DOMENICA Settimanale di Informazione 30 SETTEMBRE 2018
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ANNO XVIII - N° 27 - DOMENICA 30 SETTEMBRE 2018
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Criminalità a Casoria: il riscatto del cittadini e la risposta del Sindaco
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FLORIANA ALAIA
Criminalità a Casoria: il riscatto del cittadini e la risposta del Sindaco
In una realtà odierna totalmente digitalizzata l’informazione corre velocissima sotto forma di bit che percorrono l’immensa rete dell’internet. Quello che prima si usava raccontare a voce al proprio vicino di casa, oggigiorno può invece essere comunicato all’istante a persone che abitano a migliaia e migliaia di chilometri di distanza da noi. È questo il potere della comunicazione digitale, senza la quale sarebbe oramai inimmaginabile vivere. Sfortunatamente le notizie che viaggiano non sempre hanno del positivo, anzi ci si ritrova sempre più spesso a parlare e a scrivere di spiacevoli accadimenti. Se pensiamo alla città di Casoria e alla comunicazione online l’associazione
mentale con il gruppo facebook “SeidiCasoriase” è istantanea. Questo gruppo nasce nel 2014 per riunire le idee e le esigenze di tutti i cittadini, i quali tramite i propri computer, smartphone o tablet avrebbero potuto interfacciarsi gli uni con gli altri parlando dei propri problemi, scambiandosi informazioni ecc. Col passare degli anni è diventato sempre più frequente leggere lamentele su facebook nei confronti dell’amministrazione cittadina: quotidianamente vengono infatti pubblicati post di malcontento sui più disparati argomenti, dalle piccole cose (a volte un po’ esagerate), a problemi più seri che attanagliano Casoria. continua a pag. 5
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Nelle ultime settimane la situazione si è aggravata a causa dello scoppio di un vero e proprio allarme criminalità. Tutto inizia all’incirca il 14 settembre alle ore 14:33, quando uno degli amministratori del gruppo “SeidiCasoriase” Gino Marzano, porta all’attenzione dei cittadini la presenza per le strade di Casoria di un tipo con scooter e casco, che mette in atto rapine. Presto detto, la sera stessa il post di una signora che racconta l’episodio accaduto al proprio figlio di 13 anni e ai suoi tre amici, rapinati dei propri cellulari alle spalle della Chiesa San Paolo. I componenti del gruppo social iniziano ad allarmarsi, particolarmente le madri che temono di far uscire per strada i propri figli, anche solo per una passeggiata. Alcune persone invece si chiedono come mai ragazzini tredicenni fossero in giro di sera, o perché possedessero dei cellulari costosi. A volte si dimentica che accettare di vivere in un luogo in cui la criminalità è all’ordine del giorno non significa che i comportamenti adottati per difendersi da essa siano più giusti di altri. La normalità infatti non risiede nell’andare in giro con un cellulare da quattro soldi perché bisogna pensare che ci può essere sottratto. Non risiede nell’analizzare le fasce orarie giuste per far andare in giro i propri figli perché “non si sa mai cosa può succedere”. Senza dubbio si tende a proteggere la propria incolumità, a evitare che certe cose accadano, ma non per questo agire “normalmente” deve essere ritenuto sbagliato. I ragazzi oggigiorno dovrebbero essere liberi di fare una passeggiata in modo sereno, senza preoccuparsi di dover subire rapine o addirittura vere e proprie aggressioni. La notte tra sabato 15 e domenica 16 settembre intorno alle 2:30 una ragazza subisce una tentata rapina da un uomo
all’interno del proprio palazzo. Al ritorno a casa si trova dietro di lei il malvivente, il quale con tutta probabilità la aspettava già all’interno: egli la aggredisce stendendola a terra e provocandole dei lividi e dei graffi. La ragazza gridando con tutte le proprie forze riesce a mettere in fuga il rapinatore il cui colpo non va a segno: inutile dire però che la paura e lo shock l’abbiano traumatizzata più del furto di un paio di banconote. Sempre domenica 16 settembre alle 20:30 lo stesso tizio - descritto da Gino Marzano con barba e un SH grigio - rapina dei ragazzi dopo averli minacciati dicendo di avere un’arma, che però non estrae. Una delle vittime si reca poi al pronto soccorso perché dopo aver subito una forte stretta al collo dal rapinatore, manifesta problemi respiratori.
Due ore dopo un ragazzino di 11 anni allontanatosi per un attimo dai genitori per comprare un gelato, viene invece aggredito in via Cavour e derubato del suo cellulare da un uomo su una Smart. E ancora lunedì 17 settembre una signora alle ore 9:00 viene rapinata di fronte al Sacro Cuore dall’uomo sull’SH, mentre il martedì tocca invece a un altro bambino di 11 anni, preso di mira fuori la scuola Palizzi-Settembrini in pieno giorno. A quanto pare i furti ad opera dei guidatori dell’SH grigio e della Smart nera con inserti arancioni sarebbero collegati: l’uomo alto, magro, con pizzetto sul motorino camminerebbe in compagnia della Smart con all’interno due complici, pronti ad entrare in azione se il tipo da solo non riesce nella malefatta. “Dove sono le forze dell’ordine? I ragazzi non sono controllati”, si legge su Facebook. E ancora: “Caro Sindaco prendi esempio dal Sindaco di Arzano. Tutti i giorni e soprattutto di sera posti di blocco in varie zone del Paese”, “Bisogna organizzarci noi genitori e fare le ronde di quartiere”, “Io ho un figlio di quasi 11 anni, ha iniziato la scuola media e vuole andare a scuola da solo con amici”. continua a pag. 7
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“In un Paese normale non ci sarebbe alcun problema, io invece vivo di paura. Ma la cosa che più mi fa rabbia è che se esprimiamo la nostra idea, per esempio la ronda, veniamo subito accusati di offendere la politica, anche se a noi di politica non interessa”. Addirittura alcuni scrivono che si sentivano più tutelati nel periodo in cui vigeva il sistema della camorra, dove non c’erano droga, spaccio o rapine ed era tutto più “tranquillo”. Da tutte queste lamentele è nata l’iniziativa cittadina “Na noce dint o sacc nun fa rummore”, un incontro tra gli amministratori del gruppo “SeidiCasoriase” e gli abitanti di Casoria con lo scopo di cercare delle possibili soluzioni al problema della criminalità. La riunione si è tenuta in data 19 settembre alle ore 19:00, ed ha visto protagoniste circa trecento persone. Le proposte formulate sono state: - incontro con le scuole del territorio, le istituzioni locali ed il mondo dell’associazionismo in vista di una mobilitazione generale al fine di poter accrescere l’attenzione degli organi centrali; - costituzione di un’associazione no profit di “Osservatori Volontari” nel pieno rispetto della normativa (15 luglio 2009, n. 94); “gruppi di controllo del vicinato”, suddivisi per quartiere con l’ausilio di mezzi di comunicazione e social. Ma può essere davvero questa la soluzione? Farsi giustizia “da soli” perché non ci si sente tutelati da chi di dovere? Purtroppo è risaputo che il lavoro delle forze dell’ordine dopo le ore 20:00 è considerato straordinario e per questo motivo il Comune di Casoria dovrebbe mettere a disposizione dei fondi per meglio vigilare lungo le strade cittadine. Questo è però ciò che in altre realtà come quella di Afragola accade: sabato 15 settembre infatti i nostri “vicini di casa”
hanno visto dare il via ad “Afragola sicura”, un progetto che vede la presenza di pattuglie della polizia locale dalle ore 20:00 all’1:00. Ad essere presidiate maggiormente le zone movida e quelle a rischio. Inoltre nella fase iniziale i vigili saranno accompagnati dall’assessore Aniello Baia e dal dirigente del settore. Qualcosa però qui a Casoria sembra si stia muovendo, e bisogna prenderne atto. La settimana scorsa infatti, l’assessore alla sicurezza dott.ssa Marianna Riccardi e il comandante dei vigili Avv. Giuseppe Sciaudone, hanno incontrato il comandante dei carabinieri per discutere dell’emergenza sicurezza che ha colpito la città. Tema cardine della riunione la videosorveglianza. Attualmente il servizio è già attivo lungo alcune strade. Di seguito le telecamere attualmente in funzione: Via Crispi, Via Diaz, Piazza Cirillo, Via Pennasilico, Via C.Verre, Via Viterbo, Via Castagna, Via Garibaldi, Via Procida, Via S.Salvatore, Via Ventotene, Via San Sebastiano, Via San Pietro, Via N. Padre Ludovico; quelle non ancora connesse alla rete: - Via Sannitica, Via Principe di Piemonte, Via L. da Vinci, Via Don Bosco, Via Rossini, Via Etna, Via Matteotti, Via Marconi, Via Pio XII, Via Bissolati, Via Manzoni, Via N. Romeo, Via P. Ludovico; e quelle ancora da installare: Piazza S. Paolo, Via S. Paolo, Via N.
