DOMENICA 09 GENNAIO 2022
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXII - N° 02 - DOMENICA 9 GENNAIO 2022
CASORIA O NAPOLI
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DOMENICA 09 GENNAIO 2022
2 L’EDITORIALE DI NANDO TROISE
RACCONTIAMO UNA STORIA SUCCESSA A CASORIA IL 27 DICEMBRE 2018. FUCCIO A CASA. PERCHE’? NON LO DICONO.
UNA CITTÀ INDIFFERENTE, ADDORMENTATA, STUPRATA, TRADITA. Sommerso dalla sua stessa maggioranza, il Sindaco di allora, dicembre 2018, Pasquale Fuccio naufraga e la critica rischia di naufragare. E’ una valanga. Passi per il cittadino che cerca di darsi un atteggiamento, opponendosi o obiettando, partecipando al “comizio” dell’ormai ex Sindaco, ma un giornalista non può seguire gli umori. Ha bisogno di sapere e di capire, seguendo le magiche w (chi, come, quando, cosa, perché?). Da quello che mi sono potuto rendere conto in certi confronti quasi all’americana ai quali ho presenziato in quei giorni alla fine del 2018: tre anni fa (mi chiamarono consiglieri dimissionari che NON sentivo da moltissimi mesi): quei consiglieri comunali non gradirono il sindaco tifoso. Che incita. Che urla. Che batte i pugni sul tavolo. Che garantisce che comunque è andata bene. Di diversa natura è però il compito della critica che non va confusa con il cosiddetto “murmuro”. La CRITICA, ad esempio, non può registrare la insistenza, dialetticamente comoda, da parte di consiglieri di maggioranza, nel sottolineare le storture della sezione locale del PD, capeggiata allora da Fuccio e da Laezza. Questi nostri due esponenti del loro periodo amministrativo, nel campo squisitamente tecnico, furono accusati di averne commesse di grosse. Come la loro opposizione ad alcune insistite teorie di noti e, purtroppo, intramontabili personaggi ha avuto sempre un difetto, abbastanza evidente.
Porre argomenti su argomenti. E la polemica, così, non poteva non volgere a favore dell’antagonista. Come poi, purtroppo, successe. Naturalmente a quei consiglieri tornò comodo il richiamo al PD, in un certo qual modo superato, se la divisione all’interno della sezione locale esisteva e resisteva e tutti si resero conto che fu oltretutto inutile, tanto che in quei giorni fece pronunciare a cinque consiglieri di maggioranza che Fuccio aveva allestito una Giunta Municipale di basso profilo e che non avrebbe indicato né assessori né dirigenti. Nel frattempo però bisognerebbe informare coloro che sfiduciarono il Sindaco Fuccio che continuiamo a vivere in una Città distratta ed indifferente. Non è sorta una scuola di pensiero che potremmo chiamare casoriana, dove per casoriano è inteso appunto un respiro casoriano e napoletano più ampio e decisamente comprendente tutte le problematiche di confine con Napoli, dall’ecodistretto alle rampe autostradali. Non ci sta una scuola di pensiero. Bene avrebbero fatto i consiglieri comunali a portare avanti diversi ed appropriati studi e non solo sull’ecodistretto ma sul numero di morti per metastasi tumorali, sulle proprietà del Comune abbandonate (via Po e via Castagna su tutte), sull’uso improprio che si fa della Piazza dei due Municipi, sulle promesse fatte e non mantenute, sugli eterni cantieri, sulle nomine dirigenziali (pur fatte o quelle non
fatte e perché), sull’asilo nido comunale, sulla gestione del Centro Polisportivo detto PalaCasoria, sulle scelte fatte: sul se siano vere le ingerenze politiche di neo eletti deputati al Parlamento. Invece: a Fuccio, 14 consiglieri comunali (9 di opposizione e 5 di maggioranza) dissero no, senza dire perché dicevano no. Le nostre giunte municipali continuano ad essere piene di assessori non locali. Esprimevano tutto fuorché la natura, le propensioni psicologiche dei casoriani. Accettati a CASORIA come dei messia. Ad alcuni di loro veniva anche consentito di dire che Casoria fosse all’anno zero. Il pensiero casoriano ha superato la polemica fine a se stessa, pur riconoscendo che questa fu una brutta pagina politica ed amministrativa. Gli ultimi tre sindaci mandati a casa con dimissioni notarili ne fanno un record nazionale, caratterizzato anche dall’ora presta mattutina. In realtà essa porta argomenti nuovi, soprattutto uno: l’inserimento della storia casoriana nel più ampio discorso nazionale. Collabora ed alimenta questo nuovo discorso: l’esplosione autentica dei problemi casoriani: dalle aree dismesse con i loro capannoni ed i loro segreti di morte fino ai problemi di confine delle sue terre con i Comuni vicini o viceversa. La politica e la gestione della cosa pubblica del 2022 va costruita certamente su questa nuova dimensione. Nel grande filone regionale va inserito il filone casoriano: non a caso ma
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DOMENICA 09 GENNAIO 2022 per evidenti propensioni psicologiche, storiche ed economiche. Casoria, può e deve inserirsi nel discorso lì dove il discorso sembra smazzicato ed incerto. L’afflusso di nuove classi sociali verso la nostra Città deve agevolare ed incoraggiare questo naturale innervamento delle nuove generazioni verso la gestione della pubblica amministrazione, vero e proprio polmone finanziario, sociale e turistico della Città di Casoria. A questo rilancio di Casoria collaborino pure Polizio, Casillo, Ciaramella, Graziuso, Pugliese, Migliore, Scancariello. A Casillo Casoria non toglie alcun merito. Questo settimanale nei suoi confronti non ha alcun pregiudizio. Agli altri propone l’inserimento nel filone nazionale. Come lo era negli anni 60, cioè prima della enorme speculazione edilizia e della conseguente invasione. Casoria avanza e progredisce. Le storie di Casoria si assommano e si annullano tante ce ne sono e ne vengono raccontate. Il 5 dicembre, alla tombolata di beneficenza, al Torrente, c’era anche Raffaele Bene, il nuovo Sindaco. Di lui si racconta, naturalmente, di cose negative e di positive. Casoria si stringe e riscalda. Vorrebbe sapere la verità sulla interruzione del mandato di Sindaco a Pasquale
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Fuccio. Dicono, quelli che ho interpellato, cose che non giustificano l’interruzione di un iter amministrativo. “motivi politici all’interno del pd”; Accuse di arroganza, uso di toni alti. Nessuna accusa precisa di spartizioni posti od incarichi; Nessuna accusa di tangente; Neanche di quali misfatti si sia coperta la Giunta Municipale a guida Pasquale Fuccio e magari anche quella maggioranza del 2018. Non furono scoperti rilievi penali, si è votato a maggio 2019. Ha vinto Raffaele Bene nel ballottaggio con Angela Russo, terzo posto ad Elena Vignati, solo quarto Pasquale Fuccio.
Nostre fonti ci fanno sapere che ci sono tantissimi fascicoli aperti sia a livello penale che civile ed anche contabile. Denunce ed interrogazioni parlamentari che stanno avendo il loro corso processuale. Ci sono anche interventi delle Forze dell’Ordine i cui verbali sono nelle mani del Magistrato di turno. Procedimenti penali in corso nei confronti di pubblici amministratori ed altri. Alcuni sono terminati come quello che ha visto l’assoluzione del Sindaco Vincenzo Carfora, uno dei tanti in questa Città che non solo ha visto terminare il suo mandato da Sindaco con dimissioni davanti ad un notaio ma ha anche dovuto percorrere le tortuose vie giudiziarie.
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4 MARIA SAVERIA RUSSO
LA BEFANA E LE DIMISSIONI DI GIRARDI
A chi porterà, in futuro, la calza la befana? E soprattutto COSA porterà: carbone o dolciumi? La befana porta via con se le vacanze natalizie, ma porta sempre tante novità, nuovi fatti di cronaca e, soprattutto, novità. Il covid ha letteralmente stravolto queste feste: sembrava quasi di star giocando a campo fiorito, ogni casella che si apriva, conteneva un positivo. Le discoteche chiuse, annullati i cenoni, eppure il numero dei positivi è aumentato in maniera esponenziale. In Corea hanno Squid Game, in Italia invece abbiamo il salto del positivo. Nonostante gli ultimi momenti di festa, oggi è andata in onda una puntata di Polis Nostrum, con Maurizio Cerbone ed in collegamento Nando Troise. Sono stati diversi gli argomenti trattati, tutti di grande spessore sia politico che sociale. Una puntata speciale quella della befana. Parlando proprio di befana: in futuro, a chi porterà le calze? Cosa arriverà: carbone o cioccolato? Non si sa. I bambini sono sempre di meno, si cerca di trovare un capro espiatorio, qualcuno da incolpare. Come ha sottoline-
ato il direttore di Casoriadue, Nando Troise, lui appartiene ad un’altra generazione, una generazione in cui si viveva con meno pensieri, una generazione in cui si avevano idee più chiare sul proprio futuro. Siamo stati fortunati, soprattutto nell’ultimo secolo, ad aver avuto grandi Papa, partendo da Giovanni XXIII fino ad arrivare a Papa Francesco: Francesco, un Papa che non ha paura di esporsi e dire le cose che pensa, quasi senza filtri. Proprio ieri, 5 gennaio, si è esposto sul tema della natività “Oramai si sostitui-
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scono i figli con i cani e con i gatti” ha detto. Una battuta che ha alzato un polverone: viviamo in un mondo di finti indifferenti, fanno finta di non leggere o di prestare attenzione ed invece sono quelli più attenti e sempre pronti a dire la loro su ogni cosa che si scrive o si legge. Quest’anno ci sono state 400.000 nascite in meno: si pensava che la pandemia e il lockdown forzato portasse più nascite. Invece non si fanno più figli e non si sa di chi sia la “colpa”.
La colpa è del periodo, del mondo in cui viviamo: oggi i ragazzi non sanno nulla, non si assume, i soldi non sono abbastanza per assicurare un futuro prima a noi stessi e poi ad una nuova vita. Un trentenne viene considerato un “ragazzino”, quasi un adolescente. Una persona non sa più come investire e soprattutto cosa investire. Il decreto crescita, nato per convincere gli italiano all’estero a ritornare in patria, ha addirittura avuto l’effetto contrario: i giovani che vanno via dall’Italia sono sempre più in aumento. Altro argomento trattato durante la diretta, è stato quello delle dimissioni dell’assessore di Casoria Francesco Girardi, annunciata in anteprima proprio da Nano Tv. Dimissioni che, come ha confermato Girardi stesso, era in tavola da già più di un mese. L’assessore è rimasto in carica per non abbandonare il Comune nello stesso stato in cui lo aveva trovato, un gesto di generosità, di responsabilità. C’è poco da dire o da aggiungere. Si specula su quelle che possano essere le vere ragioni che lo hanno spinto a dimettersi, uno scossone politico, conflitti. Ma l’assessore stesso
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DOMENICA 09 GENNAIO 2022 rassicura dicendo che è stata una scelta personale, dovuta semplicemente a delle motivazioni di carattere lavorativo. Girardi ha tanti altri impegni, è fulcro determinande di un’attività commercialistica, è stanco: ha dovuto fare un lavoro immane. Non sembra che si nascondano cose, ma sicuramente l’argomento verrà approfondito quando l’assessore sarà ospite della trasmissione stessa. Tra i vari fatti di cronaca, spicca senz’altro quello dell’ennesimo furto a Cardito: questa volta in una autoscuola. Si sospetta che sia la stessa persona che, poco tempo fa, rubò in una importante villa a Piazza Santa Croce. A dimostrarlo sono i video: si tratterebbe di un giovane, tornato a colpire all’autoscuola Bianchini, nata solo sei mesi fa grazie all’impegno di alcuni imprenditori. Sono già in corso le indagini e si sta già verificando se si
tratti della stessa persona del furto a piazza Santa Croce. Ancora, c’è da parlare della lettera dei dipendenti della CTP inviata a Gaetano Manfredi, al primo cittadino della città metropolitana di Napoli e proprietario dell’ente di trasporto. I servizi CTP fermi da più di un mese, i pendolari lasciati allo sbaraglio. La lettera può essere trovata integralmente in uno degli articoli di NanoTv. La CTP interessa tutta l’area nord di Napoli che è completamente ferma da prima di Natale. Un servizio fermo in un momento così cruciale che stiamo vivendo. E’ necessario rafforzare i collegamenti e, soprattutto, trovare delle alternative. Ancora, parlando di sociale, è necessario tornare sulla questione del bambino disabile di Afragola. Una madre, ha denunciato quanto accaduto a lei e al figlio autistico in un noto caseificio di Afrago-
5 la: il 31 dicembre, la signora si sarebbe recata in questo caseifico col figlio autistico per fare la spesa; il bambino ad un certo punto avrebbe cominciato ad agitarsi e, dopo essersi avvicinata alla guardia per chiedere di poter passare avanti vista la condizione del figlio proprio come previsto dalla legge, è stata allontanata, la sua richiesta non sarebbe stata presa in considerazione. Ma come per ogni vicenda, sono sempre due le facce della medaglia: in una intervista telefonica, il direttore di NanoTV ha parlato con la guardia in questione che ha raccontato una versione completamente diversa. Marco, è questo il nome della guardia che si trovava al caseifico il 31 dicembre, ha raccontato di aver parlato con questa signora, che peraltro conosceva, chiedendole di attendere il tempo necessario affinché il negozio si sfollasse (a cau-
sa delle normative anticovid) e che l’avrebbe fatta passare senza problemi. Racconta inoltre che il bambino non si stesse agitando, ma che stesse giocando con un videogioco. Infine, si è parlato dello scontro Napoli – Juventus del 6 febbraio. Un match funestato dai positivi al covid. Un focolaio divampa infatti nella squadra partenopea, il covid sta mettendo tra squadra e staff tutto K.O. L’ASL Napoli 2 Nord non ha fermato gli azzurri che sono partiti per Torino ma, dopo l’ennesimo giro di tamponi effettutuati, ci sono nuovo positivi: un membro dello staff e nuovamente Elmas (a questo punto ci si chiede se si fosse mai negativizzato). Nel frattempo la Lega, in un consiglio straordinario, ha deciso che la serie A deve continuare, ma con chi? Questo è quello che verrebbe da chiedersi.
