DOMENICA Settimanale di Informazione 19 DICEMBRE 2021
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ANNO XXI - N° 46- DOMENICA 19 DICEMBRE 2021
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DOMENICA 19 DICEMBRE 2021
2 L’EDITORIALE DI NANDO TROISE
LA CASA COMUNALE – LE LETTERE ANONIME – CASORIADUE
BENE marcante – GRAZIUSO ala – CASILLO ira Ecodistretto, palestre, aree dismesse, Metropolitana, PalaCasoria, Centro Polifunzionale, Stadio San Mauro…. Vorremmo aprire in tutta modestia un corso di giornalismo a Casoria. E lo brindiamo, cenando dopo in uno dei locali più belli che io abbia mai conosciuto nella mia Città, che è Casoria. “Villa Egle” si chiama. Appartiene al complesso alberghiero Business. Ci hanno ascoltato, dolendosi molto per come andavano le cose tutti coloro che sono impegnati nella comunicazione e nella informazione. Il corso si dovrà chiamare “CASORIALEGGE” e cercherà di coinvolgere, con la collaborazione di Assostampanapolinord e Kompetere journal e tv, tutti i direttori dei quotidiani napoletani (Il Mattino, Corriere del Mezzogiorno, Repubblica, Roma e Cronache di Napoli). Massimiliano Musto è coinvolto assieme al suo staff che è davvero eccellente. Cosa devo dire? Mi chiede Nicoletta Lanzano. Parliamo, parliamo di noi, amici. Dei nostri problemi innanzitutto. C’interessiamo, invece, normalmente delle altrui miserie. Le nostre non esistono. Eppure esistono. Politica e contro politica. Per fortuna abbiamo il nostro lunedì. Chi legge? Questa è la domanda che il lunedì viene posta a tutti coloro che reggono la cosa pubblica ma non solo lì. In realtà si nascondono movimenti estremamente decisivi per il futuro della amministrazione pubblica di Casoria e del suo intero consiglio comunale. Napoli e le sue idee invasive su via Pio XII, il salotto buono di Casoria, va bruciata. E’ Casoria che deve scetarsi. Ci incontriamo in via Cupa Comunale Casoria a Napoli, a pochi centimetri da via Pio XII e le sue traverse, via Bologna in particolare, nella 7’ Municipalità che ha sede municipale nel quartiere di San Pietro a Patierno, sembrava giusto che Vincenzo De Luca non risultasse assente in questa discussione un po’ casoriana ed un po’ sanpietrina che Casoriadue sta realizzando. Durante il convegno sul futuro dell’Alta Velocità e della Stazione Porta di Afragola fu introdotto il problema dell’Ecodistretto nei 28mila metri quadrati situati tra via Brodolini e via Pio XII a Casoria. Oltre
ad impedirlo Tommaso ha puntato a fare quadrato attorno a questo problema e va riconosciuto il merito al suo staff di aver alimentato, seriamente, il dibattito a Casoria. Il presidente Vincenzo De Luca, invece, distratto dai suoi attacchi tutti al personale verso il giovane Ministro agli Esteri, Luigi Di Maio, non ha detto una sola parola sull’ecodistretto casoriano. La partecipazione a questo problema del presidente della Giunta Regionale, è importante. La sua assenza, cioè l’assenza di Vincenzo De Luca da Salerno, non ha evitato che il dibattito tra Casoria e San Pietro a Patierno, una volta tanto alleati, con il Comune di Napoli, con il suo Assessore alla N.U. e la sua Municipalizzata A.S.I.A., venisse annullato. Tutto ciò fu grave e denota oltre che una palese mancanza di cultura anche pochissimo amore per la propria terra che va criticata ma anche difesa in talune funzioni. Vincenzo De Luca rappresenta la Regione Campania, assieme agli altri e ai giovani. Non sarà molto ma non è nemmeno poco. La Città di Casoria è viva. Raffaele Bene, il Consiglio Comunale di Casoria, il consiglio municipale della 7’ Municipalità di San Pietro a Patierno hanno gettato semi nel solco pur arido. Si è forse sbagliato nel non aver capito dal dopoguerra ad oggi che quei 28mila
metri quadrati di terreno, che tutte le generazioni casoriane hanno chiamato “la pista” e che i cavallari di San Pietro e di Casoria hanno utilizzato come galoppatoio avrebbe fatto gola al Comune di Napoli ed alla sua Municipalizzata che ne risulta PROPRIETARIA. Cosa dire: tutte le amministrazioni tutte hanno forse tradito quella zona genuinamente casoriana. Sarebbe potuto diventare un grandissimo Parco Pubblico, organizzato anche per far galoppare i cavalli come era proprio nelle sue origini, invece di tenerlo lì abbandonato come fanno da oltre 50 anni anche per tante altre realtà casoriane. Titoli Casoria ne ha perduti tanti, per sottolineare le incongruenze di casa nostra. La Rhodiatoce tra viale Europa e via Boccaccio doveva veder realizzato al posto del nylon la Citta del Libro, della Informazione e della Comunicazione; la Resia, sulla Statale Sannitica, poi diventata Montedison, di proprietà Enichem, oggi diventata proprietà privata, doveva essere trasformata in un P.I.P. (un piano di insediamento produttivo); la Tubi Bonne in via Padula in un Parco Residenziale. Sono tutte lì con i loro capannoni ed i loro segreti di morte che essi custodiscono. Poi ce ne sono tante altre: tutte lì a seminare attraverso il silicio, l’amianto, i fumi tossici, le resine fenoliche e superfenoliche un’altissima percentuale di morti per tumori di ogni genere e di ogni tipo. Casoria fa statisticamente 1000 morti l’anno, più della metà con metastasi tumorali. Le abitudini e la indifferenza fanno convivere i suoi abitanti con tutto questo. E dire che c’erano tutti, lì all’UCI Cinemas, luogo di divertimento e di cultura, in una location dove c’era una calcestruzzi. Peccato: molti soggetti politici casoriani si lamentano per le lettere anonime, per le interrogazioni parlamentari e per le denunce inviate sia alla Corte dei Conti che alla Procura della Repubblica, come se Casoria fosse luogo di chissà quali misfatti. Mario, invece, ci racconta dei
DOMENICA 19 DICEMBRE 2021 misteri che girano attorno sia allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche ma anche degli altri scioglimenti di consiglio comunale avvenuti con le dimissioni di 13 consiglieri comunali 13 davanti ad un notaio. Sono storie che i soggetti che hanno ballato nell’autunno del 2005 e poi quelli che fecero cadere dallo scranno di Sindaco prima Stefano Ferrara e poi Vincenzo Carfora e poi ancora Pasquale Fuccio conoscono bene. Molti di essi sono in tutte le tre storie. Certo è chi ha tenuto il bandolo della matassa (a scurriata!), chi ha fatto gli accordi, trasversali e non, le riunioni, le protezioni, i salvataggi, quelli sì, sono sempre gli stessi. Attori di un palcoscenico che vedo recitare sin dal 1972, non sono mai cambiati. Solo la morte è riuscita a sottrarre dalla scena alcuni di essi. Mi riferisco non solo ai reggitori della cosa pubblica, ma anche a Capi Ripartizione e Capi Sezione. Una razza padrona che governa la Città di Casoria sin dal dopoguerra, nell’abulia e nella indifferenza di un popolo sussidiato che ringrazia. Un popolo oggi diventato lamentoso e complottista che sfoga la sua rabbia su facebook. Casoriadue, a carattere popolare. A questo giornale è stato chiesto da personaggi autorevoli della vita politica e pubblica
3 che ballano tra la maggioranza e la opposizione di fare un GIORNALISMO DI INCHIESTA. Ho dovuto spiegare che ho una responsabilità penale, civile, etica e deontologica verso i miei collaboratori; ho dovuto spiegare di non aver accesso agli atti amministrativi; ho dovuto comunicare a loro che l’unico compito di un consigliere comunale è quello del controllo e, poi, magari, la denuncia politica e contabile, degli atti amministrativi. Mi hanno chiesto di pubblicare gli stipendi al netto di Sindaco ed Assessori;
ho spiegato che in una democrazia partecipata queste notizie sono pubbliche. Mi hanno chiesto un reportage sulle palestre scolastiche, usando le five w: chi le gestisce? Perché? Pagano? Quanto pagano? Ecc. Mi hanno chiesto di svelare i segreti che nasconde l’area Resia; mi hanno chiesto degli uffici abbandonati nel Parco Le Querce in via Po eppure costati due miliardi di lire più Iva; mi hanno chiesto del “regalo” a seguito lottizzazione convenzionata in via Castagna; mi hanno chiesto dei concorsi recentissimi avvenuti all’ASL; mi hanno chiesto della vittoria elettorale della lista civica Obiettivo Comune e perché siano passati all’opposizione consiliare; mi hanno chiesto il perché delle dimissioni dal Settore Lavori Pubblici dell’architetto Salvatore Napolitano; mi hanno chiesto del contenzioso giudiziario tra Alba Oriens ed il Comune di Casoria a riguardo del PalaCasoria; Si discute. Raffaele Bene mormora. Qualche consigliere comunale critica i giornalisti; altri, più buoni, ne chiedono la collaborazione. I tiratardi sono la fortuna di ogni incontro. Da Casoria parte un treno per chi sa dove. Non interessa. Qui interessa la Città di Casoria, la Frazione Arpino. Insistiamo.
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4 ANTONIO BOTTA
NELL’ISTITUTO SUPERIORE “M. C. BRANDO” CONVEGNO SUL TEMA “SPORTELLO ANTIRACKET ED ANTIUSURA, IL CORAGGIO DI DENUNCIARE”
A CASORIA “SEGNALI CONCRETI” PER PROMUOVERE LA LEGALITA’
Presso l’istituto superiore “Maria Cristina Brando”, si è tenuto, nell’ambito del progetto “Le giornate della legalità” un convegno sul tema “Sportello antiraket ed antiusura, il coraggio di denunciare”. Moderatore il giornalista Nando Troise, Direttore di Casoriadue. Sono intervenuti Raffaele Bene, Sindaco di Casoria, Ernesto Castiello, avvocato e segretario forense, Salvatore Iavarone, Presidente IV Commissione consiliare di Casoria - “Pubblica istruzione e Cultura”e Anna Ferrara, Dirigente regionale SOS impresa Dopo aver salutato le prof. sse Russo, Laezza, Ferrone, i relatori e gli studenti partecipanti, le due classi quinte del liceo scientifico e umanistico, Troise ha introdotto l’argomento ponendo in evidenza che il territorio casoriano presenta “alcune geografie camorristiche”, facendo riferimento, oltre a quella locale, alla zona “S. Pietro a Patierno – Secondigliano” e l’altra a ridosso della frazione Arpino, precisamente la Stadera. Sul problema specifico delle estorsioni a Casoria ha lamentato “un silenzio omertoso da parte delle istituzioni locali, che dovrebbero rendere sensibile la cittadinanza sull’importanza di partecipare alla “Cosa Pubblica”, anche rispetto alla questione della legalità, spiegando ai giovani che Casoria, per il suo alto valore storico, religioso e culturale, grazie soprattutto ai Santi che vi sono vissuti, merita attenzione, rispetto e cura. Al riguardo, Troise ha fatto riferimento, oltre a S. Ludovico, M. C.
Sportello d’ascolto virtuale per i commercianti che denunciano estorsioni; convegni e concorsi per i ragazzi mirati alla sensibilizzazione su tematiche della legalità e dell’ambiente; forum dei giovani; osservatorio sulla legalità; beni confiscati alla camorra e utilizzati per fini sociali Brando, G. Salzano e alla beata Velotti, anche a Papa Paolo VI, il quale, quando era Cardinale Montini, invitato dal Card. Maglione, suo amico, soggiornò a Casoria, ospite proprio nella foresteria dell’ Istituto Brando, e una lapide, affissa nella chiesa delle sacramentine, ricorda tale evento. Nel suo intervento, il Sindaco ha sottolineato che, pur impegnato in impellenti incombenze istituzionali, ha accolto volentieri l’invito a partecipare, seppure per un tempo limitato, all’incontro su un tema di grande rilevanza sociale, soprattutto perché, in questo tempo di pandemia, è mancata la possibilità di un confronto diretto con tutte le componenti della comunità cittadina, e quindi anche con i giovani. Agli studenti ha ricordato, infatti, quanto sia importante
un’interlocuzione corretta tra eletti ed elettori, società civile e amministrazione locale, per maturare insieme la consapevolezza di far parte di un’unica Comunità, nella quale ognuno deve fornire il proprio apporto nella realizzazione del Bene comune. A tal riguardo ha rimarcato l’importanza della partecipazione democratica, superando atteggiamenti di delega e di indifferenza, aggiungendo che i rappresentanti delle istituzioni hanno l’obbligo di prestare il dovuto ascolto ai cittadini, cercando in tutti i modi di esaudire i loro bisogni sociali, ma anche la cittadinanza deve favorire una interlocuzione con le autorità istituzionali fondata sul rispetto e sulla buona educazione. E’ inaccettabile, ha affermato, che sui social si superino i limiti della decenza e del senso civico, usando
espressioni offensive e insultanti verso chiunque: amministratori, vigili urbani, compagni,insegnanti, senza fare sconti a nessuno, concludendo che l’ascolto paziente, il dialogo costruttivo, pur nelle divergenze di opinioni, sono le precondizioni per una qualità alta della vivere civile. “I proprietari di questa Città siete voi”, pertanto ciò spinga ognuno a sentirsi responsabile degli altri e della cosa pubblica in spirito di solidarietà e di osservanza delle regole concernenti l’etica pubblica. Successivamente, Salvatore Iavarone ha riferito che, pur essendo il Comune in dissesto finanziario, quindi senza risorse, in qualità di Presidente della IV Commissione ha ritenuto doveroso e imprescindibile operare fattivamente per organizzare, con il contributo di altre Associazioni locali, varie iniziative sul tema della legalità e anche dell’ambiente. Ciò si rende urgente, ha rimarcato, poiché negli ultimi due anni sono accaduti “eventi particolarmente brutti sul nostro territorio, quali scoppio di bombe nei pressi di attività commerciali ed eventi estorsivi. Abbiamo capito che occorre accendere i riflettori su tali tematiche, anche in collaborazione con gli istituti scolastici, promuovendo concorsi in cui saranno coinvolti alunni e studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Il primo inizierà proprio la settimana prossima. E’ stato anche redatto un protocollo d’intesa, pubblicato sul sito del Comune, sottoscritto con la “SOS Impresa”
DOMENICA 19 DICEMBRE 2021 – il cui referente nazionale è Luigi Cuomo e qui rappresentato dalla dott.ssa Ferrara - al fine di aprire uno sportello d’ascolto virtuale per consentire a negozianti e commercianti di denunciare estorsioni e minacce.Ciò non bastava: intendiamo dare dei segnali concreti anche sul tema dei beni confiscati alla camorra situati sul territorio di Casoria; lunedì prossimo, il Consiglio comunale approverà il regolamento per affidarli a fini sociali”; un bene confiscato situato nel quartiere Stella, di 6.000 mq, sarà utilizzato, ad esempio, per la costruzione di un parco pubblico. Un altro problema, sempre concernente la legalità riguarda i giovani, ha proseguito Iavarone: la settimana scorsa, nella quarta Commissione è stato approvato il regolamento per un utilizzo misurato delle slot machine, delle sale giochi, e anche’esso approderà in Consiglio comunale. Infine, ha messo in luce l’importanza di un Forum dei giovani, anch’esso da realizzare a breve, uno spazio sociale dove sarà possibile dare al mondo giovanile locale voce alle loro esigenze, muovendo rilievi critici all’Amministrazione, avanzando proposte, in un’ottica di cooperazione con l’Amministrazione, così da svolgere la funzione di stimolo a fare di più e meglio, benché non sia possibile, in una fase di carenza di risorse economiche e umane, realizzare tutto ciò che si vorrebbe. Anche l’Osservatorio sulla legalità, ha concluso il Relatore, è un altro strumento idoneo per dare ai giovani la possibilità di interagire proficuamente con gli amministratori locali, un modo di sviluppare la responsabilità sociale, il senso di appartenenza al proprio territorio, la partecipazione democratica, non stando al balcone affacciati, aggiungerei, aspettando che siano sempre gli altri a
fare qualcosa per la propria Città, scegliendo per se stessi il comodo ruolo di censori e di sterile lamentazione. Prima di passare la parola alla signora Ferrara, Troise, commentando l’intervento di Iavarone, ha osservato che il dissesto finanziario non deve costituire un alibi per lasciare incancrenire problemi del territorio casoriano. Sì, ha rimarcato, è difficile porre mano a carenze e disservizi per mancanza di risorse economiche, ma si ha l’impressione che certi problemi non si vogliano neanche affrontarli. E dure critiche ha riservato agli amministratori che in passato, governando la Città, si sono resi responsabili di spreco di ingenti somme di denaro pubblico per beni immobili, in seguito abbandonati ; un esempio è la struttura di via Po inutilizzata da 8 anni. A seguire la signora Ferrara, la quale, dopo aver ricordato che da un anno è stato firmato un protocollo d’intesa per uno sportello d’ascolto virtuale con il Comune di Casoria, ha detto che nessuna denuncia per racket è stata sporta dai commercianti della zona. Una decina di denunce è al vaglio degli inquirenti, non di commercianti e negozianti, ma di imprenditori al confine tra Afragola e Casoria; da Napoli centro, ma anche da Afragola pervengono denunce di estorsione, sui cantieri sono richiesti a imprenditori dai 3000 ai 5000 euro; si vogliono sfruttare i superbonus concessi dallo Stato ai costruttori. Essendo la signora titolare di una cartoleria, ha esortato i giovani a farsi portavoce del suo appello di non “cedere neanche un centesimo ai sanguisughe, di non vendere mai la propria dignità, se si comincia a pagare il pizzo essi non ti lasciano più. Certo, c’è bisogno di non essere lasciati soli”. Per questo ha posto l’accento sull’importanza di
5 far parte di associazioni e di denunciare. Con la denuncia ci si sente liberi da estortori e ci si sente anche più sicuri. Quando scatta la denuncia, il commerciante non è lasciato solo, è attenzionato dalle forze dell’ordine. Ha auspicato che lei possa incontrarsi con i commercianti di Casoria, perché, ha proseguito, “se a Casoria scoppiano le bombe, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Io sono di Ponticelli, la sera verso le 19,30 – 20,00 per le strade c’è il vuoto, perché la gente ha paura. Allora, bisogna riprendersi il proprio territorio. Il vescovo don Mimmo Battaglia dice sempre che i ragazzi sono il nostro presente, non il nostro futuro, quindi non si deve avere paura di denunciare. Noi siamo più forti delle pistole e delle bombe”. Interviene Troise, replicando che a Casoria il fenomeno dell’estorsione non c’è: se ci fosse, ha sostenuto, al Comando dei Carabinieri, alle due associazioni dei commercianti, Ascom e Confesercenti, arriverebbero segnalazioni di commercianti che subiscono l’imposizione del racket; le bombe nel centro di Casoria non scoppiano, a S. Pietro a Patierno sì, che fa parte della geografia camorristica di Secondigliano, anche a Ponticelli, ma a Casoria no! Controreplica della signora Ferrara: il fatto che nessuno denunci non vuol dire che non ci siano commercianti che non pagano il pizzo. Non si denuncia, appunto, per paura! Conclude questo argomento Iavarone: se nessuno a Casoria paga il racket, non possiamo che esserne contenti, ma lo sportello è comunque un’iniziativa utilissima, per abbattere comunque il muro di paura qualora qualche commerciante cada nella rete del racket, infondendo in lui sicurezza e forza nel sapere che sul territorio vi sono realtà che lo possono aiutare.