delle Puglie, via Arpino, Via E. Toti, Via Giotto, Zona Lufrano e Via Capri. Anche la cittadinanza sembra star partecipando attivamente al cambiamento, con ottima affluenza alle iniziative di riscatto che si stanno organizzando in queste settimane. Il Movimento Cinque Stelle sta infatti allestendo in questo periodo dei gazebo in diversi punti della città per una vera e propria petizione popolare: l’obiettivo è quello di richiedere una maggiore sicurezza da parte delle Forze dell’Ordine per combattere l’aumento di reati divenuto oramai insostenibile. Il sindaco Fuccio a tal proposito ha fatto sapere in un comunicato: “A breve sarà esteso su tutto il territorio cittadino l’intensificazione del servizio di controllo del territorio da parte dei carabinieri e della polizia locale. Accanto a questo, ho personalmente scritto al prefetto non solo per alzare il livello di attenzione nei confronti della nostra città, ma per chiedere anche un incremento di risorse da destinare alla sicurezza dei nostri cittadini.” Insomma sarà difficile per i casoriani “stare tranquilli” nell’attesa che qualcosa migliori, ma i buoni propositi per un cambiamento ci sono. Ci si augura che essi vengano realmente concretizzati e che non si ignori l’ennesimo problema come spesso accade nella speranza che esso finisca nel dimenticatoio.
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CARMEN PALUMBO La storia si ripete anche questa settimana, di nuovo polemiche, di nuovo malcontenti da parte dei cittadini casoriani, che sfociano in vere e proprie rivolte sui social contro l’amministrazione comunale e verso i compaesani incivili. Questa volta la questione riguarda il problema dei rifiuti che sembrano infestare perennemente le strade casoriane, accompagnati da topi e puzza insostenibile. Qualche anno fa con l’introduzione della raccolta differenziata, Casoria sembrava aver fatto dei grandi passi avanti da questo punto di vista, ma evidentemente con il tempo qualcosa non sta più funzionando. Dalle foto riportate si vede chiaramente che la situazione attuale, per molte strade di Casoria è davvero vergognosa. Partiamo dalle rampe di raccordo in direzione Uci Cinemas e Ikea completamente circondate da immondizia, gli automobilisti sono accolti da cespugli altissimi che ostacolano la visibilità, tra cui si trovano anche oggetti ingombranti come materassi e mobili. Questi svincoli, che tra l’altro conducono anche all’entrata della tangenziale di Napoli ( quindi molto frequentati), sono diventati delle nuove discariche, colpa sicuramente dei tanti passanti incivili che abbandonano a cuor leggero sacchetti e rifiuti vari, ma senza dubbio anche colpa della mancanza di controllo e sorveglianza. Una situazione molto simile si registra anche per le strade del centro: in Via Principe di Piemonte sembra che il parcheggio all’altezza del locale “My Day”, sia pieno di immondizia, lo stesso accade in Via Padre Ludovico da Casoria, dove da tempo sono depositati sacchetti e pneumatici proprio davanti alle abitazioni. Un’altra questione importante riguarda il ritiro degli oggetti ingombranti, per i quali il servizio di Casoria Ambiente non sembra essere adeguato. In Via Manzoni una signora lamenta di aver depositato dei mobili alla data stabilita, con tanto di codice, ma gli ingombranti non sono stati ritirati né in quella data, né nei giorni successivi. Maggiormente vergognosa è la situazione che si registra in zona Cittadella, in particolare in Via Nuova Casoria, i cittadini si lamentano di dover sopportare un cumulo di immondizia, circondata da topi e scarafaggi. Se sui gruppi facebook viene confermata la presenza della differenziata, non mancano però le polemiche dei cittadini, furiosi contro chi non rispetta le regole della raccolta. Ancore tantissime sono le persone che mescolano materiali riciclabili con la spazzatura indifferenziata e numerosi sono i passanti, che provenienti anche da altre zone, vanno a gettare i sacchetti sui raccordi autostradali. Di fronte a questa enorme forma di inciviltà la domanda viene spontanea: perché queste persone non vengono multate e punite in qualche modo? La polemica che maggiormente infuria tra i cittadini riguarda proprio l’assenza di controllo del territorio, da cui potrebbe derivare l’obbligo per i cittadini di rispettare determinate regole. Se è vero che nel nostro paese l’inciviltà regna sovrana
e anche vero che con la presenza di apposite telecamere di sorveglianza, forse molte inflazioni non verrebbero più commesse. Il problema quindi si sposta dal cittadino incivile al Comune, che non offre ai casoriani un servizio di raccolta rifiuti e di controllo territoriale adeguato. Se queste sono le lamentele dei cittadini è necessario ascoltare anche l’altra campana e cercare di capire quali sono i provvedimenti previsti per arginare questi disagi. Nelle ultime settimane, anche in seguito alle numerose rapine, l’amministrazione comunale ha provveduto all’introduzione di telecamere su gran parte del territorio, tale servizio come abbiamo detto prima potrebbe tenere sotto controllo l’inciviltà dei cittadini. Per quanto riguarda la questione della raccolta sia dei rifiuti normali, che degli ingombranti, bisogna tener conto anche in questo caso delle grosse difficoltà che ci sono nella gestione da parte della società Casoria Ambiente. Non è certamente facile controllare un servizio di raccolta tutti i giorni in una cittadina complessa come Casoria, da un confronto con la società in questione emergono una serie di problematiche che non vengono fuori e che sono totalmente estranee ai cittadini. Riguardo alla questione degli ingombranti ad esempio, spesso dopo aver predisposto il ritiro con il cittadino e aver consegnato anche il numero di protocollo, insorgono imprevisti e problematiche di diverso genere. Tra queste ci può essere l’incendio di un impianto, oppure la perdita del numero di protocollo o ancora una quantità di oggetti troppo grande da caricare e smaltire nella stessa giornata. Tutti questi possono essere i motivi per cui spesso gli ingombranti vengono lasciati anche per settimane intere in strada, suscitando così le polemiche dei cittadini. Ascoltate entrambe le parti, ci sarebbe ancora molto da dire su questa situazione, ma lasciamo spazio al tempo e cerchiamo di capire cosa accadrà nelle prossime settimane, con uno sguardo attento sulla città e sulle esigenze del cittadino.