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6 RITA GIAQUINTO
VIABILITÀ, VIDEOSORVEGLIANZA E PROTEZIONE CIVILE: L’IMPORTANTE CARICA DELL’ASSESSORE VINCENZO D’ANNA
Un “professionista prestato alla politica”: è così che si definisce il Dr. Vincenzo D’Anna, un ingegnere casoriano doc che ha messo a disposizione della macchina comunale la sua professionalità e le sue competenze in un mondo, quello politico, che, sin dai tempi della scuola, lo ha sempre affascinato. Cresciuto in una famiglia che si è sempre occupata di politica, le prime esperienze dell’Ing. D’Anna nascono da un’associazione – CasaDor –costituita, una ventina di anni fa, da tutti giovani professionisti dell’epoca provenienti da famiglie di origine strettamente casoriane. Da qui, parte il percorso di tanti giovani che come lui, si vedono, nel tempo, tutti impegnati, in prima persona o più in secondo piano, in politica. La prima carica ufficiale arriva con l’UDC nello staff dell’allora Sindaco Ferrara, dopodiché, con l’ultima tornata elettorale, viene nominato assessore nella seconda Giunta Bene. La sua carica prevede settori, se non cruciali, sicuramente fondamentali per far sì che una comunità vivi in modo quanto più civile è possibile il proprio territorio. D’Anna ce la spiega così: “E’ vero, è un assessorato un po’ complicato, una carica notevole, che abbraccia una serie di problematiche stringenti ed importantissime del territorio, mobilità, sicurezza, periferia, ma spero in quest’anno di aver svolto il ruolo nel miglior modo possibile; sicuramente, solo chi non opera non sbaglia. E tutte le attività svolte con impegno diventano difficili. Credo vada fatto sempre tutto con passione, interesse, affezione per il territorio in cui si esercita, in modo da raggiungere almeno il 50% di quanto ci si è prefissati”. Partiamo dalla viabilità. Da dove vengono le difficoltà di caos, traffico, ingorghi che spesso soffocano questa città ? “Ma questo è un problema annoso di tutti i comuni di Napoli e provincia. Parto dal presupposto che tutta Casoria nasce prevalentemente, con la cosiddetta prima corona che si estende subito a ridosso del centro storico, con l’edificaziione degli anni ’70, quando si realizzano i numerosi quartieri popolosi, come, ad esempio, il quartiere San Paolo. All’epoca non c’era il vincolo di un posto auto oppure un box di
pertinenza delle unità immobiliare, cosa introdotta solo in seguito nel 1989 dalla legge Tognoli. Ogni famiglia all’epoca possedeva, se la possedeva, solo un’automobile. Gli stessi quartieri, a distanza di 50 anni, hanno nello stesso nucleo familiare la media di tre auto. Dunque, è facile intuire che spazi pubblici, viabilità, parcheggi erano stati razionalizzati in virtù di un criterio che oggi non è più valido, dato che gli stessi spazi devono incamerare un quantitativo di auto almeno triplicato. La necessità di questo tipo di quartieri è quella di recuperare gli spazi interrati da adibire a parcheggio. Le auto sono parcheggiate dappertutto, restringono le strade, sono in seconda e terza fila, e quindi il traffico aumenta notevolmente. Il problema si risolve con l’aiuto di tutti, anche dei cittadini a cui noi ci rivolgiamo e che sollecitiamo per evitare la sosta selvaggia”. A questo proposito, so che avete un’attenzione particolare per i posti auto riservati ai disabili. E’ così ? “ Da un semestre a questa parte, confermo che è una prerogativa del mio assessorato quello della salvaguardia dei posti dei disabili. Siamo costantemente chiamati come polizia municipale a dover intervenire, dato che i parcheggi numerati sono invasi da auto non autorizzate. Per salvaguardare i posti assegnati ai disabili, abbiamo predisposto un progetto sperimentale che, con un sistema elettronico posto alla base della strada
e con la dotazione di un telecomando, rappresenta un sistema di allarme che può essere attivato e disattivato solo dal possessore del posto auto. Questo sarà per noi un deterrente per questa ulteriore piaga della sosta selvaggia per i posti riservati ai disabili.Lo lanceremo a breve come progetto pilota per verificare, nel primo trimestre, dall’entrata in funzione tutti i benefici. Se lo riterremo un valido supporto, estenderemo questo progetto per tutti i posti attualmente assegnati che sono oltre 130. In linea generale, posso dire che il mondo della disabilità è una priorità di tutta l’amministrazione del Sindaco Bene”. E per la sicurezza, quale obiettivo si è prefissato ? “Un obiettivo che il mio assessorato si è posto è la videsorveglianza. Le anticipo che abbiamo partecipato anche ad un altro bando, proposto dalla Prefettura, per ampliare la rete della videosorveglianza. Oggi, con un Comune in dissesto, nell’impossibilità di assumere ed aumentare l’organico, un aspetto importante è quello di tenere la città videosorvegliata, attraverso una centrale operativa, sempre da implementare, e con un progetto che spiegherò non appena avrò il finanziamento, che prevede la realizzazione di un circuito chiuso di videocamere che copre l’intero territorio. Con massima attenzione agli ingressi della città, si realizzerà una rete che si distribuisce all’intera città, con una dotazione minima di oltre 120 telecamere. Questo ci permetterà di poter realizzare veramente la cosiddetta “città videosorvegliata”, quindi tenere il territorio perfettamente controllato”. Per il comparto della Protezione Civile, che difficoltà ci sono con particolare riferimento alle complicazioni dovute all’emergenza sanitaria ? “In merito alla protezione civile, le posso dire che sempre in riferimento alla carenza dell’organico della polizia, noi abbiamo un gruppo di protezione civile comunale inquadrata proprio all’interno della Polizia Locale. Inoltre, ci sono associazioni di volontari di protezione civile sul territorio che coadiuvano il comune in tutte le necessità. Negli ultimi due, tre anni, oltre allo straordinario che purtroppo è diventato
DOMENICA 09 GENNAIO 2022 tutto e sempre ordinario, la protezione civile ci ha dato una grossa mano, anche nella prima fase del primo lockdown, sebbene a quei tempi io non rivestivo ancora la carica di assessore, ma posso testimoniare che non si sono arresi di fronte alle difficoltà del momento, dando continuamente supporto alle famiglie in difficoltà. Hanno avuto un ruolo determinante. Approfitto per ricordare una persona a cui tengo molto, il mio predecessore, l’assessore Raffaele Petrone, un caro amico che, purtroppo, oggi non è più con noi, ma che ha prestato la sua opera in quel periodo così difficile, senza farsi scoraggiare nonostante i suoi problemi di salute. Mi fa piacere ricordarlo anche in questa occasione, ma lo ricordo sempre, perché, a parte i ruoli politici, lui è stato un amico di tanti anni e rimarrà nel cuore di quanti lo hanno conosciuto”. L’Assessore D’Anna aggiunge di aver predisposto gli atti per poter avere una sede da riservare solo ed esclusivamente per la protezione civile, dove inquadrare sia quella comunale che le associazioni, in modo da dedicare spazi adeguati. Sono riusciti, inoltre, con dei finanziamenti, a reperire fondi per comprare un autoveicolo con tutte le dotazioni minime in caso di necessità, quindi attrezza-
7 to per le esigenze di protezione civile e proprio sul finire dell’anno, si sono recuperati fondi per comprare dotazioni per qualsiasi tipo di esigenze in un momento di intervento della protezione civile. Ma chi segue il nostro settimanale, sa molto bene che uno degli argomenti su cui spesso dibattiamo, soprattutto con gli esponenti politici ,è il turismo religioso e la possibilità di realizzare quella “Via dei Santi” che potrebbe far diventare la città di Casoria meta di pellegrinaggi al pari – se non a livello superiore – dei tanti luoghi di culto di cui è fatta Napoli, la Campania e l’Italia intera. D’Anna ci rassicura e ci racconta: “Il turismo religioso è un tema in agenda dell’amministrazione Bene. Favorire ed incentivare la conoscenza di quella che è la storia di Casoria e delle figure dei nostri Santi è una cosa a cui teniamo - e tengo - particolarmente, perché amo ricordare di essere un casoriano da generazioni. Quindi il desiderio è di rivedere Casoria così come mi è stata raccontata dai nonni e dai miei genitori. E questo rappresenta uno stimolo per mettere in campo tutte le possibilità per poterlo migliorare. E’ chiaro che alla base del progetto ci sarà una predisposizione dei luoghi dove parcheggiare, lungo la cinta urbana, le auto o i pullman che potreb-
bero provenire da qualsiasi luogo e che non possono entrare nel centro abitato. Quindi stiamo progettando, contestualmente alla via dei Santi, uno spazio per la collocazione di un’area da usufruire come parcheggio. Posso pensare all’area dell’ex macello, nell’angolo tra via Macello e via Pio XII, oppure l’area antistante il palazzetto e qualche altro spazio sulla circumvallazione esterna che ci garantirebbe il parcheggio a chi viene da fuori città”. Infine, una curiosità : che rapporti ci sono all’interno della Giunta ? “Posso dire che c’è coesione, c’è una buona dialettica, c’è condivisione degli obiettivi con il Sindaco di cui posso testimoniare il massimo rispetto verso i suoi assessori e verso la Giunta. Sicuramente, ci sono situazioni che talvolta si affrontano in modo acceso, ma per me la discussione è sempre sinonimo di interesse verso quello che si fa, e questo aiuta a raggiungere sempre una giusta condivisione per poter portare avanti gli obiettivi che ci siamo prefissati, sia per l’anno passato che per quelli dell’anno appena iniziato. Ci eravamo dati come obiettivo l’adozione del PUC. e, a fine anno, ci siamo riusciti. Ci sono tutte le premesse per continuare su questo percorso di collaborazione”.
