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DOMENICA 25 DICEMBRE 2016

Settimanale di Informazione

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ANNO XV - N° 42 - DOMENICA 25 DICEMBRE 2016

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CASORIA & l’editoriale di NANDO TROISE

Buon Natale, buona fortuna e felice 2017 a Casoria, Città della brava gente

“Buon Natale al malaffare, all’illegalità, alle cosche mafiose, alle bande criminali, ai maneggioni ed ai ladroni. Buon Natale ai commercianti abusivi, agli alloggi abusivi, ai baristi senza licenza, ai mercatari insolventi” e poi: Buon Natale ai nostri ricordi: all’asilo nel magnifico palazzo delle suore stigmatine, in via Cavour, dedicato ad Anna Lapini, abbattuto per far nascere il solito ed anonimo fabbricato per “civili abitazioni”. Buon Natale al ricordo degli amici di infanzia ed alle suore che hanno accompagnato i miei primi passi scolastici: Suor Cellina e Suor Rita. Quel palazzo non c’è più! Resistono, per fortuna, ai miei ricordi il vicolo di Santo Lione, la Chiesa del Carmine, il monumento al Santo Monaco, il vicolo dei fornari. Resistono nonostante i crolli di via Cavour. Buon Natale ai precari. Casoria è Città borghese e clericale. Mancano sia le destre che le sinistre. Non ci c’è né Forza Nuova né Alternativa Sociale né, tantomeno, i disubbidienti, i no global, i movimenti studenteschi. E’ solo una gran marmellata di moderati. La millanteria dei democristiani. Anzi, di una classe, la borghesia, che difende i suoi privilegi spartendosi il pubblico denaro, ed

un “popolo misero che un nome non ha” che inventa ogni giorno un modo per sopravvivere. Una Città, Casoria, estranea a se stessa, dove la borghesia, aiutata dalla Chiesa, quella Cattolica, ha le redini del potere, esercitato non dai migliori ma dai più avidi e prepotenti: una Città che, per avere troppi problemi, non ne risolve mai alcuno, dove il “il problema vero è sempre un altro, che altri dovrebbero risolvere”, dove le regole valgono solo per gli altri; e se arriva quello che impone ai motociclisti di portare il casco, nessuno lo indossa o lo porta tra collo e schiena per metterselo solo in caso di controllo. E il motorino non è un mezzo di trasporto, ma qualcosa che arriva a far parte del tuo corpo, che usi per eludere ogni controllo. Casoria è segnata dalla storia della mancanza e debolezza di una classe dirigente e di una classe politica incapace di perseguire il bene comune. Adesso, è talmente facile demoralizzarsi, specie per chi odia imbroglioni, ladroni, maneggioni, che si ha l’impressione che il perseguimento del bene comune non è più possibile né desiderato. continua a pag.4


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L’augurio di questo “Buon Natale” è di avere la forza di non desiderare “terre più amiche” o di “fuire, scappare”. “Buon Natale a chi ha ridotto via Santa Croce, la strada dove passeggiavano le intelligenze dei nostri avi, in un ammasso di macerie e di nuovi e brutti fabbricati”. “Buon Natale a Casoria Ambiente”. Un consiglio per le festività natalizie: Natale al Parco Verde di Caivano; Natale alle Salicelle di Afragola; Natale a via Etna e dintorni a Casoria; Natale nel villaggio rom sotto il ponte di via San Salvatore a Casoria, cioè la Cantariello degli afragolesi. “Buon Natale all’Ospedale di Casoria diventato oggi, finalmente, luogo di trincea e di eccellenza”. Buon Natale a tutti gli operatori del 118 e a quelli del servizio Ambulanze. Buon Natale all’Arma dei Carabinieri e benvenuto nella nostra Città al nuovo Capitano Francesco Filippo; Buon Natale al Comandante di Stazione, la marescialla Daniela De Vecchi. Buon Natale ai nostri inserzionisti ed agli edicolanti, ai tipografi, alla redazione tutta ed alle loro famiglie, ai miei editori Rosa e Rino Buonaurio, a Salvatore Giacometti, ad Antonio ed al suo giro del sabato, a Nunzio D’Andrea. Buon Natale a Rino, Luigi, Marco Primitivo ed all’intero Complesso Alberghiero Business. Buon Natale ai miei libri ed alle iniziative culturali che Casoriadue ha fatto e continuerà a fare con la Turisa Editrice di Sabrina e Lorenzo. Buon Natale a Suor Giocondina ed a quella magnifica struttura che è l’Istituto dedicato a Santa Cristina Brando. Buon Natale ad Anna Starace, Peppino D’Anna e la Flama Communication che hanno ricostruito un nuovo layout grafico del nostro sito web www. casoriadue.it che oggi naviga, grazie alla redazione tutta, con il vento in poppa. “Buon Natale al Comune di Casoria ed ai suoi tanti, tantissimi problemi: dagli scuolabus alle Commissioni, dalla Trattante alla “triplice sindacale”. “Buon Natale ai Dirigenti di Settore del Comune di Casoria”. “Buon Natale agli autoarticolati della Ferriera”;

“Buon Natale alle lottizzazioni convenzionate”. Buon Natale ai Magistrati. Il pensiero ed il saluto va ai Giudici Raffaele Cantone, Catello Maresca, Woodcock, Mariano Picardi, Barbarani, Nunzio Fragliasso, Miraglia Del Giudice, Cantelmo e Quadrano; al ricordo di Federico Bisceglia. Buon Natale al Segretario Generale Pasquale Monea ed al Comandante della Polizia Municipale Anna Bellobuono. Buon Natale all’Amministrazione Comunale. Buon Natale al Sindaco Pasquale Fuccio, alle Assessore Maria De Rosa, Marianna Riccardi e Stella Cassettino, agli Assessori Giulio Russo, Fabio Esposito, Pietro D’Anna e Antonio Ricciardi. Succedono cose un po’ strane, di questi tempi, nella nostra allegra Repubblica di Casoria. L’Amministrazione Comunale ha trovato un Comune in zona fallimento ed ha chiesto a Maria De Rosa e a Ciro De Rosa, persone di conti e di leggi, di pilotare la salvezza economica di Casoria. Il Comune, negli anni, è stato sempre al centro dell’attenzione dei cittadini; non c’è zona dove gli interessi dei cittadini non abbiano profonde radici. Il Comune è stato, ed è, simbolo di critiche e contestazioni, causa uno sporco e demagogico gioco politico – sindacale. Intrecci politici e sociologici hanno spiegato quella che è più di una presa di posizione. I casoriani, si sa, scelgono sempre chi vince e i cittadini proletari hanno persino dimenticato i rancori di classe: il Sindaco (chiunque esso sia) per loro, non è mai stato il padrone, ma soltanto il benefattore che regalava felicità. Questo ruolo, adesso credono di poterlo passare a Pasquale Fuccio. Hanno difficoltà….. Il Comune fa soffrire, non piace, non garantisce scenari felici e deve farsi i conti in tasca. Confusi e delusi, i cittadini contestano. I più dissennati sono scesi in piazza arrivando fino al primo piano di palazzo di Città. Auguriamo all’Amministrazione Comunale di risolvere i problemi ancora in piedi, non risolti dalla vecchia Amministrazione perché debole e condizionata. Buon Natale, Buona Fortuna e buon 2017.

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Intervista all’Assessore Fabio Esposito

La sicurezza, lo sport e molto altro a cinque mesi dall’insediamento della nuova Giunta comunale Come Lei stesso ha precedentemente dichiarato, il compito più oneroso assegnatole, è quello di Assessore alla sicurezza urbana. Attualmente sono in corso degli sconvolgimenti all’interno della Polizia Municipale: il vicecomandante Joselito Orlando ha annunciato il suo trasferimento e si vocifera che la comandante Anna Bellobuono chiederà l’aspettativa a Gennaio. Si è parlato persino di lettere minatorie. Che scenari si profilano per il futuro? Ho sentito anche io parlare di questa presunta richiesta di aspettativa da parte del comandante, ma ho avuto una riunione con lei pochi giorni fa e non ha accennato assolutamente a questo tipo di situazione. Quindi siamo tranquilli che la comandante ci sia, anzi per noi è un perno fondamentale di questa amministrazione. E’ una Dirigente giovane, vincitrice di concorso a tempo indeterminato e ha la nostra totale fiducia. Riteniamo che sia una donna in gamba, capace, intelligente e con il pugno duro, e siamo sicuri che nel tempo riuscirà a dare stabilità al Comando. Ho sentito parlare anche delle lettere minatorie, ma fin quando non avrò conferme ufficiali, preferisco non rilasciare dichiarazioni. In generale però la Polizia Municipale ha molti problemi. Primo fra tutti, è in sottorganico… Questo assolutamente si. Innanzitutto, facendo un ragionamento complessivo per tutta la macchina comunale, l’età media dei dipendenti è 57 anni. In città dovremmo avere un vigile urbano ogni 800 abitanti, poi nelle città a vocazione religiosa si passa addirittura ad un vigile urbano ogni 600 abitanti. Se facciamo le debite proporzioni, siamo ampiamente in sottorganico: abbiamo 66 unità lavorative e ne dovremmo avere almeno un centinaio. Controllare tutto il territorio tra la viabilità, il commercio, l’antiabusivismo, le notifiche giudiziarie e tutta una serie di altri settori è complicatissimo. Considerando che tutto il personale va diviso su due turni, è evidente che la gente poi lamenti la mancata presenza dei vigili sul territorio. Quando ci siamo

