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DOMENICA 4 GIUGNO 2017

Settimanale di Informazione

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ANNO XVI - N° 23 - DOMENICA 4 GIUGNO 2017

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Vogliono il cambiamento! Ma sotto sotto…


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INTERVENTO di palla avvelenata

Vogliono il cambiamento! Ma sotto sotto… Qualche settimana fa abbiamo pubblicato l’intervento del periodico Nuova Dimensione, il quale, in modo puntuale e circostanziale, ha evidenziato con cifre ed argomentazioni l’incapacità dell’attuale amministrazione comunale in merito alla cattiva gestione della macchina comunale. Lo stesso, soffermandosi sui disservizi di Casoria Ambiente e sui mancati introiti per le casse comunali, ha concluso individuando nell’inefficienza delle passate amministrazioni la responsabilità di tale sfacelo. Il sottoscritto, per quanto attiene l’aspetto squisitamente tecnico, non ha motivo di dubitare sull’attendibilità delle cifre snocciolate, con modo certosino, dal periodico Nuova Dimensione, ma per l’aspetto politico nutre qualche perplessità. L’ex Onorevole Polizio è stato qualche anno fa candidato Sindaco della Casa delle Libertà, entrando in Consiglio Comunale con molti compagni di viaggio senza far parte, allora, di quel modello imperfetto di governo casoriano guidato da Giosuè e da Tommaso. Ebbe l’idea in quell’epoca di creare il movimento politico “Federazione di Centro”, una Idea che si è realizzata causa la scomparsa degli “opposti estremismi” e non certo perché gli è stata soffiata.

Appare ovvio che l’ex Onorevole Polizio viva una forte contraddizione politica, perché mentre lancia accuse di inefficienza, di acquiescenza e di incapacità all’indirizzo dell’Amministrazione Comunale e delle precedenti amministrazioni, così come fatto nel n. 13 del 28/05/2017 del periodico Nuova Dimensione, condivide il percorso politico con coloro che, per il recente passato, hanno assunto importanti incarichi istituzionali alla guida della Città, con risultati noti a tutti e che lo stesso Polizio denuncia. E’ da questo semplice ragionamento che nasce la mia perplessità sull’affidabilità politica di Polizio che, sicuramente, sarà fugata quanto prima, non appena chiarirà meglio la sua posizione politica sempre che ne abbia voglia. Oggi, poiché mi sento in particolar modo, in vena, approfitto dell’occasione per dire la mia sulle tante posizioni dei partiti del “Centro”. Un buon manifesto, non c’è che dire: chiaro nell’esposizione dei fatti, preciso nella denuncia, concreto e conciso che, nonostante arrivi con un attimo di ritardo rispetto ai tempi, fotografa l’esatta dimensione del degrado che investe il tessuto urbano della Città. continua a pag. 4


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mocrazia Cristiana al Partito Socialista sia in termini di ghettizzazione politica caduto poi sotto i colpi della mannaia che di vite umane, e non sarò certo io a Ciò che, però, mi lascia pensare e, scu- dei giudici del pool “Mani Pulite”, così elencare il lunghissimo elenco di vittisatemi, insospettire, è il pensiero di come racconta Stefano Accorsi nella me di quel sistema, ma ne cito uno che tutti questi uomini e donne componenti serie televisiva Sky “1993” procuran- vale per tutti: i fratelli Mattei, arsi vivi di quei partiti o movimenti che affer- do l’esilio di Craxi, l’arresto di Sergio nella propria abitazione di Primavalle, mano che il Centro ha compiuto una Cusani, il suicidio di Raoul Gardini dalla mano assassina. coraggiosa rivoluzione culturale che e degli onorevoli Carmine Menso- La Destra, nel corso degli anni, ha saè andata “oltre la destra e la sinistra” rio, Gabriele Cagliari e Moroni, gli puto conquistarsi sul campo la fiducia per entrare in sintonia con i problemi “schiavettoni” ai polsi dell’Onorevole dei propri elettori e oggi, grazie al conconcreti bla bla bla……… e sconfigge- Enzo Carra, il fallimento del Partito senso popolare, da movimento è divenre le vere anticaglie della vita politica Comunista con l’arresto di Primo Gre- tata una forza politica, democratica e cittadina. Una ammucchiata al Centro ganti, la fine di DC, PLI, PSDI,PRI e di Governo di cui tutti, indistintamente che ha fatto intendere che la vita poli- PSI, le disgrazie giudiziarie dei nostri dovranno tenere conto. tica del paese sia stata vissuta solo ed Giulio Di Donato e Franco Iacono, la Molto probabilmente, però, la chiaesclusivamente sulla contrapposizione scomparsa di “dorotei, morotei e an- ve di lettura di questa ammucchiata tra la destra e la sinistra, e, per questo, dreottiani”. al Centro è ben altro e che sotto sotto si è ravvisata la necessità di un cambia- Voglio ricordare, inoltre, agli smemoil tentativo maldestro e mal ia amlapannasconde C e n io g e mento. Da qui la nascita e la rivoluzio- rati, che in quel periodo, mentre sopito di quelle retrive del paese R ta alla partitocratica e che continuano forze a it d e r c c ne culturale del Centro. A vecchia classe politica a coltivare l’idea velnale – io s s e f o r P Hanno commesso non solo un falso consociativa era distratta da intrighi e leitaria della deriva centrista, non pere n aziosfrenata rmpiù o F i d la storico ma la follia e pura. o giochi di palazzo, c’era chi nel paese, ché tale, ma solo per resuscitare i meu Sc Qualcuno, fulminato sulla strada di in tempi non sospetti, conduceva batta- todi, i sistemi, i fantasmi della prima Damasco, per giustificare il proprio glie politiche in favore della Repubbli- Repubblica. passato non proprio adamantino, vuo- ca Presidenziale, Europa Unita, Napoli Infine, mi auguro che i partiti che si rile addossare colpe a chi non ne ha mai “Capitale del Mezzogiorno”, sicurezza vedono nei valori della Destra Sociale avute, dimenticando strumentalmente e tutela del territorio, difesa del diritto e Plurale sappiano rendersi conto che che il paese, dal dopo guerra e fino agli al lavoro, giustizia sociale, solidarietà si può prevalere sugli avversari politici inizi degli anni 90, ha visto il predo- verso gli emarginati e disoccupati ecc. là dove si presenta unita e in taluni casi minio dei partiti del cosiddetto “Arco ecc. che per affermare i propri principi allargati a soggetti politici che ne hanCostituzionale” che andava dalla De- ed ideali ha pagato un altissimo prezzo no condiviso idee e programmi. SEGUE da pag. 3

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PAOLA CONSOLETTI

SETTIMANALE, WEB E TELEVISIONE PER CASORIADUE

Il settimanale Casoriadue diretto da Nando Troise, raggiunge i suoi 25 anni di storia giornalistica, si è diffuso anche sul web con Casoriadue.it online, dove raccoglie notizie non solo del territorio casoriano, ma mette in evidenza anche notizie riguardanti le altre province e Napoli. Il Direttore in occasione dei 25 anni del giornale, ha voluto inaugurare l’iter giornalistico, con un altro mezzo importante di comunicazione, la televisione, con una trasmissione sul canale digitale 613 CampaniaFelix TV, intitolata “Una storia da raccontare”, ed ogni settimana sarà presente con il Direttore Nando Troise in studio, un ospite d’eccezione, e grazie a questo connubio si darà vita ad un ‘intervista, ad un dibattito. La prima puntata della trasmissione, ha per titolo “Una città che sopporta tutto”, con l’intervista a Vincenzo Russo detto “il Direttore”, icona del comunismo a Casoria, un grande marxista, persona dotata di ideali politici elevati, quelli di un tempo, ideali di una politica che non viene scelta come un “lavoro”, ma per passione, con lo scopo di raggiungere chiari obiettivi. Il Direttore di Casoriadue ed autore della trasmissione, regala a Vincenzo Russo un libro su Madre Teresa di Calcutta, questo con uno scopo ben preciso, far comprendere che Russo è un comunista che crede nei valori della Chiesa, partecipando da ragazzo, attivamente a numerose processioni, organizzate dalla

