DOMENICA Settimanale di Informazione 25 NOVEMBRE 2018
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ANNO XVIII - N° 35 - DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018
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QUESTIONE RIFIUTI: VIA CAVOUR E CENTRO STORICO RICOPERTE DALLA SPAZZATURA
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CARMEN PALUMBO
QUESTIONE RIFIUTI: VIA CAVOUR E CENTRO STORICO RICOPERTE DALLA SPAZZATURA Questa settimana riprendiamo la questione rifiuti sempre molto attuale a Casoria. Domenica scorsa in copertina abbiamo pubblicato una foto di Via Cavour, nel centro storico di Casoria, che mostrava la presenza di un cumulo di rifiuti, al numero civico 20, ex palazzo della Farmacia Del Giudice. La foto, fatta durante quella stessa settimana, riporta una situazione veritiera e soprattutto duratura nel tempo. Sono mesi ormai, per non dire anni che quell’edificio abbandonato, è circondato da spazzatura di ogni tipo e dalle macerie che cadono dal palazzo stesso. Come più volte abbiamo segnalato, la struttura in questione fa parte dei tanti palazzi evacuati del centro storico, che con il tempo appaiono sempre più fatiscenti e deteriorati. Questo edificio si trova tra l’altro in una posizione centrale, sulla parte finale di Via Cavour, con facciata direttamente in Piazza Santa Croce, a pochi metri dal Municipio di Casoria. Uno spettacolo dunque davvero vergognoso, che
offende l’immagine della nostra cittadina e la sua storia. Per noi residenti casoriani dovrebbe essere d’obbligo porci una domanda: qual è il giudizio che un passante ( non abitante di Casoria) ha sulla nostra città? Qual è l’immagine che Casoria mostra di sé? Per noi cittadini, che nonostante tutto abbiamo un legame di affetto con Casoria, è triste pensare che lo scempio e la decadenza in cui versa la nostra città è evidente ormai a tutti. Nessun passante può avere un giudizio positivo, se camminando tra le stradine del centro storico e non solo, si ritrova a calpestare rifiuti, si ritrova davanti palazzi pericolanti, strade disastrate e inciviltà ovunque. Ritornando al famoso palazzo preso in analisi, dalla foto pubblicata in copertina la settimana scorsa, (correlata all’editoriale del nostro Direttore Nando Troise), si vedono chiaramente pietre e macerie, sormontate da bottiglie e secchi di plastica oltre ad altri oggetti ingombranti. continua a pag. 4
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La foto come vogliamo puntualizzare riporta una situazione presente almeno fino al giorno mercoledì 14 novembre, ( giornata di menabò per il nostro giornale). La copertina del settimanale è stata dunque chiusa in questa data o poco dopo, riportando un disagio veritiero e presente ormai da diversi mesi. Pochi giorni dopo o meglio il venerdì successivo, il Sindaco Pasquale Fuccio, ha provveduto finalmente a risolvere tale disagio. Alcuni operai sono stati mandati a ripulire la zona in questione da rifiuti e pietre, come ben si può vedere dalle foto in basso. Il Sindaco nei giorni successivi si è scusato per il ritardo e per i disagi creati, ma la verità è che senza le nostre lamentele e senza il nostro “ipercritico Direttore”, (come lui stesso lo definisce), la spazzatura sarebbe ancora lì, a sporcare ancora di più l’immagine della nostra cittadina. Evidentemente la copertina di Casoriadue, ancora prima di uscire, ha fatto rumore e ha fatto smuovere qualcosa. In ogni caso quello che ci interessa è che quello scempio sia stato rimosso, natural-
mente noi, come tutti i cittadini di Casoria, avremmo voluto che ciò accadesse prima. Ormai da tempo affrontiamo la questione rifiuti sul nostro giornale e Via Cavour è una delle strade-protagoniste di questa situazione. Le colpe naturalmente non sono mai di una sola persona, al centro della polemica, ci sono anche i cittadini stessi che si comportano in maniera incivile, gettando rifiuti dappertutto, senza rispetto per il proprio ambiente. Ma una lente di ingrandimento andrebbe messa anche sugli operatori che si occupano della pulizia stradale e urbana. La loro assenza si fa sentire in molte strade di Casoria e ogni giorno abbiamo nuove segnalazioni da parte dei cittadini più attenti. Proprio qualche settimana fa parlando con l’Ing. Antonio Isoldo, direttore tecnico di Casoria Ambiente, riguardo alla presenza di macerie e pietre sia a Via Cavour che intorno ad altri edifici, c’è stata data la seguente risposta: “Sono inerti da scarti di costruzioni edili, non tocca a noi rimuoverli, non li prendiamo. Noi raccogliamo plastica, carta e cartoni, umido, vetro, indifferenziato e ingombranti.”
