Copertina: Edimen agenzia pubblicitaria - Lugano
nr. 4 / Maggio 2010
Un rompicapo irrisolvibile?
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Sommario
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Maggio 2010 Strong opinion Editoriale Contromano Il Tema Il Tema Ospite Ospite Ospite
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nr. 4 / Maggio 2010
Un rompicapo irrisolvibile?
nr. 4 / Maggio 2010
Se ci fosse il G-21 Concorrenza e dirigismo Minder, i socialisti e il populismo abusivo Il Ticino tra Berna e Milano Noi, l’Europa e il mondo Tutte le forme di isolazionismo sono negative Gli Accordi Bilaterali sono indispensabili per la Svizzera La Svizzera, l'Europa, il mondo: è necessario saper cogliere lo spirito del tempo Un tempo su misura per le imprese e la società Togli l’affitto, aggiungi gli interessi Tra “fondamentalismo duale” e tendenze globali Con arcobaleno aziendale viaggi diversi per uno stesso approccio di mobilità sostenibile Il settore del Private Banking di fronte a enormi sfide Il certificato GOST-R in uso in Russia - con testimonianza di D. Raldi L’esperienza russa di SMARTEC SA ticinotransfer organizza provocazione 4, il 21.6.2010 Dieci nuovi gerenti di filiale nel commercio al dettaglio Un’amnistia fiscale per il Cantone Ticino Corsi proposti dalla Cc-Ti Speciale USI Career Forum Commercio estero L’export sta riprendendo vigore I prossimi appuntamenti Maffeisnetwork SA Zafil Consulting Sagl Consel Suisse Sagl Autonassa ITgO Service SA TC Systems SA Fondazione Bally per la cultura Spedimar Sagl Girasole Consulting SA
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Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti
Se ci fosse il G-21
Il nostro Paese sta attraversando un periodo infelice e difficile per quanto attiene alle relazioni con i partners occidentali, alla nostra immagine, al peso e all’importanza che non ci vengono riconosciuti a livelli internazionali, alla considerazione e al rispetto che sono andati affievolendosi malgrado, in fondo, la Svizzera sia quella di sempre. Nonostante i miglioramenti che il Paese ha conseguito in molti ambiti strategici, ecologia, trasporti, formazione, sicurezza, solidità economica, affidabilità e quant’altro, ci ritroviamo sempre più isolati, con disponibilità quasi nulla alla solidarietà e alla comprensione da parte di Stati amici. Prima di capire e approfondire le ragioni di questa situazione, mi preme ricordare come ci posizioniamo a livello economico mondiale ed europeo rispetto al mondo che ci circonda. Per questo ho riassunto qui di seguito alcune classifiche delle grandezze economiche redatte dalla prestigiosa rivista inglese “The Economist” per il 2009. Iniziamo dalle dimensioni e chiediamoci se la Svizzera sia uno Stato piccolo. In Europa, tolti Russia e Caucaso si contano 47 Stati, 16 hanno una popolazione maggiore, 30 invece una minore della nostra. Geograficamente, in km², più di un terzo degli Stati del mondo e dell’Europa sono più piccoli di noi. Per cui la risposta è no, non siamo uno Stato piccolo. Ma la nostra forza è altrove: con un PIL di $ 424 miliardi siamo al 9° posto in Europa (in testa la Germania con $ 3'317 miliardi) subito dopo Svezia e Belgio e davanti ad Austria, Grecia, ecc.. A livello mondiale la Svizzera si situa come forza economica al 21° posto, primi essendo ovviamente gli USA con 13'751 miliardi di $. Se si considera il PIL pro capite siamo al 9° posto della classifica mondiale ($ 56.210) prima di USA (13°), Germania (23°) e Italia (26°). Il reddito pro capite, si sa, non dice nulla sulla qualità di vita di una popolazione essendo il risultato matematico della divisione tra PIL e abitanti. Uno grande e illuminato Re francese, Enrico IV di Borbone, sosteneva, dopo avere abbassato fortemente le tasse, che ogni giorno ci sarebbe stato un pollo in ogni pentola delle famiglie francesi. Fosse stato vero, probabilmente non sarebbe scoppiata la rivoluzione francese due secoli più tardi. L’ONU pubblica però un indice che tiene conto anche di due altri fattori di natura qualitativa aggiungendo al reddito pro capite il livello di acculturazione degli adulti e le aspettative di vita. Siamo decimi prima di Italia e Germania. Tra le prime 50 università del mondo, le prime 19 sono americane e inglesi (Harvard è in testa) l’ETHZ è 24°, l’EPFL è 42°. Primeggiano tutte le altre classifiche come per esempio livello di libertà, innovazione (terzi), ricerca e sviluppo (sesti), contiamo due aziende (Nestlè e Roche) tra le prime 25 al mondo (senza banche), siamo in testa per rispetto dell’ambiente e ottavi nel consumo di … champagne. Abbiamo i conti dello Stato in ordine, un forte surplus della bilancia commerciale (5° posto) e siamo settimi per numero di premi Nobel ricevuti con 19 laureati contro ad esempio i 12 dell’Italia. In questo idilliaco panorama, non c’è proprio macchia? Sì. Nello sport globalmente contiamo pochino (Federer a parte…), nel cinema e nella letteratura siamo poco significativi e, in