Basilica di San Mauro a Casoria. Come ci sottolinea Vincenzo Russo, la Chiesa, qualche tempo fa, era vissuta come luogo di incontro, di aggregazione di ideali che si confrontavano tra loro, e oggi è semplice affermare che gli ideali non esistono più, anzi gli ideali in ciascuno di noi sono fondamentali, grandiosi, ma è l’uomo che li distrugge. Russo è legato alla Costituzione, alla Repubblica, ed è davvero straordinaria la commozione di questo uomo, il quale pensa a quello che significava la parola “politica”, quella sentita, quella che credeva e faceva valere gli ideali. Inoltre ‘O Direttore, così veniva chiamato, ci ricorda che dalla Repubblica si è partiti con una ricostruzione sociale, politica, che vede alla base l’uguaglianza dei diritti, e nel mondo del lavoro con la lotta operaia, portando il territorio di Casoria a dei risultati fondamentali, con la nascita delle aziende e con l’immigrazione. Questa industrializzazione doveva condurre ad un netto cambiamento del territorio, invece Casoria ha pagato a caro prezzo ciò che doveva chiamarsi innovazione, con tanti morti per esalazioni, per inquinamento, una città dunque che sopporta l’edilizia eccessiva, la cementi-

ficazione con trasformazioni da un punto di vista storico e sociale. Negli anni passati Vincenzo Russo ha cercato di dare un freno, con il suo collettivo, alla politica che era al potere, tanti tentativi per dare una svolta a questa città, a Casoria, non c’è ancora adesso una fase di rinnovamento, chiunque vince al Comune non fa nulla, si ferma, fa piccoli passi e si blocca. Russo ci spiega, a CampaniaFelix Tv, che la sua speranza è posta nei giovani, ma i giovani devono essere liberati, devono percepire la politica non come un “mestiere”, altrimenti non sarà mai una politica sana, nemmeno concepire la politica come forma di arrivismo e denaro, in quanto la politica è una vocazione, un dono, è necessario sentire la passione, quasi l’amore, e con questi ideali e valori che ci si può dedicare alla propria città rinnovandola. In pratica, c’è bisogno di una nuova democrazia da parte dei cittadini, dice Russo, una nuova partecipazione sociale, mai più una politica fallita, con piccoli passi si può andare avanti, e ribadisce che la speranza è riposta nei giovani, nei figli del popolo, i proletari che sono i nuovi laureati. Ed è proprio Francesco Gemito, figlio del popolo, scrittore e poeta, che chiude la prima puntata della trasmissione, con un’intensa sua poesia “So nat ccà”, dove esprime l’amore per la sua terra sentendosi cittadino fiero di Napoli, ma anche di tutti i territori circostanti la nostra Partenope.

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6 ANTONIO BOTTA

Splendida manifestazione organizzata dalla Fondazione G. Iodice – Muntagniello

“BULLO NON E’ BELLO”: IL MESSAGGIO DEI RAGAZZI DI ARPINO Borse di studio, dizionari, coppe e medaglie per i vincitori del Concorso letterario “Teresina Iorio”

BULLO NON E’ BELLO!”: questo slogan, scritto sul cartellone sollevato da un bambino, condensa efficacemente il significativo messaggio lanciato dagli studenti delle scuole di Arpino, che hanno partecipato, il 25 Maggio scorso, presso l’Auditorium della parrocchia S.S. Maria delle Grazie, alla splendida manifestazione organizzata dalla Fondazione Giovanni Iodice – Muntagniello. Una rappresentanza di studenti degli Istituti paritari “Fiumarelli” e “Montessoriano” e degli I. C. “N. Cortese” e “G. Puccini” si è esibita magistralmente in balli, canti ed esecuzioni strumentali richiamanti i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, temi proposti alle scolaresche dal Presidente e dal Direttore della Fondazione, rispettivamente l’ing. Pasquale Iodice e il prof. Francesco Palladino, e discussi e approfonditi,con il valido aiuto dei loro docenti, dagli oltre 2.500 ragazzi della megafrazione di Casoria, per la partecipazione alla XXIII edizione

dell’assegnazione delle borse di studio “Car.Io. S.r.l.” e alla XVIII edizione del concorso letterario “Teresina Iorio”. L’evento, a cui è stato riconosciuto sempre più prestigio e valore nel corso degli anni, ha ricevuto il patrocinio della Regione Campania, della Direzione Generale Pubblica Istruzione Campania, della Città Metropolitana di Napoli e del Comune di Casoria, con la collaborazione dell’Aeroporto Internazionale Capodichino – Napoli, di Kuwait Petroleum Italia S.p.a., di Unione Gas auto S.p.a. e di Car.Io. S.r.l.. Molti gli studenti delle quattro scuole saliti sul palco per ricevere il meritato riconoscimento, essendosi distinti per i loro elaborati ricchi di sagge riflessioni sulla tematica affrontata: ai vincitori del primo premio, borsa di studio di 250 euro, coppa e pergamena; a tanti altri ragazzi, dizionario della Zanichelli e medaglia. Accompagnati dai loro Dirigenti scolastici ( Gabriella Fiumarelli per l’istituto parificato “Montesso-

ORARIO CONTINUATO TUTTI I GIORNI

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riano”, Alfonso Fiumarelli per l’Istituto parificato “Fiumarelli”, Giuseppe Esposito per la “Cortese”, Fabiana Squillace per la “Puccini”,) essi, emozionati e felici, hanno ricevuto i premi dalle mani delle Autorità politiche locali (sindaco Pasquale Fuccio, vicesindaco Marianna Riccardi, ass. Antonio Ricciardi), dal direttore di Casoriadue Nando Troise, dall’ing. Iodice, dal Comandante dei Carabinieri della stazione di Arpino, Maresciallo Polverino, e dallo scrivente, mentre il folto pubblico, in particolare familiari e amici, con scroscianti applausi ed esternazioni di giubilo esprimeva grande gioia ed enorme soddisfazione per gli studenti premiati. Come sempre, brillante la conduzione della Kermesse da parte del prof. Palladino (coadiuvato dalla prof.ssa Loredana Micco, vicepreside della Puccini) il quale, alla fine di ogni esibizione, ha esaltato le abilità dei vari gruppi, ponendo in rilievo l’enorme impegno profuso dai baby artisti e dai

DOMENICA MATTINA APERTI

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DOMENICA 4 GIUGNO 2017 loro insegnanti nel preparare coreografie originali, canti corali intonatissimi ed esecuzioni con flauto, chitarra e tamburi impeccabili. Gli stessi che hanno consegnato i premi, a loro volta, hanno ricevuto dalla Fondazione una targa –premio. Sì, “Bullo non è bello”, ma bravissimi e bellissimi sono stati tutti i 2500 studenti che hanno partecipato ad un corale dibattito nelle loro aule, su input degli insegnanti, ponendo, poi, in rilievo nei loro testi le sapienti convinzioni maturate dopo attività didattiche di grande valore formativo. La tematica su cui sono stati sollecitati a confrontarsi e a riflettere l’ha esplicitata Palladino all’inizio della manifestazione: “Il bullismo: fenomeno destabilizzante che si annida nelle menti e nelle coscienze dei ragazzi – giovani. In che modo e con quali mezzi si può combattere e sconfiggerlo definitivamente.” Un grazie di cuore, allora a tutti i ragazzi di Arpino per aver spiegato bene che non bisogna minimizzare il problema; per aver evidenziato che i genitori devono stare attenti ai segnali fisici esterni e psicologici che manifestano uno stato di disagio o di paura nella probabile vittima del bullismo; per aver sottolineato che bisogna favorire l’ascolto e il dialogo attivo per rasserenare la vittima e predisporla a raccontare le sue esperienze; per aver espresso la necessità di parlare apertamente con la vittima per trovare insieme una soluzione al problema; per aver sostenuto la necessità di valorizzare il dialogo e la costante collaborazione scuola – famiglia per capire la reale entità e vastità del problema ed ipotizzare le possibili soluzioni; per aver scritto che non è un atto di debolezza o di vigliaccheria chiedere aiuto ai genitori e/o agli insegnanti ogni qualvolta si subisce una prevaricazione, una offesa ingiuriosa, una minaccia o un atto di violenza fisica, ma è il modo più opportuno per smascherare il bullo e i suoi eventuali complici. Non sono mancate