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CIRO TROISE
A gennaio difficilmente ci saranno colpi per l’immediato, si lavora al Napoli del futuro
Ancelotti, la teoria del riposo e l’occhio al Napoli del futuro
Nelle fasi iniziali dell’era Benitez s’aprì una contesa tra i nostalgici di Mazzarri, aggrappati al ricordo di un Napoli da favola che con la determinazione e la tenuta atletica inondava di benzina la qualità di Hamsik, Lavezzi e Cavani, e l’innovatore Rafa che superò l’ossessione italianista del lavoro sul campo. Con Benitez la Napoli calcistica ha messo da parte il mito delle fondamentali corse nei boschi, delle energie da acquisire con il fondo per affrontare una lunga stagione. Benitez era criticato perché non faceva lavorare abbastanza soprattutto da buona parte dello spogliatoio che aveva raggiunto con Mazzarri livelli di rendimento inaspettati. Ancelotti trova terreno fertile anche sotto quest’aspetto culturale, l’ossessione italianista è scomparsa, e può tranquillamente imporre le sue idee. Nel suo libro “Il leader calmo” Ancelotti racconta delle discussioni con Florentino Perez a Madrid che, come faceva la critica napoletana con Benitez, accusava l’allenatore che poi ha vinto la “Decima” di non far faticare abbastanza i calciatori. “Meglio mezz’ora di lavoro duro che tre ore d’allenamento blando, non conta la quantità di training ma l’intensità”, spiega Ancelotti nella sua biografia, uno spaccato sulla storia del “re di coppe”. Dall’amichevole contro la Primavera del venerdì mattina prima della domenica della sosta del campionato alla ripresa di martedì pomeriggio, la metà dell’organico rimasta a Ca-
stelvolturno ha goduto di 100 ore di riposo, praticamente quattro giorni di stop. Nessuno in serie A si è spinto così tanto, il Parma di D’Aversa e il Torino di Mazzarri hanno deciso di fare allenamento anche nella domenica della sosta. Il Napoli inizia la settimana che porterà alla sfida contro il Chievo Verona di Di Carlo, una realtà da non sottovalutare soprattutto per la volontà di dimostrare a Ventura il proprio valore, e poi l’impegno contro la Stella Rossa che può essere decisivo per la qualificazione agli ottavi di Champions League, con la consapevolezza che il Napoli è in crescita e può andare anche in questa stagione oltre le previsioni, un pensiero “pazzesco” dopo l’estate della depressione per l’illusione Cavani e l’addio di Sarri. Ci sono delle risorse inesplorate come gli infortunati che Ancelotti vuole recuperare, Verdi è pronto, scalpita per un posto da titolare contro il Chievo Verona, Luperto, quando avrà definitivamente messo alle spalle l’affaticamento al quadricipite, darà una soluzione in più sulla fascia sinistra mentre
sono più complesse le situazioni di Younes, Ghoulam e Meret. Il tedesco trasmette entusiasmo, vuole assaporare il campo, Ancelotti ha dato come indicazione fine novembre ma va gestito il suo rientro, non gioca da Vitesse-Ajax 3-2 del 4 marzo scorso. L’ex Ajax è guarito dall’infortunio al tendine d’Achille, deve solo ritrovare la condizione atletica adeguata. Durante l’amichevole in famiglia Younes ha giocato alla “Ounas” alternandosi con Verdi tra la fascia sinistra e il ruolo di seconda punta, come faceva l’algerino nella gara interna contro il Sassuolo. Ghoulam ha superato l’anno di stop e la luce in fondo al tunnel non è ancora alla portata, il terzino algerino sta recuperando il tono muscolare e nell’amichevole contro la Primavera non ha dato la sensazione d’essere pronto, Ancelotti lo monitorerà e deciderà quando potrà essere schierato anche a gara in corso. Il calvario di Meret, invece, non è finito, dopo la frattura del terzo medio dell’ulna sinistra, sta fronteggiando il riacutizzarsi di un’infiamma-
zione alla spalla sinistra che gli ha fatto saltare le ultime quattro partite dello scorso campionato. Si punta a recuperarlo per Napoli-Frosinone del prossimo 8 dicembre ma la situazione va costantemente monitorata. Dal rientro degli infortunati dipenderanno anche le mosse del Napoli sul mercato, è complicato che ci siano a gennaio colpi per l’immediato ma piuttosto si lavora al Napoli del futuro. La priorità è il rinnovo di Zielinski, si lavora all’accordo su una clausola che dovrebbe modificare il suo valore in base alle acquirenti, la cifra orientativa è di 120 milioni di euro, il Napoli poi guarda al mercato sulla fascia destra, al centro della difesa e in attacco. Il dialogo per l’eventuale rinnovo di Hysaj è alle prime battute, non ci sono novità sul futuro di Callejon e Mertens, entrambi in scadenza di contratto nel 2020, bisogna fare i conti con l’età che avanza per Albiol e il rischio di non poter dire no stavolta alle offerte sontuose per Koulibaly. Sulla corsia destra piacciono Andrè Almeida del Benfica e Lazzari della Spal, nel ruolo di difensore centrale sono avviati i contatti con Bruno Satin, agente di Todibo che va a giugno in scadenza con il Tolosa ma la concorrenza è agguerrita, c’è anche la Juventus. In attacco bisogna programmare il post-Mertens con la consapevolezza che Milik finora non ha dato le garanzie di poter prendersi il Napoli. L’ha detto anche De Laurentiis: “Cerchiamo un attaccante da 30 gol”.
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“Un Geologo a scuola” Venerdì 16 novembre, nella sala video dell’IC “Filippo Palizzi” di Piazza Dante - Casoria, si è svolta una giornata dedicata alla diffusione della cultura geologica quale elemento necessario per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Il Prof. Geol. Gaetano Caputo mediante la proiezione di slide e video ha illustrato i diversi tipi di rischi geologici e le problematiche ambientali derivanti da una non sempre attenta gestione del territorio. Numerosi gli interventi degli alunni di entrambi i plessi presenti in sala, accompagnati dai rispettivi docenti, che hanno partecipato con entusiasmo ed interesse all’iniziativa. L’evento, dal titolo “La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo” - II edizione, è stato organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione degli Ordini dei Geologi delle Regioni coinvolte nell’iniziativa, con il Patrocinio Morale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare. La Dirigente Scolastica dell’I.C. “Filippo Palizzi”, Prof.ssa Stefania Colicelli, ha accolto positivamente l’iniziativa, in continuità con quelli che sono i principi generali di sicurezza e rispetto
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dell’ambiente dei propri studenti, al fine di renderli edotti sui comportamenti da tenere in caso di eventi calamitosi, in un’ottica generale di prevenzione. Dopo una breve presentazione dell’iniziativa da parte del dott. Nando Troise, del giornale CasoriaDue, si è passati alla seconda parte dell’evento dove un gruppo di allievi della Scuola Secondaria di I grado, coordinati dalla Prof.ssa Gina Marino, ha interpretato la “Terra e le sue componenti”, uno spettacolo interattivo con gli studenti e ideato dall’alunna Gloria Caputo della classe 3A. Presenti all’evento gli Assessori Avv. Antonio Ricciardi e la dott.ssa Tommasina D’Onofrio rispettivamente all’Ambiente e all’Istruzione del Comune di Casoria. Un supporto fondamentale è stato dato dai volontari della Protezione Civile “Folgore e Airone” di Casoria, che hanno contribuito, in tutta sicurezza, alla buona riuscita della manifestazione. Il supporto tecnico - audio è stato affidato alla Prof.ssa Lilla Borriello, che ha abilmente utilizzato la strumentazione disponibile, al fine di rendere ancora più gradevole l’evento. In definitiva è stato un momento istruttivo e piacevole per tutti!