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8 MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
INCONTRO CON: EDUARDO CHIACCHIO
Da indomito attaccante a difensore di successo: la parabola perfetta di un calciatore che, smessa la maglia, indossa la toga e diventa uno dei migliori avvocati italiani di diritto sportivo
Molti lo definiscono lo sport più bello del mondo. E di certo una ragione ci sarà se in tutto il globo terracqueo basta dare a un bambino o a una bambina una sfera che rotola e un fazzoletto di prato o di terra o anche di cemento in cui correre dietro alla sfera per vedere i suoi occhi splendere di pura felicità. Che la sfera sia un costoso pallone di cuoio, una palla di stracci o una noce di cocco ha poca importanza. Anche una lattina vuota e accartocciata va bene se di meglio non c’è. E spesso di meglio non c’è. L’importante è che ci siano un gruppo di amici disposti a mettersi d’accordo su chi fa cosa, ad accettare poche, semplici regole e a capire che è più bello perdere facendo squadra che vincere da soli. Perché da soli non si va da nessuna parte. O si va a sbattere. Quando poi il gioco del calcio diventa passione, è ‘na passio ne cchiù forte ‘e ‘na catena, parafrasando un’immortale e struggente canto d’amore del repertorio classico napoletano, e come tutte le vere passioni, la ragione del perché avvenga sfugge alla ragione per colpire direttamente al cuore. Così, inevitabilmente il pallone entra in circolo attraverso il sangue ed essendo rotondo, in mancanza di attrito per legge fisica rotola in ogni cellula dell’organismo per tutta la vita senza possibilità di espianto. L’unica cosa che si può fare, con il pallone innestato nel cuore è, casomai, con il passare del tempo, cambiare ruolo per poter continuare
a giocare: ecco che, quasi sempre, chi non si è limitato a fare del calcio giocato passione ludica, ma è riuscito a trasformarlo in professione, quando è tempo di attaccare gli scarpini al chiodo e sfilare la maglia numerata, non si limita a fare la doccia, tornare a casa e voltare pagina, ma trova il modo di restare in campo in un altro ruolo: allenatore, procuratore, manager, consulente tecnico, commentatore radiotelevisivo, giornalista sportivo, insomma ce n’è per tutti i gusti e le inclinazioni. Se poi un attaccante di belle speranze, di riconosciuta bravura e di provate qualità tecniche, oltre a quella per il calcio, ha anche la passione per il diritto e la giurisprudenza diventa l’avvocato Eduardo Chiacchio, uno dei giuristi in diritto sportivo più famosi e apprezzati del panorama italiano e internazionale, protagonista da decenni di tante pagine di cronache sportive e giudiziarie e oggi ospite d’onore della nostra rubrica. Nato per volontà del Fato proprio sotto il segno della Bilancia (che nella rappresentazione allegorica della Giustizia è sostenuta dalla dea bendata davanti al suo volto a significare che la legge è uguale per tutti) il 1° ottobre 1960, il giovane Eduardo si lega la palla al piede fin da ragazzino e corre e suda sul rettangolo verde per anni, determinato a diventare una macchina da gol e a indossare una maglia di club professionista. E ci riesce, perché il vero amore non conosce ostacoli, militando
in serie D e C2. La parabola scendente inizia nella stagione 1978/1979 con la Frattese allenata da Canè, per vestire successivamente le maglie dell’Afragolese e Grumese. Ha il pallone nel cuore, non la testa nel pallone e, nonostante i successi e le progressioni di carriera, continua a studiare giurisprudenza fino a laurearsi con il massimo dei voti e a dare una svolta decisiva alla sua vita: era arrivato il momento di uscire dal terreno di gioco, sfilare la maglia e indossare la toga. Ma la storia, a questo punto, ce la facciamo raccontare da lui. Avvocato, ci vuole raccontare un pezzettino della sua storia? Quando nasce in lei la passione per il calcio giocato, quando quella per il diritto sportivo? Eh… Troppo lunga ed ancora in itinere, comunque. Mi rendo conto! Per raccontare tutto non basterebbero le pagine della rubrica, dovremmo scrivere un libro! Se le facesse piacere, per questo potremmo organizzarci in futuro! Ci parla intanto degli esordi? In gioventù sono stato un calciatore e partendo dalla terza categoria sono arrivato alla fine della mia carriera a giocare tra i professionisti. All’epoca, tra i professionisti ero uno dei tre calciatori laureati in Italia. Tra le altre cose laureato anche con il massimo dei voti, senza lode ma con il massimo dei voti alla Federico II di Napoli. La passione per la giurisprudenza na-
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sce insieme a quella per il pallone, la segue o la precede? Sicuramente la segue perché la mia famiglia è stata una famiglia di giuristi, dal mio bisnonno, che era professore di diritto amministrativo e del quale conservo ancora un trattato del 1883, a mio nonno e a mio padre. In famiglia è una passiona innata. Mio padre aveva frequentato il liceo Carducci a Milano ed era tifoso dell’Ambrosiana, che poi è diventata Inter. Nonostante io lo abbia perduto quando avevo appena compiuto sette anni, mio padre è riuscito a trasmettermi la passione per il calcio, al punto da arrivare a fare il calciatore professionista, militando in diverse squadre del nostro circondario: Frattese, Afragolese, Grumese, negli anni più importanti della loro storia calcistica. Ha avuto la soddisfazione di sollevare coppe? Sì: qualche volta ho sollevato la coppa quale miglior calciatore, quale capocannoniere, ma la cosa che mi fa più piacere è che dove ho giocato sono riuscito a lasciare sempre ottimi ricordi, tanto è vero che adesso che ormai sono passati quasi quarant’anni dalla mia ultima gara, c’è ancora chi mi ricorda con affetto, manifestandomi ancora oggi grande apprezzamento per quelle che erano le mie cosiddette “imprese” nel rettangolo di gioco, sia ad Afragola, sia a Frattamaggiore, sia a Grumo Nevano, anche se ormai quelli sopravvissuti sono pochi! Lei ha rivestito sempre ruoli di attaccante e questa vocazione all’attacco si è confermata anche nella sua professione di avvocato, perché riesce sempre a trovare nelle maglie della legge il varco giusto per mettere a segno un punto! Mah, le dico subito che io poi negli ultimi anni in cui giocavo, ero diventato un punto di riferimento non solo per i
calciatori della mia squadra, ma anche di quelli delle squadre avversarie con cui giocavo, tanto è vero che, sovente, a fine partita dovevo fermarmi a relazionare su qualche situazione non chiara sotto il profilo dell’interpretazione con calciatori della squadra avversaria, contro cui fino a pochi minuti prima avevo giocato. Quindi ero diventato un referente. A un certo punto, a ventinove anni, superato l’esame di avvocato, che allora si chiamava procuratore legale, ho lasciato il calcio e mi sono dedicato completamente alla professione forense. In pochi anni diventai così l’avvocato che difendeva più calciatori dinanzi agli organi di giustizia sportiva in materia di vertenze economiche. Poco dopo diventai il primo per numero di difese di calciatori dinanzi ai cosiddetti Collegi Arbitrali, che sono poi i tribunali sportivi competenti in materia economica per dirimere le vertenze economiche tra società e calciatori. Con l’avvento dei procuratori, i calciatori sono stati gestiti completamente dai procuratori che avevano i loro avvocati e io quindi ho iniziato a difendere le società. Oggi, trascorsi ormai più di trent’anni da quei giorni, difendo ancora le società e in qualche sporadico caso anche calciatori alcuni dei quali devono a me la loro prosecuzione di carriera, essendo stati coinvolti in procedimenti di estrema serietà e severità, che avrebbero potuto determinare la fine prematura della loro attività di calciatori, e invece sono riuscito a salvarli e hanno giocato ancora per vari anni. Dimostrando di aver meritato il suo intervento salvifico, mi auguro! Per chi esce da reati gravissimi come illecito sportivo o frode sportiva non penso che ci sia la possibilità di reiterare l’errore. La carriera dei calciatori è molto breve, per cui nel momento in cui ti salvi poi dopo prosegui per quello che
ti rimane. Generalmente in tutto sono dieci anni. Poi, certo ci sono calciatori che giocano fino a quarant’anni, ma sono eccezioni. Questo in ogni categoria. Sono arrivato lo scorso anno a raggiungere il culmine della mia carriera, perché su centodue società del settore professionistico ne difendevo ventotto. Una cifra iperbolica. L’attività professionistica ha bisogno di interventi quotidiani costanti: consideri che cosa voglia dire difendere tante società, di cui sei di serie A e le altre di B e di serie C. Ci dice del recente ben noto ricorso della Lazio contro il Torino, respinto grazie a lei a favore dei Granata? È stato affermato un principio fondamentale su cui hanno fatto leva tante società con calciatori colpiti dal Covid per ottenere la disputa dell’incontro una volta che è stato dimostrato il cosiddetto principio del factum principis, ovvero dell’impossibilità sopravvenuta, in quanto c’era un presupposto, costituito da un’ordinanza dell’Unità Sanitaria Locale che impediva alla società di partire per la trasferta, con i calciatori tutti o quasi in isolamento domiciliare. Consideri che dopo sei mesi dalla sentenza definitiva oggi sto difendendo la Salernitana che si trova in un caso analogo per la partita non disputata contro l’Udinese l’altra settimana, quindi un caso recentissimo che sto affrontando. Naturalmente nel ricorso ho sottolineato i principi che erano stati affermati per Lazio-Torino. Va detto che ogni caso fa storia a sé, ma i due episodi sono identici. Certo, non c’è nulla di scontato, poiché in diritto non esiste una equazione algebrica. Fin quando non viene emessa la sentenza è tutto in alto mare. Perché le cose furono più complicate per il ricorso che presentò il Napoli in seguito alla penalizzazione per la mancata trasferta torinese nel 2020?
