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DOMENICA 13 GENNAIO 2019

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Settimanale di Informazione

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ANNO XIX - N° 01 - DOMENICA 13 GENNAIO 2019

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FUCCIO A CASA. PERCHE’? NON LO DICONO


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NANDO TROISE

FUCCIO A CASA. PERCHE’? NON LO DICONO Una Città indifferente, addormentata, stuprata, tradita.

Sommerso dalla sua stessa maggioranza, il Sindaco naufraga e la critica rischia di naufragare. E’ una valanga. Passi per il cittadino che cerca di darsi un atteggiamento, opponendosi o obiettando, partecipando al “comizio” dell’ormai ex Sindaco, ma un giornalista non può seguire gli umori. Ha bisogno di sapere e di capire, seguendo le magiche w (chi, come, quando, cosa, perché?). Da quello che mi sono potuto rendere conto in certi confronti quasi all’americana ai quali ho presenziato in questi giorni (mi hanno chiamato consiglieri dimissionari che NON sentivo da moltissimi mesi): i consiglieri comunali non gradiscono il sindaco tifoso. Che incita. Che urla. Che batte i pugni sul tavolo.

Che garantisce che comunque è andata bene. Di diversa natura è però il compito della critica che non va confuso con il cosiddetto “murmuro”. La CRITICA, ad esempio, non può registrare la insistenza, dialetticamente comoda, da parte di Girasole in particolare, nel sottolineare le storture della sezione locale del PD, capeggiata da Fuccio e da Laezza. Questi nostri due esponenti del periodo amministrativo trascorso, nel campo squisitamente tecnico, sono accusati di averne commesse di grosse. Come la loro opposizione alle insistite teorie di Girasole ha avuto sempre un difetto, abbastanza evidente. Porre argomenti su argomenti. E la polemica, così, non poteva non volgere a favore dell’antagonista,

cioè Tommaso Girasole. Naturalmente oggi a Girasole torna comodo il richiamo al PD, in un certo qual modo superato, se la divisione all’interno della sezione locale esiste e resiste e tutti si rendono conto che è oltretutto inutile, tanto che gli fece pronunciare qualche mese fa che Fuccio aveva allestito una Giunta Municipale di basso profilo e che non avrebbe indicato né assessori né dirigenti. Nel frattempo però bisognerebbe informare coloro che hanno sfiduciato il Sindaco che nonostante viviamo in una Città distratta ed indifferente è sorta ed è ben viva e attenta, una moltitudine di associazioni o scuola di pensiero che potremmo chiamare casoriana, dove per casoriano è inteso

appunto un respiro casoriano e napoletano più ampio e decisamente comprendente tutte le problematiche di confine con Napoli, dall’ecodistretto alle rampe autostradali. Questa scuola di pensiero piuttosto che negare validità alle teorie di Girasole si aggiunge ad essa, sostenendo un concetto che ci sembra opportuno e necessario e che l’ultima consiliatura casoriana ha colpevolmente trascurato: fino ad oggi abbiamo discusso di politica e di altro avendo consapevolezza di solo mezzo consiglio comunale, quello della maggioranza. Per la verità la consapevolezza era di Fuccio, Laezza, Girasole e co. continua a pag. 4


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SEGUE da pag. 3

A questo rilancio di Casoria collaborino pure Polizio, Casillo, Ciaramella, Graziuso, Pugliese, Migliore, Scancariello. A Casillo Casoria non toglie alcun merito. Agli altri propone l’inserimento nel filone nazionale. Come lo era negli anni 60, cioè prima della enorme speculazione edilizia e della conseguente invasione. Casoria avanza e progredisce. Le storie di Casoria si assommano e si annullano tante ce ne sono e ne vengono raccontate. L’altra sera, alla tombolata di beneficenza, al Brando, c’era anche Fuccio. Di lui si racconta, naturalmente, di cose negative e di positive. Casoria si stringe e riscalda. Vorrebbe sapere la verità. Dicono, quelli che ho interpellato, cose che non giustificano l’interruzione di un iter amministrativo. “motivi politici all’interno del pd”; Accuse di arroganza, uso di toni alti. Nessuna accusa precisa di spartizioni posti od incarichi; Nessuna accusa di tangente; Di quanti misfatti si è già coperta questa pur giovane Giunta Municipale e magari anche l’intera maggioranza. Se non verranno scoperti rilievi penali si voterà a maggio 2019 così come la vicina Casavatore e le Europee. Nostre fonti ci fanno sapere che ci sono tantissimi fascicoli aperti sia a livello penale che civile che contabile. Denunce ed interrogazioni parlamentari che stanno avendo il loro corso processuale. Ci sono anche interventi delle Forze dell’Ordine i cui verbali sono nelle mani del Magistrato di turno. Procedimenti penali in corso nei confronti di pubblici amministratori ed altri. Se tutto ciò non produrrà rilievi penali Casoria va a votare a maggio 2019.

