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nr. 2 / Marzo 2010
PerchĂŠ no?
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Sommario
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Marzo 2010 Strong opinion Editoriale Contromano Il Tema Il Tema Ospite Ospite Biblioteca liberale Attualità Attualità Attualità Attualità Attualità Eventi
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nr. 2 / Mar. 2010
Perché no? nr. 2 / Marzo 2010
Dilemmi economici Affinché Berna e Milano siano meno lontane… Sgravi fiscali, un’occasione persa Una guida pratica per lavorare in Italia Ecco come si presenta il sito www.ti.ch/lavorareinitalia Spedizioni internazionali: buona collaborazione con l’Italia Lavorare con la vicina Penisola: vantaggi ed opportunità Il volto oscuro del comunismo Il mercato postale svizzero: una lettera di posta B Casse pensioni: casse in pensione? Mobilità sostenibile: anche nel settore sanitario un valore in crescita Svizzera Italiana: un’economia oltre la piazza finanziaria Tutte le news di ASPASI Giappone e Svizzera: facciamo il punto della situazione con testimonianze di G. Colleoni e A. Cuccolini Il Paese del Sol Levante: diamo un’occhiata a cultura e gaffes ricorrenti Russia: from boom to gloom? - 22 marzo 2010 Il management e l’origine della merce - 31 marzo 2010 Corsi proposti dalla Cc-Ti Commercio estero Forum del commercio estero svizzero, Zurigo, 15 - 16 aprile 2010 I prossimi appuntamenti Maffeis Network SA SSIC TI Helsinn Healthcare SA Isicom SA Swissqualityatwork Topin.travel EnvEve SA Swiss Communication Agency Sagl Associazione Bancaria Ticinese Hotelleriesuisse Ticino
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Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti
Dilemmi economici
Il professore raggiunta la cattedra, si voltò verso gli studenti di economia e fu silenzio. - Buongiorno ragazzi; oggi vi racconto una storia - disse. - Poi vi chiederò di esprimere un parere. Se ci riuscirete. - L’attenzione era totale; l’atmosfera elettrica, la concentrazione palpabile. Il professore riprese: -Un collega pubblicò anni or sono un libro in cui sosteneva che il sistema bancario possedesse la diabolica abilità di espandere il credito e con esso l’offerta di moneta; e come ciò venisse amplificato dall’intervento dello Stato. Secondo lui, i tassi di interesse, senza interventi statali, si comportano seguendo le regole del mercato, salendo e scendendo secondo la domanda e l’offerta di credito spontanea del pubblico. Ma quando il credito viene facilitato dallo Stato, con interventi su tassi di interesse e massa monetaria, succedono cose strane. Intanto cambiano le abitudini del consumatore ovvero il desiderio del singolo di risparmiare o spendere. I tassi di interesse tenuti più bassi artificialmente per incentivare il credito spingono a far debiti oltre il necessario; ciò vale sia per le economie domestiche sia per le aziende che tenderanno a investire oltre il dovuto. Il risultato a breve è positivo: più occupazione, salari più alti, maggior consumo. Ma è un effetto temporaneo. In situazione di normalità verrebbe corretto rapidamente dal sistema, eliminando l’eccesso di credito, come il bambù che si piega con il vento per tornare come prima quando il vento cessa. Se aumenta la domanda di credito, aumenteranno i tassi d’interesse, che agiranno da dissuasivo. Se per contro gli interessi sono tenuti artificialmente bassi, si incoraggiano investimenti in ogni tipo di attività, anche la più malsana e rischiosa, creando le premesse per un crack. La bolla creatasi con l’espansione esagerata del debito, come un pallone gonfiato all’eccesso, scoppia, causando una contrazione fortissima del credito o, peggio, un collasso del sistema bancario. Le responsabilità sono vuoi dalla politica che ha creato il credito facile, vuoi dagli imprenditori che ne hanno approfittato: un sistema, altrimenti in grado di resistere e correggere autonomamente le distorsioni, si trasforma, causa l’intervento statale, in un disastro economico di proporzioni imprevedibili. Per prevenire i danni bisogna scoraggiare il consumo, spingere il risparmio e ripagare i debiti e non salvare le aziende in crisi. Meno si fa, lasciando agire il mercato, meglio è. Vi ricordo, cari studenti, che negli anni ‘20, la Federal Reserve, promosse questo tipo di politica, di espansione del credito inflazionistico, pensando in buona fede di raggiungere una prosperità permanente. Il risultato lo conosciamo tutti: nel ‘29 il sistema crollava sotto il peso dell’enorme debito accumulato. Una catastrofe con conseguenze drammatiche. Fine della storia. Ora, la domanda: riguardo alla crisi del ‘29, aveva ragione il mio collega che predicava prudenza rigore e l’astensione dello Stato dal mercato dei capitali o le istituzioni e la FED con la politica interventista? Dopo qualche minuto di silenzio, la sala si animò, la prima reazione spontanea e vigorosa fu: - Professore, parlo a nome della classe, noi pensiamo che lo Stato, la FED, insomma le istituzioni, abbiano sbagliato e siano inequivocabilmente colpevoli del disastro.- Bene -, disse il professore. - Ma la storia non finisce qui. Anzi, si potrebbe dire che qui inizia ormai. Il danno era fatto, ora si trattava di riparare al più presto quello sconquasso. Fra i vari economisti in voga all’ora ne emerse uno, dopo lunghe discussioni, dibattiti, litigi e polemiche, che sembrava avere le carte in regola per far ripartire la macchina economica che andava a regimi più che minimi. Egli propose di attingere dalle casse statali i capitali necessari, stampando moneta, in altre parole indebitandosi, per incentivare investimenti e consumo tenendo i tassi di interesse bassi. Attivare insomma una politica espansiva che potesse ridare ossigeno all’economia esangue ridotta al lumicino. In effetti, dopo qualche tempo, le misure ebbero effetto. L’economia, anzi, le economie dei vari Paesi ripartirono. Sull’onda del successo condensò in un libro l’insieme delle sue teorie. Cosa ne pensate? -
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- Professore, - intervenne uno studente, - a me sembra che le misure appena esposte, siano molto simili a quelle che furono la causa della crisi, ovvero l’aumento del debito provocato da interventi statali sui mercati finanziari.- Sei sicuro? - chiese il professore. - Direi di sì. Ma come andò a finire, dopo i primi segni di ripresa?- Molte cose successero in seguito - rispose il professore - tra le quali una guerra mondiale devastante, poi una in Corea, il Vietnam, tutte cause di interventi statali dispendiosi. Dopo un periodo di crescita robusta seguì un lungo periodo di stagnazione con forte inflazione al quale non si riusciva a porre rimedio. Inoltre viene decretata l’abolizione del gold-standard, si afferma la socialità come costante della politica economica con la nascita del Welfare state, furono introdotti i cambi flessibili, il tutto in un avvicendarsi di crescita e recessioni. Gli Stati continuarono a intervenire nei mercati accumulando debiti enormi e solo negli anni ‘80 inizia una lenta riduzione della presenza statale nell’economia; ma non ovunque. - Scusi - disse una ragazza alzandosi - ma se il primo suo collega aveva ragione, come poteva avere ragione il secondo che usava proprio quelle misure tanto criticate dal primo? I due sono in contrasto totale, due teorie opposte, bianco e nero! Cosa è il giusto? Intervenire o lasciar andare? - Ma voi ragazzi avete condannato poco fa senza mezzi termini il comportamento intervenzionista dello Stato riguardo all’ origine del crollo nel ‘29. Eravate tutti d’accordo, prima di sapere il seguito della storia. - Sì - riprese la ragazza - ma quando due teorie sono l’una all’opposto dell’altra, bisogna scegliere da che parte stare. A chi credere. - Il professore sospirò. - Lei ne sta facendo una questione di fede. E proprio qui sta il problema. Nel pensare che la verità possa essere assoluta e infallibile. - Certo! Non è così, professore? Di verità ce ne è una sola. - Non proprio cara signorina, cari studenti: dovreste ormai aver imparato dalle mie lezioni che la verità assoluta, nelle questioni scientifiche, non esiste. Non ci sono dogmi. E che i dogmi sono nemici della tolleranza, uccidono il pensiero. Dei due economisti il primo descriveva una situazione ex-ante, cioè prima che avvenisse il disastro. Lo Stato non deve intervenire quando la congiuntura è buona. Anzi, deve ritirarsi e stare buonino e soprattutto non pensare di fare crescere l’economia gonfiando il debito. Il secondo economista invece trovò una situazione drammatica, un campo di battaglia, morti e feriti, senza Croce Rossa. Poteva non far nulla ma decise di intervenire nell’unico modo possibile. Ma l’intervento doveva essere di tipo congiunturale, di breve durata. Iniziata la ripresa, lo Stato avrebbe dovuto ritirarsi e vigilare. Un intervento da pompiere insomma, per spegnere il fuoco. Il primo si rivolgeva a una comunità ricca per metterla in allarme. Il secondo trovò una comunità in miseria. Le situazioni di partenza erano totalmente diverse. È vero che il fuoco prima o poi si estingue da solo ma con l’intervento dei pompieri si spegne prima. Bene, l’ora sta per terminare, spero di essermi spiegato. Se non ci sono altre domande buona giornata a tutti. - Fa per uscire, poi si volta. - Ah dimenticavo, il primo economista era Ludwig von Mises, viennese. Scrisse “Theorie des Geldes und der Umlaufsmittel” nel 1912. Pensate! Nessuno lo ascoltò. Solo nel 1932 fu pubblicato in inglese. Senza successo. Il secondo era John Maynard Keynes, pubblicò “The General Theory of Employment, Interest and Money” nel 1936. Fu un successo clamoroso che dura ancora oggi. Bene. Arrivederci. Il campanello suonò, dalla prima fila scatto in piedi un giovane che a voce alta chiese - Professore, un solo secondo, per favore. È vero quello che scrive il “Journal of Economics” e cioè che c’è una bolla immobiliare che sta per esplodere? - Ne parliamo la prossima volta. Sapete, si potrebbe insegnare storia dell’economia studiando solo le bolle speculative....! Mah, comunque ricordate, le bolle in economia per loro natura non sono diverse da quelle di sapone, prima o poi scoppiano. La differenza sta nelle conseguenze... -
Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti
Affinché Berna e Milano siano meno lontane… È ormai da diversi anni che si discute sui rapporti fra il Ticino e Berna, lamentando un progressivo disinteresse della Confederazione verso le problematiche del nostro Cantone. Il tema non è quindi nuovo ed è oggetto di dibattito a scadenze regolari, ma finora ogni proposta di soluzione è caduta nel vuoto, avantutto per precisa scelta della politica ticinese. Inoltre, si è colpevolmente sottovalutata l’importanza di tenere una costante presenza ticinese a Berna, confidando probabilmente nel fatto che fosse sufficiente l’importante lavoro svolto dalla deputazione ticinese alle Camere federali. Le positive esperienze di altri Cantoni, da tempo presenti nella Capitale federale con rappresentanti dei loro interessi, dimostrano invece che, oltre agli eletti dal Popolo, è fondamentale poter contare su ulteriori forze “lobbistiche”. Visto che gli altri lo fanno, non capisco perché il Ticino, oltretutto uno dei Cantoni più lontani geograficamente e linguisticamente dai centri decisionali della politica federale, non dovrebbe poter agire allo stesso modo. Non dimentichiamoci che la tanto lamentata ignoranza di Berna nei confronti della realtà ticinese è anche riconducibile al fatto che troppo spesso non siamo in grado di far valere le nostre ragioni in modo articolato, coerente ed unito. Quando addirittura non siamo completamente latitanti, dando quindi l’impressione di un forte disinteresse per quanto avviene oltre la catena alpina. Inutile lamentarsi che nessuno ci ascolta se brilliamo per l’assenza nei gremi che contano. Chiaramente è impegnativo e faticoso sobbarcarsi tragitti, partecipare a riunioni e non potersi esprimere nella nostra lingua, eppure è importante. Nell’Associazione svizzera delle Camere di commercio e dell’industria e nella “succursale” latina (l’Associazione delle Camere di commercio e dell’industria romande e ticinese, che presiedo) non ho mai sentito ostilità nei confronti del Ticino. Anzi, il contributo costruttivo è estremamente apprezzato. È ovvio però che occorre investire tempo ed energie per profilarsi con una vera volontà di collaborazione e di sensibilità anche verso quello che non è puramente ticinese. Ma questo è ovvio, visto che nel normale gioco della maggioranza e della minoranza tocca in primis a quest’ultima far sentire la propria voce in modo credibile. Per il Ticino è quindi in sostanza importante avere una figura di riferimento che agisca in modo complementare rispetto ai parlamentari e che sia stabilmente insediata a Berna, perché un efficace lavoro di difesa degli interessi difficilmente può essere svolto da un ufficio a Bellinzona. Un ruolo di questo genere è assolutamente indispensabile soprattutto per lavorare a stretto contatto con l’Amministrazione federale, dove vengono prese molte decisioni e si elabora quanto poi finisce sui banchi del Parlamento. Un lavoro di accompagnamento e di sensibilizzazione sui temi importanti per il Ticino avrebbe un’importanza fondamentale, anche perché correg-
gere determinati elementi dati ormai per acquisiti in sede di lavori parlamentari è senza dubbio più complesso che intervenire nella fase precedente di sviluppo dei vari progetti. Inoltre, si dimostrerebbe il chiaro interesse del Cantone per quanto si svolge a livello federale e si attirerebbe più facilmente l’attenzione dei funzionari della Confederazione non solo su quello di cui il Ticino ha bisogno, ma anche su quello che rappresenta e che può offrire, che non è poco. Perché si è deciso di muoversi autonomamente dal Cantone per designare un rappresentante che curi gli interessi dell’economia ticinese? Il motivo è molto semplice e già lo avevo segnalato in occasione dell’Assemblea generale della Cc-Ti lo scorso mese di ottobre. Si tratta semplicemente di non perdere ulteriore tempo e la politica ticinese, divisa fra mille interessi divergenti, non garantisce una soluzione in tempi ragionevolmente rapidi. Non è una critica, bensì una semplice constatazione. È quindi giunto il momento di muoversi, per trovare la via giusta nell’interesse del Cantone, anche se è chiaro che i temi su cui lavorare e porre le priorità saranno scelti secondo criteri stabiliti dalle associazioni economiche. Il progetto sta prendendo forma e abbiamo la legittima speranza di poter individuare la persona giusta entro un termine relativamente breve. Un lavoro che promuova gli interessi ticinesi è necessario anche in Italia e segnatamente su Milano. Qui il tipo di intervento deve forzatamente essere diverso da quello che si prevede di fare a Berna, come ben illustrato dal nostro Presidente Franco Ambrosetti in occasione di una manifestazione organizzata dalla Cc-Ti lo scorso 17 febbraio, proprio nella capitale lombarda. Il testo del discorso è riprodotto a pagina 18 e indica gli elementi essenziali di una sfida che non sarà per nulla facile ma che è irrinunciabile. “Aggredire” la realtà italiana è importante per tutti i settori economici cantonali. C’è già chi lo fa con successo, altri invece necessitano di un sostegno particolare. Avremo ancora occasione di parlare di questa iniziativa, che è in fase di elaborazione. Nel mentre, grazie all’importante collaborazione fra ente pubblico e associazioni private, è stato creato un documento comprendente le regole essenziali da conoscere quando si vuole operare in Italia. Si tratta di un’iniziativa importante che suggella avantutto la collaborazione fra pubblico e privato, indispensabile per la promozione del nostro territorio e delle nostre aziende. Inoltre vuole essere un incoraggiamento per chi magari non osa affrontare il complesso mercato italiano. Timore comprensibile, ma che può essere superato perché le imprese svizzere e ticinesi hanno buone carte da giocare. Pertanto, la sola risposta alla provocatoria domanda della copertina di questo Ticino Business è: osare si può.
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Contromano di Alessio del Grande
Sgravi fiscali, un’occasione persa
La Direttrice del Dipartimento Economia e Finanze, Laura Sadis avrebbe voluto, giustamente, ridurre le aliquote fiscali per i contribuenti più facoltosi. Ben consapevole che per i redditi elevati la pressione contributiva è da noi molto più forte rispetto a quella di altri Cantoni, per cui c’è il rischio che essi lascino il Ticino, per trasferirsi là dove pagherebbero meno imposte. Un pericolo, peraltro, sottolineato e concretamente motivato dal recente studio curato da Marco Bernasconi per il Centro di competenze tributarie della SUPSI. Sì dirà: se questi ricconi vogliono andare via, saluti e baci. Il problema è che questi facoltosi cittadini (poco più di tremila persone in tutto, appena il 3% circa di tutti i contribuenti ticinesi) da soli versano al pubblico erario il 25-30% del gettito fiscale. Dunque, se stufi di pagare troppo, quando altrove potrebbero pagare molto meno, decidessero di spostarsi in qualche altro Cantone fiscalmente più vantaggioso, nei Grigioni, ad esempio, per le casse dello Stato sarebbe un brutto colpo. Verrebbero a mancare importanti risorse finanziarie anche per quella politica di aiuto sociale che sta tanto a cuore ai socialisti, i quali però contro questo sgravio avevano già preannunciato un referendum, ritenendolo un inutile regalo ai ricchi. La Lega dei Ticinesi, contraria all’alleggerimento solo per i redditi alti, d’accordo col PPD, aveva proposto un pacchetto più articolato di sgravi, per un totale di 44 milioni di franchi all’anno, di cui beneficerebbero tutti. Leghisti e Popolari democratici sono convinti che lo sgravio per i contribuenti più facoltosi sarebbe bocciato in votazione popolare se non integrato in una manovra di tagli fiscali per tutte le persone fisiche. Convinzione fondata, vista la fine che ha fatto pochi mesi fa lo sgravio per le imprese che fanno utili. Fatto sta che tra l’opposizione della sinistra, la proposta Lega-PPD e le inevitabili divisioni in Governo, lo sgravio per i redditi elevati è stato congelato. Ad un anno dalle prossime elezioni cantonali, è assai difficile che trovi ora uno sponsor politico in grado di riportarlo tra le priorità dell’agenda politica. Insomma, un’occasione persa. Al di là di quanto successo, c’è il fatto che il fisco resta sempre il nervo scoperto della politica cantonale, su cui si accendono estenuanti scontri più che costruttivi confronti. Manca in sostanza una strategia condivisa che, pur facendo i conti con le inevitabili resistenze, si traduca in una strategia fiscale all’altezza della forte concorrenza intercantonale e sia, quindi, in grado di riaffermare l’attrattività del Ticino sia per le imprese che per i contribuenti più ricchi. Orbene basta dare un semplice sguardo alla stratificazione del gettito fiscale per rendersi conto quanto sia urgente definire questa strategia. Partiamo dal basso utilizzando i dati elaborati qualche mese fa dal Corriere del Ticino sulla base della tassazione del 2006, che indica un gettito totale dell’imposta sul reddito pari a 527 milioni di franchi. Premesso che il 23% dei contribuenti, ossia 41.747 cittadini, non pagano imposte poiché hanno redditi insufficienti, il gettito è così suddiviso: •1 24.521 contribuenti (69%) con redditi sino a 100mila franchi, il cosiddetto ceto medio, pagano il 51% delle imposte per una somma pari a 268 milioni di franchi; • i l 6%, 10.319 contribuenti con un reddito dai 100.001 ai 200mila franchi, considerati benestanti, pagano 118 milioni
6 Ticino Business
di franchi che equivalgono al 22% delle imposte;
•3 .170 contribuenti, il 2%, con un reddito superiore ai 200mila
franchi, sborsano all’erario 141 milioni di franchi, pari al 27% delle imposte. Dunque, l’8% dei contribuenti, cioè 13.489 soggetti fiscali, tra benestanti e ricchi, versano da soli alle casse dello Stato 259 milioni, che equivalgono a quasi la metà dell’intero gettito fiscale. Come si vede un rapporto estremamente sbilanciato che dimostra l’estrema fragilità di una stratificazione fiscale che per il grosso delle entrate si affida ad una fetta assai esigua di cittadini e in particolare su poco più di tremila contribuenti che da soli garantiscono all’erario ben 141 milioni di franchi. E allora, cosa succederebbe se il Ticino, dovesse perdere questi contribuenti facoltosi? Succederebbe che lo Stato non potrebbe ogni anno sussidiare direttamente o indirettamente 112mila cittadini che per tirare avanti hanno bisogno del suo aiuto. Succederebbe che lo Stato dovrebbe limitare fortemente gli investimenti e tutta la politica sociale sostenuta da una sinistra, a cui sfugge persino la banale consapevolezza che se non ci fossero i ricchi, i ceti meno abbienti sarebbero costretti a pagare anche più imposte. Ma non è detto che i ricchi siano sempre disposti a farsi spremere dal fisco in Ticino. Dove oggi un buon contribuente, tra imposta comunale e cantonale sul reddito, paga il triplo di quanto pagherebbe in uno dei tanti Cantoni della Svizzera tedesca. Nel suo studio Marco Bernasconi scriveva: “L’eventualità di un trasferimento di residenza o di sede da parte di contribuenti importanti è tuttavia concreta, poiché non si tratta di un trasferimento all’estero, dove le condizioni politiche, economiche, sociali la sicurezza e la qualità dell’amministrazione e dei servizi finanziari potrebbero essere molto diversi dai nostri; si tratta soltanto di cambiare Cantone e di rimanere quindi in Svizzera senza che alcuna di queste condizioni abbia ad essere modificata”. Ma Bernasconi osservava anche che il pericolo di trasferimento riguarda sia le persone fisiche che le persone giuridiche: “Le società di cervelli che non necessitano di alcuna struttura logistica possono agevolmente cambiare sede e a maggior ragione delle persone fisiche. Tra queste, quelle che conseguono i redditi più importanti e posseggono sostanze rilevanti, godono di una grande mobilità, poiché di regola non lavorano, detengono diverse abitazioni dove soggiornano in diversi periodi dell’anno, trascorrono il resto del tempo viaggiando e i figli non fanno più parte del nucleo familiare poiché adulti e con una loro vita sociale, economica e famigliare indipendente”. Per tutte queste ragioni, notava ancora, che è persino difficile stabilire quale sia il domicilio prevalente di queste persone. Se solo un migliaio di questi ricchi contribuenti, ricordava Bernasconi, lasciasse il Ticino, nelle casse del Cantone verrebbero a mancare una quarantina di milioni di gettito fiscale. “La posizione critica del Ticino- avvertiva- per quanto riguarda il prelievo fiscale sui redditi elevati delle persone fisiche nel confronto intercantonale, non solo potrebbe comportare un’emorragia di gettito, ma non consente certo di attirare nuovi contribuenti facoltosi nel nostro Cantone”. Un’avvertenza su cui i politici dovrebbero ben riflettere. E al più presto.