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proposte di soluzione atte a prevenire il fenomeno, non solo a contrastarlo, tra cui quella di realizzare frequenti e vari momenti di attività ludica e sportiva o extrascolastica in genere per gruppi di alunni, sia della medesima classe che di classi diverse per favorire la socializzazione, incanalare positivamente le cariche aggressive individuali e far crescere nell’autostima i soggetti più deboli. Opportuno anche il necessario richiamo al cyberbullismo: l’utilizzo delle tecnologie per fare del male è ancora più grave rispetto al bullismo tradizionale, perche si è due volte vittima; la prima al momento dell’aggressione fisica o psicologica che sia, la seconda, quando il video o il post vengono condivisi in internet, diffondendo immagini che creano nella vittima ancora di più un senso di vergogna, di frustrazione, di umiliazione profonda. Che fare? Sicuramente, una più attenta vigilanza dei genitori che spesso lasciano piena libertà ai figli nell’uso e abuso dei social network, ma nemmeno è ammissibile che il controllo sia demandato unicamente ai papà e alle mamme; è necessaria, è ciò è stato

espresso da studenti della secondaria di primo grado, la presa di responsabilità delle aziende gestori dei social media. Non è possibile che con il web chiunque voglia, possa qualsiasi cosa. Anche con l’ “Inno d’Italia”, cantato alla fine della manifestazione con una mano sul cuore e con l’altra che sventolava il gagliardetto del nostro tricolore, si è voluto ribadire che è possibile sentirsi sempre più comunità nazionale se si incarna il valore del rispetto, che è l’arte di apprezzare e di valorizzare in ognuno la sua insopprimibile dignità e identità. Chi è più debole, ha più diritto di essere accolto, sostenuto, difeso: è su questo principio che si misura la civiltà di un popolo, così come con la canzone di Giorgio Gaber sulla “libertà” si è voluto affermare che la bontà del cuore non è debolezza, ma virtù forte e si coniuga molto bene con la libertà, che, secondo il compianto cantautore, è “partecipazione”, fuga dal disimpegno e dalla rassegnazione passiva al male, tenacia e coraggio nel perseguire il bene per il trionfo della giustizia, della pace, della non violenza.


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8 ROSA BERTENNI

Musto: “Siamo di fronte ad una possibile nuova rivoluzione industriale”

Massimiliano Musto è uno dei padri fondatori di “Kompetere”, una società che offre consulenze manageriali per aiutare gli imprenditori a migliorarsi in un mercato sempre più dinamico e competitivo. Musto ha inoltre fondato “Kompetere Journal” grazie al quale riesce ad unire il mestiere di aziendalista a quello di giornalista. Essendo lei fondatore e partner della società “Kompetere”, com’è nata l’idea di far conciliare la professione di economo con il giornalismo, arrivando a fondare anche la rivista della società stessa? “In primo luogo vorrei precisare che, per quanto mi riguarda, il concetto di economo è da intendere più all’anglosassone. Nel corso dei miei studi mi sono da subito sentito un aziendalista, approfondendo per questo le discipline economico - manageriali. Ho sempre lavorato nel settore consulenziale e alla fine degli anni ‘90, per conto di un’azienda presso la quale lavoravo, ho poi iniziato a scrivere articoli di settore”. Qual è lo scopo principale di “Kompetere”? “Kompetere s.r.l., nata nel dicembre del 2004, è un’azienda di servizi di Consulenza, Formazione e Digital Solutions. Nel corso del tempo, nella determinazione di un’adeguata strategia ad ombrello, ho ritenuto opportuno, insieme alla mia squadra, conciliare

l’attività di consulenza e manageriale con l’attività divulgativa tramite il giornalismo, fondando nel 2006 una rivista online di settore, “Kompetere Journal”, fruibile anche su Android ed Apple”. Siccome lei svolge sia la professione di economo che quella di giornalista, se dovesse scegliere una sola delle due, quale scegliereste e perché? “In realtà non sceglierei. Dico sempre che non mi sento un giornalista classico. Per noi, giornalisti scientifici, le due attività sono tra loro correlate. Utilizziamo gli strumenti giornalistici al fine di divulgare ciò che viene analizzato in fase di ricerca”.

Quando si veste nei panni di giornalista, su cosa preferisce scrivere? Escludendo ovviamente l’economia. “Scriverei di politica, perché l’economia è una sua diretta responsabilità. Per le imprese le scelte e la stabilità di un Governo sono cruciali per poter pianificare gli investimenti e contribuire alla prosperità di un Paese”. Quali sono, secondo lei, i passi da compiere per far sì che l’economia abbia finalmente un miglioramento? “Una bella domanda a cui ho già dato risposta in un articolo di approfondimento uscito pochi mesi fa proprio sulla rivista “Kompetere Journal”. Volendo sintetizzare, ti confesso che il mondo dell’economia si trova oggi sulla soglia di un cambiamento profondo, che può assumere i caratteri di una nuova rivoluzione industriale. E’ necessario ripensare e riorganizzare i modelli gestionali ed aziendali che stanno influenzando in modo notevole l’andamento delle nostre aziende e dell’economia in generale. Ovviamente è un discorso lungo, ma per i curiosi e gli appassionati del settore lascio il link all’articolo ( h t t p : / / w w w. k o m p e t e re j o u r n a l . it/?p=916), all’interno del quale è possibile trovare un indirizzo e-mail (oltreprospettiva@gmail.com) a cui inviare le proprie opinioni. Il confronto costante con i lettori della rivista è per me fondamentale e spunto di nuove ed interessanti riflessioni”.

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9 diana.santucci@hotmail.it

avv. diana santucci

Una fotografia generale del disastro urbanistico casoriano

Il Direttore di Casoriadue, Nando Troise, cristallizza in un suo editoriale l’urbanistica di Casoria, una città di 77mila abitanti in 12 km quadrati, caratterizzata da un vero e proprio disastro urbanistico chiamato sviluppo, dove sono presenti agglomerati di cemento in assenza totale di una gestione del territorio: «questa condizione è visibile in tutti i luoghi della città, caratterizzati da degrado, cemento e consumismo, il cui specchio principale sono i centri commerciali pieni il sabato e la domenica perché ormai sono i veri luoghi di attrattiva, i punti di incontro di una città senza identità, senza spazi vivibili in cui trascorrere le proprie giornate con il risultato della quotidiana emigrazione verso la vicinissima Napoli». Il suolo pubblico è una risorsa che rappresenta il patrimonio collettivo della città ed è inconcepibile guardarne lo spreco restando inerti. Il luogo d’incontro di persone, in cui confluiscono interessi economici, sociali e culturali, deve essere tutelato in quanto si tratta di un interesse pub-

blico ed è giusto che la collettività ne usufruisca. Dunque, sono necessarie azioni trasformative sia per recuperare e riqualificare i nuclei edificati sia per riorganizzazione gli spazi aperti, intervenendo con la dotazione di servizi in tale aree nonchè valorizzando le risorse esistenti. Infatti gli spazi presenti, come le ville comunali e il PalaCasoria (affidato ad una società privata) sono utilizzati poco, quando invece potrebbero rivitalizzare il territorio. E’ indispensabile una nuova e diversa pianificazione del territorio comunale quanto necessario dotare la città di uno strumento di governo del territorio, capace sia di interpretare ed orientare le scelte di sviluppo urbano che recuperare e valorizzare aree degradate e dismesse. Bisognerebbe operare su un modello di piano urbanistico innovativo, basato su due livelli: uno “strutturale”, in cui confluiscono i principi e le previsioni generali, ed uno “operativo”, in cui vengono raccolte le disposizioni tecniche che attuano, nei tempi stabiliti, gli obiettivi prefissati. «Da una

parte c’è una fisionomia del territorio – prosegue il Direttore Troise - che indurrebbe a realizzare una strategia di sviluppo culturale, volta a potenziare l’artigianato, la storia del territorio, il turismo religioso valorizzando la Basilica Minore di San Mauro Abate, una delle più belle e artisticamente fornite d’Italia; dall’altra c’è il sogno dei costruttori di rendere anche quella zona un luogo residenziale con parchi, ville e case, distruggendo così la struttura del territorio, come successo con il parco residenziale in via Nicola Rocco. Mentre la fisionomia territoriale del centro storico tenta ancora di resistere al cemento, Casoria ha tanti “rioni degrado” nel suo territorio, come via Etna, via Pascoli ed il quartiere Stella; ad Arpino, invece, in via Giotto ed in via Colasanto, i palazzi sembrano toccarsi». Da tale fotografia emerge la priorità che l’Amministrazione Comunale deve perseguire: un piano regolatore della città che riorganizzi l’urbanistica di un territorio sventrato.