Ha concluso l’avv. Ernesto Castiello, il quale ha sottolineato che la legalità, intesa nel suo significato di rispetto delle leggi, deve iniziare dal basso dalle piccole cose; in famiglia, ad esempio, con un comportamento conforme alle regole stabilite dai genitori e a scuola per una convivenza scolastica basata sul rispetto degli insegnanti, dei compagni, degli arredi e degli spazi interni. Rispetto al contesto abitativo, legalità è avere cura dei beni pubblici: contribuire al decoro delle strade, evitando di sporcarle, ad esempio con deiezioni canine, mozziconi di sigarette, rifiuti…; nei parchi e ville comunali, inoltre vanno rispettate le regole per la cura del verde ecc… L’incontro, dunque, con i giovani è risultato formativo, come ha ben evidenziato l’intervento finale dell’avvocato Castiello, occorre cominciare dai segni piccoli, che non fanno rumore, ma che a lungo termine sono capaci di cambiare modi di vivere, formando le coscienze. Certo, è fondamentale il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, ma è necessario, al contempo, l’azione sinergica delle agenzie educative, famiglie, scuole, parrocchie, associazioni di volontariato, per frenare l’iniquità del male, per contrastare e denunciare le ingiustizie. Va scolpita nella mente e nel cuore di tutti, non solo dei ragazzi, ma anche degli educatori, dei preti, dei politici, dei genitori, degli anziani, la frase di Martin Luther King: “Non mi spaventa il rumore dei violenti, ma il silenzio degli uomini onesti”, perché come di recente ha affermato il già citato Vescovo della Diocesi di Napoli, don Mimmo Battaglia, “La prima mafia si annida nell’indifferenza, nella superficialità, nel puntare il dito senza far nulla e girarsi dall’altra parte. L’omertà uccide”.
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6 MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
NAPOLI NORD RIPARTE DALLA METRO
In un clima cordiale di abbracci (virtuali), sorrisi (dietro le mascherine) e strette di mano (o meglio brindisi di nocche) si è tenuto all’Hotel Futura, a Casoria, lo scorso 7 dicembre l’atteso summit tra il governatore della Campania, i sindaci e altri amministratori del comprensorio per la presentazione dei progetti dei primi due lotti della costituenda tratta del metrò che collegherà su ferro i comuni a nord di Napoli e unirà finalmente la stazione di Afragola, modernissimo interporto dell’alta velocità su rotaie, l’aeroporto di Capodichino e la stazione di Napoli centrale. Sarà la fine di un’attea durata decenni, di ritardi e sofferenze che hanno fortemente penalizzato cittadini, studenti, lavoratori e depresso gli slanci imprenditoriali di investitori che avrebbero volentieri investito nei territori a Nord di Napoli, offrendo occupazione e sviluppo se solo questi ultimi fossero stati collegati da una rete infrastrutturale accettabile. E invece, mentre a bordo di un Frecciarossa si arriva a Roma in cinquantacinque minuti, partendo dalla stazione di Napoli centrale, o in cinquanta addirittura partendo dal citato scalo di Afragola, in certi giorni, soprattutto se piove un po’, per percorrere la manciata di chilometri che sta sulle dita di una mano tra (ad esempio) Arzano e Capodichino ci può volere anche un’ora. E questo, nel 2021 che già si avvia a diventare 2022, non è tollerabile in un Paese civile, né in una regione come la Campania dagli antichi fasti storici e culturali invidiati dal mondo intero e dalle bellezze paesaggistiche impareggiabili. Proprio no. Così, dopo anni e anni di progetti, piani finanziari,
Presentato a Casoria il nuovo piano di rilancio per i comuni a nord di Napoli, una sinergia tra Regione Campania e Amministrazioni locali per una mobilità sostenibile che aiuterà i territori a recuperare il gap socio-economico accumulato in decenni di ritardi cronici e malgoverno
sopralluoghi e verifiche di fattibilità, siccome i miracoli a volte accadono, pare proprio che questa volta sia quella buona per la messa a cantiere dei lavori che porteranno l’attesa metropolitana a sferragliare allegra e ecosostenibile lì dove ora ci sono migliaia di pendolari strizzati in code interminabili lungo le boccheggianti arterie stradali invase dai gas di scarico. Evviva! Ogni tanto una buona notizia. E questa è ottima. Torniamo al rendez-vous del 7 dicembre e ai suoi eccellenti e festanti protagonisti: patron della serata il sindaco di Casoria, Raffaele Bene, che, inappuntabile padrone di casa ha accolto gli ospiti e fatto il punto della situazione. Insieme al governatore Vincenzo De Luca, al Futura gli amministratori locali erano in tanti: Marcantonio Del Prete, sindaco di Frattamaggiore, Giuseppe Bencivenga, sindaco di Frattaminore, il sindaco di Acerra Raffaele Lettieri e quelli di Cardito, Giuseppe Ci-
rillo, e di Crispano Michele Emiliano, il sindaco di Caivano Enzo Falco, quello di Casavatore, Luigi Maglione, la sindaca di Arzano Cinzia Aruta, Antonio Pannone, primo cittadino di Afragola, che ha moderato l’incontro, e Tommaso Malerba, già consigliere regionale del M5S, la cui presenza dà il senso delle aspettative riposte nell’iniziativa. L’opera, del valore di oltre un miliardo e mezzo di euro è senza precedenti e le possibilità di mettere il vento in poppa al volano dello sviluppo di un territorio che ha urgente bisogno di riscatto e di opportunità. Presa la parola, il sindaco Bene non ha mancato di elencare, non senza un certo compiacimento, gli esiti dell’impegno della sua amministrazione. È da quando siamo al governo della città che abbiamo dato inizio ad un sogno e adesso la realizzazione del sogno si avvicina. Tante sono le cose che stiamo facendo sul territorio, sebbene con uno sforzo enorme vista la carenza di organico, anche se poco visibili: risanamento delle finanze, progetti del PUC, del PICS, il recupero di finanziamenti per la realizzazione e il totale rifacimento di via Nazionale delle Puglie, asse viario di straordinaria importanza per Casoria e l’area circostante. Un ringraziamento particolare va al presidente De Luca che sostiene sempre i nostri sforzi. La linea metropolitana che collegherà la stazione TAV di Afragola con l’aeroporto e la stazione di Napoli centrale, toccando Casoria, Casavatore e diventando una linea di trasporto interna e avrà una dimensione e un carattere europeo, consentendo una mobilità internazionale importan-
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DOMENICA 19 DICEMBRE 2021 te. Tutto questo grazie ai finanziamenti della Regione e ad una rete territoriale che funziona, rappresentata dai sindaci e dagli amministratori che agiscono in sinergia per una mobilità sostenibile che consenta anche il recupero di aree abbandonate e dismesse (ora terra di nessuno e/o di loschi traffici, di sversamenti abusivi e altro malaffare ndr.). Al sindaco Bene si è alternato poi quello di Afragola che ha definito la ripartenza una magnifica opportunità di sviluppo, una grande occasione di mobilitazione civile: La mia città è avvalorata come fulcro strategico di reti che offrano possibilità di confronti e scambi di beni anche immateriali, culturali, etici delle nostre comunità. I progetti al via li conosciamo da oltre un anno, poiché furono presentati in Regione nel luglio 2020: la linea 10 della metro darà un grande slancio a tutto un complesso di opere per superare le criticità di scarsa connessione tra la stazione TAV e la rete viaria urbana, regionale e sovra regionale e consentirà nuove possibilità di accesso dell’asse mediano dedicato solo alla stazione TAV, raggiungibile da ogni direzione e collegato a tutte le altre strade e consentirà una nuova mobilità sostenibile, pedonale, ciclabile e costituirà lo stimolo per la riqualificazione delle arterie di collega-
7 mento esistenti e la creazione di nuove e migliori. La virtuosa filiera istituzionale in essere è il fulcro: amministratori locali, regione e governo uniti per progetti di riqualificazione e rilancio dei nostri territori che hanno con il PNRR un’opportunità da non perdere. Concluso il lungo intervento del sindaco Pannone (i cui concetti cardine ho cercato di sintetizzare ndr.) è intervenuto Luca Cascone, presidente della commissione regionale trasporti. L’opera nasce oltre che da centinaia di documenti di programmazione regionale e territoriale negli ultimi venti anni. Già nel 2015 il presidente De Luca segnalava che l’area più scoperta era questa a nord di Napoli, tra carenza del CTP, dell’ANM e l’assenza di una rete ferroviaria, nonostante sia quella più popolosa d’Europa non ha le infrastrutture adeguate a fornire ai suoi cittadini una qualità di mobilità e di vita adeguate. Vennero stanziati 500 milioni per un progetto che non esisteva e per non fare come Napoli, che ha impiegato 34 anni per la realizzazione della seconda linea metropolitana, abbiamo preferito investirne 5 in uno studio di fattibilità che ha verificato la reale possibilità di collegare la stazione TAV di Afragola al centro di Napoli, a piazza Cavour, con un investimento di 1 miliardo e 700 milioni. La realizzazio-
ne del progetto è durata due anni e prevede la realizzazione di 13 stazioni che rispondessero alle esigenze di mobilità ma anche di riqualificazione delle città. Si stima che saranno 150.000 i passeggeri che si muoveranno quotidianamente su questa linea, un numero incredibile, pari a quello delle grandi città europee. Dopo una lunga serie di valutazioni e di scelte, a novembre è stato consegnato lo studio di fattibilità di un progetto che in totale vale 2,2 miliardi treni compresi. Ora serve un accordo con la Città Metropolitana per definire le procedure per le conferenze di servizi e la gara d’appalto per l’appalto integrato. A giugno potremmo arrivare ad avere tutti i pareri e a settembre aprire la gara d’appalto per individuare entro l’inizio del 2023 l’appaltatore che completerà la progettazione e metterà in cantiere l’opera. Tempi strettissimi per iniziare concretamente i lavori. A livello governativo si discute di una legge sulle metropolitane perché c’è da finanziare un po’ di opere: Milano, Roma, Torino, Bari. Anche la Campania ha preteso quindi la sua metropolitana e il presidente de Luca ha scritto una lettera al ministro per avere l’intero finanziamento, ma verosimilmente ne riceverà la metà, quindi a fine 2022 dovremmo avere un primo miliardo per finanziare i primi due lotti per collegare l’area Nord di Na-
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8 poli con il centro città. L’intervento più atteso è quello del presidente De Luca, che non rinuncia a rivolgere all’assemblea una ironica reprimenda anti assembramento e coglie l’occasione per fare il punto sul Covid in regione, ricordando l’inizio il 16 delle vaccinazioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni e attaccando senza mezzi termini la disinformazione e la confusione che tanti dubbi istilla nei genitori, mentre la vaccinazione per i bambini ne garantisce la protezione, a fronte di eventuali rischi non verificati e lanciando un forte monito alla responsabilità per evitare di chiudere le attività e le scuole e tornare in DAD come lo scorso anno, ipotesi purtroppo verosimile se i contagi soprattutto nelle fasce giovanili continueranno a galoppare come sta avvenendo in queste ultime settimane. Vaccinare tutti, quindi, senza se e senza ma, resta la nostra sola arma di difesa. Restando in tema sanità, De Luca ha chiesto ai sindaci una mano: Ci sono nuovi ospedali che dobbiamo realizzare anche in questo territorio e in tutta la regione: abbiamo avuto un miliardo e 300 milioni per l’edilizia ospedaliera, però dobbiamo essere bravi a fare i progetti esecutivi e cantierare le opere. Ma dovete aiutarci a convincere le persone a fare la terza dose e a vaccinarsi, per quelli che ancora non lo hanno fatto e sono responsabili della diffusione del virus e tutte le sue varianti e aiutarci nei controlli del rispetto delle regole, grazie alle polizie municipali. Ad oggi in Campania stiamo reggendo bene, ma il Covid corre e abbiamo dovuto ridurre l’assistenza ai malati oncologici, cardiologici, diabetici, penalizzati dall’emergenza pandemica. Gli screening oncologici hanno avuto una forte battuta d’arresto, ma invito soprattutto le donne a non tralasciare i controlli, che salvano la vita. Siamo tutti stanchi, ma il personale medico ed infermieristico è più stanco di tutti noi. Completiamo la campagna di vaccinazione ed evitiamo a Natale, a Capodanno feste e festini, soprattutto tra i ragazzi. Ci sia senso di responsabilità. Parliamo del PNRR, ricordando che i soldi non ci vengono regalati: abbiamo avuto un anticipo di 25 miliardi di euro
arrivati da Bruxelles. Dovremmo averne altrettanti a marzo, ma attenzione: ci sono delle condizioni. Riforme e tempi di utilizzo e apertura dei cantieri. Se non li rispetteremo dovremo restituire i soldi. Anche per i PICS è la stessa cosa: se non rispettiamo i temi di utilizzazione delle risorse dovremo restituirle. Dobbiamo muoverci così: da padri di famiglia e buoni amministratori per lasciare ai nostri figli e a chi verrà dopo di noi qualcosa di degno in cui vivere. Il lavoro è difficile: uno dei punti critici del PNRR è che non c’è personale tecnico: mancano ingegneri per i progetti esecutivi, non c’è personale amministrativo nei comuni. Come Regione abbiamo bandito concorsi per impiegare nelle amministrazioni comunali 2600 persone, soprattutto giovani, ma è di questi giorni la drammatica notizia che una grande azienda pubblica come Leonardo, dal 3 gennaio metterà in cassa integrazione 1200 lavoratori a Pomigliano e a Nola. Ho scritto al presidente Draghi perché almeno le aziende pubbliche facciano investimenti al Sud, altrimenti saremo destinati a morire. Dovremo concentrare al Sud il 70% degli investimenti, come fece il cancelliere Kohl dopo la caduta del muro di Berlino, concentrando una tale massa di investimenti nella Germania dell’Est da colmare il divario economico con quella dell’Ovest in soli 20 anni. In Italia siamo da 150 anni a fare i conti con il gap Nord Sud che continua. Per le aziende come per gli ospedali, come per le università.