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DOMENICA 09 GENNAIO 2022
10 In quel caso alla Juve venne assegnata la vittoria a tavolino. In quel caso lei non era coinvolto in qualità di legale e vorrei un suo parere esterno da esperto. In quel caso al Napoli venne inflitto lo 0-3 a tavolino in primo e in secondo grado. Poi al CONI fu ribaltata la decisione, però ricordiamo che la Juventus fu sempre assente dal giudizio e quando la controparte non è presente, direi che è un po’ più facile, rispetto per esempio, al caso Torino-Lazio, dove abbiamo trovato la controparte Lazio che ci ha dato filo da torcere. In maniera legittima, ci mancherebbe altro, perché è normale che una contro interessata si costituisca in giudizio facendo valere le sue ragioni e chiedendo che il giudice sportivo, la corte, il collegio di garanzia del CONI decretassero lo 0-3 a carico del Torino con un punto di penalizzazione. Nel caso del Napoli, invece, la gara fu disputata grazie al risultato ottenuto solo in terzo grado dinanzi al CONI. Come tifoso del Napoli ed ex giocatore come interpreta la prestazione della squadra di Spalletti quest’anno, che dopo un inizio di campionato travolgente e promettente è poi scivolata via dal vertice? In verità negli ultimi anni il Napoli non aveva mai iniziato un campionato con tante vittorie di fila, mi pare ben otto addirittura. A quanto ho capito, la società aveva chiesto all’allenatore Spalletti l’ingresso tra le prime quattro, in vista della Champions League, la massima competizione europea sono convinto che un bravissimo allenatore raggiunga il suo obiettivo. Poi se qualcuno all’inizio del campionato avesse detto che il Napoli dopo la prima parte del campionato si sarebbe trovato in terza posizione con la Juventus quinta e abbastanza distante, credo che tutti avrebbero firmato questa classifica. A volte si
è anche vittima delle proprie capacità. Spalletti ha fatto benissimo all’inizio, al di sopra di qualsiasi rosea aspettativa e questo poi è diventato una componente negativa, perché hanno dato troppo e tutti si aspettavano sempre vittorie. Ma nel calcio, come nella vita, non sempre questo è possibile. Quindi lei lo assolve e assolve la squadra. Io do dei grandi meriti a Spalletti e alla squadra, che non meritano alcuna accusa, anzi! Sono bravissimi, stanno facendo un campionato ottimo e mi auguro che continuino fino al termine. E di Osimen cosa pensa? Per me Osimen è un grande attaccante e il Napoli ha pagato a caro prezzo la sua assenza perché dal suo infortunio, purtroppo, la squadra è uscita profondamente penalizzata sotto il profilo del rendimento e delle realizzazioni. Osimen ha avuto un gravissimo infortunio: l’arcata zigomatica completamente frantumata con fratture pluriframmentarie, quindi un infortunio gravissimo, e poi purtroppo è stato fermato dal Covid, cosa che è facile in questo periodo, perché nonostante i vaccini e un comportamento sempre molto attento, nessuno può farsi maestro e dirsi al sicuro. Ci racconta un episodio memorabile tra i tanti della sua lunga carriera? Nel 2011 si era in pieno scandalo del calcio scommesse su cui indagava la Procura della Repubblica di Cremona e c’era un calciatore che era convinto, prima dell’interrogatorio da parte della procura generale di non essere responsabile di alcuna nefandezza e invece dopo poche battute ci rendemmo conto che non aveva alcun margine di difesa. Era un calciatore molto quotato di serie B e lottava per la serie A e io immediatamente mi resi conto che non era difendibile e quindi lo convinsi a confessare tutte i gravi reati, sportivi e non, che aveva commesso. Lui confessò
tutto, rese le più ampie dichiarazioni e addirittura consentì di far venir fuori la metodologia di alterazione delle gare che era definita la metodologia degli zingari. Degli zingari? E in cosa consiste? Veniva versata ai calciatori una parte dell’importo concordato per l’alterazione della gara prima della partita e la seconda alla fine. Naturalmente questi soggetti si accordavano con i calciatori da vicino, andando fin dentro gli alberghi dove alloggiavano, prima della partita. Alla fine, si ripresentavano e, o versavano la seconda rata, oppure riprendevano quello che avevano versato. Questa metodologia era molto diffusa. Quella volta iniziammo l’interrogatorio presso la Procura Generale alle ore 18 e finimmo alle 8,30 del giorno successivo, con i giornalisti all’esterno tutta la notte in attesa dell’esito dell’interrogatorio. Il calciatore poi ha goduto dei benefici del pentitismo. Lui fu il primo vero pentito del calcio scommesse e, per la collaborazione che aveva fornito, invece della radiazione fu squalificato per un solo anno. Poi altri calciatori dopo di lui hanno adottato le stesse linee strategiche e anzi, la Procura della Repubblica si avvalse delle dichiarazioni rese dinanzi alla Procura Generale perché fossero svelate queste metodologie fino ad allora ignote e questo fu un grande titolo di merito, sia per la FIGC, con l’allora presidente Abete, sia per la procura generale con il sostituto procuratore dottor Stefano Palazzi e sia, modestamente anche per il sottoscritto, che con questa collaborazione aveva aperto degli scenari completamente assenti fino a quel momento nel panorama della giustizia sportiva federale. Grandissimo merito a lei che ha convinto il calciatore a collaborare! In effetti, senza le sue dichiarazioni non sarebbe mai stato smantellato questo
DOMENICA 09 GENNAIO 2022 metodo perché nessuno aveva interesse a svelarlo. E oggi la situazione nel calcio com’è? Come sempre: ci sono i buoni, i cattivi, chi è più bravo, chi è meno bravo… io ormai svolgo questa attività da quarant’anni, per cui non mi sorprende nulla; ho ottenuto, non per immodestia, risultati importanti: ricordiamo la società Albinoleffe che era partita con ventisette punti di penalizzazione poi ridotti a quattro, che rimane un record nella storia della giustizia sportiva. In quel caso quale fu la strategia vincente? Non una, ma decine di argomentazioni attraverso i tre gradi di giudizio. Fu una svolta epocale anche nella quantificazione della sanzione a carico delle società che rispondevano a titolo di responsabilità oggettiva e quindi non più un freddo calcolo matematico, ma un adeguamento a quelli che erano stati gli
11 eventi, seppur fortemente negativi, commessi dai singoli tesserati. Oggi il legislatore federale si è ulteriormente evoluto forse anche grazie a quella sentenza, come anche quella del Benevento che passò da quattordici a due punti l’anno prima con la squadra che improvvisamente si vide privata del proprio portiere alla vigilia della gara di ritorno dei Play Off per la promozione in serie B, perché era stato arrestato in un albergo di Benevento. Uno shock per tutto l’ambiente. Ma ce ne sono tanti e tanti di episodi che sarebbe difficile elencarli tutti. Ci vorrebbe un libro. Però quello di Lazio-Torino rimane sicuramente una pietra miliare, perché per la prima volta è stato condizionato l’esito di un campionato di serie A da una sentenza della giustizia sportiva. In quarant’anni di carriera non le saranno mancate emozioni! C’è ancora qualcosa che la incuriosisce e la stimo-
la oggi che ancora le manca? Le dico subito: io ho una media di successi di giustizia sportiva molto alta, ho sempre però l’attenzione rivolta alla prossima sentenza e quindi, quando smetterò di avere questo ardore, questa foga di ottenere risultati sportivi attraverso sentenze, allora capirò che è il momento di smettere e di andare in pensione. …e di scrivere il libro che ci vorrebbe per raccontare tutte le sue “avventure”! Al momento mi interessa ottenere la disputa della gara Salernitana-Udinese che è il prossimo risultato. Abbiamo da poco ottenuto anche un altro risultato con il Foggia, con cui abbiamo ottenuto una notevole riduzione della sanzione irrorata. Sono troppo coinvolto per pensare a cosa mi manca. A me non manca niente. Quando mi mancherà l’emozione del risultato allora saprò che è giunto il momento di smettere.
www.casoriadue.it ANGELA CAPOCELLI
LA VITA DI ANDREA NOLLINO SPEZZATA DALLA MAFIA: INTERVISTA A CARMEN NOLLINO
Questa settimana vi proponiamo la preziosa e toccante testimonianza di Carmen Nollino, figlia di Andrea Nollino, vittima innocente di una sparatoria tra camorristi. Le sue parole, prive di rancore ma cariche di amarezza, ci ricordano il bisogno di una giustizia più pronta, valida, attenta e il dovere di noi cittadini di non lasciarci immobilizzare dall’omertà. Ci parli di suo padre: che uomo era? Se dovessi utilizzare una sola parola per descrivere l’uomo che era, anzi, è mio padre, userei senz’altro la parola “buono”. Nel senso più puro e profondo del termine. Un uomo che aveva 10 pensieri prima per gli altri, famiglia, amici, conoscenti e alla fine per se stesso. Com’è sopportare la sua assenza? Le assenze non si sopportano. Ci si abitua a non essere più invasi da una presenza così forte. Si impara a convivere con la sua assenza. Ci si rassegna quasi. Ci racconti la sua storia: a che età ha perso suo padre?
Come ha superato il lutto? Cosa fa lei oggi? Io avevo compiuto 16 anni da qualche mese. Ho perso la cosa più bella della mia vita, non credo di averlo mai superato. Ho cercato di portare avanti tutto quello che mi aveva insegnato e soprattutto ho cercato un riscatto per me entrambi. Oggi io sono infermiera. Credo non ci sia niente di più necessario nel contesto
storico che viviamo. Aiuto per sentirmi bene. Quello che non ho potuto fare con mio padre. Cosa direbbe agli uccisori di suo padre se potesse incontrarli? Nulla, non credo che meriterebbero le mie parole. Non c’è nulla che vorrei dire se non restare in silenzio. Vuole lasciare un messaggio agli altri parenti delle vittime della mafia come suo padre? Penso che quello che ci accomuna non è il senso di vendetta ma il senso di giustizia, verità. Il modo in cui portiamo avanti il nostro dolore. Credo sia questo a renderci diversi da chi si sente in diritto di decidere sulla vita di un altro. Il problema non si risolve guardando dall’altra parte, l’omertà ferisce più di qualsiasi proiettile di pistola. Al funerale di mio padre dissero che non era lui a trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato ma la mano bastarda che ha sparato. È tutto racchiuso in questa frase qui.
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12 CHIARA D’APONTE
CICCIO MAROLDA: “IN UN CALCIO CHE, ORMAI, È SOLO BUSINESS IL CAMPIONATO DI SERIE A LO VINCERÀ NON LA SQUADRA PIÙ FORTE MA QUELLA CON PIÙ SOPRAVVISSUTI AL COVID” Giornalista della carta stampata da sempre, appassionato di calcio e del Napoli ma mai fazioso (“essere giornalisti faziosi è una contraddizione in termini”) Francesco “Ciccio” Marolda è uno degli ultimi baluardi del giornalismo di una volta ma, nonostante questo, non è tipo da abbandonarsi alla nostalgia dei tempi andati. “Sono uno di quelli che, senza spintarelle o raccomandazioni, è riuscito a farsi strada nel mondo del giornalismo. Sono partito dal Roma di Achille Lauro e poi sono approdato sulle pagine del Corriere dello Sport. Sono vissuto in un periodo storico nel quale il giornalismo era ancora un lavoro a tutti gli effetti e con la giusta determinazione e una buona dose di talento si poteva arrivare dove si voleva”. Cosa pensa lei del mondo del giornalismo sportivo? Non trova che mediamente, mi riferisco soprattutto al mondo del giornalismo sportivo televisivo, ci siano troppe urla e troppi pochi contenuti di rilievo? Il giornalismo sportivo ha sempre vissuto di enfasi, immagini epiche che però facevano parte del racconto. Oggi invece con la televisione che ti fa vedere ogni cosa si urla di più ma c’è meno enfasi. Tra l’altro proprio le tv hanno inventato una figura nuova e assolutamente improbabile, cioè quella del “giornalista tifoso” che io considero una contraddizione in termini. Mi conceda una domanda un pochino frivola ma, tolto il Napoli di Maradona, qual è stato il Napoli più bello che ha visto e commentato e quale invece, se posso chiederlo, il più brutto da vedere? Io non penso che si possa escludere il Napoli di Maradona e non soltanto perché è stato vincente ma anche perché in quel periodo si aveva la consapevolezza di assistere allo spettacolo dato da un calciatore che era non solo il migliore al mondo ma che probabilmente non avrebbe avuto eredi. C’era quindi il bello di gustarsi fino in fondo quei momenti. Quello che ha affermato è ciò che in molti dicono di aver provato relativa-
mente al Napoli di Sarri. Ecco io ritengo che quello proposto da Sarri fosse spettacolo, non sport. Nello sport si concorre per vincere. Quello proposto da Sarri era uno spettacolo fine a se stesso che il tecnico toscano non è riuscito a replicare negli altri club che ha allenato dopo aver lasciato il Napoli. Quindi io mi pongo sempre la domanda se sia stato Sarri a dare quel gioco al Napoli o se sia stato il Napoli a far diventare Sarri quel tipo di allenatore. Perché Sarri a Napoli ha trovato un gruppo che probabilmente aveva anche voglia di farsi plasmare. In definitiva quello di Sarri è stato sicuramente un Napoli piacevole e divertente ma era un Napoli che non mi ha dato mai la sensazione di poter vincere. Insomma la formazione migliore era quella del periodo di Maradona, ma la peggiore? Per quanto riguarda il Napoli più brutto e relativamente al calcio giocato ricordo una partita del Napoli giocata al San Paolo. Era un’ultima di un campionato che si sarebbe concluso con il Napoli in serie B e ad assistere alla gara c’erano soltanto 57 spettatori. Quella immagine a volte mi torna in mente e la considero l’immagine della tristezza e della bruttezza di una squadra. Mentre l’immagine più brutta che il Napoli ha dato di se è sicuramente la rivolta della squadra, l’ammutinamento dei calciatori contro la società dopo la partita di Coppa col
Salisburgo. E io ritengo che le conseguenze di quel gesto scellerato le stiamo pagando ancora oggi. Pensando a Maradona e a tutte le bandiere del Napoli mi è venuto in mente il concetto, ormai trito e ritrito, di “amore per la maglia” e non posso non collegare tale concetto all’addio di Insigne. Insigne non ha mai avuto la continuità del campione e nelle occasioni importanti è sempre venuto meno. Però è stato uno dei prodotti del vivaio del Napoli che è riuscito ad arrivare in vetta, sulla scia di Juliano e di Montefusco ma anche di Ferrara e Cannavaro. Dietro Insigne non vedo altri esempi del genere. Ha vinto un Europeo con l’Italia, col Napoli ha vinto poco e niente ma è comunque da elogiare per il suo percorso professionale. Per quanto riguarda il concetto di attaccamento alla maglia io ritengo che oggi non possa esistere in un calcio moderno che è soprattutto business. Che attaccamento alla maglia si può avere quando in Serie A ci sono otto club di proprietà straniere che non sanno neanche che colore hanno le maglie delle squadre che hanno comprato? Se il calcio è stato costretto a vendersi agli stranieri, se le squadre di calcio ormai sono soltanto dei rami di enormi società che si occupano principalmente di altro come si può pretendere un attaccamento alla maglia? Attaccamento alla maglia
