SABATO Settimanale di Informazione 25 DICEMBRE 2021
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ANNO XXI - N° 47- SABATO 25 DICEMBRE 2021
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2 ANTONIO BOTTA
GLI SPAZI PER UN ACCORDO CI SONO, CONFIDANDO NEL COMUNE INTERESSE PER LA COMUNITA’ CASORIANA A COLLOQUIO CON L’AVVOCATO ANTONIO PARISI, CHE RAPPRESENTA GLI INTERESSI DI ALBA ORIENS NEL CONTENZIOSO CON IL COMUNE SUL PALAZZETTO DELLO SPORT
Ringrazio vivamente l’avvocato Parisi, che, sebbene sia stato occupato in impegni improrogabili urgenti e non previsti, ugualmente ha mantenuto l’impegno, in un orario non congruo, di rispondere alle domande su una questione molto spinosa, di particolare interesse per la cittadinanza casoriana. E’ noto che tra Alba Oriens e Comune è in corso sul Palacasoria una complicata e lunghissima vicenda giudiziaria. L’ Ente locale esige dalla Società affidataria, da lei legalmente rappresentata, crediti non riscossi, mentre Alba Oriens ha avanzato al Comune richieste per onerosi interventi di manutenzione, alcune dei quali, peraltro, gravati sul gestore per il regolare svolgimento delle attività. A che punto è il contenzioso in corso? Fin dal 2016 l’Associazione concessionaria, a fronte della richiesta di pagamento dei canoni, aveva rappresentato che il Palazzetto non era mai stato agibile, mentre per rendere agibile la piscina aveva anticipato ingenti somme per far fronte ad interventi urgenti di manutenzione per consentirne il funzionamento così come previsto dal Capitolato. Peraltro, sin dall’inizio era stata formalmente richiesta la riduzione del canone per il mancato utilizzo di parte degli impianti affidati. Ebbene, dopo la conclusione dei lavori appaltati per l’adeguamento degli impianti al fine di consentire lo svolgimento delle Universiadi, nel 2019 veniva riconsegnata la sola piscina perchè il palazzetto rimaneva inagibile. Lo stesso ufficio tecnico comunale stimava in circa 200.000 euro i lavori eseguiti da ALBA ORIENS che andavano scomputati dai canoni non pagati. Nonostante i numerosi incontri finalizzati a raggiungere un accordo transattivo e, quantunque il testo fosse stato concordato per grandi linee, l’intesa non fu mai formalizzata, cosicché ALBA ORIENS ha agito dinanzi al Tribunale di Napoli Nord, contestando l’inadem-
pimento del Comune, il quale ha disposto unilateralmente la risoluzione della concessione e lo sgombero delle strutture. Il giudizio è tutt’ora pendente anche se in sede cautelare il Giudice dapprima ha rigettato la domanda di ALBA ORIENS ma, di converso, ha anche ritenuto che l’Ente, in attesa della definizione della controversia, non potesse ottenere il rilascio degli impianti. Nel frattempo la piscina è stata a lungo chiusa a causa della pandemia e di recente la ALBA ORIENS, sobbarcandosi ulteriori opere puntualmente comunicate al Comune, ha riaperto per offrire un servizio alla cittadinanza. Come legali abbiamo più volte invitato il Comune a ricercare i margini per un accordo senza però ottenere alcun riscontro. L’OSL, Organismo Straordinario di Liquidazione, insediatosi dopo la dichiarazione di dissesto finanziario, penso che stia svolgendo un delicato ruolo di mediazione nell’ingarbugliata controversia, per giungere quanto prima ad una composizione che possa coniugare le istanze delle rispettive parti. Cosa può dirci, al riguardo? L’OSL è stato investito rispettivamente dell’ammissione alla massa passiva del
credito azionato in giudizio da ALBA ORIENS (circa 3 milioni di euro a titolo di risarcimento danni) ed alla massa attiva delle fatture non pagate per i canoni, in buona parte oggetto di richiesta di compensazione con i lavori eseguiti. Avevamo proposto al Comune ragionevolmente di congelare la situazione pregressa, affidando la valutazione all’OSL e di consentire la prosecuzione delle attività sportive con impegno di ALBA ORIENS a versare i canoni correnti per l’utilizzo della piscina (il palazzetto ovviamente è chiuso perchè inagibile). Anche in questo caso, nonostante formali e reiterate richieste scritte, nessuna risposta da parte dell’Ente che ha insistito con il muro contro muro, chiedendo la riconsegna degli impianti. Riconsegna che avrebbe comportato l’interruzione delle attività ed un danno ai cittadini di Casoria e non solo. Abbiamo assistito ad una fuga dalle responsabilità e ad un caso classico di paura della firma da parte dei dirigenti comunali. In un’intervista su Nano Tv, l’Assessore alle finanze, dott. Francesco Girardi, intervistato dal direttore di Casoriadue Nando Troise, evidenziò nel marzo scorso il rischio di demandare la spinosa vertenza al tribunale, qualora le parti in causa non giungessero ad un accordo in tempi congrui. Al momento, la situazione, a suo avviso, è tale da rendere possibile quanto paventato da Girardi, che allungherebbe ulteriormente i tempi di composizione del conflitto ? La vertenza è già rimessa al Tribunale di Napoli Nord dove il giudizio pende in fase istruttoria. Con l’assessore Girardi era stato avviato un percorso per trovare una soluzione amministrativa equilibrata, anche temporanea, allo scontro in atto ma poi tutto si è arenato. Siamo fiduciosi che il Tribunale riconosca le ragioni di ALBA ORIENS ed ac-
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certi che, come ritenuto nel contenzioso tra il Comune e il precedente gestore, gli impianti non erano funzionanti ed efficienti fin dal momento della consegna. Il Comune non si è comportato secondo buona fede nonostante la disponibilità della concessionaria ad eseguire i lavori pur di mantenere in efficienza gli impianti ed assicurare la continuità del servizio. E’ evidente però che dopo aver speso 600.000 euro in lavori senza poter utilizzare il palazzetto si è determinato uno squilibrio nella concessione che impediva di poter pagare i canoni integralmente. Comunque, a fronte dei tempi lunghi del giudizio, non disperiamo che il comune possa ritornare sui suoi passi e trovare un punto di equilibrio. Quali parti del Palacasoria sono attualmente fruibili dai cittadini e quali quelle inaccessibili? Il palazzetto è completamente inagibile anche dopo i lavori commissionati per le Universiadi, le coperture sono soggette ad infiltrazioni e il parquet è ammalorato. Dopo la riapertura, invece, la piscina funziona grazie agli interventi eseguiti a cura e spese di ALBA ORIENS
3 nell’inerzia del Comune. L’Ente, infatti, non si è mai posto il problema della manutenzione straordinaria a proprio carico ma si è limitato ad insistere per il pagamento dei canoni. Se la sente di azzardare una previsione circa i tempi di chiusura definitiva del contenzioso con possibilità di aprire tutta la struttura sportiva alla Cittadinanza e alle società sportive? Per il giudizio di primo grado, la cui prossima udienza è fissata a giugno, ci vorranno almeno due anni. Poi prevedibilmente, chiunque abbia la meglio, ci saranno altri due gradi di giudizio. Chi amministra deve assumersi le responsabilità dinanzi alla popolazione. Il decreto rilancio, a fronte della prolungata chiusura degli impianti a causa della pandemia, consente la rinegoziazione delle concessioni di impianti sportivi sia in relazione all’entità del canone che alla durata. Gli spazi per un accordo ci sono ancora se tutti hanno il medesimo obbiettivo di far funzionare al meglio il Palacasoria ed offrire un servizio ai cittadini, specie alle fasce piè deboli (penso al lavoro straordinario che viene fatto con i ragazzi autistici e diversamente abili). ALBA ORIENS ha
più volte sollecitato il Comune e non mancherà di fare la sua parte se vi fosse uno spiraglio. Non è accettabile far passare la tesi di un concessionario moroso e inadempiente quando l’Ente per 5 anni è venuto meno ai suoi obblighi e si è sottratto al confronto, rendendosi gravemente inadempiente. Lo ribadisco sommessamente: la priorità deve essere la continuità nell’erogazione di un servizio di qualità ed accessibile alla cittadinanza. Del resto mi chiedo cosa pensa di ottenere il Comune dopo aver sgomberato con la forza ALBA ORIENS: chi gestirà la struttura ? Quanto tempo ci vorrà per espletare una nuova gara ? E’ pensabile che gli impianti restino chiusi ed incustoditi in attesa di una pronuncia giudiziaria definitiva ? L’Ente ha valutato i rischi del contenzioso e la possibile soccombenza? Sono tutte domande che richiedono risposte politiche in termini di indirizzo e soluzioni tecnico-amministrative e gestionali adeguate: finora sono mancate le prime e le seconde ma confidiamo ancora in una soluzione condivisa che guardi all’interesse della comunità casoriana.
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4 CIRO TROISE
L’INTER SCAPPA, IL NAPOLI CROLLA DOPO IL BLITZ DI MILANO
Sembrava prefigurarsi una lotta scudetto punto a punto, equilibrata, tirata, può ancora succedere nel girone di ritorno ma la cronaca racconta un allungo dell’Inter. Come quei ciclisti che sentono l’odore del sangue, capiscono che è la montagna giusta per staccarsi dal gruppo. L’Inter di Simone Inzaghi ha fatto così dimostrando solidità, cattiveria e anche un gioco godibile, con i braccetti di difesa che accompagnano la proposta offensiva, i due quinti che spingono tanto. Sembra un martello pneumatico che trova più modi per far male all’avversario: la spinta sulle catene laterali, le palle inattive, l’intesa DzekoLautaro. Nel contesto che profuma d’entusiasmo, poi tutti riescono a dare il loro contributo, anche subentrando da alternative, come per esempio Vidal e Sanchez. L’Inter in campionato ha ottenuto sette vittorie consecutive, da sei gare non subisce gol, non perde dalla partita contro la Lazio del 16 ottobre scorso. I nerazzurri erano sette punti dietro il Napoli, la prospettiva si è completamente ribaltata, adesso l’Inter è davanti con sette punti di vantaggio sugli azzurri. Non è ancora la fuga della macchina da guerra costruita da Conte nella seconda parte della scorsa stagione, con 50 punti nel girone di ritorno, ma la squadra di Inzaghi ha fatto il primo vuoto alle sue spalle. Il Milan non avrà più le coppe europee dopo l’elimina-
zione dalla Champions League, quattro punti di distacco non sono tantissimi ma sul campo l’Inter trasmette la sensazione di una forza diversa. Le variabili poi sono tante: a gennaio ci sarà la Coppa d’Africa che devasterà il Napoli e svuoterà il centrocampo del Milan, orfano di Kessie e Bennacer. La Coppa d’Africa è in programma dal 9 gennaio al 6 febbraio ma bisognerà capire la questione della quarantena al rientro. Al momento chi arriva dal Camerun, la sede della competizione, in Italia deve farsi tampone e, anche in caso di esito negativo, isolarsi per una decina di giorni. I club che perderanno i giocatori per la Coppa d’Africa praticamente non sanno quando li ritroveranno. A gennaio ci sarà anche il mercato che riguarda soprattutto Milan e Napoli perché l’infortunio di Kjaer e la partenza di Manolas impongono d’intervenire per arricchire il reparto difensivo che è monco anche numericamente. L’allungo dell’Inter ha spezzato l’idea di una lotta scu-
detto a quattro squadre anche perché nelle ultime due giornate del 2021 è calata l’Atalanta, con la sconfitta interna contro la Roma e il pareggio sul campo del Genoa. Come il Napoli, la squadra di Gasperini è caduta, non ha retto il passo, scivolando dopo sei successi consecutivi. L’Inter finora è stata la squadra più regolare anche perché non ha perso come Napoli e Milan uomini-chiave a causa degli infortuni e del Covid-19 per tanto tempo. Il Napoli, dopo undici giornate attraversate con il piede sull’acceleratore, ha collezionato solo otto punti nelle ultime otto partite, battendo praticamente solo Lazio e Milan in questo ciclo. È impressionante la quantità di punti persi contro squadre medio-piccole come Empoli, Spezia, Verona e Sassuolo. La classifica comunque è ancora corta, tra la prima e la quarta ci sono otto punti di distanza ma Napoli e Atalanta soprattutto devono guardarsi dalle inseguitrici per proteggere la qualificazione
in Champions League. La Juventus è a -5 e il 6 gennaio ci sarà la sfida contro il Napoli a Torino. Per l’assalto al quarto posto ci sono anche la Fiorentina, che non ha le coppe, e la Roma di Mourinho se dovesse trovare regolarità nel rendimento. Allegri ritroverà Chiesa e Dybala, Spalletti non avrà Mario Rui squalificato, per il Napoli inizierà il calvario della Coppa d’Africa. L’unica speranza degli azzurri è recuperare almeno Fabian Ruiz, fermo per una sindrome retto-adduttoria (forma comune di pubalgia) da inizio dicembre, e Insigne positivo al Covid-19. L’Inter tra gennaio e febbraio ha sfide complesse, dovrà affrontare Lazio, Atalanta, la finale di Supercoppa contro la Juventus, il Milan, il Napoli, poi avrà la doppia sfida contro il Liverpool che può consumare energie. Nei primi due mesi dell’anno si capirà se sarà ancora fuga nerazzurra o se ci saranno margini per le inseguitrici di rendere aperta e intensa fino alla fine la lotta scudetto.
