Ticino Business

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nr. 3 / Aprile 2010

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Sommario

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Aprile 2010 Strong opinion Editoriale Contromano Il Tema Ospite Biblioteca liberale Diritto Attualità Attualità Attualità Attualità Attualità Attualità Attualità

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Eventi

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Eventi Eventi Formazione Servizi della Cc-Ti Osec Fiere internazionali Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci In memoria In memoria

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nr. 3 / Aprile 2010

Quale Ticino promuovere? Copertina creata by Whynott Design

nr. 3 / Aprile 2010

Riflessioni sul segreto bancario Iniziative necessarie ed iniziative pericolose Iniziativa Minder, demagogia e populismo mettono al tappeto la politica L’Italia riscopre il Ticino paradiso delle Pmi Il Ticino ha deciso di agire per cogliere nuove opportunità Ecologismo, la più grande ideologia del XXI secolo Progetto "Swissness": secondo round… Le nostre sorti in mano a 300 imprese… Energia: chiave del nostro benessere Voci dalla mobilità sostenibile: i dipendenti raccontano le loro esperienze Apertura dei negozi il sabato pomeriggio fino alle 18.30 Billag: lanciata un’offensiva delle PMI contro la società di riscossione Nasce il primo magazine dell’USI: SQUARE Come promuovere al meglio la Svizzera all’estero: un’analisi approfondita evidenzia nuove prospettive Russia: aspetti di spedizione, di certificazione e di contrattualistica, il 26.4.2010 The Russian economy: from boom to gloom? - con testimonianza di R. Tavazza Il mercato russo offre ampie possibilità di business alle PMI ticinesi e svizzere Corsi proposti dalla Cc-Ti Speciale USI Career Forum 2010 Commercio estero I prossimi appuntamenti FPCE Cooperativa Migros Ticino Evolve SA Gruppo Cornèr Banca Kessel Racing Funicolare San Salvatore SA e Ferrovia Monte Generoso SA hotelleriesuisse Ticino ÖKK SSIC Ticino Fausto Muggiasca Karin Miniscalco Nurminen

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Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti

Riflessioni sul segreto bancario

Non so voi, ma io mi sento assediato, accerchiato come non mai prima d’ora. Questa pressione costante da parte dell’EU, o meglio, da parte di alcuni importanti stati come Germania, Francia, Italia diviene insidiosa, si trasforma in ansia, insicurezza, incertezza. E fa riflettere. Mi riferisco al segreto bancario. All’uso che se ne fa per mettere in crisi la piazza finanziaria svizzera, perché di questo si tratta. È ipocrita, ma efficace, usare il vecchio sistema del dispensare sensi di colpa sottintendendo che dare rifugio a capitali frutto di un’evasione fiscale sia sempre e comunque immorale e indegno per un Paese civile. Tuttavia non tutte le evasioni fiscali sono a priori ingiustificate. Se i soldi scappano all’estero, di norma, in quel Paese c’è un problema a monte ossia una tassazione iniqua che si avvicini a una confisca come nei Paesi scandinavi anni ‘80 e come oggi in molti Stati europei. La soluzione non sta nell’abolizione del segreto bancario bensì in una tassazione più equa, che tenga conto del sacrosanto diritto di ciascuno nel pretendere che lo Stato adempia ai suoi doveri a un costo ragionevole, rispettando un sano rapporto prezzo qualità. Se la Svizzera decidesse di accettare senza riserve lo scambio automatico di informazioni tra autorità fiscali dei vari Paesi OCSE, molti capitali volerebbero verso altri paradisi fiscali (Delaware, Seychelles, Dubai, ecc.) ai quali essere sulla lista nera del Ministro Tremonti farebbe lo stesso effetto di una multa per parcheggio abusivo che fosse consegnata a Totò Riina. Quest’ovvietà è arcinota ai Paesi più critici nei nostri confronti. Da cui ne deduco che in fondo non sia in realtà il nostro segreto bancario l’obbiettivo vero del contendere, bensì la piazza finanziaria. È una storia vecchia, il cui inizio risale probabilmente ai tempi del clamoroso caso dei fondi ebraici. Facciamo un passo indietro. Nel dopoguerra, il nostro Paese ha potuto godere di una situazione privilegiata grazie alla benevolenza della comunità internazionale che ci permise di mantenere vivo un considerevole vantaggio competitivo, il segreto bancario appunto, di per sè impensabile in un’economia di mercato dove tutti dovrebbero confrontarsi ad armi pari. Grazie a questa situazione vantaggiosa le nostre banche si arricchirono consistentemente creando benessere e lavoro. E tutto andò bene fin quando le stesse non decisero di usare questa ricchezza contro chi aveva per lungo tempo tollerato questa anomalia. Partì quindi una spregiudicata strategia di acquisizioni all’estero per cui alcune istituzioni considerate il fior fiore del banking internazionale soprattutto in Inghilterra e USA, finirono in mani elvetiche. Questo creò un’inevitabile reazione da parte di chi subì l’assalto. Tra i quali primeggiava l’establishment finanziario di Wall Street che è praticamente tutto in mano ebraica. Ecco spiegata la ragione della violenta campagna sui fondi ebraici contro il nostro Paese, per la prima volta accusato

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esplicitamente di essersi appropriato dei beni di ebrei finiti nei campi di sterminio nazisti. Ma i fondi ebraici erano in realtà un paravento, un facile, benché insidiosissimo pretesto, e nel contempo una ritorsione pesante al fine di indebolire la piazza finanziaria elvetica, da cui era partito l’attacco verso gli USA. Lo Stato svizzero non pagò mai nulla alla comunità ebraica, furono invece le banche coinvolte che passarono alla cassa sborsando un paio di miliardi. È cambiato nella forma, si chiama segreto bancario, ma la sostanza è la stessa: indebolire la piazza finanziaria. Ma se l’aggressione dei fondi ebraici pareva quello di uno stormo di FA-18 oggi ci troviamo contro la sesta flotta al completo cui si sono aggregati gli europei allettati del comportamento degli USA. Alcuni sostengono che se fossimo membri dell’EU il trattamento sarebbe meno ostinato, come dimostrerebbe l’atteggiamento verso Austria, Lussemburgo, Belgio. A tutt’ora risparmiati dell’artiglieria pesante. Può darsi ma, se l’obbiettivo non è propriamente il segreto bancario in quanto tale, bensì la ricca e potente piazza finanziaria elvetica, allora essere nell’EU non ci dispenserebbe dal subire attacchi. Se l’intenzione è di sparare al cane perché padrone intenda, la questione va oltre l’appartenenza all’EU. Bisogna capire come sventare al meglio l’assedio che stiamo subendo. Che il segreto bancario così com’è abbia fatto il suo tempo, è fuori di dubbio! La comunità internazionale, che per molti anni l’ha tollerato, ha detto basta. Per cui dobbiamo agire con rapidità ed efficacia. Promette bene il progetto Rubick, cioè un’euroritenuta che funzioni correttamente tassando tutti, persone e anche società (oggi escluse) al 35%, senza peraltro dover indicare il nome del cliente beneficiario ultimo. A questo punto diviene inutile la distinzione tra frode e evasione perché con un euroritenuta del 35% applicata seriamente è superfluo sapere se si tratti di capitali provenienti da evasione o no. Resta una domanda per concludere.Si poteva evitare di arrivare a questo punto? Penso di si. Così com’era stata introdotta, l’euroritenuta era una farsa. Noi e i partner europei sapevamo benissimo che escludendo le società, tassando cioè solo le persone fisiche aggirare la tassa sarebbe stato un gioco da bambini. La Svizzera avrebbe voluto tassare anche le società. Ma gli inglesi si opposero e ebbero la meglio. Perché? Per difendere la piazza finanziaria di Londra fu detto. Può darsi. Tuttavia data l’enorme carica di simpatia da parte della finanza londinese verso la concorrenza elvetica, un vago dubbio che ci volessero piazzare un cavallo di Troia in casa facendo passare la Svizzera per quella che elude gli accordi presi, ci potrebbe stare. Manipolare la verità è facile. In fondo l’Austria è riuscita a far passare Beethoven per un austriaco e Hitler per un tedesco ….


Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

Iniziative necessarie ed iniziative pericolose Quale Ticino promuovere? Non è una domanda polemica, ma assolutamente necessaria per discutere di proposte concrete che possano garantire la competitività futura del nostro Cantone. Il periodo travagliato che non ci siamo ancora completamente lasciati alle spalle e che ha minacciato la posizione della nostra piazza finanziaria deve infatti indurci a riflettere su molti elementi del territorio e ad operare scelte coraggiose, anche se magari talvolta scomode. Sul fatto che occorra procedere su questa strada vi è un consenso quasi generale. Molto più difficile è trovare l’intesa su progetti concreti proprio perché talune scelte rischiano di scontentare una parte del Paese. Non si tratta solo di riflettere sul ruolo della piazza finanziaria, che rimane comunque un pilastro fondamentale della nostra economia. È piuttosto necessario valutare quali siano le varie possibilità per proseguire sulla strada della diversificazione del tessuto economico, fattore fondamentale che non a caso ha permesso al Ticino di reggere meglio di altri Cantoni all’onda d’urto delle difficoltà congiunturali che hanno caratterizzato il 2009. Su quali settori è opportuno puntare? Quali attività vanno maggiormente promosse e come? Senza intese ad ampio respiro, che coinvolgano le parti sociali e la politica, non sarà facile trovare una linea coerente. Nel frattempo, la Cc-Ti, fedele al principio che predilige l’azione piuttosto che i proclami, nel suo piccolo sta cercando di dare un contributo molto concreto allo sviluppo delle competenze e delle opportunità di business per le aziende ticinesi. Un esempio fra tanti è costituito dal settore delle esportazioni, su cui si è deciso di puntare in modo massiccio negli ultimi due anni, grazie al fatto che la Cc-Ti dispone di competenze approfondite sul tema e che può avvalersi della collaborazione dell’antenna ticinese dell’Osec. In concreto, è stata sviluppata in modo netto e deciso la formazione specifica rivolta alle aziende esportatrici, per permettere loro di essere sempre al massimo livello di conoscenze e disporre di personale formato ed aggiornato. Attraverso un’offerta formativa mirata, costruita su misura per le esigenze delle aziende, la Cc-Ti ha contribuito e contribuisce fattivamente alla valorizzazione delle attività delle ditte esportatrici, sempre più confrontate a regole che cambiano in maniera repentina e poco trasparente. Parallelamente sono stati organizzati numerosi eventi concernenti Paesi o regioni emergenti e da scoprire oppure già noti ma che meritano comunque costanti approfondimenti. Medio Oriente, Cina e Russia ne sono solo alcuni esempi. Attraverso una formula che permette alle imprese di apprendere in maniera rapida informazioni concrete ed immediatamente spendibili e di allacciare con facilità importanti contatti che portano preziose nuove opportunità, la Cc-Ti ha aperto nuovi orizzonti, fondamentali quando vi è una generale contrazione dei mercati d’esportazione. Grazie anche al prezioso sostegno di alcuni sponsor, questi incontri sono completamente gratuiti, il che costituisce un ulteriore aiuto concreto alle imprese ticinesi. È con iniziative di questo tipo che, nell’attesa di grandi decisioni strategiche, si può dare un contributo mirato ed estremamente importante per consolidare e promuovere la piazza economica. Fra le iniziative meno positive, vi è invece senza dubbio da annoverare quella lanciata dall’imprenditore Thomas Minder che intende limitare gli abusi salariali da parte dei manager. La proposta, per troppo tempo colpevolmente sottovalutata dal mondo politico ed economico, è stata discussa dal Consiglio Nazionale, che ha elaborato un controprogetto diretto da sottoporre al verdetto popolare. Dopo i dibattiti parlamentari, non si può nascondere una

certa preoccupazione per il futuro del quadro giuridico elvetico, noto ed apprezzato per la marcata impronta liberale e quindi particolarmente favorevole alle attività aziendali. Nel marasma della discussione politica, si è parlato troppo poco dell’indispensabile equilibrio strutturale della legislazione, cioè della ripartizione delle competenze fra Assemblea generale e Consiglio d’Amministrazione, del principio della libertà delle aziende di fissare le remunerazioni, dei reali diritti dei proprietari delle aziende, cioè gli azionisti, ecc.. Da una proposta volta a rafforzare i diritti degli azionisti, si è arrivati, fra accuse incrociate di ladrocinio, ad ipotizzare la fissazione degli stipendi aziendali da parte dello Stato, in un minestrone di proposte, controproposte e veti politici che hanno creato solo confusione e che rischiano di partorire soluzioni peggiori dei problemi. Nessuno nega che vi siano stai abusi inaccettabili e comportamenti scorretti ed è giusto pensare a come evitarli in futuro e a come punire i responsabili. Non si possono però criminalizzare tutte le aziende, né imporre lacci eccessivamente stretti, che di fatto impedirebbero le normali dinamiche dell’attività imprenditoriale. Particolarmente impressionante è il fatto che una recente revisione del Codice delle obbligazioni (CO), entrata in vigore nel 2007 con norme specifiche e più restrittive per le aziende quotate in borsa, non sia nemmeno stata menzionata. Si tratta di disposizioni forse migliorabili, ma che comunque esistono e che smentiscono la tesi dominante che tutti possono rubare impunemente. D’altra parte, non va dimenticato che gli esempi di iper-regolamentazione di altri Pesi non sono particolarmente edificanti, visto che comunque non sono riusciti ad evitare disastri ed operazioni avventate, come ha dimostrato l’ambito finanziario americano. Purtroppo, nell’attuale contesto politico, non si pensa all’utilizzo razionale delle basi legali già esistenti, ma si tende a far prevalere una pericolosa tentazione forcaiola, per cui si predilige l’azione penale, difficilmente percorribile ma molto più spettacolare, trascurando invece la via civile che darebbe più possibilità nell’ottica dell’ottenimento di risarcimenti da parte di chi ha agito in maniera irresponsabile o ai limiti della legalità. Non si tratta di trovare scusanti per chi ha sbagliato, perché la rabbia e la delusione sono più che giustificate ed anche il mondo imprenditoriale condanna fermamente gli abusi commessi da poche persone senza scrupoli, perché questi comportamenti creano danni pecuniari ma anche d’immagine per chi invece opera onestamente. Si tratta piuttosto di mantenere una posizione lucida e di buon senso, che metta di fronte alle proprie responsabilità chi ha sbagliato, ma senza distruggere un sistema che garantisce comunque una buona affidabilità. La voglia di giustizia di chi è stato buggerato è comprensibile e va rispettata, ma non a scapito del 99% delle aziende che lavorano alacremente e garantiscono posti di lavoro anche in tempi difficili. Una revisione del diritto societario del CO, a mio avviso sede naturale per risolvere questioni come quella sollevata da Thomas Minder, sarebbe senz’altro meritevole di discussione, mentre nutro forti dubbi sul fatto che inserire regole societarie nella costituzione rappresenti a media e lunga scadenza una mossa saggia. Ma purtroppo il clima politico non lascia spazio a discussioni ragionate e il condivisibile malcontento popolare viene alimentato ad arte e cavalcato per meri calcoli elettorali. Peccato. Il rischio di rovinarci con le nostre mani è molto concreto, perché affossare i vantaggi competitivi dati da una legislazione liberale, aperta e flessibile avrebbe conseguenze irreparabili in tempi nemmeno troppo lunghi. Sarebbe forse il caso, anche qui, di farsi qualche riflessione strategica…

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Contromano di Alessio del Grande

Iniziativa Minder, demagogia e populismo mettono al tappeto la politica Sull'iniziativa contro i salari abusivi dell'imprenditore sciaffusano Thomas Minder si andrà al voto popolare. Da quello che si è visto nel primo dibattito di metà marzo al Consiglio Nazionale, si è persa l’occasione per un confronto serio, e meno ideologizzato, sul tema rovente di bonus e onorari d’oro dei manager, che non può prescindere da una riflessione altrettanto attenta su quella che è stata l’evoluzione dell’economia internazionale e, dunque, anche su una revisione ragionata della legislazione per le società anonime. Con l’avvicinarsi delle elezioni federali, su un problema a così alta sensibilità popolare, demagogia e populismo pare abbiano avuto sinora la meglio sulla politica, quella vera. Al di là della sorte che toccherà all’iniziativa Minder, la povertà del dibattito al Nazionale ha dimostrato quanto sia elevato oggi in Svizzera il rischio di mettere in gioco una piazza economica su cui si sono costruiti il benessere e la ricchezza del Paese. La politica appare, difatti, poco consapevole di come siano mutati il contesto economico mondiale e con esso le dinamiche della competitività su mercati sempre più globalizzati e interdipendenti. Per quanto Minder abbia presentato la sua iniziativa nel 2006, ossia prima ancora della crisi finanziaria, l’ondata emotiva ad essa seguita si è alimentata anche con il risentimento contro le retribuzioni elevate di dirigenti e manager, divenuti bersaglio di feroci campagne populistiche sia da destra che da sinistra. Sono così rimaste in ombra certi eccessi nelle proposte di Minder, peraltro in parte riconosciuti dallo stesso imprenditore sciaffusano, molto pericolosi per la nostra l’economia. Che purtroppo hanno già spianato la strada persino all’idea che gli stipendi dei manager debbano essere fissati per legge, dallo Stato, come propone un'altra iniziativa la “12:1” presentata dai giovani socialisti, i quali chiedono che lo stipendio aziendale più alto non superi di 12 volte quello più basso. In gioco ci sono l’attrattività della Svizzera per le imprese quotate in Borsa, per quelle già presenti e quelle che potrebbero insediarsi, con danni economici e occupazionali notevoli. Oggi le 270 società anonime elvetiche quotate in Borsa occupano l’11% dei lavoratori (direttamente o indirettamente danno lavoro a circa 600mila persone), generano sino al 18% del prodotto interno lordo e pur rappresentando soltanto l’1% delle società di capitali pagano il 42% delle imposte sulle persone giuridiche. Per di più queste imprese investono nella ricerca quasi 7 miliardi di franchi, ossia più della metà dell’investimento totale fatto nella Confederazione per la ricerca e lo sviluppo.

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Dalla presenza di queste società dipende, quindi, un grande patrimonio in termini di valore aggiunto, posti di lavoro, innovazione e di entrate fiscale. Un patrimonio incentivato sinora grazie anche ad una legislazione sulle società anonime molto flessibile che lascia alle imprese una grande libertà organizzativa. “Una legislazione per questo molto attrattiva - come ha recentemente ricordato Pascal Gentinetta, Direttore di economiesuisse -, rappresentando di fatto uno dei migliori atout della Svizzera nel contesto internazionale per attirare nuovi imprenditori e buoni contribuenti”. Con le proposte avanzate da Minder, le norme sulle società anonime diventerebbero, invece, molto restrittive, con disposizioni troppo rigide rispetto agli attuali parametri internazionali. La conseguenza potrebbe essere il trasferimento in altri paesi di queste società, con l’inevitabile perdita di posti di lavoro e di ingenti entrate fiscali. Ecco perché se si vuole affrontare seriamente il problema delle retribuzioni d’oro e impedire taluni intollerabili eccessi, che indubbiamente ci sono stati, bisognerebbe invece partire dalla riforma in corso del diritto delle società anonime, dalle misure già decise per la sorveglianza dei mercati e da un’approfondita analisi di quella che è stata l’evoluzione internazionale in tema di conduzione d’impresa. Le indicazioni concrete non mancano. Lo Swiss code of best practice for corporate governance di economiesuisse già da anni propone dieci raccomandazioni per le retribuzioni nelle imprese quotate in Borsa. Raccomandazione che per la loro equa ponderazione tra i diversi interessi sono pure sostenute dalla Fondazione Ethos. Oggi queste società per reggere su mercati ipercompetitivi hanno bisogno di un personale di alto profilo. Manager e dirigenti con grande esperienza internazionale, figure che vano bene al di là dei vecchi capitani d’industria, e con una cultura professionale cosmopolita, sempre pronti, perciò, a spostarsi di Paese in Paese per mettersi al servizio di chi paga di più. Certamente è abbastanza facile stabilire con una legge di Stato le loro retribuzioni, ma è altrettanto facile che si spostino là dove il mercato è per loro molto più gratificante. Dunque, bisogna stare molto accorti a non usare il risentimento popolare per l’insolenza di certe retribuzioni (soprattutto quando non meritate, e di casi clamorosi se ne sono visti sin troppi) per scardinare del tutto un sistema che nel bene e nel male ha fatto la fortuna del nostro Paese.