Bene avrebbero fatto i consiglieri comunali a portare avanti diversi ed appropriati studi e non solo sull’ecodistretto ma sul numero di morti per metastasi tumorali, sulle proprietà del Comune abbandonate (via Po e via Castagna su tutte), sull’uso improprio che si fa della Piazza dei due Municipi, sulle promesse fatte e non mantenute, sugli eterni cantieri, sulle nomine dirigenziali (pur fatte in questi due anni e mezzo o quelle non fatte e perché), sull’asilo nido comunale, sulle universiadi (non un solo cantiere aperto), sulla gestione del Centro Polisportivo detto PalaCasoria, sulle scelte fatte: dal segretario generale all’ad di Casoria Ambiente, sul se siano vere le ingerenze politiche di neo eletti deputati al Parlamento. Invece: a Fuccio, 14 consiglieri comunali (9 di opposizione e 5 di maggioranza) hanno detto no, senza dire perché dicevano no. Le nostre giunte municipali continuano ad essere piene di assessori non locali. Esprimevano tutto fuorché la natura, le propensioni psicologiche dei casoriani. Accettati a CASORIA come dei messia. Ad alcuni di loro veniva anche consentito di dire che Casoria fosse all’anno zero. Il pensiero casoriano ha superato la polemica fine a se stessa, pur riconoscendo che questa è una brutta pagina politica ed amministrativa. Gli ultimi tre sindaci mandati a casa con dimissioni notarili ne fanno un record nazionale, caratterizzato anche dall’ora presta mattutina. In realtà essa porta argomenti nuovi, soprattutto uno: l’inserimento della storia casoriana nel più ampio discorso na-

zionale. Collabora ed alimenta questo nuovo discorso: l’esplosione autentica dei problemi casoriani: dalle aree dismesse con i loro capannoni ed i loro segreti di morte fino ai problemi di confine delle sue terre con i comuni vicini o viceversa. La politica e la gestione della cosa pubblica del 2019 va costruita certamente su questa nuova dimensione. Nel grande filone regionale va inserito il filone casoriano: non a caso ma per evidenti propensioni psicologiche, storiche ed economiche. Casoria, può e deve inserirsi nel discorso lì dove il discorso sembra smazzicato ed incerto. L’afflusso di nuove classi sociali verso la nostra Città deve agevolare ed incoraggiare questo naturale innervamento delle nuove generazioni verso la gestione della pubblica amministrazione, vero e proprio polmone finanziario, sociale e turistico della Città di Casoria.

