Domenica 30 Gennaio

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DOMENICA 30 GENNAIO 2022

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Settimanale di Informazione

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ANNO XXII - N° 05 - DOMENICA 30 GENNAIO 2022

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L’EDITORIALE DI NANDO TROISE

ERA IL 27 DICEMBRE DEL 2018, FINIVA, AVEVA TERMINE LA “RIVOLUZIONE” FUCCIO

Uscimmo, il 27 dicembre del 2018, dal Natale più imbarazzante della storia della Città di Casoria: no, no, nessun assalto con la baionetta ad uno dei due Municipi, posizionati uno di fronte all’altro in una deturpata e violentata Piazza Domenico Cirillo. No! FU invece il fine anno ed anche il Capodanno che Pasquale Fuccio proprio non si aspettava. “Ci hanno mandato a casa”- mi dice a telefono Nicola Laezza, poche ore prima presidente del consiglio comunale di una seduta consiliare che vedeva approvato l’ennesimo turno di un pozzo senza fine dei debiti fuori bilancio. Che vuol dire? “stamattina alle 8.30, 14 consiglieri comunali (9 di opposizione e 5 di maggioranza) si sono dimessi nello studio del Notaio. E’finita”. Corsi e ricorsi storici diceva il napoletano Gianbattista Vico: Casoria assurge ormai a primatista nazionale di Sindaci mandati a casa con dimissioni notarili

oltre allo scioglimento per camorra che vide vittima ed agnello sacrificale Giosuè De Rosa, senza dimenticare il progressista Franco De Luca, caduto sulla approvazione del bilancio. Pasquale Fuccio decide così di voler parlare alla Città, chiede una location e la trova nella piscina comunale, quella gestita dalla società Alba Oriens. Avviene il 30 dicembre 2018, proprio a bordo vasca, con la faccia diretta verso la tribuna. Peccato che ad ascoltare l’ex Sindaco non ci sia stato nessun Magistrato, poteva, forse, aprirsi, finalmente, un filone giudiziario così forte da poter, meglio tardi che mai, squarciare la cappa giudiziaria che avvolge questa Città sin dagli anni 70. Naturalmente Fuccio, nel suo comizio, non ha dimenticato di parlare del parco urbano che venne, POI, inaugurato a breve (lo farà Giuffré) alla fine di via Michelangelo e sulla Circumvallazione Esterna di Napoli. 550 presenti sulla

tribuna della piscina comunale, molti di essi curiosi anche di ascoltare, magari in un dibattito pubblico (così era stato annunciato) la destinazione d’uso delle aree dismesse Rhodiatoce, Resia, Tubi Bonne, una delle risorse più importanti per il rilancio economico di questa Città. La militanza politica ed elettorale, oggi, INVECE, NEL 2022, è tutta concentrata sulle strategie in campo. Non un solo problema verrà affrontato. Nessuno degli uomini o donne componenti il consiglio comunale affronteranno uno solo dei tantissimi problemi che disturbano la nostra Città. Loro, in questo periodo, penseranno alle dimissioni di Francesco Girardi, al lungo e continuo corteggiamento ed appuntamenti nei bar della Città nei confronti dei tre consiglieri del Movimento 5 stelle, a scrivere garbate lettere anonime sul PUC e sulla privatizzazione del Servizio Tributi, al Consorzio Cimiteriale, i continui ricorsi contro l’ammi-


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nistratore unico della società in house Casoria Ambiente, Massimo Iodice ed infine tantissime partecipazioni ai concorsi ASL, le assunzioni già avvenute nell’anno 2021 danno fede alla speranza in un posto a tempo indeterminato e di questi tempi considerando la giovane età sia dei già assunti che dei partecipanti è si che una gran bella cosa. “Cercherò di fare il meglio possibile in questo poco tempo che ho a disposizione – mi disse Santi Giuffrè, da me incontrato al convegno della Polizia Locale d’Italia all’UCI Cinemas – siamo una commissione prefettizia a seguito di dimissioni, quindi andremo via subito dopo le elezioni amministrative che si suppone si avranno insieme a quelle per il Parlamento Europeo”. E così fu. ELEZIONI ci furono e le vinse Raffaele Bene sconfiggendo al ballottaggio la candidata Sindaco del Centro Destra Angela Russo. Non so e non lo immagino se il Sindaco Raffaele Bene legga i quotidiani, i portali di informazione locali e questo Settimanale. Non lo so perché il Comune di Casoria non ha un ufficio stampa, lui non ha un addetto stampa, l’Ufficio di Ragioneria ha posto il veto all’acquisto dei quotidiani (solo per motivi economici), però speriamo che il suo staff, quello della Segreteria, lo tenga informato. Da avvocato ha sempre dimostrato risolutezza e prontezza nella applicazione delle leggi e delle norme, allora gli segnaliamo qualche problema, così, non si può mai sapere, vuoi vedere che uno solo, con la collaborazione dei suoi assessori, riesce a fare più di un intero consiglio comunale. Il problema dei rifiuti maleodoranti in via Capri; la chiusura della storica e sei-

centesca Cappella del Carmine, a pochi passi dal Municipio; il PALACASORIA chiuso, poi aperto per essere sede dei giochi mondiali universitari per lo sport del nostro campione olimpico Mauro Sarmiento, il Taekwondo e, poi, richiuso causa un lungo e contorto contezioso con la società Alba Oriens che ha la gestione del Centro Polisportivo in via Michelangelo e dedicato allo scomparso Mimmo D’Alise, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Barcellona 1992; Il Comando di Polizia Municipale diretto da Giuseppe Sciaudone pronto a sostenere le azioni amministrative del Sindaco ma sempre più privo di uomini. Le nostre fonti ci dicono che il Corpo di Polizia Municipale non raggiunge le 40 unità. Perché Fuccio fu mandato a casa? Il Natale delle fibrillazioni all’interno del Partito Democratico come ci confida uno degli ispiratori delle firme davanti al notaio; sono le politiche sociali il motivo del contendere oltre alla nomina dell’Amministratore Unico della società Casoria Ambiente. Fiumi di danaro arrivano da ogni dove per i problemi legati all’Assistenza ed alla Sicurezza Sociale, dice proprio Fuccio nel suo comizio. Poi racconta delle minacce o ricatti avuti e subiti sulla nomina dell’Amministratore Unico della municipalizzata responsabile della raccolta e smaltimento rifiuti a Casoria. Sulla tribuna della piscina un po’ comunale ed un po’ privata vi erano sia i Carabinieri e sia agenti del Commissariato di P.S. Quante discussioni e quanti problemi all’interno della maggioranza. A non tutti è piaciuto né piace l’accorpamento in un solo Settore di Lavori Pubblici ed Assetto del Territorio. Ad alcuni sarebbe piaciuto e non è successo privatizzare il Settore Entrate cioè l’Ufficio Tributi (nella nostra intervista Giuffrè ha messo il dito nella piaga dichiarando: “questo è un Comune che ha difficoltà ad incassare”). Come si può evincere la volontà di privatizzare il Servizio Tributi risale ormai già a tanti anni fa ed oggi, fine gennaio 2022, l’ennesimo assessore alle finanze va via senza riuscire a concretizzare questa volontà di tanti componenti della vita politica casoriana, seppure già approvata dal Consiglio Comunale. Tante le interrogazioni parlamentari presentate dai Deputati Pina Castiello e Quagliariello, alcune ancora oggetto di indagini penali, civili e contabili ed altre, invece, archiviate. Caro Raffaele Bene, ereditario di questa

sconclusionata matassa politico amministrativa, questo settimanale ed anche tutta la stampa locale, anche quella quotidiana, denuncia, sin dal 1989, la miopia, l’arroganza, l’imprevidenza, la superficialità, l’atteggiamento camorristico e la cialtroneria di chi regge le sorti di una Città sempre importante nella geografia napoletana. Nessun dirigente di azienda, neanche alcun padre di famiglia, avrebbe gestito le cose a lui care con la stessa scellerata stupidità. I Grandi Peccatori del Passato sono coloro che spendendo il sacro danaro pubblico hanno partorito quell’obbrobrio di Piazza Domenico Cirillo, chierichetti innocenti, invece, hanno ridotto le vie del Centro Antico, specie via Santa Croce, nelle condizioni del presente. Le evito ma no, invece, le segnalo: come va lo Stadio Comunale San Mauro? Oppure si faccia un giro per le proprietà del Comune abbandonate (via Po) o mai utilizzate (via Castagna). Chieda informazioni sul Cinema Rossi. Casoria è sopravvissuta alle macerie della guerra, al terremoto del 1980, al fallimento di tante amministrazioni, agli scandali ed ai concorsi truccati. Oggi, invece, partiti e movimenti stanno studiando come organizzare una nuova classe politica per affrontare il ventennale problema del Piano Urbanistico Comunale per ridare euforia ad un inverno di mille bugie e di imbarazzante micragna. E così tutti di nuovo a scodinzolare acriticamente e pensare che il gioco delle tre carte possa improvvisamente sanare ogni magagna. Alla prossima…


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ANTONIO BOTTA SINODO DIOCESANO: PRIMO INCONTRO CON I REFERENTI PARROCCHIALI

DON MATINO: “DOBBIAMO FAR SENTIRE TUTTI PROTAGONISTI DI QUESTO CAMMINO SINODALE”

Lo scorso 21 gennaio si è svolto il primo incontro formativo sul percorso di preparazione al Sinodo diocesano dei referenti parrocchiali in modalità on line, fruendo della piattaforma Meet. Vi hanno partecipato circa 250 referenti, ai quali è affidato il compito di servire da collegamento tra la Commissione sinodale e le parrocchie, di progettare il percorso di consultazione insieme con il parroco, di seguirlo nella fase attuativa e di redigere su uno specifico format, alla fine del mese di febbraio, un verbale di sintesi di tutto il lavoro svolto. Il XXXI Sinodo diocesano, come ha evidenziato don Federico Saporito, coordinatore dell’incontro insieme con Viviana, giovane dell’Azione Cattolica, “si innesta in un percorso più ampio in comunione con il Sinodo della Chiesa universale e italiana, calibrato, però, sui specifici bisogni della nostra realtà ecclesiale.” In sintesi, dall’incontro è emerso che la consultazione sinodale si effettua su dieci nuclei tematici strutturati in schede con alcune domande per lo scambio di idee ed esperienze. Ogni scheda, introdotta da un passo biblico e da uno stralcio di riflessione tratto dalla lettera pastorale dell’Arcivescovo Don Mimmo Battaglia, “Shemà, Ascolta”, contiene, oltre a domande specifiche correlate al tema sul quale si è invitati a parlare, anche una medesima domanda chiave da cui lasciarsi guidare: “Su che cosa la Chiesa dovrebbe interrogarsi per dialogare con il mondo di oggi, ed in concreto nella nostra città e nel nostro territorio”? Si formeranno più gruppi sinodali, ciascuno dei quali costituito preferibilmente da non più di 8 membri. Si possono dividere le schede in diversi gruppi, secondo indicazioni metodologiche proposte dalla Commissione, oppure seguire liberamente altre modalità. Si è posto in rilievo di invitare a far parte dei vari gruppi anche persone esterne alla parrocchia, del proprio condominio, ad esempio, genitori di bambini del catechismo …, raccomandando di essere, in tal senso, “creativi” nell’attuare strategie di coinvolgimento. Gli incontri dei diversi gruppi possono svolgersi, in rapporto all’andamento dell’emergen-

za pandemica, in modalità on line o in presenza, in base agli spazi a disposizione. Ogni gruppo sarà animato da un coordinatore, che si occuperà, alla fine dell’incontro, di stilare un verbale da consegnare, poi, ai referenti. Il coordinatore, potrà anche avvalersi, a tal fine, di un segretario. La novità di questo Sinodo, rispetto ai precedenti, come più volte ha sottolineato Papa Francesco, è che le decisioni non calano dall’alto, ma salgono dal “basso”, ossia dalle proposte dei vicini e di chi è estraneo al mondo ecclesiale, di coloro che sono ben integrati nelle realtà parrocchiali e di quelli che ne vivono ai margini. Le voci di questi ultimi devono risuonare in maniera forte e vanno ascoltate non solo con attenzione, ma anche con apertura del cuore, in atteggiamento empatico. “ Dobbiamo far sentire tutti protagonisti di questo cammino sinodale” ha affermato don Gennaro Matino, coordinatore della Commissione sinodale, nel porgere il saluto ai partecipanti a nome dell’Arcivescovo don Mimmo Battaglia. Ha proseguito sottolineando che spesso i cristiani evidenziano i mali del mondo, non mettendo in discussione le proprie responsabilità: la colpa è del mondo stesso, si dice. “Ma noi stiamo cambiando mentre il mondo cambia? Ha concluso, quindi, il suo intervento puntualizzando la necessità di Interpellare la nostra

coscienza credente per capire, fatte salve le Verità di fede, come cambiare per venire incontro ai bisogni degli altri, per comprenderne i sentimenti, le paure, gli smarrimenti, le esperienze. Ha evidenziato, a tal riguardo, l’Arcivescovo don Mimmo Battaglia nell’omelia del 18 ottobre 2021, in occasione dell’apertura ufficiale del Sinodo diocesano: “ Abbiamo bisogno di prendere consapevolezza che Dio ci ascolta, raggiungendoci sui sentieri delle nostre ferite e nostre divisioni […]. Abbiamo bisogno di essere ricondotti, come Maria, ai piedi del Maestro, di ascoltare le sue parole per scegliere la parte migliore […]. Abbiamo bisogno di metterci in ascolto della gente che siamo chiamati a servire, della città in cui siamo chiamati ad annunciare il Vangelo, della terra in cui siamo chiamati a seminare la speranza”. Com’è stato anche ribadito durante l’incontro da don Federico e da Viviana, si è avviato un “processo sinodale” che offre l’opportunità al Popolo di Dio di discernere insieme, in ascolto dello Spirito Santo, come andare avanti sulla strada che ci porta ad essere una Chiesa più sinodale sul lungo termine, tenendo conto delle coordinate indicate da Papa Francesco: “Comunione, Partecipazione, Missione”. I prossimi incontri con i referenti parrocchiali si terranno il 4 e il 18 febbraio.


