DOMENICA 23 GENNAIO 2022
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXII - N° 04 - DOMENICA 23 GENNAIO 2022
CASORIA IERI, OGGI E DOMANI
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VIVIEN BUONOCORE
CASORIA IERI, OGGI E DOMANI. COSA È CAMBIATO E QUAL È IL FUTURO DELLA CITTÀ?
Da antico “casale” agricolo a ridosso di Napoli, a fiorente cittadina industriale negli anni ‘70, fino a divenire la periferia indolente e sbiadita di oggi, senza una precisa identità. Casoria ieri, oggi e domani. Una vera e propria parabola quella della nostra città, che a distanza di decenni dalla dismissione della sua identità industriale, ancora fatica a rigenerarsi. Cosa è stato fatto negli ultimi anni e cosa ancora c’è da fare? Come è cambiato il volto della nostra città? Agli occhi assuefatti degli abitanti, ad un primo sguardo sembra che poco o nulla sia cambiato. E invece qualcosa c’è. Proviamo, con una disamina rapida e senza troppe pretese, ad individuare alcuni punti, da cui forse sarà possibile tracciare la linea, o una delle linee possibili, del futuro della città. Il primo, più evidente, cambiamento del territorio è rintracciabile nel recente fiorire di nuove abitazioni. Nel Comune
di Casoria, ad esempio in via Pio XII, e appena fuori, in via San Pietro o in via Taverna Rossa. Case, nuove case, dove prima c’erano aree di svincolo o lacune nel continuum di edifici. Ma anche centri commerciali e Mc Dondald’s, che fungono da luogo di aggregazione in un paesone che ha poco da offrire in termini di aree verdi o passeggi. Tra le operazioni migliori, a mio parere, il recupero dell’area dell’ex Euromercato con l’insediamento di Conad city, Glovo & Co. Grazie all’intervento di imprenditori privati si è sottratta al degrado e alla desertificazione un’ampia area di periferia. Un altro passo in avanti è segnato dalla realizzazione del Parco Michelangelo. Piccolo, ma non troppo, sorvegliato ma non troppo, libero ma mica tanto (vietati i cani, ad esempio). Nonostante qualche ma, il parco è un grosso punto a favore, è una boccata di ossigeno per una comunità in desaturazione, inghiottita da auto
e cemento. Tra i cambiamenti degli ultimi anni, non dimentichiamo il restyling di piazza Cirillo, sei o sette anni fa. Me ne occupai per Il Mattino di Napoli, oltre che per questo giornale. Il progetto prevedeva due grosse fontane: oggi vediamo solo un grosso slargo senza specchi d’acqua. Certo, uno spazio in più, forse meglio della vecchia rotatoria. Almeno ci si può sedere su una panchina. Ma il risultato estetico è davvero deludente. Si poteva, si doveva dare di più. E, mi domando, che fine hanno fatto le due fontane previste nel progetto? È ancora possibile immaginare e programmare un miglioramento della piazza? Anche l’operazione di recupero delle aiuole in alcune aree periferiche, come sulla circumvallazione, è senza dubbio un aspetto positivo. Ma, a fronte di questi piccoli progressi, cosa è invece rimasto immobile? E cosa è invece peggiorato?
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DOMENICA 23 GENNAIO 2022 In primis, la chiusura del Palacasoria, splendida struttura sportiva che ha funzionato a singhiozzo. È doveroso recuperarla e riportarla alla normale funzionalità. Ancora, molte delle scuole sul territorio si presentano come trenta anni fa. A parte i nuovi banchi antiCovid, certo. Ma le due ferite più importanti nel cuore dei cittadini che vivono e ‘sentono’ Casoria sono altre. Una è il centro storico, abbandonato alla sua inesorabile decadenza e depressione. No, non depressione in senso psicologico, ma in senso tecnico: con puntualità preoccupante il suolo di alcune aree del centro improvvisamente si abbassa trascinando con sé case e muretti, come accaduto anche di recente in via Matteotti. Altre volte, si aprono vere e proprie voragini. Ma lo sfregio più grande sul volto della città è ancora quello delle ex aree industriali di cui è punteggiata Casoria. Ex Resia, ex Rhodiatoce, ex Tubi Bonne sono ancora tutte lì, tal quali. Non c’è traccia della “Città del Libro” che ci fu promessa anni fa. È così che Casoria è morta e muore, senza una identità. I cittadini risiedono in una città a metà, come dei prigionieri al contrario, che vivono non dentro delle
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mura ma con dei muri fuori, tutt’intorno a loro. E poi, c’è la villa comunale di via Pio XII, che non ha bisogno della solita rapida ritinteggiata, ma di un intervento serio di recupero. Ancora, macchie insopportabili che sono sempre uguali, come cento anni fa, quando si andava in giro a cavallo: gli escrementi di cui sono costellate le strade. Un po’ di tempo fa furono installati cestini, ad esempio in via Principe di Piemonte, nella speranza che i proprie-
tari dei cani facessero il loro dovere. Ma niente da fare. L’inciviltà è un problema che mette facilmente in crisi tutte le possibili buone intenzioni degli amministratori locali. E allora? Non si può far nulla? Qualcosina, forse, si può. Sylvain Bellenger, l’apprezzatissimo direttore del Museo di Capodimonte, per preservare i giardini di ingresso, ha fatto installare un numero incredibile di cartelli che invitano a non calpestare le aiule e a non gettare carte, per difendere uno degli spazi più belli d’Europa. L’informazione non può sfuggire: c’è un cartello ogni manciata di metri. Non sarebbe bello pensare a qualche iniziativa simile a Casoria, nelle vie del centro? Tanti messaggi, anche ironici magari, per stimolare i cittadini sporcaccioni a comportarsi bene, facendo leva sul loro senso di appartenenza ad una comunità. Ma Casoria necessita prima di tutto di una identità specifica, che non può prescindere dal riutilizzo delle ex aree industriali. Qual è l’identità di Casoria oggi? Quella di città religiosa, certamente, con i suoi santi e le chiese, e quella di città-porta su Napoli. Ma il vero cuore è nascosto in quei chilometri quadrati di spazio che da tanto, troppo tempo sono in attesa di un nuovo destino.
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6 ANTONIO BOTTA
“BUONA STRADA”, DAVIDE SASSOLI
La morte di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, ha scosso e turbato tutti,unendo unanimemente i politici, non solo italiani, in un dolore sentito e sincero. Esponenti di ogni partito, infatti, fra cui Giorgia Meloni, ne hanno tessuto gli elogi, evidenziandone le spiccate doti morali, la preminente ansia di giustizia, con lo sguardo rivolto ai deboli, agli ultimi, agli emarginati, la grande capacità di intessere rapporti spontanei e autentici di viva cordialità con chiunque, il rispetto profondo per la inalienabile dignità di ogni essere umano e la concezione alta e nobile della Politica, quella che Paolo VI, ora Santo, definì “una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri”. E’ così che Sassoli, limpido esponente del cattolicesimo democratico, ha vissuto il suo impegno pubblico all’interno del PD, avendo come punti di riferimento De Gasperi, Dossetti, La Pira e lo storico Scoppola. Il padre, parrocchiano di don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana che dedicò la sua vita ai ragazzi bocciati dalla scuola pubblica, insegnando loro a difendere la propria umana e divina dignità con la cultura e il “dominio della parola”, scelse per il figlio il nome di un altro nobile sacerdote della stessa tempra morale e spirituale di don Milani: Davide Maria Turoldo. Oltre che poeta, è stato figura profetica in ambito ecclesiale e civile, convinto sostenitore delle istanze di rinnovamento culturale e religioso, di ispirazione conciliare. Penso che proprio alcuni versi, tratti da una poesia di Turoldo, ben si attaglino alla figura di Sassoli: “Come una vela il grembo si inarca, sopra la terra si
inarca in attesa; dentro lo Spirito plasma e fermenta: sta per fiorire di nuovo il creato”. Mai, infatti, David Sassoli, né da coraggioso e tenace giornalista di inchieste e servizi, né da politico, ha mai ammainato la vela della sua fervida anima a favore delle attese dei poveri, degli emarginati, degli emigrati, facendosi voce di chi non ha voce, testimone del Vangelo di Cristo, incarnando non solo gli ideali della giustizia e della pace e dell’amore, ma irradiando intorno a sé anche la gioia cristiana con un sorriso smagliante, che donava a tutti, anche ai suoi avversari politici. Ed è così che, plasmato dallo Spirito, con il suo modo genuino di relazionarsi, con i suoi gesti cordiali e affettuosi e con le sue battaglie ha dato un forte contributo alla fioritura del creato. Pochi giorni prima del ricovero ospedaliero, con queste parole si rivolse ai parlamentari europei per formulare gli auguri natalizi: “Abbiamo lottato accanto a chi chiede più democrazia, più libertà, accanto alle donne che chiedono diritti e tutele. A chi chiede di proteggere il proprio pensiero. Accanto a coloro che continuano a chiedere un’informazione libera e indipendente”. Abbiamo finalmente realizzato, dopo anni di cru-
dele rigorismo, che la disuguaglianza non è né tollerabile né accettabile, che vivere nella precarietà non è umano, che la povertà è una realtà che non va nascosta ma che dev’essere combattuta e sconfitta. Il dovere delle istituzioni europee é di proteggere i più deboli e non di chiedere altri sacrifici aggiungendo dolore al dolore.” Concluse, infine, il suo discorso evidenziando che “oggi l’Europa con il Piano di recupero ci dà grandi opportunità di abbandonare l’indifferenza, è la nostra sfida, quella di un mondo nuovo, che rispetta le persone, la natura, e crede in una nuova economia basata non solo sul profitto di pochi, ma sul benessere di tutti. Per questo voglio dirvi buone feste, buon anno, buon Natale. Il periodo del Natale è il periodo della nascita della speranza. E la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie. Auguri a noi, auguri alla nostra speranza” In un’altra poesia il poeta Davide Maria Turoldo scriveva: “ Cristo sparpagliato per tutta la terra// Dio vestito di umanità//. Cristo sei nell’ultimo di tutti// come nel più vero tabernacolo//: Cristo dei pubblicani//, delle osterie dei postriboli//,il tuo nome è colui che fiorisce sotto il sole”. Qualche settimana prima di Natale, Sassoli si recò nella mensa caritas di Colle Oppio a Roma, che conosceva molto bene, avendola frequentata fin dai tempi di don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas diocesana di Roma. Notò, dando una mano ai volontari, che nella fila
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DOMENICA 23 GENNAIO 2022 lunghissima di coloro che attendevano il pranzo non figuravano solo i clochard e gli extracomunitari, ma anche una normalità fuori luogo, fatta di zie col cappottino, pensionati col «principe di Galles» e giovani senza lavoro con la laurea in tasca”. E’ stato questo il commento che ha scritto nel suo ultimo articolo giornalistico firmato il 21 dicembre scorso: “Nella rampa della mensa c’era la grande questione sociale e i suoi effetti sulla vita delle persone. Palpabile era il segno di una rassegnazione esistenziale: a chi mi rivolgo, con chi me la prendo? Già, chi si occupa degli esclusi? Con i volontari notiamo lo scarto fra il dibattito pubblico e la realtà. La discussione sembra concentrarsi – come
7 avrebbe detto Giorgio La Pira – sul «contare i torti dei disoccupati prima delle loro ferite». Questa la sua conclusione: “Dopo l’imbroglio liberista, per dirla con Edmondo Berselli, c’è bisogno di un’economia giusta; dopo l’anno del rigore c’è bisogno di curare la salute della democrazia. Per i cristiani sarà anche il modo per rispondere al richiamo di Giovanni Paolo II: «Mai più contraddizioni alla carità nel servizio della verità”. Possa lo stesso Spirito che ha invaso la tua vita, fermentandola di aneliti di Bene, di Bello, di Vero, sospingerci sui tuoi stessi sentieri esistenziali, aiutandoci a scorgere il “Cristo nell’ultimo di tutti” per avvertire la tua medesima forza
d’urto sulla nostra anima, che si sprigiona dalle sofferenze degli ultimi. Saluta, allora, anche noi con l’espressione da te appresa nel movimento dei Boy Scout: “Buona strada”. “Buona strada” ai politici, soprattutto, per impegnarsi a tutti i costi a perseguire il bene comune, come hai fatto tu; “buona strada” ai giornalisti, augurando loro di denunciare qualsiasi tipo di corruttela e di violazione dei diritti, non dimenticando, però, di orientare verso il bello e il bene che destano speranze, alimentano entusiasmi e suscitano profezie di sogni. “Buona strada” anche a te, Davide Sassoli, che, incamminandoti sulle scie del sole, stai proseguendo il tuo viaggio verso le altezze infinite, nell’Oggi eterno di Dio.
MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
PAOLO ASCIERTO: UNA VITA PER LA RICERCA UNA RICERCA PER LA VITA
Da due anni ormai, l’emergenza, anzi, le ripetute emergenze causate in tutto il mondo della pandemia da Covid 19 hanno distolto l’attenzione da molte altre patologie che mietono ogni anno decine di migliaia di vittime, soprattutto quelle oncologiche, che continuano a colpire quanto e più di prima, mentre le possibilità di accesso alle cure purtroppo si riducono proprio in virtù del proliferare del virus. Le malattie oncologiche sono ancora oggi tra le principali cause di morte nel nostro Paese e tra i tumori uno dei più infidi è il melanoma che è al centro dell’interesse scientifico e professionale del professor Paolo Ascierto, medico e ricercatore, universalmente riconosciuto nel mondo scientifico tra i migliori ricercatori italiani e internazionali per quanto riguarda la cura e la prevenzione del cancro, si occupa di melanoma e immunoterapia. Direttore dell’Unità di Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori - fondazione Giovanni Pascale di Napoli e presidente della Fondazione Melanoma, che sostiene progetti di ricerca e campagne di sensibilizzazione e informazione per i cittadini, ha nel sangue la passione per la medicina e la ricerca fin da ragazzo.
Paolo Ascierto è per tutti un modello di umanità e competenza. E di umiltà, che delle due precedenti è il paradigma e la massima dimostrazione. Dopo la laurea in medicina presso l’Università Federico II di Napoli nel 1990 e la specializzazione in oncologia conseguita nel 1994, l’impegno profuso nella lotta contro la malattia oncologica e la passione visionaria, che da sempre lo sostiene e gli dà conferma di aver intrapreso la direzione giusta ad ogni nuova sfida che lancia al cancro, lo hanno visto impegnato su molteplici fronti. Ed è con profonda stima e grande orgoglio “terrone” che voglio ricordare alcuni degli incarichi da lui ricoperti: 1996-2007: Coordinatore del Melanoma
Cooperative Group di Napoli 2001-2007: Membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli 2001-2004: Membro del Consiglio Direttivo dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) 2003: Presidente dell’Unità Interdipartimentale del Melanoma dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli 2004-2007: Presidente dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) 2006-2010: Membro dell’International Melanoma Working Group (IMWG) 2006-2012: Membro del Consiglio Direttivo del Network Italiano per le Bioterapie dei Tumori (NIBIT) 2007-2009: Membro della Commissione Tecnica Provinciale di Benevento per l’applicazione del Piano Ospedaliero Regionale 2007-2008: Componente della Commissione Oncologica Nazionale Dal 2004 al 2007 ha ricoperto l’incarico di presidente dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI), associazione No-Profit nata nel 1998. È ideatore e organizzatore di “Metti il Melanoma in Fuorigioco” (12 febbraio 2006 - 7 aprile 2007 - 13 aprile 2008), manifestazione di carattere nazionale ideata per sostenere la ricerca scientifica sul me-
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8 lanoma e promuoverne la prevenzione. Metti il Melanoma in Fuorigioco trova la collaborazione della Lega Calcio e della RAI, con il patrocinio dello stesso Segretariato Sociale della RAI. Dal febbraio 2006 è stato componente della Commissione Nazionale “Tumori Cutanei” della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT). Nel giugno del 2007 è stato nominato membro dell’International Melanoma Working Group, (IMWG) gruppo di studio internazionale sul melanoma. Nell’ottobre dello stesso anno, è nominato dal Ministero della Salute componente della commissione oncologica nazionale, équipe di esperti presieduta dal professor Umberto Veronesi, che lavora alla pianificazione e progettazione del piano oncologico nazionale. Dal 2008 al 2011 è stato Direttore dell’Unità di Oncologia Medica e Terapie Innovative presso l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale” di Napoli. Dal 2010 è Presidente e socio fondatore della Fondazione Melanoma - ONLUS, nata nel medesimo anno grazie al sostegno di due istituzioni pubbliche: l’Istituto Tumori Pascale di Napoli e la Seconda Università degli Studi di Napoli. Dal 2013 è Direttore dell’Unità di Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale”. Dal 2014 presidente della Società Campana di ImmunoTerapia Oncologica (SCITO), dal 2016 membro del Board della Society of Melanoma Research (SMR), dal 2017 membro del Board del Cancer Development Drug Forum (CDDF) e del Board of Directors for the Society of ImmunoTherapy of Cancer (SITC). Il paziente inteso come persona e non come malato è sempre stato al centro del suo interesse, della sua ricerca, della
Grazie all’immunoterapia, oggi il melanoma fa meno paura: oltre la metà dei pazienti vede oggi la sua aspettativa di vita allungarsi oltre i 5 anni e può dunque considerarsi clinicamente guarito. sua cura. Questo approccio, per lui irrinunciabile, gli è valso numerosi riconoscimenti, a cominciare dal 2003, anno in cui riceve il Premio “NUMEROUNO” categoria Medici, conferitogli dal Tribunale per i diritti del malato. Nel 2018 gli viene tributato il Premio Zanibelli come Personaggio dell’Anno, per l’impegno a favore del miglioramento nell’erogazione delle prestazioni sanitarie assistenziali di cura dei pazienti oncologici e l’impegno nella ricerca clinica a favo-
re della comprensione dei meccanismi genetici e biomolecolari della genesi, sviluppo e caratterizzazione dei tumori, con particolare attenzione di quelli cutanei, e della sperimentazione dei nuovi farmaci e terapie innovative immunooncologiche. E ancora nel 2018 riceve il Premio Medicina Italia come Eccellenza 2018. Anche due Presidenti della Repubblica hanno voluto tributare a Paolo Ascierto e alla sua instancabile attività di cura e ricerca a favore dei malati oncologici l’onore dei massimi riconoscimenti della Repubblica, così il 2 giugno 2005 il presidente Azeglio Ciampi gli conferisce il titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e l’11 febbraio 2011 Giorgio Napolitano lo insignisce dell’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana. Sulle linee biografiche mi fermo qui, altrimenti questa settimana la mia rubrica invade tutto il giornale! Professore, sembra incredibile, ma c’è ancora qualcuno che non sa cos’è e come si riconosce un melanoma, quindi è massimamente a rischio. Può ricordare a tutti quali sono i segnali che dovremmo riconoscere come campanelli d’allarme della possibile insorgenza di un melanoma e cosa fare subito nel caso se ne riscontrino? Certo, i segnali a cui prestare attenzione nel caso dei nevi sono riconoscibili at� traverso una regola abbastanza sempli� ce definita “ABCDE”, dove ogni lettera corrisponde ad una parola: A “asimme� tria”, B “bordi irregolari”, C “colore variegato”, D “dimensione maggiore di 6 mm”, E “evoluzione nel giro di setti� mane o mesi”. Tutti questi aspetti permettono di rico� noscere un nevo differente e quindi di far sorgere il sospetto, ed è in questo momento che è fondamentale ricorrere ad una visita dermatologica. Esiste poi un’altra regola, vale a dire
DOMENICA 23 GENNAIO 2022 quella del brutto anatroccolo. Cosa si� gnifica. Lì dove ci sono tanti nei e ne ri� salta uno con caratteristiche irregolari di forma e colore (il brutto anatroccolo, appunto), questo deve essere immedia� tamente riferito ad uno specialista der� matologo. Esiste una correlazione tra insorgenza del melanoma e stile di vita? Assolutamente s����������������������� ì���������������������� . La correlazione mag� giore si ha con la luce ultravioletta, in particolare con le scottature. Senza de� monizzare il sole, che fa bene per tan� te altre patologie, l’importante è avere una corretta esposizione al sole, che significa evitare l’eritema solare (cioè le scottature), non esponendosi al sole nelle ore in cui c’è una maggiore inci� denza delle luci ultraviolette (ovvero tra le 12 e le 15) e applicare regolarmente un’alta protezione solare su tutto il cor� po. I soggetti a maggior rischio sono inoltre quelli che si espongono al sole in maniera intermittente, vale a dire per 2-3 settimane all’anno con una elevata intensità, questo porta inevitabilmente a scottature e quindi a quelle modifiche del DNA che possono determinare l’in� sorgenza del melanoma. Per questo mo� tivo il melanoma è detto anche la malattia dei colletti bianchi. Quali le buone pratiche da attuare per la prevenzione del melanoma e quali sono le fasce d’età a maggior rischio? I soggetti a maggior rischio sono i gio� vani, gli adolescenti, essendoci infatti una “memoria” dei danni dei raggi ultravioletti; se ci si scotta più volte durante il corso della vita, il danno ri� mane e può determinare con il tempo modificazioni tali del DNA da indurre lo sviluppo del melanoma. Per questo i giovani, i bambini, sono quelli che devo� no fare maggiore attenzione nell’esposi� zione ai raggi ultravioletti, ricordandosi sempre di esporsi nelle ore meno calde e sempre e comunque applicando rego� larmente la protezione solare. Infatti, la
9 somma delle scottature solari avute da bambino viene oggi considerata una delle cause più importanti di evoluzione dei nei in melanomi maligni dell’adulto. Questo tumore è più diffuso tra gli uomini o tra le donne? Se c’è una prevalenza, a cosa è dovuta? Il melanoma ha una lieve prevalenza negli individui di sesso maschile. Una spiegazione al momento non c’è. Il Pascale è tra i centri di eccellenza nel trattamento del melanoma. Quali protocolli di intervento e terapia vengono praticati? Posso dire che, ormai da anni, al pri� mo posto per combattere il melanoma c’è l’immunoterapia, un’arma che ha permesso di raggiungere una sopravvi� venza a 5 anni del 50%. Questo 50% di pazienti può essere considerato guarito da un male che fino al decennio scorso, non lasciava scampo. Il prossimo passo è nelle terapie di combinazioni, ovvero aggiungere un farmaco che agisca su un determinato recettore, per raggiun� gere un effetto sinergico e permettere una maggiore percentuale di risposte. Il futuro è invece nelle CAR-T, una nuova terapia specifica per quel determinato tumore che agisce direttamente sul siste� ma immunitario del paziente per render� lo in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Quanto il Covid sta condizionando l’accesso agli screening oncologici e alle terapie? Cosa aspettarci, di conseguenza negli anni a venire? Il Pascale, per la sua tipologia di pa� zienti, non ha mai rallentato la propria attività, ma è innegabile che gli effetti devastanti della pandemia continuano a farsi sentire sugli screening e la pre� venzione. Quello che dobbiamo purtrop� po aspettarci è ciò a cui già ora stiamo assistendo, ovvero che la mancanza di prevenzione ha fatto aumentare i casi di tumori più gravi negli ultimi due anni in alcune patologie anche in maniera im�
portante. Il vaccino anticovid è indicato per tutti i pazienti oncologici in quanto “fragili”, eppure ce ne sono molti che ne temono gli effetti collaterali o di interferenza con i farmaci che assumono al punto da rifiutarlo. Come vincerne le resistenze? Credo che i numeri parlino da s������ é����� sen� za bisogno di convincere ulteriormente le persone. Sappiamo ormai molto bene quanto la vaccinazione abbia ridotto le complicanze e soprattutto l’ospedalizza� zione ed è su questo fronte che dovrem� mo tutti concentrarci per permettere una immunizzazione collettiva, perché se è vero che oggi il virus circola in maniera incontrollata, la maggior parte dei sog� getti positivi vaccinati sono asintomatici o paucisintomatici e solo raramente ri� chiedono l’ospedalizzazione. Chi finisce per Covid in terapia intensiva è chi ha rifiutato il vaccino. Solo il vaccino, e più in generale una maggiore fiducia nella scienza, può farci uscire dal tunnel della pandemia. A proposito di vaccini, ha un fondamento la notizia che la ricerca per i vaccini anticovid sta aprendo le porte alla possibilità di avere in futuro una sorta di vaccino antitumorale? Le strade che stiamo percorrendo sono tante, una tra queste è sicuramente quel� la di creare un vaccino antitumorale, che però non ha lo scopo di “prevenire” il tumore, quanto di stimolare il sistema immunitario a combatterlo ed è pertanto una sorta di cura progettata in maniera specifica contro quel tumore. Il più importante e recente studio al mondo sull’immunoterapia come protocollo terapeutico per il melanoma è italiano e l’ha vista coinvolta in prima persona. L’immunoterapia rappresenta una potente arma per combattere questa gravissima patologia. Ci può spiegare brevemente in cosa consiste, quali pazienti possono prati-
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10 carla, quali effetti produce e con quali eventuali controindicazioni, come e dove sia accessibile in Italia? L’immunoterapia è un tipo di terapia che ha lo scopo di stimolare il nostro siste� ma immunitario, disarmato e indebolito dalle cellule tumorali, per cui non più in grado di combatterle e distruggerle. Viene ad oggi utilizzata contro vari tipi di tumori, capostipite il melanoma, se� guito dal carcinoma squamoso cutaneo, dal tumore vescicale, renale, polmonare ecc. e sono sicuro che nel prossimo futu� ro la vedremo primeggiare tra le armi a disposizione per combattere tante altre neoplasie. È un tipo di terapia accessi� bile ovunque in Italia, là dove indicata e approvata, cosa diversa per gli studi clinici sperimentali che vengono esegui� ti solo in determinati centri con determi� nate caratteristiche. Per quanto riguar� da le controindicazioni, quelle assolute sono veramente poche e in ogni caso va sempre fatto un bilancio della situazione clinica prima di pensare di omettere una terapia, a volte salvavita. Secondo le sue ricerche, quali altri
tumori sono o saranno curabili con l’immunoterapia? Io credo fortemente che l’immunotera� pia sia un’arma che ci porterà a scon� figgere la maggior parte dei tumori, così come ora ci ha infatti permesso di raggiungere obiettivi che fino a qualche anno fa erano a dir poco impensabili (nel melanoma, nel tumore polmonare, nel tumore renale…). Mi aspetto che nel futuro, con l’andare avanti degli studi e dei progressi scientifici, vedremo suc� cessi in molte altre neoplasie. A che punto è la ricerca in Italia e a Napoli in particolare? Secondo lei, si riuscirà e come a destinare una percentuale consistente dei fondi del PNRR alla ricerca sulle malattie oncologiche? La ricerca Italiana e Napoletana in par� ticolare (le maiuscole sono volute, ndr), è di altissimo livello. Basti pensare al numero elevato di progetti e pubblica� zioni scientifiche ad opera di ricercatori napoletani. Credo che i fondi del PNRR rappresenteranno una ulteriore oppor� tunità per finanziare la ricerca oncolo�
gica. La comunità scientifica è pronta! Professore, lei che ha scelto di restare in Italia e condurre qui la sua battaglia di scienziato contro il cancro nonostante le infinite difficoltà e i pochissimi fondi pubblici, come pensa si possa arrestare la fuga di cervelli che ancora porta tante delle nostre giovani eccellenze all’estero? Quando mi fanno la domanda sui cer� velli in fuga, io rispondo: “ci saranno anche i cervelli in fuga, ma perché’ non guardiamo alle figure professionali che abbiamo? Per esempio, nella nostra Regione ab� biamo il Presidente della Società Eu� ropea di Oncologia Medica, inoltre nell’ambito di quelle che sono le linee guida del trattamento delle maggiori neoplasie, emergono i nomi di molti On� cologi napoletani che lavorano tra l’U� niversità, l’Istituto Pascale e altri Ospe� dali Campani, e che sono ai vertici nel Mondo. La nostra Oncologia è di livello Internazionale e di altissimo livello. Il nostro Mezzogiorno d’Italia è ricco di eccellenze”.
