DOMENICA 16 APRILE 2017
Settimanale di Informazione
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ANNO XVI - N° 16 - DOMENICA 16 APRILE 2017
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DOMENICA 16 APRILE 2017
DOMENICA 16 APRILE 2017
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l’editoriale di Nando Troise “Buona Pasqua al malaffare, all’illegalità, alle cosche mafiose, alle bande criminali, ai maneggioni ed ai ladroni. Buona Pasqua ai commercianti abusivi, agli alloggi abusivi, ai baristi senza licenza, ai mercatari insolventi” e poi……. : buona Pasqua ai nostri ricordi: all’asilo nel magnifico palazzo delle Suore Stigmatine, in via Cavour, la strada dello zig zag, dedicato ad Anna Lapini, abbattuto per far nascere il solito ed anonimo fabbricato per “civili abitazioni”. Agli amici di infanzia. Quel palazzo non c’è più! Resistono, per fortuna, il vicolo di Santo Lione, la Cappella del Carmine, il monumento al nostro Santo Ludovico da Casoria. Buona Pasqua ai precari: Lsu, Lpu, ecc. Casoria è Città borghese e clericale. Mancano sia le destre che le sinistre. Non c’è né Forza Nuova né Alternativa Sociale né, tantomeno, i disubbidienti, i no global, i movimenti studenteschi. Non c’è più il Movimento Sociale né tantomeno Rifondazione Comunista e neanche Sinistra Critica. Buona Pasqua ai ragazzi di Terranostra occupata. Per il resto è solo una gran marmellata di moderati. Anzi, di una classe, la borghesia, che difende i suoi privilegi spartendosi il pubblico denaro ed un “popolo misero che un nome non ha” che inventa ogni giorno un modo per sopravvivere. Una Città, Casoria, estranea a se stessa, dove la borghesia, aiutata anche dalla Chiesa, quella Cattolica, ha le redini del potere, esercitato non dai migliori ma dai più avidi e prepotenti: una Città che, per avere troppi problemi, non ne risolve
mai nessuno, dove il “problema vero è sempre un altro, che altri dovrebbero risolvere”, dove le regole valgono solo per gli altri. Casoria è segnata dalla storia della mancanza e debolezza di una classe dirigente e di una classe politica incapace di perseguire il bene comune. Adesso, è talmente facile demoralizzarsi, specie per chi odia imbroglioni, ladroni, maneggioni, che si ha l’impressione che il perseguimento del bene comune non è più possibile né desiderato. L’augurio di questa Pasqua è di avere la forza di non desiderare “terre più amiche” o di “fuire, scappare”. “Buona Pasqua a chi ha ridotto via Santa Croce, la strada dove passavano le intelligenze dei nostri avi, in un ammasso di macerie e di nuovi e brutti fabbricati”. “Buona Pasqua a chi da anni non va al posto di lavoro”; “Buona Pasqua ai “parolani” del Mercato Ortofrutticolo”; “Buona Pasqua a Casoria Ambiente”; “Buona Pasqua all’Ospedale di Casoria ed a quello di Frattamaggiore”. Buona Pasqua al Dr. Domenico Maglione, direttore sanitario fino al 1 marzo scorso, per i tanti meriti che gli riconosco nel rendere quella clinica un presidio ospedaliero eccellente. “Buona Pasqua a tutti i dipendenti del Comune di Casoria, alla Commissione Trattante ed alla “triplice sindacale”. “Buona Pasqua ai Dirigenti del Comune di Casoria”. Buona Pasqua agli autoarticolati della Ferriera (ADS). continua a pag. 4
v.le Europa, 1
4 SEGUE da pag. 3
Buona Pasqua ai Magistrati che indagano sulla Città di Casoria; dall’operazione Queen (dedicata all’Arch. La Regina), alla procura contabile sul danno erariale, all’isola ecologica. Buona Pasqua al Segretario Generale Dott. Pasquale Monea, che dal 10 aprile ha lasciato Casoria per passare al Comune di Portici. Buona Pasqua all’Amministrazione Comunale. Buona Pasqua al Sindaco Pasquale Fuccio, alla D.ssa Maria De Rosa, a Fabio Esposito, all’Arch. Pietro D’Anna. Buona Pasqua a Giulio Russo, Marianna Riccardi, Stella Cassettino, Antonio Ricciardi. L’Amministrazione Comunale ha trovato un Comune in zona fallimento ed ha chiesto a Maria De Rosa, donna di conti e di leggi, di pilotare la salvezza economica di Casoria. Sei milioni di euro di sentenze passate in giudicato oltre a tanti altri milioni maturati all’interno sia del Consorzio Cimiteriale che di alcuni Settori del Comune di Casoria. L’Ente Locale, la res publica, il Municipio, il Comune, il polmone finanziario della Città è stato sempre al centro dell’attenzione dei cittadini. Nella gestione della cosa pubblica ci sono profonde radici dove si annidano gli interessi dei cittadini. Questo è il motivo che è simbolo di critiche e contestazioni, causa uno sporco e demagogico gioco politico – sindacale. Intrecci politici e sociologici dimostrano ciò che è più di una posizione. I cittadini, e non solo, scelgono sempre chi vince e quelli dei quartieri più poveri hanno persino dimenticato i rancori di classe: il Sindaco, secondo l’immaginario collettivo, è il benefattore che dovrebbe regalare felicità. Il Comune, invece, fa soffrire, non piace, non garantisce scenari felici e deve farsi i conti in tasca. Confusi e delusi, i cittadini contestano. I più dissennati scendono in piazza: la preoccupazione dell’eliminazione del loro posto di precario, quello del controllo delle strisce blu, del trasporto interno e della manutenzione scolastica ed anche dell’assistentato materiale ai disabili. Cori di critiche si sono subito levati. Il nostro ambiente ama queste esercitazioni sul campo. Sta cambiando il tessuto del Paese, la crisi economica ci angustia, l’incertezza politica preoccupa, i vecchi valori sono stati cancellati o sono in via di revisione. Come facevano a pensare quelli di alcuni mesi fa, quelli che si dimisero in 13 dal Notaio, ad un perenne Eldorado, di crisi appena accennata? Persone che insieme ai propri ruffiani hanno illuso, come in passato, i cittadini. Continua il gioco della grande illusione. Quante carriere, in un passato così lontano e così recente, sono state costruite con l’aiuto della politica? E quante fortune economiche? Tutte sulle spalle dei cittadini, gli unici sempre presenti al botteghino. Per anni in tanti sono stati educati alla filosofia che tutto è permesso. Ora la realtà è diversa. Ora che gli scandali sono venuti fuori, oggi che monta la rabbia sociale per un Paese ridotto sul lastrico dai ladroni e dai maneggioni, ai cittadini annebbiati dall’oppio della propaganda elettorale di politicanti scadenti e incolti, chiediamo, improvvisamente, di capire il momento, di cambiare filosofia, di scordare tutto quello che per anni hanno visto e sentito. Se non si adeguano e si ribellano, magari non votando “ il padrino politico”, li insultiamo. La colpa è loro? Dei cittadini? E’ colpa dei cittadini se non vedono le lamiere in via Brindisi; se non vedono l’amianto in via San Benedetto ed in via Calvanese; se non vedono il furto di rame che spegne l’illuminazione pubblica sulla Circumvallazione Esterna? E’ colpa dei cittadini se comprano case dove devono essere costruiti uffici? Auguriamo all’Amministrazione Comunale di risolvere i problemi ancora in piedi, non risolti dalle vecchie amministrazioni. Buona Pasqua!
