Ticino Business

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nr. 5 / Giu. 2013

PerchĂŠ smantellare un sistema funzionante?


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Mine vaganti Perché smantellare un sistema funzionante? Un Cantone fermo in attesa delle prossime elezioni Una politica decisa e coerente verso l’Unione Europea

10 Svizzera – UE: una situazione di stallo che porta verso l’unilateralismo 11 Maggiori controlli a tutela del nostro settore e di tutta l’economia ticinese 12 Pressioni internazionali e rapporti con l’Europa: ecco la voce degli impresari costruttori 14 Svizzera – Unione Europea. Ecco lo scenario dal punto di vista fiscale 16 Il mercato siamo noi 17 Ma quanto costa un’imposta? L’esempio dell’IVA 18 Disuguaglianze in crescita? 20 Riparte a settembre il Master in Tax Law alla SUPSI, giunto alla 7° edizione 21 La nuova Guida pratica del diritto di locazione 22 Mobilità aziendale: positivo il bilancio 2007-2012 24 Casale Group vince il Prix SVC Svizzera italiana 2013 26 CF SUD: la cooperativa di fideiussione per PMI 27 Switzerland Global Enterprise apre un ufficio a Istanbul 28 Aziende ticinesi e Lugano Airport: un matrimonio destinato a prendere il volo, il 25.6.13 29 Le responsabilità sociali ed individuali 32 Il Commodity Trading ticinese protagonista a Londra 33 Novità sul commercio estero 37 Gli incoterms e il passaggio di proprietà 38 I prossimi appuntamenti 39 Cooperativa Migros Ticino 40 Edef Sagl 41 Luisoni Consulenze SA 42 Swiss Life 43 Franklin College Switzerland 44 New Celio Engineering SA 46 ASCE – SI 47 UPSA Ticino 49 Mikron Tool SA Agno 50 Archivstore Sagl 53 Esplanade Hotel Resort & Spa 56 Parametric Design Suisse Sagl 57 WORKABLECOM SA 58 Gierrevi SA – Salone Rosi 60 OSM NETWORK SA 61 Gruppo Multi 62 Gruppo Sicurezza SA 64 SSIC Sezione Ticino

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Impressum Editore: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano

Perché smantellare un sistema funzionante?

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Redattrice responsabile: Lisa Pantini Comitato redazionale: Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Simona Morosini Marconi, Marco Passalia e Mercedes Galan Immagini di copertina: © iStockphoto.com/duncan1890

Redazione: Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch Pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 558 6928 Manno Tel. +41 91 600 20 70 info@pubblicitasacchi.ch www.pubblicitasacchi.ch

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Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti

MINE VAGANTI

A volte mi sembra di vivere in un mondo dove l’autoflagellazione, il farsi male da soli sembra divenuto un titolo di merito. La Svizzera ha un modello di sviluppo economico vincente, tanto da essere una mosca bianca nel panorama globale. Debito statale molto contenuto e surplus di bilancio, disoccupazione bassa, prezzi stabili, socialità, pace, sicurezza, benessere diffuso, istituzioni solide, magistratura efficace, amministrazione efficiente, ai vertici delle classifiche per qualità di vita, ricerca e sviluppo, ambiente, democrazia e libertà individuali. Fatico a capire perché improvvisamente questo modello virtuoso debba essere cambiato in alcuni aspetti che vanno al cuore del sistema con tre iniziative costituzionali che fra poco saranno in votazione: quella denominata 1-12 volta a limitare il salario massimo in un azienda (privata!), a 12 volte il salario minimo. Poi l’iniziativa per un salario minimo di 4000.- fr. per tutti. E per finire in bellezza l’iniziativa per l’introduzione della tassa di successione a livello nazionale. Se qualcuno ha deciso di adottare la prima legge di Murphy che “quando qualcosa può andar storto, lo farà”, quelli siamo noi. Il principio che alimenta le tre iniziative è quello dell’eguaglianza. E qui ci sarebbe molto da disquisire perché mentre l’eguaglianza è un concetto saldamente ancorato anche nel liberalismo l’egualitarismo, non lo è affatto. I movimenti egualitari con il fine di ridurre le diseguaglianze sociali pur non essendo egualitaristi possono diventarlo quando si spingono all’estremo. Le grandi utopie della storia a partire da Tommaso Moro fino a Babeuf (la proprietà è un furto) sono ispirate alle dottrine egualitarie estreme del “tutti eguali in tutto”. Ma gli uomini sono sia eguali che diseguali. Eguali come genere, diseguali come individui. Tutti eguali davanti alla morte ma ognuno muore in modo diverso dall’altro. L’iniziativa del salario minimo di 4000.- fr. per tutti non tiene conto delle diversità fondamentali che sussistono tra regioni, mestieri, costo della vita, formazione, merito e quant’altro diventando di fatto una proposta egualitaria estrema. Non tutti eguali in tutto ma tutti eguali nel salario minimo. A me pare poco realistico e velleitario imporre un salario minimo di tale entità a tutto il Paese indipendentemente dalle realtà economiche locali molto diverse l’una dall’altra. Per le aziende ticinesi sarebbe un salasso che manderebbe fuori mercato tante piccole e medie imprese, start up, piccoli commerci e così via. Poi sparirebbe una delle prerogative della Svizzera, la libertà contrattuale in materia di salari, un valore importante per lo sviluppo economico come si vede osservando i Paesi che a furia di mettere paletti e ostacoli al mercato del lavoro si ritrovano con oltre il 12% di disoccupazione. Inoltre c’è un germe anti democratico nelle pieghe dell’iniziativa ovvero quanto

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equo sia che una parte terza (le imprese) debba pagare per risolvere un problema di interesse generale come la povertà. Tasse e AVS le paghiamo tutti. Ma il salario minimo viene caricato solo alle imprese. È giusto? Però eminenti democrazie liberali come USA (998 €), Francia (1430 €), Gran Bretagna (1264 €), ne fanno uso. E in Svizzera dove si preferisce la contrattazione alla confrontazione, imprenditori e sindacati, riescono sovente a far combaciare l’irrazionalità economica con la necessità sociale. Inoltre studi recenti dimostrano che il salario minimo, se contenuto entro un tetto massimo del il 30-40% del salario mediano è piuttosto ininfluente sull’andamento economico (The Economist, 24.11.2012) e semmai ha effetti positivi. Il salario mediano svizzero è poco meno di 6000.- fr. Il 40% ammonterebbe a 2400.- fr. I 4000.- fr. dell’iniziativa sono molto oltre questa soglia. Eccessivo. Preferiamo di molto l’iniziativa “per un salario minimo dignitoso” promossa in Ticino che prevede minimi secondo le categorie di lavoratori, rami economici e regioni, senza fissare cifre. Al di là dei pregiudizi mi pare comunque un’iniziativa molto meno estrema di quella sindacale e più flessibile. Ai cittadini la parola. Con l’iniziativa 1-12 il discorso va nella stessa direzione di regolamentare in materia di salari. Non si capisce perché non 1-6 o qualsiasi altra cifra. Quando abbiamo votato l’iniziativa Minder, si trattava di un argomento che riguardava in primo luogo il Codice delle obbligazioni, i diritti degli azionisti. Qui invece si tratta di imporre del tutto arbitrariamente un limite. Con quale logica non è dato sapere. Forse solo quella dell’invidia. Dimenticando platealmente che la ricchezza di un’azienda e dei suoi dipendenti ha molto a che vedere con quella del più alto in grado sopratutto se padrone. Aggiungo che l’ineguaglianza (dati dello ufficio federale di statistica) negli ultimi anni è rimasta stabile e che i salari sopra il mezzo milione di fr. riguardano solo lo 0,24% della popolazione. Molto rumore per nulla ma con conseguenze gravi come un intollerabile,rischioso dirigismo statale per noi inaccettabile. Le mie perplessità sull’iniziativa per l’introduzione della tassa di successione a livello nazionale, le ho espresse in un precedente articolo su questo giornale. Ribadisco che è scorretto dal profilo morale applicare una misura costituzionale con effetto retroattivo. Il fatto di averlo inserito nel testo dell’iniziativa non lo rende meno immorale. Sarebbe come se si decidesse di aumentare l’IVA o le multe per velocità eccessiva con effetto retroattivo. Un principio pericoloso per l’equilibrio sociale qualora questa modalità venisse utilizzata da chi pensa che il nostro Paese sia troppo sociale, troppo aperto agli stranieri, troppo ecologista e magari troppo laico.


Le tre iniziative sono ideologiche, riflettono una concezione conservatrice della società che invece è in grande movimento, raccontando la solita favola che tutti i problemi sociali si possano risolvere con la redistribuzione di ricchezza prodotta dagli imprenditori con il loro capitale e i loro dipendenti. Non è così. Non più. Le cause dell’arbitrario e ingiustificabile aumento delle diseguaglianze a livello mondiale è da ricercare nella travolgente trasformazione che subisce la società attuale. Il turbo-trend verso una società di servizi (oggi 75-80% dei posti di lavoro) causa cambiamenti radicali nel mercato del lavoro. Richiesti non sono più i muscoli ma le capacità creative, analitiche e cognitive. Oggi formazione, cultura e conoscenza sono la chiave di volta per inserirsi nel mondo lavorativo in continua evoluzione. Quindi è una problematica di carattere generale che investe in primis le famiglie e la formazione scolastica. La società tutta

e lo Stato. Non è con la redistribuzione che si risolve questa sfida enorme. Così come non è con la redistribuzione che si combatte un altro ben noto problema: il costo della vita che rende la Svizzera uno dei Paesi più cari al mondo. Dazi, posizioni dominanti sia statali che private mercato interno troppo ingessato, accordi cartellari, tariffe regolamentate, ecc. tutto concorre ad aumentare il costo della vita per i cittadini. Perché prendersela sempre con i soliti noti, le imprese che producono la ricchezza che alimentano socialità e benessere e ignorare, lobbies, centri di potere economico, burocrazia sanzionante che invece di ricchezza e crescita rallentano lo sviluppo economico castigando la libera concorrenza? È sociale spennare la gallina che produce uova invece di sanzionare l’imbonitore che le vende a prezzi esagerati? No, non è sociale. È solo più facile.

Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

Perché smantellare un sistema funzionante?

Le quotidiane discussioni sui rapporti con il partner europeo, rispettivamente con i singoli Paesi dell’Unione Europea, sono ormai parte integrante della vita politica svizzera. Giusto che sia così, vista l’importanza dei temi in discussione, ben noti a tutti. Curioso è però il fatto che anche quelli che erano considerati gli europeisti più convinti sparano ormai senza ritegno su tutto quanto ricorda la bandiera blu con le dodici stelle gialle, a partire dalla libera circolazione delle persone, quasi universalmente additata come il male universale che sta distruggendo la Svizzera. Ma è ancora più curioso il fatto che al contempo queste stesse forze politiche cerchino di far assomigliare la Svizzera sempre più al modello europeo, dal quale ci si vorrebbe distanziare. Un comportamento schizofrenico che si manifesta soprattutto rispetto alle problematiche del mercato del lavoro. Mentre i numerosi Paesi europei in difficoltà cercano di liberarsi dagli strettissimi vincoli burocratici che hanno paralizzato i loro sistemi e creato milioni di disoccupati, in Svizzera c’è chi vuole muoversi in senso contrario, smantellando il sistema liberale per introdurre un maggiore ed oppressivo controllo statale. E questo malgrado la Svizzera abbia ampiamente dimostrato di avere strutture ben più efficienti della stragrande maggioranza dei Paesi dell’Unione europea, come dicono molto chiaramente ad esempio le cifre dei conti pubblici, della disoccupazione, del livello salariale ecc.. Sulle ali dell’entusiasmo per il plebiscito all’iniziativa Minder, l’ostilità verso il mondo delle aziende (da noi tematizzata da oltre un anno) sta assumendo proporzioni preoccupanti e si sta costruendo un’artificiale necessità di interventi statali per frenare il presunto ladrocinio commesso da orde di

imprenditori irresponsabili. L’iniziativa che vuole limitare a 1:12 la proporzione fra salario massimo e minimo in azienda e l’iniziativa sui 4’000 franchi di salario minimo per tutti rientrano in questa logica. Nuove regole restrittive per un sistema che forse necessita di qualche correttivo, ma sicuramente non di stravolgimenti epocali. La nostra legislazione liberale, in particolare la flessibilità del diritto del lavoro, danno risultati indubbiamente migliori rispetto alle iper-regolamentazioni di Paesi come l’Italia o la Francia, tanto per citare solo due situazioni disastrose causate da regole rigidissime e da norme sui salari minimi eccessive che impediscono soprattutto ai giovani l’ingresso sul mercato. I milioni di disoccupati sono una cifra che parla da sé. La nostra flessibilità negli ultimi tempi viene spacciata per sinonimo di abuso e per questo alcuni chiedono addirittura l’introduzione nel Codice delle obbligazioni del licenziamento per giusta causa di impronta italica. Flessibilità non significa invece abuso o mancanza di spirito sociale. Essa permette alle aziende di adeguare l’effettivo alla situazione economica, creando una mobilità che permette di regola anche di rientrare abbastanza agevolmente nel mondo del lavoro. Attenzione quindi a voler imitare modelli che sulla carta sembrano tutelare lavoratrici e lavoratori, ma che in realtà creano una rigidità che non danneggia solo l’economia (che siamo poi tutti noi), ma anche chi si vorrebbe tutelare. Buttare a mare le nostre strutture liberali e la libertà contrattuale a favore di uno Stato onnipotente che detta le regole in materia salariale alle imprese sarebbe un errore fatale. Poche regole chiare, efficaci e rispettate sono ancora e sempre preferibili alle troppe regole paralizzanti e aggirate da tutti.

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Contromano di Alessio Del Grande

Un Cantone fermo in attesa delle prossime elezioni A metà di quella che doveva essere la legislatura della svolta, il Governo è in fase di stallo e si guarda già alle prossime elezioni cantonali. Che tutti i partiti siano soprattutto interessati al rinnovo, nel 2015, del Parlamento e del Consiglio di Stato, lo si è visto chiaramente con le recenti elezioni di Lugano. Si guarda avanti, perché questa legislatura è ormai considerata, per la sua inconcludenza, morta e sepolta, mentre per i dossier più importanti continua l’estenuante rimpallo tra esecutivo e legislativo. Ci si accontenta di vivacchiare cercando di tirare avanti e di salvare la faccia con l’amministrazione corrente. Il cambio di guardia tra i ministri i leghisti, per forza di cosa, comporterà dei nuovi ritardi nella gestione degli affari governativi, il che non contribuirà di certo a sbloccare la situazione. Poche settimane fa il presidente del PLR Rocco Cattaneo aveva ipotizzato persino la revoca del Governo, lasciando di sasso tutti gli altri partiti. Quella di Cattaneo è stata indubbiamente una provocazione, più che salutare vista l’attuale impasse, ma è assai indicativa del clima di fiducia verso il Consiglio di Stato. Risanamento finanziario, sgravi e amnistia fiscale sono sostanzialmente sempre fermi al palo, mentre pare essersi pure incrinata la tanto decantata concordanza all’interno della compagine governativa. Col famoso Patto di Medaglia era sembrato che dai principali partiti fosse stato dato un deciso impulso al risanamento finanziario, ma la speranza è stata di breve durata. La mitica roadmap rimane appena abbozzata sulla carta e si cominciano a contare le prime defezioni. Intanto il ministro socialista si era già pubblicamente dissociato da eventuali tagli alla spesa pubblica e in Parlamento è subito iniziato l’immancabile gioco di azioni e reazioni, per cui ai risparmi dovrebbero fare da contrappeso delle nuove entrate, vale a dire aggravi fiscali. Quanto prima si metterà in scena il solito teatrino sulla “simmetria dei sacrifici”. Difficile che con questo clima si arrivi a decidere sulla legge per il freno alla spesa o su quella per il freno al disavanzo, tantomeno si arriverà a discutere di una seria riforma fiscale di cui il Paese ha urgente bisogno. Archiviati gli sgravi fiscali dell’iniziativa leghista bocciata in votazione popolare, di allentare la pressione contributiva su

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cittadini e imprese non se ne parla proprio. C’è da sperare che per l’amnistia fiscale si muova almeno qualcosa e che si scongiuri il rischio di referendum. Da almeno due anni studi specifici e autorevoli voci hanno registrato con allarme la perdita di competitività fiscale del Cantone, sia per le imprese che per i grandi contribuenti. Per questi ultimi un’ipotesi di sgravio è abortita sul nascere. Eppure, si tratta di salvaguardare importanti entrate fiscali per le casse pubbliche, soprattutto adesso che va assottigliandosi il gettito complessivo della piazza finanziaria. Entrate che oggi rischiano di riversarsi nelle casse di altri Cantoni che offrono condizioni fiscali molto più vantaggiose del Ticino. Ma ormai non si tratta più di mettere mano a qualche sgravio, a qualche riduzione di aliquota o ad un estemporaneo condono fiscale (che sarebbero comunque preferibili a questa politica suicida del non decidere nulla). Al Cantone serve al più presto una vera riforma fiscale. Una riforma che come obiettivo generale dovrebbe avere il veloce recupero di posizioni nella classifica della concorrenzialità fiscale intercantonale (sia per le imprese che per i contribuenti più facoltosi), e allo stesso tempo capace di rimodulare l’imposizione in modo da alleggerire la pressione contributiva su cittadini e aziende. Il che significa lasciare più soldi in tasca a primi per incentivare risparmi e consumi e più risorse alle seconde per gli investimenti necessari alla loro competitività. Più denaro per risparmi, consumi e investimenti, sono i passaggi indispensabili di un circolo virtuoso che incrementa la ricchezza generale e alla fine anche gli introiti per l’erario cantonale. Tuttavia una seria e radicale riforma fiscale è possibile soltanto se si mettono in cantiere anche un’altrettanto radicale riforma dei compiti dello Stato e una ragionata riqualificazione della spesa pubblica, che non vuol dire solo tagli. Si tratta, però, di riforme che necessitano di una forte leadership politica e di Governo, di una cultura del ruolo dello Stato non appiattita sullo statalismo e di partiti capaci di guardare non solo alle prossime elezioni ma, come diceva qualcuno, soprattutto alle prossime generazioni. Tre prerequisiti che, purtroppo, oggi mancano, ma che bisognerebbe concretizzare al più presto se si vuole davvero tirare fuori il Paese dalle secche di un pericoloso immobilismo e non pensando solamente alle prossime elezioni.


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Il tema di Alessio Del Grande

Una politica decisa e coerente verso l’Unione Europea

Non è uno dei momenti migliori per i rapporti tra Svizzera ed Unione Europea. La recente decisione del Governo Federale di introdurre la clausola di salvaguardia, per limitare in parte l’immigrazione dai Paesi UE, contribuirà certamente ad inasprire un quadro di relazioni già teso dal lungo e duro confronto su fiscalità e segreto bancario. Ma tra Berna e Bruxelles c’è un’altra importante partita aperta, una trattativa i cui esiti possono avere forti quanto imprevedibili conseguenze per il nostro Paese. Si tratta del cosiddetto “adeguamento automatico della Svizzera agli sviluppi del diritto comunitario”, cui andrebbero immediatamente soggetti tutti gli Accordi bilaterali, quelli già in corso così come quelli futuri. Un negoziato affrontato dall’UE a muso duro, decisa a non arretrare di un passo. L’estate scorsa Berna ha inviato una sua controproposta all’UE, nella quale evidenziava, riassumendo a grandi linee, la disponibilità della Svizzera a recepire il nuovo diritto comunitario, tuttavia non automaticamente. Bensì, di comune accordo, prevedendo anche la possibilità di misure compensatorie nel caso di una mancata intesa, senza, quindi, imporre di fatto alla Confederazione le nuove norme. Inoltre, alla pretesa di Bruxelles di sottoporre i trattati al controllo di un organo giurisdizionale internazionale (che poi non sarebbe altro che la Corte di Giustizia delle Comunità europee), Berna ha replicato rifiutando l’idea di sottostare alla giurisdizione di un tribunale straniero, proponendo, invece, l’istituzione di un’autorità ad hoc, ma svizzera. La risposta dell’UE non sembra lasciare spazi ad una possibile negoziazione: la Svizzera partecipa al grande mercato europeo, quindi si deve adeguare all’evoluzione delle regole comunitarie; l’adattamento al diritto europeo deve essere regolato, per questioni di omogeneità giuridica, obbligatoriamente. Il che vuol dire adeguamento automatico. In sostanza la Confederazione dovrebbe adottare le nuove norme europee sic et simpliciter, pur non partecipando al processo decisionale da cui esse scaturiscono e, per di più, dovrebbe accettare che un organo esterno ne controlli l’applicazione in Svizzera. È chiaro che aderire a queste condizioni per la Confederazione significherebbe accettare di rinunciare in parte alla sua sovranità. Ma se ciò si può pretendere dagli Stati membri dell’UE, non è altrettanto legittimo

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pretenderlo, né tanto meno imporlo, ad uno Stato che non fa parte dell’Unione, per quanto esso sia ben integrato nell’economia e nel mercato comunitario. Purtroppo l’atteggiamento di Bruxelles è il risultato di una pericolosa distorsione politica e istituzionale che ha già stravolto taluni principi basilari del diritto internazionale e delle corrette relazioni tra gli Stati. E che, per questo, sta alimentando un po’ in tutti i Paesi un pericoloso antieuropeismo. Un effetto boomerang di cui i vertici dell’UE non sembrano rendersi conto. Alle origini di questa distorsione c’è quel vuoto di legittimità democratica nel processo di costruzione dell’UE, cui si è supplito con una visione dirigista e burocratica della governance dell’Europa. Uniformità e omogeneità, in poche parole standardizzazione, sono le linee guida di un rigido centralismo politico-burocratico dai tratti a volte autoritari, che sicuramente non gioverà al consolidamento di un’Unione davvero democratica e sostenuta dall’adesione popolare. Quello che sta succedendo con la lotta, pur legittima, all’evasione fiscale, è indicativo di questa volontà omogeneizzante, che tende sempre ad eliminare d’imperio ogni differenza, per quanto essa sia connaturata alla storia stessa e alla cultura dei singoli Stati. La cosiddetta “armonizzazione fiscale” a cui punta decisamente Bruxelles, altro non è che l’appiattimento su standard comuni di quella che era una volta una delle principali prerogative della sovranità statuale, la potestà fiscale. Che con questa armonizzazione si possa combattere davvero l’evasione o che essa sia più efficace e giusta della vecchia concorrenza fiscale tra i Paesi dell’UE, è tutto da dimostrare. Indubbiamente la crisi del debito sovrano ha contribuito non poco ad accentuare questa tendenza centralistica di Bruxelles, anche a causa della forzosa accondiscendenza di tanti Paesi membri che, sull’orlo del crac, non potevano fare di certo la voce grossa con l’Unione. Tutt’altra cosa sono, però, i rapporti e i negoziati con uno Stato, come la Svizzera, che non fa parte dell’UE, anche se geograficamente si trova al centro dell’Europa, e che fonda il suo impianto istituzionale e decisionale sul federalismo e sulla democrazia diretta. Ma qui entra in gioco la consapevolezza del proprio ruolo da parte ogni singolo Paese, della sua storia e delle sue tradizioni istituzionali. Entrano in gioco la


convinzione della forza e della legittimità della sua sovranità, la sua capacità politica e diplomatica nel difendere le sue ragioni, la sua autonomia statuale. La Svizzera nelle relazioni con Bruxelles se l’era cavata molto bene con gli accordi bilaterali, dopo i ripetuti no del popolo all’UE. Accordi che, nonostante taluni scompensi, hanno rappresentato un grande vantaggio per il nostro Paese, che altrimenti avrebbe trovato non pochi ostacoli sulla strada degli scambi commerciali e della crescita economica. Su fiscalità e segreto bancario, invece, la Confederazione ha giocato di rimessa, sottovalutando troppo a lungo le pressioni dell’UE e dell’OCSE. Risultato un progressivo accer-

chiamento della Confederazione, sottoposta da un fuoco incrociato, mentre altri Paesi, in primo luogo Gran Bretagna e USA conservano e ben tutelano le loro oasi fiscali, dalle Isole del Canale alle Cayman, dalle Bermuda, allo Stato americano del Delaware, tanto per citare solo le alcune delle più note piazze off shore. C’è, dunque, da augurarsi che non si commetta lo stesso errore con l’adeguamento automatico al diritto comunitario. Che la Confederazione sappia, perciò, far valere con la ragione del diritto la difesa delle sue prerogative sovrane davanti all’UE, facendo sentire la sua voce, se necessario, anche in altri autorevoli consessi internazionali.

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con l’Avv. Michele Rossi, Delegato alle Relazioni Esterne delle associazioni economiche

Svizzera – UE: una situazione di stallo che porta verso l’unilateralismo Michele Rossi

Innanzitutto qual è lo stato dei rapporti e dei negoziati tra Svizzera e UE? Non pare certo uno dei momenti più felici. “Attualmente siamo in una fase di stallo. Bruxelles, da circa due anni ormai, chiede alla Svizzera di accettare alcuni principi istituzionali che trasformerebbero gli Accordi bilaterali da statici in dinamici. Di fronte a queste richieste Berna ha cercato di formulare delle controproposte meno drastiche, e più adatte ad un Paese non membro dell’UE. Ma per il momento non vi è alcuna accordo tra le parti. Questa situazione, aggiunta ad altre richieste dell’UE (ad esempio in ambito fiscale), rende i nostri rapporti con Bruxelles assai complicati”. Bruxelles insiste per un adeguamento automatico degli accordi, attuali e futuri, al diritto comunitario. Che conseguenze può avere questa richiesta per la Svizzera? “Come detto, ciò trasformerebbe i bilaterali in accordi dinamici, nel senso che la Svizzera dovrebbe rispettare norme non ancora conosciute che solo il futuro porterà con sé. I bilaterali prevedono invece che si debbano rispettare quelle norme conosciute al momento della firma degli accordi, nulla di più. Ora, è chiaro che un tale cambiamento rappresenterebbe uno stravolgimento dell’approccio inizialmente condiviso sia dalla Svizzera che dall’UE”. Insomma dal bilateralismo, che bene o male finora ha funzionato, si vorrebbe passare ad una sorta di «unilateralismo», che vedrebbe, però il nostro Paese relegato ad un ruolo passivo. Come vede questa situazione? “Questa potrebbe essere una definizione corretta dell’attuale filosofia difesa dall’UE. Si vorrebbe infatti che noi applicassimo automaticamente il diritto che Bruxelles adotta senza che la Svizzera abbia nemmeno la possibilità di influire nel processo di elaborazione di tali norme. La Svizzera non è infatti presente nelle istituzioni che elaborano e che adottano il diritto comunitario. Accordi unilaterali quindi!”

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Non crede che le richieste dell’UE rappresentino un’ingerenza nella sovranità di un Paese che, peraltro, non fa nemmeno parte della stessa Unione? “Soprattutto queste richieste a mio avviso rappresentano un «tradimento» degli intendimenti iniziali, condivisi da tutti, UE compresa. I bilaterali sono e devono rimanere uno strumento pragmatico che permette una collaborazione con uno Stato terzo. Non si può e non si deve chiedere ad uno Stato terzo di comportarsi come se fosse uno Stato membro. E ciò era chiaro sin dagli anni ‘90, quando iniziammo a negoziare i bilaterali con Bruxelles”. A questo punto, dopo il no di Bruxelles alla proposta svizzera di recepire il nuovo diritto comunitario non automaticamente, ma di comune accordo, quali possibilità ha Berna per arrivare ad un esito positivo nella trattativa? “So che sono in corso delle discussioni condotte per la Svizzera dal nostro Segretario di Stato Yves Rossier. Non sono in grado di valutare quali siano gli sbocchi possibili che tali contatti potranno portare, anche perché in materia vige una massima segretezza. Pare che le vie individuate siano tre. Non sono però stati forniti ulteriori dettagli al riguardo. In ogni modo se l’UE rimarrà intransigente sulla sua posizione, ossia di una difesa dogmatica dei principi usualmente applicabili agli Stati membri, ho paura che lo stallo durerà ancora molto. Ritengo che ora, in questo specifico contesto, sia importante che il Consiglio federale proceda ad una valutazione degli effetti concreti, in particolare a livello economico, che una tale situazione implica. Infatti non credo che la Svizzera debba per forza sempre dire di sì alle richieste di Bruxelles. E in tale prospettiva dobbiamo considerare il nostro no alla stregua di un’opzione politica. E proprio per questo motivo è indispensabile conoscere le reali conseguenze che questa opzione avrebbe per l’economia del nostro Paese”.