RITA GIQUINTO
SALUTE & BENESSERE
PROFUMO-TERAPIA: LE VIRTÙ EMOZIONALI DELLA MEMORIA OLFATTIVA
Quanto mai interessante l’argomento della prima puntata del 2022 del format “Salute & Benessere”, ideato e condotto dall’imprenditrice Rossella Giaquinto negli studi della rete web NanoTV. Felicissima di aver riaperto il piacevole salotto del giovedì pomeriggio, Rossella, in compagnia del Dir. Nando Troise, ha scelto per questo appuntamento un argomento non solo di grande fascino ma dai risvolti medico scientifici di notevole impatto psicologico: “La Profumoterapia come nuova frontiera per la salute della mente”. È questo il titolo della copertina che ci riporta, immediatamente, ad una delle pratiche più diffuse – e anche più antiche - per il benessere del corpo e della mente tramite l’esplorazione delle infinite potenzialità che può avere un profumo, un aroma, un odore particolare. Per discutere e approfondire i termini della relazione tra profumo e benessere, Rossella ha invitato due autorevoli voci che, ciascuna nelle sue
competenze, ha illuminato e delineato questo legame quanto mai evocativo: il Dr. Piero Prevete, psichiatra e psicoterapeuta, dirigente di Psichiatria decimo livello ASL-NA1 e ASL-NA4, nonché Presidente psichiatra dell’Assessorato Sanità Regione Campania; accanto a lui, la Dott.ssa Rosaria Cantagallo, Director Manager dell’azienda I PROFUMI DI PROCIDA che da tanti anni ormai
vanta,nel settore delle fragranze,una importante esperienza che, tra tradizione e innovazione, si perfeziona sempre di più. Con l’aiuto del Dr. Prevete cominciamo innanzitutto a capire cosa dobbiamo intendere quando parliamo di benessere, un’entità astratta che, come stesso lui ci spiega, deve poter dare una certa qualità alla nostra vita: “Fondamentalmente, dovremmo tutti renderci
DOMENICA 23 GENNAIO 2022 conto che oggi è più importante avere una qualità di vita che una quantità, meglio dare più che anni alla vita, vita agli anni. Il nostro stile di vita esplora tante strade ma senza definirne una meta. Da un punto di vista armonico, dovremmo considerare la vita come una vera mission, una esplorazione in cui l’entusiasmo, la parte più significativa del nostro benessere, debba essere sempre presente. Le difficoltà si affrontano, le abbiamo tutti, ma la cosa importante è non elaborare con pessimismo ogni difficoltà o inconveniente, ma trarne spunto per un rilancio. Dovremmo vivere al meglio ciò che c’è da vivere. Se osserviamo, ad esempio, la vita di persone molto impegnate su più fronti, da quello professionale al sociale, vediamo che vivono oltre i novant’anni in ottima lucidità, quasi come se avessero sostituito il lento declinare del tempo con una formula magica in cui l’entusiasmo, l’ottimismo, il benessere siano state sempre la parte più significativa della loro esistenza”. Prevete ci spiega che è stato ampiamente dimostrato quanto sia necessario difenderci con il buon umore che, a sua volta, ci permette anche di guarire da eventuali incidenti di percorso, inevitabili nell’esistenza di ciascuno. E l’olfatto – come ci ricorda Rossella - è sicuramente uno dei nostri cinque sensi in grado di trasmetterci il buon umore. Chi non l’ha mai trascurato è proprio la Dott.ssa Cantagallo che da anni costituisce l’elemento portante della sua azienda diventandone, praticamente, il “naso”. Ci racconta così il suo percorso, iniziato in occasione di una bellissima vacanza sull’isola di Procida: “Dopo aver trascorso le vacanze a Procida, me ne sono innamorata e ho creduto nelle tante risorse di questo luogo magico. Ad un certo punto, sentendo i tanti profumi dell’isola, mi sono creata una mia linea di fragranze. La prima è stata il limone, ed è sicuramente la più importante, la più fresca, è naturale, classica, un vero antistress. Infatti, noi consigliamo sempre ai nostri clienti di mettere qualche goccia della fragranza al limone sul cuscino prima di andare a dormire, per tranquillizzare e distendere la mente, ed approcciarsi ad un sonno più calmo e rilassato. Ma ovviamente di fragranze ne abbiamo tante, come quelle che vengono da piante aromatiche, la salvia, la menta, tutte con un potere particolarmente rilassante”.
11 Le note agrumate del limone risvegliano, infatti, energia e concentrazione, è così?– chiede Rossella.“E’ proprio così, perché il limone dona tranquillità alla mente, dà tante emozioni. L’attività biologica del limone è importantissima, ci sono tante specie, forme e tipologie, può essere un po’ più dolce, un po’ più amaro ma l’acidità è sempre la stessa”. Ma dal Dr. Prevete cerchiamo di farci spiegare come può un profumo possedere più potere evocativo di un’immagine: “A differenza di aspetti mnemonici ordinari, la possibilità di raccogliere emozioni sollecitate da una particolare connessione olfattiva ha una forza maggiore anche perché nasce nella profondità del grembo materno. Già nelle prime settimane di vita, il feto riesce a sviluppare una interazione con gli odori materni. Quella di individuare subito la madre attraverso l’olfatto è, infatti, una caratteristica di tutte le specie animali. Da questo si è capito che la mente associa forti emozioni ai profumi. Basta poco, anche un profumo annusato trent’anni prima, per poter ricordare una storia d’amore, un evento magico. Profumi antichi associati a momenti di grande diletto hanno la capacità di farci letteralmente aprire le porte dei ricordi”. È, in realtà, una ricerca rapida, ed un esperimento veloce ed immediato del Dr. Prevete è pronto a dimostrarcelo: “Noi siamo a Procida, immaginiamo di trovarci in un giardino e incuriositi da tutti questi limoni molto grandi, ricchi, proviamo a raccoglierne uno. A quel punto, proviamo a tagliarlo in quattro spicchi, prendiamone uno e immaginiamo di far scorrere delle gocce del limone procidano sulla nostra lingua. Sicuramente avrete notato che avvengono dei fenomeni di riflesso come quello di produrre della saliva. Tenete presente che questo accade nel 90% della popolazione: c’è una sorta di associazione di idee e il sistema nervoso non riconoscendo la realtà, non fa altro che adattarsi con le stesse risposte, e produce una salivazione. Lo stesso avviene con i profumi: la capacità di riportare alla luce ciò che era sommerso, un vero e proprio meccanismo di recupero. Per ben due volte ho avuto il piacere di vedere soggetti che erano in coma irreversibile che hanno ripreso le funzioni vitali inizialmente sentendo dei profumi, assaggiando
dei sapori e pian piano sentendo delle musiche. Sono situazioni che ci fanno capire come noi siamo ancora legati ai primordi di questa grande capacità che la mente ci offre, di cui conosciamo solo una parte”. Tante sono state le curiosità che i due prestigiosi ospiti hanno innescato in Rossella, nel Dir. Troise e nei tanti web spettatori che hanno assistito alla diretta. Primo fra tutti, il desiderio di andare a visitare gli show room dell’azienda I profumi di Procida che si trovano sia a Procida, in via Vittorio Emanuele 55, che a Napoli, in via Francesco Cilea 64. Anzi, in occasione della prossima stagione estiva che vede Procida capitale della cultura, consigliamo a tutti i nostri lettori una visita inebriante nel laboratorio e nello show room della Cantagallo dove poter trovare benessere a 360°, come Rossella sempre suggerisce. Per quanto riguarda il lato psicologico della puntata, sarebbero tanti e vari gli argomenti da approfondire: dalla proposta di legge dello “psicologo di famiglia” alla necessità che anche le società calcistiche si possano avvalere della figura di uno psicologo, visti i tanti infortuni da stress emotivo che tanti calciatori subiscono anche nella massima serie. Come lo stesso Dr. Prevete ci confessa, così come abbiamo l’abitudine di mettere “la testa a posto” dal parrucchiere ogni settimana, ne andrebbe curato anche il contenuto, e non solo la parte esteriore. Sarebbe utile dare alla gente un po’ di serenità, specialmente in questi ultimi anni in cui i sogni si stanno un po’ spegnendo, così come sarebbe utile poter parlare con persone di una certa esperienza, professionisti con cui confrontarsi, per dialogare e mettere a fuoco i nostri problemi. I risultati, in ogni campo, sono sempre sbalorditivi. L’incontro termina, dunque, sull’onda di un arrivederci, con la sorridente Rosaria Cantagallo che ci aspetta nei suoi giardini profumati di Procida ed il Dr. Prevete, le cui straordinarie competenze troveranno sempre spazio nel salotto di Rossella a supporto di tutto ciò che di buono può far sorridere, solleticare e liberare il nostro cervello e la nostra anima. Oggi il generoso abbraccio di un inebriante profumo; nella prossima puntata – imperdibile – il prelibato buongusto di un prezioso calice di vino.