Il tema di Alessio del Grande
Una guida pratica per lavorare in Italia
Certo, non è facile lavorare in Italia. La burocrazia ossessiva con mille procedure e mille uffici a cui bussare, l’incertezza fiscale acuita da una giungla di tasse e imposte, il percorso ad ostacoli nell’individuare gli sportelli amministrativi giusti, e tanti altri problemi. Sono le difficoltà lamentate in questi anni dalle imprese ticinesi, interessate agli sbocchi promettenti che offre il ricco mercato d’oltre confine. Sicuramente consorziarsi con aziende del posto, quando le commesse ne valgono la pena, può essere una buona soluzione. Ma non basta e non sempre è possibile. Alla base di tante difficoltà c’è, però, spesso anche una scarsa conoscenza della realtà amministrativa italiana, di come funzionano molte procedure o di quali siano gli uffici e gli interlocutori competenti a cui rivolgersi. Insomma, quelle informazioni pratiche che possono essere di grande aiuto oltre confine. È assai lodevole, perciò, l’iniziativa del Cantone che, in collaborazione con la Camera di commercio, l’Associazione industrie ticinesi e la Regio Insubrica, ha creato un apposito sito web “Come lavorare in Italia”, raggiungibile all’indirizzo: www.ti.ch/lavorareinitalia. Una specie di vademecum online di agevole consultazione e, cosa altrettanto importante, con tutti i suggerimenti necessari per organizzare e affrontare al meglio la trasferta oltre frontiera. Il sito, di facile accesso e leggibilità, ha un taglio informativo molto pratico, finalizzato proprio alla conoscenza e alla soluzione preventiva dei problemi che si potrebbero presentare in seguito, a partire proprio da quelle difficoltà segnalate sino ad oggi dalle imprese ticinesi. Dunque, indirizzi, procedure, competenze, autorizzazioni, permessi e tante altre indicazioni essenziali, visto anche che talune normative cambiano di Regione in Regione o di Provincia in Provincia. Una specie di manuale di pronto uso che tornerà certamente assai utile soprattutto ai piccoli imprenditori e agli artigiani che vogliono lavorare in Italia. Per i quali sarà sicuramente fondamentale sapere anticipatamente le disposizioni che regolano appalti, soggiorni e fiscalità, e più concretamente anche a chi chiedere l’autorizzazione per guidare mezzi aziendali in Italia o per passare la frontiera con le attrezzature da lavoro. Sebbene non sia riconosciuta e apprezzata da tutti, il Ticino ha la fortuna di confinare con una delle aree più dinamiche e ricche d’Europa. Con un tessuto economico assai articolato e diversificato che offre grandi spazi in
molti settori, dall’edilizia all’artigianato, dai trasporti alla logistica, sino ai servizi per il terziario più avanzato. Cosa hanno da offrire le nostre imprese su un mercato fortemente concorrenziale per il costo del lavoro? Possono offrire tutte quelle capacità che hanno consolidato e reso famoso nel mondo il made in Switzerland: qualità, precisione, efficienza operativa, affidabilità e rapidità d’esecuzione. Un patrimonio di professionalità e competenze specifiche oggi sempre più richiesto in ogni attività. Se, rispetto alla rapidità e alla semplicità delle nostre procedure amministrative, non è ancora cosi facile lavorare oltre confine, non vanno però sottovalutate le grandi opportunità presenti su questo mercato, come dimostrano le testimonianze offerte a “Ticino Business” da due imprenditori di casa nostra: Martino Pezzotti della Spedimar, un’azienda di trasporti internazionali con sede a Chiasso, da anni attiva nella Penisola; e Valentino Benicchio che addirittura in Italia, a Bergamo, ha trovato i partner per creare in Ticino una nuova impresa assai innovativa, la Royal Tag. Evidente conferma dell’interesse che suscita il nostro Cantone per gli investitori italiani. Certo le famose condizioni di reciprocità e talune conseguenze degli Accordi Bilaterali sono ancora una questione aperta, soprattutto in Ticino che più di altri Cantoni ha sofferto dei contraccolpi dell’intesa con l’UE per la libera circolazione delle persone. Ma per superare molti dei problemi attuali serve, forse, anche la consapevolezza che, tirate le somme, con i Bilaterali né la Svizzera né il Ticino ci hanno rimesso. Le imprese elvetiche hanno avuto, difatti, un accesso, e senza discriminazioni, al grande mercato europeo e sono stati pure eliminati molti di quegli ostacoli che frenavano le nostre esportazioni. Il bilancio complessivo, ha confermato un recente sondaggio federale, è positivo. Né va dimenticato che in Ticino negli ultimi anni, da quando sono cominciati ad entrare gradualmente in vigore gli accordi, sono stati creati circa 14mila nuovi posti di lavoro, come ha ricordato recentemente il Presidente nazionale del PLR, Fulvio Pelli. Merito dei Bilaterali? Probabilmente non del tutto. Ma che questi accordi, nonostante taluni scompensi sul mercato del lavoro, abbiano stimolato l’economia ticinese è fuor di dubbio. Non guasterebbe, quindi, un po’ di convinzione in più sulle enormi potenzialità di una frontiera osmotica che vive di scambi continui. Perché, nonostante alcuni problemi contingenti, sul lungo periodo sono i liberi flussi di lavoro e di ricchezza a creare benessere per tutti.
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Il tema
ecco come si presenta il sito www.ti.ch/lavorareinitalia
Il Cantone Ticino, in collaborazione con la Camera di commercio, dell'industria, dell'artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), l’Associazione Industrie Ticinesi, la Società Svizzera Impresari Costruttori - Sezione Ticino, e la Regio Insubrica ha creato il sito web denominato “Guida pratica per lavorare in Italia”. Il sito web è online da pochi giorni ed è raggiungibile all’indirizzo www.ti.ch/lavorareinitalia. Questa guida on-line è studiata per agevolare gli artigiani e le imprese ticinesi che intendono svolgere la propria attività in Italia per un periodo non superiore a 90 giorni di lavoro effettivo per anno civile. Vi si trovano tutte le informazioni necessarie per svolgere attività di vendita di beni, realizzazione di opere e/o impianti e prestazioni di servizi, ecc.. Il sito sarà aggiornato costantemente.
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potuto iniziare ad esportare in Italia i nostri prodotti non avendo più il problema del prezzo causato dal cambio tra Franco e Lira. Agli inizi gli unici problemi che riscontravamo durante l’esportazione, erano i tempi di attesa per le pratiche doganali nella parte italiana, che nel frattempo si sono abbastanza ridotte. Per tutto il resto non abbiamo mai riscontrato problemi con le autorità del territorio estero. Importante è informarsi un po’ delle leggi italiane per quanto concerne i prodotti esportati (norme, regolamenti,…).”
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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Martino Pezzotti, Direttore della ditta Spedimar Sagl di Chiasso
Spedizioni internazionali: buona collaborazione con l’Italia Martino Pezzotti
Ci si lamenta spesso delle difficoltà per le imprese ticinesi di operare in e verso l’Italia, è così difficile questo mercato? “Per l’esperienza che ho nel settore dei servizi, e più precisamente nell’ambito delle spedizioni internazionali, posso affermare di essere soddisfatto dell’ottima collaborazione con i partner italiani. Grazie a questo circa il 75% del nostro traffico è generato dal rapporto con aziende italiane. Questa situazione positiva non può che farmi confermare che, con le dovute precauzioni, si può operare con la vicina Italia”. Nella vostra esperienza quali sono state le difficoltà maggiori? “Vere difficoltà non ne abbiamo mai avute in quanto restrizioni particolari nel settore trasporti internazionali non ve ne sono. Unica nota negativa è legata alla parte amministrativa, in quanto la burocrazia è complessa e per le nostre imprese può rivelarsi un dispendio di energie o in alcuni casi addirittura un ostacolo. Quest’ultima probabilmente dettata dal fatto che siamo abituati dalle nostre amministrazioni ticinesi e svizzere, che erogano un ottimo servizio”. Ritiene che il Nord Italia rappresenti un’opportunità per le aziende ticinesi? “Senz’altro sarà sempre un’opportunità per le nostre aziende che operano direttamente con il mercato del Nord Italia e di riflesso ne beneficiano anche le altre realtà che a volte non si sentono chiamate in causa. Confinare con un grande polo come la Lombardia è già di per sé un fatto positivo, perché è sicuramente in grado di influenzare il mercato ticinese”. Su quali settori crede sia meglio puntare (edilizia, servizi, artigianato qualificato, consulenza assicurativa, bancaria, ecc.)? “Credo che nel campo dei servizi ci sia lo spazio di crescita e di sviluppo grazie anche ai repentini cambiamenti, che creano le condizioni per poterne
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offrire sempre di nuovi. Il vero valore è e sarà la creatività legata alla capacità di adattamento, qualità che penso faccia un po’ parte del nostro DNA”. Nel traffico/trasporto merci da e per l’Italia, avete riscontrato problemi particolari? Se sì quali? “Il traffico merci ultimamente è rallentato a causa delle innumerevoli dichiarazioni richieste dagli organi doganali italiani (diciture per la libera esportazione, nulla osta sanitari, ecc.). La difficoltà viene percepita nelle due direzioni in egual modo sia da che per l’Italia, da parte delle nostre aziende perché quando inviano merci nel resto della Comunità Europea trovano meno restrizioni e per le aziende italiane, ormai abituate a spedire all’interno della sempre più grande UE, senza alcuna particolare documentazione, hanno la sensazione che sia il nostro Paese a creare le suddette problematiche”. Cosa si potrebbe fare per fluidificare il trasporto merci transnazionale? “Cosa si potrebbe «fare» è una forma condizionale che non mi piace perché pone dei se, magari forse ecc.. Ciò significa che ancora prima di instaurare un progetto vi sono tutta una serie di circostanze che devono coincidere quindi un’ idea per lo più già finita sul nascere. Bisogna «fare», parola semplice ma che comporta l’impegno delle persone coinvolte per raggiungere un obiettivo e questo è anche il mio consiglio: fare, utilizzando gli strumenti già in nostro possesso senza porsi negativamente verso i trasporti su gomma, i quali sono la base per il successo delle altre tipologie di trasporto (ferroviario- aereo), nel loro insieme contribuiscono alla nostra economia“.
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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Valentino Benicchio, CEO Royal Tag e Presidente distretto PLR Lugano
Lavorare con la vicina Penisola: vantaggi ed opportunità Valentino Benicchio
Da «Datamars» a «Royal Tag», impresa creata con ad un gruppo d'imprenditori bergamaschi. Come è nata questa partnership? “Dalla voglia di affrontare un’altra sfida professionale, con l’obiettivo di creare una nuova azienda e dei posti di lavoro per i ticinesi. Grazie al know-how accumulato in tanti anni di attività sul campo, sono riuscito a convincere validi imprenditori italiani a credere e partecipare nell’ambizioso progetto che avevo sviluppato e così è iniziata l’avventura Royal Tag. Nel frattempo l’azienda occupa ormai già più di 12 persone e sono previste, nei prossimi mesi, delle nuove assunzioni, con profili particolari e qualitativi. Creare delle opportunità, in un momento difficile e di particolare crisi economica è per me un fattore determinante in tutta l’operazione. Emerge anche un senso di responsabilità che nutro nei confronti del mio Paese ossia quella di cercare di portare in Ticino opportunità di lavoro, soprattutto nell’ambito di professioni qualificate. Sono consapevole che si tratta solo di un piccolo contributo, ma per me è fonte di grande soddisfazione ed è perciò che dedico anche parecchio tempo alla politica”. Pensa che per gli imprenditori ticinesi ci siano le opportunità per analoghe partnership in Italia? “Assolutamente sì! Ogni partnership è fatta almeno da 2 imprenditori o meglio da più attori. È evidente che da queste relazioni possono sicuramente nascere dei vantaggi e delle opportunità. In Italia, specialmente nelle province a noi vicine, operano tantissime aziende con un alto profilo tecnologico e che, senza ombra di dubbio, potrebbero trarre degli importanti benefici con un insediamento in Ticino. Ciò permetterebbe loro di avere una marcia in più grazie agli indubbi vantaggi che offre il nostro Paese. Inoltre, e questo è anche un aspetto determinante su cui fare leva, dal Ticino è possibile, anche grazie agli accordi bilaterali che per fortuna abbiamo sottoscritto con l’Europa, avviare una strategia di internazionalizzazione, in particolare verso i mercati del Nord. Semmai, il problema resta legato alla questione della reciprocità. Non nascondo che non è sempre facile per un’azienda ticinese insediarsi ed operare in Italia per ovvi motivi di carattere burocratico. Quindi il problema non è legato alla questione degli accordi bilaterali, ma su come vengono applicati e qui lasciatemelo dire la politica deve fare molto di più per tutelare le nostre aziende che intendono operare all’estero e non solo in Italia. Tuttavia, tutto quanto sopra esposto, non deve tramutarsi in uno slogan politico. Promuovere l’insediamento di nuove industrie in Ticino è facile ma occorre pianificare attentamente l’ubicazione in quanto il territorio non offre grandi spazi”. Lavorare tra Ticino e Italia che vantaggi comporta? “Un aspetto importante è stato per me quello di portare il cuore
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dell’azienda in Ticino, ma il fatto di mantenere relazioni strette con un territorio come ad esempio quello bergamasco è un vantaggio grazie non solo alle competenze che li vi si trovano, ma anche al network di imprenditori che fanno parte dell’azionariato di Royaltag e apportano quindi sempre nuovi stimoli e nuove proposte. C’è veramente tanta voglia di fare impresa e di operare sul mercato”. Vi sono invece svantaggi o difficoltà? “Un aspetto da considerare, per quanto riguarda la mia situazione personale, è sicuramente la questione delle distanze, non tanto per i km ma per il traffico, che ogni tanto pesa. Però direi che i vantaggi sono sicuramente innumerevoli e valgono sicuramente qualche piccolo sacrificio”. Cosa consiglierebbe agli imprenditori ticinesi che vorrebbero lavorare o fare impresa in Italia? “Ovviamente dobbiamo distinguere tra la realtà industriale e quella artigianale. Per la prima possiamo constatare che il mercato italiano – che rappresenta per il Ticino il più importante sbocco commerciale con una quota di oltre il 20% – resta sempre una grande opportunità. Per quanto riguarda gli artigiani e i fornitori di servizi penso sia invece necessario fare uno sforzo maggiore per cogliere le opportunità che ci sono piuttosto che erigere barricate protezionistiche che invece saranno solo controproducenti a medio termine. La Consigliera di Stato Laura Sadis ha anticipato che il suo Dipartimento si sta facendo promotore di un’apposita guida per agevolare gli artigiani e le imprese ticinesi che intendono svolgere la propria attività in Italia. Sono convinto che questo genere di iniziative sono davvero utili al Paese, perché si incentiva all’apertura verso un mercato che ha realmente delle notevoli potenzialità ovviamente per quelle aziende ticinesi che sanno produrre qualità. E in Ticino ne abbiamo tante!!” Della contiguità col Nord Italia nel nostro Cantone sembrano percepirsi soprattutto i rischi e non le opportunità, cosa pensa al proposito? “Proprio qualche settimana fa, è stato pubblicato su un quotidiano ticinese un articolo dove si evidenziava che a Bergamo lavorano ed operano tanti cittadini svizzeri e ticinesi. Dunque è sempre questione di cultura e di approccio. È umano ed è anche più facile limitarsi ad evidenziare i rischi che al contrario, adoperarsi per ingegnarsi e per scoprire delle nuove opportunità. Resta inteso che alcuni problemi esistono, eccome, e non va nascosto nemmeno il problema legato al dumping salariale e sociale che magari in certi settori e in alcune aziende si evidenziano maggiormente, ma qui il problema non è legato agli accordi bilaterali ma alla responsabilità oggettiva dei vari interlocutori”.
Biblioteca liberale di Alessio del Grande
Il volto oscuro del comunismo
Sugli orrori del comunismo e gli anni del terrore staliniano c’è ormai una vasta letteratura. L’immane tragedia di 25 milioni di persone che, tra il 1928 e il 1953, furono giustiziate, rinchiuse nei gulag o condannate ai lavori forzati in altri disumani campi di prigionia, e il dramma delle loro famiglie, altre decine di milioni di persone, è stato ricostruito in innumerevoli, saggi, romanzi sin troppo realistici e con la testimonianza diretta dei pochi sopravvissuti ancora in grado di parlare, raccontare. Ma il poderoso volume di Orlando Figes, “Sospetto e silenzio”, edito da Mondadori, ha il grande pregio di fare luce sugli aspetti ancora oscuri di questa immane mattanza umana. Attingendo a fonti dirette, documenti inediti e corrispondenze private, Figes ha indagato a fondo sulla tecnica spietata con cui la dittatura di Stalin manipolava e controllava la vita privata dei cittadini, i trucchi e le bassezze di centinaia di migliaia d’informatori prezzolati dal regime, la disperazione, la speranza di farla franca o l’isteria di migliaia di cittadini che, nel nome della grande Guida della Rivoluzione bolscevica, erano pronti a denunciare persino il padre, la madre, i fratelli, sulla base di un semplice sospetto, che avrebbe potuto, comunque, marchiarli come controrivoluzionari. Nelle 645 pagine dello storico inglese si tratteggia la terrificante epopea di un’umanità travolta e devastata dal comunismo, da quel sogno impossibile che prometteva il paradiso in terra ma che aveva invece trasformato in un inferno la terra. Un potere occhiuto, pervasivo e imprevedibile quello di Stalin, dove ogni spazio privato al di fuori del controllo diretto o indiretto dello stato è guardato, scrutato, spiato con sospetto. Dove ogni parola, ogni sentimento o comportamento poteva significare la condanna a morte. Una mostruosa macchina di potere, un tentacolare controllo di massa a cui niente sfuggiva, sino a imporre una schiavitù mentale prima ancora che fisica. Una psicologia collettiva dominata dal principio che il partito viene prima di ogni cosa, della vita propria e di quella dei propri cari. Ecco perché la passività timorosa del popolo divenne uno dei tratti più caratteristici, quanto inquietanti, dello stalinismo. L’annichilimento culturale psicologico di una nazione in cui per sopravvivere si mente a se stessi e agli altri, dove si confessa tutto, anche quello che non è vero, al partito. Una società in cui non si parla, ma per paura si sussurra soltanto – non per niente il titolo originale del saggio in inglese è “The Whisperers”, i Sussurratori – dove è più sicuro vivere in silenzio, perché c’è sempre qualcuno che può ascoltare e riferire. “La lingua russa – spiega – ha due parole per definire
chi parla sottovoce: una indica chi ‘sussurra per paura di essere udito’ e un’altra ‘chi fa l’informatore o parla alle spalle del prossimo’. Questa distinzione trae origine dal lessico degli anni di Stalin, quando tutta la società sovietica era costituita da ‘sussurratori’ di un tipo o dell’altro”. “Sospetti e silenzio” non analizza la politica staliniana, il dittatore resta sempre sullo sfondo, ma dimostra come “lo stalinismo penetrò nella testa e nel cuore delle persone, influenzando ogni valore e rapporto”. L’ideologia perversa che, come notava lo storico russo Mihail Gefter, si insinuava nell’animo di ogni russo.“Eravamo tutti come conigli pronti a farci inghiottire dal boa”, racconta lo sceneggiatore Valerj Frid. Non c’è stato un sistema totalitario, nota Figes, che abbia avuto un impatto così lungo e profondo sulla vita privata dei suoi sudditi, nemmeno la Cina comunista. Al punto che una delle conseguenze del regime stalinista, che dura ancora oggi, è il carattere riservato e conformista della popolazione. “Persino ai bambini – scrive – veniva insegnato a tenere la lingua a freno, a non parlare con nessuno della propria famiglia e a non giudicare né criticare nulla di quanto vedessero fuori casa”. Era la regola che scandiva la miserrima esistenza quotidiana di tante famiglie di cui il libro ripercorre la storia, fatta soprattutto di poche speranze e infinte paure, sullo sfondo tenebroso di un regime che sembrava incrollabile. Una donna il cui padre era stato arrestato nel 1936 ricorda: “Vivevamo nel terrore di parlare. Mamma diceva sempre che chiunque poteva essere un informatore. Temevamo i nostri vicini, e soprattutto la polizia… ancora oggi, se vedo un poliziotto comincio a tremare per la paura”. Negli anni di Stalin si sopravviveva solo imparando a condurre “una doppia vita”, a parlare sottovoce, ma soprattutto nascondendo agli altri, persino ai propri figli, sentimenti, opinioni, fede religiosa e tutto ciò che poteva entrare in contrasto con le ferree norme che regolavano la vita pubblica e privata dell’Unione Sovietica.