QUESTIONE RIFIUTI: LE POLEMICHE DEI CITTADINI TRA INCIVILTA’ E MANCANZA DI SERVIZIO
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10 ANTONIO BOTTA
La voragine di via Nazario Sauro causata dalle piogge torrenziali dei primi giorni settembrini
A CASORIA IL SISTEMA FOGNARIO E’ VETUSTO E USURATO
“Abbiamo cominciato a vedere alcuni operai, ma da quando è accaduto il cedimento del fondo stradale, una decina di giorni fa, la situazione è quella che può notare con i suoi stessi occhi”: è ciò che mi dice un residente di via Nazario Sauro, arteria stradale che collega Casoria con la confinante Afragola, nella quale si è aperta il 12 Settembre scorso una grossa voragine, che ha preoccupato molti abitanti di quell’area anche per la solidità dei fabbricati situati nei pressi. Ma il timore di una instabilità strutturale fortunatamente è stata fugata dai controlli dei vigili del fuoco, i quali hanno assicurato che a provocare il cedimento della strada sono state le torrenziali piogge dei primi giorni settembrini; esse hanno ulteriormente indebolito il sistema di fognature “già molto vetusto”, come ha dichiarato l’arch. Salvatore Napolitano, il quale ha aggiunto che prima di procedere all’esecuzione dei lavori i tecnici del Comune intendono effettuare accurate indagini per verificare con precisione lo stato di fatiscenza del sottosuolo. Dunque, nulla si sa, al momento in cui scrivo, della tipologia di interventi lavorativi da programmare e realizzare, né di quale sia la loro durata. Certo è che sulla rete di drenaggio urbano, ossia l’insieme integrato di opere idrauliche atte a raccogliere, convogliare e allontanare dalle zone urbanizzate le acque meteoriche, le varie amministrazioni locali, avvicendatesi al go-
verno della Città, poco o nulla hanno fatto per garantire un efficace controllo ambientale ed idraulico dei deflussi fognari. Come sempre, purtroppo, è accaduto e continua ad accadere, per gli smottamenti, le buche e fondi stradali accidentati spesso si è proceduto con operazioni non risolutive di periodica asfaltatura, senza andare al fondo del problema con una risistemazione delle condotte fo-
gnarie e caditoie stradali esistenti. Lo stato di usura delle canalizzazioni delle acque pluviali e del loro cattivo funzionamento in varie zone cittadine è noto da tempo, più volte denunciato dagli organi di informazione locale; ora, la voragine apertasi in via Nazario Sauro dovrebbe effettivamente indurre l’attuale Amministrazione a progettare e realizzare interventi efficaci e duraturi. Sulle cause dello sprofondamento, due, in particolare, sono state, a mio avviso, determinanti, al di là della mole di quantità piovana abbattutasi su Casoria: le costruzioni abusive nelle periferie, che hanno prodotto un maggior carico idraulico delle reti esistenti e lo sviluppo di attività lavorative per la presenza di fabbrichette che scaricano nel sistema fognario acque inquinanti. Come spesso, è sotto accusa la speculazione edilizia e di conseguenza lo sfruttamento dell’ambiente; diciamo la verità, nuda e cruda: Casoria non è esente dalla storia, come tante parti d’Italia colpite dalle alluvioni, frane e disastri idrogeologici, di un’imprenditoria cinica e senza regole, di una politica miope, di una gestione dissennata del territorio. Per chi deve recarsi da Casoria ad Afragola, in attesa del ripristino dell’asse viario interrotto, non resta che scegliere via Duca D’Aosta o deviare, nel caso si imbocchi via Nazario Sauro, per il viale Ciro Menotti per giungere, passando per viale S. Antonio, in piazza Belvedere ad Afragola.
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VITTORIA CASO
LA VIOLENZA GIOVANILE COLPISCE ANCORA
Adolescenti violenti, armati di lucida follia e di spavalda ferocia, capaci di rapinare i parenti, di aggredire gli amici, di uccidere… Chi sono questi giovani che non esitano a togliere la vita perfino ai loro coetanei? L’immagine, in verità, è di una generazione appagata, cui non manca nulla sia sotto l’aspetto materiale, sia relazionale. Ma non è così. Essi non distinguono il confine tra legalità e illegalità; dall’arroganza passano alla provocazione per poi approdare alla violenza: un’escalation progressiva in cui perdono il contatto con la realtà e con se stessi. Violenza, allora, nelle strade, sugli oggetti, sulle persone … Gli adolescenti di oggi sono più perspicaci delle precedenti generazioni, ma più fragili, incapaci di autodeterminarsi, bombardati come sono dalla realtà virtuale, da messaggi che trasmettono pseudovalori: denaro, successo, potere da raggiungere in breve tempo e con qualunque mezzo. Violare le norme è per questi giovani un’affermazione di sé, una sfida, un’emozione nuova. Essi riconoscono solo l’autorità del gruppo. E’ nel gruppo che si sentono forti: vittime della solitudine interiore e del vuoto affettivo, privi di coscienza e di valori, facili prede del disagio, stringendosi fianco a fianco, superano le paure. Contrasti con i genitori, difficoltà con gli amici, desiderio di novità o noia, emulazione di modelli sbagliati, spirito di vendetta, scatenano la crisi che svela tutta la loro intrinseca fragilità, il loro crescente smarrimento di fronte alla nostra disumanizzante società. Una gamma vastissima di emozioni li turba e li confonde, li rende vulnerabili e insicuri, eppure desiderosi di dare un
significato alla loro vita e di trovare risposte ai loro tanti interrogativi e al loro malessere. Brancolando nel buio alla ricerca del sé e del proprio progetto di vita, spesso, purtroppo, imboccano strade senza ritorno … I più recenti studi, in effetti, evidenziano che l’essenza del disagio giovanile, con tutte le sue tragiche conseguenze, è proprio una crisi dei valori in cui identificarsi. Che cosa fare? Come intervenire? E’ evidente che gli adulti devono recuperare autorevolezza e attendibilità e a tal fine è necessario prendere coscienza delle tensioni giovanili, delle tante difficoltà che gli adolescenti incontrano. In tale ottica è indispensabile un progressivo rafforzamento del ruolo educativo delle tradizionali agenzie formative, quali famiglia e scuola, così com’è indispensabile il coinvolgimento sistematico sia degli enti amministratori, sia degli
enti promotori di cultura e formazione sul territorio. Interventi sulle famiglie per rafforzarne il ruolo educativo, per costruire nuclei sani sono indispensabili, così come interventi nel sociale, creando punti di aggregazione in cui i giovani possano dare voce alle loro potenzialità inespresse, alle loro energie represse: cinema, biblioteche, ludoteche, palestre, aree verdi, laboratori creativi. Interventi nella scuola sul disagio; la scuola, del resto, si è sempre fatta carico delle situazioni problematiche per decifrarle e fornire la risposta giusta in chiave didattica, educativa, formativa, psicopedagogica. Ma la scuola e la famiglia da sole non possono farcela! Occorre tessere una tela di raccordi e intese con Enti locali, ASL, agenzie educative e associazioni culturali per progettare un itinerario educativo basato sulla collaborazione interistituzionale e sull’integrazione delle competenze e delle energie di tutte le istituzioni che si occupano dei giovani. Dare una risposta mirata, efficace e sinergica ai bisogni giovanili, orientare i disorientati verso un approdo valoriale in cui incanalare la loro aggressività affinché non esploda in violenza verso se stessi e verso gli altri è ormai indispensabile! Che stiamo aspettando?