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12 MARIA SAVERIA RUSSO
ABBATTIMENTI, DIMISSIONI A CAIVANO, INCENDI, RIFIUTI IN FIAMME
Si apre una nuova pagina per raccontare il territorio. E’ necessario che si continui a raccontare per il territorio e del territorio. Accanto a notizie belle, si accompagnano sempre notizie che un po’ ci fanno vergognare di appartenere a questa meravigliosa e ricca terra. Il direttore di NanoTv, Maurizio Cerbone, ha raccontato dell’aggressione vissuta da lui in prima persona mentre svolgeva il suo lavoro. Il suo interesse non è quello di presentare una denuncia, ma quello di aprire una parentesi sul lavoro dei giornalisti, “casta” troppo spesso denigrata ed attaccata. Maurizio Cerbone ha raccontato di essersi recato sul posto per sostenere la battaglia di alcune donne contro degli abbattimenti di case, battaglia che va avanti da anni. Un gesto di solidarietà che si è trasformato in un ennesimo attacco immotivato. Altra pagina da affrontare: le dimissioni dell’assessore di Caivano, Maria Donesi. Nel nuovo equilibrio politico dell’amministrazione Falco mancava l’ultimo scossone, forse, per stabilizzare la giunta e per proseguire il progetto politico iniziato circa 16 mesi fa. Come da accordi, i rappresentati del gruppo Noi Campani hanno, nuovamente, presentato due nomi per l’esecutivo, si tratta di Tonia Antonelli, candidata nel partito del campanile e già assessore di questa amministrazione (dimissionaria il 24 maggio 2021) e Lorenzo Sivo, scomparso politicamente dalle elezioni del 2015, allora era candidato con il Pd. Ora si attende la decisione del primo cittadino per giovedì 20 gennaio. In più, con le dimissioni di Maria Donesi di Ar-
ticolo 1 si è raggiunto il numero, ora è il momento delle deleghe. Ai due assessori di Noi Campani dovrebbero andare le deleghe per Politiche Sociali, Protezione Civile, Trasporti, Polizia Municipale, Aree Verdi, Cimitero, Ambiente, Sviluppo Sostenibile, Città Intelligenti. Articolo Uno ha pubblicato un comunicato, in cui esalta Mariella Donesi, figura politica importante che, in questi 15 mesi, ha conseguito tutti gli obiettivi raggiungibili nelle condizioni date. Il suo assessorato “ha sempre avuto come bussola la centralità della dignità del lavoro.” Tra i suoi obiettivi: • Dopo 25 anni di precarietà, è stata portata a casa finalmente la stabilizzazione dei 46 ex-lsu, le cui ore lavorative sono state incrementate a 18, nonostante le
ristrettezze di un bilancio relativo ad un Comune appena uscito dal dissesto. • 84 percettori di reddito di cittadinanza sono ora nelle condizioni di dare un contributo alla nostra comunità, con tutto ciò che ne consegue in termini di servizi al cittadino e inclusione sociale degli stessi. • Ha rappresentato il Comune di Caivano al tavolo dei Comuni di area nord facendo da apripista rispetto alla possibilità che la collaborazione tra gli stessi si facesse sistematica, e non meramente episodica, in termini di risposta collettiva ai problemi della c.d. terra dei fuochi. Ma ciò che viene eleogiato all’interno del comunicato è soprattutto il suo impegno, il suo rappresentare un modello per i giovani, e specialmente per le giovani donne, che vogliano avvicinarsi alla politica nella speranza che non sia solo marciume ma, bensì, spinta ideale ed etica. La sua scelta, a quanto pare immediatamente condivisa da tutto Articolo 1, dimostrerebbe quanto “questa comunità non sia legata alle c.d. “poltrone” e quanto invece consideri la presenza nelle Istituzioni come un servizio da rendere, e non come una occupazione di spazi di potere subordinata a logiche di spartizione e trasformismo.” In collegamento telefonico con Maurizio Cerbone, è intervenuto il giornalista caivanese Francesco Celiento che ha commentato le dimissioni di Mariella Donesi. Cosa ci sarà dietro? Come detto da Celiento, chi mastica un po’ di politica capisce la scelta della Donesi, poiché più che essere un problema, risolve un problema, poiché il sindaco dovendo dare due assessori ad un gruppo formato da quattro consiglieri, stava togliendo al
DOMENICA 23 GENNAIO 2022 Movimento 5 Stelle, i quali hanno detto esplicitamente che se fosse stato tolto loro un assessore, sarebbero usciti dalla maggioranza. Quello di Mariella è stato un gesto di grande responsabilità, ha infatti salvato l’unità della maggioranza. Il sindaco ha dovuto “sacrificare” il suo braccio destro, ma è stato un sacrificio che alla fine è riuscito a tenere unita la maggioranza. Continua la trasmissione parlando con uno degli ennesimi incendi a Caivano, nell’area dei campi rom in via Cinquevie. ARIA IRRESPIRABILE. Come si fa a non trovare una soluzione? Un terra martoriata la nostra, la terra “dei fuochi”. Sul posto sono giunti i Carabinieri che hanno chiuso la strada ed i Vigili del Fuoco, impegnati nel celere spegnimento dei numerosi focolai. Più volte la redazione di NanoTV ha documentato gli incendi che vengono appiccati nei dintorni del campo rom di Caivano. Più volte ha registrato e reso nota la rabbia ed il malcontento dei cittadini che insistono su via Cinquevie e dintorni. Quattro comunità appestate dal fumo acre dei rifiuti bruciati, le amministrazioni di Caivano, Afragola, Acerra e Casalnuovo, non riescono insieme ad ottenere una soluzione su questa piaga ambientale che avvelena l’aria e la terra che circonda quell’accampamento da anni. In fiamme ci sono rifiuti di ogni tipo, si sente anche il tipico odore di plastica bruciata. Tra i primi sul posto ci sono i volontari Antiroghi Acerra, che come sempre documentano sulla loro pagina Facebook, i roghi sull’area a nord di Napoli. “Sono stati incendiati i rifiuti che i rom lanciano al di là del muro di cinta. Rifiuti che diversi mesi fa furono in parte rimossi dal Comune di Caivano, ma che ovviamente si accumulano di nuovo in poco tempo. Sul posto l’intervento dei vigili del fuoco e di una pattuglia dell’esercito”, scrivono i volontari. “Quello che ci sentiamo di dire è che fin quando le istituzioni continueranno a ghettizzare queste persone nelle estreme periferie, in luoghi dove persistono seri pro-
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blemi sotto il profilo igienico sanitario, ogni giorno faremo i conti con le montagne di rifiuti accatastati, che in parte finiscono alle fiamme generando colonne di fumo tossico”. Già pochi mesi fa erano state smaltite centinaia di rifiuti. Perché non si riesce a fare una raccolta sistematica così da riuscire ad evitare questi incendi? Cosa c’è che non va? Gli abitanti del campo Rom utilizzano i bidoni piazzati dal sindaco? I rifiuti vanno a raccogliere i rifiuti? Quella però non è solo una zona occupata dai campi rom, ma è una zona senza sorveglianza, nonostante il 90% degli incendi si concentri in quella zona. Si è sentita mille volte la parola videosorveglianza, ma non si è mai attuata. Senza videosorveglianza, senza telecamere non si può fare nulla, non si può accusare nessuno di nulla. La puntata continua con un collegamento con il direttore di Casoriadue, Nando Troise, per avere aggiornamenti su Casoria e non solo. C’è innanzitutto una città piena di buche, le strade sono impraticabili. “Le buche sono anche sulla Sannitica che è una strada statale.” commenta Troise. “Non so se questo accade anche nelle città al sud di Napoli o in provincia di Caserta. La cosa che più mi fa sorridere in maniera tragi-comica non sono solo gli sperperi, ma la mancanza di soldi. Quando io raccontavo gli sperperi mi attaccavano, oggi invece non hanno più i soldi, non solo per le nostre strade, ma soprattutto nelle politiche sociali. L’elenco è infinito.” Infine, uno spazio dedicato agli aggiornamenti circa l’omicidio di Giuseppe Dorice, il bambino ucciso a bastonate
dal compagno della madre il 27 gennaio 2019, a Cardito. Sono passati tre anni da quelle tristi giornati, Potrebbe essere riesumata la salma del bimbo, ma si seguirà questa strada solo se sarà ritenuto necessario. Lo scorso 26 novembre la seconda sezione della Corte di Assise di Napoli aveva conferito il mandato a due consulenti, i dottori Maurizio Saliva e Luciano Guarnieri, incaricati di accertare “le cause del decesso, l’ora presumibile della morte e la praticabilità di condotte alternative atte a scongiurare l’evento” sia analizzando gli atti del processo di primo e secondo grado (quest’ultimo ancora in corso), sia con un secondo esame autoptico sulla salma del bambino. I giudici hanno però specificato che la seconda autopsia potrà essere fatta soltanto se ritenuta assolutamente necessaria, stesso ragionamento che vale anche per l’esame clinico sulla sorellina di Giuseppe, anche lei vittima di maltrattamenti e pestata brutalmente quel giorno del febbraio 2019. La decisione del nuovo incarico è frutto dell’udienza dello scorso 12 novembre 2021, quando l’avvocato Pietro Rossi, legale di Badre, aveva chiesto nuovi accertamenti per stabilire con la maggiore precisione possibile l’ora della morte di Giuseppe Dorice. La prossima udienza è stata fissata per il 16 marzo. In primo grado Badre era stato condannato all’ergastolo, mentre la ormai ex compagna e madre dei bambini, Valentina Casa, a 6 anni di reclusione perché ritenuta colpevole sotto il profilo omissivo della morte del bambino, del tentato omicidio della sorellina e dei maltrattamenti nei confronti dei suoi figli.