Ospite Intervista di Lisa Pantini con Andrea Gehri, Presidente Associazione Svizzera delle Piastrelle – Sezione Ticino e Titolare Gehri Rivestimenti SA

Maggiori controlli a tutela del nostro settore e di tutta l’economia ticinese Andrea Gehri Presidente, recentemente all’Assemblea della vostra associazione è stato lanciato l’allarme per l’aumento dei cosiddetti «padroncini» italiani. Qual è la situazione nel vostro settore? “Le sfide della nostra economia ticinese in un contesto estremamente agguerrito e contraddistinto da un’attrattività fuori dal comune da parte di colleghi della vicina Penisola pone anche il nostro settore d’attività a fronte di notevoli tensioni e a problemi che, purtroppo, non riusciremo a risolvere se non in minima parte. Nonostante il prodigarsi di regole, di contro regole, di coloro che sono preposti ai controlli e verifiche stiamo assistendo ad un vero e proprio assalto alla diligenza. Dati alla mano, la concorrenza sul nostro piccolo ma attrattivo territorio ticinese sta divenendo viepiù insopportabile e i mezzi a nostra disposizione non sono sufficientemente efficaci per contrastare tale dilagante fenomeno”. Da quello che emerso durante l’assemblea dell’ASP, pare di capire che la vostra Associazione non contesta la libera circolazione, prevista dagli Accordi bilaterali, ma rivendica invece maggiori controlli? “L’Associazione Interprofessionale di Controllo, nel corso dell’assemblea tenutasi alcune settimane orsono ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme all’intero Ticino economico e non, rilevando come troppi nostri concittadini si rivolgono a ditte estere piuttosto che favorire le aziende locali. Così non va! La nostra associazione da sola non ha certamente le possibilità né i mezzi per contrastare efficacemente questo fenomeno in preoccupante e dilagante ascesa, essa ha unicamente la possibilità di lavorare seriamente, in unione con altre forze economiche cercando di favorire le migliori condizioni quadro possibili per le aziende locali. Ecco alcuni dati che non possono passare inosservati da parte dei politici e di tutti coloro che sostengono ostinatamente ad oltranza gli accordi bilaterali che stanno devastando l’economia del nostro Canton Ticino: - 15’306 notifiche di distaccati pari a 11295 lavoratori nel 2011 - 20’410 notifiche di distaccati pari a 15653 lavoratori dipendenti e 7472 indipendenti nel 2012 (dati riferiti a tutti i rami artigianali ticinesi) - Nel nostro settore d’attività, nella posa delle piastrelle, nel 2012 sono state ben 764 le notifiche inoltrate con ben 244 lavoratori dipendenti e, attenti, ben 462 lavoratori indipendenti E nel 2013 ?? Nel primo trimestre di quest’anno le notifiche sono già 5’979 che proiettate a fine anno potranno arrivare tranquillamente ad almeno 24’000, ossia con un aumento rispetto all’anno scorso di quasi il 20%! Nel settore della posa delle piastrelle i dati sono addirittura peggiori, a fine marzo 2013 sono ben 235 le notifiche di ditte estere con 82 lavoratori dipendenti e, udite, udite ben 176 lavoratori indipendenti. L’aumento rispetto all’anno scorso è addirittura del 23%!!! Ebbene dinnanzi a tali cifre, dinnanzi a tali proporzioni e confrontati con tale concorrenza, perlopiù che opera con modi e maniere estranee alla nostra cultura d’impresa non possiamo rimanere zitti e soprassedere. Si calcola che nel 2012 gli oltre 23’000 lavoratori provenienti da oltre confine hanno sottratto alla nostra economia ticinese ca. 450 milioni di cifra d’affari, ossia ca. il 15 % del volume complessivo. Rapportando le cifre di cui sopra al nostro settore d’attività, pur piccolo che sia, possiamo tranquillamente affermare che il sottratto nel settore delle piastrelle ammonti ad almeno 14-15 milioni di frs. che significa lavoro per almeno 100 – 120 persone a tempo pieno! È solo praticando una concorrenza sleale, irrispettosa delle regole di mercato e dei contratti collettivi resi di obbligatorietà generale che queste ditte estere possono offrire prestazioni nettamente al di sotto delle condizioni praticate dalle nostre imprese. Altrimenti non è assolutamente possibile, questi aspetti devono far riflettere! Avanti di questo passo, chiedo : - Chi sosterrà e finanzierà le nostre istituzioni sociali, AVS, Cassa disoccupazione, Cassa Malati, la SUVA, ecc.? - Chi finanzierà i lauti modelli di prepensionamento resi obbligatori in tempi poco sospetti? - Chi potrà ancora permettersi di formare apprendisti, i cui costi sono in continua ascesa? - Come faremo a rifinanziare le nostre aziende per permettere loro di rinnovarsi e restare al passo con i tempi e quindi generare valore aggiunto? - Come faremo a garantire i posti di lavoro ai nostri lavoratori anche in futuro alle condizioni dei nostri CCL che, confrontati alle retribuzioni e disposizioni della vicina penisola sono nettamente più onerosi?”

Quali le misure, secondo voi, sono necessarie per contenere e regolare questo fenomeno? “Per contrastare questa dilagante e preoccupante evoluzione del mercato del lavoro chiediamo a viva voce che vengano varate misure efficaci, anche magari in contraddizione agli accordi bilaterali, ma che servano a salvaguardare il nostro modo di far impresa, costruito in decenni di corretta e rispettosa condivisione dei diritti e doveri. Noi chiediamo che da subito: - Si aumentino i controlli sul territorio e si puniscano severamente e in modo esemplare gli abusi - Si cerchino misure efficaci per contrastare il subappalto selvaggio e si rendano responsabili i committenti delle conseguenze - Venga regolato e disciplinato lo statuto del lavoratore indipendente e lo si renda altrettanto responsabile delle aziende in tutto e per tutto - Venga abolita la facilitazione che permette all’indipendente di fornire prestazioni fino a 10 mila fr. esente da IVA. Questo è veramente assurdo! - Si chiuda urgentemente il sito del Cantone che permette di poter entrare a lavorare in Ticino mediante una semplice notifica on-line. Andate in Italia a vedere cosa vi chiedono per poterci lavorare! - Tutti coloro che vogliono entrare a lavorare in Ticino si presentino ad uno sportello pubblico e mostrino la propria identità e le carte in regola per poter richiedere l’autorizzazione ad entrare, ma non il giorno medesimo! - Tutti i furgoni provenienti dall’estero devono passare attraverso la dogana commerciale e non attraverso quella delle persone, così da poter controllare sia la merce che le persone in arrivo. - Gli uffici tecnici comunali, che ben conoscono il proprio territorio, siano incaricati di vigilare i cantieri che sorgono e venga loro data l’autorità di intervenire con autorevolezza in presenza di abusi. - Si pubblichino in forma ufficiale i nominativi di tutti coloro che favoriscono l’economia della vicina Penisola o di altre Euro regioni. - Si istituiscano dei prelievi alla fonte a tutti coloro che entrano in Ticino a lavorare senza avere una sede iscritta a RC in ragione del mancato indotto finanziario che a medio termine porterà ad un progressivo ma sicuro degrado delle coperture delle istituzioni sociali Queste misure urgenti e fondamentali per la tutela degli interessi, dei diritti e dei doveri professionali ai quali tutti noi siamo tenuti al rispetto, non possono essere ignorati da coloro che ne pretendono l’applicazione. Politici, associazioni professionali ed economiche, uffici pubblici, sindacati e organizzazioni sociali escano dal torpore e concertino in maniera congiunta una strategia efficace affinché i nostri sacrosanti diritti vengano tutelati”. C’è poi la questione dell’IVA, per cui un lavoratore indipendente può fornire prestazioni sino a 10mila franchi senza pagare l’imposta… “Anche questo è un problema molto sentito, di cui ho già parlato nella domanda posta poc’anzi. Il fatto che un padroncino italiano possa lavorare e fatturare fino a 10’000 senza IVA è un vantaggio per loro che mette e metterà – se non cambia qualcosa – in serio pericolo l’artigianato ticinese. Si tratta di una palese ed ingiustificata lacuna nell’applicazione della legge che, oltre a favorire l’artigiano estero, danneggia l’economia locale e sottrae importanti ricadute finanziarie a favore delle istituzioni sociali della nostra comunità. Senza tener conto che è un evidente vantaggio e crea una concorrenza palesemente sleale”. Il settore dell’artigianato collegato all’edilizia è uno dei comparti che ha più risentito di taluni scompensi derivanti dagli Accordi bilaterali con l’UE. Cosa fare per migliorare la situazione? “È giunta l’ora di agire, non possiamo più attendere oltre! La nostra associazione invita l’Unione delle Associazioni dell’Edilizia, la Società Svizzera Impresari Costruttori e la Camera di Commercio e dell’artigianato ticinese a voler sostenere il nostro grido d’allarme e concertare un’azione congiunta mirata a rendere pubblico il grave disagio che l’edilizia ticinese sta vivendo. Personalmente speriamo che con l’arrivo in Governo di Michele Barra, il nuovo Consigliere di Stato che proviene professionalmente dal settore delle costruzione, possa esserci una sensibilità e una conoscenza delle problematiche maggiore. Mi auguro vivamente che egli possa farsi promotore ed introdurre misure efficaci, tempestive ed urgenti per arginare questo mal andazzo che, se non limitato, produrrà gravi ed irreparabili ripercussioni per tutta la comunità. Coloro che pensano di risparmiare ora, commissionando lavori a ditte fuori controllo, non si rendono assolutamente conto del danno economico e sociale che cagioneranno all’intera comunità Ticinese in futuro. Riflettiamo, salvaguardiamo e cerchiamo di sostenere la nostra economia Ticinese!”

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Vittorino Anastasia, Direttore SSIC Sezione Ticino

Pressioni internazionali e rapporti con l’Europa: ecco la voce degli impresari costruttori Vittorino Anastasia

La decisione di Berna d’introdurre la clausola di salvaguardia, cosa comporterà per il settore dell’edilizia? “Questa decisione, avversata dalla nostra sede centrale in quanto ritenuta inutile e burocratica, non avrà alcun influsso pratico per il settore della costruzione in Ticino, tranne per qualche caso puntuale. Colpiti dal contingentamento sono di fatto unicamente i lavoratori provenienti dagli stati dell’UE con Permesso di dimora B. Dalla struttura del personale delle imprese di costruzione ticinesi risulta che questa categoria di lavoratori rappresenta circa il 12% del totale. Come risaputo la categoria da sempre più significativa è quella G dei frontalieri, con oltre il 50%. Considerando che la misura adottata dal Consiglio federale durerà solo un anno e che comunque di regola prima di ottenere il permesso B viene concesso per due anni quello L (Permesso di dimora temporanea), si può affermare che l’introduzione di questa clausola non avrà alcun effetto, se non politico, nel settore delle costruzioni”. Segreto bancario, adeguamento automatico al diritto comunitario, contingenti per i lavoratori UE, tanti i nodi al pettine tra Berna e l’UE, … Come vede il futuro dei rapporti tra Svizzera e Unione Europea? “Rispondere a una domanda tanto complessa e articolata non è certo cosa facile. Personalmente penso che la Svizzera politica abbia troppo rispetto dell’UE, quasi soggezione. È vero che parliamo di un piccolo Stato di 8 milioni di abitanti confrontato con un colosso di oltre 500 milioni. Ritengo tuttavia sbagliato ragionare su questo rapporto, ma ho l’impressione che talvolta lo si faccia. Significa partire con un complesso di inferiorità sulle spalle e dunque perdenti. Credo che noi svizzeri siamo più bravi a vedere ed evidenziare i nostri difetti che non a elogiare i nostri grandi pregi. Dovremmo imparare un po’ di sano nazionalismo dai nostri vicini e aumentare la nostra autostima. La recente prestazione della nostra nazionale di hockey su ghiaccio è un esempio da cui trarre insegnamento! Se riusciremo a scrollarci di dosso questi complessi potremo competere ad armi pari e trovare soluzioni intelligenti, condivisibili ed eque, altrimenti soccomberemo alle pressioni internazionali”. Gioie e dolori della libera circolazione: cosa ha rappresentato questo accordo per l’edilizia? “Per l’edilizia, soprattutto quella del Canton Ticino, la libera circolazione delle persone si sta rilevando sempre più negativa, anche per il fatto che la situazione economica della vicina Penisola è in continuo peggioramento e spinge ditte e lavoratori a cercare opportunità all’estero. Occorre tuttavia fare una premessa. Quando sono stati sottoscritti gli accordi bilaterali fra la Svizzera e l’Unione Europea, in particolare quello di cui parliamo, è sicuramente stato sottovalutato l’effetto di mettere a diretto confronto mercati del lavoro tanto differenti fra loro. Basandosi sulla mentalità e sui comportamenti degli svizzeri in merito al rispetto delle leggi e delle disposizioni emanate dallo Stato sono state elaborate le cosiddette misure di accompagnamento, pensando che sarebbe stato naturale

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che la controparte le rispettasse. Col passare del tempo ci accorgiamo sempre più che nella stragrande parte dei casi le misure collaterali non vengono ossequiate, con la logica conseguenza che le ditte straniere sono in grado di esercitare, quasi indisturbate, una forte concorrenza sleale, che con i normali controlli non è nemmeno possibile scovare e sanzionare. Gli impresari ticinesi, anche se con poca convinzione, avevano espresso sostegno all’introduzione degli accordi bilaterali. Le esperienze che stiamo vivendo sulla nostra pelle hanno perlomeno frenato gli entusiasmi iniziali”. Che la Svizzera non possa fare a meno di accordi con l’UE pare evidente, ma come e dove bisogna intervenire per evitare taluni effetti indesiderati di tali intese, e soprattutto come migliorare i rapporti futuri? “Avere la risposta a questa domanda significherebbe essere in grado di risolvere una delle questioni più spinose che attualmente attanagliano il settore ticinese delle costruzioni. I recenti gridi di allarme indirizzati al Consiglio di Stato da più parti per chiedere di farsi promotore di disposizioni che possano moderare gli effetti negativi, rispettivamente di attivarsi nei confronti di Berna per sollecitare misure più restrittive, sono la dimostrazione che la questione ha raggiunto ormai il limite di rottura. Purtroppo le poche soluzioni proposte potrebbero attenuare gli effetti ma, a mio modo di vedere, in maniera largamente insufficiente. Il mondo occidentale è caratterizzato da economie di mercato basate sulla legge della domanda e dell’offerta, che però hanno condizioni quadro ben differenti le une dalla altre. La globalizzazione, per definizione, si fonda sul libero mercato. A mio modesto avviso può funzionare bene unicamente se le differenze fra Paese e Paese non sono troppo importanti altrimenti, ed è quello che sta succedendo, si instaurano dei flussi di mercato unidirezionali. Per evitare questo sarebbe necessario un livellamento delle condizioni nei diversi Stati. Pensare di frenare in maniera artificiale, attraverso delle leggi, questi flussi è impossibile poiché da una parte del mercato ci sono coloro che sono in grado di offrire prestazioni interessanti e dall’altra coloro che sono stimolati ad approfittarne. È come collegare due bacini d’acqua posti a differenti altezze: o si verifica un livellamento, se le quote lo permettono, o quello posto più in alto si svuota in quello sottostante!” La famosa «condizione di reciprocità» lamentata in passato dagli impresari costruttori è rimasta lettera morta o si è fatto qualche passo avanti? “Purtroppo non si è mosso praticamente niente. Fintanto che queste problematiche non toccano gli zurighesi o i bernesi sappiamo che la Berna federale non ci sente, o non vuol sentire, e quindi non si muove. Infatti ogni qualvolta si chiede alla Seco di portare avanti il discorso con Roma la risposta è sempre la medesima: forniteci le prove che questa reciprocità non è concessa, ben sapendo che di prove non ce ne sono poiché nessun imprenditore ticinese, alle condizioni esistenti, si sogna di andare in Italia a lavorare!”


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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Nicola Franchini, Responsabile area fiscale svizzera Talenture Advisory SA, Lugano

Svizzera – Unione Europea. Ecco lo scenario dal punto di vista fiscale Nicola Franchini

È ormai sin troppo evidente che l’UE punti al suo interno ad una completa armonizzazione fiscale, eliminando progressivamente talune prerogative che ancora conservavano alcuni Stati. Che ripercussioni avrà tutto ciò per la Svizzera?

cordi presi avranno valenza globale secondo il principio «same business, same risks, same rules»”.

Altro tema scottante la tassazione delle holding, cosa c’è da aspettarsi su questo fronte?

“La materia è in forte evoluzione ed quindi è difficile fare pronostici. La Commissione europea ha infatti ottenuto di recente il via libera per la conduzione di negoziati fiscali con Stati terzi, fra cui figura anche la Svizzera. Se da un lato ci è voluto molto, cinque anni, affinché l’UE approvasse questo mandato alla Commissione, dall’altro la decisione non ha colto impreparati gli operatori del sottore soprattutto dopo il cambio di rotta di Austria e Lussemburgo. La Svizzera ha infatti perso due importanti alleati in tema di segreto bancario all’interno dell’Unione Europea che ora è compatta dietro al concetto di scambio automatico di informazioni. Dal canto suo la Svizzera si dice pronta a valutare una modifica della sua prassi in materia di scambio di informazioni in ambito bancario, ma rileva anche che allo stato attuale lo standard internazionale in uso è quello dello scambio su richiesta. Ne consegue che un’adozione di un sistema diverso da quello già in uso in alcune convenzioni per evitare le doppie imposizioni elvetiche di nuova o rivista edizione, sarà valutato solamente se la tematica sarà affrontata e condivisa a livello globale da tutti gli Stati facenti parte dell’OCSE. O almeno questo è l’auspicio della Svizzera. Difficile però valutare se questa apertura elvetica troverà riscontro considerando i rapporti di forza in gioco molto diversi fra loro. Le ripercussioni dipenderanno dunque dall’abilità elvetica di salvaguardare i propri interessi”.

“In questo senso Ginevra insegna, ma anche su questo fronte, data l’attualità della materia, qualsiasi opinione rischia di cadere in speculazioni a mio avviso ancora premature. La Svizzera difficilmente si sottrarrà da un cambiamento e credo sarà importante affiancare ad iniziative di carattere fiscale anche un nuovo modo di pensare e agire «svizzero» improntati sulla professionalità e sulla qualità dei servizi resi per continuare a garantire l’insediamento di realtà economiche importanti”.

I rapporti tra Svizzera e UE, sembrano soggetti a forti tensioni: dal segreto bancario alla fiscalità, dall’adeguamento automatico al diritto comunitario all’introduzione della clausola di salvaguardia. Come vede il futuro delle relazioni con Bruxelles?

“In primis Bruxelles vorrà uniformare regole di scambio di informazioni interne all’Europa includendo in questi accordi anche la Svizzera e gli altri Stati interessati. In questo senso gli intenti sono più che confermati. Qualora le trattative non conducessero ad una immediata adozione del modello di scambio automatico di informazioni, non escluderei che l’UE possa valutare l’adozione di un modello americano «FATCA II» in salsa europea, che preveda in primo luogo lo scambio di informazioni in automatico se il cliente darà il consenso, o in secondo luogo la possibilità dello Stato di ottenere informazioni aggregate dei suoi contribuenti utili per successive richieste di informazioni. In tutti i casi il segreto bancario rischierà, a mio avviso, di proteggere, sempre più, unicamente la privacy delle persone e non l’anonimato fiscale”.

“Se in passato la Svizzera ha cercato mediante attività bilaterali di risolvere le questioni fiscali senza affrontare l’Unione Europea nel suo insieme, il futuro vedrà invece giocare la Commissione europea nel ruolo di interlocutrice unica con la Svizzera. Chiaro che i rapporti di forza e gli spazi di discussione posso essere fortemente sbilanciati e gli emissari elvetici dovranno dimostrare tutta la loro abilità nel raggiungere accordi che conservino, almeno in parte, la competitività svizzera. Se da un lato dunque le relazioni con Bruxelles non saranno più un’opzione, dall’altro resta da augurarsi che gli ac-

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Non crede che l’adeguamento automatico al diritto comunitario da parte della Svizzera, su cui Bruxelles non pare voler fare passi indietro, rappresenti una cambiale in bianco per il nostro Paese?

“La Svizzera non è nuova in fatto di cambiali in bianco, l’affaire «UBS - Stati Uniti» ne è la dimostrazione più recente. Tuttavia sono dell’idea che la Confederazione sia in grado di gestire meglio le relazioni con l’Unione Europea nel rispetto della sovranità degli Stati e degli interessi in gioco. Ritengo dunque che l’adeguamento alle normative europee avverrà, se del caso, solamente a seguito di un lungo processo bilaterale, come già visto su altri dossier. Questo purché le parti si rispettino e non vi sia abuso di forza come vissuto in altri scenari”.

Sul versante del segreto bancario e della fiscalità quali potrebbero essere le prossime novità da Bruxelles?


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Il mercato siamo noi L’ultimo saggio di Alberto Mingardi, “L’intelligenza del denaro” (Marsilio editore), è un lungo viaggio attraverso il mercato, per sfatare quei luoghi comuni che lo descrivono dominato da forze oscure e guidato da una malvagia volontà superiore. Sono gli assiomi della vulgata corrente che addirittura “antropomorfizza” il mercato e che, in particolare con la crisi del debito sovrano, tende rappresentarlo come un soggetto in carne e ossa: “i mercati puniscono…”, “i mercati sono in attesa…”, “i mercati sono nervosi…”, per trasformarlo anche nel linguaggio comune in una sorta di “eroe negativo perennemente impegnato a smontare i disegni benevoli dei grandi del pianeta”. Insomma, l’economia fondata sul libero scambio e la libera concorrenza altro non sarebbero che un avido demone assetato di profitto, il capitalismo una categoria del male ammorbata dal cancro liberismo. Ma in realtà cos’è il mercato? Per Mingardi, che è stato tra i fondatori e oggi Direttore dell’Istituto Bruno Leoni, un think tank del pensiero autenticamente liberale, il mercato non è una specie di “mostro biblico, non è la Spectre, non è una grande lavagna dove scrivono solo i membri del Bildeberg Group”. Il mercato è invece “un processo”, in cui noi tutti siamo gli attori principali. Un processo intessuto con la trama di un’infinità di relazioni di scambio giocate sulle aspettative reciproche, di due persone come di migliaia di persone, in cui “gli errori delle singole parti non inficiano, ma, anzi rendono possibile il successo del sistema nel suo complesso. Il mercato è una torta impastata da milioni d’inconsapevoli pasticceri”. Ma non è un processo che ha un fine predeterminato, anzi è un procedere “adattativo in cui un cambiamento provoca altri cambiamenti”. Esso, come affermava James Buchanan, “non è un mezzo per realizzare un determinato fine” e chi cerca di orientarlo o peggio di dirigerlo per correggerne presunti errori e fallimenti, il più delle volte, come ha dimostrato la storia, provoca solo immani disastri economici e sociali. Certo nella sua incessante attività di scambio, il mercato crea e distribuisce ricchezza, ma non si può dire che sia questo il suo obiettivo, né, tanto meno, è uno strumento per creare uguaglianza. Il saggio di Mingardi non è il classico testo di economia politica ad uso e consumo solo degli specialisti. Il suo stile semplice e descrittivo, anche nell’affrontare i concetti fondamentali nello sviluppo nel dibattito teorico, lo rende molto chiaro e accessibile a tutti. Grazie ad una duplice chiave di lettura, che combina la descrizione dei meccanismi che fanno funzionare il mercato con i costanti rimandi al pensiero liberale, dalla Scuola austriaca a quella di Chicago. Se l’interattività tra milioni di persone che non si conoscono tra di loro e la capacità di adattarsi ai continui cambiamenti, sono le caratteristiche intrinseche del mercato, esso è anche uno dei migliori sistemi che gli esseri umani hanno trovato per cooperare tra di loro.

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“Le persone possono cooperare volontariamente oppure perché qualcuno li obbliga. Gli eserciti sono l’esempio lampante di cooperazione fondata sulla costrizione: su ordini che dall’alto vengono gerarchicamente trasmessi alla base della piramide. I mercati al contrario sono realtà nelle quali le persone cooperano senza che nessuno impartisca ordini”. E proprio il poter cooperare su larga scala, fra estranei, ha permesso di realizzare via via produzioni sempre più complesse. Garantendo una crescente offerta di merci che hanno reso più comoda la vita di tutti e un benessere più generale e diffuso. “Il progressivo miglioramento delle condizioni di vita scrive Mingardi - è coinciso con l’aumento delle cose da comprare. Si potrebbe anzi sostenere che è proprio l’aumento delle cose che si possono comprare a segnalare il miglioramento delle condizioni di vita. È meglio potersi pagare tre pasti al giorno che no. È meglio potersi pagare il riscaldamento che no. È meglio attrezzarsi d’estate con l’aria condizionata che no”. Ma il mercato ha pure un suo particolare linguaggio. La sua lingua sono prezzi, che trasmettono le informazioni chiave sulla scarsità o meno di un bene. “I prezzi sono indicatori sintetici: trasmettono un segnale semplice capace di parlare persone che non si conoscono e non sono in grado, né avrebbero ragione di avvisarsi a vicenda delle rispettive intenzioni. Così si esprime l’intelligenza (collettiva) del denaro”. Già il denaro, ossia quella merce di natura particolare che serve per rendere più facili e agevoli gli scambi, più di quanto non avverrebbe col semplice baratto. È attraverso il denaro che parlano i prezzi, che comunicano a chi vende e a chi compra le informazioni necessarie alle loro decisioni: “Esso consente anche al più superficiale dei consumatori di valutare la convenienza di un acquisto”. Attorno questi concetti fondamentali si dipanano i primi due capitoli dell’Intelligenza del denaro”, premessa necessaria per la successiva critica alle indebite interferenze del potere politico su mercato, ai tentativi di pianificarlo e regolamentarlo rigidamente, violentando quel meccanismo spontaneo e volontario da cui scaturiscono ricchezza e opportunità per tutti.

Titolo: L’Intelligenza del denaro

Autore: Alberto Mingardi

Editore: Marsilio


Attualita` di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

Ma quanto costa un’imposta? L’esempio dell’IVA Articolo apparso il 24 maggio 2013 sul Giornale del Popolo

È da poco passato l’apice della stagione della dichiarazione delle Con il tasso unico le derrate alimentari rimarrebbero tassate modestamente imposte. Sono certamente stati in Svizzera molti che, obtorto collo, hanno 30% dedicato qualche ora per riunire i documenti necessari e compilare 25% le numerose caselline nelle quali segnalare redditi e sostanze. Ora non resta che attendere la deci20% sione di tassazione con il relativo importo dovuto agli enti pubblici 15% di tutti i livelli (in Svizzera sono la Confederazione, il Cantone, il 10% Comune e, in alcuni casi, l’ente ecclesiastico). Questo importo non è però la sola imposta che 5% il cittadino paga. Ve ne sono diverse altre, tra cui l’imposta sul 0% valore aggiunto (IVA), pagata ad ogni acquisto di beni o servizi di consumo, senza compilare dichiarazioni o presentare documenti e attestazioni. Verrebbe da dire: più comodo e meno dispendioso a liFonte: Commissione europea, 2013 vello di tempo. A prima vista si, però occorre ape i libri (2,5%), la colazione senza pernottamento (8%,) e profondire un poco la questione e quella con pernottamento (tasso speciale). O ancora sottochiedersi: ma quanto costa un’imposta? Non ci si riferisce in stà all’aliquota normale l’acquisto di pappagalli, pesci rossi o questo caso all’importo dovuto, bensì al costo a cui contrigatti mentre muli o capre beneficiano dell’aliquota al 2,5%. buenti e Stato devono far fronte per la riscossione dell’impoInsomma, il sistema è perlomeno contorto, complicato e sta. E considerato questo, ecco che l’IVA, se paragonata alle poco trasparente. Sorprende quindi già un po’ meno che per noi più “faticose” imposte dirette, presenta un bilancio il rapporto tra gettito e costo diventi sfavorevole. Vi sono tutt’altro che positivo. calcoli che quantificherebbero il costo di questa imposta adFacciamo un passo indietro. Il gettito generato dall’IVA, ridirittura attorno ad 1/3 del ricavo. Dunque per ogni 3 franchi scosso dalla Confederazione, ha raggiunto l’anno scorso i incassati dallo Stato, contribuenti e esattore spenderebbero 22 miliardi di franchi, un terzo delle entrate fiscali federa1 franco (aggiuntivo) per la riscossione. Una sproporzione li. L’imposta è pagata sulla gran parte dei beni e i servizi manifesta, che spinge ad intervenire. ed è composta da tre tassi (2,5% - 3,8 e 8%) e da 29 Nelle scorse settimane si è tornato a parlare in Svizzera eccezioni (ad esempio aiuto sociale, cultura, formazione e di riforme fiscali, in particolare per le persone giuridiche. sport, giochi d’azzardo, ecc.). Le imprese, al momento della Queste sono urgenti per rafforzare la competitività, attrarre dichiarazione, si trovano così davanti ad una miriade di ree mantenere le imprese di fronte all’agguerrita concorrenza gole e cavilli, che tra l’altro celano anche alcune incoerenze internazionale. Nell’ambito di queste riforme sarà dunque piuttosto bizzarre: ad esempio sono esentati dall’imposta importante considerare anche i costi delle imposte, tentani corsi di formazione a distanza interattivi mentre i corsi a do di minimizzarli. Per quanto riguarda l’IVA ciò sarebbe distanza da autodidatti vi sottostanno; o i medicamenti preil caso riducendo le numerose eccezioni e prevedendo un scritti dal medico (esentati) e medicamenti forniti dal metasso unico. I benefici? Minori costi per la riscossione ed dico (assoggettati). Sono trattati con tassi diversi le acque effetti di crescita per l’intera economia. non potabili (8%) e quelle potabili (2,5%), gli e-book (8%)

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At tualita` di Patrik Schellenbauer, Avenir Suisse

Disuguaglianze in crescita? Commenti sulle analisi dell’USS sullo sviluppo dei redditi elevati

È con toni allarmistici che l’Unione sindacale svizzera (USS) denuncia la (mancata) crescita Parte dei redditi più elevati nel totale dei redditi versati in Svizzera dei salari, la distribuzione dei redditi e le condizioni di lavoro in Svizzera. Il rapporto pubin % 12 blicato di recente dal titolo «Lohndruck und 1% dei redditi più elevati ungerechte Verteilung» vuole mostrare che la disuguaglianza salariale è aumentata in modo 10 significativo, ed è in corso una redistribuzione «scandalosa» dal basso verso l’alto. Il rapporto si interessa soprattutto sullo svilup8 po dell’1 % dei redditi più elevati, un gruppo che – sebbene non essendo rappresentativo dell’andamento generale dei salari – fa più im6 pressione sul pubblico. Un importante tassello nell’argomentazione dei salari è un grafico che 0,1% dei redditi più elevati mostra come in Svizzera la quota dello 0,1 % 4 dei redditi più elevati è aumentata del 60 % fra il 1979 e il 2008, dal 2,5 % (1979) al 4 % (2008). Ma perché proprio questo intervallo 2 di tempo? Il 1979 è stato probabilmente preso come punto di partenza poiché la quota dei redditi elevati era allora al suo minimo. Co- 0 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 me mostra il grafico completo (riprodotto qui accanto), durante gli anni sessanta, la parte Fonte: The World Top Incomes Database dell’1 % dei redditi elevati si situava allo stesso livello della media degli anni 2000. Ciò che colpisce è il forte calo nella prima metà degli anni settanta, prenditori veri e propri che mettono i loro patrimoni a rischio probabilmente dovuto a una combinazione di due fattori: la per raccogliere in seguito i frutti del loro lavoro, la risposta forte crisi dopo il primo shock petrolifero e un significativo a questa domanda è «assolutamente sì». Da rilevare che dal aumento delle tasse. Le aliquote più elevate potevano esloro impegno tutti traggono beneficio sotto forma di posti sere aggirate, alcuni Top-manager hanno invece lasciato la di lavoro, entrate fiscali, nuovi prodotti e idee. Ma nessuno Svizzera, e altri hanno semplicemente ridotto il loro tempo parla dei falliti, coloro che hanno messo il proprio capitale a rischio e l’hanno perso, che non vengono menzionati tanto lavorativo, vista l’importante diminuzione dei loro margini statisticamente quanto economicamente. di guadagno.I dati riguardanti la Svizzera nel «World Top Le cose si complicano quando si tratta di dipendenti, e non Incomes Database» risalgono fino al 1933. Se si considedi imprenditori. Qui il nesso fra il merito e il rendimento non ra nell’insieme di questi quasi ottant’anni, lo sviluppo dei è sempre così evidente. Alcuni manager hanno senza dubbio mega salari negli ultimi 15 anni è stato decisamente meno perso il senso della misura sul piano strettamente economidrammatico. Si può caratterizzare questo lungo sviluppo di co. Questa è però una domanda di politica, di accettazione «grande movimento laterale». Attualmente, la quota del 1 e di etica. La domanda ha tuttavia una rilevanza economica % dei redditi più elevati sembra stabilirsi sulla media del quando ci si interroga se i mega-stipendi e i bonus sono 10 % circa. sempre necessari per sollecitare i manager verso un buon Ben diverso è stato lo sviluppo negli Stati Uniti. La parte rendimento. In un mercato efficiente è probabile che ciò sia di questo 1 % è aumentata massicciamente dall’8 % nel almeno in parte vero. Tuttavia, nessun mercato è perfetto, 1979 al 18 % circa nella seconda metà del decennio scorso. e questo fa si che alcuni manager ricevano rimunerazioni Tuttavia, questi valori non sono nuovi, poiché sono già stati elevate in parte non meritate. Ma è difficile stabilire dall’eosservati per il periodo 1900-1940. sterno quali siano questi casi, e quali no. Interventi in questo Indiscutibilmente, i salari e i redditi elevati possono appromercato causerebbero probabilmente più danni che benefittare maggiormente dello sviluppo economico della Svizfici. Il postulato che una riduzione dei salari dei manager zera. Questo è già stato dimostrato dallo studio di Avenir possa davvero aiutare i piccoli lavoratori, come suggeriscono Suisse «Il ceto medio sotto pressione». i sindacati, deve essere fortemente messo in discussione, Ma tutto ciò deve preoccuparci? La domanda che dobbiamo perché esiste in realtà una tensione permanente fra azionari porci è se questi redditi più alti sono premiati in relazione e manager per fissare i salari di questi ultimi. con i contributi all’economia e alla società. Se si tratta di im-

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At tualita` Intervista con Samuele Vorpe, Responsabile del Centro di competenze tributarie della SUPSI e del Master of Advanced Studies in Tax Law

Riparte a settembre il Master in Tax Law alla SUPSI, giunto alla 7° edizione Articolo apparso sul Giornale del Popolo il 25 aprile 2013 Samuele Vorpe

Quando è nato il Master in Tax Law? “Nel 2003, grazie ad un’intuizione del Professor Marco Bernasconi. Già allora si percepiva l’esigenza di formare la figura dello specialista in fiscalità, soprattutto con riferimento alla realtà ticinese e della vicina Lombardia. A 10 anni di distanza si può senz’altro affermare che la scelta di istituire un Master in Tax Law si è rivelata pagante sia per la SUPSI sia per il nostro territorio”. In che modo questa scelta si è rivelata vincente? “Vede, l’interesse per un percorso di formazione universitario capace di attirare diverse figure professionali che possano fruire dei corsi senza interrompere le loro attività professionali è andato crescendo con il passare del tempo. Pensi ad esempio che la sesta edizione del Master, che ha preso avvio due anni fa, ha trovato moltissime adesioni, una trentina circa. Segno che la formazione continua nel diritto tributario diventa un’opzione molto interessante per coloro che vogliono ritagliarsi un ruolo importante nel panorama professionale”. Il vostro Master è un corso universitario giovane ma già con una sua storia. Dico bene? “Sì, pensi che in 10 anni abbiamo portato a termine cinque edizioni, la sesta terminerà il suo percorso fra poco più di un anno, mentre la settima è pronta per partire il prossimo 6 settembre. Poter continuare ad offrire la possibilità di ottenere questo titolo di studio rafforza il nostro marchio sul territorio. Infatti tanto più sono i consulenti fiscali con un titolo Master in Tax Law della SUPSI, quanto più questo titolo viene riconosciuto e apprezzato dal mercato del lavoro. È nel nostro interesse continuare su questa strada intrapresa dieci anni fa”. Prima accennava della possibilità di scegliere questo percorso senza smettere di lavorare. In che modo? “Il Master è pensato per persone che hanno già portato a termine un loro percorso formativo di base, come ad esempio un bachelor in economia o in diritto, e che sono ora attivi professionalmente. Le lezioni si tengono il venerdì, tutto il giorno, e il sabato mattina, a settimane alterne. Essendo un percorso di studio triennale, ogni corso annuale si compone di 200 ore d’aula. In questo modo è possibile continuare a svolgere l’attività professionale e vi è inoltre un grosso vantaggio dato dalla possibilità di applicare immediatamente le conoscenze acquisite durante il corso sul posto di lavoro”. A chi si rivolge questo Master? “Si rivolge a fiduciari, contabili, avvocati e notai, funzionari di banca e dell’amministrazione pubblica, consulenti assicurativi e broker, manager di aziende e altro ancora. L’età media degli iscritti si attesta tra i 30 e 40 anni”.