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COSTITUITA A CASORIA LA CONSULTA DELLE PERSONE CON DISABILITA’ Domenica scorsa, la Consulta delle Persone con Disabilità con un proprio gazebo ha sensibilizzato i cittadini sui problemi della disabilità, consapevole di svolgere un servizio di fondamentale importanza nel fare da interfaccia tra le famiglie che assistono familiari diversamente abili e il Comune di Casoria. Spiega, a tal riguardo, il Dr Ciro Ferrara, Presidente della Consulta, che gentilmente ha concesso un’intervista: “La Consulta, la cui sede è situata presso gli uffici comunali di via Pio XII n. 130, si avvale della collaborazione del volontariato per lo svolgimento delle sue attività ed è riconosciuta come interlocutore privilegiato dell’Amministrazione comunale sulle tematiche della disabilità.” Quali, in particolare, gli obiettivi che la Consulta si prefigge? Intendiamo promuovere un rapporto permanente con le istituzioni e gli Enti presenti sul territorio al fine di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità; esprimere pareri sulle proposte avanzate dall’Amministrazione Comunale sulle politiche sociali rivolte alle persone disabili; formulare proposte ed iniziative sulle tematiche della solidarietà e della di-

Il presidente Ciro Ferrara: “Intendiamo promuovere un rapporto permanente con le Istituzioni e gli Enti presenti sul territorio al fine di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità” sabilità. Occorre necessariamente sviluppare la cultura dell’inclusione, stimolando provvedimenti politici che consentano l’accessibilità a beni e servizi. Nostro assiduo impegno è di rimuovere qualsiasi barriera, architettonica o culturale”. Quindi, costante sarà l’interlocuzione con l’Ente locale affinché si faccia carico dei bisogni dei cittadini disabili? Certo, la Consulta si propone di essere un organismo funzionale di confronto, va-

lutazione e promozione delle azioni e delle politiche in tema di disabilità, che favorisca lo scambio tra l’Amministrazione Comunale e il tessuto associativo della città. Nostro obiettivo è di promuovere l’autonomia e l’integrazione delle persone disabili in tutti gli ambiti della vita: dalla scuola al lavoro, dalla mobilità al tempo libero e allo sport. In questa direzione verranno messi in campo incontri, iniziative, proposte progettuali, collaborazioni con ogni per-

sona o ente che abbia a cuore questo tema. Concretamente, in che modo farete sentire la vostra voce nel Palazzo comunale per rivendicare il rispetto dei diritti delle persone disabili di Casoria? Per sollecitare, in maniera decisa, l’amministrazione comunale a portare avanti proposte sulle tematiche della disabilità, si agirà sia attraverso una serie di atti che saranno portati in consiglio comunale, sia attraverso una raccolta firme che sarà svolta in varie zone della città. Desideriamo portare al centro del dibattito politico cittadino, una volta per tutte, i temi della disabilità e dell’accessibilità, il consiglio comunale si deve occupare delle istanze di tutti quei cittadini che ogni giorno vivono nella difficoltà e chi governa ha il dovere di rendere Casoria un modello virtuoso che consenta alle persone con disabilità di poter godere pienamente della nostra città eliminando, una volta per tutte, le barriere fisiche, sociali e culturali che impediscono la piena partecipazione alla vita cittadina”. E’ da evidenziare che il 31 dicembre scorso la legge delega in materia di disabilità è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, diventando, in

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DOMENICA 30 GENNAIO 2022 tal modo, legge. Ecco cosa recita l’articolo 1: “La finalità perseguita è quella di garantire alla persona con disabilità il riconoscimento della propria condizione, anche mediante una valutazione della stessa congruente, trasparente ed agevole, tale da consentire il pieno esercizio dei suoi diritti civili e sociali inclusi i diritti alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa, nonché l’effettivo e pieno accesso al sistema dei servizi, delle prestazioni, dei trasferimenti finanziari previsti e di ogni altra relativa agevolazione, per promuovere l’autonomia della persona con disabilità e il suo vivere su base di pari opportunità con gli altri, nel rispetto dei principi

di autodeterminazione e di non discriminazione”. Un’ulteriore normativa, dunque, per garantire alle persone disabili i loro sacrosanti diritti: Comune ed ASL, in piena sintonia, devono con scrupolo e competenza assolvere ai compiti loro richiesti dalla normativa vigente, al fine di consentire a chi è in situazione di disabilità di vivere una vita dignitosa. L’insegnante Mariangela Tarì, insegnante e madre di due figli gravemente disabili, ha scritto il libro “Il precipizio dell’amore”, nel quale racconta le enormi difficoltà della sua famiglia nel gestire una situazione molto problematica, ma evidenzia anche che, affiancati dalle istituzioni, oltre che dai familiari, la sofferenza si può trasformare

7 in energia, in progettualità, sforzandosi di vedere il bicchiere mezzo pieno. Ecco ciò che scrive alla conclusione del libro: “Non è la disabilità che fa della loro vita (i figli, ndr.) una esperienza infelice. Ogni vita è degna, se noi ne riconosciamo la dignità, se rimuoviamo gli ostacoli che sbarrano la piena realizzazione di quella vita. Ogni persona malata, che sia un bambino o un adulto, può vivere una vita normale esclusivamente se riconosce la dignità della propria vita negli occhi degli altri. Se nonostante la disabilità si è calati in un mondo che ci sorregge allora si potrà essere felici; al contrario si desidera sparire, morire, evaporare. Questo vale per tutti. Per i miei figli in particolare e in

modo diverso l’uno dall’altro. Questo è il messaggio che loro avvertono. In questo momento è semplice, mamma e papà sono tutto il loro mondo. Un pò per volta la società prenderà il nostro posto, e allora la dignità della loro vita sarà affidata ad altri. Sarà il mondo lì fuori a ereditare le nostre regole, a impegnarsi con ogni mezzo per rendere la loro vita degna di essere assaporata, In un mondo in cui ci si riconosce degni di valore nessuno è bullo e nessuno è solo”. E’ questa la grande lezione di vita di una madre, che ha imparato a cogliere tra le nubi del dolore sprazzi di felicità, sostenuta da una rete di solidarietà e di ammirevole umanità..


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8 MARIA CRISTINA ORGA

IO RACCONTO STORIE magazine

CLAUDIO SCOTTI E LA MASCHERINA DI OSIMHEN Forse non tutti sanno che, Claudio Scotti, dottore in fisioterapia, posturologo, responsabile settore protesi dell’Ortopedia Ruggiero, da anni al fianco della squadra di De Laurentis, sullo stesso prato erboso sul quale oggi giocano Mertens, Insigne e Osimhen (interrompo l’appello per brevità, tanto ci siamo capiti, ndr) tirava calci al pallone di cuoio al fianco di Ruud Krol nei gloriosi anni del Napoli di Ferlaino ante Maradona. La sua è una storia singolare ed esemplare. Ma facciamocela raccontare da lui. Dottor Scotti, cominciamo dall’inizio: quando nasce la passione per il calcio giocato e come si lega alla sua carriera di posturologo e fisioterapista dei calciatori? Il calcio è stato la mia passione da sempre. Ho cominciato a tirare calci al pallone da ragazzo per strada, a Fuorigrotta, dietro lo stadio San Paolo nei pressi del quale abitavo, finché entrai nei Pulcini del Napoli, allenati da Arnaldo Sentimenti, nel 1973. Ho fatto tutta la trafila nelle giovanili del Napoli, fino ad arrivare in prima squadra, quando l’allenatore era Pietro Santin e in squadra c’era Ruud Krol. Sono andato via l’anno prima che al Napoli arrivasse Maradona, per poi fare la mia carriera in serie C, dove ho giocato ad Ischia, Siracusa, Campobasso, Ostia, Lamezia, Casertana… Andare via dal Napoli fu una scelta personale? Quali furono le ragioni? All’epoca ero in prima squadra e mi capitò un infortunio che mi costrinse ad una sosta di quattro mesi. Il direttore era Iuliano e mi disse: “Fai un campionato in serie C, vediamo un attimo come

ospite della nostra rubrica il posturologo della SSC Calcio Napoli: da calciatore a dottore in fisioterapia e scienze motorie, Claudio Scotti è responsabile settore protesi progetto amputati per l’Ortopedia Ruggiero, da anni al fianco degli Azzurri di De Laurentis

va, se sei guarito e fai un po’ di esperienza”. Quell’anno feci la nazionale di C perché giocavo con la Paganese, dopo di che gli eventi mi hanno portato a restare in C. all’epoca esisteva ancora il trasferimento tramite le società, non c’era ancora il Parametro Zero. Forse non tutti i lettori hanno dimestichezza con il Parametro Zero… ci spiega come funziona? A quei tempi, il cartellino era di proprietà della società. Pertanto, anche a fine contratto era la società che stabiliva dove sarebbero andati i giocatori, perché ne deteneva il cartellino. Successivamente, per dare maggiore consistenza ai poteri contrattuali del calciatore si stabilì un parametro per il quale, a fine contratto, c’era un coefficiente dato dall’età e dalla categoria. Si facevano dei calcoli e veniva fuori un parametro che veniva riconosciuto alla società. Con il tempo si arrivò al parametro zero, per cui una volta finito il contratto, il calciatore è libero di accasarsi nella squadra che vuole. Quindi prima il ruolo dei giocatori era, per così dire, più impiegatizio e successivamente è diventato più da libero professionista. Giusto? In quali anni è avvenuto questo cambiamento? Esatto. Si può dire così: il calciatore era di proprietà della società che ne deteneva il cartellino e decideva se venderlo, quando e a che prezzo. Molto spesso quindi, società e giocatore non si mettevano d’accordo e quest’ultimo non si poteva accasare altrove. Il cambiamento è avvenuto alla fine degli anni ’80. Oggi i calciatori a fine contratto scelgono liberamente.


DOMENICA 30 GENNAIO 2022 È questa la ragione che l’ha portata in serie C, dunque? Diciamo di sì. Probabilmente era quella la mia categoria. Ho avuto delle soddisfazioni perché con il calcio professionistico ho messo qualche soldo da parte, ho comprato casa, mi sono realizzato e poi, chiaramente, quella del calciatore non è una carriera che ti permette di poter vivere di rendita. Pertanto, siccome nell’arco della mia carriera ho avuto diversi infortuni importanti, al ginocchio e alla caviglia, mi sono appassionato da paziente alla riabilitazione. Negli ultimi anni in cui ho giocato militavo nella Caivanese che era interregionale, giocavo e studiavo: c’era il diploma che poi è diventato laurea in scienze motorie e in fisioterapia e ho preso entrambi i titoli e quindi, in seguito, ho intrapreso la carriera di riabilitatore. Senza però mai allontanarsi troppo dal campo verde… No, anzi! Quando ho smesso di giocare sono rimasto un paio d’anni che non riuscivo nemmeno a passare fuori ad un campo di calcio tale era il rammarico di aver dovuto lasciare, ma purtroppo sono arrivato a trentadue anni con le ginocchia che non mi consentivano più di giocare. Poi mi sono divertito un po’ con le giovanili, allenando i ragazzi della Caivanese, dopo di che ho dovuto lasciare perché la professione mi ha assorbito completamente. Oggi mi occupo di amputati, di piede diabetico, di paralisi cerebrali infantili: la giornata pienissima e non ho più il tempo, diciamo così, di dedicarmi ai ragazzi, che era una delle cose che mi appassionava molto. Lei da una grande attenzione alla posturologia, perché il modo in cui ci si appoggia sui piedi determina il benessere di tutta la struttura muscoloscheletrica e dell’organismo nel suo complesso. Ci spiega perché è così importante la postura, in modo da

9 aiutare i tanti che soffrono di dolori e patologie muscoloscheletriche probabilmente perché non sanno stare in piedi e camminare in modo corretto o non usano le scarpe giuste. L’appoggio e l’organo del piede sono fondamentali per l’equilibrio dell’organismo. Avere un appoggio non congruo crea squilibrio alle catene muscolari, pertanto, ci sono dei compensi che poi servono alle ginocchia, alla colonna vertebrale e quant’altro. Il piede è un organo spesso trascurato ma ci sono delle patologie ascendenti e non discendenti. Quindi, avere un buon appoggio, dopo aver fatto un esame parapodometrico, significa riequilibrare le catene muscolari e dare maggiore benessere alla postura e all’intero organismo. Anche nel caso del rapporto temporomandibolare ci sono delle alterazioni che in quel caso creano scompensi discendenti. Le malocclusioni, per esempio. Esattamente. Quindi, quando ci sono entrambi gli scompensi, la struttura muscoloscheletrica va in corto circuito! Esattamente. Lei segue molto da vicino anche i calciatori del Napoli. Quali sono le disfunzioni più comuni e importanti che ha potuto rilevare? Sono tutte curabili con un plantare o ci vuole altro? Si pensa che il calciatore sia una macchina perfetta, ma non è così. I professionisti non sono macchine perfette e anche se sono paragonabili alle macchine di Formula1, hanno delle loro disfunzioni. Gli infortuni che hanno avuto provocano un cattivo appoggio o delle callosità dovute a un mal appoggio che danno problemi all’interno della calzatura. O ancora ci sono giocatori che hanno anche malocclusioni: era il caso di Campagnano, che aveva adottato dei plantari particolari ma metteva anche un bite. Ci sono diversi specialisti che collaborano per trovare le migliori so-

luzioni ai singoli problemi con un lavoro certosino. Quali sono i materiali più innovativi utilizzati? Usiamo l’EVA, che ha diverse caratteristiche di morbidezza e livelli di densità che variano in base alle sollecitazioni che vengono date al plantare: in base al punto del piede e alla sollecitazione che deve avere si usa un materiale più o meno elastico e duro rispetto a quello che deve assorbire. I materiali usati sono diversi. La realizzazione poi avviene a mano? Ciascun plantare è un prototipo quindi? Dopo l’esame parapodometrico viene fatta una scansione tridimensionale che riproduce il piede su cui viene progettato il plantare, poi una fresa con braccio antropomorfo realizza il plantare, che poi viene smacchinato e alloggiato all’interno della calzatura ginnica e poi viene provato per verificare che non ci siano altre piccole modifiche da fare che facciamo sul posto a Castelvolturno, dove abbiamo un’officina mobile con tutte le attrezzature che servono. Il team che collabora con lei, da quali specialisti è formato? In primis il dottore Ruggiero che è il patron dell’azienda ed è colui insieme al capo officina, il dottore Carruba, ha tirato le fila per la realizzazione della maschera di Osimhen… Mi ha anticipata di un soffio: ci dica della famosa maschera che ha fatto il giro del mondo! Va detto innanzitutto che il dottore Ruggiero ha sempre investito molto in tecnologia per cui l’officina ortopedica è all’avanguardia e si è occupata dei giocatori del Napoli fin dai primi anni della gestione De Laurentis. La famosa mascherina di Osimhen è stata prima realizzata con un materiale di prova termoformabile realizzata sulla scansione tridimensionale del volto ottenuta dalla

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10 risonanza che ci ha mandato il chirurgo che lo ha operato per farci capire di che tipo erano le fratture e come erano state sintetizzate. Realizzata la maschera provvisoria, è stata provata a Castelvolturno e poi realizzata in fibra di carbonio, un materiale molto molto leggero, ma estremamente resistente. Il tecnico che l’ha realizzata ha dovuto individuare alcuni punti che bisognava scaricare perché la frattura era estremamente frammentata e di conseguenza il problema che si è posto era quello di non ostruire il campo visivo e l’obiettivo è stato centrato, tant’è che il giocatore ha il campo visivo totale e può guardare liberamente in ogni direzione. Senza avere l’effetto “montatura di occhiali” nella visione, per così dire. Esattamente. Lui non si accorge proprio di avere la mascherina. Per quanto tempo Osimhen dovrà indossare la mascherina? Lo dovranno dire i chirurghi e lo staff del Napoli, che stabiliranno quando “svezzarlo”. Devo dire che lui è un temerario, perché ha avuto una bruttissima frattura che è stata sintetizzata con varie placche e viti; però è un ragazzo che non ha paura di niente e sarebbe sceso in campo anche il giorno dopo l’intervento. Lo ha fatto con il Bologna e quindi vuol dire che è già guarito abbastanza bene, ma prima di fare a meno della mascherina dovrà aspettare l’okay del chirurgo e dello staff del Napoli. Non rischia comunque di ricevere colpi che nonostante la maschera possano compromettere il lavoro del chirurgo? No, perché la mascherina è pensata proprio per assorbire gli urti che vengono scaricati in punti precisi non dannosi, il suo scopo è proteggere la parte zigomatica e l’occhio e scaricare gli urti sull’osso frontale che può assorbirla. È chiaro che parliamo di urti non eccessivi: se gli capitasse una caduta sul ginocchio dell’avversario come è successo a Logano, la mascherina servirebbe a ben poco. Questi presidi così tecnologicamente avanzati, messi a punto per i calciatori, sono disponibili anche per il “pa-