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Rita Giaquinto

Padre Ludovico da Casoria, luce di fede a Santa Chiara E’ nella Cappella di Santa Maria degli Angeli, l’ottava sul lato sinistro della basilica di Santa Chiara a Napoli che si conservano le spoglie di uno dei tre Santi della città di Casoria, Padre Ludovico, al secolo Arcangelo Palmentieri, religioso dell’Ordine dei Frati Minori Scalzi. Padre Ludovico da Casoria fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1993 e proclamato Santo da Papa Francesco nel 2014, perché spinto, in tutta la sua opera, da ardore di carità verso i poveri di Cristo che lo indusse ad istituire la Congregazione dei Fratelli di Carità e quella delle Suore Francescane Bigie di Santa Elisabetta. Ricomposto con il suo saio, il corpo del Santo trasmette la stessa maestosa semplicità della basilica che lo ha accolto : una delle più grandi basiliche gotiche di Napoli edificata per volere del re Roberto D’Angiò e che dal 1310 è un punto di riferimento religioso, culturale e sociale per l’intera città. I 130 metri di lunghezza dell’unica navata disadorna della basilica sono il cammino migliore per giungere alle spoglie del nostro Santo. Un percorso di umiltà, raccoglimento e preghiera tracciato sul prezioso pavimento marmoreo di Ferdinando Fuga che passa sul regale stemma angioino, sotto lo sguardo del crocifisso ligneo che dall’altare attende, benevolo e misericordioso, i suoi figli devoti. Umile e sontuosa, la basilica come la vita di Padre Ludovico che con l’infinito amore verso Dio ha realizzato sontuose opere di umana carità. Gotica, austera, imponente, con le altezze che portano ad essere vicine a Dio più che altrove, Santa Chiara accoglie i fedeli con la semplicità ed il misericordioso spirito di benevola fratellanza che caratterizzò l’ordine delle Clarisse, dei Francescani e del nostro Padre Ludovico. Quanta pacata sofferenza sul suo volto rugoso, risollevata dall’amore che, in vita, il nostro Santo è riuscito a trasmettere ai poveri, ai bisognosi, ai ciechi, ai sordomuti, riscattando bambini neri dalla loro condizione di schiavitù con lo scopo di donare loro una vita cristiana e dignitosa. E, ancora, ponendosi a difesa

degli “Accattoncelli”, quei fanciulli abbandonati a se stessi, trascurati da tutti tranne che dalla fede di Padre Ludovico che gli diede la speranza e le concrete possibilità di diventare migliori in un mondo migliore, purché realizzato nell’amore di Dio. Nella sua vita conobbe e sperimentò il dolore fisico e la malattia, ciò che curava San Giuseppe Moscati, uomo di scienza e di fede, il cui corpo è stato traslato, proprio di fronte alla basilica di Santa Chiara, nella Chiesa del Gesù Nuovo – l’antico Palazzo Sanseverino - esplosione dell’arte rinascimentale ed incontro delle migliori espressioni barocche di Napoli. Da Cosimo Fanzago a Solimena, da Aniello Falcone a Salvator Rosa, il Gesù Nuovo rappresenta, insieme alla basilica di Santa Chiara uno dei luoghi di culto dove il raccoglimento nella fede e nella preghiera si sublimano nella magnificenza di alcune delle migliori opere artistiche della nostra città. Ma attraversiamo di nuovo il decumano inferiore, e ritorniamo in Santa Chiara, dal nostro Santo Ludovico e a quando, alla fine del 1884, all’alba dell’anno – il 1885 - in cui, nel mese di marzo, Padre Ludovico lasciò la terra per ricongiungersi al Padre, egli scrisse una lettera ai Cristiani di tutto il mondo, augurando loro buon principio d’anno utilizzando parole che facciamo nostre per augurare, a nostra volta, buon anno ai nostri lettori: “In questo nuovo anno, mettiamo giudizio, senno e facciamo buon uso della ragione che è raggio di Dio, luce dell’anima, contemplazione del creato, delle creature e della nostra eterna felicità. O uomo, applica tutto il tuo sapere, tutta la scienza tua; applica tutto a salvare l’anima tua. Torna a Dio, o uomo. Credimi, sarai in vita e in morte, contentissimo, felicissimo, beato. Addio”. Un testamento di parole sante, sapienti ed illuminanti che auspicano al ricongiungimento dell’uomo con la sua anima e con Dio, “ligato” a noi indissolubilmente dal sacro vincolo della creazione e della carità suprema. A tutti, buon anno.