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Perché una persona dovrebbe iscriversi al Master della SUPSI e non ad altre formazioni analoghe in ambito tributario? “Per diverse ragioni. La prima perché il percorso formativo viene costantemente verificato dal nostro team per adeguarlo all’evolversi del diritto e della giurisprudenza nazionale ed internazionale. Avere a disposizione un Centro di competenze tributarie permette di offrire un prodotto di qualità al passo con i tempi. In secondo luogo si offre la possibilità di conseguire un titolo universitario riconosciuto dal Dipartimento federale dell’Economia, secondo il sistema dei crediti di Bologna. In terzo luogo la persona può continuare a svolgere la propria attività professionale e, al contempo, può avvalersi di una rete di contatti non indifferente, data dalle relazioni con i nostri docenti e con gli studenti del corso. Last but not least, la possibilità di seguire i corsi in un ambiente giovanile e familiare”. Un’ultima domanda: come difendete e diffondete il titolo di Master in Tax Law nel territorio? “Nel mese di ottobre dell’anno scorso è nata un’associazione a tutela degli interessi del numero, sempre in aumento, di persone che si fregiano del titolo di Master in Tax Law. È un bel segnale perché a fianco del Centro di competenze tributarie della SUPSI vi è ora un’apposita associazione con interessi comuni”. Ammissione e iscrizioni Requisiti d’ammissione e iscrizione: • diploma di una scuola universitaria professionale o diploma equipollente, oppure una licenza universitaria. Per i candidati che hanno requisiti diversi e possibile l’ammissione su “dossier”, ovvero sulla base di una valutazione globale della formazione e della carriera professionale • le domande di ammissione devono pervenire entro il 30 agosto 2013 Durata 3 corsi annuali della durata di 200 ore-lezione ciascuno In totale 600 ore-lezione più 200 ore di lavoro di tesi finale Orari e luoghi Frequenza bisettimanale Venerdì: 8.30 - 12.00, 13.30 - 17.00 Sabato: 8.30 - 12.00 Tutte le lezioni si svolgono presso il Palazzo A di Manno SUPSI, MAS Tax Law Palazzo E, via Cantonale 16e 6928 Manno Tel. +41 58 666 61 75, Fax +41 58 666 61 76 diritto.tributario@supsi.ch


At tualita`

La nuova Guida pratica del diritto di locazione L’Editore Giampiero Casagrande ha pubblicato con il patrocinio dei Cantoni Ticino e Grigioni la nuova Guida pratica del diritto di locazione che - curata dall’Avv. Dr. Gianmaria Mosca e pensata come una guida per locatori, inquilini, amministratori e consulenti immobiliari - esamina integralmente gli sviluppi del rapporto di locazione, dalle fasi precedenti alla sottoscrizione del contratto fino alla risoluzione di quest’ultimo e alle possibili implicazioni sul piano giuridico. Il lettore potrà dunque ripercorrere i diversi stadi che caratterizzano il rapporto di locazione tra le parti, anche alla luce elle novità introdotte a partire dal 1° gennaio 2011 con l’entrata in vigore del Codice procedura civile svizzero, che subentra alle precedenti normative cantonali. Questo volume si propone quindi a tutti i lettori di lingua italiana residenti in Svizzera che abbiano necessità di approfondire le loro conoscenze e applicare le nuove regole legate al contratto di locazione. Di facile consultazione, la guida contiene numerosi riferimenti alla pratica corrente e consente al lettore – sia egli locatore o inquilino – di interpretare e applicare di fronte alle Autorità di Conciliazione e alle Autorità giudiziarie predisposte all’applicazione del diritto locativo. Il nuovo volume sostituisce la guida ormai esaurita che era stata pubblicata nel 1991 al momento della riforma del diritto di locazione nell’ambito del Codice delle Obbligazioni e che aveva chiaramente indicato che il pubblico necessitava di un prontuario concreto per orientarsi nell’ambito del diritto sostanziale e delle norme procedurali del diritto di locazione, che malgrado la sua costante ed ampia presenza nel nostro tessuto economico-sociale non risulta sempre di facile accessibilità. Occorreva inoltre adattare la Guida alla evoluzione giuridica e alle novità intervenute negli ultimi 20 anni. A partire dal 1° gennaio 2011 gli Uffici di conciliazione in materia di locazione cantonale non dispongono quindi più di poteri decisionali nelle materie che il legislatore cantonale aveva attribuito in precedenza alle loro competenze e di cui gli stessi Uffici avevano fatto buon uso. Basterebbero dunque soltanto le modifiche relative alle procedure locative per giustificare la riedizione compiutamente aggiornata della Guida pratica del diritto di locazione, ritenuto che la nuova procedura prevede norme piuttosto stringenti sullo svolgimento del tentativo obbligatorio di conciliazione di fronte agli Uffici competenti proprio per accentuare le possibilità di intesa chiedendo soltanto successivamente all’Autorità giudiziaria di emanare una decisione vincolante con una procedura estremamente specifica. Le esperienze dei primi mesi di funzionamento degli Uffici di conciliazione nella loro nuova veste sono estremamente positive e lasciano quindi ben sperare per l’appli-

cazione duratura e favorevole della nuova procedura civile federale in ambito locativo. Tuttavia, il buon funzionamento degli Uffici di conciliazione ed il ruolo dell’Autorità giudiziaria non evitano alle Parti la necessità di conoscere i propri obblighi e diritti, le Autorità competenti e le procedure da seguire, malgrado la possibilità di rivolgersi ad associazioni di categoria per svolgere le opportune incombenze. In Svizzera esistono sinora pochissime guide per orientarsi nel nuovo diritto di locazione e in questo contesto l’Editore Giampiero Casagrande ha assunto quindi un’importante iniziativa. Occorre dunque sperare che il taglio concreto e immediato della nuova Guida pratica permetta a chiunque di affrontare la sostanza e le procedure del diritto di locazione senza alcuna preoccupazione, potendo trovare nella Guida le risposte auspicate per ogni momento locativo. In questo senso l’Editore Giampiero Casagrande ha voluto quindi rivolgersi ai lettori di lingua italiana non sono del Cantone Ticino e del Cantone Grigioni e ha voluto allegare nel testo numerosi aiuti che permettano ai lettori di reperire facilmente le informazioni di loro interesse, ritenuto che nel volume sono appunto presenti i formulari necessari per seguire la vita di un contratto, le indicazioni per conoscere le Autorità di conciliazione competenti, gli indirizzi per individuare le associazioni di categoria e i testi per verificare le disposizioni legali e applicabili al rapporto locativo. Pertanto, i lettori non dovrebbero necessitare di altre fonti per poter apprendere la materia. Il testo è poi privo di complesse terminologie o spiegazioni legali e non necessita di alcuna preparazione specifica per poter essere affrontato, proprio nell’ottica di costituire un chiaro appoggio per qualunque inquilino o locatore o interessato ad un rapporto locativo.

Autore: Avv. Dr. Gianmaria Mosca Titolo: Il Diritto di Locazione – Nuova guida pratica per locatori, inquilini, amministratori e consulenti Editore: Giampiero Casagrande, 2012 ISBN 978.88.7795.206.6

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At tualita`

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Mobilità aziendale: positivo il bilancio 2007-2012 L A S C E LTA G I U S TA

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Si sta via via concretizzando l’obiettivo di favorire la mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti professionali, movimenti pendolari casa-azienda e trasferte di lavoro, tramite i piani di mobilità aziendale. È il dato saliente del bilancio 2007-2012 del progetto “Mobilità aziendale”, condotto dalla Sezione della mobilità grazie a una rete esterna di consulenti e operatori in partenariato con l’AITI e la Camera di commercio. Il bilancio indica inoltre anche diversi progressi per l’analogo programma federale, “Gestione della mobilità aziendale”, sostenuto dall’Ufficio federale dell’energia. Il progetto cantonale è rivolto direttamente a singole aziende (private o parapubbliche) e a pubbliche amministrazioni con almeno 50 dipendenti. Il programma federale si articola invece in due progetti: “SvizzeraEnergia per le aziende” e “SvizzeraEnergia per l’amministrazione comunale”; nel primo caso il Comune ha il compito di creare un pool di aziende sul proprio territorio che allestiranno e attueranno un piano di mobilità aziendale, nel secondo l’iniziativa concerne i dipendenti dell’amministrazione comunale. Sia per il programma cantonale sia per quello federale sono offerte informazioni, consulenza, supporto e contributi finanziari.

Il progetto si consolida

Tutto il processo di mobilità aziendale è articolato in sei fasi, che si possono raggruppare in tre momenti salienti: analisi della domanda di mobilità di un’azienda o di una pubblica amministrazione, elaborazione e attivazione di un Piano di mobilità aziendale ad hoc, monitoraggio dei risultati. Ebbene, per la maggioranza dei 118 iscritti al progetto si è attualmente conclusa la terza fase, quella della definizione di un piano di misure di mobilità aziendale (76 partecipanti) o della loro attuazione (9). Il progetto si sta dunque consolidando. Ciò avviene soprattutto nelle regioni in cui la mobilità pendolare genera elevati carichi di traffico, tant’è che delle 118 tra aziende e Comuni coinvolti, 54 sono ubicati nel Luganese e 33 nel Mendrisiotto (Bellinzonese 21, Locarnese 10). Positivo anche il riscontro rispetto agli altri Cantoni coinvolti nell’iniziativa della Confederazione: alla fine del 2012 il programma federale contava 142 aziende, ben 65 delle quali ubicate in Ticino (34 delle quali avevano già introdotto almeno una misura riconosciuta dal programma): nessun altro Cantone presenta una diffusione del progetto sul territorio così intensa e un’adesione così elevata di aziende al programma.

Car pooling e Arcobaleno aziendale

I piani di mobilità aziendale comprendono più misure che si integrano tra loro e che concernono le varie modalità di trasporto.

Queste misure possono essere interne all’azienda, ad esempio la gestione dei parcheggi o la messa a disposizione di biciclette, o far capo a strumenti messi a disposizione dell’ente pubblico, in particolare l’abbonamento Arcobaleno aziendale (in collaborazione con le imprese di trasporto) e il car pooling (grazie alla piattaforma www.liberalauto.ch promossa dalla RSI). Naturalmente un piano aziendale può comprendere sia misure interne che “esterne”. Sino ad oggi sono 43 le aziende che hanno introdotto almeno una misura: nettamente “vincenti” risultato il car pooling, specie per la possibilità di aprire sezioni ad hoc sulla piattaforma on line Liberalauto! e l’Arcobaleno aziendale, un abbonamento annuale ai trasporti pubblici a prezzo ridotto per i dipendenti dell’azienda grazie al sostegno congiunto della ditta interessata e del Cantone. Dalla sua introduzione, nell’autunno del 2008, sono stati sottoscritti 173 contratti tra aziende o pubbliche amministrazioni con la Comunità tariffale Ticino e Moesano per questo tipo di abbonamento, del quale hanno così potuto beneficiare oltre 8’000 dipendenti, di cui più di 3’000 nuovi utenti del trasporto pubblico. Un indubbio successo. Dopo il car pooling e l’abbonamento per i mezzi pubblici, i partecipanti al progetto hanno puntato soprattutto su misure concernenti la gestione dei parcheggi e l’introduzione di una navetta aziendale.

Futuro prossimo

Nei prossimi anni il Cantone dovrà sostenere chi ha allestito un piano di mobilità aziendale aiutando a implementarlo, coinvolgere nuove aziende e Comuni nell’iniziativa, mantenere e consolidare le iniziative con altri progetti di mobilità sostenibile quali il bike sharing, il bike to work e il car sharing e favorire lo scambio di esperienze. Sarà poi importante mettere a disposizione dei posteggi per il car pooling. Andrà inoltre promossa la figura del Mobility manager aziendale, che ha una funzione particolarmente importante sia verso l’interno (deve ottimizzare gli spostamenti dei dipendenti rendendo operativo il Piano di mobilità aziendale) sia verso l’esterno quale interlocutore qualificato con Cantone e Comune. Infine va assolutamente continuata la proficua collaborazione tra la Sezione della mobilità e SvizzeraEnergia, specie perché essa, passando dal singolo Comune, permette di coinvolgere più aziende al tempo stesso, ciò che favorisce una politica di gestione della mobilità a più ampio respiro. Maggiori informazioni: www.ti.ch/mobilita-aziendale

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At tualita` Comunicato stampa

Casale Group vince il Prix SVC Svizzera italiana 2013 L’ambito Prix SVC Svizzera italiana 2013 è stato consegnato il 15 maggio scorso a Casale Group. L’azienda familiare, presente a Lugano sin dal 1921, è attiva a livello mondiale nello sviluppo di tecnologie d’avanguardia per la modernizzazione o costruzione di impianti di fertilizzanti azotati. Al secondo posto si è classificata la Faulhaber Minimotor SA di Croglio che dal 1962 sviluppa, produce e distribuisce in tutto il mondo micromotori e riduttori. Linnea SA di Riazzino, che produce estratti botanici e principi attivi farmaceutici dedicati all’industria farmaceutica, cosmetica e nutraceutica, occupa il 3. posto. Inoltre, si sono classificate al 4. posto pari merito: Bianchi & Co. SA di Novazzano, Sandro Vanini SA di Rivera e Teq SA di Barbengo. Una lunga tradizione familiare, ingegneri altamente specializzati e nuove tecnologie d’avanguardia caratterizzano Casale Group che si è appena aggiudicata il Prix SVC Svizzera italiana 2013. L’azienda fu fondata a Lugano nel 1921 da Luigi Casale, ingegnere attivo nella chimica industriale, che nel 1919 aveva realizzato un impianto pilota per la produzione di ammoniaca a Terni. Oggi Casale Group dà lavoro 172 persone, di cui 87 sono ingegneri. Gli impianti progettati da Casale Group servono per la produzione di fertilizzanti azotati e sono estremamente importanti per l’agricoltura in quanto forniscono alla colture l’azoto, preso dall’aria, necessario per la crescita. Alberto Petruzzella, Presidente della giuria del Prix SVC, afferma: “La giuria è rimasta impressionata dalla professionalità, dalla capacità innovativa e dalla flessibilità di Casale Group, un’azienda dalle solide radici che ha saputo superare i momenti di difficoltà e affermarsi come leader a livello mondiale nella sua attività”. Il primo premio, offerto da Credit Suisse e SUPSI, consiste nella formazione manageriale completa EMBA della SUPSI ed è stato consegnato all’Ing. Umberto Zardi, Presidente del Gruppo.

Faulhaber Minimotor SA al secondo posto e Linnea SA al terzo

Al secondo posto si è classificata Faulhaber Minimotor SA, azienda creata nel 1962 che sviluppa, produce e distribuisce in tutto il mondo micromotori e riduttori per impiego in diversi campi come automazione, robotica, aeronautica. Si tratta di oggetti piccolissimi, da 1,9 fino a 44 millimetri di diametro, che vengono progettati in stretta collaborazione con i clienti, favorendo l’innovazione e l’eccellenza. L’azienda, che dà lavoro a 200 persone in Ticino, sta realizzando nuovi spazi presso la sede di Croglio, con particolare attenzione alla scelta e allo sfruttamento efficiente delle risorse, essendo in possesso della

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I finalisti del Prix SVC Svizzera italiana 2013, con al centro l’Ing. Umberto Zardi, Presidente Casale Group, azienda vincitrice del premio

certificazione ISO14001. Malgrado la forte concorrenza dei mercati asiatici, Faulhaber Minimotor SA continua a mantenere la propria leadership nell’innovazione del settore. Il premio ritirato da Paolo Croce, CEO, è offerto da Ernst & Young e consiste nella partecipazione all’Entrepreneur of the Year-Retreat in Sudafrica. Al terzo posto troviamo Linnea SA di Riazzino, fondata nel 1982 e che dà lavoro a 90 persone. L’azienda figura tra i principali produttori a livello mondiale di estratti botanici e principi attivi farmaceutici dedicati all’industria farmaceutica, cosmetica e nutraceutica. La società esporta in più di 60 Paesi nei cinque Continenti, in particolare estratti standardizzati di origine vegetale utilizzati in numerose aree terapeutiche, da gastrointestinale a oftalmica. Malgrado il franco forte, Linnea SA è riuscita non solo a consolidare le relazioni con i clienti esistenti, ma anche ad attrarre nuovi clienti, puntando sempre su qualità, competenza, servizio e giusto rapporto qualità-prezzo. Il premio, ritirato da Christian Beltrametti, General Manager, è offerto da Swisscom e consiste in un seminario presso l’Istituto svizzero per PMI dell’Università di San Gallo.

Al quarto posto pari merito: tre aziende

Le finaliste Bianchi & Co. SA, Sandro Vanini SA e Teq SA si sono classificate al quarto posto ricevendo un iPad mini offerto da FoxTown Factory Stores. Bianchi & Co. SA di Novazzano, fondata nel 1924 e con 103 collaboratori, offre servizi di trasporti internazionali, import-export e logistica integrata con trasporti via mare, aereo o su strada. L’azienda, diretta da Enzo Cantelli, ha saputo ritagliarsi una importante quota di mercato specializzandosi nei settori della moda e


dei preziosi. Sandro Vanini SA, diretta da Beatrice Fasana Arnaboldi, è stata fondata nel 1960 e oggi occupa 40 collaboratori che si occupano della fabbricazione e vendita di prodotti di confetteria, in particolare di marroni e frutta candita. Da azienda locale, Sandro Vanini SA è riuscita a proporre i suoi prodotti non solo al mercato al dettaglio, ma anche alla gastronomia e a grossisti in Svizzera e all’estero, rinnovando il marchio e costruendo la nuova sede situata oggi a Rivera. Teq SA di Barbengo nasce nel 1994 e dà lavoro a 30 persone. L’azienda, diretta da Alessandro Prioglio, produce elettronica automotive e industriale di primo piano per costruttori di autoveicoli, come pure sistemi di gestione flotte per imprese di trasporto pubblico. Noti sono i suoi software e hardware istallati sugli autobus urbani. L’impresa ha saputo trovare interessanti nicchie di mercato su cui offrire prodotti innovativi.

Quinta edizione del Prix SVC Svizzera italiana

Assegnato per la quinta volta consecutiva, il Prix SVC è ormai diventato un appuntamento importante del settore economico ticinese. Infatti, più di 800 persone, rappresentanti del mondo economico, politico, universitario e culturale, si sono date appuntamento al Palazzo dei Congressi per assistere alla cerimonia di consegna. Hans-Ulrich Müller, presidente dello Swiss Venture Club, rimarca: “Con questo riconoscimento lo Swiss Venture Club vuole dare visibilità e premiare imprese eccellenti, sostenendo la loro capacità innovativa e con ciò la creazione e il mantenimento di posti di lavoro attrattivi sul nostro territorio”. La serata è stata allietata dall’esibizione dei Raw Diamonds Crew, giovani ballerini di Hip-Hop, laureatisi campioni svizzeri e che rappresentano la nostra Nazione ai campionati internazionali di Las Vegas. L’evento è stato moderato da Gianfranco De Santis e Sara Bellini di Teleticino.

Una giuria prestigiosa

Il Prix SVC Svizzera italiana beneficia del sostegno di numerosi sponsor e sostenitori. Può inoltre fare affidamento su una giuria composta da noti esponenti della scena economica del Cantone. Ne fanno parte Alessandra Alberti, Direttrice Chocolat Stella SA, Luca Albertoni, Direttore Camera di Commercio Ticino, Stefano Caccia, Responsabile Ernst & Young in Ticino, Mauro Feller, Responsabile Corporate Business Swisscom in Ticino, Daniele Lotti, Presidente AITI, Alberto Petruzzella, Responsabile Regione Ticino del Credit Suisse, Giambattista Ravano, Direttore del dipartimento tecnologie innovative della Supsi e Lino Terlizzi, Vicedirettore del Corriere del Ticino.

Benvenuti nella nostra Banca, anche noi siamo una PMI. Essendo una banca locale e indipendente sotto il profilo imprenditoriale, siamo noi stessi una PMI e pertanto conosciamo le sfide con cui vi confrontate. Siamo flessibili, ci impegniamo per il raggiungimento dei vostri obiettivi e parliamo la vostra stessa lingua. Nel contempo facciamo parte del Gruppo Raiffeisen, che può contare su oltre 200 consulenti alla Clientela Aziendale. Per questo disponiamo di un‘ampia rete e del know-how necessario per fornirvi una consulenza competente e orientata al futuro. Affidatevi anche voi ad un partner equo e solido, come ha già fatto una PMI su tre in Svizzera. Sia che si tratti di traffico dei pagamenti, liquidità, investimenti o della vostra successione. Fissate oggi stesso un appuntamento di consulenza. www.raiffeisen.ch/pmi

Con noi per nuovi orizzonti

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At tualita`

CF SUD: la cooperativa di fideiussione per PMI

Dopo 80 anni di presenza ed attività sul nostro territorio la OBTG, la cooperativa di fideiussione della Svizzera Orientale, ha deciso, nell’aprile 2013, di rafforzare la sua presenza sul mercato cambiando il suo nome in CF SUD, cooperativa di fideiussione per PMI. Inoltre ha rinnovato la sua pagina Internet, che ora si può consultare al sito www.cfsud.ch. Per fare conoscere anche al territorio ticinese gli scopi e il campo di azione della CF SUD, di seguito trovate un interessante documento, tratto dal nuovo sito Internet, che riassume in modo chiaro e conciso i punti principali CFSUD concede fideiussioni a favore di

-T itolari indipendenti di piccole e medie imprese artigianali, commerciali, industriali e del settore terziario - Professionisti che intendono aprire, rilevare o partecipare a una piccola e media impresa artigianale, commerciale, industriale e del settore terziario - Persone fisiche e giuridiche nonché società di persone (per persone giuridiche viene richiesta una fideiussione solidale al regresso dai principali interessati)

Importo

-S econdo la Legge federale (RS 951.25) possono essere concesse fideiussioni solidali fino ad un limite massimo di CHF 500‘000.00 - Inoltre in quelle regioni, definite dalla Confederazione/ SECO “regioni montane”, c’è la possibilità di ottenere fideiussioni solidali a condizioni agevolate (RS 901.2)

Provvigione

Si richiede un premio di fideiussione annuale dell’1,25 % calcolato sull’attuale importo garantito dalla fideiussione.

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Per quali scopi può essere concessa la fideiussione?

-p rogetto di autoimprenditorialità - rilevamento di un’azienda avviata (acquisto delle scorte, impianti, pacchetto azionario, quote sociali, credito d’esercizio, ecc.) - nuovo credito d’esercizio o aumento di liquidità - acquisto dell’immobile aziendale - progetto di ampliamento o riattazione (parco macchine, immobile aziendale, ecc.) - risanamento sostenibile

Costi d‘esame

-L ’esame della richiesta viene effettuato con il versamento di un anticipo spese di CHF 300.00 (conto postale n. 90-8578-9). In caso di rifiuto del progetto non si aggiungono ulteriori costi. - In caso di concessione i costi d’esame della pratica sono in ogni caso a carico del richiedente. Saranno richiesti anche se in seguito la fideiussione, per un motivo qualsiasi, non dovesse essere più usata. - I costi dell’esame ammontano di regola a CHF 1‘200.00.

Decisioni che concernano l’esame della richiesta

La CFSUD è libera di respingere le richieste di fideiussioni senza dover fornire delle spiegazioni.

Contabilità

Il richiedente deve allestire una contabilità ordinata durante tutto il periodo della fideiussione. Per maggiori informazioni CF SUD Cooperativa di fideiussione per PMI Persona di contatto: Salvatore Vitale Rorschacher Strasse 150 CP 170, 9006 San Gallo Tel. +41 71 242 00 60, Fax +41 71 242 00 70 info@cfsud.ch, www.cfsud.ch


At tualita` Comunicato stampa

Switzerland Global Enterprise apre un ufficio a Istanbul

Mehmet Yildirimli

Il 21 maggio 2013 Switzerland Global Enterprise (già Osec), il centro di eccellenza ufficiale per l’internazionalizzazione, ha aperto a Istanbul un nuovo ufficio per la promozione dell’export svizzero. Il compito principale dell’antenna, diretta da Mehmet Yildirimli, consiste nel fornire consulenza alle piccole e medie imprese (PMI) svizzere e del Liechtenstein intenzionate a entrare sul mercato locale Il nuovo punto d’appoggio, che assiste in loco le aziende esportatrici svizzere e del Liechtenstein intenzionate a entrare sul mercato turco, è integrato nel Consolato generale svizzero a Istanbul ed è gestito da Mehmet Yildirimli. I suoi compiti consistono, tra gli altri, nell’allacciare contatti preziosi e nel consigliare le PMI rossocrociate e del Liechtenstein intenzionate a espandere le loro attività in Turchia, in collaborazione con i consulenti di Switzerland Global Enterprise in Svizzera. Daniel Küng, CEO di Switzerland Global Enterprise, precisa: «Lo sviluppo del mercato turco è un’ulteriore iniziativa strategica realizzata da Switzerland Global Enterprise per assistere in loco le imprese che mirano a espandere le loro attività in mercati prioritari e in crescita. La Turchia è un’importante destinazione con alto potenziale per l’export svizzero. Ricopre inoltre il ruolo molto interessante di piattaforma per gli affari nel Nordafrica, nel Medio Oriente e in Asia. Sono lieto di poter offrire alle PMI svizzere, in collaborazione con il DFAE, una piattaforma d’appoggio in questo mercato».