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RITA GIAQUINTO
POLIS NOSTRUM: ANGELA CARINI, CENTRO ASTERIX, COMPLESSO CIMITERIALE E VORAGINI
Sono tanti gli argomenti che il Dir. Maurizio Cerbone ha trattato nello studio di Polis Nostrum nella fascia quotidiana di lunedì 20 dicembre. Da solo in studio in diretta web e con il Dir. Troise in collegamento telefonico costretto a casa per un lieve infortunio, Maurizio Cerbone ci ha parlato di Angela Carini, pugile di Afragola, medaglia d’oro a Massa Carrara. La sfidante, ritiratasi per infortunio, non è proprio salita sul ring decretando la vittoria di Angela al campionato italiano di boxe femminile. Dallo sport alla società, anzi alla socialità, si passa al racconto del CENTRO ASTERIX, un’associazione di aggregazione giovanile inaugurata la mattina di lunedì 20 dicembre a San Giovanni a Teduccio anche in presenza del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Il centro è stato portato avanti da due cooperative sociali – La Coccinella di Mario Fiumarelli e Callisto – che hanno vinto due progetti, arrivati tra i primi dieci alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la rivalutazione dei beni pubblici. Uno dei progetti riguarda le attività di laboratorio teatrale e musicale, il secondo,
invece, riguarda le attività di educazione e formazione. Tutto messo gratuitamente a disposizione dei giovani del territorio. Queste le parole di Alfonso Fiumarelli, padre di Mario, uno dei fautori dell’iniziativa: “Innanzitutto, il Sindaco Manfredi è rimasto particolarmente colpito da quanto siamo riusciti a fare e di quello che vorremmo realizzare in sinergia con tante cooperative sociali, con la scuola per attuare interventi importanti sul territorio anche con progetti a livello europeo. Il Sindaco ci ha garantito la sua vicinan-
za ed il suo sostegno, insieme all’Assessore Marciani. Abbiamo ricevuto anche un plauso dal Prefetto di Napoli”. Ma, come sottolineato anche dal Dir. Troise in collegamento telefonico, va sempre ricordato e sottolineato che la famiglia Fiumarelli è una vera eccellenza non solo di Casoria, ma di tutta la Campania. Le loro attività di formazione e ludico-ricreative sono un’eccellenza regionale. Tra l’altro, la redazione di NanoTV ha anche ipotizzato una collaborazione con Mario per la realizzazione di un laboratorio giornalisti-
co per la Fondazione Natale Cerbone e, a tal proposito, i Fiumarelli avevano già pensato a Nando Troise come uno dei formatori. Da questo importante progetto, le notizie passano poi alle difficoltà del complesso cimiteriale di Casoria- Casavatore- Arzano, argomento affrontato anche sul quotidiano ROMA. L’articolo parla, infatti, della revoca da parte del Sindaco di Casavatore, Luigi Maglione, della nomina di Antonio Pugliese, e comunque di una situazione generale del complesso particolarmente ingarbugliata che ci si augura si possa risolvere quanto prima, anche perché i tre comuni abbracciano una popolazione di circa 200.000 abitanti. Una riunione dei tre sindaci potrebbe, forse, portare ad una qualche risoluzione. E, a proposito di Casavatore, l’ex Sindaco Vito Marino ha rilasciato un’intervista per commentare la voragine che ha costretto circa quindici famiglie a stare per strada e alla chiusura di alcune attività. Non sappiamo se effettivamente il comune si stia occupando degli sfollati, ma queste sono le parole di Marino in un messaggio inviato a poche ore
Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00
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6 dal crollo del 19 dicembre: “In questo momento, non è importante fare alcuna propaganda politica o elettorale, ma dobbiamo procedere immediatamente ad assistere i cittadini di Casavatore che stanno per strada. La parte politica, soprattutto l’ex amministrazione Marino, vuole immediatamente dare un tetto alle persone che purtroppo saranno costrette a non poter tornare a casa, magari iniziando a vedere sul territorio, negli hotel, bed & breakfast, per dare una camera a queste
persone in attesa che le cose si possano sistemare. Vi ringrazio per il vostro immediato intervento”. Ma, come tutti ben sappiamo, e anche il Dir. Troise ce lo ricorda, quello delle voragini è un astioso problema che riguarda tutto il territorio dell’area a Nord di Napoli. Il consiglio a tutti i Sindaci di queste zone è di tenere sempre bene a mente ciò che è accaduto a Ravanusa, ad Agrigento, dove hanno perso la vita nove persone. La cura dei sottoservizi dovrebbe essere prioritaria per le nostre
amministrazioni e per i nostri Sindaci. Non dovremmo mai dimenticare che camminiamo su cavità sotterranee. Non da ultima è, infatti, la notizia della chiusura della via Ugo La Malfa ad Afragola per una voragine. In loco sono già arrivati, per i dovuti controlli, i Vigili del fuoco, la Polizia locale ed una ditta incaricata dal Comune per tutte le verifiche del caso. Dalle prime analisi è emerso che non si tratta di infiltrazioni ma di una tana di lapillo abbastanza caratteristica di queste zone. La strada chiusa
crea un certo disagio ai cittadini per la percorribilità delle strade, ma è opportuno che vengano fatto tutti i controlli e le verifiche per evitare ulteriori, spiacevoli incidenti. Per il sottosuolo sarebbe il caso di creare delle vere e proprie commissioni con i tecnici di competenza geologica, di ingegneria ed urbanistica, al fine di evitare non solo il continuo verificarsi delle voragini, ma evitare anche che uno di questi casi possa, prima o poi, trasformarsi in una tragedia di cronaca.
MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
CAIRANO RESORT: BENVENUTI IN PARADISO
L’antico borgo adagiato su un’altura nel cuore dell’Irpinia, destinato ad un lento inesorabile abbandono, rivive oggi grazie all’intraprendenza visionaria di un architetto manager che ha creduto in un sogno ed è riuscito a trasformare un paese diroccato in un albergo diffuso dove la slow life ci insegna a ritrovare l’equilibrio compensando il logorio della vita moderna
Buon Natale, amici lettori. Oggi è il giorno più magico dell’anno, quello in cui i sogni diventano realtà. Basta crederci, crederci davvero. riavvolgere il nastro della vita e tornare bambini, o ancora prima: tornare ad un tempo in cui non siamo mai stati, il tempo felice in cui sono ambientate le fiabe, quei meravigliosi racconti didascalici nei quali, anche se i cattivi sono sempre in agguato pronti ad ogni nefandezza pur di impedire loro di raggiungere la sospirata felicità, i buoni non smettono di perseguire
i loro obiettivi, sostenuti da una cieca fiducia nella giustezza del loro sogno e nella giustizia morale che premia sempre gli animi puri, e alla fine ricevono la giusta ricompensa di sconfiggere i malvagi e vivere per sempre felici e contenti. Era il tempo delle fiabe e delle fate, della befana e delle calze appese al camino, delle caldarroste scoppiettanti e del paiolo sulla brace del focolare, cuore caldo e spesso unica luce delle case contadine, umili ma oneste, dove al termine di una faticosa giornata in vigna o al pascolo, la sera bastava mettere la testa sul cuscino per ricevere in un amen la ricompensa di un sonno sano e ristoratore che restituiva al corpo vigore e leggerezza all’anima. Un tempo in cui le nonne facevano la pasta in casa tirando la sfoglia col matterello e sgranavano legumi riunite in cerchio attorno al braciere, sormontato dalla campana di vimini con i panni sopra stesi ad asciugare e recitan-
do le giaculatorie in latino con le comari, senza conoscere il significato di una sola parola ma con la devozione di una fede autentica che non ha bisogno di capire neppure il testo della preghiera già paga e grata di pregare. E sì, che nostalgia il bicchiere di vino rosso la sera tagliato con la gazzosa e la bustina di Idrolitina sciolta nell’acqua del rubinetto fresca e dissetante come e più che quella di fonte altissima e purissima. Che nostalgia il profumo delle bucce di mandarino che scoppiettano nel focolare insieme ai ramoscelli secchi, innesco perfetto per i tronchi stagionati. Che nostalgia l’odore del caffè in grani macinato a manovella ed estratto dal magico cassettino sottostante. Che nostalgia i pomeriggi d’agosto baciati dal raggio lungo di un sole denso, caldo ma buono, quel silenzio che accarezzava le orecchie e il cuore, trafitto solo di tanto in tanto, dal ronzio ostinato di una mosca golosa o
SABATO 25 DICEMBRE 2021 dal coccodè di una gallina che razzolava tra i sassi becchettando vermetti e insettini che vedeva solo lei. Quei pomeriggi lenti e gioiosi, trascorsi ad infilare pacchetelle di pomodori San Marzano originali e ciuffi di basilico nelle bottiglie di vetro marrone della birra e poi sigillate con i tappi a corona e messe a bollire tutta la notte nell’enorme bidone di ferro nero che troneggiava sul falò al centro dei cortili e delle aie, guardato a vista dall’uomo di casa dall’età indefinita custode del segreto atavico della perfetta cottura delle buatte. E gli struffoli a Natale, tuffati nell’olio schiumoso della pentola alta e tirati su ad asciugare sulla carta marrone del pane che intanto dormiva lievitando nella madia sotto il velo di tulle e la copertina di panno di lana morbida. Che nostalgia quando… va be’, basta mo’. Se no, altro che gioia del Natale, ci prende uno struggimento difficilmente contenibile e il rimpianto del tiempo bello ‘e ‘na vota che mai più tornerà rischia di rovinarci il Natale! Anche se… anche se non dobbiamo necessariamente rinunciare al sogno e a ritrovare quei sapori, quegli odori, quei silenzi, perché qualcuno, che alla possibilità di riportare indietro le lancette dell’orologio sull’età aurea della lentezza e della vita sostenibile non ha mai smesso di
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credere. Mai. Al punto di acquisire la maggior parte delle case sfitte o abbandonate del piccolo borgo di Cairano (un paesello arroccato su un’altura in provincia di Avellino abbandonato da tutti fuorché da un manipolo di anime tenaci che non arriva a trecento), di ristrutturare le abitazioni contadine e trasformarle in accoglienti suite disseminate lungo un percorso di benessere e bellezza che trascina visitatori e ospiti stressati e stanchi in un viaggio nel tempo in cui la parola d’ordine è lentezza e da cui tornare riequilibrati nel corpo e pacificati nello spi-
rito. Un panorama mozzafiato punteggiato di colline, dove la mano dell’uomo non è ancora arrivata a fare grossi danni, un cielo che ha il colore del cielo vero e un silenzio carico di voci della natura e, nelle giornate di vento, dagli zufolanti organi naturali scavati nelle rocce dall’erosione che conferiscono al paesaggio sensazioni oniriche irripetibili, le strade lastricate su cui sentire il ritmo dei propri passi, libere da strombazzanti motori ruggenti e maleodoranti, da percorrere senza fretta in interminabili passeggiate alla scoperta di scorci imprevisti, del tutto e del nulla sospesi nel tempo, la pietra antica che al tatto protegge e rassicura sono la scenografia perfetta per regalarsi una pausa di benessere e alleggerire la mente e il cuore. Merito di Andrea Riccio, architetto, scenografo e imprenditore, fondatore del marchio Wedding Solutions, che si è inventato il Cairano Resort e ha riportato nel borgo irpino la prospettiva di immaginare un futuro diverso dall’abbandono e di trasformare il piccolo centro nel volano di un nuovo turismo sostenibile. Nel paese c’erano solo tre attività commerciali, ha detto l’imprenditore ospite di Rossella Giaquinto nel rotocalco settimanale Salute&Benessere, in onda in diretta il giovedì alle 15,30 sull’emitten-
Crescere insieme, perfezionandosi SICUREZZA EDILIZIA AMBIENTE VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it
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8 te web Nano TV e disponibile sempre on demand, una farmacia, un bar e un ufficio postale. Il bar aveva chiuso per mancanza di avventori quando dieci anni fa ho deciso di seguire il cuore e credere all’utopia che la bellezza che vedevo io in quei luoghi potesse far innamorare tante altre persone desiderose, come me, di rallentare almeno in vacanza, di trovare pace e silenzio, di ritornare in contatto con la natura e a un ritmo più umano, di camminare a piedi e respirare a fondo i profumi dell’aria, di ritrovare i sapori di una volta e la voglia di sedersi a tavola per stare insieme assaggiando pietanze antiche credute perse per sempre. Così ho comprato il bar e l’ho riaperto. Ho comprato le abitazioni, le ho ristrutturate rispettando i canoni della struttura originale e le ho arredate ricreando gli ambienti sani di “casa di nonna”. Ho allestito e aperto un ristorante dove “zia Olga” cucina la pasta fatta in casa e ogni piatto della tradizione e ho immaginato che fosse giusto offrire la possibilità di incontrare la felicità che provavo io e che ancora provo ogni volta che vado a Cairano a tutti coloro che ne hanno voglia. È bellissimo vedere i miei figli giocare per strada come si faceva un tempo con i pochi bambini del paese, senza il timore di veder sbucare da dietro un angolo un’auto che sfreccia a tutta velocità e appesta l’aria. A Cairano le macchine sono pochissime e, quando passano per il centro, anche loro vanno piano. Peccato che poco dopo aver realizzato il resort siamo stati tutti travolti dalla pandemia e anche il turismo sostenibile come quello che proponiamo abbia subito una brusca battuta d’arresto. Questo, tuttavia, non ci ha tolto il vento dalle ali, anzi. E seppure i numeri dei contagi in queste settimane tornano ad essere preoccupanti, siamo sicuri che chi sceglierà Cairano Resort per regalarsi anche durante le festività qualche giorno o anche solo qualche ora di serenità, di certo non dovrà preoccuparsi del rischio di assembramenti!
