirsi uniti nel suo nome. La celebrazione si è poi conclusa con la processione del Santissimo all’interno dello stesso tempio e con la benedizione solenne impartita a chi, oggi come non mai, ha sete di Dio e spera nel suo sostegno, perché ciascuno ha percepito la sua impotenza e nullità rispetto ad un mostro creato da un’umanità che ha smarrito ciò che proprio il Cristo Eucarestia incarna: l’amore … Poco abbiamo amato tanto la natura, e quindi Dio che ne è il Creatore, che i fratelli e stiamo pagando a caro prezzo ciò che si è voluto escludere dalla nostra vita: che questa ricorrenza, dunque, ci riporti alla consapevolezza di fare della nostra vita una testimonianza credibile dell’amore, così che il mondo possa essere vivibile e la natura torni ad esserci amica, pur con i nostri demeriti di figli stupidamente supponenti di un Padre misericordioso, che continua ad amarci, nonostante tutto…
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20 CARLO TOGNOLI, già sindaco di Milano
IL PADRE DEL SOCIALISMO ITALIANO Filippo Turati non amava la definizione “riformisti”, ma la riconosceva perché permetteva di contraddistinguere la sua corrente. Egli fondò nel 1892, a Genova (dove i congressisti si riunirono per usufruire degli sconti ferroviari concessi per le Celebrazioni Colombiane – 400° anniversario della scoperta dell’America) il Partito dei Lavoratori, divenuto poi Partito Socialista Italiano, insieme ad Anna Kuliscioff. Turati fu un grande ‘leader’ (diremmo oggi) del socialismo italiano ed europeo. Si identificò con il PSI quanto meno dalla fondazione (1892) sino al 1912 quando venne messo in minoranza. Tuttavia sino al 1926 fu la personalità eminente del socialismo e, dopo la sua fuga in Francia, fu tra i capi più ascoltati ed apprezzati dell’antifascismo. Aveva ereditato da Arcangelo Ghisleri la rivista culturale di orientamento positivista ‘Cuore e Critica’, che, con Anna Kuliscioff (la sua compagna della vita e della politica) egli denominò, nel 1891, ‘Critica Sociale’. La nuova pubblicazione, che aveva una cadenza quindicinale, fu la più importante del socialismo italiano. Ad essa collaborarono, tra gli altri, Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Olindo Malagodi. Turati morì il 29 marzo 1932, settant’anni fa, a Parigi, in casa della famiglia di Bruno Buozzi, in Boulevard Raspail, dove era ospitato. Venne considerato un perdente, perché non riuscì ad impedire l’avvento di Mussolini e del regime fascista, di cui aveva lucidamente e profeticamente intuito le intenzioni totalitarie, al contrario di Gramsci e Togliatti (e della stessa Kuliscioff) che prevedevano una breve durata della ‘parentesi’ Mussolini.1 Fu a lungo dimenticato Turati fu poco ricordato dopo la seconda guerra mondiale (eccezion fatta per Saragat, per il PSDI e per il gruppo della ‘Critica Sociale’ - la rivista creata con la Kuliscioff nel 1891 - i cui redattori, Ugo Guido Mondolfo e Giuseppe Faravelli, insieme ad altri, tra cui Antonio Greppi, erano stati suoi giovani discepoli). Il ‘riformismo’ infatti era bandito nei due maggiori partiti del movimento operaio, il PCI e il PSI, uniti tra loro dal patto di unità d’azione, sottoscritto prima della guerra e rimasto in essere sino al 1957. Se l’oblio non coincise con la ‘damnatio memoriae’, poco ci mancò.