ziente comune”? Certo. È chiaro però che hanno dei costi elevati e non tutti se li possono permettere purtroppo. Per capirci: quanto costa la maschera di Osimhen? Maschere così costano oltre i mille euro, perché c’è tutta una lavorazione molto complessa alle spalle. Molte persone, pur soffrendo molto, nel periodo di crisi che stiamo attraversando, non si rivolgono al posturologo temendo che i costi siano inaccessibili. Cosa possiamo dire loro? Noi cerchiamo di contenere i costi, ma facciamo solo plantari su misura, perché già c’è una differenza tra i due piedi, non si può pensare che plantari preconfezionati in base al numero di scarpe vadano bene per tutti: non è affatto così. Ovviamente i costi sono più alti, ma il risultato è completamente diverso. Il SSN sopporta i costi solo per chi ha un decreto di invalidità e quindi ha una prescrizione medica. Previa visita ortopedica e indicazione dello specialista l’ASL sostiene anche i costi per i plantari, tutori e quant’altro dei bambini e dei ragazzi fino a diciotto anni. Dopo, purtroppo, è tutto a spese del paziente. Nel passato sui campi da calcio si rivede spesso, ma come si proietta nel futuro? Il mio futuro lo vedo nel campo che mi ha appassionato di più che quello dell’amputato, quindi protesi, riabilitazione dell’amputato, addestramento all’uso, gestione del post-chirurgico. Mi vedo sempre nel campo riabilitativo per far tornare il sorriso a persone che di punto in bianco, soprattutto i traumatici, si trovano proiettati in un mondo completamente sconosciuto. La robotica e la cibernetica nella realizzazione di protesi sono arrivate a realizzare arti molto simili a quelli veri che hanno addirittura la pelle sintetica. È questa finalmente la speranza per gli amputati? Purtroppo, di tutte le innovazioni tecnologicamente avanzate in questo campo il paziente ASL può usufruire ben poco, basti pensare che il nomenclatore tariffario è fermo al 1998 e non c’è nulla

delle nuove strumentazioni, per cui tutto quello che va dai ginocchi elettronici, policentrici, pneumatici e quant’altro non c’è, è tutto a pagamento. Ancora una volta la tecnologia e quindi la ritrovata qualità della vita che concede sono solo per chi se le può permettere. Non si potrebbe aggiornare il listino per tutti? Chi dovrebbe farlo? Una commissione di tecnici? La politica? Per la verità quando si insediò il primo governo Renzi venne annunciato un aggiornamento del nomenclatore tariffario. Siamo nel 2022 e non è stato fatto nulla. Quindi… E sollecitare? Le ortopedie hanno fatto di tutto. C’è stata anche una commissione lì, a Roma, ma a quanto pare non è così semplice, pare. Tutto ciò è avvilente e anche frustrante per gli operatori come lei… Eh… per fare un esempio maccheronico, è come se, con tutte le nuove auto che sono sul mercato, al paziente ASL si continuasse a dire: “guarda che noi ti possiamo far circolare solo con la 500 degli anni ’60”. E intanto in giro ci sono le Ferrari… Lasciamoci con questo auspicio: che in questo campo le cose possano finalmente cambiare. Abbiamo due modi diversi di vedere le cose e io nei convegni lo ricordo sempre: se il paziente amputato si è infortunato sul lavoro e viene seguito dall’INAIL può avere di tutto e di più. se sfortunatamente invece è un paziente ASL, purtroppo di tutto ciò che è tecnologicamente innovativo non può avere niente e se vuole camminare con il ginocchio elettronico ci deve mettere la differenza di tasca propria. Appena appena la differenza tra una 500 e una Ferrari: un piccolo lusso per tutte le tasche! Va be’, non voglio chiudere con una polemica, ma, poiché non ci chiamiamo tutti Osimhen (o chi per lui), cari rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni, tra una bagarre in aula e l’altra, un invito: chi ha orecchie per intendere intenda… e agisca.

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RITA GIAQUINTO

SALUTE & BENESSERE

“VINO E SALUTE: UN BINOMIO POSSIBILE”

È proprio questo l’argomento dell’ultimo appuntamento di giovedì del format Salute & Benessere, elegantemente condotto da Rossella Giaquinto in compagnia del Dir. Nando Troise, in studio accanto a Lei. Un argomento, quello del vino, dalle tante sfaccettature che coinvolgono tanti aspetti differenti: dalle proprietà organolettiche alle denominazioni, dalle varie tipologie alle aziende agricole, dalle esperienze sensoriali fino a quegli abbinamenti che possono rendere piacevole e perfetto il più semplice dei pranzi. Per poter entrare nel complesso mondo dell’enologia, Rossella ha invitato la giornalista Dott.ssa Francesca Marino, biologa nutrizionista ed il Dr. Libero Rillo, enologo e presidente del consorzio di tutela dei vini del Sannio. Entrambi particolarmente esperti della materia, sono riusciti a trasmettere ai tanti web spettatori con grande semplicità ma con dovizia di particolari, ed opportuni approfondimenti, le dinamiche quotidiane che si svolgono attorno a quello che possiamo considerare uno degli ospiti migliori della nostra tavola e che Rossella considera “tradizione, eleganza e cultura”. E infatti è proprio da qui che parte l’intervista, ovvero cercare di capire se, e in che misura, il vino può rappresentare un sinonimo di salute e se può contribuire al nostro benessere fisico. La Dott.ssa Marino ce lo spiega così: “Le proprietà terapeutiche che spesso vengono imputate al vino, in particolare a quello rosso, derivano soprattutto dalla presenza dei polifenoli, molecole responsabili delle sue caratteristiche sensoriali, come colore, astringenza, amaro. Il più conosciuto è il resveratrolo, un principio attivo contenuto ne-

gli acini di uva rossa, nei mirtilli, nelle more, nei pistacchi e che ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Ma il vino è anche zuccheri, fruttosio, glucosio, ma anche alcol, acidi organici, grassi sciolti, minerali e vitamine. È quindi un complesso di micro- e macronutrienti importanti per una buona alimentazione. Quello che non dobbiamo dimenticare è l’approccio da avere con il vino, che deve essere legato soprattutto alle quantità da poter consumare nell’arco di una giornata”. Per un alimento così gustoso che potremmo anche considerare alleato della nostra salute, vale la pena farci spiegare precisamente dalla nostra nutrizionista cosa dobbiamo intendere per “un bicchiere di vino” da poter consumare: “Un bicchiere di vino può variare da 100ml, che rappresenta la quantità che viene servita nella stragrande maggioranza di enoteche e bar, a 150ml che potrebbe essere la quantità normale da poter bere, in assenza di particolari patologie, perché va sempre tenuto presente il contesto e la persona. Un bicchiere da

100ml contiene 10 grammi di alcol. In assenza di particolari patologie, possiamo anche contemplarne 15g al giorno per le donne e 30g per gli uomini. Non esiste una quantità di alcol che sia sicura e giusta, deve essere sempre tutto contestualizzato, si tratta comunque di una bevanda che può comportare dei rischi se l’approccio non è gestito con buon senso. Va sempre ricordato che tutti i tipi di bevande alcoliche, come il vino, la birra possono esporre le persone al rischio della dipendenza o essere catalizzatori di eventuali patologie. Altra questione importante da non sottovalutare è la qualità di ciò che si beve: ci sono prodotti che possono anche annullare completamente i benefici antiossidanti del vino. Quindi prediligere sempre un’altissima qualità, e purtroppo spesso l’indicatore di una buona qualità è – ahimè – anche il prezzo”. E, a proposito delle quantità, la Marino ci ricorda che nonostante le raccomandazioni dell’OMS di non superare le dosi consigliate, molte nazioni non hanno valori di consumo nelle loro guida


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12 sanitarie. Basti pensare che soltanto 37 di esse le hanno recepite. In Italia, ad esempio si raccomanda di non andare oltre i 12g. A questo punto, l’intervento di Libero Rillo diventa necessario per sapere come si stanno muovendo i Consorzi e le associazioni del settore in riferimento al “semaforo rosso” che la Comunità Europea vorrebbe apporre sulle bottiglie di vino: “La problematica a livello comunitario è molto complessa. Questo semaforo si riferisce sostanzialmente al contenuto calorico, il che vorrebbe dire arrivare all’assurdo di dare un lasciapassare a qualsiasi bevanda solo perché non contiene zuccheri. Il problema più grave è quello legato all’alcol, perché c’è una tendenza a livello comunitario di classificare l’alcol, e quindi le sostanze che lo contengono, come cancerogene. Questo sarebbe una catastrofe per il settore, per i Paesi tradizionalmente produttori di vino. I consorzi si stanno muovendo per contrastare questa tendenza. Il principale errore della Comunità Europea è quella di non fare distinzione tra abuso e consumo di vino, due concetti molte diversi che la Comunità utilizza quasi indistintamente, creando una confusione enorme”. Ma con Libero Rillo, che con i vini del Sannio ha sviluppato, nel tempo, un lavoro straordinario, vogliamo capire perché, a parità di qualità, ci sono vini che riescono ad avere una diffusione più capillare rispetto ad altri. Rillo ci spiega il fondamentale apporto, in questo contesto, proprio dei consorzi: “La cosa importante è la denominazione del prodotto e questa viene realizzata grazie ai

consorzi. Nel Sannio un po’ con tutte le aziende, sia piccole che grandi, ci siamo uniti nel consorzio e abbiamo fatto attività di promozione sulla Falanghina che, oggi, ha sul mercato una posizione di vantaggio rispetto al passato e rispetto ad altri vini. Cosa che non è successa con il Falerno, con il Taurasi ma neanche con il nostro Aglianico del Taburno, che sono tutte denominazioni piccole e frammentarie. La promozione di un vino è una cosa costosa che l’azienda, da sola, non riesce a fronteggiare. Lo strumento migliore è rappresentato proprio dai consorzi. Qui non stiamo parlando di promozione di marchi aziendali, ma di brand territoriali. Ovviamente è importante anche l’approccio sul mercato. La Falanghina è piaciuta molto ai consumatori e la promozione è stata più facile, cosa che non è accaduta con l’Aglianico, considerato un vino con eccessiva struttura, troppa potenza. Può capitare che vini molto buoni per gli addetti ai lavori, possono essere meno facili nella distribuzione. In sostanza, dove ci sono denominazioni forti è perché ci sono consorzi forti”. A questo punto, anche per rispondere alla domanda di un web spettatore, ci facciamo consigliare il vino da bere: biologico, convenzionale? Per il Dr. Rillo, quando si parla di agricoltura, bisogna parlare di sostenibilità a 360°, non di biologico, né di vegano, né naturale o altro. “Sostenibilità” deve essere la parola chiave, perché le aziende agricole sono aziende che operano nella natura, sono custodi del territorio, e la natura non appartiene ad esse ma è di tutti:

C&C

“Abbiamo a che fare con la natura e bisogna stare attenti a tutto: al consumo di acqua, energia, l’uso di energie alternative, a non sprecare, alle acque reflue, al trattamento, la consumazione; quindi, va sviluppata un’enologia a basso impatto ambientale e realizzata secondo coscienza. Le certificazioni sono costosissime ed è per questo che non tutti le riescono ad ottenere. Secondo me dobbiamo cominciare a ragionare tutti con lo stesso criterio e muoverci verso la stessa direzione di una produttività consapevole e secondo coscienza, rispettando quelle che sono le leggi della natura. Altrimenti non ne usciamo più”. A sostegno di Libero Rillo, interviene Francesca Marino: “Credo che il vino, se fatto bene, con coscienza, è un prodotto naturale di per sé. Io credo che il vino nasca proprio biologico. Se non c’è aggiunta di altre sostanze, che sono aliene rispetto al succo d’uva che in maniera naturale diventa vino, è biologico di per sé, perché dovrebbe derivare da un terreno in cui le piante dovrebbero essere state trattate in maniera naturale. Ma se chi produce il vino, ci mette cose non naturali, e allora lì entriamo nel torbido”. Insomma, anche un vino “non griffato” dalle certificazioni può andare bene lo stesso – come conclude la Marino - purché realizzato nel pieno rispetto della natura e di un ambiente che va sempre più protetto, senza rinunciare al grande piacere di sorseggiare un buon bicchiere di vino “a chilometro zero” che ci consente non solo di trovare benessere, ma anche di sostenere, ed incentivare, la ricchezza e la fertilità delle nostre terre.

CENTRO STAMPE SRL

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CHIARA D’APONTE

IL DOTTOR DE BRASI CI PARLA DELLE NUOVE TERAPIE NEL CONTROLLO DELLE MALATTIE ALLERGICHE RESPIRATORIE

Dr De Brasi le patologie allergiche sono in aumento? Esiste un trend che dimostra come siano in aumento soprattutto le forme gravi di allergopatie respiratorie. Non abbiamo risposte conclusive in merito ma alcune nostre abitudini non possono essere ignorate quali il consumo inappropriato di terapia antibiotiche, terapia gestite in automedicazione con prevalente consumo continuativo del solo antistaminico e la sottovalutazione della sintomatologia. L’antistaminico, quindi, può non essere utile da solo? La terapia antistaminica se utilizzata nelle forme persistenti (che in Campania sono la prevalenza) in monoterapia può rappresentare una importante fattore di aggravamento poiché non è in grado di controllare tutta l’ immunoflogosi tissutale. Molti pazienti ( quasi la maggioranza ) procedono con questo approccio e spesso verificano solo dopo poche settimane di terapia la riduzione delle effetto del farmaco antistaminico tanto da richiedere l’ aumento del dosaggio oppure la sostituzione della molecola. La rinite allergica non controllata può nel 33% dei casi condurre a forme sintomatiche di asma bronchiale. Sottolineando come le allergopatie non sono più malattie d’organo ma vere e proprie patologie del sistema immunitario e come tale vanno gestite in modo olistico. Disponiamo di nuovi soluzioni terapeutiche che agiscono tramite il sistema immunitario?

La terapia chiamata immunoterapia specifica o ITS che può essere somministrata per via sottocutanea o sub linguale è una importante soluzione terapeutica che permette al paziente allergico di tollerare progressivamente il contatto con le sostanze allergizzanti. In Campania attualmente è a totale carico dell’assistito ma detraibile per il 19%. Abbiamo inoltre fortunatamente per forme di asma particolarmente aggressivo (con uno step di malattia definito) alcuni nuovi farmaci biologici che agiscono tramite il controllo di mediatori immunologici che giocano un ruolo importante nella genesi e nella progressione della patologia asmatica. Ricordiamo tra tutti gli anticorpi monoclonali verso IL 5, verso il suo recettore, verso IL4 e IL13. Questi farmaci possono modificare sia il decorso della malattia allergica che la condizione asmatica ma, ad oggi, possono essere prescritti solo tramite struttura pubblica. Quali sono i centri prescrittori per queste molecole? Nella Asl Napoli 2 nord il distretto sanitario di Afragola n 44 rappresenta la struttura di riferimento per poter procedere con la verifica e prescrizione di questi farmaci. Tale percorso richiede però dei criteri di inclusione. Solo l’asma bronchiale al distretto di Afragola può essere valutato con queste nuove cure? No, anche la poliposi nasale e l’ orticaria cronica spontanea resistente al trattamento con antistaminici possono essere gestiti con molecole biologiche.

ANGELA CAPOCELLI

LA POLITICA A CASORIA: LE DIMISSIONI DELL’ASSESSORE AL BILANCIO, GIRARDI È indirizzata al direttore del nostro settimanale, Ferdinando Troise, la lettera dell’Assessore Girardi il cui contenuto è stato discusso su Nano TV, nella trasmissione Polis Nostrum, condotta da Maurizio Cerbone. Sebbene in questo anno abbia ricoperto con orgoglio il ruolo di assessore alle finanze del comune di Casoria (privilegio di cui si dichiara grato al Sindaco e alla maggioranza dell’amministrazione che gliene hanno concesso la possibilità), nella suddetta lettera Girardi ha annunciato le sue dimissioni. Il suo contributo ha permesso di superare la fase iniziale della dichiarazione di dissesto dell’Ente e avviare il percorso per il risanamento finanziario. Nonostante la strategia sia stata oramai impostata, l’assessore ha

tuttavia affermato che sue esigenze professionali gli impediscono di garantire una continuità adeguata al compito ancora da svolgere. Egli confessa di essere stanco a causa delle difficoltà interne alla macchina organizzativa del comune… Per tali motivi, già a Novembre, Girardi aveva annunciato le sue dimissioni all’amico Raffaele Bene, cionono-

stante (per una questione di correttezza nei confronti dei consiglieri comunali) non aveva ancora ufficializzato la cosa prima che fosse lo stesso sindaco a darne notizia. Ebbene, per motivi strettamente tecnici, l’assessore ha accettato di prolungare il suo impegno fino alla fine del mese di febbraio, con l’auspicio di poter completare il progetto di bilancio 2022 (oltre non gli sarebbe possibile garantire adeguato impegno). Definendo la sua stagione “terminata”, Girardi conclude la lettera affermando che passerà il testimone al successore che la politica saprà individuare, augurando ai suoi amici e a tutto il consiglio comunale della città di Casoria la fortuna e la concordia necessarie per affrontare i mari difficili che il destino ha chiesto loro di solcare.