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14 CHIARA D’APONTE
In Italia quello di Gennaio è tradizionalmente il mese più freddo dell’anno. Non per tutti però. Nel mondo del calcio i 31 giorni di cui si compone il primo mese che compare sul calendario sono bollenti e frenetici. Trattative, incontri, accordi, strategie sono il pane quotidiano di chi si occupa di curare gli interessi dei calciatori e società calcistiche. Ma come si svolge il lavoro di un agente? E quali sono i meccanismi che regolano il Calcio Mercato? Lo abbiamo chiesto all’agente Crescenzo Cecere, membro di pregio del gruppo “Sport Service“ di Oscar Damiani. Potrebbe spiegare ai nostri lettori in che cosa consiste il suo lavoro? Quali sono i requisiti fondamentali per poter intraprendere questa professione? Come in tutti i lavori ci vogliono tanta passione, professionalità e competenza. Il lavoro dell’agente consiste nel cercare calciatori, con un’attenzione particolare per i nuovi profili, quindi ragazzi giovani cui va dedicato del tempo. E’ un lungo percorso che non coinvolge solo il singolo sportivo ma anche la sua famiglia. Si tratta di guidarli, accompagnarli e saper dare loro i giusti consigli. Il tutto è volto ad ottimizzare al massimo la carriera dei
nostri assistiti. E’ chiaro che quando si ha a che fare con calciatori molto giovani non si sa mai quale sarà il traguardo finale di questo lungo percorso condiviso, ma si cerca sempre di fare del proprio meglio e di indirizzare i propri assistiti verso le migliori scelte possibili. Nel corso del tempo la mia professione è molto cambiata, il mondo del calcio si è evoluto. Per poter essere agenti bisogna conoscere tutti i regolamenti internazionali, bisogna conoscere il diritto sportivo, bisogna poi sapersi districare nella marea di cavilli e clausole che la stipula di un contratto comporta. Ma, a parte la preparazione tecnica, essere agente è una scelta di vita perché bisogna dedicare la maggior parte del proprio tempo ai propri assistiti. Bisogna andare in giro a cercare talenti e già questa è un’attività che porta via tanto tempo. Ma gestire i calciatori e le loro esigenze (non ci sono più i ragazzi di una volta! Ora i calciatori, anche giovanissimi, sono molto esigenti ed anche le loro famiglie lo sono) è forse ancora più complicato che scovare talenti. Oggi il calcio non è solo sport ma business e bisogna adeguarsi ai tempi. Certo, io continuo a portare avanti i miei ideali e i miei
CRESCENZO CECERE: “ESSERE AGENTE DI CALCIATORI È UNA SCELTA DI VITA”
valori quindi cerco sempre di avere a che fare con calciatori che condividano le mie idee, che siano disposti a sacrificarsi e a lavorare sodo. Se non ci sono umiltà e sacrifici difficilmente si può andare avanti. Umiltà per uno sportivo è sinonimo di garanzia, se si ha umiltà si possono raggiungere i massimi livelli. Quanto è importante avere un gruppo forte di lavoro alle proprie spalle? Un agente può lavorare bene anche da solo? Il calcio si è evoluto, è diventato un’azienda. E di conseguenza il mondo degli agenti si è dovuto adeguare. Il contesto non è più locale o, al massimo, nazionale, ma ci si muove a livello internazionale. Oggi un calciatore che gioca in Italia può essere appetibile in tutto il mondo e viceversa un calciatore che vive in un qualunque paese del mondo può essere appetibile per le squadre italiane. Si devono fornire servizi, assistenza, consulenza ai singoli calciatori ed alle società di calcio. E’ un lavoro che si può fare anche da soli ma per la miriade di cose che bisogna fare, sicuramente avere un gruppo alle proprie spalle aiuta. Immagino dunque sia un lavoro molto stimolante Certamente lo è. Ma in que-
sto mondo c’è anche molta improvvisazione. Tutti oggi vogliono fare gli agenti. Questa però non è una professione per tutti, è una scelta di vita. Non si guardi solo ai grandi agenti che spostano milioni di euro e che ne guadagnano altrettanti. C’è anche chi, senza clamore, si dedica anima e corpo al proprio lavoro e che, prima o poi, viene ricompensato. Io credo moltissimo al concetto di meritocrazia. Proprio mentre stavamo per affrontare il tema del calcio mercato il nostro colloquio telefonico si interrompe per poi riprendere quasi un’ora dopo. Deve scusarmi, stavo portando avanti una trattativa… Nessun problema! So bene che questo è un periodo di lavoro intenso. Siamo nel vivo del Calcio Mercato. Calcio mercato invernale che, quest’anno, coincide con i giorni concitati che precedono le votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica. E le manovre per distogliere l’attenzione dai veri candidati mi ricordano molto i nomi di calciatori dati in pasto alla stampa per poter lavorare tranquilli sui veri nomi. E’ un giusto paragone. Fa tutto parte di una grande strategia che serve alle so-
DOMENICA 23 GENNAIO 2022 cietà ed agli agenti per poter portare avanti le trattative. A volte si fanno dei nomi per poter bruciare i nomi stessi. Ci sono delle trattative in corso? Può farci qualche nome o darci qualche anticipazione? Si sta lavorando nell’ambito di un calcio mercato col freno a mano tirato a causa dei problemi finanziari delle società e del covid. Le grandi società, che poi sono quelle che smuovono il mercato, non stanno muovendo grossi capitali. E questo immobilismo si riversa a cascata sulle piccole società. Un po’ di operazioni si stanno facendo, le squadre che devono salvarsi cercano di rinforzarsi, le squadre di alta classifica sono più caute. Al momento le trattative sono serrate e riservate quindi non posso fare nomi. Ci sono
giocatori in scadenza, come Dybala e Romagnoli e le loro scelte, che dovrebbero divenire palesi nei prossimi giorni, sicuramente smuoveranno le acque. Nelle ultime ore si è fatta largo una suggestione alquanto appetitosa. Si parla di Jeff Bezos (proprietario di Amazon) come possibile acquirente del Napoli. Un nome del genere o comunque una proprietà con un potere d’acquisto pressoché illimitato potrebbe fare il bene del Napoli o si rischierebbe di rendere il campionato di serie A noioso come già accade, ad esempio, in Spagna o in Francia? Ma in Italia in realtà siamo già pieni di squadre con proprietari stranieri. Penso all’Inter. Insomma i grandi colossi, che nel resto d’Eu-
15 ropa si sono già accostati da tempo al calcio, si sono ormai accostati anche al calcio nostrano. Un proprietario americano per una squadra italiana non sarebbe una novità o un unicum. Quella di Bezos potrebbe dunque essere tanto una suggestione quanto una cosa che potrebbe accadere davvero. Se Bezos fosse interessato ad investire nel calcio, una piazza importante come Napoli potrebbe essere assolutamente appetibile. Torniamo sempre allo stesso punto: il calcio è passione e sentimento per i tifosi, ma è business per presidenti e dirigenti: i presidenti tifosi sono merce rarissima attualmente. Chi compra una squadra ha principalmente un interesse commerciale, non vi è nulla di sentimentale nell’acquisizione di una società sportiva
ormai. I Moratti e gli Agnelli sono, purtroppo, esseri mitologici. Al di là di Bezos io penso che la vera notizia sia che il Napoli è, a questo punto, ufficialmente in vendita. Ci sta che un imprenditore, quale è De Laurentis, dopo tutti questi anni si stia guardando intorno per cercare finanziatori o acquirenti. Io credo che i tifosi del Napoli dovrebbero essere grati a De Laurentis e viceversa credo che De Laurentis debba molto ai tifosi del Napoli. De Laurentis in questi anni di gestione ha portato il Napoli ad alti livelli. Lo ha fatto diventare una squadra competitiva. Ha fatto tante plusvalenze. La società è florida, ha i conti a posto. Lasciare non sarebbe un dramma: Non esistono presidenti eterni!
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CIRO TROISE
LA NAVE DELLA RESISTENZA STA ANDANDO IN PORTO: ALL’ORIZZONTE C’È UN’ALTRA VITA
Mancano ancora Koulibaly, Anguissa, Ounas, Insigne e Ospina ma s’intravede la luce oltre il buio dell’emergenza
Dopo l’infortunio di Osimhen, citando il magistrato Francesco Saverio Borrelli, sostenevamo che il Napoli dovesse “resistere, resistere, resistere”. Mai avremmo immaginato la sequenza d’avversità che poi ha dovuto affrontare la squadra di Spalletti, tra infortuni muscolari e lo tsunami Covid-19. Quella citazione di novembre è stata ancora più significativa perché la resistenza è diventata sempre più dura. Non è ancora finita, la Coppa d’Africa è ancora in corso, al Napoli mancano ancora Koulibaly, Anguissa, Ounas, Insigne e Ospina. Il capitano e il portiere colombiano potrebbero farcela a rientrare anche contro la Salernitana. La luce oltre l’orizzonte s’inizia a vedere, l’ha detto Spalletti nella conferenza stampa alla vigilia di Bologna-Napoli e il campo ha confermato una nuova musica. Ci sono tante belle notizie: 70 minuti autorevoli di palleggio, di dominio del campo a lunghi tratti, la rinascita di Lozano, autore di una doppietta, la solidità difensiva. Si può sempre far meglio, negli ultimi venti minuti il Napoli si è abbassato, ha concesso al Bologna l’occasione di Dominguez e la punizione del palo di Svanberg. Spalletti ha visto dei fantasmi che già hanno fatto danni, basta pensare alla sindrome avuta contro Inter e Sassuolo, quando il Napoli ha smesso di mettere in campo le sue caratteristiche: padronanza del campo, palleggio, capacità di uscire anche dal pressing avversario con le qualità tecniche. Contro Milan e Juventus il Napoli anche calò nel finale, Spalletti deve lavorare sotto quest’aspetto ma sicuramente la crescita della condizione generale e il recupero dei giocatori è fondamentale anche per abbattere questa sindrome. La presenza di Osimhen, che ovviamente ha bisogno di rodaggio, ha consentito al Napoli di avere l’arma della ripartenza e Victor ha rischiato di far gol appena rientrato in campo dopo quasi due mesi di stop.
Mentre la resistenza è alle battute finali, ha ragione Spalletti a chiedere di più, ad arrabbiarsi perché le sconfitte contro Empoli e Spezia gridano vendetta, i dieci punti persi contro squadre di fascia medio-piccola (considerando i pareggi contro Sassuolo e Verona) generano rabbia. Bisogna essere lucidi nell’analisi, il bicchiere è mezzo pieno: l’eliminazione dalla Coppa Italia agli ottavi di finale dispiace ma il Napoli, dopo una tempesta pesante, è terzo in classifica a quattro punti dall’Inter che ha una partita in meno, due dal Milan che ha salutato l’Europa e soprattutto detiene cinque lunghezze di vantaggio (con vantaggio negli scontri diretti) sulla Juventus che nelle ultime otto partite ha collezionato venti punti su ventiquattro. L’emergenza ha fatto meno danni di un anno fa, il Napoli ha sei punti in più, ha evitato l’onta dell’eliminazione dall’Europa League o della retrocessione in Conference, De Laurentiis ha mantenuto la calma, le relazioni con Spalletti non si sono rovinate nei momenti più complicati. A febbraio può iniziare un’altra vita, ci sono tanti fattori che possono incidere. Koulibaly ha giocato contro il Malawi torna in campo dopo un mese e mezzo di stop e lunedì affronta gli ottavi Capo Verde, bisogna capire come torneranno dal Camerun lui ed Anguissa che in Nazionale sembra essere in ottima forma. All’orizzonte ci sono tante varianti che potrebbero aiutare il Napoli: mancano i gol di Politano e Insigne che dovrà gestire i quattro mesi d’addio, Osimhen è stato determinante nella prima parte della stagione e il suo ritorno può essere influente. C’è poi il mercato: la trattativa per Tagliafico è viva ma c’è un problema complesso, dovrebbe uscire qualcuno per fargli posto nelle liste. Malcuit e Ghoulam non ne vogliono sapere di partire, Spalletti non ha accettato neanche in estate l’idea di far partire Ounas, lo attende al rientro dalla Coppa d’Africa. L’Algeria ha fatto un solo punto nelle prime due partite, pareggiando giovedì contro la Costa d’Avorio torna a casa. Il Napoli così accoglie Ounas durante la sosta, per dieci giorni dovrebbe vivere nel regime di quarantena casa-lavoro disciplinato nel calcio dalla circolare di giugno 2020 varata dal Ministero della Salute. Potrà quindi allenarsi e giocare, magari Spalletti si trova un “innesto” in più prima delle più rosee previsioni. C’è un vento nuovo, tocca al Napoli accompagnarlo.