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12 EMILIA SENSALE Una vignetta comunica, emoziona, invita alla riflessione: lo sa bene Bruno Olivieri, cartoonist e fumettista, giornalista pubblicista e fotoreporter, che ha collaborato con editori e testate nazionali ed internazionali. Autore tra le altre cose delle strips del piccione Julius e delle avventure in chiave parodistica dello sgangherato eroe mascherato Il Kavaliere Oskuro, si è aggiudicato diversi riconoscimenti e in qualità di vignettista umorista di satira politica e di costume pubblica su varie testate online e cartacee. Come è nata la tua passione? “Fin dalla tenera età. I primi ricordi mi riportano all’epoca nella quale avevo poco più di tre anni e stavo sulle ginocchia di mio nonno che, tenendomi la mano che reggeva la penna, mi aiutava a disegnare vari oggetti sopra i fogli dei rotocalchi. Credo che da quel momento sia stato “amore” incondizionato. Successivamente, raggiunta l’età scolare e imparando a leggere, scoprivo che con i disegni si possono raccontare storie molto simili alle fiabe che mi raccontavano per farmi addormentare e, nemmeno dirlo, è scoccata la scintilla anche per il fumetto!” C’è un personaggio al quale sei più affezionato? “Senz’altro Paky, l’elefantino pasticcione che ho creato con lo sceneggiatore Fabrizio Lo Bianco. È stato praticamente il mio primo personaggio che pubblico ormai da molti anni sulle pagine del Giornalino, Edizioni San Paolo. Poi ne sono seguiti tanti altri, per i quali nutro naturalmente il più grande affetto possibile, di questi alcuni hanno molte caratteristiche contrastanti tra loro e da molti ho avuto altrettante soddisfazioni , ma per Paky avrò sempre un’attenzione particolare”. In che modo i social risultano importanti per il tuo lavoro? “Possono essere un ottimo strumento, ma come tutti gli strumenti la loro efficacia deriva dall’uso che se ne fa. Altrimenti rischiano di diventare deleteri non solo per gli altri, ma anche per se stessi. Personalmente curo e gestisco in prima persona i social ai quali sono iscritto, ma nonostante tutto non mi posso reputare un grande esperto in materia. Mi fermo al minimo sindacale ma, nonostante questo, devo dire che anche grazie ai social ho avuto varie occasioni di contatto e perfino lusinghiere affermazioni in campo professionale”. Quali sono le tue emozioni nel notare che il tuo lavoro viene condiviso e commentato?
“È tutto molto gratificante, ovviamente. Il contatto diretto con il pubblico è importante, nel caso di vignette di satira poi, alcune reazioni di certo pubblico aiutano a capire se una vignetta sia riuscita o meno; spesso molte reazioni negative ti fanno capire che sei sulla buona strada. Sono convinto infatti, che la missione della satira non sia quella di compiacere”. Qual è l’importanza della satira? “La satira è sempre stata uno strumento di critica nei confronti del potere e per questo è stata osteggiata dai potenti e oggetto di facili moralismi, molto spesso strumentali, al fine di limitarne le potenzialità e la libertà d’azione. Fortunatamente nel nostro Paese, che ha una grande tradizione di satira, la Costituzione ne garantisce il diritto e la Corte Costituzionale ne dà la seguente definizione giuridica: «È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di ‘castigare ridendo mores’, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene.». Personalmente aggiungerei che oltre l’aspetto comico del ridere, che non ritengo sempre necessario, la sua irriverenza debba anche far riflettere su situazioni e aspetti spesso amari che caratterizzano le cronache di ogni giorno”. In che modo la vita è una vignetta? “Nelle vignette di satira politica e di costume, si narrano molti aspetti della vita. Una buona satira secondo me deve mettere a nudo tutte le contraddizioni, le ipocrisie e le debolezze del genere umano; tutte componenti che caratterizzano la vita di ciascuno. Forse è anche per questo che alcune vignette, forse le più riuscite, scatenano le reazioni sdegnate di gran parte pubblico; spesso fare i conti con la cruda realtà messa a nudo in una vignetta e magari immedesimarsi nella situazione raccontata, non è sempre facile”. Cosa consiglieresti a un ragazzo che vuole seguire il tuo percorso? “Di questi tempi, di primo acchito avrei l’istinto di sconsigliarglielo. Poi, dato che credo che ognuno debba avere una possibilità, lo esorterei a rifletterci molto bene e se nonostante tutto egli perseverasse nelle sue intenzioni, dinnanzi a un suo eventuale insuccesso potrei sempre dirgli: ‘Beh, te l’avevo detto io!’”.