La Turchia quale porta per l’Asia

La Turchia, la cui popolazione conta 75 milioni di persone, ha registrato una crescita del PIL del 6% negli ultimi tre anni. Gli investimenti diretti svizzeri in Turchia hanno superato i 2,5 miliardi di franchi nel 2011. Attualmente 600 imprese rossocrociate vi sono presenti, impiegando 21’500 dipendenti. Il volume delle esportazioni svizzere è in lieve calo negli ultimi anni, ma sono più che raddoppiate tra il 1990 (810 milioni di franchi) e il

2012 (1’836 milioni). Al mercato turco sono destinati soprattutto i prodotti chimico-farmaceutici, i macchinari e gli orologi. Dalla Turchia sono importati in Svizzera prevalentemente tessili, capi d’abbigliamento, prodotti agricoli, macchinari, farmaceutici e veicoli. Data la sua situazione geografica, la Turchia rappresenta una porta verso il Nordafrica e l’Asia. Molti affari sono condotti con il Paese al Bosforo dall’Europa occidentale, che via la Turchia intrattiene altresì ottime relazioni economiche con numerose nazioni nordafricane e asiatiche. I settori di maggiore interesse per le aziende svizzere sono l’infrastruttura, l’edilizia, il trasporto, il biotech, il cleantech, le tecniche mediche, i beni di lusso, l’energia, l’industria ferroviaria e la gestione dei rifiuti. La forte crescita della popolazione (soprattutto della fascia giovane) e dell’economia rendono il ramo edile e immobiliare turco molto promettente. Infatti, nei prossimi anni sorgeranno numerosi parchi tecnologici, zone di libero scambio, ospedali, alberghi e altre strutture. I progetti infrastrutturali previsti nella periferia di Istanbul comprendono la costruzione della ferrovia a Marmaray (lunghezza totale: oltre 76 km), dell’aeroporto più grande al mondo (capacità: 90 milioni di passeggeri all’anno, costi: 5,5 miliardi di dollari), del maggior parco tecnologico della Turchia (costi: 4 miliardi di dollari) nonché di un terzo ponte sul Bosforo all’estremità settentrionale dello stretto. Vi sono quindi interessanti opportunità d’affari per i subfornitori svizzeri attivi nell’architettura, nella pianificazione e nell’ingegneria, nella costruzione di gallerie e di ponti, nella tecnica edilizia e nella tecnologia della costruzione. Ulteriori informazioni su: www.switzerland-ge.com Contatto: Monica Zurfluh Head Southern Switzerland Switzerland Global Enterprise Corso Elvezia 16 6900 Lugano Tel. diretto +41 91 911 51 35 monica.zurfluh@switzerland-ge.com www.switzerland-ge.com

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Eventi

Aziende ticinesi e Lugano Airport: un matrimonio destinato a prendere il volo

martedì 25 giugno 2013, dalle ore 11.00 presso Lugano Airport, Agno

Voli giornalieri diretti per Roma, Vienna, Ginevra e Zurigo e voli stagionali verso importanti località turistiche. Tempi d’imbarco brevi, facilità di parcheggio e veloci collegamenti viari con Lugano e il resto del Cantone. Oggi sono questi i principali punti di forza dell’aeroporto di Lugano-Agno, che assicura il trasporto di circa 200’000 passeggeri l’anno ed è un punto di riferimento anche per il trasporto merci. Uno scalo ritenuto fondamentale per il suo essere “regionale”, ma al tempo stesso al centro di una delle regioni più popolose d’Europa. Sospinto da un Piano industriale sostenuto dalla Città di Lugano e dall’Autorità cantonale, oggi Lugano Airport si appresta nuovamente a prendere il volo, mettendo in atto tutta una serie di progetti strutturali e infrastrutturali orientati alla crescita quantitativa e qualitativa dello scalo. È da leggersi in questi termini la volontà dell’aeroporto di conoscere le aspettative degli imprenditori e dell’economia cantonale così da comprendere se e come queste aspettative possono essere modellate sulle offerte dell’aeroporto, sia in termini di linee passeggeri, di traffico merci, ma anche di servizi su misura. I principali benefici della presenza di un aeroporto per il territorio sono molteplici. L’aeroporto regionale internazionale può essere un elemento importante nelle decisioni localizzative di una vasta gamma d’imprese, stimolare le esportazioni delle imprese localizzate nell’area fornendo a passeggeri e merci legami con i mercati chiave, accrescere la competitività dell’economia e delle imprese che in essa operano attraverso il numero e l’efficienza dei suoi servizi per merci e passeggeri e non da ultimo attirare visitatori per affari o per piacere nell’area,

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generando così reddito ed occupazione nell’industria del turismo. Al termine dell’incontro vi sarà pure la possibilità di visitare un velivolo di una delle compagnie aeree presenti ad Agno. Programma ore 11.00 Saluto del Direttore AITI Stefano Modenini e del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni ore 11.05 “Cosa offre oggi e cosa potrebbe offrire domani alle aziende ticinesi Lugano Airport, in termini di linee passeggeri, traffico merci, servizi su misura” Alessandro Sozzi CEO Lugano Airport ore 11.20 “Gli elementi di competitività di Lugano Airport per le aziende ticinesi” Riccardo Braglia, CEO Helsinn Group ore 11.30 “Qual è il rapporto delle aziende ticinesi con Lugano Airport? In quale direzione dovrebbe svilupparsi in futuro l’offerta di mobilità passeggeri, merci e servizi?” Domande e discussione con il pubblico presente ore 11.50 Visita Fokker F50 di Minoan Air al termine Standing lunch Iscizioni entro il 21 giugno 2013 inviando un e-mail a info@aiti.ch o chiamando il numero +41 91 911 84 84


Eventi

Le responsabilità sociali ed individuali Lo scorso 29 aprile abbiamo avuto un Business Breakfast presso la Cc-Ti che ha visto susseguirsi tre brillanti relatori che hanno intrattenuto i partecipanti su una tematica sempre più importante nel nostro quotidiano: le risolse umane in azienda. Si è parlato del capitale umano, delle problematiche più comuni nella gestione delle HR in un’impresa, del coaching, del mentoring, … Come pure della risorsa umana come punto di forza e valore strategico per una PMI. Sono intervenuti Liala Cattaneo, Coordinatrice del Laboratorio di psicopatologia del lavoro, che ha presentato l’attività del Laboratorio di psicopatologia del lavoro, mettendo l’accento anche su alcuni argomenti che oggi permeano il mondo del lavoro (come mobbing, stress, burn out, conflitti); Roberto Alberio, Fondatore di Corda Tesa Sagl, che ha illustrato l’attività di Corda Tesa, società che opera in maniera originale ed atipica, proponendo escursioni in alta quota in montagna abbinate ad attività di crescita personale e team building; e Lia Castelli, Formatrice e docente, che ha spiegato le diverse peculiarità di coaching e mentoring, con un accento alla motivazione dei collaboratori. In queste pagine avremo modo di approfondire gli spunti presentati attraverso delle interviste ai tre relatori

Il laboratorio di Psicopatologia del lavoro si presenta Intervista di Lisa Pantini con Liala Cattaneo

Liala Cattaneo

Che cos’è la psicopatologia del lavoro e come/dove interviene? “Il termine psicopatologia del lavoro si riferisce a due aspetti: uno legato alla psichiatria e l’altro legato al mondo del lavoro. La psicopatologia del lavoro si occupa del disagio psicologico connesso al mondo del lavoro e generato dai cambiamenti nell’organizzazione del lavoro, che spesso si ripercuotono negativamente sull’individuo e sul suo benessere fisico e mentale. È aumentata infatti la sensazione di precarietà e fragilità tra i lavoratori, il senso di incertezza, la pressione psicologica, la perdita di controllo sull’attività svolta e la paura di perdere il posto di lavoro: questi fattori accrescono il livello di stress e mettono a rischio la salute degli individui. La psicopatologia del lavoro è una conseguenza dei cambiamenti in atto nel mondo del lavoro”. Mobbing, stress, burnout, conflitti … Il mondo del lavoro oggi è così problematico? “Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad importanti cambiamenti del contesto socio-economico e dell’organizzazione del lavoro che hanno provocato incertezza e fragilità. Molti elementi hanno modificato il modello di lavoro nella nostra società. Si pensi alla globalizzazione dei mercati con fenomeni quali la delocalizzazione e l’accesso a risorse lavorative a basso costo, la fusione delle aziende, la fluttuazione dei mercati finanziari, situazioni sempre più imprevedibili. Questa «imprevedibilità» è percepita anche dai lavoratori, per i quali la sicurezza dell’impiego non è più garantita. Vi sono stati anche importanti cambiamenti nelle modalità d’impiego. Si assiste ad un aumento dei contratti di lavoro a tempo determinato, degli orari flessibili, del lavoro a turni, del lavoro interinale o su chiamata. Questi cambiamenti richiedono una maggiore flessibilità, un’ampia disponibilità dei salariati, l’intensificazione del lavoro e infine, l’aumento della precarietà provocata da forme contrattuali che rendono incerta la carriera professionale, la percezione del reddito e la copertura assicurativa. Diversi studi hanno dimostrato che il ricorso a cure psichiatriche aumenta con l’aumentare dell’insicurezza dell’impiego e della disoccupazione. Il risultato di questi cambiamenti è che accanto ai rischi tradizionali di tipo chimico, fisico e biologico si sono aggiunti anche altri rischi di

tipo psicologico e sociale. Fenomeni quali il mobbing, i conflitti, lo stress e il bunout non sono da considerarsi un’emergenza sociale, ma sicuramente fenomeni da monitorare. Infatti, è stato possibile osservare un aumento di queste problematiche tra i lavoratori. Anche l’indagine della Seco del 2010 ha constatato un aumento delle persone che si sentono spesso o molto spesso stressate sul posto di lavoro rispetto ad un decennio fa e ha indicato le situazioni conflittuali come uno dei fattori di rischio più importanti”. Come agisce il Laboratorio di psicopatologia del lavoro? “Il Laboratorio di psicopatologia del lavoro è composto da un’équipe pluridisciplinare che comprende medici, assistenti sociali, psicologi, consulenti legali e in base alla problematica offre un aiuto personalizzato. Le problematiche lavorative hanno infatti degli effetti negativi su vari ambiti di vita delle persone. Per questo è indispensabile un intervento che coinvolga diverse figure professionali. Il servizio si rivolge a tutte le persone che manifestano una sofferenza psichica o che presentano problemi sociali, famigliari, economici, legali a causa di una situazione lavorativa difficile e/o problematica quale disoccupazione, precarietà, conflitti sul posto di lavoro, mobbing/molestie, burnout/stress, licenziamento. Esso garantisce un ascolto della sofferenza di chi vive o ha vissuto una situazione professionale difficile, un sostegno medico, psicologico, sociale e legale specializzato e una guida nella ricerca di soluzioni concrete. Obiettivo è fornire una consulenza e/o una presa a carico tempestiva che consenta di intraprendere le giuste azioni e ridurre, ove possibile, gli effetti negativi sulla salute. Il Laboratorio di psicopatologia del lavoro è anche a disposizione delle aziende per necessità di consulenza, formazione, mediazione. L’esperienza ci ha mostrato che gli interventi sono tanto più efficaci quanto più le persone si rivolgono al servizio per tempo, ossia non appena si rendono conto di essere in una condizione difficile. Al contrario quando la situazione avversa dura da diverso tempo, magari con un’inabilità lavorativa prolungata, le possibilità di risolvere positivamente la situazione si riducono notevolmente e in alcuni casi possono condurre ad una fuoriuscita dal mercato del lavoro”.

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Eventi

La montagna, tra silenzio e verità Intervista di Lisa Pantini con Roberto Alberio

Roberto Alberio

In che modo opera Corda Tesa? “Corda Tesa nasce per promuovere la passione per la montagna e proporla alle diverse organizzazioni quale modalità di crescita delle risorse umane. Attraverso esperienze di cammino in quota, unite a offerte formative condotte da professionisti specializzati, Corda Tesa offre ad aziende e istituzioni la possibilità di lavorare sul benessere dei propri collaboratori, incrementandone l’autostima, la conoscenza dei talenti e dei limiti personali e professionali e la capacità di lavoro in team. Corda Tesa propone percorsi formativi anche ai privati con temi specifici. Questo per sopperire alle problematiche legate al lavoro precario o al lavoro che non c’è più, che spesso condizionano sensibilmente la vita privata delle persone. Le proposte si suddividono in due categorie, quella alpinistica condotta da una guida alpina diplomata mentre quella escursionistica viene gestita con l’impiego di un operatore turistico di montagna (OTM). Il tutto alla portata tecnica di tutti i partecipanti. Gli itinerari e i contenuti formativi vengono definiti di volta in volta in modo da venir adattati alle esigenze del committente. I temi sono di diversa natura: autostima, paura del cambiamento, conflitto come risorsa, team building, selezione e assessment, leadership. L’unica condizione è di godere di buona salute e di non essere in sovrappeso”. La montagna quale metafora di un’efficiente gestione delle risorse umane (e della vita). Quali parallelismi si riconoscono? “La filosofia di Corda Tesa recita: la montagna è una metafora della vita. Anzi è qualcosa di più di una metafora: è una sorta di compendio, di quanto di più vero c’è nella vita stessa. La più breve delle passeggiate in quota richiede di darsi un obiettivo e perseguirlo, essere previdenti, amministrare bene le proprie forze. Coerenza, pianificazione, visione, management, sostenibilità. Un’esperienza anche breve in montagna mette in scena gli aspetti del processo di adattamento cui è sottoposta la persona che sta per lasciare o ha lasciato un’azienda: lo smarrimento, l’incontro con un ambiente sconosciuto, la per-

dita dei punti di riferimento abituali, l’incontro con se stesso. La persona trova in sé le forze necessarie, scopre la serenità delle pause, il valore della fatica e vede crescere l’autostima”. La condivisione di esperienze in alta quota che benefici porta ad un team? “Un’esperienza di condivisione in montagna è una modalità ottimale per rafforzare o creare la coesione fra persone che lavorano in uno stesso ufficio o fra persone che collaborano a uno stesso processo. Si creano legami caldi e profondi. Bisogna innanzitutto imparare ad acquisire il coraggio di uscire dalla propria area di comfort, diventando registi della propria vita. La montagna facilita ed accelera questo processo. Il punto di partenza è quello di provare a cambiare, di prendersi almeno il tempo di riflettere creando maggior consapevolezza su un mondo del lavoro in fase di grande mutamento. L’evoluzione da «professional» a «manager» richiede lo sviluppo di tecniche ma anche una evoluzione personale. La montagna insegna la responsabilità nei confronti di se stessi, dell’obiettivo e dei compagni di cordata. Insegna anche ad obbedire a un capocordata, pena la minore sicurezza e il mancato raggiungimento degli obiettivi”.

Ecco come coaching e mentoring s’inseriscono nel contesto aziendale Intervista di Lisa Pantini con Lia Castelli

Lia Castelli

Coaching e mentoring, due parole forse spesso abusate... cosa s’intende esattamente con questi termini? “Pur essendo entrambe relazioni di supporto, differiscono parecchio sia riguardo al metodo che alle finalità. Il coaching viene svolto generalmente da un professionista esterno all’azienda e la richiesta di supporto viene attivata quando si evidenziano conflitti tra i ruoli o comportamenti aggressivi/difensivi che

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ovviamente riducono produttività e benessere lavorativo. Fortunatamente, le aziende più attente alle loro risorse, richiedono coaching anche quando stanno valutando dei passaggi di ruolo e vogliono che il candidato o i candidati facciano un realistico bilancio delle proprie competenze e della propria «tenuta» emotiva e comportamentale nel nuovo ruolo. Questo perché tutti siamo consapevoli che la «persona sbagliata nel ruolo sba-


gliato» crea dei significativi danni economici, nonché di clima lavorativo e di motivazione. Il coaching si svolge in una serie d’incontri (generalmente 10 della durata di 2 ore) e secondo gli obiettivi concordati, aiuterà il partecipante a diventare più consapevole dei propri punti di forza e debolezza (allenando nuovi comportamenti più produttivi) e a valutare realisticamente i risultati delle sue azioni e comportamenti, assumendosi il giusto grado di responsabilità, quando i risultati non sono soddisfacenti. Il mentoring invece è una relazione di supporto interna all’azienda e si svolge tra un manager senior (il mentore) e un manager junior (il mentee). Mentore e mentee non devono mai avere un rapporto gerarchico, proprio per permettere uno scambio il più possibile autentico e libero da valutazione e giudizio. Viene principalmente utilizzato nella fase d’inserimento di un nuovo manager. Il mentore, che ha una collaudata conoscenza delle dinamiche operative e dei comportamenti di successo della sua azienda, trasmette queste competenze al mentee in modo che possa inserirsi ed essere produttivo in tempi più rapidi. Questo metodo permette anche di utilizzare e valorizzare manager di grande esperienza e doti relazionali, magari nella fase conclusiva del loro percorso lavorativo, quando la spinta alla competizione dovrebbe essere superata e subentrare invece il piacere per il trasferimento e la non dispersione di preziose competenze verso i più giovani”. In che modo è possibile accrescere la motivazione dei collaboratori in una PMI? “I metodi sono molti e andrebbero utilizzati tutti. È importante dare una direzione e un senso all’impegno dei collaboratori, quindi dedicare del tempo per comunicare e condividere gli obiettivi. Un’altra azione importante è «mettere la persona

giusta al posto giusto» e quindi valutare con molta attenzione soprattutto chi mettiamo nel ruolo di capo e qualora la scelta si rivelasse sbagliata alla prova dei fatti, avere la forza di ammettere l’errore e cambiare. Come altro comportamento motivante, che crea un ambiente civile e produttivo, aggiungerei anche l’attenzione che i vertici dovrebbero avere affinché tra colleghi ci siano sempre comportamenti di rispetto. Molte ricerche segnalano infatti che comportamenti aggressivi e umilianti (soprattutto da parte di chi ha potere), demotivano i lavoratori, sgretolano l’affiatamento del gruppo, causano l’aumento del turn over e dell’assenteismo, provocando danni non solo alle vittime, ma anche alle strutture e alla produttività in generale”. Attraverso quali strumenti si opera? “Riguardo alla comunicazione e al coinvolgimento gli strumenti principali sono le riunioni e il feedback periodico. Le riunioni però devono essere autenticamente partecipative, cioè chi le indice dovrebbe parlare per non più del 50% del tempo della riunione! La riunione è un metodo costoso (il costo orario di ogni partecipante moltiplicato per la durata) ed è assolutamente sprecato per un monologo. Dalla riunione dovremmo uscire tutti arricchiti dal punto di vista degli altri, sapete come si dice: «se ci scambiamo una moneta siamo ancora entrambi con una moneta, se ci scambiamo un’idea ne usciremo entrambi con due idee». Riguardo all’importanza di mettere «la persona giusta al posto giusto» e verificare che, soprattutto chi ha ruoli di potere, si comporti in modo da favorire un ambiente civile e produttivo, non mi stancherò mai di sottolineare l’importanza dell’investimento in selezione, assessment e coaching, è un autentico risparmio rispetto ai costi di assenteismo, turn over, ridotta produttività già citati”.

I BUSINESS BREAKFAST DELLA CAMERA SEMPRE AGGIORNATI SUI BUSINESS BREAKFAST E GLI EVENTI DELLA CC-TI

Per tutte le informazioni sui nostri prossimi eventi, sul prossimo Business Breakfast e sui programmi dettagliati e le modalità d’iscrizione, visitate il nostro sito web: www.cc-ti.ch!

Una delegazione ticinese a Bruxelles Riprendendo il titolo dell’editoriale del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni sul numero di Ticino Business di maggio 2013, Bruxelles non è lontana. Ed è proprio così. Vogliamo rendere partecipi i lettori di Ticino Business del fatto che le attività del nostro International Desk continuano a ritmo serrato e con successo. Infatti lo scorso aprile, più precisamente nella giornata del 24, abbiamo partecipato con una piccola delegazione ad un evento sull’innovazione tenutosi a Bruxelles, organizzato da economiesuisse in collaborazione con la Missione Svizzera permanente presso l’Unione Europea. Questo evento ha anche permesso di aggiornare nuovi contatti e relazioni, non da ultimo con la Camera di commercio italo-belga, di cui siamo membri. Vi ricordiamo che tutte le informazioni sulle attività dell’International Desk sono disponibili sul nostro sito web: www.cc-ti.ch

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Eventi Comunicato stampa

Il Commodity Trading ticinese protagonista a Londra

Trend e strumenti per finanziare le operazioni di Commodity Trading. Questi gli argomenti di cui una delegazione di operatori ticinesi attivi nel settore del Commodity Trading ha voluto discutere lo scorso 16 maggio a Londra di fronte a una platea di quasi un centinaio di addetti ai lavori. Presso la London Chamber of Commerce and Industry si è infatti svolto un evento frutto della collaborazione tra Ticino for Finance, Lugano Commodity Trading Association e Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino che insieme sono riuscite a portare oltremanica professionalità e competenze locali

Da sin. Gianluca Bassi, Tobias Merath, Jane Wood e Thomas Patrick

Current trends in financing commodity trading operations. Titolo giustamente inglese per una conferenza tutta made in Ticino che si è tenuta ieri presso la London Chamber of Commerce and Industry, nel cuore della City londinese, e che avuto tra i protagonisti diversi rappresentanti della nostra piazza finanziaria. Obiettivo della conferenza fornire un quadro di quelle che sono le dinamiche in atto nel finanziamento delle operazioni di commodity trading. Dopo l’apertura dei lavori da parte di Peter Bishop, Deputy Chief Executive della London Chamber of Commerce and Industry, è stato Tobias Merath, Head of Commodity and Alternative Investment Research presso Credit Suisse ad illustrare come il cosiddetto “superciclo” delle commodities volge al termine e si assiste ad una sempre più marcata divergenza tra i mercati delle singole commodity. L’intervento di Jane Wood, Deputy Head of Commodity Trade Finance presso UBS (Lugano) ha evidenziato le differenze nelle principali forme di finanziamento per trader di diverse dimensioni e attivi in mercati differenti. Dopo il punto di vista delle banche, la parola è passata ai trader, nello specifico a Thomas Patrick, Presidente della Lugano Commodity Trading Association, che ha illustrato l’evoluzione del ruolo e dei modelli di business adottati dalle società di trading. A conclusione degli interventi, Gianluca Bassi, Chief Financial Officer presso DP Trade, ha cercato di analizzare l’influenza delle politiche di credito sul finanziamento delle operazioni di trading, evidenziando che spesso un ruolo determinante è svolto dalla comunicazione tra banca e trading company. “Questa conferenza” racconta Marco Passalia, Segretario LCTA e Vicedirettore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino “è stata sicuramente utile per veicolare, in un contesto così prestigioso come quello londinese, l’immagine di un Ticino ricco di professionalità e di esperienze all’interno del Commodity Trading. Il nostro Cantone si è infatti ritagliato nel corso degli anni un posto importante in questo settore ed essere oggi a Londra ne è un’ulteriore dimostrazione”.

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Interessante è anche il dietro le quinte della conferenza che ha visto come protagonisti della “macchina organizzativa” la Lugano Commodity Trading Association, la Camera di commercio, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino e Ticino for Finance. “Collaborazione e lavoro di squadra” spiega Franco Citterio, Presidente di Ticino for Finance, “sono sicuramente gli elementi alla base dell’organizzazione di questo evento che senza il contributo attivo di questi tre soggetti non sarebbe stato possibile. Poter tornare a Londra è per noi un’altra occasione per dare continuità a quanto stiamo facendo in questo mercato e per far conoscere le professionalità presenti sulla nostra piazza finanziaria sotto diversi punti di vista. Inoltre, eventi come questo sono fondamentali per rafforzare il nostro network instaurando relazioni con nuovi soggetti potenzialmente interessati alla piazza finanziaria”. Collaborare per farsi conoscere e per generare delle opportunità concrete di cui diversi attori possano poi beneficiare. Una forma di partnership su cui investire nuovamente in futuro.


Commercio estero Pagine a cura di Switzerland Global Enterprise

GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO, GIUGNO/SETTEMBRE 2013 • TURCHIA: giovedì 20 giugno 2013 • AFRICA CENTRALE: lunedì 30 settembre 2013 Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale gratuito con i consulenti di Switzerland Global Enterprise e con i collaboratori degli Swiss Business Hub all’estero. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con Switzerland Global Enterprise e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! CONTATTATECI AL NO. TEL. +41 91 911 51 37 OPPURE TRAMITE E-MAIL ALL’INDIRIZZO info.lugano@switzerland-ge.com, SAREMO LIETI DI FISSARVI UN APPUNTAMENTO.

UK Patent Box: aliquote ridotte sugli utili da brevetti

Dal 1° aprile 2013, le aziende in Gran Bretagna beneficiano di un’aliquota ridotta sugli utili aziendali derivanti da brevetti nel ramo del programma fiscale «Patent Box» volto ad attirare più imprese innovative. Il pacchetto fiscale prevede di ridurre progressivamente dal 23% al 10% su un periodo di quattro anni l’aliquota sugli utili aziendali derivanti da brevetti. Tuttavia, l’incentivo sarà concesso solo a brevetti registrati presso l’UK Intellectual Property Office, l’Ufficio europeo dei brevetti oppure determinati Stati dello Spazio economico europeo. Inoltre, il titolare deve poter provare di aver contribuito in modo significativo allo sviluppo dell’invenzione brevettata o di un prodotto ivi dotato nonché di averne la licenza esclusiva, ossia di essere l’unico con diritto d’utilizzo. HM Revenue & Customs: The Patent Box www.hmrc.gov.uk/ct/forms-rates/claims/patent-box.htm Intellectual Property Office: Patent Box www.ipo.gov.uk/types/patent/p-patentbox.htm

Il Lussemburgo intende aumentare l’IVA

Il Lussemburgo è lo Stato membro dell’Unione europea con l’aliquota IVA (standard) più bassa, e lo rimarrà anche dopo averla aumentata di uno o due punti percentuali al 16% o al 17% presumibilmente nel 2015. Tageblatt: Luxemburger zu höherer TVA bereit http://www.tageblatt.lu/nachrichten/luxemburg /story/27529441 European Commission: VAT Rates Applied in the Member States of the European Union http://ec.europa.eu/taxation_customs/resources/documents/taxation/vat/how_vat_works/rates/vat_rates_en.pdf

Allentamento del diritto del lavoro in Slovenia

La Slovenia ha allentato almeno in parte il proprio diritto del lavoro notoriamente severo. Le principali modifiche sono: • i termini di disdetta sono stati ridotti da un minimo di 15 giorni (finora: 30) a un massimo di 80 giorni (finora: 120); • è ora possibile disdire il contratto di lavoro anche durante il periodo di prova (termine: 7 giorni); • la pubblicazione online di posti vacanti è consentita. Si può altresì comunicare per via elettronica con i candidati, i datori e i sindacati. Taxslovenia: Neuigkeiten im slowenischen Arbeitsrecht www.taxslovenia.com/resources/2013_MAR_TaxSlovenia_ DE.pdf

Carnet ATA anche per il Madagascar

Il Madagascar ha aderito alla Convezione ATA. Dal 22 aprile 2013 vi si può utilizzare il carnet ATA per facilitare l’importazione temporanea in franchigia di prodotti destinati a fiere e mostre, di campioni di merci nonché di equipaggiamento professionale. International Chamber of Commerce: Madagascar joins ATA Carnet System in bid to boost foreign trade www.iccwbo.org/News/Articles/2013/Madagascar-joinsATA-Carnet-System-in-bid-to-boost-foreign-trade/

ECOWAS introduce una tariffa doganale comune

Le 15 nazioni appartenenti alla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Economic Community Of West African States, ECOWAS) hanno deciso di introdurre

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una tariffa doganale comune. Il tariffario prevede cinque diverse aliquote per quasi 6’000 linee tariffarie: • beni di consumo di base: 0% • materie prime e beni d’investimento: 5% • prodotti intermedi: 10% • prodotti finiti: 20% • prodotti specifici e importanti per lo sviluppo economico regionale, compresi quelli fabbricati in loco: 35% È inoltre stato deciso di introdurre una nuova imposta all’importazione dell’1,5% che rappresenta la base per la realizzazione della tariffa doganale comune. In compenso sono abolite le analoghe tasse dello 0,5% prelevate sia dall’ECOWAS che dall’Unione Economica e Monetaria dell’Africa occidentale (Union économique et monétaire ouest-africaine, UEMOA). Le seguenti nazioni fanno parte dell’ECOWAS: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Capo Verde, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo. ECOWAS: ECOWAS Ministers of Finance Adopt Regional Common External Tariff http://news.ecowas.int /presseshow. php?nb=077&lang=en&annee=2013

Il Qatar lancia la costruzione del maggior cantiere portuale

Il Qatar non bada a spese per la costruzione e per l’ampliamento delle sue infrastrutture. I fondi stanziati per l’edificazione del «New Port Project» ammontano a ben 7,4 miliardi di dollari. Il progetto si trova nella prima fase di costruzione (di un canale d’accesso) e dovrebbe essere operativo almeno in parte nel 2016. Con una capacità di trasbordo di 6 milioni di TEU (unità equivalente a venti piedi), il New Port è destinato a sostituire il Doha Port quale principale e maggiore porto per container del Qatar. Sulla superficie complessiva di 26,5 chilometri troveranno posto, oltre a tre terminali per i container, anche la base navale degli Qatar Emiri Naval Forces e gli impianti portuali per la Qatar Economic Zone 3. New Port Project www.npp.com.qa/ ship-technology.com: New Port Project (NPP), Al Wakrah and Mesaieed, Qatar www.ship-technology.com/projects/new-port-project-nppqatar-doha/

3’300 chilometri di binari per il trasporto merci in India

Sono state gettate da tempo le basi per la costruzione di due corridoi volti a ottimizzare le capacità di trasporto merci su ferrovia in India, ora si passa alla fase di realizzazione dei cosiddetti Eastern Corridor e Western Corridor. Complessivamente saranno posti 3’300 chilometri di binari per un costo di 16,4 miliardi di franchi. Il Western Corridor sarà lungo 1’483 chilometri e collegherà il Jawaharlal Nehru Port a sud di Mumbai, il maggior porto per container dell’India, con l’Inland Container Depot a Dadri e Tughlakabad nell’agglomerato di Delhi. L’Eastern Corridor si estenderà su 1’839 chilometri tra Dadri e Dankuni vicino a Calcutta. I lavori sono già stati avviati lungo alcune tratte. Secondo

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l’azienda responsabile del progetto, la Dedicated Freight Corridor Corporation of India, i due corridoi saranno pronti nel 2018 e potranno garantire un aumento delle capacità di trasporto merci, della sicurezza e dell’affidabilità. Altri due corridoi merci sono in fase di progettazione al fine di collegare Mumbai e Calcutta con Chennai nel sud del Paese. Dedicated Freight Corridor Corporation of India http://dfccil.org/DFCC/Home/Home

Una guida per costituire un’impresa in India

Agli investitori esteri si presentano numerose possibilità per aprire una succursale in India. La scelta della forma giuridica dipende molto dal ramo e dall’effettiva attività svolta dall’impresa. Una guida aiuta a scegliere la forma più idonea, evidenziando vantaggi e svantaggi dei vari tipi di società. India Briefing: Setting Up a Foreign-Invested Enterprise in India www.india-briefing.com/news/setting-foreigninvested-enterprise-india-6112.html/