L’asse tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto è fortissimo, indipendentemente dal colore politico. Dovremmo unirci anche noi al Sud invece di pensare alle fesserie della politica politicante. Come Regione Campania stiamo facendo un grosso lavoro per la sburocratizzazione che consentirà di snellire le procedure e dimezzare i tempi dei piani regolatori e delle opere urbanistiche, deleghiamo ai comuni la valutazione ambientale strategica, cambiamo le norme per le varianti di destinazione: stiamo cercando di mettere le amministrazioni locali in condizione di aprire i cantieri e dare lavoro: dobbiamo correre per utilizzare i fondi europei e i nostri e produrre ricchezza. Per il piano casa cercheremo di mettere a punto una norma e facilitare le nuove procedure. Infine, i PUC: non stiamo nominando commissari regionali, ma bisogna anticipare i tempi almeno per i piani regolatori. Un ultimo problema: la metro è una delle grandi opere he richiedono atti di fede, ma se non facciamo il primo passo non arriveremo mai… Anche il cammino più lungo e impervio è fatto di passi, come di gocce è fatto il mare. E per quanto tanti, non sono infiniti. Forza allora: cuore in spalla e fiato nelle gambe. Un passo, un respiro, un colpo di ramazza e un ritrovato senso civico, etico e di responsabilità per riscrivere un futuro altrimenti già segnato da chi protesta, si lamenta ma poi resta a guardare.
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RITA GIAQUINTO
INCHIESTA SULLE POLITICHE SOCIALI: È BUFERA NELL’AREA NORD
Nello studio di Polis Nostrum, la fascia quotidiana di mezzogiorno che ci racconta la cronaca politica e sociale dei nostri territori, i Direttori Maurizio Cerbone e Nando Troise affrontano una questione particolarmente scottante e che sta facendo molto discutere in alcuni Comuni della provincia a Nord di Napoli e Caserta, come ad esempio, il comune di Sparanise dove il Sindaco Martiello è stato costretto a dimettersi. Pubblicata sulle prime pagine del quotidiano IL MESSAGGERO, l’inchiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Direzione distrettuale Anti Mafia - riguarda il settore delle politiche sociali che, dopo i rifiuti, sembra essere diventato il nuovo serbatoio dove l’illegalità e le associazioni criminali tentano di trarre quanto più profitto è possibile a discapito di chi ha realmente bisogno. La trasmissione ha deciso di dare ampio spazio all’argomento, soprattutto per chiarire la posizione dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli che, inevitabilmente, coinvolge il comune di Afragola. Dai verbali giunti in nostro possesso, si evince chiaramente che Nespoli risulta indagato ma non perquisito. A partire dal Parco
Verde di Caivano passando per Afragola, l’inchiesta sulla truffa del reddito di cittadinanza riguarda alcuni CAF tra Sant’Antimo e altri patronati sparsi tra la provincia di Napoli e Caserta, e smaschera attività illecite allargando le indagini anche ad altre truffe in tutta l’area a Nord di Napoli. Una vicenda legata, tra l’altro, a doppio filo anche al clan dei Casalesi. A Caivano risultano due persone che sono arrivate a percepire fino ad € 1.700,00 al mese; il quotidiano romano aggiunge che nel Parco Verde quasi tutte le famiglie hanno fatto richiesta o percepiscono il reddito di cittadinanza; nel Rione Salicelle di Afragola, altro simbolo delle oppressioni criminali, hanno scoperto un uomo che prendeva € 1500 al mese perché dichiarava quattro figli a carico, peccato però che tre di questi fossero sottoposti a
misure cautelari e quindi non potessero ottenere il sussidio statale. Insomma, sono tante le vicende, che coinvolgono, oltre ad Afragola, anche i comuni di Crispano, Cardito, Caivano, Frattamaggiore, Frattaminore, Sant’Antimo, Grumo Nevano, Casandrino, Arzano dove l’INPS ha chiesto la restituzione di ben 2,5 milioni di euro. Inevitabile partire proprio dal principio, e cioè dall’istituzione del reddito di cittadinanza (RdC) introdotto, con decreto-legge nel 2019, come misura di contrasto alla povertà e come sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro. Questa l’opinione del Dir. Troise: “Il RdC è stato fondamentale soprattutto nel periodo di pandemia per evitare tensioni sociali. Però per sanarne alcune, si corre il rischio di crearne delle altre. Purtrop-
po, come ben sapeva, e sa, lo stesso Luigi Di Maio, è stato gestito malissimo, in modo vergognoso. E il problema è che non vi pongono rimedio, perché tutti possiamo sbagliare, ma al Governo bisognava almeno tentare di trovare una soluzione. Invece, nessuno ci ha provato. L’intenzione era sicuramente buona, ma con una cattiva gestione si corre il rischio di creare situazioni ulteriormente critiche”. Ma ritornando ai nostri territori, il focus della trasmissione è diretto soprattutto alla situazione di Afragola. In collegamento video, il consigliere comunale di Afragola Antonio Caiazzo ci aiuta a fare chiarezza su una situazione ancora piena di ombre e ci racconta la sua posizione: “La mia è una posizione garantista, quindi spero che nelle sedi opportune gli indagati riescano a dimostrare la loro estraneità ai fatti. Me lo auguro per loro, ma me lo auguro soprattutto per la città perché non è una bella cosa vedere Afragola tornare sulle prime pagine dei giornali per vicende così negative che la offendono a 360°”. Prima di proseguire, Maurizio Cerbone legge parte di questo verbale con i venti indagati. Tra questi, Nespoli Vincen-
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10 zo, ex Sindaco del Comune di Afragola, nonché ex Senatore della Repubblica che risulta indagato ma non perquisito. Questa è l’opinione di Antonio Caiazzo: “Ma io non ho letto le carte, non sono un giurista, ma da cittadino afragolese prima, e da consigliere comunale dopo, come ho detto prima, mi auguro che le persone citate nei verbali riescano a dimostrare la loro estraneità ai fatti. Di sicuro, in questo momento non vorrei trovarmi nei panni del Sindaco Pannone, di cui va marcata la sua estraneità ai fatti. Il Senatore Nespoli certo è stata la punta di diamante che, in campagna elettorale, ha permesso a Pannone di vincere le elezioni. Ma il sindaco ha in mano una vera patata bollente, perché la Dott.ssa Alessandra Iroso, che è coinvolta in questa inchiesta, sta ricoprendo il ruolo di Vicesegretario generale facente funzione”. Ultima domanda al consigliere afragolese: Cosa diresti all’amministrazione Pannone, cosa ti aspetti, a questo punto, dal Comune? “Dico che la città non può più aspettare e che ha bisogno di fatti, di risposte, e chiederei che si mettano a lavoro per la città. Queste notizie portano inevitabilmente una battuta d’arresto alla macchina comunale, e la speranza è che riesca a camminare distante da queste polemiche che vedono coinvolta una parte fattiva della squadra del Sindaco”. In realtà, non si riesce a capire bene in
che modo i magistrati coinvolgono Nespoli nell’inchiesta, dato che alla data del 08/07/2019 Nespoli non ricopriva alcun ruolo nelle commissioni e nelle istituzioni dal punto di vista politico direttamente. Non è chiaro, dunque, se il suo nome sia stato legato alle dichiarazioni di qualcuno, oppure a delle intercettazioni. Lui stesso si è dichiarato infastidito da questa campagna di fango che lo ha travolto. Il Dir. Troise che conosce molto bene l’ex senatore con il quale fondò, nel 1989, NUOVA CITTA’, gli ha rivolto alcune domande a cui ha risposto come segue: “Io non ho ricevuto alcun avviso di garanzia, né sono stato oggetto di perquisizione. Io non ho alcuna funzione pubblica, debbo conoscere le contestazioni”. Nespoli, che è indagato per i reati di cui agli articoli 319,353,415 bis 1° comma del Codice penale, sostiene infatti, che non si comprende a quale condotta questi articoli si riferiscono. E aggiunge: “Io non sono mai stato Presidente di alcuna commissione per appalti pubblici, mai nella mia vita. Si assegna questo ruolo solo a dirigenti pubblici”.
Questo tipo di vicende pongono inevitabilmente l’attenzione anche su alcuni temi molto importanti che il Dir. Troise non esita a menzionare. Primo: l’unico vero compito che hanno i consiglieri comunali è quello di controllare gli atti amministrativi. La politica e la Giunta comunale hanno il dovere sociale, morale, etico e politico di controllare i propri dipendenti, sia esso il segretario, sia il dirigente di settore. Secondo: l’aspetto tortuoso delle vie giudiziarie che, alla fine di indagini e inchieste, spesso archiviano tutto, e nel frattempo si verificano solo gli scioglimenti dei consigli comunali, senza conoscerne i reali motivi. Basti pensare allo scioglimento per camorra nel 2005 del Comune di Casoria: atti depositati al Ministero degli Interni e ancora secretati dopo 16 anni. Terzo ed ultimo aspetto della questione è rappresentato da quello che – all’indomani del terribile terremoto dell’Irpinia del 1980 – è stato definito prima Assessorato all’assistenza sociale, poi Sicurezza sociale, oggi Politiche sociali. Resta il fatto che in qualsiasi modo lo definiamo, questo è il settore dove si annida maggiormente il rischio della presenza criminale. Una questione vergognosa perché rubare alle politiche sociali vuol dire togliere sussistenza alla parte più bisognosa, diseredata e povera della nostra società. Una società che oggi, quasi all’alba del 2022, continua ad essere indecorosamente incivile.
MARIA SAVERIA RUSSO
TINTORI, UN PRESIDENTE CHE CI HA CREDUTO E CHE AVREBBE VOLUTO FARE ANCHE DI PIÙ
Esiste una passione che nasce nell’infanzia ed è difficile poi abbandonarla, ti segue per tutta la vita: l’amore per il calcio. Il bello del calcio è lo spettacolo, gli spettatori sugli spalti, l’agonismo evidente negli occhi dei giocatori. Non c’è un vero motivo per cui il calcio piace: è una di quelle cose che ti piace oppure no, non esiste una via di mezzo. Ormai il calcio in Italia è un culto, piace già da bambini (correndo e stando per ore in strada con il proprio gruppo di amici a rincorrere una palla) e dunque questa passione si tramanda
senza un vero motivo negli anni successivi. Giocare a calcio è bello perché unisce, è uno sport di squadra, di fiducia, di condivisione: si fa parte di un gruppo che ha lo stesso obiettivo, cioè quello di fare goal e di divertirsi. Questo è il vero calcio, non tanto gli stipendi stratosferici dei giocatori, non le scommesse: il calcio è una competizione, dove il fine è divertirsi e vincere con stile e, anche se si perde, l’importante è poter dire “C’è l’ho messa tutta e mi sono divertito”, alla fine è sempre il migliore che deve vincere o chi è riuscito a realizzare più goal.
Il calcio dovrebbe avere sempre questo spirito di competizione semplice e gioiosa e la genuina passione per il calcio. I Tifosi danno un sostegno alla squadra, la seguono nelle trasferte, la incoraggiano e la motivano a fare sempre di più. Per quanto possa sembrare uno sport come un altro, il calcio è uno sport che occupa un posto speciale nel cuore dei tifosi. Uno sport capace di muovere gli animi e donare sempre nuove emozioni, a chi lo pratica e soprattutto a chi lo guarda. Uno sport, quindi, che muove masse, sposta interessi e passioni ed assieme
DOMENICA 19 DICEMBRE 2021 ad esse anche fiumi enormi di denaro, proprio perché enormemente seguito, e questo può fornire un parametro su quanto la passione porti poi ad altri tipi di interesse. Eppure, non dovrebbe essere solo semplicisticamente così: il calcio dovrebbe essere amato per le tanto semplici, quanto indimenticabili, emozioni che regala una palla di calcio, degli amici, ed un piccolo angolo di mondo, una strada o un giardino, nella quale sicuramente sono racchiusi fantastici ricordi di gioia, spensieratezza, giovinezza. Valori che tifosi, giocatori, allenatori e presidenti sportivi dovrebbero riprendere dal passato, quando il vero obiettivo era quello di portare onore alla città e dare speranza ai propri tifosi. Quando tutti questi trucchetti e i milioni di euro non erano davvero importanti. 1979. Questa è la data di una rinascita. La rinascita di una squadra locale. Era infatti il 1979 quando dall’incontro tra Guido Madonna e Bruno Tintori nasceva una nuova realtà calcistica: il Casoria Calcio. Erano i primi anni 80 quando quella giovane realtà faceva sognare i tifosi in viola. Gli anni delle 16 partite da imbattuti allo stadio San Mauro, gli anni del maestro Lojacono e di Zica, Masoni, Loffredo. Purtroppo quella favola non durò per molto: infatti era il 1984 quando il Casoria non venne più iscritta nessuna competizione. Una storia durata appena 4 anni, quella del Casoria calcio, ma che ancora oggi è impressa nella mente di tutti i tifosi casoriani che sperano sempre in un cambiamento e ad un ritorno alle origini. Proprio per parlare di questo, il mitico presidente del Calcio Casoria degli anni 80 Bruno Tintori, che riuscì a portarlo in serie C2 tra i professionisti, ha accettato di parlare brevemente della sua esperienza, di come adesso vive il calcio,
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dei momenti più belli della sua carriera, qualche delusione e soprattutto i ricordi più belli legati al calcio. Bruno, grazie per aver accettato di fare questa intervista. Cominciamo parlando dei suoi ricordi più belli legati al calcio. Credo che ricordi più belli era vedere la felicità sul viso e negli occhi dei tifosi che, anche se per pochi anni, si sono sentiti importanti. La loro città (perché con 100.000 abitanti, si parla di Città) era su tutti i giornali e televisioni. Il ricordo più bello è stato quello di aver riportato speranza ed anche un pizzico di rivincita ad una città che ne aveva bisogno. Qual è stato il momento della sua carriera che lo ha reso più fiero? Sicuramente quando un giorno organizzai una partita di beneficienza per un bambino che doveva essere operato e si giocò al San Mauro di Casoria contro l’Italia, ovviamente di tutte le età. Fu una stupenda giornata e riuscii a pagare l’intervento al piccolo. Questo dovrebbe essere il vero obiettivo del calcio: donare speranza, aiutare chi ne ha bisogno.