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ANTONIO BOTTA
3° Premio agli alunni dell’I. C. I Ludovico da Casoria nel XXI Concorso nazionale “Federchimica Giovani”
“PICCOLI SCIENZIATI” CRESCONO Piccoli scienziati crescono all’I. C. I Ludovico da Casoria: le attuali classi quinte – scuola primaria, che lo scorso anno scolastico hanno partecipato, a rotazione, al progetto di potenziamento “CHIMICA…MENTE : OSSERVO, SPERIMENTO, IMPARO”, hanno ottenuto il 3° Premio al XXI Concorso Nazionale “Federchimica Giovani” promosso dalla “ Federchimica ASSOBASE”, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il prestigioso riconoscimento costituisce un’ulteriore conferma della elevata qualità culturale dell’offerta formativa della scuola di cui è Dirigente la prof.ssa Maria Grazia Puzone, che valorizza al meglio le risorse professionali dei docenti al fine, com’ è sottolineato nelle Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea emanate nel Maggio scorso, di “sostenere il diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi e assicurare a tutti le opportunità di sviluppare le competenze chiave”. Enorme la soddisfazione della Referente del Progetto, prof.ssa Vincenza Fiorentino, la quale,adottando la didattica laboratoriale e seguendo il metodo scientifico (osservazione di un fenomeno, elaborazione di ipotesi, verifica con esperimento e conclusione) ha consentito agli alunni di capire “sul campo” quanto sia vera l’affermazione di J. W. Goethe: “Le incredibili scoperte della chimica esprimono con forza la magia della natura”. “Il progetto Chimica…mente” ha spiegato, al riguardo, la prof.ssa Fiorentino, “è nato con l’intento di essere un punto di partenza per avvicinare gli alunni della scuola primaria alla chimica come scienza sperimentale. Sono stati scelti degli esperimenti semplici, puntando a sviluppare capacità specifiche, dalla semplice osservazione, a quella, fondamentale in ambito scientifico, di cogliere relazioni di causa – effetto”. La Professoressa ha, poi, evidenziato che “la didattica laboratoriale adottata non va intesa nell’accezione con cui veniva concepita anni fa, ossia di uno spazio fisico organizzato (che comunque occorre!), quanto di metodo di lavoro attivo e partecipato. Essendo coinvolti, perciò, bambini di scuola primaria, ho utilizzato materiale adatto e di facile reperimen-
to. Ho notato in loro la capacità di cogliere fatti nuovi, di stupirsi, di incuriosirsi, di meravigliarsi, al contrario degli adulti che, talvolta, mostrano un atteggiamento apatico o disincantato nei confronti di ciò che accade intorno a loro.” Vari gli argomenti affrontati, che hanno destato vivo entusiasmo negli alunni coinvolti; tra essi: gli atomi e le molecole; le proprietà della materia e gli stati di aggregazione; le proprietà dell’acqua (tensione superficiale, capillarità, proprietà solvente); la separazione di un miscuglio per dissoluzione e successiva filtrazione. “La possibilità di sperimentare in prima persona” ha concluso la prof.ssa Fiorentino “ha risposto all’esigenza dei bambini di scoprire il mondo e le scienze sotto forma di gioco: attraverso un gioco “serio” quale è l’esperimento, i nostri alunni hanno assunto il ruolo di “piccoli scienziati”, imparando che “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel vedere nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust). “Ancora una volta” ha commentato la Dirigente Puzone “la I Ludovico da Casoria è stata premiata per un lavoro di alto valore scientifico e didattico: nel cortometraggio inviato alla Commissione giudicatrice sono state illustrate le varie fasi di un progetto pienamente in linea con le sollecitazioni del Consiglio dell’Unione Europea, che raccomanda vivamente di “promuovere l’acquisizione di competenze in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM), tenendo conto dei collegamenti con le arti, la creatività e l’innovazione, e motivare di più i giovani, soprattutto ragazze e giovani donne, a intraprendere carriere STEM”. Complimenti vivissimi, dunque, ai bambini e alla prof.ssa Fiorentino che li ha fortemente motivati e incuriositi. Eh, sì! Riflettendo su esperienze di apprendimento vissute dai ragazzi della I Ludovico da a Casoria, validamente seguiti da un corpo docente altamente professionale e di elevate competenze, non si può non citare, dopo Goethe e Proust, lo psicanalista Massimo Recalcati, il quale, parlando dell’educazione, ha dichiarato che occorre “portare il fuoco” e accendere il desiderio di sapere per trasformare l’oggetto di conoscenza in un corpo vivo, contagiando lo studente con la propria passione.
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FRANCO D’ANNA
E’ MARIO SETOLA IL NUOVO PRESIDENTE ALPHA LAWYERS DI NAPOLI NORD
L’avvocato Mario Setola, è il nuovo presidente dell’Associazione Forense Alpha Lawyers di Napoli Nord. La giovane ma già prestigiosa associazione, nata nel maggio 2014 proprio da un’idea dell’avvocato Setola e del collega Carmine Foreste, oggi brillante consigliere dell’ordine degli avvocati di Napoli, ha deciso di incidere con i propri servizi e le proprie battaglie al servizio dell’avvocatura, anche nel martoriato territorio su cui insiste il neonato Tribunale aversano. E’ già pronta la squadra di cui l’avvocato Setola si avvarrà per offrire a tutti i colleghi la massima professionalità e diligenza nell’espletamento dei servizi tipici di Alpha Lawyers che tanto successo e risultati hanno conseguito presso il Tribunale di Napoli. Di concerto con il collega Cristiano Capurro, che guiderà Alpha Lawyers Napoli, saranno promosse iniziative “gemelle” che andranno a colmare quel baratro che ormai esiste (a causa anche della negligenza degli organi preposti) tra gli avvocati partenopei e quelli di provincia che hanno dovuto subire la scellerata ed affrettata modifica della geografia giudiziaria. Dalla formazione obbligatoria al box office, dalla preparazione per l’esame di avvocato all’aggregazione forense, dai rapporti coi magistrati alla particolare attenzione ai giovani avvocati ed ai praticanti, fino ai rapporti col Coa. Insomma, una sfida avvincente ed una scommessa che se realizzata e supportata dai numerosissimi iscritti, potrebbe davvero segnare un solco con un passato fatto di approssimazione, opportunismo e menefreghismo il tutto a scapito della classe forense in primis e del cittadino poi. “Sono orgoglioso della prestigiosa nomina ricevuta e per questo ringrazio il presidente uscente Carmine Foreste e tutti i colleghi del consiglio direttivo. Ci aspettano battaglie difficili ma non ci hanno mai spaventato. Alpha Lawyers è composta da tantissimi avvocati, tutti validi e motivati. Faremo bene anche nella difficile e complicata realtà aversana” ha detto il neo presidente Setola.