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IL SACERDOTE DEI GIOVANI E PER I GIOVANI. DON GIUSEPPE DELLE CAVE, MA PER TUTTI SEMPLICEMENTE DON PEPPINO

Ho sempre creduto che la cosa più difficile al mondo, fosse scrivere una lettera per qualcuno: aprire il proprio cuore e far uscire fuori solo i sentimenti più veri ed autentici. Ho sempre creduto che la cosa più difficile fosse buttare fuori i propri sentimenti e non vergognarsene dopo. Invece, ho scoperto che esiste qualcosa più difficile di questo: scrivere di una persona a cui si vuole tanto bene e far trasparire questo bene senza farsi prendere troppo dall’emozione, senza uscire “fuori” dalle regole dell’editoria, senza far trapelare troppo i propri sentimenti. E’ necessario essere sempre quel narratore onnisciente che non si lascia prendere troppo la mano. Questa per me è sicuramente un’impresa ardua perché non sto parlando del solito calciatore o politico, ma di una persona che è sempre stata al mio fianco, da più di vent’anni: il mio caro ed amato parroco, Don Peppino. E’ difficile che qualcuno riesca a diventare una costante nella tua vita, ma è proprio ciò che riesce a fare lui. Ricordo la prima volta che ci ho parlato: avevo tre anni, ero per strada con mia madre, lui ci vide e disse “Perzechella, ma perché non la porti in chiesa?”. Da quel giorno la parrocchia è diventato un posto sicuro. Sono passati quasi 23 anni da quel giorno e nonostante la vita a volte si metta in mezzo, nonostante abbia cercato tante volte di scappare via, so che quello è sempre il mio posto e, nella sua misura, rappresenta casa. Don Peppino è una di quelle persone che senti parlare e fissi ammaliato: la sua conoscenza è infinita, è una continua fonte di ispirazione, un modello da seguire. E’ un po’ un padre per tutti noi, un padre che ci loda nei momenti belli ma che è pronto anche a reguardirci quando ci comportiamo male. Un sacerdote DEI giovani e, soprattutto, PER i giovani. In una società in cui i giovani sono sempre più messi da parte, riuscire a trovare qualcuno che è pronto a darti la sua piena fiducia è vero ossigeno, è un vero conforto. Non solo un “buon” prete, ma anche un

essere umano dal cuore d’oro. Una persona generosa, altruista, a volte un po’ “troppo ansiosa”, ma sempre pronta a tendere la mano e non lasciarti solo. Per chi non lo conoscesse, Don Giuseppe Delle Cave è di Afragola, è il parroco della Chiesa di San Marco all’Olmo e della Chiesa Matrice di San Marco in Sylvis. Ha un bagaglio culturale immenso, ama uscirsene con citazioni in latino in ogni occasione e non si tira mai indietro quando c’è da scherzare, ma soprattutto quando c’è da dare una mano, una parola di conforto, una perla di saggezza. E’ laureato in teologia ed in filosofia, è stato professore di religione e padre spirituale di tanti sacerdoti, diventati oggi figure molto importanti. Ci siamo chiesti spesso perché lui non avesse mai accettato le proposte che gli venivano “dall’alto”, di diventare “vescovo”, di prendere il posto che sicuramente gli spettava. La sua risposta è sempre la stessa: “Questo è il mio posto, è quindi che devo stare. Con voi.” Saggezza, intelletto, dolcezza, tanto consiglio e fortezza: sono queste sicuramente le parole che si potrebbero utilizzare per descriverlo. Don Peppino è una persona fantastica, quindi quando mi è stata data la possibilità di intervistarlo, ho deciso di cogliere al volo l’occasione: è un dono che i lettori si meritano quello di venire a conoscenza della sua esistenza, anche solo

tramite il ritratto che io farò di lui. Cominciamo con la domanda che quasi tutti vorrebbero rivolgere ad un sacerdote: ha sempre saputo di voler fare il sacerdote o aveva altri “sogni” prima della sua chiamata? Ho sempre frequentato l’oratorio della parrocchia, gestita allora da Don Gabriele Laudiero. Ero un ragazzo, uno scugnizzo della strada, mi piaceva giocare a pallone, frequentare il catechismo, servire la messa. Poi un po’ spinto da mio padre e anche da don Gabriele, un giorno sono stato presentato al rettore del seminario, il quale mi interrogò sulla vocazione e poi così sono entrato nel seminario Minore e Maggiore di Capodimonte. Li sono rimasto a meditare, a fare un cammino di discernimento vocazionale per 15 anni. Poi sono tornato nella mia parrocchia di battesimo dove svolgo questo ministero Pastorale. Ed è in questo momento che ha capito che, quella del sacerdozio, fosse la sua vocazione? Non avevo né i mezzi e né la possibilità di capire, ero solo un ragazzo al quale piaceva giocare, servire la messa e frequentare la scuola, ma non più di tanto. Non avevo avuto occasioni. Però è stato mio padre come catechista che mi ha chiesto l’idea di diventare sacerdote mi piacesse, nella nostra famiglia c’erano stati tanti sacerdoti. Poi aiutato dal mio parroco sono entrato in seminario e lì ho capito di aver ricevuto una vera e prorpia chiamata, lì ho capito e ho risposto, ho capito che la mia vita doveva svolgersi proprio in questa sequela di Cristo e svolgersi come servizio per la Chiesa. Ma l’opportunità mia era proprio frequentare il seminario, allora non c’erano incontri vocazionali. E’ stata una cosa cresciuta nel tempo! Nel tempo vero, infatti siamo partiti che eravamo quaranta in una camerata prima in prima media e poi sono arrivato solo alla messa perché c’è stata una selezione quasi naturale. Quindi non è stata una vocazione come quella di San Paolo, ma una vocazione ordinaria, maturata in seno soprattutto alla famiglia e alla parrocchia. Quindi, a differenza magari di molte altre situazioni in cui la scelta di intra-


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prendere questo lungo cammino del sacerdozio non è vista di buon occhio dalla famiglia, nel suo caso era quasi naturale che accadesse! Tutte le vocazioni passano attraverso il vivaio della famiglia, la famiglia è il luogo per eccellenza di discernimento, sia per la vocazione presbiterale che per quella matrimoniale. Ha mai pensato “E se invece di fare il sacerdote, avessi fatto altro?” Mai. Non ho mai pensato di fare altro. Solo quello. Infatti mio padre faceva sempre una battuta “Tu sai fare solo il sacerdote, non sai fare altro.” Secondo lei, com’è cambiato il ruolo del sacerdote tra ieri e oggi e come, sempre secondo lei, cambierà domani? Il sacerdote è anche figlio del suo tempo, è un uomo incarnato, un uomo che vive la sua storia. Vive la sua storia personale con la vocazione ma anche la storia civile, la storia della salvezza. E’ un locus theologicus, io vivo personalmente ma insieme agli altri. Quindi come cambiano i tempi, la cultura, l’uomo cambia, ma deve sempre confrontarsi con il dato teologico, deve sempre essere guidato dlla fede perché è del mondo ma non è del mondo, non deve mai acquisire lo spirito mondano. Sicuramente però, rispetto al passato la chiesa ha un ruolo sempre meno centrale nella società… Non dimentichiamo quello che ha detto Gesù: la chiesa è nel mondo lievito, sale e luce. Il lievito è minuto, il sale minuto, anche la luce è fioca, però la luce, il sale ed il lievito esplodono; quindi la chiesa deve essere sempre una minoranza, come il Signore è partito da 12 apostoli. Noi siamo sempre in minoranza però che riuscirà a sollevare il mondo oppure l›altra massima “Fa più chiasso un albero che cade in una foresta che una foresta che germoglia, che cresce. Quanto il covid e la pandemia hanno influito sulla fede? Le chiese sono praticamente vuote. Penso che tutti noi abbiamo attraversato, anzi stiamo attraversando questo momento così delicato della socializzazione, della mancanza di lavoro, di questa lotta continua da questa pandemia. Però la riflessione che abbiamo fatto, soprattutto all’inizio due anni fa, è che noi veramente siamo una sola famiglia, un solo villaggio globale, che l’uno ha bisogno dell’altro. Questo lo abbiamo sentito sulla nostra pelle, però non abbiamo portato più i frutti che veramente facevano capire come ognuno di noi ab-

ognuno ha il suo ruolo, come membro da il suo contributo. Il patrimonio artistico delle Chiese è sicuramente un vanto non solo nazionale, ma proprio regionale: la Campania è piena di arte. Come fare per valorizzare tutto questo? Le Chiese sono sempre state grandi centri di aggregazione, non solo sono luoghi di preghiera e di formazione cristiana, ma sono anche luogo di acculturamento, di preparazione delle generazioni del domani, come Don Bosco dice “l’oratorio serve per le nuove generazioni, perché un giorno diventano onesti cittadini e buoni cristiani.” Parlando del valorizzare la chiesa per avvicinare e per preparare le nuove generazioni, secondo lei come i cristiani, quindi le comunità, possono in qualche modo invogliare i giovani ad avvicinarsi o a riavvicinarsi alla chiesa e alla fede? La fede è un po’ come il Covid: contagiati si contagia. “Dal vostro amore sapranno che voi siete miei discepoli.” Se noi, cioè tutto il popolo di Dio, contagiamo con la testimonianza, con l’amore, con la vita gioiosa e una vita che manifesti il volto di Cristo risorto, allora i giovani, le nuove generazioni sono affascinate, soprattutto i giovani con i giovani. Soprattutto adesso, in tutto il mondo, in tutte le chiese del mondo, soprattutto la Chiesa di Roma con il papa, ci si metterà in cammino insieme, il sinodo, in cui dobbiamo scoprire il nostro volto di essere popolo di comunione, di ascolto, di missione per rispondere a questi tempi. La chiesa è madre e maestra, deve rispondere sempre ai tempi che vive, che sta vivendo e quindi il sinodo è un ulteriore occasione, come il Concilio Vaticano II, di rispondere alle domande di questa società. Soprattutto in questi tempi così duri le istituzioni come potrebbero aiutare? Lavorare insieme, senza pregiudizi e senza riserve, senza barriere e quindi ecco che la parrocchia interpella. noi diciamo sempre che la comunità parrocchiale è una grande agenzia pedagogica, educativa, noi diciamo che sono tre le agenzie: famiglia, scuola e parrocchia. Queste tre agenzie devono stare sempre in contatto, in dialogo, in comunione tra loro, aprendosi a tutte le istituzioni. Se lei potesse fare un appello adesso alla nostra giunta comunale, al nostro sindaco, per aiutare le le chiese, soprattutto quelle più povere, cosa direbbe? Le parrocchie più povere sono le parroc-

bia bisogno dell’altro e quindi dobbiamo uscire dall’egoismo ma dobbiamo riuscire ad aprirci sempre di più; ed invece non abbiamo assimilato, metabolizzato bene questo tempo come apertura agli altri e stiamo uscendo male. E poi noi cristiani siamo pieni di una speranza che è una certezza, cioè Cristo è risorto, che Dio è la vita. Il cristiano va avanti, guardando colui che è la nostra speranza, come Sant’Ambrogio di Milano scriveva “In te Signore ho sperato e non resterò deluso in eterno.” L’unica speranza è solo Gesù Cristo per noi cristiani, quindi è uno sguardo di fede, di vita futura, di proiezione al futuro che per noi è una certezza, cioè che Cristo è risorto. Come lei ha detto, da quando è uscito dal seminario è ritornato subito nel suo quartiere e non l’ha più lasciato. Perché? Io non ho fatto una scelta, il Vescovo non mi interpellò neanche. Morto don Gabriele mi hanno subito portato alla mia parrocchia di battesimo. So anche che hanno fatto una sottoscrizione, un plebiscito. Io sto qui, in obbedienza al Vescovo. Nessuno voleva venire qui, a San Marco. Volevano andare tutti al Vomero, volevano tutti una realtà più facile e meno “complicata”. Il sacerdote deve andare dove ce n’è più bisogno, nelle realtà più difficili, come dice lo stesso Papa Francesco. Bisogna spendersi, dare la vita, soprattutto quando ci sono le difficoltà. Ma bisogna sapere che Dio troverà sempre il modo di aiutarti a portare il gregge a destinazione, sano e salvo. Un cammino che non fai da solo però, con tanti fratelli e sorelle, i catechisti, i collaboratori parrocchiali. La parrocchia essendo una famiglia,


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16 chie più ricche. E’ Gesù che ti arricchisce. Questi sono i veri valori del Vangelo: carità, amore, speranza, magari li conservassimo o li prendessimo come modello. Saremmo tutti più credibili, più testimoni. Abbiamo anche detto al sindaco di essere sempre disponibile, di fare bene il suo lavoro: è necessario riportare la nostra città alla gloria di un tempo. Bisogna affiancare al grande progresso, come quello della TAV anche a quello soprattutto dei quartieri e il successo dei giovani. Il paese è deficitario sotto tanti aspetti. Bisogna agire concretamente. I nostri giovani vanno altrove, vanno all’estero per trovare lavoro, li lasciamo andare via senza provare a fare qualcosa. La nostra città è ricca di persone che possono dare e fare tanto. E’ necessario che con umiltà ci mettiamo l’uno al servizio dell’altro. Ritornando alla realtà parrocchiale, una realtà parrocchiale formata da molti giovani, quali sono le attività della parrocchia ed i tanti progetti portati avanti in questi anni? Io incontro ogni giorno dei giovani papà che qui, nell’oratorio, hanno passato la maggior parte della propria vita e mi portono i loro figli per farmeli conoscere e per far vedere loro il posto in cui sono

cresciuti. Con grande gioia raccontano ai loro figli e a loro stessi di questo luogo che è per loro un luogo benedetto, di crescita umana ed interpersonale. I giovani parlano il loro linguaggio, quello della musica, quello del cinema, il linguaggio del ballo e dello sport, il linguaggio della preghiera: tanti linguaggi che servono a sviluppare integralmente la persona umana, corpo e spirito. I giovani qui trovano tutti i mezzi per esprimersi. Il nostro è un oratorio sempre vivo, sempre in funzione: ci siamo dovuti arrestare causa Covid, ma sono certo che torneremo presto a riempire tutte le stanze di questo grande e bell’oratorio. Da più di dieci anni, i giovani hanno passato le loro estati in parrocchia, portando avanti un campo estivo bellissimo per tutti i ragazzi della parrocchia: acclamato da tutta la città per la serietà e le tante attività, soprattutto lo spettacolo di fine campo estivo. Sono diversi i corsi attivi in parrocchia: il corso per imparare a giocare a scacchi, il corso di chitarra, calcetto, i corsi di ballo, il coro parrocchiale, corso di teatro. Tanti dei nostri con la loro band musicale continuano a portare la musica ovunque. C’è un continuo cammino per i formatori, con l’Azione Cattolica, la psicolo-

ga. E tante sono le cose che torneremo a fare: il presepe vivente e la Via Crucis per le vie della città con i costumi dell’epoca. Come ultima domanda, volevo chiederle: quali sono i suoi obiettivi per il futuro? Ti voglio rispondere con una frase celebre di Giovanni Paolo II, tanto amato dai giovani: “Il nostro programma: è Gesù da conoscere, amare, imitare.”