Niente assembramenti a Cairano: certo, con 298 abitanti è un po’ difficile! E in questo periodo così travagliato e incerto, almeno questa è una certezza. Come è una certezza scientificamente dimostrabile che la slow life faccia bene alla salute e sia un eccellente cardiotonico, come garantisce il dottor Stanislao Napolano, specializzato in cardiologia e ospite della Giaquinto insieme all’architetto Riccio. Lo stress e l’ansia producono scariche di catecolamine, le sostanze chimiche che il nostro organismo produce per rispondere al carico eccessivo di richieste che gli facciamo quando siamo impegnati in troppe attività simultanee o successive e siamo sempre molto tesi. Arrivare in un posto come quello descritto implica l’abbandonare le preoccupazioni e gli impegni e rilassarsi. Il rilassarsi serve al nostro organismo perché le catecolamine agiscono come vere e proprie droghe, quindi quando ci rilassiamo non producendone il cuore non sta sotto stress e ne risente positivamente anche il fegato, che è un altro organo molto affaticato dallo stress. Per non parlare del cervello. Il relax opera una sorta di reset dell’organismo. Ora ci sono degli aspetti che dobbiamo considerare e che riporto al solo punto di vista tecnico: può capitare che, al contrario di quanto ci si aspetterebbe, se abbiamo sovraccaricato l’organismo di stress e quindi di catecolamine, al momento in cui allentiamo la tensione anziché sentirci bene potremmo sentirci paradossalmente male, perché quelle sostanze che abbiamo messo in circolo in quantità eccessiva mentre stiamo per così dire “combattendo”, nel momento in cui passeggiamo, ci distraiamo e ci rilassiamo in un luogo ameno come può essere Cairano, rimanendo inutilizzate ci mandano in overdose e ci danno delle sensazioni tutt’altro che piacevoli. Quindi dobbiamo stare attenti sempre a non sovraccaricarci troppo. Resta il fatto che, a parte gli episodi di
cui ho detto che sono fisiologici se si manifestano, una vacanza a misura d’uomo a livello cardiaco e cerebrale fa benissimo: abbassa la pressione e contiene la tachicardia da stress che i ritmi di lavoro e degli altri impegni provocano. È come guidare una macchina potente a grande velocità: i giri del motore aumentano per elevare le prestazioni. In un luogo ameno come questo borgo la macchina non ha bisogno di correre; quindi, il cuore non va in tachicardia e tutto l’organismo ne risente positivamente. L’importante è lasciare a casa ansie e preoccupazioni: se invece le mettiamo in valigia e ce le portiamo appresso nel posto in cui invece dovremmo riposare non serve a niente, anzi, peggioriamo la situazione. Andiamo piano, insomma. E se ci serve una scusa per sottrarci alla frenesia, possiamo sempre usare la collaudata formula del “lo ha detto il dottore”. Ricordiamoci di andare piano. Anche durante queste feste, non facciamoci travolgere dal turbine forsennato dei regali, degli auguri, della spesa per i pranzi e per le cene, dai litigi familiari, dai doveri di rappresentanza. Che le feste siano feste, ovvero momenti di pausa. E che siano assennate. Perché il Covid si è vestito a festa anche lui, indossando la scatenata versione Omicron e non si ferma educatamente sulla porta di casa, ma non vede l’ora di intrufolarsi tra i baci, gli abbracci, i brindisi, le grasse risate, tra una portata e l’altra e nel morso di panettone che offriamo a chi ne vuole solo un po’. Andiamo piano. E anziché i trenini di Capodanno a base di zampone, lenticchie, ricchi premi e cotillons e fuochi d’artificio che tanto d’artificio non sono purtroppo mai, programmiamo magari una gita o un soggiorno al Cairano Resort o in un altro borgo dimenticato da Dio e dagli uomini. Perché è proprio nei luoghi autentici, nel silenzio e nella natura che Dio e gli uomini ci sono ancora. Meditate gente, meditate.
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ANGELA CAPOCELLI
INAUGURAZIONE DEL CENTRO GIOVANILE ASTERIX Il 20 dicembre c’è stata l’inaugurazione del centro Asterix, un centro alla cui realizzazione l’assessore Marciani è stato vicino e che ha ricevuto il plauso da parte del prefetto di Napoli; insomma, un motivo d’orgoglio per il nostro territorio e un importante traguardo raggiunto da parte delle cooperative della zona. All’evento hanno partecipato, fra i tanti, il sindaco Manfredi e Alfonso Fiumarelli che, in rappresentanza de La Coccinella, ci ha spiegato che cos’è il centro Asterix: “Il centro Asterix è un centro giovanile, che è stato portato avanti da due cooperative sociali, le quali hanno vinto due progetti con la presidenza del Consiglio dei Ministri per la rivalutazione dei beni pubblici. Quindi questo centro è stato rivalutato con due pro-
getti distinti: uno per quanto riguarda il teatro e l’altro per le attività educative, progettuali e di formazione.” Questo centro giovanile, dunque, includerà sia la sfera della formazione che quella dell’intrattenimento. La struttura è stata inaugurata dal sindaco di Napoli, Manfredi, e si trova a San Giovanni a Teduccio, nel cuore dei quartieri popolari della periferia
napoletana. La Coccinella (una cooperativa sociale che viene da Casoria, gestita dal presidente Mario Fiumarelli, il quale in collaborazione con Callisto ha realizzato due progetti con la presidenza del Consiglio dei Ministri che sono risultati tra i primi 10 in Italia) metterà il proprio impegno nella gestione del teatro e di laboratori (sia musicali che teatra-
li) gratuiti per il territorio. Il sindaco Manfredi, dopo la presentazione di questo neo progetto, è rimasto meravigliato di ciò che si è riusciti a fare e si porterà sul territorio: l’aggregazione di tante cooperative sociali nonché agenzie educative che potrebbero essere scuole e parrocchie per poter fare degli interventi, anche strutturali, sul territorio. Il centro Asterix, quindi, si candida ad essere il cuore pulsante della cultura, dell’aggregazione e della formazione del territorio in cui sorge e di tutta la municipalità. Per la sua realizzazione sono state finanziate tutte le cooperative della zona, che collaboreranno anche nella progettazione europea per quanto riguarda degli importanti progetti europei, perché stare insieme significa essere più forti!
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INTERVISTA A CARLO ALVINO UNA DELLE VOCI PIÙ FORTI DI NAPOLI
La mia squadra ha lo stesso nome della città che rappresenta, una città stupenda, ricca di cultura e di storia. La mia squadra ha la maglia di colore azzurro, un azzurro dalla tonalità così particolare che, oramai, ha un nome tutto suo: si chiama azzurro Napoli. La mia squadra non vince tanti premi, ma ha una tifoseria da Premio Oscar honoris causa dai tempi di Masaniello. La mia squadra è pulita, non ha bisogno di essere lavata col fuoco. Il “Masto Vesuvio” col fuoco non scherza né, tantomeno, lava la gente, anzi, la sua gente. La mia squadra è quella del “Napoli” ed è bella e speciale proprio come la mia città. Le origini del calcio a Napoli risalgono al 1904, quando l’inglese William Poths, impiegato nella sede napoletana della Cunard Line, deciso ad importare nel capoluogo partenopeo il popolare football e coadiuvato da soci locali come l’ingegnere Emilio Anatra ed Ernesto Bruschini fondò il Naples Foot-Ball & Cricket Club, la prima vera rappresentativa calcistica cittadina, che nel 1906 prese il nome di Naples Foot-Ball Club con Amedeo Salsi presidente. I colori sociali erano il blu ed il celeste a strisce e la prima partita di rilievo fu disputata contro l’equipaggio della nave inglese Arabik, che in precedenza aveva sconfitto anche il blasonato Genoa, con il Naples che si impose per 3-2. La Società Sportiva Calcio Napoli, fondata il 1 agosto del 1926 da Giorgio Ascarelli con il nome di associazione calcio Napoli, è poi diventata S.S.C. Napoli intorno al 1964. Il colore della divisa è l’azzurro e la mascotte è il “ciuccio”. Una squadra amata dal suo popolo, una squadra che da riscatto ad un popolo spesso bistrattato, azzerato. Una squadra che dona speranza ed orgoglio. Sono tante le voci che da anni cantano Napoli e altre che invece la raccontano con le parole. Carlo Alvino, è sicuramente una delle voci più belle e orgoglioso non solo del Napoli – Squadra, ma proprio della Napoli – Città. Carlo, giornalista e telecronista, è nato a Napoli negli anni 60’, è laureato in
“Avete capito cosa significa nun c’accire nisciuno? Oggi più che mai in questo motto c’è tutta Napoli!” scienze della comunicazione e da anni con le sue telecronache fa sognare i tifosi azzurri. Carlo ha raggiunto la sua notorietà grazie ad un reportage intitolato “Diego in azzurro: sette anni di magia” dove racconta la storia di D10S ed il suo passaggio alla squadra partenopea. Inizi di carriera nel periodo di Maradona, per un lungo periodo telecronista per Sky Sport, Carlo ha seguito il Napoli con TV Luna ed è stato così gentile e disponibile da raccontare un po’ di sé al nostro giornale e ai nostri lettori. Cominciamo con quella che è un pò la domanda di rito, non ti chiedo quando sei diventato un tifoso del Napoli poiche penso che come la maggior parte dei napoletani, lo siamo fin dalla culla, quindi ti chiedo quando hai cominciato a seguire il Napoli come giornalista, anzi come giornalista tifoso? Continuamente come professione sicuramente dai primi anni ’80, dall’82 circa in poi.