genere, siamo un Paese caro, nonostante un bassissimo livello di inflazione. Zurigo e Ginevra, dopo Vienna, sono le città con la più alta qualità di vita. E quì mi fermo. La domanda che nasce spontanea a questo punto è: perché uno Stato così ben posizionato nelle classifiche internazionali, quasi da primo della classe in tutti gli ambiti strategici, economia, ecologia, sicurezza, libertà, qualità di vita e quant’altro, saldamente piazzato al 21° posto per potere economico su quasi 200 Stati del mondo ha perso la posizione privilegiata della quale ha goduto per gran parte del dopo guerra? Perché, scorrendo i quotidiani e settimanali esteri la Svizzera non è quasi mai presente nella lista di Paesi che vengono menzionati a proposito di un qualsiasi argomento, dal numero di cellulari, al consumo di birra pro capite? Per molto tempo la politica
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estera Svizzera è stata di basso profilo, in nome di una neutralità che ci imponeva una certa discrezione, uno stile elegante ma compassato e un atteggiamento piuttosto passivo. Ciò non ha peraltro ostacolato lo sviluppo del nostro Paese a livello internazionale, anzi, proprio questo rigore nel rispettare una neutralità assoluta la nostra totale indipendenza e integrità morale ci hanno portato ad essere altamente considerati. Dai partner occidentali come per esempio gli USA dei quali ancora oggi, rappresentiamo gli interessi diplomatici di Iran. Ora, questo modello dimostra non voler funzionare più. Le ragioni sono fondamentalmente due. Il primo fattore è che il mondo è cambiato intorno a noi. Ci siamo accorti troppo tardi che lo sviluppo economico dell’Asia, soprattutto di Cina e India, hanno provocato un enorme spostamento di potere. Nonostante il crollo del comunismo, l’occidente ha perso il suo ruolo di leader nella politica mondiale, mentre altre potenze economiche, oltre all’Asia sviluppano una maggior consapevolezza della propria importanza, vedi Brasile, Messico, il Sudafrica. Di questo rimescolamento dei poteri anche la Svizzera ha subito le conseguenze. Aggiungo che la sparizione del conflitto Est-Ovest, ovvero blocco sovietico contro blocco euro-americano, ha tolto agli stati neutrali e non allineati, come la Svizzera, la loro ragione d’essere. Il secondo fattore, pur conoscendolo, l’abbiamo volutamente sottovalutato, e mi riferisco al progetto Unione Europea, che oggi, pur con tutte le contraddizioni che sappiamo, è una realtà incontrovertibile. L’Europa è oggi un attrice protagonista sulla scena politica mondiale. A volte debole e indecisa, ma pur sempre protagonista. I nostri rapporti con l’EU sono divenuti quelli di un combattente eroico e solitario contro i membri di un unione più compatta di quanto si pensasse solo qualche anno orsono. E più che a Winkelried ciò mi fa pensare a Don Chisciotte contro i mulini a vento. Verso gli Stati terzi non stiamo meglio perché non abbiamo il sostegno dell’EU come si è constato nel bisticcio sui visti di Schengen con la Libia; nelle organizzazioni internazionali come OECD o Consiglio d’Europa, abbiamo perso molto dello smalto di un tempo a vantaggio del blocco UE. Le cifre che ho esposto di per sé rappresentano una realtà solida e inconfutabile, pretenderebbero per esempio che la Svizzera chiedesse un allargamento del G20 a G21. Ma chi ci appoggerebbe? A chi interessa? D’altronde anche se fossimo ancora il 20° Paese per grandezza economica come per molto tempo è stato (e potrebbe ripetersi), cosa cambierebbe? L’imperativo che si pone prepotentemente oggi è se, e fino a quando, i vantaggi degli accordi bilaterali bilanceranno gli svantaggi di non essere in Europa. Aggiungo che l’indipendenza ha un costo. Un costo alto. Fino a quando potremo permettercelo? Parlando a titolo personale, credo, in conclusione, che i tempi siano maturi per riaprire una discussione sull’adesione della Svizzera all’UE. Beninteso, stando fuori dall’Euro. In questo ambito anche l’importanza che attribuiamo alla neutralità, va ripresa e adottata ai tempi attuali. Dobbiamo in qualche modo entrare nella stanza dei bottoni dove si prende posizione e si decide del futuro. Il Lussemburgo, poco più grande di Zurigo, PIL $ 49 miliardi, conta enormemente più di noi in Europa. È un concorrente diretto e potente della nostra piazza finanziaria e ha un segreto bancario. Ma nessuno lo snobba o aggredisce come invece avviene con il nostro Paese. Siamo sicuri che i bilaterali saranno nel prossimo decennio e quel rimedio sicuro e vantaggioso che è stato fino ad oggi? Per molto tempo l’ho creduto. Oggi ho dei dubbi. Siamo la ventunesima potenza economica al mondo ma contiamo come il due di picche e non decidiamo nulla, nonostante la presenza della BIZ a Basilea o dell’ONU a Ginevra. Se non vogliamo correre rischi di diventare una Swiss Miniature, parliamone. So che questi, per molti sono argomenti tabù, ma in democrazia di tabù ne esiste uno soltanto, quello di non poter discutere apertamente e liberamente di tutto.
Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti
Concorrenza e dirigismo
Qualche settimana fa la Commissione della concorrenza (Comco) ha proibito la fusione tra le due società di telecomunicazioni Orange e Sunrise. Numerose sono state le reazioni e molte di segno negativo. Effettivamente la decisione ha lasciato non poco perplessi e merita qualche riflessione di tipo generale sulla concorrenza e sull’attività della Comco. In passato tale gremio è spesso stato accusato di favoritismi nei confronti delle grandi aziende e di una feroce inflessibilità verso le piccole. Inoltre, da più parti si è spesso considerata la Comco come poco incisiva. Critiche a volte fondate e a volte ingiuste. Forse proprio per questa immagine un po’ negativa che si trascinava dal momento della sua istituzione a metà degli anni Novanta, la Comco sembra ora colta da un pericoloso attivismo mediatico per cercare visibilità ad ogni costo. In questo senz’altro ringalluzzita dall’inasprimento della Legge federale sui cartelli, entrato in vigore qualche anno fa e che prevede strumenti d’inchiesta più articolati e la possibilità di infliggere sanzioni dirette sotto forma di multe. Qualche perplessità su questo nuovo atteggiamento era già sorta a più riprese in tempi recenti, ma la perplessità è diventata preoccupazione, quando qualche mese fa il Presidente della Comco si è espresso in merito ad una sentenza del Tribunale amministrativo federale che annullava una mega-multa inflitta dalla Comco a Swisscom per presunto abuso di posizione dominante. Egli ha in effetti affermato, papale papale, che la multa inflitta a Swisscom era giustificata perché occorreva tenere sotto pressione le grandi società a prescindere dai fatti concreti e che comunque una posizione dominante è già sospetta di per sé e deve preventivamente essere limitata con azioni sostanzialmente intimidatorie. Caspita! A parte il fatto che ciò è palesemente in contrasto con la Legge federale sui cartelli che non considera illegale la posizione dominante in sé ma solo il suo abuso, un’affermazione del genere è da brividi perché fa trasparire una manifesta volontà intervenzionista slegata dalle disposizioni di legge e figlia di un’analisi puramente teorica ed astratta delle dinamiche della concorrenza. Questa sensazione ne-
gativa è sostanzialmente confermata dalla decisione concernente la fusione Orange/Sunrise, nella quale si afferma che avere due operatori forti è forzatamente negativo e la presenza di tre operatori garantisce quasi per definizione una sana concorrenza. Pur senza parteggiare per Swisscom o Orange/Sunrise, è evidente che in generale il ragionamento non regge, perché il numero di attori non è il solo elemento decisivo per giudicare se i meccanismi della concorrenza funzionano effettivamente. Molti altri sono infatti gli elementi da considerare, fra cui uno fondamentale che è l’accessibilità al mercato legata ai grandi investimenti necessari per costituire una rete che possa veramente tenere il confronto con quella del maggiore operatore nazionale. Manifestamente difficile per Orange e Sunrise separate, forse più accessibile per un’entità più forte. Un commento più preciso potrà essere fatto quando saranno note le motivazioni di dettaglio della decisione, ma il timore che la Comco agisca ormai più con piglio dirigistico che come vero tutore della concorrenza è abbastanza fondato. Anche il fatto che essa, o il suo Presidente, diano quasi per scontato che Deutsche Telekom entrerà sul mercato svizzero acquistando Sunrise testimonia di un pericoloso distacco dalla realtà del terreno. Se è vero che il mercato delle telecomunicazioni svizzere è molto appetibile, gli investimenti necessari per entrarvi e confrontarsi con una realtà concorrenziale che gode, per molti motivi, di una posizione consolidata, sono comunque considerevoli ed è tutt’altro che certo che siano interessanti anche per un colosso mondiale. Dando per acquisiti determinati ragionamenti fatti a tavolino su basi puramente teoriche, il rischio di cantonate è estremamente grande, soprattutto quando si tratta di valutare realtà di mercato molto dinamiche. Vi è quindi la reale possibilità che a dettare le regole del gioco siano gli “Schreibtischtäter”, ossia quelli che commettono crimini (anche se il termine tradotto dal tedesco è un po’ forte) stando seduti dietro la scrivania. La tutela della concorrenza non ha bisogno di questo genere di approccio.
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Contromano di Alessio del Grande
Minder, i socialisti e il populismo abusivo
I Giovani Socialisti svizzeri sono partiti all’attacco con un’iniziativa popolare che vorrebbe limitare per legge le retribuzioni di manager e dirigenti: in un’impresa lo stipendio più alto non dovrà superare di 12 volte quello più basso. Il PS rincara: in cambio dell’appoggio per il voto sull’accordo USA-UBS, il Presidente nazionale Christian Levrat ha chiesto una tassa dell’8,5% sui bonus di oltre un milione. In attesa che l’iniziativa Minder contro i “salari abusivi” passi al Senato e poi al voto popolare, nel Paese monta l’onda populistica contro le “retribuzioni d’oro”. E sì, perché proprio di populismo si tratta. Anzi, della forma più primitiva di un pensiero politico che ha conosciuto ben più nobili declinazioni. Ma di questi tempi in Svizzera ci si accontenta di soffiare su un risentimento popolare, alimentato in gran parte da un’ossessiva campagna disinformativa, secondo cui la crisi 2008-2009 è stata originata dalla famelica finanza internazionale. Quando in realtà, per come è stato provato dalle analisi più attente, essa è stata innescata da una classe politica che, dapprima negli USA e poi anche in altri Paesi, ha usato spregiudicatamente credito e moneta per coniare consenso di massa, grazie all’accesso facilitato ai finanziamenti, a prezzi stracciati, per comprare casa o per investimenti immobiliari speculativi. Ciò non toglie che a questo avventurismo spericolato della politica si sia affiancata la connivenza e il complice interesse di alcuni settori della finanza internazionale a cui premevano più la redditività e le performances trimestrali, che non le strategie per un profitto minore, meno volatile, ma più sicuro sul lungo periodo. Detto questo non va, però, nemmeno sottaciuta l’importanza che ha assunto l’attività finanziaria in un’economia globalizzata. Un compito ormai fondamentale per la crescita economica generale, ossia raccogliere capitali nei Paesi dove si risparmia, per investirli in quei Paesi che per sostenere l’innovazione tecnologica e la produzione di nuovi beni e servizi, hanno bisogno di liquidi. Senza questa attività di raccolta, selezione e distribuzione del credito mondiale per sostenere gli investimenti, anche attraverso le quotazioni borsistiche, non avremmo avuto lo sviluppo tecnologico e sociale degli ultimi decenni. Senza questa scommessa sul futuro, fatta da chi manovra le leve della finanza nel mondo, non avremmo avuto Internet, le biotecnologie e i farmaci capaci di combattere malattie ritenute sino all’altro ieri inguaribili. Senza questo lavo-
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ro di drenaggio e distribuzione di capitali per finanziare ricerca e investimenti produttivi, saremmo rimasti fermi ancora al fax e ai vecchi antibiotici. Fortunati, dunque, quei Paesi che hanno avuto e hanno tra i loro punti forti un sistema finanziario competitivo, capace, cioè, di tenere testa alla concorrenza sui mercati internazionali, e un’industria avanzata altrettanto competitiva per ricerca e sviluppo su questi stessi mercati. Perché questi Paesi non solo si mantengono al vertice nella classifica mondiale dell’innovazione e della competitività, ma traducono la loro forza finanziaria e produttiva in posti di lavoro, crescita e benessere per tutta la popolazione. Oggi la Svizzera fa ancora parte di questa ristretta cerchia di economie forti. In questa ottica vanno letti i ripetuti attacchi al segreto bancario e alla sua legislazione fiscale svizzera. Come giustamente notava qualche settimana in un suo articolo sul Corriere del Ticino, il Presidente della nostra Camera di commercio, Franco Ambrosetti, il vero obiettivo di questa offensiva non è soltanto il segreto bancario, ma la piazza finanziaria svizzera che in tanti ambiscono a dividersi. Sebbene nell’attività finanziaria ci siano stati errori clamorosi e riprovevoli abusi, anche sotto il profilo retributivo non sempre proporzionato ai risultati raggiunti, bisogna stare molto accorti a non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Perciò, è molto preoccupante il clima di ostilità e il risentimento vendicativo che si è creato da noi contro manager e dirigenti di banche e imprese. Per punirli si vogliono tassare, tagliare o limitare in qualche modo le loro retribuzioni, senza capire, o facendo finta di non capire, che i loro bonus e stipendi non sono stabiliti dai singoli Paesi ma dal mercato internazionale. Sicuramente sono necessari dei correttivi, anche in considerazione del fatto che non sempre questi manager e dirigenti hanno conseguito obiettivi tali da giustificare le loro buste paga, spesso tutt’altro. Tuttavia, questi correttivi non devono assolutamente pregiudicare l’attrattività della Svizzera per delle figure professionali contese da tutti i Paesi e, quindi, pronti a lavorare per il migliore offerente. La battaglia contro bonus e stipendi d’oro potrà, forse, far guadagnare voti, ma al prezzo di minare per sempre quelle basi liberali su cui la piccola Svizzera si è affermata nel mondo come una potenza economica.