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ILARIA RICCARDI

DISAGI IN VIA SANTA CROCE

Nel centro di Casoria, più precisamente in Via Santa Croce, è presente ormai già da qualche tempo una situazione che crea non poco disagio ai residenti e che riguarda il guasto di alcune tubature, fonte inoltre di un estremo pericolo. Il guasto è stato temporaneamente risolto, ma il pericolo è ancora imminente in quanto il suddetto rappezzo si trova all’esterno della strada, in balia dei pericoli dovuti agli agenti atmosferici e soprattutto alle persone (che potrebbero anche

manomettere le tubature) che circolano in quell’area e che stanno dando vita ad un luogo di deposito rifiuti illecito. Immediatamente accanto alla postazione delle tubature vi sono degli appartamenti che sono stati fortunatamente evacuati; tuttavia l’area interessata all’evacuazione si dovrebbe estendere a tutta la strada, come affermato anche dal dirigente dei lavori Salvatore Napolitano, che parla anche dell’emanazione di un’ordinanza a tale proposito. L’architetto Napolitano racconta inoltre di continui spostamenti delle transenne ( che chiuderebbero effettivamente la strada) da parte dei stessi cittadini. Si chiude una strada ma non si evacuano le abitazioni? Ha perfettamente senso il lavoro di questo Comune.

Per quanto invece concerne l’effettiva risoluzione del problema, l’Arch. Napolitano e tutti coloro che lavorano al caso, spiega egli stesso, devono necessariamente attendere una mobilitazione da parte del privato che ha provocato il danno. Intanto, chi vive in questa zona esprime le proprie preoccupazioni : “ Il problema è risolto da un punto di vista di perdita, ma non di viabilità” osserva Lucio Rossi, definendo l’attuale soluzione “rappezzo ridicolo”. A tutto ciò si sommano poi le conseguenze sull’aspetto sociale: “Si costringono delle persone a rinunciare alla festa di San Mauro che si terrà il 15” continua Lucio. Infatti, tra qualche giorno, la tradizione vorrebbe che come ogni anno, in occasione della celebrazione di San

Mauro, si passasse tramite la via decorata ed illuminata appositamente per l’evento per poi accedere alla Chiesa immediatamente fuori la strada. Attraverso l’articolo in questione, il giornale e tutti i concittadini esortano le autorità a risolvere il prima possibile la situazione, o quantomeno a rimediare innanzitutto ai problemi riguardo la viabilità e di conseguenza anche a quelli riguardo l’ammontare di sporcizia che si sta concentrando intorno alla zona del guasto.


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ANTONIO BOTTA Mostra fotografica al CAM del giovane artista casoriano Luca Petrucci

SITI DISMESSI: LUOGHI EVOCATIVI DI UNO SPACCATO DI STORIA LOCALE

Nei giorni precedenti le festività natalizie, il giovane fotografo ventiquattrenne, Luca Petrucci, nostro concittadino, ha esposto nel locali del CAM, Museo di Arte Contemporanea, una mostra fotografica dal titolo “PAESAGGI INURBANI” . “E’ un progetto” spiega l’Artista casoriano “nato nell’inverno del 2018 con la voglia non di denunciare lo stato dei siti dismessi (Tubi Bonna, Rhodiatoce, Resia…), ma di rendere consapevoli gli abitanti e i passanti su ciò che li circonda”. Le foto, dunque, scattate di notte, ritraggono aree abbandonate su cui giace la polvere dell’oblio e dell’indifferenza, ma che in passato hanno reso Casoria uno dei più produttivi centri industriali a livello regionale e meridionale, tanto da essere denominata la “Sesto S. Gio-

vanni del Sud”. Certo, gli scatti, come ha ben evidenziato Luca Petrucci, hanno anche la funzione di richiamare l’attenzione dei politici locali e della cittadinanza su realtà che dovrebbero essere riqualificate in un progetto di rigenerazione urbana (mai avvenuto, purtroppo, per insipienza della classe dirigente che ci ha governato), ma la finalità della interessantissima mostra non è solo questa: “Paesaggi inurbani” evidenzia Petrucci “é la dimostrazione che anche un sito dismesso può avere la sua bellezza, poiché siamo portati a recepire i luoghi per ciò che esprimono. Paesaggi inurbani non è un esercizio stilistico, ma è la voglia di ricordare lo spirito che c’è stato un tempo e deve risultare come memoria storica dell’operato dell’uomo, giusto o sbagliato che sia,

