Domenica 6 Febbraio

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DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022

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ANNO XXII - N° 07 - DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022

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L’EDITORIALE DI NANDO TROISE

DOMANDE SENZA RISPOSTA

La parola fine non è stata ancora scritta nella lunga storia del PalaCasoria, dei miliardari uffici di via Piave, della Resia, Tubi Bonna e Rhodiatoce, della Snaidero diventata asilo nido comunale, della monnezza che doveva produrre oro, dei concorsi truffa, delle assunzioni pilotate. PER FORTUNA. Con la decisione delle Universiadi di utilizzare il PalaCasoria per tutte le gare del Taekwondo furono ripresi i lavori e rimesso a norma. Ma SOPRATTUTTO, credevamo, avrebbe ripreso la sua attività sportiva ospitando la pallavolo del Volley Casoria militante nel campionato di serie B nazionale e costretta, purtroppo, a giocare le sue gare interne al Palasport di Giugliano, basket e calcio a cinque, perché si possa delineare un percorso di rilancio di quello che rimane uno dei maggiori investimenti fatti dalla Città di Casoria 30 anni fa (40 miliardi di lire e tanto altro). Una buona notizia per la comunità di Casoria, per gli sportivi di Casoria E NON. Ma quante volte abbiamo sentito queste parole negli ultimi anni? Invece il contenzioso ci sta, tanto da ricevere

noi, il settimanale in edizione digitale Casoriadue, il pensiero dell’ormai ex assessore alle finanze Francesco Girardi: “in realtà Casoria non ha strutture abbandonate. Il PalaCasoria e la piscina sono occupate. Sul palazzetto stiamo risparmiando sugli oneri di gestione e non mollando nel contenzioso. Questo grazie anche alle lentezze della giustizia che non decide. Purtroppo. Sai a quanto ammonta la proposta di transazione depositata agli atti del Comune per defi-

nire da parte loro una questione di circa 500mila euro? Proposta che in una intervista a voi rilasciata il loro avvocato rivendica. L’avvocato ha avuto anche molti incontri per provare a trovare una composizione”. E soprattutto quante ancora ne scriveremo per la Resia? O per gli uffici costati due miliardi più Iva nel Parco Le Querce in via Po? Per non parlare delle riforme della macchina comunale: i trasferimenti già operativi dei dirigenti di settore a quella, come abbia-


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4 mo sentito in queste ore, di assunzioni da fare nel 2022 nel Comune di Casoria e nella sua municipalizzata Casoria Ambiente. E quanto possiamo resistere come cittadini, famiglie, imprese, viaggiando con lo sguardo perennemente all’indietro o chino su dossier infiniti? Facile trovare il colpevole nell’amministrazione. Una amministrazione che ha il peccato originale di essere nata non per scelta ma per necessità. E che per questo ha messo assieme forze politiche di diversa estrazione e orientamento TANTO da non riuscire neanche a stare insieme. Obiettivo Comune, il movimento politico creato dalla famiglia Graziuso entra nel Partito Democratico e dalla maggioranza passa alla opposizione consiliare e con loro anche Enzo Ramaglia del movimento Casoria nel Cuore, anche lui dalla maggioranza alla opposizione ed anche lui nelle file del Partito Democratico. Ma peccato originale o meno, questo non può essere un alibi per non dare risposte. Servono risposte a domande che sono persino disarmanti nella loro semplicità. Ma senza le quali continueremo a inviare a chi vive e lavora a Casoria ed Arpino il peggior messaggio: quello paralizzante dell’incertezza. Lo ricordavamo nei giorni scorsi. Un consigliere comunale di maggioranza mi ferma e dice: “ti prometto che a giorni metterò mano alle aree dismesse”. La rabbia ti sale, poi consideri il soggetto politico e con calma gli ricordi che sono tutte aree private. Sono decenni che ne sentiamo parlare specie nelle campagne elettorali. I debiti fuori bilancio, un eterno pozzo senza fine di milioni di euro che arrivano da anni lontani che potrebbero essere investiti nelle imprese, potrebbero alimentare i consumi. Mai una amministrazione che abbia fatto una indagine seria sul

come sono maturati. Votano per alzata di mano senza neanche avere il timore e la preoccupazione che possano essere poi, loro, oggetto di indagine della Procura regionale della Corte dei Conti. Subiamo la continua costituzione di commissioni ma chi sta dicendo alla Città di Casoria con chiarezza e decisione che ha una densità di aree dismesse tra le più alte d’Italia e di aver bisogno di fare come fece Sesto San Giovanni, la Città alle porte di Milano dove aveva sede la Marelli, di trasformare le sue aree industriali dismesse in AREE DI SERVIZI?!?! Ogni volta che la magistratura interviene è una sconfitta. Indimenticabili coloro che indagarono sul ritrovamento di 90 fusti tossici di resine fenoliche e superfenoliche nella Resia oppure la recentissima indagine della Procura di Napoli Nord sul siluramento del già Sindaco Pasquale Fuccio, con tanti ma tanti interrogatori avvenuti ad Aversa sia dello stesso Fuccio come di alcuni consiglieri comunali. Naturalmente OSCURANTISMO completo e totale. Neanche l’habitat naturale della gran parte della categoria politica di questa Città che è facebook ne parla! Indice che qualcosa non ha funzionato come dovrebbe. Quando la politica sembra non comprenderlo beandosi quando riceve tempo, come, altri esempi, la privatizzazione del Servizio Riscossione Tributi oppure il supermercato che sta per sorgere tra Piazza Tenente Formicola (nel palazzo della signora delle tende) ed il conurbato e trafficato Corso Vittorio Emanuele. Dannandosi quando i Magistrati impongono il loro ritmo. Leggere le motivazioni dello scioglimento per camorra avvenuto nel 2005 poteva aprire a nuovi contenziosi? Ed

altrettanta incertezza? Probabile. Lo stesso succederebbe se si potessero leggere gli interrogatori fatti dai magistrati di Napoli Nord a Fuccio ed i suoi carnefici. Casoria ha bisogno o no di una macchina comunale “con il motore”? Se si crede che la risposta sia “si” lo si dica chiaramente. Non si impongano “tasse occulte”. Casoria vive trentasette anni di tentativi falliti, si lasci risanare da chi sa farlo. Assumendosene le responsabilità, a cominciare dalla salvaguardia dei lavoratori. Lodevole e doveroso, quando possibile, l’intento di tenere tutto assieme dalle ristrutturazioni ai rilanci. Ma politica ed economia sono complementari quando ognuno rispetta il proprio ruolo. Il Comune di Casoria in quale ginepraio si sta infilando? Un Comune che non ha avuto la capacità di controllare le manchevolezze evidenti avvenute in questi anni in tutti i suoi settori, quale garanzia può dare? O si pensa che gestire sia meno complicato che controllare? Certo, servirebbe riavviare la macchina di una Pubblica Amministrazione che si è impigrita e deprofessionalizzata E SVUOTATA causa quota 100 e 102 oltre alle morti e malattie tra elezioni continue post scioglimenti notarili, maggioranze che si succedono badando più alla sopravvivenza che all’effettiva azione. E servirebbe una politica che non punti a vincere nelle urne ma a passare al governo che seguirà un Paese migliore di come lo aveva trovato. Lasciateci, in questo inizio d’anno, preferire al cinismo di chi pensa a consolidare sé stesso puntando sul passato, la convinzione che chi vuole lavorare per il futuro abbia davanti a sé una strada sicuramente più impervia ma utile al Paese.

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ANTONIO BOTTA INTERVISTA AL PROF. GIOVANNI DE ROSA, GIÀ DIRIGENTE SCOLASTICO DELL’IS TORRENTE DI CASORIA

FIERO DEI RISULTATI E DELLA RELAZIONE PROFICUA CON DOCENTI E STUDENTI

Dopo trent’anni di Dirigenza scolastica presso l’Is. “Torrente” di Casoria, il prof. Giovanni De Rosa attualmente ricopre un altro importante incarico professionale, rinnovando la passione per l’attività sindacale. Un grosso in bocca al lupo per il nuovo ruolo assunto, certo che saprà impiegare al meglio le competenze acquisite nella sua lunga dirigenza. Dopo l’esperienza dirigenziale presso il “Torrente” di Casoria, dove adesso opera professionalmente e quali stimoli nuovi, se ci sono, la motivano ancora di più nel ruolo che occupa? Attualmente lavoro alle relazioni sindacali nazionali per l’area istruzione e ricerca. La passione per l’attività sindacale è di vecchia data e oggi assume per me un’importanza ancora maggiore, soprattutto perché le innovazioni pur necessarie nella pubblica amministrazione hanno bisogno di essere accompagnate da nuove forme di tutela. Molti aspetti del rapporto di lavoro come ad esempio la mobilità, la formazione e la valutazione sono stati sottratti frettolosamente alla contrattazione con gravi ripercussioni sulle condizioni di vita dei lavoratori e dei dirigenti pubblici. A suo avviso, quali impronte del suo stile dirigenziale ha lasciato nei docenti del Torrente negli anni in cui vi ha operato? Credo di aver lasciato fondamentalmente il gusto dell’armonia lavorativa, avendo considerato la scuola come una comunità educativa dove la crescita degli alunni è strettamente legata a quella professionale di tutto il personale della scuola. E nei tantissimi studenti che lo hanno frequentato che cosa ha lasciato di sé? Gli studenti avranno avuto sicuramente la consapevolezza che in un istituto tecnico e professionale le conoscenze sono indispensabili nella misura in cui diventano competenze e consentono loro di utilizzare ciò che hanno appreso in contesti diversi da quelli strettamente scolastici. La cifra del successo è per loro legato alle reali possibilità occupazionali. Volendo fare un bilancio degli obiettivi formativi conseguiti al Torrente, in termini di promozione culturale, avviamento al lavoro dei ragazzi, innovazione di strategie inclusive, fruizione di strumenti digitali nella didattica, si ritiene soddisfatto?

“Non posso dimenticare il piacere e la soddisfazione che incrociavo negli sguardi di studentesse e studenti allorché facevano ritorno da esperienze di stage presso importanti strutture, dove, per la loro bravura, affiancavano gli operatori di servizi ricettivi di strategica importanza […] Il nostro coinvolgimento nell’Expo di Milano è stato un fatto significativo, come l’organizzazione del pranzo al Vaticano con il Papa ed i cento sindaci più importanti del mondo”. Diciamo che abbiamo intrapreso un percorso di rinnovamento dell’offerta formativa che ci ha consentito di introdurre l’indirizzo turistico e quello professionale alberghiero. La reale portata di ciò che abbiamo costruito anche con coraggio si misurerà dal livello di sostenibilità futura delle innovazioni introdotte. Che cosa avrebbe voluto realizzare, ma, per vari motivi, non ha potuto conseguire? La pandemia ha bloccato l’evoluzione della nostra offerta formativa verso forme sempre più legate al mondo produttivo e dei servizi. Si sarebbero potute creare le condizioni per far diventare la scuola il bacino di riferimento per il mondo produttivo e dei servizi, an-

che attraverso il consolidamento del ruolo di agenzia per il lavoro che ci è stata riconosciuta dalla Regione Campania. Mi auguro che a breve possa essere ripreso il cammino interrotto. Può raccontarci un’esperienza formativa che l’ha particolarmente reso fiero del suo impegno professionale al Torrente? Non posso dimenticare il piacere e la soddisfazione che incrociavo negli sguardi di studentesse e studenti allorché facevano ritorno da esperienze di stage presso importanti strutture,dove, per la loro bravura, affiancavano gli operatori di servizi ricettivi di strategica importanza per le aziende ospitanti. Da tale punto di vista il nostro coinvolgimento nell’Expo di Milano è stato un fatto significativo, come l’organizzazione del pranzo al Vaticano con il Papa ed i cento sindaci più importanti del mondo. Ci sono stati studenti che, dopo aver conseguito il diploma, sono riusciti a occupare ruoli professionali di rilievo? Molti alunni sono stati impiegati in strutture ricettive e ristorative di elevato livello, altri hanno proseguito gli studi universitari ed altri ancora hanno preferito specializzarsi attraverso i percorsi di istruzione tecnica superiore La vita è un viaggio, si dice, dove ad ogni tappa ci si ferma un attimo per guardarsi indietro, per riflettere sul percorso svolto, ma si volge anche lo sguardo in avanti per continuare la propria avventura umana, pensando alla successiva meta. Quali sono le sue considerazioni sul percorso professionale compiuto e su quello nuovo che ha intrapreso? Ciò che ho fatto in trenta anni di dirigenza mi ha consentito di mettere alla prova la mia formazione culturale, affrontando problemi di ogni tipo. Non ho mai trascurato l’importanza dei particolari perché sono convinto che le cose importanti possono nascere solo dall’umile lavoro quotidiano e dalla dedizione agli aspetti anche minimi dei processi. L’attività che svolgo si nutre continuamente dell’esperienza vissuta al Torrente. Vorrei cogliere l’occasione per salutare tutta la comunità dell’Is Torrente e rivolgere un caloroso augurio di buon lavoro alla collega Annamaria Orso che è subentrata alla guida dell’Istituto.


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“DALLO SCHERMO DI RAI3 HA TOCCATO I CUORI” IL COMMENTO DI DON PATRICIELLO SULL’INTERVISTA DI FAZIO A PAPA FRANCESCO IN “CHE TEMPO CHE FA”

Papa Francesco, domenica scorsa, ha concesso un’intervista a Fabio Fazio, all’interno del programma “Che tempo che fa” . Per la prima volta un Pontefice ha accettato di rispondere a domande in un talk show televisivo. Conoscendo il suo dinamismo missionario, la scelta che ha compiuto non meraviglia più di tanto. Il Santo Padre anche nel partecipare, seppur da remoto, a una trasmissione televisiva, ha mostrato il volto di una “Chiesa in uscita”, con le porte aperte, come più volte ha affermato, per dirigersi verso gli altri, verso le periferie umane. Sulla partecipazione di Francesco al programma di Fazio, ho chiesto il parere di don Maurizio Patriciello, parroco della parrocchia S. Paolo Apostolo – Caivano, il sacerdote che incarna, nel suo apostolato, la fisionomia di Chiesa delineata dal Papa, lottando da anni per liberare i nostri territori dai veleni causati dagli incendi dei rifiuti smaltiti illegalmente, sostenendo la croce del dolore di tantissime persone che hanno perso i loro cari colpiti dal cancro a causa dell’inquinamento. Don Maurizio, lei sicuramente non s’è perso il programma in TV di Fabio Fazio, al quale ha partecipato Papa Francesco per farsi intervistare. Qual è il suo commento su tale evento? Francesco ha compiuto una scelta molto coerente con lo “stile” che ha impresso al Suo Pontificato. Un esperto di tetti, questo dev’essere il cristiano. Dai tetti,

infatti, si proclama il Vangelo, perché giunga ai vicini e ai lontani. E ci sono tetti di case basse, facilmente raggiungibili e tetti di grattacieli altissimi, sotto ai quali vivono centinaia di famiglie. Anche a quelle altezze da capogiro deve avere il coraggio di arrampicarsi, il cristiano. Tetti, chiese, giornali, libri, televisioni, o barche su un piccolo lago. Tutto fa da pulpito quando l’intenzione è pura. Quando a cuore di chi parla ci sono l’uomo e la donna, la loro vita, il loro benessere, la loro salvezza eterna. Papa Francesco, domenica sera, ancora una volta, ha dato a tutti – laici e consacrati, credenti e non credenti – un grande esempio di umiltà, di umanità, di profonda fede. Si è avuta la netta sensazione che stesse conversando con un amico, anzi, con una persona di famiglia… Il Papa è entrato nelle nostre case in punta di piedi, senza pompa, senza retorica. Si è sottoposto serenamente alle domande che Fabio Fazio, visibilmente emozionato, gli ha rivolto. E dallo schermo di Rai3 ha toccato i cuori. Per la sua simpatica semplicità, innanzitutto. Non ha parlato ex cathedra, non ha avuto la pretesa di avere per forza ragione. Ha toccato, però, i problemi più scottanti che ogni giorno affliggono l’umanità. Le guerre, «un controsenso della creazione... sempre distruzione» – il commercio delle armi, il dramma dell’immigrazione «con i migranti quello che si fa è criminale». Al centro sempre la «dignità»

della persona umana. Non ha nemmeno ricusato di rispondere alle domande più strettamente personali. Assieme a tantissimi altri italiani, migliaia di preti, come me, si sono affrettati ad accendere la televisione dopo una giornata trascorsa in chiesa, a celebrare, battezzare, confessare, incoraggiare. Era, domenica scorsa, la ‘Giornata per la vita’. Prima degli affari, dei successi, del benessere personali e comunitari, prima di ogni altra cosa, viene il dono immenso della vita, da tutelare e promuovere sempre, dal concepimento alla morte naturale. Anche in questa intervista ha posto in rilievo che i poveri, gli indifesi sono i destinatari privilegiati del Vangelo. Conferma? Certo, come ogni buon papà, Francesco ci ha indicato le strade da imboccare e le insidie da evitare. Parlando delle ingiustizie del mondo ci ha ricordato che «non basta vedere, è necessario sentire, toccare». Toccare la carne degli ultimi, degli «scartati», avvertire il freddo delle loro mani che si aggrappano alle nostre, accompagnare il dono delle cose con il dono del sorriso. Guardarli negli occhi senza temere di essere trascinati a fondo, scambiare con loro qualche parola. «Senza la carne di Dio non c’è Chiesa possibile... nello scandalo del Verbo incarnato c’è il futuro della Chiesa». La carne di Cristo la tocchiamo veramente nella Santa Eucaristia e nei poveri. La stessa attenzione, quindi, che da sempre riserviamo all’Eucaristia siamo chiamati ad assicurarla ai poveri. Davanti a loro, dovremmo inchinarci come davanti al Tabernacolo. Eppure, nonostante le guerre, la fame nel mondo, il Mediterraneo trasformato nel «cimitero d’Europa», l’ambiente, «stiamo andando verso un mondo inabitabile », Francesco ci ha invitati a non perdere il buonumore, confessando di pregare ogni giorno la preghiera di Thomas More. Preghiera che da domenica sera, su tanti social network, ha preso a circolare in modo incredibile e inaspettato. Bellissimo. Quanti tesori – conosciuti solo dagli addetti ai lavori – attendono di essere portati alla luce e offerti ai fratelli e alle


DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022 sorelle che non ne conoscevano l’esistenza. Non credo che il santo autore di questa simpatica preghiera avesse mai pensato che sarebbe stata citata da un Papa e pregata, mezzo millennio dopo, in una fredda sera di febbraio, da un’infinità di persone. Quale considerazione di Francesco l’ha colpita di più? Stupenda e a prima vista sconcertante

7 l’affermazione che «essere perdonati è un diritto umano». Confesso di aver sempre pensato che fosse un diritto dell’offeso – Dio o essere umano – volerlo concedere o meno, il perdono. Che benefica mazzata in testa per tutti. È proprio vero, abbiamo continuamente bisogno di conversione. Ai ‘suoi’ preti e vescovi sparsi per il mondo, poi, il Santo Padre – Fazio lo ha sempre e solo chia-

mato così – ancora una volta, ha consigliato di tenersi lontani da ogni mondanità e di evitare il «chiacchiericcio », quel fastidioso, stupido e pericolosissimo sparlare degli altri in loro assenza, che se tanto male fa al destinatario, a chi ascolta e alla Chiesa tutta, nessun beneficio apporta a chi a quel malefico rogo ha dato fuoco. C’è solo da dire grazie.

MARIA CRISTINA ORGA

IO RACCONTO STORIE magazine

A “LA COPERTINA” DI NANDO TROISE MARIA FRANCESCA IMBALDI E MARCO COLURCIO

Eletta consigliera alle scorse elezioni amministrative di ottobre, presso la VII Municipalità del Comune di Napoli, che include San Pietro a Patierno, Miano e Secondigliano, Maria Francesca Imbaldi, ospite del nostro direttore nel seguitissimo rotocalco di Nano TV “La Copertina”, traccia un bilancio di questi primi mesi di attività: In campagna elettorale, dice Maria Francesca, mi impegnai ad occuparmi delle politiche sociali, per riaccendere un faro sull’inclusione delle giovani generazioni riportando al centro la cultura, attraverso una riqualificazione dell’azione della scuola. Sono stata eletta presidente della commissione scuola, pari opportunità, sport e politiche sociali e vicepresidente alla commissione bilancio e programmazione. In entrambi i ruoli mi sto impegnando a fondo per la prevenzione del disagio sociale. Per quanto riguarda le scuole stiamo preventivando di creare una consulta permanente che includa i dirigenti scolastici e la municipalità, così da poter prendere atto ogni volta delle esigenze. Partiremo dagli asili comunali, perché secondo me in una municipalità complessa come la VII, che fa registrare i più alti numeri di casi di abbandono scolastico, è fondamentale che le mamme possano affidare i propri figli alla scuola fin dalla più tenera età, in modo da incuriosire i bambini fin da subito e nasca la voglia di sapere che si genera proprio nei primi anni. Purtroppo, c’è una mancanza di personale nelle scuole comunali, che viene assunto come il personale amministrativo dalla municipalità; quindi, mi batterò perché vengano assunte molte nuove insegnanti, perché attualmente sono poche. In col-

“C’è un futuro di riscatto, inclusione, sport e nuove opportunità per i ragazzi delle periferie, che passa dalla scuola e dal recupero della legalità” laborazione con la III Commissione cercheremo di rimediare alle annose criticità di molte strutture. Faremo poi partire una serie di PON per far sì che all’interno delle scuole i ragazzi possano avere sempre maggiori opportunità di formazione e impegno. Mi batterò perché la scuola torni al centro e con essa lo sport, che ha il grande merito di allontanare i ragazzi dalla strada. Tu sei un’atleta professionista e nella tua palestra allevi giovani talenti della ginnastica artistica -si inserisce il conduttore-come credi sia possibile promuovere a livello nazionale il binomio scuola-sport? Lo sport deve diventare priorità formativa nazionale, sostenendo le strutture pubbliche e recuperando quelle esistenti. Nella nostra regione ci sono tantissimi impianti sportivi abbandonati. Ci

dovremmo riappropriare di questi spazi e restituirli ai territori, rendendo lo sport accessibile a tutti anche economicamente, perché oggi le società sportive che operano nel nostro territorio sono private e i costi non sono accessibili a tutti. Io credo che anche qui, l’azione debba passare per le scuole, dando la possibilità già a piccoli di seguire gratuitamente percorsi di psicomotricità, perché la sfera cognitiva e la sfera motoria sono correlate e insegnano ai bambini a riconoscere le proprie potenzialità, a superare i propri limiti e a relazionarsi correttamente con gli altri. Bisognerebbe poi, come si sta già iniziando a fare, inserire insegnanti di educazione fisica nelle scuole primarie. La politica deve essere di supporto in questo processo. Riaprire gli impianti chiusi o abbandonati può offrire anche opportunità di


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8 lavoro: lo sport può agire in maniera positiva a 360 gradi, togliendo i ragazzi dalla strada, migliorando la qualità della vita di tutti perché sport è benessere, ma anche diventando lavoro. Quindi la politica deve supportare lo sport. Qualcosa si sta muovendo in questa direzione proprio a San Pietro a Patierno, che adesso, grazie ai soldi delle Universiadi e all’impegno dell’assessore allo sport Ciro Borriello della giunta De Magistris. Ma un sindaco nelle sue strade questo quartiere non l’ha mai visto- incalza Nando. È importante che il sindaco visiti tutte le municipalità, ma è importante soprattutto che in questi quartieri si agisca. Oggi c’è una maggioranza composta da tredici liste e abbiamo il potere di cambiare le cose. Con il presidente della mia municipalità Antonio Troiano c’è un’ottima intesa, anche se apparteniamo a partiti diversi e condivide la nostra idea: essere per la gente e tra la gente, andare nelle scuole, conoscere i dirigenti scolastici. Noi siamo al servizio del territorio e intendiamo lavorare fianco a fianco con tutti gli enti culturali e formativi. Un altro problema è quello annoso dei trasporti: prima c’era una linea di autobus che partendo dalla stazione di Casoria, passava per San Pietro a Patierno e arrivava al centro di Napoli, permettendo sia agli studenti di raggiungere tutte le scuole, sia di arrivare alla stazione FS di Casoria da San Pietro per spostarsi ad esempio a Caserta in treno. Ora il quartiere è isolato. Noi siamo stati eletti dai cittadini per rispondere ai loro bisogni e intendiamo migliorare la qualità della vita dei territori che rappresentiamo; pertanto, stiamo facendo rete con i sindaci di Casoria e Casavatore per presentare una richiesta di ripristino dei collegamenti all’ANM e uscire dall’isolamento. Soddisfatto delle risposte della Imbaldi, il nostro direttore chiama nella discus-

sione l’altro ospite, Marco Colurcio, consigliere comunale a Casoria, eletto nella lista Uniti per Casoria, nata dal sodalizio tra Noi di Arpino e Europa Verde. Le problematiche che attraversano il consiglio comunale di Casoria sono cronaca quotidiana. A quando l’istituzione di un assessorato al turismo religioso di Casoria? -chiede a bruciapelo Nando a Colurcio, aggiungendo subitola nostra è la città dei cinque santi, perché io includo anche Paolo VI che qui ha vissuto, mangiato, studiato, dormendo nella foresteria dell’Istituto Brando. Tra poco sarà santificata anche la beata Luigia Velotti a cui è dedicato l’istituto delle Francescane. Da anni chiedo a tutti gli amministratori di istituire un assessorato dedicato, per un rilancio turistico ed economico della nostra città, come ha fatto, ad esempio, Pietrelcina grazie a San Pio. Mi farò portavoce con il sindaco per sostenere questa proposta. Io vivo di cultura e lavoro al Museo MADRE, a due passi dal Duomo dedicato a San Gennaro. I luoghi di interesse religioso a Casoria sono tanti. La mia idea di museo di arte contemporanea vede l’arte uscire dalle quattro mura della sede e vada in strada ad incontrare la gente. A Casoria sarebbe semplice portare avanti un’idea del genere, perché i tanti santi e beati potrebbero attirare un turismo di nicchia attorno al quale andrebbe costruita una rete di accoglienza alberghiera e di ristorazione e di collegamenti che favoriscano gli spostamenti. Il turismo religioso è nel nostro programma elettorale e non molleremo mai questa idea. Io ho messo le mie competenze nel campo della cultura, dell’arte e del turismo a disposizione dell’amministrazione e mi auguro che presto si possa ripartire, dopo due anni in cui il settore è stato fortemente penalizzato dalle chiusure causate dalla pandemia. Ora grazie ai vaccini, si sta ripartendo. Mi auguro che da qui a

breve si abbia di nuovo la possibilità di organizzare eventi. In campagna elettorale mi è stato chiesto di far rivivere la festa di San Mauro, durante la quale si organizzavano processioni, carri allegorici, bancarelle, i bambini venivano vestiti con abiti particolari e sfilavano per le strade, dove la gente si ritrovava e ritrovava il legame con le proprie radici. Forse risvegliare l’appartenenza affettiva con la città, anche attraverso l’amata e rimpianta festa di San Mauro, porterebbe anche a comportamenti quei civici di rispetto e legalità che si sono persi per il senso di estraneità al territorio che vivono molti dei suoi abitanti. Cambiando argomento -incalza infervorandosi il nostro direttore- è assurdo che, nonostante il grave fatto fosse stato segnalato in un articolo di CasoriaDue già lo scorso ottobre, all’ingresso del Settore Lavori Pubblici e Urbanistica ci sia ancora il logo sbagliato, appartenente ad un’altra città! Sono dieci anni che lo faccio notare e nessuno ha rimediato. Com’è possibile? Purtroppo il logo sbagliato è ancora lì ed è anche su qualche transenna -ammette il consigliere- Ormai anche su Google esce quello. Io sto sostenendo la campagna per la messa in posa delle panchine rosse, contro la volenza sulle donne e delle panchine gialle, dedicate alla battaglia contro l’endometriosi che è una grave patologia che colpisce prevalentemente donne giovani e adolescenti -si inserisce la Imbaldi- quando abbiamo preparato la panchina da istallare a Casoria, il tipografo che ci ha preparato le targhe ha preso il logo dal sito del Comune ed anche in quel caso era quello sbagliato. Facciamo scomparire il logo sbagliato, consigliere! -stringe Nando e il consigliere Colurcio si impegna, dirottando poi la conversazione sulla giornata dei Calzini Spaiati, celebrata il 4 febbraio, istituita per richiamare l’attenzione sul-


DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022 la diversità come valore aggiunto e non come problema, perché la diversità è sinonimo di unicità. I bambini “speciali” oggi sono tanti, ma non sempre sono riconosciuti come le persone meravigliose che sono. E su questo non possiamo che concordare. Ma Nando non molla la presa e stringe il consigliere nuovamente nell’angolo dei temi scottanti della politica casoriana. Sul PUC, sui PICS e le nuove progettualità per rendere Casoria città sostenibile sono mesi che si parla e si attende. A che punto siamo? Il PUC è spesso inteso come la panacea di tutti i mali, mentre invece spesso è il punto di partenza per la risoluzione dei problemi. I PICS vanno strettamente collegati ai nostri obiettivi di città diversa. Il PUC dovrebbe essere inserito nel PUC regionale e poi avremo il disegno di come è oggi Casoria. Potremo allora operare alcuni interventi, partendo da quella che è la cubatura del cemento che sta nel centro storico, si cercherà di farlo traslare in aree meno cementificate. Le aree dismesse sono tante e sono di stimolo per ridisegnare la città e occuparla non solo con cemento ma anche con aree verdi. Uno dei progetti dei PICS verterà proprio sul parco di Via Boccaccio per riaprire quello spazio chiuso. Stendiamo un manto pietoso su quello che, come amministrazione, avete fatto ai ragazzi di Via Boccaccio -lo stronca Nando. Giusto un piccolo inciso -rilancia subito Colurcio- sono stato invitato insieme al sindaco e alla consigliera Vignati ad un incontro con i ragazzi di Terra Nostra. Ci auguriamo di riaprire presto i cancelli. I ragazzi mi hanno sottoposto delle possibilità di utilizzo dei beni e degli spazi pubblici. Una volta terminati i progetti riapriremo a Terra Nostra e a tutti coloro che hanno la possibilità di investire e intervenire in realtà come quella, di poter prendere parte al processo di manutenzione, di gestione e di tutela di un bene che darà un grande respiro alla città. Un’altra richiesta: quando il Covid mollerà la presa e potremo tornare a