Crescere insieme, perfezionandosi SICUREZZA EDILIZIA AMBIENTE VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


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CIRO TROISE

LA LEZIONE DI SPALLETTI SULLA CATTIVERIA È IL PATRIMONIO PER IL FUTURO

Quando si vince, bisogna riflettere e capire perché si ha la serenità giusta per recepire le indicazioni. È una vecchia legge del calcio e Spalletti l’ha applicata dopo la vittoria contro la Salernitana. Una partita senza storia, considerando anche le condizioni della Salernitana, squadra costruita male in estate, gestita peggio, espressione della situazione d’incertezza societaria fino alla svolta di fine 2021. Dovrà lavorare tantissimo Sabatini per ricostruire una squadra credibile, capace di trasmettere almeno la speranza della grande impresa, confidando che al più presto possibile venga concesso alla Salernitana di giocare sul campo le partite contro Udinese e Venezia. Spalletti ha ragione, il Napoli ha avuto un quarto d’ora di black-out in cui ha creduto di poter gestire il pallone senza la giusta intensità mentale, con poco movimento senza palla, come se la partita fosse già in cassaforte. È una questione d’atteggiamento, che deriva anche dalle caratteristiche dell’attacco senza Osimhen. Non c’è la ferocia, a volte ci si specchia come se si facesse accademia, convinti che poi arriveranno altre occasioni. Un atteggiamento che ha portato al pareggio della Salernitana prima del rigore trasformato da Mertens a fine primo tempo. Il contatto è lieve ma Veseli allunga la mano dietro la schiena con Elmas in corsa, una dinamica che l’arbitro sul campo, vicino all’azione, ha ritenuto meritevole di rigore. Una scelta che non poteva essere corretta al Var, contro cui si sono scagliati tanti opinionisti. Non si è vista la stessa intensità di critica quando Handanovic andava espulso contro il Sassuolo o proprio sabato, per la gomitata di Dzeko a Modolo poco prima del gol del pareggio

di Barella contro il Venezia. Storie note, per cronaca il secondo rigore è ineccepibile. Il braccio di Veseli è largo e dalla scorsa estate la deviazione con un’altra parte del corpo (in questo caso il fianco) non è rilevante, non depenalizza il fallo di mano se si aumenta il volume corporeo. Al di là del quarto d’ora di black-out, l’upgrade che il Napoli può fare è diventare più feroce nelle scelte, al momento dell’ultimo passaggio o della conclusione. Lo dimostrano i numeri: il Napoli tira 16.7 volte a partita in media, solo l’Inter in Italia va alla conclusione con maggiore frequenza. I tiri in porta sono 5.5, il Napoli scivola al settimo posto nei cinque principali campionati europei e i gol, considerando quelli stagionali, sono precisamente due a partita. In serie A il Napoli ha solo il quinto attacco, l’inizio del 2022 con 10 punti in quattro gare ha addolcito la delusione per quelle sfide senza acuti contro Empoli e Spezia. La cooperativa del gol funziona ma non c’è un attaccante in doppia cifra, s’attende che dopo la sosta Osimhen sia pienamente brillante, in termini realizzativi devono fare poi molto di più Politano, Lozano e Insigne.

Petagna ha fatto solo tre gol ma sono stati pesanti, Mertens è stato il trascinatore nei momenti più complicati. Il Napoli tutto sommato ha saputo resistere all’emergenza perché non era scontato arrivare a questo punto della stagione secondi in classifica, a +7 sulla Juventus quinta. Gli azzurri ora possono pensare ad una nuova vita, in attesa di ritrovare anche Koulibaly, Anguissa e Ounas, quando avrà messo a posto le complicanze cardiache post Covid. Le prime due settimane di febbraio diranno se il Napoli può dare sostanza ai propri sogni, tra la trasferta di Venezia e lo scontro diretto contro l’Inter, che il 6 febbraio dovrà disputare il derby. L’obiettivo è sempre il ritorno in Champions League ma i sogni, se ricchi di sostanza, aiutano ad affrontare tutti gli impegni, generano entusiasmo in una città che ha bisogno di riscaldare il suo senso d’appartenenza. Le partite contro Sampdoria, Fiorentina e Salernitana sotto il profilo della presenza di pubblico rappresentano un colpo al cuore. Mancavano l’anima delle curve, la città anche in altri luoghi è parsa colpita dalla variante Omicron ma il problema del distacco tra il Napoli e il suo popolo esiste e non va nascosto. L’auspicio è che a febbraio si rigeneri un’altra vita: con la squadra al completo, l’entusiasmo in città e gli stadi più pieni, considerando che è iniziata la discesa dei contagi. Stare a contatto con la vetta non era scontato, il Napoli è uscito da difficoltà incredibili svoltando proprio con il pareggio di Torino nel momento più complesso. Questo gruppo merita affetto ed entusiasmo, la città torni a vivere questa squadra e questa maglia con il calore che conosciamo.


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18 RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA

Egregio Avvocato Mario Setola, mi chiamo Emilia e scrivo da Napoli. Sono proprietaria di un terreno. Anni fa fu impiantato senza il mio consenso un palo elettrico. Qualche tempo fa ne ho chiesto la rimozione, ma ho incassato dall’ente un netto rifiuto, perchè il palo risulta essere necessario ed indispensabile per la zona. Ora, come posso comportarmi? E’possibile chiedere un risarcimento per aver in forma arbitraria impiantato questo palo elettrico sul mio fondo? Inoltre mi è stata chiesta una servitù a vita dall’ente. Grazie e complimenti per l’interessante rubrica. Gentile signora Emilia, la ringrazio per avermi contattato e per i complimenti. Innanzitutto individuiamo l’istituto di diritto civile che la legge prevede in questi casi. In generale i diritti di servitù si definiscono tradizionalmente come “un peso imposto sopra un fondo per l’utilità di un altro fondo appartenente a diverso proprietario” (art. 1027). Le servitù vengono variamente classificate. Una di queste classificazioni è proprio quella delle servitù coattive, quelle cioè che vengono imposte al proprietario di un fondo anche contro la sua volontà, che si differenziano da quelle volontarie che invece si originano liberamente su base contrattuale. Non avendo lei stipulato alcun contratto con l’ente di cui giustamente mantiene il riserbo per una questione di tutela della privacy, è chiaro che si tratta di una tacita imposizione configurabile come servitù coattiva. Il diritto alla costituzione coattiva delle servitù è dalla legge previsto in una serie di casi: Acquedotto coattivo: è la servitù di far passare acque attraverso il fondo, o i fondi, altrui (escluse case e giardini) per soddisfare il bisogno di acqua del

proprio fondo (analoga è la servitù di scarico coattivo). Passaggio coattivo: è la servitù di passaggio sul fondo, o sui fondi, altrui (escluse case e giardini) che spetta al proprietario del cd. fondo intercluso, ossia del fondo che non ha un accesso diretto alla strada pubblica o che potrebbe realizzarlo solo con eccessivo dispendio o disagio (quando il fondo sia destinato ad usi agricoli o industriali, il proprietario di questo ha diritto al passaggio coattivo anche se ha un proprio accesso sulla strada pubblica, ma si tratta di un accesso insufficiente ai bisogni agricoli o industriali del suo fondo). Elettrodotto coattivo (analogamente: acquedotto pubblico, metanodotto, oleodotto, linee telefoniche, installazione di antenne televisive ecc.): è la servitù che spetta all’ente o alla società che gestisce il servizio di erogazione al pubblico di energia elettrica, acqua potabile, metano ecc. su tutti i fondi che sono situati lungo il percorso della linea elettrica, dell’acquedotto ecc. Le servitù coattive sono di regola costituite con sentenza dell’autorità giu-

diziaria, su domanda dell’interessato; la sentenza determina anche l’indennità dovuta al proprietario del fondo servente. Nei casi espressamente previsti dalla legge, la servitù coattiva può anche essere costituita con provvedimento dell’autorità amministrativa (provvedimento che assume carattere analogo all’espropriazione per pubblica utilità). Quindi, la saluto informandola che non è possibile chiedere la rimozione del palo finchè questo risulta essere necessario per pubblica utilità, ma è possibile chiedere la corresponsione di un’indennità per l’asservimento del fondo. Addirittura la legge prevede che fino a quando l’ente non paga l’indennità, può opporsi all’esercizio della servitù. Non comprendo, invece, cosa intenda l’ente per “servitù a vita”. Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero

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IDA PICCOLO

A TU PER TU CON SALVATORE MISTICONE

Consensi e apprezzamenti per la quattordicesima puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www.partenope.tv). La trasmissione, condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, a partire dalle ore 21,00, ha avuto come graditissimo ospite Salvatore Misticone, attore di cinema, televisione, teatro, spot pubblicitari e tenore napoletano, classe 1945, un vero e proprio punto di riferimento per i nuovi caratteristi. Tanti i successi al cinema a cominciare dal 2002, con il film Incantesimo napoletano e a seguire Un mondo d’amore, Febbre da cavallo - La mandrakata, Un’estate al mare, Un’estate ai caraibi, Il ritorno del Monnezza, intanto nel 2009 arriva la miniserie televisiva Pinocchio nel ruolo del carbonaio con Bob Hoskins, per 10 anni ha girato numerosi spot televisivi della serie La famiglia Benincasa e il celebre spot delle patatine Lais nel ruolo di El pescader con Antonio Banderas. Dopo una lunga gavetta conosce il successo nazionale con Alessandro Si-

ani e Claudio Bisio, grazie ai film Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, dove è nato il signor Scapece. Dopo recita nel film di Matteo Garrone Reality, in Vacanzieri oggi e domani, Il principe abusivo, Si accettano miracoli, Tutto molto bello, Ultima fermata, Un boss in salotto, Noi e la Giulia, Matrimonio al sud, Troppo napoletano, Ci devo pensare, Fausto & Furio, Il crimine non va in pensione, La Verità, Vieni a vivere a Napoli, Vita Cuore Battito, Zoolander 2, Ninna nanna, Finalmente sposi, Din Don – Una parrocchia in due, Attenti al gorilla, Appena un minuto, Il giovane Pertini Combattente per la libertà, 7 Ore per farti

innamorare e Benvenuto in casa Esposito. In televisione lo ricordiamo in Un Posto al Sole, I Cesaroni, Un Medico in Famiglia, La Squadra, Capri 3, Squadra Antimafia, Salvo D’Acquisto, Assunta Spina, Made in Sud, il telefilm Maggie e Bianca - Fashion friends e 4 Misteri e un funerale. Simpatico, estemporaneo, vulcanico, Salvatore ha ricordato anche i molteplici successi teatrali tra cui Masaniello, Festa di Piedigrotta, Qui rido io, Festa di Montevergine, La marcolfa, Zingari, Novecento Napoletano, Scapece ma capace, Benvenuti in casa Esposito, la Cantata dei pastori, Lo scarfalietto, i tanti premi vinti, ha parla-

to della sua passione per il mare e la pesca, ha anticipato i prossimi progetti Vincenzo Malinconico Avvocato con Massimiliano Gallo, su Rai 1, Maradona: Sogno benedetto (El suenho bendido – Maradona), su Amazon Prime, dove interpreta Carlo Iuliano, Sartù, il Sorriso è servito. Molte sono state le testimonianze fotografiche e i montaggi relativi alla carriera, ai colleghi, alla vita privata e molteplici i videomessaggi inviati da Cristian Boragine, Dario Germani, Antonio Colantuono, Nando De Maio, Gaetano De Martino, dalla figlia Laura e dai nipoti, da poco Misticone è anche bisnonno di Giovanni, figlio della nipote Francesca, figlia della figlia Ilaria. Molto apprezzata la rubrica “In cucina con Gemyy” curata dalla food blogger Gemma Caruso, che ha ideato per il nostro Salvatore i fusilloni di Gragnano con dadolata di pancetta e funghi trifolati champignon. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. La replica andrà in onda domenica alle ore 21,00.

LA PUBBLICITÀ SULLE EDIZIONI DIGITALI E SUI SITI DEI GIORNALI OFFRE UNA INFORMAZIONE CREDIBILE. IL SETTIMANALE CASORIADUE HA UNA STORIA CARTACEA DI 30 ANNI E DAL LOCKDOWN HA INIZIATO LA SUA STORIA IN EDIZIONE DIGITALE; IN AGGIUNTA HA ANCHE UN SITO DEL GIORNALE. LA PUBBLICITÀ È UN’ANTENNA MOLTO SENSIBILE IN UNA FASE DI RIDEFINIZIONE DEI VALORI E DELLE PRIORITÀ. LA NOSTRA TESTATA DÀ LA POSSIBILITÀ ALLE AZIENDE CHE INTENDONO PUNTARE SULLA QUALITÀ E SULLA CAPACITÀ CREATIVA DI IMMAGINARE UN TEMPO POST PANDEMIA.


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TERESA D’ANGELO

AMADEUS E GIOVANNA, LA COPPIA PIÙ BELLA ED AFFIATATA DELLA TV ENTRAMBI DI NUOVO IN DIREZIONE SANREMO

Amadeus e Giovanna Civitillo, sono la coppia più affermata ma anche invidiata dello spettacolo. Inseparabili da quasi vent’anni dove la loro storia va a gonfie vele. Quest’anno Amadeus condurrà di nuovo il festival di Sanremo mentre Giovanna sarà presente in veste di inviata per la Vita in diretta. Anche le varie difficoltà organizzative a causa di questo Covid, non hanno fermato il brillante direttore artistico che si è dato da fare per organizzare tutto al meglio. L’affascinante pubblicità dove si vede il teatro dell’Ariston lì a Sanremo, lancia un messaggio molto esplicito che la musica non deve fermarsi, che la tv, lo spettacolo non devono arrendersi ma combattere questa dura lotta e strappare emozioni e sorrisi alle persone, che aspettano questo festival ogni anno come una ventata di cambiamento. Tanti saranno i cantanti, tanti gli ospiti,

tante le sorprese. I fan però si sono accaniti sulla coppia cioè su Giovanna per una frase detta in intervista a Domenica In, dove ha dichiarato “Incontrare Amadeus è stata la fine della mia carriera”, una frase un pòpesante anche perché sta continuando a lavorare in Tv.Anche se Giovanna intendeva altro riguardante la sua carriera da ballerina, perché l’incontro con Amadeus nel famoso programma “L’eredità”, dove lui era conduttore, le ha stravolto la vita Per amore ha lasciato tutto, inseguendo il sogno della loro bella storia d’amore e di una famiglia felice. Oggi che il piccolino è diventato grande, lei può in un certo senso riscattare il perduto e stare accanto al marito nel mondo dello spettacolo, quale migliore occasione di Sanremo? Sarà accanto al marito in questa splendida esperienza che tutti farebbero.