DOMENICA 16 APRILE 2017 ANNA AMBROSIO
CITTA’ DA SCOPRIRE: QUANDO CASORIA SCONFISSE LA GRANDE PESTE
Casoria. Città mistica e misteriosa, fin dalle origini incerte del suo nome comparso per la prima volta in alcuni documenti del 952, in riferimento, forse, alla fertilità delle sue terre o al suo Santo protettore, San Mauro. Antico villaggio agricolo, sviluppatosi già nel III secolo avanti Cristo, raggiunge il suo pieno sviluppo grazie ai monaci benedettini di San Gregorio Armeno. La matrice religiosa per l’origine della città è evidente e non è caso dunque se oggi Casoria raccolga sul suo territorio un patrimonio artistico-religioso di notevole importanza, caduto tuttavia negli anni nel dimenticatoio surclassato dall’ingombrante processo di urbanizzazione e crisi politica che hanno reso Casoria una delle tante province disastrate della periferia di Napoli Nord. Il viaggio alla scoperta della città è un viaggio che parte delle tante chiese distribuite sul territorio, ricche di storie e testimonianze che raccontano non solo dei nomi di illustri religiosi che la città ha consegnato alla chiesa di Roma ma anche delle tante crisi che Casoria ha superato con sofferenza, guidata sempre da un forte spirito di devozione. Ne è esempio l’antica cappella di San Rocco, la cui costruzione racconta storie di morte, disperazione e rinascita. Nella primavera del 1656, infatti, la più terribile epidemia di peste colpì Napoli diffondendosi a macchia d’olio anche nelle province limitrofe. “A dì 4 di Giugno 1656 cominciò nello Casale di Casoria il male” Ne si trova testimonianza nei Libri dei defunti (vol. II foglio 83) della chiesa di San Mauro, in cui l’avvento della malattia viene racconto così. “spero fermamente nella Misericordia de Dio, mediante l’intercessione della Sua Madre, ac di S. Mauro ac del l’altri Santi, habbia a finir ben presto, ac no passar più avante Pentecoste”. Nonostante le invocazioni, le condizioni igieniche erano precarie e la peste, che imperversò in città per circa sei mesi, trovò terreno fertile dimezzando la popolazione e riducendo i Casoriani allo strenuo delle forze. Ai primi di Luglio, dopo appena un mese dal suo avvento, la peste iniziò a mietere vittime anche fra i sacerdoti, guide spirituali dei cittadini, che a stretto contatto con gli ammalati finirono per essere contagiati. Tra le memorie si ricorda Angelo Vergara, parroco di San Mauro, così come Don Attanasio Pisa, suo successore colpito dalla stessa sorte. Soli e senza rimedio i casoriani decisero di affidarsi al cielo, erigendo una cappella dedicata a San Rocco e San Sebastiano. La cappella fu costruita a spese del comune (allora definito Universitas) e dei cittadini che ritrovarono così anche un luogo incontaminato in cui riunirsi per pregare. Sita nella piazza del comune, l’antica cappella viene però abbattuta nel secondo dopo guerra e ricostruita nel 1949 nello spazio antistante l’attuale Sala Consiliare del comune di Casoria. Pericolante, venne abbattuta con il sisma dell’80 e ad oggi l’unica testimonianza supersite è l’antico altare secentesco da cui venne celebrata, a partire dal 16 agosto di quel lontano 1656 la ricorrenza di San Rocco a cui numerosi devoti portarono offerte e doni in segni di ringraziamento per lo scampato pericolo. Ad oggi, la ricorrenza di San Rocco resta unica nel suo genere poiché racconta la storia di un Santo ricordato come come il Santo della peste per eccellenza, titolare di un luogo di culto con specifica relazione alla sue doti miracolose.
DOMENICA 16 APRILE 2017
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EMILIA SENSALE
Luigi Primitivo: “Casoria è una terrazza con i fiori che si affaccia su Napoli” Cogliere le potenzialità di una città e divulgarle è importantissimo, è un atto d’amore. Lo sa bene la famiglia Primitivo che con entusiasmo e maestria accoglie ogni giorno tanti turisti a Casoria nell’Hotel Business e il giovane Luigi, classe 1990, crede molto nel turismo e la città ha molto da offrire. Cosa rappresenta per te Casoria? “Siamo una terrazza con i fiori che si affaccia su Napoli. Casoria si affaccia sulla città senza averne il caos e le imperfezioni. Abbiamo spazi verdi, slarghi da sfruttare, luoghi dismessi ancora da rimettere pienamente a nuovo e ci sono tanti progetti in corso, mentre già si parla di poli di attrazione di natura accademica e professionale che si apriranno in zona e sono numerosi gli eventi organizzati in città”. Cosa significa portare avanti un’attività in territorio casoriano? “Casoria è una città viva, da sempre. Ci regala la possibilità di interfacciarci a un pubblico vasto. Le potenzialità del nostro territorio sono tante e ci permette di affacciarci al mondo del lavoro, del turismo, dell’intrattenimento e dell’accoglienza a trecentosessanta gradi. Ci limita nel far star bene l’ospite il fatto che Casoria ancora non abbia metabolizzato la sua essenza, è una città che deve essere orgogliosa di se stessa. Casoria è una città che ha Santi e Beati, bisogna creare un percorso fatto anche di collaborazione con le autorità competenti per far sì che i visitatori abbiano la possibilità di vederla e di capirla e poi di rivisitarla. Non bisogna dimenticare che per Casoria passano migliaia di persone ogni giorno, è un prezioso territorio di passaggio e non solo di sosta”. Al di là dell’impegno delle istituzioni, cosa possono fare i cittadini affinché le potenzialità di Casoria possano diventare realtà concrete? “Il singolo cittadino nella consapevolezza di se stesso e della sua città, non può far altro che comportarsi civilmente, nel rispetto delle regole che ci insegnavano a scuola in educazione civica. Su quelle regole bisogna regalare un sorriso, un attimo di disponibilità a colui che arriva in città. Il cittadino deve essere pronto a
ricevere e non ad allontanare chi arriva in città”. Casoria e Napoli sono poi ben collegate…. “A differenza di ciò che si può pensare, sono collegate benissimo. La stazione dei treni lavora benissimo, ti porta a Napoli in pochi minuti ed è collegata ad altre città come Caserta, ti porta fuori la Reggia di Caserta che è un’opportunità meravigliosa. La stazione ha treni per lo più puntuali e non tutti conoscono la sua efficienza. Noi poi diamo una navetta ai clienti a titolo gratuito da e per la stazione e da e per l’aeroporto”. Cosa rappresenta dunque il turismo? “Il turismo è il petrolio non solo di Casoria, ma dell’Italia. Ogni singola città, anche le più piccole, devono essere organizzate e pronte a ricevere i visitatori. Napoli e Casoria dopotutto non sono lontane, anzi, e il centro della città può essere vissuto anche avendo come base una zona decentrata ma piena di risorse. Il turismo poi merita servizi all’avanguardia e la mia famiglia ha portato molte novità a Casoria”. Cosa ti inorgoglisce di più? “Noi portiamo turisti tutti i giorni, a Casoria ogni giorno porto minimo una ventina di turisti da ogni parte del mondo. Lo faccio con un’accurata visione dei prezzi e coccolando i visitatori con una scrupolosa accoglienza alla quale segue l’attenzione alle loro esigenze. Siamo nati a Casoria come entità tale che ci ha permesso di formulare ciò che abbiamo costruito, la mia famiglia ha venti anni di esperienza nel settore”. Casoria ha molto da offrire per il futuro dei giovani, che a loro volta possono dare molto alla città per il suo avvenire? “Se i giovani di oggi si preparano per cogliere al volo i colori dell’arcobaleno, i colori si fanno catturare. Bisogna solo tenere gli occhi aperti, senza farsi offuscare. Colori da cogliere e da accudire affinché siano sempre più brillanti. Non è facile avere le cose, non sono su un piatto d’argento, bisogna prenderle con le proprie mani e Casoria dà e offre molto. Molti giovani offrono forze ed energie anche in politica, la città è stata sempre condotta da grandi persone e ha tantissime potenzialità”.