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IDA PICCOLO
A TU PER TU CON ROSA MIRANDA
CONCLUSA LA TREDICESIMA PUNTATA DEL PROGRAMMA IN ONDA SU PARTENOPE TV Un grande successo e tanti apprezzamenti per la tredicesima puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www.partenope.tv). La trasmissione, questa volta condotta dal giornalista Antonio D’Addio da solo (la presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo ha seguito da casa per una leggera indisposizione), in onda, il martedì sera, a partire dalle ore 21,00, ha avuto come ospite Rosa Miranda, artista versatile e poliedrica, attrice, interprete della tradizione popolare napoletana, che ha iniziato la sua straordinaria carriera fin dalla pancia della mamma e che ha studiato alla scuola di recitazione, canto e dizione di Zietta Liù. Simpatica, vulcanica, eclettica, Rosa ha iniziato con il teatro lavorando con i più grandi attori come Rino Marcelli, Isa Danieli, Aldo Giuffré, Nunzio Gallo, Giacomo Rizzo, Luca De Filippo, Enrico Montesano, inoltre per 19 anni è stata la protagonista femminile di tutti gli spettacoli di Mario Merola, con lui ha girato tutto il mondo e ha partecipato a varie trasmissioni televisive: due Festival di Napoli, Viva Napoli, Buona domenica, Domenica in e tante altre. La nostra ospite, perfettamente a suo agio nello studio televisivo di Partenope Tv, ha raccontato la sua vita professionale e privata con numerosi aneddoti e curiosità, ha ricordato gli esordi, i tanti incontri artistici (Pier Ma-
ria Cecchini, Enrico Montesano, Luca De Filippo, Vincenzo Salemme, Biagio Izzo e tanti altri), la sua esperienza con il Teatro stabile di Catania e quello di Belpasso e le sue partecipazioni cinematografiche. Rosa, che spazia dal comico al drammatico, dal varietà all’ avanspettacolo, dalla satira al cabaret, nell’ultimo anno ha vinto numerosi premi, tra cui il premio Oscar Wilde Vip European Award, per l’impegno profuso nelle arti della recitazione teatrale e cinematografica, consegnato dall’ex ministro Lucia Azzolina, il Premio Giudicate voi per carriera, il Premio Menotti Spoleto Arte, il Premio Costiera Arte a Minori, il Premio Fashion Gold Christmas, mentre il prossimo 3 febbraio ne ritirerà un altro a Roma. Molte sono state le testimonianze fotografiche e i montaggi relativi
alla carriera, ai colleghi, alla vita privata e molteplici i videomessaggi inviati dal fratello Alberto, dal marito Salvatore Pisano, dalle amiche Luisa De Luca, Gioia Manna, Giovanna Zucchini e Maria Pia Lombardo, dallo stilista Alessandro Legora, dall’amico Vincenzo Guerriero e dai colleghi Piermaria Cecchini, Carmelo R. Cannavò, Claudia Sangani, Santo Santonocito e Giuseppe Ferlito. Nel corso della puntata Rosa ha interpretato Resta cu mme e Nun era ammore, ha ricordato le sue esperienze al cinema (“Guapparia”, “Torna”, “Il Conte Max”, “Ci hai rotto papà”, “Cient’anne”, “All night Long”, “Malefemmine”, “Se mi lasci non vale”, “Operazione Spartacus: La Casalese”, “Con tutto il cuore”, “Io Giusy” e “KNE”), ha anticipato che sta riorganizzando la sua band musicale per concerti e recital e ha intenzione di incidere su disco una lettera dedicata alla sua amata sorella Candida scomparsa da poco, musicata dai maestri Briel Ferri e Enzo Campagnoli. A furor di popolo è tornata la rubrica “In cucina con Gemyy” curata dalla food blogger Gemma Caruso, che ha ideato per la nostra Rosa, madrina del compleanno di Napoli, dei cestini di pasta sfoglia ripieni di gnocchi alla sorrentina. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. La replica andrà in onda domenica alle ore 21,00.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
PRESENTAZIONE DELLA CONSULTA DELLE PERSONE CON DISABILITÀ DI CASORIA
La Consulta delle Persone con Disabilita del Comune di Casoria sarà presente con un proprio gazebo presso la Villa Comunale di Via Pio XII a Casoria, domenica 23 gennaio 2022 alle ore 10,30, per sensibilizzare e informare i cittadini sui problemi della disabilità, per dare informazioni e raccogliere proposte dai cittadini. Per sollecitare, in maniera decisa, l’amministrazione comunale a portare avanti proposte sulle tematiche della disabilità, si agirà sia attraverso una serie di atti che saranno portati in consiglio comunale, sia attraverso una raccolta firme che sarà svolta in varie zone della città. Desideriamo portare al centro del dibattito politico cittadino, una volta per tutte, i temi della disabilità e dell’accessibilità, il
consiglio comunale si deve occupare delle istanze di tutti quei cittadini che ogni giorno vivono nella difficoltà e chi governa ha il dovere di rendere Casoria un modello virtuoso che consenta alle persone con disabilità di poter godere pienamente della nostra città eliminando, una volta per tutte, le barriere fisiche, sociali e culturali che impediscono la piena partecipazione alla vita cittadina. Invitiamo i cittadini, le associazioni del territorio, la stampa locale, il Sindaco e l’Amministrazione comunale a partecipare, dando il loro prezioso sostegno alla causa della Consulta della Disabilità che si fa solo portavoce delle istanze di tutti i cittadini diversamente abili di Casoria.
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18 RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA
LA DOPPIA INFEDELTA’, A CHI VA ADDEBITATA LA SEPARAZIONE?
Egregio avvocato, mi chiamo Antonia e scrivo da Napoli. Sono sposata da 8 anni ed il mio matrimonio è andato a gonfie vele fino a 2 anni fa, quando ho scoperto che mio marito mi tradiva regolarmente con una prostituta. All’inizio ho fatto finta di nulla dopo averlo scoperto, poi ho cominciato a raccogliere prove quali fatture di alberghi ad ore, conversazioni amorevoli ed appuntamenti con la specifica altresì della tariffa a prestazione. Da allora ho cominciato a perdere stima e sentimento per lui il cui comportamento freddo e distaccato, ricadeva inevitabilmente su di me e su nostra figlia. Oggi, ho anche io un amante, e lui lo ha scoperto minacciandomi di rovinarmi. Cosa posso temere in sede di separazione? Gentile Antonia, proprio una pronuncia della corte di cassazione ha “fotografato” il tuo caso. In effetti, il tradimento per “ripicca” non è motivo di addebito. Sarà il tradimento di tuo marito, regolare ed anteriore, che sarà punito dal giudice. È stata la sua infedeltà ad aver minato il normale mènage coniugale. Lo ha stabilito, come accennato, la Corte di Cassazione, prima sezione civile, nella sentenza n. 3318/2017. I giudici di merito, nel disporre la separazione di una coppia, avevano addebitato al marito la separazione in quanto, sulla scorta dell’esame di due relazioni investigative e della deposizione di numerosi testi, era rimasta accertata l’esistenza di una relazione adulterina dell’uomo, che aveva determinato la rottura del rapporto coniugale. Inutile per l’uomo chiedere a sua volta l’addebito
alla moglie: gli incontri della donna con un altro uomo erano stati successivi alla scoperta della relazione del marito, al definitivo abbandono della casa coniugale da parte di lui e al deposito del ricorso per separazione, sicché era indimostrata l’incidenza causale di tale relazione nella frattura del matrimonio. Ancora, la Corte territoriale nega al marito sia l’assegno di mantenimento che quello alimentare, stante le sue attitudini imprenditoriali. Rimane senza esito anche il ricorso del marito fedifrago in Cassazione: gli Ermellini ribadiscono che “l’inosservanza dell’obbligo di fedeltà coniugale è di regola sufficiente, da sola, a giustificare l’addebito della separazione al coniuge responsabile, sempreché non si constati la mancanza di nesso causale tra infedeltà e crisi coniugale, tale che risulti la
preesistenza di una crisi già irrimediabilmente in atto”. Per quanto riguarda il richiesto diritto agli alimenti, previsto dall’art. 433 c.c., la Cassazione rammenta che questo è “legato alla prova dello stato di bisogno e dell’impossibilità da parte dell’alimentando di provvedere in tutto o in parte al proprio sostentamento mediante l’esplicazione di attività lavorativa”. Se la parte non è in grado di trovare un’occupazione confacente alle proprie attitudini e alle proprie condizioni sociali, nulla può pretendere dal coniuge. Sono fatti salvi, ovviamente, i diritti dei minori. Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA AVV. FRANCESCO POLIZIO
LO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI CASORIA Rispondendo ad una sollecitazione del settimanale Casoriadue sugli avvenimenti che determinarono lo scioglimento del consiglio comunale di Casoria per un’operazione di verità è giusto ricordare e documentare le fasi che portarono al commissariamento del Comune. Le amministrative del 25/5/2003 videro l’affermazione della coalizione messa in piedi da Casillo con il concorso della sinistra con Sindaco Giosuè De Rosa. Concorsero a decretare la vittoria della coalizione l’uscita dal centrodestra di Nocera ed i gruppi di potere che volevano continuare nell’opera di cementificazione della città. Le motivazioni dello scioglimento del consesso civico, avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica del 25/10/2005, si trovano condensate nella relazione del Prefetto di Napoli resa in data 14/9/2005. Le considerazioni prefettizie traevano fondamento dalla relazione della commissione d’accesso nominata con decreto ministeriale del 22/4/2005. L’attività ispettiva della commisione di accesso configurava le risultanze degli accertamenti sul conto di amministratori e dipendenti comunali ed esaminava le situazioni del mercato ortofrutticolo, di alcuni appalti pubblici, delle vicende urbanistiche e degli interventi lottizzatori sul territorio comunale, sulla gestione di Casoria Ambiente Spa. Le vicende urbanistiche riguardavano il periodo di gestione dell’Ing. Angelo Romeo. Nella relazione conclusiva vi è anche un riferimento alle vicende del rinvio sistematico del consiglio comunale che aveva all’ordine del giorno le determinazioni in merito ai provvedimenti da adottare per le costruzioni realizzate abusivamente. Il rinvio sistematico di ogni formale decisione sulla destinazione finale prevista per le opere abusive, oggetto di ordinanze di demolizione mai eseguite, consentiva agli interessati di beneficiare della normativa sul condono entrata in vigore nel 2003. Sempre nella relazione della commissione di accesso c’è un capitolo riservato all’acquisto dell’immobile di via Po, attualmente libero e messo in vendita dal Comune per recuperare parte delle risorse da assegnare alla commissione di liquidazione per pagare i creditori del Comune. Altro illuminante capitolo investe la società Casoria Ambiente Spa per le moda-
lità di gestione del personale e degli affidamenti di lavori e forniture. Il quadro allarmante descritto nella relazione “riservata” della commissione di accesso è datata 5/8/2005. Le verifiche e le risultanze della commisione di accesso venivano ritenute dal Prefetto congrue e significative e successivamente venivano fatte proprie dal Ministero degli interni come condizione indicata dall’art. 143 d.lgs. 18/8/2000 n. 267 legittimante lo scioglimento del consiglio comunale di Casoria. Contro il provvedimento di scioglimento del consiglio comunale presentarono ricorso al TAR Campania Giosuè De Rosa, Celestino Manfredi, Pasquale Fuccio, Francesco Blasotti, Antonio Rocco, Salvatore Iodice, Tommaso Girasole, Ludovico Russo, Giulio Russo, Raffaele De Rosa, Giovanni Bianco, Andrea Capano, Aldo Niutta, Vincenzo Petrazzuolo, Camillo Rapullino, Tommaso Iorio, Rosario Villamaino, Francesco Trojano e Gennaro Bonaurio. I ricorsi presentati contro lo scioglimento del consiglio comunale di Casoria non furono accolti dalla 1a sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania “perchè le attività di accertamento compiute hanno consentito l’emersione di elementi indiziari significativi e sufficienti a giustificare un giudizio di non indifferenza dell’apparato di governo e di gestione del Comune di Casoria rispetto ad interessi della criminalità organizzata, valutazione, inoltre, che non presenta profili di irrazionalità e di inadeguatezza”. Contro la decisione del TAR Campania (sentenza n. 1621/2006) presentavano ricorso al Consiglio di Stato Giosuè De Rosa, Celestino Manfredi, Pasquale Fuccio, Francesco Blasotti, Antonio Rocco, Salvatore Iodice, Tommaso Girasole, Ludovico Russo, Giulio Russo, Tommaso Casillo, Andrea Capano, Francesco Trojano e Giovanni Bianco, Vincenzo Petrazzuolo, Raffaele De Rosa, Rosario Villamaino, Tommaso Iorio, Camillo Rapullino. Il consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sesta sezione) accerta che la relazione della commissione di accesso su cui sono basati i provvedimenti impugnati non si presta a censure di legittimità essendo fondata su precisi e specifici fatti e cir-
costanze e conclude che il potere di scioglimento del consiglio comunale è stato legittimamente esercitato. La sentenza 2113/2006 della sesta sezione del Consiglio di Stato poneva fine ai tentativi degli amministratori di ritornare in carica ed allontanare la vergogna dello scioglimento del consiglio comunale. Alla scadenza dei diciotto mesi si assisteva all’ulteriore vergogna della proroga dello scioglimento del consiglio comunale per ulteriori sei mesi con DRP del 6/4/2007 in quanto non risultava esaurita l’azione di recupero e di risanamento complessivo dell’istituzione locale e della realtà sociale ancora segnate dalla malavita organizzata, ancora in grado di esprimere capacità di interferenza e di condizionamento della vita amministrativa. La gestione commissariale straordinaria durava fino all’appuntamento elettorale dell’aprile 2008 che vedeva il ritorno alla gestione ordinaria del Comune. Sugli avvenimenti che portarono allo scioglimento del consiglio comunale con DPR del 25/10/2005, all’epoca risultano molto interessanti i resoconti stenografici delle sedute consiliari del 14 e 16 giugno 2005. L’appello rivolto dallo scrivente per l’autoscioglimento del consiglio comunale non fu recepito, come non furono recepite le osservazioni sulla regolazione degli interventi edilizi nel vecchio centro per evitare speculazioni ed i rilievi riguardanti gli interventi edilizi nelle aree a destinazione produttiva, utilizzate, in maniera illegittima, per realizzare residenze, i ritardi e le omissioni nell’assunzione dei provvedimenti rieguardanti gli immobili realizzati abusivamente. Nelle ricordate sedute consiliari il Partito Comunista preferi continuare l’esperienza amministrativa De Rosa invece di raccogliere l’appassionato e forte invito all’autoscioglimento per evitare il commissariamento per condizionamento mafioso. Nel consiglio comunale dell’epoca a rappresentare il partito comunista c’erano l’attuale consigliere Fuccio Pasquale e l’attuale assessore Rocco Antonio. A distanza di 17 anni la città di Casoria sta pagando il conto di tanti abusi scaricati sulla collettività, con il risultato finale della declaratoria del dissesto amministrativo e finanziario.