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10 ANTONIO VALENTI
Magda Mancuso, bellezza mediterranea core napulitano
Magda Mancuso, showgirl presentatrice di eventi di Piazza e non solo, conduttrice televisiva ormai affermata in Campania e molto apprezzata per la sua personalità e per il suo carattere allegro oltre che per quello che trasmette sempre sul palcoscenico con tanta positività. Magda si è sempre impegnata molto anche per il sociale presentando tanti eventi di beneficenza per sostenere la lotta contro l’anoressia, il bullismo e il femminicidio; particolarmente sentito l’impegno a favore delle persone colpite da depressione per un evento, che poi spiegherà, che l’ha segnata e porta nel cuore; oltre le apparenze c’è comunque una grande sofferenza e una grande sensibilità. Tanti cambiamenti nella tua vita. “Verso i venticinque anni, oggi ne ho quarantatre, tra amore e carriera artistica, io optai per il primo: mi sposai e in quattro anni ho avuto tre figli maschi, per questo dovetti abbandonare il mio lavoro e lo facevo solo saltuariamente; in questo periodo fui sottoposta anche a un intervento alle corde vocali che condizionarono la mia attività di cantante non permettendomi più di fare serate di tre o quattro ore di piano bar, ma non ho del tutto abbandonato la canzone che è diventata diciamo un ‘contorno’, nelle mie serate, da showgirl e presentatrice, mi lascio sempre uno spazio e na canzuncella, antica passione, non manca quasi mai. Un lavoro molto impegnativo che abbini egregiamente al tuo ruolo di moglie e di madre. Certamente non facile. “E’ il motivo per cui ho praticamente messo da parte il mio lavoro quando mi sono sposata, volevo crescere i miei fi-
gli al meglio come cerco di fare anche attualmente e certamente il fatto di lavorare essenzialmente in Campania sicuramente mi aiuta a svolgere questo doppio ruolo: artista e donna serenamente sposata con tre splendidi figli maschi e il cagnolino Chico a completare il quadro familiare, va bene così e mi sento realizzata”. Una bellezza mediterranea, cito Antonio Romano patron di Radio Amore e uomo di cultura nonché grosso conoscitore della canzone napoletana, ma anche core napulitano nei suoi affetti familiari imprescindibili e nella visione sociale del ruolo dell’artista. Il ‘male oscuro’ ha attraversato, non personalmente ma non lievemente, la tua esistenza. Ti va di parlarne?
“Mia sorella gemella Fiorella Fabiola quattro anni fa si è tolta la vita per la depressione, non riusciva più a sostenere questa sofferenza, una tremenda sensazione di sentirti a metà”. Il male oscuro che andrebbe illuminato con una maggiore e migliore conoscenza collettiva. “La depressione non è una malattia mentale, non si è pazzi con la depressione che è una malattia dell’anima, è come un cancro che attacca un organo e ti distrugge tutte le cellule, così la depressione attacca l’anima fino a fartela morire, è un mondo di dolore e occorre forza per uscirne, occorre un lavoro di equipe, come psicologi e nutrizionisti, da abbinare all’arte che è la medicina principale”. Cosa ti ha lasciato dentro questa terribile esperienza? “Tanta tristezza e il desiderio di aiutare la gente a conoscere la depressione e affrontarla conoscendola, accendere un faro affinchè la depressione non resti un male oscuro per nessuno”. L’arte può avere un ruolo in questa lotta in cui sei tanto impegnata? “L’arte è importante perché porta amore dentro e dove c’è amore dentro l’anima non si può ammalare, a queste persone bisogna parlare e regalare loro un sorriso e tanto amore”. Un sogno nel cassetto che certo ti piacerebbe aprire e tirare fuori. “Più che nel cassetto proprio nel cuore, un desiderio grandissimo da quattro anni e finalmente si potrà realizzare il 29 novembre a Villa Domi, un grosso evento a sostegno di tutte le persone che soffrono di depressione e in memoria di
DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018 mia sorella si chiamerà “Un pensiero per Fiorella Fabiola”. Come si sviluppa questo evento? “Prima lasciami dire le persone che hanno reso possibile la realizzazione, il patron di Villa Domi, Domenico Cosenza e Angelo Iannelli, un ragazzo veramente di cuore l’ambasciatore del sorriso, insieme tutti e tre stiamo mettendo insieme un evento dove si parlerà di depressione, come si può prevenire e, per chi ne soffre, come si può combattere; lo faremo con l’intervento degli esperti; la seconda parte del convegno si trasformerà in evento con tanti artisti napoletani che si esibiranno per regalare un sorriso contro la depressione”. Quali sono i tuoi prossimi impegni? “A dicembre, dall’otto al dodici, ci sarà la ‘Notte Bianca’ nel Casertano , in tut-
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te le Piazze ci saranno stand gastronomici e Spettacoli, io presenterò in una delle Piazze con la partecipazione di comici tra cui Tony Tammaro”. Ancora del sociale nel 2018? “Certamente, il 21 e 22 sarò impegnata al Teatro Italia di San Giuseppe Vesu-
viano in un Evento di Alta Moda contro l’anorressia organizzata dal grande maestro visionario Louis Arsenio , definito iena della moda, il Maestro concretizza sulla passerella ciò che immagina, io sono contenta di appoggiare questo evento per la sua finalità”.
ILARIA RICCARDI
CONFERENZE : acquisire nuovi saperi e sviluppare la capacità critica
Il giorno 19 Novembre 2018 si è tenuto a Napoli, presso il Palazzo Du Mesnil, la conferenza “Sovranità, sovranismi e processsi d’integrazione europea”, organizzata dalla dott.ssa Emma A. Imparato ( professore associato di Diritto Pubblico all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”) e a cui hanno partecipato giuristi, quali ad esempio: Sandro Staiano, Mario Esposito e Paolo Passaglia. In tale convegno sono stati affrontati argomenti molto importanti ed attuali; sono state poste questioni di legittimità europea: “ Tra i sovranismi rientrano anche le sovranità esercitate dalle istituzioni europee, la cui legittimazione ha costituito una problematica fuori dal controllo degli Stati” , afferma il dott. Luigi Melica; è stato messo in discussione l’effettivo potere delle costituzioni dinanzi tali fenomeni, in particolar modo rispetto la Costituzione italiana; inoltre è stata trattata la questione della Conferenza delle corti costituzionali europee (iniziativa che nasce nel 1970), con cui le corti si riuniscono ogni due anni per esaminare temi d’interesse comune, al di fuori dell’organizzazione comunitaria e si è parlato poi delle problematiche del caso Taricco. Insomma, è stato un convegno molto interessante e soprattutto aperto al pubblico, quindi chiunque avesse voluto, avrebbe potuto partecipare e porre domande in proposito o dare inizio ad un dibattito costruttivo, che avrebbe dato modo di imparare qualcosa che non provenga da politici o trasmissioni di parte. Tuttavia, nonostante siano stati molti i giovani a partecipare,
questi o almeno la maggior parte, non possedevano i giusti strumenti per comprendere tutto ciò di cui si stava discutendo: in primis perché sono state analizzate relazioni di cui molti non erano a conoscenza e perché alcuni argomenti potevano risultare molto complessi per chi non fosse adeguatamente preparato in materia, e in secundis perché non tutti i giuristi hanno compreso questa difficoltà e quindi introdotto in modo adeguato il proprio pensiero a coloro che possedevano solo conoscenze di base non sufficienti. Al termine delle diverse argomentazioni è avvenuto, come già anticipato in precedenza, un dibattito durante il quale sono stati chiesti chiarimenti riguardo ciò che è stato precedentemente affermato. Questo colloquio ha caratterizzato un altro importante momento di critica, con il quale le persone hanno potuto discutere delle proprie perplessità o comunque porre obiezioni, da cui poter tratte ulteriori insegnamenti. Potrebbe sembrare una banalità, o addirittura una perdita di tempo frequentare tali convegni, ma in realtà questi danno l’opportunità di apprendere, poco a poco, diverse nozioni che ci renderebbero poi molto più comprensibile una realtà che viviamo quotidianamente e che ci sembra invece estremamente lontana. Bisogna utilizzare tutti gli espedienti possibili per istruirci riguardo tali avvenimenti, così da poter giudicare determinate situazioni secondo i nostri saperi e non per sentito dire.