Bruno Olivieri: “Sono convinto che la missione della satira non sia quella di compiacere”
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DOMENICO BORRIELLO
Il giorno della Piedigrotta Barrese, l’unica grande festa di Napoli
L’ultima domenica di settembre, come da tradizione, Barra riabbraccia la sua festa. Nel noto quartiere partenopeo si tiene, infatti, l’unico rituale folkloristico del Comune di Napoli da quando la Piedigrotta ha subito i segni del tempo e un ridimensionamento troppo brusco. Strizzando l’occhio a quella che era l’altra festa di Napoli, i barresi ribattezzarono la propria “Festa dei Gigli” con il nome di “Piedigrotta Barrese”. Manifestazione importata intorno al 1822 da Nola, dove gli scaricatori di porto barresi si recavano per aiutare la popolazione locale nel trasporto delle imponenti macchine da festa. Una festa che, evidentemente, piacque così tanto da essere traslata nella periferia napoletana, anche se è opportuno sottolineare che all’epoca Barra era un comune a tutti gli effetti. L’ultima domenica di settembre è arrivata anche quest’anno e se guardate il calendario vi accorgerete che è oggi: domenica 30 settembre 2018. I gigli, strutture lignee di 25 metri con rivestimento in cartapesta, che saranno cullati a colpi di spalla dalle “paranze”, per quest’edizione, saranno ben dieci. Anche se figlia di Nola, la festa di Barra ha delle differenze significative con la “mamma”. Mentre nella città bruniana i gigli sono sempre 8 più una piccola Barca per ricordare il prodigio con cui San Paolino liberò tutti i nolani dalla schiavitù in Africa, a Barra aumentano o diminuiscono di anno in anno. A Nola, infatti, il regolamento prevede delle “corporazioni storiche”, mentre nel quartiere partenopeo possono formarsi più comitati all’interno dei rioni. Così, come detto, i comitati che hanno deciso di allestire un giglio quest’anno a Barra sono dieci e balleranno lungo un percorso ciclico, composto da una parte larga, ovvero corso Bruno Buozzi, e da una parte più stretta, ovvero corso Sirena. Quest’ultimo è, a tutti gli effetti, il luogo della competizione visto che, in rapida successione, le paranze dovranno affrontare più punti cruciali, dalla girata del Ciak si Gira fino a quella del Cosenza, senza dimenticare altri punti d’esibizione come la “Girata della Pescivendola”. A unire i due corsi ci sono altri due “insidiosi” punti, la “Scarpetta” che porterà le paranze dal largo allo stretto e le “Finestre” grazie a cui le paranze lasceranno alle spalle lo stretto per portarsi sul largo. A questi punti va aggiunta l’esibizione in Piazza De Franchis a cui le paranze si avvicenderanno a metà di Corso Buozzi. La caratteristica del percorso barrese, però, è che non tutte le paranze si esibiranno nei punti cruciali nello stesso ordine, infatti molto dipende dalla postazione di partenza. Ad esempio il primo giglio, l’Uragano Passo-Veloce, comincerà la sua ballata dal-
la parte finale di Corso Buozzi e, così, affronterà come primo punto d’esibizione la “Scarpetta”, quella che porta dal largo allo stretto. L’UPV, una volta giunto a Corso Sirena, si ritroverà davanti i “compaesani” della Gioventù Bruscianese, che invece hanno come numero progressivo il “dieci” e, differenze dell’UPV, faranno la “Scarpetta” alla fine della propria festa e non all’inizio. Questo perché il percorso barrese è “ciclico” ed essere primo non significa necessariamente fare per primo tutte le esibizioni, così come essere ultimo non significa necessariamente fare per ultimo tutte le esibizioni. Alle spalle del primo giglio, ad ogni modo, si accoderà una delle due paranze nolane presenti nella kermesse, l’Apocalisse. Questi ultimi entreranno sul Buozzi partendo da una delle arterie del corso, ovvero via Mercalli. L’attenzione dei “giglianti”, però, è riposta inevitabilmente sulla sfida che si verrà a creare dal terzo giglio. I Volontari Bruscianesi 1978 entreranno su Corso Buozzi e si posizioneranno davanti ai Volontari Nolani, mentre alle spalle di questi ultimi si accoderà l’Insuperabile Barrese. La Mondiale, appunto, non disterà molto dai “rivali” dell’Insuperabile, separata dai “rossoblu” solo dalla paranza “Amici Miei-’A Papera. Tutto ciò sempre su Corso Buozzi, visto che quest’anno i gigli avranno delle postazioni molto ravvicinate. Alle spalle de “La Mondiale”, invece, tornerà a ballare lungo le strade barresi un “giglio a quattro facce”. L’ultima volta fu cullato dalla nolana Stella nel 1994, mentre questa volta sarà la paranza barrese “Formidabile”, che così celebrerà il suo 35° anniversario. I riflettori, però, sono puntati sulla paranza casavatorese Spartani che comincerà la sua ballata dalle “Finestre”. Il popolo gigliante del comune a noi vicino non ha mai abbandonato le sue radici, fin troppo profonde e radicate. Così al fianco degli Spartani ci sarà un “sentimento di unità casavatorese”, con la Nuova Gioventù e la San Giovanni che non faranno mancare il proprio supporto ai cugini biancogranata. La voglia di fare bene della paranza casavatorese è sicuramente tanta, visto che “fuori paese” le paranze di Casavatore hanno sempre ben figurato. E con l’entusiasmo e l’amore per una festa secolare, che a Casavatore conta gli stessi anni dei Giochi Olimpici moderni (1896), è tutto sicuramente più facile. Uno scenario come quello della festa di Barra è poi, sicuramente, uno stimolo in più. Basta guardare i numeri per capire la portata dell’evento: 10 gigli, circa 3000 cullatori, oltre 20 cantanti e 10 divisioni musicali, composte ognuna da almeno 5 elementi. Senza dimenticare i tanti addetti ai lavori. Una festa immensa.