Conclusi i negoziati per l’accordo di libero scambio con la Cina

Sono terminati dopo il nono round i negoziati a livello tecnico in vista dell’accordo di libero scambio tra Svizzera e Cina. Ora saranno avviati i passi necessari per la sua firma. Secondo il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca, il trattato ha per oggetto il commercio di merci (prodotti industriali e agricoli), le regole d’origine, le agevolazioni commerciali, le barriere di carattere non tariffario al commercio, il commercio nel settore dei servizi, la protezione della proprietà intellettuale, la promozione degli investimenti, la concorrenza, la trasparenza nel settore degli acquisti pubblici, la cooperazione economica e tecnica, disposizioni commerciali a tutela dell’ambiente nonché, in un accordo parallelo, disposizioni commerciali sugli standard lavorativi. L’accordo prevede un comitato congiunto di vigilanza sull’applicazione e sullo sviluppo di quanto convenuto e un meccanismo per la risoluzione delle divergenze. Nel preambolo sono menzionati principi, valori e strumenti fondamentali delle relazioni e del diritto internazionali. Tra gli atti firmati il 24 maggio a Berna in occasione della visita del Primo Ministro cinese Li Keqiang figurano anche un accordo sulle tematiche finanziarie, una convenzione accademica, un trattato inerente al settore dell’orologeria nonché due accordi elaborati dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione sullo sviluppo sostenibile e sulla formazione in materia. Per la Svizzera, la convenzione con la Cina è senza dubbio l’accordo di libero scambio più importante dalla conclusione nel 1972 di quello con l’Unione europea, anche perché si tratta del secondo trattato di questo tipo che la Cina stipula con un paese europeo dopo l’Islanda (cfr. articolo di seguito). Inoltre, la firma di un analogo accordo tra l’Impero di Mezzo e l’UE sembra essere ancora molto lontana. Di conseguenza, le aziende rossocrociate saranno avvantaggiate in futuro rispetto ai concorrenti europei. Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca: Conclusion des négociations de libre-


échange avec la Chine au niveau technique (comunicato disponibile in fr/de) www.news.admin.ch/message/index.html?lang=fr&msgid=48829 Corriere del Ticino: Svizzera-Cina: è libero scambio www.cdt.ch/confederazione/economia/83443/svizzeracina-e-libero-scambio.html

La Cina firma un accordo di libero scambio con l’Islanda

Islanda e Cina hanno firmato un accordo di libero scambio lo scorso 15 aprile 2013. La nazione insulare è il primo Stato europeo ad aver siglato un tale trattato con la Repubblica Popolare Cinese, che è nato da una proposta islandese per uno scambio di know-how in ambito geotermico. L’accordo intende liberalizzare lo scambio di merci e abolire i dazi all’importazione. Iceland Is First in Europe to Sign Free Trade Pact With China http://mobile.bloomberg.com/news/2013-04-15/icelandis-first-in-europe-to-sign-free-trade-pact-with-china.html Germany Trade & Invest: Island und die VR China unterzeichnen Freihandelsabkommen www.gtai.de/GTAI/Navigation/DE/Trade/Recht-Zoll/Zoll/_ zoll_aktuell,did=797174.html

Cina: panoramica sulle disposizioni legali rilevanti per le PMI svizzere

I paesi emergenti sono anche definiti in transizione poiché si trovano in una fase di continui cambiamenti. Ne è un ottimo esempio la Cina, che a causa del rapido sviluppo e della sempre forte crescita deve progressivamente adattare e modificare la propria legislazione economica e commerciale. Essere al corrente di questi cambiamenti è di vitale importanza anche per gli esportatori svizzeri. Switzerland Global Enterprise ha incaricato lo studio WENFEI Attorneys-at-Law Ltd di riassumere le principali disposizioni legali di interesse per le aziende esportatrici rossocrociate (panoramica di 19 pagine, in lingua inglese). Switzerland Global Enterprise: China Legal Provisions (291 KB) www.switzerland-ge.com/schweiz/export/de/filefield-private/files/57515/field_blog_public_files/18752

Hong Kong amplia l’infrastruttura turistica

Il turismo è un fattore economico di grande importanza per Hong Kong (2012: 4,5% del PIL) che registra altresì tassi di crescita superiori alla media (2012: +16%). Le prospettive per il futuro sono ottime a patto che l’infrastruttura turistica venga ampliata. La città-stato ne è consapevole e ha stanziato fondi generosi a questo fine. La priorità sarà data ai seguenti progetti: • ampliamento dei parchi divertimento: soprattutto dell’Ocean Park (costruzione di una «Water World») e di Hong Kong Disneyland («Night Time Parade», «Marvel Heroes»); • estensione del terminale Kai Tak Cruise Terminal (edificio e molo nuovi; più crociere); • 10’000 posti letto in più negli alberghi nei prossimi due anni grazie anche alla costruzione di 13 nuovi alberghi;

• maggiori sponsorizzazioni in occasione di manifestazioni internazionali (torneo di golf, Formula 1, Dragon Boat Carnival). Dow Jones / Märkte der Welt: In Hongkong sollen 50 weitere Hotels entstehen (38 KB) www.switzerland-ge.com/schweiz/export/de/filefield-private/files/57491/field_blog_public_files/18714 TTG Asia: Hong Kong beefs up tourism www.ttgasia.com/article.php?article_id=20528 Hongkong - The 2013-2014 Budget: Promoting the Tourism Industry www.budget.gov.hk/2013/eng/budget06.html

Il Vietnam estende i diritti commerciali delle aziende estere

Il 7 giugno 2013 entra in vigore in Vietnam il decreto «Government Decree 08» grazie al quale la procedura per l’apertura di filiali commerciali e distributive estere è più trasparente. Inoltre, i diritti commerciali delle imprese straniere sono estesi a tal punto da consentire al Vietnam di diventare un centro per l’approvvigionamento e la distribuzione nel commercio transfrontaliero. Le nuove disposizioni facilitano l’apertura di filiali poiché si rinuncia alla prova «Economic Need Test» (ENT) se: • la superficie di vendita non supera i 500 metri quadrati; • la filiale è ubicata in una zona adibita dalle autorità per l’uso commerciale. La principale novità consiste però nel consentire alle imprese estere di esportare dal Vietnam anche merce prodotta in altre nazioni. La piazza economica vietnamita è quindi destinata a crescere poiché il Paese potrebbe diventare un centro d’approvvigionamento e di distribuzione per il vasto mercato asiatico. Regulation of Ministry of Industry and Trade on goods trading conducted by Vietnam-based foreign invested enterprises www.moit.gov.vn/en/Pages/News.aspx?IDNews=265 Mayer Brown: New Regulations on Trading and Distribution Rights of Foreign-Invested Enterprises in Vietnam to be Implemented w w w.maye r b r o w n.c o m /public a tio ns /d e t ailp rint. aspx?publication=9213

Emerge un nuovo mercato: il Myanmar

Disgelo in Myanmar: l’apertura progressiva in ambito sia politico che economico dell’ex-Birmania consente la nascita di un nuovo mercato senza pari visti la sua dimensione, la necessità di recupero e il potenziale di sviluppo. L’interesse della comunità internazionale è grande e di conseguenza, si preme affinché continui la liberalizzazione, l’infrastruttura sia rinnovata e i legami con la comunità internazionale siano consolidati. Si tratta di un processo dinamico che è destinato ad accelerare e che le aziende esportatrici dovrebbero seguire con attenzione. Econan International: Fokus Myanmar www.econan.com/uploads/04-13_at_a_glance_Myanmar. pdf Thura NewsViews (Weekly Newsletter / Myanmar Economics and Politics) www.thuraswiss.com/news/newsletter

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Il Canada facilita il rilascio di visti per gli imprenditori innovativi

Dal 1° aprile 2013 gli imprenditori innovativi stranieri hanno la possibilità di beneficiare dello «Start-Up Visa Program», che consente loro di soggiornare e lavorare in Canada a tempo indeterminato se riescono a trovare un investitore locale per il loro progetto. Questa misura rimarrà in vigore per cinque anni e intende attirare l’attenzione delle aziende innovative al mercato canadese. Anche la Gran Bretagna e Israele stanno valutando la possibilità di introdurre un analogo programma di visti. Citizenship and Immigration Canada: Minister Kenney Announces New Start-Up Visa, First of its Kind in the World w w w.cic.gc.c a /english /depar tment /media /rele a ses/2013/2013-01-24.asp Germany Trade & Invest: Kanada - Neues Visumsprogramm für innovative Unternehmer www.gtai.de/GTAI/Navigation/DE/ Trade/Recht-Zoll/ Wirtschafts-und-steuerrecht/recht-aktuell,did=791716. html

Il Canada annuncia investimenti miliardari nell’infrastruttura

Rafforzare l’economia canadese è la prima priorità del programma «Canada’s Economic Action Plan 2013». Per realizzarla, occorre modernizzare e ampliare ulteriormente l’infrastruttura della seconda nazione più grande al mondo, investendo 53 miliardi di dollari canadesi nei prossimi dieci anni. La fetta del leone degli investimenti è destinata all’infrastruttura di trasporto: la costruzione e l’estensione di strade, sistemi di trasporto pubblico (locale) e del traffico merci su rotaia a lunga distanza. Numerosi sono altresì i progetti previsti in altri ambiti, per esempio nella gestione dei rifiuti, nel trattamento delle acque reflue, nell’approvvigionamento di acqua potabile oppure nell’ampliamento delle infrastrutture di telecomunicazione, soprattutto della rete a banda larga. I singoli progetti sono elencati nella mappa interattiva «Projects Map». Inoltre, Ottawa ha esteso fino al 15 dicembre 2015 il termine per gli ammortamenti speciali del 50% su macchinari e apparecchiature. Ci si attende quindi ulteriori forti investimenti nei prossimi anni da fonti sia private che pubbliche. Canada’s Economic Action Plan 2013 http://actionplan.gc.ca/en Canada’s Economic Action Plan 2013: Creating a New Building Canada Plan http://actionplan.gc.ca/en/news/creating-new-building-canada-plan Canada’s Economic Action Plan 2013: Projects Map http://actionplan.gc.ca/en/page/projects-map

L’Argentina facilita l’importazione di generi alimentari di prima qualità

L’Argentina ha allentato le restrizioni all’importazione di determinati generi alimentari, voluttuari e bevande di prima qualità che non possono essere prodotti nel Paese. Secondo quanto comunicato dal Ministero dell’economia, i gruppi di beni in questione sono i latticini, le conserve, i

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preparati a base di carne, le minestre, le spezie, gli snack, la pasta, i biscotti, le bevande rinfrescanti, il vino e il vino spumante. La misura apre interessanti opportunità di export per i prodotti pregiati delle aziende svizzere. Germany Trade & Invest: Argentinien lockert Importbremsen für hochwertige Nahrungsmittel und Getränke w w w. g t a i . d e / G TA I / N a v i g a t i o n / D E / Tr a d e / maerkte,did=791728.html

Quadro di valutazione UE della giustizia: efficacia e indipendenza dei sistemi giudiziari degli Stati membri

La giustizia consegue ottimi voti in numerosi Stati membri dell’UE, ma non in tutti. Come si evince dall’attuale quadro di valutazione europeo della giustizia, le differenze tra i singoli Paesi per quanto riguarda l’efficacia, l’indipendenza e l’affidabilità sono notevoli. Un sistema giudiziario efficace, indipendente e affidabile è un aspetto determinante nella concorrenza internazionale tra le piazze economiche. Di conseguenza, l’UE ricorda nuovamente agli Stati membri di dare maggior peso ai sistemi giudiziari per non pregiudicare il clima degli investimenti e quindi lo sviluppo economico. Il quadro di valutazione tiene conto soprattutto dei fattori che contribuiscono a migliorare il clima degli affari e degli investimenti sulla base di diversi studi comparativi eseguiti sulle controversie in ambito civile e commerciale. Per quanto riguarda la durata delle procedure, i migliori voti sono stati attribuiti a Lettonia, Cechia, Austria, Ungheria, Polonia e Germania. Le sentenze si fanno invece attendere a Malta, Cipro, in Italia, Slovenia e Portogallo. Nel valutare l’indipendenza dei tribunali, il quadro di valutazione europeo si basa sui risultati del «Competitiveness Report» stilato dal Foro economico mondiale, che piazza cinque Stati membri dell’UE tra i primi dieci al mondo nella categoria «judicial independence»: la Finlandia al secondo posto, i Paesi Bassi al terzo, l’Irlanda al quarto, la Germania al settimo e la Svezia all’ottavo. La prima posizione di tale classifica è occupata dalla Nuova Zelanda mentre la Svizzera si trova alla sesta. A livello europeo, le nazioni con i voti più bassi sono la Slovacchia, la Romania, la Bulgaria, la Grecia, la Lituania e la Repubblica Ceca. Commissione europea: Quadro di valutazione UE della giustizia: la Commissione europea amplia la portata dell’analisi sui sistemi giudiziari degli Stati membri http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-285_it.htm Questions & Answers: EU Justice Scoreboard (in en) http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-13-288_en.htm European Commission for the Efficiency of Justice: The functioning of the judicial systems and the situation of the economy in the European Union Member States http://ec.europa.eu/justice/effective-justice/files/cepej_study_justice_scoreboard_en.pdf

Switzerland Global Enterprise Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 – CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@switzerland-ge.com www.switzerland-ge.com


Commercio estero di Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera italiana e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

Gli incoterms e il passaggio di proprietà

Monica Zurfluh

Marco Passalia

Nel lontano 1936 la Camera di Commercio Internazionale di Parigi (ICC) ha pubblicato una serie di regole per semplificare le transazioni commerciali internazionali: gli Incoterms, acronimo di International Commercial Terms. Nell’edizione di aprile di Ticino Business ci siamo soffermati sui contratti di compravendita internazionale, nei quali al loro interno è opportuno specificare anche le clausole di resa (gli Incoterms) che hanno lo scopo di aiutare venditore ed acquirente, rispettivamente esportatore e importatore, a definire diritti e doveri di ognuno in alcuni ambiti precisi. Queste regole, revisionate nel 2010, consentono di incorporare nel contratto alcuni aspetti essenziali per il commercio internazionale. Rappresentano uno strumento importante delle attività commerciali e, se utilizzati in maniera ottimale, permettono una gestione efficiente delle pratiche e delle relazioni con il proprio partner commerciale nonché un risparmio di costi. Per evitare inutili e dannosi equivoci sulla vera portata di queste clausole di resa va detto che gli obblighi delle parti che ne fanno uso non devono andare oltre agli scopi per cui sono stati creati, ovvero l’individuazione e l’adozione di misure atte a curare il trasporto e, quando previsto, l’assicurazione delle merci da trasferire, come pure la distribuzione dei rischi relativi e l’assunzione di una serie di altre funzioni relative al trasferimento (emissione e rilascio di documenti, obblighi reciproci di avvisi e preavvisi, consegna e presa in consegna, ecc.).

Cosa non è regolato

A differenza di quel che molti pensano, le clausole di resa non disciplinano il momento in cui si trasferisce la proprietà della merce compravenduta (e neppure lo fa la Convenzione di Vienna – di cui abbiamo accennato nel mese di aprile - sulla vendita internazionale di beni mobili). Questo aspetto, come anche il prezzo da pagare e la modalità di pagamento, devono essere esplicitati nel contratto di compravendita. Nel caso in cui quest’ultimo non accenna nulla in proposito occorre rifarsi a quanto

previsto dai singoli ordinamenti giuridici che fanno coincidere il trasferimento della proprietà, alternativamente, con il perfezionarsi del consenso (sistemi di civil law – famiglia romano-francese) piuttosto che con la consegna (sistemi di civil law – famiglia romano-germanica). Nei sistemi di common law, ed in particolare in quello inglese, la questione è disciplinata dal Sale of Good Act (SGA) 1979 e più precisamente dall’art. 17 che fa riferimento alle eventuali disposizioni del contratto (“where there is a contract for the sale of specific or ascertained goods the property in them is transferred to the buyer at such time as the parties to the contract intend it to be transferred”). Se quest’ultimo non propone un riferimento preciso, allora si applicano le disposizioni dell’articolo 18 SGA, con il quale, semplificando, la proprietà passa con il consenso. Al momento della redazione di un contratto internazionale di compravendita, è quindi sempre opportuno specificare quando la proprietà dei beni compravenduti si trasferisce dal venditore al compratore. La soluzione ideale per il venditore è quella di far coincidere consegna, trasferimento di proprietà e incasso del corrispettivo. Ad esempio, la proprietà passa, e il prezzo viene pagato, alla consegna quando viene espressamente citato l’Incoterms “delivery FOB Genova Port (Incoterms 2010)” con incasso contro i documenti di spedizione. Per concludere, si può affermare che la filosofia degli Incoterms si basa sul momento del passaggio dei rischi (che avviene con la consegna) e non su quello di proprietà, perché il primo, in un contratto internazionale di compravendita di beni mobili, sotto un aspetto mercantile ed economico, è più nevralgico del secondo. Se la merce infatti non arriva a destino, è quasi impossibile che il compratore la paghi.

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Fiere internazionali

FIMAI São Paulo, 5 - 7 novembre 2013

Giunto alla 15° edizione, FIMAI (Feira Internacional de Meio Ambiente Industrial e Sustentabilidade) è la principale fiera del settore ambientale industriale latinoamericano. Vi sono esposti gli sviluppi più avanzati della tecnologia ambientale e le nuove tendenze, le soluzioni innovative così come le applicazioni dal successo comprovato nonché le opportunità d’investimento nel settore ambientale. I prodotti e servizi presentati riguardano la produzione ecosostenibile, il trattamento dell’acqua e delle acque reflue, la valutazione del rischio ambientale, la consulenza e la formazione, le emissioni atmosferiche, gli equipaggiamenti e le tecnologie, i fondi d’investimento, la gestione dei rifiuti, i laboratori ambientali, il mercato del credito di emissione, il riciclaggio, la bonifica del suolo, la responsabilità sociale, la salute e la sicurezza sul lavoro, i sistemi di gestione integrati, la sostenibilità, il trasporto di prodotti pericolosi, l’assistenza in caso di emergenza e la legislazione in ambito ambientale. Alla fiera saranno altresì presenti rappresentanti provenienti dai seguenti settori: sistemi autorizzati di controllo degli odori, trattamento delle acque reflue industriali, sanitari, recupero biologico, trattamento degli olii e prodotti affini, sensori per gas, monitor portatili, sistemi autonomi, presse idrauliche e per cartaccia, apparecchi respiratori, controllo degli scarichi, estinzione di incendi, camere termiche, bruciatori e dispositivi per il controllo del PH. L’edizione precedente del salone ha accolto 400 espositori e 14’000 visitatori Lo SWISS Pavilion alla fiera sarà allestito dalla Camera di commercio svizzero-brasiliana SWISSCAM in collaborazione con lo Swiss Business Hub Brazil. Informazioni generali sulla fiera: www.fimai.com.br/pages/conteudo.aspx?id=33 Informazioni sullo SWISS Pavilion: w w w.switzerland- ge.com/svizzera /expor t /it / node/56423?lforce=1

ISM Colonia, 26 - 29 gennaio 2014

Da oltre 40 anni, l’ISM rappresenta la maggior fiera annuale a livello internazionale per i confettieri esportatori di cacao, cioccolata e prodotti affini, pasticceria, panetteria fine, dolciumi, gelati e materie prime. È quindi la piattaforma ideale per scoprire e svelare le ultime tendenze, i nuovi prodotti e la loro evoluzione futura. La diversità del mercato mondiale si riflette nell’ampia offerta proposta all’ISM: è qui che s’incontrano i principali gruppi target dell’industria della confetteria. Le PMI e i leader sul mercato vi allacciano contatti essenziali a livello internazionale, onde poter rispondere a ogni minimo desiderio dei consumatori di domani con le loro idee, creazioni e concetti innovativi. Nel 2013, il salone ha accolto 1’402 espositori provenienti da 67 paesi (82% dall’estero) in cinque capannoni su una superficie lorda di 110’000 mq. I professionisti giunti a Colonia da 154 paesi erano 35’000. I gruppi target del salone comprendono grandi distributori e le loro succursali regionali, cooperative, cash and carry, supermercati, discount, self-service, rifornitori di stazioni di benzina, grossisti di prodotti dietetici, drogherie, pasticcerie e panettieri. Come ogni anno, Switzerland Global Enterprise collabora con lo Swiss Business Hub Germany, Chocosuisse e Biscosuisse per allestire lo SWISS Pavilion a questa importante fiera. Esso sarà nuovamente ubicato nella posizione privilegiata della hall 4.2, tra i padiglioni nazionali di Belgio e Gran Bretagna. Informazioni generali sulla fiera:

Attiriamo l’attenzione sui prodotti e servizi rossocrociati!

www.ism-cologne.de Informazioni sullo SWISS Pavilion: w w w.switzerland- ge.com/svizzera /expor t /it / node/57440?lforce=1

Arab Health Dubai, 27 - 30 gennaio 2014

Si tratta di uno dei saloni più rinomati nei settori tecniche e tecnologie medicali, salute, farmaceutica e tecnica dentale. Da quasi 40 anni, è il punto d’accesso ideale a un mercato lucrativo e in rapida crescita. Infatti, dal 2004 la crescita annua media del mercato sanitario negli Stati del Golfo si attesta al 18.8%, con un aumento stimato all’11% per raggiungere quota 43,9 miliardi di dollari entro il 2015. I Paesi con l’incremento più forte sono l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. L’industria sanitaria nella regione MENA sta modernizzando le proprie strutture con standard talmente alti che in alcuni casi, per esempio il Saudi German Hospital-Dubai, superano persino i livelli europei e statunitensi. Questo settore dovrebbe crescere dagli attuali 3,2 miliardi di dollari a ben 11,9 miliardi entro il 2015. La richiesta di posti letto nei nosocomi dell’Arabia Saudita dovrebbe aumentare del 40% entro il 2016 (=70’000 letti) grazie alla rapida crescita della popolazione, che rappresenta i due terzi degli abitanti degli Stati del Golfo. Di conseguenza, il governo saudita è il maggiore investitore della regione in ambito sanitario e il suo mercato dovrebbe valere 20 miliardi di dollari entro il 2014. L’edizione precedente del salone ha occupato una superficie di 53’677 mq nel Dubai World Trade Center. Gli espositori erano 3’427 (+11%) in provenienza da 64 paesi e si sono contati 81’580 (+7%) visitatori e 8’009 delegati. Approfittate di questo importante evento per presentare i vostri prodotti e servizi allo SWISS Pavilion allestito da Switzerland Global Enterprise in collaborazione con lo Swiss Business Hub Stati del Golfo, lo Swiss Business Council Dubai e la piattaforma export Swisshealth. Informazioni generali sul salone: www.arabhealthonline.com Informazioni sullo SWISS Pavilion: w w w.switzerland- ge.com/svizzera /expor t /it / node/56961?lforce=1

Informazioni sugli “Swiss Pavilion”: WWW.switzerland-ge.com/FIERE

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Vita dei Soci Intervista di Lisa Pantini con Francesca Sala Responsabile segretariato generale e comunicazione, Cooperativa Migros Ticino

Per la valorizzazione del territorio Ticinese e dei suoi prodotti: Migros rafforza la linea i «Nostrani del Ticino»

Il concetto dei «Nostrani del Ticino» nasce nel 2004, con l’intento di far conoscere, valorizzare e promuovere i prodotti del territorio, dando loro maggiore visibilità grazie al marchio che caratterizza questi prodotti a base di materie prime ticinesi e lavorati nel nostro Cantone, permettendo nel contempo una migliore incisività della comunicazione. Per Migros Ticino è altrettanto importante promuovere possibili collaborazioni con le aziende del settore agroalimentare, e in quest’ottica nel corso degli anni è stato possibile concretizzare importanti e innovativi progetti I «Nostrani del Ticino». Recentemente la linea, che riscuote un enorme successo, è stata ampliata con la carne di vitello; frutto della vostra collaborazione con l’Azienda Agricola La Lobbia di Leontica e Rapelli di Stabio. Come si è sviluppata questa nuova collaborazione e che valore porta alla vostra azienda? “La carne di vitello di montagna della linea dei Nostrani va ad ampliare un’offerta che nel settore già comprende carne di maiale e di manzo, salumi e insaccati. Punto di partenza di questa nuova collaborazione è l’Azienda Agricola La Lobbia di Leontica, gestita da Roberto e Stafania Canonica: le modalità di allevamento e foraggiamento attente alle esigenze della specie (vitelli allevati in gruppo, libertà di movimento anche negli spazi esterni a loro disposizione, alimentazione a base di fieno e latte intero, ciò che garantisce il giusto apporto di ferro e di conseguenza la tipica colorazione rosata della carne) ne hanno fatto un partner ideale. La filiera del vitello nostrano comprende poi il Macello Ticino SA di Cresciano e la Rapelli SA di Stabio, specializzata nella lavorazione accurata di carne e salumi. Viste le piccole quantità, la carne nostrana (maiale, manzo e vitello) è volutamente lavorata a mano e in questo modo Rapelli può offrire una formazione completa ai suoi apprendisti salumieri-macellai. Ogni singola confezione è imballata con un sistema che assicura la massima freschezza del prodotto; è inoltre garantita la completa tracciabilità. Anche in questo caso la filiera è certificata dal marchio Ticino. Inoltre, le caratteristiche di allevamento, foraggiamento e lavorazione hanno permesso alla carne di vitello dei Nostrani di ricevere la certificazione che la autorizza ad avvalersi della designazione «di montagna». Così come per gran parte dei prodotti della linea, dal 2010 la denominazione è nel dialetto della regione di provenienza, in questo caso la Val di Blenio, e dunque «Vedíll Nostrán da Montagna»”. I «Nostrani del Ticino» sono una linea di oltre 300 prodotti che legano a doppia mandata i produttori ed i frutti della filiera agroalimentare ticinese al territorio da un lato ed ai consumatori dall’altro; permettendo a tutti l’accessibilità a prodotti genuini e made in Ticino. Oltre a ciò valorizza e permette di non dimenticare le radici della nostra «ticinesità». Quali valori e quali

idee vi sono alla base di questa linea? Quale è il riscontro dei consumatori su questi prodotti? “Alla base della linea dei Nostrani c’è la volontà di promuovere i prodotti a chilometro zero e più tipici del Cantone e della nostra cultura alimentare. In questo modo è inoltre possibile recuperare tradizioni e saperi, creando nel contempo un indotto, anche in regioni discoste. L’apprezzamento dei prodotti della regione è andato sviluppandosi di pari passo all’ampiezza dell’assortimento. Lo scorso anno i 300 articoli dell’assortimento dei «Nostrani del Ticino» hanno realizzato un fatturato di 23 milioni di franchi, ciò che ne fa la linea più venduta da Migros Ticino e che supera quella dei prodotti primo prezzo M-Budget; con un assortimento di oltre 500 articoli realizza infatti un fatturato di 21 milioni di franchi”. Questa visione permette di stringere nuove alleanze e creare sinergie con delle realtà eccellenti presenti in Ticino, poiché permette di costruire partnership con diversi attori della filiera agroalimentare. A che punto siamo? “Dal 2005 a oggi sono sicuramente stati promossi dei progetti interessanti e di successo: tra i più recenti - oltre a quelli nel settore della carne - gli iogurt a base di latte di montagna prodotti dalla Agroval SA di Airolo, l’ampliamento dell’offerta di gusti delle gazzose prodotte dalla Sicas SA di Chiasso, o ancora l’offerta di ravioli freschi prodotti dal pastificio l’Oste di Quartino, solo per menzionarne alcuni. Con l’arrivo della primavera e dell’estate, l’offerta di prodotti ortofrutticoli di stagione a marchio Nostrani andrà inoltre ampliandosi: oltre ai più conosciuti e tipici ortaggi, non vanno dimenticate specialità disponibili per periodi più brevi, come gli asparagi, le fragole, i mirtilli o i peperoncini. Non vanno poi dimenticati i progetti in ambito sociale: nei negozi di Migros Ticino sono infatti in vendita numerosi articoli prodotti in laboratori protetti ticinesi della Fondazione Diamante, della Fondazione La Fonte e della Fondazione OTAF, il cui ricavato viene interamente riversato agli istituti che promuovono l’integrazione professionale”. Cooperativa Migros Ticino Via Serrai 1, 6592 Sant’Antonino Tel. +41 91 850 81 11

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Edef Sagl presenta Natural Water La società di Chiasso offre un interessante, economico ed ecologico metodo per bere l’oro blu: l’acqua. Roberto Caldiroli presenta i prodotti targati “Natural Water”

Quello che si sta rivalutando in tutto il mondo come l’oro blu per l’importanza che sta assumendo nella società, spesso lo si considera una banalità. Una “cosa” che, fortunatamente, qui alla nostre latitudini abbonda, ma che in altre parti del pianeta langue, che le previsioni future non danno per fonte certa inesauribile. Stiamo parlando dell’acqua. No, non vogliamo scrivere un trattato sull’importanza delle riserve idriche, sul futuro e su prospettive climatiche/ambientali. Vogliamo solo affermare quanto l’acqua sia fondamentale fonte di vita e di benessere per l’essere umano in primis e per la Terra. Per l’uomo l’acqua è una fonte di benessere, di salute. Ci siamo mai chiesti quanto sia però buono quello che

ci disseta? Cosa troviamo nelle bottiglie più o meno grandi che acquistiamo? Che cosa contiene l’acqua del rubinetto? Dal colloquio con Roberto Caldiroli, Titolare di Edef Sagl, scopriamo che, ad esempio, l’acqua nella bottiglia di plastica costa molto di più dell’acqua del rubinetto, e risulta essere “ferma”. Potrebbe essere stata imbottigliata molti mesi prima, e di conseguenza potrebbe contenere molti più contaminanti. Oltre che essere scomoda da trasportare, la sua produzione e lo smaltimento implicano un inquinamento non indifferente. L’acqua che beviamo da rubinetto invece presenta numerosi vantaggi: è acqua corrente, è costantemente sotto controllo, ha un costo bassissimo, e non è inquinante. Secondo alcune analisi di laboratorio vi possono però essere anche alcuni rischi nell’acqua del rubinetto (sedimenti, sporco, ruggine, incrostazioni, disinfettanti - cloro, ipoclorito di sodio - e sostanze organiche), che grazie a Natural Water scompaiono del tutto. Cosa fare? Grazie ad un impianto di trattamento dell’acqua, è possibile sopperire a questi ostacoli, permettendoci di bere con assoluta certezza acqua pura, nel totale rispetto per l’ambiente, con un notevole risparmio sul portafoglio, sia esso per l’economia domestica o per le aziende. Natural Water, che opera nel settore del trattamento delle acque, è l’unica azienda in Ticino ad avere prodotti certificati SVGW-SSIGE, quale garanzia della qualità dei prodotti, i purificatori d’acqua. Si tratta di impianti professionali - i più avanzati presenti oggi sul mercato - che danno la possibilità di ottenere acqua fresca naturale, fresca gasata, calda per tè e tisane ed infine a temperatura ambiente, utilizzando l’acqua del rubinetto di casa propria, della scuola, di un ufficio o di un hotel. Un risparmio a tutti i livelli in termini di ecologia e un vantaggio indubbio per la salute. Sono molti i clienti che hanno già scelto il benessere di Natural Water (possiamo citare Age SA, Banca Raiffeisen Mendrisio e Valle di Muggio, Comune di Capriasca, SUPSI, SSIC TI, TASIS, SPAI, Direzione del Dipartimento delle Istituzioni, ecc.). Inoltre sono state siglate alcune convenzioni tra Comuni ed Edef Sagl, che permettono di ricevere una sovvenzione nel caso si acquisti un impianto di trattamento dell’acqua (Chiasso e Mendrisio, ad esempio). Interessati? Roberto Caldiroli aspetta volentieri una vostra chiamata! Natural Water Edef Sagl Via Valdani 1, 6830 Chiasso Tel. +41 91 682 07 44 info@naturalwater.ch www.naturalwater.ch Segui Naturalwater su Facebook: https://www.facebook.com/ pages/NATURAL-WATER/125024434208909

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Vita dei Soci di Emanuela Capra, Branch Manager Luisoni Consulenze SA

PERSONAL TIME MANAGEMENT – PTM

Emanuela Capra

Con il termine PTM (Personal Time Management) si identificano strumenti e tecniche necessarie alla gestione del tempo, che influenzano in modo trasversale gli esiti di ogni attività di Project Management. Non entra in gioco solamente la pianificazione del proprio tempo ma anche la conclusione di un programma, tenendo conto dei vari imprevisti. La difficoltà di ogni PTM sta nel forte impegno al cambiamento. Uno dei paradossi dei nostri giorni sta proprio nella mancanza di tempo, soprattutto per le persone attive professionalmente. Giornalmente confrontati con ritmi frenetici si ha sempre più difficoltà a trovare il tempo per fare tutto. Il più delle volte non è un problema di quantità ma di qualità del tempo utilizzato ed un problema di pianificazione delle nostre attività a cui affidare il giusto valore. “Il tempo è denaro”, come dice un vecchio detto, ma è anche la cosa più democratica che esista poiché tutti dispongono della stessa quantità di ore durante la giornata. Una gestione ottimale delle ore ed il modo in cui ognuno di noi affronta gli impegni, ci permette un miglioramento generale della nostra vita, evitando la rinuncia a quelle attività che normalmente vengono messe in ultimo piano (divertimenti, hobbies, contatti sociali) e raggiungendo un buon equilibrio tra vita privata e professionale. La disciplina dei tempi e metodi di lavoro, ormai considerata parte integrante di ogni buona organizzazione aziendale, permette di ottimizzare resa e tempi di lavorazione. Nata per applicazioni di tipo pratico si è oggi diffusa ad attività intellettive. L’obiettivo finale è quello di raggiungere obiettivi sempre più numerosi e qualitativamente elevati. Partiamo dal presupposto che se una cosa viene classificata come importante, il tempo per farla lo si trova. La legge di Pareto stabilisce che è il 20% di ciò che facciamo a determinare l’80% dei risultati. Ne deriva che una gestione efficace del nostro tempo è alla base del successo aziendale. • Per prima cosa è essenziale fissare degli obiettivi (attività semplici, progetti importanti, attività complesse) dando un rating di importanza ad ogni nostra azione e fissando delle priorità. Questo approccio comporta un programma specifico o meglio un calendario di attività, che può essere giornaliero, settimanale o mensile. • Monitorare la propria attività giornaliera ogni quindici minuti, per almeno una settimana. Inizialmente potrà sembrarci una “gran perdita di tempo” ma è assicurato il risultato dell’esperimento nel momento in cui si andrà a rileggere il nostro personale time sheet eliminando le attività superflue. • Utilizzare la tecnica della “prima ora”, ossia concentrare le attività importanti e più impegnative durante la prima parte della giornata. Apporre un cartello “non disturbare” fuori dall’ ufficio o chiudere la porta quando un lavoro richiede particolare concentrazione. Iniziare sempre dall’attività più difficile o che si sta evitando da tempo.