Valori che probabilmente oggi si stanno perdendo un po’. Qual è, invece, il suo grande rimorso? C’è mai stato qualcosa che l’ha tormentato? Penso sicuramente non essere riuscito a fare un settore giovanile appropiato, perchè con le mie amicizie con alcuni Presidenti di Serie A e B si poteva costruire qualcosa di importante. Dopo aver lasciato il suo “ruolo” da Presidente, come è adesso il suo rapporto col mondo del calcio? Sono un semplice tifoso del Napoli e del Casoria, fino all’anno scorso. Cambiare prospettiva è stato importante, anche per concentrarmi su altre mie passioni, recuperare un po’ il tempo perso. Quali sono i valori che il calcio le ha trasmesso? Purtroppo il calcio ha bisogno di valori per riuscire un domani a trasmetterli. Mi ha sicuramente tramesso il rispetto, il valore di far parte di una squadra, di partecipare più che di vincere. Valori che oramai si stanno perdendo. Cosa c’è di diverso tra il calcio degli anni 80 ed il calcio di oggi. Che cosa secondo lei si è perso? Parlando del ruolo di presidente, secondo lei questo ruolo? Ciò che muoveva prima un presidente sportivo, è lo stesso che muove quelli di oggi? Ai miei tempi, tutto si basava sulla passione, il compenso era sempre successivo, l’importante era portare avanti l’onore non solo di una squadra, ma di una città intera. Oggi è tutto completamente cambiato, mi duole dirlo, purtroppo in peggio, partendo dai calciatori fino ad arrivare ai Presidenti. Mi auguro che si riesca a ritornare allo splendore di una volta. Uno splendore non economico, ma di passione.
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12 CHIARA D’APONTE
LA VEDOVA DI ANDREA NOLLINO AI MICROFONI DI NANOTV: “MIO MARITO, UOMO ONESTO, UCCISO DA UN PROIETTILE VAGANTE”
Nella mitologia greca Hermes è il messaggero degli dei ma è anche colui che porta le anime dei defunti nell’Ade. Insomma il giovinetto col borsello in quanto messaggero porta ogni tipo di messaggio: di pace, di guerra, di giustizia e di morte. E di morte ed (in)giustizia si è parlato nella puntata di martedì 14 Dicembre di “Hermes: Obiettivo Giustizia”, programma di approfondimento dell’emittente Nano Tv a cura di Carmen di Pierno. Presenti in puntata oltre al Direttore Maurizio Cerbone, alla di Pierno, al Consigliere Regionale Francesco Emilio Borrelli ed al Direttore di Casoria2 Nando Troise (in collegamento) Antonia Sica, vedova di Andrea Nollino,vittima innocente di camorra, che, il 26 Giugno del 2012, morì sotto i colpi di pistola di due killer a tutt’oggi senza volto e senza nome. Andrea era un giovane barista di Casoria, con suo fratello gestiva il Bar “San Mauro” sito nell’omonima piazza di fronte all’omonima Chiesa. Erano le otto di un mattino qualsiasi, un mattino di lavoro come tanti. Andrea era all’esterno del suo bar quando ad un certo punto arriva a tutta velocità una moto che in un primo momento si era pensato stesse inseguendo una Ford Kà (si scoprirà poi che l’auto era stata usata come diversivo per dar modo ai killer di portare avanti il loro piano di morte). Andrea viene raggiunto da uno dei sette proiettili esplosi, si accascia e dopo pochi secondi spira tra le braccia di Domenico, suo giovanissimo dipendente. La piazza quel giorno era piena di persone, soprattutto bambini che si stavano recando ai campi estivi. Sembra un dettaglio banale ma, nei fatti, non lo è perché nonostante la piazza fosse piena nessuno vide o sentì nulla. Ed è assai probabile che anche il vero obiettivo dei killer fosse in piazza a pochi metri da Andrea. Ma anche il suo nome ed il suo volto, ad oggi, sono ignoti. I troppi “ se” e “ma”, l’assenza di testimoni e di elementi probatori di rilievo (una perizia balistica avanzò addirittura l’ipotesi che i colpi non fossero vaganti ma diretti proprio a Nollino) hanno portato nel 2015 all’archiviazione del caso. Insomma Andrea è morto ma non si sa perché e per mano di chi. Nono-
stante questo la sua storia ha fatto scuola nell’ambito della giustizia, perché è a partire dalla sua morte che, almeno in Campania, è iniziata una profonda riflessione sul tema del risarcimento economico ai familiari delle vittime innocenti di criminalità organizzata. Nonostante questo però, a quanto pare, la famiglia Nollino di sostegno economico non ne ha avuto alcuno e la stessa Antonia si è dovuta “rimboccare le maniche” e, chiuso il bar per l’impossibilità di gestirlo, andare a lavorare per poter portare avanti i tre figli avuti con Andrea. Durante la diretta la vedova Nollino afferma con forza che suo marito era una “persona onesta e con certa gente aveva a che fare solo per lavoro”. Insomma al massimo serviva loro il caffè. Si dice dunque convinta che il marito sia morto a causa di un proiettile non destinato a lui. Di lui ha poi detto che era “un padre adorabile ed un marito esemplare. Era tutto lavoro, casa, Chiesa. Ad Andrea piaceva stare con la gente e lo amavano tutti, grandi e piccini”. E dei figli Antonia, con immenso orgoglio ed emozione dice che, bene o male, se la sono cavata. “Il maggiore lavora in una fabbrica di scarpe, la seconda è diventata infermiera e la terza, che aveva solo cinque anni quando il suo papà l’ha lasciata, studia ancora alle superiori”. Spera in una riapertura del caso Antonia:” spero che qualcuno si penta o che qualcuno parli”. Sulla tragica fine di Andrea Nollino il Consigliere Borrelli ha dichiarato:“La storia di Nollino ha dell’incredibile.
E’ un caso archiviato senza esser stato risolto che coinvolge una persona che non aveva alcun precedente e nessuno scheletro nell’armadio. Nessun legame coi clan. La famiglia resta da anni in un limbo. Non riesce a darsi pace o a farsene una ragione. Paradossalmente sarebbe stato meglio se Andrea fosse stato un criminale, almeno in quel caso la sua morte avrebbe avuto una spiegazione. Lui è una di quelle vittime che non fanno clamore, non hanno titoli in prima pagina. Sembra strano ma la morte di una persona onesta fa meno rumore della morte di un camorrista. Mi inquieta che non ci siano verità e giustizia sulla morte di una persona perbene.” Il nostro Direttore Nando Troise, che Andrea lo ha conosciuto, lascia ai microfoni di Nano Tv un affettuoso e commosso ricordo: “Me lo ricordo bene Andrea, l’ho conosciuto quando era piccolo. Sono legato da tanti ricordi e tanta amicizia con la famiglia. Antonia è una donna splendida cui purtroppo la camorra ha tolto tanto. Non solo Andrea, lei ha infatti legami di amicizia anche con la famiglia di Antonio Coppola, edicolante, anch’egli ucciso da giovane e senza colpa alcuna da una mano ignota. In effetti il nostro territorio è stato palcoscenico di una vera e propria strage che si è perpetrata nel corso degli anni. Ricordare Andrea ci fa tornare alla mente anche tutte le altre vittime innocenti della nostra città”.
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CIRO TROISE
CERCASI LUCIDITÀ ED EQUILIBRIO, IL NAPOLI HA ANCORA VITA
L’amalgama non si vende al supermercato, avrebbe detto il presidente Massimino. Ci sono altri due beni che servirebbero al Napoli: la lucidità e l’equilibrio, virtù che in quest’ambiente si perdono spesso. Non significa ovviamente minimizzare ma sforzarsi di fare analisi, capire partendo da un dato di fatto: con qualsiasi allenatore in panchina, avere tanti uomini-chiave indisponibili o senza l’adeguata condizione atletica diventa un ostacolo complicato per tutti. Lungi da noi fare i profeti ma dopo Inter-Napoli ve l’avevamo detto che il Napoli sarebbe entrato in una fase nuova, fatta di sofferenza e bisognava resistere, resistere, resistere. Il Napoli ci ha provato, ha portato a casa la qualificazione al turno successivo di Europa League e, quindi, anche una splendida sfida contro il Barcellona. Beccare lo Zenit San Pietroburgo o lo Sheriff Tiraspol avrebbe dato agli azzurri più speranze di andare avanti ma l’urna poteva dare anche avversari più pericolosi della squadra di Xavi. Il Borussia Dortmund di Haaland e il Siviglia rappresentano degli avversari ancora più ostici dei blaugrana. Guai, però, a pensare che il Barcellona possa essere la vittima sacrificale dell’impresa azzurra. Ci sono gli infortuni anche in Catalogna: Xavi deve fare a meno di Jordi Alba, Sergi Roberto, Pedri, Depay e Ansu Fati. Il recupero dei giocatori e la cura dell’allenatore subentrato al posto di Koeman possono trasformare l’anima del Barcellona. Mancano due mesi, le priorità sono altre, bisogna approfondire il calo del Napoli che nelle ultime sei partite ha portato a casa cinque punti, è la peggiore tra le sette sorelle. Il Milan ne ha fatti tre in più e domenica s’affrontano le big in difficoltà, che condividono la tempesta degli infortuni.
Il Napoli ha perso la sua spina dorsale: il giocatore più determinante come Koulibaly, che cambia la tenuta difensiva della squadra, Fabian Ruiz, la mente creativa, e Osimhen, una macchina da gol, un punto di riferimento essenziale soprattutto quando lo sviluppo del gioco non riesce ad essere brillante come nelle serate migliori. Era inevitabile non accusare il danno, certamente il conto poteva essere meno salato ma dipende dagli episodi che non sono governabili. Contro Inter e Atalanta nel finale poteva venir fuori il pareggio, contro l’Empoli il Napoli per la mole di occasioni creata non meritava sicuramente una sconfitta. In questo momento il Napoli non riesce a dominare la partita, ci è riuscito soltanto contro la Lazio, quando c’erano ancora Koulibaly, Fabian Ruiz ed Insigne al massimo della condizione. Contro il Leicester gli azzurri hanno ottenuto una vittoria di cuore, sacrificio, anima ma non hanno dominato l’incontro, anzi hanno consentito anche agli inglesi di rientrare in partita, dal 2-0 al 2-2, e sfruttando qualche errore Maddison e compagni potevano trovare anche il 3-3. La squadra sta dando tutto, non è facile giocare ogni tre giorni con tanti giocato-
ri infortunati o fuori condizione perché reduci dal Covid o da problemi fisici come Insigne. Bisogna stringere i denti e recuperare profili validi. Dovrebbe tornare Lobotka, Insigne, Politano e Demme con sei allenamenti in più dovrebbero crescere di condizione. Elmas ha smaltito la contusione al polpaccio, Mario Rui dovrebbe recuperare senza problemi dall’affaticamento muscolare, poi bisogna capire in che condizioni Zielinski uscirà dalla tracheite e dalla febbre. Servono lucidità ed equilibrio perché il Napoli, nonostante incredibili difficoltà (dieci giocatori tra infortuni e scarsa condizione contro l’Empoli), non ha mai mollato, anche quando ha perso ha dato la sensazione di meritare di più. Contro una formazione organizzata, con una buona identità di gioco, ha colpito due legni, realizzato 28 tiri e sei occasioni nitide. Sono mancate lucidità e rapidità nelle scelte, qualità negli ultimi venti metri e fortuna ma il Napoli è vivo, ha una strada piena di vita da percorrere, perciò ha bisogno di lucidità ed equilibrio. A gennaio poi c’è il mercato: un terzino sinistro e un difensore centrale, risolvendo la questione Manolas, rappresentano degli innesti fondamentali.
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14 ANGELA CAPOCELLI
LA NAPOLETANITÀ COME STRUMENTO DI TRADUZIONE DELLA REALTÀ: INTERVISTA A BRUNO MARRA Nato a Napoli il 29 novembre 1970, Bruno Marra è il giornalista professionista e scrittore che cura il sito ufficiale del Calcio Napoli. Innamorato della sua terra e acuto osservatore della realtà che lo circonda, Marra ci fa dono della sua definizione di napoletanità e ci ricorda l’unicità che contraddistingue i napoletani. Lei è scrittore e giornalista. Come e quando inizia la sua carriera? La mia carriera in realtà inizia a scuola. All’esame di maturità un membro della commissione mi disse: “ha mai pensato di fare il giornalista?” Io risposi di sì. E fu lì, dopo la maturità, che iniziai a girare per redazioni. In realtà più che giornalista io sono sempre stato mosso dalla passione per la scrittura. Il mio è sempre stato un giornalismo di carattere narrativo, quello che oggi viene denominato “Story telling”. Ho sempre dato un taglio “letterario” e romanzato ai miei articoli. Poi crescendo ho deciso di cominciare a scrivere veri e propri racconti e storie che si sono tradotte, in parte, nel mio primo libro “Brunapoli”. Inoltre, cura il sito web del Calcio Napoli: quanto è importante la fede calcistica per la nostra città? La fede calcistica è una chiave di accesso per comprendere esattamente cos’è la napoletanità. Io racconto sempre il calcio visto attraverso gli occhi del tifoso. Ed è lì che diventa romanzo popolare, spesso vera e propria letteratura metropolitana. A Napoli il calcio è il sentimento di un popolo, lo stato d’animo di una intera città. E attraverso
il pallone si percepiscono le vibrazioni più reali di un ambiente sociale all’eterna ricerca del riscatto. Il suo stato di WhatsApp cita “la napoletanità è la vera arte di tradurre la realtà”: ci spiega meglio il suo concetto di napoletanità? La nostra è una delle città più promiscue del mondo. In pochi chilometri quadrati vivono estrazioni culturali distanti e talvolta diametralmente opposte. Questo è il fascino di una realtà che è impossibile declinare in un solo modo, perché Napoli può essere raccontata in diverse maniere. E nessuna di essa sarebbe più giusta o sbagliata di un’altra. La napoletanità è esattamente questo, riuscire a tradurre quello che c’è attorno attraverso un codice diverso, anche per chi non conosce l’alchimia della nostra Terra. La napoletanità rivela, restituisce ciò che per gli altri risulta un linguaggio lontano e miste-
rioso. In che modo la napoletanità, in quanto filtro attraverso cui vedere il mondo, modifica l’interpretazione della realtà che ci circonda? Napoli è un moltiplicatore di vibrazioni. E’ una città che eleva a potenza ogni espressione, sia nel bene che nel male. E la napoletanità è un modo di vedere la realtà in maniera distaccata, elevata, a volte anche serenamente rassegnata. I napoletani elaborano tutto con pazienza, che non è solamente una seraficità nell’attendere, bensì una maniera filosofica di vivere le evenienze, le difficoltà, l’indigenza e spesso la sofferenza. Un’arte che rende Napoli una “Repubblica indipendente”, non già istituzionalmente ma emotivamente. Napoli è Luce e Ombra che si inseguono. Due forze apparentemente dicotomiche ma che in realtà sono una necessaria all’altra per sopravvivere.