insediati a Luglio, la prima cosa che ho fatto è stata chiedere al comandante di organizzare tutte le risorse in modo che fossero visibili sul territorio e che dessero supporto soprattutto alla viabilità, ma la carenza di personale resta. Mi sono preoccupato subito di fare dei progetti, sfruttando la legge 208, per qualche assunzione stagionale di vigili urbani. Purtroppo, però, siamo in sforamento del patto di stabilità e quindi, essendo sotto sanzione, non abbiamo potuto procedere. L’unica cosa che sono riuscito a ottenere, sempre tramite la 208, sono gli straordinari, affinché i vigili possano stare in strada fino alle ore 22 sino a Giugno del prossimo anno. Nell’anno venturo, senza più il peso della sanzione e con un bilancio da rifare, contiamo di organizzare e distribuire al meglio le risorse. Tutto rimandato al prossimo anno, quindi… Oggi ci stiamo preoccupando di fare una buona programmazione, perché siamo convinti che con una buona programmazione potremo dare ottime risposte nel tempo. Certamente non abbiamo la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi nell’immediato. Ci siamo insediati a metà luglio, e passate le presentazioni, lo studio e la comprensione delle problematiche dei diversi settori, abbiamo co-

minciato la nostra attività a Settembre. In quattro mesi non si possono fare miracoli, ma noi ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile e siamo convinti che con un dirigente come la Bellobuono, insieme al supporto dell’Amministrazione, riusciremo finalmente a dare una direzione a questo Comando, che sconta anni di inefficienze. Dispiace anche perché i vigili urbani, che conosco quasi tutti personalmente ormai, hanno tutta la volontà di rendere con responsabilità un servizio efficiente alla cittadinanza, essendo essi stessi cittadini. Hanno bisogno degli strumenti giusti e noi dell’Amministrazione dobbiamo essere capaci di fornirglieli. La CGIL-FP, in qualità di rappresentante sindacale della Polizia Municipale, ha richiesto un incontro con Lei ed il Sindaco Fuccio per trattamenti impari e diritti negati ai lavoratori. Cosa ha da dire a riguardo? Ho avuto questa convocazione e credo che noi dobbiamo parlare con il nostro Dirigente e non con i sindacati. La lettera, tra l’altro, è molto forte. Credo che quando si scrivono lettere dai toni così accesi, si debba avere anche il buonsenso di indicare le persone interessate. Ne ho parlato con la Dirigente, che non reputo una persona capace di certi atteggiamenti nei confronti del personale, e ci ha rassicurati in tal senso. A breve comunque convocheremo anche le parti sociali e vedremo cosa intendono dirci. Si è parlato di strisce blu per regolare la sosta selvaggia. In effetti a Casoria capita spesso di non poter camminare in modo sereno e doversi destreggiare tra le auto in doppia fila o sui marciapiedi. A che punto siete? La comandante in questi giorni ci fornirà un atto di indirizzo con cui partiremo in modo sperimentale in alcune vie principali, tra cui Via Marconi, Via Principe di Piemonte, Via Pio XII e altre. Siamo sicuri che non sarà un intervento semplice, anche perché i cittadini cominceranno a pensare che vogliamo mettergli le mani nelle tasche. continua a pag.6


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In realtà, però, siamo l’unico comune al nord di Napoli a non avere questo servizio. Lo facciamo non solo ed esclusivamente per rimpinguare le casse del Comune, ma soprattutto per regolamentare la sosta selvaggia. Ci saranno ausiliari del traffico e impiegheremo delle risorse in strada che faranno gli opportuni controlli. Dopo questo progetto sperimentale, una volta comprese tutte le esigenze, ne metteremo a punto uno definitivo e indiremo un bando. Si era parlato anche della realizzazione di un nuovo Piano traffico. State andando avanti? La nostra Amministrazione ha in mente una città che i cittadini possano vivere a piedi. Vogliamo trovare quanti più spazi è possibile per creare dei parcheggi e pedonalizzare alcune zone, ma è chiaro che non possiamo improvvisare, perché l’improvvisazione poi produce delle difficoltà per la cittadinanza. Ci sono interventi che vanno studiati, li stiamo studiando e, appena ci saranno i rimedi opportuni, andremo avanti anche con quest’idea, che poi ha caratterizzato la nostra campagna elettorale. Dal punto di vista sportivo, invece, che iniziative state promuovendo? C’è un’iniziativa del CONI che comincerà il prossimo anno a cui parteciperanno tutti i comuni della regione Campania. Questa iniziativa si chiama “Sport in Comune” e cercheremo di coinvolgere tutti i dirigenti scolastici. Ci sarà una bella manifestazione e ogni città avrà la sua rappresentanza. Sono previste delle gare in 12 discipline sportive. Non si tratterà di gare convenzionali, per evitare la competizione malsana. Inoltre le gare si faranno tra maschi e femmine, senza differenze di sesso. Speriamo che questo possa avvicinare i bambini allo sport, perché, come il CONI stesso afferma, la

Campania è una delle realtà che presenta un indice bassissimo di giovani sportivi iscritti alle federazioni. Con il Dirigente sportivo, poi, ci stiamo attivando per riportare i famosi Giochi della Gioventù a Casoria. Siamo in pieno periodo Natalizio, cosa propone il Comune ai cittadini per quanto riguarda cultura, eventi e turismo? Con rammarico devo evidenziare che purtroppo ho aperto un P.E.G. (Piano Esecutivo di Gestione, ndr) in cui c’erano zero centesimi di euro. Si è ragionato anche in Giunta in base alle opportunità e al rispetto dei due lutti di operatori di Casoria Ambiente. Abbiamo pensato che non fosse giusto non far vivere l’aria natalizia ai più piccoli. Ognuno di noi con i propri sforzi e sacrifici ha coinvolto le associazioni di categoria presenti sul territorio, che si sono costituite in comitato e stanno raccogliendo dei fondi. Il Comune, quindi, non spenderà nulla e il comitato ha messo in calendario tutta una serie di eventi, finanziati attraverso le donazioni e contribuzioni volontarie dei vari imprenditori sul territorio. Dispiace, tuttavia, costatare che nonostante gli sforzi messi in campo, c’è chi oggi si limita solamente a strumentalizzare le situazioni, parlando di autorizzazioni mancanti e scaricando le responsabilità sul Comune, che poi non ha finanziato questi eventi. Darci una mano sarebbe stato sicuramente più utile che rivolgere attacchi totalmente gratuiti. Per il turismo religioso, al di là del periodo natalizio e della condizione delle casse comunali, c’è un progetto per il futuro, essendo Casoria terra di Santi e Beati? Tempo fa abbiamo presentato un progetto alla Regione che è stato bocciato per inadeguatezza, come ci è stato sbattuto in faccia dall’opposizione. Ci tengo a precisare che il 98% dei progetti finanziati sono quelli presentati da comuni di Avel-

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lino, dove c’è l’assessore alla Cultura e al Turismo, e da comuni della provincia di Salerno, dove c’è il governatore che impera. Non penso che siano tutti scienziati lì e che siamo tutti incompetenti qui a Napoli. Non voglio entrare nel merito di questa polemica, ma forse ci sono ragioni politiche dietro queste scelte. Bisognerebbe che fossimo tutti più equilibrati, perché l’obiettivo comune è quello di salvare questa città. Com’è il bilancio dei primi mesi di questa sua nuova esperienza come Assessore? Il bilancio è molto positivo. Mi sento parte integrante di una squadra in cui siamo tutti fuori dal “sistema”, diciamola così. Ognuno di noi non rappresenta gli interessi di nessuno, se non quelli di tutti i cittadini. Noi guardiamo alla città, non all’appartenenza politica e cerchiamo di fare il bene comune. L’elemento di garanzia è proprio che siamo totalmente estranei da qualsiasi logica del passato. Siamo una Giunta giovane e, talvolta, paghiamo l’inesperienza, ma l’esperienza si acquisisce sul campo. Oggi siamo entrati nei meccanismi e riusciamo a comprendere le dinamiche che, come dicevo, sono quelle che hanno frenato alcuni processi. C’è un sistema che va in una direzione da circa trent’anni e penso che ci sia il tentativo di una buona parte degli addetti ai lavori di non allinearsi ai nuovi indirizzi politici che stiamo dando. Noi, però, restiamo fermi e sono convinto che con la nostra forza e la nostra determinazione a breve riusciremo ad ottenere i risultati che ci eravamo prefissati. L’Assessore ci ha salutati augurando uno splendido Natale e un buon inizio di anno nuovo a tutta la cittadinanza. Noi ci accodiamo al caloroso augurio, nella speranza che questa Giunta riesca in tutti i suoi obiettivi, affinché il nuovo anno sia davvero migliore per Casoria e tutti i casoriani!