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Il tema di Alessio Del Grande

L’Italia riscopre il Ticino paradiso delle Pmi

Dal 1997 al 2008, grazie a Copernico, il programma di marketing territoriale, e agli altri incentivi di promozione economica, sono arrivate o sono state create in Ticino 192 nuove aziende. Un risultato di tutto rispetto, distribuito sui settori produttivi più importanti, dall’elettronica, alla chimica farmaceutica, dalla meccanica di precisione all’informatica, ai servizi logistici. A queste 192 imprese, negli ultimi due anni se ne sono aggiunte altre, a conferma dell’interesse che suscita per gli imprenditori stranieri un possibile insediamento aziendale nel nostro Cantone. Il grosso delle aziende estere, una novantina circa, sono arrivate dall’Italia. Ma per continuare ad attirare imprese dall’estero, il Ticino deve riuscire a restare concorrenziale con gli altri Cantoni, che su questo stesso terreno si stanno muovendo con nuove iniziative assai profilate e campagne mirate. Un esempio? Il vecchio DEWS, Develooment Economic Western Switzerland, un organismo che coordinava, ma senza grande successo a causa della rivalità tra i Cantoni, la promozione territoriale di Neuchâtel, Vaud, Vallese e Giura, è stato sostituito dalla GGBA, Greater Geneva Bern Area, di cui fanno parte: Berna, Ginevra, Vaud, Friborgo, Vallese e ovviamente Neuchâtel che, in quanto marketing territoriale, in Svizzera ha fatto da caposcuola. Ebbene, la GGBA, che si muove in un’ottica interregionale, ha puntato decisamente sull’Italia e il Canton Berna ha persino insediato un suo lobbista a Milano per agevolare i contatti con gli imprenditori lombardi. Un’idea analoga è stata recentemente proposta dal Presidente della Camera di commercio, Franco Ambrosetti, che ha così rilanciato l’importanza della promozione del marchio Ticino nel Nord Italia. Sarebbe un vero peccato se il mondo economico e quello politico non sostenessero questa proposta che, assieme ad una reimpostazione di Copernico ad ormai 13 anni dalla sua creazione, può sicuramente contribuire a rafforzare la visibilità e l’attrattività del Cantone sulla piazza imprenditoriale italiana. Paese che recentemente pare aver riscoperto il Ticino come destinazione ideale soprattutto per le piccole e medie imprese più innovative. “Il paradiso delle PMI italiane” l’ha definito qualche mese fa il quotidiano economico “Milano Finanza”, elen-

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cando tutti i vantaggi di una delocalizzazione ma appena oltre il confine: fisco meno gravoso, incentivi agli investimenti, servizi finanziari, bancari e assicurativi di primo ordine, efficienza amministrativa e poca burocrazia, infrastrutture e servizi pubblici che funzionano, mercato del lavoro flessibile, manodopera qualificata, zero assenteismo, stabilità politica, certezza giuridica e fiscale. Insomma, tutti quei requisiti che permettono di pianificare con tranquillità, e senza sorprese, l’attività aziendale. Il tutto in un contesto di lingua e cultura italiana - altro grande vantaggio, ma con regole e procedure secondo la migliore tradizione svizzera -, che conta una realtà produttiva con circa 20 mila imprese e un 47% di popolazione attiva straniera, per metà frontalieri. Non meno elogiativo è stato un sostanzioso reportage apparso non molto tempo fa su “Il Venerdì”, l’inserto settimanale del quotidiano Repubblica, che è andato al di là del solito clichè banche, formaggio, cioccolato e capitali in nero, per scoprire un Paese che con un fisco moderato e una burocrazia ultra leggera, rispetto a quella italiana, rappresenta il sogno di ogni imprenditore. A metà febbraio ha riscosso anche parecchio interesse un inserto del settimanale economico “Il Mondo” che


presentava un Ticino oltre la piazza finanziaria, ossia la realtà di un’economia vivace che non è fatta solo di banche e fiduciarie. Insomma, finalmente sulla grande stampa italiana un’immagine e una percezione positive del Cantone dopo la tempesta dello scudo fiscale del ministro Tremonti, con tutti gli effetti collaterali che ne sono seguiti. Di atout il Cantone ne ha e parecchi, ma bisogna saperseli giocare, stando anche bene attenti a che nel marketing territoriale non si resti indietro agli altri. Per questo la Camera di commercio presta molta attenzione all’insieme delle condizioni che permettono all’economia di restare competitiva, valorizzando risorse e competenze specifiche del territorio e del tessuto produttivo. Significativa, al proposito, è la partecipazione alla nuova piattaforma “Agire” l’Agenzia per l’innovazione regionale della Svizzera italiana, nata con la collaborazione dei Dipartimenti delle Finanze e dell’Educazione, l’Associazione industrie ticinesi, l’USI e la SUPSI. Tra i principali compiti di Agire c’è quello di coordinare e integrare l’attuale offerta di supporto all’innovazione,vale a dire la materia prima che alimenta la capacità competitiva delle nostre imprese. Altrettanta attenzione la Cc-Ti sta riservando con diverse iniziative ai rapporti e agli scambi con l’Italia, sia per facilitare l’accesso delle aziende ticinesi a quel mercato sia nel promuovere il Ticino come destinazione di nuove realtà imprenditoriali. Una strategia fondata sulla convinzione che la contiguità geografica con il nord Italia sia per la nostra economia non un rischio ma una grande opportunità di crescita. Ecco perché Copernico ha ancora un ruolo chiave, tanto più se si riuscirà a ricalibrarlo sull’evoluzione degli interessi e dei bisogni degli imprenditori stranieri, valutando quali incentivi siano da potenziare o se, magari, è il caso d’introdurne altri. Il momento è favorevole, dall’estero si guarda con rinnovato interesse al Ticino, dunque, non lasciamoci scappare un’occasione che altri Cantoni sono già pronti a sfruttare.

Copernico in cifre

Dal 1997 al 2008, con il programma di marketing territoriale Copernico, gli incentivi all'innovazione economica e quelli fiscali sono state attirate/costituite in Ticino 192 nuove imprese.

Copernico 1997 - 2008 Nuove aziende attirate o create in Ticino

192

Provenienza geografica delle nuove aziende Italia

90

Germania

9

Stati Uniti d'America

6

Altri Paesi

24

Svizzera

8

Ticino

55

Settori di attività delle nuove aziende Elettronica

30

Metallurgia e meccanica di precisione

17

Chimica-farmaceutica-medicale

24

Materie plastiche

18

Metalli preziosi

6

Industria del legno, vetro, ferro, ceramica, ...

3

Industria alimentare

4

Informatica

22

Servizi centrali e Logistica

23

Altri

45

Fonte: www.ti.ch/copernico

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con l’On. Laura Sadis, Consigliera di Stato e Direttrice del DFE

Il Ticino ha deciso di agire per cogliere nuove opportunità

Laura Sadis

Dal 1997 al 2009 Copernico ha attirato in Ticino 135 imprese straniere. A 13 anni dall'avvio di questo progetto di promozione economica, non crede sia giunto il momento di rilanciarlo, anche per tenere testa alle strategie di promozione degli altri Cantoni?

“La promozione economica ha due aspetti che vanno ben distinti: il servizio di «sportello unico» a favore delle aziende ticinesi o delle aziende che intendono insediarsi sul nostro territorio da una parte, e l’iniziativa di marketing territoriale denominata Copernico dall’altra. Per «sportello unico» s’intende l’applicazione degli strumenti legislativi come la Legge per l’innovazione economica, ma soprattutto l’accompagnamento dei progetti complessi che coinvolgono più competenze all’interno dell’amministrazione cantonale e che necessitano di una regia centrale. Mi riferisco in particolare alla realizzazione di progetti industriali, che richiedono spesso il coinvolgimento delle autorità di controllo del mercato del lavoro, degli uffici cantonali che si occupano della protezione dell’aria, dell’acqua o del suolo oppure legati al rilascio delle licenze edilizie. L’iniziativa di marketing territoriale Copernico si prefigge invece di far conoscere attivamente il Cantone Ticino quale sede ideale per l’insediamento di attività economiche innovative, sia nell’ambito industriale così come anche in quello del terziario avanzato. Vorrei anche approfittarne per sottolineare che non necessariamente le azioni di promozione economica presuppongono lo stanziamento di contributi finanziari o la concessione di agevolazioni fiscali. Vi sono infatti aziende che non beneficiano di alcun aiuto, ma per le quali è assai più importante il primo contatto con i servizi dell’amministrazione cantonale e la successiva fase di accompagnamento nella realtà economica e istituzionale del Cantone. Da questo punto di vista, la Sezione della promozione economica svolge un lavoro forse non appariscente, ma sicuramente molto prezioso. Fatta questa premessa, e per tornare alla sua domanda, penso che il progetto Copernico sia più attuale che mai e forse più che di un rilancio si dovrebbe parlare di una logica evoluzione. In particolare ritengo che i tempi siano maturi per un dialogo più stretto con

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gli attori che nel territorio perseguono gli stessi obiettivi, e mi riferisco in particolare alle associazioni economiche così come alla neo-costituita associazione AGIRE, che si prefigge proprio di coordinare, in collaborazione con i principali partner del Cantone (Cc-Ti, AITI, USI e SUPSI), le attività legate al trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie, la promozione dell’imprenditorialità e del territorio cantonale”.

Come si stanno muovendo la Confederazione e gli altri Cantoni per attirare imprese straniere?

“Parallelamente alle iniziative intraprese su piano cantonale, in Svizzera il ruolo della promozione economica è assunto dall’Osec, che riunisce in un'unica organizzazione comune i mandati di prestazioni per la promozione delle esportazioni, delle importazioni, degli investimenti nonché della Svizzera come piazza economica. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, che è quello che di cui stiamo parlando, l’Osec si occupa di fornire un accompagnamento attivo ad aziende che vogliono stabilirsi o investire in Svizzera e organizza regolarmente degli eventi di promozione nei principali Paesi partner economici della Svizzera. Malgrado la volontà di attribuire a livello nazionale questo compito ad un’unica organizzazione, in virtù delle dimensioni ridotte del Paese, ci troviamo oggi di fronte all’esistenza di due grandi blocchi che agiscono in parallelo a queste iniziative nazionali. Si tratta delle iniziative di promozione economica dei blocchi dei Cantoni occidentali e orientali, cioè della Greater Geneva Bern Area (GGBA) e della Greater Zurich Area (GZA). Per quanto riguarda singoli Cantoni si può anche notare che in alcuni le attività di marketing territoriale sono separate dall’amministrazione cantonale, come ad esempio a Lucerna, che tramite una fondazione a cui partecipano il cantone, i comuni, le associazioni economiche e la Banca Cantonale, realizza una vera e propria partnership pubblico – privato. La costituzione dell’associazione AGIRE vuole essere un primo passo in questa direzione”.

Con una novantina d'imprese che hanno scelto il Ticino, l'Italia è stato sino ad ora il Paese più


sensibile ai richiami di Copernico. Ritiene ci sia ancora spazio su questo mercato?

“Il Ticino, essendo un territorio geograficamente incuneato nel Nord Italia, si trova in una situazione privilegiata rispetto ad altri Cantoni. Molti contatti arrivano così con regolarità direttamente grazie al passa parola e grazie all’interessamento di professionisti, avvocati e fiduciari che hanno strette relazioni con clienti e colleghi italiani. L’Italia resta pertanto il principale mercato di riferimento per il Ticino. Il grande interesse per il nostro territorio lo si vede nei molti contatti che quotidianemente avvengono con la promozione economica e che portano regolarmente all’insediamento di piccole e medie realtà. Ci sono però anche insediamenti più importanti e che fanno notizia, come dimostrano i recenti insediamenti di aziende attive nell’ambito delle energie rinnovabili. In tema di rapporti con l’Italia, il Cantone si è anche mosso nel senso opposto, per favorire l’accesso al mercato italiano delle aziende ticinesi. In particolare, l’Autorità cantonale si è attivata con Berna e con Roma per trovare una soluzione ai problemi legati all’applicazione del principio di reciprocità nell’ambito degli Accordi bilaterali Svizzera-UE e, più in generale, alle difficoltà amministrative dovute alla complessità del sistema normativo italiano. In questo contesto il DFE, in collaborazione con la Camera di commercio, l’Associazione industrie ticinesi, la Società svizzera impresa costruttori sezione Ticino e la Regio Insubrica, ha realizzato una guida on-line (www. ti.ch/lavorareinitalia) per aziende ticinesi che intendono rivolgersi al mercato italiano. Anche questa è un’azione concreta di promozione economica volta a rafforzare il tessuto imprenditoriale ticinese”.

Italia a parte, ci sono anche altri Paesi su cui puntare?

“Data la nostra situazione economica e geografica il secondo mercato per importanza è senza dubbio la Germania. Per altri mercati – in particolare Francia, Stati Uniti, Russia, India, Cina e Giappone – facciamo invece direttamente riferimento alla collaborazione con Osec, a cui abbiamo dato un mandato per rappresentarci nelle attività di marketing territoriale. Vorrei anche sottolineare che in Ticino abbiamo la fortuna di avere un’ottima collaborazione con la Swiss American Chamber of Commerce, che ci permette di avere un contatto privilegiato con il mercato americano”.

Quali sono oggi i maggiori ostacoli nella promozione del Ticino?

“La tensione politica dovuta allo scudo fiscale tra Italia e Svizzera, così come la forte pressione che l’estero sta esercitando sulla piazza finanziaria svizzera, rende prudenti nell’effettuare azioni di promozione plateali. È al proposito sintomatico notare che durante il 2009 l’Osec non ha potuto organizzare seminari di promozione in Germania fino al mese di ottobre. Oltre a questo contesto generale su cui è difficile agire come autorità cantonale, da parte nostra

occorrerà da un lato rendere ancora più efficaci e mirati gli strumenti di promozione, con una visione globale dello sviluppo cantonale, e dall’altro lato prestare attenzione al mantenimento e al miglioramento di quelle condizioni di contesto essenziali per l’attività di un’azienda, ma anche per la qualità della vita delle persone. Carico fiscale moderato, stretto legame tra impresa e ricerca, qualità dei servizi finanziari, buona rete di collegamenti, garanzia della mobilità, sicurezza del cittadino e certezza del diritto, affidabilità delle amministrazioni pubbliche restano fattori centrali per rendere competitiva una piazza economica. La politica dovrà essere capace di creare l’indispensabile consenso per evitare l’indebolimento strutturale su questi fronti e per attuare quelle riforme che, volenti o nolenti, si renderanno necessarie; un consenso che, di fronte a scelte di fondo sui modelli di sviluppo socio-economico, richiederà anche il contributo propositivo, coerente e senza pregiudizi di tutti i partner sociali. La promozione economica non è infatti solo una questione di politiche e sussidi pubblici, contro cui puntare il dito o a cui aggrapparsi a seconda delle necessità, ma è innanzitutto espressione dei valori condivisi di un’intera collettività”.

Lei ha dovuto congelare la decisione di diminuire la pressione contributiva sui contribuenti più facoltosi. Questo sgravio, oltre a scongiurare una possibile fuga di questi contribuenti verso Cantoni fiscalmente più vantaggiosi per loro, non crede che poteva anche essere un ulteriore fattore di attrattività del Ticino?

“Certamente! La fiscalità delle persone fisiche è un fattore determinante nella scelta della localizzazione per un’azienda che vanta profili professionali con alte qualifiche e quindi personale con redditi elevati. Questo è valido in particolare nell’ambito del terziario avanzato e nel settore finanziario. Purtroppo oggi il Ticino per questi redditi non è assolutamente competitivo e sarebbe necessario perlomeno rientrare in una media Svizzera, così come proposto nel progetto che ho presentato al Governo all’inizio dell’anno. Congelamento o meno il problema rimane, motivo per il quale lo si dovrà saper affrontare”.

Come vede il Ministro Sadis, il futuro economico del Cantone?

“Sono pacatamente fiduciosa perché consapevole dei punti di forza di cui il nostro territorio dispone. Dovremo saper creare sempre le migliori condizioni di contesto – ottime infrastrutture, fiscalità competitiva, sicurezza, formazione professionale mirata ed adeguata alle esigenze dell’economia – affinchè la libera impresa si possa sviluppare e spero che, anche grazie alle molteplici attività di ricerca e formazione che sono oggi presenti in Ticino e che sono importantissime, sempre più ticinesi diventino attori in primo piano nel fare economia, affrontando quelle sfide imprenditoriali che arricchiscono un territorio e permettono di creare sempre nuovi occasioni di lavoro qualificate soprattutto per i giovani”.

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Ecologismo, la più grande ideologia del XXI secolo Lo scandalo del “Climagate” è esploso lo scorso dicembre all’interno della comunità scientifica, nelle settimane successive è diventato di dominio pubblico, sebbene i media non gli abbiano dato quel risalto che, invece, meritava. I ghiacciai dell’Himalaya si scioglieranno nel 2035, prevedeva il rapporto del 2007 dell’IPCC, il panel di scienziati che studia l’effetto serra per conto dell’ONU, presieduto da Rajendra K. Pachauri, premio Nobel per la Pace assieme ad Al Gore, per meriti ambientali. Niente di più falso. Per un errore tipografico è stato scritto 2035, anziché 2350, si è giustificato l’IPCC al centro di un terremoto che ne ha minato del tutto la credibilità, dopo la scoperta che i dati sull’effetto serra erano del tutto sbagliati o addirittura manipolati per alimentare l’allarme climatico. Ma non era soltanto questa la grandiosa ecoballa destinata a sgonfiarsi clamorosamente. Si è pure scoperto che le drammatiche previsioni secondo cui entro il 2020 si sarebbe dimezzata la produzione agricola in Africa e che quasi metà della foresta amazzonica si sarebbe, invece, rattrappita per la mancanza di pioggia, non erano supportate da serie analisi scientifiche. Si è scoperto che gli esperti dell’IPCC, oltre a falsificare i dati sul surriscaldamento, cercavano anche di cancellare le prove scientifiche di ricerche molto più attendibili ma contrarie alle loro tesi. Trucchi e bugie dei catastrofisti climatici sono venuti così alla luce. Eppure questi signori con i loro continui allarmi sull’emergenza ambientale hanno tenuto banco nell’ultimo decennio, dettando l’agenda politica dei Governi sulla protezione ambientale e terrorizzando la popolazione di mezzo mondo. Come può essere successo tutto questo? Perché si sono riconosciute tanta credibilità e autorevolezza a previsioni e a tesi non comprovate dalla scienza? Per la semplice ragione che l’ecologismo è diventato la più grande ideologia del XXI secolo, come scrive Laurent Larcher, nel suo acuto saggio “Il volto oscuro dell’ecologia” (Lindau editore). Come tutte le ideologie anche l’ambientalismo si afferma e si diffonde con menzogne e falsi di ogni genere, complici silenzi e ingenue illusioni, con interessi politici e pericolose utopie. Larcher, da fine intellettuale cattolico, analizza l’ecologismo dalla prospettiva di quel profondo anticristianesimo e antiumanesimo di cui si nutre, che sta cancellando le radici ebraico-cristiane della civiltà occidentale, trasformando l’Occidente nel principale imputato per la devastazione produttivistica della grande Madre Terra. “Dopo il fallimento delle rivoluzioni rosse e brune, l’ecologia - scrive Larcher - propone a sua volta una nuova teoria del cambiamento. All’inizio del XXI secolo, vi è campo libero per una nuova utopia. I delusi del mondo industriale, gli orfani delle grandi illusioni del secolo XX, i professionisti della «resistenza» sono a disposizione dell’utopia verde”. Come

proclamano gli ideologhi del movimento Europa Écologie lottare per l’ecologia significa lottare contro il sistema. Solo un roboante quanto vuoto proclama? Affatto. L’ecologismo nelle sue varie sfumature si è riappropriato del vecchio armamentario politico di un socialismo ormai fuori corso: dirigismo, pianificazione economica - limitando nel nome della natura l’iniziativa privata - subordinazione dei diritti individuali a presunti interessi collettivi e autoritarismo. La natura, insomma, oltre la democrazia, la “decostruzione dell’uomo nel nome della salvaguardia della Terra” come nota Larcher. La promessa di ritrovare un domani l’Eden perduto solo limitando oggi la libertà delle persone. Un pensiero autoritario intriso in tutte le sue componenti anche da un “antimodernismo, che preferisce la conservazione immutabile di ciò che è a qualunque cambiamento o evoluzione, la sicurezza data dalla stabilità al rischio insito nel movimento”. L’ecologia, ricorda lo studioso, non è un mondo chiuso, ma una galassia dai contorni assai vaghi in cui convivono teorie e correnti diverse: dai partiti Verdi agli animalisti, dai generici movimenti ambientalisti a quelli che si muovono con campagne su obiettivi specifici, dai gruppi più radicali agli ecoterroristi. Una galassia alternativa ammorbata da una velenosa “antropofobia”, che si unisce e si mobilità attorno alle parole d’ordine contro la globalizzazione, accomunata dal medesimo odio verso l’Occidente e la sua cultura. Il collante ideologico di questo frastagliato arcipelago è l’ecologismo che alla paura atomica ha sostituito quella della catastrofe ambientale. Una paura che va alimentata con ogni mezzo, e invasiva a tal punto da investire ogni aspetto della vita sociale e individuale per disciplinare dall’alto lo stile di vita di tutti noi. È stato dimostrato che il riscaldamento della Terra non è una certezza e, forse, nemmeno una catastrofe, che la carestia va retrocedendo, che le foreste non stanno scomparendo e che i ghiacciai si sciolgono secondo cicli secolari. Ciò non significa affatto che non bisogna salvaguardare la natura, ridurre le fonti d’inquinamento e orientarsi verso la produzione di energia pulita. Ma l’ambiente è una risorsa troppo importante per lasciarlo in mano solo agli ambientalisti.