Titolo: Sospetto e silenzio - Vite private nella Russia di Stalin Autore: Orlando Figes Editore: Mondadori
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Attualita` di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere
Il mercato postale svizzero: una lettera di posta B Da quasi 10 anni la legislazione postale è in continua evoluzione. In questo periodo il mercato postale è cambiato notevolmente. I servizi postali, che beneficiavano in precedenza di massicce sovvenzioni, sono diventati un’attività redditizia. La liberalizzazione del mercato dei pacchi Tutto sommato si può dire che il mercato funziona bene. Di questo testimonia anche la soddisfazione dei clienti che, in particolare nel mercato liberalizzato dei pacchi, è in costante aumento. In generale, dopo la liberalizzazione, La Posta Svizzera ha cercato di orientarsi maggiormente verso i clienti e si è sforzata di sviluppare soluzioni innovative. Intanto, anche i nuovi concorrenti, che detengono circa una quota di mercato del 20%, stanno sviluppando la loro rete di punti di accesso ai servizi, ciò che migliora la qualità del servizio su tutto il territorio. Che i settori esposti alla concorrenza inducano La Posta a sviluppare la propria rete di servizi, lo dimostra in modo impressionante il seguente grafico, il quale riassume i costi per i servizi liberi (esposti alla concorrenza) e i costi per il servizio universale (monopolistico). La Posta Svizzera: costi d’esercizio del servizio universale e dei settori aperti alla concorrenza
Fonte: PostReg, rapporti d’attività 2004-2008
Il monopolio sul mercato delle lettere Sul mercato delle lettere, purtroppo, la concorrenza è praticamente inesistente. Verso la fine del 2009, oltre il 90% delle lettere venivano smistate da La Posta Svizzera. Dopo la diminuzione del limite del monopolio a 50g, il 25% delle lettere possono essere spedite da altri operatori. Questa misura ha comportato una riduzione delle
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tariffe, che funge da segnale positivo in vista di un’apertura integrale. Immobilismo politico La scorsa primavera, il Consiglio federale ha licenziato il messaggio per una revisione totale della legislazione postale. In questo messaggio, esso ammette che la politica di apertura perseguita è coronata da successo. Tuttavia, esso ha rivisto al contempo la sua decisione iniziale di aprire completamente il mercato delle lettere nell’ambito della revisione totale della legislazione postale. Questa decisione risulta completamente incomprensibile: per la clientela, l’accesso all’offerta di servizi postali è un bene primordiale. E sui mercati aperti, i vecchi detentori di monopoli non possono chiudere degli uffici postali senza temere di dover immediatamente fronteggiare altri concorrenti che vogliono aumentare le loro quote di mercato. Ne è un esempio la Deutsche Post, che continua a sviluppare la propria rete di filiali dopo la liberalizzazione del mercato. La Svizzera in forte ritardo Dal punto di vista dell’apertura del mercato postale, il nostro Paese è da anni il fanalino di coda dell’Europa. Infatti, la Svezia (1994), la Finlandia (1994), la Gran Bretagna (2006), la Germania (2008) e l’Olanda (2009) hanno già aperto completamente i loro mercati, e tutti gli Stati europei comparabili alla Svizzera lo faranno nel 2011. Contraltare di questa medaglia protezionistica sono le tariffe della Posta Svizzera, le quali figurano tra le più elevate a livello internazionale. Un monopolio che non garantisce posti di lavoro In questi ultimi anni La Posta Svizzera ha soppresso quasi 10'000 posti di lavoro. Questo dato è in sintonia con l’esperienza in altri Paesi, la quale mostra che un monopolio non protegge contro i programmi di riduzione massiccia dei costi e che spesso, mentre gli operatori storici sopprimono degli impieghi, i nuovi attori sul mercato ne creano in misura superiore alla media (rispetto alla quota di mercato). In Svizzera non vi sono ragioni che parlano contro un’apertura completa del mercato postale. Al contrario, i vantaggi derivanti da una misura, per altro già intrapresa da numerose altre nazioni molto simili alla nostra, sarebbero concreti e a beneficio di noi svizzeri, campioni del mondo nella spedizione delle lettere.
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At tualita` di Daniela Lepori, Avenir Suisse
Casse pensioni: casse in pensione?
Daniela Lepori
Sotto quest’accattivante titolo si è svolta venerdì 22 gennaio una serata dedicata alla previdenza professionale organizzata dal Circolo liberale di Cultura Carlo Battaglini e Avenir Suisse alla presenza di una settantina di partecipanti. Un tema molto attuale, affrontato in questo frangente in modo alquanto originale.
Un fumetto sul secondo pilastro: non solo un “gioco” da ragazzi
Avenir Suisse non è nuova a studi o approfondimenti nell’ambito del sistema dei tre pilastri: dopo le pubblicazioni dedicate al futuro dell’Assicurazione Invalidità, dell’AVS e delle prestazioni complementari ecco un prodotto decisamente accattivante: un fumetto sul secondo pilastro. Pertanto, nella prima parte della serata sulle casse pensioni il fumettista Christophe Badoux e il Professor Martin Janssen hanno presentato l’ultima fatica di Avenir Suisse: la think tank ha voluto infatti fare incontrare due mondi de facto molto distanti tra loro, quello dell’illustrazione e quello accademico creando un prodotto straordinario nel suo genere. Il risultato scaturito dalla loro stretta e proficua collaborazione è un fumetto didattico che ha l’intento di illustrare in modo “colorato” e divertente un tema tecnico e complesso: quello del funzionamento delle casse pensioni e delle sue sfide future. Christophe Badoux ha sottolineato come a volte col fumetto sia più facile trattare concetti di primo acchito poco “stuzzicanti” in modo attraente ed ironico ma al tempo stesso in maniera esaustiva, senza banalizzarli. A Martin Janssen è toccato invece il compito più scientifico: quello di completare e spiegare con un certo filo logico gli argomenti toccati nel fumetto. Nel working paper “Il secondo pilastro a un punto di svolta” Janssen spiega passo passo in modo didattico tutti gli elementi del sistema previdenziale professionale, per esempio: com’è nato il secondo pilastro? Cos’è una volta per tutte il tasso di conversione? A cosa è riferito il grado di copertura? Ecc.. Nella discussione avvenuta tra gli autori delle due pubblicazione è stato pure svelato il significato del titolo del fumetto: cosa sono le cinque variabili? Esse rappresen-
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tano gli elementi che determinano l’entità della rendita di vecchiaia: l’età di ingresso nel sistema di previdenza professionale (25 anni), l’entità degli accrediti di vecchiaia, l’età di pensionamento, l’aspettativa di vita e il rendimento degli investimenti durante la fase di costituzione del capitale. Le prime tre variabili sono politicamente influenzabili, le ultime due no e creano pertanto un maggior grado d’incertezza nel sistema.
Tasso di conversione: questo sconosciuto?
Nella seconda parte della serata si è voluto porre maggiormente l’accento sull’immediato futuro delle nostre casse pensioni e allacciarsi all’imminente votazione federale del 7 marzo che chiede l’adeguamento dell’aliquota minima di conversione della previdenza professionale. In apertura Alfredo Fusetti, Senior consultant della ditta PPC metrics ha illustrato al pubblico come si presentano le varie voci del bilancio di una cassa pensione e come questo si modifica attraverso un tasso di conversione adeguato o tramite operazioni d’investimento più o meno rischiose. Al termine del suo esposto Fusetti ha ribadito più volte come a livello strettamente matematico, visto anche il continuo allungamento della speranza di vita a partire dai 65 anni che un abbassamento dell’aliquota di conversione sia auspicabile. D’altra parte il Prof. Mauro Baranzini dell’USI ha tenuto a sottolineare che un SÌ o un NO nell’urna ad inizio marzo non andrà a cambiare di molto le carte in tavola. Secondo Baranzini da sempre vi è comunque in atto un meccanismo di generosità intergenerazionale che mette le persone più anziane nelle condizioni di lasciare in eredità a quelle più giovani una buona parte del loro capitale. Il fumetto didattico dedicato al secondo pilastro «Die fünfte Variable» / «La cinquième variable» di Christophe Badoux è disponibile in francese o tedesco nelle librerie o è ordinabile presso Avenir Suisse (+41 44 445 90 00 oppure assistent@avenir-suisse.ch). Esso è accompagnato dal working paper sul sistema previdenziale professionale del Prof. Martin Janssen «Il secondo pilastro a un punto di svolta» in italiano.
At tualita`
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Mobilità sostenibile: anche nel settore sanitario un valore in crescita L A S C E LTA G I U S TA PER LA SUA AZIENDA
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Nella nostra rubrica dedicata alla mobilità delle aziende in Ticino, abbiamo raccolto testimonianze provenienti da differenti settori. In questo numero di Ticino Business, vi racconteremo come anche il mondo socio-ospedaliero ticinese si sia attivato verso la mobilità sostenibile. Lo faremo presentandovi l’esperienza di due enti che hanno aderito ad arcobaleno aziendale e che rappresentano in maniera importante il ramo sanitario nel nostro Cantone: l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e la Clinica Luganese Natascia Valenta Caposervizio Comunicazione Ente Ospedaliero Cantonale
Cristiano Canuti Responsabile risorse umane Clinica Luganese SA
CLINICA
LUGANESE
Moncucco e San Rocco LUGANESE
Come e quando è nata l’idea di avvicinarsi alla mobilità sostenibile e ad arcobaleno aziendale? La localizzazione dei nostri istituti e le caratteristiche dell'attività ospedaliera, che vede una molteplicità di turni lavorativi nel corso di tutta la giornata, ha sempre dato qualche difficoltà nello sviluppo di iniziative di mobilità sostenibile. Quando è però nata l'offerta arcobaleno aziendale, abbiamo subito aderito all'iniziativa, pensando di fare un'ottima cosa per i collaboratori e di contribuire al miglioramento della mobilità e dell'ambiente.
Nel 2007, la situazione dei posteggi disponibili presso la Clinica, la fusione delle due sedi di Moncucco e San Rocco e l’aumento del personale, ci hanno spinti a riflettere e ad approfondire le soluzioni che avrebbero permesso di ridurre il numero di dipendenti che si recavano al lavoro in auto e che dipendevano dal traffico per giungere in orario. arcobaleno aziendale ha rappresentato sin da subito per noi un’ottima opportunità.
Quale è stato il riscontro verso l’iniziativa da parte dei dipendenti? Nel 2009, primo anno in cui abbiamo aderito ad arcobaleno, sono stati oltre 50 i collaboratori che hanno acquistato un abbonamento annuale. Nei primi mesi del 2010 registriamo una crescita, seppur lenta. Non sono cifre enormi ma è necessario tener conto di una realtà lavorativa che è difficilmente standardizzabile. La maggior parte dei nostri collaboratori non ha un orario di lavoro fisso ma è impiegata a turni. La soddisfazione è comunque ottima.
Dall’avvio del progetto, nel 2008, posso dire che il riscontro è stato ottimo. Sono 99 su circa 400 gli impiegati che hanno sinora approfittato dell’offerta arcobaleno e circa 50 i collaboratori che hanno di conseguenza disdetto il posteggio per utilizzare i trasporti pubblici anziché il proprio mezzo privato.
Avete adottato altre misure in ambito mobilità sostenibile? Cerchiamo, per quanto possibile, di adeguare l'inizio e la fine dei turni lavorativi agli orari dei mezzi pubblici. Inoltre, in alcune sedi, come a Lugano, abbiamo rafforzato l'offerta arcobaleno con supplementi di contributo.
Abbiamo ridotto la sovvenzione indiretta per i posteggi, aumentando il nostro contributo per l’acquisto di arcobaleno aziendale. Il prezzo del parcheggio è cresciuto, avvicinandosi ai costi reali della zona ed incentivando ulteriormente l’utilizzo dei mezzi pubblici.
Avete in previsione in questo ambito nuove iniziative per il futuro? Certamente è nostra volontà continuare a proporre iniziative di sensibilizzazione e a cercare soluzioni innovative nell'ambito dei trasporti pubblici.
Per valutare altre iniziative è stata realizzata un’indagine interna sulla mobilità. La riflessione continua e la volontà di migliorarsi ancora è forte. Il nostro settore, con turni di lavoro variabili e orari di inizio e fine non convenzionali, è una realtà particolare: un adattamento in questo senso potrà contribuire ad un ulteriore miglioramento.
Il valore della mobilità sostenibile e della sostenibilità in generale per voi e per il vostro settore? La difesa dell'ambiente è un valore perfettamente allineato con i nostri valori e con i nostri scopi. Ci occupiamo di salute: preservare lo stato dell'aria è un modo per contribuire al benessere della comunità in cui viviamo. L'utilizzo dei mezzi pubblici è inoltre fonte di riduzione dello stress causato dalla circolazione stradale: anche questo migliora il nostro stato generale di salute. Sembra un paradosso ma saremmo felici se i nostri ospedali fossero vuoti.
La mobilità sostenibile e la sostenibilità in generale hanno una duplice importanza. Oltre a quelle che possono essere le più nobili motivazioni di carattere ambientale e di rispetto altrui, si aggiungono, per il nostro settore, altre esigenze che ben si sposano con la sostenibilità. Penso in particolare all’importanza di sapere che i propri collaboratori possono arrivare puntuali, riposati ed in sicurezza al lavoro e alla rilevanza degli aspetti economici sviluppati dal risparmio energetico e dal riciclaggio.
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At tualita`
Svizzera italiana: un’economia oltre la piazza finanziaria Presentato a Milano lo scorso 17 febbraio al Centro Svizzero di Via Palestro 2 (sede della Camera di commercio svizzera a Milano) il Reportage Ticino - "Svizzera italiana, un'economia oltre la piazza finanziaria” realizzato da Vox Media Partner, che è apparso sul settimanale economico Il Mondo, del Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera il 5 febbraio 2010. Durante l’evento di presentazione è stato ribadito come il Ticino presenti centri d’eccellenza in differenti settori, e non si limiti solo alla terza piazza finanziaria svizzera: grande carattere, diverse potenzialità di sviluppo, terra fertile per l’insediamento di PMI, buone condizioni quadro… realtà interessante anche per la vicina Lombardia. Sono intervenuti: Giorgio Berner, Presidente della Camera di commercio svizzera in Italia, On. Gabriele Gendotti, Presidente del Consiglio di Stato del Cantone Ticino, On. Giorgio Giudici, Sindaco di Lugano, S. E. David Vogelsanger, Console generale svizzero a Milano e Franco Ambrosetti, Presidente Cc-Ti, di cui vi proponiamo di seguito l’intervento integrale. Nel ’99 quando ero Consigliere d’amministrazione di SCOM, appena divenuta parzialmente privata, lanciammo un’operazione con importanti esponenti alla telefonia italiana per entrare su questo mercato. In quell’occasione un funzionario di Berna si presentò qui al centro svizzero per un incontro ai massimi livelli vestito con un abito di cotone leggero. Era il 10 dicembre, c’erano 6 gradi, a Milano quella mattina. Capii una cosa che nei molti anni passati nella Svizzera tedesca mi era completamente sfuggita: nell’Amministrazione federale molti funzionari non sanno come è veramente l’Italia. Ne conoscono solo lo stereotipo spaghetti, Colosseo, Fellini e trasporti pubblici inaffidabili. È l’espressione di una mentalità, di una cultura rivolta verso Nord, cioè verso Germania, Francia, Austria o Bruxelles. Il Sud è lontano e le Alpi sono l’ostacolo naturale che lo rendono ancora più distante. Il fatto che un raddoppio della galleria autostradale del Gottardo sia così poco sentito, spesso osteggiato nonostante le difficoltà che provoca alla libera circolazione europea è un’altra prova di questo disinteresse involontario e che si aggiunge all’opposizione ferma dei Verdi. Quando lo scudo Tremonti fu introdotto (sia il primo che il secondo), il Ticino fu l’unico Cantone che reagì in modo fermo, mentre Berna volgeva gli occhi altrove poco interessata alle conseguenze della misura sul Paese. È vero, che a prima vista l’Italia può apparire di difficile comprensione, vista nell’ottica di una cultura Nordica. È vero pure che i nostri politici italofoni in parlamento, poco o nulla fanno per facilitarne la comprensione anche per chi è distante dalla cultura latino-mediterranea, dimenticando forse che 600'000 italiani di prima e seconda, a volta terza generazione hanno scelto la Svizzera come loro casa. A livello privato, invece non esistono problemi tra Italia e Svizzera, le grandi aziende elvetiche come Nestlè, Novartis, ABB, Swisscom, alcune banche e assicurazioni sono perfettamente integrate nel tessuto economico italiano e danno lavoro a migliaia di persone. Ciò vale anche per aziende italiane in Svizzera presenti in molti settori del secondario e del terziario, soprattutto in Ticino (Logistica! Banche). A livello istituzionale invece, a parte le solite retoriche affermazioni plateali di amicizia fra i due Paesi, i rapporti non sono gli stessi che vigono con per esempio Francia e Germania, in termini di frequenza e intensità. Il fatto che i ministri delle finanze ed economia dei Paesi
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citati, siano a Berna con una certa regolarità mentre nessun ministro italiano sia venuto in visita nella capitale federale negli ultimi 20 anni la dice lunga sulla disattenzione della politica federale verso il nostro secondo partner commerciale dopo la Germania. L’Italia è un grande Paese con 60 milioni di abitanti di cui la parte più benestante e innovativa è a 30 km da Lugano e 400 da Berna. Spiace vedere che pure la diplomazia faccia fatica ad operare in queste condizioni nonostante la serietà, la professionalità e l’alto livello dei nostri rappresentanti diplomatici in Italia. A questa assenza di una politica estera consistente verso l’Italia si può ovviare in due modi. Uno: a livello politico cercando di svegliare Berna dal letargo in cui giace, attraverso l’intervento della deputazione ticinese nel parlamento federale insieme ad un’attività intensa e concertata, con il nostro governo cantonale. Due: conoscendo i tempi della politica dobbiamo muoverci a livello privato. Come associazioni economiche vogliamo portare a conoscenza della Lombardia le nostre potenzialità, creare una fattiva collaborazione operativa, con la Camera di commercio Svizzera in Italia e altre istituzioni svizzere presenti sul territorio attivando una rappresentanza stabile a Milano. Lo scopo è duplice: far conoscere meglio il Ticino economico in Lombardia e al Ticino la forza dell’economia lombarda. Entrambi abbiamo qualcosa da esportare. La NEAT trasversale alpina (52 km di galleria sotto il massiccio del Gottardo), sarà un passo importante per unire Ticino e Milano; nei consorzi che la realizzano sono presenti per miliardi di franchi aziende italiane. Per l’economia ticinese la Lombardia può essere portatrice di grandi opportunità ed è compito della Cc-Ti di renderle possibili. Così come è nostro compito far conoscere il nostro Cantone che, non è solo banche, finanziarie e avvocati. La terziarizzazione che ha reso moderna l’economia ticinese contribuisce oggi per il 72% alla formazione del PIL cantonale (14 miliardi), tenderà ad aumentare le condizioni quadro che già sono buone, riferite alla burocrazia leggera, alla facilità di aprire aziende, allo spirito di collaborazione delle istituzioni economiche statali e private, alla flessibilità del mercato del lavoro, all’alta produttività del lavoro, dovranno migliorare ulteriormente per esempio nella fiscalità. Perché? Perché c’è una forte concorrenza fra Cantoni in questo settore come Zugo, Svitto, Obvaldo, Grigioni, e per esempio Lucerna che è scesa all’1.5% con la tassazione sui redditi d’imprese. Il nostro Cantone dovrà forzatamente accettare le regole della concorrenza cantonale e internazionale e noi Cc-Ti continueremo a far pressione per accelerare i tempi. Certo la fiscalità non è l’unico punto importante per definire l’attrattivi del Ticino. Noi offriamo sicurezza, efficienza, qualità di vita, paesaggio magnifico, infrastrutture efficaci, cultura e fantasia mediterranea, serietà e rigore svizzeri. Vorremmo che ciò fosse noto anche qui e per questo che pensiamo ad una rappresentanza stabile a Milano. Il Cantone è a conoscenza del fatto che potrà agganciarsi a questo progetto quando e come lo vorrà; aggiungo che altre Camere di commercio svizzere (Vallese e Vaud) sono interessate ad accompagnarci in questa operazione. Per renderci attivi anche verso Nord abbiamo ora un nostro rappresentante a Berna che opererà come lobbysta per spiegare gli interessi del Ticino economico compresi quelli verso Sud. Insomma ci muoviamo con determinazione, con spirito pragmatico per superare la lentezza endemica della politica che ha fini e mezzi diversi gestiti con istituzioni molto meno leggere della nostra, seguendo il motto “chi fa da sé, fa per tre”. Noi pensiamo, e concludo, che il Ticino sia una cerniera tra Nord e Sud, tra la Svizzera confederata e il Nord Italia. Vogliamo che questo ruolo venga svolto in modo efficace. E poi: dobbiamo muoverci in fretta. Einstein diceva: “non penso mai al futuro. Arriva così presto”. Per noi, è già tardi.
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At tualita` di Lisa Pantini
Tutte le news di ASPASI L’Associazione Passeggeri Aerei Svizzera Italiana presenta un nuovo sito web e alcune novità
Filippo Lombardi, Presidente ASPASI
Un portale web rinnovato, sconti sui voli e più dinamismo. L’Associazione Passeggeri Aerei Svizzera Italiana, costituita nel 1983, ha lo scopo di promuovere gli interessi e i diritti dei passeggeri aerei della svizzera italiana, occupandosi, in particolare, di uno sviluppo efficiente e rispettoso dell'ambiente del traffico aereo di linea da e per il Ticino e dei relativi servizi nell'interesse sia dei passeggeri sia, più in generale, dell'economia della Svizzera Italiana. Essa raggruppa diverse aziende, istituzioni e personalità dell’economia ticinese che hanno a cuore gli interessi del settore dell’aviazione civile in Ticino, il potenziamento ed il sostegno della struttura aeroportuale esistente. Inoltre si batte per la difesa degli interessi degli utenti dell'aviazione civile che collega la Svizzera italiana alle più svariate destinazioni aeree, ovvero gli interessi dei passeggeri nei confronti delle compagnie aeree e dei servizi aeroportuali. Il potenziamento ed il miglioramento dei servizi della struttura di Lugano – Agno è uno dei punti di maggior interesse per ASPASI. L’aeroporto non solo è un fiore all’occhiello per l’economia ticinese, che collega il Ticino ad importanti centri finanziari svizzeri ed internazionali, ma si pone quale importante datore di lavoro per la zona del Luganese, occupando nel complesso di tutte le attività più di 300 dipendenti. ASPASI sta operando da tempo in collaborazione con Lugano Airport – società che gestisce l’aeroporto luganese – con il fine di un sostegno alla struttura dello scalo e la promozione dello stesso, battendosi per l’allungamento della pista e il posizionamento delle luci guida e di avvicinamento.