TERESA D’ANGELO

MASCHERINA CHE CAMBIA COLORE SE NON FILTRA IL BREVETTO È DI UN GIOVANE 19ENNE DI ANCONA

Un dispositivo da inserire nella mascherina che attraverso una reazione biochimica cambia colore mostrando quando non è più efficace. L’idea del giovane studente del politecnico di Torino, Viorel Ionut Bohotici, sarà presentata all’Expò di Dubai il 18 febbraio 2022. Questo progetto nasce dopo aver letto che il 72% di un campione di utilizzatori di mascherine utilizzava il dispositivo così a lungo che diventava inefficace per fare da barriera al virus. “Con l’obbligo di utilizzare le mascherine ovunque ora il sensore diventerebbe essenziale -ha spiegato lo studente-: se il dispositivo filtrante non fosse ancora efficace la mascherina cambierebbe colore diventando arancione” Il19enne di Camerata Picena, nell’Anconetano, ha già brevettato il microchip, progettato un anno fa e presentato come elaborato dell’esame di maturità, all’Istituto d’Istruzione superiore Galilei di Jesi. Lo studente ha ben impresso nella sua mente quanto gli disse la sua insegnante di chimica organica e biochimica all’’esame di maturità: “Questa non è una tesina di maturità, ma un’ottima tesi di laurea”. Top secret sono i dettagli tecnici della sua invenzione, nata nel laboratorio della scuola superiore: il dispositivo deve avvolgere la mascherina, che sia FFP2 o chirurgica, e si basa sulla presenza di particolari enzimi che fanno avvenire la reazione e il cambiamento di colore. “Una volta sul mercato, il dispositi-

vo costerebbe un centesimo per mascherina”, spiega lo studente che ha affidato un’indagine di mercato agli ingegneri gestionali di SitPolito, l’associazione che ha l’obiettivo di sviluppare progetti e promuovere iniziative di sensibilizzazione su tematiche di innovazione sociale di cui fa parte. Utilizzare questo dispositivo su ogni mascherina consentirebbe di “ridurre ulteriormente la possibilità di contagio e questo vale per tutte le malattie che si trasmettono via aria, con un conseguente impatto positivo sul sistema sanitario nazionale”. Il sistema è valido anche per altri utilizzi: “Potrebbe avere largo impiego in campo alimentare - spiega Bohotici -: il cambio di colore indicherebbe eventuali cattive conservazioni degli alimenti e segnalare anche la loro scadenza: dando una semplice occhiata all’indicatore si potrebbe capire se l’alimento è scaduto o meno, evitando dunque possibili sprechi o infezioni alimentari”. Bohotici, grazie alla sua invenzione brevettata, sta cercando di avviare una start up nel settore biotecnologico, con i suoi colleghi del Politecnico di Torino, Paolo Brancato e Vittorio Balestrazzi, ed è alla ricerca di eventuali investitori: “Ma se dovesse arrivare un’offerta giusta - dice - sarei disponibile anche a vendere il brevetto”. Il brillante studente non è alla prima esperienza in tema di ricerca, aveva già brevettato durante la sua carriera scolastica, un altro dispositivo in grado di sanificare i soldi.


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ANTONIO BOTTA

27 GENNAIO: PER NON DIMENTICARE

“Una pace futura potrà essere veramente tale solo se ogni uomo sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore” scriveva Etty Hillesum, giovane donna uccisa ad Auschwitz. La strada indicata da Hillesum è ancora tanto lunga. E’ doveroso, oggi più che mai, non dimenticare la follia della SHOAH per la recrudescenza di un clima di sospetto, rancore, diffidenza e odio che caratterizza i rapporti umani. E’ necessario rispondere agli atti di discriminazione e di violenza, come ha posto in luce Papa, Francesco nell’enciclica “FRATELLI TUTTI” con un rinnovato impegno a costruire legami nuovi e percorsi concreti di amicizia sociale, di amore fattivo, di fraternità, soprattutto ponendo fine alle profonde diseguaglianze che tormentano popolazioni indigenti, che vivono in condizioni subumane. Ha scritto Walter Veltroni nel suo libro “ODIARE L’ODIO”, ed. Rizzoli, che l’odio è la malattia sociale del nostro tempo, stravolge coscienze e rapporti umani, si impadronisce delle nostre parole, è il grande incubatore della violenza”. Nel passato gli uomini hanno scritto pagine orrende di storia con inchiostro di sangue, commettendo nefandezze e atrocità contro i propri simili, ma anche oggi, purtroppo si vive un difficile presente, nel quale l’odio è alimentato da prospettive incerte, soprattutto per i giovani, dall’accumulo di profitti ingenti di un 20% di straricchi che possiede l’80% delle risorse del pianeta; odio acuito dalle ingiustizie laceranti, da un’economia che consente alle multinazionali, ai giganti tecnologico – finanziari di accumulare ricchezza a sbafo; un odio anche “favorito e amplificato” come ha evidenziato Veltroni, e ben sa chi naviga sui mezzi digitali, “dai social, nei quali si fa uso e abuso di espressioni durissime, offensive, volgari, contro chi si permette di dissentire e/ contraddire le altrui opinioni, chi è diverso per etnia, per religione, per inclinazioni sessuali, chi è debole, chi appare come una minaccia o come un capro espiatorio. Ci siamo illusi, forse, credendo che la pandemia ci rendesse migliori. Da quel che accade, pare proprio di no! Quali gli argini ai comportamenti aggressivi, ai pregiudizi duri a morire, alla furia

devastatrice, verbale e fisica lanciata, in particolar modo, contro gli inermi, le donne, quelli considerati “diversi” per orientamento sessuale, per il colore della pelle, contro gli immigrati, accusati di invadere il nostro sicuro “orticello”? Una sola la risposta: far prevalere, in ogni contesto, il linguaggio della ragione e del discernimento, cercando, anche quando si ritiene di avere ragione, di assumere un atteggiamento empatico, immedesimandoci nei panni altrui. I conflitti, in ogni rapporto umano, ci sono e devono esserci: non vorrei apparire ingenuo o uno che non sa dove si vive, sceso forse dalla luna. Il dirsi tutto è un segno di lealtà, ma come ha giustamente affermato lo scrittore Antonio Thelluton, “bisogna imparare a litigare, mantenendoci per mano”, discutendo anche animatamente, se è il caso, ma sempre avendo come limite quel rispetto e quella considerazione che chiedo per sé dagli altri e, dunque, a mia volta devo mostrare a loro. Oggi, allora, nel giorno della memoria di una evento devastante, la SHOAH, nel quale la barbarie disumana ha straziato e ucciso in modo orrendo milioni di esseri umani, facciamo emergere in noi espressioni di pace, messaggi positivi di speranza, lanciati da spiriti buoni, messaggeri d’amore. Jean Vanier: “Abbiamo bisogno di riscoprire la dimensione umana, di rivolgere tutti insieme lo sguardo al povero, al debole, perché la compassione possa toccare i nostri cuori e risvegliare le intelligenze. Questa è una profonda conversione”. Curato d’Ars: “La carità è un mantello regale che sa nascondere bene gli sbagli dei propri fratelli e non permettere mai

di credere che si è migliori di loro”. Proverbio cinese: “Dio sorride se apri una porta. E’ triste se alzi un muro”. Luciano De Crescenzo: “Siamo angeli con un’ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati”. A.De Saint Exupery: “Da te posso venire senza dover indossare maschere o recitare, senza dover svendere neanche la più piccola parte del mio mondo interiore. Ti sono grato perché mi accetti come sono. Che farmene di un amico che mi giudica? Rabindranath Tagore: “Fatico a camminare per il peso del cuore, carico dei doni che non ho ancora donato”. Proverbio orientale: “Non usare l’ascia per scacciare la mosca dalla fronte del tuo amico”. Paul Poupard: “Il dubbio, l’angoscia, la paura a cui conducono le culture oggi, le ritroviamo pure nella vita dell’uomo.. E’ nostro dovere testimoniare che l’amore è il più forte dinamismo della vita personale e della storia del mondo.” Oscar A. Romero: “Una “civiltà dell’amore” che non esigesse la giustizia tra tutti gli uomini, non sarebbe neppure una vera civiltà. E’ una caricatura dell’amore far passare per elemosina ciò che si deve per giustizia e coprire con apparenza di beneficenza ciò che si sta fallendo nel sociale. Il vero amore comincia con la giustizia tra coloro che si amano”. Papa Francesco: “La Chiesa non è al mondo per condannare, ma per permettere l’incontro con quell’amore viscerale che è la misericordia di Dio. Perché ciò accada, è necessario uscire. Uscire dalle chiese e dalle parrocchie, uscire e andare a cercare le persone là dove vivono, dove soffrono, dove sperano.”


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22 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO NAPOLI NORD CASAVATORE

ELEZIONI AMMINISTRATIVE ANNO 2015 – ENNESIMA ASSOLUZIONE PER IL COMANDANTE COLONNELLO ANTONIO PIRICELLI, INSIEME AL LUOGOTENENTE VINCENZO OREFICE DOPO QUASI SETTE ANNI “ASSOLTI PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE”

Il 29 febbraio 2016 a seguito di indagini relative alle elezioni amministrative del maggio 2015 la Direzione Distrettuale Antimafia emetteva provvedimento di conclusione di indagine a carico di n.15 persone per varie ipotesi di reato. Tra i destinatari del provvedimento figuravano anche il Comandante della Polizia Locale di Casavatore Colonnello Antonio Piricelli, attualmente Comandante della Polizia Locale di San Marcellino(CE) ed il Luogotenente Vincenzo Orefice, accusati di voto di scambio, omessa denuncia e per aver commesso il fatto con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio. Il Colonnello Piricelli dal 01 marzo 2016, veniva incaricato di dirigere il Comando della Polizia Locale della Città di Afragola oltre al Comando di Casavatore. Nello stesso periodo il Comandante Piricelli rivestiva a titolo gratuito il ruolo di Presidente del Consorzio Cimiteriale di Casoria Arzano Casavatore. Il primo marzo il Comandante Piricelli dopo aver preso servizio presso il Comando di Afragola, comprendeva che probabilemente la situazione della conclusione di indagine aveva creato qualche imbarazzo in seno all’amministrazione per questo durante la giornata si “ dimetteva “ suo malgrado dal prestigioso incarico ritornando a dirigere solo il Comando di Polizia Locale di Casavatore, dimissioni che anticipavano quelle protocollate successivamente anche per l’importante incarico ricoperto a titolo gratuito di Presidente del Consorzio Cimiteriale di Casoria Arzano Casavatore. Il 24 febbraio 2016 il Comandante Piricelli era stato a cena con il Presidente della Regione Campania On. Vincenzo De Luca per discutere delle numerose problematiche che attanagliano la Polizia Locale. Alcune testate giornalistiche nazionali e locali ai primi di marzo scrivevano che il Comandante Piricelli era stato a cena con il Presidente De Luca dopo aver ricevuto la conclusione di indagine ed era tutto sorridente, notizia non vera perché la cena si era svolta il

24 febbraio e l’atto di conclusione di indagine veniva notificato al Comandante Piricelli il 29 febbraio 2016 ben 5 giorni dopo. Nel 2017 con Decreto firmato dal Presidente della Repubblica il Comune di Casavatore viene sciolto per permeabilità dell’Ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata che ha arrecato un grave pregiudizio agli interessi della collettività. Nel corpo del Decreto di scioglimento viene riportato che la Commissione di Indagine ha evidenziato che il Comandante Colonnello Antonio Piricelli L’inchiesta della DDA lo pone al centro di un intreccio politico mafioso che lo vede attivamente appoggiare con condotte penalmente rilevanti fino all’abuso dei doveri di ufficio. Il comandante ed il maresciallo della polizia municipale sono stati anche accusati di aver commesso il fatto con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o ad un pubblico servizio. Per tali accuse il Comandante Colonnello Antonio Piricelli difeso dall’Avvocato Girolamo Catena del Foro di Napoli ed il Luogotenente Vincenzo Orefice difeso dall’Avvocato Francesco Izzo il 29 febbraio 2016 ricevono conclusione

di indagine. Il 21 dicembre 2017 unitamente a tutti gli indagati vengono rinviati a giudizio. Il 20 gennaio 2022 si è svolta l’ultima udienza al termine della quale il collegio del Tribunale di Napoli Nord Presidente dottoressa Pacchiarini ha emesso il dispositivo nel procedimento penale a carico del Comandante Colonnello Antonio Piricelli e del Luogotenente Vincenzo Orefice ed ha “ assolto gli imputati per il reato a loro ascritto perché il fatto non sussiste “. Vengono inoltre poste in rilievo le carenze in materia di prevenzione e repressione dell ‘ abusivismo edilizio e una sostanziale assenza di attività sanzionatoria da parte dell’ufficio della polizia municipale. Non risulta aver posto in essere alcun controllo all’abusivismo edilizio, così agevolando edificazioni sine titulo e illegittime speculazioni edilizie riferite agli interventi del c.d. “ piano casa “, per le quali si è attivato al fine di censire i proprietari promittenti degli alloggi popolari. Per tale accusa a seguito di indagini ad ottobre 2018 al Comandante Colonnello Antonio Piricelli difeso dall’Avvocato Girolamo Catena del Foro di Napoli veniva notificato un avviso di conclusione di indagine emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord per il reato previsto e punibile dall’art. 27 comma 1 e 2 del DPR. 380/2001, perché in qualità di Comandante della Polizia Locale del Comune di Casavatore faceva eseguire opere edili abusive non esercitando la dovuta vigilanza sul complesso residenziale sito in Casavatore alla Via Taverna Rossa. Nei 20 giorni dalla notifica della conclusione di indagine il Comandente Piricelli ha chiesto di essere interrogato dal Pubblico Ministero. Il giorno 15 marzo 2019 il Pubblico Ministero ha chiesto di archiviare il procedimento penale con la motivazione “ si rileva che dalla documentazione allegata all’interrogatorio reso, emergono una serie di interventi e sopralluoghi effettuati dallo stesso in ordine ai fabbricati in oggetto, il Giudice per le indagini Preliminari a seguito della richiesta ha emanato “ De-


DOMENICA 30 GENNAIO 2022 creto di Archiviazione”. Altresì nel Decreto di Scioglimento viene riportato che l’azione dei dirigenti è improvvisata, si è estrinsecata per un verso in un costante ricorso ad affidamenti diretti di lavori pubblici e servizi in violazione dei principi di trasparenza rotazione e per altro nella totale omissione di obbligatori e di controllo e vigilanza e che nel periodo di riferimento hanno evidenziato che alcuni servizi in particolare quelli dell’Area Vigilanza (Polizia Locale) sono stati affidati ad aziende non presenti nell’elenco. Il 04 marzo 2019 veniva emesso avviso di conclusioni di indagini per i reati previsti e punibili dagli artt. 81cpv, 110 e 323 c.p., perché in concorso tra loro in esecuzione di un disegno criminoso Piricelli in qualità di Comandante della Polizia Locale e l’amministratore unico della società di apparecchiature per il servizio di dispositivi di controllo automatici fissi omologati per il rilevamento delle infrazioni al Codice della Strada, nonchè determinatore e beneficiario, nell’esercizio delle funzioni pubbliche al primo attribuite, in violazione di legge e regolamenti che consentono un affidamento diretto per il servizio di manutenzione degli impianti semaforici e noleggio di rilevazione di infrazioni al passaggio con il rosso alla suddetta società, in tal modo dando luogo in virtù di un frazionamento dell’importo ad un affidamento diretto e procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale alla società in quanto risultava affidataria dell’incarico in assenza di una regolare procedura di gara. Successivamente a seguito di decreto emesso dal Giudice per le Indi-

23 gini Preliminari del Tribunale di Napoli Nord il Comandante Colonnello Antonio Piricelli difeso dall’Avvocato Girolamo Catena del Foro di Napoli è stato rinviato a giudizio. Il 22 giugno 2021 si è svolta l’ultima udienza al termine della requisitoria il Pubblico Ministero ha fatto richiesta di assoluzione all’organo giudicante. Il collegio del Tribunale di Napoli Nord Presidente dottor Maffei ha pronunciato la sentenza nel procedimento penale a carico del Comandante Colonnello Antonio Piricelli ed ha “assolto gli imputati per il reato a loro ascritto perché il fatto non sussiste”. Per le accuse riportate nel decreto di scioglimento relative ai fatti sopra citati, l’Ufficio Procedimenti Disciplinari del Comune di Casavatore in data 20 giugno 2017 ha inflitto al Comandante Piricelli una sospensione disciplinare dal servizio di n. 20 giorni con privazione dello stipendio. Dopo quasi sette lunghi anni si chiudono tutti i numerosi procedimenti penali a carico del Comandante Colonnello Antonio Piricelli, con i tre provvedimenti emessi dalla Magistratura presso il Tribunale di Napoli Nord nel corso degli ultimi tre anni (uno di archiviazione e due di assoluzione perché il fatto non sussiste) viene messa la parola fine al lungo calvario che in questi anni ha creato una profonda ferita nella vita e nella carriera del Comandante Piricelli. Il Colonnello Piricelli, attuale Comandante della Polizia di San Marcellino(CE) vanta un currilculum di tutto rispetto, ha diretto numerosi Comandi tra i quali Casavatore, Crispano, Afragola, Sant’Antimo, Saviano durante i festeggiamenti dell’ultimo carnevale,

Portico di Caserta, Casandrino. Il Colonnello Piricelli soprannominato lo “sceriffo” per le sue numerose azioni poste in essere in materia di Polizia Giudiziaria annovera arresti di pregiudicati per furto, tentata lesione, interruzione di pubblico servizio, estorsione e ricettazione. Numerose sono le attività poste in essere in materia di “Terra dei Fuochi” tese a tutelare la salute dei cittadini, tra le quali si annoverano attività investigative che hanno portato al sequestro di numerose attività e veicoli per mancato rispetto delle norme ambientali, alla emissione di n.11 conclusioni di indagini per i reati di concorso per porre in essere più azioni criminose, concorso formale in più azioni criminose, per aver effettuato attività di gestione di rifiuti di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione per falsità ideologica, per trasporto di rifiuti senza il formulario ovvero per aver indicato nel formulario stesso dati incompleti o inesatti , per trasporto illecito. Numerosi i sequestri in materia edilizia, sanzioni per le ditte e le segnalazioni per il mancato rispetto dei dispositivi di protezione individuale da utilizzare sui luoghi di lavoro. Informative emesse nei confronti di chi sfrutta la manodopera del lavoro a nero, e per chi lavora ed è percettore del reddito di cittadinanza. Emessi numerosi Daspo Urbani a carico di parcheggiatori abusivi, indagini contro i dipendenti assenteisti cosidetti furbetti del cartellino, sequestri di attività sanitarie aperte in dispregio alle nomative vigenti.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Domenica 23 Gennaio il Maestro Pietro Russo (cintura nera 5 DAN) della palestra Kick Boxing Team Russo di Casoria è stato insignito della carica di Responsabile Nazionale Giakam Italia W.K.A Semi e Light Contact - pre agonisti - e coordinatore Regione Campania dal Presidente Maestro Aldo Garofalo. Il Maestro Russo cura da un po’ di anni questo sistema di combattimento, finalizzato nel punto stop per i bambini e nel combattimento continuato per gli adolescenti e adulti. Tutto il Team fa un grandissimo in bocca al lupo al proprio Maestro per questo prestigioso incarico .