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PAOLA CONSOLETTI

ENZO PISCOPO: UN “PORTAVOCE” DI RESPONSABILITA’

Il mestiere di “portavoce”, non è quello di “portaborse”, anzi è una figura professionale che si occupa di informazione e comunicazione. Nello scenario odierno, alcuni portavoce sono giornalisti, altri bravi comunicatori, ma ciò che conta essenzialmente, è avere una profonda etica. Occorre sottolineare che fare il “portavoce”, significa esercitare un mestiere, una professione, che non si impara a scuola, ed è costituita da un minuzioso lavoro di artigianato con una buona dose di fantasia e fortuna. Il vero “portavoce” è colui che non appare mai sulla scena, ma segue sempre con attenzione ciò che vi accade, è colui che sa cosa, come e quando dire, ma sa anche non dire. Disponibilità, responsabilità ed imparzialità sono fondamentali per questa professione, svolgere il compito di “portavoce”, comporta il dover scrivere ed inviare articoli a qualunque ora, prendendosi le proprie responsabilità, senza mai privilegiare una testata giornalistica, perché quella del portavoce, è informazione nel suo complesso. Questa figura presenta un’elevata competenza professionale ed un rapporto di fiducia con il suo vertice, di cui deve essere capace di comunicare scelte, orientamenti e strategie, è dunque uomo di parte che riesce a difendere anche i valori, è il punto di riferimento, la “voce” nel rapporto quotidiano con i media e le varie espressioni della società. Nel 2007 il giornalista Enzo Piscopo, già responsabile dell’ufficio stampa della Giunta Regionale Campana, viene nominato come nuovo “portavoce” del Cardinale Crescenzio Sepe e direttore

dell’ufficio stampa della Curia, continuando a mantenere la direzione del settimanale diocesano, Nuova Stagione. Il suo ruolo, spiega Piscopo, è un ruolo di mediazione, non sempre si possono rilasciare dichiarazioni ai colleghi, è necessario mantenere il rispetto e la correttezza dell’informazione. Il rapporto di Piscopo con sua eminenza Crescenzio Sepe, è un rapporto basato sulla correttezza e sulla fiducia, in quanto il suo compito, richiede una maggiore sensibilità religiosa ed ecclesiale, un linguaggio adeguato all’ambiente cattolico, una notevole conoscenza dell’attività pastorale e diocesana, con una maggiore prudenza nel riportare pensieri e riflessioni di un personaggio pubblico, quale il Cardinale Sepe, conosciuto anche all’estero. Il “portavoce” dunque, può essere anche un non giornalista, “legato” da un rapporto fiduciario con l’organo che egli rappresenta, e si occupa dei rapporti con gli altri organi di informazione, quali quello radiotelevisivo, il giornalismo, stampa e relazioni pubbliche. In questo caso, Piscopo svolge un’attività di relazione con gli organi di informazione, in

stretto collegamento ed alla dipendenze del vertice. Bisogna rimarcare che, Piscopo oltre ad essere un “portavoce” e anche un giornalista, infatti Nuova Stagione, di cui lui è il Direttore Responsabile, rappresenta il settimanale diocesano di Napoli, è il settimanale della Chiesa di Napoli, pensato per le parrocchie, i gruppi e i movimenti ecclesiali, le famiglie, i giovani. Nuova Stagione, non è un settimanale giovane, è nato più di cento anni fa con il nome La Croce, che divenne poi Nuova Stagione, l’idea venne fuori da un ‘espressione rivolta da Papa Paolo VI nel 1966, ad un gruppo di fedeli napoletani presenti in Vaticano, per indicare il cammino pastorale dettato dal Concilio Vaticano II. Un periodico voluto per chi cerca, per chi guarda con simpatia al Vangelo, agli avvenimenti ed alle problematiche religiose e sociali. E’ stato poi ripensato in questi anni, nuovamente, per mettere al centro della vita, i valori cristiani. Nel settimanale, viene dato spazio agli eventi e ai temi ecclesiali di attualità, alle storie di carità, a personaggi e luoghi significativi, ai commenti al Vangelo per crescere nella vita seguendo la fede, a fatti della cultura, della città e della provincia. Un giornale, che mette al centro, l’uomo, le sue speranze, le sue ansie, le esigenze dei più deboli, dei bambini, dei giovani, degli anziani, degli immigrati, dei carcerati, dei lavoratori e dei senzalavoro. Nuova Stagione è la voce del “portavoce” Enzo Piscopo, della Chiesa Napoletana.

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8 CARMEN PALUMBO

INTERVISTA ELENA VIGNATI: LA QUESTIONE DELLE LUMINARIE E IL FUTURO DELLA NOSTRA CITTADINA Questa settimana abbiamo parlato con Elena Vignati esponente del movimento 5 stelle di Casoria. In particolare abbiamo chiesto alla Signora Vignati delucidazioni riguardo alla questione delle luminarie, che si e’ sollevata in questi giorni e poi un pensiero riguardo al futuro della nostra cittadina. “Casoria e’ governata da un gruppo di ragazzetti”. Signora Vignati qualche giorno fa lei ha pubblicato questa dichiarazione sul suo profilo facebook, cosa intendeva dire? In cosa pensa che l’amministrazione stia sbagliando? Quella frase e’ stata un mio sfogo personale legato alla questione delle luminarie, facebook permette di esprimere il proprio parere e il proprio risentimento soprattutto quando accadono degli incidenti, in questo caso per fortuna non e’ avvenuto nulla di grave, ma noi veniamo comunque da un mancato rispetto delle procedure di sicurezza. Io credo che sia necessario porre l’ attenzione su tutte le procedure di sicurezza, soprattutto quando c’è in ballo l’ incolummita’ dei cittadini. Proprio riguardo alla questione delle

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ANNI

luminarie, può dirci qualcosa in più? Assolutamente, ci tengo a chiarire che riguardo a tale situazione io non contesto quello che si sta facendo per addobbare la città, ma il metodo poco trasparente con cui ciò sta avvenendo. La settimana scorsa ho chiesto pubblicamente delucidazioni riguardo alle autorizzazioni per le luminarie. Proprio su facebook ho taggato l’ Assessore al commercio Antonio Ricciardi in merito all’ assenza di una delibera, che autorizzasse la predisposizione delle luminarie in diverse zone di Casoria. Purtroppo non ho ricevuto una risposta soddisfacente e facendo i dovuti controlli mi sono accorta che in realtà’ non esiste nessuna delibera. Ad oggi credo che non ci sia la volontà di tende-

re una mano verso i cittadini, che come me, vogliono chiarezza su tale situazione e soprattutto, visto l’assenza di risposta, credo che ci sia qualcosa sotto. Di cosa ha bisogno davvero Casoria per cambiare e per sperare in un futuro migliore? Casoria ha bisogno prima di tutto di una maggiore attenzione verso tutto l’ apparato burocratico, ha bisogno di risanare l’ente, applicando una vera e proprio spending review e ha bisogno di una riqualificazione territoriale. Il problema principale è la poca trasparenza e la presenza di un’illegalità che continua a protrarsi nel tempo. C’è bisogno di ascoltare di più i nostri cittadini, di offrire nuove proposte ai giovani iniziando proprio dall’istruzione scolastica, voglio ricordare che siamo a dicembre e le cedole per i libri non sono ancora arrivate. Quelli che ho elencato sono problemi concreti che ogni cittadino sente su di sè. Almeno inizialmente Casoria ha bisogno di risolvere questi problemi, solo dopo si potrà parlare di cambiamento e di futuro.

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ANTONIO VALENTI

Un meeting con pinzimonio, pasta e patate e spumante in attesa del “lieto evento”… Medium ormai collaudato e consolidato Antonio Sasso, Direttore e memoria storica del giornale “Roma”, a tavola rotta, in gergo nostrano, si materializza Emilio Fede, più che ospite ormai padrino dei meeting dei redattori di “Campania Sport”, mitico giornale di calcio minore. La location è ormai testata “Antonio & Antonio” sul Lungomare Liberato ma, almeno nella circostanza, poco bazzicato sia dagli indigeni che dai turisti anche loro, come il Lungomare, liberati, se non dalle auto dai pregiudizi annosi, e più che dal mare attratti dalle pizze dei vari Sorbillo e Di Matteo ai Decumani. Grande affabulatore Emilio Fede rievoca zio Sivio, le redazioni dei giornali e delle televisioni nel suo passato; nel suo futuro Napoli, auspice Antonio Sasso, ha un ruolo di primo piano: è la Città per vivere e da vivere, con cadenza ormai di diversi giorni mensili, e Antonio gli fa da anfitrione e Cicerone nei suoi giri, ivi comprese le tappe all’Augusteo per lo spettacolo di Sal Da Vinci e il San Carlo, nostro vanto teatrale. L’amarcord di Emilio è contestuale al pinzimonio, azzuppa per intenderci inter nos, di finocchi e carote in olio nostrano lui, “lisci” o salati, alcuni di noi incorruttibili figli di Partenope. Va sul classico e sicuro spaghetti a vongole Carmine Te-