da qui la bellezza dell’abbandono che fa diventare un luogo evocativo”. I suggestivi scatti, la cui valenza artistica è data dalla capacità di Luca Petrucci di situare i siti ritratti in uno scenario surreale, in un contrasto armonioso di luci – ombre, contribuiscono ad aprire uno squarcio sulla storia locale, a far conoscere ai cittadini, in particolare alle nuove generazioni, uno spaccato del loro passato, a dilatare, in tal modo, i limiti dell’esistenza facendoci sentire vicini a coloro che ci hanno preceduto, in un tempo in cui siamo imprigionati in un presente asfittico, privo di radici, dove ciò che conta è l’emozione fugace. Senza la linfa del passato, infatti, mancano prospettive esistenziali e idee di futuro. Quei siti, pertanto, posti in primo piano dall’ arte foto-

grafica di Petrucci, non sono cimeli del passato, ma evocano la vita di tanti operai, il loro lavoro, anni di lotta e di sacrifici, grazie ai quali Casoria ha vissuto il suo momento di crescita sociale ed economica, pagata anche a caro prezzo da lavoratori morti per le sostanze tossiche che maneggiavano e/o respiravano. La bellezza delle foto esposte nella mostra fotografica, oltre alla tecnica stilistica adottata dall’Autore, consiste nel fatto che in esse arte, storia locale e cultura si sono fuse mirabilmente per annunciare che “tradizione significa custodire il fuoco, non conservare la cenere”, e ciò costituisce, a mio avviso, anche una sana provocazione agli Enti preposti, affinché si assumano le loro responsabilità nella riqualificazione delle aree fotografate.


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10 MARTINA RESCIGNO

LA SPEI TRIONFA AL TEATRO EDUARDO DE FILIPPO

Veronica Caprio Sabato 5 gennaio alle ore 17.30 presso il teatro De Rosa si è tenuta la “TomboLotta” al tumore al seno, una tombolata di beneficenza organizzata dall’Associazione Underforty. A presentare la serata la showgirl partenopea Mary D’Onofrio. Hanno arricchito questo pomeriggio di festa l’artista Tonino Faiello con la sua riffa napoletana, Gino Fastidio e il cantante brasiliano Paulino Arcanjo che ha allietato il pubblico presente in sala con le sue canzoni. Durante la tombolata sono stati consegnati oltre 100 regali raccolti grazie alla generosità degli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento, negozi palestre e aziende. Tutti i proventi raccolti, ora saranno devoluti a sostegno delle attività dell’associazione, che ha recentemente lanciato un nuovo Progetto “Percorsi di Vita” a supporto psicologico delle donne colpite da questo male e dei loro familiari. Sono, infatti, molti i bisogni di ambito psicologico delle donne che affrontano questa lotta, e le ripercussioni sulla lavoro vita familiare e sociale. Il sostegno psicologico è da considerarsi come cura nella lotta

Ennesimo trionfo della SPEI (scompagnia precaria ed instabile) che il giorno 27 e 28 dicembre 2018 al teatro Eduardo De Filippo ha rappresentato la commedia: “Don Gennà passa ‘a vacca e fa acqua ‘a pippa”, due atti di Gianfranco Gallo per la regia di Antonio Coppola. La commedia oltre a generare comicità e divertimento, mette in evidenza come le differenze sociali sono marginali rispetto ai valori veri della vita. Per l’impegno e la bravura andrebbero qui citati tutti uno per uno: da Pasquale Silvestro a Vito Musella, da Patrizia Bevilacqua alla giovane Veronica Musella, ma mi piace evidenziare l’ottima interpretazione di Fabio Coppola nel ruolo di Peppino e la spassosa prova di Patrizia Efficie nel ruolo di Luisella. Magistrale è stata l’interpretazione dell’esilarante Antonio Coppola nei panni di don Gennaro, affiancato da una bravissima Teresa Ghilardi. Alla fine, gli applausi interminabili e davvero invidiabili hanno premiato l’intera compagnia, decretando un ennesimo e gradito successo.