Il tema di Alessio Del Grande
Il Ticino tra Berna e Milano
Il Ticino resta tagliato fuori da Ferrovia 2030. Tra i progetti ritenuti prioritari dall’Ufficio federale dei trasporti e dalle FFS, non figurano, infatti, né l’aggiramento di Bellinzona con la galleria Gnosca-Sementina, il che creerà grossi problemi di sovraccarico della vecchia linea, né il proseguimento di Alptransit a sud di Vezia sino a Melide, ossia la prima tappa del collegamento con l’Italia. Nei piani del Dipartimento dei Trasporti e delle Ferrovie federali, gli interventi prioritari si concentreranno sull’Altipiano, per potenziare la capacità dell’asse ferroviario Est-Ovest. Una scelta che dimostra ancora una volta non solo il disinteresse di Berna per le ragioni del Ticino, ma anche una pericolosa miopia sull’importanza strategica dell’asse Nord-Sud per l’economia nazionale e sul ruolo che potrebbe giocare il nostro Cantone in uno scenario di produzione e scambi centrato su una macroregione transfrontaliera. A questo punto c’è da augurarsi che il Ticino sappia tradurre in scelte concrete la consapevolezza che è, ormai, necessario mettere a punto un modello di crescita in grado di superare taluni suoi limiti storici che, di fatto, ne pregiudicano lo sviluppo. Da qualche anno è stato lanciato un dibattito sul futuro del Ticino, sui problemi presenti e le prospettive possibili di crescita; economisti, imprenditori e intellettuali dalle colonne del settimanale il Caffè hanno proposto analisi e nuove idee. Discussione che è stata, poi, ravvivata dall’impatto dello scudo fiscale del Ministro italiano Giulio Tremonti e dalla convinzione abbastanza diffusa dei rischi legati alla monocoltura finanziaria. Di un Cantone, insomma, bancocentrico e, perciò, troppo soggetto all’imprevedibilità della finanza mondiale. Le idee, come notava in una recente trasmissione televisiva l’avvocato e finanziere Tito Tettamanti, non mancano di certo, quello che manca è però l’humus giusto per farle sviluppare e tradurle in decisioni operative, in progettualità. In poche parole in una visione del Ticino di domani. Il che non è compito solo del Governo, la storia della pianificazione e della programmazione economica tracciate a tavolino è lastricata di drammatici fallimenti. Semmai, chi governa deve solo garantire quelle condizioni quadro che supportano questa progettualità, a cui devono però dare impulso la politica, i partner sociali - mondo economico e sindacati - e la società civile attraverso l’articolazione dei suoi corpi intermedi. Sono queste le forze che possono mettere in moto un processo di modernizzazione del
Cantone, d’innovazione istituzionale e sociale, nonché di crescita economica stabile e duratura. Dunque, serve innanzitutto una riconversione politicoculturale orientata su un riformismo intelligente che sappia guardare oltre l’orizzonte ravvicinato della governabilità quotidiana o della contabilità di Stato. Sono tanti i problemi che il Ticino deve affrontare e risolvere se si vuole innescare una nuova dinamica di sviluppo: • mobilità, • viabilità, • infrastrutture, • riforma dello Stato sociale, • ruolo delle imprese e della piazza finanziaria, • competitività, • maggiore sostegno all’innovazione tecnologica, • svecchiamento della formazione e dei percorsi di qualificazione professionale, • concorrenzialità fiscale, • alleggerimento della pubblica amministrazione, • rapporti con le regioni del Nord Italia e con l’UE, anche alla luce delle pericolose tentazioni isolazioniste e protezionistiche sempre più manifeste sia in Svizzera che nel nostro Cantone. Allo scopo di mettere a fuoco questi nodi, Ticino Business ospita su questo numero le opinioni di alcuni imprenditori, per capire dalla loro esperienza diretta problemi, dif-
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Il tema di Alessio Del Grande
ficoltà e aspettative di chi giorno per giorno si confronta con quelle nuove condizioni di mercato che rischiano di spiazzare il Cantone. In questo quadro una rilevanza particolare assumono i rapporti con l’Italia e, più in generale, la giusta considerazione di quelli con l’Unione Europea dopo l’applicazione degli Accordi Bilaterali. Che Berna sottovaluti, anche per scarsa conoscenza e insufficienza politica, le opportunità che offre, non solo al Ticino, ma a tutta la Svizzera, la sua contiguità geografica con le regioni più ricche del Nord Italia, è un dato di fatto. Preoccupa, però, ancora di più che queste potenzialità siano oggi disprezzate o addirittura osteggiate anche nel nostro Cantone. Qui, taluni effetti temporanei della libera circolazione, prevista