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FRANCESCO TAGLIALATELA
AFRAGOLA TROVA NELLA GIOVE ACADEMY UN RIFERIMENTO PER I GIOVANI
Nasce circa tre anni fa ad Afragola (NA) quella che oggi rappresenta una realtà piuttosto concreta per il calcio dilettantistico campano. Una famiglia che ha deciso di mettere il calcio al centro di un progetto comune e di condividerlo con il proprio territorio. Con il tempo tale progetto si è rivelato essere vincente ed è riuscito sempre più a prendere piede maturando e superando anche quelle che erano le aspettative iniziali. Questa famiglia il cui centro pulsante si configura nella personalità di Antonio Iovino porta il nome di Giove Academy. Non una semplice scuola calcio, ma molto di più. Si tratta di una società ben strutturata che attualmente milita in Seconda Divisione con un progetto a lungo termine tutto teso alla coltivazione prima e alla valorizzazione dei giovani del proprio Settore Givanile poi. La Giove Academy ad oggi rappresenta per la città di Afragola un vero e proprio punto di riferimento in cui non si bada esclusivamente agli aspetti legati al campo ma il dogma principe è tutto incentrato su una teoria della disciplina dei valori umani fondamentale per chi decide di praticare questo sport. Nell’arco di questi tre anni il Presidente Iovino, con l’attenta collaborazione di tutto lo staff da egli stesso selezionato, è stato in grado di accrescere lo status di questa società e di creare un gruppo di lavoro coeso arrivando a stringere perfino una sorta di alleanza calcistica con una delle migliori società di scouting in Europa, l’Udinese Calcio. Tale accordo ha fatto sì che la società campana vedesse ac-
cresciuto il proprio prestigio sotto diversi punti di vista, primo fra tutti l’immagine di sè. Un percorso coerente fin dall’inizio quello portato in voga dal cartello Iovino, che ha come “key point” la crescita e la valorizzazione dei giovani meritevoli. Percorso che ha già ottenuto importanti riscontri. Emblematiche a tal proposito la premiazione ottenuta nel 2020 per la vittoria della “Digital League” ricevuta proprio dai soci dell’Udinese Calcio e poi la cessione di diversi prodotti del Settore Giovanile a società di un certo rango come Benevento, Foligno, Nola, S.Giorgio e altre ancora. Il Presidente con il quale ho avuto l’onore e il piacere di interloquire riserva accenti di orgoglio per questi traguardi raggiunti, che vanno ben al di là dei risultati sul campo e fanno capire con quanta passione e dedizione questa fiorente società si dedica all’e-
ducazione e alla crescita dei propri ragazzi. Una crescita e un percorso che coinvolge varie fasce d’età a partire da quella che comprende ragazzi tra i 4 e i 17 anni fino ad arrivare poi ai ragazzi della prima squadra. Presidente Iovino come nasce questo progetto? “Nel recente 2018 mi accorsi di una cosa e cioè che nella città di Afragola non esisteva ancora un’accademia che girasse intorno ai ragazzi e insegnasse seriamente il calcio. Così proposi a mio figlio Giuseppe (Direttore Generale) di creare insieme una struttura che abbia avuto come fine primo l’educazione e la discpilina dei giovani, tenendo conto di due fattori che ci hanno poi spinto ad intraprendere questo percorso: la passione comune per il calcio e la voglia di trasemttere questo sport in maniera diretta ai ragazzi, provando
magari a realizzare i loro sogni. Motivo per il quale si potrebbe dire che il nostro lavoro qui è innanzitutto radicato saldamente nel sociale. Abbiamo in seguito ottenuto delle certificazioni e tutti i permessi necessari dal CONI per poter avviare questa attività accademica. Il nostro staff e la nostra struttura sono composti in maniera tale da garantire ai giovani che vengono qui di formarsi non solo sotto il punto di vista tecnico o di salire di categoria, ma prima ancora dal punto di vista culturale trattando anche temi di carattere sociale. Ad oggi siamo al quarto anno dalla nostra fondazione e da due anni abbiamo anche una prima squadra che milita nel campionato della Seconda Divisione. Siamo sicuri del nostro cammino fin qui e continueremo su questa strada per crescere sempre di più valorizzando il nostro Settore Giovanile. Che responsabilità comporta l’essere Presidente di una società calcistica con una struttura ben organizzata come questa? “Le responsabilità sono sicuramente tante. Dal curare i razzi e monitorarli nella loro vita sociale, allo stare attenti all’organizzazione generale e al mantenimento della struttura. Altra responsabilità fondamentale alla quale dar conto è certo la soddisfazione dei ragazzi che fanno parte di questa grande famiglia, bisogna trattarli come se fossero dei figli. Ecco ci sono innumerevoli elementi importanti che devono essere fatti funzionare all’unisono. Ed è proprio per questo motivo che facciamo le iscrizio-
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16 ni a numero chiuso, proprio per tenere sempre tutto sotto controllo.” Come nasce l’affiliazione con l’Udinese Calcio? “Fin dai primi giorni post fondazione abbiamo sempre cercato di affiancare il nostro progetto ad una società di Serie A e tra le varie opportunità che avevamo abbiamo scelto l’Udinese Calcio. L’Udinese è una società seria nella cui filosofia e attenzione ai giovani ci rispecchiamo molto. Storicamente impegnata nella ricerca di giovani promettenti in tutto il mondo, abile nel generare plusvalenze con le cessioni e con un organizzato e solido sistema di scouting. Inoltre siamo rimasti affascinati dal loro progetto che non consiste in una semplice affiliazione o come lo chiamo “sponsor tecnico”, ma presta attenzione a tutti i dettagli. Non a caso riceviamo visite mensili dai soci e dai vari funzionari dell’Udinese al campo, i membri del nostro staff tecnico periodicamente ricevono un permesso per andare a seguire dei corsi di formazione nelle sedi della società friulana e la crescita dei nostri
tecini va ad influenzare anche la crescita dei nostri giovani, insomma tanta roba. Oltre a questo come ti dicevo c’è l’opportunità che abbiamo ottenuto di partecipare ad un torneo tra tutte le affiliate dell’Udinese Calcio. Una sorta di mini campionato la cui finale si disputa alla Dacia Arena di Udine. Dunque un ulteriore occasione di crescita per noi come società e per i nostri ragazzi come futuri calciatori.” Quali sono gli obiettivi per questa annata? “Sul piano societario il nostro imperativo è far crescere i ragazzi e valorizzarli fino a darli a squadre professionistiche o dilettantistiche come già accaduto. Non abbiamo smania di vincere i campionati, ma la nostra più grande vittoria è il fatto che i nostri ragazzi salgano di livello, così avremmo coronato i loro sogni. E poi le vittorie dei campionati arrivano solo se la società è forte e la squadra unita.” Quanto è importante per una società calcistica operare nel proprio territorio e coinvolgerne la gente?
“Operare come società nel proprio territorio è sempre un importantissimo vantaggio per qualsiasi squadra. Devi pensare che noi abbiamo una prima squadra che purtroppo non ha ancora un campo ad Afragola, infatti le sfide interne dei “fulmini”, nostro soprannome, le giochiamo fuori sede a Sant’Anastasia. Stando sul territorio invece si ha un vasto panorama di scelte da poter adottare quando si gioca in casa. Il primo fondante elemento che mi salta alla mente è l’apporto del pubblico, che per motivi di lontananza è impossibilitato a seguire la squadra allo stadio giocando in un altro paese. Essere lontani dal nostro territorio ci penalizza sul piano dell’immagine, per quanto riguarda la tifoseria e anche nello spettacolo. Ad Afragola abbiamo un enorme complesso con tre campi a undici che però per problematiche dovute alla struttura non è ancora agibile per via di alcuni lavori che devono essere instaurati. Siamo sicuri che presto riabbracceremo i nostri tifosi.”
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LIBRIAMOCI 2021 – AD ALTA VOCE GIALLO ALL’I.C. ROMEO
Sì, un giallo vero e proprio è stato letto dagli alunni dell’I.C. Romeo in occasione di Libriamoci 2021. L’8° edizione di questa splendida iniziativa volta a suscitare il piacere della lettura ha focalizzato, in effetti, l’attenzione degli studenti su di un romanzo giallo “Il delitto delle fosse del grano” dell’ing. Raffaele Zocchi. La lettura di un giallo ha richiesto notevole impegno da parte degli studenti e un’abile organizzazione didattica da parte della referente del progetto Biblioteca, prof.ssa Gina D’Urso; ma quando ci sono competenze e volontà gli obiettivi si raggiungono sempre. Il romanzo di Raffaele Zocchi è stato un prezioso riferimento: i ragazzi sono stati incuriositi e coinvolti dall’atmosfera fitta di mistero. Di cosa si tratta? Il ritrovamento del cadavere di un giovane nobile nelle Fosse del grano, deposito delle scorte di grano nella Napoli del ‘700, fa scattare un’indagine per scoprire il colpevole, affidata al capitano di giustizia Pietro Trematerra. È il 12 dicembre 1740. L’affare è delicato, trattandosi di una famiglia in vista nella società napoletana del tempo e diventa ancora più delicata quando si scopre che sono coinvolte anche altre famiglie nobili e potenti, al punto che il re Carlo III in persona s’interessa all’evolversi della vicenda attraverso il segretario di stato Tanucci. Pietro Trematerra, nonostante qualche depistaggio, riesce a comprendere sia le dinamiche del giallo, sia chi sia il colpevole. Il 22 dicembre il caso è risolto. Il delitto delle fosse del grano,
presentando tutti i canoni del classico giallo che affabula il lettore con garbo e ironia in un contesto inconsueto, ha affascinato i ragazzi, i quali se sono stati sollecitati ad approfondire gli usi e i costumi legati al ‘700 napoletano, hanno anche compreso che i comportamenti umani e le regole sociali sono sostanzialmente sempre uguali e spesso deludenti. Tante le domande poste all’autore riguardanti le sue scelte professionali, il bisogno di scrivere, il 700 napoletano, l’originale conclusione del giallo ma anche quesiti che hanno evidenziato le paure e le fragilità di tredicenni in crescita. “Parafrasando una nota canzone di De Andrè -ha affermato Raffaele Zocchi- si potrebbe dire “C’è chi lo
scrittore lo fa per gioco, chi se lo sceglie per professione e chi lo fa solo per passione”. Naturalmente questa parafrasi si può applicare a tutte le forme artistiche, per le quali la passione è la componente che rende lo scrivere o il dipingere o il suonare o lo scolpire un bisogno inderogabile. Ma da che cosa nasce questo bisogno? Sicuramente dalla volontà di lasciare un’opera che testimoni il proprio talento e, quindi, che necessita di fruitori. Nessun artista sfugge alla regola che genera gioia in lui il fatto che la propria creatura venga visitata e apprezzata da altri. E questa gioia è tanto più grande quando questi altri, i fruitori, sono dei ragazzi, scevri da barriere psicologiche, culturali o economiche. Allora posso dire di aver provato una profonda emozione nell’ascoltare brani del mio libro letti o, meglio, interpretati dai ragazzi del Romeo e dall’aver potuto rispondere alle loro domande mai banali, sempre centrate.” Complimenti, dunque, agli emozionati ma bravissimi studenti: Del Gaizo, Quindici, Sgammato, Conte, Moronese, Giustino, Mosca, Arienzo, Postiglione, Capuano, Errichiello, Pignatelli, Franzese, Bisesti, Bertemi, Caropreso e Diakite e complimenti vivissimi anche alle docenti Sismundo Marialuisa, Ferrara Mariarosaria, Palumbo Anna, Ciavolino Teresa, D’Angelo Vincenza, Lina Perone, al team digitale De Pascale Maurizio, Migliaccio Anna e Zecchino Claudio, il cui aiuto è stato prezioso e indispensabile.
DOMENICA 19 DICEMBRE 2021 Ovviamente se tutto ciò è stato possibile, bisogna ringraziare soprattutto la Dirigente Scolastica dell’I.C. Romeo, prof.ssa Maria Evelina Megale, che incoraggia gli incontri con gli autori: “Lo scorso 25 novembre, nell’ambito del Progetto “Biblioteca”, i nostri alunni delle terze classi della secondaria hanno vissuto un interessante e arricchente incontro con lo scrittore Raffaele Zocchi, autore del romanzo “Il delitto delle Fosse del Grano”. I nostri discenti hanno letto alcuni passi del romanzo e hanno interloquito con lo scrittore, rivolgendogli molte domande. Hanno potuto, in tal modo, soddisfare curiosità sul percorso intellettuale dell’autore, sui perché delle scelte stilistiche e metodologiche che hanno portato alla nascita del romanzo, sulla vocazione alla professione di scrittore. Noi siamo certi che la lettura abbatta muri e barriere, crei condivisione
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e uguaglianza, aiuti i giovani a trovare nei contenuti e nei messaggi insegnamenti sia per arricchire il loro bagaglio
di esperienze conoscitive, sia per costruire un futuro migliore. È doveroso ringraziare la prof.ssa Vittoria Caso, presidente dell’associazione «Clarae Musae», e la referente del progetto prof. ssa Gina D’Urso.” Sicuramente la prof.ssa Gina D’Urso è riuscita a realizzare un piccolo miracolo coniugando didattica in presenza e a distanza, dedicandosi con passione all’iniziativa affinchè non vi fossero intoppi. Infatti,“In una situazione certo non facile per la persistente pandemia, -come non concordare con le affermazioni dell’autore? -l’organizzazione dell’evento è filata liscia come l’olio e voglio ringraziare sinceramente la dirigente scolastica prof.ssa Megale, tutti i docenti, la prof.ssa D’Urso, la mia amica Vittoria Caso e, soprattutto i tanti ragazzi e ragazze che mi hanno fatto vivere questa emozione.”