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MAES S.r.l. è un’azienda dinamica, specializzata nella raccolta, nel trasporto e nel recupero dei rottami metallici. La Società è stata fondata dal Sig. Giovanni Esposito, presente nel settore da circa trent’anni; l’esperienza acquisita nel tempo e la serietà commerciale hanno portato la società a consolidarsi e migliorare la posizione sul mercato. La MAES S.R.L., attualmente, offre una molteplicità di servizi nell’ambito della propria attività:

• Commercio Rottami Metallici • Demolizioni industriali • Trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali Sede legale: Via XXV Aprile 12 - 80026 Casoria (NA) • Sede operativa: Via Contrada Maria La Stella - 80026 Casoria (NA) Tel.: 081.5403055 - Fax: 081.5405757 www.maes-srl.it - e-mail: maesambiente@libero.it • info@maes-srl.it


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CARMEN PALUMBO

FARE IL GIORNALISTA E’ UNA PROFESSIONE NON UN SEMPLICE MESTIERE Fare il giornalista non significa saper scrivere, non significa solo pubblicare il proprio pezzo su un giornale. Come in ogni lavoro il principio di base deve essere la passione e la forza di volontà. Più che in tutte le altre attività, per fare il giornalista c’è bisogno di una dose di pazienza molto grande, portare avanti le proprie convinzioni e i propri sogni anche quando intorno gli ostacoli sono più numerosi delle porte aperte. Lo sanno bene i tanti giornalisti che sono cresciuti nel panorama del sud Italia ed in particolare a Napoli, dove la strada a volte viene resa ancora più tortuosa. Dalla nostra parte, noi che viviamo su questo territorio abbiamo le tante notizie di cronaca, che ogni giorno balzano fuori: rapine, omicidi, sparatorie, focolai accesi tra i clan camorristi e molto altro ancora. Ma la presenza di notizie non è l’unico elemento da considerare nel nostro mestiere, il giornalismo è prima di tutto contatto, curiosità, voglia di inserirsi e anche la fortuna di riuscire a farlo. Questa settimana proprio in merito a questo argomento abbiamo parlato con Claudia Procentese, una delle migliori giornaliste di cronaca nera sul nostro territorio. Claudia è stata per diverso tempo corrispondente del Mattino per il territorio di Secondigliano- Scampia, mentre oggi lavora per Fanpage un giornale online. Claudia è sicuramente un esempio,

per tutti i giovani che hanno deciso di intraprendere questa professione e già hanno riscontrato le prime difficoltà. La strada per raggiungere il suo sogno è stata tortuosa, ma alla fine è riuscita ad arrivare al traguardo. Come ogni giornalista, Claudia ha iniziato a scrivere del suo territorio, cioè la periferia nord di Secondigliano- Scampia e naturalmente come lei stessa ci ha detto, le notizie relative a questa zona erano sempre legate all’ambito della criminalità organizzata, questo l’ha portata a scrivere principalmente di cronaca nera. Dopo essere stata lanciata da un giornale locale, è passata a Cronache di Napoli, dove ha immagazzinato un buon bagaglio di esperienza e di gavetta. Successivamente c’è stato il grande salto di

qualità, approdando al Mattino di Napoli. Oggi lavora per Fanpage, un giornale online, dove si occupa di cronaca cittadina, svolgendo sicuramente un lavoro diverso, in quanto non si tratta più di giornalismo su carta stampata. A lei abbiamo chiesto cosa pensa del rapporto tra giornalismo stampato e giornalismo online. “Il giornalismo online, è il futuro della comunicazione. Sicuramente noi giornalisti non eravamo ancora pronti a questo passaggio dalla carta, alla rete e molti non ancora capito la differenza. Il cartaceo non andrà a morire, ma deve essere trattato in un altro modo. La notizia online, deve prima di tutto informare, arrivare in real time, mentre sul cartaceo la notizia deve essere essenzialmente approfondimento.” Riguardo alle difficoltà che la carriera del giornalista comporta, abbiamo chiesto a Claudia un consiglio per tutti i giovani che intendono inseguire questo sogno: “La cosa più importante è perseguire i propri obiettivi e cercare di non mollare mai. È fondamentale avere dei bravi maestri, delle guide che siano un aiuto per andare avanti. Il giornalismo non è un semplice mestiere, è prima di tutto una professione, fatta principalmente di regole deontologiche che vanno sempre rispettate”.

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12 ANTONIO VALENTI

Peppe Napolitano e la nostra etnia: canto sulla scia di Sergio Bruni

La proposta, un’intervista, sembra quasi di quelle indecenti,tanta è la sorpresa “Un’intervista a me, perché poi? Sono tanti anni che non canto più”. Mica tanti poi visto che questo mese si è esibito in tre spettacoli al Centro di Cultura “Domus Ars” di Napoli con I Nuovi Cantori di Napoli nella rassegna La canzone di Napoli con notevole successo e riscontro di pubblico. “Erano cinque anni che non facevo spettacoli, l’ultimo fu al Maschio Angioino nel 2012, e l’ho fatto per le molte insistenze di Carlo Faiello (cantauore e compositore dall’84 all’88 nella Nuova Compagnia di Canto Popolare n.d.r.) Il pubblico ha risposto molto bene e Carlo mi ha proposto altri spettacoli, forse a Natale…” Se lo propone uno come Carlo Faiello bisogna crederci.. . “Sicuramente, ma dopo di lui tanti amici verrebbero a propormelo ed è un impegno che non mi sento di prendere, queste cose richiedono una grande preparazione e poi io mi esibisco solo con due musicisti di valore come Michele De Martino al mandolino e Paolo Propoli alla chitarra sempre molto impegnati, ci vuole tempo”. Lei nasce musicalmente nella Scuola Artistica di Sergio Bruni. Come iniziò?

“ Nel 1982,in modo del tutto imprevisto. Ero Funzionario al Comune di Napoli e lavoravo alla Torretta al Commissariato per la Ricostruzione. Un giorno, io e una mia collega vedemmo Sergio Bruni che, con la sua inseparabile Renault 5, era venuto a trovare una delle sue figlie che aveva una rivendita di mozzarella in zona; La mia collega disse a Bruni che cantavo molto bene e mi consideravo il suo erede. Sergio Bruni mi disse che per l’ eredità sperava che aspettassi ancora cento anni ma mi chiese di andare a casa sua dove stava fondando una scuola di canto” Lei naturalmente ci andò di corsa. “Avevo 33 anni ma non il coraggio di farlo; alla fine dopo Natale gli portai la copia di una musicassetta con quattro canzoni che avevo registrato per regalarla ad un mio amico che partiva per

l’estero; lui ascoltò col suo grosso registratore solo mezza canzone e mi chiese dove fossi stato nascosto per 33 anni e che con la mia voce avevo non il diritto ma il dovere di cantare . Così cominciò l’avventura con Bruni” Il rischio grosso con uno come Sergio Bruni era quello di imitarlo. “Lui non voleva questo; chiedeva impegno, rigore etnico nello studio delle canzoni, ma non uno stile simile al suo e riprendeva chi lo imitava dicendogli: è inutile che cerchiate di imitarmi, io sono inimitabile; voleva che, sulla sua scia, fossimo i suoi eredi artistici non un suo clone. Nel 1986 infine presentò, al Teatro Sannazzaro ‘I cantori di Napoli’, gruppo formato da me, Antonio Siano e Lello Olmo” Lei non ha mai cercato un successo di massa. “Decisamente no, io avevo un posto ben remunerato al Comune di Napoli, ero funzionario, e ho preferito non fare matrimoni o feste di piazza dove ci sono i maggiori guadagni; ho molto lavorato, anche all’estero, con Ambasciate, Consolati, Centri Culturali, Scuole un lavoro non particolarmente remunerativo ma molto gratificante per me, con un pubblico ristretto ma appassionato ed attento. Quando a Palazzo Reale a Napoli or-