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DONNE: PER AMORE, SOLO PER AMORE In occasione del 25 novembre e dell’8 marzo, convegni, tavole rotonde, trasmissioni televisive, in cui si parla di donne, abbondano. Parole, parole, parole: si parla soprattutto della violenza che impunemente si abbatte sulle donne, alla luce della cronaca che, martellante, c’informa costantemente sulle difficoltà nell’individuare gli scaltri colpevoli per assicurarli alla giustizia. Da qui, evidentemente, nasce l’esigenza di prevenire la violenza sulle donne e la ricerca degli strumenti per combatterla al fine della promozione dei diritti umani La più recente ricerca psicosociologia, infatti, evidenzia che l’affermazione dei diritti della donna, passa attraverso la maturazione maschile e la divulgazione di una cultura che consideri di “pari valore” uomini e donne. Il sottile pregiudizio, infatti, secondo il quale agli uomini spetta la gestione del potere, mentre le donne devono essere strumenti silenziosi di quest’ascesa, esiste ancora, quale retaggio atavico di una “supposta” superiorità dell’uomo. Nonostante le tante campagne volte a eliminare o almeno a smussare tali stereotipi, i giovani sono ancora lontani anni luce dall’accettazione della Pari Dignità di uomini e donne, figuriamoci gli adulti! Uomini e donne sono diversi ma diversità non significa superiorità o inferiorità, indica, piuttosto, il possesso di qualità e attitudini differenti ma di pari valore: è questo il dato che molti faticano ad accettare. L’èquipe parlamentare delle Pari Opportunità afferma, perciò, a gran voce la necessità di prendere nuovi provvedimenti a favore delle donne. La violenza sulle donne, in verità, c’è sempre stata. For-
tunatamente, oggi se ne parla ma quante sono le donne che denunciano la violenza subìta o che quotidianamente subiscono? L’Istat informa: in Italia sono state censite 6 milioni 734mila donne che, almeno una volta, sono state vittime di violenza; 7 milioni di donne hanno subito violenza psicologica e un milione e mezzo ha subito uno stupro prima dei 16 anni. Gravissimo: oltre il 93 % di queste violenze si consuma tra le mura domestiche, nel “nido” che anziché essere fonte di protezione e di sicurezza si trasforma paradossalmente in strumento di tortura. . I dati e le cifre delle indagini ufficiali sono impressionanti testimoni di una violenza gratuita e ripetuta, che produce conseguenze assai gravi: perdita di fiducia e di autostima, sensazione d’impotenza, depressione, suicidio. Eppure, per amore, solo per amore, mogli, figlie, madri, sorelle, amanti, compagne di vita o di lavoro, accettano le vessazioni di mariti, padri, compagni tra le pareti domestiche, negli uffici, nelle scuole, per la strada e finiscono con l’essere vittime incolpevoli degli errori maschili e dei malumori di uomini insicuri e frustrati.
E’ cronaca: uomini che sfogano le proprie frustrazioni sulle mogli, sulle fidanzate, sulle madri; uomini che abusano sessualmente delle figlie; uomini che alzano la voce per avere ragione soprattutto quando sanno di avere torto; uomini presuntuosi, alla ricerca dell’affermazione ad ogni costo che tartassano le compagne, gelosi della loro superiorità culturale; uomini invidiosi e meschini; uomini vigliacchi che nel branco si sostengono l’uno con l’altro; uomini gelosi; uomini resi arroganti dal potere, egocentrici e megalomani che vantano solo se stessi, privi di qualunque rispetto per il lavoro altrui; uomini che sanno chiedere ma non sanno dare: tutti, dal gradino più basso della scala sociale a quello più alto, sfogano le proprie insoddisfazioni sulle donne. Se la violenza fisica e l’abuso sessuale sono visibili e si possono denunciare, la violenza psicologica, più subdola e sottile, come può essere provata? Così com’è gravemente frequente l’inganno, l’uso e l’abuso dei sentimenti femminili per i propri fini personali, per la cura dei propri meschini interessi; le donne sanno amare e danno tutte se stesse all’uomo amato, che vicever-
sa le usa, fingendo di amarle e poi le butta via. La violenza sulle donne, drammaticamente attuale, coinvolge tutti i paesi. Portarne all’attenzione dell’opinione pubblica la persistenza è sicuramente positivo; esiste, del resto, una normativa sulla discriminazione di genere, ma, è evidente, che la norma, per quanto valida, non può mutare la mentalità. Bisogna intervenire proprio su questa sia nelle metropoli, sia nelle periferie del nostro sud, dove il pregiudizio è più radicato. Bisogna fare di tutto per sradicare una concezione della donna come oggetto di cui ci si può anche appropriare: è, infatti, la persistenza di aberranti schemi mentali a favorire il riprodursi e addirittura l’aumento d’insopportabili atti di sopraffazione anche in ambito familiare. Siamo ancora lontani dalla formazione di una cultura del rispetto per le donne così come il loro silenzio è indice, da una parte di paura, dall’altra di chiara sfiducia verso le istituzioni e gli strumenti di cui lo stato dispone. Strumenti che nulla possono, purtroppo, contro il pregiudizio e la mentalità arrogante e prevaricatrice di una cultura ancora oggi maschilista, introiettata come norma di vita anche dalle nuove leve, che considera le donne responsabili delle violenze subite, un disvalore meritevole di punizione in nome di un’aberrante dinamica relazionale e affettiva, “un oggetto, una cosa che può essere dominata” – come rileva A. C. Baldry, psicologa e criminologa della II Università di Napoli, il cui saggio “Dai maltrattamenti all’omicidio” così inizia: “Ogni tre giorni in Italia una donna viene uccisa. E il luogo dell’omicidio è spesso la famiglia…”.
DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018 BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
13 a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Piperina: proprietà, utilizzo e controindicazioni
La piperina è un alcaloide del pepe nero al quale sono attribuite proprietà dimagranti: svolge un’azione termogenica che aiuta a bruciare i grassi. Ma scopriamo tutti i benefici della piperina e se ci sono delle controindicazioni. Aiuta a dimagrire: la piperina svolge un’azione termogenica che aiuta a bruciare i grassi, favorendo il dimagrimento: esistono infatti in commercio alcuni integratori alimentari a base di piperina, da assumere però solo dopo aver consultato il medico. La piperina già in passato veniva utilizzata per curare disordini metabolici e per rinforzare il sistema gastrico svolgendo un’azione tonificante. La piperina quindi svolge un’azione dimagrante, non solo perché stimola il metabolismo, ma anche perché contrasta la formazione di cellule adipose, accelera la secrezione di succhi digestivi velocizzando la digestione e aiuta a tenere a bada la fame nervosa. Ovviamente la piperina da sola non aiuta a dimagrire ma deve essere associata ad una dieta equilibrata e a movimento fisico costante. Stimola il transito intestinale aiutando a combattere
la stitichezza e favorisce la digestione: la piperina migliora anche il transito intestinale aiutando quindi in caso di stipsi o stitichezza, causata spesso da un carente apporto di fibre, oltre ad agevolare l’assorbimento di importanti nutrienti come il coenzima Q10 e il betacarotene, precursore della vitamina A. La piperina, inoltre, stimola la secrezione gastrica migliorando la digestione. Agevola l’abbronzatura e aiuta l’umore: favorendo l’assorbimento di betacarotene la piperina stimola la produzione di melanina agevolando l’abbronzatura. Inoltre svolgerebbe anche un’azione positiva sul tono dell’umore aiutando anche a contrastare la depressione in quanto aumenta la produzione di serotonina e dopamina. Inoltre la piperi-
na svolge un’azione espettorante, antiflogistica, aiutando a ridurre o eliminare l’infiammazione, favorisce il rilassamento muscolare, depura l’organismo, grazie alla sua azione diuretica, ed aiuta a tonificare mente e corpo incrementando i livelli di energia. La piperina è una componente del pepe, quindi vi basterà aggiungerne un pizzico ai vostri piatti per usufruire delle sue proprietà benefiche: non più di 5 mg al giorno. Altrimenti si può trovare in erboristeria sotto forma di integratori, ma è anche contenuta in alcune miscele di spezie per preparare tè o tisane. Queste bevande svolgono un’azione termogenica e aiutano anche a depurare l’organismo. In commercio esistono anche delle creme a base di piperina che sono utili in
caso di dolori articolari o muscolari, per sgonfiare le contusioni ma anche per il trattamento della vitiligine. Gli integratori a base di piperina possono essere consigliati dal medico in caso di carenze di assorbimento, ridotto apporto di nutrienti fondamentali attraverso la dieta o per tenere sotto controllo il peso, soprattutto nei casi in cui c›è bisogno di stimolare il metabolismo. La piperina, assunta tramite il consumo di pepe, non ha effetti indesiderati, a parte in caso di intolleranza: in cucina si utilizza infatti in minime quantità. Per quel che riguarda gli integratori a base di piperina, non devono essere assunti per più di un mese, ed essere poi sospesi per un periodo pari alla durata dell›assunzione. Data l›alta concentrazione di piperina negli integratori se ne sconsiglia l›uso in caso di gastrite, ulcera, emorroidi, ipertensione e reflusso gastroesofageo, inoltre non devono essere consumati in gravidanza e allattamento ed è consigliabile non somministrare integratori a base di questa sostanza ai bambini. In ogni caso, prima dell›assunzione, è necessario consultare il medico.
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DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018
14 RITA GIAQUINTO
Nata Per Te, “Alba” di un giorno migliore
E’ la mattina del 29 luglio del 2017 quando Luca, per la prima volta, solleva dalla culla in plexiglass, una piccola bambina, di solo un mese di vita, con i capelli color del sole, per accoglierla tra le sue braccia e, praticamente, nella sua vita. Un inizio come tanti, una storia apparentemente simile a tante altre se non fosse per il fatto che Luca è un quarantenne, cattolico, single, gay che ha deciso di adottare, circa un anno e mezzo fa, Alba, una bambina nata con la Sindrome di Down, abbandonata dalla madre, alla nascita, in un ospedale di Napoli. Una tenera storia d’amore che ha commosso l’Italia intera e che, da pochissimo, è diventata un libro, “Nata per Te” – pubblicato da EINAUDI il 13 novembre scorso e già in ristampa – e che è stato presentato lo scorso venerdì 16 novembre al palazzo PAN di Napoli. Il libro è stato scritto a quattro mani dal protagonista della storia, Luca Trapanese, e dallo scrittore Luca Mercadante, al quale il neo-papà ha voluto affidare il suo racconto soprattutto perché con lui ha in comune, in realtà, soltanto il nome. Contrariamente al Trapanese, il Mercadante è un papà, ed un uomo, completamente diverso: ateo, a favore dell’aborto e contrario al matrimonio e, soprattutto, un uomo che non avrebbe mai voluto un figlio disabile e che dimostra, chiaramente, una certa difficoltà a capire le ragioni di Luca. Una diversità che compare da subito, sin dalle prime pagine del libro, nelle minuzie, quando anche la scelta dell’abbigliamento per andare in ospedale a prendere la bambina sarebbe stato completamente differente: il Trapanese indossa una camicia e dei pantaloncini al ginocchio, mentre il Mercadante ci sarebbe andato in giacca e cravatta. E mentre il primo accoglie il cromosoma in più di Alba come il più prezioso dei tesori da difendere e proteggere, il secondo, a cento chilometri di distanza, vive l’ansia di avere un figlio di quattro anni, celiaco, che non riesce a chiedere se la merenda è senza glutine, pensando che chiedere “è senza?” sia sufficiente a farsi capire dal mondo intero. Perché, in fondo, è questo che vogliono i bambini: essere capiti, come Andrea, senza troppe parole, ed essere accolti, come Alba, che aspettava soltanto l’abbraccio di una famiglia. Da queste diversità e da queste
similitudini, che si incontrano e si scontrano lungo il corso di tutto il racconto, ne nasce un vero e proprio saggio sulla paternità – come afferma lo stesso Luca T. – e su un rinnovato concetto di famiglia. E, da circa 18 mesi, la famiglia di Alba è diventata il giovane, coraggioso Luca che ha soddisfatto, con questa adozione, il suo profondo ed incommensurabile desiderio di diventare padre dopo aver fondato a Napoli, circa dodici anni fa, “A ruota libera”, un’associazione che offre a ragazzi disabili in età post scolare, la possibilità di socializzare, integrarsi, divertirsi e coltivare i propri interessi e dove tutti fanno del loro meglio per stupire il mondo con “difetti” speciali. Quei difetti per cui la piccola Alba è stata rifiutata da tante coppie tradizionali e che per Luca sono, e saranno, invece, fonte di vita, di continuo insegnamento e, perché no, un primo passo verso proposte di legge che possano aiutare tanti altri single ad adottare liberamente piccoli bambini rimasti orfani, superando le restrizioni che, attualmente, soffocano le leggi in materia. Nel nostro Paese, la legge consente ad un single di adottare solo in alcune particolari situazioni : quando tra questa persona e il minore orfano di padre e di madre esiste un rapporto stabile e duraturo, preesistente alla morte dei genitori; quando sussiste l’accertata impossibilità di affidamento preadottivo – per esempio se non si è riusciti ad individuare una coppia idonea ad adottare il bambino; infine, quando il minore, orfano di entrambi i genitori, viva una condizione di handicap : dunque, la storia di Luca e della sua Alba. Quanto ci impiegherà la politica di un Paese come il nostro a capire che, se un single può gestire una disabilità, sarà altrettanto idoneo e capace di accogliere un bambino sano? Quanto ci impiegheremo tutti a capire a quanti “Luca” le leggi negano la felicità e, soprattutto, la possibilità di donare se stessi nell’amore per un figlio? Quanti giorni dovranno passare e quante “Albe” dovranno nascere ancora senza l’amore di una famiglia? L’atto di incondizionato amore di Luca per la sua piccola Alba è la dimostrazione che la famiglia, al di là degli schemi tradizionali a cui ciascuno di noi è legato, non è altro che un legame d’amore.