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA AVV. FRANCESCO POLIZIO
L’ESTERNALIZZAZIONE DELLA RISCOSSIONE DEI TRIBUTI DEL COMUNE DI CASORIA Il processo di esternalizzazione della riscossione delle entrate del comune di Casoria ha sancito una profonda spaccatura nel consiglio comunale. L’atto consiliare n. 2/2021 relativo all’esternalizzazione con affidamento in concessione dei servizi di gestione ordinaria, accertamento e riscossione coattiva della tassa sui rifiuti, dell’imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affisioni, della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, accertamento e riscossione coattiva dell’IMU e della TASI, riscossione coattiva dei fitti/canoni patrimoniali e delle violazioni al codice della strada è stato approvato con i voti di 14 consiglieri comunali (Bene, Capano, Colurcio, D’Anna, Tignola, Talletti, Rossetta, Mileto, Barra, Verre, Iavarone, Fico, Troiano, Puzone). L’opposizione (Graziuso, Cassettino, Rullo, Marro, Ramaglia, Fuccio, Esposito, Vignati, Baratto, Palumbo, Russo) ha espresso dissenso anche attraverso un manifesto proclamando, in maniera enfatica, la morte della democrazia. Sia la maggioranza che l’opposizione hanno trascurato di prendere in considerazione soluzioni diverse rispetto al ricorso all’esternalizzazione con forme privatistiche a testimonianza del tasso di incompetenza del consesso civico. Intanto il dissesto economico finanziario del comune era figlio del disastro amministrativo dell’ultimo quindicennio con una dirigenza nominata in violazione della legge che prendeva emolumenti ed indennità di risultato senza produrre politiche attive per le entrate. La stessa dirigenza trascurava gli allarmi contenuti nelle relazioni dei revisori dei conti sui documenti contabili, approvati dalla Giunta e dal consiglio comunale, e trascurava, nella sostanza, i segnali evidenti che rinvenivano dall’aumento costante dei residui attivi. A fronte di tale incapacità amministrativa, nonostante gli avvertimenti ministeriali, i suggerimenti e le critiche della stam-
pa periodica (Nuova Dimensione e Casoriadue) e le note dei revisori dei conti, gli amministratori ed i dirigenti hanno continuato nella disastrosa gestione dei conti pubblici che non poteva non concludersi con il dissesto finanziario. La vicenda dell’esternalizzazione della riscossione dei tributi si inquadra in tale nebbioso scenario da cui si poteva uscire o potenziando il servizio tributi attrezzando una struttura comunicativa e coattiva per ottenere maggiori entrate e scegliendo una dirigenza idonea ed adatta al ruolo da ricoprire ovvero ricorrere, più semplicemente, ad un rapporto convenzionale con l’Agenzia delle Entrate con maggiori certezze di introitare le somme da riscuotere ad un costo limitato e con tempi certi nella conclusione del procedimento. Siccome tutto questo non si è fatto e si è volutamento trascurato, è diventato quasi una condizione il ricorso all’esternalizzazione con l’allungamento dei tempi e le difficoltà di un capitolato assai discutibile. È stato poi singolare affidare il processo di esternalizzazione ad un dirigente, assunto in un certo modo, con attribuzioni e competenze assai diverse ed estranee alle procedure concorsuali. La scelta, sbagliata, che nasconde obiettivi non chiari e definiti, di ricorrere ai privati, poteva e può ancora essere rimeditata senza produrre ritardi che sono stati accumulati senza motivo. L’opposizione invece di blaterare aveva ed ha la forza ed i numeri per mettere in discussione la scelta proponendo, attraverso una seduta straordinaria del consiglio comunale, una convenzone più sicura, meno onerosa e più rispondente alle esigenze della città di Casoria, tra Comune ed Agenzia delle Entrare così come è stato fatto in altri comuni della provincia di Napoli. Altri commenti e riflessioni in una prossima occasione epistolare. Prof. Avv. Francesco Polizio
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A TU PER TU CON ANGELO DI GENNARO CONCLUSA ANCHE L’UNDICESIMA PUNTATA DEL PROGRAMMA IN ONDA SU PARTENOPE TV
Molto apprezzata e seguita anche l’undicesima puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www.partenope.tv). La trasmissione, condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/ speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, a partire dalle ore 20,45, ha avuto un ospite d’eccezione: Angelo Di Gennaro, attore, cabarettista, autore, re della comicità, umorista con una vena sarcastica, persona ironica e sensibile. Il nostro ospite, perfettamente a suo agio nello studio televisivo di Partenope Tv, ha raccontato, con molta semplicità e verità, la sua carriera tra cinema, teatro, televisione, ha parlato della sua infanzia felice, della sua passione per l’arte fin da piccolo, del suo amore per la batteria e la musica, si è sottoposto ad un fuoco di fila di domande, a cui ha risposto con sincerità. Angelo Di Gennaro, negli anni Ottanta, ha fatto per anni lo speaker radiofonico a Radio City Sound, a Radio Palepoli e più di recente a Radio Amore, ha debuttato nel 1981, al Teatro Tenda di Napoli, con una commedia-farsa intitolata “L’avvocato delle cause perse”, prodotta da Radio Palepoli, da lì son seguiti tanti altri spettacoli di successo, felice e fortunato anche il suo incontro con la pubblicità. Il suo punto di riferimento è Massimo
Troisi anche se Angelo si ispira a Beppe Grillo, una comicità di denuncia, che fa riflettere. Al cinema lo ricordiamo in pellicole come il cortometraggio di Edoardo Bennato, “Joe Sarnataro”, nel quale interpretava un politico lestofante, imbroglione e puttaniere, “Aitanic” con Nino D’Angelo, un impresario pappone,”Amore con la S maiuscola” “Ladri di Barzellette”, “Un figlio a tutti i costi”, “Lista civica di provocazione”, “San Gennaro votaci tu!”, “Made in China Napoletano”, “Terra Viva” di Luigi Libra e “Io Giusy” con la star neomelodica Giusy Attanasio, per la regia di Nilo Sciarrone. Più volte ospite di trasmissioni televisive di carattere nazionale tra le quali il “Maurizio Costanzo show”,���������� ����������������������������� “Tappeto Volante” �������������������� e “Joe Sar-
nataro” con Renzo Arbore e Lino Banfi. Angelo, sposato con Mariagrazia, padre di due figli, Fabrizio e Daniele, e anche nonno, ha scritto “Accendi la mente e fai volare il cuore”, un libro di poesie e di pensieri, nel quale si parla di Fuorigrotta, della sua infanzia povera ma felice, ma anche delle sue emozioni, paure, illusioni, amori e addii. Angelo è un artista capace di far ridere ma anche di far emozionare, un comico al servizio del cittadino, che riesce con la sua comicità a divertire abbracciando un pubblico di ogni età entrando in sintonia con tutti, con la battuta sempre pronta ed un repertorio variegato a 360°. Numerose sono state le testimonianze fotografiche relative alla carriera, ai colleghi, alla vita privata e molteplici i videomessaggi inviati da Davide Marotta, Lucia Cassini, Nilo Sciarrone, Antonio Pepe, Sergio Priante ovvero Mago Marvin, Teresa Barretta, le nipoti Giovanna Buongiovanni e Francesca Di Gennaro e il figlio Fabrizio. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. Si ringraziano anche gli sponsor: la food blogger Gemma Caruso e Babà Re con la testimonial, la giornalista Lucia La Marca, la ragazza col turbante. La replica andrà in onda domenica alle ore 21,00.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CGIL
VERIFICA E MANUTENZIONE SOTTOSERVIZI CITTÀ DI CASORIA La strage provocata dall’esplosione a Ravanusa in provincia di Agrigento richiede che, anche nella nostra città, sia avviata in tempi brevi, una verifica dello stato d’uso, manutenzione e della “dimoratura” dei servizi interrati (in particolare acqua e gas). Com’è noto detti sottoservizi, nella parte più vecchia della città “convivono pericolosamente” con la presenza di cavità sotterranee, mentre in quella realizzata a partire dagli anni 60 subiscono una sollecitazione continua a cui è sottoposta la soprastante “disastrata” sede stradale. A tal proposito citiamo, come esempio, le dorsali più popolose e strategiche della nostra città, quali via Principe di Piemonte e via Pio XII, sollecitate di continuo dal traffico autoveicolare di tipo pesante (autobus ed autocarri di grossa stazza).
La circolazione di quest’ultimi, specie nelle ore notturne, quando lo scorrimento è più veloce accresce il disagio vissuto nei fabbricati prospicienti dette dorsali. Un vero e proprio “microsisma” a cui essi sono sottoposti in tutte le ore del giorno e della notte. A testimonianza di quanto detto, per la parte in superfice, abbiamo il quadro fessurativo di tramezzi e tompagni dei fabbricati in parola. “La domanda nasce spontanea” ma per la parte interrata, ovvero le tubazioni (in particolare acqua e gas) e relativa “dimoratura”, esiste un’attività di verifica periodica codificata? Se esiste sarebbe opportuno renderla pubblica e fruibile presso Codesto Spettabile Ente. Cordiali saluti CGIL Area Nord di Na
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RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA
EGREGIO AVVOCATO, MI CHIAMO GIOVANNA, HO 27 ANNI E SCRIVO DA CAIVANO. LA MIA SORELLA GEMELLA MONICA, NON POTENDO AVERE FIGLI, HA FATTO L’INSEMINAZIONE ARTIFICIALE. ORA IL MARITO, DOPO AVER DECISO DI METTERE FINE AL MATRIMONIO CON LEI, HA INTENZIONE DI DISCONOSCERE IL FIGLIO. ORA LE CHIEDO, IL MARITO CHE ABBIA CONSENTITO ALLA FECONDAZIONE ARTIFICIALE DELLA MOGLIE CON SEME ALTRUI, PUÒ SUCCESSIVAMENTE PROMUOVERE UN’AZIONE DI DISCONOSCIMENTO DELLA PATERNITÀ? Gentile sig.ra Giovanna, benché cerchi con questa rubrica di affrontare tematiche per così dire più comuni, che possano in sostanza essere “utili” a tutti i lettori, non posso ignorare il suo caso, che nella sua particolarità, è davvero molto toccante dal lato umano e meritevole di trattazione. Veda, questo è uno di quei casi in cui Il principio di solidarietà prevale sul “favor veritatis”. Il marito, dopo aver validamente concordato o comunque manifestato il proprio preventivo consenso alla fecondazione assistita della moglie con seme di donatore ignoto, non ha azione per il disconoscimento della paternità del bambino concepito e partorito in esito a tale inseminazione. In particolare egli non può chiedere l’applicazione dell’art. 235 n. 2 cod. civ. secondo cui l’azione di disconoscimento della paternità è consentita se, nel periodo compreso fra il trecentesimo e il centosettantesimo giorno prima della nascita del figlio, il marito era affetto da impotenza. L’attribuzione dell’azione di disconoscimento al marito, anche quando abbia a suo tempo prestato assenso alla fecondazione artificiale della moglie con seme altrui, priverebbe il bambino, nato anche per effetto di tale assenso, di una delle due figure genitoriali, e del connesso apporto affettivo ed assistenziale, trasformandolo per atto del giudice in “figlio di nessun padre”, stante l’insuperabile impossibilità di ricercare ed accertare la reale paternità a fronte del program-
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mato impiego di seme di provenienza ignota. La norma che permettesse detta condizione, per mezzo di una statuizione giudiziale resa proprio su istanza del soggetto che abbia determinato o concorso a determinare la nascita con il personale impegno di svolgere il ruolo di padre, eluderebbe il principio di solidarietà, cardine dell’assetto costituzionale. Il frutto dell’inseminazione, infatti, verrebbe a perdere il diritto di essere assistito, mantenuto e curato, da parte di chi si sia liberamente e coscientemente obbligato ad accoglierlo quale padre “di diritto”, in ossequio ad un parametro di prevalenza del favor veritatis, che è privo di valore assoluto, e non può comunque compromettere posizioni dotate di tutela prioritaria. Il sacrificio del favor veritatis, a fronte di libere determinazioni dell’adulto che incidano sullo status
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del minore, è del resto regola portante dell’adozione legittimante, ove la decisione degli adottanti di acquisire una veste genitoriale “legale”, non coincidente con la maternità e la paternità effettive, è irrevocabile; la diversità del relativo istituto, non preclude di cogliere nella disciplina dell’adozione la conferma della presenza nell’ordinamento di un canone d’irreversibilità degli effetti degli atti determinativi dello status della persona rispetto allo stesso soggetto che li abbia compiuti (con volontà non affetta da vizi). Infine, va considerato che buona fede, correttezza e lealtà nei rapporti giuridici rispondono a doveri generali, non circoscritti agli atti o contratti per i quali sono richiamate da specifiche disposizioni di legge; questi doveri, nella particolare materia dei rapporti di famiglia, assumono il significato della solidarietà e del reciproco affidamento. L’ammissione del disconoscimento della paternità, rispetto al frutto dell’inseminazione artificiale eterologa voluta da entrambi i coniugi entrerebbe in evidente conflitto con quei doveri, e comunque porterebbe a ravvisare nell’art. 235 cod. civ. una plateale deroga, perché, come si è rilevato, determinerebbe l’esperibilità della relativa azione indipendentemente dalla ragione del ripensamento, e quindi anche per motivi pretestuosi e non degni di tutela. alla luce di ciò può rassicurare sua sorella, il figlio non sarà orfano di padre. Cordiali Saluti
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LA DISCRIMINAZIONE INTELLIGENTE O, SE VOLETE, COLTA RISPOSTA AD UN BECERO INTEGRALISMO
Oltre 30 anni fa Natalia Ginzburg, ebrea atea, scrisse per L’Unità un articolo sul crocefisso che merita, oggi, di essere riletto. Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea di uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? Sono quasi duemila anni che diciamo “prima di Cristo” e “dopo Cristo”. O vogliamo smettere di dire così? Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino.
Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo. Chi è ateo cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del prossimo. Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine. È vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti. Come mai li rappresenta tutti? Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esisten-
za dobbiamo situare la solidarietà tra gli uomini. Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero. Alcune parole di Cristo le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente. Ha detto “ama il prossimo come te stesso”. Erano parole già scritte nell’Antico Testamento, ma sono diventate il fondamento della rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Pubblicato sul quotidiano L’Unità del 22 marzo 1988
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALL’ ASSOCIAZIONE LA MESCOLANZA ODV
NATALE SOLIDALE ASSOCIAZIONE LA MESCOLANZA ODV
Ci risiamo!!! Come da tradizione, anche quest’anno l’ Associazione LA MESCOLANZA ODV e’ lieta di annunciarvi la partenza di questa bellissima iniziativa, giunta all’edizione numero 14!!!!!!! Quest’anno, come l’anno scorso, l’iniziativa sarà sostenuta anche dall’ambulatorio di Medicina solidale San Ludovico di Casoria, i cui volontari ci hanno chiesto di far scrivere, dai nostri bambini e ragazzi, lettere a Babbo Natale in cui possano esprimere i loro desideri più grandi. Il Natale Solidale è inoltre sostenuto dagli attivisti e dalle attiviste di Terranostra Occupata, con i quali era anche in programma una “Tombolata Scostumata con tammurriata” a sostegno dell’evento, prima della chiusura dello spazio di via
Boccaccio nel quale si sarebbe realizzata. Come ogni anno, un Babbo Natale (o una Mamma Natale) Solidale, porterà doni a bambini e ragazzi che vivono condizioni di disagio e pacchi alimentari alle loro famiglie. Farà tappa al Madrinato San Placido, dove consegnerà caramelle a suor Marilena, la quale le darà agli anziani ospiti della struttura (purtroppo non possiamo entrare come di consueto, nel rispetto delle misure anti-covid). Farà tappa inoltre in una comunità, in uno sprar, in un campo rom ed in un centro di accoglienza. Pertanto, raccogliamo: - giocattoli per bambini dai 0 ai 13 anni - doni per adolescenti dai 14 ai 17 anni - tante caramelle e tanta cioccolata - alimenti per realizzare pacchi alimentari Pure piccole donazioni economiche potrebbero darci un grande sostegno, o il fare la nostra tessera socio 2022. Chi ci conosce sa che siamo una piccola realtà che si basa sull’autofinanziamento e che è sempre riuscita a portare avanti le proprie iniziative grazie all’aiuto di chi crede nelle nostre cause. Se volete darci una mano, potete chiamare i numeri 3397204127/ 3473357684. Negli scorsi anni si é creata una grande rete di solidarietà per quest’ evento, contiamo che sia così anche quest’anno. Uniti si può Bruna Botta, Presidente dell’Associazione La Mescolanza ODV
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BARBARA CARERE
FUORI DAL 14 DICEMBRE IL NUOVO BRANO “STAMM TROPPO LUNTANE” DI FRANCESCO DA VINCI
DA MARTEDÌ 14 DICEMBRE È PRESENTE SU TUTTE LE PIATTAFORME DIGITALI “STAMM TROPPO LUNTANE”, IL NUOVO SINGOLO DI FRANCESCO DA VINCI. DALLE 14 DEL 14 DICEMBRE È DISPONIBILE INVECE IL VIDEO UFFICIALE.