sta, gli manca il coraggio del “pinzimonio” ma non quello dell’editoria, suscitando l’ammirazione di Geppino Riccio, ultimo samurai dei settimanali sportivi con il suo “Corriere del Pallone” che imperterrito sfida le edicole in tempi dediti al culto di Internet. Azzuppa Carmine in un pinzimonio fatto di passione eterna per il calcio e di spirito imprenditoriale che l’hanno fatto navigare in tante attività commerciali. Non da meno Nando Troise, il nostro megadirettore festeggia con noi “I miei primi quarant’anni”, non certo come quelli di Marina Ripa di Meana, rea confessa in questi giorni di essere stata trovata a letto da Giovanni Agnelli con

due uomini, il nostro Nando è stato trovato molte volte ma in piedi e alla scrivania di tante Redazioni sempre con spirito espansionistico per le sue testate, molte le partecipazioni televisive. Geppino Riccio parla delle sue passioni attuali: le compa-

gnie teatrali e la scrittura dei testi, a Napoli, per lui come per tutti gli artisti, il difficile è trovare le sale e le piazze per mettere in scena i propri lavori. Dei nostri anche Fulvio Arpaia, ultimo Direttore della testata, avvocato e gentleman, da sempre modi cortesi, ben

calato nello spirito goliardico e testimone di quei ma anche questi tempi in vari settori, per lui tappa post prandiale da Marinella, da buon napoletano per uno shopping, raffinato e di classe. Franco Garofalo cala dai Parioli ai Decumani con l’entusiasmo di sempre, la sua presenza, nei giorni degli incontri, la puoi monitorare su FB la mattina presto con le tantissime foto che posta dal suo arrivo alla partenza, quando Napoli, non quella fisica, è amore, è certamente Franco Garofalo il suo testimonial. Emulo di Emilio Fede nel rigetto del concetto di pensione, con somma gioia della Fornero, è Gregorio Di Mic-

co, Crispano nel cuore e Cava dei Tirreni nei sentimenti, là lo porta il cuore dopo il felice incontro con la moglie, galeotto fu il pallone, calcio e giornalismo, ieri e oggi mantra dei suoi giorni. Enzo Esposito, fischietto di basket, difficilmente lo schiodi da Portici ma oggi è dei nostri con passione ed interesse; new entry anche Eduardo Improta free lance senza squadra habituè da seguire, come invece tanti altri, rivela la sua passione, come ogni giornalista che si rispetti, lamentando la severità di Gregorio Di Micco, illo tempore “Giravo tanti campi ogni domenica per scrivere l’articolo, poi Gregorio lo tagliava o addirittura mi pubblicava solo il tabellino” Gregorio, però, è alle prese con il suo spumante astigiano, crispano per qualche maligno, con cui ogni anno festeggia il suo “incerto” compleanno e brinda a tutti gli eventi belli, i brutti li buttiamo nel mare del Golfo. Antonio Sasso, per restare in tema, prende la palla a volo e tenta, dopo Emilio Fede, un più difficile esperimento mediatico per “richiamare”, nella prossima seduta, un personaggio mai “comparso”, si forma la rituale catena e, complici il buonismo natalizio o lo spumante astigiano-crispano, ci scappa il placet e si avvia la fase gestionale per il prossimo arrivo nel prossimo meeting:


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ANTONIO BOTTA

Mostra di presepi al plesso Petrarca di via Puccini nell’ottica dell’interculturalità

SCUOLA E FAMIGLIA INSIEME.. APPASSIONATAMENTE Lavorano in maniera scrupolosa e con alto senso di professionalità: il tutto impreziosito dalla grande capacità di “metterci il cuore” nel quotidiano impegno di favorire e sostenere la crescita umana e culturale dei loro amati alunni. Parlo delle simpaticissime maestre del plesso Petrarca di via Puccini, segmento, insieme con altri due plessi della scuola primaria, dell’I. C. “Casoria 5”, di cui è Dirigente la Dott. ssa Filomena Simonelli. In occasione della seconda edizione del progetto “PRESEPIAMO”, pensate un po’, hanno coinvolto nella fase esecutiva della lodevole iniziativa anche i genitori. I vari membri della comunità educante, docenti, alunni e le rispettive famiglie, hanno cooperato, dunque, fattivamente nella realizzazione di pregevoli e originalissimi presepi, individuando come tema di fondo l’interculturalità. Quale il percorso operativo? “Innanzitutto” – spiega la maestra Adele Rea, responsabile di plesso, - “ in ciascuna delle 9 classi del plesso Petrarca (e in altre che vi hanno partecipato, fra i plessi M. Mitilini e Madrinato), i bambini, orientati dalle insegnanti, hanno approfondito, attraverso la strategia metodologica della ricerca – azione, i costumi, le tradizioni, gli elementi fisici e antropici del Paese in cui avrebbero dovuto contestualizzare la rappresentazione della natività di Gesù. Ad ogni classe, dunque, è stato affidato il compito di costruire un presepe in base alle peculiari caratteristiche etniche, religiose, culturali, storiche e geografiche di un Popolo”. Per questo, il 19 Dicembre scorso, la giuria, nello stabilire a quale classe spettasse il primo premio, ha dovuto osservare e valutare con attenzione presepi di ottima fattura situati nelle seguenti aree del mondo: Italia, Polonia, Russia,

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Messico, Palestina, Cina, Egitto, Polo Nord, India, Giappone, Indonesia, Africa, Haway. Dove e quando sono stati costruiti? Di pomeriggio, a casa, mamme disponibili hanno ospitato gruppetti di bambini della classe del proprio figlio e ciascun sottogruppo ha avuto uno specifico compito da svolgere: chi l’ambiente fisico, chi i personaggi, chi la Sacra Famiglia, chi la capanna o la grotta, curando con la massima cura i dettagli e tenendo sempre presente l’idea progettuale decisa in classe dagli alunni con le insegnanti. Nella scelta dei materiali, degli elementi fisici e antropici chiaramente bisognava attenersi alle peculiarità del Paese studiato, che doveva fare da sfondo e da cornice entro cui situare l’Evento straordinario dell’Incarnazione di un Dio che si fa uomo per elevare a dignità divina i Suoi figli. Proprio qui si è rivelata la grande bravura dei vari gruppi di lavoro. Ponendo al centro del progetto la vicenda di Gesù Cristo, certamente vien da riflettere sul fatto che è stata esaltata la dignità della persona umana, al di là delle diversità storiche, culturali e delle differenti tradizioni che connotano i vari popoli del mondo. La scuola buona, se è centrata sulla persona, ha il compito di accogliere e di favorire l’integrazione di ogni alunno, qualunque sia la sua provenienza etnica e culturale. In questo senso, essa coniuga integrazio-

ne con intercultura attraverso una educazione mirata a tutti gli alunni, avente come obiettivo il superamento degli eventuali conflitti e la costruzione di una cittadinanza comune. E’ ciò che fanno da tempo le maestre del plesso Petrarca, le quali sono impegnate in valide iniziative di inclusione a favore dei bambini Rom. Lottano contro i pregiudizi, i luoghi comuni: il plesso, mi dicono, è definito spregiativamente “la scuola dei Rom”, ma loro, benché amareggiate, sono compatte nel realizzare pratiche educative di accoglienza e di percorsi di apprendimento commisurati sui bisogni formativi di tutti gli alunni, compresi i bambini Rom. Quindi, il progetto “PRESEPIAMO” è ben coerente e congruente con il loro modo di fare scuola, promozionale, aperto alle diversità intese non come problemi, ma come risorse. Non a caso, a vincere il primo premio con una bellissima targa è stata la classe quinta F, che ha realizzato una costruzione presepiale raffigurante il dramma dei migranti che scappano dalle atrocità della guerra e dalla miseria. Quegli uomini, donne e bambini del presepe africano si dirigono con la loro barca verso il Bambino, pronto ad accogliere nella capanna in cui è nato le loro pene e i loro drammi. Quel Bambino, tra il bue e l’asinello, ha il volto di ciascuno di noi, ha le braccia aperte degli abitanti di Lampedusa che hanno accolto con spirito fraterno i migranti, ha il cuore delle maestre del plesso Petrarca e di quello dei loro alunni che accettano ogni mattina in classe i loro compagni Rom. Il ricavo della vendita dei presepi sarà utilizzato per sostenere altri progetti scolastici e il progetto di solidarietà CHOKOCHO, villaggio africano in cui sarà costruito un dispensario medico di primo soccorso, iniziativa a cui aderisce già da qualche tempo la classe quinta E.