9 organizzare convegni, dibattiti e ad incontrarci, fa’ in modo che i politici che hanno stilato i piani di città sostenibile organizzino per ogni azione un convegno per spiegare ai cittadini che li hanno votati come verranno spesi i soldi destinati a ciascun progetto, perché sono soldi pubblici - sferra l’ultima provocazione il direttore a Colurcio, che pronto rilancia: Assumo pubblicamente l’impegno di coinvolgere i tecnici e il presidente della commissione che si interessa dei PICS, Alessandro Puzone per organizzare convegni e comunicare alla cittadinanza le azioni dell’Amministrazione. Francesca Imbaldi chiude con un ultimo intervento: Voglio soltanto dare delle informazioni: ho già detto che sono vicepresidente della Commissione Bilancio e Programmazione e sto lavorando insieme al presidente Pasquale Paglionico per creare un progetto per l’inserimento dei percettori del reddito di cittadinanza. Anche a Napoli finalmente stiamo creando progetti ad hoc. Relativamente ai lavori della commissione che si occupa delle politiche sociali, voglio comunicare che abbiamo deciso di intitolare la biblioteca di San Pietro a Dario Scherillo, un ragazzo vittima incolpevole di camorra per un tragico scambio di persona. Come Europa Verde, insieme al consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, ci stiamo battendo per la legalità in tutte le sue forme e siamo stati presenti ultimamente a tutte le iniziative di supporto alla divulgazione della legalità e tante volte ci siamo trovati vicino a familiari di vittime di camorra. La vicenda di Caivano e le urla strazianti della madre che non riusciva a riavere il corpo del figlio sono indimenticabili. E lo straziante elenco continua con le vittime di femminicidio. Come partito promuoviamo l’inclusione di tutti e siamo vicini a tutte le persone che subiscono ogni genere di violenza e cerchiamo di promuovere la legalità con azioni continue e convinte in ogni circostanza. Siamo vicini ai familiari delle vittime di camorra e di ogni violenza il

cui dolore è inconsolabile, ma deve trovare accoglienza e sostegno nelle istituzioni. Ci tengo a dare infine un’altra informazione: come gruppo delle Donne Verdi abbiamo dato il via alla catena della solidarietà e ogni mese siamo su un territorio per supportare ogni iniziativa volta al sociale. In un momento critico come quello che stiamo attraversando in cui i nuovi poveri sono diventati tantissimi, le Caritas e le chiese hanno visto raddoppiare il numero delle persone che chiedono il loro aiuto e noi come Donne Verdi ci siamo schierate al fianco di chiunque abbia bisogno. Il mese scorso abbiamo portato generi alimentari alla mensa dei Sacri Cuori a Secondigliano e invece questo mese saremo a Casoria al fianco della Caritas presso la chiesa di Santa Maria Francesca delle cinque piaghe ad Arpino e presso l’emporio della solidarietà Gocce di Rugiada che si trova a Via Botteghelle. Padre Riccardo qui ha dato vita ad una iniziativa splendida: anziché pacchi alimentari, ogni mese chi ha bisogno riceve una carta punti che variano a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare, con la quale si può andare a fare la spesa all’emporio. Consentire ad una mamma di andare a fare la spesa e non semplicemente di ricevere un pacco nel quale magari ci sono anche generi che non sono di interesse e andranno purtroppo sprecati, è un modo per ridare dignità alle persone. Infine, voglio ringraziare tutti i commercianti di Arpino e di Casoria che mi sono stati di grandissimo supporto e lancio un appello ai grandi supermercati che fino a due mesi fa donavano i prodotti in scadenza, che tra l’atro hanno un costo di smaltimento e chiedo: perché non tornate a regalarli alle tante catene alimentari che si occupano di redistribuire questi prodotti ormai invendibili a chi ha bisogno? Contattatemi e me li vengo a prendere io! Brava Chicca! Unisco la mia voce alla tua e chiudo così la storia di oggi, cari responsabili delle grandi distribuzioni di zona, perché non tornate a regalare ciò che va sprecato, buttato e smaltito a caro prezzo? Aspettiamo risposta.


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10 CHIARA D’APONTE

DOTTOR MAURIZIO DE PALMA: “INFORMAZIONE, PREVENZIONE E CURA SONO LE ARMI VINCENTI PER SCONFIGGERE LE PATOLOGIE TIROIDEE”

E’ un organo abbastanza piccolo, ha la forma di una farfalla e regola i processi metabolici ed il consumo di energia dell’organismo. Stiamo parlando della tiroide. Per capirne meglio il funzionamento e il trattamento delle sue patologie abbiamo intervistato il Dottor Maurizio De Palma, chirurgo tiroideo. Mentre preparavo le domande per l’intervista mi sono resa conto che sarebbe forse un po’ superfluo chiederle di spiegare ai nostri lettori che cosa sia la tiroide perché mi sono resa conto che praticamente in ogni famiglia ci sono almeno un paio di persone che hanno problemi di natura tiroidea. Quindi posto che tutti noi sappiamo cosa sia la tiroide, quali sono le cause delle malattie che la interessano? Ciò che dice è vero: le patologie che interessano la tiroide sono diffusissime. Alla base di esse ci sono vari fattori. Ci sono sicuramente predisposizioni genetiche ma anche fattori esterni quali, ad esempio, l’essere o esser stati fumatori. Tra i fattori esterni ci sono anche l’esposizione a radiazioni. Ricorderete tutti il disastro di Chernobyl. Dopo l’incidente si è notato un aumento incredibile, addirittura cento volte superiore alla media, di patologie tiroidee in quell’area e nelle zone limitrofe . Ed è purtroppo vero che, tramite venti e correnti, la nube tossica di Chernobyl si è spostata nelle nazioni vicine in linea d’aria all’Ucraina. Sicuramente la nube con le sue sostante nocive è arrivata anche in

Italia ed anche qui ci sono state conseguenze importanti. Ci sono poi studi che dimostrano che anche i veleni della cosiddetta “Terra dei Fuochi” hanno provocato un aumento di patologie tiroidee. Del resto la sostanza nociva penetra nel terreno e il terreno da nutrimento alla frutta ed alla verdura che noi consumiamo ogni giorno. In cosa consistono esattamente le patologie tiroidee? Partiamo dal presupposto che definiamo patologia tutto ciò che non è fisiologia. Dunque tutto ciò che differisce dal normale. La tiroide può essere alterata perché funziona poco o perché funziona troppo. Nel primo caso parliamo di ipo-

tiroidismo, nel secondo di ipertiroidismo. La tiroide può essere alterata perché la sua morfologia si modifica, si modificano il suo aspetto e la sua consistenza. Può aumentare di volume. O su di essa si possono formare dei noduli che noi definiamo inutili perché non producono ormoni e perché vanno ad alterare la simmetria dell’organo e possono creare problemi agli organi vicini alla tiroide che possono essere dislocati, compressi ed andare in sofferenza. I noduli possono essere benigni ma possono anche essere maligni. Ci sono varie forme di tumore alla tiroide e, fortunatamente, i più sono poco aggressivi. Ma esistono forme rare, come il tumore anaplastico, che conduce a morte nel giro di poche settimane dal momento in cui si manifesta e poi c’è il tumore midollare, anch’esso abbastanza serio perché può essere trattato solo chirurgicamente, è molto aggressivo ed ha un’alta probabilità di recidiva. Dunque spesso, una volta accertata la presenza di una malattia tiroidea, la strada da percorrere è quella dell’intervento chirurgico. Ci sono stati col tempo dei progressi nell’ambito della chirurgia tiroidea? In realtà è da parecchi decenni che le cicatrici da intervento alla tiroide sono davvero piccole e discrete. I chirurghi dedicati, come lo sono io, è da almeno trent’anni che sono riusciti a ridurre le cicatrici a pochissimi centimetri. Essenzialmente ad oggi si interviene in due

Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00


DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022 modi: tagliando all’altezza del collo ma con un taglio di soli due centimetri oppure, per evitare le cicatrici al collo che psicologicamente parlando potrebbero essere dure da affrontare per il paziente, si interviene tagliando sotto l’ascella ed utilizzando la robotica. Il taglio però in questo caso è di 7/10 centimetri. L’intervento di rimozione della tiroide non è in realtà tecnicamente complicato ma è delicatissimo perché dietro alla tiroide ci sono delle strutture fondamentali che anche al minimo errore potrebbero non funzionare più. Parlo di nervi e corde vocali che potrebbero subire paralisi e di danni alle para tiroidi che sono delle piccole ghiandole che regolano il metabolismo del calcio. Per quanto riguarda l’intervento io ritengo utili gli interventi di rimozione totale o di rimozione di un intero lobo. Ovviamente il chirurgo tiroideo si muove seguendo delle linee guida. Fino a pochi anni fa le linee guida consigliavano l’asportazione totale della tiroide per ogni minimo insulto all’organo. Dal 2015, dopo la presentazione a Chicago delle nuove linee guida per il trattamento del tumore alla tiroide e dopo la pubblicazione delle linee guida italiane che ho avuto l’onore di aiutare a codificare, si è sancito che siccome i tumori

11 alla tiroide nella stragrande maggioranza dei casi non sono particolarmente aggressivi bisogna andare ad asportare il minimo indispensabile. Il post operatorio è rapido. Il paziente, o meglio la paziente visto che quelle tiroidee sono patologie che interessano soprattutto le donne, risvegliatosi dall’anestesia è già autonomo e, 0teoricamente, potrebbe tornare a casa già 24 ore dopo l’intervento. Chiaramente ciò non accade mai perché si preferisce sempre monitorare la situazione per un paio di giorni. Da tener sempre presente poi è anche il fattore psicologico. Per molti è difficile accettare l’idea di dover subire un intervento che preveda un taglio alla gola. Ma, a parte questo, davvero posso affermare con sicurezza che gli interventi, ovviamente se effettuati da chirurghi specializzati, sono semplici, poco invasivi ed hanno dei velocissimi tempi di recupero. Basta stare un po’ più attenti del solito per i primi tre massimo quattro giorni ma poi, a meno che non si facciano lavori particolari (come lavori in cantieri, scavi archeologici o tutti quei lavori che portano a stare a contatto con polveri di varia natura) si può tornare alle proprie normali attività lavorative entro quattro giorni. La vita di un paziente che ha subito asportazione

totale o parziale della tiroide non subisce enormi stravolgimenti. La sola cosa a cui bisogna stare davvero attenti è bilanciare lo squilibrio ormonale provocato dall’intervento di rimozione. Il pre e post operatorio è in realtà un lavoro che si svolge in team. C’è una squadra di professionisti a servizio del paziente. E dunque il chirurgo lavora di concerto con l’endocrinologo ed insieme decidono la strada migliore da percorrere. Infine vorrei che rivolgesse un appello per invogliare le persone a prendersi maggiormente cura della propria tiroide. Informazione, prevenzione e cura sono le tre parole chiave per combattere le patologie legate alla tiroide. E’ importante che settimanali come il vostro trattino l’argomento, è importante che anche i medici di base informino i propri pazienti e consiglino più spesso, ove i sintomi dovessero suggerirlo, di effettuare accertamenti di primo livello alla tiroide, quindi analisi del livello degli ormoni tiroidei ed ecografia. Insomma la gente deve documentarsi, la stampa deve fare informazione corretta, il “dottor Google” deve essere usato con grande attenzione e i medici di famiglia devono informare maggiormente sulla tiroide e le sue patologie.


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12 ANGELA CAPOCELLI

IL CUORE: UN ORGANO FONDAMENTALE PER L’UOMO

Il dottor Celardo Tommaso, cardiologo che lavora presso l’ambulatorio al distretto 43 di Casoria, ci ha rilasciato una preziosa e interessante intervista esclusiva. Le sue parole andrebbero divulgate per rendere gli esseri umani più consapevoli dei rischi che corrono con uno scorretto stile di vita e per convincerli a condurre una vita sana che giovi ad uno degli organi più importanti del corpo: il cuore. A cosa è dovuta la sua scelta di specializzarsi in cardiologia? Mi preme innanzitutto ringraziare l’amico Ferdinando Troise, Direttore Responsabile, e tutto lo staff di Casoria Due per avermi dato l’occasione di ricordare il periodo entusiasmante in cui ho conseguito la laurea di Medicina e Chirurgia alla Federico II di Napoli, quando durante il corso di studi ed in particolare al quarto anno ebbi l’opportunità di frequentare come studente l’Istituto di malattie dell’apparato cardiovascolare il cui direttore era il Prof. Condorelli, direttore anche della scuola di Specializzazione di Cardiologia e dove entrando a far parte del gruppo del Prof. Cristoforo D’Ascia insieme ad altri allora giovani e brillanti amici/ colleghi mi appassionai alla disciplina di cardiologia, preparai la mia tesi di laurea con un argomento cardiologico e decisi poi di intraprendere questo percorso concorrendo per la scuola di specializzazione. Di cosa si occupa precisamente un Cardiologo? Il Cardiologo è il medico specialista che si prende cura del cuore e dei grossi vasi (aorta, vene cave, arterie polmonari). In questi ultimi decenni si è assistito ad un grande sviluppo di conoscenze delle patologie cardiovascolari grazie alla nascita di metodiche diagnostiche ed interventistiche che hanno permesso di studiare e curare le patologie cardiovascolari. Quando mi sono laureato nel 1983 nascevano le metodiche di monitoraggio ambulatorio (Holter), muovevano i primi passi le diagnostiche ultrasoniche (ecografie), nascevano le UTIC (unità di terapia intensiva coronarica) e le sale di emodinamica dove si è iniziato a fare coronarografie ed angioplastiche su quelle coronarie che occludendosi provocavano infarti ed a studiare e cu-

rare le aritmie con l’elettrofisiologia e le ablazioni, si moriva così di meno per cause cardiovascolari ma aumentava la popolazione dei cardiopatici. Pertanto nascevano ed aumentavano sul territorio gli ambulatori specialistici cardiologici che seguivano questi pazienti cardiopatici e soprattutto si occupavano e diffondevano la cultura della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Insomma la figura del Cardiologo stesso ha subito negli anni una complessa evoluzione che ha portato alla nascita di diverse figure di Cardiologo: il cardiologo territoriale che si interessa di prevenzione primaria (prima che compaiano patologie) e secondaria (dopo che si è avuto un evento cardiovascolare) oltre a curare e seguire i pazienti cardiopatici cronici; il cardiologo emodinamista che esegue coronarografie ed angioplastiche; l’elettrofisiologo che fa diagnosi e cura delle aritmie; il cardiologo riabilitatore che si occupa della ripresa fisica dei pazienti dopo eventi acuti (infarti, angioplastiche, interventi cardiochirurgici (bypass , impianti di valvole). Quali sono i consigli che qualsiasi essere umano dovrebbe seguire per una vita sana? L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) già nel 1948 definì la salute come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non come la mera assenza di malattia o disabilità. La salute non è quindi un obiettivo fine a se stesso ma piuttosto un mezzo grazie al quale possiamo vivere una vita più

ricca e più piena. In quanto cardiologo operante sul territorio svolgo un ruolo informativo importante per i pazienti che vengono a controllo in ambulatorio ed ad essi mi rivolgo dando consigli su come condurre una vita sana in modo da ridurre il rischio cardiovascolare specialmente con corretti stili di vita: attività fisica regolare, attività culturali, corretta dieta alimentare, controlli medici periodici per correggere i fattori di rischio (ipertensione arteriosa, ipercolestererolemia, ecc.). In che modo possiamo salvaguardare la salute del nostro cuore? La salute del cuore e dell’intero apparato circolatorio è fondamentale per tutto l’organismo perché il cuore è il motore della vita. È un alleato unico che vale davvero la pena salvaguardare per assicurarci un’adeguata “protezione”. Il cuore è il muscolo più importante del nostro corpo: lavora 24 ore al giorno e si contrae incessantemente pompando il sangue attraverso i vasi sanguigni e assicurando così a tutte le nostre cellule il loro elemento vitale: l’ossigeno. È poco più grande del pugno di una mano, pompa circa 8 / 9000 litri di sangue al giorno. È un lavoro continuo ma variabile, ossia pompa di più quando facciamo uno sforzo, rallenta quando ci rilassiamo, ma è sempre pronto a supportarci al meglio in ogni istante della nostra vita. Le malattie cardiovascolari sono ancora la principale causa di morte del nostro Paese e sono una fonte importante di disabilità che pesano in misura consistente sulla qualità di vita delle persone, oltre che sulla spesa sanitaria. L’enorme diffusione di queste patologie si spiega con la sempre maggiore diffusione di stili di vita sbagliati, il che richiede interventi educativi adeguati e l’impegno personale finalizzato a ridurre il rischio di malattie ed eventi cardiovascolari “maggiori” (ictus ed infarto cardiaco in particolare). È importante intervenire in tempo: prevenire significa correggere il proprio stile di vita quando si è ancora sani o comunque non si hanno disturbi evidenti. I fattori di rischio cardiovascolari sono quelle condizioni che aumentano la probabilità di sviluppare una malattia del sistema cardiocircolatorio e di andare


DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022 incontro a un evento grave per il cuore, l’infarto. Alcuni fattori (età, sesso, e familiarità) non sono modificabili perché indipendenti dalla nostra volontà, ma devono essere comunque tenuti in considerazione quando si definisce il proprio livello di guardia. Perciò dovremmo essere consapevoli che con l’età il nostro rischio cardiovascolare aumenta progressivamente. Inoltre gli uomini sono in generale più a rischio ad ogni età mentre le donne devono prestare particolare attenzione dopo la menopausa. Nella valutazione del proprio rischio cardiovascolare si dovrà tenere presente, inoltre, non solo il livello di un singolo fattore per esempio colesterolo o pressione arteriosa, ma anche la concomitanza di più fattori. Alla base vi deve essere un efficiente controllo dei fattori di rischio cardiovascolari in particolare in chi ha già avuto familiari con patologie cardiovascolari, stando attenti ai fattori noti: fumo, colesterolo, diabete mellito, ipertensione arteriosa, specialmente in età avanzata. Il fumo è una pessima abitudine alla quale si deve necessariamente rinunciare per la buona salute del sistema cardiocircolatorio e di tutto l’organismo. Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio, zucchero, nel sangue (iperglicemia) e dovuta ad un’alterata quantità o funzione dell’insulina. Attenzione: se non viene tempestivamente e correttamente curato, il diabete favorisce l’indurimento delle arterie (aterosclerosi), l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e riduce il livello del colesterolo-HDL, in-

13 crementando il rischio cardiovascolare. Per quanto riguarda il colesterolo, essa è una sostanza fondamentale per l’organismo ed è presente in tutte le cellule di organi e tessuti, viene prodotto dal fegato ma può essere anche introdotto dall’alimentazione, viene trasportato dal fegato alle cellule attraverso il sangue grazie all’aiuto di alcune sostanze dette LDL, che però, qualora in eccesso tendono a depositarsi nelle pareti dei vasi sanguigni dove possono formare delle vere e proprie placche che ostruiscono il flusso del sangue. Se a seguito di questi ostacoli alla circolazione, il cuore, il cervello e gli altri organi non ricevono un adeguato apporto di ossigeno si verificano danni molto gravi come infarto e ictus. È importante quindi verificare che il colesterolo non raggiunge mai livelli troppo elevati. Questi valori sono: -colesterolo totale fino a 200mg/dl -colesterolo “cattivo” (LDL) fino a 100mg/dl -colesterolo “buono” (HDL) non inferiore a 50mg/dl Un altro fattore di rischio è lo squilibrio della Pressione Arteriosa. È noto che la pressione “massima” (sistolica) tende ad aumentare con l’età a causa di stili di vita non corretti, ciò provoca irrigidimento delle pareti dei vasi arteriosi e non è quindi una buona cosa avere la pressione alta, anche in età avanzata. Quanto possono influire effettivamente le emozioni sullo stato di salute dell’organo in questione? Il cuore ed il cervello sono gli organi più importanti del nostro organismo e tra di

loro esiste una comunicazione diretta grazie al sistema nervoso autonomo che si divide in sistema simpatico, che ha la capacità di stimolare gli organi in senso accelerativo e/o vasocostrittivo, e sistema parasimpatico che ha esattamente la capacità opposta cioè rallentare il cuore e vasodilatare. Così per azione del sistema simpatico adrenergico avremo, per esempio, l’accelerazione del battito cardiaco (tachicardia) e la costrizione dei vasi arteriosi (pallore, mani e piedi freddi, pressione alta), l’opposto per azione del parasimpatico. Il sistema nervoso autonomo è strettamente collegato alle nostre azioni emotive, basti pensare a come un’emozione possa provocare tachicardia o sudorazione eccessiva per attivazione del sistema nervoso simpatico. Se abbiamo paura il sangue fluisce verso i grandi muscoli scheletrici, ad esempio quelli delle gambe, rendendo più facile la fuga e al tempo stesso facendo impallidire il viso, quando siamo in collera il sangue ci affluisce alle mani e questo rende più facile afferrare un’arma o sferrare un pugno, la frequenza cardiaca aumenta grazie all’adrenalina del sistema simpatico. Nella felicità, in amore, i sentimenti di tenerezza comportano il risveglio del sistema parasimpatico con una mobilitazione opposta a quella che abbiamo visto nella reazione di combattimento o fuga tipico della paura e della collera. Pertanto potremmo definire la modalità parasimpatica come risposta di rilassamento. In conclusione vivere in pace e con serenità è un modo per ridurre al massimo il nostro rischio cardiovasco-

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14 RITA GIAQUINTO

SALUTE & BENESSERE

“MODA & SHOPPING” CON LELLO ANTONELLI: LA VERA ARTE SARTORIALE

Una puntata speciale quella di giovedì scorso in cui il format Salute & Benessere di Rossella Giaquinto, trova nuova vita all’esterno degli studi di NanoTV. Ci troviamo, precisamente, nell’atelier della prestigiosa sartoria napoletana per abiti da uomo di Lello Antonelli, in cui la nostra conduttrice è riuscita a realizzare una diretta elegante e raffinata, da ogni punto di vista. La trasmissione – come ci spiega Rossella – inaugura un fuori salone della Fashion Week di Milano, trasformando, per tutto il mese di febbraio, il suo format di successo in una rubrica dal titolo “Moda & Shopping”: un salotto itinerante che ci farà conoscere élite ed eccellenze della moda napoletana, un universo di storia, tradizione, cultura e identità che, da secoli, porta nel mondo l’ineguagliabile stile partenopeo. Non poteva esserci punto di partenza migliore che Palazzo Leonetti, in Via Dei Mille 40, dove troviamo il laboratorio e lo showroom di Lello Antonelli che con garbo, gentilezza e cortesia ci ha generosamente aperto le porte del suo salone per farci respirare quella incontaminata atmosfera di bottega e di maestranze, ma anche per raccontarci storia e progetti di una grande eccellenza della nostra città. Con l’obiettivo sempre acceso su tutto quanto “fa salute”, Rossella apre l’intervista ricordando a tutti i suoi numerosi web spettatori, le tante ricerche scientifiche condotte negli ultimi anni da istituti oltreoceano che hanno conclamato la stretta connessione tra l’acquisto di capi di abbigliamento ed il nostro benessere. Sinonimo di gratificazione e

socialità, anche la scelta di un abito può, dunque, essere vissuto come un momento di relax e di respiro da quello stress quotidiano che, ormai, attanaglia tutti. Lello Antonelli ci racconta così la sua esperienza: “Si, Rossella, hai centrato perfettamente l’argomento.Ci sono clienti, soprattutto i più consolidati, che vengono qui per rilassarsi. Alla fine, scegliere il tessuto per l’abito diventa l’ultima cosa a cui ci dedichiamo. Un saluto, un caffè, una chiacchierata, questo è sicuramente il primo approccio”. Il tutto calorosamente avvolto in un ambiente che trasuda storia: innanzitutto, la storia di Lello che, ad appena 12 anni, infila il suo prima ditale e inizia a lavorare – come spesso accadeva a quei tempi, per necessità - in una delle sartorie più importanti di Napoli. Dopo sedici anni di gavetta in varie sartorie della città, il nostro Maestro decide di aprire la sua prima sartoria a Montesanto, nel cuore storico di una delle arterie pulsanti di Napoli. Dopo tanti anni, innumerevo-

li sacrifici, si realizza il sogno: via Dei Mille, con il suo prestigio, la sua preminenza, la sua importante autorevolezza soprattutto per le case di moda, griffe e firme internazionali. Cosa è cambiato? “Nulla!” – ci rivela Lello. E, con un pizzico di orgoglio, continua: “Noi non siamo cambiati, siamo sempre quelli che eravamo un tempo, cercando, ovviamente, di migliorarci giorno per giorno. Eravamo e continuiamo ad essere una di quelle antiche sartorie che lavora ancora a mano. Abiti da uomo, giacche, camice, cravatte, papillon, tutto cucito rigorosamente a mano, facendo soltanto tre passaggi a macchina. Cerchiamo di lavorare in armonia, perché come il lavoro di qualsiasi artigiano, il nostro è un creare, ed è la cosa più bella del mondo”. Ma quanto di Napoli c’è in un abito da uomo cucito a mano? “C’è tanto. Io dico sempre che qui noi facciamo abiti dinamici, e non statici come fanno altrove. Il che significa che, come diceva un mio maestro tanti anni fa, un abito creato da noi deve avere ‘o difettuccio, non deve essere perfetto e preciso in tutto. E questa imperfezione gli dà vita, lo fa respirare, e appunto, lo rende dinamico, vivo”. Una tradizione che va avanti ormai da 50 anni ma che deve continuare. Come si fa a non arrestare tanta storia?: “Questo non dipende solo da noi, perché noi siamo disponibilissimi ad insegnare il nostro mestiere. Molte scuole vengo-


DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022 no qui in sartoria, gli studenti vengono a respiare l’aria della “puteca”, e noi potremmo regalare un futuro a questi giovani, ma purtroppo lo Stato in questo non ci aiuta. Non dimentichiamo che la sartoria napoletana è la prima al mondo, nasce nel 1351 con la Confraternita dei Sartori, il fulcro della produzione tessile del Regno delle Due Sicilie, che ha diffuso ovunque eleganza, signorilità e il bel vestire”. Presente nel salone è anche il Direttore di rete, Maurizio Cerbone, il quale si fa raccontare da Lello Antonelli la sua esperienza all’interno dell’Accademia Nazionale dei Sartori di cui è stato membro: “Si, una grande soddisfazione è stata che io – napoletano – ho vinto e sono stato Direttore Nazionale del premio Forbici D’Oro per tanti anni. Un’esperienza bellissima, ho conosciuto i tanti sarti in Italia, ma ho dato le dimissioni nel 2020, perché a Napoli abbiamo deciso di portare qualcosa di nuovo con la Confraternita dei Sartori, che come ho detto, è la più antica del mondo”.

15 A questo punto comincia il tour del salone e del laboratorio. Un giro che ci fa respirare aria di arte, cultura e tradizione ancora molto radicate nel modo di lavorare di questa sartoria. Grazie a Rossella e a Lello Antonelli, le immagini ed il racconto, a tratti emozionante, ci illustrano chiaramente la magia che si crea attorno alla realizzazione del cosiddetto “abito su misura” : gli strumenti, le stoffe, la cura del dettaglio, la scelta dei tessuti, la selezione delle tele che possono essere di lino, canapa, cotone. Perché ad ogni tessuto la sua tela: se il tessuto è leggero, la tela sarà più pesante e viceversa, nella costante ed instancabile ricerca di un equilibrio che renderà perfetto il prodotto finale. Ma ancora, l’imbastitura, fondamentale perché la sartoria Antonelli non utilizza adesivanti; la stiratura con l’uso di un ferro di 7 chili e mezzo; l’impuntunatura, la intelaiatura, il disegno realizzato geometricamente sul tessuto con i gessetti che Rossella tanto ama, e poi tagliato, senza

usare modelli. Taglio rigorosamente eseguito da Lello Antonelli in persona. E poi i bottoni, un’altra scelta rituale: non in plastica, ma in madreperla, osso oppure di corozo, un tipo di avorio vegetale, proveniente dal Brasile ed Ecuador, con cui si ottiene un bottone resistente, raffinato, naturalmente elegante. Ma la ritualità è un coinvolgente gioco senza fine all’interno del salone: scelta del tessuto, prima prova, seconda prova, insomma un turbinio di bellezza che non può farci che bene. Tutto unito come da un filo di cotone che passa dalla testa e attraversa alle dita, ma parte e arriva al cuore: “Perché senza passione, senza amore, è impossibile fare questo lavoro”. Con questa chiosa di Lello, non possiamo che applaudire lui e Rossella. Con questo appuntamento abbiamo avuto l’occasione di entrare in una sfera di alta classe: l’eccellenza della nostra Napoli che nel mondo porta anche la firma, prestigiosa ed esclusiva, di Lello Antonelli.

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16 MARIA SAVERIA RUSSO

“UNA CITTÀ SENZA LA SUA MEMORIA, È UNA CITTA FINITA.” CASORIA: UNA CITTÀ PIENA DI ARTE MA CHE RISCHIA DI ANDARE PERDUTA

Quella della valorizzazione del vasto patrimonio culturale della Chiesa, soprattutto a livello regionale, è un tema che sta molto a cuore del direttore di Casoriadue, Nando Troise, che da sempre si batte per riportare allo scoperto chiese stracolme di arte e di storia. Purtroppo oltre alle belle parole, sono necessarie anche azioni concrete e da soli i cittadini non riescono a mettere in pratica le loro idee, serve in questo caso l’aiuto delle istituzioni. Eppure, quando si parla di arte, le istituzioni sembrano fare orecchie da mercante, come se valorizzare artisticamente un intero territorio non fosse una cosa importante. Oltre alla valorizzazione poi si aggiunge anche la manutenzione di questi siti storici ed artistici: zone oramai interdette al pubblico, inagibili. In un servizio di Nello Di Costanzo andato in onda su Buongiorno Regione, si è parlato della città di Casoria e grazie agli interventi di Don Mauro Zurro e di Lucio Rossi, si è fatto un quadro generale di quelli che sono i problemi che affliggono questi luoghi sacri, in particolare la Basilica di San Mauro, una Cripta del ‘400 ed una Cappella del ‘700 e di come la mancanza di fondi non riesca a garantire una manutenzione continua. Il servizio è cominciato con le inquadrature del bellisismo sagrato della Basilica Pontificia di San Mauro, Chiesa del ‘600, scrigno di tesori che rischia di andare perduto tra precarietà e indifferenza. Guidati dal parrocco della Basilica, Don Mauo Zurro, è stato possibile vedere l’interno e vedere da vicino come i segni del tempo e l’uomo stesso abbiano danneggiato la parrocchia. In questa basilica ci sono i dipinti di alcuni dei maggiori esponenti della pittura napoletana del ‘600, come Angelo Mozzillo, Andrea Vaccaro, Pietro De Martino. C’è un meraviglioso ed ancora funzionante organo ligneo del ‘700, il Battistero dove venne battezzato il santo della carità, San Ludovico da Casoria, il soffitto decorato in oro zecchino, il portale di ingresso in bronzo.

Eppure, nonostante tutti questi tesori, sembra che le istituzioni si siano dimenticate di questo luogo. Come detto dallo stesso Don Mauro Zurro “Stiamo cercando con tutte le nostre forze disponibili di conservare questi beni, però dobbiamo ammettere che da soli non ce la facciamo, quindi abbiamo bisogno di sostegno, abbiamo bisogno di aiuti, abbiamo bisogno di interventi forti, soprattutto dalla sovrintendenza.” Attigua alla Basilica di San Mauro c’è un altro tesoro “nascosto” e purtroppo trascurato, rappresentato da una chiesetta del ‘700. Qui è percebile un altro sfregio alla memoria storica della città di Casoria, proprio come fa notare Lucio Rossi dell’Arciconfraternita S. Maria della Pietà, a proposito della Pala del ‘500, autori ignoti. “Abbiamo restaurato la Pala della Madonna di Costantinopoli, eppure non è al sicuro. Il problema è che questa qui adesso è inagibile; nel 2019 si è aperta una grande voragine nella piazza di San Mauro, dove addirittura c’è andato un camion dell’immondizia all’interno e per molto tempo, circa quattro mesi, è rimasta aperta questa voragine, cosa che noi riteniamo, anzi è stato constatato che ha portato questi danni, queste lesioni che si sono avute in questa cappella.” Scendiamo di circa 15 metri sotto il li-

vello stradale, in una cripta del ‘400 ci sono degli affreschi meravigliosi che stanno però andando in rovina, c’è bisogno di fondi per recuperarli. Come aggiunge lo stesso Lucio Rossi “se questi affreschi rimangono per altri dieci – quindici anni in queste condizioni, noi li perderemo definitivamente, un patrimonio della città che sarà completamente distrutto e non più recuperabile.” Successivamente nel servizio sono stati mostrati gli scolatoi: praticamente il cadavere veniva messo all’interno di oculi, appesso attraverso gli oculi e si tendeva a far scendere tutto il grasso del cadavere; dopo di ciò chi aveva all’interno della Chiesa la cappella veniva portato nella cappella padronale; viceversa, chi non aveva la cappella, veniva meso giù, dove ci sono tutte le ossa dei morti. Si entra quindi in un altro ambiente e si trova qualcosa di più moderno rispetto allo scolatorio e quindi invece di venire appeso, il cadavere era seduto, c’era anche un fosso per cui automaticamente i fluidi andavano direttamente in scolatori laterali. Avere questi scrigni pieni di tesori, nascosti e non, ma non saperli fruttare: questo sicuramente dovrebbe essere il più grande rammarico delle istituzioni. E’ un peccato tenere chiusi questi patrimoni culturali, perché una città senza la sua memoria è una città che non può crescere, è una città finita.