Titolo: Il volto oscuro dell’ecologia Autore: Laurent Larcher Edizione: Lindau

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Progetto "Swissness": secondo round…

Nell’edizione di Ticino Business del marzo 2008 avevamo ampiamente trattato la revisione legislativa denominata “Swissness”. Di seguito cercheremo di fare il punto della situazione su questo progetto che non suscita unanimi consensi e, per talune cerchie interessate, sfora completamente gli obiettivi perseguiti, ponendo in particolare il settore industriale e l’industria alimentare di fronte a regole più severe e di difficile applicazione

Fasi del progetto di revisione Il 28 novembre 2007 Consiglio federale ha avviato una procedura di consultazione sull’avanprogetto di revisione della legge sulla protezione dei marchi e delle indicazioni di provenienza e della legge per la protezione degli stemmi pubblici e di altri segni pubblici. Negli intenti del Consiglio federale, tale revisione è finalizzata a due obiettivi principali: rafforzare la tutela della designazione "Svizzera" e quella della croce svizzera a livello nazionale e all’estero, nonché fornire maggiore chiarezza e sicurezza giuridica. Un numero crescente di imprese utilizza per i propri servizi e prodotti indicazioni quali “Svizzera”, “qualità svizzera”, “made in Switzerland”, oppure appone la croce svizzera (ciò che secondo la legislazione attuale è vietato fare sui prodotti, ancorché tale divieto sia puntualmente disatteso). Il valore dell’indicazione “made in Switzerland” è stata valutato e quantificato da uno studio dell’Università di San Gallo. Le conclusioni di questo studio rilevano come tale indicazione contribuisca in modo rilevante (20%) al valore aggiunto dei beni di consumo e, quindi, al miglior posizionamento del prodotto sul mercato. Per l’industria meccanica, tale valore aggiunto si aggira tra l’uno e il 2% della cifra d’affari. Altro aspetto interessante, rilevato dall’Istituto della proprietà intellettuale in occasione di un incontro con rappresentanti delle Camere di commercio e dell’industria lo scorso mese di gennaio, è che l’uso della croce svizzera sul prodotto costituisce uno strumento di marketing ancora

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più efficace rispetto all’indicazione “swiss made”. Non sorprende quindi che sul piano svizzero ed internazionale vi sia un grande interesse a poter utilizzare tali indicazioni, ciò che conduce altresì al moltiplicarsi di comportamenti abusivi da parte di aziende il cui prodotto o servizio non rientra nei parametri dello “swiss made”. La procedura di consultazione sull’avanprogetto, cui hanno partecipato innumerevoli associazioni, fra cui la Camera di commercio e dell’industria svizzera, l’USAM ed economiesuisse, si è conclusa il 31 marzo 2008. Il 15 ottobre 2009 è stato pubblicato un rapporto di 61 pagne. Fra le novità, la revisione prevede che l’Istituto federale della proprietà intellettuale possa d’ora in poi sporgere querela e prendere parte alle proce-


dure a livello nazionale in caso di utilizzo abusivo dell’indicazione di provenienza e della croce svizzera. Il progetto prevede inoltre che gli stemmi ufficiali della Svizzera (croce svizzera su uno scudo) siano riservate alla Confederazione e possano essere utilizzati solo da quest’ultima. La bandiera e la croce svizzera potranno invece essere usati da tutti, non solo in rapporto ai servizi, bensì anche per i prodotti, qualora essi provengano effettivamente dalla Svizzera. Se si considera che la croce svizzera l’indicazione di provenienza svizzera più preziosa in termini di marketing, l’abbandono della distinzione tra l’uso della croce svizzera per i prodotti e per i servizi appare del tutto giustificata.

glio federale ha ritenuto di proseguire su questa linea, con argomentazioni non del tutto consistenti. Percentuali di “svizzerità” nei prodotti naturali trasformati Fra le modifiche più significative e controverse vi è quella relativa ai prodotti naturali trasformati. Per poter essere designato come svizzero, almeno l’80% del peso delle materie prime o degli ingredienti che compongono il prodotto deve provenire dalla Svizzera. Il luogo di trasformazione deve inoltre trovarsi in Svizzera. Non sono presi in

Il 15 ottobre 2008 il Consiglio federale ha preso conoscenza dei risultati della consultazione ed ha deciso di integrare parte delle proposte di modifica formulate dalle cerchie interessate. Come esporremo qui di seguito, nonostante le forti divergenze, non tutte le proposte di modifica sono state riprese dal Consiglio federale nel Messaggio del 18 novembre 2009. Prodotti industriali e artigianali: regole più rigorose per lo “swiss made” Come già menzionato nel precedente contributo, la revisione posta in consultazione prevede criteri che definiscono in maniera più rigorosa, rispetto a quanto in vigore oggi, la provenienza di un prodotto. Affinché un prodotto possa essere considerato proveniente dalla Svizzera, il 60% dei costi di produzione (ossia i costi generati dal prodotto) dovrà essere ivi realizzato. Nel calcolo potranno essere inclusi, oltre ai costi di produzione, i costi di assemblaggio, ricerca e sviluppo. I costi relativi a imballaggio, marketing e assistenza post-vendita non sono invece computabili. Due ulteriori condizioni esigono che l’attività che ha conferito al prodotto le sue caratteristiche essenziali, rispettivamente una tappa fondamentale della produzione, si siano svolte in Svizzera (quest’ultimo criterio è automaticamente soddisfatto se l’attività che ha conferito al prodotto le sue caratteristiche essenziali si identifica con la tappa fondamentale della produzione). Il consumatore dovrà quindi potersi aspettare che tali prodotti, se targati “swiss made”, abbiano generato, durante la loro fabbricazione, almeno un 60% di costi realizzati in Svizzera. Nonostante la ferma reazione di dissenso sulla regola del 60%, giudicata troppo severa da svariate associazioni, fra cui Camera di commercio e dell’industria svizzera e USAM, nonché dalla commissione extraparlamentare “Forum PMI”, il Consi-

considerazione i costi di ricerca e sviluppo. Delle deroghe alla regola dell'80% sono possibili per gli ingredienti e le materie prime che non esistono in Svizzera (per esempio il cacao, l’oro, i chicci di caffè) o che vengono a mancare, esclusi però i motivi puramente economici, come ad esempio prezzi più vantaggiosi sul mercato estero. Nel caso in cui la materia prima non fosse disponibile in quantità sufficiente in Svizzera a medio-lungo termine, la deroga alla regola dell’80% potrà però essere invocata solo se tale insufficienza è fissata in una specifica ordinanza del Consiglio federale. Cumulativamente a queste condizioni, l’attività che conferisce al prodotto le sue caratteristiche essenziali deve svolgersi in Svizzera. Per citare un esempio, il consumatore di uno yogurt al müesli contrassegnato come “made in Switzerland” dovrà in linea di principio potersi aspettare che l’80% del peso delle materie prime ivi contenute siano di provenienza svizzera. Lo stesso dicasi dei biscotti e di numerosi prodotti del settore alimentare e agroalimentare (ivi compreso il celebre “Aromat”) che, con la nuova regolamentazione, rischiano di non poter più essere designati come “swiss made”. Il progetto di legge è passato al vaglio della Commissione affari giuridici del Consiglio Nazionale il

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Dirit to di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico Cc-Ti

28 gennaio scorso. I lavori sono in corso e le lobbies delle cerchie economiche maggiormente interessate (e penalizzate) da questo progetto, si sono mobilitate per “salvare il salvabile”, dopo che il CF ha passato in rassegna le 126 prese di posizione pervenutegli e deciso di fucilare quelle più sensate. Conseguenze per le aziende svizzere Per effetto della globalizzazione, molte aziende svizzere incontreranno difficoltà nel raggiungere una percentuale del 60%, rispettivamente dell’80%. Ancora meno scontata è la reperibilità immediata e incondizionata, sul mercato indigeno, di quelle materie prime (peraltro soggette a

variazioni di produzione e di prezzi), che vanno a comporre un prodotto naturale trasformato (tra cui figura la maggior parte delle derrate alimentari). Non sorprende quindi che aziende che da sempre producono un (sinora indiscusso) made in Switzerland, quali Emmi, Kambly e Hug, siano sul piede di guerra e considerino questo progetto come un tiro al piattello, laddove la fine del piattello la stanno facendo proprio le stesse aziende svizzere e non di certo quelle del continente asiatico che, più o meno impunemente, potranno continuare ad abusare dell’indicazione “swiss made” e della croce svizzera (leggi articolo Handelszeitung del 10-16 febbraio 2010, “Die Guetzli-Bäcker wehren sich”). Il Consiglio federale ha tuttavia previsto la possibilità di deroghe alle regole percentuali del 60% e 80%, tramite ordinanze specifiche per singoli settori. Saranno però detti settori a dover prendere l’iniziativa e battersi in maniera concertata (e qui già risiederà la difficoltà) per ottenere l’ordinanza cucita su misura per le rispettive necessità settoriali, verosimilmente a colpi di moschetto, come si prospetta ad esempio per prodotti naturali trasformati come la carne “dei Grigioni”, la cui produzio-

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ne dipende moltissimo dalla disponibilità di carne (indigena, ma anche estera). A complicare il tutto, vi è il fatto che tali ordinanze conterranno una clausola di revisione periodica e non saranno immutabili nel tempo, proprio per adattarsi alle variazioni di disponibilità delle materie prime. Quella delle deroghe alle regole percentuali tramite ordinanze settoriali costituisce un’impalcatura teorico-giuridica la cui efficacia sarà duramente messa alla prova dalla realtà operativa delle aziende produttrici, le quali esigeranno tempi di reazione brevi. E pensando ai tempi biblici di reazione del legislatore, la prospettiva non è per nulla rallegrante. Bisogna dare atto che il progetto contiene puntuali

ed auspicabili modifiche, fra cui l’abrogazione del divieto di apporre la croce svizzera sui prodotti (fermo restando che essi devono essere “svizzeri” secondo i criteri citati) e maggiori possibilità di intervento conferiti alle autorità di denunciare e perseguire i casi di abuso. Per quanto riguarda la tutela a livello internazionale, essa è rafforzata dall’istituzione del registro delle indicazioni geografiche anche per i prodotti non agricoli e la possibilità di deposito di marchi geografici. Lo scopo perseguito dal Consiglio federale, del tutto lodevole e condivisibile nel suo intento di proteggere il consumatore ed il plusvalore economico della “svizzerità”, sembra però sconfinare in scrupoli protezionistici volti a tutelare la piazza svizzera come luogo di produzione e di approvvigionamento, con particolare riguardo al settore dell’agricoltura. A tal proposito, si veda la panoramica delle probabili ripercussioni del progetto sull’economia (pag. 7547 del Messaggio): “mantenimento e creazione di posti di lavoro, soprattutto per le imprese tradizionali e regionali, nel settore della produzione di prodotti naturali (agricoltura)”. Anziché ricercare


un equilibrio tra questi legittimi interessi e la tutela della “svizzerità” come elemento della competitività in un contesto di fortissima globalizzazione e concorrenza, nel quale è ancora più necessario poter distinguere il proprio prodotto da quello della concorrenza estera, il Consiglio federale sembra legittimamente preoccupato di creare posti di lavoro nel settore dell’agricoltura. Sennonché, pur di raggiungere tale scopo è disposto ad introdurre quote percentuali proibitive per i prodotti naturali trasformati. Con tale manovra vi è il rischio di assecondare il gioco delle aziende estere e degli importatori che designano abusivamente il proprio prodotto come swiss made, escludendo invece le aziende svizzere che sinora avevano potuto utiliz-

anni. Senza contare che, per determinare se il prodotto potrà essere o meno designato come “swiss made” secondo la nuova regola del 60%, nella fase iniziale le aziende dovranno gioco forza far capo alla consulenza di istituti ed esperti, oltre a dover sostituire parte dei fornitori, con conseguenti maggiori oneri che si ripercuoteranno sul consumatore. Inoltre, la differenza percentuale (+10%) rischia di essere impercettibile per il consumatore che si è sinora accontentato del 50%, mentre può essere di estrema importanza per le aziende il cui prodotto designato come “swiss made” da decenni, rischia di essere declassato.

zarlo conformemente ai criteri in vigore, a determinati costi, rifornendosi presso determinati fornitori.

Conclusioni In sintesi, al di là delle modifiche di indubbia utilità, ve ne sono almeno due – macroscopiche – che paiono invece studiate a tavolino per penalizzare le aziende svizzere rispetto alla concorrenza estera, la quale se ne infischia se l’utilizzo di designazioni quali “swiss made” sia contrario alla legislazione svizzera. Per di più, almeno per quanto riguarda i prodotti industriali, tali modifiche poco o nulla aggiungono alla tutela del consumatore (+10%), tutela peraltro già consolidata attraverso altre leggi, direttamente o indirettamente (vedi legge sulle derrate alimentari e legge contro la concorrenza sleale). I pirati ci saranno sempre, ma non per questo bisogna affondare i propri vascelli…

Per i prodotti del settore industriale, il passaggio dalla regola del 50% - attualmente in vigore e derivante da una nota giurisprudenza sangallese - a quella del 60%, viene da un lato giustificato con l’esigenza di distinguere le regole della proprietà intellettuale da quelle doganali sull’origine non preferenziale e, dall’altro lato, dall’ l’esigenza (ormai riflesso incondizionato del legislatore) di tutelare il consumatore. Viene però da chiedersi perché mai la regola sull’origine non preferenziale, che consente di definire di origine svizzera un prodotto in base ad un criterio quantitativo del 50%, debba per forza cozzare con le medesima regola percentuale applicata allo “swiss made” e che si vorrebbe ora portare al 60% per un non meglio sostanziato quanto ininfluente “rischio di confusione” tra i due regimi. Il mantenimento della regola del 50% sancita dalla giurisprudenza, che sarebbe sufficiente precisare e codificare nella legge, permetterebbe anzi alle imprese di evitare inutili dispendi e di mantenere inalterata la designazione utilizzata da

Non computabilità dei costi del servizio dopo vendita Tanto meno si comprende il motivo per cui nella percentuale del 60% non possano essere inclusi i costi del servizio dopo vendita, segnatamente i costi legati alla messa in funzione. Si pensi ai grossi macchinari industriali, dove il servizio di messa in funzione e tutte le prestazioni riconducibili alla garanzia del prodotto costituiscono un fattore di qualità decisivo, comportante costi molto elevati per l’azienda produttrice. L’argomentazione addotta dai fautori della revisione vuole che il servizio di istallazione e messa in funzione sia una mera “prestazione accessoria” e, pertanto, non computabile. Ciò può apparire sensato per determinati prodotti industriali di largo consumo, mentre lo è meno per i beni industriali d’investimento.

Nel corso del mese di gennaio, anche le Camere di commercio e dell’industria si sono mobilitate per fare in modo che i membri delle Commissioni degli affari giuridici del Consiglio Nazionale e degli Stati prestino attenzione a queste problematiche e non si lascino abbagliare da argomentazioni di facile presa...

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La «Vita dei Soci» su Ticino Business

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O più semplicemente una presentazione della vostra attività sulle pagine del periodico ufficiale della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino? La rubrica “Vita dei Soci” su Ticino Business, è pronta ad accogliere e pubblicare eventi, ricorrenze, presentazioni e promozioni! Si tratta di una promozione gratuita che si iscrive nell'insieme dei mezzi di comunicazione che la Cc-Ti utilizza per informare e rafforzare i rapporti con il tessuto culturale ed economico.

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Attualita` di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

Le nostre sorti in mano a 300 imprese…

Nell’ambito della revisione del diritto della società anonima e delle discussioni relative all’iniziativa “Contro le retribuzioni abusive” (Iniziativa Minder), le società quotate in borsa sono ormai da diverso tempo nel mirino del legislatore. Spesso va però dimenticata la valenza che questo diritto riveste ai fini della concorrenza internazionale: la flessibilità nell’organizzazione di una SA è senz’altro uno dei fattori più importanti al momento della decisione di insediamento di una grande impresa. La società anonima (SA) è di gran lunga la forma giuridica più corrente in Svizzera, ma le quasi 300 società svizzere quotate rappresentano soltanto una piccola parte del totale delle SA residenti sul nostro territorio. Nonostante questo i benefici apportati da queste imprese all’economia sono tutt’altro che proporzionali.

Soltanto lo 0,15% delle società anonime sono quotate in borsa… ma

Sebbene la parte delle società quotate sul totale delle imprese svizzere sia infima, la loro importanza si manifesta in tutta la sua dimensione se si pensa che esse occupano il 20% dei lavoratori in Svizzera e che a loro

viene ricondotto oltre un sesto del valore aggiunto generato dal totale delle società anonime in Svizzera (escluse le ricadute indirette). Non sorprende dunque che esse siano all’origine di quasi un terzo delle esportazioni svizzere e che contribuiscano per il 51% (!) alle spese per la ricerca e lo sviluppo dell’economia privata. Un’ulteriore conferma (qualora ce ne fosse bisogno) dell’apporto fondamentale delle nostre società di capitale è il contributo fiscale. Nonostante che le 270 SA quotate (escluse le holding) rappresentino soltanto l’1‰ del totale delle società di capitali, esse pagano il 42% dell’imposta sulle persone giuridiche (ossia quasi 7 miliardi e mezzo)! E non finisce qui: in media i collaboratori delle società anonime svizzere quotate guadagnano il 20% in più di quelli dell’insieme dell’economia privata e il 13% in più di quelli delle imprese che contano 50 o più collaboratori. Considerato l’impatto economico di queste imprese, il quadro giuridico riveste un’importanza determinante. Esso è per ora un fiore all’occhiello della piazza economica svizzera. Tuttavia, l’attuale dibattito sulla revisione della legge rischia di travolgere le condizioni quadro e minare di conseguenza l’attrattività per l’insediamento di questo tipo di imprese. La posta in gioco è troppo alta per fare giochetti politici.

Contributo delle società anonime quotate in borsa all’imposta sulle persone giuridiche Le 270 società anonime...

… pagano il 42% delle imposte sulle persone giuridiche! Fonte: Centro di ricerca di politica economica della HTW Coira

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At tualita` di Urs Meister e Daniela Lepori, Avenir Suisse

Energia: chiave del nostro benessere

L’energia è un elemento fondamentale per il nostro sviluppo economico e il nostro benessere: essa rappresenta una risorsa strategica per ogni economia nazionale e può essere considerata, insieme al lavoro e al capitale il terzo fattore di produzione. L’intensità energetica di un’economia è data dal rapporto tra consumo energetico e produzione economica (PIL) e le differenze tra paesi sono riconducibili a diversi elementi. Da un lato, l’impiego di energia è dettato dalla struttura settoriale di un’economia: un’alta percentuale d’industria pesante (per esempio cemento, calcestruzzo) implica un maggiore fabbisogno energetico, mentre un terziario più sviluppato ne riduce il consumo. D’altra parte, anche fattori quali il clima (riscaldamento, climatizzazione), le distanze di trasporto o i prezzi dell’energia influenzano i consumi. In linea generale sono quindi lo sviluppo demografico ed economico così come la crescente mobilità le determinanti più importanti dell’aumento del fabbisogno energetico. La tecnologia - nonostante gli enormi progressi - non ha potuto infatti compensare totalmente l’aumento dei consumi con una maggiore efficienza degli apparecchi o grazie alla sostituzione di vettori energetici inefficienti. A titolo di paragone, come nell’antichità quando i lavori faticosi venivano spesso svolti dagli schiavi, l’energia può essere misurata come prestazione umana moltiplicata per il tempo: oggi uno svizzero medio necessita giornalmente di una prestazione energetica che può essere fornita da circa 80 “schiavi energetici”, cioè circa il doppio di quelli che servono ad un cittadino del mondo medio e circa la metà di quanto consuma un cittadino statunitense.

Ieri oggi e domani

Con l’inizio dell’industrializzazione, il consumo di carbon fossile e lignite per la produzione di vapore aumentò di colpo. Pochi anni dopo ebbe inizio lo sfruttamento dell’energia elettrica. Le fabbriche iniziarono a passare dal vapore all’elettricità. Ciò non limitò però l’importanza del carbone, poiché pure la produzione di elettricità richiede una fonte di energia primaria. A tutt’oggi le centrali elettriche a carbone sono le principali fornitrici di energia

20   Ticino Business

al mondo. Nel XX° Secolo inoltre, con il forte sviluppo del traffico motorizzato, aumentò costantemente il consumo di petrolio. questa tendenza dovrà prima o poi fare i conti con la scarsità di questa risorsa: presto o tardi infatti, la sua produzione raggiungerà il suo picco massimo. A quel punto se la domanda non diminuirà drasticamente – ipotesi alquanto improbabile – l’offerta limitata provocherà pesanti aumenti di prezzo. La teoria economica, secondo la quale il consumo di un bene diminuisce con l’aumentare del suo prezzo non sembra infatti essere del tutto applicabile al petrolio. Tutto questo porterà a crescenti discussioni ad ampio respiro sulla protezione del clima, e inevitabilmente a domande sulla sicurezza degli approvvigionamenti, così come sulla sostenibilità dei consumi energetici odierni. Al centro delle discussioni politiche vi saranno ancor più quindi, accanto al potenziamento di nuove fonti di energia rinnovabili anche accenni alla crescita dell’efficienza energetica. Gli alti costi di molte fonti rinnovabili ma anche l’incremento del fabbisogno d’energia in un contesto di sviluppo economico e di crescita del benessere – non da ultimo nei paesi emergenti come la Cina – rappresentano i punti interrogativi più significativi nell’ambito di una strategia economica globale lungimirante. Il leporello di Avenir Suisse offre in poche pagine una visione d’insieme completa, ricca di fatti e di grafici informativi sul tema dell’energia. In una prima fase vengono approfondite tematiche relative allo sviluppo del consumo energetico mondiale, alle riserve fossili e all’efficienza energetica. Dopo di che l’accento si sposta invece sulla Svizzera: vengono quindi analizzati il consumo complessivo, le importazioni e l’importanza dell’energia per la nostra economia. In conclusione vengono affrontati temi quali la produzione di elettricità, le energie rinnovabili, l’efficienza degli apparecchi, i prezzi e il commercio di elettricità. Il leporello sull’energia (allegato a questo numero di Ticino Business) è ordinabile anche in grandi quantità via mail (assistent@avenir-suisse.ch) o telefonicamente (+41 44 445 90 00).


At tualita`

OBALE

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Voci dalla mobilità sostenibile: i dipendenti raccontano le loro esperienze

L A S C E LTA G I U S TA PER LA SUA AZIENDA

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Nelle edizioni passate della nostra rubrica dedicata alla mobilità in Ticino, abbiamo raccontato le esperienze delle aziende che hanno sposato il progetto arcobaleno aziendale. In questo numero, vogliamo invece dare voce ai dipendenti che, grazie anche al contributo dei loro datori di lavoro, hanno acquistato l’abbonamento arcobaleno aziendale Claudio Lustro, Collaboratore organizzazione progetti e sistemi RSI: “La mobilità con il mezzo privato è sempre più difficile. Per evitare di passare ore in colonna, ho provato arcobaleno aziendale. Mi sono subito trovato bene: soprattutto perché, staccandosi dall’auto, ho avuto la possibilità di conoscere tanta gente. Grazie ai mezzi pubblici ho scoperto un aspetto sociale che non conoscevo. Naturalmente bisogna adeguarsi un po’… ma basta conoscere bene l’offerta dei trasporti!”