• C reare un elenco di attività da fare per il giorno dopo, pianificando sia il mattino sia il pomeriggio e rinunciando agli imprevisti (ad esempio telefonate o mail) per il periodo di tempo dedicato alle attività importanti e prioritarie. Non sarà più una questione di tempo ma di motivazioni, tanto più queste saranno forti tanto più l’obiettivo preposto sarà raggiunto. • Ad ogni fine giornata, per cinque minuti, riordinare il proprio spazio lavorativo, eliminando il superfluo, quali gli appunti non più utilizzabili e pulendo anche il desktop. Ciò permetterà una partenza ordinata il giorno successivo. • Imparare a distinguere “ cosa devo fare” da “cosa vorrei fare”. Non è sempre possibile fare tutto, per questo è importante stabilire il vero bisogno aziendale. Utilizzare in modo ottimale i mezzi a nostra disposizione è fondamentale. Ad esempio se il nostro obiettivo non è quello di intavolare un dialogo o una conversazione “fiume” con il nostro interlocutore, meglio un’email che ci permette di risparmiare tempo. • Saper gestire gli imprevisti ed elaborare piani efficaci per fronteggiare le emergenze, tramutando un eventuale stress negativo in positivo. • Delegare è un’attività molto importante e laddove è possibile permette un risparmio di tempo enorme. • Concentrare la lettura delle email o altro tipo di informazioni ad orari fissi durante la giornata, evitando un controllo ogni cinque minuti. Dare una priorità di lettura e risposta ad ogni messaggio, rimandando quelli non urgenti. • Dare un posto ad ogni cosa e mettere ogni cosa al suo posto. L’ordine che ne conseguirà darà l’idea della situazione sotto controllo e dell’attività organizzata. Gestire le informazioni e non accumularle, catalogando tutto ciò che potrà avere una futura utilità. • Dedicare almeno dieci minuti al dolce far niente, liberare la mente e non pensare a nulla. Ci darà l’impressione di non essere schiavi dell’orologio e di poter disporre liberamente di un po’ di tempo senza che la nostra organizzazione vada a pezzi. Una corretta pianificazione parte da un’approfondita analisi dei nostri valori e dei nostri bisogni. Una buona gestione del tempo dipende dalle nostre scelte e quando quest’ultime sono allineate con gli obiettivi che ci siamo posti riusciamo a vivere una vita equilibrata e senza stress da scadenze ed urgenze. Posizioniamo la lista dei nostri obiettivi in un posto ben visibile e concentriamo su di essi la nostra attenzione. Il cambiamento non avverrà dalla sera alla mattina, ma sarà graduale e ci consentirà di progredire giorno per giorno. Luisoni Consulenze SA Via Balestra 9, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 30 00 Fax +41 91 923 55 43 www.luisoni.ch

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Vita dei Soci

Dal sogno di una casa alla casa da sogno con un’ipoteca di Swiss Life Sognate una casa propria o un appartamento proprio? Ora i vostri sogni si potrebbero avverare. I tassi ipotecari, infatti, non sono mai stati così bassi. Swiss Life finanzia la casa che sognate a condizioni interessanti, offrendovi prestazioni supplementari per ogni evenienza

Un appartamento del valore di 500’000 franchi per meno di 700 franchi d’ipoteca al mese? Una villa per meno di 1’400 franchi mensili? Impensabile solo cinque o dieci anni fa. Oggi, invece, sono una realtà. Grazie a tassi d’interesse ai minimi storici non è mai stato tanto conveniente finanziare la proprietà di un’abitazione.

suno, infatti, può escludere tutti i rischi. Possono subentrare un’improvvisa incapacità di guadagno oppure la perdita di un familiare. Soluzioni previdenziali e assicurative appropriate garantiscono che la casa rimanga comunque un onere sostenibile per i vostri familiari.

I tassi d’interesse sono ai minimi storici. Assicuratevi queste condizioni sul lungo termine.

Chi acquista un’abitazione propria deve tener conto di numerosi fattori quali la situazione patrimoniale, la copertura di rischi, la previdenza per la vecchiaia. Vale la pena chiarire con cura e globalmente tutti gli aspetti. Con Swiss Life avete la certezza di ricevere tutto da un’unica fonte: consulenza, assicurazione e ipoteca. E naturalmente anche un’offerta concreta.

Ma attenzione: oltre al tasso d’interesse ipotecario, occorre tenere conto anche dei costi per manutenzione, delle spese accessorie ed eventualmente dell’ ammortamento dell’ipoteca. Inoltre bisogna osservare altri fattori importanti come adeguatezza dell’ubicazione e posizione dell’immobile nonché grandezza del terreno edificabile. Ci sono, nelle vicinanze, scuole e negozi? Come sono i collegamenti con i mezzi pubblici di trasporto? Esistono fonti di immissioni nelle vicinanze? E se tutte le esigenze sono soddisfatte, si pone la domanda fondamentale: come finanziare la casa sul lungo termine e in modo possibilmente vantaggioso?

Non sempre è la banca a offrire le migliori condizioni Desiderate interessi bassi sul lungo termine? Optate dunque per Swiss Life. Vale davvero la pena dare un’occhiata ai nostri tassi d’interesse, visitando il sito www.swisslife.ch/hypo. Un confronto dei costi conviene: già piccole differenze di tassi, infatti, sono rilevanti. Nel caso di un’ipoteca di 500’000 franchi, un tasso di un quarto di punto in meno significa un risparmio di 1’250 franchi annui. Un importo significante che potrebbe invece essere impiegato per le spese di manutenzione della casa o del giardino. Oppure, risparmiando questo importo sull’arco di dieci anni, ottenete una bella somma da destinare alla ristrutturazione del bagno o della cucina.

A mo’ di conclusione

Il nostro team di consulenti previdenziali e finanziari vi sostiene nella pianificazione finanziaria e nella realizzazione di questi aspetti importanti. Definiamo assieme a voi obiettivi, opportunità e potenziale di ottimizzazione. Avrete così la certezza di non dimenticare niente e di essere ben preparati per realizzare il sogno di vivere tra le proprie quattro mura. Constaterete voi stessi la convenienza delle nostre condizioni. Swiss Life. Il futuro comincia qui. I consulenti specialistici delle agenzie generali Lugano e Locarno sono a disposizione per una consulenza. Non esitate a chiamarci! Agenzia generale Lugano Agenzia generale Locarno Roberto Russi Enzo Parianotti Via Nassa 5 Via Ciseri 13a 6900 Lugano 6600 Locarno Tel. +41 91 911 99 11 Tel. +41 91 821 22 00 ag.lugano@swisslife.ch ag.locarno@swisslife.ch

Come utilizzare i fondi previdenziali? Per un solido finanziamento vi occorre un capitale proprio del 20% almeno. Magari in contanti o combinato con il capitale accumulato in cassa pensioni. Essendo una società leader in campo previdenziale in Svizzera, Swiss Life vi consiglia al meglio riguardo alla soluzione più indicata per voi. Per esempio, se occorre pianificare una riserva, così da affrontare serenamente eventuali oscillazioni dei tassi d’interesse.

Premunirsi contro le incertezze del futuro Coloro che acquistano una casa danno prova di ottimismo. Occorre, tuttavia, anche una buona dose di pragmatismo. Nes-

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Roberto Russi

Enzo Parianotti


Vita dei Soci

La Conferenza Universitaria Svizzera (CUS) accredita il Franklin College Switzerland come istituto universitario Dopo avervi presentato sulle pagine di Ticino Business di maggio 2013 (alle pagine 54+55) il Taylor Institute for Global Enterprise Management, abbiamo ricevuto notizia che il Franklin College Switzerland è stato accreditato dal CUS come istituto universitario

La Conferenza Universitaria Svizzera (CUS), l’organo comune della Confederazione e dei Cantoni per la cooperazione nella politica universitaria incaricata dell’accreditamento degli istituti pubblici e privati e dei loro programmi accademici, ha concesso, nell’ambito della sua seduta del 18 Aprile 2013, il pieno riconoscimento di istituto universitario al Franklin College Switzerland. Nel suo rapporto ufficiale, la commissione di esperti dell’Organo di Accreditamento e di garanzia della Qualità delle istituzioni universitarie svizzere (OAQ) dichiara: “Il Franklin College Switzerland è un istituto americano privato di istruzione superiore, basato in Europa; pertanto, rappresenta un tipo di organizzazione ‘ibrida’. Ha introdotto nuovi principi educativi in ambito europeo, è molto internazionale per la natura dei corsi offerti e per la costituzione del suo corpo studentesco, e pone un forte accento sulle competenze accademiche e sui valori umani, caratteristiche particolarmente appropriate per la società del XXI secolo. I suoi programmi di studio sono ben strutturati per affrontare le sfide attuali nel campo dell’istruzione superiore, anche su scala globale. I suoi metodi di insegnamento sono innovativi e appropriati. Gli studenti hanno inoltre un forte senso di appartenenza alla comunità Franklin. La rete dei suoi Alumni sembra essere molto attiva, diffusa in tutto il mondo. I laureati del Franklin sembrano essere ben posizionati in campo lavorativo, in particolare nelle compagnie internazionali. I suoi obiettivi strategici risultano essere molto appropriati per soddisfare le esigenze e le sfide che l’istruzione superiore in genere sta attualmente affrontando, non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo. Il gruppo di esperti raccomanda pertanto l’accreditamento del Franklin College Switzerland, senza condizioni”. Dopo aver appreso della decisione della commissione, il Dr. P. Gregory Warden, Presidente del Franklin, ha osservato: “Quando ho assunto il mio ruolo di presidente nel luglio 2012, sapevo che il college era sul punto di essere riconosciuto come un vero e proprio istituto universitario. Sono molto orgoglioso di far parte di un istituto internazionale come il Franklin e nutro grandi speranze per il suo futuro. Fino ad oggi è stata stabilita una solida base; ora è nostra responsabilità continuare a costruire su di essa”.

Già nel 2005 la Conferenza Universitaria Svizzera aveva concesso l’accreditamento svizzero universitario a tutti i programmi di studio del Franklin che portano al conseguimento del Bachelor of Arts, rendendo il Franklin la prima ed unica università non di stampo svizzero a ricevere tale riconoscimento. Ora, con il pieno accreditamento di istituto universitario, il Franklin può vantare il primato di essere l’unica università pienamente accreditata sia in Svizzera che negli Stati Uniti. Mentre nella documentazione del 2005 relativa al primo accreditamento si includeva la condizione per l’istituto di rafforzare il suo profilo di ricerca e di attività, il gruppo di esperti della commissione del 2013 si è dichiarato convinto che il Franklin College Switzerland ha saputo prendere tutte le misure necessarie per rispondere adeguatamente agli sviluppi della ricerca internazionale ed alle esigenze in continuo e rapido mutamento, riuscendo cosí a costruire un profilo di ricerca individuale. Nella documentazione si evince che “Il Franklin College Switzerland ha affrontato importanti sviluppi dall’ultimo accreditamento. Questo è in gran parte il risultato del compimento delle raccomandazioni indicate dal team di esperti dell’OAQ nel 2005. Il Franklin College Switzerland è ora meglio integrato nel panorama accademico svizzero, oltre che ad essere situato nella mappa geografica europea. L’istituto ha rafforzato innanzitutto la sua attività di ricerca. Le qualifiche e, in particolare, le attività di ricerca svolte dai professori sono aumentate significativamente rispetto a quanto riscontrato durante le procedure per l’ultimo accreditamento”. Per ulteriori informazioni: Franklin College Switzerland Via Ponte Tresa 29, 6924 Sorengo Tel. +41 91 986 36 09, Fax +41 91 986 36 40, www.fc.edu

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Per un mondo a colori: New Celio Engineering

È con grande piacere che vi presentiamo su queste pagine un’azienda che lavora in cima ad una Valle, la Leventina – da sempre fulcro d’accesso tra Nord e Sud sulla via delle genti e delle merci – che ha fatto del proprio lavoro una passione. La New Celio Engineering sita ad Ambrì-Piotta, si conferma essere, nel cuore del passaggio tra Nord e Sud, una realtà viva, attiva e molto interessante. Diretta con passione e dinamismo da Giordano ed Ambra Facchinetti, l’azienda si pone oggi quale leader sul mercato, esportando i propri prodotti in tutto il mondo, mantenendo però, quale tratto distintivo, un’impronta ben radicata al territorio ticinese, ed alla Valle Leventina. Un legame che ha visto, nel 2005, la costruzione dell’attuale sede dell’azienda: uno stabile che comprende gli uffici, la Direzione, il magazzino e la produzione, tutti concentrati sotto un unico tetto nel centro di Ambrì; e che ha permesso una migliore organizzazione dell’attività produttiva. Un legame rinsaldato dal fatto che la dirigenza vive e lavora sul posto, che i dipendenti non si scoraggiano nel recarsi a lavorare in cima ad una Valle, ma sono orgogliosi del fatto che contribuiscono a mantenere alta la nomea della New Celio Engineering e del made in Switzerland ovunque. Un orgoglio ed una passione che si respirano e si sentono nell’ambiente, nel modo di lavorare e nell’approccio al business; che caratterizzano positivamente le relazioni umane sia all’interno dell’azienda, come pure le trattative d’affari. Dove la tradizione e la parola data con una stretta di mano sembra avere quel valore in più. Grazie a queste basi ben solide, la società di Ambrì ha clienti in tutto il mondo ed esporta ogni giorno i propri prodotti. Un’impresa, la New Celio, infine, che si è costruita man mano su solide basi, potendo vantare, nonostante il rallentamento dell’economia che tutti percepiscono, una struttura completa di proprietà e nessun debito. New Celio Engineering è stata fondata nella sua attuale forma nel 1998, quale successore della Celio Engineering, azienda attiva già dagli anni ‘70. Oggi New Celio Engineering si occupa di sviluppare e fabbricare, con affidabilità e innovazione, che da sempre hanno contraddistinto il modo di fare business dell’impresa, equipaggiamenti elettronici ed elettro-ottici per il controllo della viscosità degli inchiostri in diversi settori dell’industria della stampa. Uno sviluppo e un processo costante di aggiornamento dato anche dai continui studi degli ingegneri che operano per l’azienda. Vengono create le soluzioni più performanti per tutti i clienti, con proposte personalizzate su misura e una parte gestionale che garantisce la totale sicurezza della conduzione del macchinario fornito. Perfezionando la conoscenza delle applicazioni nel campo delle arti grafiche, la società ha potuto realizzare ed offrire sul mercato

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apparecchiature sempre più innovative a dipendenza delle specifiche esigenze dei clienti, che lo ripetiamo, sono sparsi sul globo terrestre. Le aree di forte espansione sono in questo periodo il Sud Est asiatico, il Brasile ed il Venezuela. La Cina è un mercato che Ambra e Giordano Facchinetti non hanno ancora affrontato, ma siamo certi che date le buone premesse non mancherà molto per vedere i prodotti targati New Celio dovunque. Trattandosi di un’azienda che opera in B2B, è forse complesso capire per i “profani” e i non addetti ai lavori di cosa si occupa. Vediamo di fare un po’ di chiarezza. New Celio è divenuta nel corso degli anni specialista nelle arti grafiche. Prodotti performanti per il packaging, per l’editoria o soluzioni speciali. Pensiamo ai grandi macchinari nelle


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industrie grafiche che ad esempio stampano gli imballaggi che poi conterranno un alimento (ad esempio le patatine fritte/chips nei sacchetti che acquistiamo al supermercato o nei chioschetti), oppure sempre a queste apparecchiature che lavorano incessantemente per l’industria del tabacco stampando gli imballaggi dei pacchetti di sigarette, o ancora alle attrezzature per stampare milioni di copie di giornali/quotidiani/riviste. Solo tre esempi per capire cosa fa New Celio: non si occupa della stampa vera e propria, per questo vi sono aziende specializzate, ma fornisce a quest’ultime gli strumenti più accurati per farlo al meglio. In questo senso tra le proposte dell’azienda di Ambrì-Piotta troveremo prodotti in grado di: • regolare la viscosità, il pH, la temperatura, la concentrazione • misurare e regolare automaticamente (anello chiuso) il colore con sistemi in-line e off-line • effettuare statistiche dei consumi e della qualità di stampa • miscelare e distribuire solventi / miscelare due o più componenti • riempire automaticamente i serbatoi • effettuare lavaggi automatici con riutilizzo del solvente • stoccare gli inchiostri • distribuire gli inchiostri dai serbatoi principali alle rotative • impiantistica in acciaio inossidabile con saldatura orbitale I prodotti New Celio permettono al cliente di ottimizzare la qualità di stampa, risparmiando sul consumo di inchiostri, lacche, solventi, ecc., riducendo al contempo anche i tempi di messa a punto. Un supporto al cliente dovunque egli si trovi permette poi alla New Celio di fornire assistenza totale ed immediata sui propri prodotti. Grazie a un collegamento costate con la macchina stessa è possibile attuare una supervisione ed intervenire tempestivamente in caso di criticità. Una bella e sana azienda, la New Celio, competitiva. Leader nel suo mercato, dinamica e spumeggiante. Opera in un settore sicuramente affascinante, dentro il quale vi sono eccellenze “nostrane”, come essa stessa dimostra. Riflettiamoci, pensiamo a cosa c’è dietro, la prossima volta che apriamo il nostro pacchetto di patatine chips… New Celio Engineering SA Zona Industriale 6775 Ambri Tel. +41 91 868 15 33 Fax +41 91 868 19 10 info@newcelio.com www.newcelio.com

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Vita dei Soci

ASCE – SI: un’associazione dei professionisti per il controllo degli impianti elettrici Lo scorso 22 marzo, presso l’Auditorium della Banca dello Stato a Bellinzona, si è tenuta l’assemblea generale ordinaria dell’Associazione Svizzera per i Controlli di impianti Elettrici, sezione della Svizzera italiana (ASCE – SI) alla presenza di una cinquantina di soci. Il Presidente sezionale Enrico Tanga nel suo rapporto di gestione ha ricordato gli obiettivi che il Comitato sezionale si è fissato per il mandato 20112014. In breve si tratta di: • Risanamento delle finanze sezionali; • Aumentare l’interesse dei Soci per le attività e i corsi di formazione continua e di aggiornamento; • Curare i rapporti con il Comitato centrale. Il Presidente con i colleghi di Comitato cantonale (Marco Gori, Massimo Longo, Luca Il Presidente Enrico Tanga Mammoletti e Daris Rossinelall’apertura del Convegno li) negli ultimi 12 mesi hanno specialistico del 22.2.13 organizzato con successo il primo Convegno specialistico in italiano aperto a tutti gli interessati. Constatato come negli ultimi anni la partecipazione dei controllori ticinesi al Convegno specialistico nazionale a Zurigo non andava oltre la ventina, il Comitato ha pensato utile organizzare un convegno per i Ticinesi in Ticino. Dopo mesi di preparativi, il progetto ha finalmente preso forma. Il Convegno specialistico ASCE si è svolto lo scorso 22 febbraio presso il Centro Eventi di Cadempino, con un programma di tutto rispetto grazie alla collaborazione e disponibilità di relatori competenti. Questa volta la partecipazione al Convegno ha superato ogni previsione del Comitato: erano infatti presenti oltre 160 professionisti del settore. Il grande impegno del Comitato è stato premiato per l’ottima riuscita della giornata: tutto ha funzionato bene! I relatori hanno soddisfatto le attese dei presenti, le pause caffè e il pranzo sono stati molto apprezzati. L’analisi delle risposte espresse nel sondaggio da parte dei partecipanti conferma la loro piena soddisfazione per l’ottima organizzazione, la buona qualità dei relatori e l’ottimo servizio di catering. A questo punto il Comitato ha la necessaria motivazione e stimolo per mettersi subito al lavoro per organizzare la prossima edizione, che si terrà il 21 febbraio 2014. I soci presenti in assemblea hanno quindi espresso al Comitato i complimenti per l’ottima riuscita di questo Convegno specialistico, offrendo ai controllori ticinesi un ottimo servizio per garantire un aggiornamento professionale di qualità a un costo molto conveniente. Per finire, l’assemblea ha approvato i conti dell’esercizio chiuso al 31.12.2012 con una modesta perdita di Fr. 289.10 e ha deciso di mantenere invariata la quota sociale annua di Fr. 80.- dovuta dai soci.

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I partecipanti al Convegno presso il Centro Eventi di Cadempino

Il tavolo presidenziale durante l’Assemblea del 22.3.13 presso l’Auditorium BancaStato a Bellinzona. Manca Massimo Longo

Un momento dell’Assemblea con la relazione di Michele Tulipani, Membro di Comitato FPCE

Al termine dei lavori assembleari, il Presidente Enrico Tanga ha invitato tutti i presenti all’aperitivo, offerto da Helsana Assicurazioni SA, e successiva cena sociale presso il ristorante Prisma. Il prossimo appuntamento importante per tutti i soci è fissato per domenica 1° settembre presso la Cascina dei Bellunesi a Ponte Capriasca, con una grigliata per familiari e amici.


Vita dei Soci

UPSA Ticino: Franco Fontana riconfermato alla Presidenza

Lo scorso 14 maggio, presso la sala multiuso di Sant’Antonino, si è tenuta l’annuale assemblea ordinaria. Alla presenza di una settantina di soci, il Presidente Franco Fontana ha condotto i lavori assembleari previsti nell’ordine del giorno. I presenti hanno prestato una particolare attenzione al rapporto di gestione del Presidente che ha passato in rassegna i punti principali delle attività svolte in collaborazione con i membri di comitato cantonale. Il passaggio dalla direzione di ESA Ticino & Engadina alla Presidenza di UPSA Ticino non è stato facile: dirigere un’associaUn momento della tavola rotonda dopo l’Assemblea del 14 maggio. Da sin. M. Bernasconi, Teleticino; zione no-profit con un comitato di F. Fontana, Presidente UPSA Ticino; il Presidente del Consiglio degli Stati On. F. Lombardi e L. milizia necessita indubbiamente Cantoni, Decano Facoltà di Scienze della comunicazione, USI un periodo di rodaggio per capire bene le diverse sensibilità degli oltre 200 soci in Ticino. Al termine del suo primo mandato, Franco Fontana si è rimesso a disposizione con degli obiettivi precisi, fra i quali mantenere un alto livello sia della formazione di base, sia della formazione continua, come pure definire e realizzare un nuovo concetto della comunicazione a 360°. Alle nomine statutarie, l’assemblea ha rieletto per acclamazione Franco Fontana alla Presidenza di UPSA sezione Ticino con i seguenti membri di comitato cantonale: • Gruppo del Mendrisiotto: Roberto Bonfanti e Marco Doninelli • Gruppo del Luganese: Oliviero Milani e Pasquale Ciccone • Gruppo del Locarnese: Renato Canziani e Sonja Simonetti • Gruppo del Bellinzonese: Paolo Donelli e Romeo Ricca • Gruppo Biasca e Valli: Pino Vescovi e Silvano Karpf come pure del collega Gianfranco Christen, membro di comitato centrale UPSA. L’assemblea ha pure approvato i conti dell’esercizio chiuso al 31.12.2012 con una maggiore uscita di Fr. 343.86. Siccome il preventivo per l’esercizio in corso non prevede grandi variazioni, anche l’ammontare della quota sociale è rimasto invariato.

I convenuti durante i lavori assembleari

Il prossimo importante appuntamento per tutti i soci UPSA Ticino è fissato per il 4 luglio a Biasca, dove si procederà alla cerimonia di consegna dei diplomi e premiazione dei neopromossi assistenti di manutenzione, meccanici di manutenzione e meccatronici.

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MIKRON TOOL ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA

Elio Lupica

Mikron Tool SA Agno, ditta produttrice di utensili da taglio, è nata nel 1998 dal reparto utensili della Mikron SA Agno, come spin-off dall’azienda madre. Se all’inizio il numero dei dipendenti era di 35, oggi si può contare su un centinaio di collaboratori solo ad Agno, 35 a Rottweil in Germania e 4 negli Stati Uniti. Mikron Tool è sempre stata non solo fabbricante di utensili ma anche leader nell’engineering per progetti specifici, ossia nello studio e nella realizzazione delle soluzioni ottimali in precisione e rendimento degli utensili per necessità specifiche dei nostri clienti, principalmente nei settori automobilistico e orologiero. Inoltre sin dall’inizio sono stati studiati e commercializzati prodotti a catalogo di alta qualità, che hanno sempre riscontrato enorme successo. In questo senso lo scorso anno l’ultimo prodotto ideato dallo staff di ricerca ha ottenuto un tale successo che in occasione della fiera Prodex a Basilea ha raggiunto il secondo posto del Prodex Award, il premio per i prodotti più innovativi degli ultimi due anni nell’ambito della produzione.