“TomboLotta” al tumore al seno

al tumore al seno, poiché, studi scientifici hanno dimostrato la sua efficacia sulla qualità della vita della donna e sul suo benessere percepito. Per questo motivo nasce il progetto “Percorsi di Vita” che prevede il supporto psicologico da parte di medici e professionisti volontari. L’associazione da anni, porta avanti un lavoro costante di sensibilizzazione sulle tematiche legate alla prevenzione del tumore al seno. Grazie all’impegno del suo staff e del lavoro fin qui svolto ha consentito di sensibilizzare oltre 20.000 donne, contribuendo a diagnosticare lesioni tumorali in fase precoce e lesioni mammarie sospette che altrimenti non sarebbero state identificate tempestivamente. Le attività dell’associazione proseguono raggiungendo in media circa 5.000 nuove donne ogni anno per la sen-

sibilizzazione alla prevenzione del tumore al seno. Attivi su più distretti della nostra Regione e presenti anche in altre regioni come Lazio, Basilicata e Puglia. Il tumore al seno è la neoplasia più frequente del sesso femminile, colpisce una donna su otto nel corso della vita. Tuttavia il rischio di ammalare aumenta sensibilmente se in famiglia ci sono uno o più casi di tumore al seno e/o all’ovaio. Quando la malattia si sviluppa in età giovanile, è di solito la donna ad accorgersi della presenza di un nodulo palpabile al seno – con conseguente diagnosi tardiva – e l’interessamento dei linfonodi ascellari. Ciò avviene per la mancanza di percorsi di prevenzione senologica dedicati alle donne al di sotto dei 45 anni. Per questo motivo, l’Associazione Underforty Women Breast Care ONLUS, è impegnata sul territorio per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione senologica anche in giovane età, e indirizzare le pazienti di età compresa fra i 49 e 69 anni, presso i centri di screening mammografico del SSN (Sistema Sanitario Nazionale).


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PAOLA CONSOLETTI

UN VERO PRESEPE A CASORIA

Un evento “nostrano”, un presepe “vivente”, è stato organizzato dal 04 Gennaio alle ore 18.00 sino al 06 Gennaio alle ore 21.00, a Casoria, nell’Oasi di Padre Ludovico. Come nel 2018, anche il 2019 ha ottenuto l’approvazione dell’organizzazione del Presepe Vivente. L’evento nasce dall’amore per il significato del “Presepe”, grazie alla parrocchia di Santa Maria delle Grazie in Via Padre Ludovico da Casoria. Lo scorso anno, il medesimo evento, è stato accompagnato da musiche, spettacoli, prodotti tipici dolci e salati, ed anche quest’anno, con la stessa formula, ha riscosso molto successo. I casoriani, in massa, hanno partecipato nonostante il freddo, vivendo in prima persona l’animazione, la bellez-

za e l’anima della Sacra Famiglia, ammirando inoltre, la bellezza dell’organizzazione e del talento nostrani. Questa seconda edizione del Presepe, ha catapultato i cittadini in un’altra epoca, grazie all’interpretazione ed alla realizzazione degli operatori della Parrocchia Santa Maria delle Grazie e degli operatori delle Suore Elisabettine Bigie. E’ straordinario penetrare in un’ “oasi” di spiritualità Francescana, la quale denota

la stessa spiritualità di Padre Ludovico, entrambi cultori ed appassionati del presepe. Il Presepe Vivente è infatti una tradizione cristiana, consistente in una breve rappresentazione teatrale, ed ha lo scopo di mettere in scena, con l’impiego di figuranti umani, la nascita di Gesù, in una scenografia che viene costruita per ambientare la vicenda della natività, è una passione vivente, una tradizione che unisce il paese. Il primo Presepe Vivente

della storia, fu opera di San Francesco D’Assisi, da quì ad organizzare i presepi viventi sono intere città, frazioni, quartieri, ed i figuranti sono solitamente, i loro abitanti. L’ambientazione non è necessariamente quella dell’epoca della nascita di Cristo, ma spesso il Presepe Vivente, costituisce l’occasione per mostrare antichi mestieri del luogo, ormai scomparsi. Il Presepe Vivente a Casoria, ambientato in quell’oasi di pace di Padre Ludovico, è stata una vera e propria festa, la quale ha riunito tutti i cittadini intorno all’evento principe del Natale. I numerosi commenti, positivi, raccolti tra i visitatori, ha evidenziato la volontà di vivere la città, la volontà di volerla amare e la soddisfazione di essere cittadini di Casoria.