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14 Rita Giaquinto
Benvenuti Guagliù…nella storia e nell’arte di Napoli In occasione della celebrazione del 75° anniversario delle “Quattro giornate di Napoli” (settembre 1943 – settembre 2018), l’imponente Maschio Angioino ha ospitato, dal 24 al 29 settembre, in due delle sue splendide sale, Sala delle Armerie e Sala Vesevi, la quinta edizione del premio “Arte & Rivoluzione 2018”organizzata dall’Associazione CreativiAttivi, RivoluzionArt in collaborazione con la V^ municipalità del Comune di Napoli. In mostra ed in concorso, sono state presentate numerose opere artistiche, tra cui ha spiccato, per freschezza, vitalità e profondo senso del tema e della storia, la vignetta “Benvenuti Guagliù” dell’artista napoletano Antonio Sullo, in arte Anto. Laureato in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, è docente di Storia dell’Arte e Disegno e Arte e Immagine nelle scuole secondarie superiori. Le sue innumerevoli esperienze lo hanno portato a cimentarsi dalla grafica pubblicitaria all’illustrazione, dal disegno di stile, all’elaborazione digitale sino alla sati-
ra che trova, nelle sue vignette, la sua massima espressione. “Riso Amaro” ne è, infatti, una vivacissima raccolta edita da ilmiolibro.it, gruppo editoriale L’Espresso, con cui entrò in finale del primo contest “Il mio esordio a fumetti” Scuola Comics 2013. Ma numerosi
sono i concorsi nazionali ed internazionali a cui ha preso parte, così come numerose sono le sue collaborazioni con l’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Napoli che lo hanno voluto tra i protagonisti di alcune delle più importanti manifestazioni artistiche degli ultimi tempi : l’inaugurazione del centro giovanile “NAGIOJA” di Soccavo, la mostra a due “Sacro&Profano” al PAN con l’artista Rosa Borreale, l’apertura di un’asta al Museo Diocesano, l’evento “Arte&Moda” alla Galleria Borbonica, “Napoli è viva” nel cortile del Maschio Angioino che, in questa settimana, ancora una volta lo ha visto tra i suoi migliori protagonisti. Come ci racconterà lui stesso, Anto non ama spiegare le sue opere: le sue vignette vanno guardate e riguardate, e a distanza di minuti, di giorni, talvolta mesi, riguardandole, si scorge sempre un piccolissimo particolare, un tratto, una minuzia sfuggiti in precedenza ma che danno nuovo lustro e nuovo significato a ciò che stiamo ammirando. Ed è ciò che accadrà anche con l’ultimo suo lavoro
DOMENICA 30 SETTEMBRE 2018 “Benvenuti Guagliù” : una geometria perfettamente studiata, in cui mare, terra, cielo e paradiso trovano il giusto spazio ed una armoniosa simmetria. Incantevole il celestiale, divino benvenuto con cui Dio accoglie in cielo quegli “scugnizzi” che, settantacinque anni fa, con una rivolta hanno sacrificato per primi, insieme a tanti altri civili, senza esercito, la propria giovinezza, per contribuire alla libertà della propria terra. Ed è un Dio napoletano ad accoglierli, perché è con il nostro dialetto – lingua e linguaggio universale – che fa capire ai tre piccoli, grandi eroi che lì, finalmente, possono ritornare a pazzia’, a giocare, a fare tutto ciò che la guerra e la tirannia gli avevano negato. Qui, Napoli – sempre presente nelle opere di Anto – diventa sì, linguaggio universale ma anche coraggio universale – come lui stesso ci suggerisce – perché con le quattro giornate del ’43, Napoli, coraggiosamente, indicò all’Europa intera la strada per la libertà, dando un segnale importantissimo per la lotta della Resistenza contro l’occupazione nazifascista. Un eroico episodio unico nella storia. “Non dimentichiamolo mai…” ci dice Antonio. Un monito a ricordare sempre il nostro passato e le nostre radici, un monito accompagnato da altre riflessioni, la cui verve e spontaneità, con piacere, condividiamo con i nostri lettori: Parto proprio dalla tua ultima vignetta in mostra al Maschio Angioino: mi interessa quell’arcobaleno di colori, quasi a metà strada tra la terra ed il cielo, tra l’inferno della tirannia ed il paradiso. La fiamma della guerra che si trasforma nei colori, vivi ed accesi, della speranza. Non ami spiegare i tuoi lavori, ma ti chiedo se questa è una lettura fedele alle tue intenzioni, o avevi altro in mente e, soprattutto, nel cuore. Sì, non amo “spiegare” le mie vignette, bisogna entrarci dentro, studiarne i particolari e, a volte, gli innumerevoli particolari e significati nascosti (più o meno…). Vabbuò, doje ccose te dic’…L’arcobaleno è la Napoli di oggi, figlia del sacrificio dei “martiri” delle quattro giornate, è un arcobaleno, anche se, purtroppo, ancora con nuvole grigie che la circondano e di cui dobbiamo liberarci… E già, Napoli: il filo conduttore delle tue opere che si trasforma in un cordone ombelicale che tiene la tua arte – e te, come persona – stretta e ben salda alle tue radici; Napoli ed il suo atavico coraggio di liberarsi oggi, come settantacinque anni fa, dal nemico. Chi è oggi, secondo Anto, il nemico di questa città? Da chi dobbiamo liberarci? Da noi stessi in primis…Se non intuiamo quello che noi possiamo fare, singolarmente, per la nostra terra, andremo sem-
15 pre alla ricerca di colpevoli (che ci sono…) più o meno reali. Muoviamoci noi, così i “nemici” saranno più soli e più facilmente individuabili. “Arte & Rivoluzione”, il nome di quest’ultima kermesse a cui hai preso parte: la connotazione storica di questo connubio è immediata ma oggi, tu, che vivi e conosci il mondo dell’arte, che senso dai a questo incontro? L’arte ha sempre avuto una valenza sociale e politica o almeno per chi ha saputo “interpretarne” i messaggi. Io son cresciuto con i quadri di Honoré Daumier, uno dei più grandi satirici della storia, che attaccò senza paura i regimi del tempo, dedicando molti disegni anche a Napoli ed al periodo borbonico, non immune da colpe storiche… Tra chi genera arte e chi la fruisce credo si crei sempre una distanza, lecita, naturale, quasi ovvia, esattamente come quello spazio geometrico presente tra lo spettatore e l’opera. Credi che, in qualche modo, possa essere annullato questo spazio? Lo spazio si annulla nel momento in cui il fruitore “entra” nell’opera, in qualche modo ci si riconosce e riconosce il suo messaggio… Leggi, entra, vivi…. Ci sono tratti ricorrenti nelle tue vignette, come ad esempio il sole o i suoi raggi in schizzi. Quale elemento non mancherà mai in una tua vignetta? Certamente il sole, gioioso o triste, a seconda dell’accadimento che vado a raccontare. Antonio, in conclusione, la matita è un’arma o uno strumento? La matita può essere una spada, un fiore…e, certamente, “l’arma” più meravigliosa che ci sia per dire e fare, senza violenza, ma con garbo e durezza… Le quattro giornate valsero alla città di Napoli il conferimento della Medaglia d’oro al valore militare. Per non dimenticare, citiamo la motivazione: «Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un›impari lotta col secolare nemico, offriva alla Patria, nelle «Quattro Giornate» di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria». Noi conferiamo virtualmente una medaglia all’artista Antonio Sullo per il suo sguardo sempre attento ed appassionato a ciò che Napoli è stata ed a ciò che è. Senz’altro migliore, se a rappresentarla c’è un animo di tanto garbo e sapiente bravura!