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PER UN INSEGNAMENTO SU MISURA, RISPETTOSO DELLA DIVERSITA’

Molto motivato, dinamico e coinvolgente, in possesso di una spiccata capacità di svolgere la sua impegnativa professione con competenza e passione: è questa la positiva impressione che ho tratto dal colloquio con il neo Dirigente scolastico dell’I.C. Palizzi, prof. Valter De Bartolomeis, laureato in Architettura, con pregresse esperienze nel campo della formazione in qualità di docente universitario e di insegnante di design all’Istituto di Belle Arti. Di alto profilo la concezione che ha della scuola, da lui intesa quale agenzia formativa, non culturalmente “indipendente”, ma in costante interazione propositiva e costruttiva con gli organismi associativi locali e in sinergia d’intenti con le altre realtà scolastiche territoriali( anche con l’apporto collaborativo di stagisti e tirocinanti di facoltà universitarie), al fine di garantire al massimo grado “la crescita culturale e personale dei ragazzi attraverso processi educativi in grado di mobilitare le loro capacità e di renderli soggetti attivi nella definizione del proprio cammino formativo”. Risiede a Napoli e sottolinea con piacere che è stato facile il suo insediamento nel nuovo contesto, sia cittadino che scolastico. “Finora collaborativi i referenti istituzionali con cui spesso mi confronto per richieste di manutenzione ordinaria, anche se la documentazione ricevuta relativa alle planimetrie e all’agibilità dell’edificio centrale e dei due plessi non è ancora completa. Quanto al corpo docente della Palizzi, non posso che esprimere un giudizio lusinghiero: preparati, pronti a rimettersi in gioco e a recepire le mie sollecitazio-

A colloquio con il neo Dirigente scolastico dell’I. C. F. Palizzi, Arch. Prof. Valter De Bartolomeis ni.” Altrettanto disponibili il personale ATA e i collaboratori scolastici. Dalla piacevole e interessante conversazione è emersa chiaramente la direzione verso cui intende orientare l’azione educativa dell’Istituto Comprensivo che dirige, mostrando di avere, al riguardo, idee molto chiare, sintetizzabili nei seguenti punti: occorre privilegiare sempre più un insegnamento rispettoso della diversità, sia culturale che cognitiva; ciò richiede una programmazione che accolga una serie di scelte, di carattere organizzativo e didattico, diminuendo, ad esempio, i momenti di aula di carattere frontale, a vantaggio di attività diversificate e organizzate per gruppi composti con vari criteri, in un contesto cooperativo, inclusivo e non competitivo; fondamentale, al riguardo, è l’attuazione di una “didattica per competenze”, nella consapevolezza che gli studenti apprendono meglio quando costruiscono il loro sapere in modo attivo attraverso situazioni di apprendi-

mento fondate sull’esperienza; certo, le discipline continuano ad essere considerate come imprescindibili strumenti culturali che gli alunni devono imparare ad utilizzare per scoprire la realtà, ma non vanno intese come”territori” rigidamente separati da confini, bensì come “sentieri” che creano relazioni fra le conoscenze, collegano i diversi saperi per la soluzione di problemi che la realtà pone. Partendo da alcuni quesiti che gli ho posto, il prof. De Bartolomeis ha evidenziato la necessità di introdurre nella didattica i nuovi mezzi tecnologici per adeguarsi alle modalità di apprendere e di comunicare delle nuove generazioni: in possesso della scuola una trentina di tablet, aule della sede centrale e dei due plessi, “Duca D’Aosta” e Vittorio Emanuele, dotate di lavagne interattive con un laboratorio di informatica in ciascuno dei tre edifici; chiaramente , nell’utilizzare la tecnologia digitale, va evitato il rischio, oggi incombente, di far prevalere il mondo virtuale su quello reale. “Alcune iniziative in atto nella scuola” - ha aggiunto il Dirigente - “mirano all’ apprendimento dei concetti di base dell’informatica attraverso la programmazione (CODING) e alla diffusione del pensiero computazionale”. A tal riguardo, cita, non celando la sua grande contentezza, il Flash mob per la settimana pnsd: “un evento di alto valore formativo e sociale con musiche,la produzione di maschere,la creazione di coreografie: tutto realizzato dagli studenti con il preziosissimo supporto di docenti preparati e pieni di entusiasmo.

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DOMENICA 25 DICEMBRE 2016 Hanno lavorato insieme tutti gli ordini di scuola! E’ stato emozionante osservare i ragazzi più grandi insegnare i passi di danza a quelli più piccoli.” Altro aspetto su cui il Dirigente si è soffermato molto ha riguardato il RAV (Rapporto di Autovalutazione), sul quale si basa il PDM (Piano Di Miglioramento). L’occasione per parlarne è stata la seguente domanda: “Quali le priorità indicate dal Piano Triennale dell’Offerta Formativa in rapporto ai bisogni formativi che maggiormente evidenzia l’utenza della Palizzi? In sintesi la risposta è stata la seguente: Il problema principale riscontrato è che gli esiti di apprendimento dei nostri alunni in Italiano e in Matematica sono al di sotto della media; inoltre, una criticità da superare è anche uno stile relazionale fra gli studenti problematico. Pertanto, ci si propo-

13 ne, nel prossimo triennio, di elaborare strategie didattiche idonee a ridurre il gap formativo in Italiano e Matematica, promuovendo, come puntualizzato poc’anzi, apprendimenti significativi e competenze; favorire un positivo clima relazionale di classe e una corretta gestione dei comportamenti conflittuali, praticando il dialogo, il confronto civile e la cooperazione; promuovere lo sviluppo di competenze sociali e civiche, facendo crescere il senso di responsabilità per la propria realtà; a tal fine, abbiamo aderito ad un progetto del Comune sul riciclaggio e sulla differenziazione dei rifiuti ed un altro progetto riguarda la creazione e la cura di un orto sociale.” Sulla valutazione, il prof. De Bartolomeis ha sottolineato la necessità di fare riferimento a indicatori comuni e trasparenti, quanto più possibile oggettivi, rigorosi e coerenti,

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per sfrondare il momento valutativo da elementi di soggettività e di arbitrarietà, ipotizzando criteri valutativi specifici per tipologie di studenti. Prima di salutarci, ho sollevato la questione spinosa relativa alla famigerata “chiamata diretta”, tanto criticata e invisa, chiedendogli la sua opinione al riguardo: “Non è da escludere del tutto il rischio di una scelta dei docenti fatta per favorire qualche amico degli amici, ma tenga presente che anche noi Dirigenti saremo valutati, obbligati, quindi, a rendicontare ogni nostro atto”. Ultima annotazione: il Dirigente mi ha riferito di avere organizzato, nel mese di Gennaio, un convegno sui DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), invitandomi all’evento: ulteriore prova del suo impegno a favore del miglioramento della qualità dell’inclusione nella scuola che dirige.

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Intervista al nostro concittadino Enzo Marino, artista, scrittore e raffinato intellettuale di fama nazionale e internazionale

LA MIA ARTE PER CASORIA E I GIOVANI ARTISTI LOCALI “La nostra Città non ha mai avuto una politica culturale. Risorse distribuite per effimeri eventi. Spero in questa nuova Amministrazione”

Pittore, scultore, incisore, performer, grafico, il nostro concittadino Enzo Marino partecipa da anni alla vita artistica italiana e internazionale. Presente in moltissime pubblicazioni d’arte di vari Paesi, ha fatto parte di diversi Comitati scientifici nazionali e internazionali. Per oltre 15 anni è stato membro , tra l’altro, anche della redazione della rivista “Arti visive” di Roma. Numerosi e di elevato valore i riconoscimenti attribuitogli a livello nazionale e internazionale, fra cui il “Leone d’Oro” Venezia, il “Give Peace a Chance! Berlin” il “Maestro del Pennello Nardò (LE). Con “Italian Olympic Spirit” è tra i 50 artisti a rappresentare l’arte italiana alle Olimpiadi di Pechino Le sue Opere figurano in musei e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. E’ anche scrittore, storiografo e drammaturgo. Ha scritto tre commedie per Casoria: “Belle pazzie e bugiarde aurore” -la Casa d’Oro di G. Pisa”, “Fremito di vita” – epilogo di G. B. Pergolesi, “Il fantasma in fiamme” – Iacopo Torello da Fano. Va sicuramente valorizzato di più questo Figlio della nostra terra, soprattutto da parte delle Istituzioni locali. Gentilissimo e disponibilissimo, ha accettato volentieri di farsi intervistare. Quando si è costituito a Casoria il “Caffè Artistico Letterario”, dov’è la sede e quali obiettivi si pone? Questo è uno dei progetti della mia associazione Free International Artists (fondato a Torino nel 2002 e registrato a Casoria nel 2010) che si propone di fare, divulgare, sensibilizzare e discutere di cultura. Negli ultimi diciassette mesi di