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VITTORIA CASO Il 29 dicembre, presso la Feltrinelli point di Pomigliano d’Arco, un brindisi ha battezzato“ALMA”, magazine culturale dell’associazione “I colori della poesia”. Annamaria Pianese e Mario Volpe hanno chiamato accanto a loro gli autori degli articoli di questo numero inaugurale: Antonella Bianco, Antonella del Giudice, Paola Casulli, Vittoria Caso, Angelo Papi, Gennaro M. Guaccio, Giovanni Balzano, Giuseppe Vetromile, Lorenzo Fiorito e gli amici di sempre, dei reading, degli incontri letterari, delle rassegne. E’, infatti, la sintonia d’intenti fra amici alla base di questa rivista, con cui prende concretezza un sogno lungamente accarezzato, divenuto progetto e poi… una bella rivista che dà ampio spazio alla cultura: Alma, una grande anima aperta al mondo, alla società, alla storia, alla filosofia, al mito, ma anche ai viaggi, ai libri, alla poesia, alla narrativa. Annamaria Pianese, presidente de “I colori della poesia”, ha, assieme a Mario Volpe, coagulato attorno al progetto specialisti, ciascuno esperto in un ambito culturale diverso, che spassionatamente scrivono, approfondiscono, ricercano assieme a loro. Si tratta di amicizie nate dal comune amore per la lettura, la scrit-

E’ nata “ALMA”!

tura, la poesia, il racconto, la fotografia, la pittura, la scultura; amicizie che prescindono dall’interesse economico e che credono nel potere della cultura. Oggi che la multimedialità domina, spesso con eccessi evidenti, assieme al dio denaro, Alma è sicuramente anche un atto di coraggio, dettato sia dalla volontà e dalla tenacia di concretizzare un progetto, sia dalla sicurezza di poter contare su amici che della gratuità hanno fatto il loro credo, come il Circolo Letterario Anastasiano e Clarae Musae. Alma, trimestrale distribuito gratuitamente, sin dal numero zero vede il contributo degli studenti del liceo Torricelli e del liceo Cantone di Pomigliano, attraverso interviste e recensioni; studenti destinatari, tra l’altro, di Scrittori in prima linea , rassegna realizzata per l’appunto da I colori della poesia per quelle scuole superiori i cui dirigenti comprendono che è opportuno arricchire i saperi prettamente scolastici con ulteriori possibilità, prospettive e stimoli al fine del successo formativo. Un brindisi, dunque, che se da una parte augura successo e lunga vita ad Alma, dall’altra conferma l’amicizia e avvalora il potere che ha la cultura di coagulare forze sane.


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DOMENICA 13 GENNAIO 2019 ANTONIO VALENTI