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CIRO TROISE

I PLAY-OFF E LA RIFORMA DEL CALCIO FEMMINILE CHE PUÒ FARE DA APRIPISTA

Nelle istituzioni del calcio c’è il caos. La Figc contro la Lega, Dal Pino che si dimette e i propositi di riforma restano nel cassetto, pronti in futuro a diventare realtà. Gravina non molla, ha in mente un piano di rivoluzione del mondo del pallone a lungo termine, probabilmente dopo il 2024, quando anche a livello europeo sono previsti dei cambiamenti. Qualcosa ci sarà tra tante spinte: mondiale biennale, Superlega, riforma della Champions. C’è un’idea che stimola tanto Gravina: l’introduzione dei play-off per alzare il livello dell’imprevedibilità e dell’interesse per la serie A. Partite decisive che possono scrivere le sorti di un campionato è l’elettroshock per rimettere al centro della vita delle persone il calcio ma soprattutto per attirare pubblico nei mercati internazionali, con le tv di tutto il mondo. Negli ultimi giorni nel mondo della serie A di calcio femminile si è discusso di una riforma dei campionati che potrebbe fare da apripista alle rivoluzioni del pallone dei maschi. Ci sono, infatti, due opzioni al vaglio. Si parte sempre da una regular season con le dieci squadre che formeranno la serie A, con partite di andata e ritorno, ogni club disputerà diciotto partite. C’è poi la fase successiva al vaglio con tante idee sul tavolo. Ci sono le poule scudetto e retrocessione, le prime cinque classificate si sfidano in un girone all’italiana con quattro gare d’andata e ritorno. La prima diventerebbe campione d’Italia, la seconda classificata ottiene la qualificazione alla Women Champions League. L’ultima classificata della poule retrocessione retrocederebbe in serie B mentre la penultima disputa uno spareggio con gare di andata e ritorno con la se-

conda del torneo cadetto. C’è anche un’altra ipotesi: la regular season resterebbe immutata, cambierebbe la formula della seconda fase. Piuttosto che le poule scudetto e retrocessione, ci sarebbero i play-off per le prime sei classificate e i play-out per le ultime quattro. Il calcio femminile così adopererebbe la classica formula play-off che si utilizza in B o nel campionato Primavera 1 per esempio. La sesta affronterebbe la terza, la quarta giocherebbe contro la quinta classificata mentre le prime due attenderebbero le vincenti in semifinale. Nei play-out uno schema simile: la settima contro la decima, l’ottava contro la nona. Le perdenti si sfiderebbero in finale con gare di andata e ritorno. Chi perde la finale retrocede in serie B, la vincente, invece, disputa uno spareggio con la seconda classificata del campionato cadetto. Il dibattito tra i club è ancora aperto, alcune società privilegiano le poule scu-

detto e retrocessione per salvaguardare il merito sportivo, altre, invece, spingono per i play-off per dare più spettacolarità all’evento, creando anche maggiore interesse. I tempi non sono ancora maturi ma Gravina qualche settimana fa ha dichiarato che continua a pensare ai play-off per il calcio, è un progetto che non ha mai abbandonato. La serie A femminile, torneo che cerca di attirare nuovi spettatori, può battezzare questa formula, sperimentarla sul campo per verificare pregi e difetti. Non è facile trovare il giusto compromesso tra la salvaguardia del merito sportivo e la spettacolarità richiesta dal pubblico in giro per il mondo e dai ragazzini distratti da tante altre attività. Per tante generazioni è stato scontato sedersi e gustarsi una partita per novanta minuti più recupero, con le sue pause e le sue emozioni. Nel mondo di Fortnite, dei videogames, di Instagram, Youtube, del “tutto e subito”, la concentrazione dei giovanissimi non è più assicurata, bisogna conquistarla. Oltre la questione play-off che è in stand-by, il calcio ha l’urgenza di riformare i campionati per rendersi sostenibile. “Dobbiamo agire non solo in maniera decisa nella riduzione del numero degli organici, ma anche nelle modifiche dei format che devono recuperare un appeal. Non siamo più appetibili sul mercato, i nostri fruitori si cominciano ad allontanare. Dobbiamo accelerare questo processo entro il 30 giugno per non perdere altri due anni. Bisogna agire in fretta e con grande senso di responsabilità, riformando i campionati”, così Gravina qualche settimana fa ha fotografato il cambiamento che cova sotto la cenere riguardo all’universo calcio.

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A TU PER TU CON PINO MAURO: CONCLUSA LA QUINDICESIMA PUNTATA DEL PROGRAMMA IN ONDA SU PARTENOPE TV

Tanti consensi e apprezzamenti per la quindicesima puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www.partenope.tv). La trasmissione, condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, a partire dalle ore 20,50, ha avuto come graditissimo ospite PINO MAURO, interprete della canzone napoletana e della sceneggiata, attore di cinema, televisione, teatro, un vero e proprio punto di riferimento per il mondo artistico. Nel corso della puntata abbiamo raccontato la straordinaria carriera del maestro Mauro spaziando tra le varie edizioni di Piedigrotta, i Festival di Napoli, le tantissime sceneggiate, rese famose in tutto il mondo, i numerosi programmi televisivi, la ricca discografia, i molti incontri artistici, le collaborazioni. Il nostro ospite, perfettamente a suo agio nello studio televisivo di Partenope Tv, seduto su un comodo divano,

si è soffermato sulla sua vita professionale e privata con numerosi aneddoti e curiosità, ha smentito categoricamente la sua rivalità con Mario Merola, ha dato dei consigli alle giovani leve che vogliono intraprendere la carriera musicale, ha parlato della sua carriera cinematografica con i film Onore e guapparia, regia di Tiziano Longo, I figli non si toccano!, regia di Nello Rossati, I guappi non si toccano, regia di Mario Bianchi, Atten-

ti a quei due napoletani, regia di Mario Gariazzo, Ammore e malavita, regia dei Manetti Bros, Il Ladro di cardellini di Carlo Luglio, che ha curato anche il docufilm L’ultimo fuorilegge, e delle sue due pubblicazioni: “Pino Mauro – L’ultimo dei grandi”, ed. Albatros e “La sfida - Storia del re della sceneggiata”, di Riccardo Rosa, ed. Monitor. Una curiosità? Nel 1972 era così ricco di impegni da rifiutare il ruolo di Santino Corle-

one, ne “Il Padrino Parte II”, di Francis Ford Coppola, assegnato poi a James Caan, infatti Carmine Coppola e Italia Pennino, genitori di Francis, si erano trasferiti a Napoli per tre mesi per cercare attori, ma non se ne fece nulla. Molte sono state le testimonianze fotografiche e i montaggi relativi alla carriera, ai colleghi, alla vita privata e molteplici i videomessaggi inviati dagli attori Mauro Gioia e Nando Paone, dal regista Carlo Luglio, dagli scrittori Riccardo Rosa e Vincenzo Martongelli , dal musicista Nero Nelson, dalle figlie e dalla nipotina. Nel corso della serata abbiamo ascoltato Lu cardillo, O bene mio, Chiagne femmena, mentre il finale da brividi è stato con il cult Nun t’aggia perdere. Per la rubrica “In cucina con Gemyy” curata dalla food blogger Gemma Caruso, sono stati preparati i rigatoni al ragù napoletano. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. La replica andrà in onda domenica alle ore 21,00.

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VITTORIA CASO

PER NON DIMENTICARE… GLI STUDENTI DELL’I.C.2 MOSCATI MAGLIONE COMMEMORANO LA SHOAH

Il 4 febbraio, gli alunni delle classi terze-secondaria di I grado-I.C. 2 Moscati Maglione-Casoria hanno vissuto un momento d’intensa emozione, commemorando le vittime della Shoah attraverso riflessioni in versi, prosa, video, musica, suggeriti dalla lettura di “Un bambino a Terezìn - racconti dal campo” di Ivan Klìma (Iod 2020). “Ho accolto subito l’invito a presentare il volume dell’autore ceco che ho curato e tradotto in italiano, perché ho sempre ritenuto necessario parlare di memoria, del valore testimoniale dell’arte e di cultura della resistenza alle nuove, nuovissime generazioni, perché solo così si può costruire un percorso per un mondo fondato sulla pace in senso etimologico (dall’indoeuropeo pag, pak: solidità, unione), per superare l’odio, per essere tutti più umani, costruire ponti, dialoghi e superare ogni confine; per creare solidarietà e, soprattutto, per imparare dal passato che le follie e la violenza portano solo catastrofe, morte e distruzione” - ha affermato la prof.ssa M. Teresa Iervolino, docente e cultrice della memoria storica, intervenuta all’incontro in qualità di curatrice e traduttrice delle opere di Ivan Klima, oltre che sua amica. “Il libro - ha spiegato la D.S. prof.ssa Virginia De Robbio - precedentemente letto e commentato in classe dagli alunni, ha ispirato e dato inizio alla discussione. E’ stato ampiamente affrontato il tema dello sterminio ebraico e dei campi

di concentramento, attraverso i ricordi di un bambino sopravvissuto a Terezìn, i suoi incontri, le sue amicizie, le sue paure e le sue speranze; bambino che, sopravvissuto solo grazie a una serie di coincidenze, alla domanda, “come mai non sei stato ucciso da piccolo, insieme agli altri tuoi coetanei?” risponde: “ non è stato né un mio merito né una mia colpa, in quella tombola perversa, mi è stato assegnato uno dei pochi numeri fortunati”. Da questo testo è emersa l’importanza sia della memoria storica, soprattutto per le generazioni presenti e future che non hanno vissuto personalmente o attraverso testimonianze di amici e parenti quei terribili momenti; sia di valori, come arte, amicizia, solidarietà e famiglia che hanno coinvolto ed emozionato alunni e docenti.” “E’ stato sorprendente - ha osservato la prof.ssa Iervolino, a conclusione dell’incontro - vedere come gli alunni e le alunne, anche se giovanissimi, abbiano letto, compreso e tratto motivazioni da un testo di un autore (che ho proposto al lettore italiano in una selezione di quattro racconti tenuti insieme da motivi autobiografici raccolti da “Il mio secolo pazzo” dello stesso autore) che ha vissuto in prima persona l’esperienza del campo di concentramento, in particolare del campo di Terezín, dove fu imprigionato con tutta la sua famiglia perché di origini ebraiche e vi rimase per quattro lunghi anni. I ragazzi e le ragazze, guidati in modo impeccabile dalle docenti e dai docenti hanno saputo cogliere sentimenti, sensazioni, legami e soprattutto le difficoltà della vita nel campo cui è stato costretto un bambino poco più piccolo di loro. Le sorti di tanti bambini e le loro testimonianze hanno scatenato in loro la voglia di scrivere versi, creare disegni meravigliosi, ricercare, fare domande con consapevolezza e responsabilità, creare video, esibirsi in dialoghi, letture di testi e poesie e intonare canti… Attraverso le domande dei ragazzi e delle ragazze ho capito che è importante e necessario dare loro tutti gli strumenti che noi adulti abbiamo perché possano conoscere i processi di una memoria che

inevitabilmente dovrà diventare storia; una memoria che, grazie alla generosità dell’anagrafe per tante persone coetanee dei miei nonni, è stata tramandata e raccolta in dati, testimonianze e che presto sarà storia. Una memoria importante nella sua complessità, collettiva o individuale che tinge i nostri sentimenti e le nostre menti di lenti multicolori per dare un ventaglio di risposte alle domande dei più giovani e per indicare una o più strade per un futuro d’amore e solidarietà.” Tante, infatti, sono state le domande poste alla prof.ssa Iervolino, a conferma non solo della sensibilità dei ragazzi ma anche del profondo e sincero interesse


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20 motivato dalla lettura: “Domande cui è difficile dare una risposta, è vero, ma, - si è saggiamente espressa la prof.ssa De Robbio - a questo servono le testimonianze dirette, a non dimenticare, a far crescere l’indignazione e l’orrore verso ciò che è stato, e nello stesso tempo ad alimentare nei giovani la fiducia nei confronti di un mondo dove il bene vince sul male; dove la banalità del male, come ci ricorda la storica Hannah Arendt, è sempre in agguato. Diventa, quindi, oggi imprescindibile ricordare, usare la memoria collettiva per respingere ogni forma di discriminazione, sopruso e abuso, proteggendo la dignità e integrità umana e custodendola come bene supremo” In questo percorso di indubbia crescita, è doveroso citare i docenti che hanno guidato spassionatamente gli studenti: (Lettere) Esposito Maria, Fiorillo Maria, Ciarmoli Antonella, Paone Antonella, Dottorino Daniela, Fiore Maria Rosaria, Abriola Anna, Barra Maria, Cipollaro Rosaria; (arte) Ferreri Maria, Umbriano Raffaele; (musica)

Fuiano Ida, Perretta Giuseppe; (inglese) Sanniti Raffaelina e Caracciolo Rosa; (religione) Salzano Carolina. Tanti ringraziamenti e complimenti vivissimi sono andati sia da parte della Dirigente Scolastica, sia della prof.ssa Iervolino alla prof.ssa Raffaelina Sanniti che ha avuto l’onere di organizzare e coordinare l’incontro, in un momento difficile quale l’attuale, in cui la didattica è subordinata alla salute e all’informatica; ma, nonostante le difficoltà, la prof.ssa Sanniti, con impegno e determinazione ha realizzato un incontro ben riuscito ed emozionante, parte in presenza, parte on line, relativamente al quale, ha affermato “Mi auguro che i ragazzi conservino il ricordo di questo momento e maturino la consapevolezza che l’abominio di cui parliamo ancora ci riguarda. La memoria ci insegna ad impegnarci nella vita di tutti i giorni a partire dalle piccole cose, dal rispetto della persona, alla tolleranza, alla condivisione perché è dalla mancanza di ciò che si arriva ad azioni sempre più estreme, come la discriminazione,

la persecuzione, lo sterminio, la negazione della vita.” Un ringraziamento sentito da parte della prof.ssa De Robbio, della prof.ssa Iervolino, della prof.ssa Sanniti anche alla prof.ssa Vittoria Caso, presidente dell’associazione Clarae Musae, che grazie al suo progetto Autori in carne ed ossa, ha proposto la lettura dello stimolante testo di Klima, a conferma che la sinergia di intenti fra scuola e associazionismo è sempre vincente: “Ho trovato nelle parole di Ivan Klima, splendidamente rese dalla traduttrice, i sentimenti, i valori, i sogni di quei bambini, rin-

chiusi a Terezìn, i cui disegni, esposti nella sinagoga di Praga, suscitarono in me, profonda emozione. Di testi in cui si racconta il dramma della Shoah ce ne sono tanti ma questa testimonianza è secondo me profondamente stimolante per i ragazzi”. E chiudiamo l’articolo, condividendo questo sentito augurio della prof.ssa Iervolino: “Spero di poter ripetere presto incontri come questo perché tutto un vissuto, individuale e collettivo, trasmesso con amore e sangue, con dedizione e scrittura, arte e poesia, non sia dimenticato”.