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VITTORIA CASO
27 NOVEMBRE: incontriamo LA FILOSOFIA
Dopo il successo dell’incontro con Margherita Savastano, autrice de “La mummia di Posillipo”, il 27 novembre, l’attenzione sarà focalizzata dall’Associazione Clarae Musae su “Filosofia di nuovo” del prof. Giuseppe Santillo. Il Salotto Letterario D’Anna che il 6 novembre si era tinto di giallo, questa volta ripercorre, assieme ai relatori, la storia del pensiero filosofico greco dalle origini a Platone. Un momento, pertanto, di riflessione sulla nascita della filosofia e sulle sue peculiarità, teso a soddisfare la curiosità di chi si chiede cosa sia la filosofia e chi siano i filosofi. (cfr. Casoria2 – 17.6.’18) Più che un testo, questo lavoro, è nelle intenzioni del suo autore, un “pre-testo” cioè una piacevole lettura per giovanissimi, ancora digiuni della materia, per incuriosirli e allo stesso tempo invogliarli ad avvicinarsi alla filosofia. Tuttavia, così com’è strutturato il testo è sicuramente utile anche per chi voglia procedere ad un ripasso del pensiero dei presocratici, di Socrate e di Platone e altrettanto prezioso per avvicinare alla filosofia chi non l’abbia mai studiata e
desideri un approccio conoscitivo semplice, accattivante e scientificamente corretto. Aristotele, nel Protrettico, afferma: “Se la filosofia esiste, siamo certamente tenuti a filosofare, dal momento che essa esiste; se invece non esiste, anche in questo caso siamo tenuti a cercare come mai la filosofia non esiste, e cercando facciamo filosofia, dal momento che la
ricerca è la causa e l’origine della filosofia.” Questa ricerca, che non ha fine, tende a rispondere agli innumerevoli quesiti che gli esseri umani si pongono da sempre, spinti, da bambini, dalla curiosità e da adulti, sia dal desiderio di sapere, sia dalla necessità di trovare una risposta ai tanti perché che la vita pone. La filosofia si configura come esigenza, mai appagata del tutto, di fornire risposte e nuove interpretazioni; massima espressione della volontà umana di indagare attraverso la ragione, unico strumento di cui ci possiamo avvalere per capire e affrontare le varie situazioni della vita. E’ sicuramente qualcosa di grandioso la ragione, che ci distingue da tutti gli esseri viventi e consente di porci non come automi ma come soggetti attivi dinanzi alla realtà. La speculazione filosofica è la rinascita dell’individuo alla luce della volontà di conoscere oppure no? Il 27 novembre ne discuteremo con il prof. Giuseppe Santillo: Salotto Letterario D’Anna, ore 18. Vi aspettiamo!
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DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018 IDA PICCOLO
ANDREA SANNINO APPRODA NEL SALOTTO DI CATERINA BALIVO
A vieni da me su Rai 1 Andrea Sannino si è raccontato come dai Vicoli di Ercolano è arrivato al successo in tutta la sua trasparenza e umiltà. La conduttrice Caterina Balivo, una vera padrona di casa ha fatto sentire a proprio agio Andrea, la sua famiglia e la moglie Marinella Marigliano nel grande salotto Italiano in onda tutti i giorni su Rai1. “Sul divano di Vieni da me c’è tutto quello che serve per salvarti da una vita sbagliata, un sogno e l’amore di una famiglia sempre pronti a supportarti” il riassunto di ammiratori dell’artista conoscendo il suo cuore buono, le sue grandi doti, attitudini e vissuti. Il pubblico in studio in delirio che cantava il suo grande successo “Abbracciame” e tanti altre canzoni, un’aria di gioia e di sana Napoletanità insieme alle sue grandi riconoscenze di una vita vissuta nella musica, coloro che hanno creduto in lui: l’immenso Lucio Dalla il primo a fargli capire che una passione poteva diventare qualcos’altro nei suoi primi esordi, la sua produzione Pippo Seno, Mauro Spenillo e il suo management Claudio Malfi. Tra pensieri, parole e sorrisi riaffiorano ricordi sfociando poi nella bellissima realtà di Andrea e Marinella che diventeranno genitori, il regalo della vita “Gioia Sannino” l’attesa più compita, i quali con fierezza e orgoglio hanno raccontato i loro 12 anni d’amore vissuti con sacrifici, forza e coraggio, insieme a due genitori fantastici Maria e Alessandro sempre presenti con i loro valori inestimabili e ineguagliabili sempre vicinissimi al loro piccolo diventato grande, motivo di grandi soddisfazioni e voluti bene nel famoso “Vico Santa Rosa” dove Andrea è tanto grato alla sua gente e al suo popolo.