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DOMENICA 4 GIUGNO 2017 ganizzarono una manifestazione con il pubblico seduto ai tavolini a mangiare mi offrirono 15mila euro, rifiutai spiegando che non potevo porgere un Salvatore Di Giacomo a gente impegnata con l’ antipasto” Tutto questo, però, ha inciso non solo economicamente ma anche di notorietà. “Eh si. Nel 2009 un mio amico si ritrovò con Fabrizio Giustino, direttore di Repubblica Napoli, e gli parlò di me, dicendogli che avevo cantato al Vokal Festival di Dortmund, al Festival “Les Allumees” di Nantes, a Parigi, al British Museum di Londra, alla Casa della Letteratura di Monaco di Baviera, a New York, Tobruk, Algeri,all’Università di Lione, ad Algeri e in tanti altri posti; Giustino, esterefatto, mi telefonò e mi chiese se fosse vero; quando confermai

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mi dedicò un servizio nella serie ‘I volti di Napoli’, un articolo del giornalista Goffredo Locatelli” Come vede la canzone napoletana in rapporto ai nuovi generi? “Ognuno è libero di esprimersi come vuole artisticamente, magari anche con il rap come Clementino, ma sono cose diverse dalla canzone classica napoletana tradizionale, è diverso l’approccio e mancano i requisiti etnici della nostra canzone” Anche nelle Scuole lei si è spesso esibito. “Tantissimo, ho fatto conoscere ai ragazzi Sergio Bruni e tanti autori come Viviani; ho fondato, da tanti anni l’Associazione “Teatro Stabile della Canzone Napoletana” ; il Comune affidò a me e alcuni amici una palestra a Chiaiano

per farne una scuola di canto ma anche una liuteria per il rilancio dell’antico mestiere, anche in chiave occupazionale, facemmo grazie anche d alcuni sponsor, lavori di ristrutturazione e l’inaugurazione con Enzo Avitabile e tanti ospiti; volevo anche recuperare un adiacente spazio come teatro ma per problemi personali non ho portato a termine l’opera che era importante da un punto di vista educativo e sociale ma anche artistico: proprio in periferia si ritrovano le più autentiche voci etniche come Bruni o Mario Merola”. La passione è tanta e genuina, magari quest’anno avremo un Natale artistico anticipato di Peppe Napolitano. “Dove ti sei nascosto?” direbbe il pubblico, questa volta, al posto di Sergio Bruni


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ALESSIA MANCO

La Spm Bassolino non smette di sorprendere La celebre Accademia di Moda e Design premiata come migliore scuola all’evento “Moda all’ombra del Vesuvio La Spm - la Scuola professionale di moda delle sorelle Annamaria e Dora Bassolino - non smette di sorprendere e aggiunge un nuovo ambito trofeo alla sua ricca collezione. L’Accademia si è infatti classificata prima, aggiudicandosi il Premio Miglior Scuola nel corso della 16^ Edizione del prestigioso evento “Moda all’ombra del Vesuvio”, svoltosi il 26 Maggio presso Villa Signorini, ad Ercolano, alla presenza di numerosi giurati d’eccellenza, tra cui Maurico Martella, rappresentante della maison Valentino. Il tema del concorso era “Trasparenze e Ricami”, ma la Spm ha voluto ampliare questo tema puramente tecnico, affiancandogli una connotazione morale e un messaggio di utilità sociale. La scuola ha, infatti, usato il femminicidio come fonte di ispirazione per l’abito vincitore e la donna in tutte le sue sfaccettature come fil rouge dell’intera collezione. L’abito rappresentativo dell’Accademia, realizzato col contributo di tutti gli allievi della scuola partecipanti al concorso, ha sbaragliato la concorrenza per la maestria con cui è stato confezionato e per il forte potere evocativo. L’abito è un armonioso connubio di pudicizia e sensualità. Il leggero tulle “illusion”, di cui è fatto, sembra toccare appena il corpo di chi lo indossa, è un velo leggero e quasi impercettibile che rende l’idea del corpo, della pelle nuda della donna. Un donna delicata, ma audace, sempre pronta a lottare nella sua bellezza, una donna che non deve aver paura di presentarsi così com’è e di mostrare la sua essenza, una donna libera e inviolabile. Il tema del femminicidio, quanto mai attuale, viene affrontato senza soffermarsi sull’aspetto violento, ma esaltando la fragilità, la grazia e la forza femminili. Il colore scelto per il vestito non poteva essere che il rosso, un colore che racchiude tutto: il dolore, il sangue, ma anche la passione e l’amore. Le sue suggestive sfumature tingono la gonna, attenuandosi dal basso verso l’alto, grazie all’utilizzo di una tecnica innovativa: l’abito è stato, infatti, dipinto con un aerografo. Un folto roseto di ricami vermigli si intreccia e cela alla vista le forme del corpo, donando all’insieme un’eleganza straordinaria. Anche il copricapo abbinato all’abito, richiama il ramage del corpetto, come ad indicare che nella donna cuore e ragione sono un tutt’uno. La realizzazione di quest’abito ha avuto un altissimo valore didattico per gli allievi della scuola, che si sono messi alla prova con tecniche nuove, come la lavorazione del rame per creare le decorazioni, e che si sono confrontati con un tema di grande importanza per la nostra società. La stilista Dora Bassolino ha, infatti, dichiarato: “Volevamo

mandare un messaggio forte prima ai nostri studenti e poi a chi osserva le nostre creazioni. Questo significa fare formazione: al di là della tecnica, della ricerca, della creatività, bisogna anche dare ai ragazzi esempi di comportamento e di vita. Oltre all’alta formazione, punto di forza della nostra Accademia, sentiamo la necessità di trasmettere valori, che oggi sembrano sempre più andare persi”. Grazie a questa vittoria, gli allievi si sono guadagnati uno stage a Roma, presso la rinomata casa di moda Gattinoni. Ogni allieva ha presentato un suo abito al concorso: Maria Riccardi ha portato in passerella la sua donna romantica, amante della letteratura; Anna Auditano ha dato vita ad un abito chic ed elegante, per una donna vitale ed energica; Luisa Senatore ha mostrato a tutti la sua donna amante della natura; Giusy Molisse, invece, ha preferito una donna sicura e forte, una donna dark; Dalila Buccino ha voluto rappresentare col suo abito una donna in rinascita, raffinata e decisa; Capasso Carmela ha scelto una donna elegante, ma non scontata; Gelsomina Di Stazio, infine, ha vestito una donna inarrestabile, divisa tra lavoro, casa, famiglia e… passione per la moda. Al concorso, nella categoria “Premio Giovani Talenti della Moda”, ha partecipato anche un neodiplomato della Spm, Francesco Antonio Luca Minini, mentre Luciano Fiore, un vecchio allievo della scuola, ormai affermato stilista, ha presentato la sua collezione in passerella, come ospite dell’evento. Annamaria Bassolino ha affermato, infine: “Siamo soddisfattissime della vittoria e felicissime per i ragazzi. La nostra missione è dare loro delle opportunità e fare in modo che possano crearsi l’avvenire che desiderano. Ogni sfilata, ogni vittoria, mi emoziona come la prima. Non ci si abitua a certe soddisfazioni. Riconoscimenti come questo, sono la testimonianza tangibile che la moda al Sud funziona e anche bene! Il mio appello resta sempre lo stesso: dare spazio ai giovani e alla creatività, valorizzare e puntare su questo settore, che può dare lustro alla nostra terra, ma che, soprattutto, può creare occupazione e sviluppo. La moda non deve essere più limitata, vista in maniera riduttiva, o al contrario, come troppo lontana. I nostri ragazzi hanno grandi potenzialità e nulla da invidiare, per creatività e bravura, alle maison di Armani, Fendi o Valentino. E’ il momento che le istituzioni li sostengano come meritano, perché non è giusto restare sempre ai margini e parlare solo di ciò che non funziona. Speriamo che a Settembre ripartano i progetti con Garanzia Giovani e, soprattutto, che finalmente questi ragazzi possano avere accesso a borse di studio!”.