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EMILIA SENSALE
23 fotografi in mostra dal 1 al 31 ottobre 2018 per raccontare ‘La spiritualità a Napoli’ Si terrà dal 1 al 31 ottobre 2018 la mostra ‘La spiritualità a Napoli’, fortemente voluta e promossa dal fotografo partenopeo Rosario Morisieri, grande appassionato delle tradizioni napoletane e dei tesori artistici e culturale del Centro Storico, vale a dire il quartiere dove lavora e organizza molte iniziative. La mostra sarà fruibile presso l’affascinante Cappella del Purgatorio, prestigiosa location nella chiesa di Piazza del Plebiscito a Napoli, e vede la partecipazione di 23 fotografi tra professionisti e appassionati: Francesca Sincero, Annunciata Romano, Vincenzo Zannini, Anna Pane, Michele De Filippo, Francesco Cilento, Giancarlo De Luca, Dino Perone, Maria Rosaria Scinti Roger, Vincenzo Evangelista, Marco Menduni, Alberto Spisso, Nicola Della Volpe, Ernesto Napolitano, Iana Salerni, Salvatore Elefante, Nicola Flauto, Elena Caporicci, Duminda Indrajith, Emilia Sensale,
Mariyan Lasantha, Emma Scapicchio, Leandro Felicioni. Il progetto, che gode del patrocinio morale del Comune di Napoli, “scruta e indaga ed espone la profonda essenza della spiritualità vissuta dalla città di Napoli - spiega Rosario Morisieri - tra tradizioni, partecipazione della popolazione ed esperienza dei luoghi, in un viaggio tra fascino dei particolari e rapporto tra colori e forme, dove ogni foto esprime il mondo interiore dell’autore fino a toccare la sua luce divina e quella dell’osservatore fino alla suprema interpretazione dello scatto”. L’inaugurazione è in programma il giorno 1 ottobre alle ore 18 e sarà introdotta da Luca Sorbo, docente di fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nell’ambito di tutta la manifestazione, inoltre, i visitatori oltre a godere della bellezza delle immagini potranno esprimere concretamente un gradimento per la foto preferita.
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18 BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
a cura della dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Dieta post-vacanze? Meglio ridurre le porzioni
Durante l’estate si sa, concedersi qualche vizio in più è normale e fa anche bene al buon umore. E’ altrettanto vero però che al rientro qualche chilo di troppo è quasi assicurato. Per correre ai ripari senza troppi sacrifici e tornare al giusto peso basta ridurre le porzioni. A confermarlo è Giuseppe Fatati, direttore della Fondazione Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica), secondo il quale “se come primo piatto consumiamo mezza porzione invece di una porzione intera, riusciamo a risparmiare tra le 200 e le 300 kilocalorie, pari a 20-30 minuti di nuoto”. Secondo un sondaggio dell’Osservatorio Nestlé, il 59% degli italiani in vacanza ha ecceduto con i cibi, mentre il 35% “ha dichiarato di mangiare in modo equilibrato una volta al giorno”. Per tornare in forma, prosegue Fatati, “è utile anche raddoppiare ad ogni pasto la quantità di fibre
(alimenti soprattutto verdi), ma senza raddoppiare i condimenti. E per non arrivare a sera con i morsi della fame, ci si può concedere, verso metà pomeriggio, un frutto e uno yogurt. Infine, un altro aiuto è quello di consumare i piatti preferiti in piatti di piccole dimensioni, come quelli da dessert. Secondo Carol Savage, dietologa nutrizionista per Nestlé Usa, “gli studi dimostrano che più grande è il piatto, più lo riempiamo con razioni abbondanti. E dato che tendiamo a finire la nostra porzione, mangiamo di più”. Si consiglia inoltre di fare attività fisica. Praticare molto sport e avere un buon metabolismo infatti sono due cose strettamente collegate: senza l’una non c’è neanche l’altra. soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Plos Medicine, condotto
dall’Università di Bristol. Alla ricerca hanno partecipato 1.826 persone ed è stata esaminata l’attività fisica in 3 diverse occasioni durante l’adolescenza (a 12, 14 e 15 anni). L’analisi ha confrontato la pressione sanguigna, la presenza di lipidi nel sangue, i fattori glicemici e i marcatori infiammatori. Gli studiosi hanno così scoperto che, in generale, un’attività sportiva totale più elevata è associata a livelli metabolici positivi, tra cui colesterolo
Ldl (quello ‘cattivo’) più basso, colesterolo Hdl (quello ‘buono’) più alto, trigliceridi e fattori infiammatori inferiori. “Non è mai troppo tardi per trarre beneficio dall’attività fisica” ma “dobbiamo rimuovere le barriere che rendono difficile fare sport. Mantenere il controllo è fondamentale. Il peso più elevato è di per sé una barriera al movimento”, ha spiegato Joshua Bell, ricercatrice dell’Università di Bristol.
TERESA D’ANGELO
“Che spettacoli al Bolivar”
Si è svolta il 21 settembre 2018 ,la conferenza stampa della nuova stagione teatrale 2018/2019, del teatro Bolivar a Materdei, nel cuore di Napoli.Un nuovo cartellone artistico ricco di spettacoli da Novembre a Maggio con la direzione artistica di Emilio Fede e con gli onori di casa della signora Romina De Luca. Tra le tante compagnie artistiche vedremo in scena ,la compagnia diretta da Dante Di Domenico ed Enzo Paudice, con uno spettacolo inedito è molto divertente, intitolato “Un incubo in cucina “che andrà in scena il 15/16/17 Marzo 2019, con la regia curata dallo stesso Di Domenico che porterà in scena l’attore protagonista Enzo Paudice affiancato da altri giovani e talentuosi attori, tra cui; Alberto Di Mauro,Teresa D’Angelo, Salvatore Marino, Ciro Chervino, Maria Straiano, Alessio Pierro, etc.La commedia
sarà svolta in 2 atti, dove alla base di tutto, c’è il vero piacere della vita, il cibo!. Ma con Enzo ai fornelli sarà un vero incubo!Un giovane apprendista chef si presenterà alla cucina dello chef pluristellato “Antonio Caganocciuolo”in un vortice di gag e ricette strampalate.Quindi ne vedrete delle belle seguendo tutti gli spettacoli,perché il divertimento sarà assicurato. Un Emilio Fede molto positivo e felice dell’incarico accettato è molto onorato di dirigere la cultura di Napoli che si esprime attraverso il palcoscenico, gli artisti,ma soprattutto tra la gente comune, perché l’arte deve costituire un’importante timone per dirigere la bella Partenope.