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VERONICA CAPRIO

NATALIYA BORYSYUK: UN SOGNO CHIAMATO SANREMO

Nataliya Borysyuk è pronta a lasciare la sua città Casal di Principe per realizzare il suo sogno: un sogno chiamato Sanremo. Al via tra poco più di dieci giorni la 72esima edizione del Festival di Sanremo. La città dei fiori si sta già iniziando a preparare ad essere il centro degli eventi e dello spettacolo italiano durante la settimana più importante dell’anno. Qui prenderanno forma i sacrifici di mesi di studio e di lavoro dello staff Dream Massage® . Il Dream Massage® è una tecnica di massaggio certificata ideata dal Maestro Stefano Serra, spa manager di fama internazionale ed ora studiata nel master “Massaggiatore professionista dello spettacolo e dei grandi eventi”. Dopo mesi di alta formazione, i migliori professionisti del benessere sono pronti a raggiungere Sanremo per mettersi alla prova nella luxury spa Somnia Aurea Spa presso il Grand hotel Des Anglais. Attori, cantanti e personaggi dello spettacolo troveranno riposo e rigenerazione durante la settimana più frenetica e stressante dell’anno tra le mani degli operatori del Dream Massage® . Quest’anno farà parte della squadra Dream Massage ®, selezionata per Sanremo dal Maestro Serra, anche Nataliya Borysyuk. Nataliya Borysyuk è un’operatrice oli-

stica di origini Ucraine, residente a Casal di Principe (in provincia di Caserta). Nataliya studia e lavora nel settore benessere da qualche anno, ma da sempre è affascinata dallo scambio di energia positiva che avviene durante i trattamenti tra operatore e ospite. Nel tempo decide di studiare e approfondire molte tecniche di trattamento, sia olistiche che estetiche, occidentali ed orientali. Il 2021 è stato un anno colmo di emozioni e successi, Nataliya, infatti, partecipa all’International Massage Championship - IMA e al campionato di Masaje Latino.

Vive questa esperienza con la voglia di confrontarsi in questa “arte” con professionisti provenienti da ogni posto del mondo. Inaspettatamente i suoi sacrifici, gli anni di studio e di lavoro la conducono alla vittoria. Nataliya ottiene la medaglia di bronzo nella categoria massaggio facciale al campionato Masaje Latino ed è campionessa del pubblico per lo stesso. Inoltre è detentrice del primo posto con medaglia d’oro al campionato IMA. Subito dopo questi successi Nataliya decide di non fermarsi, ma anzi di continuare ad investire sulla sua formazione professionale, iniziando a studiare il Dream Massage ® (non un semplice trattamento ma una reale esperienza multisensoriale in grado di coinvolgere mente,corpo e spirito, regalando benessere profondo). Viene così selezionata tra molti per il master “Massaggiatore professionista dello spettacolo e dei grandi eventi” dal Maestro Serra. Nataliya Borysyuk sta vivendo un periodo d’oro, un sogno: un sogno chiamato Sanremo. Ed ora è pronta a concludere questo percorso di studi mettendosi alla prova al cospetto dei big della musica e della televisione italiana sul palcoscenico più importante, quello di Sanremo e della Somnia Aurea Spa.


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26 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ASS. VESUVIUS

SUCCESSO PER ANGELO IANNELLI PER IL FORMAT TELEVISIVO SU “PULCINELLA” A VILLA DOMI

Si è svolto Venerdì 21 Gennaio, nella splendida cornice di Villa Domi, l’incontro televisivo dedicato alla maschera di Pulcinella, ideato e promosso dall’instancabile produttore di emozioni Angelo Iannelli, interpetre della stessa. La serata è stata organizzata dall’Associazione Vesuvius A.P.S in collaborazione con Villa Domi Event “La Bellezza di Pulcinella tra cultura e Sociale” questo il titolo dell’incontro televisivo, che ha avuto come obbiettivo quello di valorizzare la maschera eterna e donare momenti di spensieratezza e sorrisi in questo difficile momento di Pandemia. Un grande successo del format televisivo, ripreso da diverse emittenti televisive regionali: Campania Felix, TV Club Economy, Tele Blu e diversi professionisti del settore dell”informazione come DgfhotoArt di Davide Guida e Rosita Arpaia di Street News. La serata ha

celebrato “ Pulcinella” alla presenza di professionisti del settore della musica, del teatro, dell’artigianato, della moda, dell’imprenditoria e dell’arte, moderato con professionalità da Edda Cioffi conduttrice tv e dall’attore interpetre della maschera di pulcinella Angelo Iannelli. I lavori sono stati aperti con un inno a Pulcinella, suonato dal gruppo musicale di Acerra guidato dal maestro Modestino De Chiara, seguito da un breve dibattito sulla maschera di Pulcinella, dove hanno partecipato lo scultore Domenico Sepe, l’imprenditore Antonio Ferrieri, l’attrice del Teatro San Carlino Lucia Oreto e la giornalista Emanuela Gambardella. L’ ambasciatore del sorriso Angelo Iannelli si è esibito con il suo Pulcinella, poi ha duettato con l’attrice Lucia Oreto, proponendo un siparietto del teatro il San Carlino, i cantanti Luca Allocca e Genny hanno omaggiato

con la loro voce “Pulcinella”. L ‘arte è stata rappresentata da: Anita De Vivo, che ha dipinto sul petto del modello Vincenzo Di Leo “la speranza di Pulcinella” mentre Tiziana Corvino ha dipinto su un abito “Pulcinella e il Vesuvio” per l’artigianato, in esposizione le opere dell’artista Giovanni Cardiero. Suggestivo, emozionante, il ballo pulcinellesco con i campioni tangeri: Francesco Menichini, Antonella Devastato, Antonio Lucci e Francesca Russo. Tantissima bellezza in studio, la modella Natascia Ummaro, ha proposto alcuni capi esclusivi collezione dell’imprenditrice Titti Petrucci “Psico Paris” mentre l’Accademia Maria Mauro, ha proposto il momento moda scenografico in omaggio al simbolo di Napoli e Acerra , con le modelle: Vania Scarpato, Maria Pirozzi, Maria Mollo, Lucia Schetti-

no e Ginevra Castiglia. Durante la serata è stato presentato il primo calendario al mondo di Pulcinella umano di Angelo Iannelli. Tra i presenti: Enzo Agliardi, Roberto Minini (sosia ufficiale Bono Vox) Rosario Penza e Antonio Cernicchiara. Fotografri sono stati: Umberto Raia, Raffaele Evangelista e Vincenzo Burrone. Audio service curato da Sasà Giglio. Partner del dibattito - evento: Caffè e D’angelo, Cuori Di Sfogliatelle e Terre Pompeiane “Babà Re” . Soddisfatto il patron di Villa Domi, Domenico Contessa per questo esclusivo incontro televisivo che sarà trasmesso nei prossimi giorni sulle varie emittenti televisive regionali, nella speranza che questa serata possa avvicinare sempre di più la maschera di Pulcinella verso la nomina di Patrimonio Unesco come bene immateriale.

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Domenica mattina la Consulta delle Persone con Disabilita del Comune di Casoria era presente con un proprio gazebo presso la Villa Comunale di Via Pio XII a Casoria, per sensibilizzare le istituzioni a promuovere i diritti dei disabili e proteggere il benessere delle persone con disabilità, per dare informazioni e raccogliere proposte dai cittadini sulle tematiche per la disabilità. Ma la politica non risponde. All’incontro di domenica 23 gennaio, si sono presentati soltanto il consigliere Orsino Esposito e il consigliere Gaetano Palumbo, che si sono trovati per caso, nonostante l’invito fosse stato inoltrato a tutta l’amministrazione comunale. Con gran-

de rammarico la Consulta delle Persone con disabilità di Casoria evidenzia nuovamente il totale disinteressamento sulle problematiche relative alla disabilità e politiche sociali. Un settore questo a primaria importanza poiché involge la dignità dell’essere umano ed il rispetto di chi vive una condizione disagiata. Viviamo, purtroppo in una città arida di sentimenti dove le persone affette da disabilità vengonoo snobbate, laddove invece i loro problemi dovrebbero trovare priorità su tutti gli altri settori di investimento. La impressionante continuità di pensiero con il recente passato è purtroppo la più spiacevole conferma della scarsa attenzione da parte della politica locale riguardo i diritti dei disabili. La politica a Casoria dovrebbe rivalutare seriamente la sua efficacia politica. La democrazia ha bisogno di donne e uomini che vivano soprattutto di ideali, che sappiano indicare una prospettiva e che per questi motivi sono addirittura disposti a dire al principe di turno: così non va, così non può andare! Scegliere di non scegliere, scegliere di non schierarsi è vergognoso. Insomma, anche se le persone con disabilità tendono a essere ignorate dalle autorità politiche, la società come al solito è più avanti. E mentre le prime si limitano a istituire giornate in loro onore per poi dimenticarsene, la seconda tramite la forza dell’innovazione e dell’iniziativa individuale va a cercare soluzioni inclusive. Rivolgiamo, pertanto, un invito all’amministrazione comunale a tenere in considerazione la partecipazione come elemento sostanziale e non formale della loro azione politica per garantire i diritti esigibili delle persone con disabilità. La Consulta delle Persone con Disabilità Città di Casoria

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DOMENICA 23 GENNAIO, ALCUNI ABITANTI SONO ENTRATI A TERRANOSTRA PER PRENDERSI CURA DEL FRUTTETO

Il verde, di cui ci si prende cura da quasi sette anni, non può certo aspettare la latitanza del Comune di Casoria, cui tra l’altro è stato ufficialmente chiesto, senza ricevere risposta, di consentire tali cure per non perdere il prezioso lavoro svolto dalla popolazione: sessanta alberi da frutto, centinaia tra alberi e piante, adesso patrimonio della città grazie all’ uso collettivo dell’ex area militare di via Boccaccio. Le piantumazioni e tanti progetti non moriranno solo perché qualche burocrate ha deciso di chiudere la terra alla fruizione pubblica in vista di un lento e incerto processo di progettazione. A tal proposito, è lecito chiedere cosa sia stato fatto a quasi due mesi dalla sospensione dell’ esperienza di Terranostra. Non si è saputo nulla dei risultati delle caratterizzazioni effettuate e delle tempistiche per un dibattito pubblico. Sembra lontano anche l’inizio della progettazione: chiediamo subito la formalizzazione di un cantiere di progettazione partecipata nell’area per consentire la massima partecipazione e garantire trasparenza in ogni fase in vista della realizzazione del parco pubblico. Sarebbe assurdo perdere il finanziamento di due milioni di euro a causa della negligenza e inefficienza dell’amministrazione, che entro l’anno dovrebbe terminare il parco. Nonostante i formali protocolli non ci sono state risposte alle richieste avanzate dalla comunità territoriale, che ha mostrato e continua a mostrare tutta la volontà di un dialogo istituzionale per difendere il bene comune e velocizzare il processo di

progettazione. Con quest’azione simbolica, con questa occupazione temporanea, lanciamo ancora una volta un messaggio: Terranostra è e deve rimanere un bene comune, gestito democraticamente grazie all’inserimento dell’uso civico e collettivo nel regolamento comunale; nessuna speculazione deve intaccare l’ecosistema preesistente della terra e la progettazione deve rispondere ai reali bisogni della città. Aspettiamo un seguito alle nostre richieste e l’apertura di un tavolo di confronto costruttivo con il Sindaco Raffaele Bene. Non possiamo aspettare troppo perché la terra ha bisogno di cura e gli abitanti e le abitanti hanno diritto di viverla per il bene collettivo e per la propria salute fisica e mentale. Credevano di averci seppellito, ma non sapevano che eravamo semi! Torneremo a fiorire in primavera!