Per la verità nell’ottobre 1948 la traslazione delle ceneri di Turati e di Treves, dal ‘Père Lachaise’ di Parigi al Cimitero Monumentale di Milano, avvenne in un mare di folla. Ma fu l’ultimo riconoscimento delle ‘masse’ ai grandi costruttori del socialismo italiano. Le feroci parole che Togliatti su ‘Lo Stato Operaio’ dell’aprile 1932 dedicò a Turati = ‘…una intiera vita politica spesa per servire i nemici di classe del proletariato – per servirli nel seno stesso del movimento operaio… la sua abilità di parlamentare incarognito… corrotto dal parlamentarismo… rifugiato all’estero (e Togliatti dov’era? n.d.r.) …rimasticava i luoghi comuni della mistica democratica… = lasciarono il segno nei decenni successivi nei confronti del riformismo. Craxi rilanciò il riformismo Fu Craxi, con la sua volontà revisionistica e con la sua politica, a restituire al riformismo socialista la sua dignità, a ricordare che senza i riformisti il PSI non sarebbe cresciuto, non sarebbero nati sindacati e cooperative, non sarebbero stati conquistati diritti fondamentali per il mondo del lavoro e per il movimento operaio. Craxi anche formalmente, al congresso del PSI di Palermo (1981) diede il nome di riformista alla propria corrente, ricollegandosi idealmente al riformismo turatiano. Naturalmente il riformismo liberalsocialista di Bettino Craxi aveva caratteristiche differenti rispetto a quello dei primi anni del novecento. Erano trascorsi 60 anni dal periodo più felice per il PSI di Turati. Erano cambiati i tempi e i problemi. Ma non cambiavano il metodo e la volontà di percorrere la strada del-
le innovazioni e del rinnovamento delle istituzioni e della società, a vantaggio di un mondo del lavoro diverso e molto più vasto e nell’interesse della maggioranza dei cittadini e della nazione italiana. Era la riaffermazione definitiva della democrazia e della libertà come scelte di fondo di una sinistra indipendente dall’URSS, legata agli interessi italiani ed europei, svincolata dal massimalismo e dall’estremismo, capace di governare il Paese e di difendere i lavoratori senza ‘spaventare’ i moderati. I comunisti più corretti diedero ragione a Turati In seguito a questo ‘rilancio’ del riformismo, proprio nel 1982, in occasione del 50° della morte di Turati in esilio, e in parallelo all’evidente crisi del sistema sovietico e del comunismo, ci fu finalmente un dibattito storico politico su scala nazionale che investì la sinistra ed ebbe eco sui grandi organi di stampa e in televisione. Autorevoli dirigenti e fondatori del Partito Comunista, come Umberto Terracini, riconobbero che Turati aveva avuto ragione. Nel suo profetico discorso al Congresso di Livorno del 1921 (quello della scissione che diede luogo al Partito Comunista d’Italia) aveva tra l’altro detto: “…Ond’è che quand’anche voi aveste organizzato i soviet in Italia, se uscirete salvi dalla reazione che avrete provocata e se vorrete fare qualcosa che sia veramente rivoluzionario, qualcosa che rimanga, come elemento di società nuova, voi sarete forzati a vostro dispetto – a ripercorrere completamente la nostra via (riformista) la via dei socialtraditori di una volta, perché essa è la via del socialismo, che è il solo immortale, il solo nu-
DOMENICA 21 GIUGNO 2020 cleo vitale che rimane dopo queste nostre diatribe…”. Non fu quindi solo un perdente, Filippo Turati. Certo dovette soccombere al fascismo, commise degli errori tattici, fu prigioniero della sua lealtà verso il PSI la cui maggioranza massimalista e velleitaria considerava tradimento la partecipazione dei socialisti a un governo democratico di coalizione con ‘partiti borghesi’ (che avrebbe salvato l’Italia). Ma vide giusto e lontano, purtroppo inascoltato. La sua considerazione dell’estremismo di sinistra come comportamento pernicioso per la crescita e le lotte del partito socialista e del movimento dei lavoratori non fu dissimile da quella di Lenin che, pur attestato su altra sponda, vedeva i pericoli del settarismo. Le sue ‘compromissioni’ (una delle accuse dei massimalisti) con i governi Giolitti (con cui ebbe anche scontri notevoli) riguardarono le garanzie (ottenute) per il lavoro delle donne e dei fanciulli, le ‘otto ore’ lavorative, il suffragio universale, le leggi per le cooperative. Il riformismo socialista nel suo periodo storico Il primo decennio del secolo vide progressi generali del Paese e notevoli conquiste del mondo del lavoro. Il riformismo socialista era la lotta per la democratizzazione dello stato, per farne strumento anche