Inoltre l’Associazione sta portando avanti una politica strategica di promozione dell’immagine e dei servizi sia a livello infrastrutturale (migliorie agli impianti e all’organizzazione), come anche di accoglienza (come ad esempio la creazione di una sala VIP, il miglioramento della gestione del tempo dei passeggeri – bar, zona “relax” –, parcheggio, ecc.). In quest’ottica bisogna leggere il potenziamento del sito web www.aspasi.ch, che presenta, oltre alle ultime news e alla parte istituzionale che presenta l’Associazione, anche una sezione dedicata ad utili informazioni per i viaggiatori, nonché interessanti promozioni periodiche. Infine segnaliamo la prossima Assemblea generale ASPASI che si terrà il 30 aprile presso il Circolo Velico di Lugano. Gli interessati troveranno tutte le informazioni sul sito www.aspasi.ch. Per maggiori informazioni: ASPASI - Associazione Passeggeri Aerei Svizzera Italiana c/o Unifinance Via Pioda 14 6900 Lugano Tel. +41 76 369 08 55 www.aspasi.ch
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Eventi Testimonianze raccolte da Lisa Pantini
Giappone e Svizzera: facciamo il punto della situazione Ha riscontrato un grande successo di pubblico e le relazioni presentate hanno messo in luce diversi aspetti dell’economia giapponese e del fare affari con il Paese nipponico. Vi proponiamo su queste pagine due testimonianze di relatori che abbiamo avuto quali ospiti durante l’evento del 1° marzo scorso, Giangiacomo Colleoni, CEO di RKB Europe SA di Balerna, e Andrea Cuccolini, Responsabile Operations di Giorgio Armani S.P.A., Milano, Swiss Branch di Mendrisio. Si tratta di due dirigenti aziendali, le cui imprese operano da tempo in Giappone. In seguito vi proporremo un'interessante intervista con la Signora Kyoko Nesa, Rappresentante dell’Associazione «Camelia Club Giapponese», che approfondirà gli aspetti delle usanze nipponiche, spiegandoci quali gaffes andrebbero evitate
Il punto di vista di un’azienda ad alto valore aggiunto tecnologico Testimonianza di Giangiacomo Colleoni, CEO di RKB Europe SA di Balerna RKB Bearing Industries è un produttore svizzero di cuscinetti volventi industriali specializzato in tipologie tecnologiche per l’industria pesante. Si tratta quindi di industria, di meccanica di precisione, di componentistica strategica. Oggi il network RKB si estende in oltre 50 Paesi e 4 continenti. La collaborazione con il Giappone risale a Giangiacomo Colleoni oltre cinquant’anni fa. Abbiamo agito su due piani: come importatori di prodotti, ma anche di servizi e tecnologie. Infatti dal Giappone abbiamo introdotto in Europa il completamento della nostra gamma di prodotto, ma anche tecnologia e know-how di produzione, che nel tempo ci hanno permesso di consolidare i nostri stabilimenti delocalizzati in Cina e il nostro dipartimento tecnico di Balerna, R&D inclusa.
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A partire dagli anni ‘90 siamo arrivati ad una svolta decisiva, che ci ha consentito di esportare anche in Giappone e di montare i nostri prodotti sui macchinari dei più grandi keiretsu nipponici. Per RKB il Giappone ha significato, e significa, tecnologia, precisione, kaizen, e quello spirito che ha portato l’economia giapponese dagli anni ‘50 in poi ad un progresso industriale di assoluto rilievo. Per capire più in generale la mentalità ed il metodo lavorativo dei giapponesi si può fare riferimento al
celebre “Toyota way”, metodo di condotta basato su valori quali serietà, disciplina, rigore, devozione, fedeltà, impegno e ambizione. Questi gli assi portanti di un modello che ha saputo adattarsi ai diversi cicli e scenari che si sono susseguiti nel tempo. Gli ostacoli per gli occidentali sono sicuramente di ordine culturale. Partendo da una curva di apprendimento strutturata in modo diverso, è necessario avere pazienza e investire risorse e tempo per meglio comprendere gli interlocutori. A livello industriale il Giappone ha cominciato come importatore di idee nel dopoguerra. Nell’immaginario collettivo degli anni ‘60 e ‘70 il Giappone rappresentava un sistema organizzativo improntato principalmente ad attingere e copiare dalle economie più
avanzate. Poi, con il tempo, esso ha dimostrato la propria capacità di eccellere in ambito tecnico e tecnologico. Forse la creatività non è il punto di forza dei giapponesi, ma sicuramente la mentalità del “continuo miglioramento” ha portato il Giappone dove si trova oggi: la terza economia globale, sebbene priva di materie prime, relativamente estesa e geograficamente isolata. Il futuro è un tema di interesse anche per il Giappone, dove si sta assistendo ad un cambio generazionale. La nuova classe dirigente sarà costituita da giovani cresciuti nell’era globale, ma influenzati dalla tradizione. È logico dunque aspettarsi un cambiamento sensibile nei prossimi decenni rispetto all’attuale modello capitalista.
L’esperienza di un Manager del Lusso in Giappone Testimonianza di Andrea Cuccolini, Responsabile Operations, Giorgio Armani S.P.A. Milano, Swiss Branch Mendrisio Il Giappone è un affascinante e particolare paese sotto molti punti di vista. L’angolo di osservazione che troverete in questo articolo è quello di un Manager del mondo del lusso, con 17 anni di esperienza nell’area delle operations, che ha avuto l’opportunità sia per lavoro che per motivi personali di conoscere in maniera più approfondita Andrea Cuccolini questo splendido Paese. La prima cosa che colpisce quando si arriva a Tokio è l’ordine, la precisione, la pulizia. Ogni cosa è al suo posto, poco o nulla è lasciato al caso. Pur nella vastità e nella complessità di una megalopoli, la città è accogliente, ordinata, i servizi di trasporto puntuali ed efficienti, le infrastrutture logistiche adeguate ai fabbisogni. Per darvi un esempio concreto la mappa della metropolitana di Tokio, è un simbolo ed un esempio di questa città e del sistema Giappone. La complessità è impressionante, ma la risposta è chiara semplice, ordinata, perfino comprensibile ad un europeo che non parli giapponese e che si avventuri per la prima volta in una delle metropolitane più grandi ed efficienti del mondo. Nella cultura giapponese il problema complesso viene sezionato, compreso nelle sue parti, visto in tutte le sue relazioni, ridotto ad un minimo comun denominatore dove l’ordine, la chiarezza, le regole rendono semplice la frizione di un servizio.
Nell’esempio della metropolitana una volta compresi i punti di partenza e di arrivo delle varie linee tutto diventa chiaro e si rimane impressionati dalla puntualità, pulizia, sicurezza. Ma, rimane saggio, come in tutte le città del mondo, evitare le ore di punta! Ma veniamo al business del lusso. Per anni i giapponesi hanno rappresentato la forza trainante delle vendite di prodotti di lusso nel mondo. La passione dei compratori giapponesi verso i prodotti di lusso è leggendaria ed impressionante. In tutte le capitali del mondo una grande percentuale di acquisti può essere ricondotta ai turisti giapponesi che hanno determinato il successo o meno di una azienda non solo in Giappone, ma in tutto il mondo. I giapponesi esigono però molto dai prodotti di lusso: qualità senza compromessi, coerenza dei valori del brand nel tempo, servizi al cliente sempre al top. I giapponesi hanno un rapporto intimo con la qualità del prodotto, la richiedono, la verificano e la pretendono e se viene meno esigono risposte tempestive, scuse formali e spiegazioni chiare del perché sia venuta meno. Ovviamente la qualità del prodotto in una azienda del lusso è sempre strategica ed importante ed è un valore assoluto in tutti i mercati di vendita, ma in Giappone le aspettative sono più alte che in ogni altra parte del mondo. Del pari le conseguenze di una qualità percepita non all’altezza sono in Giappone molto più penalizzanti che altrove. Solo le aziende che hanno saputo mantenere altissimo il valore del brand e la qualità intrinseca del prodotto sono riuscite ai giorni nostri, e di fronte ad una crisi senza precedenti che ha scosso le fondamenta stesse
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Eventi Testimonianze raccolte da Lisa Pantini
del mondo del lusso, a mantenere le posizioni e a migliorare le proprie quote di mercato. Il consumatore giapponese non si accontenta di osservare la perfezione del capo o dell’ accessorio all’esterno, lo verifica soprattutto e minuziosamente anche all’interno, nei punti più nascosti, ad esempio nelle cuciture interne delle maniche, nelle cuciture delle tasche degli abiti e delle borse. I bottoni devono essere ben assicurati, le zip devono scorrere bene per tutta la lunghezza della borsa, i tacchi devono essere esattamente identici, i tessuti senza imperfezioni. È come se ogni consumatore giapponese si trasformasse in un tecnico della qualità molto esigente. Per questo motivo tutto ciò che non è simmetrico deve avere una ottima spiegazione, una varianza di colore deve essere spiegata e compresa, tonalità diverse sulla stessa pelle devono essere intrinsecamente legate al materiale utilizzato e spiegate in dettaglio. Le pelli naturali e la loro sensibilità agli agenti atmosferici ed ai piccoli graffi devono essere spiegati con note inserite nel prodotto e rafforzate al momento della vendita da parte del commesso. Nulla può essere lasciato al caso. Dalla presentazione della collezione a tutti i coinvolti nella catena della vendita, alla produzione, al controllo qualità alla logistica del magazzino centrale e del magazzino locale in Giappone, ai trasporti domestici in Giappone, allo stoccaggio in negozio, alla presentazione nel display, alle etichette prodotto e “care instructions” fino alle parole del commesso che deve aver compreso perfettamente il prodotto per poterlo presentare ad un consumatore estremamente esigente ed attento. Se uno di questi anelli non è collegato al successivo i problemi sono assicurati e con essi le scuse formali per evitare di perdere il consumatore. Un aspetto curioso, ma estremamente complesso e costoso da risolvere riguarda la fobia dei giapponesi nel rinvenire una parte metallica di qualsiasi tipo nel prodotto acquistato. Mentre in tutto il resto del mondo a fronte del ritrovamento di uno spillo non accade, di norma, nulla di particolare e nel caso delle camicie è il consumatore stesso che provvede ad eliminare gli spilli dopo l’acquisto, in Giappone il ritrovamento di uno spillo da parte di un consumatore è una cosa gravissima che porta spesso lo stesso Presidente della società a scusarsi personalmente con il consumatore o con la catena distributrice dei prodotti. Mi è stato raccontato diversi anni fa che il tutto sia nato da un serio incidente che ha colpito una cliente VIP in Giappone dopo l’acquisto di un abito.
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Da allora ogni marchio del lusso e non solo deve sottostare a regole ferree per eliminare la presenza di parti metalliche in tutto il processo produttivo. Ad esempio le camicie vengono piegate senza l’utilizzo di nessuna parte metallica. Oltre a tutte queste attenzioni o in uscita dalle fabbriche, al momento del collaudo finale, o in entrata nei magazzini distributivi in Giappone i prodotti vengono sottoposti al controllo di scanner manuali molto sensibili ed in alcuni casi di veri e propri macchinari xray che come all’aeroporto controllano la presenza di parti metalliche nascoste all’interno degli orli o dentro le tasche. In ambito più propriamente logistico il Giappone è la terra del Kaizen, metodologia di miglioramento continuo che coinvolge l’intera struttura aziendale. Viene sempre ricercato il meglio attraverso il cambiamento continuo. Tutta la struttura partecipa al cambiamento, chiunque può dare suggerimenti e contribuire al successo del progetto. La specializzazione e l’attenzione al dettaglio porta ad un utilizzo intensivo di mano d’opera per esempio all’interno dei magazzini giapponesi di distribuzione, ma nel contempo la condivisione degli obbiettivi ed il fatto che tutti possano proporre miglioramenti rende più facile il miglioramento del processo, l’eliminazione di fasi inutili e la motivazione del personale impiegato. Concludendo, tutto il sistema Giappone è imperniato su poche e semplici regole chiave comprese le quali qualsiasi azienda del lusso può avere successo anche in questi periodi di grande difficoltà, ma occorre saper ascoltare con grande umiltà, mai dare nulla per scontato e mantenere un ferreo controllo su quegli elementi distintivi del marchio che fanno la differenza in questo Paese.
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Eventi Intervista di Lisa Pantini con Kyoko Nesa, Rappresentante dell’Associazione «Camelia Club Giapponese» di Lugano
Il Paese del Sol Levante: diamo un’occhiata a cultura e gaffes ricorrenti Concludiamo questo approfondimento sul Giappone con un’intervista alla Signora Kyoko Nesa, che ci parlerà degli Kyoko Nesa aspetti più importanti, comuni e curiosi della cultura giapponese. L’ultima relazione dell’evento camerale “Giappone e Svizzera: due Paesi geograficamente lontani, ma economicamente vicini” verteva sugli aspetti culturali nel fare affari con il Giappone, come trattare e concludere un affare, quali ostacoli superare, quali gaffes evitare. Il ritmo della vita, la religione, il clima e la cultura stessa, come condurre una transazione d’affari, ecc. sono tematiche che influenzano le diversità che un occidentale può riscontare in un viaggio d’affari nel Paese del Sol Levante. Dunque, onde evitare spiacevoli equivoci e situazioni imbarazzanti è bene sapere che spesso noi occidentali agiamo senza pensare, poiché le nostre azioni sono frutto di abitudini. Infatti basta poco per commettere un errore. Le nostre mosse sono atti che compiamo ordinariamente, che ci sono state insegnate come norme di buona educazione o come prassi regolari per una transazione d’affari. Abbiamo ripercorso i punti salienti della presentazione con questa intervista, che vi proponiamo di seguito. Signora Nesa, quali sono i punti chiave della cultura giapponese nella gestione di una trattativa d’affari a cui occorre prestare attenzione per un occidentale?
“I giapponesi considerano la Svizzera uno dei Paesi più affidabili, questo è già un grande vantaggio per entrare in affari con il Giappone. Durante gli incontri d’affari è meglio presentarsi con un biglietto da visita. Non è ritenuto molto importante che titolo di studio si abbia ottenuto, a meno che sia in un campo molto specializzato, invece è
fondamentale specificare a quale società si appartiene e che ruolo si ricopre nell’azienda. Per le trattative d’affari bisogna avere grande pazienza. È molto importante essere all'altezza della situazione per rispondere in modo completo ed esaustivo alle loro domande. La persona deve essere quindi perfettamente a conoscenza del funzionamento della struttura della sua azienda. Risposte vaghe o l'assenza di una risposta saranno male interpretati dal vostro interlocutore. Per concludere un affare, i giapponesi fanno molte riunioni in tutte le sezioni – a più livelli – e spesso non può decidere solo una sezione, in quanto occorre il consenso dell’Amministrazione. La gerarchia aziendale è ben strutturata, e a volte diventa un ostacolo per le trattative d’affari. Una volta concluso l’affare però, il legame diventa stretto, fiducioso e proficuo. Per mantenere la fiducia bisogna essere puntuali nelle consegne e nei pagamenti. La maggior parte delle aziende giapponesi hanno la chiusura di bilancio come le scuole, cioè dal 1° aprile al 31 marzo”.
Cosa ci può dire invece sull’importanza data al tempo ed alla puntualità?
“Chi ha già visitato il Giappone sarà stato sicuramente impressionato da quanto sono puntuali i treni. Oltre ad essere puntuali con il tempo, si fermano anche esattamente dove sono indicate le porte sul marciapiede. A parte questa puntualità vi è anche un servizio di consegna molto efficace, uno di questi è chiamato «Takkyûbin». Faccio alcuni esempi su come i giapponesi sono abituati quotidianamente al servizio: 1) una persona che abita in un paesino rurale vuole mandare un cesto con un po’ del raccolto di frutta ad un suo famigliare che abita lontano. Basta un negozietto vicino a dove abita che abbia un contratto con una ditta di spedizione, gli viene consegnato il pacco indicando solamente il giorno e l’ora in cui deve essere consegnato al destinatario. Così, con cura e velocità, il pacco viene consegnato esattamente come desiderato; 2) un altro esempio è per chi vuole prendere l’aereo e porta con sé tanti bagagli. La ditta di spedizione verrà a ritirare i bagagli a domicilio all’ora desiderata, che saranno riconsegnati allo sportello più vicino check-in dell’aeroporto. I servizi di assistenza dopo l’acquisto di merci e gli addetti alle informazioni sono molto efficaci. In Giappone il Servizio al cliente è fondamentale per avere successo negli affari”.
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Eventi Intervista di Lisa Pantini con Kyoko Nesa, Rappresentante dell’Associazione «Camelia Club Giapponese» di Lugano
Ci sono delle particolarità riferite all’abbigliamento?
dato che ci sono numerosi ristoranti in «stile europeo». I ristoranti in stile popolare giapponese sono a buon mercato e sono molto variati. Per chi cerca invece qualche cosa molto particolare, come il pesce palla («Fugu») – che a causa del suo veleno mortale viene preparato solo da un cuoco altamente qualificato –, deve essere disposto a pagare un prezzo piuttosto elevato. Sono ancora tante le famiglie che già a colazione mangiano riso, minestra di miso, pesce e verdura. La tipica casalinga si alza presto la mattina e prepara la colazione e addirittura il pranzo da portare al lavoro o alla scuola per i figli. Il ruolo della donna nella famiglia è determinante. Visto da fuori, il Giappone sembra essere una società prettamente ma-
troppo l’aria condizionata, è stata introdotta questa soluzione. Se capita di partecipare ad un funerale ci si veste in nero, con cravatta nera. Il Kimono, oltre al modo da vestirsi occidentale, viene usato ancora oggi in diversi occasioni: Capodanno, le Feste estive (come andare a vedere i fuochi d’artificio) e la Cerimonia dei «20 anni», età in cui in Giappone un ragazzo viene considerato adulto; e tanti altri momenti e ricorrenze. Vi sono ancora delle professioni dove il Kimono viene regolarmente indossato”.
schile, ma in realtà sono le donne che fanno andare avanti l’economia domestica e l’educazione dei figli. In molte famiglie, il marito riceve la paghetta dalla moglie. Però questo modello sta cambiando visto che più donne lavorano come gli uomini nella società. Dunque questa forza femminile è fondamentale”.
“Per un colloquio aziendale ci si veste sempre con un completo nero o blu scuro sia per le donne che per gli uomini. Tante scuole hanno la loro uniforme. Ultimamente ci sono sempre più aziende che introducono «il giorno senza giacca e cravatta». Specialmente d’estate, in ufficio, gli uomini si vestono in modo più informale, con abbigliamento leggero, chiamato «Cool BIZ». In estate essendo umido si sentono molto più il caldo e l’afa. Gli uomini hanno sempre caldo e per loro bisogna accendere i climatizzatori raffreddando l’ufficio, e le donne ne soffrono. Per equilibrare la temperatura e non utilizzare
Quali sono le usanze che riguardano l’alimentazione (cibo/bevande)?
“Dopo il lavoro si esce spesso con i colleghi, se il capo è anche presente, allora è quasi un obbligo stare insieme. Nei locali si beve tanta birra, saké, whisky e, da diverso tempo, anche il vino sta prendendo piede tra le bevande,
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Come è visto l’argomento «religione»?
“Se avete avuto occasione di chiedere ad un giapponese di che religione è, non avrete certamente avuto una risposta esatta o soddisfacente, perché il giapponese stesso non può definire la propria religione. Il Buddismo e il Buddismo Zen e lo Scintoismo sono mischiati. Per il Buddismo è più importante la salvezza del proprio spirito, ma lo Scintoismo da importanza alla comunità, poiché originalmente «Scintoismo» significa antenati deificati, spiritualità della natura
e dei luoghi. Ogni piccolo Paese ha luoghi sacri o Dei che proteggono campi e abitazioni. Partendo da questo culto ci sono protettori di ogni genere, come per gli affari, lo studio, la felicità e la salute. Il 25 dicembre si celebra il Natale come i Cristiani e il 31 dicembre per calmare gli spiriti che sono dentro di noi, ci si reca al tempio e si prega come Buddista. Passati all’anno nuovo ci si reca al santuario per augurare il miglior anno nuovo come Scintoista”.
Infine, quali sono le gaffes più comuni che andrebbero evitate? “Ve ne elenco alcuni.
• Durante un aperitivo fate il saluto con il bicchiere a mano levata ma non dite mai «Cin Cin», perché scoppierebbero tutti a ridere. Vi faccio scoprire da soli che cosa effettivamente significhi questa parola in giapponese. Imparate a dire «Kanpai», così sarete sicurissimi di non sbagliare. • Quando vi presentate ad un giapponese potete dargli la mano oppure fare un inchino. Nella cultura giapponese più l’inchino è profondo, più alta è la stima verso la persona che vi sta davanti. • Per uno straniero non è scontato capire subito se la persona che le sta davanti vi sta dicendo «Sì o No». In giapponese non necessariamente il dire Sì o annuire con la testa vuole essere affermativo. Questo modo di comportarsi può causare malintesi. • Per mangiare la pasta con i bastoncini è permesso aspirarla rumorosamente e non è segno di maleducazione, in questo modo si beve anche il tè giapponese. • Nel tè verde non si mette mai lo zucchero, né il latte né il limone. Se volete spaventare i giapponesi provate a farlo. • Per prendere un treno regionale o la metropolitana prestate attenzione specialmente alle fasce orarie di punta. Ci sono i vagoni solo per le donne, con la scritta «Women only», chiaramente anche in lingua giapponese. • Sui treni è assolutamente proibito parlare al cellulare, ma si possono mandare sms e guardare la televisione, basta che lo si faccia in silenzio. • Fumare nelle stazioni e nei luoghi pubblici è proibito. Addirittura è proibito fumare sui marciapiedi della stazione. Nei luoghi affollati all’aperto si viene invitati a non fumare e in tanti quartieri di Tokyo è proibito buttare il mozzicone di sigaretta sulla strada. Esistono comunque tanti ristoranti per fumatori. • Se siete invitati a casa di giapponesi toglietevi le scarpe, perché entrare con le scarpe significa arrecare massima offesa. • Se avete occasione di soggiornare in una casa privata, vi verrà chiesto se volete fare il bagno, non perché puzziate, ma perché è segno di ospitalità molto cortese verso l’ospite. L’acqua del bagno è per tutta la famiglia, prima ci si lava fuori dalla vasca e poi si entra per scaldarsi e rilassarsi, senza sapone, quindi finito il bagno non si deve mai togliere l’acqua”.