dagli Accordi Bilaterali con l’UE, e l’impatto dello scudo Tremonti, che in definitiva è stato meno devastante di quanto temuto, hanno dato la stura ad un localismo regressivo che pare aver contagiato gran parte delle forze politiche, pronte a cavalcare l’emotività popolare invocando misure protezionistiche di varia intensità. Ebbene, va ricordato che gli Accordi Bilaterali si sono rivelati un vantaggio per tutta l’economia elvetica che grazie ad essi avuto un più facile accesso al grande mercato dell’Europa, che è il miglior partner commerciale della Svizzera. Come ha dimostrato uno studio presentato nel febbraio scorso dal Partito Liberale Radicale svizzero, non ci sono stati nemmeno quei contraccolpi che si temevano soprattutto con la libera circolazione delle persone. Anzi, la Svizzera grazie a qusta maggiore liberta sul mercato del lavoro, ha potuto soddisfare un bisogno di manodopera qualificata che altrimenti sarebbe stato molto più difficile trovare. Gran parte della nuova “immigrazione” è rappresentata, difatti, da profili professionali medio-alti, in arrivo soprattutto da Francia e Germania, e non dall’esercito degli “idraulici polacchi”. Inoltre, non si sono registrati nemmeno i temuti abusi per il sistema delle assicurazioni sociali: negli ultimi cinque anni le rendite di invalidità degli stranieri sono in diminuzione, né l’assicurazione disoccupazione ha avuto perdite
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supplementari. Tutt’altro. Questa nuova immigrazione ha contribuito pure a riempire le casse dell’AD con 600 milioni di franchi in più di versamenti. L’aumento del numero dei senza lavoro, anche negli ultimi due anni di crisi, ha riguardato soprattutto la forza lavoro straniera, mentre quella con passaporto svizzero, nel quadriennio 2005-2009, è rimasta pressoché costante, registrando solo un leggero incremento di disoccupati. Mentre il tasso di disoccupazione tra gli stranieri è cresciuto dal 6,8 all’8,6%, quello degli svizzeri è passato solo dal 2,9 al 3,1% Gli stessi trend si sono registrati in Ticino, dove si continua ad agitare lo spauracchio della libera circolazione e dell’aumento dei lavoratori frontalieri. Se è vero che nello stesso quadriennio i frontalieri sono aumentati di quasi diecimila unità, da 35’178 a 44’264, c’è da dire, però, che in questi quattro anni si sono pure creati ben 14mila nuovi posti di lavoro. Anche da noi la disoccupazione ha colpito soprattutto i lavoratori stranieri, con un tasso del 9,3% contro quello del 4,2 della manodopera svizzera. È altrettanto importante sottolineare che pure in Ticino arriva sempre più manodopera qualificata: se nel 2005 la percentuale dei lavoratori stranieri del settore secondario e del terziario era sostanzialmente uguale, nel 2009 si sono registrati 25’548 dipendenti nel terziario contro i 19’386 lavoratori attivi nel settore secondario. Quindi meno braccia e più cervelli. Un dato questo che rappresenta un buon segnale per l’economia cantonale, contrariamente agli assillanti allarmi di chi sostiene che i lavoratori stranieri stanno rubando i posti di lavoro ai ticinesi. È il contributo di questa manodopera sempre più qualificata a creare non solo più ricchezza per tutti ma anche nuove possibilità di lavoro. Oggi i frontalieri
rappresentano quasi il 22% dell’occupazione ticinese, senza di loro non si fermerebbero soltanto i cantieri edili, le industrie e i grandi magazzini, ma anche ospedali, cliniche, alberghi, banche, ristoranti e servizi immobiliari. Certamente la libera circolazione è da perfezionare ulteriormente, soprattutto per quel che riguarda i controlli e la prevenzione di possibili abusi. Ma non andrebbe neppure dimenticato che si è ancora in una fase di transizione e assestamento del mercato del lavoro, per cui alcuni scompensi e distorsioni sono inevitabili, mentre in prospettiva i benefici per il nostro sistema produttivo saranno di gran lunga superiori agli svantaggi. Alla luce di tutto ciò andrebbe considerato un altro aspetto fondamentale, ossia il ruolo che potrebbe giocare il Ticino nei rapporti di scambio con le regioni del nord Italia. Tra la sola Lombardia e la Svizzera il valore dell’interscambio commerciale l’anno scorso, nonostante la flessione provocata dalla crisi, è stato di oltre otto miliardi di euro, un terzo del totale italiano; l’export della Lombardia verso la Confederazione ha sfiorato il miliardo di euro. Sono cifre notevoli che la dicono lunga sulle potenzialità di un’area transfrontaliera ormai aggregata, solo se si sapesse allungare lo sguardo appena al di là del confine.