PIZZERIA

attività abbiamo discusso di letteratura, teatro, storia, arte e abbiamo presentato performance di vario genere e approfondimenti tematici , ma essenzialmente la nostra tendenza è stata quella di valorizzare alcune eccellenze della città. Ma tutto questo viene da lontano, dai miei “Salotti culturali” sul Terrazzo Grieco – 2008, nell’Arciconfraternita Santa Maria della Pietà - 2009, nella Galleria Marconi, nel Tribunale fino ad oggi. Ora il “Caffè Artistico Letterario di Enzo Marino” è, mensilmente, ospite del nostro partner Caffetteria Sgambati. Sicuramente un meritato riconoscimento alla realtà scolastica locale è l’iniziativa “Natale…Essere scuola”, giunta il 6 Dicembre scorso alla seconda edizione. Quali istituti scolastici sono stati premiati e con quali motivazioni? Ad un mio invito pubblico hanno aderito l’I.C. Casoria 1 –Ludovico da Casoria; l’I.C. Casoria 3 - Carducci/ King; I.C.Casoria 5 –Mauro Mitilini; I.C. Statale Nicola Romeo Casavatore; Istituto Sacro Cuore Casoria; ASD Volley Casoria presentando attività di singole eccellenze o di gruppi a cui è sta-

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SIAMO OGGICASORIA A DA

ta riconosciuta la medaglia “Scheggia dell’ingegno”, un premio simbolo, come valore di vita, che gratifica i ragazzi in età scolastica che si sono distinti nelle attività artistiche/letterarie/scientifiche/ sportive. Sono stati premiati circa settanta studenti. Sperando che questa piccola traccia del “far bene” possa essere d’impulso a realizzare la loro migliore ed intima espressione. Dalle opere letterarie che lei ha scritto per la nostra Città, quale Casoria emerge? Innanzitutto emerge una Casoria non più periferia, non più provinciale, ma finalmente luogo centrale e di antica cultura di cui andare fieri. Ciò nonostante, insieme a Napoli, emerge anche una città verace, autentica, primitiva e selvaggia ma dagli aspetti intimi,raffinati e di una gran bellezza, che io stesso, in varie occasioni, ho suggerito, e che solo chi ama Casoria sa riconoscere. Non pochi “maestri del pensiero” affermano che quanto più si afferma il dominio della tecnologia, soprattutto quella digitale, e della scienza, tanto più diminuisce il prestigio e l’influenza dell’arte. A suo avviso, che cosa andrebbe perduto se questa divaricazione non si arrestasse? Chi conosce la meccanica dell’evoluzione umana sa anche che il cammino verso il futuro, qualsiasi esso sia, non si può fermare e quindi l’uomo si troverà sempre ad affrontare nuove situazioni, scienze tecnologiche sempre più avanzate, sistemi digitali sempre più raffinati e sofisticati. continua a pag. 17

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DOMENICA 25 DICEMBRE 2016 SEGUE da pag. 15

E l’artista, non può sottrarsi alla sperimentazione e all’interpretazione del nuovo. Si pensi all’evoluzione dell’arte visiva che dai segni rupestri agli elaborati digitali e agli ologrammi di oggi è costato all’umanità secoli di ricerca e confronto tecnologico. Io stesso, nei miei pochi anni di vita, ho sperimentato e trovato nuove tecniche espressive quali le “alaniline” 1972, le “Tempere fuse” (1975-1984), la “rollerpainting” (1983), le “Graffisculture” (1999), le “Sculture performative (2000 ). Questo per dire che non credo che l’arte possa perdere prestigio perché finchè ci sarà umanità, persone sensibili al bello, soggetti portatori d’arte, artisti naturali, l’arte non sarà mai sopraffatta ma semmai cercherà e troverà forme espressive adeguate alle epoche future. Si continua a sostenere che questo tempo è il più lontano dai “bisogni dell’anima”. Può immaginare che il suo lavoro abbia corrisposto, o no, a quei bisogni? Non nego che viviamo un’epoca molto misera, dove i “bisogni dell’anima” sono solo un optional e dove l’arte fatica ad esistere, ma ciò non toglie che ci sono persone sensibili che manifestano il loro bisogno d’arte per avvicinarsi all’armonia universale del bello. Io ne conosco molte che oltre tutto mi palesano segni di stima ed apprezzamento per la mia arte. Inoltre mie opere sono state acquisite in vari musei e collezioni

17 nel mondo e questo vuol dire che, anche se nel piccolo, io qualcosa avrò dato all’arte. C’è chi pretende un’arte senz’anima, tutta tecnica, solo un estro magistrale; altri la vorrebbero pedagogica, altri ancora meramente decorativa, strumentale, mercificabile. Lei cosa pensa della sua arte? Io penso che l’arte è un’espressione nobile dell’animo umano e chi la produce è un eroe ricco di umanità che affascina e dona una visione del bello pur lottando contro le avversità e gli scettici. Devo anche dire che un artista deve realizzare necessariamente danaro per continuare ad operare altrimenti è la sua fine. Intanto un’opera d’arte una volta uscita dall’atelier non è più di proprietà dell’artista ma dell’umanità per cui dipende dai critici, dai mecenati d’arte, dagli operatori del settore il suo destino ed eventualmente il suo scempio o il suo trionfo . Per me un’arte tutta tecnica, senz’anima non è arte. Che cosa vorrebbe che rimanesse, un giorno, del suo splendido e creativo lavoro? Vorrei che rimanesse l’idea della mia arte, il segno del mio passaggio artistico, in special modo nella mia città a cui io ho sempre dedicato particolare attenzione senza mai badare al lucro. Il mio desiderio è quello di trasmettere il senso della mia creatività, oltre al resto del mondo, anche ai giovani casoriani. Sarà mai possibile? Un suo giudizio sulla cultura e lo stato

dell’arte religiosa a Casoria. Casoria non ha mai avuto una politica culturale, ma semmai sono state distribuite le risorse ad effimeri eventi o a giochi di piccoli gruppi, trascurando così i veri bisogni culturali della città. I giovani artisti, e sono diversi, sono stati sempre ignorati e languono in un vuoto assoluto. C’è ancora speranza per loro? Spero in questa nuova amministrazione. Cosa dire dello stato dell’arte religiosa a Casoria? Una volta la Chiesa era promotrice del bello, anche se essenzialmente religioso. Oggi no! Del resto anche le chiese non hanno una politica artistica. C’è assenza promozionale e del gusto. Intanto fa male vedere dilettanteschi dipinti posti in luoghi d’onore ma che non daranno mai lustro alla chiesa. L’arte serviva ad esaltare le storie e la gloria dei santi e si commissionavano opere di bravi maestri che tutt’ora danno lustro alla nostra città. Il problema è proprio questo che si vive di rendita artistica senza neanche badare al loro processo di deperimento, come se fossero eterne. Sono anni che sollecito interventi immediati e mi langue il cuore vedere dei pezzi d’arte cittadina deteriorarsi. Anche le chiese di Casoria dovrebbero darsi una mossa perché hanno un potenziale di credibilità che potrebbero smuovere montagne. Intanto spero che i preziosi dipinti della chiesa del Carmine da me fotografati e trasferiti per sicurezza altrove, siano mantenuti in buono stato.

MARICA DE MARTINO Un grande autore e compositore della musica napoletana. Sto parlando del maestro Enrico Schiano. Un artista che ha vinto numerosi premi per il suo grande talento ed un maestro il quale è stato applaudito da molte celebrità. Enrico Schiano ci ha gentilmente concesso ai lettori di Casoriadue un’intervista sulla sua carriera da musicista. Com’è cominciata la sua passione per la musica? Tutto è comiciato da ragazzo con il canto, all’epoca con Peppino Gagliardi. Successivamente iniziai a comporre molte canzoni e feci parte a numerosi Festival dei dilettanti e li vincevo tutti. Più tardi iniziai a comporre canzoni per Gloriana e lavoravo anche con Mario Merola con “le quattro vie” di cui Merola era il primo attore facendo anche la sceneggiata; inoltre partecipai al Festival di Napoli a Capri in cui Peppino Di Capri si classificò al primo posto ed io al secondo, ho lavorato al Cantagiro, ho partecipato al Festival con Mike Bongiorno su Rete 4, ho lavorato con Angela Luce e inoltre partecipai al Festival di Sergio Bruni, vincendolo, con la canzone “niente”.

Si è ispirato a qualcuno? L’ispirazione è Napoli con i napoletani. Nella mia vita ho fatto piano bar e il presentatore in televisione. Cosa ha sempre ascoltato come genere musicale? Ascoltavo Frank Sinatra, Elvis Presley, Nilla Pizzi, tutti cantanti che hanno fatto la storia. Però nella mia carriera ho fatto moltissima televisione e sono stato direttore artistico a Telecasoria diventato poi Teleoggi. Un ricordo che vuole condividere con noi Un ricordo particolare è stato quando conobbi Totò a Ischia suonavo al “Rangio Fellone”, non mi aspettavo che Totò entrasse nel mio locale oppure quando ho conosciuto anche Sofia Loren e Achille Togliani. Conobbi anche Dino De Laurentiis in occasione delle riprese del film “Guerra e pace” di cui feci parte. Ora di cosa si occupa? Attualmente mi occupo sempre di musica in particolar modo per Mauro Nardi e Monica Sarnelli; quando posso sono ospite in televisione in vari programmi.