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6 AVV. DIANA SANTUCCI
Polizio si confessa a CasoriaDue “Siamo alla paranoia ed alla schizofrenia e All’azione amministrativa che si ripercuote sulla collettività”
Polizio, in occasione dell’intervista rilasciata al Direttore di Casoriadue, Nando Troise, ha commentato lo scempio edilizio che avvenne a Casoria nel periodo luglio – agosto del 1968 con il rilascio di 360 licenze edilizie, tutte uguali e tutte con piano terra e sei piani superiori. La risposta fu tempestiva: esposti e ricorsi dettagliati e firmati, determinando l’annullamento di quasi tutte le licenze edilizie rilasciate con provvedimenti della struttura regionale dell’epoca. Per evitare di esaminare gli annullamenti, i socialisti apprestarono ad un’amministrazione con i comunisti. Durante il passaggio dalla gestione commissariale al governo di sinistra vennero edificati e cementificati, quindi realizzati dei manufatti, spesso in contrasto con gli stessi progetti presentati ed approvati nonché non osservanti delle decisioni della Sezione Urbanistica Regionale. “L’amministrazione di sinistra – precisa Polizio - acconsentì e favorì interventi di recupero ad iniziativa di privati (atto n.200 del 26 giugno 1992). Era più comodo per la sinistra ed i verdi scatenare la gazzarra contro il tetto termico di Polizio piuttosto che avanzare denunce contro le speculazioni edilizie selvagge. E così hanno fatto nel 1998 e nel 2003. E’ prevalsa la logica di seguire le richieste dei privati per le lottizzazioni contro chi proponeva l’adozione degli strumenti urbanistici”. Dunque, è palese la via preferenziale riconosciuta ai privati in danno della collettività: Dia e Superdia senza controlli, interventi di recupero da parte dei privati senza un disegno preciso della Città; abusivismo con controlli successivi spesso inutili ed in ritardo. La scelta di preferire l’interesse privato non ha portato altro che conseguenze negative per la collettività: crolli, voragini, costruzioni senza regole che danneggiano
Francesco Polizio (Casoria, 12 novembre 1940) è un politico ed avvocato, Sindaco negli anni 1977 – 1980 e dominatore della scena politica negli anni successivi fino al 1991, Consigliere ed Assessore Regionale e Deputato alla Camera nella XI Legislatura eletto nel collegio di Napoli-Caserta. Nei primi anni 90 è stato al centro della scena politica, subendo una “guerra intestina nella DC” da parte dei dorotei del Centro Don Luigi Sturzo ed anche da parte dell’allora segretario nazionale della DC, Ciriaco De Mita. il territorio. Questo avveniva negli anni 80 ed ancora oggi i cittadini casoriani ne stanno pagando le conseguenze. Nelle ultime amministrative, quelle del 2016, Polizio ha sostenuto la candidatura dell’attuale Sindaco Pasquale Fuccio ed anche l’attuale Presidente del Consiglio
Comunale Nicola Laezza; in particolare, in merito alle variazioni di bilancio – esercizio finanziario 2016/2018, ha evidenziato di come sia “singolare il modo di procedere della nuova amministrazione nella gestione finanziaria del Comune. Regna la massima confusione – prosegue Polizio - e gli atti predisposti nel consesso civico sono frutto di improvvisazione ed incapacità gestionale. E’ inutile ripetere la lezione sulla formazione degli atti perché esiste una idiosincrasia a rispettare la normativa vigente in materia di documenti contabili. Hanno fatto bene alcuni consiglieri comunali dell’opposizione ed in particolare la Vignati ad evidenziare le anomalie del procedimento e la carenza di giustificazioni per legittimare l’operato degli amministratori e dei dirigenti. Prendere atto: che il Comune è stato sanzionato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per un milione di euro; che esistono debiti fuori bilancio per sentenze divenute definitive con condanne che ammontano ad un milione e trecento mila euro; che gli incassi per la riscossione della TARSU ora TARI si attestano al 37% a fronte della spesa al 100% ; che non si introitano i fitti attivi mentre puntualmente si pagano i fitti passivi; che si spendono 700 mila euro per il PUC e resta ancora un miraggio l’iter per la sua approvazione; ed immaginare per la fine dell’anno un introito di 5 milioni di euro, significa non conoscere l’abc della pubblica amministrazione. Se quanto emerso nel dibattito consiliare non trova successive rispondenze nell’attivazione delle azioni di responsabilità conseguente siamo alla paranoia ed alla schizofrenia dell’azione amministrativa che si ripercuote sulla collettività che ha meno servizi e quei pochi che ci sono risultano sempre più scadenti”.
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ANTONIO VALENTI
Pasqua con Alan De Luca: vi aspetto a teatro per Sabato, Domenica e Lunedì Più che un successo fu un boom: TeleGaribaldi, storico programma delle televisioni libere locali poi,sulla scia di tanto successo e con gli stessi personaggi gli spettacoli teatrali Natale in casa Bassolindo prima e Spasso dopo spasso in casa Bassolindo l’anno dopo che registrarono una lunghissima serie di sold out. I personaggi diventarono famosissimi: Marittiello il drogato interpretato da Michele Caputo col suo tormentone “Tenisseve ciento lire”; Aniello Guardascione l’impresario imbroglione o il professore Pacifico di Torre Annunziata ogni mattina imbottigliato nel traffico di via Marina; Ciruzzo Tozzi con la sua canzone Nunzia. Perché la rinuncia viene da chiedersi ancora oggi a distanza da tanti anni? “Per la voglia di crescere alcune cose, anche se funzionano, a un certo momento vanno lasciate per cercare nuove strade. Dopo io ho fatto cinema e teatro e Lino programmi da solo, ha puntato molto sulle imitazioni e sul sociale”. A spiegare, senza rimpianti la fine del programma, poi continuato da altri conduttori, è Alan De Luca, che si racconta spassionatamente ai nostri lettori. Un battesimo teatrale un poco particolare il tuo dalle nostre parti, vero Alan? “Ho cominciato facendo l’animatore nei villaggi mestiere che mi divertiva molto”. Lasciati i villaggi si passa al classico, DJ in varie radio napoletane tra cui Radio Kiss Kiss,poi si si passa alla parodia del primo Nino D’Angelo, quello col caschetto biondo e poi fa capolinea la vena imprenditoriale con una sala all’epoca molto rinomata come il Flag a Napoli in via Costantinopoli. “In quel periodo facevo il tamarro e la parodia di Nino D’Angelo; il Flag l’ho gestito per due anni poi, per i tanti impegni anche a livello nazionale, lasciai la gestione”. Il dopo TeleGaribaldi immediato furono
la partecipazione alla trasmissione di Rai 2 La posta del cuore con Sabina Guzzanti e la ripresa del duo con Lino D’Angiò sull’emittente Tele Napoli Canale 34 con la trasmissione Avanzi popolo. Artisticamente sei eclettico come pochi: attore, comico, trasformista, presentatore televisivo oltre che DJ come già detto. Ma tu come ti definiresti? “Mi sento un artigiano dello spettacolo, un operaio, e vivo con tanta voglia di farlo . Mi piace molto il palco e fare cinema, la televisione mi piace di meno perché non mi sento a mio agio, mi manca il contatto con il pubblico”. Come Benedetto Casillo ed Enzo Gragnaniello, che lasciarono il “posto” al Comune di Napoli, anche tu lasciasti il “posto” sicuro”. Mai rimpianti per la scelta fatta? “Assolutamente no, io ero impiegato al Comune di Casoria ed ho lasciato senza mai pentirmi; qualche volta, sposato e con figli, può capitare qualche attimo di rimpianto, solo qualche momento e basta”. Anche il cinema ti ha visto spesso protagonista ultimamente. “Ho fatto dei camei in “Troppo napoletano” e qualche altro film, mi piace lavorare con registi giovani; in televisione ho fatto il “Sindaco Pescatore”, con Sergio Castellitto. E’ la storia di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso” Dopo il Flag di cui già detto hai gestito altri locali? “Il Bruttini a Napoli a Port’Alba che non esiste più ormai da una quindicina di anni e attualmente il Teatro dei Lazzari Felici come ho ribattezzato il Piccolo Teatro dell’Aiuto nel Centro storico di Na-
poli, nelle adiacenze di Piazza Santa Maria La Nova e a pochi passi da via Pino Daniele e dalla casa in cui il nostro Pino viveva con la zia; è un locale di 50 posti, con prezzi popolari, c’è anche la degustazione di piatti tipici napoletani, buon vino e dessert; puoi assistere a spettacoli con attori di livello, quest’anno ci sono stati Lino D’Angiò, Rosalia Porcaro, Elena Vittorini e tanti altri. Inoltre curo dei Laboratori Teatrali gratuiti per le classi meno abbienti, per dare a tutti la possibilità di avvicinarsi all’arte in una chiave di approccio sociale ed educativo, così come i prezzi sempre popolari. Quest’anno chiudo a maggio” Anche in televisione si è riformato il sodalizio con Lino D’Angiò. “Siamo ritornati sull’emittente Pienne canale 17 con lo spettacolo “Made in China”, sulla falsariga di Tele Garibaldi, ma per immaginare come staremmo “Sotto ai cinesi, ovviamente c’è il videocitofono e a “bussare” sono già venuti il sindaco Luigi De Magistris e il Cardinale Crescenzio Sepe. Ci saranno personaggi vecchi come il professore Pacifico; Lino proporrà le imitazioni di Sarri, De Laurentis e anche di Maurizio De Giovanni ormai ospite abituale di trasmissioni sportive; io come personaggio nuovo proporrò il cantante Pino Malore, cantante col batticuore”. Quale è il tuo last minute artistico? “In occasione della Pasqua già ieri sera, poi stasera domenica e domani lunedì siamo in scena a San Domenico Maggiore con “Sabato, Domenica e Lunedì” uno spettacolo ispirato a “Jesus Christ Superstar”; con me, tra gli altri c’è Luna Di Domenico, la figlia di Enzo Di Domenico; c’è il Patrocinio del Comune di Napoli e i prezzi sono anche in questo caso popolari, 10 euro compreso degustazioni, vi aspetto veramente in tanti stasera e domani per trascorrere una serata piacevole e diversa per queste festività”.