Tutti vorrebbero riuscire a fare delle proprie passioni il proprio lavoro, ma non sempre questo è possibile; quando hai capito che questa tua passione per il Napoli, così forte, si potesse trasformare in qualcosa di più e quindi nella tua professione? Devo essere sincero: io fin da bambino ho sempre coltivato questa passione. Ho visto che da passione poteva trasformarsi in lavoro quando ho iniziato a scrivere qualcosa e vedevo che più scrivevo più mi faceva piacere farlo; l’ho scoperto strada facendo, non pensavo insomma che potesse diventare la mia professione, però da piccolino io ho sempre coltivato il sogno di fare il giornalista e soprattutto ho coltivato il sogno di poter raccontare attraverso un microfono le vicende del Napoli, perché da piccolo mi mettevo davanti ad un registratore a bobine e mi registravo da solo delle radiocronache, avevo un 9 10 anni, una cosa del genere. Diciamo che ho coltivata questa mia passione sin da ragazzo. É difficile separare lo status di tifoso da quello di giornalista? In verità no, io credo che la bravura sia saper dividere le due cose, corri il rischio di fare male il tuo lavoro: la bravura deve essere proprio quella di saper distinguere le due cose e quindi raccontarla da tifoso è ancora più bello, ma non bisogna mai perdere di vista quella che è la professione, quindi raccontare con passione ma senza andare oltre, senza mistificare la verità, quello non va fatto assolutamente. Il tuo motto è “nun c’accire nisciun”. Come è nato? Rispecchia un po’ quello che è non solo il tifoso azzurro, ma proprio il cittadino partenopeo? Guarda è nato in un Napoli – Lazio, finito 4 a 3, con un goal all›ultimo istante di Cavani allo stadio allora San Paolo oggi Maradona, io ero in telecronaca per Sky e mi venne così, spontaneamente, proprio per testimoniare veramente la forza di quella squadra che non si dava mai per vinta. E’ diventato poi un motto che ho portato avanti nel corso degli anni che secondo me è un po’ il motto del popolo napoletano che è un popolo fiero, orgoglioso, insomma che
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non abbassa mai la testa. Quando pensi di averlo sconfitto, il popolo napoletano, con un colpo di coda ritorna più forte di prima. Il momento più emozionante vissuto legato al Napoli, sia questo come giornalista o da semplice tifoso, sia questo legato ad un giocatore, ad una partita, ad un momento. Io terrei da parte i 7 anni vissuti seguendo ed inseguendo Maradona, lì credo che ho toccato fortunatamente l’apice professionalmente parlando. Però mi piace dire sempre che l’emozione più bella è sempre la prossima, perché continuando a vivere questa emozione mi piace far passare il concetto che proprio perché si tratta di un’emozione, la prossima sarà sempre quella più bella rispetto alla precedente. Parlando proprio di Maradona, il tributo fatto allo stadio Diego Armando Maradona, è stato particolarmente toccante, emozionante è dire poco. Come è stato vivere quel momento? E’ stato un momento che ho vissuto con tantissima emozione, anche perché bisogna fare i complimenti all’organizzazione, perfetta: quella sera non è stato sbagliato nulla, è stata organizzata in un tempo se vogliamo anche relativamente breve, però è stata organizzata in maniera straordinaria, bisogna solo fare i complimenti alla società, a tutti quelli che hanno contribuito a quella realizzazione di una serata perfetta, magica; poi un Napoli in campo che ci ha messo il suo e quindi è andato veramente tutto alla grandissima. Il ruolo del tifoso, come è cambiato tra ieri ed oggi? Secondo te la pandemia, ha cambiato il suo ruolo? Io legherei il calcio sempre a quello che è il momento che sta vivendo un po’ tutto un paese, si dovrebbe sempre contestualizzare. E’ cambiato il calcio e sicuramente è cambiato anche il tifo. Per me il calcio
è sempre un po’ lo specchio dei tempi e quindi tutto è cambiato non so se in meglio o in peggio, questo non te lo so dire, però sicuramente posso dire che il calcio è cambiato perché sono cambiati i tempi, quindi sicuramente tante cose sono cambiate. Però se mi chiedi in meglio o in peggio, non mi esprimo, non te lo so dire, anche perché ognuno ha una concezione diversa di meglio e di peggio. Il miglior giocatore attuale del Napoli secondo? Il tuo preferito invece? Coincidono? Dire che non coincidono. Il mio preferito nel Napoli è Lorenzo Insigne, invece il migliore giocatore del Napoli è sicuramente Kalidou Koulibaly. Cosa ti auguri per il Napoli del presente? Ha qualcosa in più rispetto al Napoli del passato o, invece, potrebbe o dovrebbe prendere qualcosa da “ieri”? Ho molto apprezzato la serata dedicata a Maradona, ho molto apprezzato la presenza allo stadio del Napoli del passato, per me quel legame non bisogna allentarlo anzi bisogna tenerlo forte il legame tra il Napoli del passato ed il Napoli di oggi, con l’evoluzione dei tempi naturalmente. Però questo Napoli
bisogna sempre ricordarlo, non bisogna mai dimenticarlo il Napoli di Maradona e delle vittorie, quindi mi piacerebbe molto insomma che non si perdesse la memoria del passato, un legame fortissimo tra il vecchio ed il nuovo Napoli. In questo momento cosa rappresenterebbe per il Napoli non squadra ma per la NAPOLI città la vincita dello scudetto? Allora, dal punto di vista calcistico rappresenterebbe un traguardo assolutamente giusto per la politica calcistica del Napoli, sarebbe proprio la la certificazione di un lavoro straordinario fatto da questa società e quindi uno scudetto meritatissimo per quello che è il cammino del Napoli negli ultimi 10 - 12 anni; quindi calcisticamente parlando è una coccarda che manca al Napoli e che il Napoli meriterebbe più di chiunque altro in questo momento. Dal punto di vista della città, visto che camminano di pari passo la squadra e la città, sarebbe anche una possibilità di esporre al resto d’Italia, all’Europa e al mondo intero, anche in questo caso, la coccarda al petto di una città che mostra le sue bellezze e con il calcio dimostra anche quella che è la passione, quindi una cosa bellissima.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA AVV. FRANCESCO POLIZIO
LE RESPONSABILITÀ A VARIO TITOLO INCOMBENTI SUL COMUNE DI CASORIA
Il comune di Casoria versa da anni in uno stato di dissesto amministrativo e finanziario. Il decreto ministeriale del 4/8/2021 di approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, definito dal consiglio comunale con atto numero 15 del 19 maggio 2021, impone una serie consistente di prescrizioni che vanno rispettate. I revisori dei conti che esprimono parere sui documenti contabili elaborati dagli amministratori, dirigenti e funzionari del comune, approvano gli atti richiamando, sempre, le prescrizioni ministeriali. In tal modo si continua l’ordinaria attività amministrativa senza mai intervenire “attivamente”, sulle cause che hanno determinato il dissesto finanziario, e non si rinvengono azioni “dovute” per recuperare le entrate e non si attivano “i processi idonei” volti ad ottenere le risorse necessarie per il funzionamento delle strutture. Tra i tanti casi di mala gestione spesso indicati dai periodici locali, alcuni comportano responsabilità di varia natura (erariale e penale). Tra questi emergono alcuni atti recenti, veri e propri sprechi di risorse pubbli-
che a vantaggio di alcuni con la penalizzazione della collettività. Tra gli atti è singolare una convenzione tra il comune di Afragola ed il comune di Casoria per la fornitura idrica a favore dei residenti in alcune zone ricadenti nel comune di Casoria, ma confinanti con il comune di Afragola. La fornitura idrica viene assicurata dal comune di Afragola con l’onere a carico del comune di Casoria che dovrebbe a sua volta recuperare le risorse nei confronti dei cittadini che usufruiscono della risorsa idrica, fornita da altro comune. Il comune di Casoria dal 2017 versa al comune di Afragola la cifra di circa 60.000 euro all’anno senza poi preoccuparsi di recuperare tali risorse. Le responsabilità sono di natura contabile e penale. Intanto siamo in presenza di una convenzione che non è passata per il consiglio comunale, organo competente per la definizione dei rapporti convenzionali ai sensi dell’art. 42 c/2 lett. C del D.lgs. 267/2000, ma risulta firmata solo dai dirigenti dei due comuni senza alcun richiamo ad atti amministrativi autorizzativi. Il testo unico degli enti locali indica tra
le competenze tassative del consiglio comunale la convenzione tra i comuni. Il Comune di Afragola non può fornire la propria risorsa idrica a cittadini di altri comuni, se non in casi eccezionali e per brevi periodi. Il comune di Casoria non può pagare il rifornimento idrico per i propri residenti che si rivolgono ad altro comune per ottenere la risorsa idrica. Sulla questione sono state presentate interrogazioni dei consiglieri comunali e risultano articoli di stampa, ma la situazione continua ad essere stagnante. Non si comprende perché non si è ancora provveduto a realizzare una condotta capace di servire gli utenti di via Po e di via Monte del Matese e per quale motivo si liquidano le competenze dovute al comune di Afragola senza recuperare la relativa somma nei confronti di chi usufruisce della risorsa idrica. Eppure sarebbe semplice ed edificante prendere atto dell’errore commesso, indipendentemente dalle responsabilità evidenti ed accertate, e procedere nella direzione obbligata di servire l’utenza residente nel comune di Casoria con allacciamenti sulla condotta idrica comunale propria. Prof. Avv. Francesco Polizio
RITA GIAQUINTO
RUN FOR LOVE PROJECT AC APPROVAZIONE BILANCI E RINNOVO INCARICHI PER IL PROSSIMO QUINQUENNIO
E come ogni fine anno, i soci della Run for Love - project Anna Cerbone si sono riuniti in Assemblea ordinaria e straordinaria per l’approvazione di importanti punti posti all’ordine del giorno. L’esito della riunione assembleare, tenutasi ieri 20 dicembre 2021, ha visto approvato all’unanimità la modifica dello statuto per conformarsi alle norme del CONI; approvato anche il cambio della sede sociale stabilita in via Roma, no.28 ad Afragola (NA); approvati, infine, sia il bilancio consuntivo del 2020 che il bilancio preventivo del 2021. Inoltre, i soci sono stati convocati an-
che per l’elezione del Presidente e del Consiglio Direttivo, confermando, anche per i prossimi cinque anni, la loro piena fiducia negli attuali incarichi che vede, oltre alla presidenza, Mario De Francesco, in qualità di Vicepresidente, Filomena Vasaturo, in qualità di Tesoriere/Cassiere ed Andrea Angelino, in qualità di Segretario. Prima di procedere a tutti gli adempimenti all’ordine del giorno, in sede assembleare si è ripercorso tutto quanto realizzato durante questo primo lustro trascorso con le stesse emozioni, gli stessi ostacoli, le stesse difficoltà ma anche le stesse, identiche soddisfazioni
delle più complicate ed entusiasmanti delle maratone. Da quel 14 febbraio del 2016, giorno in cui si decise di far diventare realtà un sogno, chiamando chiunque fosse stato disposto a stringere - con l’aiuto della corsa – un patto d’amore con il prossimo, i chilometri percorsi sono stati tanti, e tante le medaglie che oggi l’associazione può vantare con fierezza, a partire dai circa € 37.055,95 donati fino ad oggi. Fondi a cui andranno aggiunti anche € 2.000,00 per i piccoli bambini dell’ospedale Pausillipon di Napoli. Tanti i successi sportivi, realizzati dai soci atleti che, con i loro sacrifici, han-
SABATO 25 DICEMBRE 2021 no portato i colori della Run for Love a troneggiare sui podi di tante gare podistiche; tanti anche i successi dell’associazione grazie ai quali, puntualmente, si è stati in grado di assolvere al fondamentale intento di regalare un sorriso a chi ha più bisogno di noi : gli Aperilove, i Training with my friends dell’8 dicembre di ogni anno, Telethon sono soltanto tre dei numerosi appuntamenti annuali a cui la Run for Love ha sempre risposto con grande senso di responsabilità, con generosità e grande entusiasmo. Infine, i successi goliardici come gli incontri, i tanti allenamenti, i pranzi e le cene – sospesi solo a causa dell’infausta pandemia - che hanno visto riunirsi i tanti soci, gli atleti, ma anche i semplici sostenitori ed amici della Run for Love, in nome di quel senso di amicizia e condivisione che resta - e resterà - alla base di ogni progetto dell’associazione. Siamo certi che, il grande impegno, ma soprattutto la grande passione, con cui la Presidenza ha guidato la Run for Love fino a qui, porterà, anche per i prossimi cinque anni, questo prezioso gioiello fatto principalmente di amore, generosità, condivisione, amicizia e sport - lì dove risiedono le cose più belle: sul po-
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dio dei cuori di tutto coloro che ne fanno parte. Doveroso a fine assemblea, il ringraziamento più grande che va inevitabilmente a chi è vicino all’associazione da ogni punto di vista: a quanti collaborano agli eventi senza mai risparmiarsi, a tutti i soci, gli atleti, le amiche, gli amici e i sostenitori, a chi ha creduto e continua a credere nell’ambizioso progetto della Run for Love; a chi abbraccia e
porta sul cuore i nostri colori; a chi non esita a correre in giallo-fluo ogni tipo di gara; a chi tenacemente, con fiducia, coraggio e generosità, ha deciso di essere un anello di questa lunga e solida catena di solidarietà, d’amore e di sport. A tutti coloro senza i quali la Run for Love non potrebbe realizzare ciò per cui è nata, arrivi la gratitudine di tutto il comitato presidenziale e direttivo.