Anna Russo, Responsabile comunicazione Cornèr Banca: “Da diversi anni sottoscrivo arcobaleno perché è un abbonamento che offre diversi vantaggi: risparmio, praticità ed inoltre incentiva a lasciare a casa i mezzi privati anche nei giorni festivi. Quando il mio datore di lavoro, la Cornèr Banca, ha quindi proposto ai suoi collaboratori di poter usufruire di un abbonamento a tariffe «aziendali», non potevo che trovarmi felicemente d’accordo. Mi complimento quindi con la banca e con la CTM per aver dato avvio ad un’iniziativa così ecologicamente responsabile e condivisibile.” Giorgio Marchesano, Responsabile informatica della Clinica Luganese: “Usare l’auto per recarsi a Lugano è fastidioso poiché il traffico è parecchio. Ho quindi deciso di acquistare arcobaleno. Successivamente è arrivato anche l’interesse dell’azienda che ha introdotto arcobaleno aziendale. Mi ha fatto molto piacere che la Clinica Luganese abbia promosso quest’iniziativa: sia per l’aspetto ambientale, sia per il sostegno a noi dipendenti. Il risparmio economico è sicuramente un vantaggio ma anche la comodità di usare arcobaleno è grande: sia per raggiungere il posto di lavoro ma anche per avere accesso a tutti i mezzi pubblici in città con un solo abbonamento. E poi adesso mi faccio delle belle camminate!” Stefania Bassi, Collaboratrice di Ammonia Casale SA a Lugano: “Arrivo dal milanese: i costi per il viaggio da Chiasso a Lugano sono molto alti ed anche l’aspetto traffico non è da sottovalutare. arcobaleno aziendale è un modo conveniente quindi per compiere questo lungo tragitto. Inoltre, anche la mobilità interna a Lugano è facilitata: se scendo in centro per il pranzo, lo posso fare senza perdere tempo a fare biglietti vari. In treno poi sfrutto meglio il mio tempo: posso lavorare, leggere, rilassarmi. È un approccio confortevole al trasferimento casa-lavoro-casa. Mi ha fatto piacere che la mia azienda si sia interessata alla mobilità: oltre al sostegno economico per l’acquisto dell’abbonamento, vi è anche l’aspetto eco-sostenibile che è importante.” Livia Gada-Barenco, Collaboratrice Ikea SA Centro Lugano Sud: “Ho scelto arcobaleno per comodità e, soprattutto, per motivi ambientali: meno auto, meno inquinamento. I vantaggi inoltre sono molteplici. Nessun problema di posteggio, risparmio di denaro in quanto l’uso dell’auto è più costoso e l’abbonamento conviene grazie al contributo di Ikea che, sommato a quello della CTM, raggiunge l’80% del costo totale. Inoltre, la possibilità di rilassarsi durante il tragitto dopo una giornata faticosa o stressante sono fattori da non sottovalutare.”

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At tualita`

Apertura dei negozi il sabato pomeriggio fino alle 18.30

Informiamo i lettori di Ticino Business che l’apertura prolungata il sabato pomeriggio è iniziata sabato 3 aprile 2010 e terminerà sabato 9 ottobre 2010, secondo l’articolo 8 del Regolamento di applicazione della Legge cantonale sul lavoro. Infatti l’articolo 8 recita: Nel periodo turistico, compreso tra il Sabato Santo e la seconda domenica di ottobre, in deroga a quanto stabilito dagli articoli 20 e 21 della legge cantonale, sono ammessi i seguenti prolungamenti di orario: a) n egozi di tabacchi ed edicole di giornali: apertura ammessa fino alle ore 22.00 tanto nei giorni feriali quanto nelle domeniche e nei giorni festivi ufficiali; b) p asticcerie: apertura ammessa fino alle ore 18.30 del sabato; c) n egozi di fiori: apertura ammessa fino alle ore 18.30 del sabato; d) n egozi specializzati di articoli fotografici: apertura ammessa fino alle ore 20.00, tanto nei giorni feriali quanto nelle domeniche e nei giorni festivi ufficiali. e) n egozi di articoli turistici e di ricordi: apertura ammessa fino alle ore 20.00 tanto nei giorni feriali quanto nelle domeniche e nei giorni festivi ufficiali; f) altri generi di negozi (previsti dall’ art. 21 cpv. 1 lett. a, b e c della legge cantonale): apertura ammessa fino alle ore 18.30 del sabato; g) panettiere: apertura ammessa la domenica e nei giorni festivi ufficiali fino alle ore 12.00.

Maggiori informazioni sul sito web: www.ti.ch/CAN/argomenti/legislaz/rleggi/rl/dati_rl/ f/s/331.htm, oppure contattando Federcommercio (www.federcommercio.ch) 22   Ticino Business


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At tualita`

Billag: lanciata un’offensiva delle PMI contro la società di riscossione

In queste settimane, l’USAM (Unione svizzera delle arti e mestieri, associazione mantello delle PMI) ha lanciato un invito a tutte le PMI a volersi difendere dai metodi utilizzati dalla società Billag SA per la riscossione dei canoni di ricezione radio/TV. Infatti, la Billag invia alle PMI lettere dal tono perentorio, invitandole ad annunciare apparecchi atti alla ricezione radio e TV e creando l’apparenza che vi sia un obbligo assoluto di pagare il canone. In alcuni casi, essa chiede pure il pagamento con effetto retroattivo dal 2004. Molte aziende che in queste settimane hanno ricevuto dalla Billag la lettera con l’ingiunzione di annunciare gli apparecchi radio e TV, hanno dato seguito a tale richiesta, credendo di non disporre di alternative. Per frenare questo metodo di riscossione, l’USAM ha elaborato due modelli di lettera, scaricabili dal sito dell’USAM, a disposizione delle PMI che volessero annunciare alla Billag di avere eliminato gli apparecchi all’interno dell’azienda e di non ritenersi quindi più assoggettate, rispettivamente per annunciare di non ritenersi assoggettate. Il primo modello di lettera (“Musterbrief für Abmeldung der Gebührenpflicht” – italiano) consente alle aziende che hanno già annunciato gli apparecchi atti alla ricezione radio e TV e che ora hanno eliminato tali apparecchi, di informare la società Billag, invitandola a confermare la fine dell’assoggettamento tramite una decisione formale, contro la quale sia data facoltà di ricorso. Tramite il secondo modello di lettera (“Musterbrief zur Erteilung eines Hausverbots von Billag und SUISA Inspektoren”- italiano) le aziende che avessero ricevuto dalla Billag un’ingiunzione a voler annunciare gli apparecchi atti alla ricezione radio e TV, possono comunicare di non ritenersi assoggettate. Qualora non fosse d’accordo e intendesse continuare la sua azione, la Billag viene invitata a voler emettere una decisione formale soggetta a ricorso.

24   Ticino Business

I modelli di lettera precisano inoltre che è vietato agli ispettori di Billag (come pure di SUISA e di altri enti di riscossione analoghi) di penetrare nei locali aziendali per verificare che gli apparecchi non siano effettivamente più in funzione, né tenuti pronti all’uso, pena il ricorso alle vie legali. Entrambi i modelli di lettera sono indirizzati ai vertici di Billag, con copia da inviare all’autorità di sorveglianza (UFCOM), all’Incaricato federale per la protezione dei dati ed al responsabile del dossier presso l’USAM. In allegato alla lettera, le PMI possono inoltre inserire la risoluzione dell’USAM del 28.1.2010 (testo disponibile unicamente in francese e tedesco), pure scaricabile dal sito. La Camera di commercio condivide la bontà e lo spirito di quanto intrapreso dall’USAM per arginare i metodi usati da Billag. La Camera invita però le aziende ticinesi che avessero già annunciato degli apparecchi e che avessero inviato la prima lettera modello, ad attendere la decisione della Billag prima di cessare il versamento del canone di ricezione, in modo da non esporsi al rischio di procedure esecutive. Si consiglia inoltre di rinunciare a menzionare il paragrafo concernente il divieto fatto agli ispettori Billag, di effettuare sopralluoghi di verifica nei locali aziendali. Tale divieto è infatti giuridicamente problematico. Il paragrafo in questione può pertanto essere stralciato dal testo delle lettere. I modelli di lettera, come pure la risoluzione dell’USAM del 28.1.2010 sono disponibili in francese, tedesco e italiano, cliccando sul seguente sito dell’USAM: www.sgv-usam.ch/fr/dossier-billag-suisa.html


At tualita`

Nasce il primo magazine dell’USI: SQUARE Idee, fatti e prospettive dal mondo accademico della Svizzera italiana Si chiama Square ed è il nuovo magazine quadrimestrale dell’Università della Svizzera italiana. La pubblicazione intende offrire un'ampia informazione divulgativa sulle molteplici competenze e attività dell'USI, nel campo della ricerca, della cultura e della formazione.

SQUARE

Square si rivolge a tutto il pubblico interessato alle attività dell’Università della Svizzera italiana: ad aziende, istituzioni, opinion leader, centri di ricerca e di cultura, in Ticino, in Svizzera e in Europa, oltre che ai 700 professori, ricercatori e collaboratori che lavorano sui due campus di Lugano e di Mendrisio. Come il Presidente dell’USI Piero Martinoli scrive sul primo numero pubblicato lo scorso 1° febbraio: “Il nome del nuovo magazine ne sintetizza carattere e obiettivi: Square, come una piazza internazionale dove incontrare e discutere idee, storie, prospettive. Square, come al quadrato, una funzione che implica il moltiplicarsi delle conoscenze e delle competenze, in una dinamica di servizio del mondo accademico nei confronti del proprio territorio”.

USI – MAGAZINE Viaggio nel viaggio che cambia

Quadrimestrale Università della Svizzera italiana numero 1 febbraio 2010 www.square.usi.ch

All’interno in evidenza: Piazza, volto della città, Mario Botta La leva che può rilanciare la Svizzera, Giovanni Barone Adesi Merci pericolose attraverso le Alpi, gli occhi dell’informatica 10 anni di molecole, l’IRB festeggia il suo decimo compleanno Vasileios Barmpoutis: studio gli analisti per capire la finanza

Oltre a idee, fatti e storie provenienti dalle quattro Facoltà, ogni numero di Square tratterà in modo in modo esteso di un argomento legato all’attualità dell’agenda pubblica, grazie a competenze sviluppate all’USI nel campo della ricerca e della formazione. Questo primo numero approfondisce il tema del futuro dell’industria dei viaggi e del turismo, rivoluzionata nelle sue fondamenta dalle nuove tecnologie della comunicazione. Un tema rilevante per il Canton Ticino e un’area in cui l’USI, grazie al Master in International Tourism ed al laboratorio webatelier.net, si è profilata come polo di competenze a livello internazionale. Square è stampato su carta ecologica FSC e il CO2 necessario alla sua produzione ed al suo trasporto sarà compensato da progetti ambientali certificati.

SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 1 febbraio 2010 I www.square.usi.ch

SQUARE INDICE numero 1 febbraio 2010

IDEE

FATTI

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Piero Martinoli

Servizio comunicazione e media dell'Università della Svizzera italiana via Lambertenghi 10 A 6900 Lugano

Hazel Thompson: la forza di un’immagine

Mario Botta Giovanni Barone Adesi

Per abbonarsi gratuitamente all’edizione stampata: press@usi.ch Per leggerlo in formato digitale: www.square.usi.ch

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L’opensource per il monitoraggio delle merci pericolose

Fabio Crestani Giuseppe Richeri

Il XX secolo di Jean Prouvé in mostra a Mendrisio Incontro tra domanda e offerta nel mondo del lavoro: il Careerforum 2010

COVER STORY

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Viaggio nel viaggio che cambia L’eTourism rappresenta un settore in rapida evoluzione e in altrettanto rapida crescita, che riguarda ormai oltre il 30% del volume complessivo del mercato. Quali prospettive per il futuro? Quali implicazioni per la Svizzera italiana?

DI PROFILO

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L’Istituto di ricerca in Biomedicina (IRB) festeggia il suo decimo compleanno con una serie di grandi eventi scientifici e musicali

LA STORIA

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Vasileios Barmpoutis, dottorando dell’Istituto di finanza, parla di analisti, ponti e terremoti

Refresh: il primo grande appuntamento di tutti i laureati dell’USI

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At tualita` Comunicato stampa

Come promuovere al meglio la Svizzera all’estero: un’analisi approfondita evidenzia nuove prospettive

I vantaggi della piazza economica svizzera sono promossi all’estero da Cantoni, enti regionali e, a livello federale, dall’Osec. La crescente concorrenza internazionale tra le piazze economiche richiede un aggiornamento costante delle strategie di marketing. Nove istituzioni attive in quest’ambito esprimono in un libro bianco il loro parere su come ottimizzare la suddivisione dei compiti all’interno di una struttura federale, avvicinare al meglio le imprese interessate all’insediamento in Svizzera e promuovere i vantaggi della piazza economica. I redattori sono Accenture, Baker & McKenzie, The Boston Consulting Group, Credit Suisse, Deloitte, Ernst & Young, ETH Zürich, KPMG e PricewaterhouseCoopers. Il libro bianco è un’iniziativa lanciata dall’Osec L’analisi evidenzia che la Svizzera dovrebbe ottimizzare gli sforzi compiuti per promuovere la propria piazza economica. L’importo di 30 milioni di franchi stanziato a tale scopo corrisponde pressoché all’importo investito in Svezia e Austria. Tuttavia, i mezzi in Svizzera sono spartiti tra numerosi attori. Occorre quindi perfezionare la suddivisione dei compiti per l’elaborazione di mercati vicini e lontani nonché per il marketing mirato dei vantaggi delle piazze economiche nazionali e regionali. I fattori rilevanti devono essere aggiornati costantemente e occorre inoltre coordinare la loro presentazione nei singoli Paesi target. Una soluzione proposta consisterebbe in un “gentlemen’s agreement” tra gli attori che promuovono la piazza economica al fine di incrementare il vantaggio a favore della Svizzera e il beneficio individuale dei singoli Cantoni e regioni. L’esempio tedesco comprova che questi accordi portano i loro frutti e permettono di trovare soluzioni eque. Lo studio dimostra inoltre quanto sia decisivo identificare accuratamente i Paesi con il maggior potenziale di imprese interessate a insediarsi in Svizzera. Inoltre, si propone una segmentazione più mirata che permetta di avvicinare le maggiori aziende di determinati rami in modo tempestivo e diretto. Un approccio “key account” è sì più oneroso, ma la quota di successo è maggiore ai vertici di determinati segmenti promettenti e i contributi più consistenti al PIL permetterebbero un rapido rifinanziamento. L’ampia ricerca è stata proposta dall’Osec. Daniel Küng, CEO dell’Osec, sottolinea la collaborazione eccezionale tra i redattori: “Le aziende partecipanti hanno messo a disposizione esperti di punta. Spetta a noi trarre i benefici dalla preziosa analisi e dalle conclusioni tratte”.

Attirare le imprese internazionali

diretti delle imprese internazionali grazie a fattori quali la certezza del diritto, la stabilità politica, i punti forti di ricerca, sviluppo e innovazione nonché un clima economico favorevole all’imprenditorialità. I redattori si pronunciano pertanto a favore di un diritto del lavoro e societario pragmatico e flessibile; sostengono altresì un impiego liberale di permessi di lavoro e di dimora. Propongono di adattare comprovati modelli fiscali esteri invece di puntare sull’abbassamento generale delle aliquote. Suggeriscono di ricorrere alle misure tributarie solo se si conciliano accuratamente con gli altri vantaggi del Paese. Infine, evidenziano la qualità della formazione quale pilastro portante della piazza svizzera. Incoraggiano quindi la promozione dell’eccellenza e lo sviluppo dell’istruzione superiore differenziata per continuare a beneficiare del vantaggio concorrenziale rappresentato dalla collaborazione tra gli atenei e le imprese interessate all’insediamento.

Essenziale un dialogo aperto sulle migliori strategie

Durante la presentazione del libro bianco a Berna lo scorso 16 marzo, Eric Scheidegger, Ambasciatore e sostituto del Direttore della SECO, ha espresso l’auspicio che l’ampia analisi dei nove redattori possa intensificare il dibattito sulle strategie da adottare: “La promozione della piazza economica svizzera è complessa. Nel suo interesse, possiamo affermarci solo con un dialogo rafforzato, con un esame più approfondito di talune posizioni e con un coordinamento efficace”. Kurt Zibung, Direttore del Dipartimento dell’economia del Cantone Svitto e Presidente del gruppo di lavoro per la Promozione dell’immagine nazionale, precisa: “I Cantoni curano le imprese interessate a insediarsi in loco. Creano condizioni quadro favorevoli e contribuiscono pertanto in maniera determinante all’attrattività della piazza economica svizzera. Tuttavia, gli sviluppi della concorrenza globale richiedono un’unione delle nostre forze all’interno e all’esterno del Paese nonché la creazione di strutture che permettano di realizzare efficacemente la promozione della piazza economica svizzera”. Daniel Küng, CEO dell’Osec, afferma: “Riconosciamo la necessità di elaborare nuovi concetti in futuro per la promozione della piazza economica svizzera. Non si tratta di modificare le condizioni quadro prescritte. Ma di ottimizzarle. Per fornire uno stimolo, l’Osec ha voluto raccogliere le conoscenze in questo libro bianco e ricavarne una base di dialogo per lo sviluppo di nuove strategie”. Il libro bianco, disponibile in lingua francese e tedesca (print), può essere richiesto: - per fax al numero: +41 44 365 52 21 - per telefono al numero: 0844 811 812 - per e-mail all’indirizzo: contact@osec.ch

Il rapporto evidenzia che la Svizzera attira gli investimenti

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Eventi

Russia: aspetti di spedizione, di certificazione e di contrattualistica Organizzato da:

Partner e sponsor dell’evento:

Data: 26 aprile 2010 Ora: 16.30 – 18.00 Networking-apero: a partire dalle 18.00 Luogo: Hotel Parco Paradiso, Lugano Programma:

16.30 Saluto introduttivo Marco Passalia, Responsabile Servizio Legalizzazioni ed Export Cc-Ti 16.40 Le spedizioni in Russia Guido Bernasconi, Area Sales Manager, Schenker Svizzera SA 17.00 Il certificato GOST-R Marcello A. Bettini, Regional Manager, e Daniele Raldi, Inspection Manager dell'azienda SGS Société Générale de Surveillance SA 17.20 Alcuni aspetti contrattuali Avv. Stefano Perucchi, Studio Legale Peterlegal SA 17.40 L’esperienza russa di Smartec Roberto Walder, Responsabile Reparto Vendite Smartec SA 18.00 Networking apero La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera. Per iscrizioni prego rivolgersi entro lunedì 19 aprile 2010, alla Cc-Ti, Signora Veljkovic, Tel. +41 91911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch

Il prossimo ed ultimo evento di questo ciclo di conferenze dedicate alla Russia si terrà il 17 maggio prossimo e sarà dedicato agli aspetti culturali ed alle relazioni interpersonali. Sarete informati attraverso queste pagine sul programma. Per maggiori informazioni non esitate a contattarci!

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Eventi

The russian economy: from boom to gloom? Cari lettori, anche su questo numero di Ticino Business siamo lieti di proporvi alcune riflessioni sugli eventi che teniamo. Dopo aver concluso l’evento dedicato al Giappone, abbiamo inaugurato un ciclo di appuntamenti dedicati al Paese del grande freddo: la RUSSIA. Il primo di questi si è svolto lo scorso 22 marzo, davanti ad un interessato pubblico che ha apprezzato gli interventi dei relatori. Di seguito vi presentiamo la testimonianza di Roberto Tavazza, Regional Sales Manager per la Russia di Turbomach SA, ed in seguito un'intervista con Alina Danel, Senior Trade Advisor presso lo Swiss Business Hub Russia a Mosca. Nei prossimi numeri di Ticino Business continueremo a riportarvi i migliori spunti di riflessione che emergono dagli eventi che organizziamo

Turbomach, azienda leader nella realizzazione di turbine per la produzione di energia Testimonianza di Roberto Tavazza, Regional Sales Manager per la Russia di Turbomach SA Turbomach SA è un’azienda di circa 600 collaboratori, fondata nel 1979, che dal 2004 fa parte della grande realtà industriale americana Caterpillar, il cui fatturato è di circa 40 miliardi di dollari e la cui forza lavoro supera i 90mila dipendenti. Oltre alla sede principale di Riazzino, l’azienda comprende 9 filiali e diversi punti di vendita e servizio post-vendita all’estero. Turbomach vende, progetta, assembla gruppi energetici completi basati su turbine a gas con potenze comprese tra 1 e 22MW prodotte da Solar Turbines in San Diego, California. Tali gruppi sono installati in complessi impianti per la cogenerazione (produzione combinata di elettricità e calore) nei diversi settori industriali, residenziali e commerciali. Con oltre 900 unità di power generation vendute ed una potenza installata di oltre 5’600 MW in tutto il mondo, Turbomach è divenuta un punto di riferimento mondiale sia per la qualità dei suoi prodotti che per gli efficienti servizi di ingegneria, di gestione progetto e di manutenzione curati da ingegneri qualificati. Turbomach è attiva sul mercato russo dalla fine degli anni novanta ed ha venduto il suo primo progetto nel 2001: si trattava di un impianto di produzione di energia della capacita` di 7 MW elettrici e 5 MW termici per una fabbrica di birra a San Pietroburgo. Da allora sono stati venduti 8 gruppi di turbine per una potenza totale di oltre 90 MW elettrici e per un valore commerciale di circa cento milioni di franchi. Il mercato russo, nonostante le sue problematiche e difficoltà, rappresenta comunque una delle maggiori sfide del prossimo decennio per Turbomach. La rete elettrica russa è infatti la più grande del mondo per estensione, è terza nel mondo per potenza elettrica installata e quarta per elettricità prodotta; nei prossimi 5 anni è inoltre previsto un bisogno addizionale di 20 GW di capacità installata. Le numerose industrie manifatturiere locali, la grande disponibilità di gas naturale e le tariffe elettriche non attrattive rendono la Russia uno dei mercati potenzialmente più significativi per Turbomach. È inoltre in corso di sviluppo una riforma del mercato elettrico che

aprirà spazio per l’iniziativa di entità private, che porterà auspicabilmente ad un ammodernamento del parco produttivo. Sfortunatamente tale grande potenzialità deve confrontarsi con problematiche locali, culturali e linguistiche che rendono complesso e dispendioso l'accesso al business per le società occidentali: • le leggi e le normative locali (come ad esempio la certificazione GOST) ostacolano l’accesso a società straniere non adeguatamente strutturate e prive dei necessari permessi. Per potere essere importate ed utilizzate localmente, tutte le apparecchiature industriali devono essere approvate dagli enti locali: questo, oltre al conseguente aggravio di costo, è anche ragione di grandi ritardi durante le procedure doganali; • la burocrazia doganale ha un impatto notevole soprattutto per la fornitura di prestazioni manutentive da parte di produttori di beni industriali complessi senza una produzione locale: il concetto stesso di contratto di assistenza è percepito come possibile veicolo di esportazione illegale di valuta e pertanto ostacolato; l’importazione di parti di ricambio senza l’intervento del cliente è quasi impossibile e l’invio di personale dall’estero per gli interventi spesso problematico; • la comunicazione avviene quasi esclusivamente in lingua russa: la presenza di interpreti rende spesso difficile la negoziazione ed il cliente russo tende spesso a spazientirsi; anche la presenza in organico di venditori russi perde efficacia nel momento in cui non siano indipendenti nella fase di negoziazione, ma necessitino di coordinamento da parte di personale non fluente in russo; • le negoziazioni sono lunghe ed estenuanti e la corruzione rappresenta un reale problema; • avendo la Russia dimensioni di un continente, la logistica è a volte difficile e la sicurezza dei mezzi di trasporto non sempre adeguata; • la competizione locale è spesso ben strutturata ed implementa politiche di prezzo molto aggressive, anche se la qualità non è comparabile a quella di prodotti occidentali. A queste problematiche, ormai divenute abituali, si è aggiunto nel 2009 l’effetto destabilizzante dovuto alla crisi economica mondiale che ha portato il costo del denaro in Russia a valori elevatissimi, paralizzando di fatto tutte le attività industriali. Fortunatamente, ad inizio 2010, si inizia a notare un recupero di interesse da parte dei nostri interlocutori locali, che potrebbe significare una rapida ripresa del mercato.