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8 Dr.ssa Letizia Servillo
Psicologa-Psicoterapeuta sistemico relazionale
Hikikomori: il nuovo disagio giovanile
La sindrome di Hikikomori, letteralmente “stare in disparte, isolarsi”, dalle parole hiku “tirare” e komoru “ritirarsi”, è un termine giapponese teso ad indicare una modalità comportamentale caratterizzata da ritiro, chiusura, fobia sociale, isolamento. È una nuova sindrome, che ha origine in Giappone appunto, ma che sta sempre di più prendendo piede anche in Occidente, nella popolazione dei giovanissimi. Al momento in Giappone si parla di oltre 500.000 casi accertati, mentre in Italia, secondo alcune stime (non ufficiali) ampania C e n io g e R ci sarebbero almeno 30.000 casi. lla creditata a c A – Questo termine viene utilizzato per indile a n io fessdee Proche nadulti care adolescentioerm giovani io z a F i d cidono dalla vita sociale per Scuodilaritirarsi lunghi periodi, rinchiudendosi nelle proprie stanze, eludendo ogni contatto con zi con tratti narcisistici, che non permet- morboso attaccamento alla figura materil mondo esterno, che non sia di natura tono loro di affrontare con serenità le na. Genitori che hanno riposto aspettativirtuale (la dipendenza da internet è una difficoltà e le delusioni insite nella vita ve, molto spesso eccessivamente elevate, o al contrario alcuna aspettativa nei conseguenza non una causa). Diverse stessa. Di natura familiare: molto spesso ci propri figli. Loro stessi per primi non possono essere le cause: Di natura caratteriale: siamo di fronte troviamo di fronte a configurazioni fa- possono tollerare che la loro prole non a ragazzi intelligenti ed introversi, che miliari caratterizzate da assenza emotiva sia l’optimum. presentano difficoltà relazionali. Ragaz- di una figura paterna e da un eccessivo, Di natura scolastica/sociale: il rifiuto
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della scuola e atti di bullismo. Infatti, la scuola attiva una vera e propria ansia di valutazione, sia a livello cognitivo (compiti) sia a livello sociale (gruppo dei pari). Tutto questo porta ad una crescente difficoltà del ragazzo nel confrontarsi con la vita sociale, fino ad un vero e proprio rifiuto della stessa. Tale fragilità emotiva li porta, infatti, ad eludere ed eliminare definitivamente il problema, sottraendosi a qualsiasi tipo di ansia e paura che si attiva nell’incontro con l’altro. Si preferisce l’isolamento piuttosto che mostrarsi come si è, con i propri difetti e i propri limiti. Siamo di fronte ad un’Ideale dell’io alimentato ad oltranza per cui diventa troppo doloroso quando non si riesce a restringere il divario tra questo ideale e la realtà. Molto spesso tale sindrome viene confusa con la sintomatologia depressiva, ma a differenza di quest’ultima dove il sentimento per eccellenza è la colpa, nell’hikikimori è la vergogna. Si ha vergogna del confronto, del mettersi in gioco, del possibile fallimento delle proprie azioni: siamo di fronte ad un sentimento di non sentirsi mai all’altezza, che nell’incontro con gli altri possano emergere i propri difetti, le proprie difficoltà, ci si possa mostrare fragili, incapaci ed insicuri. In una società, come la nostra, dedita al dio dell’efficacia e dell’efficienza, non è ammesso l’errore, non è ammessa l’autenticità della propria essenza. L’errore, il difetto diventa intollerabile, invece di rinforzare e temprare, portando così ad un vera e propria accettazione di sé e dell’altro, affossa e affligge in un vero e proprio rifiuto. Siamo sempre di più vicini alla robotica, ma stiamo perdendo di vista la nostra umanità. Per approfondimenti o informazioni è possibile scrivere a psicologa@letiziaservillo.it o visitare il sito www.letiziaservillo.it
Menefreghismo
Mi regalasti una rosa, mi fece male una spina. Ti mostrai la goccia di sangue, lacrima vermiglia di un corpo ardente per te, sospirasti guidando, mani al volante verso mete inesistenti. Pretendevo di creare una cornice col gambo della rosa per una foto di noi distesi su un letto, abbracciati, con una grande macchina fotografica dall’obiettivo di zucchero. Non si piega uno stelo, continuai a farmi male, tu continuavi a guidare e a ingannare. Mi negasti una cosa, mi fece male più di una spina. Emilia Sensale
ORARIO CONTINUATO TUTTI I GIORNI
@SARTORIAITALIANAGRAY
DOMENICA MATTINA APERTI
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SARTORIAITALIANA
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DOMENICA 16 APRILE 2017
MAES S.r.l. è un’azienda dinamica, specializzata nella raccolta, nel trasporto e nel recupero dei rottami metallici. La Società è stata fondata dal Sig. Giovanni Esposito, presente nel settore da circa trent’anni; l’esperienza acquisita nel tempo e la serietà commerciale hanno portato la società a consolidarsi e migliorare la posizione sul mercato. La MAES S.R.L., attualmente, offre una molteplicità di servizi nell’ambito della propria attività:
• Commercio Rottami Metallici • Demolizioni industriali • Trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali Sede legale: Via XXV Aprile 12 - 80026 Casoria (NA) • Sede operativa: Via Contrada Maria La Stella - 80026 Casoria (NA) Tel.: 081.5403055 - Fax: 081.5405757 www.maes-srl.it - e-mail: maesambiente@libero.it • info@maes-srl.it
DOMENICA 16 APRILE 2017
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DANIELA ABBATE
Amore e senso del dovere: la musica classica in Oriente
L’esperienza di Genny Basso, giovane pianista napoletano. Reduce da un viaggio in Giappone, Genny Basso, pianista e ultimo assistente del M° Aldo Ciccolini, racconta la cultura di un popolo attraverso la passione per la musica e il rispetto per gli altri. Come sei approdato in Giappone? È successo tutto molto in fretta, sono stato invitato dalla ex agente giapponese del grande pianista Aldo Ciccolini, una donna in gamba e sensibile che avevo avuto il piacere di conoscere a Parigi quando vivevo nella casa del Maestro ed ero il suo assistente. Qual è stato il tuo compito? Sono stato il Presidente della commissione del Beethoven International Piano Competition Asia, uno dei più prestigiosi concorsi orientali per giovani pianisti dai 4 ai 18 anni. Ho presieduto la finale del Concorso, che si è tenuta a Nagoya e a cui hanno partecipato più di 150 pianisti già precedentemente selezionati in tutta l’Asia. Come ti hanno accolto in Giappone? Ho avuto un accoglienza eccezionale, mi hanno ospitato in un appartamento delizioso e l’organizzazione è stata impeccabile. Addirittura, la stanza dove ho alloggiato a Tokyo era insonorizzata e dotata di uno splendido pianoforte. Mi hanno fatto anche una breve intervista televisiva per TV Tokyo che sarà trasmessa tra qualche giorno. Com’è stato il livello del concorso? Raccontaci in breve questa esperienza. Il meccanismo del concorso era semplice, si trattava di mettere un voto accompagnato da un commento di poche righe. Eppure confesso che non è stato affatto facile per me, soprattutto per la categoria dei più piccoli: capita spesso che un bambino molto sensibile è più portato a “emozionarsi” e quindi a “sbagliare”, ma eliminarlo o affibbiargli un voto basso potrebbe non essere la decisione più giusta, soprattutto perché comprometterebbe in lui il senso di fiducia e la voglia di crederci. In generale, comunque, il livello è stato molto alto. I più piccoli, in particolare, erano semplicemente straordinari, avevano una disciplina che da queste parti nemmeno ci sogniamo a quell’età! I più grandi forse hanno una concezione della musica un po’ troppo dimostrativa, quasi unicamente incentrata sulla potenza e sulla velocità. Sarà pur vero che potenza e velocità rispecchiano le priorità della società del terzo millennio, ma l’arte, a mio avviso, dovrebbe restarne fuori.