Mikron Tool è stata premiata per lo sviluppo della punta “CrazyDrill Flex”, una mini punta rivoluzionaria in metallo duro. Con questo nuovo utensile ha superato per l’ennesima volta i limiti ed è entrata in nuove dimensioni per quanto riguarda le piccole e profonde forature. Raggiungere delle profondità di foratura fino a 50 volte con un diametro già a partire da un diametro di 0.3 mm, fino ad oggi era semplicemente impensabile. Nello stesso tempo CrazyDrill Flex è flessibile (si piega ma non si rompe, come invece succede quasi sempre alle punte in metallo duro), e riesce a compensare le imprecisioni nel posizionamento, garantendo una foratura precisa al millesimo. Per una punta in metallo duro questa caratteristica è assolutamente unica. Il continuo sviluppo di nuovi prodotti ha permesso l’incremento del portafoglio clienti attivi sia in Europa che nel resto del mondo, diversificato in clienti “chiave” e in clienti medio – piccoli. La concorrenza in questi ultimi anni si è molto accentuata ed è sorta l’esigenza di trovare una soluzione per restare competitivi in tempi di consegna e costi per la clientela. Infatti commercializzando dalla Svizzera non si era in grado di garantire la consegna in 24 ore ed, inoltre, lo sdoganamento richiedeva per i clienti l’anticipo dell’IVA e ingenti spese di spedizione, che molte volte superavano il valore venduto. Questa situazione aveva già portato Mikron Tool a dislocare un magazzino presso la filiale in Germania, per la fornitura dei clienti tedeschi, mantenendo sempre anche un magazzino in Svizzera per tutto il resto del mondo, con la conseguenza di avere doppi costi di gestione e maggior capitale immobilizzato. La pressione da parte della clientela per avere una situazione logistica e di costi minori ha portato i responsabili dell’azienda a riflettere sulla

possibilità di avere un unico magazzino di proprietà di Mikron Tool Agno in Europa, smantellando completamente gli altri due esistenti, in modo da poter ottimizzare tempi, costi e scorte disponibili. Deciso di affrontare la sfida, il progetto ha attraversato diverse fasi, che hanno richiesto un tempo relativamente lungo. • Il primo passo e forse quello più importante è stato trovare un partner con esperienza in questo campo soprattutto dal lato pratico. In proposito il Signor Lupica (Responsabile Controlling e Logistica di Mikron Tool) tiene a ringraziare la Camera di Commercio del Canton Ticino, nella persona del Signor Passalia, che ha creato il contatto con il Signor Lamoni dello Studio Lamoni Garcia-Arjona di LuganoParadiso. • Trovato il supporto e la competenza necessari, si è valutato in quale Paese fosse più opportuno realizzare il magazzino, per vicinanza ai clienti e facilità normative, scelta che è caduta sulla Germania. • Dopodiché, fatte le necessarie verifiche su vari aspetti fiscali, si è richiesto allo Stato tedesco partita IVA, un numero EORI e tutte le autorizzazioni necessarie a realizzare in Germania un magazzino a disposizione della Svizzera. • Ottenuto il numero IVA tedesco, bisognava provvedere a una formazione concettuale e pratica sulle normative tedesche in coordinazione con quelle svizzere. • Il passo successivo è stato l’implementazione di un sistema informatico che soddisfasse per rintracciabilità logistica e di fatturazione le esigenze legali e pratiche. • Ed infine si trattava di trovare dei partner competenti (spedizionieri) per poter trasferire la merce dalla Svizzera alla Germania e dalla Germania al resto del mondo. È stato quest’ultimo passo a creare le maggiori difficoltà, in particolare per il transito della merce dalla Svizzera alla Germania. Infatti non ci sono molti spedizionieri con esperienza e flessibilità necessari per affrontare questi temi. A nostro avviso - puntualizza il Sig. Lupica - questo è un punto debole per il mercato svizzero, in quanto una maggior apertura in questo senso consentirebbe maggiori possibilità di sviluppo, preservando il lavoro in Ticino. Dopo circa 9 mesi della messa in funzione del magazzino europeo (EUROSTOCK) , Mikron Tool può trarre le prime conclusioni: • I tempi di consegna ai clienti si sono ridotti e soprattutto sono garantiti: non esiste più nessun rischio di avere merce ferma in dogana! • I costi di spedizione sono notevolmente diminuiti, rendendoci più attrattivi sul mercato. • Mikron Tool si posiziona in un mercato europeo, alla pari con qualunque altro produttore europeo, preservando la qualità svizzera e i posti di lavoro in Ticino. • Dai precedenti due magazzini ne esiste solo più uno, con conseguente riduzione del capitale investito e maggior disponibilità per soddisfare la clientela. • Il volume dei piccoli clienti è in continua crescita. È una soluzione a nostro avviso ottimale per aprire le porte al mercato europeo e mondiale, mantenendo sempre un’immagine di ditta svizzera con prodotti di qualità. Mikron Tool SA Agno Casella postale 340 6934 Bioggio Tel. +41 91 610 40 00 Fax +41 91 610 48 58 www.mikron.com

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Archivstore mostra il suo lato più solidale L’azienda di Cadempino, attiva in tutto il Cantone nel comparto del management dei documenti, ha partecipato, nella persona del suo Gestore, Mattia Fraschina, al Maroc Challenge Spring Edition 2013, sostenendo un progetto di solidarietà che ha portato aiuti ai villaggi più dispersi

Archivstore, società attiva nel Document Storage & Management, che abbiamo già presentato sulle pagine di Ticino Business, si propone oggi con una vena solidale della quale dobbiamo parlare per sensibilizzare le aziende e le persone anche verso i meno fortunati. Vi sono sicuramente mille possibilità per aiutare chi non ha mezzi, vicini o lontani. In questo caso si è scelto un progetto che coniugasse un aiuto concreto alle popolazioni meno abbienti del Marocco, con uno sport ed il sostegno di numerose realtà imprenditoriali. Infatti non è stata solo Archivstore Sagl a partecipare al Maroc Challenge Spring Edition, ma in un insieme di realtà internazionali. Si è voluto congiungere un divertimento ad un progetto solidale concreto. Archivstore ha avuto l’opportunità, in questo caso specifico, di poter utilizzare i capi sportivi targati Proto X Type dell’azienda SVR Development SA di Ligornetto. Ma andiamo con ordine: Archivstore ha scelto di sostenere il progetto del Team Off Road, Club ticinese di fuoristrada del quale Mattia Fraschina è Fondatore e Presidente, partecipando e portando aiuti alle popolazioni dei villaggi sparsi nel deserto marocchino. Nello specifico, il Club ha schierato due equipaggi rossocrociati: una Fiat Panda 4x4 con a bordo Dario Reiser e Antonio Petitto e un Nissan Patrol GR con Mattia Fraschina e Martina Salvisberg, che hanno preso parte al Maroc Challenge Spring Edition, un raid solidale di oltre 2’800km che si è svolto dal 23 al 29 marzo 2013 in Marocco. Alla manifestazione hanno partecipato 80 equipaggi, provenienti, oltre che dalla Svizzera, anche da Spagna, Portogallo, Argentina, Germania, Italia, Inghilterra. La gara ha sostenuto un progetto di solidarietà, portando reali aiuti ai villaggi più dispersi. Come team svizzero è stata lanciata un’iniziativa e sono stati raccolti capi d’abbigliamento e materiale scolastico da portare e consegna-

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re sul posto, oltre 80 kg di vestiti e materiale didattico regalati ai bambini del villaggio di “Hassi al Begaa” vicino a Merzouga zona del Grand Erg Chebbi, villaggio presso il quale l’organizzatore dell’evento ha preso l’impegno di risanare una scuola (per maggiori informazioni: http:// marocchallenge.it/page/progetto-solidale). Viste le particolari temperature e condizioni meteo del Nord Africa, SVR Development SA di Ligornetto ha sostenuto il progetto e la spedizione degli equipaggi svizzeri, offrendo il proprio abbigliamento tecnico del marchio Proto X Type. Il progetto si è rivelato un successo, ottenendo ottimi risultati: il 3° posto per l’equipaggio su Fiat Panda 4x4 nella categoria 4x4 leggeri e il 2° posto per l’equipaggio su Nissan Patrol GR nella categoria veicoli assistenza. Ma il successo più grande è stato vedere gli sforzi e i sacrifici fatti per partecipare all’evento trasformarsi in gioia e felicità nel donare i regali ai bambini.

Archivstore Sagl

Archivstore Sagl è una società svizzera in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza in materia di gestione di documenti cartacei. La società dispone infatti di archivi pensati e realizzati ad hoc, protetti da un moderno impianto di videosorveglianza, nonché da un servizio di custodia attivo 24h al giorno, 365 giorni l’anno. Un punto di forza di Archivstore è rappresentato dal sistema di archiviazione con codice a barre, studiato per garantire la massima sicurezza in termini di privacy. In questo modo, i documenti possono essere rintracciati e monitorati in qualsiasi momento. Aumentando lo standard di sicurezza nella custodia dei documenti e permettendo ai clienti di avere una gestione attiva della propria documentazione, Archivstore offre quindi alle aziende concrete opportunità di ottimizzare i costi.


Una società moderna ed innovativa che ha fatto della cura e della gestione degli archivi il proprio punto focale, con privacy e sicurezza a livelli eccelsi. Sappiamo che per ogni azienda la gestione dell’archivio è sempre problematica. L’affitto di uno spazio adibito allo stoccaggio della carta e l’impiego di risorse per la sua gestione generano dei costi di non poco conto. La carta si accumula, ci sono documenti importanti, che vanno assolutamente conservati, benché magari mai consultati nel tempo. Atti, notifiche, verbali, statuti, ecc.. Le pile di carta da conservare crescono. La soluzione finora è stata quella di ammassare tutto alla bell’e meglio in cantina o in soffitta. Ogni volta che abbiamo l’esigenza di consul-

tare dei documenti dobbiamo impiegare del tempo per recarci in archivio, sprecando delle ore a cercare qualcosa che molte volte non viene neppure trovato. Grazie al management dei documenti, l’azienda di Cadempino si pone quale interlocutore privilegiato offrendo alle PMI ticinesi la soluzione ai problemi di archiviazione. Si crea più spazio in azienda, lo si può impiegare meglio, se si dovesse ricercare un documento lo si ritrova facilmente. Allo scopo di sensibilizzare le aziende sui pericoli ai quali sono esposti a causa di una cattiva gestione dei loro documenti, Archivstore ha deciso di offrire un nuovo servizio: AUDIT Gestione dei Documenti Cartacei. Questo AUDIT, offre la possibilità agli interessati di capire come sono organizzati in materia di archivi. Durante il meeting saranno valutati diversi aspetti, come la quantificazione del volume dei documenti stoccati, la valutazione dei sistemi di sicurezza, dei metodi e le reali necessità di archiviazione ed in fine sarà calcolato il reale costo economico della gestione dei documenti cartacei.

Grazie al servizio di gestione in outsourcing degli archivi i clienti ottimizzano costi, sicurezza e privacy. L’alta qualità dei servizi erogati, unitamente all’elevato standard di riservatezza che accompagna ogni fase della gestione documentale, permette alla società di Cadempino di annoverare tra i propri clienti numerose realtà aziendali (pubbliche e private), molto diverse tra loro: piccoli o grandi studi legali, assicurazioni, fiduciarie, immobiliari, istituti finanziari, società industriali e autorità governative. L’esperienza maturata e la consulenza mirata sono un ottimo biglietto da visita per un’azienda giovane e intraprendente che ha tutte le carte in regola per continuare a prosperare in Ticino. Archivstore Sagl Via Ponteggia 2, 6814 Cadempino Tel. +41 91 960 71 61 info@archivstore.ch www.archivstore.ch   51


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ViVi l’emozione di giocare nella storia! regalati una giornata di sVago e di sportiVa esclusiVità.

*incluso pranzo o cena “Menu del Golfista” - valido da lunedì a venerdì - prenotazione richiesta Tel: +39 0332 22 93 02

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Esplanade Hotel Resort & Spa: una storia di successo da cento anni, orientata al futuro Josef Planzer

A colloquio con Josef Planzer, Direttore dell’Esplanade Hotel Resort & Spa, abbiamo ripercorso un secolo, con una visione orientata al domani

Ripercorrere un secolo di storia in un redazionale non è certo facile. E non è neppure lo scopo di questo articolo. La storia del XX° secolo è nota a tutti con i diversi momenti critici, congiunturali, economici difficili e di ripresa e boom economico, con le due guerre che l’hanno segnato e il progresso tecnologico, sociale e culturale che è avanzato in maniera inarrestabile. In mezzo a tutti questi accadimenti vi è un punto fermo focale nella storia che tracceremo: una struttura che si è mantenuta nel tempo quale un centro di eccellenza, accoglienza e ospitalità, che ancora oggi, dopo 100 anni brilla di luce propria nel firmamento aziendale e dell’hotellerie ticinese e svizzera. Stiamo parlando di una struttura che ancora oggi, alla sua “veneranda età” di un secolo, attrae ed accoglie ospiti da tutto il mondo, stiamo parlando di una struttura che per il Locarnese - ma anche per tutto il Cantone - è sempre stata sinonimo di storia, successi e tradizione. Stiamo parlando dell’Esplanade Hotel Resort & Spa. Un centenario che è stato festeggiato ufficialmente il 18 aprile scorso, quale bell’avvio della stagione, con un grande evento con ospiti, partner, autorità e clientela affezionata. Un anniversario speciale che è stato sottolineato con una mostra che è visitabile in albergo a Minusio dallo scorso 22 maggio e che presenta con pannelli e poster la storia condensata di questi 100 anni.

Esplanade: un sinonimo di esclusività già nel 1913…

Già alla fine del IX° secolo il Ticino aveva capito la sua vocazione turistica. Clima, paesaggi, bellezze naturali oggi come allora erano uno dei punti di forza del territorio nel quale viviamo. Le strutture ricettive non erano così numerose come oggi, ed era soprattutto a Locarno e Lugano che si concentravano i turisti. Nacque forse allora il concetto di industria alberghiera, che vide passare le strutture in soli 32 anni (dal 1880 al 1912) da 20 a 208. Fin dalla sua nascita l’hotel di Minusio, che si conserva, ristrutturato e consolidato, nella bellezza dei fasti di allora, si distinse per essere un luogo di ritrovo per filosofi, scrittori, aristocratici, avventurieri, ... Da sempre un centro di eccellenza, vide anche numerosi personaggi illustri - che hanno fatto la storia del secolo scorso - ospiti presso l’Esplanade. Tra questi possiamo ad esempio ricordare che dal 5 al 16 ottobre del 1925 Locarno ospitò la Conferenza della Pace. Si riunirono in città i rappresentanti dei Ministeri degli Affari Esteri di Germania (Gustav Stresemann), Francia (Aristide Briand), Gran Bretagna (Austen Chamberlain), Italia (Benito Mussolini, Presidente del Consiglio) e Belgio (Emile Vanderwelde);

scopo della conferenza era quello di superare le tensioni politiche sulle frontiere occidentali della Germania ereditate dal Trattato di Versailles. Tra i diversi personaggi famosi che hanno soggiornato all’Esplanade possiamo anche citare il Principe Guglielmo d’Albania nel 1914, numerosi altri membri delle case reali d’Europa e non negli anni a venire, diversi Presidenti della Confederazione Elvetica, Consiglieri Federali e ufficiali militari, illustri sportivi ed industriali, Premi Nobel, il Generale Guisan nel 1952, ecc. (per scoprire tutti i VIP ed i volti noti che negli anni sono stati ospiti della struttura di Minusio, è possibile visitare la mostra sul centenario, direttamente presso l’Esplanade Hotel Resort & Spa, a Minusio). Ma come si giunse alla decisione della creazione di una struttura d’eccellenza a Minusio? Il dottor Luciano Bacilieri (1877-1958), promosse nel 1910, con la Banca Popolare di Zurigo, la fondazione della Società Anonima Kurhotel-Esplanade; la società fu costituita il 2 giugno 1911 con un capitale azioni obbligazioni di 1,1 milioni di franchi. La costruzione dell’albergo iniziò ancora nel 1911 e nel dicembre del 1912 l’Assemblea di Minusio approvò un credito di fr. 10’000 per una strada d’accesso; altri

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

15’000 fr. furono elargiti dalla S.A. Esplanade-Kurhotel (10’000 fr.) e da privati (5’000 fr.). Solo due anni più tardi la costituzione della società avvenne l’inaugurazione della struttura: era il 23 febbraio 1913. Il successo della struttura è immediato, tanto che nel marzo dell’anno successivo, il Dipartimento Federale delle Ferrovie autorizzò l’apertura della tratta tramviaria Minusio – Esplanade. Lo scoppio della prima guerra mondiale portò però inevitabili crisi in tutta Europa, anche nel settore turistico, e l’Esplanade arrivò al fallimento. Nel 1915 venne acquistato da Tommaso Plattner, e riaperto il 1° settembre, finché nel 1923, con la morte di Plattner, la struttura viene venduta nuovamente, alla famiglia Fanciola, che l’avrà in gestione sino al 1970. Nel corso dei decenni la struttura si consolida e si afferma quale centro di eccellenza nel panorama turistico locarnese. Risalgono al 1963 i primi lavori di ampliamento ed ammodernamento. Fu costruito un corpo avanzato sul fronte destro, creando in questo modo un vasto salone quadrato con la facciata in vetro e porte scorrevoli; ancora oggi, percorrendo l’adiacente terrazza, si accede a una rotonda da dove si può agevolmente scendere nel parco. Nel 1968 venne costruita una piscina nel parco. Arriviamo dunque ai giorni nostri: nel 1988 l’albergo fu ritirato dalla S.A. Esplanade che investì 8 milioni per il rimodernamento dello stabile, ma nel febbraio del 1994 la Società annunciò la cessazione definitiva dell’attività. L’Esplanade andò all’asta nell’ottobre del 1995 e fu acquistato dal Credito Svizzero di Locarno per 12 milioni. Nel febbraio del 1996 la banca cedette la proprietà alla Vita Sana S.A. che lo trasformò in un centro benessere investendo ulteriori 12 milioni; l’albergo fu riaperto nell’aprile del 1997. Agli inizi del 1998 esso cambiò gestione e assunse la denominazione attuale.

… che mantiene il suo fascino e la qualità con servizi d’eccellenza intatti anche oggi…

Oggi la struttura mantiene, con una moderna gestione, e con una ristrutturazione che negli anni ha cercato di preservare le bellezze d’inizio Novecento, i fasti di un tempo. Citando un articolo apparso su “Cronaca Ticinese” nel 1913 leggiamo che “chi entra si crede in una villa principesca, tanto le consuete esigenze del business hanno esulato dall’idea degli architetti. La grande armonia dell’arte si è imposta ad ogni particolare – e l’arte vi è volta a volta maestosa, o raccolta, o civettuola – sempre improntata al pensiero di pace cui lo stabilimento è destinato. Cantano la pace le tappezzerie, gli stucchi, i tappeti… e la pace entra nelle ampie vetrate nello spettacolo già più unico che raro che si presenta al Kurhôtel”. L’albergo, ristrutturato secondo i più alti standard della

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Al centro il Direttore Josef Planzer con Stefanie Gaertner e due figuranti in costumi d’epoca

… con un occhio di riguardo al futuro

bioarchitettura, all’interno è moderno e di grande impatto estetico. Le 63 camere e le 4 Junior Suite sono tutte dotate di una magnifica vista sul lago o sul parco, e si presentano agli occhi degli ospiti equipaggiate con ogni comfort. I visitatori possono gustare il meglio della cucina proposta al Ristorante “La Belle Epoque” o sulla splendida terrazza panoramica; e anche godere di un momento di relax nel centro benessere “Le Palme”, che si estende su un’area di oltre 1’600 metri quadrati e offre due saune finlandesi, biosauna, bagno turco, ampia vasca idromassaggio, solarium, sala fitness, zona riposo e giardino d’inverno con vista sul prato inglese, piscina esterna riscaldata con sedie a sdraio e lettini a disposizione. Inoltre nel lussureggiante parco che circonda l’albergo (40’000 m2 con più di 1’000 palme), è possibile godersi momenti di indimenticabile tranquillità. L’albergo offre anche possibilità per la clientela business e per PMI che necessitano di spazi appositi per seminari o eventi: per riunioni professionali e incontri di lavoro, le 8 sale disponibili possono ospitare da 5 a 140 partecipanti, con locali attrezzati e modulabili secondo le esigenze dei clienti.

In questi anni il mutamento delle abitudini di soggiorno degli ospiti non ha certo colto impreparati il Direttor Planzer ed il suo staff. La dimostrazione sono le continue proposte che l’Esplanade presenta sul mercato: eventi, banchetti, brunch domenicali, un offerta spa e wellness di prim’ordine. Non solo per i turisti, ma sono sempre di più i residenti indigeni che si avvalgono dei servizi della struttura di Minusio. In un’ottica di sinergie e potenziamento delle offerte di tutto il comparto turistico e residenziale, non solo di Minusio, ma di tutto il Locarnese - verso il quale, ci conferma il Direttor Planzer, occorre investire per saper cogliere le prossime sfide che il mercato offrirà - occorrerebbe ripensare a tutto il servizio proposto agli ospiti. Un’integrazione di saperi e di competenze dove ogni attore dovrebbe mettersi in gioco, per rivalutare il Ticino come destinazione. A questo proposito, per il futuro dell’Esplanade si prevede un grande investimento di oltre 50 milioni di franchi, per un ampliamento della struttura con aparthotel, una nuova sala da 300 posti e dei parcheggi sotterranei. Un completamento che dimostra inevitabilmente come una struttura centenaria come l’Esplanade abbia ancora molto potenziale da sfruttare e tante carte da giocare per i prossimi... 100 anni e oltre! Esplanade Hotel Resort & Spa Via delle Vigne 149 6648 Minusio Tel. +41 91 735 85 85 Fax +41 91 735 85 86 reservations@esplanade.ch www.esplanade.ch

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Vita dei Soci

Parametric Design Suisse si presenta

Fondata nel 2008, Parametric Design Suisse è un VAR (Value Added Reseller) certificato alla rivendita autorizzata da PTC società specializzata in soluzioni software altamente tecnologiche da indirizzare al processo di sviluppo prodotto nei principali settori del manifatturiero. Le nostre soluzioni consentono di ottimizzare le attività nelle singole funzioni dell’organizzazione e allineate nell’intera impresa: progettazione, supply chain, produzione, vendite e servizi. L’importante esperienza progettuale cresciuta e maturata attraverso molteplici esperienze lavorative presso aziende del settore dell’automazione, dell’Industrial Design e dell’Heavy Equipment è, il denominatore comune che ha permesso di valutare la possibilità, poi avveratasi, di unire le competenze e le rispettive Seniority per dar forma ad un team d’eccellenza con cui sviluppare sul territorio Svizzero, lo sviluppo delle seguenti attività: • rivendita software e supporto tecnico nelle seguenti aree: o PLM, ALM e SLM per la gestione del ciclo di vita dei prodotti, applicazioni (software) e servizi. o CAD-CAM-CAE per il Design, programmazione ed ingegnerizzazione del prodotto o Analisi affidabilistica, metodi FMEA, FMECA, FTA, CAPA, ecc. o Redazione, gestione e pubblicazione di “manualistica” secondo protocolli DITA ed S1000D nel settore aerospaziale e difesa. • training Certificato per trasferire ai nostri clienti le necessarie capacità per utilizzare le nostre “Soluzioni” • progettazione e Ingegneria con un alto grado di complessità, presso il Cliente finale. • calcolo Strutturale e Fluidodinamico con il corrispettivo rilascio della Relazione Tecnica di Calcolo. • implementazione e avviamento “On the Job”, di applicativi “Documentali” in appoggio e ad integrazione e regolazione, dei processi aziendali

La nostra filosofia

“Sostanziale”, questo è il termine che meglio inquadra il nostro atteggiamento e il nostro modo di porci quando ci si affianca al cliente

per accompagnarlo lungo un percorso che lo porti a diventare o ridiventare, efficiente ed efficace. Lo studio continuo, il saper lavorare in gruppo e l’incessante acculturamento del nostro staff, è il prerequisito fondamentale per mantenere il livello di Eccellenza acquisito in questi 12 anni di attività sul territorio Italiano e ormai 5 su quello elvetico. Il poter contare su strumenti di lavoro potenti ed eleganti come quelli instancabilmente sviluppati da PTC, permette al nostro team di affrontare problemi complessi con la certezza di raggiungere risultati con un alta qualità percepita difficilmente raggiungibile da altri sistemi. Oggi tutto questo ci permette di stringere rapporti di collaborazione con i nostri clienti tali dal vederci alla fine totalmente impersonificati nella loro azienda e l’essere partecipi del loro successo è la nostra più grande soddisfazione: diventare partner strategici è uno dei nostri obiettivi.

Il nostro valore, il nostro team

Competenza tecnica, capacità progettuale, educazione alla comprensione profonda dei processi di sviluppo prodotto e attitudine al lavoro in team, sono i temi fondamentali su cui basiamo il percorso formativo dei nostri application engineer, non esiste nella nostra realtà un approccio diverso in relazione al tipo di attività resa al cliente, che sia di pre o post vendita. L’approccio di Parametric Design Suisse è sempre lo stesso: comprendere la necessità del cliente, individuare l’ambito in cui si è generata, unirsi al gruppo di lavoro del cliente con spirito collaborativo e sinergico, trasferendogli il nostro know how, sfruttare la potente interoperabilità delle soluzioni offerte dai prodotti e risolvere il problema con piena soddisfazione del cliente. Attualmente Parametric Design Suisse, conta nel suo organico 10 persone, composto dal Direttore commerciale nella figura di Patrick Bongiorno e da Marco Pettenella nella Direzione tecnica, completano il team 6 Ingegneri di estrazione meccanica e bio-medica, 2 sistemisti e un impiegato amministrativo.

Parametric Design Suisse ha il piacere di invitarvi ad un evento di presentazione che si terrà il prossimo 18 giugno 2013 al Villa Sassa Hotel. Programma dell’evento: Orario

Attività

13.30 – 13.45 13.45 – 14.00 14.00 – 15.00 15.00 – 16.00

Registrazione Presentazione generale dell’azienda Creo 2.0 – Suite di progettazione di sviluppo prodotto Generazione profilo completo del dente di un ingra- Caso di successo di azienda operante nel settore trasmissioni. naggio – Mathcad & Creo

16.00 – 16.15 16.15 – 16.45 16.45 – 17.15 17.15 – 17.45 18.00

Modellare una Bambola con Creo Caso di successo di azienda operante nel settore alimentare. Pausa caffè Windchill PDMLink – PLM Vs. ERP Caso di successo di azienda operante nel settore automazione. Analisi termo-fluido dinamica su scambiatore di calore Caso di studio di azienda operante nel settore diagnostica. per illuminatore laser con FloEFD Domande e risposte Aperitivo

Location: Villa Sassa Hotel, Via Tesserete 10, 6900 Lugano www.villasassa.ch Per iscrizioni prego rivolgersi entro il 14/06/2013 a Parametric Design Suisse telefonando allo +41 91 945 31 40 oppure mandando un e-mail al seguente indirizzo: info@parametricdesign.ch

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Vita dei Soci

Il tuo partner tecnologico Workablecom è un System Integrator che crea e gestisce soluzioni complesse di Information & Communication Technology Mario Cesaroni, Amministratore Unico

Workablecom è una Software House nata a Lugano e con approfondite conoscenze del mercato svizzero. È presente in Svizzera da più di 10 anni attraverso una sua partecipata. L’offerta di Workablecom risponde alle esigenze di piccole, medie, grandi imprese e Pubbliche Amministrazioni e si avvale di uno staff di alto livello con dipartimenti qualificati. È infatti da anni partner tecnologico dell’università SUPSI di Lugano. Opera a livello nazionale e internazionale avvalendosi di rete di Partner e di Business Consultant in grado di realizzare progetti completi. Effettua importanti investimenti in sviluppo, formazione e progetti di social responsibility.

3. Servizi di web farm e sicurezza informatica Workablecom è in grado di progettare soluzioni di Business Continuity e Disaster Recovery, sfruttando i più avanzati sistemi di virtualizzazione ed i servizi di Directory e Messaging sfruttando le più innovative soluzioni di Cloud Computing. Il Team di Workablecom è altamente specializzato nell’installazione e nella manutenzione di Data Center proprietari e non proprietari anche grazie all’utilizzo di sistemi di monitoraggio e di gestione remota degli apparati.

Workablecom si occupa di: 1. Realizzazione di piattaforme software, principalmente SaaS (Software as a Service) e in modalità Cloud Computing. Ha realizzato la piattaforma software integrata SmartPlanner: il software facile, immediato e veloce come il web, con tutta l’affidabilità di un sistema dedicato modulare, progettato per trasformare le reti ICT nel più avanzato strumento di gestione, controllo e analisi di tutte le attività organizzative e di relazione con il cliente. È una piattaforma software multitasking e web based che utilizza e integra sia Internet che le reti telefoniche contribuendo a gestire procedure e informazioni di tutti i processi finanziari, qualitativi, di pre-vendita, assistenza e post-vendita. I nostri consulenti informatici sono in grado di analizzare le singole necessità aziendali per personalizzare la piattaforma software in modo da renderla completamente aderente alle esigenze del cliente.

5. Infrastrutture Workablecom è specializzata, con una unit dedicata, nella progettazione e installazione di sistemi di sicurezza, video sorveglianza, sistemi di rilevazione dei fumi/incendio, cablaggio strutturato. In linea con le più recenti normative in tema di saving energetico, Workablecom ha progettato un software dedicato al monitoraggio dei consumi energetici volto a consentire alle aziende notevoli risparmi economici.

2. Unified Communications: Workablecom ha sviluppato una rivoluzionaria idea per innovare, ridurre drasticamente i costi e aumentare l’efficienza: Voice Management Cloud. Il centralino virtuale totalmente in cloud computing con tutte le funzioni di un centralino tradizionale più tutti i vantaggi del cloud computing e della business mobile con i più elevati standard di sicurezza.

Contatti WORKABLECOM SA via G. Marconi 4 6900 Lugano Tel. +41 91 922 51 01 Fax +41 91 922 51 04 customercare@workablecom.ch

4. Applicazioni per il mobile Workablecom sviluppa applicazioni per Smartphone, iPad e Tablet che utilizzano i sistemi operativi IOS, Android, Windows 8. Il team di sviluppo realizza applicazioni native di ogni tipo, in campo professionale, enterprise e per il settore editoriale.

Workablecom utilizza l’integrazione dei sistemi informativi e le tecnologie più innovative (Cloud Computing, Business Mobile, Virtualizzazione, Voip, Unified Communication, Business Intelligence) per garantire efficienza, controllo, ottimizzazione dei processi e risparmio dei costi. La qualità dei servizi erogati da Workablecom consente ai clienti di mantenere l’efficienza dei propri sistemi e di aumentare la competitività.