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RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA

Egregio Avvocato, mi chiamo Cinzia e sono una giornalista pubblicista di 32 anni. Sono di Modena ma vi scrivo da Napoli perché collaboro con un settimanale della vostra magnifica città. Mi occupo di satira politica. L’ho sempre fatto. Ma ultimamente sto ricevendo pressioni e minacce di querele da parte dei politici, in questa fasi in particolare fibrillazione. So che esiste una disciplina in materia. Potrebbe illustrarmela? La ringrazio anticipatamente. Gentile Cinzia, grazie per avermi contattato. Veda, la satira e’ un diritto soggettivo tutelato dall’art. 21 della costituzione. Ha la funzione di esercitare, con l’ironia e il sarcasmo, un controllo nei confronti dei poteri di qualunque natura (Cassazione Sezione Terza Civile n. 23314 dell’8 novembre 2007, Pres. Nicastro, Rel. Durante). La satira è quindi configurabile come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale; tale diritto rientra nell’ambito di applicazione dell’art. 21 Cost. che tutela la libertà dei messaggi del pensiero. Il diritto di satira ha un fondamento complesso individuabile nella sua natura di creazione dello spirito, nella sua dimensione relazionale ossia di messaggio sociale, nella sua funzione di controllo esercitato con l’ironia ed il sarcasmo nei confronti dei poteri di qualunque natura. Comunque si esprima e, cioè, in forma scritta, orale, figurata, la satira costituisce una critica corrosiva e spesso impietosa basata su una rappresentazione che enfatizza e deforma la realtà per provocare il riso. Ne è espressione anche la caricatura e, cioè, la consapevole ed accentuata alterazione dei tratti somatici, morali e comportamentali di una persona realizzata con lo scritto, la narrazione, la rappresentazione scenica. La satira è espressione artistica nella misura in cui opera una rappresentazione simbolica che, in modo particolare la vignetta, propone quale metafora caricaturale. La peculiarità della satira, che si esprime con il paradosso e la metafora surreale, la sottrae al parametro della verità e la rende

eterogenea rispetto alla cronaca; a differenza di questa che, avendo la finalità di fornire informazioni su fatti e persone, è soggetta al vaglio del riscontro storico, la satira assume i connotati dell’inverosimiglianza e dell’iperbole per destare il riso e sferzare il costume. Insomma, la satira è riproduzione ironica e non cronaca di un fatto; essa esprime un giudizio che necessariamente assume connotazioni soggettive ed opinabili, sottraendosi ad una dimostrazione di veridicità. Mentre l’aperta inverosimiglianza dei fatti espressi in forma satirica esclude la loro capacità offensiva della reputazione, dell’onore e del prestigio, diversamente deve dirsi in caso di apparente attendibilità di tali fatti. Incompatibile con il parametro della verità, la satira è, però, soggetta al limite della continenza e della funzionalità delle espressioni adoperate rispetto allo scopo di denuncia sociale perseguito. Sul piano della continenza il linguaggio essenzialmente simbolico e frequentemente paradossale della satira – in particolare di quella esercitata in forma grafica – è svincolato da forme convenzionali, per cui è inapplicabile il metro della correttezza dell’espressione. In questo ambito concettuale è stato affermato – soprattutto dalla giurisprudenza penale della Suprema Corte – che la satira, al pari di ogni altra manifestazione del pensiero, non può infrangere il rispetto dei valori fondamentali della persona, per cui non va riconosciuta la scriminante di cui all’art. 51 c.p. per le attribuzioni di condotte illecite o moralmente disonorevoli, gli

accostamenti volgari o ripugnanti, la deformazione dell’immagine in modo da suscitare disprezzo o dileggio. Più particolarmente è stata esclusa la scriminante nella satira che, trasmodando da un attacco all’immagine pubblica del personaggio, si risolva in un insulto gratuito alla persona in quanto tale o nella rappresentazione caricaturale e ridicolizzante di alcuni magistrati posta in essere allo scopo di denigrare l’attività professionale da loro svolta attraverso l’allusione a condotte lesive del dovere funzionale di imparzialità. Occorre, un bilanciamento dell’interesse individuale alla reputazione con quello alla libera manifestazione del pensiero costituzionalmente garantito; bilanciamento da ravvisarsi nell’interesse dell’opinione pubblica alla conoscenza non del fatto oggetto di critiche, che è presupposto da essa ed è perciò fuori di essa, bensì di quella determinata interpretazione del fatto. Nell’esercizio del diritto di critica si possono adoperare espressioni di qualsiasi tipo che si risolvano in lesioni dell’altrui reputazione, purché siano funzionali alla manifestazione di dissenso ragionato dall’opinione. Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero

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22 SALVATORE IAVARONE

CONSIGLIERE COMUNALE DI CASORIA

PRESERVARE DELLE AREE CITTADINE PER LA NASCITA DI AREE ATTREZZATE E AREE VERDI

LA VISIONE DEL NUOVO PUC A CASORIA Il PUC a Casoria è stato approvato in giunta ed è stata pubblicata la notizia sul BURC della Regione Campania, e sono quindi stati avviati i 60 giorni per le osservazione dei cittadini.La partecipazione della città alla fase della realizzazione era stata da me avviata in qualità di presidente della commissione consiliare “Territorio” nel 2020 (poco prima della pandemia) con una serie di incontri a cura della commissione con le categorie sociali, un percorso poi continuato dall’ufficio. Ho presentato al Dirigente Napolitano delle osservazioni e richieste di pareri per meglio definire la situazione di alcune aree “ex aree per attrezzatura” oggi ricadenti in zone BR2.2, aree che andrebbero salvaguardate e lasciate ad un utilizzo di interesse pubblico. Ho sostanzialmente richiesto “ai sensi del comma 3 dell’Art. 7 del Regolamento di Attuazione per il Governo del Territorio n.5 del 04.08.2011 della Regione Campania, Parere tecnico preventivo al fine di chiarire in maniera inequivocabile se sulle macroaree , riportate con dicitura BR2.2., le stesse aree libere sono da intendersi edificabili ad uso residenziale, oppure saranno a servizio delle limitrofe aree già urbanizzate. Nello specifico si richiede tale parere sulle aree circoscritte riportate sullo stralcio del P.R.G. riportato in allegato, in quanto nel quartiere di riferimen-

to vi sono poche aree attualmente non edificate e che potrebbero essere utilizzate per attrezzature a servizio del quartiere (aree verdi attrezzate, aree sportive, servizi e piccole attività per il commercio). Nell’area del neo costituito comitato di quartiere che unisce le zone a ridosso del Comune di Afragola dal lato di Via Duca D’Aosta, vi sono pochi terreni liberi e che possono essere dei veri e propri polmoni verdi con attrezzature di chiaro interesse pubblico. In un’area a forte

densità abitativa bisogna salvaguardare i pochi spazi liberi, portando servizi ed attrezzature, e su questo binario che ci stiamo muovendo per garantire servizi alla periferia della città. L’area alle spalle dell’istituto Torrente e dell’istituto Palizzi che collega via Duca d’Aosta con Via Po, è certamente l’area che più di tutti potrebbe essere un polmone verde con attrezzature per la collettività, da destinare ad aree sportive e giochi per bambini, su questo binario certamente dobbiamo procedere.

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ANTONIO BOTTA LO SFOGO DI DON MAURIZIO PATRICIELLO PER LA BOMBA SCOPPIATA A FRATTAMINORE

C’ERA UNA VOLTA

C’era una volta un paese, piccolo, povero, contadino, sereno, dove la gente, povera, serena, contadina, si conosceva, si chiamava per nome, si voleva bene. Dove nessuno - nemmeno nei momenti di più profondo abbandono - si è mai sentito solo. Un paese senza pretese, dove i bambini giocavano per strada, senza lamentarsi per la mancanza di strutture e di giocattoli. In questo piccolo paese – Frattaminore - sono venuto al mondo, ho imparato a leggere, a scrivere, a lavorare, a pregare, a rispettare gli altri. In questo paese, in un piovoso giorno di una primavera che tardava ad arrivare, sono diventato prete. Qui, a pochi passi da Caivano, la cittadina in cui sono parroco, vivono i miei fratelli, tanti miei cugini, nipoti e cari amici. In questo piccolo centro, alle porte di Napoli, torno la sera, nelle due stanzette in pietra di tufo, che ancora trasudano fatica e sangue dei miei trapassati genitori. In questo comune della città metropolitana di Napoli, i miei concittadini ed io siamo stati, anche questa notte - ieri per chi legge - svegliati dal boato di una bomba. L’ennesima bomba esplosa nel giro di pochi giorni. Nonostante il moltiplicarsi dei controlli, della presenza massiccia delle forze dell’ordine, della preoccupata attenzione del sindaco e degli amministratori comunali. Bombe in Italia in tempo di pace! Piazzate non da sconosciute potenze straniere ma da delinquenti nostrani che, comodamente appollaiati sulle nostre spalle, vogliono vivere a sbafo. Sanguisughe spietate, iene affamate, sciacalli sempre in cerca di prede da scannare, di sangue da succhiare. E anche stamattina il sole, felicemente ignaro di tanta stupida e ottusa umanità, è sceso a salutarci con la sua calda luce. Anche stamattina i genitori, spaventati, manderanno i loro bambini a scuola. Ma perché le bombe? Chi le mette? Per quale motivo? E lo Stato? Dove sta lo

Stato? Come sempre la chiave di lettura di questi orribili fatti è talmente banale da risultare noiosa. La camorra, che tanti vorrebbero morta e sepolta - un fenomeno del passato -, gode invece ottima salute e, come sempre, continua a fare i suoi sporchi affari sotto gli occhi di tutti. Ucciso un capo se ne fa un altro. E con il nuovo, cambiano gli assetti, i collaboratori, le strategie, le alleanze. Ogni nuovo capo vuole affrancarsi da quello vecchio. Il delirio di onnipotenza che lo consuma, lo convince che nessuno, prima di lui, ha avuto la sua grinta, il suo coraggio, la sua malefica intelligenza. Vuole il piedistallo, i soldi, il potere. Vuole essere ricordato. La vanità non lascia in pace nemmeno i criminali. Eccolo, quindi, pronto a reclutare nuova manovalanza per farne carne da macello; eccolo pronto a mettere le proprie bandierine sui territori altrui. Fin qui comando io, quel marciapiede fino alla rotonda appartiene a me. E guai a non sottostare ai patti. Intesi? Coloro che non hanno alcun rispetto delle regole del vivere civile diventano spietati con chi non rispetta poi le leggi da loro imposte. E passano all’attacco.

A Frattaminore, quindi, sta accadendo qualcosa del genere. Le bombe ci dicono che due o più clan fino a ieri amici hanno litigato? Che qualche ingenuo aspirante capo-camorrista ha fatto il passo più lungo della gamba? Ma chi sono e da dove vengono i bombaroli? Una sola cosa è certa. In questi primi mesi dell’anno 2022, in un piccolo paese europeo, centinaia di famiglie vivono nel terrore. La camorra spietata ha imboccato una strada spaventosa. I nostri bambini sono in pericolo, i loro genitori e i loro nonni, annichiliti e depressi. Le bombe, che fino a oggi non hanno fatto vittime innocenti, domani potrebbero farci piangere lacrime di sangue. La Campania, l’Italia, l’Europa devono correre a Frattaminore per estirpare questo cancro maledetto e ridare alle famiglie la serenità che questi loschi figuri sta rubando loro. Devono farci assaporare l’orgoglio di essere napoletani, italiani, europei. È semplicemente vergognoso che in un antico paesello, da sempre abitato da gente buona e laboriosa, tanti genitori devono vivere nel terrore di vedere saltare, insieme alla bomba infame, anche i loro adorati figli. Maurizio Patriciello.

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24 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

A NAPOLI RIPARTE ‘COMUNICARE IL SOCIALE ON AIR’

Radio Siani tra le tre web radio coinvolte che daranno più voce al volontariato Storie Socialmente Uniche è il format targato Radio Siani e andrà in onda il venerdì alle 12 ogni 15 giorni: la seconda e l’ultima settimana del mese. Una nuova collaborazione con tre web radio per dare sempre più voce al Terzo settore attraverso storie, interviste e approfondimenti dal territorio dell’area metropolitana di Napoli. CSV Napoli rilancia “Comunicare il Sociale on air”, il progetto che intende valorizzare il volontariato e la cittadinanza attiva tra i fruitori delle web radio e dei podcast. Saranno affrontate periodicamente tematiche riguardanti il sociale e sarà data voce a uomini, donne e associazioni che ogni giorno sono impegnati nel sostegno alle fasce deboli e nella tutela del bene comune. L’iniziativa promossa da CSV Napoli sarà curata in collaborazione con la redazione di Comunicare il Sociale, il periodico edito dal Centro di servizio per il Volontariato della città metropolitana di Napoli. Le tre web radio coinvolte sono Radio Siani, Rainbow - Diversamente Radio, e Radio Volwer. Su Radio Siani prenderà il via, il venerdì alle 12 ogni due settimane, il programma “Storie socialmente uniche”: Il format condotto dal giornalista e sociologo Mimmo Caiazza, e curato nella parte tecnico-webradofonica da Gabriele Toralbo, inten-

de raccontare il mondo del Volontariato Italiano, attraverso le esperienze di operatori, volontari e presidenti di associazioni che rendono il Paese più equo, solidale e migliore possibile. Su Rainbow - Diversamente Radio, “Comunicare il Sociale on air” sarà inserito all’interno del programma “Succederà”, in onda il lunedì alle 10; su Radio Volwer andrà in onda “Sonair - sociale on air”, il martedì alle 11. “Crediamo fortemente nella collaborazione con quanti, come noi, hanno a cuore il mondo del volontariato e il Terzo settore e sono convinti che esso meriti di essere raccontato e valorizzato. CSV Napoli ha messo al centro la comunicazione sociale, per dare voce ai volontari e alle loro storie, esempi da seguire e punto di riferimento per l’intera società. Attraverso la partnership con le web radio aumenta la nostra offerta di servizi di comunicazione al volontariato della città metropolitana di Napoli, già molto ricca e significativa”, dichiara il presidente di CSV Napoli, Nicola Caprio. “Dopo la pandemia e i lavori alla sede la collaborazione con il CSV rappresenta la ripartenza delle nostre attività verso un nuovo modo di proporre Radio Siani al pubblico. Il 2022 sarà ricco di novità e nuovi progetti per affrontare con fiducia il futuro prossimo e continuare a promuovere il mondo del terzo settore, dell’antimafia e della cultura.” Questo quanto dichiarato da Giuseppe Scognamiglio, presidente della Cooperativa Giancarlo Siani.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ASS. VESUVIUS

ANGELO IANNELLI PROTAGONISTA A MY AGE CON PULCINELLA E SIPARIETTO DIVERTENTE CON MAX GIUSTI

Una serata storica per il game show condotto da Max Giusti“Guess My Age- Indovina l’età” quella andata in onda in prima serata mercoledi 2 Febbraio su canale TV 8. Protagonista una delle maschere più famose al mondo “Pulcinella” e una delle età da indovinare è stata proprio quella dell’ interprete della stessa l’attore Angelo Iannelli, che ha omaggiato il simpatico conduttore Max Giusti con una breve introduzione della canzone “A seranata e’ Pulecenella” “Guess My Age è un gioco a premi, che vede la partecipazione di due concorrenti, sette sconosciuti e uno sconosciuto misterioso, con una sola missione “ indovinare l’età esatta”. Durante la serata, la coppia di concorrenti per vincere ha chiesto ad Angelo alcuni l’indizi: mostrare le mani, abbassarsi e vedere la foto ricordo di un evento avvenuto nel suo anno di nascita, senza però indovinare l’età. Il conduttore, dopo essersi complimentato con Pulcinella, si è lasciato andare in un divertente siparietto con il tradizionale motto ironico di Angelo Iannelli “Pullecenell” sapit”e chere! Perepe ! Perepe! Perepe!