E cosa pensi dell’atteggiamento dei Giapponesi nei confronti della musica? Per i Giapponesi la musica classica è sacra. La venerano e soprattutto la rispettano. Diceva Aldo Ciccolini che il Giappone sarebbe stato il garante della cultura occidentale nel futuro. Effettivamente è impressionante la loro voglia di conoscere la nostra cultura e le nostre tradizioni e credo che noi dovremmo fare lo stesso con le loro. Dunque, cosa c’è da imparare da loro? Dal punto di vista della formazione artistica, direi il senso del sacrificio e dell’impegno. Nell’arte, come in ogni cosa della vita, è fondamentale unire passione e determinazione, amore per quello che si fa e senso del dovere; non esiste niente che si possa fare facilmente puntando solo sul proprio talento. … e dal punto di vista umano? Sicuramente il senso del rispetto e della generosità. Quella generosità che non si aspetta nulla in cambio e che da queste parti viene troppo spesso sostituita dall’egoistico “do ut des”. Generosità, disciplina, sacrificio, rispetto per gli altri e per la cultura altrui. Il popolo giapponese dà lezione di civiltà e di umanità all’Occidente, accogliendo e condividendo le espressioni artistiche di personalità geniali, appartenenti a un mondo e a un passato distanti, eppure degni di essere conosciuti. Un atteggiamento di reverenza spontanea e di ammirazione nei confronti della nostra cultura, che li spinge ancora una volta a scegliere i nostri artisti.
DOMENICA 16 APRILE 2017
12 ANTONIO BOTTA
CELEBRATI I 15 ANNI DI VITA DI ARCHIVIO AFRAGOLESE La provvida follia continua…
Chi ha partecipato, lo scorso 31 Marzo, all’evento celebrativo dei quindici anni di vita della rivista Archivio Afragolese, nata nella primavera 2002 su brillante idea del Fondatore, il docente universitario e magistrato Marco Dulvi Corcione, può ben affermare di aver presenziato ad una serata di alto valore culturale e storico. Appropriata la scelta della location: la chiesa di S. Marco all’Olmo di Afragola, di cui è parroco don Peppino Delle Cave, il quale, nel porgere il saluto ai convenuti, fra cui il Sindaco, on. Domenico Tuccillo, ha posto in evidenza che con il convegno si dà il via ufficialmente anche alla serie di eventi programmati per commemorare il quarantesimo anno della nascita al cielo del suo predecessore, l’indimenticato e sempre amato don Gabriele Laudiero. Affidato l’avvio della serata al dott. Roberto Russo, che, in qualità di Delegato agli eventi della Pro Loco di Afragola, ha organizzato la manifestazione insieme al Caffè Letterario- Momentocittà e alla Parrocchia ospitante; a seguire, gli interventi introduttivi del Primo
cittadino, del Presidente della Pro Loco Claudio Grillo, della dott.ssa Maddalena Polito, Ass. alla P. I. e Cultura, e dell’Avv. Marco Dulvi Corcione. Essi hanno posto l’accento sulle eccelse finalità della Rivista, che, nel progressivo frantumarsi della Storia,
pone in risalto lo spazio della memoria, in particolare di quella locale, ricca di tradizioni, di testimonianze storiche e architettoniche preziose, preservandole dall’indifferente oblio e restituendo, così, alla Città di Afragola, la sua dignità sociale. Occorre, per questo, essere grati
DOMENICA 16 APRILE 2017 a tutti i valenti redattori(in primis al Direttore responsabile, prof. Francesco Giacco) che, nei quindici anni di vita di Archivio Afragolese, hanno perseguito l’utopia possibile di contrastare la dissennatezza del vivere offrendo stabili punti di riferimento. Sì, perché, come scrisse Borges, “Senza il ricordo non siamo nulla, non resta che aspettare l’amnesia finale”. Consapevole di ciò, il prof. Corcione, alla fine del suo intervento, ha lanciato ai giovani il vibrante appello di diventare attivi collaboratori della Rivista, raccogliendo il testimone da mani e menti d’oro che finora l’hanno tenuta in vita. Di alto profilo culturale, degne della solenne e celebrativa serata, le relazioni del dott. Francesco Montanaro, Presidente dell’Istituto di Studi Atellani fondato dallo storico Sosio Capasso, e del Ch.mo Prof. Gerardo Sangermano, docente emerito di Storia Medievale nell’Università degli Studi di Salerno, studioso di fama europea. i quali, oltre a presentare il numero 30 della Rivista, hanno ripercorso l’excursus del Periodico di studi storici, evidenziando le pregevoli peculiarità dei lavori pubblicati, frutto di ricerche e di studi svolti con scienza, coscienza e grande passione. Il dott. Montanaro, dopo aver sottolineato che la rivista Archivio persegue i medesimi obiettivi della Rassegna Storica dei Comuni, organo dell’Istituto di Studi Atellani, pubblicata a Frattamaggiore da oltre 40 anni e di cui è Direttore Responsabile Marco Dulvi Corcione, ha posto l’ accento con acume sull’importanza della tutela
13 dei beni culturali locali, sollecitando lo staff redazionale a utilizzare i mezzi digitali per consentire una maggiore divulgazione della Rivista. Il secondo relatore, il prof. Sangermano, ha esordito affermando che “non è importante oggi celebrare, quanto piuttosto testimoniare in merito ad un’attività di impegno culturale, scientifico e sociale, quale appunto quella del nostro Periodico”.Fulcro del suo sapiente intervento è stato l’esigenza di salvaguardare la storia e le tradizioni locali contro gli effetti perniciosi di una globalizzazione che tutto omologa in un livellamento spaventoso. Al riguardo, ha precisato: “ In Archivio Afragolese, c’è la vostra memoria, senza la quale nulla si costruisce, neppure la più banale quotidianità; è nella memoria la vera casa naturale di tutti gli archivi possibili … La storia può e deve leggersi in ogni respiro dell’uomo, di carta, di pietra, di elementi organici e non, in un’orma, magari in un sogno”. “Archivio Afragolese”, ha continuato Sangermano, “è figlia di un singolare esperimento genetico, nata da eccentrici incontri di più padri e diverse madri … Ha infatti almeno tre madri che ne hanno vegliato la nascita e poi ogni singolo momento di una felice crescita: Francesco Giacco, Catello Pasinetti e Carlo Cerbone; ha poi due padri: Marco Corcione, senza il quale la cultura ad Afragola dormicchierebbe e il prof. Luigi Grillo”. Sull’autorevole figura di quest’Ultimo, ha pronunciato sincere e lusinghiere parole esprimenti
grande stima, infinita riconoscenza e profondo affetto, ponendo in risalto il suo grande amore per Afragola,”amore che si traduceva nel dare impulso a iniziative volte a portare lustro al nome e alla storia del paese natale. “Grillo” ha proseguito il Relatore “ha lasciato ingenti eredità materiali e affetti grandi, eredità raccolta dal figlio Claudio che si è fatto carico del nobile mecenatismo del padre”.Il convegno si è concluso con l’intervento del Direttore responsabile della Rivista, prof. Francesco Giacco, il quale, nel rammaricarsi per l’affievolimento del “senso storico”, che caratterizza il nostro tempo, ne ha attribuito la responsabilità al mancato dialogo tra le generazioni, capace, nel recente passato, di destare amore, cura e interesse per la propria città. Degna di menzione l’ esecuzione di alcuni brani di musica da camera in apertura e al termine del convegno dei maestri Vincenzo Laudiero (flauto), Gabriele Lucarelli (chitarra) e Orlando Abruzzese (pianoforte). Non è mancato, infine, il momento conviviale con un ricco buffet offerto dalla parrocchia di S. Marco: un modo per festeggiare la provvida follia che accomuna gli “amici” di Archivio Afragolese, giovani nello spirito, orgogliosi della loro passione per Afragola, per la sua storia, sempre in cammino, mai paghi, tenaci nel perseguire, nei prossimi anni, l’obiettivo di far conoscere la storia, le tradizioni e il patrimonio artistico di altre città dell’area nord di Napoli, in particolar modo della nostra Casoria.