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Eventi Intervista con Alina Danel, Senior Trade Advisor, Swiss Business Hub Russia, Mosca

Il mercato russo offre ampie possibilità di business alle PMI ticinesi e svizzere Alina Danel

Perché il mercato russo può essere interessante per le PMI ticinesi e svizzere?

“Il mercato russo, con 142 milioni di consumatori potenziali, offre ampie opportunità. La Russia aspira a mantenere e persino incrementare la sua posizione di grande potenza economica mondiale. Il bisogno di ricostruire e di rinnovare il Paese è molto elevato, e il Governo russo sta investendo molto per la modernizzazione delle sue strutture. Vi è inoltre grande richiesta di know-how di punta. Analogamente ad altre nazioni, anche la Russia è stata colpita duramente dalla crisi economica, che ha portato a una contrazione del PIL del 7,9% nel 2009. Pur figurando quale 9° economia mondiale nel 2009, il suo PIL pro capite è ancora modesto (CHF 16’250) in confronto alle economie avanzate. La Russia mantiene comunque un ruolo di primo piano a livello globale, con un elevato potenziale per le aziende estere. Le prospettive di una crescita economica rapida lasciano intravvedere molte nuove opportunità di business. La Russia ha molto da offrire: dei costi di produzione e di manodopera relativamente ridotti, delle risorse umane ben qualificate, un sistema fiscale liberale, vaste risorse naturali, una stabilità sociale e politica relativa, un supporto governativo e la tendenza a ridurre le restanti barriere potenziali all’entrata sul mercato. L’interazione economica tra Svizzera e Russia si è intensificata notevolmente negli ultimi anni ed anche le relazioni politiche sono migliorate. Ne è la prova la prima visita del Presidente russo, Dmitri Medvedev, in Svizzera nel settembre 2009. Entrambe le parti sono interessate ad una collaborazione. In questo senso, lo Swiss Business Hub Russia organizza regolarmente dei «Location Switzerland Events» (eventi di promozione della piazza economica svizzera) sia a Mosca che in altre città russe, volti a promuovere gli investimenti in Svizzera. Quest’anno ne sono previsti quattro. Inoltre, come saprete, il Canton Ticino si promuoverà a Mosca dal 6 al 10 settembre 2010”.

Quali sono i prodotti più richiesti?

“Da molti anni ormai, la Svizzera esporta in Russia beni «tradizionali» quali macchinari, orologi, prodotti chimicofarmaceutici, formaggi e cioccolato. La richiesta di nuovi prodotti è tuttavia in aumento: si tratta in particolare di prodotti e tecnologie ad alto valore aggiunto e di nicchia. E in questo campo, la Svizzera ha molto da offrire. Non da meno, i prodotti con marchio “Made in Switzerland” godono di un’ottima reputazione in Russia. Per sostenere le PMI svizzere all’estero, l’Osec ha creato cinque piattaforme: Cleantech, Medtech, Health, Architettura e Design. In quest’ottica, in Russia stiamo approfondendo le nostre conoscenze ed

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estendendo la nostra rete di contatti. Il know-how svizzero è richiesto anche a Sochi (Soči), dove nel 2014 si terrà la 22° edizione dei Giochi Olimpici Invernali. Numerose aziende svizzere sono già rappresentate nella regione di Krasnodar Krai. Per un’informazione dettagliata sui Giochi Olimpici di Sochi 2014, invito consultare l’apposita newsletter sul nostro sito web (www.osec.ch/sbhrussia)”.

Vi sono delle barriere all’entrata sul mercato? Se sì, quali?

“Il mercato russo è molto diverso da quello europeo. Le strutture notoriamente burocratiche e il tema della corruzione sono spesso ripresi nei media europei e americani. La dipendenza dai prezzi delle materie prime, le politiche centralistiche, un’infrastruttura sottosviluppata e le enormi disparità regionali a livello di sviluppo e di benessere sono ulteriori rischi a cui potrebbe trovarsi confrontata un’azienda estera. Un’altra peculiarità è data dalla taglia del mercato. Come indicato poc’anzi, la Russia è un mercato estremamente attrattivo. D’altra parte, tuttavia, l’ampiezza del mercato può creare problemi logistici e climatici, e spese aggiuntive. La Russia è uno stato situato geograficamente in Asia, ma dove prevale una cultura europea. Di conseguenza, anche la cultura del business è unica. Notevoli differenze di mentalità e di pratiche commerciali nonché strutture ampiamente opache sono fattori da tenere in considerazione per chi vuole avere successo sul mercato russo. Non da ultimo, la barriera linguistica è un grande problema per le aziende svizzere, specialmente nei settori tecnologici: tutta la documentazione va tradotta in russo e molti formulari devono essere compilati in russo. Un proverbio sulla grammatica russa descrive molto bene cosa significa fare affari in Russia: «vi sono un mare di regole ed un oceano di eccezioni». Vorrei inoltre aggiungere che non vi sono solo eccezioni, ma anche regole non scritte. Noi raccomandiamo sempre alle aziende svizzere di lavorare con un partner locale che conosce le regole del gioco. Tuttavia, anche se un’azienda riesce a trovare un ottimo partner locale con esperienza, nessuno può garantirle che avrà successo sul mercato russo. La concorrenza è veramente forte”.

Quali difficoltà riscontrano le aziende che iniziano ad operare in e con la Russia?

“Fare affari in Russia richiede molta conoscenza, esperienza e perseveranza. Un’azienda deve essere preparata a far fronte a vari problemi e sorprese. Per esperienza posso dirvi che le procedure di certificazione e di sdoganamento, di conformità fiscale e di comunicazione con le autorità lo-


cali figurano tra le difficoltà principali. Numerosi consigli su come evitare gli errori e altre informazioni su come fare affari in Russia sono raccolti nella nostra “Business Guide Russia”, la cui edizione riveduta sarà disponibile ad aprile 2010”.

senza preparasi adeguatamente gioca un gioco molto pericoloso. Ecco perché raccomandiamo vivamente di studiare il mercato nel dettaglio prima di prendere una qualsiasi decisione. Questo eviterà spese non necessarie, facendo risparmiare anche energia e tempo”.

Queste difficoltà si applicano a tutti i settori?

Quale supporto offrono lo Swiss Business Hub di Mosca e l’Osec?

“Anche se il periodo sovietico è più o meno terminato, alcuni settori sono ancora o completamente inaccessibili alle aziende estere oppure sotto stretto controllo del Governo russo. A maggio 2008 è entrata in vigore una legge che regolamenta i settori strategicamente importanti e che definisce 42 attività d’importanza strategica per la difesa nazionale e la sicurezza dello Stato. Secondo tale legge, gli investimenti stranieri che consentono di acquisire la maggioranza azionaria di imprese attive in settori strategici devono essere pre-approvati dal Governo russo. Tra i settori più importanti figurano: l’industria nucleare, l’infrastruttura di trasmissione dati (radio, televisione, telecomunicazioni), i giornali o i periodici (se la tiratura è superiore ad un milione di copie), le tecnologie di cifratura, l’estrazione di risorse naturali, l’aviazione. Per accedere a questi settori, è necessario avere contatti personali stretti con i decision maker. Questi contatti aiutano ad aprire molte porte, ad ottenere l’informazione necessaria e talvolta persino ad assicurarsi un ordinativo. Chi intende fare affari in Russia, deve prendere in considerazione non solo il grado di sviluppo del proprio settore ma anche l’ubicazione. In base ad una legge federale del Governo russo del 2005, in Russia sono state create delle zone economiche speciali. Attualmente ve ne sono di sei tipi: tecnico-innovative, di sviluppo industriale, portuali, turistico-ricreative, una zona economica speciale nella regione di Kaliningrado, una zona economica speciale nella regione di Magadan. Le aziende domiciliate in tali zone godono di trattamenti speciali, quali l’esenzione o la riduzione da tasse nei primi anni d’operatività”.

Quali sono i passi da compiere per entrare nel mercato russo?

“Una preparazione meticolosa è d’obbligo. Per avere successo in Russia è necessaria una profonda conoscenza del Paese e della gente. Chi tenta di entrare sul mercato russo

“Aiutiamo le aziende svizzere sin dall’inizio, raccogliendo informazioni di mercato e reperendo partner affidabili. Offriamo informazioni di prima mano e forniamo loro contatti utili. Conosciamo personalmente molti operatori importanti provenienti da vari settori dell’economia. Lavoriamo in stretta collaborazione con le associazioni commerciali più importanti, quali l’Association of European Businesses (Associazione delle imprese europee), l’American Chamber of Commerce nonché i colleghi di altre ambasciate. Lavoriamo inoltre a stretto contatto con aziende svizzere già operative sul mercato russo. In questo senso, le aziende ticinesi possono beneficiare non solo delle opportunità date dalla nostra rete di contatti locali, ma anche della nostra esperienza pluriennale e di quella di altre aziende svizzere. Lo Swiss Business Hub Russia è parte dell’Ambasciata svizzera a Mosca: questo ci aiuta ad aprire molte porte. Numerose informazioni utili quali rapporti su fiere, informazioni giuridiche, rapporti settoriali, ecc. possono essere scaricate direttamente dal nostro sito web www. osec.ch/sbhrussia. Non forniamo solo consulenza «a distanza», siamo altresì disponibili ad incontri diretti: Osec organizza sei volte l’anno dei «country consulting days» dedicati al mercato russo. Queste giornate si tengono prevalentemente a Zurigo, ma anche a Losanna e a Lugano. In quest’occasione, l’azienda svizzera incontra un consulente commerciale dello Swiss Business Hub Russia ottenendo una consulenza professionale da uno specialista del mercato. Assieme alle camere di commercio cantonali organizziamo degli incontri informativi export (nel nostro gergo «Export Dialogue»). Sosteniamo anche gli «SWISS Pavilion» a Mosca (quest’anno allestito assieme a Swissmem alla fiera Metalloobrabotka). E, naturalmente, saremo lieti di discutere con le singole aziende direttamente nei nostri uffici di Mosca. Siete i benvenuti!”

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Conto investimento

fino al

Chiamate lo: 091 985 90 90 www.bancawir.ch

Occhio ai tassi


Formazione

Corsi DI formazione proposti dalla Cc-Ti

Assicurazioni infortuni (F. Gioli)

Modulo 2 Esercitazioni pratiche di colloquio Per ottenere un buon risultato è auspicabile avere partecipato al modulo 1 Data: 26 aprile 2010, dalle 09.00 alle 13.00

Assegni familiari

Relatore: Marco Homberger, Formatore aziendale, specialista in tecniche di conduzione e vendita, attualmente capo del personale di un primario istituto di servizi.

Conoscere le persone assicurate, durata della copertura assicurativa, prestazioni e contributi Data: 13 aprile 2010, dalle 14.00 alle 17.30 Relatore: Fiorenzo Gioli, Direttore SUVA Bellinzona I contenuti di massima (prestazioni, aspetti organizzativi e finanziamento) delle normative, federale e cantonale, applicabili nel settore degli assegni di famiglia, con particolare riferimento ai salariati (non agricoli) ed alle persone senza attività lucrativa Data: 27 aprile 2010, dalle 14.00 alle 17.30 Relatrici: Manuela Guglielmini, Capo servizio assegni familiari, IAS Anna Trisconi Rossetti, Capo ufficio prestazioni, IAS

DIRITTO DEL LAVORO

Modulo 1 Formazione del contratto di lavoro, colloquio d’assunzione, diritti e doveri del datore di lavoro e del dipendente; salario, salario in caso di malattia, assenze, tempo libero, congedi, problematica dei certificati medici, vacanze, ore supplementari/lavoro straordinario, ecc. Data: 12 e 20 aprile 2010, dalle 13.30 alle 17.30

Le lettere commerciali: tecniche, trucchi, trappole

Mercoledì 14 aprile 2010, dalle 09.00 alle 17.00 Programma: Pragmatica della comunicazione scritta, struttura delle lettere commerciali, target di lettori/consumatori dello scritto, contenuti della comunicazione efficace, punteggiatura: il caso e il metodo, uso intelligente del post-scriptum, esercitazioni, esercitazioni, esercitazioni Relatore: Antonio Chiodaroli, Laureato con lode in Scienze Politiche, ha seguito corsi di management presso l'Università Statale dell'Arizona. È titolare di una società attiva nella formazione manageriale e nello sviluppo organizzativo ed è esperto nel campo della formazione comportamentale per venditori di beni e di servizi

Modulo 2 Fine del rapporto di lavoro (problematiche legate alla disdetta),certificato di lavoro, divieto di concorrenza, ecc. Data: 12 maggio 2010, dalle 13.30 alle 17.30 Relatori: Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti Marco Armati, Avv., Studio Legale Broggini, Lugano Simona Morosini Marconi, Responsabile del Servizio giuridico della Cc-Ti

SETTEMBRE 2010 - NUOVI CICLI FORMATIVI:

LA GESTIONE DEI CONFLITTI

-C orso preparatorio all’esame professionale superiore per il diploma federale di economista aziendale nelle arti e mestieri

Lunedì 19 aprile 2010, dalle 09.00 alle 13.00 Lunedì 26 aprile 2010, dalle 09.00 alle 13.00 Modulo 1 I conflitti di interesse e di valore, tecniche di comunicazione, tecniche per affrontare i conflitti Data: 19 aprile 2010, dalle 09.00 alle 13.00

- Scuola capo-azienda

- Gerente di filiale nel commercio al dettaglio Per informazioni: corsi@cc-ti.ch

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Servizi della Cc-Ti

USI Career Forum 2010

Anche quest’anno la Cc-Ti ha presenziato attivamente alla terza edizione di USI Career Forum 2010, tenutasi lo scorso 5 marzo presso l’Università della Svizzera Italiana. L’USI Career Forum si propone ogni anno come giornata d’incontro tra aziende, studenti e laureati, ed è concepita nell’ottica di sviluppare e consolidare la collaborazione tra l’università e il mondo professionale, facilitando l'inserimento qualificato dei laureati USI nel mondo del lavoro. La Cc-Ti, da molti anni partner dell’USI, condividendo questa visione, ha partecipato con uno stand alla fiera e ha svolto numerosi incontri “one-to-one” con gli studenti e gli interessati che hanno visitato il nostro stand.

SPECIALE USI CAREER FORUM Conoscenze linguistiche

CANDIDATO Dimitri William Laurea in Master of Science in Economics Major in Management

Italiano: Madrelingua Inglese: buono Tedesco: buono

CERCA Lavoro nel settore finanziario/fiduciario. Svolto stage per istituto finanziario con apprendimento di molteplici operazioni finanziarie. Buona volontà e spirito di iniziativa pronto per nuove sfide professionali, abile nelle trattative con capacità di adattamento a diverse situazioni.

INDIRIZZO Via alla Roggia 28 6962 Viganello Tel. +41 78 791 06 32 dimitriw@lu.unisi.ch

Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o info@cc-ti.ch Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della Cc-Ti

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

GIORNATE DI CONSULENZE PAESE LUGANO, MAGGIO 2010 India: la crescita continua fino al 7%

Lugano, 12 maggio 2010 • boom in infrastruttura, trasporto, industria automobilistica, ambiente e altri; • crisi finanziaria? Non in India!

GCC: grande richiesta in vari settori

Lugano, 21 maggio 2010 • forte domanda nei settori farmaceutica, tecniche mediche, apparecchiature ospedaliere, cosmetica, prodotti wellness, consulenze per servizi di gestione ospedaliera; • richiesta in aumento per cleantech nell’intera regione, ma soprattutto per le nuove città Masdar City ad Abu Dhabi e Economic Cities in Arabia Saudita; • beni di lusso e generi alimentari sempre molto apprezzati; • aumento della domanda per macchinari e apparecchiature per l’industria plastica e altri settori. Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dai paesi di riferimento. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei paesi sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! CONTATTATECI AL NO. TEL. +41 91 911 51 37 OPPURE TRAMITE E-MAIL ALL’INDIRIZZO INFO.LUGANO@OSEC.CH, SAREMO LIETI DI FISSARVI UN APPUNTAMENTO.

Russia: importazione privilegiata per i prodotti destinati a Sochi 2014

Diversi prodotti destinati alla realizzazione delle Olimpiadi invernali 2014 a Sochi possono ora essere importati in Russia esenti da imposte e presto anche da dazi doganali: • a fine dicembre 2009, la Russia ha pubblicato un elenco delle merci esenti dall’IVA all’importazione (tasso normale 18%). Si tratta soprattutto di macchinari, apparecchi e attrezzature (capitoli doganali 84, 85 e 90), articoli di vestiario e accessori di abbigliamento nonché preparazioni alimentari. Per ottenere l’esenzione, occorre presentare in dogana una conferma sull’uso dei prodotti emessa dal comitato preposto all’organizzazione di Sochi 2014; • a norma di un’ordinanza emessa dal governo russo a fine dicembre 2009, le merci già esenti dall’IVA devono anche poter essere importate a breve in franchigia doganale. Secondo una comunicazione di Germany Trade and Invest GTAI, si presume che l’esenzione doganale entri in vigore tra circa sei mesi.

Russia: avanza l’edilizia ecosostenibile

La Russia sostiene maggiormente l’edilizia ecosostenibile.