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Diana e Claudio: “La musica ha poteri incredibili, è un veicolo di felicità” Una coppia sinceramente affiatata è una realtà bellissima. La complicità è un ingrediente importante quando la passione è tale a trecentosessanta gradi, in ogni sua espressione: quando si affaccia in una quotidianità fatta di impegni dal gusto professionale, risulta protagonista di una ricetta di successo. Lo sanno bene Diana Ronca e suo marito Claudio De Bartolomeis, insieme da 33 anni, musicisti professionisti da 29, con la musica come fedele compagna di vita. Diana e Claudio festeggiano trenta anni di attività e non hanno alcuna voglia di andare in pensione e senza impresari né agenzie si dedicano alla posteggia napoletana, un genere musicale che oggigiorno sta riscoprendo un grande successo, anche sul web, come conferma il grande interesse che suscitano i video registrati da Diana e Claudio e sempre più condivisi sui social. Come è iniziata la vostra passione per la musica? “La musica è arrivata nella nostra vita molto presto: io, Diana, ho iniziato a studiare pianoforte a 6 anni e a cantare molto prima. Claudio, fin da ragazzino suonava la batteria nel gruppo della Parrocchia. Quando ci siamo incontrati, la nostra passione si è unita e dopo un periodo intenso di studio e una tournée con il cantante Pupo, abbiamo deciso di fare della passione per la musica, la nostra professione”. Cosa rappresenta per voi la musica napoletana? “La musica napoletana è stata sempre presente nel nostro repertorio, anche quando ci dedicavamo al pianobar. Durante una serata, un signore si avvicinò a noi e ci chiese di dedicare una canzone alla sua signora, ma non al microfono, bensì al tavolo. Per noi fu la prima volta che lasciammo gli strumenti elettronici e l’amplificazione. Vedere l’emozione negli occhi della signora e sentire la nostra emozione forte, ci ha aperto un mondo e da allora abbiamo deciso di dedicarci al meraviglioso repertorio che è il classico napoletano e che per noi rappresenta un patrimonio di cultura da

preservare e tramandare nella maniera più pura possibile” Siete una coppia affiatata nella vita di tutti i giorni e si vede anche quando cantate insieme. Quanto è importante la complicità in ciò che fate? “La complicità è fondamentale. Remare nella stessa direzione è una condizione essenziale affinché a chi ascolta possano arrivare le nostre emozioni. Inoltre, essere complici è di sicuro importantissimo perché i progetti, i sogni, il lavoro, vadano nel verso giusto”. Amore per la musica e musica per rendere solido un rapporto di coppia. Come commentate questa frase? “Nel nostro caso, mai frase fu più azzeccata. Innamorati della musica da sempre, la musica è stato per noi un collante straordinario. Lavorando insieme vivia-

mo praticamente 24 ore su 24 vicini e, sembra incredibile anche a noi, alcune volte andando a letto ci diciamo: volevo dirti un’altra cosa, ma te la dico domani. La musica riempie la nostra vita, è la nostra vita, uno stimolo continuo a fare nuovi progetti e a tirare dal cassetto un sogno dopo l’altro”. Spesso rendete ancora più speciale il matrimonio degli sposi che richiedono la vostra presenza alla loro cerimonia…. “La musica ha poteri incredibili, è un veicolo di felicità, amplifica tematiche che richiedono attenzione, cosa che noi facciamo ogni tanto con i nostri video e sicuramente ha il potere di unire. In particolare ai matrimoni è bello vedere gli sposi che, spesso, scelgono il loro brano del cuore, o brani da dedicare alle persone care. Considera poi, che noi dedichiamo ancora le serenate sotto al balcone dell’amata, una tradizione meravigliosa e romanticissima, che portiamo avanti così come è nata: in acustico. Anche questo un momento emozionante, innanzitutto per noi e dunque di sicuro il ricordo di una dedica di questo tipo, resta per sempre nel cuore di chi la riceve”. In che modo i social hanno cambiato il vostro rapporto col pubblico? “I social sono stati un motivo di avvicinamento ulteriore alle persone. Quando facciamo una serata, o una cerimonia, sono immancabili le foto e dunque si instaura un rapporto con chi festeggia che non finisce, ma prosegue attraverso le condivisioni e l’amicizia sui vari social. Grazie ad essi condividiamo i video che realizziamo, le persone sono in contatto con noi e possono sapere dove venirci ad ascoltare, e grazie ai social abbiamo incontrato persone meravigliose con le quali l’amicizia da virtuale è diventata reale. Possiamo dire che la musica unisce, rafforza le unioni e crea incontri speciali e concludere con il nostro motto: e non abbiamo ancora iniziato!”.


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CIRO TROISE

De Laurentiis-Sarri, è arrivato il momento della verità: la beffa determini la voglia di riscatto

La speranza di un colpo di coda è stata concreta, le notizie che arrivavano dall’Olimpico hanno generato il pensiero che potesse esserci il sorpasso all’ultima curva ma la Roma ha conservato il punto di vantaggio sul Napoli. Il secondo posto agli azzurri sarebbe stato giusto per lo splendido girone di ritorno dei ragazzi di Sarri, chiuso con quarantotto punti, mentre i giallorossi, invece, negli ultimi mesi hanno trascinato l’inerzia della componente nervosa e si sono aggrappati alla forza delle motivazioni e della personalità dei singoli. Visti i numeri del Napoli, il terzo posto ha il sapore della beffa che non deve ridimensionare, però, le ambizioni della formazione di Sarri sfruttando l’alibi degli introiti economici persi o rinviati all’eventuale qualificazione ai gironi di Champions League attraverso il playoff. Tra il secondo e il terzo posto c’è una differenza di 32,5 milioni di euro, cifra che crescerebbe sensibilmente in caso di mancata qualificazione ai gironi di Champions League, nonostante i correttivi recentemente introdotti che consegnano nuova linfa all’Europa League. La beffa del terzo posto nella stagione del record deve determinare la voglia di riscatto, la sensazione di essere ad un passo dal competere fino in fondo per lo scudetto. Rendersi pronti in caso di calo della Juventus è la missione del Napoli, De Laurentiis non sempre lo è stato. Nella scorsa stagione i bianconeri fallirono i primi mesi della stagione, il Napoli ha guidato la classifica complessivamente per dieci partite ma nel mercato di gennaio i rinforzi furono inadeguati, arrivarono Regini e Grassi che non trovarono spazio nella formazione di Sarri. Quest’errore non va più compiuto, i rimpianti non vanno alimentati per sfruttare al meglio la continuità del proprio progetto tecnico nell’inseguimento alla Juventus, vantaggio di cui non possono disporre Roma, Inter e Milan. Il primo caso da risolvere riguarda Pepe Reina, protagonista alla “cena

della discordia” di alcuni attriti con il presidente De Laurentiis. Reina ha il contratto in scadenza nel 2018, percepisce una cifra vicina ai 2,5 milioni di euro e vorrebbe allungare la sua intesa con il Napoli, che non è assolutamente di quest’opinione. Sono ben undici i gol subiti in cui sono emerse delle responsabilità del portiere spagnolo. “Per il futuro non credo che a noi serva un giovane promettente. A noi serve un portiere già formato che possa essere messo in competizione con chi già abbiamo, ovviamente con la possibilità di far giocare entrambi. L’età giusta del nuovo portiere è compresa tra i 25 e i 28 anni massimo. Un portiere che serve per i prossimi 10 anni”, così De Laurentiis si è espresso durante l’Insigne Day su Reina. “Un rendimento da alti e bassi”, così, invece, De Laurentiis ha giudicato l’operato di Reina durante la cena con tutta la squadra. Una frase che ha colpito un rapporto già precario perché il portiere spagnolo non gradisce né di restare a scadenza né di trascorrere in panchina molte partite nella prossima stagione. Il suo agente Manuel Garcia Quillon si sta guardando intorno, il Newcastle di Benitez è l’ipotesi più concreta e il forte abbraccio tra Reina e Sarri a Genova rappresenta un indizio riguardo alla possibilità che il portiere ex Liverpool e Bayern Monaco possa lasciare il Napoli. I contatti con l’intermediario Claudio Vigorelli sono frequenti, Szczesny è il primo obiettivo in questo ruolo e l’intreccio di mercato sta rendendo