www.casoriadue.it
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14 RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA
Egregio Avvocato, mi chiamo Cinzia e sono una giornalista pubblicista di 32 anni. Sono di Modena ma vi scrivo da Napoli perché collaboro con un settimanale della vostra magnifica città. Mi occupo di satira politica. L’ho sempre fatto. Ma ultimamente sto ricevendo pressioni e minacce di querele da parte dei politici, in queste fasi in particolare fibrillazione. So che esiste una disciplina in materia. Potrebbe illustrarmela? La ringrazio anticipatamente e complimenti per tutto, leggo sempre e con interesse Casoria due. Gentile Cinzia, grazie per avermi contattato. Veda, la satira e’ un diritto soggettivo tutelato dall’art. 21 della costituzione. Ha la funzione di esercitare, con l’ironia e il sarcasmo, un controllo nei confronti dei poteri di qualunque natura (Cassazione Sezione Terza Civile n. 23314 dell’8 novembre 2007, Pres. Nicastro, Rel. Durante). La satira è quindi configurabile come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale; tale diritto rientra nell’ambito di applicazione dell’art. 21 Cost. che tutela la libertà dei messaggi del pensiero. Il diritto di satira ha un fondamento complesso individuabile nella sua natura di creazione dello spirito, nella sua dimensione relazionale ossia di messaggio sociale, nella sua funzione di controllo esercitato con l’ironia ed il sarcasmo nei confronti dei poteri di qualunque natura. Comunque si esprima e, cioè, in forma scritta, orale, figurata, la satira costituisce una critica corrosiva e spesso impietosa basata su una rappresentazione che enfatizza e deforma la realtà per provocare il riso. Ne è espressione anche la caricatura e, cioè, la consapevole ed accentuata alterazione dei tratti somatici, morali e comportamentali di una persona realizzata con lo scritto, la narrazione, la rappresentazione scenica. La satira è espressione artistica nella misura in cui opera una rappresentazione simbolica che, in modo particolare la vignetta, propone quale metafora caricaturale. La
peculiarità della satira, che si esprime con il paradosso e la metafora surreale, la sottrae al parametro della verità e la rende eterogenea rispetto alla cronaca; a differenza di questa che, avendo la finalità di fornire informazioni su fatti e persone, è soggetta al vaglio del riscontro storico, la satira assume i connotati dell’inverosimiglianza e dell’iperbole per destare il riso e sferzare il costume. Insomma, la satira è riproduzione ironica e non cronaca di un fatto; essa esprime un giudizio che necessariamente assume connotazioni soggettive ed opinabili, sottraendosi ad una dimostrazione di veridicità. Mentre l’aperta inverosimiglianza dei fatti espressi in forma satirica esclude la loro capacità offensiva della reputazione, dell’onore e del prestigio, diversamente deve dirsi in caso di apparente attendibilità di tali fatti. Incompatibile con il parametro della verità, la satira è, però, soggetta al limite della continenza e della funzionalità delle espressioni adoperate rispetto allo scopo di denuncia sociale perseguito. Sul piano della continenza il linguaggio essenzialmente simbolico e frequentemente paradossale della satira – in particolare di quella esercitata in forma grafica – è svincolato da forme convenzionali, per cui è inapplicabile il metro della correttezza dell’espressione. In questo ambito concettuale è stato affermato – soprattutto dalla giurisprudenza penale della Suprema Corte – che la satira,
al pari di ogni altra manifestazione del pensiero, non può infrangere il rispetto dei valori fondamentali della persona, per cui non va riconosciuta la scriminante di cui all’art. 51 c.p. per le attribuzioni di condotte illecite o moralmente disonorevoli, gli accostamenti volgari o ripugnanti, la deformazione dell’immagine in modo da suscitare disprezzo o dileggio. Più particolarmente è stata esclusa la scriminante nella satira che, trasmodando da un attacco all’immagine pubblica del personaggio, si risolva in un insulto gratuito alla persona in quanto tale o nella rappresentazione caricaturale e ridicolizzante di alcuni magistrati posta in essere allo scopo di denigrare l’attività professionale da loro svolta attraverso l’allusione a condotte lesive del dovere funzionale di imparzialità. Occorre, un bilanciamento dell’interesse individuale alla reputazione con quello alla libera manifestazione del pensiero costituzionalmente garantito; bilanciamento da ravvisarsi nell’interesse dell’opinione pubblica alla conoscenza non del fatto oggetto di critiche, che è presupposto da essa ed è perciò fuori di essa, bensì di quella determinata interpretazione del fatto. Nell’esercizio del diritto di critica si possono adoperare espressioni di qualsiasi tipo che si risolvano in lesioni dell’altrui reputazione, purché siano funzionali alla manifestazione di dissenso ragionato dall’opinione.
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RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA
LA SEPARAZIONE “DI FATTO” DEI CONIUGI
Egregio Avvocato ci chiamiamo Nicoletta ed Alessandro e siamo sposati da quattordici anni. Io e mia moglie avremmo bisogno di una consulenza: vogliamo separarci ma non legalmente per il momento. Non abbiamo figli e ci separiamo amichevolmente. Nonostante ciò vogliamo chiederle un parere. Siamo sposati in comune dal 1996 in regime di comunione dei beni, lavoriamo entrambi, io con un tempo pieno, lei con un contratto tempo part - time. Un mese prima del matrimonio mia moglie ha ricevuto in donazione dal padre, l´appartamento in cui viviamo pagando nove milioni delle vecchie lire al notaio, e per sistemarlo tra lavori e arredamento circa cinquanta milioni sempre delle vecchie lire. Il quesito e´ questo: premettendo che se anche ne ho il diritto sull’appartamento io non voglio e pretendo niente visto che è stato regalato a mia moglie da mio suocero. Ma delle spese sostenute ho diritto a qualche indennizzo da parte di mia moglie? Poi, come possiamo tutelarci entrambi se nel periodo in cui siamo separati diciamo “abusivamente” uno dei due dovesse morire? E´ legale e valido fare uno scritto privato in cui dichiariamo i beneficiari degli averi?
Gentili Nicoletta ed Alessandro, la separazione di fatto dei coniugi è una situazione non contemplata dalla legge e quindi, giuridicamente irrilevante. In considerazione di quanto premesso, rispondo alle vostre domande:in primo luogo è bene precisare che ai sensi dell’articolo 179 del codice civile, sono esclusi dalla comunione i seguenti beni: i beni di cui il coniuge era titolare prima del matrimonio; i beni acquistati da un coniuge per successione o donazione (salvo non sia espressamente dichiarato che sono attribuiti alla comunione); i beni di uso strettamente personale; i beni che servono all’esercizio della professione; i beni ottenuti a titolo di risarcimento danni; la pensione per la perdita totale o parziale della capacità lavorativa; i beni acquistati con il prezzo del trasferimento di altri beni personali o con il loro scambio, purché espressamente dichiarato. Detto questo, andando ad analizzare il caso di specie, ti posso dire che l’appartamento donato a tua moglie (e mi rivolgo ad Alessandro) quindi, è di sua esclusiva proprietà e pertanto, in ogni caso, non potrai avanzare diritti su di esso. Relativamente ai cinquanta milioni di vecchie lire, investiti per la ristrutturazione dell’immobile, avrai diritto ad un rimborso spese, soltanto se riuscirai a dimostrare, nel corso di un processo, di avere sopportato personalmente tali costi (ad esempio, con una dichiarazione scritta di tua moglie ovvero con una copia degli assegni utilizzati per il pagamento). In mancanza di prove, non sorgerà nessun diritto al rimborso. In secondo luogo, ti ricordo che il coniuge ha diritto
alla quota di legittima e pertanto, è qualificato dalla legge come soggetto legittimario. In mancanza di separazione e di divorzio, dovrete redigere un testamento olografo, al fine di disporre delle vostre sostanze, a favore degli eredi designati. Se nel testamento non sarà prevista la quota di legittima a favore del coniuge, il documento olografo sarà impugnabile, dinanzi all’autorità giudiziaria, dal coniuge pretermesso e dai suoi eredi. Le norme sul diritto alla quota di legittima sono inderogabili; in caso di mancata impugnazione del testamento olografo, da parte del coniuge pretermesso ovvero dei suoi eredi, i suoi effetti non saranno rimossi e continueranno ad essere in vigore. In caso di divorzio, l’ex coniuge non avrà più diritto alla quota di legittima. Cordiali saluti
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ANITA CURCI
NATALE IN FAMIGLIA CON IL GIOCO DA TAVOLO “LEGGENDE NAPOLETANE ON THE ROAD”, ALTRA NOVITÀ ENTUSIASMANTE DELLA NAPOLETANA PHOENIX PUBLISHING
Natale in famiglia con il gioco da tavolo “Leggende napoletane on the road”, altra novità entusiasmante ideata dalla casa editrice napoletana Phoenix Publishing diretta da Emanuele Pellecchia, coadiuvato da Luna Cecilia Kwok (art director), Francesco Saverio Tisi (vicedirettore) e Ilaria Luongo (ufficio amministrativo), che dopo il successo della “Tombola di Leggende Napoletane” quest’anno ha elaborato il nuovo brillante progetto, “Leggende napoletane on the road”, ispirato all’omonimo fumetto. Proposto come un esclusivo e originale regalo di Natale, viene offerto al pubblico al prezzo di 14,50 acquistandolo direttamente su: http:// www.phoenixproduzioni.com/store/product/leggende-napoletane-on-the-road Lo spirito del gioco mira all’acquisizione di segreti storici, misteriosi, artistici e culinari della città partenopea. Quattro le categorie presenti in questa prima edizione: Cultura generale,
Spettacolo, Cucina e Leggende, e 4 i diplomi a cui possono aspirare i giocatori rispondendo alle domande indicate sui sei mazzi da 25 carte per sezione. Ma come nasce l’idea del gioco? “Dall’intento di coniugare scoperta e divertimento” risponde corale lo staff della Phoenix Publishing. “Un modo per scoprire, o riscoprire, i segreti della città di Napoli attraverso la storia, le leggende, la cucina, e lo spettacolo”. Perché proprio Leggende napoletane? “Il gioco prende il nome e l’ispirazione
dalla serie a fumetti Leggende Napoletane ideata dalla casa editrice Phoenix Publishing. Le leggende napoletane ci aiutano a capire la città, le sue contraddizioni e la sua cultura. Questo gioco forma, assieme ai fumetti e alla tombola, un vero e proprio percorso il cui traguardo è una più profonda conoscenza dei segreti di Napoli”. Come è stato strutturato? “La struttura è semplice ed intuitiva, con un tabellone che replica alcune strade della città in modo esatto, in quanto basato su mappe di Napoli”. A chi è destinato? “Il gioco è rivolto ad un pubblico eterogeneo, di ogni età e provenienza. È adatto a chiunque desideri divertirsi in compagnia e mettere alla prova le proprie conoscenze su Napoli o semplicemente imparare qualcosa di nuovo su questa città dalle infinite fonti culturali”.