DOMENICA 09 GENNAIO 2022 lo hanno dimostrato in passato tutti quei calciatori che non hanno mai lasciato la società nella quale sono cresciuti, l’ultimo esempio è Totti con la Roma ma prima di lui Rivera, Mazzola. E dunque conviene con me che criticare un giocatore non più giovanissimo che sceglie di andare via per guadagnare di più sia ingiusto? Questo è lo strascico enfatico del pallone. Insigne non sarebbe dovuto andare via? Ma chi di noi avendo una proposta di lavoro di quel tipo avrebbe rifiutato? E volendola dire tutta non ci sono neanche state trattative col club per farlo restare. C’è stato un calcolo finanziario da parte del Napoli che, per evitare il rischio di fallimento, deve rientrare in certi parametri. Il primo parametro da rivedere è quello del tetto degli ingaggi. Non lo si è riuscito a fare lo scorso anno, lo si deve per forza di cose fare quest’anno e
13 ovviamente bisogna tagliare gli ingaggi più alti. Se si è stabilito che oltre una certa cifra non si possa spendere, il club non può fare strappi alla regola né per Insigne né per nessun altro. Vorrei terminare la nostra chiacchierata con un suo pensiero sulla stretta attualità: il prossimo turno di campionato, nonostante molte squadre (Napoli su tutte) siano state decimate dal Covid, si giocherà comunque. E io, dopo quasi due anni dall’inizio della pandemia, mi chiedo e Le chiedo: ma com’è possibile che in tutti questi mesi non si sia trovato un modo alternativo alla sconfitta a tavolino? Possibile che una partita di pallone sia più importante della salute pubblica? La vera ragione per la quale il campionato deve andare avanti per forza è perché non ci sarebbero più spazi per far rigiocare le partite. Il calendario dei vari match è così fitto che sarebbe im-
possibile recuperare. Ci sono le Coppe, il Campionato, le Nazionali. E’ uno spettacolo che deve andare avanti per forza anche perché ci sono gli sponsor che, in caso di troppi rinvii, inizierebbero a mettere in discussione i contratti e, senza quei contratti, il mondo del calcio non potrebbe sopravvivere. Purtroppo è da sempre che si pensa che al calcio sia tutto dovuto, può anche non tener conto delle regole che invece tutti gli altri settori devono rispettare. E invece io penso che proprio in questo momento storico questa mentalità sbagliata dovrebbe cambiare. La salute viene prima del pallone. E poi: ma che valore avrà questo scudetto per chi lo vincerà? Sarà lo scudetto dei “negativi” o quello di chi ha avuto più sopravvissuti al covid. Verrebbe da dire: fermiamo il calcio fino a quando questa tragedia non passa, come accadde in tempo di guerra.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA GIUSEPPE CLARINO
CHIARIMENTI SULL’ALBERO CADUTO NEL GIARDINO DI PIETRO ROCCO DI TORREPADULA
Sono costretto ad intervenire circa la caduta dell’albero all’interno del cortile del palazzo che fu di Gennaro Rocco e poi, in seguito a vari passaggi, di Pietro Rocco che, per motivi di salute, nel 1992 lo abbandonò definitivamente. Quanto all’albero caduto, è bene precisare che non si tratta di una quercia, ma di una canfora, figlia di un’altra canfora adiacente, entrambe poste in prossimità di una piscina (come in foto) e sopra una cavità che è stata rilevata durante le operazioni di abbattimento del corpo di fabbrica prospiciente via Nicola Rocco. La caduta della canfora, pertanto, non ha interessato alcun muro. La parte di muro che è andata in dissesto si trova, invece, lungo via Matteotti, dovuta al cedimento della via stessa, transennata e chiusa al traffico sia veicolare che pedonale, a causa di una perdita, probabilmente dell’acquedotto, dal momento che la fogna, all’ispezione eseguita dal settore LL.PP. del Comune di Casoria, per mezzo di un robot munito di telecamera, risulta integra (vedi foto). Si può ipotizzare che la perdita, oltre al dissesto, abbia provocato anche lo sprofondamento della canfora, visto che entrambe le piante insistevano su di un’enorme cavità sotterranea, la quale, forse, imbibita d’acqua, l’ha fatta cadere. La ditta demolitrice nell’eseguire l’abbattimento del vecchio edificio prospiciente via Nicola Rocco si rese conto della cavità ed avvertì la proprietaria che subito si attivò, interpellando il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli, dislocato a Portici, mettendo così in atto tutte le misure di salvaguardia delle due piante di canfora. Successivamente la probabile perdita d’acqua ne ha accelerato il crollo. L’accesso alla proprietà, secondo la stampa, fu impedito, per motivi di sicurezza, dai VV.FF. In settimana il Comune coinvolgerà l’Ottogas, per accertare, attraverso le misure di conducibilità elettrica, il punto esatto di eventuali perdite.
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14 RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA
Egregio avvocato, mi chiamo Gianfilippo e vi scrivo da Frattamaggiore. Ho letto che esiste una legge che tutela chi è vittima delle lungaggini processuali; dal momento che sono parte di un processo che dura da più di dieci anni, vorrei sapere se e come agire per ottenere un risarcimento danni. Grazie Gentile Gianfilippo, la sua domanda mi da l’opportunità di trattare un tema molto attuale, ritornato prepotentemente d’attualità soprattutto per effetto di alcune recenti sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione. La giurisprudenza della Suprema Corte è andata infatti a definire alcuni aspetti peculiari relativi alla legge n. 89 del 2001, denominata comunemente “legge Pinto” con cui il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico uno strumento che consente un’equa riparazione a chi ha subito un danno patrimoniale o non patrimoniale per effetto della violazione dell’articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (CEDU), la quale prevede che “ogni persona ha diritto ad un’equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole…”. Occorre innanzitutto considerare quali sono i presupposti di proponibilità dell’azione al fine di ottenere la c.d. equa riparazione. La domanda di risarcimento è infatti proponibile esclusivamente alla presenza dei presupposti dell’irragionevole durata del processo, dell’esistenza di un danno e del nesso causale tra l’uno e l’altro. Inoltre bisogna tenere in massima considerazione la complessità del caso concreto e lo specifico comportamento che abbiano tenuto il giudice, le parti e chiunque altro sia chiamato a concorrere alla definizione del processo. In merito alla valutazione della ragionevole durata del processo, secondo le pronunce della Corte di Cassazione non esisterebbe, nell’ambito del nostro ordi-
namento giuridico, una regola precisa o, comunque, un principio di diritto che in qualche modo consenta di determinare con rigore millimetrico, in astratto, la misura ragionevole di durata di un processo. Ogni processo ha una sua storia che deve essere vagliata e interpretata alla luce dell’esperienza reale di cui è espressione pertanto ogni valutazione deve poggiare sulle specifiche esigenze e vicissitudini del caso concreto. Fatta tale doverosa premessa, i giudici italiani hanno però indicato determinate direttive fissando in generale la durata ragionevole del processo in primo grado ora in quattro, ora in tre anni. Per il secondo grado, invece, la durata ragionevole è stata suggerita in due anni, ed in uno per i gradi successivi. In generale anche la Corte Europea ha sempre dichiarato irricevibili i ricorsi presentati nei confronti di processi di durata inferiore ai tre anni. In alcune ipotesi particolari, in cui l’oggetto del contendere richieda una celerità maggiore, i termini di ragionevole durata dei processi possono essere anche più brevi. Per quanto concerne la quantificazione della liquidazione del danno, la tipologia di quello patrimoniale grava sulla parte che agisce per ottenere l’equa riparazione l’onere di dimostrare che sia il danno emergente che il lucro cessante siano la conseguenza immediata e diretta della durata eccessiva del procedimento. In tema di danno non patrimoniale, invece, la Corte di Cassazione ha stabilito che non grava sul ricorrente l’onere di provare il danno subito ed il giudice è tenuto a riconoscerlo e liquidarlo
ogni qualvolta non ricorrano, nel caso concreto, circostanze particolari tali da escluderlo. Si calcola che per ogni anno della durata complessiva l’entità del risarcimento varia da €. 1.000,00 a €. 1.500,00 (tale generica valutazione può subire comprensibilmente un aumento o una riduzione a seconda dell’importanza della materia del contendere), tutto ciò a prescindere dall’esito della lite per la parte ricorrente ovvero sia essa che vinca, perda o concili la lite davanti al giudice nazionale. Infatti il danno risarcibile con la “legge Pinto” è da tenere distinto da quello connesso all’anteriore vicenda giudiziaria dato che è ben definita la distinzione tra l’oggetto della causa antecedente e quello del giudizio di equa riparazione, il quale non può costituire, neppure indirettamente, un mezzo per replicare il merito della precedente controversia. La suddetta domanda deve essere proposta con ricorso in alternativa contro il Ministro della Giustizia (per i procedimenti ordinari), nei confronti del Ministro della Difesa (per i procedimenti militari) o avverso il Ministro delle Finanze (per i procedimenti tributari). In via residuale è prevista l’azione nei confronti del Presidente del Consiglio per i procedimenti amministrativi. La domanda di riparazione può essere proposta durante la pendenza del procedimento nel cui ambito si ritiene che si sia verificata la violazione oppure, a pena di decadenza, entro sei mesi dal momento in cui è divenuta decisiva le decisione con cui si conclude il medesimo procedimento. La domanda si propone dinanzi alla Corte di Appello (che ha l’obbligo di pronunciarsi, entro quattro mesi dal deposito del ricorso, con decreto impugnabile per Cassazione) del distretto in cui ha sede il giudice competente ai sensi dell’art. 11 del codice di procedura penale. La risposta alla sua domanda pertanto è indubbiamente affermativa anche se bisogna valutare attentamente, nel caso concreto, se sussistano tutti i presupposti sopra esaminati e necessari per ottenere la citata equa riparazione. Cordiali Saluti
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SALVATORE IAVARONE
CONCORSO SCOLASTICO 2021/2022 CIRCOLO DEGLI UNIVERSITARI
del concorso. Nel retro del foglio devono essere indicati tassativamente Cognome, Nome, Istituto, Classe e numero telefonico ed eventualmente e-mail dello studente. (E cura della presidenza o della segreteria contattare la direzione del concorso per la consegna dei lavori a universitari@libero.it oppure al numero 3477995400)
Per le Scuole Materne, Elementari, Medie e Superiori dell’area a Nord di Napoli “Ambiente e Legalità” VIII° edizione IL CIRCOLO DEGLI UNIVERSITARI organizza il concorso scolastico a premi per gli Istituti Scolastici Materne, Elementare, Medie e Superiori dell’area a Nord di Napoli sul tema “Ambiente e Legalità” per portare ancora nelle scuole temi su cui mettere al centro le proposte e le idee dei giovani studenti. Il Concorso ha il patrocinio morale del Consiglio Regionale della Regione Campania. La partecipazione al concorso è aperta a tutti gli studenti delle scuole dell’area a Nord di Napoli. Il concorso si divide in quattro categorie. CATEGORIA SCUOLE MATERNE CATEGORIA SCUOLE ELEMENTERE CATEGORIA SCUOLE MEDIE CATEGORIA SCUOLE SUPERIORI La partecipazione è del tutto gratuita. CATEGORIA SCUOLE MATERNE DISEGNO ARTISTICO Per tutti gli studenti delle scuole materne che aderiranno al progetto, la modalità di partecipazione al concorso è costituita dalla consegna attraverso i propri docenti, direttamente alla Presidenza della Scuola, del proprio lavoro. Il lavoro consiste in un disegno di qualsiasi formato in bianco e nero o a colori sul tema del concorso. Nel retro del foglio devono essere indicati tassativamente Cognome, Nome, Istituto, Classe e numero telefonico ed eventualmente e-mail dello studente. (E cura della presidenza o della segreteria contattare la direzione del concorso per la consegna dei lavori a universitari@libero.it oppure al numero 3477995400) CATEGORIA SCUOLE ELEMENTARE DISEGNO ARTISTICO Per tutti gli studenti delle scuole elementari che aderiranno al progetto, la modalità di partecipazione al concorso è costituita dalla consegna attraverso i propri docenti, direttamente alla Presidenza della Scuola, del proprio lavoro. Il lavoro consiste in un disegno di qualsiasi formato in bianco e nero o a colori sul tema
CATEGORIA SCUOLE MEDIE ARTICOLO DI GIORNALE Per tutti gli studenti delle scuole medie che aderiranno al progetto, la modalità di partecipazione al concorso è costituita dall’invio dell’articolo sul tema del concorso alla mail universitari@libero.it, nella mail devono essere indicati tassativamente Cognome, Nome, Istituto, Classe e numero telefonico ed eventualmente e-mail dello studente partecipante. Tassativamente gli articoli devono essere inviati solo a mezzo mail a universitari@ libero.it CATEGORIA SCUOLE SUPERIORI FOTOGRAFIA Per tutti gli studenti delle scuole superiori che aderiranno al progetto, la modalità di partecipazione al concorso è costituita dall’invio di una foto sul tema del concorso da inviare per mail a universitari@libero.it . Il lavoro consiste in una fotografia digitale in bianco e nero o a colori sul tema del concorso. La mail con la fotografia deve indicare tassativamente Cognome, Nome, Istituto, Classe e numero telefonico ed e-mail dello studente partecipante. In alternativa alla foto è possibile partecipare con un video o lavoro digitale con le stesse modalità di invio delle foto. Il partecipante, per tutte le opere candidate, concede agli Organizzatori i diritti d’uso, anche in modo non esclusivo, irrevocabili e a tempo indeterminato. Le immagini e il materiale concesso verranno utilizzate ai fini istituzionali degli Enti organizzatori e potranno anche essere concesse gratuitamente a terzi per utilizzi senza scopo di lucro. Il nome dell’autore verrà in ogni caso sempre indicato. Saranno escluse, ad insindacabile giudizio degli Organizzatori, le opere candidate che abbiano un contenuto fuori tema, indegno, offensivo o lesivo della propria immagine o di quella dei soggetti rappresentati, o che venga comunque reputato inaccettabile perchè non conforme alle finalità istituzionali degli Organizzatori. Una specifica opera può essere candidata un’unica volta; l’autore non può candidare più volte la stessa opera ma opere diverse si. L’associazione promotrice nominerà una commissione
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16 di esperti e docenti, il giudizio della commissione sarà insindacabile. Le opere devono essere consegnate entro e non oltre il 10 Aprile 2022. Entro il mese di giugno 2022 saranno consegnati i premi durante una manifestazione pubblica. I premi in palio sono i seguenti e così ripartiti: CATEGORIA SCUOLE MATERNE Primo premio – Buono Sconto di euro 100,00 in giochi presso il negozio PAPERINO GIOCATTOLI VIA SANNITICA CASORIA
CATEGORIA SCUOLE ELEMENTARI Primo premio – Carnet biglietti UCI Cinema Casoria CATEGORIA SCUOLE MEDIE Primo premio – Carnet biglietti UCI Cinema Casoria CATEGORIA SCUOLE SUPERIORI Primo premio – Carnet biglietti UCI Cinema Casoria L’Organizzazione si riserva di eseguire eventuali controlli sui lavori, al fine di verificare eventuali abusi o violazioni del regolamento, escludendo o penalizzando opere o autori in base a quanto emerso. La partecipazione al concorso implica la totale accettazione del presente regolamento.