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DIANA KÜHNE
IL COMITATO CAMPANO È PRIMO ALL’APPENNINO CUP ORO IN GIGANTE PER GIADA D’ANTONIO E IN SLALOM PER ALESSANDRO QUARANTA
A Campo Felice la squadra campana conquista 10 podi e numerosi piazzamenti. A Roccaraso gli Under 12 nello slalom di qualificazione al Criterium nazionale Sono 52 gli atleti del nostro comitato che, hanno portato alla vittoria il Comitato Campano nella due giorni dell’Appennino Cup di sci alpino under 16, che si è svolto a Campo Felice nello scorso week end. Una squadra di campioni che si è imposta su quelle degli altri 5 comitati in gara. Il risultato ottenuto è stato di 1858 punti, lasciando al secondo posto il Comitato Abruzzese con 843 punti e al terzo per il Comitato Emiliano con 795. Seguiti a loro volta dalle squadre dei comitati Lazio, Toscana e Liguria. Sono 10 i podi conquistati nella due giorni tra i quali spiccano quelli di Alessandro Quaranta del Sai che ha vinto lo slalom e ha conquistato un bronzo nel gigante (categoria allievi) e l’oro di Giada d’Antonio dello sci club Vesuvio nel gigante del primo giorno, nella categoria ragazzi. Stessa gara in cui Emma Cricrì del Sai ha vinto il bronzo e Marco Mancini dello sci club Vesuvio l’argento. Chiara Sarubbi del SAI e Semire Dauti dello sci club Aremogna hanno conquistato le medaglie del secondo e terzo posto nella categoria allievi. Nello slalom di domenica ben tre le medaglie d’argento del comitato Cam-
pano, al collo di Carlotta Caloro dello sci club Napoli, nella categoria allievi, e di Antonio di Mare e Vera Cantalupo del SAI Napoli, nella categoria ragazzi. Domenica slalom anche a Roccaraso, ma per le categorie Pulcini, vale a dire under 10 e under 12, per il trofeo New BikeDream SYM. Le categorie baby gareggiavano per la qualificazione al Criterium Nazionale under 12. Vittorie di Lorenza Sommella (300 ski race) e Lorenzo d’Acunto (SAI) nei cuccioli 1, Sofia de Nunzio (sc Napoli) e Giovanni Rossiello (SAI) nei cuccioli 2, Beatrice Tomasillo (SAI) e Giovanni de Maio (3punto3) nel baby 1 e di Ginevra de Pasquale (3000 ski race) ed Ettore Ruggiero (SAI) nei baby 2.
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BOLLETTE: “SUBITO RIDUZIONE TASSE E IVA SE SI VUOLE EVITARE CATASTROFE SOCIALE” “Il governo deve impegnarsi a ridurre immediatamente le tasse e l’iva sulle bollette di luce e gas per fronteggiare la tempesta energetica che si sta abbattendo su famiglie e imprese italiane con rincari che metteranno in ginocchio l’economia nazionale proprio mentre si parla di ripartenza. Quanto previsto nell’ultima legge di Bilancio è assolutamente insufficiente a porre rimedio all’ondata di rincari. Ma quale ripresa ci potrà mai essere se il costo dell’energia per le imprese arriverà a toccare i 37 miliardi di euro contro i 20 miliardi degli anni passati? Come potranno essere difese le famiglie italiane dai relativi rincari del costo della vita dopo che le stesse stanno fronteggiando da due anni la crisi economica legata all’emergenza pandemica? A queste domande l’esecutivo di Mario Draghi deve fornire risposte concrete e rapide se si vuole scongiurare una pandemia economica che, inevitabilmente, trascinerebbe giù sviluppo e occupazione. I rincari erano stati annunciati da tempo e duole constatare che, ancora una volta, ci si è fatti piovere addosso l’emergenza con il rischio di conseguenze drammatiche sulla tenuta sociale del Paese”. Queste le parole di Michela Rostan, Vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera.
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IL VIAGGIO NEI TESORI DELLE ISOLE ITALIANE CON GREEN EXPLORER, SERIE DOCUMENTARIA IN DODICI PUNTATE IN ONDA SU EXPLORER HD CHANNEL, CANALE 176 DI SKY, PRODOTTA DA OBERON MEDIA INTERNATIONAL E CONDOTTA DA DAVIDE DEMICHELIS
Un viaggio tutto green alla scoperta delle isole italiane e del loro ambiente naturale quello proposto da Green Explorer, serie documentaria in onda su Explorer HD Channel, il nuovo canale visibile su SKY canale 176. Dodici puntate da 26 minuti ciascuna, condotte da Davide Demichelis, autore del progetto con Francesco Cavalli e Alessandro Rocca, con la produzione Oberon Media International e la produzione esecutiva di Francesco Cavalli. Dopo aver girato il mondo raccontando storie di uomini e animali, Davide Demichelis (già su Rai3 con Il pianeta delle meraviglie, Timbuctu i viaggi di Davide, Kilimangiaro e Radici) parte per un nuovo viaggio, tutto green, alla scoperta del vero tesoro custodito nelle nostre isole: l’ambiente. La flora, la fauna e chi le protegge. Con la barca a vela Explorer, Davide si avventura alla scoperta di storie di donne e di uomini, nei mari che circondano l’Italia. Partendo dalle isole, ricche di storia e tesori naturalistici, sapori e saperi. Dall’arcipelago toscano dell’Elba e Gorgona, alle Pontine di Ventotene e Ponza, proseguendo verso Ischia, Capri e Procida. Un viaggio green al cento per cento. Non solo perché Davide, arrivato a vela, gira le isole in bicicletta o a piedi, per incontrare, raccontare e vivere esperienze in prima persona. Ma anche perché sono green le storie di donne e uomini che incontra, impegnati a vario titolo nella protezione della flora, della fauna, del mare e dei luoghi incantevoli che vogliono preservare. Uno spettacolare viaggio sulla terraferma, che si estende anche all’esplorazione delle coste e dei fondali, fra snorkeling e immersioni in profondità. Un percorso in 12 puntate, anche con immagini girate con un cellulare e una piccola GoPro, non mediato dalla presenza – talvolta ingombrante - delle telecamere, a cui rimane il compito fondamentale di documentare la bellezza dei luoghi con una fotografia di grande impatto. Un montaggio dinamico e accattivante richiama a tratti il linguaggio filmico del web, per poi cambiare passo quando si raccontano situazioni più intime, personali, entrando in profondità nelle storie delle persone incontrate. Il viaggio si conclude con una puntata speciale che raccoglie il meglio delle isole e delle storie narrate in questo
appassionante percorso. Explorer HD Channel, il nuovo canale, visibile su SKY canale 176 interamente dedicato alla scoperta e all’esplorazione dell’Italia, ma anche di realtà internazionali, presenta un palinsesto ricco, adatto ad un vasto pubblico grazie alla qualità delle proprie proposte, il tutto con un linguaggio adeguato alla società attuale. I programmi di approfondimento artistici e culturali sono realizzati in una chiave nuova, in modo da essere fruibili e piacevoli per qualsiasi spettatore. Dalle docu-serie ai docu-reality passando per l’entertainment, il factual, la fiction, gli scripted e i documentari, le produzioni riguarderanno sia temi poco conosciuti che attuali, trattati in maniera originale. LA PRODUZIONE Oberon Media International è una società che produce contenuti audiovisivi di alta definizione. È un’espansione di Oberon Media. Giuliano Berretta, fondatore di Oberon Media International, è stato presidente e CEO di Eutelsat fino a fine 2009 e presidente di Eutelsat fino alla fine del 2012. Sotto la sua guida Eutelsat si è trasformata da piccola organizzazione internazionale a terzo operatore satellitare mondiale per fatturato e primo per redditività, raggiungendo una capitalizzazione di 7 miliardi di euro in borsa con clienti internazionali, specialmente nel settore televisivo. Dal 2013 Oberon Media, sotto la guida della CEO Cristina Marques e del presidente Berretta, ha prodotto e co-prodotto film quali “Nati 2 volte” e “Tra le onde”, documentari, format, mostre, festival in Italia e all’estero ed opere liriche. Inoltre, Oberon Media ha creato un sistema innovativo per riprendere e portare gli eventi sportivi dal campo di gioco alle case degli spettatori. Oberon Media International si è specializzata nella produzione di contenuti originali, grazie al coinvolgimento di professionisti provenienti da vari settori: cinema, comunicazione, giornalismo, radio, televisione, musica, eventi e social media. In Oberon Media International la tecnologia, la professionalità e l’innovazione vanno di pari passo con l’attenzione alla diversità, all’inclusione, alla creatività e allo storytelling.
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ELENA TORRE
IL RITORNO DEL GRANDE TEATRO: MARIANELLA BARGILLI IN UNO, NESSUNO E CENTOMILA
Dopo il grande successo ricevuto in Sicilia nella prima parte della tournée Marianella Bargilli torna con nuove date per incantare l’Italia. La ripresa degli spettacoli è partita da Brescia in scena dal 19 al 23 gennaio ma c’è grande attesa per le date romane al Teatro Quirino dal 25 al 30 gennaio per più di un motivo. “Il Teatro Quirino Vittorio Gassman compie 150 anni ed è il tempio della recitazione, uno dei teatri più importanti d’Italia -esordisce Bargilli- lo abbiamo preso in gestione nel 2009 facendo una bellissima galoppata, per numero di abbonati è diventato uno dei primi teatri italiani, per storia lo era già, il progetto che abbiamo portato avanti era aprire un bistrot per renderlo fruibile dalla mattina alla sera e questo è avvenuto, e adesso come tutti ci siamo fermati, come tutti, per cui a fine mese ritorno al Quirino dopo due stagioni che non si recita sono veramente emozionata.” E dopo la chiusura in bellezza della prima parte della tournée, con il plauso anche della critica e degli addetti ai lavori, Marianella Bargilli è pronta a salire nuovamente sul palcoscenico con la compagnia per raggiungere molte città e teatri importanti lungo tutta la penisola. Tante le città che Uno, Nessuno e Centomila raggiungerà, tanti
i teatri, tanti i palcoscenici per un’opera che rappresenta il punto più alto della riflessione di Luigi Pirandello sulla società e l’individuo, l’essere e l’apparire, la natura e la forma da lui stesso definito “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. Uno, nessuno e centomila con Marianella Bargilli e Pippo Pattavina Regia di Antonello Capodici Musiche originali di Mario Incudine Produzione Associazione progetto teatrando -ATA Carlentini Oltre le date di Gennaio citate nell’articolo previste anche:
Febbraio • 12/13 Modica - Teatro Garibaldi Modica • 14/15 Capo D’Orlando - Teatro Rosso di San Secondo • Dal 18 al 21 - Ferrara - Teatro Comunale di Ferrara • 22/23 Vicenza - Teatro Comunale Città di Vicenza • 24 Este - Este Teatro • 25 Cittadella - Teatro Sociale di Cittadella Marzo • 3 Cecina Teatro Comunale De Filippo - Cecina • 4/5/6 Faenza - Teatro Masini Aprile • 23/24 Agrigento - Teatro Pirandello Agrigento
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TRIANON VIVIANI, “STRATIVARI” RINVIATO A GIUGNO Le date dello spettacolo con Cristina Donadio, Capone & BungtBangt e Solis string quartet spostate per misure anticovid Al Trianon Viviani, immagine che contiene persona, posando, gruppo Descrizione generata automaticamente in ottemperanza alle norme sanitarie anticovid, lo spettacolo Strativari, con Cristina Donadio, Capone & BungtBangt e Solis string quartet, è stato rinviato a venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 giugno prossimi, per problematiche riscontrate nelle ultime ore. La direzione del teatro della Canzone napoletana comunica che i tagliandi di abbonamento e i biglietti saranno automaticamente differiti alle nuove date. Gli abbonati e gli spettatori che hanno acquistato il biglietto possono rivolgersi al botteghino del teatro per l’eventuale rimborso. Per accedere in teatro è obbligatorio il possesso del super green pass (detto anche “green pass rafforzato”) e l’uso della mascherina FFP2.