Pietrangelo Gregorio: Napule nun t’ o scurdà

Non era tempo di Supermercati quello, siamo nel 1966, ed erano epici a Napoli la Standa e la Rinascente a via Toledo e UPIM a via Foria angolo via Duomo, piano terra, ai piani alti dello stesso palazzo abitava Pietrangelo Gregorio, scomparso in settimana a 90 anni, ingegnere nativo di Piedimonte Matese con il pallino della televisione; fu il Direttore della UPIM, per fare pubblicità ai giocattoli, a chiedergli di trasmetterli in televisione: Gregorio calò dal suo appartamento, improvvisato studio televisivo, un filo e trasmetteva, in pratica via cavo, le immagini dei giocattoli nel negozio sottostante con la gente che, a bocca aperta, guardava il miracolo made in Napoli. La cosa funzionò e i negozi viciniori chiesero di collegarsi, così quel filo magico che usciva dal suo appartamento si allungava sempre di più, man mano che crescevano i negozi aggregati, per chilometri, saranno fino a 380, nelle vie di Napoli. I giocattoli furono sostituiti da spettacoli artistici in diretta, la prima a esibirsi fu una giovanissima Lucia Cassini, cui si unirono Gloriana, Mario Da Vinci, Benedetto Casillo, nacque in un solo colpo la televisione privata via cavo a circuito chiuso: un successo clamoroso. L’ingegnere riuscì a trasmettere a colori, la RAI lo faceva in bianco e nero, a Napoli il Festival di Sanremo e due Cantagiri di Ezio Radaelli; con ritrovati tecnici, di cui molti poi copiati. I numeri sono stratosferici: Telediffusione-Telenapoli ebbe il suo ‘battesimo’ televisivo il 24 dicembre 1966 e serviva circa 180 bar e locali pubblici collegati via cavo; nel 1975 Tele Napoli serviva anche utenza privata e operava con sei studi televisivi, 150 dipendenti e 15 giornalisti. Quando il decreto Gioia abolì la TV via cavo Gregorio per bypassare, con successo, il divieto inventò il TVbox con cui si potevano riprodurre ovunque programmi televisivi a colori. Nel 1976 , sempre ad opera di Gregorio nasce ‘Canale 21’; il nome, come spiegò lui stesso, richiamava l’articolo 21 della Costituzione che sancisce la libertà d’espressione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di comunicazione, prima televisione libera via etere napoletana. A ‘Canale 21’ Gregorio è anche conduttore della trasmissione ’Filo Diretto’ in cui dava spazio alla libera voce di tutti i cittadini affrontando i più svariati argomenti, fu una grossa novità ed ebbe un successo clamoroso per la possibilità di denunciare in diretta soprusi ed ingiustizie, il Sindaco Valenzi replicava spesso a ‘Filo Diretto’ da ‘Canale 58’ con la trasmissione ‘Il Sindaco risponde’ con aspri scontri verbali tra i due che pure si stimavano reciprocamente. Gregorio, con la collaborazione di ‘Napoli Nostra’ donò alla Città sei parchi gioco ed organizzò e finanziò, nel 1980 e 1981, due edizioni di ‘Piedigrotta’. Epico anche il successo della trasmissione ‘Il Tormentone’ curata dal giornalista Angelo Manna che, con colorito linguaggio, difendeva la storia, i personaggi e i diritti di Napoli e dei Napoletani, sulla scia del grosso seguito Angelo Manna approderà poi al Senato.

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“Il trio napoletano, che su Rai uno, decanta la Bella Napoli”

“Il trio napoletano, che su Rai uno, decanta la Bella Napoli”. Giorni fa, nel programma Domenica In, con la splendida conduttrice Mara Venier, si è esibito il nuovo trio napoletano, formato dai mitici cantanti partenopei, Sal Da Vinci, Andrea Sannino e Franco Ricciardi, che insieme hanno portato alla luce un capolavoro,che prende il titolo di “Naná”, un testo scritto dal grande Renato Zero, Sal Da Vinci e Maurizio Fabrizio, che parla della meravigliosa Napoli, quella dei sentimenti puri, quella che sì fa amare tanto, quella che si ribella agli insulti sporchi e senza dignità, quella dei mille colori, quella di panni stesi e fantasia, quella sempre disponibile tra i suoi pregi e i suoi difetti, quella che non è solo maschera, ma ha un cuore immenso, la Napoli dei Romantici è”Naná”. I tre cantanti, con le loro voci pulite, ricche di sentimenti stanno facendo ascoltare al popolo, questa canzone che contiene strofe di pura poesia, dove lottano e difendono per primi la loro regina, piena di origini, cultura e storia, spesso non apprezzata, ma che sta diventando una splendida realtà. Lo stesso Renato, con questo testo ha voluto descrivere una Napoli che se conosci bene sa dare tanto, agli occhi degli increduli che forse non l’hanno mai vissuta.Forza “Naná” e forza “Napoli” una città che sta rinascendo senza mai piegarsi. Grazie a Sal, Andrea e Franco per questa splendida poesia fatta canzone, solo da far risuonare ed ascoltare.

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DOMENICA 13 GENNAIO 2019


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