DANIELA LOMBARDI
A TU PER TU CON L’ARTISTA CARKO FARINA
Quando è iniziato il suo percorso artistico? Il mio percorso artistico è iniziato fin da bambino, da autodidatta, quando riproducevo i personaggi dei manga e dei film di animazione. Da quel momento non si è mai fermato, e si è solo approfondito e affinato con la formazione e l’esperienza. Da quale tipologia di pittura è stato influenzato? Come molti artisti dei nostri tempi sono stato molto influenzato dalla cultura pop, cioè dai cartoni animati, dai fumetti e anche dalle tecniche grafiche della pubblicità. Questo ha rappresentato un po’ la base su cui si sono innestati riferimenti artistici e culturali più classici, come la pittura simbolista e surrealista di inizio novecento. E penso che nella mia produzione si può notare anche un’influenza dei principali artisti naif contemporanei. Non riesco a dare una definizione precisa di cos’è l’ispirazione. Per me ci sono colori, amalgami cromatici e immagini che sorgono dal profondo, che mi vengono ispirati dalle esperienze nella mia vita quotidiana. Immagino, rielaboro o forse cerco solo di guardare più in profondità la realtà che ci circonda. Colori o bianco e nero?
I colori sono fondamentali nella mia produzione artistica. Direi che sono i veri protagonisti di tutte le mie opere. Più che il bianco e nero, cerco di sfruttare varie sfumature cromatiche di tutti i colori e di fare anche accostamenti “impossibili”. Ad esempio, gioco sempre nell’accostamento di colori caldi e freddi. La realtà è infinitamente varia, come i colori nelle mie opere. Non mi piace ridurre il mondo al bianco e nero...
Pittura o matite? La pittura è il mezzo che utilizzo di più in arte, la prediligo. Però spesso eseguo opere con matite colorate o anche con altre tecniche. Il suo pittore preferito? Mi piace molto Ligabue, penso abbia espresso con potenza il suo mondo interiore. Che meccanismi artistici la infastidiscono? Non mi occupo troppo di questi aspetti della vita artistica. Posso dire che a volte osservo delle chiusure nel nostro paese a causa di meccanismi clientelari che non permettono di allargare gli orizzonti. Poi forse mancano investimenti privati, oltre che un maggiore impegno delle istituzioni per valorizzare il patrimonio artistico italiano e promuovere gli artisti contemporanei. Su che cosa ci concentra? In primo luogo è necessario concentrarsi sulla propria arte e sulla propria ricerca. Avere una personalità. Poi è necessario avere dei contatti ed esporre il proprio lavoro. Su cosa sta lavorando? In questo periodo sto lavorando ad alcune pitture su capi di abbigliamento. Conto di approfondire anche questa via.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
CINEMAGIA MOVIE AWARDS 2021 Si è conclusa la prima edizione dei “CINEMAGIA Movie Awards”, il nuovo e atteso festival dedicato al Cinema Indipendente. CINEMAGIA Movie Awards nasce, grazie ad un’intuizione del suo Direttore Artistico Daniele Gangemi, come costola della piattaforma CINEMAGIA ONLINE del produttore Claudio Bucci, e della Presidente Inessa Gordè. La giuria, presieduta dal Prof. Ugo Di Tullio (Docente di Organizzazione e Legislazione dello Spettacolo Cinematografico all’Università di Pisa, Coordinatore del Corso di Alta Formazione in Post Produzione e Restauro Cinematografico dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Presidente della Fondazione Angeletti e Direttore Responsabile di TGMUSIC & MOVIE) e composta dal Make-Up and Hair Designer di fama internazionale Vittorio Sodano (Due volte nominato agli Oscars, nel 2007 per “Apocalypto” di Mel Gibson e nel 2010 per “Il divo” di Paolo Sorrentino, e membro della prestigiosa ‘”Academy of Motion Pictures Arts and Sciences” dal 2017), Heidrun Schleef (Sceneggiatrice di punta nel panorama del cinema italiano d’autore, vincitrice di due Nastri d’Argento) e Federica Bianchini (Classe ‘99, in rappresentanza della categoria “Young”). A completare la squadra si sono messi da subito a disposizione dell’ambizioso progetto anche il famoso Creative Producer Roberto Bessi, da sempre punto di riferimento per le produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali, e l’infaticabile Project Manager Caterina Maria Grillo, attiva nel campo dell’organizzazione dei festival cinematografici internazionali già dal 2018. Di seguito i vincitori: PICTURE SECTION – Best Picture: SELFIEMANIA di Francesco Colangelo, Elisabetta Pellini, Elly Senger-Weiss e Willem Zaeyen (Austia – Italia – Russia) – Audience awards for Best Picture: UMAMI. il quinto sapore di Angelo Frezza (Italia) – Best Director: ALESSANDRO DERVISO per L’amore al tempo di Sh.Rek (Italia) – Best Screenplay: CHARLES GUERIN SURVILLE per SINCERITA (Francia) – Best Leading Actor: ANGELO ORLANDO per UMAMI (Italia) – Best Actress in a Leading Role: CATERINA MURINO per SELFIEMANIA (Italia)
– Best Supporting Actor: ENRICO OETIKER per UMAMI (Italia) – Best Supporting Actress: JEANNE DAMAS per SINCERITA (Francia) – Best Cinematography: GIANNI MAMMOLOTTI per SELFIEMANIA (Italia) – Best Film Editing: ALESSANDRO DERVISO per L’amore al tempo di Sh.Rek (Italia) – Best Original Score: THE NIRO per SEFLIEMANIA (Italia) DOCUMENTARY SECTION – Best Documentary: MATRICOLA ENPALS 79031 di Fabrizio Borni (Italia) – Audience awards for Best Documentary: HOCU RANDA MEU SOUL ON FIRE di Linda Papaleo (Italia) – Best Director: TOMASO MANNONI per THE WASH (Italia) – Best Screenplay: MATTEO ABBONDANZA per TIJUANA (Italia) SHORT FILM SECTION – Best Short Film: FREUNDE di Lavinia Zammataro (Italia) – Audience awards for Best Short Film: LOCKDOWNLOVE . IT di Anna Marcello (Italia) – Best Director: FRANCESCO COLANGELO per ONCE (in my life) (Italia) – Best Screenplay: GIOVANNI TROIA per COOKIE (Italia) – Best Leading Actor: Jean-Marc Barr per Whoever Was Using This Bed di Andrew Kotatko (Australia) – Best Actress in a Leading Role: ANGELICA CACCIAPAGLIA per INFELICI E CONTENTI (Italia)
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18 – Best Supporting Actor: Vincenzo Bocciarelli per LOCKDOWNLOVE.IT (Italia) – Best Supporting Actress: Electra Mitsimari per Just Like Water di Manos Triantafillakis (Grecia) – Best Cinematography: VLADIMIR DI PRIMA per FREUNDE (Italia) – Best Film Editing: Alexander Grov per Casu di Magnus Møller Bakke (Norvegia) – Best Hairstyling: Cristiano Pieri per LOCKDOWNLOVE . IT di Anna Marcello (Italia) – Best Costume Design: VIVIANA PETILLO per THE MAGIC CROWN (Italia) – Best Production Design: Wu Bofu per “AFTER THE DARK CLOUDS” di Xiang YiZhuo e Gao PengCheng (Cina) – Best Sound Mixing: SOUND – IL SUONO DEL SUD per ONCE (IN MY LIFE) (Italia) – Best Original Score: ALESSANDRO GUARINO per “TANGO X” (Italia) ANIMATED SHORT FILM SECTION Best Animated Short Film: A COIN di Lu Yuqiao (Cina) Audience awards for Best Animated Short Film: PAINTING BY NUMBERS di Radheya Jegatheva (Australia)
HORROR SHORT FILM SECTION – Best Horror Short Film: BEYOND THE DARKNESS di Davide Torriero Pompa (Italia) – Audience awards for Best Horror Short Film: B&B BROKEN BREAKFAST di Ciro Tomaiuoli (Italia) MUSIC VIDEO SECTION – Best Music Video: SOLITUDE di Fabio Grossi (Italia) – Audience awards for Best Music Video: INVINCIBLE di Ekaterina Behor (Stati Uniti d’America) WEB PILOT SECTION – Best Web Pilot: JOHNNY MATTEL’S di Vittorio Adinolfi ed Umberto Santacroce (Italia) – Audience awards for Best Web Pilot: JOHNNY MATTEL’S di Vittorio Adinolfi ed Umberto Santacroce (Italia) CINEMAGIA Movie Awards for Iranian Directors Award for Iranian Directors: SAVE ME! Di Mohsen Nabavi (Iran) Audience Award or Iranian Directors: Appetite di Pariya Shojaeian
TOMMASO PELLEGRINO
SSC NAPOLI, IL TERRITORIO DEL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI NEL CALENDARIO UFFICIALE 2022. PELLEGRINO SCRIVE A DE LAURENTIIS.