Il “green development” sarà applicato soprattutto nella costruzione di case e di uffici. Secondo la legge entrata in vigore a novembre 2009 “sul risparmio energetico e l’incremento dell’efficienza energetica”, tutte le nuove edificazioni dovranno essere dotate entro il 2011 di contatori d’elettricità, gas e acqua nonché di sistemi di riscaldamento delle due maggiori classi energetiche. Inoltre, vigono norme severe per l’installazione di funzioni aggiuntive a intenso consumo energetico (per esempio, rivelatori di movimento, sistemi di chiusura automatica delle porte, seconda porta d’entrata). A complemento di questa legge, il Ministero russo dell’ambiente ha approvato i criteri per la certificazione ecologica degli edifici, elaborati da diversi istituti di ricerca e da rappresentanti di Greenpeace. Alla base di questi standard ecologici vi sono le norme russe SNIP, che a loro volta si fondano sulle norme internazionali per “green buildings”. Si spinge oltre il “Russian Green Building Council” costituito alla fine dell’anno scorso, che intende sviluppare un proprio sistema di certificazione per l’edilizia ecologica, riconosciuto a livello internazionale e basato su metodi di standardizzazione già in vigore nel mondo (p.es. LEED, BREEAM). Green Building Council Russia www.rugbc.org/lang/en

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

Germany Trade and Invest: “Russland - Neues Gesetz über die Energieeinsparung und Energieeffizienz / Neue Energiestrategie” www.gtai.de/nn_74804/DE/Content/Meldung/Recht__ Aktuell/Archiv/2009/russland-neues-gesetz-_C3_BCberdie-energieeinsparung-und-energieeffizienz-neue-energiestrategie.html SNIP: “The largest collection of technical standards used in Russia and Kazakhstan” www.snip.com

superassero il 5% della tassa di licenza e l’8% della cifra d’affari all’esportazione. Secondo le nuove disposizioni, la procedura automatica può essere impiegata per contratti di licenza che non prevedono trasferimento tecnologico unicamente per una tassa di licenza inferiore al 2% della cifra d’affari all’export e all’1% della cifra d’affari interna. The Economic Times / Indiatimes: “Technology, brand transfer royalty put on automatic route” http://economictimes.indiatimes.com/news/economy/policy/Technology-brand-transfer-royalty-put-on-automatic-route/articleshow/5349828

Scozia: ampliamento della rete elettrica

La Scozia si associa ai paesi intenzionati a promuovere maggiormente le energie rinnovabili nei prossimi anni. Al centro dei progetti vi è la costruzione di un parco eolico. Il conseguente aumento dell’elettricità generata renderà necessario un ampliamento delle reti di distribuzione, di cui le linee ad alta tensione di Beauly-Denny rappresentano il progetto più importante. La linea esistente a semplice terna da 132 chilovolt sarà sostituita da una doppia da 440 chilovolt lunga 220 chilometri. Si procederà alla costruzione di 600 torri alte 53 metri, mentre numerose linee saranno spostate sotto terra, soprattutto quelle in prossimità dei centri abitati. Dow Jones: “Scotland Government OKs Key Beauly-Denny Power Link Upgrade” www.dowjones.de/site/2010/01/scotland-government-okskey-beauly-denny-power-link-upgrade.html Scottish and Southern Energy: “Beauly-Denny replacement transmission line” w w w.scot tish-southern.co.uk / SSEInternet /index. aspx?rightColHeader=36&id=464

La Cina pubblica le disposizioni per la realizzazione di partenariati esteri

Le disposizioni per la costituzione e la gestione di partenariati esteri o sino-stranieri, a lungo attese e varate dal governo cinese lo scorso mese di novembre, sono entrate in vigore il 1° marzo 2010. La legge su cui si basano le disposizioni era già stata varata nel 2007, ma non era applicabile agli investimenti esteri poiché non forniva nessuna indicazione pratica sulla realizzazione di partenariati tra aziende estere e cinesi. Le disposizioni per la realizzazione ora definite stipulano quanto segue: • l’applicabilità di tre diversi modelli di partenariato; • le qualifiche richieste ai partner esteri; • le restrizioni legali per partenariati con imprese estere; • la procedura di registrazione per partenariati con partecipazione estera. HG.org Worldwide Legal Directories: “Partnership: a New Option for the Foreign Investment in China” www.hg.org/article.asp?id=18059

India: liberalizzazione del trasferimento tecnologico

In India è stata introdotta la possibilità di registrare ogni contratto di trasferimento tecnologico stipulato tra imprese o parti contrattuali estere e indiane con una procedura d’approvazione automatica (“automatic route of approval”), a prescindere dall’ammontare dei versamenti convenuti. Finora questa procedura era riservata a importi che non

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Thailandia: importante ampliamento della rete ferroviaria

Il governo thailandese ha approvato un masterplan elaborato dal ministero dei trasporti, volto ad ampliare la rete ferroviaria, i treni e il materiale rotabile della “State Railway of Thailand”. I progetti previsti comprendono quanto segue: • la costruzione di quattro nuove linee ad alta velocità per congiungere Bangkok con Chiang Mai, Nong Khai, Padang Besar e Chanthaburi (lunghezza totale delle nuove linee: 2’700 chilometri; volume d’investimento: il controvalore di 14,6 miliardi di euro). Fonti governative affermano che i partenariati pubblico-privati sono benvenuti; • l’acquisto di 77 nuove locomotive e la modernizzazione di 56 già in servizio nonché la fornitura di 58 vagoni per passeggeri e di 308 per cargo nell’arco dei prossimi cinque anni (volume d’investimento: 1 miliardo di euro); • la trasformazione di 767 chilometri di tratta in una linea a doppio binario entro il 2015 e di ulteriori 2’272 chilometri entro il 2024 (investimento totale: 5,5 miliardi di euro); • la costruzione di altri 2’650 chilometri di rete ferroviaria (investimento: 7,5 miliardi di euro). Bangkok Post: “Sohpon sets out ambitious railway plan” www.bangkokpost.com/news/local/27179/sohpon-sets-outambitious-railway-plan Bangkok Post: “Ministry unveils plans to overhaul railway” www.bangkokpost.com/news/transport/26689/

Arabia Saudita: modifica al regime doganale

L’Arabia Saudita ha apportato una serie di modifiche al regime doganale, che comprendono le seguenti novità: • la revoca della franchigia doganale per il cemento e l’acciaio importati (dal 1° gennaio 2010); • la riduzione tariffaria dall’11,9% al 9,2% per diversi articoli in materia plastica (lastre, fogli, pellicole: voce di tariffa 3921; articoli per il trasporto o l’imballaggio: 3923; oggetti per uso domestico: 3924) (dall’11 dicembre 2009); • la riduzione tariffaria dall’8,0% al 7,6% per i profumi (voce di tariffa 3303) e diversi insetticidi (3808), antiossidanti per materie plastiche (3812) e resine epossidiche (3907) (dall’11 dicembre 2009). Saudi Customs: Tariff www.customs.gov.sa/CustomsNew/tariff/trfmain_E.aspx

Brasile: agevolazioni fiscali per gli investimenti

A fine dicembre scorso, il governo brasiliano ha varato un pacchetto di misure volte a promuovere gli investimenti nel


Paese, che consiste nella proroga delle agevolazioni fiscali per investimenti in macchinari e installazioni: • la proroga del programma per il mantenimento degli investimenti nell’industria meccanica: assegnazione di crediti speciali da parte della banca nazionale dello sviluppo BNDES (fino a metà giugno 2010); • l’esonero dall’imposta sui prodotti industrializzati (IPI); • l’abolizione a tempo determinato delle contribuzioni sociali PIS e Cofins per l’acquisto di apparecchiature IT (fino al 2014); quelle destinate alle scuole pubbliche saranno altresì esenti dall’IPI e da eventuali imposte d’importazione; • la soppressione di PI Cofins, IPI e imposte d’importazione per l’introduzione in Brasile di beni d’investimento destinati alle industrie petrolifere e del gas al nord, nord-est e nel centro-occidentale del Paese. • l’abolizione dell’IPI sui generatori di energia eolica. Länderkontakte.de: “Brasilien setzt Investitionsanreize” www.laenderkontakte.de/news/1497/brasilien-setzt-investitionsanreize.html

La Svizzera è il paese più innovativo al mondo

La Svizzera vanta la più alta capacità innovativa a livello mondiale. Questo il risultato di uno studio effettuato nel 2008 sulla base di un campione rappresentativo di 6’000 imprese dal Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo (KOF) su mandato della Segreteria di Stato dell’economia SECO. I punti di forza della Svizzera sono, tra gli altri, il numero elevato di imprese che investono in innovazione e R&S, nonché la capacità di convertire le novità in prodotti e servizi di mercato. Il volume dei fondi destinati a queste attività potrebbe invece essere più alto. L’asso nella manica della Svizzera è costituito dalla compresenza di un settore PMI particolarmente innovativo e di un numero considerevole di imprese multinazionali che investono somme ingenti in R&S. Nel confronto mondiale, spicca in particolare la capacità innovativa delle PMI svizzere rispetto a quelle delle nazioni europee. I paesi più innovativi d’Europa occupano i primi posti della classifica internazionale (Svizzera, Svezia, Finlandia), seguiti da Israele, USA e Giappone. Negli ultimi dieci anni, diversi paesi dell’UE hanno recuperato terreno, in particolare Finlandia, Danimarca, Belgio e Germania. La Svizzera ha quindi ancora potuto mantenere il suo vantaggio, che è tuttavia diventato più esiguo. Lo studio evidenzia che dall’inizio degli anni duemila, la capacità innovativa dell’industria, seguita poco dopo dal settore dei servizi, si è assestata a un livello nettamente inferiore rispetto ai primi anni novanta. Il calo ha interessato sia la quota di imprese che realizzano innovazioni che il volume dei fondi investiti. La capacità innovativa segue, in modo lievemente differito, l’evoluzione congiunturale. Infatti, questi progetti rappresentano degli investimenti particolarmente rischiosi e la quota di capitale destinata a tal fine diminuisce in periodi difficili. Ne consegue che l’attività innovativa rischia di calare già oggi, compromettendo il potenziale di crescita a medio termine. Sarà la prossima indagine sull’innovazione, prevista per il 2011, a rivelare l’entità della flessione preventivata. Comunicato stampa della Segreteria di Stato dell’economia SECO: “Innovazione: Svizzera in testa nel raffronto internazionale” www.news.admin.ch/message/?lang=it&msg-id=32133

Potere d’acquisto nell’UE per paese e regione

Secondo uno studio comparativo stilato da Eurostat, l’Inner London dispone del prodotto interno lordo e del potere d’acquisto pro capite più alti dell’UE, mentre i più bassi si riscontrano nella regione bulgara Severozapaden. Eurostat ha paragonato il PIL in standard di potere d’acquisto in ogni paese e regione dell’UE. I seguenti paesi vantano il potere d’acquisto più alto (media: 24'900 euro): Lussemburgo: 68’500 Irlanda: 36’900 Paesi Bassi: 32’900 Austria: 30’600 Svezia: 30’600 Danimarca: 30’200 Il più basso è stato registrato in: Bulgaria: 9’400 Romania: 10’400 La classifica del potere d’acquisto per regione si presenta così: Inner London: 83’200 Bruxelles: 55’000 Amburgo: 47’800 Praga: 42’800 Île de France (Parigi): 42’000 Southern and Eastern (Irlanda): 41’400 Oberbayern: 41’000 Groningen: 41’100 Stoccolma: 41’000 Vienna: 40’600 In fondo alla graduatoria figurano: Severozapaden (Bulgaria): 6’400 Doi Nord Est (Romania): 6’600 Severen tsentralen (Bulgaria): 6’600 Comunicato stampa di Eurostat: “Regional GDP per inhabitant in 2007: GDP per inhabitant ranged from 26% of the EU27 average in Severozapaden in Bulgaria to 334% in Inner London” http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/118022010-AP/EN/1-18022010-AP-EN.PDF

La richiesta di superfici a uso ufficio subisce un calo netto a livello mondiale

La crisi economica e finanziaria si ripercuote anche sulla richiesta di superfici commerciali. Secondo uno studio dei consulenti immobiliari Cushman&Wakefield (C&W), nel 2009 la richiesta per locali a uso ufficio è diminuita nettamente in tutti i maggiori centri economici; di conseguenza, anche i canoni d’affitto hanno subito una flessione. Il calo più marcato degli affitti è stato registrato nella regione Asia-Pacifico (-16%), soprattutto a Singapore (-45%), Hong Kong (-35%) e Tokyo (-21%). I canoni d’affitto sono stati adeguati verso il basso anche in Europa (-11%), in modo accentuato a Kiev (-50%) e Dublino (-38%). Persino i siti particolarmente pregiati come il West End londinese hanno subito una flessione (-25%). In America, i risultati sono stati meno negativi (-7%), con cali pari a -26% a Boston, -24% a San Francisco, -23% a Seattle e a New York. C&W prevede una stabilizzazione del mercato nel 2010, che gioverà soprattutto alle ubicazioni più pregiate. Per ora, la classifica dei migliori, o perlomeno dei più cari, siti al mondo comprende:

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

1. Tokyo (anno precedente: 2°) 2. London West End (3°) 3. Hong Kong (1°) 4. Dubai (5°) 5. Mumbai (6°) 6. New York (8°) 7. Mosca (4°) 8. Parigi (7°) 9. Milano (10°) 10. Zurigo (11°). Comunicato stampa di Cushman&Wakefield: “Nachfrage nach Büroflächen sinkt in allen Wirtschaftszentren der Welt – 2010 Jahr der Stabilisierung und der Trendumkehr” www.cushwake.com/cwglobal/jsp/newsDetail.jsp?Language =DE&repId=c29700004p&Country=DE Download studio C&W: “Office Space Across the World 2010” (occorre registrarsi) www.cushwake.com/cwglobal/jsp/kcReportDetail.jsp?Count ry=GLOBAL&Language=EN&catId=100003&pId=c27900 002p

Formalità doganali e IVA nella prestazione di servizi transfrontaliera

Vi segnaliamo che i seguenti documenti, contenenti indicazioni e suggerimenti sulle formalità doganali e sull’IVA nella prestazione di servizi transfrontaliera, sono stati aggiornati sul sito internet dell’Osec,: • Formalità doganali nella prestazione di servizi transfrontaliera (per esempio, il Carnet ATA): www.osec.ch/content/internet/osec/it/home/export/ countries/ch/export.html > Tasse/IVA > Downloads • Norme sull’IVA nella prestazione di servizi transfrontaliera con gli Stati membri dell’UE (nuova regola, in vigore dal 1° gennaio 2010): www.osec.ch/een > IVA nell’UE > Downloads • La procedura del “reverse-charge”: www.osec.ch/content/internet/osec/it/home/export/ countries/ch/export.html > Tasse/IVA > Downloads Questi documenti possono altresì essere richiesti per e-mail all’indirizzo apessina@osec.ch.

Rapporti settoriali dell’Osec

Osec, in collaborazione con esperti e con gli Swiss Business Hubs, ha elaborato studi dedicati a tematiche e tendenze attuali in diversi paesi del mondo. Taluni rapporti sono a vostra disposizione a titolo gratuito, altri sono a pagamento. Ve ne presentiamo di seguito alcuni, che riteniamo di particolare interesse per le aziende esportatrici ticinesi: The UK Food and Drink Market (rapporto in inglese, 28 pagine, gennaio 2009, gratis) Questo rapporto è stato redatto allo scopo di offrire ai produttori svizzeri una visione globale del mercato dei generi alimentari e delle bevande nel Regno Unito. S’intende fornire una conoscenza di base mediante informazioni sul volume d’affari e la struttura del mercato: • situazione di base e condizioni quadro; • volume d’affari; • settori d’interesse per gli esportatori svizzeri; • strutture del commercio e della gastronomia; • strategie ed entrata nel mercato. The UK Food and Drink Market (PDF, 245.81 kB)

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www.osec.ch/internet/osec/it/home/export/publications/ free.-ContentSlot-94370-ItemList-63170-File.File.pdf/BB_ UKFoodDrinkMarket01_2009_05%2003%2009.pdf L’industria automobilistica in Cina, India, Thailandia, Malesia e Corea del Sud nell’anno 2009 (rapporto in lingua inglese, 112 pagine, dicembre 2009, costo: CHF 170.-) Il rapporto fornisce una panoramica sulla situazione dell’industria automobilistica in Cina, India, Thailandia, Malesia e Corea del Sud. Valuta le possibilità d’entrata in tali mercati per i subfornitori svizzeri. Illustra mezzi e metodi affinché le PMI possano accedere ai mercati, che malgrado l’attuale crisi riscontrano notevoli successi e offrono quindi ottime opportunità d’affari a breve e lungo termine. L’industria automobilistica nel 2009 in Europa (rapporto in lingua tedesca, 104 pagine, dicembre 2009, costo: CHF 170.-) Negli ultimi mesi, l’industria automobilistica europea ha subito cambiamenti incisivi. In Svizzera, molti subfornitori sono stati colpiti dalla crisi economica mondiale. Il rapporto analizza le maggiori tendenze di questo ramo sottoposto a forti mutamenti e descrive gli effetti sulle imprese europee. Le imprese svizzere possono trovarlo utile per stabilire i prossimi passi volti a stabilizzare l’attività aziendale. L’industria metalmeccanica in Cile nell’anno 2009 (rapporto in lingua inglese, 110 pagine, ottobre 2009, costo: CHF 170.-) Il rapporto fornisce un quadro provvisorio, da intendersi come un manuale per le imprese svizzere dell’industria metalmeccanica intenzionate ad affermarsi sul mercato cileno. Analizza i settori costruzione di macchine utensili, macchine per l’imballaggio, tecniche di immagazzinaggio, apparecchi di tecnica procedurale, colata e stampaggio, pompe, saldatura, automazione di montaggio e fabbricazione, utensili da taglio e strumenti di misura. Traccia una panoramica sulle importazioni (presentazione per anno e con le cifre dell’import) e sulle imprese locali. L’analisi illustra come procedono le aziende cilene attive nei settori sopra citati per rifornirsi nel paese stesso. Per l’ordinazione di questi e altri rapporti settoriali, prego consultare la pagina: www.osec.ch/internet/osec/it/home/export/publications/ reports.html

Osec

Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@osec.ch www.osec.ch


Fiere internazionali

SWISS Pavilion alle maggiori fiere internazionali: il calendario del 3°/4° trimestre 2010

• FIA Farnborough International Airshow, Farnborough (Hampshire), 19 25 luglio 2010: fiera dell’industria aerospaziale Informazioni generali: www.farnborough.com • IDEM India, Mumbai, 9 - 11 settembre 2010: salone delle tecniche mediche e dell’odontologia Informazioni generali: www.idem-india.com • IFAT, Monaco, 13 - 17 settembre 2010: fiera delle soluzioni ambientali innovative Informazioni generali: www.ifat.de • INNOTRANS, Berlino, 21 - 24 settembre 2010: salone sul traffico Informazioni generali: www.innotrans.de • BIOJAPAN, Yokohama, 29 settembre - 1° ottobre 2010: fiera di bio-, micro- e nanotecnologia Informazioni generali: www.jba.or.jp/english • BIOTECHNICA 2010, Hannover, 5 - 7 ottobre 2010: salone di bio-, micro- e nanotecnologia Informazioni generali: www.biotechnica.com • SIAL 2010, Parigi, 17 - 21 ottobre 2010: salone rilevante per l’industria alimentare Informazioni generali: www.sial.fr • K 2010, Düsseldorf, 27 ottobre - 3 novembre 2010: maggior fiera internazionale della plastica e del caucciù Informazioni generali: www.k-online.de • MEDICA 2010, Düsseldorf, 17 - 20 novembre 2010: salone e congresso medico Informazioni generali: www.medica.de • COSMOPROF ASIA 2010, Hong Kong, 10 - 12 novembre 2010: la maggior fiera della profumeria e della cosmesi dell’area asiatica Informazioni generali: www.cosmoprof-asia.com • THE BIG 5 SHOW, Dubai, 21 – 24 novembre 2010: salone internazionale dei prodotti per l’industria edile Informazioni generali: www.thebig5exhibition.com

FUTURESOURCE Londra, 15 - 17 giugno 2010

FUTURESOURCE (pronunciato future resource) è una collaborazione congiunta tra la Chartered Institution for Wastes Management CIWM e l’Environmental Services Association ESA. I poteri decisionali pubblici e privati attivi nel ramo dello smaltimento dei rifiuti si ritrovano a questo importante appuntamento annuale presso le Docklands di Londra, che comprende un salone e una conferenza. L’edizione precedente ha contato oltre 400 espositori e 7’440 visitatori. Questa fiera è di grande attualità: infatti, fino ad oggi, i rifiuti in Gran Bretagna venivano in gran parte immagazzinati in discariche. Poiché quest’ultime sono state vietate dall’UE, uno studio della società di consulenza Enviros stima che il Paese dovrà investire nei prossimi cinque anni 10 miliardi di sterline (ca. 20 miliardi di franchi) in soluzioni innovative e nuovi impianti. Vi sarà pertanto

SWISS Pavilion: la qualità svizzera sbandierata!

una forte domanda di tecnologie legate alla gestione dei rifiuti: dalla raccolta differenziata al riciclaggio, dall’incenerimento alla fermentazione e procedure analoghe. Saranno anche richieste tecniche di monitoraggio e di gestione nonché impianti per la depurazione delle scariche gassose. Il know-how svizzero in questo ramo gode di un’ottima nomea in Gran Bretagna. Lo SWISS Pavilion promuoverà pertanto in modo mirato lo “Swissness” e sarà allestito da Swissenviro, in collaborazione con l’associazione di categoria SVUT (Schweizerischer Verband für Umwelttechnik), l’Ufficio federale dell’ambiente, l’Ambasciata Britannica in Svizzera con UK Trade & Investment, lo Swiss Business Hub UK e l’azienda svizzero-britannica Catenalink. Informazioni generali sulla fiera: www.futuresourceuk.com Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Futuresource 2010

BioJapan 2010 Yokohama, 29 settembre - 1° ottobre 2010

BioJapan, che si è svolta dieci volte dal 1986, è la fiera internazionale più longeva nel settore della ricerca biotecnologica fondamentale e applicata in Asia. Vi si trovano imprese di tutti i settori attivi nella biotecnologia e le maggiori aziende farmaceutiche, chimiche, mediche e ambientali. Il salone mira a offrire una piattaforma per la biotecnologia ambientale in rapido mutamento e a proporre contatti tra gli artefici del ramo; sarà corredato da seminari e riunioni di business partnering. All’edizione del 2009 hanno partecipato oltre 483 espositori; 23’846 persone hanno visitato il salone, i diversi seminari, workshop, convegni e le conferenze. Agli espositori dello SWISS Pavilion è accordato uno sconto del 10% per prenotazione anticipata (entro il 16 aprile 2010) quale misura promozionale nel contesto dell’attuale situazione economica difficile. Informazioni generali sulla fiera: www.jba.or.jp/english/index.html Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > BioJapan 2010

Informazioni sugli “Swiss Pavilion”: www.osec.ch/FIERE

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Vita dei Soci

NUOVI CORSI PROPOSTI DALLA FPCE

La FPCE promuove, coordina e organizza la formazione professionale continua nel ramo elettrico, proponendo corsi ed esami professionali riconosciuti a livello federale nonché corsi e seminari di aggiornamento. Essa si rivolge ai professionisti attivi sul territorio ai diversi livelli (Operai, Quadri intermedi e Quadri superiori), offrendo percorsi formativi in grado di soddisfare le esigenze di formazione richieste dal mercato del lavoro. Dal 2004 certificati dal Servizio cantonale di certificazione per enti di formazione continua – eduQua.