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ROSA DAVIDE
a cura della dott.ssa Rosa Davide
L’autunno è arrivato: come rafforzare le difese immunitarie
Come tutti gli anni si avvicina la temuta stagione fredda e con essa aumenta la possibilità di ammalarsi, soprattutto per i bambini e gli anziani. Le patologie influenzali e parainfluenzali colpiscono principalmente nel periodo autunno-inverno, solitamente tra novembre e marzo, con picchi più elevati nei mesi di dicembre e gennaio. I fastidiosi sintomi compaiono all’abbassarsi delle temperature e cresce sempre di più la paura di contrarre infezioni. Per ammalarsi il meno possibile durante l’anno occorre agire prima possibile, a partire dal mese di settembre. E’ necessario correre ai ripari e far si che il nostro sistema immunitario sia in grado di fronteggiare il maggior numero di minacce per la salute. Perché prevenire è meglio che curare. Lo scopo della prevenzione è quello di ricorrere nel periodo invernale il meno possibile all’uso dei farmaci classici quali paracetamolo e antibiotici (che andrebbero utilizzati con cautela solo in caso di complicanze di origine batterica). Aumentare le difese è un obbiettivo prioritario, che non può essere ulteriormente rimandato. È questo il periodo utile per iniziare un trattamento farmacologico preventivo, utile a rafforzare le difese immunitarie. Gli immunostimolanti sono farmaci considerati in grado di stimolare e rafforzare il sistema immunitario. In commercio ci sono alcuni medicinali che contengono antigeni batterici (frammenti di batteri) che, assunti da un soggetto sano, dovrebbero sollecitare la produzione di anticorpi, utili a combattere il batterio vero e proprio nel caso di aggressione all’organismo,
proprio in base al principio d’azione caratteristico dei vaccini. Di solito, questi medicinali vengono prescritti dal medico per prevenire infezioni otorinolaringoiatriche (come la tonsillite, l’otite e la faringite) e bronchitiche (quali la bronchite e l’asma bronchiale) recidivanti, soprattutto nei bambini e negli anziani, ritenuti particolarmente “fragili”. La cura preventiva consiste generalmente nella somministrazione del farmaco immunostimolante fin dall’inizio dell’autunno. La posologia consigliata è di una compressa al giorno per dieci giorni al mese, per un totale di trenta giorni in tre mesi. Il ricorso agli immunostimolanti nei bambini è sostenuto da una buona parte dei medici e dei pediatri anche se, a tale riguardo, è in atto da tempo un intenso dibattito. Le ragioni del sì a questi farmaci si fondano soprattutto sull’elevata incidenza delle infezioni delle vie respiratorie di origine batterica. I primi anni di frequentazione delle comunità (asilo nido e scuola materna) sono i più difficili: il bambino piccolo, viene esposto a un alto rischio di contagio. Gli effetti collaterali associati a questi medicinali sono in genere leggeri e comunque transitori. Per chi vuole invece ricorrere a dei rimedi del tutto naturali, sono in vendita libera in farmacia prodotti a base di Echinacea, Propoli, Rosa Canina, Sambuco, Astragalo e Vitamina C, anche sotto forma di opercoli o sciroppi. Si consigliano venti giorni di terapia, con un’ interruzione di dieci giorni e per un periodo di almeno tre mesi. Per chiedere consiglio alla farmacista scrivici a casoriadue@libero.it
Vergogna a Casoria! Delle folate di vento sono riuscite ad abbattere uno dei tabelloni pubblicitari di via Padula, strada interessata dal passaggio di macchine e pedoni. Tragedia sfiorata solo grazie alla fortunata coincidenza che non ha visto transitare nessuno, né in macchina né a piedi, nel momento della caduta. Si può mai vivere di coincidenze fortunate per dribblare le incapacità istituzionali legate alla mancanza totale di manutenzione?
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Marylon Longobardi Piacevole novità per la letteratura didattica dei bambini
“La Scuola allo specchio” - Un cesto di parole allegre come il sole Raccolta attuale e moderna di filastrocche dei maestri di scuola primaria: Marylon (Maria Rosaria Longobardi) e Massimo De Mellis. L’opera parla, in modo vivace e spassoso, di lavagne tradizionali e multimediali; della penna e della tastiera; dell’alunno di ieri e di quello odierno e tecnologico, degli insegnanti e di altre caratteristiche della scuola viste nel divenire del tempo. Questa originale e attuale opera è stata più volte approfondita da attenti “osservatori”, appassionati e sensibili al mondo dei testi fantasiosi che piacciono tanto ai bambini, avvezzi all’analisi ed alla decodificazione della lingua italiana nei suoi aspetti più simbolici e metaforici. E’ qui ora commentata ed analizzata da Nunzia Melluso, napoletana, estimatrice della letteratura, che ha ricevuto la sua impronta culturale nel noto e storico “VII Istituto Magistrale” della città di Napoli, oggi Liceo “Don Milani”. Dell’opera in argomento, Efrem Buonvecchi, a cui non sfugge la valenza polisemica e allusiva della parola, grazie anche alla buona conoscenza del greco e del latino, ha già espresso l’auspicio che le parole dei testi “possano far riflettere, … realizzare”, attraverso un discorso piacevole e leggero, “il primo intento, nobile e ben riuscito, dell’opera: valorizzare l’importanza della scuola e al contempo far dare il massimo ai ragazzi”. Continua Efrem: “Una sapiente illustrazione di Donatella Mormile apre questa opera che potremmo definire breve ma efficace. La scuola si guarda allo specchio nelle vesti di un alunno, un ragazzo che ritrova ‘la storia’, ed è contento.” Nunzia Melluso si sofferma, quindi, adesso sulla funzione e sull’utilità ludica e didattica della “filastrocca”, dando un’eco squillante, con le sue - a tratti - giocose parole, ai versi della silloge “La scuola allo specchio”. Ma sentiamo proprio
le sue dirette parole di commento. “Chi non ha recitato da piccolo (o insegnato ai propri bambini) una filastrocca?” Apre Nunzia. “Certe, le ricordiamo ancora oggi a distanza di anni, appunto esse stimolano e allenano la memoria. Già nei primi mesi di vita, non è necessario che il piccolo sappia parlare. La filastrocca viene recitata con un determinato ritmo, ma può essere anche cantata, è costituita da testi brevi, parole ripetute più volte, da una sintassi semplice e spesso Insomma: il ritmo, il suono familiare, l’intonazione e la memoria sviluppano la capacità cognitiva del bambino, lo abituano all’uso del linguaggio e lo aiutano a formulare prima le sue parole. Poi in età scolastica le filastrocche, oltre che a divertire e dare musicalità alle parole, sono spesso pratiche, didattiche ed educative, facendo si, che i bambini entrino in contatto con le prime forme di comunicazione, alimentando la loro creatività e fantasia, sia per far imparare un concetto o una nozione in modo semplice. Ecco: meglio ancora, se poi a comporle sono due insegnanti capaci, bravissimi come Maria Rosaria Longobardi detta Marylon, che solo a vederla e sentirla incanta con la sua voce argentina come l’acqua che scorre, quasi da sembrare una fatina, e Massimo De Mellis, il mio esimio e dolcissimo compagno di scuola che dà l’idea di un maghetto. Infatti hanno composto insieme una serie di filastrocche sulla scuola, con parole scintillanti, colorate e ricche di musica dal titolo ‘La scuola allo specchio’, che io trovo fantastiche!”. Dopo queste splendide riflessioni, non ci resta che acquisire con il download e gustare, con tutta tranquillità, questa inconsueta, moderna e suggestiva raccolta poetica dei maestri Marylon e Massimo.
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onau u B a l l e Anton
Auguri a te “raggio di sole” che riscaldi il mio cuore con amore e tanta dolcezza. Felice Compleanno. Tuo marito Augurissimi
2 ottobre 2018
Angela Farina, Angela Manco, Angela Buonaurio, Angelo Giustino Augurissimi
Amore mio A Giovanni Dolcezza la persona migliore della mia vita, che tu possa non perdere mai la tua allegria, il tuo sorriso ed il tuo meraviglioso amore per la vita, che mi ha fatto innamorare di te.
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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