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Il tema di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti
Noi, l’Europa e il mondo
La crisi finanziaria e la relativa bufera internazionale che ne è sfociata ha rimesso sul tappeto la questione della posizione della Svizzera nel contesto internazionale. Di per sé non è certo una novità, visto che per il collocamento geografico e la natura della nostra politica e delle nostre istituzioni siamo in tutti i sensi al centro dell’Europa e quindi non possiamo esimerci dal relazionarci con quanto ci sta attorno. Soprattutto avendo un’economia molto votata all’esportazione e quindi inevitabilmente legata al contesto internazionale. Il livello e i toni del dibattito sono però repentinamente mutati negli ultimi due anni, visto che siamo stati esposti ad una crescente aggressività dettata da una moltitudine di fattori, alla quale abbiamo reagito in maniera scomposta, disordinate e paurosa. Dalle “pacifiche” discussioni interne sull’adesione allo Spazio economico europeo (1992) ai successivi confronti sulla via bilaterale ci eravamo un po’ abituati a considerare la questione europea come esclusivamente nostra, ritenendo che agli altri Paesi importasse poco di quello che pensava e faceva la Svizzera. Eppure già una decina di anni fa ci fu un chiaro segnale di avvertimento, purtroppo non misurato nella sua ampiezza, con la crisi dei fondi ebraici. L’attacco alle banche svizzere nascondeva già una mini-guerra economica dalla quale non abbiamo saputo trarre i giusti insegnamenti. Guerra economica che si è manifestata in tutta la sua virulenza con i recenti e continui attacchi al segreto bancario e alla piazza finanziaria elvetica, con cannonate giunte da più parte e volte ad indebolire le nostre strutture a vantaggio di piazze concorrenti. Sorge pertanto spontanea la domanda: saremmo stati attaccati allo stesso modo se fossimo stati membri dell’Unione Europea (UE)? Visto il trattamento decisamente diverso riservato ad Austria, Lussemburgo e Belgio, senza parlare della Gran Bretagna, il dubbio è più che legittimo. Inutile nascondersi dietro a un dito. Paghiamo un certo isolamento. Questo non significa schierarsi per un’adesione tout court all’UE, che comporta innegabilmente parecchi svantaggi per i nostri amati strumenti di democrazia diretta e per altre fondamentali questioni di sovranità, non da ultimo quella
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fiscale. Eppure sarebbe intellettualmente scorretto non porsi certe domande e soprattutto ignorare che ogni scelta comporta un prezzo da pagare. Qualunque scelta su come impostare i nostri rapporti con l’UE (adesione, via bilaterale o altro) ne ha uno e dobbiamo solo decidere se e come siamo disposti a pagarlo. Finché ci limiterà ad un puro scontro ideologico fra fautori dell’apertura e dell’isolazionismo, marceremo comunque sul posto. Ad esempio, uno dei massimi esperti di fiscalità svizzera, Xavier Oberson, in una recente intervista sosteneva che un’adesione all’UE non sarebbe particolarmente grave nell’ottica fiscale, perché costringerebbe sì ad aumentare l’IVA sugli standard europei, ma ciò permetterebbe di impostare diversamente il finanziamento delle assicurazioni sociali e magari di tagliare qualche imposta diretta (tipo quella federale) che aprirebbe quindi la via ad importanti riforme strutturali. Giusto? Sbagliato? Difficile dirlo, ma è comunque una tesi su cui riflettere. Non si tratta di promuovere un’idea di adesione all’UE, sulla quale anche il sottoscritto resta scettico, ma piuttosto, nel rispetto del nostro ruolo di rappresentanti degli imprenditori, di capire quali siano le esigenze dell’economia per contribuire con fatti concreti alla costruzione di quella che i tedeschi chiamano in modo particolarmente azzeccato la “Meinungsbildung”. È per questo che abbiamo cercato di dare voce ad imprenditori che si muovono nel contesto internazionale, perché essi sono quotidianamente al fronte e sono i più diretti testimoni di come ci si può e deve posizionare rispetto ai concorrenti degli altri Paesi. Le relazioni con il nostro più importante partner commerciale non possono essere lasciate all’improvvisazione anche perché, come dimostrano i fatti degli ultimi mesi, non si può ignorare che esse hanno un’influenza decisiva anche sui rapporti con il resto del mondo. L’importante è avere una visione globale del problema ed operare scelte ponderate e basate su elementi quanto più precisi ed oggettivi, lasciando da parte gli slogan che stanno pericolosamente svuotando di contenuti il dibattito politico. Solo così ci si può muovere nella direzione giusta, qualunque essa sia.
Ospite Intervista di Lisa Pantini con il Dr. Bruno Guidotti, Managing Director della ditta Forbo-Giubiasco SA di Giubiasco
Tutte le forme di isolazionismo sono negative Dr. Bruno Guidotti
I contraccolpi degli Accordi Bilaterali sul mercato del lavoro, le difficoltà per le imprese ticinesi di operare in Italia, lo scudo fiscale del ministro Tremonti, tutti fattori che hanno riacceso nel Cantone una voglia trasversale di isolazionismo, con forti sottolineature protezionistiche. Non crede che ciò possa rappresentare un rischio per il futuro economico del Ticino? “Ogni forma di isolazionismo può solo essere negativa per ogni azienda che opera a livello internazionale. Ritengo importante verificare se la bilancia economica con l’Italia sia il fattore più importante da considerare e se le scaramucce fiscali siano la base per decidere se chiudersi a riccio e punire quelle aziende che operano da anni con l’estero portando ricchezza nel Paese. Al momento il problema è la crisi e le sue conseguenze, non gli Accordi Bilaterali e tanto meno lo scudo fiscale. Le aziende che sono a regime di lavoro ridotto o addirittura chiuse non hanno subito svantaggi dagli Accordi Bilaterali, anzi ne hanno tratto vantaggi”. Per una grande azienda come la Forbo che importanza ha l’apertura internazionale del Ticino, e della Svizzera in generale, verso gli altri Paesi e gli altri mercati? “L’apertura internazionale per lo stabilimento di Giubiasco è vitale. Il materiale prodotto va per i 90% all’estero ed il 90% delle materie prime acquistate proviene dall’estero”. Crede che bisogna fare di più, e cosa, per garantire questa apertura internazionale? “Chiedere di fare di più si può, non però chiedendo soldi o protezione ma informando da dove vengono i soldi. La miglior protezione per le aziende che operano nell’export è di tenere basse le restrizioni, i
costi derivanti dalle tasse e dai costi di importazione / esportazione. Inoltre rendere attente le aziende che operano localmente, e che temono la concorrenza estera a causa dei bilaterali che possono solo operare perché i soldi entrano in Ticino grazie alle aziende che esportano. Se i miei impiegati possono consumare e costruire è solo perché possiamo esportare. Senza questo non si consuma, e tutte le azioni protezionistiche non servono a nulla”. In un Cantone che vive di esportazioni e le cui imprese più dinamiche e innovative sono quelle che si confrontano giornalmente con la concorrenza internazionale, come combattere la tentazione isolazionista che va prendendo sempre più piede anche nella società civile? “«Isolazionismo nella società civile». Eufemismo elegante per non dire come stanno le cose? Le industrie innovative e dinamiche hanno bisogno del personale giusto che purtroppo si fatica a trovare. Molti giovani non sono a conoscenza delle professioni possibili ed interessanti che si possono svolgere nell’industria. Ho l’impressione che ci si immagina ancora Charlie Chaplin che gira bulloni. La realtà è diversa, le industrie presenti sul territorio operano con macchinari e processi complessi che necessitano di operatori coscienziosi e motivati, di meccanici ed elettromeccanici, di ingegneri, di responsabili di progetto e così via. Persone difficili da reperire e che non a caso vengono poi reclutate all’estero. I vantaggi dell’operare nel nostro Cantone sono conosciuti ed apprezzati e sempre più industrie arrivano in Ticino, soprattutto dall’Italia. Non possiamo solo prendere la ciliegia dalla torta e per il resto chiuderci. Se riusciamo ad aprirci ed aprire gli occhi le opportunità ci sono e molte piccole aziende le colgono giornalmente. Protezionismo e chiusura non ci porteranno lontano”.