PASQUALE LUCCHESE
PARTITO IL PROGETTO “AUT-ONOMI”: L’INCLUSIONE PER TUTTI! “AUT-ONOMI”, il progetto di Endas con al centro i bambini affetti dal disturbo dello spettro autistico (DSA), entra nel vivo. Sono partite infatti tre delle cinque direttrici previste nel progetto: doposcuola specialistico, sport, e orientamento al volontariato; è in fase di avvio in parent-training, mentre in primavera inoltrata sarà la volta dei centri estivi. Tutte le attività si basano sui principi dell’ABA, acronimo di Applied Behaviour Analysis, in italiano: analisi applicata del comportamento. Un metodo che ha nell’idea del rinforzo il suo paradigma fondamentale; si mira cioè a ridurre le abitudini comportamentali problematiche, attraverso la costruzione di rituali comportamentali adattivi. I bambini dipingono, disegnano, lavorano alla manipolazione di diversi materiali e soprattutto apprendono in un contesto di gruppo. Anche le attività sportive, oltre a sviluppare le abilità motorie, sono determinanti per migliorarne la so-
cializzazione. Partendo da una motoria basica come saltare, rotolare, lanciare e afferrare una palla, imitando i movimenti dell’istruttore, si giungerà, attraverso un lavoro specialistico, a degli schemi motori specifici. Il progetto “AUT-ONOMI” è stato fortemente voluto dall’Ente di Promozione sociale Endas: “Siamo da sempre attivi nel mondo del sociale e dello sport. L’inclusione sociale è per noi strumento imprescindibile per aiutare i bambini con spettro autistico e le loro famiglie”, dichiara il presidente di Endas Campania, Roberto Coppola, che poi ricorda quanto “I dati che abbiamo in Italia e in particolare nella nostra regione, circa i casi di autismo sono in costante aumento. Per questo motivo abbiamo concentrato la nostra attenzione sulle province di Napoli e Salerno, tra le aree con i numeri più alti”. “Siamo soddisfatti della partecipazione registrata e di questa fase iniziale, con le prime tre linee di attività partite. Il
progetto ci impegnerà per l’intero 2022, ma le energie profuse saranno ben ricompensate”, conclude Roberto Coppola. Studio, sport, volontariato e il lavoro sui e con i genitori attraverso il parent training, questi i segmenti affinché i bambini “speciali” possano acquisire un maggior grado di autonomia; senza dimenticare l’integrazione sociale, il target principale che muove Endas nel suo progetto “AUT-ONOMI”.
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A SALERNO GRANDE SUCCESSO PER IANNELLI NELL’ EVENTO SOLIDALE “A NATALE TI REGALO UN SORRISO “PRESENTI DIVERSE PERSONALITÀ
E’ stato un vero trionfo l’evento di solidarietà, svoltosi Venerdi 17 Dicembre presso la prestigiosa Accademia Internazionale D’arte e Cultura A. Grassi. La manifestazione è stata organizzata dall’Accademia Internazionale di Arte e Cultura “Alfonso Grassi” e dall’Associazione Vesuvius A.P.S con il patrocinio morale dei Comuni di: Salerno, Brusciano e Telethon. Immersi nelle luci d’artista i lavori sono iniziati con il saluto della professoressa Raffaella Grassi, che ha moderato l’evento, sottolineando l’impegno dell’attore e scrittore Angelo Iannelli nel sociale, un vero produttore di emozione , con i suoi libri oggetti di studio nelle scuole, i suoi film e soprattutto Pulcinella , premiandolo per il suo contributo culturale e umano per la società e per l’Accademia A. Grassi. La kermesse è stata un vero interscambio culturale e sociale tra Napoli e Salerno. Relatori sono stati, la psicologa e conduttrice Tv Edda Cioffi e l’On. Guido Milanese. Una serata densa di emozioni con vari momenti di: cultura, musica e cabaret
. Iniziata parlando della malattia del secolo la “Pandemia” proseguita con l’esibizione del noto imitatore Enzo Guariglia che ha proposto tra i suoi cavali di battaglia il Governatore Vincenzo De Luca, Il maestro di musica Ernesto Tortorella al pianoforte che ha deliziato gli ospiti con un suo brano, emozionante l’esibizione del cantante Gennaro De Crescenzo che
ha proposto brani dello zio Eduardo, infine Angelo Iannelli “Pulcinella” ha donato una sua performance tra gli scroscianti applausi degli intervenuti.Tra i presenti, il direttore di Artes Tv Giambattista Rescigno che ha premiato l’ambasciatore del sorriso sottolineando il personaggio “Iannelli”. Tra le personalità presenti, Maria Rosaria Meo Presidente Commissione Pari Opportunità Comune di Pellezzano e Consigliere Regionale, il conduttore televisivo Alfonso Senatore, La conduttrice televisiva Stefania Pagano, l’artista Mimma De Luca, il cantautore Rino Memoli, la regista Emy Corbisiero e tanti altri. Le riprese sono state effettuate dall’emittente televisiva Club Economy Tv con Franco Capasso, fotografo ufficiale è stato Raffaele Evangelista. La serata si è conclusa con un brindisi finale, augurandosi un sereno Natale e buon anno, assaggiando le delizie di “Dolce e Caffè” del pasticciere Aniello Esposito accompagnati dal liquore Babarè di Enzo Avitabile e tutti insieme passeggiando ammirando le “Luci D’artista” di Salerno.
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VERONICA CAPRIO
PABBLO INAUGURA UN NUOVO STORE AL VOMERO E SI PREPARA PER SANREMO
Lunedì 20 dicembre alle ore 16 ha inaugurato un nuovo store a Napoli, nel cuore del Vomero della catena gastronomica dolciaria PABBLO WAFFLE & LOVE, nota per la produzione artigianale di waffle, bubble waffle, pancake, crepes e torte. Un grande successo quello di PABBLO, che in due anni (pandemici) è riuscito a conquistare il pubblico campano, da prima con lo store a Castel Volturno in località Pinetamare (Sede principale aperta a gennaio 2019 in Viale dei Gladioli 24/25) e poi con la succursale di Lusciano (Viale della libertà 109) aperta quest’anno. Ora a pochi giorni dal Natale i coniugi Paolo Luongo e Kristina Kalapun sono pronti per la grande inaugurazione della sede napoletana di Via kerbaker 92 con i loro waffle e i prodotti di completamento come cornetti, donuts, snack, bevande americane, maxi toast, ecc Ma i loro sogni non si fermano qui, Paolo e la sua squadra hanno anche creato un carrettino Pabblo CART che si può
portare per gli eventi in esterno come cerimonie, inaugurazioni, eventi, feste private, per avere sempre la giusta dose di dolcezza a portata di mano. E entro gennaio apriranno un nuovo negozio a Vico Monteleone (a piazza del Gesù nel cuore di Napoli) e subito dopo porteran-
no le loro prelibatezze direttamente nel cuore pulsante della musica italiana, a Sanremo. Il maestro Stefano Serra (spa manager internazionale e direttore per molti anni dell’area benessere del festival) è stato ammaliato dai prodotti di PABBLO e dall’amore che viene utilizzato nella loro lavorazione, così ha deciso di portare questa eccellenza italiana, made in Naples, presso il Grand hotel Des Anglais di Sanremo nella luxury spa Somnia Aurea Spa. Una spa da sogno dove artisti, giornalisti e personaggi dello spettacolo potranno trovare momenti di relax nelle sapienti mani degli operatori del Dream Massage® e gustare il benessere nei dolci campani realizzati al momento da Paolo Luongo e Kristina Kalapun. Una combinazione perfetta quella che nascerà a Sanremo tra la dolcezza dei prodotti di PABBLO e i sogni del mondo del DREAM MASSAGE che sicuramente conquisterà Sanremo e tutti i suoi ospiti.
LUCA CAIAZZO
LA NAZIONALE ITALIANA CANTANTI OMAGGIA DIEGO ARMANDO MARADONA
La Nazionale Italiana Cantanti rende omaggio al più grande calciatore di tutti i tempi, Diego Armando Maradona. il Direttore Generale Gianluca Pecchini, Paolo Vallesi e una delegazione della nazionale, hanno visitato la mostra fotografica dedicata al campione argentino. Una incredibile sequenza di immagini catturate dal fotografo Sergio Siano e curate da Yvonne de Rosa. Dopo la visita, si è svolto un incontro all’interno del Jambo1, centro commmerciale confiscato alla criminalità organizzata che ospita la mostra. Durante il dibattito il Direttore Generale della N.I.C. ha ribadito la grande generosità di Maradona che più volte ha sostenuto le raccolte fondi e le iniziative benefiche promosse attraverso le partite del cuore
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“LE LESIONI DELL’ANIMA”, LA VITA E’ UNA SFIDA CHE VA ACCETTATA: IL ROMANZO DI MARIA ROSA BELLEZZA
Maria Rosa Bellezza è un avvocato e mamma di due bambini.“Le lesioni dell’anima”, edito da Homo Scrivens, è il suo romanzo d’esordio. Sinossi. La bisnonna Gelsomina morì tre volte: inizia così il racconto di Mizio. Mizio che predice il futuro leggendo le carte napoletane, ma in realtà è un medium, parla coi defunti, percepisce la presenza degli spiriti guida, sebbene abbia paura dei suoi poteri medianici e finga di non saperli usare. Ada è sorda, porta imbarazzanti apparecchi acustici e legge il labiale. La sua menomazione la fa sentire goffa, insignificante. Solo lui riesce ad andare al di là delle apparenze e a leggere la sua anima. Incontrarsi li cambia: si avvicinano, si sostengono, si innamorano. Fino a perdersi e ritrovarsi: lui più maturo, lei madre intrappolata in un matrimonio infelice. Ma né il tempo né le gli ostacoli possono separare le loro anime ferite. “Le lesioni dell’anima” è un romanzo denso di emozioni, di sentimenti contrastanti, che rimbalzano nella testa del lettore, generando gioia, speranza, ma anche rabbia e voglia di riscatto. Ed è questo il focus del romanzo. E’ciò che vive sulla sua pelle la protagonista
femminile Ada, che non può rinunciare a vivere, perché la vita è una sfida che va accettata. Ada e Mizio sono due ragazzi speciali: lei soffre di ipoacusia grave, che la condiziona pesantemente, mentre lui ha capacità medianiche che lo spaventano e lo fanno star male. I due si supportano a vicenda e la loro complicità col tempo diventa un sentimento importante. Si sono prima capiti e poi scelti. Perché le affinità elettive esistono. Ma le vicende della vita sono oscure e imprevedibili e lasciano i protagonisti spiazzati. Così Ada riesce finalmente ad accettare il suo deficit fisico, grazie alla tecnologia che le viene in aiuto e si apre al mondo. Mizio non regge il cambiamento perché ne ha uno da affrontare anche lui e si allontana dall’amata. Ada però non si dimenticherà mai di Mizio e coltiverà una consapevolezza nuova come donna, come madre e come professionista. Ma la vita è sfida continua e Ada ritroverà l’uomo. Ma nulla più avrà un senso, ci sarà bisogno di nuovi sogni. E tutto sarà rimescolato ancora una volta. Romanzo bello, intenso, pieno d’amore verso la vita che, anche nei suoi momen-
ti bui, va vissuta con tenacia, cercando sempre di non dimenticarsi di se stessi. E l’autrice lo fa con convinzione, desiderando di trasmettere la forza che l’ha sempre sostenuta a coloro che scelgono di leggere “le lesioni dell’anima”. La sua scrittura procede senza sbavature, a dimostrazione che gli ostacoli, le lesioni dell’anima, possono essere ricucite e diventare una catapulta per costruire un futuro migliore.