Nel calendario ufficiale 2022 del Calcio Napoli, dedicato alla tutela dell’ambiente su 14 foto ben sette sono del Territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: Palinuro, Monte Cervati, Marina di Camerota, Paestum, Monti Alburni, Capelli di Venere (Casaletto Spartano) e Vallo di Diano. “In qualità di Presidente del più grande Parco Nazionale d’Italia non posso che essere entusiasta e grato per la sensibilità dimostrata. L’aver voluto proporre gli atleti della Sua squadra come dei moderni paladini dell’ambiente, con particolare riguardo ai luoghi incontaminati e a volte anche poco conosciuti che abbiamo la fortuna di avere nella nostra Regione, rappresenta certamente un nobile messaggio indirizzato soprattutto alle nuove generazioni che non potranno non recepirlo grazie al carisma dei calciatori coinvolti nella realizzazione del calendario”. E’ quanto scrive Tommaso Pellegrino, nella lettera di ringraziamento indirizzata al Presidente della Società Sportiva Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis. “Desidero complimentarmi per la scelta di dedicare il Calendario Ufficiale 2022 della Sua società SSC Napoli alla tutela dell’ambiente con particolare riguardo ai luoghi incontaminati e preziosi della nostra Regione. Pertanto, colgo l’occasione per invitare Lei e la Squadra nel nostro Territorio così da poter apprezzare l’immenso tesoro di Natura e di Bellezza che offre il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni” conclude Pellegrino.
Al Presidente della società SSC Napoli Dott. Aurelio De Laurentis Gentile Presidente, Desidero complimentarmi per la scelta di dedicare il Calendario Ufficiale 2022 della Sua società SSC Napoli alla tutela dell’ambiente con particolare riguardo ai luoghi incontaminati e preziosi della nostra Regione. A rappresentare la bellezza della Campania, tra i siti prescelti ci sono diverse località particolarmente suggestive del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che sono solo alcune delle preziose risorse naturalistiche di cui è ricco il nostro Territorio a cui si rivolge l’azione di conservazione e tutela posta in essere dal Parco. In qualità di Presidente del più grande Parco Nazionale d’Italia non posso che essere particolarmente entusiasta e grato per la sensibilità dimostrata. L’aver voluto proporre gli atleti della Sua squadra come dei moderni paladini dell’ambiente e, con particolare riguardo ai luoghi incontaminati e a volte anche poco conosciuti che abbiamo la fortuna di avere nella nostra regione, rappresenta certamente un nobile messaggio indirizzato soprattutto alle nuove generazioni che non potranno non recepirlo grazie al carisma dei calciatori coinvolti nella realizzazione del calendario. Per tale ragione, mi è gradita l’occasione per invitare Lei e la Squadra del Napoli Calcio ospiti del nostro Territorio così da poterne apprezzare l’immenso tesoro di Natura e di Bellezza che offre il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni. Con stima
Il Presidente dott. Tommaso Pellegrino
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L’EPIFANIA DEL CLUB 4X4 ADVENTURE PER I BIMBI RICOVERATI REGALI ED EMOZIONI CON I VIGILI DEL FUOCO DI CASERTA Come da tradizione, anche quest’anno il “4x4 Adventure” club fuoristradistico casertano della F.I.F., Federazione Italiana Fuoristrada, in collaborazione con i Vigili del Fuoco di Caserta, in occasione della ricorrenza della Befana ha organizzato la consegna di giocattoli al Reparto Pediatrico dell’Ospedale S.Anna e San Sebastiano di Caserta. Nel rispetto delle norme anti COVID, quest’anno la consegna dei giocattoli ai piccoli degenti del Reparto Pediatrico è stata effettuata dai Vigili del Fuoco utilizzando un’autoscala mobile per raggiungere il reparto attraverso una finestra, in modo suggestivo e davvero emozionante per i bambini presenti. Quest’anno hanno voluto unirsi all’evento anche l’Associazione ”Fujenti della Madonna dell’Arco del gruppo C.A.F.A. di Aversa” ed il “Primigi Store di Giugliano” regalando ai bambini calze, dolciumi e vestitini. Il Presidente del Club 4x4 Adventure, Carlo Russo, commenta: “Siamo orgogliosi della riuscita dell’evento. Un ringraziamento alla piccola delegazione dei soci presenti ed, in particolare, al socio Danilo Bologna
organizzatore dell’evento, nonché alle Infermiere ed ai Medici del Reparto Pediatrico dell’Ospedale di Caserta, al Comandante ed a tutti i Vigili del Fuoco di Caserta che hanno reso possibile portare un pizzico di felicità a chi ne ha bisogno, anche quest’anno cosi ‘particolare’ per la pandemia in essere”.
ANGELA MATASSA
DUE VEDOVI ALLEGRI FOTO DI GILDA VALENZA
Due Signori della comicità napoletana recitano insieme a teatro dopo tanto cinema in comune. Sono Carlo Buccirosso (autore, interprete e regista) e Biagio Izzo, protagonisti della commedia “Due vedovi allegri”. Lo spettacolo delle feste natalizie del Teatro Augusteo di Napoli, sarà in replica fino al 16 gennaio 2022. I temi sono quelli attuali, anche se la vicenda si svolge qualche anno dopo la pandemia: la paura, l’insicurezza,
la solitudine, il distanziamento. Infatti, a causa di un virus (mai nominato) Cosimo Cannavacciuolo (Buccirosso), antiquario napoletano sull’orlo del fallimento, perde la moglie, restando ancora più solo. Nevrotico e ipocondriaco, teme complotti e congiure. La sua disperazione si alleggerisce quando s’incontra più spesso del solito, con il portiere Salvatore (Izzo), che non gli è mai stato simpatico. L’atmosfera natalizia è pra-
ticamente la nostra e, seppur velata di tristezza, timori e dubbi, è comunque ironica, curiosa e divertente, grazie all’interpretazione dei due attori, affiancati sulla scena appena futuristica di Gilda Cerullo e Renato Lori , da Gino Monteleone, Elvira Zingone, Donatella De Felice, Floriana Monici e Roberto Giordano. Oltre al vedovo bizzarro custode del palazzo e di sua figlia Angelina, votata al matrimonio e alla navigazione su Internet, ragazza delle pulizie di vari appartamenti, condividono la vicenda l’orefice Tomacelli e la consorte Pupetta, vent’anni più giovane di lui, depositari di un drammatico segreto; e Virginia, quarantenne attrice di cinema e teatro, conosciuta al supermercato e accolta in fitto in casa propria, che porta una ventata di spensieratezza nel marasma generale dell’appartamento Cannavacciuolo, ormai allo sbando,
pieno degli oggetti spostati dal negozio e caricato da ipoteca. Colpi di scena e situazioni paradossali rendono lo spettacolo godibile e divertente, che vede forse nascere una nuova coppia comica teatrale. I costumi sono di Zaira de Vincentiis, le musiche di Cosimo Lombardi, il disegno luci di Francesco Adinolfi.
FOTO DI GILDA VALENZA
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FABRIZIO KÜHNE
NAPOLI, CENTINAIA DI RICHIESTE PER FRIDA KAHLO L’ORGANIZZAZIONE PROLUNGA LA MOSTRA SINO AL 23 GENNAIO Oltre 55 mila biglietti, ad oggi, per l’esposizione multimediale ed immersiva dedicata alla pittrice e artista messicana. Un successo senza precedenti a Palazzo Fondi Prorogata la mostra napoletana dedicata a Frida Kahlo. L’esposizione multimediale dedicata alla vita e all’arte della grande pittrice messicana, in corso a Palazzo Fondi a Napoli, dal titolo Frida Kahlo - Il Caos Dentro, resterà aperta sino al 23 gennaio 2022. A darne l’annuncio è la stessa società organizzatrice della mostra, Navigare srl, che ha deciso di lasciare la mostra a Napoli in virtù dell’alta partecipazione di pubblico. Sono stati oltre 55mila i biglietti venduti, da settembre ad oggi, per visionare questo racconto multimediale dedicato all’icona femminile
dell’arte messicana e donna di indiscusso valore mondiale. Per rispondere alle numerose richieste giunte da turisti stranieri e italiani Navigare srl ha così deciso di prorogare di 15 giorni la mostra a Palazzo Fondi, visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 20.30 (sabato e domenica sino alle 21). L’accesso all’esposizione non prevede prenotazione ma, seguendo le nuove regole di prevenzione volute dal Governo, ricorda a tutti che è obbligatorio l’uso della mascherina FPP2. Sino al 23 gennaio 2022: Lunedì / Venerdì - dalle ore 09,30 alle 20,30 (ultimo ingresso un’ora prima) Sabato / Domenica - dalle ore 9.30 alle ore 21,00 (ultimo ingresso un’ora prima)
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ESCE IN SALA IL 20 GENNAIO ‘TAKEAWAY’, LUNGOMETRAGGIO DI RENZO CARBONERA
Esce in sala il 20 gennaio ‘Takeaway’, lungometraggio di Renzo Carbonera con Libero De Rienzo, Carlotta Antonelli, con Primo Reggiani e con la partecipazione di Paolo Calabresi e Anna Ferruzzo. Prodotto da 39 FILMS e Interzone Pictures in collaborazione con Rai Cinema, distribuisce Fandango. Dopo il successo alla Festa di Roma, esce in sala il 20 gennaio, ‘Takeaway’, lungometraggio scritto e diretto da Renzo Carbonera (Resina e il corto La penna di Hemingway), prodotto da Alfredo Federico e Simona Banchi per 39 FILMS e Interzone Pictures, in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con Laser Digital Film, con il contributo del MIC - Ministero della Cultura, con il sostegno della Regione Lazio Fondo Lazio Cinema International, in collaborazione con Trentino Film Commission. Il film, distribuito nei cinema da Fandango, è stato girato in gran parte sul Monte Terminillo, e in alcune località del Trentino, con protagonisti Libero De Rienzo e Carlotta Antonelli con Primo Reggiani e la partecipazione di Paolo Calabresi e Anna Ferruzzo. Oltre al Monte Terminillo, Rieti e i suoi territori circostanti sono stati luogo di scouting per attori, comparse e maestranze del film. Un impegno da parte della produzione per sostenere e riavviare l’economia locale, particolarmente colpita in questo lungo periodo di pandemia da Covid-19. Il film è ambientato nel 2008, agli albori della grande crisi finanziaria globale. Maria (Carlotta Antonelli) è un’atleta, una marciatrice. L’orgoglio di papà (Paolo Calabresi), che vorrebbe vederla coronare un sogno di successo. La mamma (Anna Ferruzzo), invece, è più scettica, sebbene Johnny (Libero De Rienzo), compagno della ragazza, che ha quasi il doppio dei suoi anni, sappia come tenere vivo il sogno di Maria e dei suoi genitori. Per questo motivo, Johnny ha il frigo pieno di boccette, avendo aiutato molti giovani con
sostanze illegali, nel suo passato da preparatore atletico. ‘Tom’ (Primo Reggiani) è uno di questi e sta cercando Johnny, ritenendolo responsabile del fatto che il doping gli ha rovinato carriera e salute. Ma i piani di vendetta di ‘Tom’ si infrangono quando lui e Maria iniziano una relazione e i dubbi di lei crescono, come una febbre incontrollabile. La resa dei conti è inevitabile in un ambiente così ristretto, così come nel mondo esterno, scosso da debiti e fallimenti, in cui si diffonde un bisogno urgente di nuove speranze. Takeaway si avvale della direzione della fotografia di Luca Coassin, del montaggio di Natalie Cristiani, delle musiche di Alexander Hacke, del suono in posa diretta del pluri premiato ai David di Donatello Carlo Missidenti, dei costumi di Stefano Giovani e della scenografia di Sara Stacchezzini. “Questa è una storia di doping–sottolinea il regista-frutto della fantasia, che al suo interno contiene frammenti di moltissime storie, vere e documentate. Un tema delicato, poco trattato, spesso con i toni dello scandalo, demonizzando o minimizzando i risvolti, facendo anche entrambe le cose contemporaneamente. Il film intende focalizzare il dibattito su questo fenomeno con delicatezza e umanità, concentrandosi sui rapporti umani che ci stanno dietro, sulle storie e le motivazioni dei personaggi, che seguono uno schema spesso comune a molti atleti e giovani che si avvicinano allo sport, sulle origini e sui moventi, sugli effetti psicologici e fisici che ne conseguono”. Takeaway è una co-produzione Italia / Germania, una produzione 39 Film e Interzone Pictures, in associazione con Laser Digital Film, in collaborazione con Rai Cinema, con il contributo del MIC - Ministero della Cultura, della Regione Lazio - Fondo Lazio Cinema International e della Trentino Film Commission, con il patrocinio del C.O.N.I., del Comune e della Provincia di Rieti.