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CHETI VENTURINI: FIBROMIALGIA NELLA MIA CUCINA Descrivi te e la tua cucina e il tuo canale yt Mi chiamo Cheti Venturini, ho 51 anni sono mamma, moglie, ho il lavoro nel settore dell’artigianato, che ho dovuto ridimensionare a causa delle mie patologie. A proposito delle mie patologie, soffro di emicrania cronica da tantissimi anni e a susseguirsi sono diventata fibromialgica. Due patologie invisibili e invalidanti, la mia vita è accompagnata da un dolore senza interruzione con una sintomatologia estesa. Per questo motivo è nato il mio canale youtube, grazie alla mia curiosità, alla ricerca di migliorare il mio stile di vita, dopo tanti anni di farmaci, mi sono imbattuta in questa alimentazione chiamata chetogenica e ho chiamato il mio canale unendo il mio nome a quello dell’alimentazione, Chetichetogenica. La chetogenica e’un’alimentazione spesso usata per il dimagrimento, ci sono ricerche e studi scientifici, alcuni già approvati, dov’è hanno dimostrato che questa alimentazione può aiutare tante patologie come, l’alzheimer, il parkinson, sclerosi multipla, epilessia, autismo, obesità, diabete, sindrome metabolica, sindrome dell’ovaio policistico, alcuni tipi di tumori, lesioni cerebrali causate da traumi, emicrania, stati d’informazione ecc. Questa alimentazione è priva di zucchero, a basso contenuto di carboidrati e ricca di grassi buoni. Il nostro carpo cambia carburante, invece di andare a zuccheri si alimenta con i grassi che entrano in uno stato chiamato chetosi. Non tutti sanno il danno che può causare lo zucchero con il passare degli anni e spesso non immaginano quanto ne assumiamo durante il giorno attraverso pane, pasta, zucchero, dolci, bibite gassate, prodotti già confezionati. Una cosa buona da fare sarebbe imparare a leggere le etichette e non comprare prodotti già lavorati, processati. In caso di patologie la riduzione di questo può portare ad un miglioramento. Lo zucchero crea dipendenza e nuoce alla nostra salute. Non voglio dilungarmi ancora su questo, se siete curiosi e sentite il bisogno di stare meglio qualsiasi sia la vostra situazione, non scartare questa possibilità, basta andare su un motore di ricerca,
scrivere la parola CHETOGENICA e vi si aprirà un mondo che non immaginate, difficile, spesso anche da comprendere, perché l’idea di vivere senza questo alimento che tanto ci gratifica, ci spaventa, ma acquisiamo una consapevolezza diversa. Ed ecco il perché del mio canale, nato quasi per gioco, per passatempo, mi sono accorta grazie alle persone che mi seguono di potere essere di aiuto a quelle che vogliano e intraprendono questo percorso. Se non fossi chef, cosa ti piacerebbe fare? Io non sono chef, sono semplicemente persona che si arrangia, cercando di rendere questo percorso meno noioso e più’ semplice. Mi preme dire, questa alimentazione non si può fare da soli, ma bisogna essere seguiti da un nutrizionista, perché bisogna bilanciare bene i macronutrienti per non creare danni al nostro organismo, soprattutto se portata a lungo termine a causa di patologie.. Mi piacerebbe dedicarmi di più a questo progetto, ma la famiglia, il lavoro mi portano via tanto tempo, quando ho un un poco di spazio, con la mia spontanea semplicità, cerco di condividere, ricette, idee, curiosità e spero di strappare un sorriso, rendendo questo percorso più’ leggero. Quale tuo piatto preferito e quale vorresti creare tu? Pensate l’assurdo,è un dolce, ed è il maritozzo con la panna, spero un giorno di saper riprodurmi in versione chetogenica, ci sono delle ricette in giro, ma personalmente non mi soddisfano.
Quale il piatto che non ti piace? Il piatto che non mi piace, non so se è piatto forse è più un alimento, ma sono i ciccioli. L’ingrediente più importante della cucina? Mi viene da pensare più ingredienti a cui non posso fare a meno, sono la frutta secca, che mi permettono di fare diverse preparazioni, le fibre, le uova, il burro, l’olio di oliva, uova, carne ecc, tutto alla base dell’alimentazione chetogenica. Se potessi aprire un ristorante in qualsiasi luogo del mondo, dove lo apriresti? Ci suggerisci tre cose da fare nella tua città? Se potessi aprirei un ristorante in Italia naturalmente nella mia città, Firenze e non solo, anche punti vendita dove possa essere facile reperire prodotti per questa alimentazione, perché questa è poco conosciuta, non c’è tanto interesse a farla conoscere, pensate se si smettesse di mangiare pane, pasta, dolci, zucchero che ormai si trova da per tutto, cosa succederebbe alle industrie che producono questi alimenti . E alle case farmaceutiche, si perché quest’ultimi venderebbero meno farmaci. Concludo a riguardo, dicendo che non voglio dire che questa alimentazione sia la cura per tutto, ma può aiutare, purche’seguita da un professionista. Se siamo consapevoli su cosa si mangia, si può migliorare il nostro stato di salute, semplicemente non abusando di certi alimenti che sappiamo possano nuocere, non importa vivere in chetogenica se non necessita, importa ascoltarsi, volersi bene, bisogna volerlo, perché è più semplice continuare a fare quello che facciamo, che cambiare, i cambiamenti spesso spaventano Un sogno nel cassetto, beh sempre alla ricerca di stare meglio, poi mi piacerebbe scrivere un libro con la mia biografia, parlare delle mie patologie, come le vivo, per farle rendere meno invisibili e dare sostegno alle persone che vivano come me, perché non è facile vivere con un dolore costante e illustrarlo con qualche ricettina. Ho un altro sogno che non c’entra nulla con la chetogenica è recitare in un grande teatro, sì perché a modo mio o prova a fare anche quello, mi piace regalare emozioni.
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QUANDO IL LIRICO ED IL POP SI INCONTRANO: NIENTE È NIENTE…MAI
Un nuovo bel progetto discografico in cui si uniscono i due generi, pop e lirico, è questo nuovo singolo “Niente è niente”, interpretato dal soprano Olga De Maio e dal tenore Luca Lupoli, noti artisti lirici partenopei ed internazionali, rappresentanti della storica Associazione Culturale Noi per Napoli, in collaborazione con il noto cantautore italiano Paolo Audino,autore di brani di successo scritti per nomi quali Celentano, Mina, Minghi, Bocelli, è uscito e lanciato sotto l’ Etichetta di Kicco Music I tre artisti già si erano magnificamente espressi con un altro inedito “Anche quando non vuoi” (musica di Nando Misuraca), sul tema dell’ amore ed in particolare su quello verso la magnifica arte canora e musicale, ora invece, Paolo Audino come autore sia del testo che della musica, con arrangiamento del M° Paolo Rescigno, ha scritto questo nuovo brano appositamente per le voci e per il timbro di Olga De Maio e Luca Lupoli, dedicandolo ad un aspetto esistenziale molto attuale, un vero e proprio “mantra”: Ecco come i due artisti lirici affrontano questa nuova incursione nel genere pop Olga De Maio - soprano “Sono lusingata dalla collaborazione nuovamente con un nome della musica italiana come Paolo Audino che ha scritto per nomi importanti e dal fatto straordinario che per scrivere questo brano abbia pensato alle nostre voci, alla loro duttilità espressiva ed alla timbrica che potesse esprimere nuove emozioni,in una continua ed incessante scoperta con una similitudine all’opera lirica: in un’opera, a teatro, si racconta una storia con scene, costumi e regia, nella canzone ed attraverso un video si racconta una storia, allo stesso modo con musica e testo”
Luca Lupoli - tenore “Anche per me è sempre una nuova e toccante emozione ed esperienza, potermi esprimere e confrontarmi con un timbro da cantante lirico note e parole di un linguaggio nuovo, contemporaneo, quello del ” pop”, perchè si instaura un dialogo con un pubblico ” diverso” ,magari poco o per nulla abituato al genere lirico,quindi poter impegnarsi in una “mission”
appunto quella di porgere questo genere considerato “vetusto” a tutte le nuove generazioni ed ai non “addetti ai lavori ” e di far comprendere quanto possa essere carico di trasmettere valori e messaggi di vita importanti”!
Paolo Audino - autore, ci spiega com’è nata la sua ispirazione: “Seduto al pianoforte le note giravano disordinate nella mia testa ma poi pensando alla voce cristallina di Olga De Maio, hanno iniziato a fluire scivolando ordinate come le perle di una collana sulla tastiera bianca e nera: volevo esprimere qualcosa che ricordasse la ripetizione magica dei mantra, una melodia che potesse sciogliere ripetendola, il valore della parola “niente” che intanto aveva conquistato la mia mente, ed ecco allora sgorgare tra le “rocce” di tutti gli altri pensieri un’idea, quel torrente che scorre inesorabile e segue il suo corso, la visione dell’amante deluso che decide di allontanarsi e non ripensare a una passione durata il tempo necessario per estinguersi ma… niente è niente per davvero, nulla è vissuto “tanto per”, c’è una motivazione dietro una scelta, errata o giusta che sia a segnare il proprio cammino.Succede che questo cammino che per alcuni potrebbe essere stato difficile, per altri facile e ricco di amore, si interrompa in questo al di qua, che siamo abituati a vivere per quel che vediamo, sentiamo, tocchiamo. Il pensiero di questa cesura ci turba soprattutto di questi tempi, in cui la vita ci può apparire come una notte lunga, piena di incognite, senza meta, (ed è Luca Lupoli a dare voce alla seconda strofa) e allora ci sarà sempre una preghiera da un vicolo, a elevarsi al di sopra del mondo fino al cielo, sopra al niente che può sembrarci a volte l’esistenza ma che invece non è mai niente: se ognuno guardasse in fondo alla propria anima sarebbe consapevole che una ragione esiste, sempre! Anche quando non ci si aspetta più nulla e tutto sembra remarci contro, se ci appelliamo al senso profondo dell’essere umano sentiamo crescere un’energia. Quando sentiamo il peso della fatica che comporta vivere, quando siamo a un passo dalla resa possiamo sentire come una voce dentro che arriva dall’infinito per consolarci, a dirci di non aver paura, che le cose possono cambiare e che ci possiamo rialzare, a ricordarci che ognuno è unico e che per questo, niente è niente, mai”!
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27 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Caro direttore, ritengo opportuno intervenire direttamente per chiarire la questione delle mie dimissioni annunciate. In questo anno ho ricoperto con senso di responsabilità ed orgoglio il delicato incarico di assessore alle finanze del comune di Casoria. Di questo privilegio sono grato al Sindaco ed alla maggioranza che sostiene l’amministrazione che me ne ha concesso la possibilità. Il mio piccolo contributo ha consentito di superare la fase iniziale della dichiarazione di dissesto dell’ente ed avviare il percorso per il risanamento finanziario. La strategia è stata impostata. Mie esigenze professionali mi impediscono di garantire una continuità adeguata al compito ancora da svolgere. Confesso che sono stanco e le difficoltà interne alla macchina organizzativa del Comune, già molto conflittuale, sono aggravate dall’ancora persistente deficit di organico. Per tali motivazioni, già a novembre, ho rassegnato le dimissioni al mio amico Raffaele Bene, rendendomi comunque disponibile a concludere il percorso di approvazione del bilancio. Di tale situazione non ho fatto mistero. Per motivi di correttezza nei confronti dei consiglieri comunali che sostengono l’amministrazione non ho ufficializzato la cosa prima che fosse lo stesso Sindaco a darne notizia. Giovedì in una riunione di maggioranza dove si è discusso anche di questo argomento ho avuto modo di rappresentare direttamente le mie ragioni, ringraziare per il lavoro svolto e ricevere lusingatamente apprezzamento. Per motivi strettamente tecnici ho accettato di prolungare il mio impegno fino alla fine del mese di febbraio, con l’auspicio di poter completare il progetto di bilancio 2022. Oltre non mi sarebbe possibile garantire adeguata presenza ed impegno. La mia stagione è terminata. Passerò il testimone al successore che la politica saprà individuare. Auguro ai miei amici, a tutto il consiglio comunale ed alla città di Casoria la fortuna e la concordia necessaria per affrontare i mari difficili che il destino ci ha chiesto di solcare.
Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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