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ASS. VESUVIUS

PREMIO INTERNAZIONALE “AMBASCIATORE DEL SORRISO” PARTE LA NONA EDIZIONE Dopo il grande successo dell’ottava edizione del prestigioso premio Internazionale “Ambasciatore del Sorriso” nel Cortile del Maschio Angioino di Napoli, la segreteria organizzativa si trova già a lavoro per la prossima edizione. Parte il nuovo bando di concorso per aderire all’IX edizione del grande evento. Un concorso che mobilita artisti italiani e anche dall’estero a partecipare con: Poesia, Fotografia, Scultura e Pittura. Il progetto nato dall’idea dell’attore e scrittore Angelo Iannelli, organizzato dall’associazione Vesuvius in collaborazione con il comune di Napoli. La finalità della manifestazione è quella di premiare oltre alle varie sezioni in gara, gli artisti e le eccellenze che con la propria arte hanno donato un sorriso alle persone meno fortunate. Vista la valenza socio-culturale, il premio vede l’adesione di

importanti patrocini morali e l’adesione dei maggiori mass media. Gli elaborati devono pervenire alla segreteria dell’associazione Vesuvius A.P.S. entro e non oltre il mese di luglio. Il bando è riservato a tutte le scuole d’Italia e disponibile sulle pagina Facebook e Istagram alla voce Premio Ambasciatore del Sorriso. Nelle precedenti edizioni sono state ricordate personalità che hanno dato lustro alla città di Napoli: Ciro Esposito vittima della violenza negli stadi, Pino Daniele, Massimo Troisi, Eduardo De Filippo, Totò, Luigi Necco, Pulcinella e Diego Armando Maradona. Tantissime le eccellenze che si impegnano per questo prestigioso premio, che risulta essere tra i migliori a livello nazionale per: location, organizzazione e motivazione “donare un sorriso alle persone meno fortunate”

DAVIDE GUIDA

La Mondo Eventi Campania al lavoro per la stagione 2022 E’ uscito ufficialmente il calendario 2022 della agenzia “Mondo Eventi Campania Agency” del patron e manager di moda Carlo Sommella. Dodici partecipanti, opportunamente selezionati da Sommella, hanno posato per i rispettivi mesi dell’anno, nel panorama di prestigiose location del territorio campano. Il calendario è stato supportato dal noto parrucchiere Carlo Daniele, dall’Hotel Saint Louis di Giugliano in Campania, dalla Ristopescheria Addocumpagniell anch’essa sita in Giugliano in Campania. Questi sono i modelli scelti per il calendario: Gennaio: Dennis Aiello, Febbraio: Fabiana Abate, Marzo: Titti Ferro, Aprile: Francesca Pia De Santis, Maggio: Maria Rosaria Filosa, Giugno: Dafne Di Donato, Luglio: Penelope Di Donato, Agosto: Libera Gigante, Settembre: Francesco Bruno, Ottobre: Francesca Librano, Novembre: Cristiana Abbrunzo, Dicembre: Gerolmina Lupoli. Nei prossimi mesi, la Mondo Eventi Campania sta organizzando i

nuovi eventi di moda e spettacolo che dovranno coprire la stagione 2022. Per i bambini è prevista la sesta edizione di “Moda in Tour Miss e Mister Baby Napoli”, evento-sfilata con musica, moda e spettacolo. Ancora in programma “I nuovi volti del brand guess”, un casting rivolto ai bambini da 0 a 7 anni, e quindi un casting per aspiranti fotomodelli e fotomodelle dell’età compresa fra gli 8 e i 40 anni, per il rand “The North Face”.

Entrambi i casting sono realizzati in collaborazione con Pafundi, rinomato store di abbigliamento con sede a Pozzuoli. L’evento “Moda in Tour” prevederà anche la quinta edizione di Miss Mediterranea destinato alle donne fra i 14 e i 28 anni. Da evidenziare il ritorno del Festival della Bellezza in una edizione rinnovata, reduce del successo della precedente kermesse svoltasi nel 2021 davanti a un numeroso pubblico, nonostante le forti restrizioni dovute alla pandemia. “Ovviamente” afferma soddisfatto il patron Carlo Sommella, “proseguono anche tutte le attività dell’agenzia: dagli shooting fotografici, le selezioni per calendari e film, i corsi di portamento, i servizi di moda e spettacolo. Tutto ciò che ha portato alto il nome della Mondo Eventi Campania, nel rispetto dei partecipanti e nella assoluta trasparenza, qualità indispensabili in questo campo dello show business che noi in agenzia ci pregiamo di avere e mostrare a tutti i nostri iscritti”.

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MICHELA ROSTAN

“GOVERNO PIÙ ATTENTO A DISAGIO GIOVANILE”

“Il governo Draghi inserisca tra le priorità della propria agenda politica non solo la ripresa economica e la tutela delle imprese, ma anche la tutela del capitale umano senza il quale l’Italia difficilmente potrà avere un futuro. Un’intera generazione sta subendo da oltre due anni colpi durissimi sia dal punto di vista della formazione che della costruzione dei rapporti sociali. Di fronte al disagio crescente, che si manifesta anche attraverso una crescita esponenziale dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, serve avviare un piano capillare di monitoraggio di questi fenomeni con il supporto

di professionisti esperti che affianchino scuole e famiglie nella costruzione di una rete sociale di supporto ai ragazzi. In secondo luogo occorre procedere a un ‘tagliando’ della legge 71/2017 verificandone la reale applicazione sui territori e aggior-

nandola di fronte alle nuove criticità emergenti. Se, come verificato nel rapporto 2021 di Terre des hommes, un adolescente su due in Italia dichiara di essere stato vittima di bullismo e sette adolescenti su dieci dichiarano di non sentirsi sicuri nell’utiliz-

zare internet e i social media, evidentemente c’è tanto da rivedere. Le risorse del Pnrr, in questo senso, possono risultare determinanti a patto che vengano utilizzate in modo coerente e coordinato sull’intero territorio nazionale per sostenere l’impegno delle scuole, delle associazioni del Terzo settore e dei professionisti che possono offrire un contributo importante per vincere questa difficile battaglia”. Questo l’appello lanciato da Michela Rostan, Vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, in occasione della Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo.

TOMMASO PELLEGRINO

SANITÀ, POCHI MEDICI NEI PRESIDI OSPEDALIERI DI PERIFERIA “SCONGIURARE RISCHIO CHIUSURA REPARTI”. PRESENTATA INTERROGAZIONE NEL QUESTION TIME DEL CONSIGLIO REGIONALE.

“La grave carenza di personale sanitario in determinati presidi ospedalieri situati nelle aree interne del territorio regionale mette a rischio chiusura alcuni reparti, privando numerose famiglie di determinati e indispensabili servizi sanitari. Il lungo commissariamento della Sanità in Campania ha bloccato le assunzioni del personale sanitario danneggiando inevitabilmente le strutture ospedaliere di periferia”. Lo ha dichiarato Tommaso Pellegrino, Capogruppo di Italia Viva nel suo intervento durante il ‘Question time’ in Consiglio Regionale chiedendo, inoltre, “Di valutare la possibilità di attribuire forme di incentivi al personale sanitario dei presidi ospedalieri di periferia, così come previsto per altre categorie come ad esempio, nel comparto della Giustizia, per i magistrati assegnati alle

sedi disagiate o come, nell’ambito della Pubblica Istruzione, per il personale docente delle scuole primarie in servizio presso le scuole di Montagna”. “La gestione delle attività ospedaliere nei presidi ospedalieri di periferia – ha precisato Pellegrino - già storicamente fonte di forti disagi a danno del diritto alla salute di un ampio bacino di cittadini, è stata aggravata dalla pandemia da Covid 19 incidendo sulla rilevante carenza di personale medico e rafforzando i pregiudizi rispetto alla garanzia delle prestazioni erogate da parte dei pochi medici presenti, sempre più in affanno, con il rischio di pericolose interruzioni dei servizi sanitari. Per sopperire a tali carenze si fa ricorso all’attività dell’A.L.P.I. (attività liberoprofessionale intramuraria); strumento palliativo che non solo comporta un

aggravio di spese per il Servizio Sanitario Regionale ma che non risolve la problematica laddove il servizio prestato, singolo ed isolato, non garantisce la necessaria e opportuna continuità delle cure”, ha concluso il Consigliere Pellegrino, che ha espresso soddisfazione per la risposta dell’Assessore Marchiello, il quale, oltre a manifestare un’apertura rispetto all’avvio del processo di stabilizzazione del personale sanitario reclutato nella fase emergenziale attraverso la verifica dei professionisti in possesso dei requisiti, ha ribadito l’impegno della Regione Campania a rappresentare presso il Governo la criticità legata al personale negli ospedali delle aree interne al fine di valutare eventuali interventi legislativi da inserire nel contratto collettivo di lavoro del comparto sanitario”.

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AVAMPOSTI – UOMINI IN PRIMA LINEA DAL 14 FEBBRAIO ALLE 21:25 SUL NOVE. In questa stagione: REGGIO CALABRIA, TORINO, CATANIA e MILANO Torna sul Nove ‘Avamposti – Uomini in prima linea’, la docuserie che racconta la quotidianità delle Stazioni dell’Arma dei Carabinieri. Quattro nuove storie, firmate da Claudio Camarca e realizzate da Stand by me in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri che saranno in onda dal 14 febbraio alle ore 21.25 e disponibili in anteprima su discovery+. La serie racconta la vita di quartieri e rioni delle città italiane dove sembrano vigere leggi diverse e dove il malaffare, il degrado, il crimine la fanno da padroni. In queste terre di frontiera i Carabinieri affrontano quotidianamente le vicende di tanti esclusi, i traffici delle narcomafie e gli illeciti di piccoli e grandi criminali diventando l’unico baluardo in difesa dello Stato e dei cittadini. Ogni puntata segue il lavoro dei militari dell’Arma, trascorrendo con loro una manciata di giorni in queste caserme di frontiera e dando modo di scoprire realtà complesse, violente, ma sottolineando al tempo stesso l’umanità di questi uomini al servizio del Paese. Le storie di questa stagione fotografano ancora una volta la realtà di tutta l’Italia dalle periferie del Nord di Milano e Torino, a quelle del sud di Catania e Reggio Calabria, mostrando la vita di quei quartieri dove il Carabiniere è visto dai criminali come un nemico da combattere, mentre invece per i cittadini onesti è un eroe di solidarietà e legalità. Le quattro puntate della se-

rie: REGGIO CALABRIA Guerra all’ndrangheta La ‘Ndrangheta è una realtà che permea l’intero territorio di Reggio Calabria. Qui è nata e qui ha fondato le sue tradizioni. Per questo, il compito della stazione dei Carabinieri del rione Modena è importante e cruciale. Ogni giorno deve fronteggiare questo mondo tra spaccio, possesso illegale di armi e degrado. Un’associazione di stampo mafioso diversa dalle altre, che vive nell’ombra senza ostentare la ricchezza immensa che possiede. Gli uomini del comandante di stazione Amato conoscono il territorio e intervengono attraverso operazioni mirate, come quelle negli esercizi commerciali che subiscono il cosiddetto pizzo delle uova e piccole realtà in cui si spaccia droga. Ma Reggio Calabria è scossa anche da una serie di rapine che nulla hanno a che fare con gli ‘ndranghetisti e che sono al centro della puntata. Una situazione strana per la città che potrebbe portare a un conflitto interno. TORINO - Spaccio sotto la Mole Il racconto segue i Carabinieri della stazione di San Salvario, il quartiere che sorge tra i portici mal frequentati della stazione ferroviaria e il nobile

parco del Valentino. Si tratta di una zona di confine, in cui locali alla moda sono circondati da miseria e microcriminalità di strada e in cui non è mai semplice capire chi è la vittima e chi il colpevole. È il lato oscuro della città, segnato da un continuo traffico di stupefacenti e dalla piaga delle rapine da strada. Per combattere questi reati, spesso collegati tra loro, i Carabinieri sorvegliano costantemente le strade del quartiere grazie all’operato di pattuglie in macchina e di uomini in borghese infiltrati sul territorio, all’uso costante di punti di osservazione strategica e anche alla collaborazione dei cittadini. È un lavoro duro e costante, fondamentale per raggiungere obiettivi importanti come la disarticolazione di una piazza di spaccio o la cattura di un rapinatore. CATANIA - La fossa dei leoni Protagonista della puntata è l’avamposto della stazione dei Carabinieri di Nesima, vicino al quartiere di Librino, che negli ultimi anni è stato segnato da una vera e propria guerra di stampo mafioso. Un territorio sofferto e complesso, in cui al dominio dei clan storici di Cosa Nostra, come i Santapaola o i Cappello, si affianca un sottobosco di associazioni criminali indipendenti, minori ma non meno

pericolose. La presenza della mafia costituisce per questa zona un male notoriamente endemico, che non si riesce mai a sradicare del tutto, che riguarda principalmente il traffico di stupefacenti, ma anche ambiti come il mondo delle scommesse sulle corse dei cavalli. Per fronteggiare questa rete criminale i Carabinieri combattono giorno dopo giorno, con interventi continui e costanti, senza arrendersi e mai da soli. Al momento di entrare in azione su obiettivi sensibili - come un intervento in una piazza di spaccio particolarmente attiva o un arresto di più soggetti in contemporanea – possono infatti contare sul supporto del Nucleo Operativo della Compagnia di Fontanarossa, del Nucleo Cinofili e del reparto delle Aliquote di Primo Intervento (API). MILANO - I quartieri di nessuno A pochi chilometri dal Duomo, vivono e proliferano sacche di povertà e degrado, comandate da baby gang, spacciatori, rapinatori e da abusivismo. È questo il caso del quartiere Vigentino-Corvetto, dove opera la stazione dei Carabinieri guidata dal comandante Falivene. La lotta quotidiana contro episodi di microcriminalità va dai furti di biciclette, allo spaccio di droga, a realtà commerciali ai limiti della legge e soprattutto occupazioni abusive, per cui le case diventano il centro di una serie di reati. In questo episodio gli uomini di Falivene sono alla ricerca di un uomo: un capopiazza dello spaccio evaso dai domiciliari. Una vicenda grave che mette a rischio il lavoro dell’intera stazione.


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DAVIDE GUIDA

AL CINECLUB MATERDEI SI PARLA DI BULLISMO ALLA PRIMA DI “NON VI LASCEREMO SOLI”

Al Cineclub Materdei, cinema d’epoca collocato nello storico rione Sanità gestito da Alberto Bruno e diretto da Vittorio Adinolfi, si è tenuto lunedì 7 febbraio, in occasione della giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, un convegno a tema curato dalla DGPhotoArt Cinema in collaborazione con la Associazione Alla Foce del Sebeto e dalla Municipalità 3 del Comune di Napoli. L’evento, moderato dalla giornalista Teresa Lucianelli, ha visto protagonista la produzione del mediometraggio sul bullismo “Non vi lasceremo soli”, scritto e diretto dal regista napoletano Davide Guida già noto per diverse produzioni cinematografiche sociali su temi quali violenza alle donne, stalking, droga, disagio giovanile. Il mediometraggio, che narra le tristi vicende della giovanissima Fabiana (Assunta Auriemma), vittima di cyberbullismo, è stato realizzato nella splendida cornice del Comune di San Gennaro Vesuviano su idea del Sindaco Dott. Antonio Russo e del Consigliere Comunale Gaetano Alfani, con la collaborazione di Teleblu Napoli e della associazione Bullismo No Grazie, insieme a un gruppo di giovani attori emergenti, oltre a un nutrito cast di attori

provenienti da Napoli già conosciuti per attività artistiche nel cinema e teatro locale e nazionale. Nel cast del mediometraggio, selezionato in un casting su direzione di Adriana Mascia, fra gli altri: Assunta Auriemma, Maria Sole Palma, Gianmichele Aprile, Raffaele Moccia, Gaetano Alfani, Stefania Liberti, Valentina Fontana, Tina Lillini, Enzo Frattini, Emanuela Gambardella, Paolo Morante, Pasquale Aliberti, Antonio Carella, Francesca Miranda, Maddalena La Marca, Gianfranco Miranda, Anna Aurora Santaniello, Felice Piccolo, Fernando Franzese, Ilenia Iovino, Rosita Arpaia, Gabriella Calabrese, Elvira Arpaia, Angela Rosica, Lucia Marinaccio, Biagio Bosone, Sonia Venezia. La colonna sonora è stata curata dalla pianista romana Emanuela Chiodi, da Daniela De Luca con il brano “Occhi di Giò”, Viviana Cozzolino e Claudia Trombetta con “Ritornerai” brano prodotto dalla Big Stone Studio di Massimo Curzio. Partecipazione straordinaria di rilievo è quella di Fabio De Nunzio, presidente della Associazione Bullismo No Grazie e noto al pubblico televisivo italiano come “Il buon Fabio”, inviato di Striscia La Notizia e ospite fisso del programma TV “Il caffè di Raiuno”.