Enrico Schiano: “Le note della mia vita”


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Antonio Romano e i suoi amori: Radio libere, Napoli e la canzone napoletana

“Tenimmo l’uosso e nun ‘o sapimmo ruseca”. Buttata là, così, sembra una imprecazione di don Raffaele Viviani, invece è semplicemente un concetto di Antonio Romano ed è indicatore di un background culturale e civile, teorico ma anche estremamente pragmatico sviluppato sul campo, radiofonico nella fattispecie, dal patron di Radio Amore, un’emittente radiofonica irrinunciabile punto di riferimento per i tantissimi appassionati della canzone napoletana. Cosa contraddistingue Radio Amore dalle altre emittenti? “La mia radio ha programmazione unica, non fa intrattenimento ma approfondimento con canzoni classiche napoletane, tranne qualche rara eccezione” Come mai Napoli non riesce a “rusecare l’uosso”, ossia sfruttare il suo enorme patrimonio naturale ed artistico che è quello che più ci interessa in questa sede. “Colpa dell’ignoranza , non in senso cattivo ma di mancata conoscenza dell’inestimabile patrimonio costituito dalla canzone napoletana che non viene minimamente valorizzato e invece potrebbe e dovrebbe essere il volano per il turismo, come avviene altrove” Dove per esempio? “A Barcellona ci sono 36 sale accreditate per spettacoli e folclore locali sono pubblicizzati a livello di agenzie turistiche e alberghiero, da noi può anche succedere che si abbassi il volume della radio se trasmette una canzone di Sergio Bruni, io mi batterò sempre contro questa forma di ignoranza anche per lo sviluppo economico e culturale della mia Città” La qualità della vita della Città è in ribasso, secondo la classifica annuale

stilata dal giornale“24 Ore”. “Io sono andato al di là della semplice lettura ed ho chiesto telefonicamente agli autori del sondaggio i motivi per cui in Italia, 108 su 110 città esaminate, Napoli è solo terz’ultima e mi hanno spiegato che i parametri utilizzati non sono la bellezza della Città, il cuore buono né le canzoni o la pizza ma i servizi di cui la Città è dotata, l’ordine pubblico, gli Ospedali, i mezzi pubblici e cose simili e così si spiega il punteggio. Difficile, poi, su questi e altri temi confrontarsi perché c’è intolleranza verso chi si esprime diversamente”. I rapporti con le istituzioni ci sono? “Ho parlato diverse volte con il sindaco De Magistris e con alcuni Assessori per spiegare l’enorme valore della canzone napoletana e la necessità di promuovere iniziative per rilanciarla, tutti concordano con me ma poi quando si deve passare

sul piano pratico non se ne fa nulla” Un esempio recente di questo disinteresse? “Proprio attuale. Per la Notte di Capodanno si sono attrezzati quattro palchi, c’è di tutto e di più, compreso salsa e merengue che niente hanno a che vedere con la nostra musica, avevo chiesto di fare un palco anche per la canzone classica napoletana e non hanno fatto niente come al solito. Nel Concerto a Piazza Plebiscito i nomi napoletani sono Clementino, che è un rapper e Franco Ricciardi che io considero culturalmente un neomelodico al pari di Gigi D’Alessio e Nino D’Angelo”. Nino D’Angelo ha avuto l’incarico di Direttore Artistico del recuperato Teatro Trianon. “Poteva essere l’occasione per un rilancio del teatro e della canzone napoletana, invece il cartellone rispecchia quello degli altri teatri cittadini; non c’è niente di nuovo” Di nuovo c’e il ritorno del flusso turistico e la Città sembra aver ritrovato un suo appeal. “Ci sono state le circostanze del blocco del circuito verso il Nord Africa e l’Asia per motivi di sicurezza dei turisti ed era l’occasione buona per acquisire un turismo stanziale e non di passaggio, mangiano la pizza e vanno via. Considera che a Napoli in alcuni locali hai un pranzo completo, magari anche con ragù o altra pietanza nostrana, per 7 o 8 euro, a Roma o Milano a questo prezzo danno una bottiglia d’acqua minerale” Tornando alla tua Radio Amore raccontaci la sua nascita. “La radio nasce il 18 dicembre 1975 quando io ed un gruppo di amici che facevamo musica ci rivolgemmo ad una


DOMENICA 25 DICEMBRE 2016 radio libera, Radio City Sound, per proporre la nostra musica ma l’accoglienza non fu soddisfacente, allora la ragazza del gruppo, Teresa D’Alessio, che poi sarebbe diventata mia moglie ma allora era solo un’amica, ebbe l’idea di fondare una nostra radio e così nacque Radio Alternativa Palepoli, poi Palepoli che poi diventò Radio Cuore e dal 2000 Radio Amore” Quanti ricordi, momenti belli o brutti. “Tantissimi, ricordo gli anni 70 quando lanciammo dei Gruppi come “Il giardino dei semplici” e momenti felici quando diventammo Radio Cuore e raggiungemmo il secondo posto assoluto di ascolti in Campania con 300.000 ascoltatori giornalieri; meno bello fu un mio compleanno quando ci sequestrarono l’attrezzatura per trasmettere per un errore che poi riconobbero e si scusarono.

19 Mi piace ricordare i tanti che ho intervistato come Peppino Di Capri, Tony Renis, Lina Sastri e tanti altri”. Una storia che vale la pena conoscere tutta leggendo il libro che Antonio Romano ha recentemente scritto “Radio libere…. Una storia d’amore” per l’Editore Guida. Chi vedi pronto tra i cantanti napoletani per un lancio definitivo? “Indubbiamente Francesca Marini e Massimo Masiello” Parliamo di artisti già affermati. “Indubbiamente a livello locale hanno raggiunto il top ma adesso è il momento di affermarsi a livello nazionale e qui da noi è il passaggio più difficile, a Napoli mancano gli spazi, le istituzioni sono inesistenti ed occorre qualcuno che li scopra fuori regione, i nostri teatri non esportano produzioni, pensa che un attore già

BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

affermato come Vincenzo Salemme stenta ad avere sale fuori Napoli per avere un’idea delle difficoltà. Io proverò ad aiutarli attraverso mie amicizie ma non posso assicurare di trovare un produttore esterno. Oltre la Marini e Masiello, poiché mi chiedi dei nomi nuovi ti faccio quelli di Francesco Cocco e Genny Avolio, due ragazzi in cui credo moltissimo” Radio Cuore poi Radio Amore sempre all’insegna dei sentimenti. “E’ una nostra caratteristica, qualunque artista che viene nella nostra Radio diventa nostro amico a prescindere da tutto, molti li abbiamo lanciati ma non chiedermi i nomi perché farei torto a quelli che dimentico e poi anche se l’ho fatto non dirò mai, come Pippo Baudo, l’ho inventato io, anche se sono tanti”.

A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista

Vi auguriamo.... di non ingrassare! Le feste natalizie sono un’occasione per riunire le famiglie, per passare più tempo con i nostri cari e i nostri amici. Una bella festa si sa però, si vede in tavola. Cibi prelibati consumati abbondantemente con 4, 5 o più portate, innaffiate con vino, spumanti e perché no un bicchierino di amaro, limoncello o altro alcolico a fine pasto. Capita così d’acquistare cibi inusuali per le nostre abitudini quotidiane, alimenti che si mangiano per un periodo che può anche durare 6 settimane, dal primo dicembre al 15 di gennaio, senza accorgersi particolarmente di quante calorie introduciamo. Bene che vada, festeggiamo 5 ricorrenze tra Natale e la Befana che prevedono cene o pranzi decisamente festaioli ed abbondanti. Ognuno di questi pasti può “pesare” da 3000 a 6000 calorie (Kcal), per restare mediamente bassi. Aggiungendo altre calorie extra derivate da altri alimenti che in quei giorni circolano per casa: pandoro, cioccolata, torroni, maron glacé, salumi e frutta secca, è probabile ritrovarsi a metà gennaio con 3 o 4 chili in più. Non possiamo non festeggiare, ma possiamo seguire qualche regola per evitare di prendere peso durante

questi giorni di abbuffate: I tre giorni precedenti e successivi alle festività limitare il consumo di pane, pasta, pizze e fritture a pranzo e cena. Bere tanta acqua, almeno 2 litri al giorno e consumare almeno 2 porzioni di frutta e 2 di verdura al giorno, per eliminare i liquidi in eccesso e per sgonfiarsi Non esagerare nel preparare porzioni abbondanti, altrimenti i giorni successivi si passeranno a mangiare le cose rimaste del giorno dopo Sforzarsi di mangiare piano, masticando

bene e assaporando tutti i gusti delle leccornie che imbandiranno la tavola. Questo aiuterà a nutrirsi più consapevolmente, evitando eccessivi peccati di gola e avvertendo prima il giusto senso di sazietà. Servirsi di tutte le portate, senza fare rinunce, ma limitando le dosi. Se è possibile, dimezzarle. In questo modo non sentiremo il peso della rinuncia e eviteremo le abbuffate Attenzione con i brindisi alcolici! Vino e spumante fanno ingrassare – l’alcol contiene circa 7 calorie per grammo - e naturalmente riducono la nostra capacità di controllo alimentare Evitare di portare in tavola i formaggi, dopo il secondo o insieme ad altri piatti. Considerando l’abbondanza delle portate precedenti, se ne può in realtà fare a meno senza troppi sacrifici. Approfittiamo dei giorni di vacanza dal lavoro per fare una passeggiata di 30 minuti al giorno a passo svelto E infine...siate generosi, donate i dolci in più a chi ne ha bisogno!