sempre più calda questa pista. All’Arsenal dovrebbe restare Arsene Wenger, con cui il portiere polacco non ha un ottimo rapporto, la Roma dovrebbe puntare su Skorupski e Alisson e lasciare via libera al Napoli, che ha proposto un contratto triennale al connazionale di Milik e Zielinski. Martedì scorso Sarri ha ritirato alle 15 al Salone d’Onore del Coni il premio “Bearzot” e ha incontrato anche il presidente De Laurentiis. Al centro della riunione l’argomento contratto, Sarri vorrebbe che l’intesa sia adeguata alla splendida stagione realizzata dal Napoli e si è discusso dalla clausola di otto milioni valida dal 2018. Si è parlato anche di come rendere il Napoli pronto alla partenza per il ritiro di Dimaro prevista per il 5 Luglio e poi mercoledì Giuntoli, Sarri e De Laurentiis hanno tenuto un meeting operativo per iniziare a tutti gli effetti il calciomercato. Nel corso della settimana è in programma anche un incontro con Samir Ghoulam, fratello di Faouzi, per la situazione dell’esterno sinistro algerino, che ha il contratto in scadenza del 2018. Qualche trattativa è già stata avviata, come per Alex Berenguer, esterno classe ’95 dell’Osasuna, che piace per la sua duttilità, potendo essere schierato sia da terzino che fungere da alternativa a Callejon e Insigne. Il Napoli è un progetto work in progress ma c’è bisogno innanzitutto che arrivi il momento della verità, a De Laurentiis e Sarri il compito di tracciare la strada.


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APPUNTAMENTI COL LIBRO

KORALLION di Fiorella Franchini

L’8 giugno, ore 17.00, presso l’auditorium dell’Istituto Brando, l’Associazione culturale “Clarae Musae”, in collaborazione con il settimanale “Casoria due”, presenta il libro “Korallion” di Fiorella Franchini, giornalista e scrittrice. L’incontro chiude la IV edizione della rassegna culturale “AppuntaMenti col Libro”, nata col patrocinio del Comune di Casavatore. La prof.ssa Vittoria Caso, presidente dell’Associazione e Nando Troise, direttore di Casoria due, daranno l’opportunità al territorio a nord di Napoli di tuffarsi nelle sensazioni e nelle emozioni della mitologia greca, scenario e tessuto di un racconto struggente. “Fiorella Franchini – afferma Maurizio de Giovanni - racconta della magia di un luogo che non ha mai smesso di sussurrare le proprie storie e di cantarle per strada”. Le nostre radici che affondano nella Magna Grecia, LETIZIA SERVILLO

Il 30 Maggio 2017, si è svolta la presentazione della seconda edizione del libro “il regno di chimera” edito Turisa Editrice presso la libreria Ubik di Napoli. A tale presentazione sono stata invitata quale relatore, per affrontare la tematica da un punto di vista psicologico offrendo alcuni semplici spunti e chiavi di lettura ad un pubblico attento e appassionato. Un momento di incontro e confronto, che ha visto dialogare diversi relatori come lo storico Francesco Soverina, Membro del direttivo dell’Istituto campano per la storia della Resistenza, Eleonora Belfiore, editor Turisa. Alcune parti del brano sono state magistralmente interpretate dall’attore e regista Roberto Strati e l’evento è stato moderato dal giornalista Marco Martone. Il regno di chimera, evoca un animale mitologico né carne né pesce, un miscuglio di diverse parti di animali, anche di fantasia. Il titolo quindi ci porta in un mondo di ideali, di fantasie, di una realtà che non è ma che viene desiderata. Siamo nel mondo del sé ideale, di ciò che si vorrebbe raggiungere, di ciò che si vorrebbe essere. Da un lato l’infelicità risiede nello scarto tra questo sé ideale e sé reale, tra ciò che si vorrebbe essere e ciò che si è. Dall’altro lato, nei migliori dei casi, questo scarto se non viene vissuto in modo angosciante, ci spingerebbe a migliorarci, a diminuire le distanze tra questi due estremi. E su questo scarto si snoda la vicenda di Alessandra, una giovane donna

attraverso Neapolis, Cuma, i Campi ardenti, saranno illustrate dall’archeologo prof. Emilio Verze; vibrazioni canore e grafico-pittoriche non mancheranno, com’è abitudine di Clarae Musae, grazie alla voce straordinaria di Francesco Mangia e alla matita ora ironica, ora romantica di Carmine Mondola. L’I.S. “Torrente”, partner dell’evento e di tutti gli Appuntamenti, sosterrà l’evento sia con la gradita presenza del suo Dirigente, prof. Giovanni De Rosa, sia dello staff di accoglienza. Questa sintonia d’intenti vede affiancate a Clarae Musae un gruppo di associazioni che apprezzano il valore della cultura: Uniti per Casavatore, Casavatore segnala, Prospettive, Sigma P.C, Pro Loco Casavatore, le Aquile P.C., le quali credono fortemente che la cultura sia la strategia giusta per riscattare le nostre periferie dal disagio in cui versano.

psicologa@letiziaservillo.it • www.letiziaservillo.it

Il regno di chimera: tra luci ed ombre, passato e presente, realtà ed illusione

insoddisfatta della propria vita, dei mondi che abita e così inizia ad abitare mondi di fantasie legate alla sfera sessuale, una sorta di trasgressione, evasione inizialmente di natura solo mentale per poi ritrovarsi a vivere delle situazioni reali promiscue e pericolose. Tutti tentativi per stimolare il grigiore della propria esistenza, alla continua ricerca di uno scopo, di un senso. Questo la porta a scivolare in un baratro, anche pericoloso, dal quale si salva grazie ad un incontro, grazie all’amore. Un incontro quasi magico, destinato, un passato che ritorna e che trova un suo coronamento nel presente. Ma insieme alle

luci ritornano anche le ombre, in qualcosa di demoniaco, che Freud chiamerebbe coazione a ripetere, vicende che sembrano annullare le distanze spazio temporali per ripetersi allo stesso modo cogliendo di sorpresa i protagonisti. Si parla spesso di trasmissione transgenerazionale, una sorta di genetica nell’inconscio, qualcosa che se non riportata alla luce e divenuta consapevole, si impone in tutta la sua drammaticità. Jung infatti affermava “Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”. Molto spesso, infatti, ci troviamo in situazioni re-attive a stati emotivi difficilmente gestibili, di cui a volte non siamo neanche consapevoli e queste reazioni ci portano in situazioni ripetitive, non riusciamo a cambiare copione, ma portiamo in scena sempre le stesse parti. Incontriamo sempre le stesse persone, facciamo sempre le stesse cose, commettiamo sempre gli stessi errori e noi in questo centriamo. Non possiamo credere di essere vittime indifese del fato, ma abbiamo capacità e facoltà di scegliere, ma quando facciamo sempre le stesse scelte, limitiamo la nostra libertà per un po’ di rassicurazione. Esattamente quello che mette in atto Alessandra, che poi decide di affrontare i suoi demoni, per poter cambiare copione, per acquistare maggiore libertà anche se poi… questo non lo sveliamo ma lascio parlare il libro. Buona lettura.