Durante il convegno sono intervenuti il direttore artistico del Cineclub Materdei Vittorio Adinolfi, i consiglieri di municipalità Alessandro De Simone e Margherita Siniscalchi, anche presidente della Commissione Scuola della 5° municipalità, il regista Davide Guida, la presidente della Associazione Alla foce del Sebeto prof.ssa Silvana Geirola, l’autrice e produttrice teatrale Adriana Mascia, gli attori protagonisti del film Stefania Liberti e Enzo Frattini, le cantanti Daniela De Luca e Viviana Cozzolino che hanno anche interpretato dal vivo un loro successo musicale. Un intervento particolare è arrivato da un ospite inatteso, Franco Melidoni, conosciuto al pubblico italiano come “Peppiniello”, il bambino del film “Miseria e Nobiltà” con protagonista il grande Totò. Interventi a distanza della musicista Emanuela Chiodi e di Fabio De Nunzio. L’evento è stato dedicato alla grande Monica Vitti scomparsa recentemente. Al termine del convegno il film “Non vi lasceremo soli” è stato proiettato nella sala storica del Cineclub, dove erano presenti tutti i principali protagonisti del cast, tanti esponenti del mondo della stampa e del giornalismo:

Lorenza Licenziati, Renato Gaudiosi, Antonio Cicalese, Luigi Prudente, Andrea Carlino, Giuseppe Salmini, Maurizio De Costanzo, Gigione Maresca, Laura Bufano, Elio Guerriero. Presenti anche rappresentanti di progetti sociali quali Antonello Amaddeo, Nunzia Sannino, Valentina De Nigris e tanti ospiti e amici della produzione, che hanno assistito al film dall’inizio con calore, e applaudito il gruppo di lavoro al termine della proiezione, e anche durante l’immediata replica, che si è tenuta la sera stessa alle ore 19. Come preannunciato dal Consigliere Alfani durante il suo intervento iniziale, il Comune di San Gennaro Vesuviano sta già preparando una nuova proiezione del mediometraggio abbinata a un tavolo tecnico sul tema, insieme a esperti del settore e esponenti delle istituzioni locali.


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30 DANIELA IAVOLATO

NUNZIARE MAGAZINE, UNA NUOVA RIVISTA PER RACCONTARE LA SOSTENIBILITÀ E L’INNOVAZIONE

Un magazine cartaceo che corre anche sul filo del web per aprirsi ai contributi, i suggerimenti e le segnalazioni su sostenibilità, non soltanto ambientale, non soltanto del costruito. Nasce in seno alla Cecere Management, la holding attiva nel mercato dello sviluppo immobiliare ecosostenibile, il trimestrale guidato da una redazione di giornalisti che prende il nome dal brand che identifica i progetti immobiliari promossi dal gruppo, per diffondere valori, idee e soluzioni per cambiare il mondo. L’Europa chiede modelli di business sempre più sostenibili, ma senza committenti, interlocutori e cittadini informati e impegnati insieme alle aziende nel cambiamento, l’avventura di “inventare” un altro modo di fare impresa e stare al mondo non può essere sostenuta. Diventa inevitabile lavorare su strumenti di diffusione culturale che portino il green, la sostenibilità e l’innovazione nelle imprese, nelle istituzioni, nelle scuole. Ed è questa la scommessa di Nunziare Magazine; ottanta pagine di contenuti che ospiteranno interventi di esperti, riflessioni e idee di cambiamento, stili di

vita da cui trarre ispirazione, storie etiche di innovazione e di impresa e tutto quello che può essere utile ad avere una visione strategica sul futuro, con un occhio di “riguardo” al design, l’architettura, l’edilizia e la rigenerazione urbana. Un’avventura che vede coinvolti già diversi partner, per fare rete e condividere conoscenze, anche attraverso attività di workshop e dibattiti in presenza, soprattutto presso i più giovani. Il magazine è già online ed è consultabile al sito www.nunziare.it

Il tema del primo numero è la rivoluzione verde, tra sistemi di riforestazione e rinvenimento urbano, Nunziare proverà a raccontarvi tutti i benefici per la salute, l’ambiente e l’economia che la forestazione dei complessi residenziali comporta. Lente puntata anche sulle Smart Cities: che cosa sono? Quali strumenti e finanziamenti abbiamo per trasformare le nostre città? E ancora, quali sono le città già esistenti più “intelligenti” al mondo? Un numero ricco di contenuti che vede la partecipazione anche dell’ex campione di slalom Giorgio Rocca che, alla nostra redazione, ha raccontato la sua preoccupazione per l’inquinamento ad alta quota e il suo stile di vita legato al ritmo della natura. Con Nunziare Magazine proveremo a ispirarvi tra pagine di carta e pagine web. Scegliete con cura cosa leggere, perché quello che leggerete condizionerà profondamente la vostra capacità di cambiare il mondo. Vi aspettiamo per conoscere la vostra opinione! www.nunziare.it • redazione@ nunziare.it

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DIANA KÜHNE

SAN VALENTINO 2022 A PALAZZO REALE: STORIE DI FIORI, STORIE DI AMORI

Il 14 febbraio apertura straordinaria del cancello del Giardino Italia per ammirare le camelie. Biglietto unico per le coppie e visite guidate per raccontare le storie d’amore attraverso le opere esposte. Contest fotografico sui social per una settimana, premiato con una pianta di camelie. A Palazzo Reale si festeggia San Valentino e si passeggia attraverso le sale dell’Appartamento Storico per raccontare, attraverso le opere esposte, gli amori di re e regine, nobili e dei. Con un unico biglietto d’ingresso (10 euro) sarà possibile entrare in coppia e usufruire di una visita guidata attraverso le sale dell’Appartamento Storico, con illustrazione delle opere che raffigurano le coppie della storia e della mitologia. Le visite guidate gratuite (ore 12.00 e 16.00) vanno prenotate sul sito www. palazzorealedinapoli.org cliccando su “acquista biglietto” o direttamente sul sito www.coopculture.it L’appuntamento è nel Giardino Italia, i cui cancelli saranno aperti eccezionalmente per la festività. Le aiuole di questo Giardino ospitano due gruppi di camelia japonica, simbolo, nella cultura orientale, di devozione eterna tra gli innamorati. Il percorso prosegue nella Sala Diplomatica dove, sulla volta dipinta da Francesco De Mura, sono rappresentate le virtù coniugali dei sovrani Carlo di Bor-

bone e Maria Amalia di Sassonia. Nella Seconda Anticamera i protagonisti sono la duchessa e il duca di Berry che, nonostante la notevole differenza d’età e il matrimonio combinato, furono una coppia molto unita. Nella Terza Anticamera dalla storia si passa alla mitologia, evocata dall’arazzo in cui è rappresentato “Il Ratto di Proserpina”, mentre della Sala del Trono i ritratti di Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina d’Austria raccontano la loro storia d’amore. Infine, nel Salone d’Ercole gli arazzi che illustrano la “Favola di Amore e Psiche” concludono nel modo più rappresentativo la visita dedicata all’amore, con una storia ispirata dal racconto di Apuleio, che unisce la cultura greco-latina alla

tradizione orale nordafricana. Il percorso, scandito in sei tappe, sarà disponibile per tutta la settimana, fino a domenica 20 febbraio: su appositi pannelli un QR code consentirà di accedere ai racconti degli amori e alla descrizione delle opere. Nello stesso periodo sarà attivo un contest fotografico sui social media di Palazzo Reale. I visitatori in coppia potranno scattare una foto di un loro bacio nel Giardino Italia, sullo sfondo delle camelie, taggando su Facebook @PalazzoRealeNapoli e su Instagram @PalazzoRealeNapoli_ufficiale. Al termine della settimana la coppia protagonista della foto che riceverà più like riceverà in premio una pianta di camelie offerta dai Vivai Maisto.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA FP CISL CAMPANIA

CHIUSURA PRONTO SOCCORSO CARDARELLI, D’EMILIO (FP NAPOLI): « È LA CONFERMA DELLA MANCANZA DI PROGRAMMAZIONE SANITARIA» Stop alle cure dei pazienti “non gravi”, il pronto soccorso dell’ospedale più grande del Mezzogiorno chiude, ancora una volta, i battenti. “La chiusura del pronto soccorso al Cardarelli di Napoli conferma quello che andiamo da sempre sostenendo. Si sono smantellati tutti i presidi del centro storico, dal San Giovanni Bosco al Loreto Mare, dall’Ascalesi al San Gennaro trasformando una risorsa straordinaria per la sanità meridionale come l’ospedale collinare in vittima di un modello organizzativo sbagliato, al punto che il sovraffollamento c’è anche ora che si sta attenuando la morsa Covid”, così Luigi D’Emilio, segretario generale funzione pubblica CISL Napoli. “Questo disastro dà ragione all’intuizione che stanno portando avanti la CISL e la Fp della Campania con il referendum per creare le Aziende Territoriali Sanitarie, a cui affidare le prime risposte con una medicina territoriale e di prossimità, scorporando da esse gli ospedali, a cui ricorrere solo in caso di bisogno se le cure locali non sono sufficienti. Questa è la battaglia vera da vincere – conclude Luigi D’Emilio - altrimenti avremo sempre barelle al Cardarelli e difficoltà nell’intervenire, perché i nostri operatori sono si eroi, come tutti dicono, ma non fanno miracoli”.


DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022

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SANREMO 2022 VINCONO I BRIVIDI E I SOGNI TARGATI DREAM MASSAGE®

Archiviata la 72 edizione del festival di Sanremo, è tempo di dare la parola al Re del benessere dei big della kermesse. Il maestro indiscusso del Festival dei Sogni di Sanremo: il Maestro Stefano Serra. Ideatore e direttore della luxury spa Somnia Aurea spa di Sanremo targata Dream Massage®. Uno spazio dedicato al benessere degli artisti e personaggi dello spettacolo legati alla kermesse. Il Maestro Stefano Serra, spa manager di fama internazionale è da poco rientrato nella sua Napoli ed è già pronto per le prossime avventure. Ed eccoli alla fine di questo meraviglioso evento dove ho visto salire sul podio il Dream team. Un successo che non ci aspettavamo, ma che è frutto di mesi di lavoro e sacrifici Non voglio essere considerato ne il Maestro ne tantomeno il Prof Serra ma semplicemente il capitano della nave dei sogni. Questanno ho portato con me ragazzi giovani, 9 meravigliosi operatori di benessere Nataliya Borysyuk (Ucraina - Campania) Francesco Ruggeri (Lazio) Eleonora Antifora (Abruzzo) Giada Rotta (Sicilia) Monika Ostrowska (Polonia) Silvia Ghidoni (Lazio), Erisa Muharremi (Albania), Giulia D’Ascenzi (Lazio) e Adjola Bahaj (Albania), e 3 tutor Claudia Musaj (Sanremo2020 da Lugano), Simona Puttolu (Sanremo2019 dalla Sardegna) e Paolo Manna (Sanremo2021 dalla Campania). Uno staff di grandi professionisti, dalla grande Dermatologa la Dottoressa Sparavigna alla psicologa Dottoressa di Vicino, e ancora il direttore Marketing Gianluca Propoli, ma più di tutti l’insostituibile responsabile tecnica e spa manager Rosa Frezza.

Il Maestro Serra racconta: “In 7 anni, questo è stato l’anno più bello, quello più ricco di BRIVIDI... brividi che andavano direttamente al cuore. Al cuore di tanti artisti e addetti ai lavori, da Iva Zanicchi, Donatella Rettore, Irama, la Rappresentate di Lista, Federico Fashion Style, Alba Parietti, Mariateresa Ruta, Mercedes Henger, Antonella Salvucci, tutti i maestri che dirigevano l’orchestra e tanti altri Vip che amano e hanno amato il Dream Massage. Questo per noi è stato l’anno dei record. Quasi 300 trattamenti per una settimana h24 in una spa sempre aperta a favore dei sogni. Sono due anni che siamo al Grand hotel Des Anglais. Meno di un anno fa era solo un cantiere, poi grazie ad un grande imprenditore torinese costruttore delle più prestigiose strutture ricettive italiane tra cui l’Hotel Diplomatic di Torino Luca De Fre e alla professionalità e alla competenza del general manager del Des Anglais Paolo Madonia, siamo riusciti a costruire un sogno. La Somnia Aurea spa. Un’idea da sogno SOMNIA, il mio

sogno Dream Massage. La vera novità è stato l’elemento acqua grazie alla presenza della splendida piscina del Grand Hotel Des Anglais, e del trattamento Dream water delphine®. Parafrasando un brano di Jovanotti: è qui la festa? In questi giorni artisti protagonisti alla kermesse canora arrivavano e dicevano: è qui la spa? è qui il Dream Massage? E stato l’anno dei record, l’anno dell’amicizia, della lealtà, della professionalità e dell’amore autentico quello da BRIVIDI. Io sono un umile operaio dell’anima, non organizzo eventi, ma un servizio professionale a favore dei grandi eventi come successo quest’anno. E proprio ora alla chiusura del sipario dell’Ariston penso di colorare di Dream la biennale di Venezia. Il mantra di questa esperienza si riassume cosi: pantarei. Perché tutto scorre, e speriamo di poter archiviare presto questo periodo segnato dal covid, per poterci dedicare all’organizzazione di prossimi importanti eventi e dell’edizione sanremese 2023, un edizione che mi auguro sarà ancora più Dream.

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PACCHERI CON ASTICE E POMODORINI DEL PIENNOLO

La quarta edizione del ”Premio Pino Daniele”, targato “La Madia dell’Arte”, si terrà sabato 19 febbraio alle 15,30 presso la prestigiosa Sala del Capitolo, all’interno del Mausoleo di San Domenico Maggiore a Napoli. La manifestazione vedrà le premiazioni di poesie e racconti brevi e la partecipazione di numerosi poeti e scrittori. L’ evento sarà arricchito da intermezzi musicali di notevole spessore. La musica renderà l’atmosfera magica ed elettrizzante. Musicisti di talento e poeti ispirati daranno vita ad un evento di alto profilo culturale. Il luogo di svolgimento estremamente suggestivo farà da cornice ideale ad una manifestazione bella, elegante ed emozionante. Ancora una volta, con le sue pregevoli iniziative, La Madia Dell’Arte mette l’accento sull’importanza della cultura, ai fini di una società più matura e consapevole.

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Ingredienti (per 4 persone) 1 astice 350 gr di paccheri (trafilati al bronzo) 400 gr di pomodori del piennolo 1 ciuffo di prezzemolo 1 spicchio di aglio 1/2 bicchiere vino bianco Sale q.b. Peperoncino q.b. Aglio Olio extravergine d'oliva q.b. Preparazione Con un coltello adatto o delle buone forbici da cucina tagliare l'astice a metà nel senso della lunghezza. In un tegame scaldare un po’ di olio extravergine con uno spicchio di aglio, fare rosolare leggermente e adagiare le due metà dell’astice con la parte aperta rivolta verso il fondo della padella. Dopo tre minuti eliminare l'aglio e aggiungere i pomodorini del piennolo, il prezzemolo e il peperoncino. Girare l'astice e farla cuocere altri 3 minuti per lato. Terminata la cottura, mettere l'astice da parte. Intanto con le forbici estrarre la carne dal corpo dell’astice e tagliare le chele per tirare fuori ancora moltissimi pezzi di polpa. Mettere sul fuoco la pentola dell’acqua salata in cui far cuocere la pasta. Appena l’acqua raggiunge il bollore buttare la pasta; scolarla al dente e tenere da parte un mestolo di acqua di cottura da aggiungere al sughetto preparato con i pomodorini e l'astice. Aggiungere dunque la pasta al sugo (a cui devono essere aggiunti i pezzi di polpa tirati fuori dal carapace), cuocere per qualche minuto e completare con una spolverata di prezzemolo tritato e un filo d'olio evo. Ricetta a cura dello staff del ristorante pizzeria Retrobanco


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Auguri a Gianluigi Abbate per aver raggiunto un traguardo importante: la Laurea magistrale in Scienze Economiche. Relatore: professoressa Colomba La Ragione Le grandi crisi economico-finanziario: Inghilterra e Usa

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 10 febbraio 2022

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