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DOMENICA 16 APRILE 2017
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DOMENICA 16 APRILE 2017 BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
15 A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Legumi: riducono il rischio di diabete 2, in particolare le lenticchie
Uno studio guidato dalla Universitat Rovira i Virgili, in Spagna, pubblicato su Clinical Nutrition evidenzia che tra le molte proprietà dei legumi, in particolare le lenticchie, c’è anche quella di essere una sorta di ‘scudo’ anti-diabete 2. I legumi sono ricchi di vitamine del gruppo B, contengono diversi minerali, tra cui calcio, potassio e magnesio e hanno una quantità importante di fibre, oltre ad essere considerati alimenti a basso indice glicemico, il che significa che i livelli di glucosio nel sangue aumentano lentamente dopo il consumo. Per studiare il legame tra il diabete di tipo 2 e il consumo di legumi, gli studiosi hanno preso in esame 3.349 persone ad alto rischio di malattie cardiovascolari, nell’ambito dello studio ‘Prevencion con dieta mediterranea (PREDIMED)’, che all’inizio dell’osservazione non avevano diabete di tipo 2. Dopo averli seguiti per quattro anni, dai risultati è emerso che, comparati con coloro che consumavano pochi legumi (circa una porzione e mezzo a settimana più o meno di 60 grammi), coloro che invece ne consumavano di più (in media 28,75 grammi al giorno, equivalenti a oltre 3 porzioni a settimana) avevano un rischio ridotto del 35% di sviluppare diabete di tipo 2. Per essere più precisi, si è visto che tra i legumi erano le lenticchie ad essere associate a una riduzione maggiore del rischio. Lo studio ha anche permesso di rilevare che la sostituzione di una mezza porzione al giorno di alimenti ricchi di proteine o carboidrati, compresi uova, pane, riso e patate al forno, con una mezza porzione di legumi, era associata a un minor rischio di diabete 2. Con il termine ‘’legumi’’ si intendono i semi commestibili delle piante appartenenti alla famiglia delle leguminose, che possono essere consumati allo stato fresco, secco, surgelati
e conservati. Sono quindi alimenti vegetali il cui elevato contenuto glucidico conferisce loro un buon potere energetico; inoltre sono poveri di grassi, hanno un contenuto proteico paragonabile a quello della carne (anche se il valore biologico è complessivamente inferiore) e sono particolarmente indicati nelle diete volte al dimagrimento. L’elevato contenuto in fibre li rende alimenti sazianti e contribuisce a prevenire condizioni ai limiti con la patologia quali dislipidemie lievi, diverticolosi del colon, stitichezza, sovrappeso o altre situazioni patologiche, come la malattia coronarica, l’aterosclerosi, l’obesità e le altre malattie dismetaboliche, i tumori maligni del grosso intestino e la calcolosi della cistifellea. Inoltre i legumi sono alimenti economici e “solidali” dato che possono essere utilizzati al posto della carne risparmiando risorse naturali ed economiche. Per produrre un chilo di carne bovina occorrono infatti ben 16 chili di grano e soia; l’energia consumata per produrla è dieci volte superiore a quella necessaria per produrre proteine vegetali. Attualmente i consumi di legumi secchi sono estremamente bassi, circa 4,5 kg/abitante/anno. Le motivazioni di questi bassi consumi sono da ricercarsi soprattutto nei lunghi tempi di ammollo e di cottura; i bassi consumi di legumi secchi rappresentano un fatto negativo dal punto di vista nutrizionale, ma anche dal punto di vista della salute, in quanto questi alimenti sono in grado di abbassare la colesterolemia, grazie al buon contenuto in lecitina. Il consiglio è quello di ritagliarsi un po’ di tempo la sera o quando si è più liberi per cuocere i legumi e consumarli almeno 3 volte a settimana associati ai cereali, quali pasta o riso o anche cereali alternativi, quali orzo, farro, grano saraceno e segale.
DOMENICA 16 APRILE 2017
16 DOMENICO BORRIELLO
Edvin Dervišević: “L’evoluzione della lingua a teatro” Abbiamo incontrato per i lettori di CasoriaDue Edvin Dervisevic, giovanissimo e talentuoso linguista sloveno, esperto di lingua italiana, che ci ha parlato dell’evoluzione della lingua nel teatro e che vede in Filumena Marturano di Eduardo De Filippo l’opera italiana per eccellenza. Ciao Edvin! Nei mesi passati hai redatto un interessantissimo lavoro di ricerca sullo sviluppo del linguaggio parlato al teatro “SNG Drama” di Lubiana, un lavoro che nasce dal sinolo tra lingue e teatro. Puoi introdurci, brevemente, a questi due mondi? Parlando di teatro e di lingue affrontiamo due aspetti molto più collegati di quanto possa sembrare a prima vista. Il teatro non esiste senza lingua proprio come una lingua non esiste senza il teatro: teatro nel senso della mimesi del mondo come questione essenziale già ai tempi di Platone e Aristotele. Pertanto questi due termini convivono in una simbiosi abbastanza intensa. Ogni paese, ogni nazione con la propria lingua e il proprio teatro rappresenta anche la propria storia, la cultura, lo stile di vita, la propria posizione nel mondo, che si distingue da ogni altro paese, facendo parte in tal modo di una complessa varietà con le sue sfumature infinite. In una parte del tuo lavoro hai giustamente evidenziato la continua evoluzione della lingua e hai messo in relazione le differenze linguistiche che esistono nel vostro paese (da Maribor a Lubiana passando per Capodistria),
una peculiarità che ovviamente non riguarda soltanto la Slovenia. Mentre tratti l’argomento, utilizzi alcune espressioni chiave come “linguaggio colloquiale generale” e “linguaggio del teatro”. Come introdurresti questi due aspetti? Il linguaggio teatrale consiste nell’usare al più possibile tutti i tipi del linguaggio, tra cui è sempre più presente anche il linguaggio colloquiale. Esso è frequentemente composto da turpiloqui; varie trivialità e scurrilità che non sembrano aver luogo all’interno di un’istituzione culturale, ma bisogna evidenziare che proprio questi aspetti, pur essendo a volte molto crudi, immediati e sconvenienti, rispecchiano al meglio la realtà di un determinato ambiente sociale oppure di un periodo storico che uno spettacolo vuole mostrare. Per quanto inadeguato possa sembrare un certo elemento per una rappresentazione teatrale, esso va assolutamen-
te introdotto qualora faccia vedere nel migliore dei modi la situazione di una società o di un tempo specifici. Vale lo stesso anche per i vari dialetti che dovrebbero essere assolutamente più considerati anche nel mondo del teatro. Affinché un certo linguaggio all’interno dello spettacolo svolga il proprio ruolo, abbia la propria intenzione, il proprio senso e il messaggio, non solo è assolutamente concesso, ma è addirittura fondamentale per l’ampliamento della varietà teatrale. C’è qualche opera teatrale in italiano che ti piace particolarmente e c’è qualche autore, del presente o del passato, a cui guardi con grande interesse? Ce ne sono tante. L’Italia vanta una grande tradizione nelle opere teatrali, in particolare quelle del Novecento. In tal caso come preferenza personale sottolineerei Eduardo De Filippo e la sua Filumena Marturano, una delle più grandi commedie teatrali. Per quel che concerne la lingua italiana invece, ci sono sempre tantissimi aspetti che mi incuriosiscono, spesso ne rimango affascinato. Se dovessi sceglierne alcuni, metterei in risalto proprio i seguenti; la questione della fonetica a cui sono maggiormente interessato e la presenza del congiuntivo nel parlato che in vari casi (non tutti) sembra subire l’estinzione. Ma diciamo che della lingua più bella del mondo mi interessa un po’ tutto. A volte la lingua è come una nuova sfida, intrigante, e c’è sempre un qualcosa di nuovo da scoprire.