PROPOSTE CORSI 2010: • CORSO DI PREPARAZIONE ALL’ESAME CANTONALE Inizio previsto: fine estate/autunno2010 Corso di 360 lezioni Costi: CHF 3'900.– Luogo: FPCE Gordola Minimo 15 partecipanti

ELETTRICISTA CAPO SQUADRA CON DIPLOMA CANTONALE Formazione tecnica e pratica della gestione di un cantiere. Conoscere piani e schemi, offerte e rilievi. Prescrizioni nella pratica. Gestire al meglio il proprio lavoro e il personale affidato. Esami finali con diploma cantonale. Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista; titolo equivalente

• CORSI TEORICI E PRATICI SU MATERIE E TEMI MIRATI Data corso: appena raggiunto il numero minimo richiesto Corso di 30 lezioni Costi: CHF 390.— Luogo: FPCE Minimo 10 partecipanti Inizio previsto: appena raggiunto il numero minimo richiesto Corso di 30 lezioni Costi: CHF 450.— Luogo: FPCE Gordola Minimo 10 partecipanti

Inizio previsto: appena raggiunto il numero minimo richiesto Corso di 25 lezioni Costi: CHF 380.— Luogo: SPAI Trevano Minimo 10 partecipanti

RETI INFORMATICHE TCP/IP Il corsista saprà capire il funzionamento del TCP/IP e installare gli elementi di base di una piccola rete. Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista, titolo equivalente; riqualifica prof., 4. corso apprendisti installatori o disegnatori elettricisti BUS 2 KNK Il corsista acquisirà le competenze per progettare un sistema Bus KNK, sarà in grado di identificare apparecchi guasti e integrare apparecchi nuovi nel Bus; saprà programmare una struttura Bus KNK semplice. Requisiti minimi: conoscenze minime del PC RICEZIONE DI SEGNALI RADIO E TV DIGITALI SATELLITARI E TERRESTRI Il corsista acquisirà le competenze per realizzare un’installazione fissa, motorizzata, mono e multi utenza per la ricezione di segnali TV e radio da satellite. Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista, titolo equivalente; riqualifica prof., 4. corso apprendisti installatori o disegnatori elettricisti

Trovate maggiori informazioni e ulteriori dettagli sul sito www.fpce.ch, così come il formulario d’iscrizione da stampare, compilare e inviare al Segretariato FPCE. Formazione Professionale Continua nel ramo Elettrico Via St. Maria 27, 6596 Gordola, Tel. +41 91 730 90 25, Fax +41 91 730 90 26, corsi@fpce.ch, www.fpce.ch

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Vita dei Soci

2009: risultato positivo per Migros Ticino

Migros Ticino ha chiuso il 2009 con un risultato positivo grazie alle migliorate condizioni di acquisto e all’accresciuta efficienza del team di Migros Ticino. In una fase di rallentamento congiunturale e di accresciuta concorrenzialità del mercato, l’anno è stato fortemente caratterizzato dalle importanti riduzioni dei prezzi attuate per numerosi generi di prima necessità (con un rincaro negativo complessivo del 2%, del 5% per la sola linea M-Budget), dai lavori di ristrutturazione svolti nella filiale di Locarno e dal minor numero di giorni di vendita (3 in meno rispetto al 2008). Grazie al mantenimento della redditività aziendale a livelli positivi è stato possibile realizzare un utile netto aziendale di 3,6 milioni di franchi, con una cifra d’affari che si è attestata a 566,7 milioni di franchi. Anche lo scorso anno l’assortimento dei prodotti ticinesi promosso con il marchio “I Nostrani del Ticino” (prodotti a base di materie prime ticinesi lavorate nel Cantone) è stato ampliato, realizzando una cifra d’affari di 19,8 milioni di franchi, in crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente. Tra le novità figura in particolare la carne fresca di manzo, frutto della collaborazione con l’Azienda agricola Fratelli Aerni di Gordola e la Rapelli SA di Stabio. Pure le altre linee più profilate a livello ambientale hanno riscosso un crescente apprezzamento, tra questi i prodotti contrassegnati dal marchio approved by climatop (+28,7%) e i prodotti a marchio Migros Bio (+2,5%). Nell’ambito delle misure di tutela dell’ambiente, il pluriennale impegno della cooperativa ha permesso di realizzare importanti misure di risparmio, sia a livello di trasporti - con un ulteriore aumento dei volumi di merce trasportati su rotaia - sia con una serie di investimenti volti a ridurre il consumo di energia elettrica e le emissioni di CO2, come per esempio la copertura dei mobili refrigeranti, per i quali si è inoltre passati all’uso di gas naturali, l’ottimizzazione dei sistemi di illuminazione e la sostituzione di sette automezzi con i nuovi modelli Euro 5. Il contributo della cooperativa a favore dello sviluppo economico della Svizzera italiana quale datore di lavoro e acquirente di merci e servizi si è mantenuto a un livello alto, con un indotto di 217,4 milioni di franchi, 25 dei quali per investimenti, di cui l’80% (20 milioni) è stato realizzato con aziende della regione. I posti di lavoro a tempo pieno - con retribuzione in crescita del 3% nel 2009 e il versamento a fine anno di un contri-

buto straordinario di 400 franchi per collaboratore - si sono attestati a 1'376. Con un numero di lettori pari a 117'000 unità, a inizio anno la distribuzione di Azione è stata anticipata di un giorno, al lunedì, mentre a novembre il settimanale di informazione e cultura ha potuto essere presentato nella sua nuova veste grafica. Le sovvenzioni di Migros Ticino a favore della formazione degli adulti (Scuola Club) e della promozione culturale (Percento culturale) sono state di 2,7 milioni di franchi. Con la pubblicazione del programma della sua 50° stagione, il Percento culturale ha festeggiato nel 2009 un importante traguardo, che conferma il ruolo di primo piano assunto da Migros Ticino quale promotore culturale nella Svizzera italiana. Traguardo degno di nota anche per quel che riguarda l’impegno sociale di Migros Ticino, che lo scorso anno ha raggiunto i 20 anni di collaborazione con la Fondazione Diamante nell’integrazione professionale: 43 le persone con diversi gradi di disabilità che negli anni hanno trovato un’occupazione a Migros Ticino, 8 delle quali attive ancora oggi a tempo pieno. Con la Fondazione Diamante e la Fondazione La Fonte sono inoltre stati avviati e rafforzati interessanti progetti di collaborazione nella commercializzazione di prodotti realizzati dai loro laboratori. La situazione di mercato futura si preannuncia più competitiva, malgrado una congiuntura che ritorna in segno positivo. La cooperativa si prepara già da tempo a questi sviluppi, perseguendo una strategia di costante miglioramento e sviluppo dell’offerta di prodotti e servizi, l’efficienza della sua organizzazione, investendo nella formazione dei propri collaboratori e nel rinnovo delle proprie infrastrutture, in particolare quelle di vendita. Il 25 marzo sono state inaugurate due nuove strutture: un mercato specializzato in mobili (Micasa) e uno in articoli sportivi (SportXX) a Sant’Antonino, mentre altri progetti sono in fase di realizzazione o di studio. Migros Ticino si impegnerà quindi anche nei prossimi anni per assicurare la propria perennità e mantenere, all’interno della comunità Migros, il ruolo di azienda ticinese che opera “in Ticino per il Ticino”. Cooperativa Migros Ticino 6592 S. Antonino Tel. +41 91 850 81 11

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Evolve SA: la gestione integrata nell’ingegneria Per la gestione integrata della costruzione, dell’ambiente e del territorio

Flavio Petraglio

Evolve SA è un’azienda fondata nel 2008 dall’Ing. Flavio Petraglio, giovane dinamico imprenditore ticinese, che dopo aver maturato esperienze in alcune imprese presenti sul territorio cantonale, ha deciso di intraprendere la carriera “in solitaria” fondando una ditta propria. La sede dello studio d’ingegneria è in centro a Bellinzona, circondata dalle mura dei castelli, in Piazza Indipendenza 7; inoltre vi è anche una filiale a Roma. Grazie a questa doppia presenza sia sul territorio svizzero, come pure su

quello italiano, l’azienda può rivolgersi ad un ampio mercato soddisfacendo così le esigenze di clienti sia locali che internazionali. L’attività che Evolve propone è la gestione integrata nei sevizi di consulenza, progettazione e direzione lavori in tre settori principali – costruzione, ambiente e territorio – avvalendosi di un team interdisciplinare, dando lavoro a una dozzina di collaboratori, tutti attivi nelle professioni tecniche, ma secondo discipline diverse: architetti,

Ecco alcune dei progetti conclusi da Evolve SA

La sala multiuso a Manno

La palestra in Capriasca

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La casa comunale a Vira Gambarogno

Le scuole di Manno


ingegneri civili, ingegneri edili, meccanici ed ambientali. Inoltre Evolve collabora con studi di progettazione e specialisti in diversi settori nell’ambito di tutti i servizi proposti. L’approccio proposto al cliente è completo a 360°, in quanto Evolve si occupa di tutte le fasi di un progetto, dalla A alla Z durante. Grazie ad un approccio integrato, Evolve segue, pianifica ed analizza infatti tutte le tappe delle opere: dalla progettazione alla realizzazione, dall’utilizzo allo smaltimento, passando per la manutenzione ordinaria e straordinaria. La gestione integrata è pertanto intesa quale processo che comprende tutto il ciclo di vita di un’opera. Da un’idea fino alla sua dismissione. Evolve propone dunque

un servizio integrale comprendente aspetti tecnici ma anche procedurali ed economici offrendo al committente sempre un sicuro valore aggiunto. Il cliente avrà un unico interlocutore al quale potrà riferirsi per qualsiasi dubbio, e la gestione della totalità dei lavori sarà gestita da Evolve, che è supportata da collaboratori specializzati in tutti gli ambiti nonché dalla rete di collaborazione con uffici specializzati. Evolve realizza progetti in tre diversi ambiti: tecnica della costruzione, impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ed ambiente e sicurezza. Per ognuno di questi vi sono delle specifiche attività che sono eseguite ed offerte ai committenti:

Tecnica della costruzione

Energia da fonti rinnovabili

Ambiente e sicurezza

Elaborazione di concetti e gestione di progetti per la tecnica degli edifici e delle infrastrutture (per esempio canalizzazioni, acquedotti e strade) esistenti o nuovi.

Gestione di progetti per la produzione di energia a partire da fonti rinnovabili con l’obiettivo di approvvigionare il patrimonio costruito valorizzando le risorse locali a favore di uno sviluppo sostenibile.

Ambiente Valutazione degli impatti e definizione di misure per migliorare la compatibilità ambientale di impianti/aree produttive oppure di piani e programmi urbanistici comunali e regionali.

Servizi: - diagnosi tecniche del patrimonio costruito (degrado, energia, sicurezza, comfort); - progettazione tecnica del sistema edificio (involucro, struttura ed impianti); - concetti di gestione razionale dell’energia (risparmio, ottimizzazione, approvvigionamento); - concetti di Facility Management (sviluppo, implementazione e monitoraggio); - consulenza per costruzioni sostenibili; - progettazione integrale (studi fattibilità, coordinamento progettisti, autorizzazioni, appalti, direzione lavori); - supporto decisionale al committente (controllo qualità, tempi, costi).

Tipologia di impianti: - Certificazioni ambientali (ISO - e nergia solare termica e fotovoltai- 14001, EMAS) e Agenda 21 locale; ca; - modellistica ambientale (aria, ac- geotermia e pompe di calore; que, rumore); - energia eolica; - Valutazioni Ambientali Strategiche - energia da biomassa; (VAS) e Rapporti e studi di analisi di - piccole centrali idroelettriche. impatto ambientale (RIA/SIA); - analisi GIS/SIT (sistema informativo Servizi: territoriale). - s tudi di fattibilità tecnica ed economica; Sicurezza - richieste per incentivi e sovvenzioni; Definizione delle misure di sicurezza - procedure di autorizzazione; da attuare in situazioni di potenziale - progettazione integrale; rischio. - direzione generale dei lavori. - Audit e interventi di miglioramento e adeguamento legislativo; - assistenza agli incaricati della sicurezza; - corsi di formazione.

Allo stato attuale Evolve può già vantare diversi progetti conclusi sia nel settore delle energie rinnovabili, nonché aver portato a termine diversi progetti con alcuni Comuni ticinesi; numerosi altri sono in fase di sviluppo. Per maggiori informazioni: Evolve SA Piazza Indipendenza 7 6501 Bellinzona Tel. +41 91 922 92 05 Fax +41 91 922 92 06 info@evolve-sa.ch www.evolve-sa.ch

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Vita dei Soci Comunicato stampa

Il Gruppo Cornèr Banca diversifica le attività e presenta risultati in linea con le aspettative

Il 58 mo esercizio del Gruppo Cornèr Banca, che ha sede e Direzione generale a Lugano, si è chiuso al 31 dicembre con una flessione dell’utile netto dovuta alla situazione di mercato e all’assenza dei fattori straordinari dei quali avevano beneficiato i risultati del 2008. L’utile netto è passato da 89,6 a 73,4 milioni di franchi, riassestandosi ai livelli degli anni precedenti Nonostante il perdurare dell’incerta situazione dei mercati finanziari, la clientela privata e commerciale ha continuato a riporre fiducia nel Gruppo Cornèr Banca. I depositi della clientela hanno totalizzato 3’550 milioni di franchi, con una progressione rispetto al 2008 pari al 6,8%. Positivo è stato anche l’incremento nell’erogazione dei crediti alla clientela - saliti del 6,6% a 2’339 milioni di franchi - ambito in cui il mercato svizzero conferma il suo ruolo di riferimento principale. La politica prudenziale del Gruppo ha indotto la banca ad investire una parte considerevole dell’elevata liquidità in obbligazioni di Stato e di debitori di primaria qualità. Contenuto è stato l’impatto del terzo scudo fiscale italiano. Il ricorso alla procedura del rimpatrio giuridico da par-

te della clientela ha consentito di trattenere una massa importante di capitali. Significativo si è rivelato l’apporto del mercato domestico e dei mercati internazionali, sui quali il Gruppo Cornèr Banca ha orientato da tempo la propria attività. L’afflusso di nuovi fondi ha praticamente controbilanciato l’uscita dei capitali italiani, avvalorando la politica del Gruppo Cornèr Banca volta a diversificare prodotti, servizi, clientela e mercati. Cornèrcard, il settore delle carte di pagamento, che rappresenta un altro importante tassello della strategia diversificata del Gruppo Cornèr Banca, ha ulteriormente ampliato la presenza sul mercato nazionale e, da quest’anno, anche su quello internazionale, conseguendo ottimi risultati con nuove offerte di prodotti, soprattutto nell’area delle carte prepagate. Il totale di bilancio è rimasto invariato a 4’814 milioni di franchi. Il Gruppo risulta inoltre fortemente sovraccapitalizzato, con fondi propri in aumento a 767,9 milioni, vale a dire il triplo di quanto prescritto dalla legge. Stabile l’organico che si fissa a 770 collaboratori (771 nel 2008), di cui 35 impiegati presso le affiliate estere. Per informazioni: Anna Russo, Resp. PR, Tel +41 91 800 53 54, Fax +41 91 800 43 03, anna.russo@corner.ch

Il Gruppo Cornèr Banca in sintesi (mio CHF) Liquidità Portafoglio titoli propri Crediti alla clientela Crediti a banche Depositi della clientela Debiti verso banche Fondi propri Somma di bilancio

Utile netto Imposte

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2009

2008

669,5 621,1 2'338,8 956,9 3'549,5 237,1 767,9 4'813,6

828,9 526,7 2'194,7 992,5 3'323,7 421,8 731,7 4'813,3

-19,2% +17,9% +6,6% -3,6% +6,8% -43,8% +4,9% 0,0%

16,3

19,8

-17,7%

73,4

89,6

-18,1%


Vita dei Soci Comunicato stampa

PRIMI TEST 2010 PER I PILOTI KESSEL RACING

È ricominciata l'attività agonistica per Kessel Racing: dopo i mesi invernali passati a lavorare sullo sviluppo delle vetture, è arrivato il momento di verificarne le performance in pista. Il 2010 segue una stagione 2009 davvero memorabile per il palmares della scuderia. Un'annata che sarà ricordata a lungo per aver conquistato il titolo italiano in classe GT3 e il titolo europeo GTS nell'International GT Open, oltre che, nel finale a novembre 2009 sul tracciato di Vallelunga, per aver fatto debuttare Valentino Rossi su una Ferrari, la 430 Scuderia GT3 preparata in esclusiva dal team svizzero, in una competizione ufficiale. La prima uscita in pista si è svolta durante una sessione di test a Valencia il 13 e il 14 gennaio, poi a Misano gli scorsi 13 e 14 febbraio, dove il team ha portato due vetture GT3 e una GT Cup. Su una delle GT3, Stefano Gattuso è stato impegnato allo sviluppo della vettura nella sua evoluzione 2010, mentre l'altra GT3 in pista è stata utilizzata con una selezione dei piloti che correranno nella prossima stagione agonistica. La GT Cup è stata invece testata dai piloti Kessel Racing Gianfranco Bocellari e Franco Gallina. La terza occasione di prove pre-campionato ha visto protagonisti Lorenzo Bontempelli e Stefano Livio, i campioni italiani in carica, i quali durante la sessione Balance of Performance del FIA GT3, che si è tenuta dal 21 al 22 febbraio sul tracciato francese del Paul Ricard, hanno

avuto l'opportunità di testare la vettura e rimettersi in forma per la stagione. Nella sessione dei Balance of Performance, tenutasi a Digione il 7 aprile, è stata deliberata la configurazione finale della vettura. Per quanto riguarda le auto che partecipano all’International GP Open, si è svolta una sessione di test con i campioni europei in carica della classe GTS Michal Broniszewski e Philipp Peter, a bordo della nuova vettura 430 GT2 pronta per il loro debutto nella classe regina. Kessel Racing Kessel Racing è un team automobilistico svizzero che corre nei campionati europei di Gran Turismo e nel Ferrari Challenge Europa. Fondato a Grancia-Lugano nel 2000 dall'ex pilota di Formula 1 Loris Kessel, il team ha collezionato numerosi successi e titoli nelle categorie in cui ha partecipato ed è attualmente campione in carica del Campionato Italiano Gran Turismo Sara GT in classe GT3 e campione europeo nel campionato GT Open nella classe GTS. Kessel Racing Racing Car SA 6916 Grancia www.kesselracing.ch

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

In vetta da 120 anni

Insieme per il turismo

Nel 2010 cade l’anniversario dei 120 anni di attività per due imprese storiche della Svizzera Italiana: la Funicolare San Salvatore e la Ferrovia del Monte Generoso, entrambe infatti hanno aperto i battenti nel lontano 1890. Nella conferenza stampa del 4 marzo scorso, davanti ad un folto pubblico sono stati presentate le attività per questo ragguardevole traguardo: 240 anni in due. Con gli interventi dei relatori Gisèle Girgis-Musy e Marco Bronzini, Presidente e Direttore della Ferrovia Monte Generoso SA; Giorgio Ghiringhelli e Felice Pellegrini, Presidente e Direttore della Funicolare Monte San Salvatore SA, sono state presentate le attività per i festeggiamenti che si susseguiranno durante tutto il corso dell’anno, in modo congiunto con lo slogan “Insieme per il turismo”. Due vette unite dal lago, che già Gabriele Chiattone, che realizzò nel 1890 il primo manifesto per promuovere i due impianti di risalita, vedeva unite.

Il manifesto di Gabriele Chiattone: 2 cime unite dal lago

Monte Generoso

120 anni

1890 - 2010 Insieme per il turismo Gemeinsam für den Tourismus Together in tourism Ensemble pour le tourisme

montegeneroso.ch

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montesansalvatore.ch

1890 - 2010


La Funicolare San Salvatore

Risale al 1886 il Contratto d’affitto del Complesso sulla vetta del San Salvatore tra la Arciconfraternita della Buona Morte sotto il titolo di Santa Marta a Lugano ed i promotori, nel giugno del 1888 si tenne l’Assemblea costitutiva della Società, che fu inaugurata ufficialmente il 27 marzo 1890. Nel corso degli anni anche questa società, che dalla sua costituzione vede alla testa del CdA un Direttore della Banca della Svizzera Italiana, ha avuto alti e bassi nella gestione, confrontandosi con i diversi momenti storici, anche con problemi finanziari a cui ha sempre fatto fronte con risorse proprie.

La Ferrovia del Monte Generoso

Una foto d'epoca con il treno a Capolago pronto per salire sul Generoso

Nata da un progetto del Dott. Carlo Pasta del 1886, i lavori per la sua costruzione cominciarono il 19 gennaio 1889, e dopo solo 16 mesi, il 4 giugno 1890, venne inaugurato il primo tratto della ferrovia (Capolago – Bellavista), invece il 22 giugno 1891 fu inaugurato il tratto che porta alla vetta (Bellavista – Vetta). Seguirono anni con alterne fortune, ma la società continuò l’esercizio, rischiando la chiusura negli anni ’40, evitata grazie all’intervento di Migros, nelle persone di Charles Hochstrasser e Gottlieb Duttweiler.

I prodotti per il 120°

Sono diverse le offerte che le due imprese hanno ideato per attirare clienti, turisti e incentivare gli indigeni a riscoprire la bellezza delle due vette, unite dal lago. Tra le diverse offerta possiamo citare: - “SCOPRI I DUE MONTI”: il cliente acquista un biglietto per il Monte Generoso e presentando lo stesso alla Funicolare San Salvatore avrà lo sconto del 50% sulla risalita. Viceversa acquistando un biglietto al San Salvatore usufruirà dello stesso sconto. - “SUPERPROMOZIONE INTERNET”: sui siti della Funicolare San Salvatore e Ferrovia Monte Generoso viene promossa l’offerta 3X2; acquistando 3 biglietti di una delle imprese di trasporto a tariffa piena, l’ospite riceverà in omaggio un biglietto gratuito valido sull’altra impresa. - “SAN SALVATORE E MONTE GENEROSO CON I MEZZI PUBBLICI, IN COLLABORAZIONE CON SBB/FFS-RailAway”: diverse offerte articolate con risalite sulle vette combinate con i mezzi pubblici a prezzi interessanti.

La partenza della Funicolare San Salvatore, in una foto d'epoca

- “ OFFERTA PER GRUPPI (DA 15 PERSONE): ESCURSIONE TRA IL LAGO ED I DUE MONTI”: offerta valida nei mesi estivi (giugno – settembre), rivolta a gruppi da 15 persone, in collaborazione con Motoscafi Riuniti SA.