economico della collettività. Era diffidenza della violenza come matrice della storia. Era l’affermazione dell’umanesimo e della ragione. Era la difesa di una civiltà (che veniva messa in discussione dal nazionalismo esasperato e dall’irrazionalismo). Era il gradualismo nei cambiamenti. Il riformismo socialista fu peraltro ‘di opposizione’ in quanto il PSI non era né al Governo, né al potere, e fu, in origine, bracciantile e contadino: “…il riformismo è il necessario corollario delle organizzazioni dei contadini: probivirato agricolo, contratti di lavoro, assunzione collettiva dei lavori agricoli, cooperative, scuole con insegnamento di agricoltura…l’indirizzo politico della nostra frazione può trovare una base solida ed estesa in mezzo alla popolazione organizzata dei contadini e delle contadine, forse più che in mezzo al volubile, incostante, fluttuante proletariato industriale…” – scriveva nel 1908 la Kuliscioff a Turati. Il riformismo socialista trovò il suo terreno di coltura ‘di governo’ nei comuni: le politiche sociali, dall’assistenza all’igiene, l’estensione dell’istruzione, le biblioteche popolari, la progressività delle imposte locali, il contenimento dei prezzi
21 dei generi di prima necessità, l’introduzione dei servizi pubblici a bassa tariffa (dai trasporti all’energia) – furono gli elementi portanti di un’azione amministrativa tutta tendente a favorire i cittadini a più basso reddito e i lavoratori. Bologna e Milano, ma anche tante altre città, furono gli esempi di ottima amministrazione, socialmente avanzata, ma oculata e ben vista e votata da una parte della borghesia liberale. La crisi L’azione di stimolo verso i governi Giolitti, che portò molti risultati al mondo del lavoro, non si tramutò in partecipazione al governo. Turati rifiutò tale prospettiva nel 1911. Giolitti offriva, per un governo liberale-radicale-socialista, suffragio universale e stabilizzazione delle assicurazioni sulla vita per devolverne gli utili alla Cassa di Previdenza dando il via alle pensioni operaie, ma il ‘leader’ socialista (malgrado l’opinione differente di Bissolati e Bonomi) non ritenne maturi per tale scelta, né i tempi, né il PSI. La decisione di intraprendere la guerra di Libia (cioè contro l’impero ottomano) riportò Turati e i socialisti su una linea di ostilità al governo anche se la storiografia più documentata e più attenta ha individuato posizioni socialiste ‘variegate’ verso la guerra coloniale. Dopo l’annessione della Libia si registrò la spaccatura tra i riformisti. Bissolati e Bonomi, pur contrari alla guerra, non volevano una totale rottura con Giolitti che prometteva suffragio universale e ampliamento della previdenza sociale. La solidarietà espressa dai ‘riformisti di destra’ al Re dopo un attentato, offrì a Mussolini il pretesto per proporre l’espulsione, al Congresso di Reggio Emilia del 1912, di Bissolati, Bonomi, Cabrini, Podrecca e altri nove deputati, che diedero vita al Partito Socialista Riformista. Si fa risalire a questo anno la crisi del riformismo e l’inizio del declino di Turati. Certo egli uscì indebolito, dopo l’espulsione dei suoi compagni di corrente, ma mantenne una autorevolezza che nessun altro aveva nel campo socialista. Dovette battersi contro Mussolini, che sosteneva i sindacalisti rivoluzionari, lo sciopero generale ‘politico’ e svalutava il gradualismo in cui gran parte del PSI si riconosceva (per la verità il futuro ‘duce’, abile opportunista, si smarcò dalle amicizie pericolose e fece attenuare l’offensiva nei suoi confronti). La guerra Dopo Sarajevo si scatenò in Europa il finimondo, da tempo in preparazione. La scelta dei socialisti fu subito per il neu-
tralismo, peraltro smentito a livello internazionale dal comportamento di altri partiti socialisti che seguirono politiche ‘nazionali’ a difesa delle nazioni di appartenenza. Tuttavia le posizioni dei socialisti italiani non furono così compatte, schematiche e antinazionali come si è superficialmente detto. Già Anna Kuliscioff nel 1914 aveva intuito che i socialisti e l’Italia, pur mantenendo la neutralità, avrebbero dovuto schierarsi con le nazioni ‘più democratiche’, cioè quelle dell’Intesa, e non per ragioni di rivendicazioni nazionalistiche, ma per motivi ideali e politici (per questo fu costretta a dimettersi da ‘La difesa delle lavoratrici’ giornale schierato sulla linea dei massimalisti per un neutralismo assoluto e intransigente). Anche Turati, pur con un atteggiamento rigido contro la guerra, guardava con interesse al neutralismo ‘attivo’ con una visione più politica e meno astratta rispetto ai massimalisti La posizione equilibrata e per nulla antinazionale di Turati e dei riformisti, del resto, emerse nei giorni di Caporetto, quando essi si schierarono nettamente e senza incertezze per la difesa dei confini della patria. Verso il fascismo Il dopoguerra vide alle elezioni del 1919 (con la legge elettorale proporzionale e il suffragio universale) il trionfo dei socialisti e il successo dei cattolici. Gli orientamenti massimalisti e comunisti del PSI che predicavano l’avvento della rivoluzione e la necessità di istituire i soviet, portarono, dopo l’occupazione delle fabbriche, al disastro. Si è detto ripetutamente che Turati, il quale previde in tempo le conseguenze nefaste dell’ondata massimalista e velleitariamente rivoluzionaria, avrebbe dovuto con decisione rompere il PSI e costituire un governo con cattolici e una parte dei liberali per bloccare il nascente fascismo. Anche in questo caso la storiografia contemporanea ha potuto chiarire come le cose non fossero così semplici e non dipendessero da Turati. Giolitti era ormai diffidente verso i socialisti. I cattolici pure. I riformisti erano una parte minoritaria del PSI. Il danno era già stato fatto nel 1919-1920, quando i moti ‘rivoluzionari’ avevano provocato, con l’occupazione delle fabbriche e la minaccia di ‘fare come in Russia’, la reazione e compattato i ceti medi con l’’establishment’ agrario, industriale e clericale. continua a pag. 23
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Augurissimi
LAUREA in CANTO LIRICO PER Francesco Iorio, di Nevio e Raffaela Donnarumma, con seduta di laurea in videoconferenza. Prove di canto con video esaminato dalla Commissione del Conservatorio di Avellino e congratulazioni dei professori in diretta on line per la proclamazione. Felicità in casa Iorio, raggianti i nonni, preside Francesco Iorio e professoressa e scrittrice Giulia Campece. Molti Casoriani già conoscono il nuovo Maestro, avendone ascoltato le performances in occasione di eventi culturali quali la presentazione dei libri della nonna, Giulia Campece, nella chiesa di San Paolo e in quella di San Benedetto, oltre che in occasione dei concorsi letterari della Madia dell’Arte. Volino alte le note del nostro giovane artista a rallegrare gli spiriti di quanti amano il canto. Augurissimi
Siamo lieti di congratularci con Daniele Esposito, il nostro personal trailer, per il conseguimento della Laurea in Scienze della nutrizione Umana. Auguri dal direttore e da tutta la redazione
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Non fu sufficiente il magnifico e solido intervento ‘Rifare l’Italia’ con il quale Turati compose alla Camera un moderno programma di governo: “…un discorso socialista e nello stesso tempo un programma di ricostruzione e di rinnovamento per tutto il Paese …il programma fondamento di un governo democratico socialista…” suggerì la Kuliscioff, la quale aveva esortato il suo compagno anche a prendere in considerazione l’impostazione di politica internazionale del Presidente americano Wilson che prevedeva, tra i ’14 punti’, l’autodeterminazione dei popoli e l’uguaglianza economica. La scissione da cui nacque il PC d’Italia nel 1921 e l’espulsione successiva dal PSI di Turati, Treves e Matteotti che fondarono il PSU nel 1922 – furono alcuni degli atti che facilitarono l’ascesa di Mussolini alla Presidenza del Consiglio. Non fu una breve parentesi, come aveva intuito Turati. L’assassinio di Matteotti mise definitivamente in luce che cosa si stava profilando dietro il governo Mussolini. Turati sconfitto e invecchiato non perse mai la sua grandezza d’animo e la visione lucida del dramma che aveva vissuto. Dopo la fuga del 1926 in Francia, rimase, sino alla morte, il faro dell’antifascismo democratico italiano. Redasse giornali, tenne viva la Concentrazione antifascista, favorì l’unificazione socialista in esilio con Nenni (1930), sempre denunciò il carattere totalitario e liberticida del comunismo sovietico. La visione del socialismo di Turati e dei riformisti fu, per i tempi, moderna e democratica. Le loro mancanze furono la conseguenza del prevalere, nel PSI, delle spinte pseudorivoluzionarie della maggioranza massimalista che, inebriata dalla rivoluzione d’ottobre, ma priva di iniziativa, non vedeva i pericoli della reazione che provocava. Ristudiare Turati, che di nuovo viene dimenticato, farebbe bene alla sinistra italiana.
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