Lo Shinkansen, il treno super rapido giapponese
Ecco cosa si scorge su alcuni marciapiedi in Giappone: il divieto di non fumare camminando e di buttare i rifiuti per terra
Questi due orologi segnano l’ora d’entrata di una commissione e l’ora a cui si può ritirarla (è riferito ad un negozio che sviluppa fotografie)
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Eventi
Russia: from boom to gloom? Organizzato da:
Partner e sponsor dell’evento:
Data: 22 marzo 2010 Ora: 16.30 – 18.00 Networking-apero: 18.00 – 18.30 Luogo: Hotel Parco Paradiso, Lugano La Federazione Russa è la nazione più grande del mondo e si estende tra l'Europa e l'Asia. È anche è uno degli Stati più ricchi di materie prime: vi si estraggono infatti grandi quantitativi di petrolio, gas naturale, ferro, carbone, pietre preziose, ecc.. Il mercato energetico (petrolio e gas naturale) ammonta ad un terzo della produzione industriale e rappresenta pertanto il settore più importante dell’economia del Paese. Il settore manifatturiero e le piccole realtà industriali sono invece in fase di crescita e di consolidamento, in quanto per ovvi motivi storici la cultura imprenditoriale non si è ancora affermata. Dal 1999, il PIL è cresciuto in media del 6% l’anno (2008: 5,6%). Fino a metà 2008, i motori della crescita sono stati l’elevato consumo interno nonché le entrate provenienti dal settore energetico: quest’ultimo, tramite tasse, dazi all’esportazione e altri tributi rappresentava ben il 30% del PIL. Sempre nel 2008, le esportazioni russe verso altri Paesi si sono attestate a 468 miliardi di dollari: tra i principali partner figuravano Olanda (12,1%), Italia (8,9%) e Germania (7%). La quota d’esportazione verso la Svizzera è cifrata al 2,1% (soprattutto metalli, metalli nobili e prodotti chimici). Le importazioni ammontavano a 266,9 miliardi di dollari, provenienti soprattutto da Cina (13%), Germania (12,8%) e Giappone (7%), mentre dalla Svizzera proveniva solo lo 0,9% delle merci (prodotti chimici, macchinari, strumenti di precisione). Si evince pertanto che le opportunità d’affari per le nostre aziende sono molteplici nei più svariati settori. La crisi economica del 2009 ha colpito duramente la Russia: i consumi e i prezzi delle risorse energetiche sono infatti calati vertiginosamente, mettendolo in difficoltà. Per quanto riguarda i rapporti commerciali con la Svizzera, i dati completi inerenti al 2009 non sono ancora disponibili, tuttavia nei primi 11 mesi dello scorso anno, le importazioni dal nostro Paese sono diminuite del 38% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente attestandosi a 625 milioni di franchi. Questa diminuzione è dovuta soprattutto alla contrazione del 30% delle importazioni di metalli preziosi. Le esportazioni elvetiche verso la Russia sono diminuite del 32%, raggiungendo quota 2 miliardi. Il calo delle esportazioni si è registrato soprattutto nei prodotti farmaceutici (-11%), nei macchinari (-40%) e negli orologi (-55%).
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Ma fino a che punto la grande potenza russa ha sofferto e soffre tuttora? E quali opportunità si offrono ora alle aziende elvetiche? È quanto Camera di commercio, industria, artigianato e servizi del Cantone Ticino, assieme ai suoi partner Osec, Credit Suisse, DB Schenker Svizzera SA e Zurigo Assicurazioni intendono analizzare in occasione dell’incontro informativo “Russia: from boom to gloom?” che si terrà il 22 marzo 2010 presso l’Hotel Parco Paradiso, avvalendosi inoltre della testimonianza di una nota azienda ticinese attiva su questo mercato. L’evento si terrà prevalentemente in lingua inglese. Riprendendo la formula utilizzata nel 2009 per gli eventi dedicati ai Paesi del Golfo, l’incontro del 22 marzo è solo il primo di una serie di pomeriggi informativi dedicati al mercato russo. Segnatevi sin d’ora le seguenti date: lunedì 26 aprile 2010 e lunedì 17 maggio 2010. I dettagli seguiranno sulle pagine dei prossimi numeri di Ticino Business, sul sito web della Cc-Ti, nonché dell'Osec. Programma: 16.30 Welcome speech Marco Passalia, Deputy manager, Cc-Ti 16.40 Russia’s position in the global economy Sven Schubert, Analyst, Global Research Credit Suisse, Zurich 17.00 Chances and risks of a market entry - Business opportunities Alina Danel, Trade officer, Swiss Business Hub Russia 17.20 How can Osec support Swiss SMEs in their internalization strategy? Marc Buser, Senior consultant Eastern Europe, Osec 17.40 The market experiences of Turbomach SA Luigi Ottoboni, Manager Marketing & Business Development, e Roberto Tavazza, Regional Sales Manager, Turbomach SA 18.00 Networking - apero La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera. Per iscrizioni, prego rivolgersi entro il 16 marzo 2010, alla Cc-Ti, Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch
Eventi
Il management e l’origine della merce Accordi di libero scambio: grandi opportunità, ma attenzione ai rischi! Organizzato da:
In collaborazione con:
Data: 31 marzo 2010 Ora: 16.30 – 18.00 Networking-apero: 18.00 – 18.30 Luogo: Albergo Coronado, Mendrisio Destinatari: Dirigenti d’azienda, membri dei quadri e responsabili di settore Presentazione: Un pilastro dell’economia svizzera è rappresentato dall’industria d’esportazione. La strategia del nostro Paese per migliorare la concorrenzialità e facilitare l’accesso dei prodotti svizzeri sui mercati esteri consiste nello stipulare accordi di libero scambio con un numero sempre maggiore di Paesi. Grazie a questi accordi i prodotti che adempiono determinate condizioni e che sono accompagnati da prove dell’origine rilasciate dalle ditte esportatrici, possono essere importati nei Paesi di consumo senza pagare dazi doganali o pagando dei dazi doganali ridotti. Attualmente sono in vigore 20 accordi di libero scambio; entro il 2014 il loro numero potrebbe raddoppiare. Nonostante gli sforzi fatti a livello di negoziazione, questi accordi sono sempre più diversi l’uno dall’altro. Se ad esempio per una merce che viene esportata nell’Unione Europea si può stendere una prova dell’origine, ciò non vale necessariamente in caso di esportazione in Canada, in Giappone, in Messico o in un altro Paese con il quale esiste un accordo di libero scambio. In questo contesto in continua evoluzione, sempre più sovente, per mancanza di sensibilizzazione e di formazione del personale, i collaboratori delle ditte svizzere stendono prove d’origine per merci che non ne hanno diritto, rischiando di arrecare gravi danni finanziari e d’immagine alla propria azienda. Purtroppo, talvolta pure i dirigenti delle ditte non sono a conoscenza o vengono a conoscenza di questi rischi solo quando è troppo tardi. Con questa presentazione, indirizzata ai dirigenti d’azienda, ai membri dei quadri e ai responsabili di settore, vogliamo offrire una panoramica della situazione attuale e futura per quanto riguarda questi accordi tanto importanti per la nostra industria d’esportazione e rendere attenti non solo in merito alle opportunità che possono creare, ma pure ai rischi che possono comportare e come possono essere gestiti.
Programma: 16.30 Saluto di benvenuto ed introduzione al tema Silvio Tognetti, Direttore del circondario delle dogane di Lugano 16.40 L’origine non preferenziale e l’origine preferenziale Marco Passalia, Responsabile Servizio Export e Legalizzazioni, Cc-Ti Tematiche: • L’OMC, i principi fondamentali del libero commercio e le regole d’origine • La differenza tra origine preferenziale e origine non preferenziale • Il perché dei certificati d’origine • L’origine non preferenziale: le conseguenze penali e la responsabilità degli incaricati in azienda • Le difficoltà nel rilascio delle prove documentali ed il non rilascio dei documenti d’origine 17.00 Accordi di libero scambio: situazione attuale Giorgio Binda, Caposezione tariffa e regimi doganali, Direzione del circondario delle dogane di Lugano Tematiche: • Accordi in vigore • Le regole d’origine • Il cumulo • Le prove dell’origine e relativa procedura di rilascio • Esempi pratici • Conseguenze in caso di rilascio a torto di prove dell’origine 17.40 Accordi di libero scambio: sviluppi futuri Meinrad Müller, Sost. delegato accordi di libero scambio; Direzione generale delle dogane di Berna Tematiche: • Accordi firmati e paragrafati • Trattative in corso per nuovi accordi • Futuri accordi possibili • Riforma delle regole d’origine Euromed 18.00 Networking - apero La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera. Per iscrizioni, prego rivolgersi entro il 24 marzo 2010, alla Cc-Ti, Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch
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Formazione
orsi proposti dalla Cc-Ti IL TELEFONO… LA VOCE DELL’AZIENDA
Lunedì 15 marzo 2010, dalle 09.00 alle 17.00 Il centralino costituisce un punto di incontro fondamentale ed insostituibile fra la realtà aziendale ed il mondo esterno ed è per ciò che il personale addetto deve trasformarsi da soggetto “passivo”, inteso come mero raccoglitore di dati, a soggetto “vivo”, in grado di proporsi come filtro efficace ed autonomo tra l’impresa, i clienti potenziali ed acquisiti ed il mercato in genere. Quindi a chi gestisce quotidianamente il centralino è richiesto fiuto, tatto, sensibilità, gentilezza, pazienza e grande disponibilità. Anche quando il servizio è costituito da una serie di operazioni brevi e ripetitive, l’esito complessivo deve essere la percezione di alta qualità e nessuna impresa ne può fare a meno: cominciando dal centralino. Relatore: Angelo Delsanto, laureato in filosofia, è consulente di organizzazione aziendale e animatore di progetti di sviluppo e valutazione delle risorse umane per organizzazioni private e pubbliche
L’ABC DELLE VOCI DI TARIFFA DOGANALI
Mercoledì 17 marzo 2010, dalle 14.00 alle 17.00 Temi: la voce di tariffa doganale ed il suo significato; definizione e contenuto della tariffa; il t@res ed il suo funzionamento; il significato dei dati nel t@res (dazi, IVA, permessi, beni a duplice impiego, ecc.); le voci di tariffa doganale nel mondo (TARIC e Worldtariff in pratica); esempi. Relatore: Paolo Prada, Sostituto Capo della sezione tariffa e regimi doganali, AFD Lugano
COME VALORIZZARE LA PROPRIA IMMAGINE
22 marzo 2010, dalle 13.30 alle 17.30 Non c’è una seconda possibilità per dare una prima impressione! La prima impressione - positiva o negativa, favorevole o sfavorevole - lascerà sempre una traccia di noi anche in nostra assenza. Impariamo, quindi, a conoscere, costruire, valorizzare e comunicare il nostro capitale-immagine, scoprendo i colori (analisi cromatica), la forma (studio della figura) e lo stile (specchio della nostra personalità) e metterlo al servizio dei nostri progetti personali e professionali. Relatrice: Edith Dolder, Consulente d’immagine e del comportamento, attiva presso primari istituti ticinesi nel ramo dei servizi e della comunicazione
LE ASSICURAZIONI SOCIALI
Modulo 4 – Assicurazione contro la disoccupazione I presupposti, la procedura di richiesta e l’entità delle indennità di disoccupazione Data: 23 marzo 2010, dalle 14.00 alle 17.30
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Modulo 5 – Indennità di perdita di guadagno per militare e maternità I presupposti, la procedura di richiesta e l’entità delle indennità militare e di maternità Data: 30 marzo 2010, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 6- Assicurazioni infortuni Conoscere le persone assicurate, durata della copertura assicurativa, prestazioni e contributi Data: 13 aprile 2010, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 7- Assegni familiari I contenuti di massima (prestazioni, aspetti organizzativi e finanziamento) delle normative, federale e cantonale, applicabili nel settore degli assegni di famiglia, con particolare riferimento ai salariati (non agricoli) ed alle persone senza attività lucrativa Data: 27 aprile 2010, dalle 14.00 alle 17.30 Relatori Paolo Bernasconi, Sostituto capo ufficio prestazioni, IAS Nadia Floyd, Calcolatrice, servizio disoccupazione, IAS Fiorenzo Gioli, Direttore SUVA Bellinzona Manuela Guglielmini, Capo servizio assegni familiari, IAS Marco Seregni,C capo servizio rendite e indennità, IAS Anna Trisconi Rossetti, Capo ufficio prestazioni, IAS Silvana Valentini, Calcolatrice, servizio rendite e indennità, IAS
Gruppo Donne PMI Incontro con la Consigliera di Stato On. Laura Sadis, che terrà una conferenza sul tema “Un’amnistia fiscale per il Cantone Ticino”, il 31 marzo 2010 alle 19.00 Luogo: sala Dott. Gildo Papa, c/o Cc-Ti in Corso Elvezia 16 a Lugano Per informazioni: +41 91 911 51 18
SETTEMBRE 2010 - NUOVI CICLI FORMATIVI: - Scuola capo-azienda - Corso preparatorio all’esame professionale superiore per il diploma federale di economista aziendale nelle arti e mestieri - Gerente di filiale nel commercio al dettaglio Per informazioni: corsi@cc-ti.ch
Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino
Inizio dei lavori a London Gateway
L’operatore portuale DP World ha annunciato recentemente l’avvio dei lavori per la costruzione di un porto per container a London Gateway. Con i suoi 1’500 acri sulla sponda nord del Tamigi, il porto avrà le stesse dimensioni di due Cities of London e rappresenterà il maggior polo logistico d’Europa. Permetterà l’accesso a navi d’alto mare, ridurrà notevolmente il trasporto di merci su strada e di conseguenza anche le emissioni di CO2 nel Regno Unito. Secondo uno studio indipendente commissionato da DP World, il progetto creerà un totale di 36’000 impieghi, di cui 12’000 nella logistica e nella costruzione. DP World prevede che il trasporto transfrontaliero di merci riprenderà vigore nel prossimo futuro, portando a un aumento del trasbordo di merci ai porti londinesi. Si prospettano dunque sovraccarichi che potranno essere evitati solo con la pronta realizzazione degli importanti progetti sospesi per un volume d’investimenti pari a 1,5 miliardi di euro. Tuttavia, il committente si riserva il diritto di ridimensionare il progetto “London Gateway” secondo lo sviluppo economico corrente. DP World London Gateway http://webapps.dpworld.com/portal/page/portal/LONDON_GATEWAY/Home UK Trade and Investment: “Prime Minister and Business Secretary visit London Gateway port site as construction gets underway” http://webapps.dpworld.com/portal/pls/portal/!PORTAL. wwpob_page.show?_docname=226913.PDF
Tunisia: piano d’investimenti per lo sviluppo del cleantech e delle energie rinnovabili
Il governo tunisino ha presentato un masterplan per la realizzazione di 40 progetti volti a incrementare l’uso di energie rinnovabili e di soluzioni cleantech nel paese. Il cosiddetto “Plan Solaire Tunisien” prevede d’investire il controvalore di circa 2 miliardi di euro tra il 2010 e il 2016 nelle seguenti misure: • 17 progetti nel settore dell’energia solare: impianti fotovoltaici; • 3 in ambito eolico: parchi eolici; • 7 per un impiego energetico più efficiente: ristrutturazioni di edifici, utilizzo di apparecchi a risparmio energetico (soprattutto frigoriferi e lampade), ottimizzazione del consumo energetico negli impianti industriali e nei mezzi di trasporto; • 3 nella biomassa: energia ricavata da rifiuti organici; • costruzione di una linea elettrica sotterranea verso l’Italia;
• “Soleil de Nefta”: energie rinnovabili per l’oasi Nefta; • piano “Eco-Village de Zarzis-Jerba”; • ottimizzazione energetica della stazione di Sousse; • 6 progetti per la realizzazione di studi e per il lancio del comitato o di organi per l’ulteriore promozione del settore cleantech e delle energie rinnovabili nonché la realizzazione di altri progetti. Repubblica Tunisina, Ministero dell’Industria, dell’Energia e delle Piccole e Medie Imprese: “Plan Solaire Tunisien” www.webdesign.com.tn/pst
Russia: panoramica sulle modifiche al regime fiscale nel 2010
A fine 2009, la Russia ha approvato una serie di leggi che hanno comportato modifiche essenziali del regime fiscale. Secondo una panoramica stilata dalla società di consulenza Rödl & Partner, le principali novità sono entrate in vigore il 1° gennaio 2010. I principali emendamenti comprendono: • la soppressione dell’imposta sociale unica, sostituita dall’obbligo di versare oneri sociali, che, secondo Rödl & Partner, solo le imprese con personale russo sono tenute a pagare (dal 1° gennaio 2010); • l’abrogazione dell’obbligo di presentare una dichiarazione d’imposta a saldo zero per imprese che non dispongono di patrimonio da dichiarare (dal 1° gennaio 2010); • la restrizione dell’esenzione dall’IVA all’importazione in Russia di attrezzature per impianti di produzione senza equivalenti di produzione russa (dal 1° luglio 2009; elenco aggiornato di apparecchiature esenti da IVA: riduzione da 183 a 172 posizioni; in vigore dal 12 dicembre 2009); • il rimborso accelerato dell’IVA mediante l’introduzione di una nuova procedura di notifica che permette di ricevere il rimborso dell’IVA prima della convalida della dichiarazione. Questa procedura di richiesta semplificata è tuttavia limitata a un numero esiguo di contribuenti: l’impresa richiedente deve poter far valere un reddito minimo del controvalore di 250 milioni di euro cadauno per tre anni civili prima della richiesta di procedura semplificata, oppure deve poter presentare una garanzia bancaria che impegni la banca a restituire l’ammontare dell’imposta rimborsato alle autorità fiscali nel caso tale rimborso non fosse convalidato (dal 1° gennaio 2010). Rödl & Partner: “Überblick der steuerrechtlichen Änderungen in Russland / Aussichten 2010”
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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino
www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/ru/ export/taxes.-RelatedBoxSlot-93433-ItemList-15417-File.File.pdf/Steuerrecht%202010_de.pdf
Euro 2012 in Polonia e Ucraina: alto potenziale d’affari per le imprese attive nell’infrastruttura
Importanti progetti infrastrutturali sono pianificati in vista dei Campionati europei di calcio 2012 in Polonia e Ucraina. Il potenziale d’affari per le PMI svizzere rimane alto, anche se importanti progetti per l’ampliamento di stadi e di autostrade sono già stati attribuiti con gare d’appalto pubbliche. Tuttavia, gli investimenti in molti progetti non si limitano solo ai prossimi Campionati, ma si estendono oltre, poiché le infrastrutture in determinate regioni, soprattutto in Ucraina, sono carenti. Le opportunità commerciali sono pertanto rilevanti, per esempio nell’ambito della realizzazione di alberghi, stadi, aeroporti, stazioni, vie e autostrade. È inoltre richiesta l’attrezzatura di alberghi (sistemi d’allarme, mobilio, impianti sanitari, ascensori, finestre isolanti, ecc.), aeroporti e stazioni, la subfornitura di diversi materiali e numerosi impianti di telecomunicazione. La Polonia prevede investimenti per un importo totale di 25 miliardi di euro in vista degli Europei, l’Ucraina ne stanzia circa 15 miliardi, destinati da quest’ultima prevalentemente all’edificazione di stadi, aeroporti e alberghi nonché a migliorie lungo 2’000 chilometri di tratti stradali. Entrambi i paesi si attendono un cosiddetto “booster effect”, ossia che i capitali continuino ad affluire anche dopo i Campionati, con effetti benefici per l’infrastruttura turistica. Secondo le stime degli economisti, le somme investite in relazione agli Europei in Polonia porterebbero a una crescita del PIL fino a 1,5% negli anni 2009-2012. Comunicato stampa dell’Osec: “Campionati europei di calcio 2012 in Polonia e Ucraina: il potenziale d’affari per le imprese svizzere attive nel settore dell’infrastruttura rimane alto” www.osec.ch/internet/osec/it/home/about_us/media/ mediareleases/2010.-ContentSlot-12322-ItemList63585-File.File.pdf/mm_EM2012_03022010_i.pdf