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Elena Cappiello

nasce la RE/MAX Advisor

In data 24 Maggio 2017, in via Stendhal 9, più precisamente su uno dei viali più importanti di Napoli, ovvero via Toledo denominata anche la grande arteria partenopea; nasce la RE/MAX Advisor. Un’intera giornata dedicata alla presentazione dei suoi nuovi uffici e dei suoi servizi, longeva nel settore immobiliare, si propone di diventare in breve tempo un importante punto di riferimento, per il mercato partenopeo. Il network RE/MAX nasce in America nel 1973. Dave e Gail Linger, due agenti immobilari di Denver, Colorado, decidono di sviluppare un nuovo concetto di intermediazione immobiliare. Fondano così RE/MAX- un acronimo di “Real Estate Maximums”- ovvero il “Massimo nell’intermediazione immobiliare” e introducono un sistema che dimostra il potere di una grande idea. Infine nell’anno 1996 approda anche in italia; ivi Dario Castiglia fonda RE/ MAX Italia. Nel 1997 festeggia il suo 25° compleanno con 48.000 agenti in 2.900 uffici nel mondo. Dà inoltre il benvenuto , nel medesimo, a nuovi ingressi: Australia e Singapore, Germania e Grecia, Turchia, Olanda, Irlanda e Regno Unito. Secondo dati statistici, ad oggi RE/ MAX Italia risulta essere in vetta alla classifica mondiale per vendita di franchising nel 2015. Si aggiudica il 1° posto nel mondo durante la Convention RE/MAX di Las Vegas nella quale, a RE/MAX Italia, è conferito il Premio “Asso del Franchising” nella categoria “ Servizi” e nel contempo si aggiudica nuovamente il riconoscimento di Superbrands, per aver dimostrato negli anni di essere il brand, che ha rivoluzionato il modo di fare intermediazione in Italia e nel mondo, conquistando la leadership internazionale del mercato immobiliare ed inoltre possiamo dire che RE/MAX è l’azienda che per prima in Italia ha portato il concetto di collaborazione tra agenti immobiliari. Ordunqe adesso vorrei richiamare invece l’attenzione di voi lettori, tornando indietro alla giornata di mercoledì scorso, che si articola nella seguente scaletta: alle ore 14:00 il primo Career Day by RE/MAX Advisor; relatore del corso, il Big Giovanni Pascarella,

che ha parlato a tutti gli ospiti dell’opportunità di costruirsi una carriera nel settore immobiliare. Segue poi alle ore 16:00 Toledo’s Coffee Party e nel mentre le interviste ai brokers di RE/MAX Advisor Mauro Grieco e Biagio De Angelis; gli architetti di tale impero . E’ proprio grazie al loro contributo , al loro cospicuo impegno, alla loro caparbietà e forza di volontà, che REMAX Advisor oggi ha vita. I brokers hanno ritenuto opportuno comunicare, attraverso questa “festa”, ai loro clienti e cari colleghi l’apertura del nuovo ufficio; come rappresentativo e ambizioso progetto di dare vita ad uno dei più importanti punti di riferimento del mercato immobiliare partenopeo. Una location centralissima, così è quanto riportato da Mauro Grieco e Biagio De Angelis, ben servita dai mezzi pubblici, confortevole e dotata dei più moderni ausili informatici. Ospiterà un pool di professionisti, restando fedele al modello RE/MAX tipico degli studi associati, in grado di offrire servizi con elevati standard di qualità. I nostri brokers : «credono fortemente nella necessità di una migliore organizzazione del mondo dell’intermediazione immobiliare, intendono partecipare al processo di “deframmentazione” del mercato dell’intermediazione, già in atto nel nostro paese, attraverso l’aggregazione di piccole e piccolissime strutture, costituite magari anche

dal singolo professionista, che in tal modo, grazie anche alla condivisione degli incarichi ed alla collaborazione, saranno in grado di servire in minor tempo e con migliori performance, i loro clienti. In altresì credono ferventemente nell’equità del sistema, basato sul concetto fondamentale dell’Everybody Win. «Ognuno prende le proprie responsabilità, la giusta visibilità ed il congruo guadagno. Questo tipo di organizzazione trasferisce un elevato livello di serenità, senza eguali nel mondo del lavoro. E per noi tale aspetto è fondamentale!.» Confucio usava dire: «fai un lavoro che ami e non dovrai lavorare neanche un giorno nella tua vita.»” Queste, sopra riportate, sono le dichiarazioni rilasciate dai brokers Mauro Grieco e Biagio De Angelis . La serata volge al termine, con l’ultima tappa” .dal sogno alla realtà .“Buffet Apericena alle ore 19:00; i festeggiamenti continuano con l’arrivo anche dei familiari, per brindare poi tutti insieme. Centinaia le persone, che sono intervenute; tra i presenti, figuravano non solo fotografi e giornalisti ma anche rappresentanti di Borsa Immobiliare, dirigenti FIAIP e FIMAA. Giunti oramai alla fine, vogliamo omaggiare i nostri brokers augurando loro una brillante ascesa. “Faber este suae quisque fortune” (Appio Claudio Cieco)


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DOMENICA 4 GIUGNO 2017


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L’AVVOCATO RISPONDE

a cura dell’avv. Diana Santucci

Responsabilità medica: reato di omicidio per il sanitario che sbaglia nell’assegnare il codice al pronto soccorso

Gli infermieri del pronto soccorso dovranno prestare molta attenzione al codice da assegnare al paziente, e soprattutto usare la massima diligenza. Un errore di valutazione in una fase delicata come quella dell’assegnazione del codice d’emergenza può anche comportare una condanna per un eventuale danno subito dal paziente. E’ il caso di un’infermiera addetta allo smistamento dei pazienti condannata per omicidio colposo perché aveva scelto il codice verde invece del codice giallo. La Corte di Cassazione, con la sentenza 26922 del 2017, ha precisato ulteriormente i confini della responsabilità medica. In casi come questo, secondo gli Ermellini, il giudice deve valutare attentamente il caso concreto, non affidandosi soltanto alla probabilità statistica, ma facendo ricorso ad un giudizio di elevata

probabilità logica, raffigurandosi quale sarebbe stato il diverso svolgersi degli eventi se l’imputato avesse tenuto il comportamento richiesto dalle norme, ovvero avesse tenuto un comportamento diligente. Un’infermiera quindi è stata giudicata colpevole di omicidio colposo perché, agendo con negligenza ed imperizia, ha assegnato un codice d’emergenza sbagliato ad un paziente, mentre se avesse agito correttamente, giudicando nel modo più appropriato le condizioni di salute del paziente, la sua condotta avrebbe avuto un ruolo fondamentale per la vita della vittima. L’articolo 589 del codice penale recita: “Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”. Il problema è comprendere il confine del nesso di

causalità, ovvero quando un determinato evento dannoso può essere attribuito alla condotta dell’agente. Il reato è colposo quando non c’è la volontà di commetterlo, ma l’evento criminoso si verifica a causa della violazione di una regola di condotta richiesta dall’ordinamento, la cosiddetta regola cautelare, ovvero l’osservanza di una condotta diligente, prudente o connotata da perizia. Nel caso di specie l’infermiera secondo la Cassazione ha agito con negligenza ed imperizia, perché l’assegnazione del codice di emergenza sbagliato ha contribuito in maniera significativa ad aggravare fino all’irreparabile le condizioni del paziente, contribuendo involontariamente, ma colposamente, alla morte dello stesso. avv. Diana Santucci mail: diana.santucci@hotmail.it

GIUSEPPE NAPPA

0’ PAZZIARIELLO

Gennaro Lapillo, un cantante e attore della Napoli teatrale tradizionale, conserva le antiche origini e le antiche figure di quella Napoli di un tempo dove tutto aveva un sapore di straordinaria bellezza. Gennaro Lapillo, attraverso uno dei più antichi mestieri che va da metà settecento a metà novecento, i cosiddetti artisti di strada “o’ Pazziariello”, ci fa rivivere la Napoli bella, tradizionale e con questa figura importante Lapillo si è esibito persino negli Stati Uniti. Ma allo stesso tempo Gennaro ci fa vivere anche la Napoli struggente, passionale di giacca quella dove predominano i sentimenti puri, quella di Mario Merola perchè oltre ad essere un bravissimo attore comico è anche un ottimo cantante dalle doti vocali molto intense. Di straordinaria interpretazione sono la sua “Chiamate Napoli 081” oppure “Pupatella”. Gennaro Lapillo un’artista che ha un curriculum artistico di non poco valore, colui che ha portato Napoli e la porta ancora in moltissimi teatri e paesi della Campania ma anche d’Italia, con la sua tenacia e la sua caparbietà di bravo e talentuoso artista, arrivando anche nel continente americano. Sono artisti che mettono al di sopra di tutta la loro vita Napoli, la propria arte e tradizione facendola diventare una missione. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s.a.s Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 31 maggio 2017

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817311062 email: casoriadue@libero.it


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