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Intervista ad Ernesto Milano

Quasi 80 anni e una vita nello sport, dal calcio al ciclismo. È questa la sintesi che meglio descrive Ernesto Milano, ex calciatore, allenatore e preparatore atletico. Guardando al passato, ricorda tutto l’impegno profuso per lo sport: “la mattina scuola, il pomeriggio allenamento e la sera ero segretario in una squadra di Serie C”. Sacrifici non indifferenti quelli di Ernesto Milano, ma “sono stati belli e utili, hanno formato l’uomo che sono oggi”. La città di Casoria ha fatto parte della Sua vita in che modo? “Io ho giocato a Casoria per un paio di anni, precisamente 65/66 allorquando era allenatore Caiazzo e poi nel 66/67. Sono stati due anni dove mi sono trovato molto bene, un passaggio particolare e decisivo della mia vita calcistica e personale. Ho di Casoria un ricordo molto bello”. Cosa è per Lei il calcio? “Il calcio è tutto. Io mi ritengo uno sportivo, è uno sport… oggi non tanto pulito come prima e per pulizia intendo che non ci siano corruzioni, è agli onori della cronaca la compravendita delle partite e quando si parla di sport si vince, si perde, ma finisce lì, queste cose non dovrebbero esistere”. Lei è profondo conoscitore del calcio, non ama notare come viene vissuto

oggi? “Oggi è diventato troppo stressante tutta la cornice attorno al gioco vero e proprio, il calcio è uno sport bellissimo, tutti sono presuntuosi conoscitori, tutti ne capiscono… ma il calcio è uno sport complesso. Oggi ci sono molti critici, basta notare quanti commentatori si trovano in giro e non tutti davvero ne capiscono. Le cose cambiano ed è giusto anche questo. Noto che molte donne sono diventate esperte di calcio ed era una cosa impensabile anni fa. Già alle partitelle dei più giovani ci sono molte donne, spesso in numero superano gli uomini e usano vocaboli di natura calcistica che anticamente non avremmo sentito in bocca alle donne”. Lei è stato anche in contatto con Maradona… “Sì, il primo anno che è venuto a Napoli, 84/85, sono stato in contatto col Napoli una decina di anni (dal 1975 al 1985, ndr) e l’ho conosciuto da vicino. Calcisticamente una figura eccezionale, personalmente purtroppo ha avuto i suoi incontri sbagliati e le sue vicissitudini. Ho gestito una scuola calcio MaradonaBruscolotti a San Sebastiano al Vesuvio a suo tempo. Ogni lunedì lui veniva e stava coi ragazzi e man mano la presenza si era affievolita per impegni suoi. Senza presunzione, quella scuola calcio è stata una delle mi-

gliori d’Italia, organizzavamo due viaggi all’estero ogni anno con i ragazzi, abbiamo cercato di arricchire culturalmente tutti i ragazzi”. Cosa sente di dire a chi oggi si approccia al mondo del calcio, sia tra i ragazzi sia tra i preparatori? “Ci dovrebbero essere degli istruttori più validi per dare qualcosa di più ai ragazzi, si notano anche ai livelli più alti dei giocatori che non hanno ancora capacità coordinative che si insegnano nel periodo di maggiore assimilazione, dai 9 ai 12 anni, un periodo di crescita basilare per il futuro calciatore. Ai ragazzi chiedo entusiasmo e voglia di conoscere profondamente questo bellissimo sport”. E ai genitori? “Appena un genitore porta il figlio a una scuola calcio, si nota la sua ambizione nei confronti del ragazzo, spesso è soffocante e non utile al giovane, anzi, è deleteria. Sono troppo concentrati sul futuro e non insegnano al figlio la bellezza di uno sport che può aiutarlo a crescere sotto molti aspetti, non solo fisici. In un periodo dove manca il lavoro, il calcio è visto come uno sbocco dall’ipotetico grande guadagno e non è la giusta dimensione di questo sport, che invece insegna un approccio meraviglioso alla vita, a credere in se stessi e ad affrontare le sfide”.

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Presepe vivente all’IC 2 “Moscati Maglione”

Presepe vivente all’IC 2 “Moscati Maglione” di Casoria con la partecipazione di oltre trecento bambini che hanno dato vita alla rappresentazione sabato 17 dicembre. L’allestimento nello spazio antistante la scuola di via Martiri d’Otranto. La rappresentazione è stata corredata da un mercatino di solidarietà, con piccole opere realizzate dai ragazzi con tema il Natale. Ad ispirare il lavoro di gruppo, preparato lungo i primi tre mesi

di attività didattica, l’opera di Madre Teresa di Calcutta, canonizzata da papa Francesco nel settembre scorso. I ragazzi nell’ambito della manifestazione,hanno infatti letto anche una poesia della “santa dei poveri”. Servizio d’ordine, affidato ai “Centurioni”: ragazzi che vestiti come gli antichi soldati romani, hanno guidato i visitatori ed assicurato che tutto filasse secondo il protocollo stabilito dalle insegnanti che hanno voluto fortemente la realizzazione dell’opera, in primis la dirigente Antonella Barreca, con la vice Rosaria Cipollaro. Il presepe vivente della scuola Moscati Maglione è stato visitato anche dalle autorità locali. Presenti rappresentanze dei carabinieri e dei vigili urbani. Il sindaco, avvocato Pasquale Fuccio con il suo staff, si è molto complimentato con insegnanti e figuranti, per l’impegno e la ricostruzione certosina dei quadri del presepio napoletano. Oltre alla natività infatti, i ragazzi hanno riprodotto alcune scene classiche come il fornaio, il fruttivendolo, la lavandaia, il macellaio, i pastori che accudiscono le pecore e vengono avvertiti dall’angelo della “Buona Novella”. Quanti non sono stati impegnati

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direttamente come “attori” del presepio, hanno elaborato, nel corso delle ultime settimane, piccole opere da vendere al mercatino di solidarietà. Il tema, ovviamente, il Natale. Il ricavato dalla vendita di questi piccoli, ma divertenti e gustosi gadget natalizi, sarà devoluto in beneficenza. La platea scolastica dell’istituto comprensivo I C 2 “Moscati Maglione” raggiunge quasi 900 iscritti: tutti sono stati coinvolti, a vario titolo, nella realizzazione del presepe vivente che sta diventando un appuntamento molto apprezzato dalle famiglie che ruotano intorno alla scuola e da tutta la popolazione casoriana.

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23 Rubrica di Gastronomia

EMILIA SENSALE

Il raffi(u)olo napoletano, dolce immancabile sulle tavole di Natale all’ombra del Vesuvio

Vi sono copie e ispirazioni: le prime sono emulazioni di qualcosa, le seconde possono adocchiare una determinata cosa e creare rinnovate realtà secondo nuove esigenze o semplicemente secondo i gusti del momento. Nel mondo gastronomico tutto ciò accade da secoli, lì dove le ricette spesso sono frutto di colpi di genio oppure determinati prodotti sono nati per riforma di realtà collaudate. I raff(u)oli, dolci natalizi tipici della tradizione partenopea, hanno seguito proprio il suddetto iter, unendo Nord e Sud Italia in un dolce squisito all’ombra del Vesuvio: diversi per forma e non solo dalla cassata siciliana, prendono il nome dal raviolo, vale a dire la pasta fresca imbottita solitamente presente sulle tavole

del Nord. Questo dolce è nato nel Settecento, opera come altre squisitezze napoletane di monache, esattamente quelle benedettine del convento di San Gregorio Armeno secondo la leggenda più diffusa. Ha forma

ellittica ed è contraddistinto da due dischi di una pasta simile al Pan di Spagna, bagnati e imbottiti al centro secondo la tradizione oramai conclamata da crema di ricotta e zucchero e chicchi di cioccolato. In alto sulla punta del dolce viene posizionato un rettangolo di pasta di zucchero colorata, solitamente verde, poi il tutto viene coperto con una glassa bianca. Da alcuni anni vi è una versione ugualmente golosa dove il cioccolato è protagonista assoluto: il raffi(u)olo nero, con crema di ricotta al cacao all’interno e all’esterno una copertura di cioccolato solitamente al latte. Quest’ultima versione si presenta al palato più compatta rispetto alla versione classica bianca.

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22 DICEMBRE Auguri a Federica D’Apuzzo Laureata presso l’Università degli Studi di Napoli Dipartimento di Scienze Politiche, con voto 110 e Lode Corso di Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali ed Analisi di Scenario Tesi di Laurea in Pianificazione Strategica Relatore Prof. Daniela La Foresta

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26 DICEMBRE Auguri a Luigi Carraturo “Dirti solo Buon Compleanno, potrebbe essere banale, ma quando gli auguri arrivano dal cuore, anche un semplice Buon Compleanno assume un significato speciale, ed è per questo che ti dico semplicemente Auguri Amore mio. Tua moglie Antonella

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