Buoni voti per gli accordi bilaterali Svizzera-UE / panoramica sulle difficoltà d’applicazione
Secondo un sondaggio effettuato lo scorso mese di maggio dall’Ufficio dell’integrazione DFAE/DFE, l’applicazione degli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea è nel complesso buona. Pubblicato a gennaio 2010, il rapporto riferisce che i bilaterali garantiscono all’economia svizzera un accesso al mercato europeo sostanzialmente senza discriminazioni e riscontra solo poche difficoltà nel traffico transfrontaliero. Le maggiori problematiche riguardano la libera circolazione delle persone. Sono stati annunciati 120 problemi attuativi, di cui verosimilmente solo un quinto è da ricondurre a effettive violazioni dell’accordo. La maggioranza riguarda irregolarità minori, che sono tuttavia da eliminare con la stessa determinazione applicata alle inadempienze che pesano di più sulle relazioni tra la Svizzera e l’UE. Le difficoltà riscontrate riguardano i seguenti accordi: • libero scambio – problemi attuativi: 7, casi pertinen-
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ti: 4, possibili violazioni dell’accordo: 3 (adattamento autonomo delle regole d’origine da parte delle autorità doganali tedesche, controlli eccessivi all’importazione di derrate alimentari in Italia, cauzioni per l’esportazione temporanea di macchinari edili); • appalti pubblici – problemi attuativi: 1, casi pertinenti: 1, possibili violazioni dell’accordo: 0 (mancato aggiornamento dell’elenco con gli enti competenti in materia di gare d’appalto pubbliche nei nuovi Stati membri dell’UE); • agevolazioni e sicurezza doganali – problemi attuativi: 3, casi pertinenti: 2, possibili violazioni dell’accordo: 1 (sdoganamento lento degli invii di merce da e verso la Svizzera, scarsa applicazione delle disposizioni sulle procedure di sdoganamento elettronico in alcuni Stati membri dell’UE); • ostacoli tecnici al commercio – problemi attuativi: 9, casi pertinenti: 7, possibili violazioni dell’accordo: 4; • agricoltura (Accordo agricolo) – problemi attuativi: 11, casi pertinenti: 8, possibili violazioni dell’accordo: 1; • prodotti agricoli trasformati – problemi attuativi: 2, casi pertinenti: 1, possibili violazioni dell’accordo: 1; • ricerca – problemi attuativi: 1, casi pertinenti: 1, possibili violazioni dell’accordo: 0; • libera circolazione delle persone – problemi attuativi: 46, casi pertinenti: 33, possibili violazioni dell’accordo: 12; • trasporto aereo – problemi attuativi: 1, casi pertinenti: 1, possibili violazioni dell’accordo: 1; • Schengen/Dublino – problemi d’applicazione: 6, casi pertinenti: 3, possibili violazioni dell’accordo: 0; • fiscalità del risparmio – problemi attuativi: 2, casi pertinenti: 2, possibili violazioni dell’accordo: 1. Comunicato stampa dell’Ufficio dell’integrazione DFAE/DFE: “Sondaggio concernente l’applicazione degli Accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea” www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=31424 Sondaggio concernente l’applicazione degli Accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea: Rapporto di valutazione e analisi degli aspetti problematici www.europa.admin.ch/themen/00500/00508/00529/index.html?lang=it&download=M3wBPgDB/8ull6Du36WenojQ1NTTjaXZnqWfVqHahmfhnapmmc7Zi6rZnqCkkIN2e 3uCbKbXrZ6lhuDZz8mMps2gpKfo
Cina: rapido ampliamento del traffico ferroviario
La Cina si attiva per sviluppare il traffico ferroviario nazionale: la rete ferroviaria dovrà comprendere 90’000 chilometri di binari entro la fine del 2010 e 120’000 km entro il 2020. Di primaria importanza per il ministero cinese delle ferrovie è l’elettrificazione della rete e la conduzione a binario doppio: si intende portare entrambi a quota 45% nel 2010, e a rispettivamente 60% e 50% nel 2020. Secondo i dati del National Bureau of Statistics China, nei primi otto mesi del 2009, gli investimenti nel traffico ferroviario hanno visto un incremento del 103,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I 150 progetti rilevanti comprendono l’ampliamento e la ristrutturazione del tratto tra Wuhan e Guangzhou e la costruzione del
percorso lungo 1’629 chilometri tra Chengdu e Lhasa. Si lavora assiduamente anche per estendere la ferrovia urbana, al fine di realizzare 79 nuove linee in 22 grandi città entro il 2015. Swiss Business Hub China: “The Railway Development in China and Ambitious Plans of Chinese Railways” www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/cn/ export/invest.-RelatedBoxSlot-4633-ItemList-67976File.File.pdf/Chinese%20Railway%20Development%20 and%20Plans%20(1).pdf
Protection CBP”, fornisce preziosi suggerimenti e una panoramica sulle disposizioni vigenti per gli scambi transfrontalieri di merci e di servizi (cfr. “Tips for New Importers and Exporters”). La rubrica “Basic Importing and Exporting”, sempre sul sito della CBP, contiene ulteriori informazioni rilevanti. Customs and Border Protection CBP: “Tips for New Importers and Exporters” www.cbp.gov/xp/cgov/trade/trade_outreach/diduknow.xml CBP: “Basic Importing and Exporting” www.cbp.gov/xp/cgov/trade/basic_trade/
Cina: inasprimento del controllo degli uffici di rappresentanza
Sudafrica: promozione rafforzata del cleantech
Le autorità cinesi hanno annunciato recentemente di voler inasprire i controlli nella registrazione e nella gestione di uffici di rappresentanza (representative office RO). Stabilire un RO è la procedura più semplice e meno onerosa per disporre di un proprio ufficio in Cina. Anche se le attività aziendali e rappresentative sono vincolate giuridicamente, i RO sono molto diffusi nel paese. Le autorità cinesi si sono pertanto dimostrate concilianti negli ultimi anni nell’interpretazione del relativo quadro legislativo. Tuttavia, questa tolleranza ha i giorni contati. Le autorità sono chiamate a un controllo più approfondito della registrazione e della gestione e a sanzionare severamente ogni violazione delle restrizioni legislative. Occorre pertanto tenere in maggiore considerazione le disposizioni vigenti per stabilire e gestire un ufficio di rappresentanza, soprattutto le seguenti: • alla registrazione occorrerà documentare la solvibilità dell’azienda che intende aprire un ufficio di rappresentanza e allegarne l’atto costitutivo (in Cina, solo aziende attive da minimo due anni sono autorizzate a creare uffici di rappresentanza); • la registrazione deve essere rinnovata formalmente ogni anno, i relativi certificati hanno solo un anno di validità; • l’ufficio di rappresentanza può impiegare al massimo quattro dipendenti. Ma l’eccezione conferma la regola: gli uffici attivi in ambito turistico (agenzie di viaggio) possono impiegarne cinque, mentre coloro che lavorano in ambito assicurativo solo tre. Information Bulletin JunZeJun Law Offices: “China – Increased control over Representative Offices” www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/cn/ export/contract.-RelatedBoxSlot-25563-ItemList-77794File.File.pdf/100118_RO_Changes.pdf China Experts: “Gründung einer Repräsentanz in China” www.china-experts.de/Ratgeber/Niederlassungen/REPRES_1/repres_1.HTM
Suggerimenti per le formalità doganali statunitensi
Le misure di sicurezza rafforzate delle autorità statunitensi hanno reso molto laboriose le formalità doganali per i fornitori esteri. Infatti, gli esportatori e gli importatori devono conoscere tutte le disposizioni vigenti per la vendita di merci e di servizi negli USA e rimanere al corrente di ogni novità introdotta in ambito doganale. Il sito dell’ufficio competente, la “Customs and Border
Grazie al sostegno dell’International Clean-Technology Fund CTF, il Sudafrica dispone di 1,6 miliardi di dollari per promuovere le tecnologie pulite. Le misure pianificate comprendono: • la costruzione di un parco eolico da 100 megawatt da parte del gruppo sudafricano Eskom nella provincia del Capo; • lo sviluppo di ulteriori strutture eoliche con una capacità totale di 100 megawatt; • il sostegno ai comuni e alle imprese private intenzionate a costruire impianti solari per il trattamento delle acque (500’000 mila economie domestiche dovranno esserne dotate nei prossimi cinque anni); • la promozione degli investimenti in macchinari, impianti e apparecchiature ad alta efficacia energetica grazie ad apposite linee di credito; • il contributo finanziario agli alti costi dei capitali connessi alla costruzione e all’esercizio di un impianto solare da 100 megawatt progettato dall’Eskom a Upington (Northern Cape). Engineering News: “SA gets additional finance for clean technology projects” www.engineeringnews.co.za/article/sa-gets-additionalfinance-for-clean-technology-projects-2010-01-22
Il FMI rivede al rialzo le previsioni sull’economia mondiale
L’economia internazionale si riprende più velocemente del previsto. Secondo stime del Fondo monetario internazionale FMI, la crescita mondiale dovrebbe raggiungere il 3,9% nell’anno corrente. Lo scorso autunno, il FMI aveva previsto una crescita di soli 3,1%, mentre per il 2011 stima un incremento del 4,3%. La crescita maggiore è attesa in Cina, con il 10,0% nel 2010 e il 9,7% nel 2011. Buone anche le previsioni per i seguenti paesi: • India (2010: 7,7%; 2011: 7,8%); • Stati dell’ASEAN (2010: 4,7%; 2011: 5,3%); • Africa australe (2010: 4,3%; 2011: 5,5%); • Medio Oriente (2010: 4,5%; 2011: 4,8%). Gli stati industrializzati non possono sperare in cifre altrettanto favorevoli: • zona Euro (2010: 1,0%, 2011: 1,6%); • USA (2010: 2,7%; 2011: 2,4%); • Gran Bretagna (2010: 1,3%; 2011: 2,7%); • Giappone (2010: 1,7%; 2011: 2,2%); • Canada (2010: 2,6%, 2011: 3,6%).
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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino
Si attendono buoni risultati anche in: • Brasile (2010: 4,7%; 2011: 3,7%); • Russia (2010: 3,6%; 2011: 3,4%). Economic Outlook: “IMF Revises up Global Forecast to near 4% for 2010” w w w.imf.o r g /e x te rnal /pub s / f t /sur vey /s o / 2 010 / NEW012610B.htm
I relativi dati si riferiscono all’anno 2007. KOF Index of Globalization 2010: http://globalization.kof.ethz.ch/ Comunicato stampa: “KOF Index of Globalization 2010” http://globalization.kof.ethz.ch/static/pdf/press_release_2010_en.pdf
La corruzione nel confronto internazionale
Le imprese più quotate al mondo
La maggioranza dei paesi europei figura positivamente nell’attuale indice di percezione della corruzione stilato da Transparency International, ma non proprio tutti. Dodici stati europei si trovano nella Top twenty delle nazioni più “pulite” al mondo. I primi tre paesi classificati sono Nuova Zelanda, Danimarca e Singapore. La Svizzera mantiene il quinto posto, appena dopo la Svezia che l’anno scorso si era piazzata prima ex equo con la Nuova Zelanda e la Danimarca. I seguenti paesi europei non figurano tra i primi 50 stati classificati: Repubblica Ceca e Lituania (entrambi al 52° rango), Lettonia e Repubblica Slovacca (56°), Turchia (61°), Italia (63°), Croazia (66°), Montenegro (69°), Bulgaria, Macedonia, Grecia e Romania (tutti al 71° posto), Serbia (83°), Albania (95°), Bosnia ed Erzegovina (99°), Ucraina (146°) e Russia (147°). La corruzione si riscontra maggiormente in Burundi, Haiti, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Ciad, Iraq, Sudan, Myanmar, Afghanistan e Somalia (dal 169° al 180° rango). Transparency International Svizzera: “L’indice de Perception de la Corruption 2009” www.transparency.ch/fr/aktuelles_schweiz/meldungen/2009_11_17_CPI.php?navid=1 “Transparency International Corruption Perceptions Index 2009” www.transparency.org/policy_research/surveys_indices/ cpi/2009
Indice della globalizzazione KOF: la Svizzera tra le prime classificate
Non ci sono cambiamenti ai vertici dell’indice della globalizzazione stilato dal centro per le ricerche congiunturali KOF del Politecnico di Zurigo: il Belgio, l’Austria e i Paesi Bassi occupano le prime posizioni; la Svizzera mantiene il quarto posto come l’anno precedente. Nella Top Twenty seguono: Svezia, Danimarca, Canada, Portogallo, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Repubblica Ceca, Francia, Lussemburgo, Spagna, Repubblica Slovacca, Singapore, Germania, Australia e Norvegia. La globalizzazione rimane più diffusa nelle nazioni industrializzate e nell’Europa occidentale, ma è stagnante da parecchio tempo. I paesi emergenti e in via di sviluppo hanno invece compiuto notevoli progressi e continuano ad avanzare nella classifica dell’indice. L’indice 2010 del KOF valuta la globalizzazione in ambito: • economico (primi classificati: Singapore, Irlanda e Lussemburgo; Svizzera: 22a); • sociale (in testa: Svizzera, Austria e Canada); • politico (primi: Francia, Italia e Belgio; Svizzera: 8a).
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Secondo l’analisi della capitalizzazione di borsa delle imprese più quotate al mondo pubblicata ogni anno dalla Ernst & Young, i paesi emergenti, soprattutto gli stati BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), svolgono un ruolo sempre più preponderante nei mercati borsistici internazionali. Nel 2009, 18 aziende provenienti dagli stati BRIC figuravano tra le 100 più quotate al mondo, ossia sette in più rispetto al 2008. È significativo costatare che, forte di una capitalizzazione di borsa ammontante a 353 miliardi di dollari, la prima classificata proviene dalla Cina. Nella Top Ten, le seguenti aziende seguono questo gigante delle materie prime, Petrochina: Exxon Mobil, Microsoft, Industrial and Commercial Bank of China, Wal-Mart, China Construction Bank, BHP Billiton, HSBC Holdings, Petrobras e Google. Quattro imprese svizzere si collocano tra le prime 100: Nestlé (17°), Roche (28°), Novartis (32°) e Credit Suisse (98°). La Svizzera è pertanto al sesto posto della classifica per paesi, a pari merito con Germania e Brasile, e dopo gli USA (che continuano ad avere il maggior numero di imprese tra le Top 100), Cina, Gran Bretagna, Francia e Giappone. La classifica per rami vede una netta predominanza del finanziario, con 72 società tra le 300 più quotate. Seguono i settori beni di consumo non ciclici con 49 imprese (57 nel 2008), energia con 36 (33), comunicazione con 35 (40), beni di consumo ciclici con 29 (26), materie prime con 24 (20), industria con 22 (24), tecnologia con 17 (15) e approvvigionamento con 13 (22). Ernst & Young: “Marktkapitalisierung 2009 – Analyse der Marktkapitalisierung der höchstbewerteten Unternehmen weltweit”, stato al 31.12.2009 www.ey.com/Publication/vwLUAssets/Marktkapitalisierung_CH_31.12.2009/$FILE/Praesentation%20Marktkapitalisierung%2031.12.2009_final.pdf Comunicato stampa della Ernst & Young: “Les entreprises suisses continuent de gagner du terrain sur les marchés boursiers internationaux” www.ey.com/CH/fr/Newsroom/News-releases/20100107Les-entreprises-suisses-continuent-de-gagner-du-terrainsur-les-marches-boursiers-internationaux
Osec
Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@osec.ch www.osec.ch
FORUM DEL COMMERCIO ESTERO SVIZZERO ZURIGO, 15 - 16 APRILE 2010 La piattaforma PMI sul commercio estero
Sin dalla prima edizione nel 2001, il Forum del commercio estero svizzero realizzato dall’Osec rappresenta l’evento più rilevante per le aziende esportatrici svizzere. Oltre 750 persone provenienti dagli ambienti economici e politici s’incontrano due giorni l’anno per ottenere nuovi impulsi sugli affari internazionali, condividere esperienze, scambiare opinioni e tessere legami. L’edizione del 2010 permetterà di approfondire le seguenti tematiche:
Giovedì, 15 aprile 2010: Nuovo equilibrio mondiale – nuove regole del gioco?
• Gli alti e bassi dell’economia mondiale Roger de Weck, Giornalista • Best practice: Uscire rafforzati dalla crisi Thomas Christ, DHL Logistics (Suisse) SA; Urs Lehmann, Similasan AG; Beat Siegfried, Kägi Söhne AG; • Quale sarà il mercato futuro per le PMI svizzere? Johann N. Schneider-Ammann, Gruppo Ammann • Ricerca e politica economica esterna – sfide per la Svizzera Gerold Bührer, economiesuisse Best practice Doris Albisser, CLS Communication AG • Conferenza: A competitiveness outlook for 2010, and beyond Stéphane Garelli, IMD e Università di Losanna • Networking apero • Cena networking con il saluto di benvenuto della Consigliera federale Micheline Calmy-Rey. Nel corso della serata sarà conferito l’Osec Export Award nelle categorie “success” e “step-in” a due aziende esportatrici svizzere
Venerdì, 16 aprile 2010: Il mercato europeo in pole position per la ripresa
• Best practice: Il mercato europeo è ancora essenziale per le PMI svizzere? Hans Jordi, Hoffmann Neopac Tins and Tubes; Rolf Schmid, Mammut Sports Group • Workshops in parallelo • Messaggio di benvenuto Ambasciatore Christian Blickenstorfer, Ambasciata svizzera in Germania • Focus sulla Germania: Quale immagine hanno di noi i nostri vicini tedeschi? Catherine Mühlemann, Consulente stampa • Focus sulla Germania: Panel discussion: Vicino conosciuto e sconosciuto Thomas Borer-Fielding, Imprenditore; Claus Hipp, Hipp; Gerd Meier zu Köcker, VDI/VDE Innovation + Technik GmbH; Catherine Mühlemann, Consulente stampa; Peter Pauli, Meyer Burger Technology AG. • Conferenza: In quale misura la Svizzera ha bisogno dell’Europa? Hans-Dietrich Genscher, già Ministro degli affari esteri della Germania • Networking apero
Costi (IVA esclusa)
• Pass 2 giorni senza cena networking: CHF 845.- per soci Osec (CHF 995.- per non-soci) • Pass 15 aprile senza cena networking: CHF 510.- per soci Osec (CHF 610.- per non-soci) • Cena networking del 15 aprile 2010: CHF 150.• Pass 16 aprile: CHF 575.- per soci Osec (CHF 675.per non-soci) I prezzi comprendono un’informazione sulla solvibilità fornita da Dun & Bradstreet (Svizzera) SA del valore di CHF 198.-. I partecipanti potranno richiedere il rapporto D&B durante il Forum.
Iscrizioni entro il 5 aprile 2010
• online su www.internationalforum.ch • per iscritto a: standing ovation gmbh, Wallisellenstrasse 259, 8050 Zurigo Tel. +41 43 355 70 95, Fax +41 43 355 70 91, e-mail: forum@osec.ch o aussenwirtschaftsforum@standingovation.ch
• Il peso del mercato europeo nell’economia mondiale Klaus W. Wellershoff, Wellershoff & Partners Ltd
NON MANCATE A QUESTO APPUNTAMENTO DI NOTEVOLE INTERESSE ANCHE PER LE AZIENDE ESPORTATRICI DELLA SVIZZERA ITALIANA!