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

La capacità di reinventarsi e rinnovarsi sempre, non solo per le teste altrui… Abbiamo incontrato Rosi Campisi, Titolare della Società Gierrevi SA, che gestisce il famoso Salone Rosi a Minusio. Ci ha parlato degli ultimi progetti della sua attività e del settore in cui opera Rosi Campisi

Da oltre 30 anni attiva in Ticino, sempre sulla “cresta del capello” nel saper cogliere e diffondere novità, trend e innovazioni, il Salone Rosi di Minusio è un punto fermo per tutto il Cantone in ambito di bellezza dei capelli e non solo. Una consulenza che va oltre il semplice taglio e una capacità imprenditoriale, quella di Rosi Campisi, orientata sempre al futuro, anticipando le tendenze, reinventandosi anche in momenti congiunturali non così rosei, come quello attuale. In questo momento di crisi il settore, globalmente, necessiterebbe un rilancio. Nel suo piccolo Rosi Campisi ed il suo affiatato team è molto attiva nel trovare nuovi sbocchi per la sua attività. Osare ed innovare sono infatti due parole chiave che hanno accompagnato tutta la vita imprenditoriale della società, sin dagli albori, nel 1979, quando a Muralto, Rosi Campisi apre il primo Salone, poi trasferitosi a Minusio nel 2007. Per la prima volta, già nel 1979 si parla di total look, un anticipo sui tempi di oltre 30 anni, che pone la sua struttura tra le più innovative e moderne del Cantone, ancora sulla breccia dell’onda oggi. Non stare con le mani in mano, rinnovarsi, reinventarsi. Come? Anche in tempi più “duri” occorre avere inventiva ed investire sia nel capitale umano, sia in altre iniziative. Al fine di non tagliare posti di lavoro, il personale interno del Salone si è organizzato nell’organizzazione di corsi di formazione/soggiorni linguistici all’estero di media-lunga

durata che hanno permesso all’azienda di non operare licenziamenti, né praticare il lavoro ridotto, ma ha concesso invece un potenziamento delle competenze personali (grazie alle nuove capacità acquisite) ed il mantenimento di tutti i posti di lavoro, per garantire la piena operatività della struttura in ogni caso. Non solo: dimostra quanto conti oggi la motivazione e il dialogo aperto tra datore di lavoro e collaboratore, nella gestione delle risorse umane. Diventato hairstylist ufficiale del Festival del Film di Locarno, il Salone Rosi ha investito per creare numerose sinergie con altri partner della zona per agire non più solo in maniera indipendente, ma con progetti che coinvolgono numerose aziende e creano collaborazioni, partnership, opportunità. Tra esse citiamo il programma “Zoom Bellezza” in onda su Teleticino (nel quale i partecipanti hanno la possibilità di farsi consigliare ed affidarsi alle mani esperte dei Saloni Rosi e Giovanni per un cambiamento di look totale) negli anni scorsi e il nuovo format “Personal Stylist”, sempre su Teleticino, un programma che si dedica al total look dalla testa ai piedi (con una consulenza totale da parte di esperti d’immagine, con consigli su abiti, accessori, trucco e capelli). Questo progetto è un bell’esempio della realizzazione di sinergie tra aziende operanti in settori affini che si uniscono per un progetto comune. La società Gierrevi SA (comprendente il Salone Rosi a Minusio e il Salone Giovanni a Bellinzona) occupa ben di 18 persone, di cui la metà a Minusio, e forma numerosi apprendisti. Essa si conferma quale affermato salone e punto d’incontro per gli ultimi trend stagionali. Gierrevi SA Salone Rosi Via S. Gottardo 80, 6648 Minusio Tel. +41 91 743 41 11 Fax +41 91 743 42 87 rosi@rosi-giovanni.ch

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Esci dal buco: Abbraccia il cambiamento del mercato È il “chi”, non il “cosa”, il responsabile del successo di un prodotto. Scopri i tre pilastri che porteranno la tua azienda a crescere OSM Network SA, è una società che opera nel mondo dei servizi alle imprese, ha creato un network di aziende a cui fornisce le tecniche di Management necessarie a confrontarsi con l’attuale scenario economico, raccoglie e condivide le azioni di successo di diversi imprenditori, promuove lo scambio di opportunità di business tra le imprese associate, supportandole nel costruire l’espansione aziendale, attraverso la crescita, il confronto, la formazione degli imprenditori e delle risorse dell’impresa. Proprio in questa ottica si inserisce questo evento: supportare le aziende, in questo periodo di crisi congiunturale, ad espandersi nei mercati, soprattutto esteri, in modo concreto, offrendo strategie valide e soluzioni competitive. L’internazionalizzazione è una linea che sta portando molti frutti alle imprese che la stanno perseguendo e il mercato è pronto ad accogliere le imprese meritevoli, a patto che queste sappiano “L’azienda è uno strumento per fare impresa e per produrre il profitto che crea ricchezza e benessere” afferma Roberto Gorini, Amministratore Delegato di OSM Network SA – “il rischio che corrono oggi tanti imprenditori è di confondere la propria azienda con se stessi, così se l’azienda va in crisi, va in crisi anche l’imprenditore. L’azienda invece è una creatura dell’imprenditore, come un’idea che può invecchiare, diventare obsoleta e per tutta una serie di motivi può non funzionare più”. La chiave di volta è ‘continuare a creare’ senza identificarsi con la propria azienda: “Se ti identifichi con la tua creatura, con la tua impresa, smetti di creare – puntualizza Roberto Gorini – e, se così fosse, come un’idea di business che quando invecchia muore, morirebbe anche l’azienda e morirebbe anche l’imprenditore, ma l’imprenditore non muore mai come il mercato non morirà mai. Moriranno le monete, potranno cadere i Governi, gli Stati, ma il mercato non morirà perché è un istinto dell’uomo volto a migliorare la propria condizione: creare, produrre e scambiare, questa è la dinamica dello spirito imprenditoriale. Ciò che preme al nostro gruppo è stimolare proprio lo spirito imprenditoriale affinché gli imprenditori non perdano mai la strada e la loro voglia di fare impresa. Il mio messaggio – conclude l’Amministratore Delegato di OSM – è di non smettere di camminare perché sei e rimarrai sempre un imprenditore”. Davide Baldi – Direttore Commerciale di Open Source Management Network, afferma: “Oggi quello che serve per sconfiggere la crisi è affrontare ciò che non funziona in azienda e capire che chi governa il mercato sono i clienti. Se un cliente non compra da te è perché non gli hai dato la soluzione che cercava, non è colpa della crisi. Questi sono i cambiamenti del nuovo mercato e oggi il nostro compito è quello di fornire alle aziende le tecniche di Management necessarie a confrontarsi con l’attuale scenario economico. Oggi siamo sempre impegnati a correre e ad affrontare i problemi quotidiani e quasi mai ci fermiamo a pensare a come dovrà essere la nostra impresa tra 5 o 10 anni. Questo evento vuole essere un momento in cui gli imprenditori riflettano su cosa è necessario fare per portare la loro azienda a competere con sempre maggiore successo a breve-medio termine”. Oggi non basta aspettare il ritorno della “normalità”, la situazione a cui eravamo abituati non tornerà più. Le imprese per com-

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petere devono guardare fuori dai confini e attrezzarsi per essere in grado di rispondere al meglio al mercato estero. “Prima di lanciarsi in complessi e costosi progetti di internazionalizzazione – aggiunge il Direttore Commerciale di OSM Network SA – è utile tuttavia compiere approfondite analisi sulla propria azienda e sull’area commerciale dove questa opera per decidere come e con chi è meglio muoversi. È il ‘chi’, non il ‘cosa’, il responsabile del successo di un prodotto. La risposta alla crisi è quindi nelle persone e nella loro flessibilità e adattabilità al cambiamento. È il coraggio che tante aziende dovrebbero dimostrare, aprendosi a nuovi settori, a nuovi mercati e affrontando ciò che in azienda non funziona correttamente e ne ostacola la crescita: questo garantirà la solidità e il successo di un’impresa. Questa è la filosofia di OSM” conclude Davide Baldi. Programma:

ESCI DAL BUCO: ABBRACCIA I CAMBIAMENTI DEL MERCATO In un mercato che evolve continuamente, conoscere e saper affrontare i cambiamenti è il fattore determinante per lo sviluppo dell’impresa. Lugano, 20 giugno 2013 Alle ore 18.00 – Hotel De la Paix Argomenti trattati: Roberto Gorini Davide Baldi Franco Cavadini Paolo Ruggeri

“Le nuove regole del denaro” “Sviluppo commerciale oltre confine” “Sinergia e nuove realtà imprenditoriali” “Rendi produttive le persone per lo sviluppo della tua impresa”

OSM Network SA, con la presenza di Franco Cavadini – Vice Presidente della Camera di Commercio del Canton Ticino come testimonial d’eccezione, presenta all’imprenditoria le nuove regole del business che possono incrementare la loro competitività sul mercato, puntando sulle risorse umane ed allo sviluppo sul mercato estero. Approfondimenti su questo tema e molto altro ancora vi aspettano a Lugano, il 20 giugno 2013 alle ore 18.00 all’Hotel de la Paix. Si prega di prenotare la propria presenza gratuita scrivendo a info@opensourcemanagement.ch Per maggiori informazioni: OSM NETWORK SA Via S. Balestra 27, 6901 Lugano Tel. +41 91 228 02 44 info@opensourcemanagement.ch www.opensourcemanagement.ch


Vita dei Soci di Ivano D’Andrea, CEO, e Luca Regusci, Direttore Gruppo Multi SA

La trasmissione della propria azienda Un problema che prima o poi va affrontato seriamente Numerosi studi dimostrano come il problema della trasmissione della propria azienda rappresenti un momento molto critico nella vita di ogni imprenditore. Da un parte vi è la volontà di voler dare continuità alla propria impresa, dall’altra vi è la consapevolezza che questo processo implica delle importanti decisioni a livello societario e di struttura della proprietà. È un processo spesso lungo e molto complesso che coinvolge non solo l’azienda ma anche aspetti emozionali e personali dell’imprenditore. La decisione di cedere la propria azienda all’interno della famiglia o cercare acquirenti all’esterno del nucleo famigliare già rappresenta un primo elemento di difficoltà. Non sempre l’imprenditore, assorbito dalle sue attività manageriali, ha le necessarie conoscenze e la necessaria preparazione per affrontare questo importante passo. Le variabili sono molteplici: la decisione inerente il prezzo di vendita, le conseguenze fiscali in caso di cessione, le problematiche relative ai beni immobiliari (spesso di proprietà aziendale), le questioni di successione all’interno della famiglia,alla scelta del consulente esterno ed a chi affidare il compito di consigliare e definire una vera e propria strategia. È un processo che va quindi pianificato e affrontato con l’ausilio di seri professionisti che possono supportare l’imprenditore in tutte le complesse fasi ed in tutte le tematiche che spesso vengono sottovalutate dallo stesso imprenditore. Gruppo Multi, attivo da oltre 20 anni sul mercato della consulenza aziendale in Ticino, ha investito molte risorse nello sviluppo di un vero e proprio

centro di competenza che affronta tutti gli aspetti legati alla trasmissione aziendale. Un centro di competenza formato da specialisti nelle varie aree d’intervento con una visione chiara dell’intero processo. La consulenza di Gruppo Multi ha quale unico scopo quello di assistere gli imprenditori nel processo di trasmissione della propria azienda e quindi aiutare l’imprenditore a comprendere la sua attuale situazione, valutare con lui il valore della sua impresa, trovare un acquirente, ed accompagnarlo nelle fasi di trasmissione. Il nostro approccio comprende 5 fasi ben distinte:

Check-up trasmissione: un primo passo molto importante

Valutazione Poiché il nostro approccio Raccomandazioni • P rima analisi della • Indicazione delle vuole essere molto pragsituazione aziendale in maggiori criticità in vista di una cessione vista di una cessione matico e indirizzato alle • Indicazione di un • A lcune raccomandadell’azienda «range di valore» piccole e medie aziende zioni da seguire in Situazione patrimoniale vista dell’inizio di un presenti sul territorio ticie reddituale, Aspetti fiscali, didiritto Indicazione di massima processo di cessione organizzazione, successorio, immobiliare del prezzo dell’azienda nese (che rappresentano gouvernance, ... o organizzativo, ... (range molto ampio) che Prossimi passi e scelte oltre il 90 % del nostro non rappresenta una strategiche in vista del valutazione aziendale ma tessuto economico induprocesso di trasmissione, una prima stima. possibili partner. striale) Gruppo Multi ha Analisi Criticità voluto sviluppare un primo servizio di “check-up” riferito alla trasmissione aziendale. Non si tratta di un mandato di intermeGrazie ai nostri consulenti aziendali, periti revisori, legali, fiscadiazione aziendale, non si listi, periti immobiliari, siamo in grado di offrire un servizio moltratta di un mandato di valutazione ma bensì di “iniziare” a to snello e rapido che raggrupperà in un rapporto di una decina pianificare il processo di cessione della propria azienda indidi pagine tutte le informazioni necessarie per poter affrontare viduandone le criticità organizzative e strutturali, all’interno i prossimi passi nel processo di cessione della vostra azienda. della famiglia ed a livello di mercato. Un primo approccio, che permetterà all’imprenditore di meglio comprendere come affrontare questo processo: un mandato chiaro e un intervento Check-up trasmissione per PMI di poche settimane, a costi contenuti, svolto con la massima Specialisti a vostra disposizione, un rapporto entro un mese professionalità, confidenzialità e riservatezza. dalla delibera, per info o per un’offerta senza impegno: successione@gruppomutli.ch

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Vita dei Soci di Lorenza Bernasconi, Marketing Manager di Gruppo Sicurezza

La Sicurezza quale Polo di Eccellenza Tecnologica La tecnologia sta vivendo grandi evoluzioni e modifica in modo radicale abitudini di vita e approcci professionali. Il cambiamento porta al miglioramento della qualità di vita e alla semplificazione nell’utilizzo della tecnologia Lorenza Bernasconi

Nell’ambito dei cambiamenti tecnologici e degli stili di vita, la sicurezza si è adattata trovando nuove implementazioni più funzionali ed efficaci per rispondere alle esigenze del singolo individuo. A livello locale il nascere di esigenze e stili di vita non più dettati da orari, ma disponibili sull’arco delle 24 ore, ha spinto imprenditori visionari e lungimiranti a creare zone di alta sicurezza garantendo l’accessibilità in ogni momento del giorno e della notte. Vogliamo elencare alcuni esempi direttamente gestiti e coordinati dal nostro Gruppo. Un nome importante nell’ambito della logistica, che ha recentemente inaugurato un nuovo Centro Logistico a Caslano, ha centrato la sua attività di gestione e movimentazione merci creando zone di alta sicurezza gestite in modo autonomo dall’utente. Dal semplice movimento delle merci scaturiscono nuovi approcci, moderni, evolutivi, scalabili che anticipano le esigenze della società e danno un valore aggiunto alla gestione dello stoccaggio dei beni: la creazione di uno spazioso caveau per le merci, gestito in modo autonomo direttamente dal cliente giorno e notte e in totale sicurezza. Proponendo un concetto di sicurezza innovativo, abbiamo avuto il piacere e il grande onore di offrire soluzioni e integrazioni all’avanguardia soddisfacendo le moderne esigenze richieste dal Cliente, nel pieno rispetto della filosofia dell’azienda con sistemi efficaci, rapidi, tecnologici e discreti. Infondere la certezza di sentirsi sicuri in piena autonomia, questa è stata la nostra missione.

Un secondo esempio che connoterà in modo incisivo e innovativo le nuove abitudini nella gestione dei servizi di sicurezza, consiste nell’apertura – in pieno centro di Lugano – di un caveau destinato all’affitto di cassette di sicurezza 24h/24h per tutti gli utenti che necessitano di poter accedere a una struttura di alta sicurezza in modo discreto, autonomo, giorno e notte. Il concetto di sicurezza e la relativa messa in funzione sono state curate dal nostro Gruppo. Il presupposto iniziale è stato quello di utilizzare tecnologia di punta per garantire massima semplicità d’uso, estrema sicurezza e controllo capillare delle operazioni; requisiti scelti dal cliente e implementati dall’interazione di tre diverse tecnologie: sistema di controllo accessi biometrico per il riconoscimento dell’utente abilitato e conseguente apertura delle porte di accesso. Secondo controllo biometrico per abilitare da remoto il disinserimento del sistema di sicurezza e aprire la porta blindata. Video sorveglianza Mpixel over-IP gestita in tempo reale dalla centrale operativa per accompagnare l’utente nelle varie fasi di accesso del caveau. Sistema di apertura cassetta con controllo remoto per consentire di estrarre la cassetta richiesta. Con grande piacere siamo stati i progettisti volti a concretizzare esigenze nuove di imprenditori visionari, concretizzando concetti noti solo sugli schermi di sale cinematografiche. Questo è uno dei numerosi esempi di come la finzione, tramite la tecnologia applicata a soluzioni professionali di sicurezza, diventa realtà, denotando un significativo miglioramento nelle attività lavorative e della vita privata. Tramite questi due esempi, dove la tecnologia soddisfa e favorisce nuove esigenze di settore, la sicurezza afferma il proprio ruolo centrale e determinante per assolvere i bisogni di noi fruitori. Queste concezioni all’avanguardia offrono elevati livelli di sicurezza e standard qualitativi superiori, garantendo libertà di movimento, discrezione, applicazione di alta tecnologia con un’interfaccia utenza intuitiva.

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Vita dei Soci di Nicola Bagnovini, Vicedirettore SSIC Sezione Ticino

L’edilizia tiene, con qualche nube all’orizzonte

“Quando tutto sembra essere contro, ricorda che l’aereo decolla contro vento, non con il vento in coda”. Con questo aforisma di Henry Ford (1863-1947), il grande costruttore americano di automobili, il Presidente della SSIC Sezione Ticino, Ingegner Cleto Muttoni, ha felicemente sintetizzato, alla 96ma assemblea dell’associazione degli impresari costruttori ticinesi, svoltasi il 16 maggio all’Hotel Cadro Panoramica di Lugano, l’attuale momento congiunturale. Anche quest’anno, l’assise si è svolta in due momenti. La prima parte è stata riservata agli associati per il disbrigo delle trattande all’ordine del giorno, mentre la seconda parte dell’Assemblea, alla quale sono state invitate molte personalità vicine al settore della costruzione, ha permesso di analizzare un periodo senza dubbio complesso anche per l’edilizia, in un quadro generale che presenta aspetti economico-finanziari preoccupanti e perfino inquietanti. Ma, come ha osservato il Presidente della SSIC TI, Ing. Cleto Muttoni, “da un profilo generale posso affermare che l’edilizia privata nel Cantone ha tenuto bene durante l’intero 2012 e pure l’apporto dei Comuni per le opere infrastrutturali rimane di indubbia rilevanza”. È vero che nelle opere pubbliche di genio civile si stanno esaurendo gli importanti apporti dei cantieri di AlpTransit, ma ci attendiamo per i prossimi anni “significativi investimenti per il potenziamento delle infrastrutture viarie, in particolare dalle FFS, per i ripari fonici lungo la linea ferroviaria, e dall’USTRA, che nei prossimi mesi dovrebbe passare alla fase esecutiva delle sue opere autostradali, dopo alcuni anni di progettazione e di pianificazione”. Ma procediamo con ordine sullo svolgimento dell’Assemblea, che si è aperta, come buona tradizione, con il saluto del Direttore nazionale della SSIC di Zurigo Dott. Daniel Lehmann, che nel suo intervento ha ricordato come il contratto nazionale dell’edilizia, in vigore fino al 31 dicembre 2015 sia “il migliore del settore artigianale in Svizzera” e come la sua applicazione rappresenti “la maggiore garanzia contro il dumping salariale”. Ma a giudizio del Direttore nazionale della SSIC “non possiamo più introdurre nel contratto ulteriori novità che producano rincari”, pena la perdita di competitività del settore, auspicando invece un rafforzamento dell’influenza lobbistica sulla politica. “Servono più rappresentanti del mondo dell’edilizia nei consessi politici cantonali e federali”, ha affermato Lehmann, concludendo il suo applaudito intervento con gli apprezzamenti per gli ottimi rapporti di collaborazione esistenti fra l’associazione nazionale e la Sezione ticinese. Torniamo dunque all’intervento del Presidente Ing. Muttoni, per riferire sui dati congiunturali riguardanti l’edilizia in Ticino. “Il numero delle domande di costruzione è salito dalle 3’479 unità del 2011 alle 3’659 dello scorso anno. Si tratta di un aumento percentuale del 5%, forse anche generato dall’effetto del blocco delle residenze secondarie”. Pure il valore delle domande di costruzione rispecchia un andamento positivo, specie nell’edilizia abitativa, essendo salito nel 2012 a circa 2.78 miliardi di franchi, contro i 2.61 miliardi del 2011 (+6%). “Insomma – ha osservato Muttoni – le occasioni di lavoro finora sono state buone e le prospettive future accettabili”. Un problema tuttavia risiede nell’applicazione di prezzi troppo bassi, per troppi lavori, in particolare pubblici. “In questi anni noi impresari costruttori abbiamo sprecato l’occasione di conseguire quei legittimi utili che avrebbero permesso di rafforzare l’azienda e di creare le riserve per far fronte a tempi peggiori”. A livello congiunturale le principali nubi all’orizzonte riguardano l’edilizia abitativa

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Il tavolo presidenziale durante i lavori assembleari

privata, perché le recenti votazioni popolari sul blocco delle residenze secondarie e sulla revisione della Legge sulla pianificazione del territorio, alle quali va aggiunto il messaggio licenziato lo scorso dicembre dal Consiglio di Stato ticinese su una ancora più penalizzante revisione della Legge cantonale sullo sviluppo territoriale, non lasciano prevedere nulla di buono. “Stiamo rovinando con le nostre mani le condizioni quadro per una crescita futura del nostro Paese” Cleto Muttoni è stata l’amara conclusione del Presidente della SSIC Sezione Ticino. La relazione presidenziale della prima parte dell’Assemblea, contenente anche il resoconto sugli aspetti finanziari dell’Associazione, è stata approvata all’unanimità. Pieno consenso ha riscontrato pure l’intervento del Direttore della SSIC Sezione Ticino, Ing. Vittorino Anastasia, il quale dopo aver toccato alcuni temi d’attualità quali, ad esempio, la disponibilità (o meglio l’indisponibilità), a breve termine, specie nel Sottoceneri, di discariche per materiali dell’edilizia, il contratto collettivo di categoria (che durerà tuttavia sino a fine 2015), il problema dei lavori pericolosi per i giovani (apprendisti sotto i 18 anni), si è soffermato in particolare sugli accordi bilaterali e sull’aumento – in realtà una vera e propria “esplosione” nel corso del 2012: +42.9% rispetto al 2011, con un aumento ancora più marcato previsto per quest’anno – dei lavoratori distaccati e indipendenti. Un tema centrale, questo, ripreso dal Presidente Muttoni durante la sua relazione della parte pubblica. Alla trattanda delle eventuali, segnaliamo con piacere il cospicuo quanto apprezzato assegno finanziario destinato anche quest’anno dalla HG COMMERCIALE alla formazione degli apprendisti muratori al Centro di formazione professionale della SSIC TI di Gordola.


Ostellino, state fuori dall’Europa! Ospiti eccellenti, come da tradizione, alla parte pubblica dell’assemblea della SSIC Sezione Ticino tenutasi di fronte ad oltre 200 persone. In ordine di comparsa sul palco degli oratori: il neo-eletto – da pochi giorni – presidente del Consiglio comunale di Lugano On. Raoul Ghisletta, l’altrettanto freschissimo Presidente del Gran Consiglio On. Alessandro Del Bufalo, il Consigliere di Stato On. Manuele Bertoli (Direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport), il nuovo Consigliere di Stato On. Michele Barra, l’editorialista e saggista Dott. Piero Ostellino, già Direttore del “Corriere della Sera” e Michele Fazioli, già Responsabile del settore informazione della Radiotelevisione della Svizzera italiana. Un parterre davvero eccezionale, ulteriormente arricchito anche dal contributo musicale di tre giovani studenti del Conservatorio della Svizzera italiana. Il Presidente Cleto Muttoni, nella sua relazione presentata all’uditorio allargato, ha posto in discussione i temi che oggi occupano e preoccupano il settore dell’edilizia cantonale. In prima linea il continuo aumento dei lavoratori distaccati e indipendenti che “entrano in Ticino e provocano una concorrenza che non ho difficoltà a definire sleale nella gran parte, se non nella totalità dei casi” ha dichiarato senza giri di parole Muttoni. Le cifre indicate dall’Associazione interprofessionale di controllo sono le seguenti: per il 2012, 15’653 lavoratori distaccati e 7’472 lavoratori indipendenti, per un totale di 23’125, mentre che le previsioni per il 2013, stimate in base ai dati di fine aprile, parlano di ben 25’956 distaccati e 12’165 indipendenti, per un totale di 38’121. L’aumento presumibile è quindi di 14’996 unità, pari al 64.8% nel giro di un anno. Considerati questi dati, la SSIC Ticino ha chiesto a due deputati al Gran Consiglio, Barra e Pagnamenta (il primo, nel frattempo, è diventato Consigliere di Stato, succedendo a Marco Borradori), di chiedere al Governo cantonale tramite un’interrogazione parlamentare, di valutare possibili misure d’urgenza. Anche perché, oltre all’entità numerica del fenomeno di circolazione di manodopera straniera, vi è il dubbio che i salari minimi non vengano rispettati praticamente da nessuna ditta estera. Un muratore dipendente di una ditta svizzera costa infatti 50 franchi all’ora, lo stesso muratore di una ditta italiana (che lavora in Italia) circa 33 franchi all’ora (in entrambi i casi, con oneri sociali compresi). Il lavoratore distaccato di una impresa italiana in Svizzera costerebbe invece alla stessa, se fosse rispettato il salario minimo dettato dal Contratto collettivo di lavoro, circa 66 franchi all’ora. Impossibile che ciò avvenga vista la concorrenzialità praticata dalle ditte italiane in Ticino. In realtà, sui conteggi di salario figurano di fatto queste retribuzioni, ma a non corrispondere sono le ore di lavoro effettivamente eseguite. “Ad essere beffate sono dunque le aziende e l’economia ticinesi e speriamo di trovare tutti assieme soluzioni efficaci e applicabili, prima che sia troppo tardi”, ha concluso il Presidente della SSIC Sezione Ticino. L’Assemblea è poi proseguita con l’intervento del Consigliere di Stato On. Manuele Bertoli che si è in particolare soffermato sulla tematica, sempre di grande attualità, della formazione professionale, verso la quale ha esortato a “continuare la collaborazione in questo campo”, che è da sempre un cavallo di battaglia della SSIC Ticino.

Piero Ostellino con Michele Fazioli

Da sin. M. Bertoli, C. Muttoni, V. Anastasia e M. Barra

Particolarmente atteso l’intervento di Michele Barra, neoConsigliere di Stato, impresario costruttore (è stato Vicepresidente della SSIC Ticino fino al 2012). “Il primo provvedimento da prendere nell’ambito del lavoro distaccato è l’abolizione delle notifiche via Internet” ha detto esplicitamente il nuovo membro del Governo ticinese, secondo il quale bisogna “porre un freno ad una concorrenza insostenibile, che genera un danno agli artigiani e si riflette su tutta l’economia cantonale”. Dulcis in fundo, il colloquio tra Fazioli e Ostellino che ha concluso, in stile “talk show”, l’assemblea della SSIC. Le sue analisi sulla situazione politica italiana sono state spietate. Ostellino è un nemico delle tasse e delle pianificazioni statali. E guardando alla Svizzera: dovremmo aderire all’Unione europea? gli ha chiesto Fazioli. “Per carità di Dio, guardatevi da questa tentazione” ha risposto Ostellino, suscitando l’applauso a scena aperta dell’assemblea. E riferendosi al segreto bancario, “Tenetevelo ben stretto. È una tutela di libertà”.

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Pubbliredazionale

PUBBLICITÀ NON CONVENZIONALE… ovvero GUERRILLA MARKETING Il termine Guerrilla Marketing in estrema sintesi significa questo. Proprio come le tecniche di guerriglia stanno alla guerra tradizionale, così il Guerrilla marketing sta al marketing tradizionale. Non usa grandi eserciti e milioni di euro, ma sceglie azioni non convenzionali: colpisce inaspettatamente, non attacca direttamente, sfrutta l’ambiente e le situazioni a suo favore invece di imporsi con la forza. Creare grandi campagne di comunicazione, che possano sfruttare i tradizionali mezzi di diffusione come televisione, stampa e web in maniera massiccia per assicurare grande visibilità al cliente e al suo prodotto è ormai appannaggio di poche aziende. Sono soprattutto quelle che possono permettersi grossi investimenti per la comunicazione e purtroppo, vista la diffusa crisi economica mondiale, sono sempre meno. Per questo il Guerrilla Marketing sta prendendo sempre più piede e riceve sempre più riscontri positivi. Ma affrontiamo il discorso con ordine. Il Guerrilla Marketing nasce nel 1984 e il suo inventore è Jay Conrad Levinson, il cui libro omonimo divenne la Bibbia della disciplina ed è stato campione di vendite in decine di Paesi in tutto il mondo. Levinson non era certo il primo venuto nel mondo della pubblicità e aveva alle sue spalle una lunga esperienza nel mondo del marketing e della comunicazione. Nel suo libro Levinson fissava alcune linee guida per questa tipologia di marketing, che possiamo qui riassumere in 3 principi fondamentali: - Il Guerrilla Marketing serve per raggiungere obiettivi convenzionali attraverso metodi non convenzionali. - Fare Guerrilla Marketing significa usare l’impegno, l’energia e l’immaginazione piuttosto che i soldi. Ottenere il massimo impatto con il minimo investimento. - Il Guerrilla Marketing è l’arma che professionisti e piccole imprese possono usare per mantenere e fortificare la propria posizione in un mercato sempre più difficile. È chiaro che l’obiettivo convenzionale di cui si parla è guadagnare di più, aumentando i ricavi e diminuendo i costi. È il sogno di ogni azienda e di ogni pubblicitario. Ma la formula esiste e non è impossibile utilizzarla. Per aumentare i guadagni bisogna migliorare l’efficienza della propria comunicazione e del proprio marketing, aumentare le iniziative, migliorare quelle esistenti, capire che cosa funziona e cosa non funziona. Per diminuire i costi bisogna abbandonare gli strumenti di marketing che non funzionano e controllare attentamente gli strumenti convenzionali, per il semplice fatto che sono costosi. Investire denaro è necessario e utile, ma è importante farlo nel miglior modo possibile. E ci sono molte possibilità e alternative che non richiedono soldi, ma “solo” grandi doti di creatività. Questo non significa per un’azienda buttare tutto quello che è stato fatto in termini di pubblicità e comunicazione, ma di implementare ciò che è stato fatto, osando con azioni non convenzionali.

escono dalla produzione standard oppure che hanno un carattere di originalità particolarmente forte, più si prestano a questo tipo di comunicazione. Ricerca dell’originalità. Più che il prodotto o servizio, conta l’idea da trasmettere: deve essere originale, capace di attirare la curiosità. Deve essere una piccola rivoluzione nel proprio settore. L’obiettivo finale è far parlare di sé, quindi più si è originali e geniali più si riuscirà nel proprio intento. E per questo non servono budget smisurati, ma al contrario sono utili pochi investimenti. Creare aspettativa. Una delle tecniche più efficaci è quella di puntare molto su una campagna teaser. To tease significa “stuzzicare”, “intrigare”, e lo scopo del teaser è esattamente quello: immagine, filmato o slogan, devono essere allusivi ed evocativi, non trasmettere alcun concetto diretto, ma semplicemente colpire l’utente. La curiosità si stimola senza svelare tutto, anzi meno si svela meglio è. In questa fase può scatenarsi tutta la genialità del creativo per creare il maggior effetto sorpresa possibile! L’effetto virale. Dall’idea originale e il teaser efficace, si attiva l’effetto virale. Il messaggio passa di bocca in bocca e si propaga. Si può “incoraggiare” questo effetto con una campagna parallela, altrettanto nascosta e non dichiarata, in cui si stimola via e-mail, sui forum, nelle community l’interesse per il teaser. Questo effetto è attivo molto sul web e social network! La campagna vera e propria. Una volta ottenuto il proprio scopo di diffusione virale, si può giocare a carte scoperte, anche perché un teaser non può reggere molto a lungo. A questo punto, il teaser va svelato, con un’opportuna fase due della campagna, in cui si spiega il significato del primo lancio. Questo articolo vi ha incuriosito e volete osare con una campagna di Guerrilla Marketing per la vostra azienda? Chiamate o scriveteci e valuteremo insieme la strategia più efficace per voi.

Analisi del prodotto/servizio. La prima domanda da porsi è se il prodotto o servizio che si vuole lanciare si presta a una campagna di Guerrilla Marketing. In teoria, si può fare del Guerrilla Marketing per tutto, ma più i prodotti e i servizi sono di rottura, modelli che

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Come si organizza una campagna di Guerrilla Marketing?

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