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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Maurizio Crivellari, Amministratore Delegato della ditta B&C Swiss Logistics and Distribution di Stabio
Gli Accordi Bilaterali sono indispensabili per la Svizzera Maurizio Crivellari
Da più parti si criticano gli Accordi Bilaterali tra Svizzera ed Europa e c’è addirittura chi vorrebbe rimetterli in discussione. Dal vostro osservatorio internazionale che bilancio fate dei Bilaterali? “Ritengo che gli Accordi Bilaterali siano una strada indispensabile per l’integrazione economica della Svizzera con l’Europa. L’opportunità di avere la Svizzera baricentrica alla maggior parte dei Paesi europei fa sì che diventi indispensabile avere rapporti commerciali chiari con i diversi Stati pur mantenendo l’indipendenza che sino ad oggi ha fatto della Svizzera un Paese guardato anche con «invidia». Auspico ancora una maggiore integrazione commerciale ed una sempre maggior facilità di business pur mantenendo tutti i controlli necessari, a garanzia del nostro territorio e delle società che operano in Svizzera”. Pensa che per l’economia elvetica nel suo complesso questi Accordi rappresentano un vantaggio più che un rischio? “Penso assolutamente che per l’economia elvetica sia un vantaggio. Ritengo che in Europa si svilupperanno sempre più società di servizio a 360°. Lo spostamento delle produzioni verso altri Paesi ha innescato il meccanismo di conversione da realtà industriali a società di servizi. Da qui la Svizzera deve raccogliere l’opportunità di rafforzare ancora di più la propria abilità come piazza finanziaria a supporto dei servizi necessari nel nostro continente. Inoltre vi è la grande opportunità di sviluppare società di servizi usufruendo di personale qualificato, che parla da due a tre lingue correttamente e con la formazione supportata da università invidiate da molti Paesi. Tutto questo è un vantaggio che deve essere utilizzato”. Di fronte all’apertura internazionale dei mercati, dal commercio a grandi appalti pubblici, sono riemerse le vecchie tentazioni protezionistiche. Come giudica questo fenomeno? “Considero assolutamente normale che le ten-
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tazioni protezionistiche riemergano di fronte ai grandi appalti. Credo che questo processo di apertura non possa però essere interrotto; sarà forse ritardato da questi tentativi di chiusura ma procederà inevitabilmente il suo cammino. Personalmente suggerisco di convogliare queste energie e risorse dedicate al protezionismo, a potenziare e rendere maggiormente competitive le nostre aziende”. In Svizzera, e in Ticino in particolare, ha preso corpo un isolazionismo secondo cui da soli si fa meglio. Non crede che un Paese, la cui economia è fondata soprattutto sull’export, abbia invece bisogno di una maggiore apertura internazionale? “L’apertura internazionale è indispensabile per la sopravvivenza delle nostre aziende. Anche in questo caso spenderei energie a far conoscere al mondo internazionale «l’opportunità Ticino». Far capire e comprendere che avere la propria azienda che fa del business in un Paese dove esistono regole chiare e rispettate, sia un punto di grande vantaggio. È opportuno che noi accettiamo il fatto di avere persone ed aziende di altri Paesi ma è altrettanto fondamentale che chi viene dall’estero accetti la nostra cultura, i comportamenti e le nostre regole che possono essere diverse dalle loro. Il fatto di poter condividere culture e conoscenze differenti dalla nostra può dare maggior impulso culturale e maggiori opportunità di business e di sviluppo economico al nostro territorio. Da qui sfruttare la chiarezza delle regole per aprire maggiormente il Ticino e il Paese alle opportunità internazionali”.
Ospite Intervista di Lisa Pantini con Vittorio Emanuele Parsi, Professore ordinario di Relazioni Internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano
La svizzera, l'europa, il mondo: È necessario saper cogliere lo spirito del tempo Sul tema dei rapporti tra Svizzera ed Unione Europea che trattiamo ampiamente su questo numero, vi proponiamo un punto di vista diverso con un'intervista al Professor Vittorio Emanuele Parsi, noto politologo italiano Professore ordinario di Relazioni Internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, che offre un'interessante analisi con lo sguardo disincantato di chi legge e decifra i problemi della Svizzera di oggi dal di fuori
sta e un po' razzista, e non come un'affermazione di un principio universale di eguaglianza e rispetto. Così alla fine appariva che i soliti svizzeri, un po' rigidi e un po' spocchiosi, stessero causando un danno all'intera Europa... Occorrerebbe chiedersi se l'architettura istituzionale della Confederazione sia ancora adeguata ai tempi che corrono, soprattutto alla dimensione internazionale. L'originalissimo assetto svizzero forse non è semplicemente funzionale a consentire al Paese di giocare un ruolo e a difendere la sua identità nello scacchiere internazionale. È vero che esistono tanti micro-Stati con assetti ben più pittoreschi di quello svizzero (Andorra, San Marino, Monaco...), ma la Svizzera è qualcosa di ben diverso. E poi forse la «prudenza» non è la virtù che oggi paga di più”.