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DOMENICA 16 APRILE 2017
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ROSA BERTENNI
Fabbroni: “Se fossi un ragazzo, punterei al giornalismo d’inchiesta”
Mario Fabbroni, classe ’61, attuale giornalista de Il Messaggero, racconta a noi di Casoria Due gli esordi nel suo mestiere, com’è riuscito con ambizione e sacrificio ad arrivare fin qui. Come si è avvicinato al mondo del giornalismo? “Mi sono avvicinato attraverso la radio molti anni fa. Insieme ad alcuni amici, eravamo molto piccoli, abbiamo fatto una radio libera a Napoli, una delle primissime. Tra l’altro con un radiotrasmettitore comprato grazie ad uno zio di un amico che essendo maggiorenne potette comprarlo. Mi è sempre piaciuto fare il giornalista e volevo fare questo, e avendo sempre avuto questa ambizione, mi ritengo fortunato ad esserci riuscito”. Dove ha mosso i primi passi? “Dalla radio locale, che è stato il primo step, sono arrivato a lavorare per le trasmissioni Rai che mi hanno aiutato ad ottenere un’enorme esperienza nel settore di spettacoli, eventi, consentendomi di girare anche l’Europa”. Quali difficoltà si possono incontrare sul cammino? “I corsi all’epoca non esistevano, il lavoro dei giornalisti passava per le re-
dazioni. Facevi pratica, imparavi dai giornalisti e perché no, bisogna avere anche un po’ di fortuna. Purtroppo oggi non ci sono più i giornali che aprono le porte ai ragazzi, è cambiato il sistema, anche con l’avvento di internet, che forse è una scorciatoia troppo rapida, purtroppo s’impara davvero poco. Come ogni cosa ha i suoi lati negativi e i suoi lati positivi. All’epoca le difficoltà erano molto semplici, bisognava avere un po’ di “faccia tosta”, avere tanto tempo libero, molto sacrificio, perché per chi iniziava c’erano i compiti peggiori, come i turni notturni, sapere di non guadagnare praticamente nulla. Però s’imparava davvero tanto, a partire da come stare in una tipografia (non essendoci la
tecnologia di oggi), fino a come stilare un articolo. Oggi invece per quanto si possa imparare teoricamente grazie ai vari corsi o alle varie tecnologie, fin quando non si è effettivamente sul campo, privo di pratica appunto, l’insegnamento teorico lascia il tempo che trova”. Quali consigli si sente di dare a chi vuole ambire a questa professione? “I consigli potrebbero essere gli stessi di tanti anni fa. Il giornalista deve essere curioso, intraprendente, avere la disponibilità di entrare in posti in cui altri non entrano, ed entrare in situazioni non sempre facili da gestire, come un omicidio che non è la stessa cosa che seguire una partita di calcio, ovviamente. Posso consigliarle di provare a fare soprattutto qualcosa di qualità, senza fare il solito copia e incolla da internet. Fare qualcosa di personale. E punterei, se fossi un ragazzo, al giornalismo d’inchiesta, cercare quindi di tornare un po’ a quel giornalismo di strada dove la gente si riconosce, e soprattutto ascoltare sempre tutte le campane, parte attiva di un caso d’inchiesta, dare quindi a tutti la possibilità di dire la propria”.
GIUSEPPE NAPPA
Valentina Stella Sould Out al Teatro Augusteo di Napoli
Valentina Stella è andata in scena al Teatro Augusteo, piazzetta Duca D'Aosta a Napoli. Tutto pieno il Teatro ad ascoltare una magistrale ed autentica voce napoletana, quella di Valentina Stella. Un pubblico che rimane veramente soddisfatto, acclamandola ad ogni canzone. Un viaggio attraverso melodie straordinarie classiche e moderne che spaziano da autori come Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Bruno Lanza, Pino Daniele, canzoni poi portate al successo da Mario Merola, Giulietta Sacco a brani inediti di giovani autori come Giovanni Block, Alessio Arena e Giampaolo Ferrigno, autore della canzone Nannì che poi da titolo a questo magnifico viaggio musicale dedicato alla mamma di Valentina Stella. Ad accompagnarla grandi professionisti come Giampaolo Ferrigno arrangiamenti e chitarra, Antonio Ottaviano pianoforte e tastiere, Arcangelo Michele Caso al violincello, Mariano Barba batteria e percussioni, Roberto De Rosa basso elettrico, Antonio Sacco tromba e flicorno. La direzione musicale del progetto Lino Pariota. La regia è di Immacolata Iorio. In sala il sindaco di Napoli Luigi
De Magistris, tanti colleghi tra cui: Fiorenza Calogero, Maria Del Monte, Veronica Mazza, Lello Pirone e tanti altri. Un concerto che è entrato nel cuore di tutte le persone in sala. Una Valentina Stella, interpretativa al massimo, una voce che entra nel cuore della gente con applausi continui. Tanti applausi ad una degna figlia di Napoli, noi Napoletani siamo orgogliosi di averla.
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DOMENICA 16 APRILE 2017
DOMENICA 16 APRILE 2017
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Operazione verità sui conti del Comune di Casoria
L’esame del bilancio di previsione e dei relativi allegati accompagnato dal documento unico di programmazione, è un esercizio difficile e richiede particolare attenzione per evitare responsabilità personali e conseguenze sulla collettività. Normalmente l’approccio ai documenti contabili, spesso, è superficiale ed inappropriato perchè non vengono spiegate le componenti di entrate ed uscite e la configurazione delle risorse che servono per migliorare la qualità dei servizi. L’inefficienza della pubblica amministrazione al Comune di Casoria si registra subito esaminando la situazione dei residui attivi che aumentano di anno in anno ed al 31/12/2015 hanno una consistenza di € 134.330.681,07. Già in precedenza il Collegio dei Revisori ha acclarato la mancanza di documentazione relativa al conto sul patrimonio, al conto economico ed al prospetto di conciliazione. È accertato che il recupero dei residui attivi è appena il 2,68% calcolato su una cifra complessiva di 15 milioni di euro ed anche la riscossione per le violazioni al codice della strada si attesta al 21,42% rispetto ad un accertamento nell’ordine di € 1.522.571,02 per l’anno 2015, registrando un mancato introito per € 7.308.324,84 nell’ultimo quinquennio. I dati esposti servono a ricordare l’inefficienza degli organi a recuperare i crediti vantati ed a limitare l’evasione che aumenta in maniera esponenziale ogni anno fino a diventare patologica, ingrossando la massa dei residui attivi. Un dato esemplare emerge dall’esame della TARSU/TARI che nel periodo 2011-2015 ha determinato residui attivi nell’ordine di 68 milioni di euro; il che significa di aver pagato a Casoria Ambiente Spa il costo del servizio integrato dei rifiuti riscuotendo come entrata appena il 40% della spesa effettuata. Le insufficienze dei pubblici poteri nella gestione del pubblico denaro, come emerge dai dati sopra esposti, devono
imporre un inversione di tendenza nel percorso di approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2017. I consiglieri comunali, per non incorrere nelle conseguenti responsabilità, in sede di approvazione del documento economico-finanziario, devono pretendere sull’intera manovra un parere preciso e puntuale del dirigente del settore che esplicita la veridicità e la congruità della previsione delle entrate correlate alla previsione delle spese. Nel bilancio di previsione comunque non risultano quantificati gli oneri per la mensa scolastica e per la gestione dell’ impianto sportivo (stadio comunale). Alcuni mancati adempimenti per incapacità dei funzionari e dei pubblici amministratori determinano il divieto di assunzione a qualsiasi titolo ed all’impossibilità di conferire incarichi di collaborazione. Sul versante dei debiti fuori bilancio, continui e permanenti, e sulle liti in corso, non risulta nel bilancio di previsione 2017 un’indicazione credibile di appostamenti, tenendo conto che tra i provvedimenti definitivi dell’autorità giudiziaria e provvedimenti non definiti, siamo ad un onere che supera i 6 milioni di euro. Per il costo del servizio integrato dei rifiuti rimane in piedi la tassazione precedente e non risultano azioni positive per il recupero dei crediti vantati nei confronti della partecipata. Una riflessione merita il debito fuori bilancio conseguente al mancato pagamento di cartelle esattoriali nei confronti di Equitalia il cui importo ammonta ad € 705.421,99. Come può il comune di Casoria recuperare l’evasione e richiedere il pagamento delle cartelle esattoriali se non provvede ad individuare i responsabili dei ritardi nel pagamento dei contributi previdenziali, chi ha omesso gli adempimenti dovuti per il pagamento della tassa di possesso e chi si è reso responsabile delle infrazioni commesse al codice della strada, se non ottempera ai debiti
contratti con altre pubbliche amministrazioni e se non paga la registrazione degli atti giudiziari. Sussistono in maniera evidente anche responsabilità degli organi di controllo che non hanno rilevato gli inadempimenti e non hanno formalizzato le contestazioni rituali. Alla fine come si fa ad esprimere, da parte del collegio dei revisori, un parere favorevole, definitivo, a fronte della rilevata penuria di documentazione, della mancanza del piano di razionalizzazione della spesa ed in pendenza di inadempimenti colpevoli, ricordando che i dirigenti, nonostante il costante e continuo aumento dei residui attivi, della permanente debitoria fuori bilancio e del contenzioso con soccombenza del comune, hanno continuato a percepire premi ed incentivi. Per quanto poi riguarda il documento unico di programmazione si prevede un processo di privatizzazione che riguarda la riscossione dei tributi, il servizio avvocatura, alcune attività svolte da Casoria Ambiente Spa come il diserbo e lo spazzamento. Nel caso sopradescritto i consiglieri comunali devono avere consapevolezza di rinunciare alle proprie prerogative in materia di scelta del sistema di riscossione delle entrate, delle modalità per l’assistenza legale del comune, del procedimento per scorporare alcune attività di Casoria Ambiente Spa, mettendo nelle mani della Giunta Municipale le decisioni relative. Per il resto il DUP è la consueta elencazione senza anima e senza prospettive delle tante cose da fare che non si realizzano. Mettere ordine nei conti al Comune di Casoria deve essere un obiettivo prioritario perchè facilita la comprensione del percorso della spesa e determina un positivo incremento delle entrate con l’abbattimento dei residui attivi attraverso la virtuosità del recupero dell’evasione. Prof. Avv. Francesco Polizio
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DOMENICA 16 APRILE 2017
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Silvio Castaldo
Casoria Campione!