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Fiere internazionali
SWISS Pavilion alle maggiori fiere internazionali: il calendario del 2° trimestre 2010 • IDEM Singapore 2010, Singapore, 16 - 18 aprile 2010: International Dental Exhibition and Meeting Informazioni generali: www.idem-singapore.com • COSMOPROF 2010, Bologna, 16 - 19 aprile 2010: salone della profumeria e della cosmesi Informazioni generali: www.cosmoprof.com • DSA Defence Service Asia, Kuala Lumpur, 19 - 22 aprile 2010: fiera del settore della difesa, comprende l’assistenza sanitaria e la protezione civile Informazioni generali: www.dsaexhibition.com • HANNOVER MESSE 2010, Industrial Supply, Hannover, 19 - 23 aprile 2010: salone delle soluzioni di fornitura industriale e di costruzione leggera Informazioni generali: www.hannovermesse.de • HANNOVER MESSE 2010, Forschung & Entwicklung, Hannover, 19 - 23 aprile 2010: fiera della ricerca e dello sviluppo Informazioni generali: www.hannovermesse.de • Ambientalexpo 2010, São Paulo, 27 - 19 aprile 2010: salone dedicato all’ambiente e all’infrastruttura urbana Informazioni generali: www.ambientalexpo.com.br/en • BIO 2010, Chicago, 3 - 6 maggio 2010: congresso annuale di bio-, micro- e nanotecnologia Informazioni generali: www.bio2010.org • IFAT 2010, Shanghai, 5 - 7 maggio 2010: salone dedicato all’ambiente e allo smaltimento dei rifiuti Informazioni generali: www.ifat-china.com • PLMA (Private Label Manufacturers Association) 2010, Amsterdam, 18 - 19 maggio 2010: salone dei beni di consumo food e non-food Informazioni generali: www.plmainternational.com • BEAUTYWORLD Middle East 2010, Dubai, 1 - 3 giugno 2010: fiera dei cosmetici e della profumeria Informazioni generali: www.gulfbeautyexpo.com • ILA Berlin Air Show, Berlino Schönfeld, 8 - 13 giugno 2010: fiera dell’industria aerospaziale Informazioni generali: www.ila-berlin.de • EUROSATORY, Parigi, 14 - 18 giugno 2010: maggior salone europeo dedicato all’industria della difesa Informazioni generali: www.eurosatory.com • FUTURESOURCE 2010, Londra, 15 - 16 giugno 2010: fiera della sostenibilità ambientale Informazioni generali: www.futuresourceuk.com • NANOTECH 2010, Anaheim, 21 – 25 giugno 2010: salone internazionale delle nanotecnologie Informazioni generali: www.nanotech2010.com
IFAT 2010 München Monaco, 13 - 17 settembre 2010
L’IFAT offre una visione completa delle soluzioni ambientali innovative: i temi trattati comprendono il trattamento delle acque, la pulitura e la manutenzione delle canalizza-
zioni, lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti, la nettezza urbana e la pulizia invernale delle strade. Dedicata agli specialisti del ramo, permette di presentare nuove tecnologie e servizi di alta gamma. Questa fiera biennale, giunta alla 16a edizione, approfondisce i seguenti temi: tecnologie adattate, gestione ed efficienza energetica s o p r a t tut to nel trattamento delle acque, canalizzazioni, desalinazione dell’acqua di mare (compreso il metodo sola“SWISS Pavilion”: il padiglione dell’export svizzero re-termico), igiene degli insediamenti (misure sanitarie) e fonti d’energia tratta dai rifiuti (urban mining, biomassa). L’edizione precedente ha contato 2’605 espositori di cui 840 provenienti dall’estero e 119’476 visitatori (40’084 esteri). L’area espositiva è di 195’200 m2 lordi (134’475 m2 netti). Informazioni generali sulla fiera: www.ifat.de Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > IFAT 2010 München
Nanotech 2010 Anaheim, 21 - 25 giugno 2010
Negli USA, la NSTI Nanotech è diventata la maggiore conferenza/fiera del settore, dedita all’integrazione delle nanotecnologie nell’industria in modo sicuro, efficiente e redditizio. Vi si presentano nuove tendenze tecnologiche, strumenti per lo sviluppo, prodotti derivati, collaborazioni R&D e partner commerciali. Il pubblico target comprende ricercatori, scienziati, ingegneri e sviluppatori di tecnologie. L’edizione 2009 ha contato 3’555 partecipanti. Oltre a diverse imprese attive nel settore, anche il Politecnico federale di Zurigo e lo Swiss Nanoscience Institute dell’Univesità di Basilea hanno partecipato alla precedente edizione. Per il nono anno consecutivo, l’associazione Swissnanotech allestirà un padiglione a Nanotech 2010, in collaborazione con l’Osec e lo Swiss Business Hub USA di Chicago. Informazioni generali sulla fiera: www.swissnanotech.net Informazioni sullo “Swissnanotech Pavilion USA”: www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Nanotech 2010
Informazioni sugli “Swiss Pavilion”: www.osec.ch/FIERE
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Vita dei Soci
L’INVESTIMENTO VINCENTE ... UN CUORE PER LA SALUTE La comunicazione, la cultura, l'educazione e la cura per te
4 you
Stili di vita, movimento, alimentazione e gestione dello stress La rete di interazione, sensibilizzazione e formazione continua alla cultura della salute a 360 gradi fra: operatori del settore sanitario (medici, specialisti, farmacisti, ecc.), figure imprenditoriali (quadri e collaboratori), istituzioni e associazioni, e la popolazione. IL PRIMO APPUNTAMENTO Giovedì 18 marzo 2010 Hotel Coronado, Mendrisio “COMUNICARE E VIVERE GESTENDO LO STRESS” Con la straordinaria partecipazione di Yor Milano e ospiti a sorpresa. PROGRAMMA Prima Parte 13.30 -16.00 Relazione del Dr. med. William Pertoldi sul tema “Lo stress nel paziente geriatrico” Seconda Parte dalle 17.00 Moderata dalla giornalista RSI dott. Cristina Bonzanigo Introduzione e saluto da parte di Margherita Maffeis, CEO della MaffeisNetwork SA Interventi degli illustri relatori: Dr. med. Mauro Capoferri, specialista FMH cardiologia e medicina interna: “La malattia cardiovascolare nella donna” Dr.ssa med. Cornelia Klauser, FMH medicina generale: “L’ipnosi medica: un valido aiuto per la gestione dello stress” Teresa Cottarelli-Guenther, Practitioner Tellington TTouch: “Il metodo Tellington nella vita quotidiana” Stefano della Bruna, Direttore clienti privati Helsana: “Salute e assicurazione malattia: consigli utili” Dr. med William Pertoldi, geriatra FMH: “Lo stress nel paziente geriatrico” Dr. Antonello Molteni, Phd clinical physiologist: “Un nuovo farmaco: l’esercizio fisico. Prescrizione, posologia e controindicazioni” Dr.ssa Claudia Fragiacomo, nutrizionista: “Alimentazione e benessere: un mondo da scoprire Al termine seguirà, verso le ore 20.30, un ricco aperitivo. Parte del ricavato verrà devoluto alla Fondazione Ticino Cuore. L’evento è aperto a tutti gli interessati. Per iscrizioni ed informazioni contattare: Via Massagno 32, Casa Belinda, Parco Maraini, 6900 Lugano Tel +41 91 922 95 18, Fax +41 91 922 95 19 info@maffeisnetwork.ch, www.maffeisnetwork.ch
www.sakr.ch www.sakr.ch
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Vita dei Soci Comunicato stampa
SSIC TI e Ordine dei Medici a colloquio per ridurre le assenze dal lavoro
A sinistra, i tre rappresentanti della SSIC TI: Cleto Muttoni (Presidente), Edo Bobbià (Direttore), Nicola Bagnovini (Resp. sicurezza sul lavoro); di fronte alla delegazione dell’OMCT formata da Franco Denti (Presidente), Pierpaolo Caldelari (legale dell’Ordine dei Medici), Fiorenzo Caranzano e Guido Robotti (membri di Comitato dell’OMCT)
L’assenza dal posto di lavoro dovuta a malattia o infortunio è uno dei temi ricorrenti nella gestione del personale delle aziende. Per disporre di un quadro aggiornato della situazione, la SSIC Sezione Ticino ha recentemente svolto una specifica indagine conoscitiva presso le imprese di costruzione associate. La statistica indica che i 7'450 lavoratori impiegati nell’edilizia accumulano complessivamente 88'000 giorni di assenza ogni anno, causando quasi 30 milioni di franchi di costi vivi. L’importo per mancata produzione è ancora più significativo in quanto supera gli 85 milioni di franchi all’anno, con una media annua di 16.5 giorni di assenza per ogni lavoratore. Si tratta di cifre importanti. Pertanto anche un miglioramento in questo contesto è auspicato. Analizzando nel dettaglio i risultati del sondaggio, si vede come i problemi principali siano sostanzialmente riconducibili a: • lavoro fisicamente logorante; • difficoltà di occupazione in misura parziale, ciò che può prolungare l’assenza; • difficoltà di contatto per i datori di lavoro con i medici, specialmente quelli italiani; • certificati medici ritenuti, in qualche caso, “generosi”. Questi risultati hanno portato la SSIC TI a incontrare in due occasioni i vertici dell’Ordine dei Medici del Cantone Ticino (OMCT) per cercare assieme soluzioni puntuali a questo problema. L’OMCT – rappresentato per l’occasione dal Presidente Dr. Franco Denti e da alcuni suoi
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stretti collaboratori – ha subito dimostrato attenzione e disponibilità a entrare nel merito della delicata questione. A livello operativo è stata quindi scelta la seguente strategia: 1. sensibilizzare i datori di lavoro sull’importanza di un corretto approccio nella gestione delle assenze (contatti con il personale) e sugli incentivi proposti dalla Suva per agevolare il rientro sul posto di lavoro; 2. segnalare alle imprese l’esistenza della Commissione deontologica presso l‘Ordine dei medici del Cantone Ticino, alla quale è possibile far capo in caso di controversie nel rapporto con i medici, così come la possibilità di ricorrere alla figura del medico fiduciario per situazioni dubbie; 3. s ensibilizzare la classe medica, attraverso l’OMCT, in merito all’importanza di contenere il periodo di assenza dal posto di lavoro; 4. c oinvolgere i sindacati. Tutto ciò avrà luogo attraverso incontri e comunicazioni ufficiali delle due Associazioni, nonché ricercando un miglior dialogo tra medici, sindacati e imprenditori. In questo contesto, la difficoltà maggiore è quella di informare i medici italiani che, in generale, conoscono solo superficialmente la nostra realtà assicurativa. La discussione tra la SSIC TI e l’Ordine dei Medici del Cantone Ticino si è svolta in modo costruttivo e con la franchezza indispensabile per trovare soluzioni condivise. L’ultimo incontro è avvenuto lo scorso 8 febbraio.
Vita dei Soci Comunicato stampa
fusione per incorporazione tra Helsinn Chemicals sa e Helsinn Advanced Synthesis sa, Biasca
Il gruppo Helsinn ha annunciato ufficialmente la fusione per incorporazione tra le sue due controllate Helsinn Chemicals SA e Helsinn Advanced Synthesis SA, situate a Biasca. La nuova Helsinn Advanced Synthesis SA, questo il nome della società nata dall’unione, manterrà inalterate strutture, organizzazione, dipendenti, ruoli del personale, attività e clienti ereditati dalle due precedenti entità giuridiche. “La fusione delle due realtà costituisce un ulteriore passo nella strategia Helsinn di razionalizzare il proprio comparto produttivo, concentrandolo nel polo di Biasca, che ha da poco celebrato i suoi primi 25 anni di attività”, ha spiegato Riccardo Braglia, CEO del Gruppo Helsinn. “Il nostro obiettivo è quello di creare una struttura sempre più competitiva, che possa ulteriormente espandersi e accrescere il business derivante da lavorazioni per conto terzi”, ha aggiunto Paolo Guainazzi, General Manager di Biasca. Lo sviluppo di Helsinn a Biasca rappresenta un importante volano economico per tutta l’area. Infatti, sin dalla sua nascita Helsinn ha operato per creare, investire e sviluppare. Negli ultimi anni diverse decine di milioni di franchi sono state investite nell’incremento della capacità degli impianti e in nuove tecnologie per migliorare la flessibilità produttiva. Nuovi investimenti sono previsti nei prossimi 2 anni, per un sito che sarà sempre più dedicato ai composti ad alta attività farmacologica, con capacità di ricerca e sviluppo autonomi.
Il gruppo Helsinn
Helsinn è un gruppo farmaceutico privato con sede a Lugano, Svizzera, e filiali in USA e Irlanda. Dispone di un modello di business unico, incentrato sul licensing di prodotti farmaceutici e dispositivi medici in settori terapeutici di nicchia. Il gruppo acquisisce – tramite “licensing-in” – nuove entità chimiche in fase preliminare di sviluppo, ne completa questa fase con studi preclinici, clinici e test di preformulazione, progettazione e messa a punto delle formulazioni (CMC, Chemistry, Manufacturing & Control), e li porta alla registrazione presso le Autorità regolatorie nelle diverse parti del mondo.
Gli impianti Helsinn Advanced Synthesis SA di Biasca
I prodotti Helsinn sono venduti direttamente, attraverso le filiali del gruppo, o concessi in licenza (licensing-out) e distribuiti tramite una rete di partner commerciali e di marketing, selezionati per la loro conoscenza del mercato e know-how, e assistiti e supportati con un’ampia gamma di prodotti e servizi, che includono assistenza commerciale, regolatoria, finanziaria, legale e medicoscientifica. I principi attivi farmaceutici e le forme farmaceutiche finite sono prodotti negli stabilimenti in Svizzera e Irlanda, che operano secondo gli standard internazionali di qualità cGMP (current Good Manufacturing Practice). Helsinn è licenziatario mondiale per palonosetron, un antagonista del recettore 5-HT3 di seconda generazione, per la prevenzione della nausea e del vomito indotto da chemioterapia (CINV) nei pazienti oncologici e della nausea e del vomito post-operatorio (PONV), e della nimesulide originale, un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), distribuito in oltre 50 paesi di tutto il mondo. Helsinn, con un organico di 450 dipendenti in Svizzera, Irlanda e USA, ha chiuso il 2008 con un fatturato di 280.3 milioni di Franchi svizzeri (circa EUR 178 milioni), più del 20% del quale reinvestito in ricerca e sviluppo. I prodotti a base dei principi attivi licenziati da Helsinn sono in vendita in 75 paesi del mondo. Per informazioni: Helsinn Healthcare SA P.O. Box 357 6915 Pambio-Noranco Tel: +41 91 985 21 21 info-hhc@helsinn.com
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Vita dei Soci Comunicato stampa
Ristora 2010: un successo
La presentazione di servizi, attrezzature e prodotti di qualità, l’interesse dei buyers, l’affluenza di un pubblico selezionato sono stati gli elementi che hanno caratterizzato il successo della quinta edizione di Ristora, il salone della ristorazione, ospitalità e dell’enogastronomia organizzato da Isicom SA, che ha tenuto banco al Centro Esposizioni di Lugano dal 29 gennaio al 1° febbraio
Bilancio dunque positivo per una fiera che gli organizzatori hanno messo sui binari di una sempre maggiore qualità, così da favorire in modo più marcato il rapporto tra le 150 aziende espositrici e gli operatori di settore. Una fiera che, così, ha risentito meno della crisi economica che sta toccando tutti i settori produttivi e merceologici, e che ha assolto al proprio compito di veicolo ideale di promozione e marketing. Esercenti, albergatori, rappresentanti di grandi catene di distribuzione e professionisti del settore, hanno infatti visitato con interesse i molti stand che proponevano soluzioni e prodotti moderni e di tendenza. Questo accento particolare sulla qualità e sull’efficacia della fiera come strumento di marketing, ha fatto sì che fosse proprio Ristora 2010, la sede ideale per organizzare la grande cena di gala, voluta dagli organizzatori per presentare il Gruppo Isicom (fiere, eventi, comunicazione) e il nuovo marchio “Isicom Special Events”. Una serata che ha dimostrato come proprio un grande evento, se organizzato con estrema professionalità, sia uno degli strumenti di marketing più efficaci nella strategia di un’azienda che voglia lasciare un segno sui clienti. Cucina e servizio eccellenti, allestimenti emozionanti, spettacolo coinvolgente che ha avuto come finale a sorpresa la presenza di Ivana Spagna, sono stati gli ingredienti che hanno reso indimenticabile l’evento. In questa splendida cornice la Direttrice di Ristora Magazine, Arianna Livio, ha consegnato i Premi Ristora 2010; i premi, messi a disposizione da Darwin Airline,
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sono attribuiti a personalità che si distinguono per la loro professionalità nel settore dell’enogastronomia, ospitalità e turismo. In particolare sono andati a Josè de la Iglesia quale riconoscimenti per una carriera brillante quale chef e ambasciatore dei valori del territorio, all’Associazione Ticinowine per la sua attività di promozione del vino ticinese e al giornalista Alessandro Pesce per la sua intensa attività a favore dell’immagine della ristorazione, del turismo e di GastroTicino. Un altro elemento che ha contribuito al successo del salone, è stata la presenza di tutte le principali associazioni di categoria che ruotano attorno al mondo dell’eno-gastronomia, della ristorazione e dell’albergheria. A iniziare da GastroTicino che, oltre ad aver fornito una consulenza completa e diversificata ai propri soci, ha proposto numerose animazioni nel proprio stand, organizzando la grande cena cantonale degli esercenti. Molto attiva anche l’Associazione pizzaioli Ticino che con Emanuel Paganelli hanno stabilito un nuovo record a livello mondiale: preparare 435 pizze in 4 ore e 56 minuti (il tentativo di guinness prevedeva la cottura di 400 pizze in 5 ore). Il ricavato è andato a favore della popolazione terremotata di Haiti. E sempre in campo sociale, sono stati raccolti fondi a favore della Fondazione La Fonte, facendo degustare alcuni dei vini che hanno partecipato al recente Mondial du Merlot. Dal punto di vista culturale, Fourchette Verte ha proiettato un apprezzato collage dal titolo “Assaggi di cinema”, mentre i membri dell’AMIRA hanno entusiasmato i buongustai con i loro flambè. Apprezzata anche la presenza della Scuola alberghiera di Losanna, della Scuola esercenti di GastroTicino, della Chef Amical e le esibizioni dei barman acrobatici dell’ODK. Parte dei 10 mila metri quadrati del salone sono stati dedicati al Lugano Wine Festival che - grazie al sostegno di Ticinowine e dell’ATNVV - ha visto la partecipazione delle cantine più importanti del Ticino e una buona rappresentanza di quelle svizzere ed estere. Un salone del vino che ha permesso in un ambiente spazioso e accogliente di far degustare eccellenti etichette. La prossima edizione di Ristora è in programma nel febbraio 2011, in leggero anticipo sulla scadenza biennale, così da evitare vicinanze di date con le altre grandi fiere del settore in Svizzera e nelle regioni di confine.
Un momento della Soirée ISICOM – foto www.ch-ti.ch
• Sostegno alla Fondazione “La Fonte” di Neggio
È con un assegno di 4'000 franchi devoluto alla Fondazione “La Fonte” di Neggio che il “Concours Mondial du Merlot” festeggia il successo dello stand itinerante dei vini partecipanti al concorso, in assaggio a RISTORA 2010, presso il salone riservato a vini e distillati: il Lugano Wine Festival. Nel corso di RISTORA uno spazio espositivo era proprio destinato a far conoscere il concorso enologico internazionale “Mondial du Merlot” e più precisamente a poter degustare i vini iscrittisi allo stesso. Poter degustare i migliori Merlot del Mondo, per gli appassionati visitatori del salone del vino di Lugano è stato un invito a nozze. Molti gli amatori di questo versatile vitigno che hanno approfondito le loro conoscenze enologiche annusando, assaggiando e commentando le innumerevoli tipologie di vini presenti al banco d’ assaggio. Ottima l’affluenza di pubblico che, dato il carattere filantropico dell’iniziativa, ha aderito curioso e interessato. In molti si sono detti entusiasti di poter acquistare o semplicemente assaggiare i vini iscritti al concorso internazionale, che ricordiamolo erano in vendita a dei prezzi simbolici. Ebbene, la somma ricavata da questa simpatica iniziativa ammonta a 4'000 franchi che lunedì 8 febbraio sono stati consegnati alla Fondazione “La Fonte di Neggio”. A ricevere l’assegno, Rossano Cambrosio, direttore della Fondazione “LA FONTE” che da trent’anni è attiva nel sostegno e nell’integrazione dei disabili.
Da destra: Rossano Cambrosio tiene in mano l’assegno consegnatogli da Alessia Bernardoni (Isicom SA, organizzatore del Concours Mondial du Merlot e Ristora), e Luciano Clerici (ASSP)
Isicom SA Via Gemmo 11 6900 Lugano Tel. +41 91 682 49 35-37 Fax +41 91 682 49 38 info@isicom.ch www.isicom.ch
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Vita dei Soci
swissqualityatwork: tradurre è il nostro mestiere Marta Brambilla, traduttrice professionista, è fondatrice del gruppo di lavoro Swissqualityatwork - we translate to captivate Marta Brambilla
Il gruppo di lavoro Swissqualityatwork, nasce dall’esigenza di soddisfare il maggior numero di richieste possibili dei nostri clienti. In questo modo siamo in grado di offrire più servizi e soprattutto traduzioni in un maggior numero di combinazioni linguistiche. Infatti al momento, con un totale di cinque componenti, siamo in grado di offrire 13 combinazioni linguistiche.
Le 13 combinazioni linguistiche possibili
tedesco
italiano
francese
Inglese
Italiano
tedesco
inglese
italiano
tedesco
francese
inglese
tedesco
italiano
inglese
italiano
francese
francese
italiano
giapponese
italiano
francese
tedesco
spagnolo
italiano
inglese
francese
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Inoltre, grazie ai nostri contatti sparsi nel mondo, siamo in grado di trovare traduttori che coprano praticamente tutte le combinazioni linguistiche possibili, o almeno ci proviamo!
Come nasce l’idea?
Spesso un’azienda che necessita servizi di traduzione ha bisogno di più combinazioni linguistiche, ma soprattutto ha bisogno di tradurre il proprio materiale in lingue diverse dall'italiano. A questo punto si rende necessaria una collaborazione con traduttori professionisti e di madrelingua diversa in modo da ridurre i tempi di risposta al cliente. Siccome in quanto traduttrice professionista, mi attengo scrupolosamente alla regola di tradurre solo verso la mia lingua madre, ovvero l’italiano, la creazione di questo gruppo di lavoro si è rivelata un’ottima soluzione.
Cosa offre questo gruppo?
Lavorando in gruppo abbiamo la possibilità di offrire una gamma più vasta di servizi. Infatti alcune delle nostre specializzazioni per le traduzioni, sono relative ai settori della finanza, del turismo, della cultura, del marketing e delle PR. Siamo anche in grado di offrire localizzazioni per i mercati regionali svizzeri, per le tre aree linguistiche maggiori: italiano, tedesco e francese. La questione della localizzazione diventa sempre più importante oggigiorno, perché i nostri clienti sono consapevoli dell’importanza di rivolgersi in modo mirato ai consumatori appartenenti ad un mercato locale, come ad esempio quello ticinese. Fatto questo che si riflette anche nella lingua da usare per comunicare il proprio messaggio.
Ma allora perché creare un gruppo?
Creando questo gruppo, con persone con le quali ho già collaborato in precedenza, abbiamo tutti la possibilità di
fare affidamento su colleghi professionisti. Inoltre, il fatto di essere un gruppo ci permette di creare una sinergia tra le nostre azioni di marketing e pubblicità. In questo modo un piccolo contributo di ognuno di noi ci permette di essere maggiormente efficaci.
A proposito del networking
Oggigiorno il networking è una delle soluzioni più appetibili per i freelance di tutti i settori, perché ci permette di collaborare mantenendo un ottimo rapporto qualità/ prezzo, sia per noi che per il cliente. Infatti credo sia importante nel mondo del lavoro di oggi, per un imprenditore o un libero professionista come me, avere accesso al maggior numero di contatti possibili. Questo, oltre a permettermi di trovare sempre nuovi clienti, mi offre incredibili possibilità di crescita, di scambio di idee, di aggiornamento. Si rimane in contatto con il mondo dei liberi professionisti e degli imprenditori, che sotto il punto di vista della crescita, dell’aggiornamento, della creatività sono di solito i più attivi in assoluto. A questo proposito, ci tengo a citare un’associazione ticinese, di cui sono segretaria e che si rivolge proprio alle donne imprenditrici e libere professioniste del Ticino e del Nord Italia che si chiama CAPITANA. Questa è proprio un’associazione basata sul concetto del networking, che ci permette di entrare in contatto con altre donne libere professioniste, attive in campi diversi e ognuna con un bagaglio di esperienze importante da condividere. Le possibilità di crescita che offre il networking sono davvero molte e non possiamo permetterci di perderle! Per maggiori informazioni: - Swissqualityatwork www.swissqualityatwork.com - Associazione CAPITANA: www.capitana.ch
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
Topin.travel sbarca in Ticino Grazie alla collaborazione con Costantini & Partners, OPAG Online Promotion AG con sede a Vaduz, ideatrice del sito www.topin.travel, è approdata in terra ticinese
Topin.travel è un portale che permette di visualizzare immagini di paesaggi, dettagli di vie, strade e luoghi in tutto il mondo come anche percorsi, suggerimenti e luoghi turistici consigliati, trovare la soluzione ideale per le proprie vacanze o per una gita, l’alloggio giusto sia per aziende, scuole, gruppi, famiglie, coppie o singles; permettendo ai visitatori del sito di lasciarsi ispirare da nuove idee per le loro vacanze ed escursioni. Le immagini sono sempre attuali grazie alle web cam, il sito propone più di 155'000 idee per le vostre vacanze o viaggi. Tutto per il tempo libero insomma, in pochi click…
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Ecco quello che trovate su topin.travel: 9'000 webcams in Svizzera, nel mondo, su Google Earth 1'500 idee e percorsi per escursioni in Svizzera, Austria e Germania 7’000 tour in Svizzera, Germania, Austria, Italia e Francia 2’000 proposte per vacanze in tutto il mondo 500 case per ospitare gruppi in Svizzera 130’000 alloggi per vacanze nel mondo intero Il sito ha registro nel solo mese di gennaio 2010 oltre 1 milione di Unique Clients, per oltre 11 milioni di Page Impressions (dati NET-Metrix 01-2010) e di fatto ha praticamente la stessa visibilità del portale di Svizzera Turismo www.myswitzerland.com.