ANTONIO D’ADDIO
TRIONFA IL FASHION GOLD CHRISTMAS EDITION L’EVENTO ALLA VILLA DELLE ROSE CONDOTTO DA ROBERTA SCARDOLA E NICOLA COLETTA Tanta gioia per l’ottima riuscita della nuova edizione del Fashion Gold Christmas Edition, il tradizionale evento, ideato ed organizzato da Alfonso Somma, patron di Moda Gold, agenzia specializzata in cinema, moda, spettacoli ed eventi, e dal modello e attore Nicola Coletta, svoltasi lo scorso 17 dicembre, nell’incantevole location La Villa delle Rose, a Giugliano, in provincia di
Napoli, con un panorama mozzafiato, giardini curatissimi, un servizio d’eccellenza, accoglienti sale interne e un personale altamente qualificato. La manifestazione è stata brillantemente condotta all’affiatata coppia artistica formata da Roberta Scardola, volto noto televisivo e teatrale, e da Nicola Coletta, top model partenopeo e attore con già un bel trascorso alle spalle.
Dopo un gustoso e abbondante Cocktail di benvenuto, gestito dallo chef Luciano Verolla, che a fine serata ha allestito anche un abbondante buffet, è stata la volta del Red Carpet, delle interviste ai premiati e agli ospiti per proseguire, poi, con la serata vera e propria, ricca di sfilate, musica e premiazioni. Questi i premiati: il giovane attore di “Un posto al sole” Andrea Pacelli, che
SABATO 25 DICEMBRE 2021 con il suo ruolo di Mattia Savelli, il rider di Caffè Vulcano, si è rivelato essere un folle e spietato assalitore e maniaco, un’interpretazione magistrale che l’ha imposto come i nuovi volti televisivi e come rivelazione dell’anno; il cantante e attore Luciano Caldore, autentica icona del mondo neomelodico, gettonatissimo e richiestissimo in eventi e manifestazioni, amatissimo dalle fan e verace espressione del fermento napoletano, l’attrice e verace interprete della tradizione popolare napoletana Rosa Miranda, con un curriculum di tutto rispetto che spazia dalla sceneggiata ai lavori teatrali di Vincenzo Salemme, dall’avanspettacolo al cinema d’autore, l’attore talentuoso Erik Tonelli, che di recente si è imposto all’attenzione dei critici, degli addetti ai lavori e del pubblico per i suoi ruoli nelle produzioni Un Posto al Sole, Vite in fuga, Sul tetto del mondo e, prossimamente, nella serie televisiva Le Fate Ignoranti, la giornalista Raffaella Longobardi, inviata di punta della trasmissione di Rai Uno, La Vita in Diretta, maestra di stile e di glamour, frequentatrice dei salotti più esclusivi della Capitale, esperta di moda e dei reali. A consegnare i premi alcuni ex premiati come Cosimo Alberti, Lina La Mura, Miriam Landi e Tiziana De Giacomo. Nel corso della serata Roberta Scardola ha vestito capi di Piero Camello e Paolo Iovino mentre Nicola Coletta è stato vestito da Sartoria Ge.Ca. Ad impreziosire la kermesse sfilate di abiti di Alta moda e da sposa: Veronica Guerra, con le sue due nuove collezioni, La Mix And Match Wedding Dress Collection e The Night Collection, dedicate alle spose che vogliono sentirsi uniche dal momento della cerimonia fino alla prima notte di nozze, la GM Couture di Giovanna Marinacci, i cui abiti sono eleganza e lusso, ricchi di dettagli
21 di pietre, tessuti ricercati e raffinati, dal design innovativo e glamour, La Box Fashion Lab di Giovanna Panico, una stilista con una notevole passione per la moda sopra le righe, con i suoi kaftani originali e unici, l’ischitano Piero Camello, con le sue creazioni per ogni donna, abiti d’Alta Moda esclusivi, da cerimonia, da sposa, da cocktail, da poco anche a Dubai, Paolo Iovino Couture con la sua raffinatezza, eleganza e charme sia per la donna che per l’uomo, dai colori pastello, tagli geometrici e ricami floreali, Giorgio Chiapparelli Haute-couture con la sua arte del cucito, dell’estro e la passione per l’artigianato, indossatore, coreografo, stilista, ricamatore, couturier e creatore di abiti unici, le creazioni di Antonio Monopoli Maison, lo stilista con il suo atelier in Puglia, dove realizza una linea sartoriale molto apprezzata da donne dello spettacolo come Giulia Elettra Goretti, Jo Squillo, Matilde Brandi, la Sartoria GE.CA., una piccola azienda artigianale a conduzione familiare che si trova a Sant’Arpino, con consulenze a domicilio. E poi Ars Panicalensis, una tecnica tradizionale di ricamo su tulle di Panicale in Umbria, ideata da Anita Belleschi Grifoni insieme alla figlia Maria Teresa, un lavoro femminile che produce raffinatissimi capi nei settori dell’arredo della casa, dell’abbigliamento, capi di biancheria intima, borse, scarpe, cinte e gioielli. Ancora, i Flash moda di Sartoria Sonsoles con i suoi abiti da sposa e cerimonia su misura e i suoi abiti personalizzati in base al gusto per soddisfare a pieno le esigenze di ogni donna e di Kreazioni Ketty Pico, catanese, creatrice di gioielli in pietre dure e ceramiche, borse artigianali in tessuti preziosi, la cui ultima collezione è ispirata al barocco siciliano. Le coreografie sono state curate da
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Stefania Maria, il trucco e il parrucco da Mag Academy - Innovation Hair Academy, l’ufficio stampa è stato gestito dal giornalista Antonio D’Addio. Media partner ViewPoint di Silvia La Penna, edit by Creativityecom, agenzia di grafica, design, multimedia, programmazione, marketing, media planning, collaborazione e ufficio stampa, foto ufficiali di Domenico D’Alisa. Hanno allietato e deliziato l’evento con vari intermezzi musicali tutti dedicati al Santo Natale e alle Festività, gli SDRAG, il gruppo gospel della scuola di canto “I AM Music”, fondata e diretta dalla Maestra Maria Nasti, un ensemble vocale molto bravo, che va dal repertorio nazionale a quello internazionale, dai brani classici napoletani a quelli neomelodici. Tanti gli ospiti e gli addetti ai lavori intervenuti tra cui i giornalisti Francesco Russo, Armando Sanchez, Ida Piccolo, Cinzia Profita, Dora Chiariello, Mariapia Della Valle, Giuseppe De Carlo, Davide Guida, i fotografi Maurek Poggiante, Gennaro Piscopo, Vincenzo Burrone, e poi Rosaria Romano, Roberto Minini, sosia di Bono Vox degli U2, il musicista Rosario Rey Penza, l’imprenditore Eduardo Angeloni, l’attrice Giusy Freccia e tanti altri. Attesi gli assaggi di Babà Re, finissimo liquore alla crema di rum e pezzi di babà, del vino delle Cantine Ferraro di Pompei, mentre Retro Gusto, antichi sapori d’eccellenza, ha fatto delle degustazioni di panettoni. Molto apprezzati dai premiati gli omaggi di Capritaly, Azienda Artigianale e Imprenditoria Giovanile, specializzata in gioielli studiati per chi desidera un accessorio alla moda, un lavoro artigianale realizzato in acciaio Inox Anallergico. Un ringraziamento doveroso a Bee Queen, Hotel e Resort per la sua squisita ospitalità.
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TEATRO AUGUSTEO | CARLO BUCCIROSSO E BIAGIO IZZO IN “DUE VEDOVI ALLEGRI”
Carlo Buccirosso e Biagio Izzo per la prima volta insieme a teatro, protagonisti dello spettacolo “Due vedovi allegri” al Teatro Augusteo di Napoli, da giovedì 23 dicembre 2021 a domenica 16 gennaio 2022. Lo spettacolo, che vivrà la sua prima nazionale nella grande sala di Piazzetta Duca D’Aosta 263, sarà in scena per tutto il periodo delle Feste. Prodotto da A.G. Spettacoli ed Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, è scritto e diretto da Carlo Buccirosso; interpretato da Carlo Buccirosso e Biagio Izzo, con Gino Monteleone, Elvira Zingone, Donatella De Felice, Floriana Monici e Roberto Giordano. Le scene sono di Gilda Cerullo e Renato Lori. Costumi di Zaira de Vincentiis. Musiche di Cosimo Lombardi. Disegno luci di Francesco Adinolfi. Sinossi: in una collocazione appena futuristica, tre anni dopo la fine della pandemia, Cosimo Cannavacciuolo, vedovo ipocondriaco affetto da ansie e paure, costantemente in ricerca di affetti e certezze in una vita che sembra riservargli null’altro che sospetti di congiure e preoccupazioni di malattie, persa la sua amata moglie a causa di un virus si ritrova a combattere la solitudine e gli stenti dovuti al fallimento della propria attività di antiquariato, che lo ha costretto a riempirsi casa della merce invenduta e a
dover lottare contro l’ombra incombente della banca concessionaria del mutuo, che a causa dei mancati pagamenti minaccia l’esproprio del suo appartamento. La vita di Cosimo sarebbe più vuota e monotona senza la costante allegra presenza di Salvatore, vedovo, bizzarro custode del palazzo, che non ha mai manifestato eccessive simpatie nei confronti del povero Cannavacciuolo, inquilino del terzo piano, dove la sua giovane figliola Angelina, votata al matrimonio e alla navigazione su internet, dedica gran parte della giornata lavorativa pulendo gli appartamenti adiacenti quello di
Cosimo, quello dell’orefice Tomacelli e della consorte Pupetta, vent’anni più giovane di lui. Ed è anche per fronteggiare le difficoltà economiche del momento che Cosimo ha concesso l’uso di una camera dell’appartamento a Virginia, quarantenne attrice di cinema e teatro, conosciuta per caso al supermercato, che porta una ventata di spensieratezza nel marasma generale di una casa allo sbando, che a detta di Angelina appare come un museo archeologico. Ma la vera angoscia di Cosimo, oltre l’ingombrante presenza di Salvatore, è rappresentata dai suoi vicini di casa: i coniugi Tomacelli, depositari di un drammatico segreto che da mesi contribuisce a rendere ancora più complessa la sua strenua lotta per la sopravvivenza. Riuscirà l’inquilino del quarto piano, lo scaltro dottor De Angelis, con la sua conoscenza in materia, a fare chiarezza nella tresca innescata da Cosimo e Salvatore, pur di fronteggiare le pressanti richieste dei coniugi Tomacelli? Sarà producente la fantasia e la stravaganza di Angelina per sopperire alle intemperanze dei due vedovi? O sarà necessario e determinante l’istrionismo della misteriosa Virginia? Chi può dirlo, signore e signori. Quando si chiuderà il sipario lo saprete.