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DAL LEGAL DESIGN AL SOCIAL MEDIA MARKETING: I DIECI PREMIATI DEL SUOR ORSOLA TESTIMONIANO I SUCCESSI DELLE PROFESSIONI DEL FUTURO E DELLA BUONA FORMAZIONE ANCHE AL SUD
Dal legal design al project management in ambito turistico-culturale, dal social media marketing alla didattica a distanza. Ci sono molti dei professionisti del futuro tra i giovani vincitori della tredicesima edizione del Premio “Laureati Eccellenti ALSOB”, ideato e organizzato dall’Associazione dei Laureati dell’Università Suor Orsola Benincasa presieduta da Lucilla Gatt, direttore del Research Centre of European Private Law dell’Ateneo napoletano. “Molto resiliente e tenace, ciò che mi contraddistingue è un mindset orientato alla continua evoluzione ed al miglioramento di me stessa, sotto il profilo umano nonché quello professionale. Credo fortemente nel potere della ‘contaminazione’ dei saperi che regala, a chi decide di non restare troppo affezionato alle proprie convinzioni, uno sguardo più ampio su ciò che ci circonda”. Nella parole di Simona Latte, laureata in Giurisprudenza al Suor Orsola nel 2016 e co-fondatrice dell’azienda di legal design HEU, come sottolinea Lucilla Gatt “c’è il ‘manifesto’ del laureato eccellente dell’Ateneo napoletano, la più antica libera università del Paese, che lavora da anni con le moderne tecnologie applicate alle scienze umane e con un corpo docenti in cui accanto ad illustri accademici ci sono i rappresentanti delle aziende e delle professioni per creare da subito un collegamento virtuoso con il mondo del lavoro”. “Aver avuto maestri del diritto del calibro di tre presidenti emeriti della Corte Costituzionale (Francesco Paolo Casavola, Paolo Grossi e Gustavo Zagrebelsky), visiting professor provenienti da tutto il mondo come il prof. Lihong Zhang, professore di Diritto civile presso la East China University di Shanghai, e soprattutto il contatto immediato con il mondo del lavoro mi ha reso il bagaglio culturale più ricco e la strada per la professione più agevole”. Emanuela Ianniciello, 32 anni, irpina di Grottaminarda, visiting researcher presso il Dipartimento di Criminologia dell’Università di Oxford e consulente del garante regionale campano per la
tutela dei detenuti, sintetizza quella miscela di rigore degli studi, internazionalizzazione della didattica ed efficacia del Job Placement che all’Università Suor Orsola Benincasa ormai da anni è certificata anche dall’annuale rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani. Il nome della giovane giurista irpina è stato appena pubblicato nell’albo d’oro dei Laureati Eccellenti Alsob all’interno dell’Annuario 2021 (online su www.unisob.na.it/alsob ) redatto annualmente con il lavoro redazionale di Gina Carannante e la realizzazione multimediale di Tommaso Barra. Da alcuni dei settori di storica eccellenza formativa del Suor Orsola (la pedagogia e i beni culturali) provengono altri due dei dieci premiati: Arianna Muto (beneventana di Puglianello), laureata in Conservazione e Restauro dei beni culturali, oggi impegnata nel restauro post sismico del prestigioso Palazzo Rivera - Dragonetti De Torres de L’Aquila, e Umberto Veneruso, 24 anni, puteolano, laureato in Consulenza pedagogica con una tesi in Metodologie e tecnologie didattiche, tra i protagonisti della sfida di “Proud of You”, il progetto rivolto agli studenti delle periferie napoletane, promosso dall’associazione di promozione sociale NextLevel, che si occupa su tutto il territorio nazionale (da Torino a Napoli) di accompagnare in maniera inclusiva ed innovativa (con un approccio ludico e tecnologico) il percorso formativo dei bambini (e dei loro genitori) nelle aree più disagiate. Le premiazioni di quest’anno, come
quella di Viviana Jandoli, consulente giuridico di due delle fondazioni culturali più importanti di Napoli (la Fondazione Teatro San Carlo e la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee) e Daniela Iossa, avvocato esperto di diritto di famiglia e dei minori, dimostrano anche la specifica eccellenza della formazione giuridica all’Università Suor Orsola Benincasa dove ci sono da oltre vent’anni l’unico corso di laurea magistrale a numero programmato in Giurisprudenza del Mezzogiorno ed un ampio comparto di alta formazione post laurea nel settore giuridico (dalla Scuola di Specializzazione per le professioni legali all’innovativo Master per Data Protection Officer). Tra i percorsi più innovativi dell’alta formazione post laurea del Suor Orsola c’è da oltre 10 anni il Master in Comunicazione multimediale dell’enogastronomia, dove si è formata Eleonora Furlani, 28 anni di Rieti, oggi responsabile della comunicazione social di “Eccellenze Campane”. Tra gli altri premiati della tredicesima edizione dei “Laureati eccellenti ALSOB” Angela Cestaro, buyer presso la multinazionale Svas Biosana, esperta di strategia e comunicazione d’impresa, Ilenia Pizzella, project manager di AR Tour, esperta di progettazione culturale per la realizzazione di tour in realtà aumentata, e Rosalinda Ascolese, psicologa e giornalista, esperta di gestione delle risorse umane e nel 2021 impegnata come volontario per la campagna vaccinale anti Covid-19 presso l’ospedale Moscati di Aversa.
DOMENICA 09 GENNAIO 2022 La menzione speciale per i dottori di ricerca eccellenti Nelle scorse settimane ancor prima dell’aggiornamento dell’Annuario dei Laureati Eccellenti Alsob l’Università Suor Orsola Benincasa ha ospitato anche una speciale cerimonia di premiazione dedicata ai dottori di ricerca ‘eccellenti’ dell’innovativo Dottorato di ricerca in “Humanities e Technologies”, attivo
23 dal 2014 e che vanta il 100% di occupazione dei dottori formati. Porziamaria de Filippis e Domenico Napoletano hanno presentato i loro lavori di tesi di dottorato (“Memorie private per il racconto dei luoghi culturali. Un progetto di storytelling digitale per la Reggia di Caserta” e “La voce artificiale. Un’indagine media-archeologica e socio-culturale sul computer parlante, dalla sinte-
si vocale al voice cloning”) insigniti del Premio Sele d’Oro 2021 al cospetto del consigliere per la ricerca del Ministero dell’Università e della Ricerca, Filippo De Rossi, del Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro, del coordinatore scientifico del Dottorato in “Humanities e Technologies”, Emma Giammattei e del presidente della giuria del Sele d’Oro, Amedeo Lepore.
DIANA KÜHNE
IL TROFEO DEL CASTELLO DÀ INIZIO ALLA STAGIONE AGONISTICA DELLO SCI CAMPANO
La XVII edizione del Trofeo dedicato all’imprenditore abruzzese, è stata vinta da Edoardo Romano dello S.C. Vesuvio. Al SAI il premio come miglior società Come da tradizione, ormai, la prima gara dell’anno del calendario del Comitato Campano pugliese è il Trofeo Calisto del Castello, dedicato alla memoria dell’imprenditore protagonista dello sviluppo economico turistico di Roccaraso grazie alla gestione degli impianti di risalita dell’Aremogna. La manifestazione, è giunta alla XVII edizione, è stata organizzata dallo sci club Aremogna e si è svolto il 5 e 6 gennaio. La gara, uno slalom Gigante, si è svolta in due giornate per misure di sicurezza per la prevenzione del COVID. Il primo giorno hanno gareggiato gli sciatori più piccoli della categoria Pulcini, mentre il giorno dell’Epifania al cancelletto di partenza sono scesi in pista i Ragazzi, Allievi, Giovani e Senior. Sulla pista di Valleverde all’Aremogna c’è stato il debutto riservato ai più piccoli delle categorie SuperBaby, Baby e Cuccioli, vale a dire i piccoli atleti nati dal 2016 al 2010. Tra i Baby 1 hanno vinto Benedetta Luise del SAI e Diego Menna del 3000 Ski Race. Dello stesso club la vincitrice dei Baby 2, Ginevra di Pasquale, mentre tra i maschi il miglior tempo lo ha fatto registrare Ettore Attilio Ruggiero del SAI
Napoli. Nei Cuccioli 1, due medaglie d’oro per i portacolori del 3000 Ski Race, la new entry del club Lorenza Sommella nella categoria femminile e Nicolò di Menna in quella maschile. Nei cuccioli 2, i più grandi del raggruppamento Pulcini, nati nel 2010, hanno vinto Sofia di Nunzio dello sci Club Napoli e Nicholas Montesi dello sci club Vesuvio. Nei Superbaby, (nati nel 2015) Giulia Archetto dello sci club Napoli ha vinto nella categoria femminile e Leonardo di Cinti del SAI in quella maschile. Ancora
del SAI Napoli i vincitori tra i Superbaby 2, Maya Vlassopulo e Rosario Boffa. Il secondo round del Trofeo Calisto del Castello si è disputato il giorno dell’Epifania con in gara e categorie Ragazzi Allievi Giovani e Senior. Nel gigante tracciato sul Pallottieri di Sinistra, i Ragazzi (nati negli anni 2008 e 2009) hanno disputato una sola manche in cui hanno primeggiato Giada d’Antonio dello sci club Vesuvio, che ha anche fatto registrare il miglior tempo assoluto, e Gaetano Cantalupo del SAI Napoli. Negli Allievi è stato ancora il Vesuvio a conquistare il miglior tempo assoluto tra tutte le categorie che hanno disputato due manche, con Edoardo Romano mentre nella categoria femminile, ha vinto Chiara Sarubbi del SAI Napoli. Nella categoria Giovani/Senior le due medaglie d’oro sono andate allo sci club Napoli che ha vinto con Giulia Antonucci e Aldo Brancaccio. Il miglior tempo della categoria senior è stato fatto registrare da Luigi Di Bartolomeo dello sci club Aremogna. Il Sai Napoli si è aggiudicato il premio come miglior società, un ferro da sci della Vola. I premi, fino al 10 classificato, sono stati offerti da Energia Pura che ha messo in palio uno zaino per il vincitore assoluto del XVII Trofeo Calisto del Castello, assegnato a Edoardo Romano.
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LADRI IN AZIONE AL CIMITERO DI PONTICELLI
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Razzia di fiori e rame, la seconda in due settimane. Borrelli: “Chi non ha rispetto nemmeno per i defunti è un essere ignobile. È ora di restituire dignità e sicurezza ai nostri cimiteri.” Il Cimitero di Ponticelli subisce nel giro di poche settimane il secondo furto ad opera di ignoti che hanno fatto razzia di vasi in rame. Il primo episodio è avvenuto qualche giorno prima del scorso Natale, il secondo la notte cavallo tra il 5 ed il 6 il gennaio. Come segnalato anche da diversi cittadini al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, il pavimento della storica cappella di Sant’Anna, che ospita i resti di don Agostino Cozzolino, per anni sacerdote della basilica ‘Madonna della Neve’ di piazza Aprea, è stato ritrovato completamente ricoperto da mazzi di fiori dopo la razzia. Un vero e proprio sfregio. “Chi non rispetta nemmeno i defunti ed il dolore dei loro cari è certamente un essere indegno di appartenere ad una società civile. Si tratta di un atto deplorevole, sia dal punto di vista della legalità, ovviamente, che da quello etico e morale. Sempre più spesso i nostri cimiteri sono ostaggio dei vandali e dei delinquenti, oltre che dell’incuria. E’ tempo che si restituisca ai defunti, e ai loro familiari, dignità, decoro e sicurezza.”- ha commentato Borrelli.
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