Dopo la sua significativa esperienza a “The Voice” e dopo aver partecipato all’ultima serie, televisiva internazionale “Gomorra”, la quinta, il cantautore nipote e figlio d’arte, che negli ultimi anni si sta ritagliando anche uno spazio tutto suo nel panorama artistico musicale, presenta il suo ultimo lavoro musicale“Stamm troppo luntane” che narra un’amore vinto ma che non trova da parte dell’amato la rassegnazione di un’amore giunto al capolinea perché privo di passione, talvolta, travolta dalla quotidianità e dalla mancanza di comunicazione. Un’amore tormentato e’ ormai il tema predominante a cui Francesco Da Vinci ci ha abituato e che trova nella sua sofferenza una melodia che trasmette l’amore in ogni sua sfaccettatura. Il tormento è la mia musa ispiratrice - confida Francesco Da Vinci- forse proprio perché sono in continua evoluzione e si sa, ogni cambiamento porta sempre a un po’ di sofferenza nel lasciare andare via qualcosa, ma, chi mi conosce sa, che io amo sperimentare e spaziare nella musica, sono uno che non si accontenta facilmente perché voglio sempre il massimo quando si tratta della mia musica, però una cosa è certa, voglio cantare
emozionando i miei fan e la gente della mia città’”. Il brano “Stamm Tropo Luntane”porta la firma dello stesso Francesco, del padre Sal Da Vinci, Luca Barbato e Vincenzo D’Agostino. Attualmente Francesco è impegnato a teatro con il papà Sal per la “Fabbrica Dei Sogni” un musical in stile americano:” Il teatro dopo la musica è il mio secondo amore, saremo al Teatro Cilea dal 16 dicembre fino a gennaio, stare sul palco con mio papà è stimolante ed impegnativo ma pur sempre formativo, aggiungendo esperienza al mio bagaglio artistico ed esibirsi quasi tutte le sere davanti ad una platea gremita è un’emozione unica, un’energia stimolante anche per la mia musica”. BIOGRAFIA Francesco Sorrentino, in arte Francesco Da Vinci, nato a Napoli classe 1993. Cantante e attore italiano. Figlio del noto cantante Sal Da Vinci. Da subito ha colti-
vato la sua passione per la recitazione e per la musica, coltivata prima con il padre e poi sul palcoscenico. Nel 2014, all’insaputa del padre partecipa ai provini per lo spettacolo di Alessandro Siani, “Stelle a metà”, dove entra a far parte del cast rivestendo il ruolo di uno dei protagonisti. Nello stesso anno debutta al Teatro Augusteo di Napoli. Nel 2015 partecipa come ospite allo spettacolo “Se Amore è - Revolution”, dove presenta “Amo l’Amore”, brano che per diverse settimane mantiene il primo posto nella classifica nazionale indipendenti di Radio AirPlay. Riceve il prestigioso Premio Malafemmina. Viene successivamente ingaggia- to da Rai Cinema e Tunnel Produzioni per il film “Vita, Cuore, Battito”. Nel 2016 entra a far parte del cast di Gomorra La Serie per le riprese della terza stagione. Nel 2018 esce il suo nuovo singolo “Sul Io” che rappresenta la partenza di
un nuovo percorso musicale e di un progetto del tutto innovativo che vede Francesco Da Vinci come autore e cantante. Nello stesso anno escono i singoli “Dammi un bacio”, “Come te” feat I Desideri ed “Ora”, che anticipa la pubblicazione del primo EP digitale contenente 5 tracce inedite dal nome “Origini”. Nel 2019 Francesco prende parte alla quarta stagione di “Gomorra” non solo come attore, ma anche con due brani all’interno della colonna sonora della serie “Nun passa maje” e “Sulo io”. Nello stesso anno Francesco Da Vinci partecipa al programma televisivo “The Voice of Italy” presentandosi con l’inedito “L’ammore fa paura”. Sempre nel 2019 entra nel cast del musical “La fabbrica dei sogni”. Dopo un periodo di inattività, rompe il suo “silenzio” per tornare con un progetto del tutto originale, in cui la maturità artistica raggiunta è innegabilmente tangibile. Il 19 giugno 2020 pubblica “Nu Vase Tuoje” feat. Livio Cori, con le sue sonorità pop-urban e internazionali che si mescolano, come in una danza, con il dialetto napoletano, è il brano perfetto per un nuovo inizio. A luglio presenta in anteprima su Made In Sud il suo nuovo singolo “Luntan a me” ft Sal Da Vinci, una collaborazione inedita che per la prima volta vede duettare padre e figlio. Sempre nel 2020, pubblica “Te voglio verè” dalle sonorità reggae ultra leggere e “Baby c’est la vie” feat. Marco Calone, che attualmente supera i 2 milioni di visualizzazioni.
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FRANCESCA PANICO
NAPOLI FASHION WEEK ART 2021 AL MAV DI ERCOLANO L’ANTEPRIMA DELL’EVENTO CHE UNISCE MODA E ARTE La moda sposa l’arte: questa la mission di Napoli Fashion Week, evento ideato e diretto dal fotoreporter Alessandro Di Laurenzio. Pochi giorni fa al MAV di Ercolano ha avuto luogo l’anteprima dell’appuntamento napoletano previsto per fine gennaio 2022. La serata è stata presentata da Romina Parisi; testimonial dell’evento la bellissima Fatimarosa Di Fiore, che sarà anche protagonista del calendario targato Fashion Week e di un evento di presentazione della settimana della moda napoletana a Londra. In passerella, una rappresentanza delle eccellenze campane del comparto moda, un settore che fonde insieme creatività e produzione artigianale e a Napoli ha le potenzialità per fungere da volano per la nostra economia. Così il teatro del MAV ha visto sfilare la donna, esaltata nella sua bellezza naturale dai migliori fashion designer, per affrontare al meglio i differenti momenti della vita e della giornata: dall’abito da sposa alla cerimonia, dagli outfit da giorno alla cura dell’intimo, dai gioielli ai capispalla. Pizzi, merletti, le giuste trasparenze e un perfetto equilibrio tra estro e decoro negli abiti da sposa, e da sogno, dell’Atelier Giulia; i colori di Procida, tessuti morbidi, lavorati artigianalmente per i capi di Antonio Lamina; linee strong, tagli irregolari e un accostamento di tessuti dai contrasti voluti per le collezioni moda di Dressj by Carmen Sollo; raffinate proposte per l’abbigliamento in casa con La Nuit e l’intimo con Kalima Calze; gioielli artigianali in argento, materici e ispirati
alle forme della natura per Vesuves Gioielli di Giuseppe Marsella; lusso, artigianalità e creatività nelle pellicce di De Gaetano Furs. “Napoli Fashion week nasce come sodalizio culturale tra arte, moda e territorio – racconta Alessandro Di Laurenzio. Siamo partiti dal Museo Archeologico Virtuale di Ercolano per offrire un piccolo assaggio di ciò che sarà la Fashion week di gennaio al Castel dell’Ovo, per fare “un salto” nell’edizione estiva anche a Procida, Capitale della Cultura 2022”. A rendere singolare il progetto è la condivisione degli obiettivi: esaltare Napoli, le sue bellezze naturali, il suo talento nel settore moda. Sulla scorta di questo comune denominatore hanno offerto la loro adesione l’hair stylist Antonio Iengo, Cira Guarino dell’Accademia di trucco Sirio Aja. Con loro, altri professionisti hanno diretto l’evento: Nancy D’Anna per le coreografie, Francesco Visconti responsabile backstage, la stylist Tina Pezzella, l’architetto Carmine Frongillo responsabile casting vip e capo struttura dell’evento e scenografo, Valeria De Marino alle pubbliche relazioni. Sono partner dell’iniziativa Bottega Ferrigno, Lievito Madre Sorbillo. Hanno offerto la loro solidarietà al progetto anche Carmine Maturo presidente dell’associazione Scale di Napoli, I due Napoletani caffè, Maccheroni Food e Catering, R&S Ponteggi, miss Reginetta d’Italia, Shavè, coffee shop, Kalima Calze riposanti, Antonio Guastafierro stilista chirurgo dell’estetica.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALL’ ASSOCIAZIONE VESUVIUS
AVERSA RICONOSCIMENTO PER ANGELO IANNELLI PER IL SUO IMPEGNO IN PANDEMIA PER I MENO FORTUNATI
Premio alla carriera per Angelo Iannelli, che riceve nell’aula Consiliare del Comune di Aversa, il prestigioso Premio Internazionale “Giacomo Leopardi . L’artista è stato premiato dalla giornalista Maria Conte e dal Sindaco Alfonso Golia, quest’ultimo si è complimentato per il suo instancabile impegno sociale e culturale attraverso la maschera di Pulcinella, per aver donato messaggi di speranza al mondo, in particolare ai bambini e agli ultimi. L’attore e scrittore Angelo Iannelli, emozionato per tale riconoscimento, ha ribadito l’importanza della cultura in questo momento, della forza del dialogo e dell’unità tra le persone, ricordando l’impegno per i meno fortunati anche attraverso la forza del sorriso. La manifestazione culturale è stata organizzata dall’Associazione Culturale “Scuola Centro Kant” con il patrocinio del Comune di Aversa. Una kermesse densa di emozioni alla presenza di tante eccellenze provenienti da tutta la nazione , Alla manifestazione erano presenti le telecamere di Club Economy Tv del direttore Franco Capasso anch’egli premiato del premio “Giacomo Leopardi –giunto alla quindicesima edizione, l’evento si è tenuto Martedi 14 Dicembre 2021.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
GRAN CONCERTO DI CAPODANNO 2022 A NAPOLI AL TEATRO DELLE PALME
Il Gran Concerto di Capodanno: tra musica, canto, danza e spettacolari acrobazie circensi per festeggiare l’arrivo del nuovo anno in allegria e spensieratezza Con il tradizionale Gran Concerto di Capodanno 2022 dell’Ass. Noi per Napoli e dell’Ass. Vivere Napoli, al Teatro Delle Palme, il primo gennaio 2022, alle ore 19:30, l’inizio del nuovo anno sarà vissuto, come di consueto, all’insegna delle emozioni. Un vero viaggio nel mondo della musica, del canto e della danza fra celebri melodie viennesi, valzer di Strauss, famosi brani di opera ed operetta e appassionanti canzoni classiche napoletane. In scena un particolare salotto d’epoca fin de siecle, in cui ospiti ed artisti accoglieranno il nuovo anno nel segno della musica, del bel canto e della danza. Lo spettatore si ritroverà immerso in un’atmosfera senza tempo tra amore, sogno e rievocazioni e di fantastiche sensazioni e tanto coinvolgimento per abbandonarsi alla spensieratezza e all’allegria tipica del celebre Concerto di Capodanno di Vienna! Giunto oramai alla sua VI edizione, Il Gran Concerto di Capodanno quest’anno presenterà una grande novità: musica, canto e danza saranno affiancate da strepitose acrobazie circensi con performances sensazionali. Con il suo cast straordinario, artisti ed ospiti d’eccezione,
il Gran Concerto di capodanno 2022 promette emozioni e atmosfere magiche indimenticabili. Protagonisti il Trio Lirico Partenopeo, composto da artisti del Teatro San Carlo come la soprano Olga De Maio e il tenore Luca Lupoli e il tenore Lucio Lupoli. Con la conduzione dell’attore Vincenzo Bocciarelli e su musiche ad opera del Quintetto Aedon, i ballerini del Centro Tersicorea si esibiranno in valzer e meravigliose scenografie. Spettacolari le coreografie di artisti acrobatici del Circo Madagascar Orfei, della compagnia dei Saltimbanchi e del Circo Weiss Mary Weiss e Victor Vitàris. In scena anche l’attore di Un posto al sole Giovanni Caso e testimonial di eccezione della serata, ai quali verrà assegnato il Premio Noi per Napoli, lo scrittore Maurizio De Giovanni e l’attrice
Annamaria Ackermann. Un evento imperdibile, divenuto negli ultimi anni un appuntamento molto atteso tra gli eventi del capoluogo partenopeo nel periodo natalizio. Un grande spettacolo dal cuore nobile: una parte del ricavato sarà devoluto, come ogni anno, per l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità a favore della mensa Caritas dei senzatetto di Napoli. L’iniziativa gode del Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e della Presidenza del Consiglio Regionale della Campania.
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BONUS EBITER CAMPANIA 2021, EROGATI 158MILA EURO PER LAVORATORI E IMPRESE DEL SETTORE TERZIARIO
Con la chiusura dei bandi di novembredicembre, ammontano a 158mila euro le risorse erogate, nel corso del 2021, dall’EbiTer Campania (Ente Bilaterale del Terziario – composto da Confcommercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil) attraverso bonus una tantum a favore di lavoratori e imprese del Terziario. Uno dei bandi partiti a novembre finanzia un bonus destinato all’acquisto di beni di prima necessità a favore di lavoratori che, nell’anno 2021, siano stati in ammortizzatori sociali con importi non anticipati dal datore di lavoro. Alla data di chiusura del 15 dicembre, risultavano pervenute 327 domande: ne sono state accolte 270. Ognuno dei beneficiari riceverà, entro la fine dell’anno, 150 euro, per un totale di 40.500 euro erogati. L’altro bando partito a novembre, invece, è destinato alle imprese e prevede un bonus finalizzato a sostenerle nell’adeguamento delle misure di sicurezza necessarie a fronteggiare il Covid-19 sui luoghi di lavoro. In questo caso, sono 76 le imprese che riceveranno 300 euro (su 77 domande pervenute), per un’erogazione di 22.800 euro in totale. Questi importi vanno ad aggiungersi a quelli già distribuiti tra luglio e agosto. In quel caso, entrambi i bonus erano le-
La presidente Di Tuoro: «Impegno forte dell’Ente, che proseguirà nel 2022» gati all’emergenza Covid. Per le imprese furono erogati 14.700 euro a favore di 49 aziende, ognuna delle quali beneficiò di un bonus di 300 euro. A 400 lavoratori danneggiati dalle conseguenze economiche del Covid (su 460 domande presentate), invece, furono destinati 200 euro, per un totale di 80mila euro. Complessivamente, quindi, l’Ebiter Campania ha erogato, nel 2021, ben 120.500 euro a favore dei lavoratori e
37.500 euro per le imprese, per un totale di 158.000 euro. «L’Ebiter continua nella sua azione di sostegno dei lavoratori e delle imprese del settore terziario con uno strumento semplice ed efficace, come quello dei bonus, che riesce a mitigare in maniera veloce alcune conseguenze economiche dell’emergenza Covid», afferma la presidente Luana Di Tuoro, che aggiunge: «L’efficacia di questo strumento è dimostrata anche dal gradimento dei beneficiari. In particolare, i bandi per i lavoratori hanno registrato una partecipazione elevatissima. Quello che si è aperto il 15 novembre, ad esempio, ha superato il tetto di domande finanziabili (270) già dopo tre giorni, il 18 novembre». Questo successo dei bandi, osserva Di Tuoro, «è positivo perché conferma che l’Ebiter sta rispondendo alla crisi con uno strumento efficace ma, al tempo stesso, segnala la grande difficoltà che stanno vivendo tanti lavoratori e tante imprese del settore terziario, tra i più colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia. Proprio per questi motivi – conclude la presidente dell’Ebiter – continueremo a sostenere famiglie e imprese anche nel 2022 con gli strumenti più adeguati a soddisfare gli obiettivi programmatici e strategici del nostro Ente».