Perché è così interessante questo prodotto per le aziende ticinesi?
Oltre conoscere e promuovere l’idea delle vacanze e del tempo libero, ed essere una fonte d’ispirazione personale per tutti, dal punto di vista imprenditoriale offre svariate possibilità per pubblicità tramite banner, che possono variare ed abbinarsi in molteplici modi diversi, apparendo ad esempio solo in presenza di un determinato tempo meteorologico o solo se l’utente seleziona una certa regione d’interesse, o meglio ancora iscrivendo gratuitamente la propria webcam aziendale, aprendo così una finestra su un’impressionante numero di potenziali turisti e quindi clienti. Grazie al sodalizio con Costantini & Partners di Lugano, da ora è possibile lasciarsi consigliare anche in Ticino sulla migliore variante per la propria offerta.
Ticino provengono dalla Svizzera tedesca e dalla Germania, essere presenti con la propria offerta su Topin.travel è assolutamente consigliabile. La presenza su Topin.travel deve essere considerata parte di una strategia di web marketing ampia, i contenuti di Topin.travel sono presenti difatti su innumerevoli altri siti, permettendo alla propria offerta di "viaggiare" sul web nel modo migliore. Un esempio: su Google Maps sono riportate le webcams di swisswebcams.ch, webcams che aumentano in modo esponenziale la visibilità dell'offerta di chi utilizza Topin.travel. Banner di diverse dimensioni, posizionate sullo schermo a seconda dello scopo della promozione, che appaiono secondo la ricerca dell’utente su parole chiavi strategiche solo per un target selezionato o regione, campagne speciali “a tema” (neve, estate, ecc.), … Sono solo alcune delle possibilità offerte da Topin.travel.
A chi si rivolge?
Alberghi, strutture turistiche, agenzie viaggio, compagnie aeree, aziende di trasporti, musei, località d’interesse turistico, città, Comuni, Cantoni, aziende che lavorano con il settore del turismo. Per maggiori informazioni è possibile contattare: Costantini&Partners Via Dunant 13 CP 276 6908 Lugano Tel. +41 91 967 20 00 Fax +41 91 967 20 78 topin@costantini-partners.ch www.costantini-partners.ch www.topin.travel
Topin.travel è una piattaforma che si compone di più siti, tutti riferiti al mercato germanofono. Partendo dall'assunto di base che la maggior parte dei turisti che visitano il
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Vita dei Soci di Marco Brini, CEO EnvEve SA
Internet della natura: reti di sensori senza fili per il monitoraggio dell'ambiente Presente a Lugano da oltre un anno con una sede operativa all'interno del Tecnopolo, EnvEve porta a Sud delle Alpi un modello di impresa innovativo e soluzioni tecnologiche d'avanguardia per il monitoraggio dei disastri ambientali, industriali e la city automation EnvEve nasce per portare nel mondo il sogno dell'Internet della natura. Una soluzione completa che rappresenta un salto tecnologico nel monitoraggio ambientale. Microcomputer della dimensione di una moneta diventano agenti della sicurezza per le persone e l'ambiente, vigilando per nostro conto in totale autonomia. In caso di rischio ambientale, bastano pochi secondi per ricevere allarmi su Internet e cellulari. Il tutto senza fili né manutenzione. Anni di ricerca hanno portato a consumi così bassi da permettere durate fino ai 10 anni senza cambio di batteria. Queste sentinelle ambientali possono rilevare qualsiasi rischio: incendi, alluvioni, dispersione di sostanze tossiche, inquinamento delle falde, frane, valanghe, malfunzionamenti della rete fognaria. Uno strumento innovativo per la protezione dell'ambiente e delle persone. L'idea nasce nel 2003 e viene sviluppata in Italia dalla Minteos in collaborazione con il Politecnico di Torino. Nel 2007 è stata considerata tra le tre innovazioni più rilevanti in Europa dall'Innovation Relay Center (oggi European Enterprise Network), braccio europeao per l'innovazione nel business. Nel 2008 Minteos viene selezionata dal Canton Ticino nell'ambito del programma Copernico ed invitata a valutare i vantaggi offerti dalla Svizzera ed in particolare dal Ticino per espandersi nel mondo. L'ottimo lavoro svolto dall'ufficio della promozione economica ed in particolare di Fernando Martinez, convincono la Minteos che il Ticino possa essere una migliore opportunità rispetto alla California, all'epoca in valutazione con il supporto della Anderson School (UCLA). Nel 2008 nasce la EnvEve SA che rileva la tecnologia Minteos. EnvEve viene selezionata ed ammessa presso il prestigioso Tecnopolo Lugano, attuale sede di EnvEve in Ticino, grazie alla lungimiranza e al fiuto del suo Direttore, Davide Gai. EnvEve viene selezionata ed ammessa presso il prestigioso Tecnopolo Lugano dove tutt'ora ha la propria sede.
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Il 2009 vede la realizzazione di progetti di valenza internazionale in Italia, Grecia e Svizzera. Il Comune di Roma realizza con EnvEve il più grande progetto del mondo nell'ambito delle reti di sensori wireless con 1.000 sensori per la protezione degli incendi nel parco di Castelfusano dov'è ubicata la residenza estiva del Presidente della Repubblica italiana. Ma oltre all'espansione ed al business, EnvEve prosegue nell'innovazione aprendo collaborazioni con la SUPSI e lanciando un progetto sperimentale con il centro di ricerca svizzero WSL ed il Canton Ticino per la rilevazione del rischio dinamico degli incendi boschivi. I microcomputer EnvEve monitorano costantemente i boschi per valutare il grado di violenza e rapidità che un eventuale incendio avrebbe fornendo in tempo reale preziose informazioni alle squadre di intervento che potranno pianificare meglio mezzi e tempi di intervento. Attualmente in fase di studio sotto la supervisione scientifica del dottor Marco Concedera, il progetto rappresenterà un'innovazione mondiale ed il prodotto risultante potrà essere venduto anche all'estero: Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e USA, tra i primi interessati. EnvEve sta nel contempo lavorando per il " dopodomani" investendo in due ambiziosi progetti di applicazione dell'Internet della natura. Il primo la vede coinvolta con il Poltecnico di Torino per la realizzazione di una piattaforma unica, a basso costo e senza fili per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici polifunzionali quali università, grosse aziende e uffici pubblici. Il secondo la vede promotrice di un consorzio di ricerca per la realizzazione delle WBN ovvero le Wireless Biosensors Network. Si tratta di sensori biologici connessi ad Internet tramite la rete EnvEve per il monitoraggio distribuito e la rilevazione in tempo reale di qualità dell'acqua, qualità dell'aria e della presenza di sostanze di difficile rilevazione quali le diossine.
Tecnologia
La tecnologia sviluppata permette di abilitare l'acquisizione di qualsiasi tipo di informazione attraverso reti di sensori autonomi distribuiti senza vincoli fisici in grado di misurare parametri ambientali chimico fisici. Un vero e proprio “Internet delle cose”, mediante il quale è possibile decodificare e analizzare i messaggi trasmessi da qualsiasi apparecchio. Applicare tali tecnologie in un settore finora colpevolmente ignorato, quello dell'ambiente, è la sfida di EnvEve. L'attività di ricerca si è
concentrata verso le emergenze naturali, arrivando a concepire e sviluppare un sistema di monitoraggio e allerta che permette di segnalare tempestivamente la presenza di incendi, frane, esondazioni o l'incremento anomalo del livello dei bacini d'acqua. EnvEve ha sviluppato una innovativa piattaforma wireless sensor network specializzata per utilizzi ambientali. Nuovi microsensori, il cui numero varia a seconda dell'entità del rischio ambientale, costituiscono un “sesto senso tecnologico” pronto a rilevare qualsiasi anomalia. I sensori sono integrati in microcomputers delle dimensioni di un centesimo di euro, in contatto radiofrequenza con un altro minicomputer mimetizzato all'interno di casette per uccellini. Il tutto è controllato dal microsistema operativo sviluppato interamente da EnvEve, ad alta affidabilità e limitatissimi consumi. Il software centrale raccoglie e gestisce tutte le informazioni dagli apparati in campo, smistando autonomamente eventuali allarmi, fino all'invio automatico di e-mail, sms o telefonate. Una semplice connessione a Internet consente agli utenti di visualizzare il territorio e conoscere in tempo reale il profilo di rischio dell'ambiente. Il risultato è un sistema caratterizzato da tempi di allerta rapidissimi, difficilmente confrontabili con le soluzioni attualmente adottate per la prevenzione di eventi catastrofici: solo cinque secondi dalla rilevazione di un principio di incendio alla ricezione di una telefonata o sms di avviso. Un sistema che segna un paradigma di gestione dei segnali ambientali che, se utilizzato in larga scala, a livello geografico così come a livello applicativo, è in grado di mutare radicalmente gli scenari di relazione tra uomo e ambiente. I sensori wireless distribuiti sul territorio, nei boschi, sulle rive dei fiumi, sulle colline, sui versanti franosi, in città, all'interno di magazzini o locali industriali, laboratori, fungono da sentinelle, monitorando costantemente le zone a rischio, verificando in pochi secondi ogni condizione pericolosa e allertando immediatamente il sistema centrale che notifica l'allarme attraverso numerosi canali, tra cui telefonia mobile e Internet. Gli allarmi sono in grado di allertare le squadre di intervento in pochi secondi permettendo la salvaguardia di vite umane, beni, fauna. Il monitoraggio senza fili del territorio, costituisce una risposta moderna ed efficace agli annosi problemi di dissesto idrogeologico e di rischio dovuto a calamità naturali. Attualmente sono già stati installati progetti relativi a: • rilevazione degli incendi boschivi in Italia e Grecia, • rilevazione rischio dinamico per gli incendi boschivi; progetto sperimentale con il centro di ricerche WSL ed il Canton Ticino, • rilevazione esondazione di fiumi in Italia, • monitoraggio strutturale delle dighe in Italia, • rilevazione fuoriuscite dei reflui nelle fognature (città di Atene), • rilevazione incendi in magazzini e cantieri tramite un innovativo sistema di analisi dei gas da combustione.
I cambiamenti climatici incrementano il fabbisogno di controllo e monitoraggio anche a livello locale. Le applicazioni della piattaforma possono essere molteplici e si possono adeguare ad ogni esigenza. La piattaforma di monitoraggio senza fili consente di controllare l'ambiente e presenta le seguenti caratteristiche: basso costo, alta affidabilità, risposta rapida, bassi consumi, georeferenziata, flessibile, uniforme. La piattaforma di monitoraggio è gerarchica ed è costituita dai seguenti moduli: • sensori (denominati "sentinelle" perchè si comportano come tali) in grado di rilevare l'evento in esame, • gateway (unità centrale che raccoglie i dati provenienti dalle sentinelle). Ricevono la notifica dell'evento via RF, • data centre (Zurigo ed Amsterdam) che rilevano la notifica dell'evento dai gateway via GPRS. Da questi parte l'allarme via sms, email, chiamata e interfaccia grafica, • interfaccia grafica che permette di identificare l'evento graficamente, seguirne il suo sviluppo e il conseguente ripristino. Da qui è possibile configurare i parametri relativi a sentinelle, gateway, i tipi di allarmi che si vogliono ricevere (sms, chiamate, email) e la loro gravità (medio rischio, alto rischio) e i destinatari delle chiamate. L'intera piattaforma è stata creata interamente da EnvEve ed è stata ottimizzata per fornire una soluzione a basso costo e ad alta affidabilità. Ogni suo elemento è ridondato ed ogni "nodo" controlla se stesso e chi gli sta "sotto". La versatilità è un altro tratto distintivo della piattaforma. È possibile infatti utilizzare il sistema per diverse applicazioni.
Le Soluzioni di EnvEve NATURA: Fireless, FloodAlert & Landalert Rilevazione Incendi boschivi, Esondazioni & Frane INDUSTRIA: Fire Sens Rilevazione incendi Gas Alert Rilevazione Fughe di gas Dam Watch Monitoraggio delle infrastrutture AGRICOLTURA: AgriSense: Stazioni meteo wireless Silo Control: Monitoraggio Silos Food Monitor: Monitoraggio conservazione alimentare CITTÀ: Pollution Alert Qualità dell’aria e dell’acqua Sewage Check Monitoraggio fognature FOphID Protezione cavi fibra ottica EnvEve SA Via della Posta 10, 6934 Bioggio Tel. +41 91 605 33 03 www.enveve.com
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
Swiss communication agency: la strategia al vostro servizio
Cesare Pavese diceva: “Non ricordiamo mai i giorni, ma solo i momenti”, e spesso sono i momenti a dettare i ritmi del business e pongono le aziende al centro dell’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica. Questi momenti si trasformano in “momenti della verità” e da questi si decidono le sorti di un marchio, di un nome, di un’azienda. “Al momento opportuno sarai pronto?” Per rispondere a questa domanda in modo positivo è nata una nuova società di comunicazione strategica, la S.C.A. SWISS COMMUNICATION AGENCY SAGL, che grazie all’esperienza maturata nell’ambito comunicativo dai suoi promotori si rivolge a tutte le aziende presenti sul territorio ed anche alle persone private che desiderano non farsi trovare impreparati. S.C.A. - SWISS COMMUNICATION AGENCY SAGL è un’azienda fondata da Maria Luisa Bernini, con Filippo Lombardi e Mara Pedroia Manni, con sede ad Ascona, che si occupa di comunicazione a 360° gradi. I servizi sono offerti sia alle PMI ticinesi e svizzere che ad associazioni ed amministrazioni, mettendo a disposizione dei clienti una completa gamma di prestazioni articolate che spaziano negli ambiti primari comunicativi e vogliono soddisfare tutte le esigenze del cliente con una consulenza mirata. S.C.A., forte delle esperienze maturate dai fondatori, è in grado di affiancare il cliente passo per passo in qualsiasi situazione si trovi a vivere (sia di crisi che di miglioramento), facendo leva sugli ingranaggi giusti per uscire sempre da ogni occasione in maniera vincente, con consulenze strategiche, comunicative, economiche e legali. Una grande competenza, sinonimo di maturate esperienze in diversi campi per ogni socio fondatore, sono la garanzia del successo della vostra situazione. Non importa quale sia la problematica da affrontare o la situazione che si vive, S.C.A. vi porterà a esserci ed essere partecipativi, diventare notizia e uscirne vincenti, da qualunque empasse. S.C.A. accompagna i propri clienti e li segue in tutte le situazioni perché l'importante è essere preparati a cogliere le sfide e non arrendersi mai. L’approccio proposto non è solo teorico, ma pragmatico ed efficace, volto al miglioramento ed al cambiamento – se necessario – per affrontare le sfide del futuro e le nuove prospettive di sviluppo.
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L’agenzia di comunicazione offre diverse aree di consulenza, nello specifico: • Media: vengono offerte consulenze volte alla realizzazione di campagne di diffusione globali sui media tradizionali e nuovi media, a livello regionale, nazionale ed internazionale. I consulenti S.C.A. possono vantare una lunga esperienza nel campo dei media tradizionali, print, radio e televisione così come in quella dei media online. Grazie a questa profonda conoscenza i canali a disposizione possono essere utilizzati al meglio sia per realizzare campagne mediatiche sia per preparare campagne pubblicitarie ad hoc.
•P ublic Affairs & Issue Management: S.C.A. è specializzata anche nella comunicazione politica e pubblica. Un settore importante per l’economia e l’informazione che vedono il cliente sempre sotto i riflettori, dove è bene muoversi con un fidato partner alle spalle per non inciampare, ma puntare sempre al top. Una profonda conoscenza della politica svizzera e del sistema comunicativo in questo ambito assicurano buoni risultati, se affidati nelle giuste mani. La formula vincente della comunicazione strategia di S.C.A. implica cambiamenti fra le persone che generano le opinioni, cambiamenti nella politica del Governo, così come nelle modalità
•C risis Management: di fronte ad una crisi è imperativo agire immediatamente e farlo nella maniera corretta, ponderando le scelte e la comunicazione, agendo con una chiara strategia. Questo modo di reagire non è improvvisato, ma dev’essere accuratamente preparato e ponderato. Grazie all'esperienza maturata negli anni, la S.C.A. vi aiuta ad affrontare le situazioni più critiche, sapendo che le crisi possono essere anche uno stimolo per crescere. •C ampagne politiche: per ottenere una buona presenza mediatica, organizzare un’efficiente campagna politi-
ca e, soprattutto, raggiungere dei risultati concreti, occorrono una buona preparazione ed una strategia ben elaborata. La S.C.A. vi aiuta nell’elaborazione di strategie politiche.
della politica stessa attuandola a livello federale, cantonale e comunale. • Reputation Management: la gestione della reputazione, sia essa dell’azienda, di un marchio/brand o di una persona è quanto di più delicato, poiché ci vuole molto (tempo, lavoro, impegno) per costruirla e basta un niente per distruggerla. Non sono prototipi e schemi che creano la reputazione di un marchio o di un'azienda. La sua gestione è un compito duro e impegnativo che si pianifica nel tempo e permette di superare ostilità e scetticismi. Il team S.C.A. è efficace sia in tempi di crisi che nei tempi di relativa calma, che vanno usati per prepararsi alle crisi.
•S ocial and Digital Media: la comunicazione ha cambiato forma e sostanza, grazie all’avvento della tecnologia, che è entrata in modo preponderante nelle aziende. Alcune imprese attualmente si trovano in situazioni nelle quali devono organizzare piani di intervento e confrontarsi con la natura immediata e capillare di internet. Blog, Twitter, Facebook, YouTube spesso dettano i titoli delle nostre testate. S.C.A., grazie a partnership con specialisti di comunicazione online, può offrire servizi innovativi ed essere in grado di allestire piattaforme idonee a plasmare leadership, creare reputazione, modificare tendenze e valorizzare aziende e marchi. Inoltre, grazie ad un vasto network di specialisti e contatti svizzeri ed internazionali che interagiscono con l’azienda, è possibile offrire, sviluppare e realizzare le più adeguate soluzioni aziendali per i leader di oggi e di domani. Swiss Communication Agency Sagl Via Borgo 22, 6612 Ascona info@swisscommag.ch www.swisscommag.ch Tel. +41 76 369 08 55
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Vita dei Soci Comunicato stampa
Andamento affari e occupazione nel settore bancario ticinese
Il Comitato esecutivo ABT, riunito lunedì scorso a Lugano, ha commentato i risultati emersi dall’indagine svolta ogni anno dall’associazione sull’andamento degli affari delle banche attive in Ticino, mettendo in evidenza i seguenti punti: • La massa patrimoniale amministrata ha subìto nel 2009 una contrazione dovuta all’amnistia fiscale italiana ma è stata compensata in parte dall’andamento positivo dei mercati finanziari. Le previsioni per il 2010 lasciano presagire una lieve ripresa. Le commissioni nette di gestione e di negoziazione si sono mantenute su un buon livello e anche le previsioni per il corrente anno si rivelano stabili. • Il volume dei crediti alla clientela ha registrato nel 2009 una sostanziale tenuta che dovrebbe proseguire anche nell’anno in corso. Gli istituti di credito continuano ad erogare credito alle famiglie e alle aziende ticinesi seppur in un contesto congiunturale ancora difficile.
•P er quel che concerne l’occupazione, l’indagine non offre ancora un quadro definitivo. Nel 2009 il numero degli effettivi (calcolati su una base occupazionale a tempo pieno) ha registrato un calo quantificabile attorno alle 250 unità (-3.2% rispetto agli occupati a fine 2008). La riduzione degli effettivi è avvenuta in larghissima misura attraverso la normale fluttuazione del personale e solo in minima parte tramite licenziamenti. Le previsioni espresse per il 2010 denotano un’evoluzione incerta che sarà soggetta ad ulteriori verifiche in sintonia con l’andamento degli affari. Per ulteriori contatti rivolgersi a: Franco Citterio Direttore Associazione Bancaria Ticinese (ABT) Villa Negroni, 6943 Vezia Tel. +41 91 966 21 09, Fax +41 91 966 05 69 info@abti.ch, www.abti.ch
Credito quadro approvato: soddisfazione di hotelleriesuisse Ticino
hotelleriesuisse Ticino ha appreso con soddisfazione la notizia dell’approvazione quasi all’unanimità da parte del Gran Consiglio del Credito quadro di 32 milioni di franchi, lo scorso mese di gennaio 2010. L’associazione ticinese degli albergatori si complimenta con i politici per la volontà e la visione lungimirante dimostrata nel dare al settore del turismo le basi economiche per operare nei prossimi anni. Questa decisione conferma un’accresciuta sensibilità, incoraggiante nei confronti del turismo ticinese, e rappresenta un segno di riconoscimento a quanto viene fatto dall’Ente Cantonale per il Turismo che, sempre più, si dimostra indispensabile quale promotore del settore turistico cantonale. Un settore che, specialmente in questi periodi di crisi, si riconferma quale fonte indispensabile al benessere del Cantone. Il Credito quadro non
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serve però unicamente alla promozione del turismo ma è un sostegno tangibile al promovimento degli investimenti per il rinnovamento delle strutture turistiche affinché l’attrattività non venga meno. Il patrimonio naturalistico e ambientale potrà in futuro essere salvaguardato unicamente se si avrà cura del nostro territorio e delle proprie infrastrutture ricettive. Per informazioni: hotelleriesuisse Ticino Fernando Brunner, Presidente Tel. +41 91 759 12 12 segretariato@hotelleriesuisse-ticino.ch www.hotelleriesuisse-ticino.ch
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gestione e servizi pubblici si rivolge ai quadri dirigenziali, ai collaboratori delle amministrazioni pubbliche del Cantone Ticino. Appare con due numeri annuali ed è indipendente da associazioni e/o altri gruppi d’interesse.
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