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28 FABRIZIO KÜHNE

IL NAUTICSUD APRE L’ANNO FIERISTICO 2022 ALLA MOSTRA D’OLTREMARE

Torna il Nauticsud, il salone internazionale dedicato alla filiera nautica, dalle imbarcazioni ai motori, dall’oggettistica agli accessori e servizi. L’appuntamento, che si svolgerà dal 12 al 20 febbraio alla Mostra d’Oltremare, organizzato dall’Associazione Filiera Italiana della Nautica in collaborazione con l’ente fieristico partenopeo, celebrerà la 48esima edizione. “Come è noto, causa Covid, l’edizione dello scorso anno non si è svolta – afferma il presidente di AFINA, Gennaro Amato – ma la nautica ha proseguito la sua costante crescita sia in termini di produzione sia in termini di fatturato e la nostra regione, la Campania, risulta ai vertici della classifica nazionale. Proprio per questo, nonostante le numerose difficoltà organizzative, riteniamo che questo salone debba rappresentare le realtà aziendali italiane e valorizzare ulteriormente la produzione nostrana”. In effetti, i dati parlano chiaro e vedono la produzione campana registrare un più 9.3% di fatturato a dispetto della media nazionale (8.5%), dunque puntare su questo settore non è solo una scelta intelligente ma strategica, tanto da attirare l’attenzione del presidente della BCC, Amedeo Manzo, che supporta l’esposizione in qualità di main sponsor: “Il settore nautico, e tutto l’indotto che produce, è una grande industria per la regione Campania e in particolare per la città di Napoli. Per questo motivo la nostra banca ha deciso di sostenere, in una logica di sviluppo produttivo, occupazionale e di incremento interno del pil regionale, l’intero comparto con iniziative di sostegno all’attività e crescita delle aziende della filiera, con particolare attenzione alle imprese produttive campane per il loro sviluppo, ma anche in favore del pubblico che si avvicina all’acquisto”. Il Nauticsud 2022, sostanzialmente, sarà leggermente ridotto non potendo usufruire del padiglione 1 e una piccola parte del padiglione 2, spazi destinati all’hub vaccinale partenopeo. Gli spazi esterni di accoglienza dell’hub impediscono l’esposizione all’aperto dal lato di

piazzale Tecchio, limitando l’accesso al pubblico dall’ingresso principale della struttura fieristica. Ma si è lavorato, in collaborazione con la Mostra d’Oltremare, per trovare soluzioni di fattibilità per l’impegno organizzativo di Afina. “Abbiamo trovato la soluzione giusta, gli sforzi fatti – conferma la consigliera delegata di MdO, Maria Caputo -, sono tesi a non perdere l’occasione di riaprire il quartiere fieristico. Inoltre, anche in riferimento ai dati positivi del comparto, gli impegni messi in campo sono tesi a salvaguardare questa 48esima edizione importante sia per Afina sia per Mostra d’Oltremare che, come per ogni altra fiera del nostro calendario, ha cercato di attivare trovando soluzioni ideali”. Passando invece ai contenuti del Nauticsud, sui quali Gennaro Amato lavora da tempo con il suo staff, nonostante tutte le avversità, sembrano prospettare numerose novità. “Il riposizionamento degli spazi espositivi occupati dal centro vaccinale, interni ed esterni, ci ha consentito di rinnovare il progetto del salone nautico – afferma Amato -, ridisegnando il percorso espositivo con doppio ingresso e rivalutando l’esposizione all’aperto rendendola più fruibile e ampia. Dal punto di vista dei prodotti, invece, la conferma delle aziende più importanti dei vari segmenti; yacht, barche, gozzi e gommoni, così come quella di motori,

accessori e servizi della filiera, dimostra la valenza di questa fiera che negli ultimi 6 anni abbiamo riportato, con la nostra organizzazione, ad alti livelli. La progettualità per i prossimi anni diventa ora un punto focale e strategico, non solo in vista del biennio che precede il 50esimo anniversario, per consentire alla produzione italiana un vero balzo in avanti. Bisogna pensare ai nuovi mercati dell’Africa settentrionale così come a quello dei paesi dell’area balcanica, ma senza trascurare piazze come la Spagna e la Francia che guardano alla nautica da diporto, quella tra i 5 e 16 metri, con grande e nuova attenzione”.

GENNARO AMATO, PRESIDENTE AFINA Associazione Filiera Italiana della Nautica


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MARIA CONSIGLIA IZZO

“SPORT E INCLUSIONE A NAPOLI EST”: AL VIA IL PROGETTO PROMOSSO DALL’APD NUOVA POLISPORTIVA PONTICELLI

L’appello dell’Associazione: “Ci negano spazi per il campionato di serie C. Vorremmo che i nostri sforzi non fossero per questo vanificati” Lo sport come veicolo di inclusione sociale e strumento di riscatto di un quartiere. Con questi presupposti prende vita il progetto “Sport e Inclusione a Napoli EST” promosso dall’APD Nuova Polisportiva Ponticelli e finanziato da “Sport e Salute S.p.A.” che mira ad un coinvolgimento responsabilizzato e attivo dei giovani, in particolare di quelli in condizione di fragilità, e a promuovere ed estendere gratuitamente a tutte le fasce della popolazione del quartiere Ponticelli le attività sportive comuni e non per una sua rigenerazione sociale e culturale. L’idea base del progetto è quella di favorire, attraverso la pratica sportiva e le attività ludico-educative, un cambiamento culturale tra i giovani e i soggetti normalmente esclusi dalla vita sociale (quali ad esempio i diversamente abili) del quartiere Ponticelli per favorire l’affrancamento da modelli di vita basati sull’illegalità, sui comportamenti devianti, diffondendo al contempo delle iniziative radicate sul territorio che mirano alla costruzione di una società più solidale e giusta. Nello specifico, si

vuole contribuire allo sviluppo integrale della persona umana, puntando sui giovani quali futuri professionisti e membri attivi della società civile, lavorando sulla promozione della cultura del confronto, del dialogo, della multiculturalità e dell’accoglienza. I corsi che saranno attivati sono: sitting volley, ovvero pallavolo paraolimpica praticata da persone con disabilità motoria e non; attività motoria; calcio; pallacanestro; pallavolo. “Questo progetto coinvolge le fasce sociali più fragili, e dunque “esposte”, nello sport che diviene così uno strumento di dialogo e socialità in grado innanzitutto di restituire un senso di collettività al quartiere - affermano Gerardo Amato e Carmen Terracciano, rispettivamente presidente e vice – presidente dell’APD -. Monitoreremo il comportamento dei giovani circa il rispetto delle regole nei giochi di squadra. Infine, organizzeremo iniziative all’aperto, e attività tipiche dei campi estivi al fine di completare con azioni ludico-creative il percorso sportivo iniziato con il progetto”. In estate, infatti, sarà organizzato un centro estivo dove si svolgeranno diversi laboratori: dalla break dance al teatro passando per l’affiancamento allo studio per i compiti estivi. “Stiamo organizzando una ricca offerta di attività per accontentare tutti: bambini, giovani, diversamente abili... Già nel mese di novembre abbiamo allestito

in via Gino Alfani un’area verde destinata ad adulti e bambini, che vengono coinvolti da fiabe e musica - spiegano i dirigenti dell’APD -. Stiamo vivendo un periodo particolare: siamo senza impianto, per cui siamo stati cotretti a giocare le partite di serie C fuori dal quartiere. Inoltre, a causa del rapido propagarsi della nuova variante del Covid-19 purtroppo diverse scuole incontrano difficoltà nel mettere a disposizione le proprie palestre per lo svolgimento delle attività sportive extra scolastiche. Ci sono tanti impianti chiusi, non solo perchè devono essere manutenuti, ma anche per questioni di natura burocratica... Auspichiamo di avere presto a disposizione uno spazio adeguato all’altezza dei tanti progetti che abbiamo promosso e di quelli in fieri e, soprattutto, che consenta ai ragazzi che aspirano alla categoria superiore di poter seguire le partite. Vorremmo che i nostri sforzi non fossero vanificati a causa di questo problema”. Tra i partner del progetto, oltre all’Assessorato allo Sport del Comune di Napoli, anche i seguenti istituti che metteranno a disposizione gli spazi per la realizzazione delle opportunità offerte: IC 70 Marino Santa Rosa; IC Porchiano Bordiga; IC 49 Toti Borsi Giurleo.

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IL GRANDE “BLUFF” DEI CONTROLLI DEL COMUNE DI CASORIA

Ormai la battaglia dell’A.N.I.D.A. sul diritto al parcheggio dei veri Diversamente Abili con questa nuova amministrazione del Comune di Casoria va avanti dal suo insediamento. Negli ultimi 12 mesi ci sono state riunioni, confronti, impegni da parte del Sindaco e degli Assessori preposti. A titolo di esempio si riportano alcune delle dichiarazioni apparse sui mass media: • IL ROMA 15-06-2021: “Diversamente Abili, a Casoria “scatta” la caccia a chi occupa gli stalli” articolo pubblicato dopo la riunione tra A.N.I.D.A. Sindaco Bene, assessori D’Anna e Riccardi, comandante Polizia Municipale Sciaudone e Direttore Asl Napoli Nord 2 dott. Bove. • CASORIA DUE 6-11-2021· “Stalli e contrassegni portatori di Handicap, controlli a Casoria” Assessore D’Anna dichiara: “Dalla settimana prossima partiranno una serie di controlli per l’occupazione abusiva con relativo report quindicinale. Dichiarazioni confer-

mate durante l’intervista rilasciata all’emittente televisiva Campania Felix. • CASORIA DUE 09-01-2022 “Viabilità, Videosorveglianza e protezione civile: l’importante carica dell’assessore D’Anna” Assessore dichiara :”Siamo costantemente chiamati come Polizia Municipale a dovere intervenire dato che i parcheggi numerati sono invasi da auto non autorizzate, per salvaguardare i posti assegnati ai disabili. Ebbene, il risultato raggiunto in questi mesi si può facilmente dedurre dal primo report (finalmente siamo riusciti ad ottenere un dato certo dopo i tanti impegni presi) inviato dall’assessore D’Anna al Presidente Iavarone (come da verbale della IV Commissione del 13-01-2022) relativo ai mesi di novembre e dicembre 2021 dal quale emerge che sono stati elevati appena 11 Verbali per occupazione abusiva degli stalli personalizzati e per 4 di essi si è resa necessaria la rimozione forzata. Sannino dichiara: inizia ad emergere

la verità, su una popolazione di circa 75.000 abitanti con un’elevata densità di popolazione a traffico intenso e con oltre 2500 Contrassegni H rilasciati ai disabili, questi numeri dimostrano che non c’è un controllo reale e che il disabile deve arrangiarsi da solo se vuole vedersi garantito il diritto al parcheggio, spesso rischiando anche la “rissa” con chi occupa abusivamente il proprio posto. L’associazione alla luce di quanto dichiarato chiede al Sindaco Bene, al Presidente Iavarone, ai membri della IV Commissione e a tutti i consiglieri di esprimere la loro posizione in merito, e se come si dichiarano, sono al fianco dei disabili di Casoria, quali sono le prossime azioni concrete e risolutive che vogliono mettere in campo per garantire il diritto al parcheggio dei veri Diversamente Abili, visto che quelle dell’ANIDA non vengono prese seriamente in considerazione, Una cosa è sicura, così non si può andare avanti !!!!!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

TRIANON VIVIANI, ENZO GRAGNANIELLO NEL DEBUTTO LIVE PER NAPOLI DI “RINT’ ‘O POSTO SBAGLIATO” Sabato 12 febbraio, ore 21, il concerto del popolare cantautore tra i brani dell’ultimo album e i successi della carriera artistica Immagine che contiene testo, persona, uomo, cappello Descrizione generata automaticamente per la prima volta a Napoli dal vivo, sabato 12 febbraio, alle 21, Enzo Gragnaniello presenterà al Trianon Viviani, alcuni brani di “Rint’ ‘o posto sbagliato”, il recente album salutato positivamente dalla critica. Nel teatro della Canzone napoletana, diretto artisticamente da Marisa Laurito, accanto ai maggiori successi di sempre, il popolare cantautore interpreterà alcune canzoni della sua ultima raccolta discografica, pubblicata nello scorso mese di ottobre, a due anni dalla precedente “Lo chiamavano vient’ ‘e terra”. «Queste mie ultime composizioni– spiega Gragnaniello –, a eccezione di una, sono nate spontaneamente in napoletano, che è il dialetto in cui si riesce meglio a trasformare tutto in chiave poetica. Vi sono sensazioni sulla vita, tra tanti temi diversi e varie riflessioni dal razzismo visto come una larva che si annida nelle menti delle persone, alla lontananza di chi lascia la propria terra per lavoro, alla sofferenza delle donne abbandonate e sole, al bene che non rispettiamo e a cui chiudiamo la porta, al tema di introspezione, all’invito infine a

imparare ad amare, se stessi e il prossimo». Sul palco del Trianon Viviani, Gragnaniello si esibirà in quintetto: con lui (voce e chitarra acustica), ci saranno Piero Gallo (mandolina), Erasmo Petrigna (violoncello), Antonio Maiello (chitarra) e Marco Caligiuri (batteria). Intanto il teatro della Canzone napoletana propone ancòra la sottoscrizione di una card, con la quale lo spettatore potrà assistere a sei spettacoli, al prezzo speciale di 90 € in poltrona e di 60 € in palco, scegliendoli liberamente dal cartellone. Inoltre, per il pubblico giovanile, ovvero “under 30”, il teatro rende disponibile, per ogni spettacolo, cento ingressi a 10 €. Un particolare miniabbonamento è dedicato agli abitanti di Forcella: un lotto di cinquanta biglietti per ogni spettacolo, disponibili allo speciale prezzo ridotto di 7 €, sottoscrivibile esclusivamente al botteghino del teatro. I miniabbonamenti e i biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService. net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 13:30. Per accedere in teatro è obbligatorio il possesso del green pass valido e l’uso della mascherina ffp2.


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MARCO MARTONE

MONTI LATTARI, TRA SORGENTI E ACQUEDOTTI DI EPOCA ROMANA Acquedotti di epoca romana, rinvenuti tra le rocce sulle pendici dei Monti Lattari. È la nuova straordinaria scoperta comunicata, in questi giorni, dalla sede di Castellammare di Stabia di Archeoclub Italia. Un primo tratto di acquedotto antico, scoperto ad Orsano, frazione del Comune di Lettere nel cuore del parco, rappresenta una grande opera di ingegneria, scavata nella roccia per almeno 80-90 centimetri, seguendo le curve di livello della montagna. Nella stessa zona, in seguito alla ripulitura di una parte del sottobosco, è emerso un tratto di arcate ad un livello inferiore allo speco visibile lungo il sentiero. A monte le due parti di acquedotto si uniscono ed è stato rinvenuto anche il pozzetto di ispezione. Gli studiosi stanno ora cercando di capire se si tratti di reperti di origine romana, borbonica o medievale. Il parco dei Monti Lattari rappresenta una risorsa incredibile per il turismo e per le comunità locali, oltre che per settori strategici come agricoltura e allevamento. Tra storia, natura e sorgenti, da queste parti, ci si imbatte in mucche e capre lungo affascinanti percorsi. Da anni Archeoclub Italia è sulle tracce degli antichi acquedotti. Già lo scorso anno furono risalite le antiche vie dell’acqua, grazie alla scoperta dei percorsi dei tre principali acquedotti che

alimentavano l’Ager Stabianus. Dopo mesi di esplorazione, da Castellammare di Stabia a Lettere, passando per Pimonte e Agerola, fu ricostruito il tracciato degli antichi acquedotti che percorrono le valli. Il più importante per portata e lunghezza è senza dubbio quello che ha origine dalla sorgente Acquafredda, posta a confine tra Agerola e Scala, in provincia di Salerno, che giunge fino alla zona collinare di Quisisana a Castellammare di Stabia. Nella zona è stato rinvenuto anche il castellum aquae, un tratto di acquedotto che corre nello speco sotterraneo ricoperto da una volta in pietrame. Il tratto sotterraneo collega la sorgente di San Giuliano con la sorgente Acquafredda e termina la sua corsa nel vallone Pantanello dove scorre un’altra sorgente. I trattati di Vitruvio e di Giulio Frontino sugli acquedotti rappresentano le linee guida usate nell’antichità,

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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 27 gennaio 2022

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molto simili alle moderne norme tecniche per le costruzioni. Un altro acquedotto di portata e lunghezza leggermente inferiore al primo ha origine dalla Valle dell’Imbuto nella frazione di Caprile a Gragnano, percorre un tratto lungo un sentiero panoramico, attraverso delle arcate raggiunge l’attuale centro abitato fino a piazza San Leone. Alcuni resti sono stati ritrovati nella zona orientale di Castellammare di Stabia in Traversa Savorito. Un ultimo acquedotto, il più piccolo per portata, ma a tratti molto suggestivo, parte dalla sorgente della frazione di Orsano a Lettere e giunge fino all’attuale centro abitato nei pressi di piazza Roma. Il tratto di acquedotto ha origine dalla sorgente ove è stato rinvenuto il caput aquae, attraversa un ponte canale a tre arcate e giunge fino ad un castellum deviorum, dove viene raccolta un’altra piccola diramazione che corre lungo la parete rocciosa con un percorso semicircolare. Lungo il sentiero che conduce a valle si notano i resti di un pozzetto di sfiato. L’acquedotto continua sotto la strada moderna e giunge alla cisterna posta sotto il belvedere di via Canali, utilizzata come serbatoio dell’acquedotto municipale fino all’avvento della G.O.R.I. che ha realizzato un nuovo bottino di presa a qualche decina di metri di distanza.


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DOMENICA 30 GENNAIO 2022


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