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA MICHELE BRUNO
PRECISAZIONI IN ORDINE AL VERBALE ASSEMBLEARE DEI SINDACI DEL CONSORZIO CIMITERIALE DEL 9-12-2021 E ALLA DELIBERA N.1 DEL 9-12-2021
Il sottoscritto dr Michele Bruno componente del Consiglio Consortile tra i Comuni di Casoria - Arzano e Casavatore, in quanto non revocato dal Sindaco del Comune di Casoria e nonché Rappresentante Legale del Consorzio Cimiteriale decaduto a seguito dell’approvazione della delibera n.1 del 9-12-2021 e approvata dall’Assemblea dei Sindaci del Consorzio Cimiteriale - in pari data - . Constatato che ad oggi i componente del Comune di Casavatore non sono stati ancora revocati, il che significa che il Consiglio Consortile è ancora nelle sue piena legittimità di operare. Pertanto, chiedo le copie della revoca dei componenti per quanto riguarda il Comune di Casavatore e le copie delle dimissioni inoltrate dai componenti del Comune di Arzano. Inoltre, preciso che nella mia veste di Rappresentante legale (a suo tempo e poi revocato a seguito della delibera n.1 del 9-12-
2021) del Consorzio Cimiteriale a norma dell’art 14 dello Statuto Consortile Vigente non sono mai pervenute al sottoscritto sia la revoca sia le dimissioni dei Componenti del Consiglio Consortile dei Comuni di Arzano e Casavatore. Per tutto quanto sopra esposto, pongo l’attenzione di S.E. il Prefetto di Napoli di verificare la legittimità degli atti relativi all’Assemblea dei Sindaci del Consorzio Cimiteriale tra i Comuni di Casoria - Arzano e Casavatore del 9-12-2021 e l’approvazione della delibera n.1 del 9-12-2021 proposta dal Direttore pro tempore del Consorzio Cimiteriale - che allego alla presente - . A parere dello scrivente, il Consiglio Consortile è ancora nelle sue piene funzioni in quanto non si sono verificate le dimissioni e cessazione dalla carica di Presidente o di almeno cinque consiglieri il quale comporta la decadenza del Consiglio Consortile.
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DANIELA LOMBARDI
A TU PER TU CON LA GRIFFE PLUMILLA Perché hai deciso di scegliere la moda come carriera? Nel 2015 dopo un periodo burrascoso nell’ambito lavorativo, insieme ad un’Amica con i piedi nell’acqua cristallina di Minorca da qui il nome di Plumilla che in spagnolo siginifica piccola piuma, e con la voglia di riscattarmi professionalmente, decido di dare finalmente spazio e corpo alla mia vera e autentica propensione all’Arte e all’Artigianato selezionando dapprima, in giro per l’Europa, e creando poi, delle capsule collection di Moda e Accessori che potessero dar sfogo e anima alla creatività sempre avuta ma mai fino ad allora espressa in modo totalitario Qual è secondo te la parte preferita dell’essere stilista? Essere Stilista non è un lavoro ma una vera e propria necessità tal volte anche faticosa. La Creatività spesso dirompe e ogni volta deve essere incanalata per dare forme e stili che corrispondano al proprio disegno di Donna. I disegni che hai creato sono senza dubbio abbastanza buoni, ma chi e quali cose sono stati la tua ispirazione durante la creazione di tali disegni? I disegni delle mie creazioni sono l’espressione di un concetto di Donna iperfemminile ma moderna e contemporanea che pur cercando un suo spazio e una SUA IDENTITA’ nell’ambito professionale, rivendica e cerca continuamente di esprimere la sua natura di Donna. Nel farlo mi rifaccio anche alla storia del costume e a cenni della Natura che vivo quotidianamente. Storia e Natura sono le maggiori ispiratrici delle mie collezioni nelle quali anche nuove visioni di attualità fanno capolino Definire la moda? La Moda viene definita un fenomeno sociale di comportamento nel gusto e nello stile. Per me è la rappresentazione del vivere e del viversi nel proprio contesto storico e sociale. Descrivi il tuo periodo di tirocinio? Divertente e stimolante. Ai primordi di questa esperienza è stato un susseguirsi di stimoli nuovi e di esperienze straordinarie. Viaggi in giro per il Mondo per riportare selezioni vintage e nuove tendenze per dare corpo a collezioni da proporre alle Amiche in ritrovi o eventi con il calice di bollicine in mano fra
stampelle e camerini ricavati dietro paraventi improvvisati. Poi la decisione di iniziare corsi di studio per creare da sole le proprie collezioni. Quali competenze secondo te sono necessarie per uno stilista di successo? La prima competenza che mi viene in mente riguardo all’attività di una Stilista di successo o meno è la visione che si ha nell’immaginare una creazione finita. Spesso infatti le mie idee prima di essere realizzate attraversano una fase “visionaria” che non sempre trova immediatamente l’appoggio tecnico e realizzativo. Lo Staff che mi assiste ormai è abituato a sforzarsi di seguirmi in step dapprima tortuosi ma che poi con uno sforzo unanime riescono a tradursi in capi unici e originali dal taglio classico e a tratti innovativo. Sei un esperto di computer e tecnologia per la progettazione? O che tipo di software usi durante la progettazione. Se no, allora anche essere franco? Attualmente ancora, pur conoscendo la varietà di software che aiutano ad elaborare modelli, preferisco appoggiarmi a schizzi di forme e colori. Sarà il prossimo step per imparare ad attingere a nuove tecnologie. Come rimani aggiornato sulla moda? Il mio lavoro di continui aggiornamenti di stili e preferenze si interseca ogni giorno tra quotidianità in strada sui rotocalchi e mangiando libri e films storici Cosa ne pensi dell’etica del lavoro e che tipo di etica credi di seguire mentre lavori con la moda? Per me l’espressione più alta di etica del lavoro è considerare il lavoro che offre ad ognuno la possibilità di esprimersi tenendo conto delle esigenze di business e di quelle personali. Il rispetto della
persona alla base e prima di tutto Come descriveresti il tuo stile personale? Non c’è un solo stile al quale vorrei che gli altri mi identificassero. Sono una persona dalle molteplici espressioni artistiche che come prima necessità ha quella di rappresentare una Femminilità ritrovata senza nascondere la personalità e la grinta che caratterizza noi Donne nell’affrontare i molteplici aspetti che devono assumere nelle loro quotidianità. La Donna deve piacersi per piacere. In quale settore dei lavori di design della moda desideri lavorare? Non pongo mai confini. La vita mi ha insegnato che siamo noi a deciderli e io non ne voglio. Ogni ambito di espressione mi riguarda, che sia nella Moda che nell’Arte. Essere uno stilista? Che tipo di vestiti preferirai durante un’intervista? I miei outfit personali che siano per un’intervista o per una sfilata o evento a cui partecipare, sono sempre creati al momento. Devo sentirmi bene e a mio agio in quel momento. Ho un solo corpo ma una moltitudine di personalità da vestire… Come contribuirai al meglio per l’azienda? La mia Azienda è uno degli scopi della mia vita dopo la mia famiglia. E finchè riuscirà a conciliare con Amore e dedizione le due cose, nessuno puo’ fermarmi. Ogni giorno è una scoperta nuova per dare anima e corpo a questa passione. Come gestiresti un cliente arrogante? Il Cliente arrogante è un Cliente come gli altri. Va accompagnato nella scelta senza creare traumi o attriti, la Moda deve essere un momento piacevole e di condivisione. Di solito mi riesce, perchè il suo piacere nell’indossare le mie creazioni è la vera essenza della mia professione. Quanto ti senti a tuo agio a lavorare con modelli e altri designer? Mi sento come in una grande famiglia. I modelli li vedo come figli da proteggere e i colleghi designer come compagni di viaggio. Un viaggio avventuroso ed entusiasmante. Come metteresti in relazione le tendenze della moda passate e presenti Con un filo di stravaganza e di preziosità, perchè le une e le altre possano fon-
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AL VIA A LATINA LE RIPRESE DE ‘IL RITORNO’, LUNGOMETRAGGIO SCRITTO E DIRETTO DA STEFANO CHIANTINI CON PROTAGONISTI EMMA MARRONE E FABRIZIO RONGIONE
Sono iniziate a Latina - e continueranno per sei settimane anche a Fiumicino - le riprese del lungometraggio ‘Il ritorno’, scritto e diretto da Stefano Chiantini (Isole; Storie Sospese; Naufragi). Protagonisti del film Emma Marrone e Fabrizio Rongione, prodotto da Andrea Petrozzi per World Video Production con Rai Cinema e MiC, Marvin Film, Bling Flamingo e Lazio Cinema International. La direzione della fotografia è affidata a Claudio Di Francesco, le scenografie sono di Valentina Scalia, i costumi di Marta Passarini, il montaggio di Luca Benedetti e le musiche di Piernicola Di Muro. La storia del film racconta di una giovane famiglia: Teresa, giovane donna che abita con Pietro in un quartiere periferico di una città del Lazio e il loro figlio di due anni, Antonio. Come molti ragazzi della stessa età, devono fare i conti con mancanza di lavoro e difficoltà economiche. Pietro poi non è propriamente la persona più affidabile e Teresa deve fare tutto da sola e dividersi tra lavoro, casa e figlio. I comportamenti di Pietro però mettono a rischio lei e Antonio, e Teresa
per difendere il figlio arriva a compiere un gesto estremo, che le costa il carcere. Quando torna, ad accoglierla ci sono Pietro e Antonio, e la vita che ha lasciato dieci anni prima... IL REGISTA Regista e sceneggiatore, Stefano Chiantini nasce ad Avezzano (L’Aquila) nel 1974. Professionalmente inizia la sua carriera nel 1999 realizzando un cortometraggio in pellicola 35mm: “DOVE CORRI, MA DOVE CORRI?!” a cui seguirà nel 2001 un secondo cortometraggio, sempre in pellicola 35mm “IO CI PROVO”. Nel 2009 scrive e dirige
il lungometraggio “L’AMORE NON BASTA”, pellicola super 16mm, con Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Tiberi. Si dedica poi alla scrittura e alla direzione della sua seconda opera, “ISOLE”, con Asia Argento, Giorgio Colangeli e Ivan Franek. Vincitore di un Globo d’Oro 2012, il film è stato selezionato in numerosi festival: Toronto film festival, Festival de cine italiano de Madrid, Victoria film festival, Festival di Vancouver, Festival di Londra. Nel 2017 dirige il suo terzo lungometraggio, “STORIE SOSPESE”. Prodotto dalla Faso film e Rai Cinema, interpretato da Marco Giallini e Maya Sansa, il film è stato selezionato dalla 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica nella sezione Le Giornate degli Autori. Il film ha partecipato a numerosi festival internazionali ed è stato distribuito nel circuito internazionale. Nel 2020 realizza il suo quarto lungometraggio “NAUFRAGI”, di cui è anche autore della sceneggiatura, con interpreti Micaela Ramazzotti e Marguerite Abouet per una coproduzione Italia-Francia supportata dal Mibac, Rai Cinema e Lazio Cinema International.
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GRAZIA GUARINO
UN AMORE DI FAMIGLIA: DOMENICA 19 DICEMBRE A PALAZZO FONDI LA PRESENTAZIONE DEL POLO EDUCATIVO “ECOLOGICO” E “MULTILINGUE” “Un Amore di famiglia” è un Polo Educativo per la costruzione di “life skill”: non solo istruzione, qui i bambini acquisiscono competenze per la vita, costruite attraverso un approccio di didattica emozionale. Insegnare significa offrire competenze e conoscenze, ma anche e soprattutto curare lo sviluppo emozionale e armonico della persona. I bambini vengono seguiti nell’intero percorso di apprendimento: dalla culla all’approccio con il mondo del lavoro. “Crediamo nel Life Long Learning e nella massima eduardiana per cui sul palcoscenico della vita “gli esami non finiscono mai”, spiegano i fondatori del polo. Il progetto sarà presentato domenica 19 dicembre a Palazzo Fondi attraverso un open day. Dalle ore 10 alle ore 13:30 e dalle ore 16 alle ore 19 si articoleranno diversi momenti, scanditi da laboratori che rappresenteranno parte della vasta e variegata offerta didattica e formativa del polo. Oltre a poter incontrare i docenti e a toccare con mano le diverse attività in cui ogni giorno i bambini vengono coinvolti, durante l’open day saranno presentate anche le progettualità future del polo, con una tavola rotonda (prevista per le ore 12) a cui parteciperanno Imma Napodano (esperta di letteratura per l’infanzia e curatrice di Bibi), Marina Albanese (direttore del Centro di Ateneo Lupt dell’Università Federico II), Rosa De
Vivo (e-learning specialist Asitor), rappresentanti delle Istituzioni e del Mondo della Ricerca. Sarà possibile registrarsi alle varie attività e parteciparvi con i bambini e i ragazzi, che saranno coinvolti in laboratori teatrali e artistici, senza dimenticare il mondo del food. Infatti, gli chef dell’Associazione Provinciale Cuochi Napoli saranno presenti all’evento con delle proposte gastronomiche che accontenteranno sia i bambini che i loro genitori. Altri importanti attori dell’open day organizzato da “Un amore di Famiglia” saranno la Scuola di cinema Napoli, Orata Design, Lebanart e Playourtour. I locali in cui è attualmente ubicato il polo (sito in via Alcide De Gasperi, 45 – Napoli) sono spazi ecologici, costruiti con materiali atossici ed ecosostenibili (materiali riutilizzabili, legno, cromie
e pitture naturali). La biblioteca, centro studi e scuola primaria e secondaria saranno siti in via Donnalbina, ospitati nel complesso Don Orione. “Un Amore di Famiglia” è un progetto a impatto zero, ove si sfrutta il più possibile l’illuminazione naturale, insegnando ai bambini a fare altrettanto per educarli sin da piccoli a una visione della vita ecosostenibile. Apprendimento naturale, crescita personale, educazione esperienziale, espressione libera e guidata, creatività, rispetto per la natura: sono questi i valori fondanti che caratterizzano questo Polo Educativo e che vengono espressi nelle diverse attività. L’ingresso all’evento è subordinato all’esibizione del green pass. Le modalità di svolgimento delle attività sono conformi alle regole anti – Covid19. PROGRAMMA DELL’OPEN DAY ore 10 Letto/Caffè: l’importanza della lettura nel nostro percorso educativo. Presentazione della Biblioteca ore 11 Dimostrazioni di teatro in lingua inglese ore 12 Tavola Rotonda di presentazione Progetto ore 16 Laboratorio d’arte ore 17 Un te tra amiche: confronto sulla genitorialità ore 18 Attività Playourtour ore 19 Saluti finali
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Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 16 dicembre 2021
Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Pietro Casilli, 26 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08113086022 email: casoriadue@libero. it
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