Intervista all’ Avv. procuratore sportivo Pietro Cassandro. Nell’ultima giornata di Promozione del girone A abbiamo visto il Casoria Calcio, che con una vittoria per 2-0 contro la Real Maceratese, ha ottenuto così la promozione in Eccellenza, con ben due turni d’anticipo. In occasione di un evento così importante per l’ambiente calcistico casoriano, abbiamo intervistato l’avvocato e procuratore sportivo Pietro Cassandro. Cosa ne pensa della promozione in Eccellenza del Casoria Calcio? “La vittoria del campionato del Casoria non mi meraviglia più di tanto in quanto, è frutto di un progetto vincente nato nel 2014 grazie ad uno staff dirigenziale e tecnico di primissimo livello, i quali hanno saputo coniugare esperienza, qualità e quantità facendo sì che il Casoria avesse il giusto mix di giovani di qualità e over di qualità e di esperienza.” Chi è, secondo lei, il calciatore che ha influito di più nell’ottimo rendimento dei ragazzi di mister La Manna? “Non mi sento di dare la palma d’oro ad un calciatore piuttosto che ad un altro; secondo me, i meriti vanno suddivisi equamente tra tutti calciatori, ciò è tanto più vero se leggiamo le statistiche e ci accorgiamo che il Casoria ha il miglior attacco e la miglior difesa del campionato. Questo è frutto di un’organizzazione di gioco che coinvolge tutta la squadra.” Ma se proprio dovesse menzionare qualcuno, chi citerebbe? “Se proprio devo menzionare qualcuno non posso fare a meno che citare Paolino Nucci che con i suoi 26 gol, è il capocannoniere del campionato, il portiere Alessandro Loffredo con le sue strepitose parate, Ciro Simonetti a quota 17 gol, e il
capitano Stefano Amoroso, un elemento importante dello spogliatoio viola, nonché il mister La Manna che ha saputo dare a questa squadra un gioco spumeggiante, divertente e soprattutto vincente; non a caso la possiamo considerare, con il dovuto rispetto, la Juventus del girone A.” In vista della prossima stagione, secondo lei, quante probabilità ha il Casoria Calcio, di ripetere le ottime prestazioni fatte fin qui? “Sono convinto che la dirigenza e lo staff tecnico siano già al lavoro per rafforzare questo organico già competitivo, onde poter regalare ulteriori gioie a noi tifosi casoriani. Casoria merita una piazza calcistica importante, non solo, per i prestigiosi trascorsi, ma anche soprattutto per i suoi meravigliosi tifosi.” Un campionato vinto con due turni da anticipo, con il miglior attacco e la miglior difesa; considerando che questa promozione in eccellenza è stata attesa per ben 24 anni, secondo lei, possono essere questi, fattori determinanti per portare ancora più appassionati in uno stadio già in festa come il “San Mauro? “Sicuramente sì. Al tifoso casoriano è mancata la domenica allo stadio per un ventennio, ora più che mai i tifosi si sentono parte integrante di questo progetto e vogliono viverlo intensamente, stando sempre vicino al Casoria Calcio sostenendolo, incoraggiandolo e incitandolo.” Prima di concludere quest’intervista, ha un messaggio per i nostri lettori?” FORZA CASORIA!
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DOMENICA 16 APRILE 2017
DOMENICA 16 APRILE 2017 L’AVVOCATO RISPONDE a cura dell’avv. Diana Santucci
Puzza di frittura
Vicini condannati per “molestie olfattive”
Attenti a cucinare con odori troppo forti, tali da poter addirittura disturbare i vicini. La Suprema Corte di Cassazione con la sentenza 14467/2017 ha dato rilevanza giuridica al reato di “molestie olfattive” inquadrando lo stesso nella fattispecie del “getto pericoloso di cose”, contravvenzione prevista e punita dall’art. 674 del vigente codice penale. Ai sensi dell’art. 674 “Chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a duecentosei euro”. Ebbene prendendo spunto da una denuncia sporta da alcuni condomini nei confronti di altri, rei di provocare continue emissioni di fumo, odori e rumori, e quindi di tenere una condotta molesta, gli Ermellini hanno precisato che la contravvenzione prevista e punita dall’art. 674 “è configurabile anche nel caso di molestie olfattive a prescindere dal soggetto emittente con la specificazione che quando non esiste una predeterminazione normativa dei limiti delle emissioni, si deve avere riguardo, al criterio della normale tollerabilità di cui all’articolo 844 del Codice civile”. Attenzione quindi a non esagerare in cucina, con pietanze talmente forti da provocare un certo disturbo in vicini magari non troppo tolleranti. Nel caso di specie a nulla è servita la difesa dei condomini accusati, i quali hanno fatto leva sulla normalità degli odori da cucina e sulla pretestuosità dell’azione penale avviata nei loro confronti, dato che alla base sarebbero sussistiti altri motivi di dissidio tra le parti in causa. Dietro una vicenda apparentemente bizzarra, si cela in realtà un’importante pronuncia della Suprema Corte sui limiti e sulla tollerabilità dei rapporti tra i vicini. La Cassazione ha di fatto stabilito che odori forti, cattivi odori, lezzi, provenienti da una cucina possono rientrare a pieno titolo in quelle emissioni che ai sensi dell’art. 674 possono integrare una condotta disturbatrice
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a Giancluca Cortese Laurea in Scienze Politiche conseguita all’Università degli Studi della Campania - Luigi Vanvitelli - Caserta, Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet.
riapertura del Teatro De Filippo DI ARZANO Non riuscivo a capire perchè tanta burocrazia avversa, ma a volte il buon senso prevale. Riapre finalmente il Teatro Eduardo De Filippo di Arzano. Alla direttrice Roberta Stravino, il mio più sincero “in bocca a lupo”. Luigi Carraturo Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
Editore CASORIA DUE s.a.s Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 13 aprile 2017
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