Per tutte le promozioni e le loro condizioni, vi invitiamo a visitare i siti delle due imprese di trasporto e quello di FFS per le offerte RailAway. Funicolare Lugano-Paradiso - Monte San Salvatore SA Casella Postale 442, 6902 Paradiso Tel. +41 91 985 28 28 Fax +41 91 985 28 29 info@montesansalvatore.ch www.montesansalvatore.ch

Ferrovia Monte Generoso SA 6825 Capolago Tel. +41 91 630 51 11 Fax +41 91 648 11 07 info@montegeneroso.ch www.montegeneroso.ch

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Vita dei Soci Comunicato stampa

hotelleriesuisse Ticino: tracciato un bilancio del 2009 nell’assemblea annuale Fernando Brunner

hotelleriesuisse Ticino, l’associazione ticinese degli albergatori, si è riunita il 10 marzo scorso presso l’Albergo Belvedere di Locarno per la sua annuale Assemblea Generale. Il Presidente Fernando Brunner ha approfondito la situazione dei pernottamenti, ribadito le posizioni chiave che gli albergatori vogliono sostenere e presentato le novità relative all’associazione. Il 2009 è stato per il settore del turismo in Ticino un anno meno negativo di quanto previsto ad inizio stagione. Il calo dei pernottamenti c’è stato ma in misura minore rispetto alle previsioni. La diminuzione si attesta al 2,2%, nettamente al di sotto della media svizzera, stabilita al – 4,7%. Dati che lasciano presumere una lenta tendenza al rialzo per questo 2010: molto comunque dipenderà dalla meteo e dall’andamento della situazione economica. In particolare il Ticino ha potuto beneficiare dell’accresciuta presenza di clientela svizzera che in parte ha compensato il minor numero di ospiti stranieri, specialmente germanici. Nonostante alcuni segnali positivi, è rimasta bassa l’occupazione negli esercizi orientati al turismo d’affari e all’accoglienza di seminari e congressi. Tra le categorie, gli alberghi che hanno subito il maggiore calo i quattro stelle, mentre quelli di classe intermedia hanno approfittato della maggiore oculatezza della clientela, subendo in molti casi perdite di fatturato soltanto modeste. Il locarnese ha saputo far segnare una crescita, attestandosi su un buon + 3,7%. Il luganese, invece, ha visto un calo del 2,3%, calo dato in particolare dal settore business. Più marcata invece la diminuzione nelle altre regioni cantonali ma causata in gran parte dalla chiusura di alcuni alberghi. In questo senso, anche nel 2009 si è registrata la chiusura di strutture importanti e di tradizione. Tendenza che, visto la situazione del mercato immobiliare in Ticino, continuerà lentamente anche in futuro. Fortunatamente, molte chiusure si compensano con nuove aperture di strutture più moderne ed attrattive o con il rinnovamento ed i grossi investimenti negli alberghi di lusso. A sostegno del settore alberghiero, per promuovere lo sviluppo competitivo e costante delle strutture ricettive e rafforzare ancor di più la promozione e l’attrattività della regione, hotelleriesuisse Ticino è schierata in prima

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linea su numerosi temi. La Legge sul turismo naturalmente rappresenta un punto chiave in questo senso. Dopo l’approvazione del Credito quadro, sarà ora necessario definire ancor meglio la diversificazione e la complementarietà tra i compiti dell’Ente Ticinese per il Turismo e degli Enti Turistici locali. Inoltre, sarà anche importante adeguare subito il finanziamento ai vari Enti, sia per ottimizzare ancora di più l’efficienza della promozione sia per migliorare l’attrattiva dell’offerta al turista. Sarà inoltre inevitabile la discussione, già iniziata in Gran Consiglio, in merito all’organizzazione turistica ticinese, individuando la chiara distribuzione dei compiti tra Stato, ETT e ETL.


Ciò dovrà portare ad una riduzione degli ETL nella loro forma giuridica attuale, senza comunque diminuire quella che è la presenza sul territorio di uffici ben organizzati e responsabilizzati. hotelleriesuisse Ticino sta anche lavorando intensamente sulla revisione della Legge sugli esercizi pubblici. L’associazione ha ribadito in seno agli organi preposti, i suoi punti di vista, sottolinenando la necessità di una maggiore considerazione delle peculiarità ed esigenze del settore alberghiero. Anche l’introduzione della carta turistica è d’importanza cruciale per il futuro turistico della regione. Premessa per il non fallimento dell’operazione è il pieno appoggio di tutti, compresi in prima linea i datori di alloggio, affinché tale carta venga proposta o eventualmente offerta a tutti i clienti. Una novità invece storica è in atto per quanto riguarda la classificazione degli hotel: le associazioni alberghiere di Svizzera (hotelleriesuisse), Austria, Germania, Svezia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Ungheria hanno sottoscritto un accordo quadro per un sistema unitario di classificazione alberghiera che verrà progressivamente introdotto nei vari Paesi. In Svizzera, i nuovi criteri, che vanno ad armonizzare il sistema già in atto nel nostro Paese, saranno introdotti a partire del 2011. Da sottolineare è il fatto che gli alberghi classificati generano il 76% di tutti i pernottamenti in Svizzera. Dal punto di vista dell’associazione, hotelleriesuisse Ticino, oltre ad essere fortemente attiva a livello di rappresentanza d’interessi e di relazioni istituzionali, ha continuato a rafforzare la sua posizione ed i suoi servizi. Tra le attività centrali, lo sviluppo di strumenti e progetti di comunicazione, il sostegno e la promozione della formazione professionale, l’organizzazione di eventi e l’implementazione di innovativi sistemi informatici. A margine dell’Assemblea, si è svolta una conferenza aperta al pubblico dal titolo “Gli eventi come attrazione turistica per il territorio, le sue strutture d’accoglienza e gli operatori del settore”, con l’obiettivo di approfondire come l’evento oggi diventi strumento di promozione del territorio, occasione di visibilità e momento di crescita e sviluppo turistico. Tra i relatori della serata l’Onorevole Laura Sadis, Consigliera di Stato, il Professor Rico Maggi, Decano della facoltà di economia e direttore del Master in turismo internazionale all’USI di Lugano, che ha illustrato come l’evento sia uno strumento strategico di cooperazione e promozione del territorio e Rudolf Fopp, Direttore del White Turf di St. Moritz che ha presentato il caso pratico di una manifestazione di successo. Al termine della conferenza si è tenuto un dibattito moderato da Marco Solari, Presidente del Film Festival di Locarno. L’Onorevole Laura Sadis, ha aperto la conferenza con una riflessione sulla crisi economico-finanziaria che nel 2009 ha coinvolto anche il settore del turismo ticinese, anche se in modo meno marcato rispetto al resto della Svizzera. Questo è stato possibile grazie al lavoro degli operatori di settore, che rappresento uno dei pilastri cruciali dell’eco-

nomia cantonale. L’Onorevole Sadis ha poi proseguito sottolineando come, nel contesto ticinese, l’evento sia uno strumento cruciale che deve far leva su un sistema di valori legati al territorio, come il patrimonio culturale ed ambientale, per l’ottenimento di un significativo vantaggio competitivo. Questo è perseguibile solo grazie a due elementi: la disponibilità di professionalità e competenze significative per muoversi sul mercato e la presenza di strutture e servizi mirati. Questi due aspetti, uniti alla collaborazione di tutti gli attori del settore, sono fondamentali per mettere in atto le strategie di valorizzazione del territorio ticinese. Il Professor Rico Maggi, ha presentato il concetto di evento come strumento strategico di cooperazione e promozione del territorio. In quanto tale,

l’evento deve racchiudere componenti quali la strategia, la cooperazione e l’integrazione. Innanzitutto, l’evento si fonda sulla definizione puntuale di una strategia condivisa che implica la pre-definizione di obiettivi. A questo si aggiunge la necessaria integrazione con il territorio di riferimento ed il suo utilizzo per il raggiungimento di uno scopo ben definito e creato ad hoc secondo gli obiettivi e l’identità di una destinazione. Infine, l’evento non può prescindere dalle sinergie degli attori di settore che mettono in atto diverse forme di cooperazione. Cruciale è il ruolo integrativo degli albergatori che sono gli attori essenziali per mettere in atto una strategia competitiva. Rudolf Fopp, ha presentato il caso di successo di questo top event che si contraddistingue per esclusività e qualità indiscussa. Fopp ha sottolineato come la manifestazione engadinese sia strettamente legata ai valori turistici del luogo. Inoltre, ha ricordato l’importanza di sponsorizzazioni strategiche durature nel tempo che offrono ai partner interessanti motivi di identificazione. Per informazioni: hotelleriesuisse Ticino Piazza Indipendenza 3 6830 Chiasso Tel. +41 91 683 62 72 Fax +41 91 695 38 81 www.hotelleriesuisse-ticino.ch segretariato@hotelleriesuisse-ticino.ch

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Vita dei Soci di Erwin Städler, Responsabile Regione Svizzera Italiana

piccolo impegno, grande effetto Il successo di un'impresa dipende interamente dalla soddisfazione, dalla motivazione e dalla salute dei suoi collaboratori. Ma avere collaboratori soddisfatti e sani non è solo questione di fortuna; i superiori possono contribuire molto al clima di lavoro, forse più di quanto si rendano conto

Ha mai riflettuto su quanto tempo trascorre al lavoro ogni giorno? Quante ore in un anno? Quanto in percentuale della sua vita? Presupponendo una giornata lavorativa di 8 ore, è una parte considerevole. E di regola i colleghi uno non se li sceglie, quindi si può parlare di fortuna quando si lavora in un gruppo che va d'accordo. Vero, certamente, ma c'è dell'altro. Il benessere individuale di ogni singolo collaboratore influisce fortemente sull'atmosfera

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nel luogo di lavoro e sul rendimento dei singoli. Le persone soddisfatte sono più motivate e più sane di quelle scontente. Sono più resistenti allo stress e fanno meno assenze. Le rilevazioni indicano che il 50% di tutte le assenze è causato da motivi interni all'azienda. Detto in altri termini, si assentano meno spesso quei collaboratori che si recano volentieri al lavoro. I collaboratori contenti contribuiscono a un buon clima di lavoro, che a sua volta costituisce


uno stimolo ad alzarsi la mattina. Chi è motivato sul lavoro è efficiente e produttivo. Quindi: i collaboratori soddisfatti sono la base per il successo di un'impresa. Il denaro non motiva a lungo L'obiettivo di ogni datore di lavoro dovrebbe essere dunque avere collaboratori motivati e soddisfatti. Il ruolo del superiore o dei superiori a tale riguardo non deve essere sottovalutato. Un capo può contribuire non poco al fatto che i suoi dipendenti la mattina vengano volentieri al lavoro e siano efficienti. Va detto innanzitutto che un adeguamento salariale funge da elemento motivante mediamente per due mesi. I fattori decisivi sono ben altri; la stima, per esempio, è molto più centrale e il suo effetto più persistente rispetto a un compenso in denaro. Una persona vuole essere elogiata per il lavoro ben fatto. Apprezza che il capo mostri interessamento, quando le dedica attenzione e forse anche quando un superiore si interessa un po' alla sua sfera privata. Con un minimo d'impegno si ottiene molto. Per esempio se un capo di quando in quando si informa del benessere del suo collaboratore, questi si sentirà il benvenuto e verrà volentieri al lavoro. Una cultura relazionale di questo tipo crea una base di fiducia che permetterà, se necessario, di parlare apertamente dei problemi. E dove i problemi si affrontano, si cercano le soluzioni, ovvero un superiore può anche riconoscere i mutamenti e fare qualcosa. Cogliere i segnali d'allarme Questo tipo di gestione basata sulla stima spesso è messa in pratica troppo poco. Forse ce ne si accorge quando è già troppo tardi. È troppo tardi quando i collaboratori si assentano per lungo tempo per motivi di salute. E spesso le persone dell'ambiente dell'interessato avrebbero potuto cogliere delle avvisaglie; di regola gli interessati inviano segnali già molto prima dell'assenza effettiva. Segnali che dicono più o meno: «Sono sovraccarico» oppure «Non riesco più a venire a capo di questa situazione». Un collaboratore arriva regolarmente in ritardo, fa errori che di solito non faceva; oppure una collaboratrice si dà malata più spesso del solito. Parte di tutto ciò si può evitare con una cultura del dialogo aperto. Se i problemi sono riconosciuti per tempo e i mutamenti percepiti, si può e si deve intervenire. A vantaggio di entrambe le parti. Spesso, infatti, ci sono molte altre strade rispetto a quella del licenziamento di un collaboratore per le sue troppe assenze. Premessa importante della cultura del dialogo aperto è che il superiore si sforzi di conoscere un po' più a fondo i suoi collaboratori. Come persone. Magari è sufficiente prendere

un caffè insieme di tanto in tanto. Anche le attività fuori dell'ambiente di lavoro sono importanti; una gita di gruppo o una cena insieme sono un'occasione per conoscersi reciprocamente sotto altri aspetti. Non tutti hanno il dono di sapersi interessare agli altri e alle loro esigenze. Ma come tante altre cose, anche questa si può imparare; la capacità di socializzare è questione di esercizio. Sempre più aziende attuano una propria gestione delle assenze, a questo scopo vengono formate innanzitutto persone con funzioni direttive. Si definiscono linee guida su come trattare le assenze. La gestione delle assenze è indipendente dalle dimensioni dell'azienda, ossia: le piccole e medie imprese si trovano a combattere con gli stessi problemi come i grandi gruppi industriali. Perché ovunque lavorano persone con esigenze di cui si deve tenere conto.

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Vita dei Soci Comunicato stampa

Pubblicata l’edizione 2010 dell’ABC degli impresari costruttori ticinesi Ad inizio marzo gli addetti ai lavori vicini al settore della costruzione hanno ricevuto l’edizione 2010 dell’Annuario degli impresari costruttori ticinesi. La pubblicazione – edita da “Pubblicità Sacchi, Edizioni Tecniche & Commerciali” di Manno – raccoglie i dati di tutte le aziende ticinesi iscritte all’Albo cantonale delle imprese di costruzione. Quelle, in sostanza, abilitate ad eseguire opere edili e del genio civile il cui importo supera i 30'000.-- CHF

Edo Bobbià e Fabio Sacchi

La raccolta annuale rappresenta un valido ed apprezzato strumento di consultazione per gli operatori del settore principale della costruzione e in particolare per i committenti pubblici e privati. Prima di assegnare lavori di costruzione con un importo superiore ai 30'000.-- franchi è infatti importante verificare che la ditta deliberataria faccia parte dell’annuario, pena la sospensione dei lavori e relativa multa. L’elenco viene stilato partendo dall’Albo cantonale delle imprese, consultabile anche su Internet all’indirizzo www.ti.ch/albo, che viene gestito in conformità alla “Legge sull’esercizio della professione di impresario costruttore (LEPIC)”, in modo da verificare regolarmente i requisiti tecnici dei responsabili delle singole ditte e il corretto versamento degli oneri sociali.

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Nel documento sono pure riportati: • alcune importanti leggi, con i rispettivi regolamenti di applicazione, che toccano da vicino la costruzione; • l’elenco delle imprese associate alla Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino unitamente alle strutture di contatto dell’Associazione di categoria; • i principali recapiti del Dipartimento del territorio. Queste informazioni sono state messe a disposizione dalla SSIC Sezione Ticino e dal Dipartimento del territorio, conferendo pertanto un carattere istituzionale all’annuario che è stato inviato gratuitamente agli Enti pubblici, alle ditte dell’edilizia e agli studi tecnici del Cantone Ticino. Chi fosse interessato a riceverne una copia può contattare il Segretariato della SSIC TI di Bellinzona (Tel. +41 91 825 54 23).


In memoria di Adriano Cavadini, già Direttore della Camera di commercio

Fausto Muggiasca Purtroppo questo inizio del 2010 ha visto due perdite tra ex-collaboratori della Camera. Ai primi di marzo è deceduto anche Fausto Muggiasca alla soglia dei 90 anni. Dopo le scuole d’obbligo, la commercio a Bellinzona e alcuni soggiorni di studio a Losanna, la scuola reclute e i corsi fino al grado di capitano, entrò verso gli anni 1950 alla Segreteria della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del Cantone Ticino, diretta in quegli anni dal Dott. Gildo Papa, che da poco aveva assunto la funzione di Segretario. Fausto Muggiasca lavorò per questa Associazione quasi quarant’anni, occupandosi di tutti i compiti di natura amministrativa, della contabilità, del personale allora formato da pochi dipendenti, della gestione delle Casse assegni, inizialmente anche dei certificati d’origine e di diverse Associazioni professionali (graniti, elettricisti, sanitari e riscaldamento). Lasciò il lavoro nei primi anni Ottanta, ma restò vicino alla Camera continuando a dedicarsi ad alcune Associazioni alle quali si aggiunse quella dei Mulini ticinesi. Fausto Muggiasca rappresentava la Camera all’esterno e spesso nelle trattative tra sindacati e aziende. La sua presenza, la sua voce incutevano facilmente timore a chi lo incontrava per la prima volta. Di carattere un po’ burbero, diretto, nascondeva in realtà una grande generosità e un buon cuore. Era sbrigativo, non voleva complicare le cose e frequentemente, durante vertenze tra datore di lavoro e lavoratori, si adoperava per convincere il primo a liquidare bonalmente la questione con una certa larghezza nei confronti del più debole. La litigiosità di alcune Associazioni lo faceva arrabbiare, ma cercava di calmare gli animi e di mediare. Aveva una grande facilità di contatto, una qualità che fu molto apprezzata dalle persone che lo incontrarono negli uffici della Camera e dai colleghi delle Camere di commercio svizzere e delle zone italiane di confine. Nei conversari la sua voce si faceva subito notare e tutti lo trovavano una persona simpatica, interessante e con la quale si poteva discutere di qualsiasi argomento. Era molto legato alla sua famiglia e ai due figli che aiutò tanto durante gli studi e al momento dell’avvio della loro attività professionale e della loro vita familiare. Fausto era una persona che raccontava facilmente i suoi problemi e i suoi sentimenti. Era molto vicino ai nipoti. Per diversi anni accompagnò il piccolo Antonio e mio figlio Alessandro alle loro prime partite di hockey, trasmettendo così ai bambini una grande passione per questo sport. Era un amante dell’arte contemporanea, specialmente italiana; divenne amico del famoso gallerista Ghelfi di Verona e la sua passione e il suo intuito gli permisero di creare una bella collezione di dipinti. Nelle letture privilegiava temi storici o saggi sulle vicende della nostra società. Non amava fare viaggi in Paesi lontani. La Francia e l’Italia erano per lui le mete privilegiate, oltre le quali non riteneva necessario spingersi. Seguiva l’attualità politica con interesse e i tornei di tennis, uno sport che praticò da giovane per parecchi anni. La perdita della figlia Enrica nell’estate dello scorso anno gli procurò un grande dolore. Ebbe però la fortuna, seppur con qualche acciacco, di poter vivere in modo autonomo fino agli ultimi giorni nella bella casa di Lamone, con la presenza costante, attenta e affettuosa della moglie Luciana, alla quale unitamente al figlio e a tutti i parenti rivolgo le mie sincere parole di conforto.

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In memoria di Adriano Cavadini, già Direttore della Camera di commercio

Karin Miniscalco Nurminen Era un sabato mattina del 1976, credo d’estate, quando Karin si presentò nel mio studio in Corso Elvezia per un primo incontro. Lavorava a Basilea in un’industria chimica e aveva risposto al mio annuncio di ricerca di una segretaria qualificata. Il curriculum vitae che mi inviò mi aveva incuriosito e l’ottima impressione avuta leggendolo venne poi confermata dal colloquio. Da questa prima discussione ebbi l’impressione di avere trovato la persona giusta: una giovane signora preparata, sicura di sé, decisa, di carattere aperto e sorridente. Nel secondo colloquio la decisione fu presa con convinzione da entrambi. Io cercavo per il mio studio qualcuno che seguisse le mie molteplici attività presso la Camera di commercio del Cantone nel campo della formazione e del perfezionamento degli imprenditori ticinesi, nella preparazione dei vari documenti e rapporti, nel disbrigo delle innumerevole quotidiane attività anche durante le mie assenze per riunioni legate alla professione e al mio impegno politico. Non sbagliai nella scelta. Karin si inserì subito con entusiasmo e passione nei nuovi compiti e fu per me di grande aiuto e sostegno. Venne accettata molto bene da tutte le persone con le quali entrava in contatto per lavoro grazie al suo carattere aperto, gentile e perché alle promesse di occuparsi di quanto chiesto da chi la contattava faceva poi seguire i fatti e le risposte. Non aveva nessun timore a manifestarmi il suo pensiero e talvolta le sue critiche su argomenti in preparazione e in discussione. Un po’ come tutte le collaboratrici che mi hanno accompagnato nella mia vita professionale, abbastanza frenetica e con ritmi assai impegnativi, non aveva orari e con il passare del tempo fu in grado di assumere con successo diversi compiti in modo quasi autonomo. Oltre all’attività della Camera seguì anche quella legata al mio impegno politico prima in Gran Consiglio e poi in Consiglio Nazionale e si occupò di diverse associazioni professionali come i Commercianti di Lugano, i Carrozzieri ticinesi, gli Esperti in radio-televisione. So che in questi ultimi anni era stata ancora attiva per il Gruppo Carrozzieri e la SCIA, la Società dei commercianti e artigiani di Locarno. La mia strada si separò da quella di Karin nell’estate del 1990 quando decisi di lasciare la Camera e di aprire uno studio di consulenze economiche ed aziendali. Le chiesi se volesse venire con me, ma mi disse a malincuore che il lavoro alla Camera le piaceva e poi che non riteneva corretto se tutti e due avessimo lasciato questa associazione nello stesso momento. Da allora ci siamo persi di vista. Rividi Karin tre o quattro anni fa a Locarno quando tenni un ciclo di conferenze, alle quali lei partecipò assiduamente. Sul lavoro era una persona veramente brava, precisa, impegnata, non legata agli orari, sempre pronta ad affrontare nuove sfide, aperta al progresso tecnologico e quindi all’introduzione dei primi personal computer. Una donna solare, positiva, sorridente, festaiola (mi raccontava che viveva intensamente il Carnevale durante il quale circolava completamente mascherata). Era curiosa, amante del balletto, del teatro, dei concerti, del cinema tanto che non mancava mai al Festival di Locarno. Anche l’arte le piaceva e desiderò sempre scoprire nuovi posti e così fece numerosi viaggi culturali in tutta l’Europa. Negli ultimi tempi non fu molto fortunata con la salute, ma da sola seppe superare con coraggio e fiducia anche questi difficili momenti. La ricorderemo tutti con affetto. Io con riconoscenza per i 14 anni di intensa collaborazione. Grazie Karin. 54   Ticino Business


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