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Conoscete “Fighetto & Ricciulina?” Nasce il duo comico più pazzo che ci sia: “Fighetto e Ricciulina”. Questa nuova coppia artistica formata da Michele D’Onofrio e Maria Straiano, sono due attori che per caso si sono incontrati artisticamente, per la prima volta, su un palcoscenico. Riscontrando, da subito una forte energia e un forte affiatamento che ha scaturito l’idea di unire le forze per creare uno show di cabaret tutto loro, per divertire e intrattenere le persone. La grinta portentosa e la forte passione che li accumuna, gli permettono di trasmettere gioia e allegria ai cuori delle persone, rendendo magico ogni tipo d’evento. È possibile seguirli sui vari social network cercando semplicemente; “Fighetto e Ricciulina” così da restare aggiornati, avendo, inoltre, la possibilità di contattarli per le vostre feste. Inoltre, iscrivendosi al loro canale YouTube “Fighetto e Ricciulina “che apriranno a breve, è dove poi potete vedere i vari sketch comici, con l’intento di strappare risate al pubblico di genere e farsi conoscere al meglio. A breve continueranno le riprese con “Simpaticissimo Christmas” la serie comica a puntate di Enzo Paudice, con un cast di attori molto simpatici formando un bel quartetto. Per ora potete seguirli sui loro profili Facebook ed Instagram.
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EMILIA SENSALE Ha commosso tutti la notizia che vede protagonisti Alba, dolcissima bambina affetta dalla sindrome di Down lasciata in ospedale appena nata, e Luca Trapanese, che la ha adottata dopo che tante famiglie l’avevano rifiutata. Luca, 40enne omosessuale e cattolico praticante e molto impegnato nel sociale, è diventato così un padre single e la loro bellissima storia è stata raccontata nel libro ‘Nata per te’ (di Luca Trapanese e Luca Mercadante), presentato recentemente a Napoli e disponibile nelle librerie; con lui è stato inaugurato il registro degli affidi previsti dalla legge per i single. Cosa significa per te essere genitore? “Diciamo che quella di genitore non è una definizione statica a mio parere, essere genitore non è una condizione è un percorso che si costruisce ogni giorno, ogni istante, quelli in cui ti senti inadeguato, quelli in cui senti che insieme a tuo figlio puoi affrontare ogni cosa e quelli in cui, la sera, stanco, metti la testa sul cuscino e sei così felice che riesci a anche sognare”. Cosa hai provato la prima volta che hai tenuto Alba fra le braccia? “Ovviamente le parole sono insufficienti a descrivere un’emozione così intima e intensa, diciamo che camminavo a dieci metri da terra, nel senso che non mi sembrava vero, sentivo che mi stava succedendo qualcosa di incredibile, stavo diventando padre…”. Alba, bellissimo nome, come l’alba di un nuovo giorno, un nuovo inizio.... “Questo nome non l’ho scelto io e proprio per questo penso che nulla accade per caso. Alba per me è stato proprio questo, un nuovo inizio, un inizio pieno di emozioni, un inizio vero con le paure
Luca Trapanese: “Alba è la nuova luce con cui io ho iniziato a guardare il mondo”
le gioie e gli interrogativi che credo ogni genitore affronta quando pensa alla responsabilità che ha nei confronti del proprio figlio. Alba è la nuova luce con cui io ho iniziato a guardare il mondo”. In che modo la vostra storia può essere un esempio? “Può essere un esempio perché dietro la paura della diversità e della disabilità magari si nasconde la solitudine e la non conoscenza. Io e Alba abbiamo semplicemente portato alla luce una possibilità. Io ho fatto questa scelta con consapevolezza e credo che anche altri possano seguire la nostra scia”. Sei un genitore single, cosa significa
questo per te? “Significa che devo sforzarmi di bilanciare dentro di me due ruoli che devo fare il meglio che posso, che se ho un dubbio o una paura devo confrontarmi con le persone di cui mi fido di più, e che in fondo sono un genitore, punto”. Quanto è stato importante raccontare in un libro la vostra storia? “È stato fondamentale, innanzitutto perché lo ha scritto uno scrittore che è padre come me, con un pensiero diverso dal mio e un’esperienza diversa dalla mia e questo per me è importantissimo perché io non sono un assolutista e credo che la realtà abbia tante sfumature da tenere sempre presenti e a cui dare importanza. Ci sono tanti interrogativi che si affrontano nel libro e non c’è la pretesa di dare risposte ma il bisogno di raccontare, di interrogarsi e di riflettere insieme perché insieme è sempre meglio”. Adottare e prendere in affidamento un bambino è un bellissimo atto d’amore, cosa bisognerebbe fare secondo te affinché coppie e persone single senza alcun confine possano non avere difficoltà nell’attuare questa scelta? “Ascoltarli, non lasciarli soli, accompagnarli e sostenerli, fargli vedere in prospettiva che la vita ti mette sempre di fronte a gradini, più o meno alti ma soprattutto iniziare a creare una rete di persone e di esperienze a non lasciare i genitori soli nelle maglie di questa realtà che a volte ci spaventa così tanto”. C’è una persona che vuole adottare o prendere in affidamento un bambino e che sta leggendo questa intervista, cosa vorresti dirle? “Vorrei dirle che io ed Alba siamo felici”.
LUIGI CARBONCINO
LA SPAGNOLA CHE INFLUENZO’ IL MONDO Cento anni fa si scatenò la pandemia che fece 50 milioni di vittime, più della Prima guerra mondiale. Fu come una guerra dentro un’altra guerra. E il bilancio fu spaventoso: 50 milioni di vittime, più di quante se ne contarono da li’a poco, alla fine della grande guerra. Ancora oggi, a distanza di un secolo, parlare della “Spagnola” suscita l’immagine di una tragedia che ha attraversato il mondo intero. Come una guerra,appunto, solo che in questo caso si trattava di una forma specifica di influenza, che in poco tempo arrivò a contagiare un miliardo di persone. Non si conosce la data esatta in cui la pandemia si manifestò per la prima volta e anche sull’origine del virus gli studiosi hanno opinioni diverse, per quanto l’ipotesi oggi più
seguita si concentri sull’Asia. L’anno decisivo, in ogni caso, fu proprio il 1918. Dopo aver colpito duramente negli stati Uniti e nel resto d’Europa, la Spagnola arrivò in Italia in settembre a Vicenza. L’Italia era già in guerra e per questo motivo la notizia fu inizialmente, secondo me, censurata o comunque sottovalutata dai giornali che non volevano diffondere altre informazioni negative visto come stava andando il conflitto. Fece eccezione la Spagna, che era neutrale. A Madrid e dintorni i giornali iniziarono a pubblicare articoli sull’influenza già nel febbraio 1918: il nome di Spagnola deriva proprio da questo fatto. La Spagnola viene ricordata come la più grave pandemia di cui sia mai stata vittima l’umanità.
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