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ELISA ROSSI
UNA CERIMONIA SEMPLICE MA MOLTO COMMOVENTE La comunità del Liceo Statale “Gandhi” di Casoria ha vissuto un momento bello, toccante ed emozionate: alle ore 12,15 del giorno 20 del mese di dicembre dell’anno 2021, la palestra della sede centrale di via Aldo Moro è stata intitolata alla prof.ssa Cristiana D’Ambra, scomparsa lo scorso agosto, docente di Scienze Motorie nel nostro Istituto dal 1 settembre del 1999. Alla presenza del marito, dei figli, delle sorelle, del fratello e della cognata, il Dirigente Scolastico, la prof.ssa Anna Errichiello, tra la commozione generale, ha scoperto la targa commemorativa dedicata alla nostra collega, in seguito ha invitato una delegazione di insegnanti, alunni e familiari ad entrare nella palestra per procedere con la cerimonia. Il prof. Antonio D’Addio, a nome dei docenti, ha ricordato la dolcezza, il garbo, l’eleganza di Cristiana, punto di riferimento del Liceo Gandhi. Sempre sorridente, buona, disponibile su tutto e con tutti, pronta a risolvere le questioni e non a crearle, accogliente, rassicurante, materna con tutti i suoi alunni, ma nello stesso tempo, forte, combattiva e grintosa. Un esempio da imitare, ma soprattutto una vera e propria testimonianza di come affrontare il dolore senza mai lamentarsi. La targa recita così: “In ricordo della prof. ssa Cristiana D’Ambra. Il tuo sorriso, il tuo coraggio, la tua passione per lo sport, il tuo profondo attaccamento agli alunni del Liceo “Gandhi” rimarranno per sempre nei nostri cuori, quale splendido esempio per le generazioni future. La comunità scolastica del Liceo Gandhi”. Anche i docenti hanno voluto donare un ricordo alla
famiglia consegnando un fascio di rose e un’altra targa, da custodire a casa, con l’immagine della nostra collega e con incise queste parole: “Grazie per l’impegno e la passione con cui hai svolto il tuo ruolo, sempre pronta ad aiutare i tuoi alunni, sempre pronta a dare una mano ai tuoi colleghi, i tuoi occhi e il tuo sorriso resteranno impressi nella nostra mente. A colei che, con la sua presenza, ha reso speciale ogni giornata. Cristiana D’Ambra Con grande stima, il Liceo Gandhi di Casoria”. Anche alcuni ex alunni hanno voluto raccontare qualcosa: “Rieccoci qui. Ancora una volta ti penso, ti parlo, ti scrivo. Oggi sono nel posto più bello e speciale della scuola, o forse aspetta, mi correggo: nel posto della scuola che tu, sì, proprio tu, hai reso unico e pieno di vita. Un posto in cui abbiamo condiviso tanti momenti tra gioie, sorrisi, ansie, abbracci; come dimenticarli? E poi ancora: aneddoti, confessioni, risate, lezioni di vita. Quanto mi mancano... Ricordi quando passavamo l’intera ora a parlare dei miei sogni? Ti raggiungevo, ti abbracciavo, poggiavo la testa sulla tua spalla e, tra quei tuoi sorrisi colmi di compassione e cura, iniziavi
a sussurrarmi parole che son, per me, sempre state carezze sul cuore. Rimedi ad ogni mio male, soluzioni ai miei mille uragani di dubbi. Tra chi si divertiva a giocare in palestra, chi passeggiava al sole in cortile e chi ripeteva all’impazzata per le interrogazioni delle ore successive, eri sempre attenta a chi sedeva nella stanza qui accanto, spesso ritrovo di tutti coloro a cui la vita stava ponendo qualche ostacolo di troppo. Ricordo una fredda mattina di novembre di due anni fa: stavi adempiendo al tuo lavoro quando, all’improvviso, incrociasti il mio sguardo proprio lì. Non so bene spiegarti l’esatta espressione che assumesti ma, pian piano, t’avvicinasti con quell’unica consapevolezza che ti contraddistingueva di chi, dalla vita, ne aveva incassate tante. Ti sedesti accanto a me, mi guardasti poggiandomi una mano sulla guancia e accennasti ad uno di quei tuoi bellissimi sorrisi colorati con una vena di malinconia. Poi mi dicesti, con estrema cura e riservatezza: Sei tu a scrivere il tuo destino e sei tu a decidere il tuo stato d’animo, domina le tue emozioni, alzati e corri. Ne varrà sempre la pena, nel bene e nel male, per un sorriso o una lacrima.
Avevi già capito tutto, senza che ti dicessi niente. Solo con un semplice sguardo. Col tuo amore di sempre. Ti porto dentro e cullo il ricordo di te ogni giorno, quasi come fosse un appuntamento fisso con la memoria dell’amore che eri capace di diffondere senza nemmeno accorgertene. Ti penso ogni volta che cammino per strada, col mio solito paio di auricolari, e fisso il cielo: mi piace pensarti dispersa coi tuoi boccoli d’oro a donar più luce all’immenso blu celeste del cielo. Ti penso ogni volta che sono a letto e guardo il soffitto bianco, augurandomi che tu possa non dimenticarti mai di me ora che hai ricevuto la ricompensa per la pace che hai diffuso: la pace stessa, in un mondo diverso pieno di colori affini a quelli della tua anima. Sono così tanto grato alla vita per l’occasione che m’ha dato: conoscerti. Mi hai insegnato come si sta al mondo, a trovar la giusta luce nel suo fondo. Mi hai indicato qual è la chiave di lettura migliore per apprezzare ogni sua sfumatura e come lasciar un segno prediligendo l’umanità e la sensibilità, inestimabili valori che hai coltivato e annaffiato in me e in ognuno dei tuoi alunni, piccole anime coraggiose alla ricerca di un proprio posto nel mondo. Sento che tu oggi sei qui, che passeggi tra noi, rendendo Natale un qualsiasi lunedì. Ebbene, se sei qui e mi stai ascoltando, mettiti comoda che questa volta sono io a doverti dire una cosa molto importante. Questo posto, da oggi, porta il tuo nome. Sai perché? Perché casa, tana del calore, del colore e dell’amore che hai portato proprio qui. Perché rifugio delle ambizioni e dei sogni di noi tutti, che hai
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SABATO 25 DICEMBRE 2021 tanto accudito e poi custodito dentro di te. Perché specchio riflesso della tua vita e di ciò che sei stata. Avessi saputo di doverti lasciare, avrei fermato il tempo. Ma, sai, il momento per fermare il tempo non è mai, è per sempre. Sappi che, il tuo ritorno, sarà per me, sempre, eclissi in un qualsiasi mezzogiorno. Allora, ora e per l’eternità, grazie. Di tutto. Buona nuova vita. Con tutto l’amore di cui sono capace. Con gli occhi colmi d’emozione. A presto. Il tuo ballerino preferito, Peppe” (Giuseppe Ferreri). “Il primo giorno del primo anno la Professoressa D’Ambra entrò in classe e chiese a ciascuno di noi studenti di scrivere una nostra piccola presentazione inserendo sogni e obiettivi. La considerammo una richiesta volta a conoscerci meglio, ma senza grandi pretese, una sorta di routine professionale dei primi giorni dell’anno scolastico. Ce ne dimenticammo anche abbastanza in fretta. Cinque anni dopo, l’ultimo giorno dell’ultimo anno di liceo, la Prof.ssa ci riportò
quegli stessi temi, gelosamente conservati e rimasti intatti per tutto quel periodo. Chiese ad ognuno di noi di leggere quanto avevamo scritto in passato e di riscrivere di noi e dei nostri rinnovati sogni, rendendoci evidente quanto fossimo maturati e cresciuti tra quelle mura. Alla fine conservò entrambe le presentazioni, fu una cosa che ci sciolse il cuore. Buona, solare, genuina ed estremamente materna: così era la Prof.ssa D’Ambra. Non c’era giorno in cui non abbia minacciato di farci rimanere in classe, a causa della nostra eccessiva energia, non c’era giorno in cui non abbia deciso, alla fine, di portarci in palestra, dopo aver visto le nostre facce tristi, non voleva vederci tristi. Al biennio, ad esempio, la palestra della succursale fu dichiarata inagibile e per un lungo periodo non potemmo fare la consueta attività sportiva. Ebbene la professoressa, pur di non farci pesare la sua ora, veniva ogni giorno carica di una bustona piena di giochi da tavolo. Tra dama,
25 scacchi, la cattedra come campo da ping-pong, ci ha insegnato nuovi giochi, nuove metodologie e anche alcuni trucchi del mestiere per fare bella figura. Non c’è studente che non la rispettasse e non le volesse un bene genuino. Sapeva toccare con estrema delicatezza le corde di ognuno di noi, mostrando comprensione e fornendo tanto amore. E credeteci, non è facile saper arrivare e lasciare un segno in ragazzi che sono nel pieno della pubertà, ragazzi che sono convinti di avere il mondo contro e che a volte inquadrano erroneamente gli insegnanti come gli antagonisti principali della loro storia di vita. E se la notizia della scomparsa ci ha arrecato un enorme dispiacere, non possiamo neanche immaginare la sofferenza della famiglia, alla quale proviamo a donare un paio di ricordi che, salvo scherzi della memoria, dovrebbero riguardarvi. Ricordiamo che a nessuno di voi piace la pasta con le lenticchie o quantomeno, storcevate il naso quando mamma ve la preparava, perché fa bene.
Inoltre una figlia ha scritto un libro. E questo è ben impresso nella nostra memoria perché la Professoressa ci ha fatto una forte pressione psicologica, per oltre un mese, mostrandoci la copertina e ribadendo il titolo del libro. Cercava forse di indurci all’acquisto per osmosi. Scherzi a parte, ne era molto fiera! Noi oggi siamo qui per onorare il suo ricordo e per partecipare all’intitolazione della palestra, ne siamo molto contenti ma, in parte, la riteniamo una formalità in quanto siamo sicuri che ogni alunno, che ha avuto la fortuna di avere la Professoressa come docente, associava già queste mura al suo sorriso e al suo immancabile “PER LA PALLA”, a cui era diventata ormai una routine rispondere scherzosamente “HIP HIP URRÀ”. Insomma, è da ben prima di oggi che questa palestra risulta al contempo testimone e incarnazione della dolcezza e dell’amore di chi l’ha resa così bella, la Professoressa Cristiana D’Ambra” (Antonio Gioiello e Matteo Caccavale).
Augura Buone Feste
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Un Amore di Famiglia: a Napoli un Polo Educativo per bimbi a crescita sostenibile. La scuola da quest’anno si fa anche promotrice di un digitale intelligente Una scuola bilingue, digitale e sostenibile. Sono queste le caratteristiche di “Un Amore di Famiglia”, il polo didattico che è stato presentato domenica 19 dicembre a Palazzo Fondi. Il progetto nasce nel 2015 in una struttura di 600 mq complessivi ubicata a Napoli, nella centralissima Via De Gasperi. All’interno ci sono due aree didattiche: l’area nido, con accoglienza fin dai primi mesi; scuola di infanzia, con bilinguismo, musicalità e approccio ecologico. Funzionante 11 mesi all’anno, con attività indoor e outdoor che comprendono percorsi di conoscenza attraverso le meraviglie culturali ed artistiche del territorio campano, questa scuola permette al bambino di imparare l’educazione ambientale con la stessa naturalezza con cui impara a camminare, in una struttura il più possibile amica dell’ambiente. Nel 2022 il progetto si am-
plierà con l’apertura della scuola primaria e secondaria inferiore e della prima biblioteca per bambini della città di Napoli, gemellata con New York e Barcellona, in concomitanza all’apertura di un’ulteriore sede negli spazi del centralissimo complesso Don Orione (sito in via Donnalbina). Sulla scia dell’esperienza di questi anni la direzione di “Un Amore di Famiglia” ha deciso di istituire nell’ambito dell’Open Day svoltosi domenica 19 dicembre una tavola rotonda a cui hanno partecipato esperti del settore
digitale, dell’e-learning, della politica e della pedagogia. In particolare: l’On. Flora Frate, componente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione; Imma Napodano, esperta di letteratura per l’infanzia e curatrice di Bibi, la prima libreria indipendente della città di Napoli dedicata ai più piccoli e alle loro famiglie; Marina Albanese, prof. Ordinario, direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca Lupt “Raffele D’Ambrosio” dell’Università Federico II; Maria Luisa Iavarone, professoressa di Pedagogia Sperimentale dell’Università
Partenope; Rosa De Vivo, del Comitato Scientifico dell’Associazione Italiana Orientatori Asitor; Sara Galmuzzi, storica dell’arte ed ideatrice in fase di lockdown di un progetto che mira a spiegare l’arte contemporanea ai più piccoli. Da tale incontro è emersa la necessità di investire sull’istruzione per foraggiare l’incremento delle nascite, oggi ai minimi storici a causa del periodo di insicurezza che stiamo vivendo, e di rendere il più accogliente possibile la comunità di cui i bambini sono risorsa fondamentale. Un aperitivo organizzato dall’associazione Provinciale Cuochi Napoli, ha accompagnato le diverse attività organizzate per i bambini che hanno partecipato all’evento. Tra queste sono stati particolarmente apprezzati il laboratorio allestito dalla Scuola di Cinema di Napoli di Roberta Inarta, e quelli di Playourtour, Orata Design e Lebanart.
Auguri di Buon Natale
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