Da qualche anno l’immagine politica della Svizzera sul piano internazionale appare in forte crisi. Le pressioni dell’Ocse sul segreto bancario, la lotta all’evasione fiscale, la vertenza con la Libia … si ha l’impressione che la Confederazione non abbia saputo intuire e anticipare le cause di possibili tensioni con gli altri Stati, che continui a giocare sulla difensiva con risultati deludenti. Cosa pensa al riguardo? “Di fronte alle tensioni che lei evoca, la Svizzera è apparsa fuori tempo, proprio nel non cogliere le tendenze, lo Zeitgeist, direi. Non è riuscita, per esempio, a porre la difesa del segreto bancario come una battaglia di libertà individuale, e l'ha fatta sembrare la difesa corporativa degli interessi delle banche e degli gnomi di Zurigo. E invece lo spazio per giocare la partita c'era. A quel punto, impostata male la strategia, la difesa della copertura agli evasori fiscali era destinata a sconfitta sicura. Sulla vertenza con la Libia, infine, si è toccato il massimo dei fallimenti di comunicazione. Un giusto punto di principio chiunque è ospite della Svizzera, qualunque reddito e posizione di potere o sociale abbia, deve ottemperare le Leggi, perché questa è una democrazia e uno Stato di diritto - è riuscita a proporsi come una proposizione quasi gretta, di particolarismo sciovini-
Sino alla caduta del Muro di Berlino, la Svizzera, forte anche della sua neutralità, godeva dello status privilegiato di un Paese al di sopra delle parti nella logica contrapposta dei due blocchi. La caduta del Muro e l’unità europea sembrano averla spiazzata, arroccandola nella difesa di una sua diversità che non esiste più o che gli altri Stati non accettano più. “Penso che la Confederazione si sia addormentata sugli allori dopo la fine della Guerra Fredda. Non ha capito che il mondo stava subendo cambiamenti radicali, per effetto dei quali, il posizionamento tradizionale svizzero andava rivisto. La Confederazione non era più un'isola privilegiata di neutralità (insieme all'Austria, e in misura diversa alla Svezia e in modo molto particolare alla Finlandia) che tutti erano interessati a tutelare, perché tutti ne traevano dei benefici. Intorno a lei, l'Europa si dava una configurazione unitaria che faceva della Svizzera un Paese «circondato» da un grande vicino, ancorché un vicino «plurale», più «confederale» della stessa Svizzera come l'Unione. Il paradosso è che neppure la tradizione e l'esperienza svizzera dei legami confederali l'hanno spinta a comprendere che cosa stesse diventando l'UE e quale ingombrante e assertivo vicino sarebbe diventato. Allo status particolare della Svizzera, la UE non è interessata. l'unicum della Confederazione semplicemente non riguarda l'Unione, fintanto che
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cietà svizzera sia enormemente cresciuta in termini conoscenza, tolleranza, apertura e generosità. Ma le situazioni non sembrano starle dietro o, per meglio dire, gli stessi svizzeri aperti e generosi socialmente e culturalmente, quando si tratta di tradurre tutto ciò in termini politici e istituzionali, sono i primi a frenare, a mostrare scarsa lungimiranza. Il caso del referendum sui minareti è solo l'ultimo esempio di come gli svizzeri riescano a farsi male da soli...”
Prof. Vittorio Emanuele Parsi
questa non la danneggia. Ma se le Leggi svizzere danneggiano l'Unione (per esempio fiscalmente) non c'è null'altro che compensi questo danno (o supposto danno)”. Da più parti si rimprovera a Berna di non aver capito l’evoluzione delle relazioni internazionali, dei rapporti tra gli Stati, anche alla luce dell’interdipendenza, non solo economica, indotta dalla globalizzazione. In che misura si tratta di una critica fondata? “Questo riguarda un po' tutti gli Stati. Il piccolo mondo antico non c'è più. E il «New Brave World» può spaventare e non piacere. Il paradosso è che la Svizzera è una realtà tradizionalmente multiculturale che però non è riuscita ad aprirsi davvero sul mondo. Intendiamoci, accanto ai francofoni, italofoni, germanofoni e romanci, esistono da tantissimi anni comunità fatti di immigrati che provengono da tutto il mondo. Basta guardare le città svizzere e le università, a cominciare da quella di Lugano, per constatare come oggi la Svizzera è lontanissima dalla cartolina di Heidi. Però è come se la Svizzera non avesse colto appieno le opportunità di questa apertura, avesse semplicemente ricollocato questi nuovi abitanti (e in parte assai limitata nuovi cittadini) dentro il contenitore sperimentato della tradizionale multiculturalità. L'esito paradossale è quello di un Paese popolato di genti del mondo, eppure chiuso sul mondo; e questo nonostante il fatto che la so-
Le difficoltà nella politica estera, le tensioni con altri Stati, dall’Italia, agli USA e alla Germania, hanno innescato in Svizzera una spinta all’isolazionismo, che in alcuni Cantoni assume le forme di una regressione politica dai forti accenti nazionalisti e populistici. Non crede che ciò possa peggiorare solo le cose? “Chiudersi, isolarsi in un mondo che è sempre più interdipendente e che a mano a mano che si restringe ci fa apparire fuori scala, troppo piccoli, è una solenne idiozia. Non può permetterselo la Cina del miliardo e mezzo di abitanti, del Partito unico e della sottomissione dell'individuo al gruppo, figuriamoci se può farlo la Svizzera. Semmai occorre capire come collegarsi proficuamente col mondo, con i suoi attori significativi e con le istituzioni del sistema. Sciovinismo e populismo sono una strategia perdente. Direi persino suicida”. Cosa dovrebbe fare la Svizzera per uscire da questa situazione di stallo e rilanciare la sua immagine internazionale? “Eliminare quel pregiudizio negativo che fa della Svizzera il Paese degli egoisti felici. Rilanciare l'immagine del Paese che ha saputo preservare i valori della libertà e dell'accoglienza nelle temperie della Seconda Guerra Mondiale. Dire meglio quello che già fa nella direzione di aprirsi al mondo e fare di più in quella direzione”.
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Biblioteca liberale di Alessio del Grande
Un tempo su misura per le imprese e la società Già nel 2007 in Svizzera un milione e 256mila persone lavoravano a tempo parziale, ovvero il 32,3% del totale degli occupati, con un incremento, rispetto all’anno precedente, del 2,1%. A scegliere questa forma d’impiego sono soprattutto le donne, il 57,1% contro l’11,9% degli uomini. In questi ultimi tre anni il tempo parziale si è ulteriormente esteso, coinvolgendo sempre di più gli uomini, evidenziando un crescente interesse per una modalità d’impiego che non è soltanto una necessità, ma che può essere, invece, una libera scelta. Come si ricorda nel volume “Un tempo su misura – Guida per conciliare vita professionale, privata e familiare”, a cura della Società degli impiegati di commercio SIC Ticino, (Edizioni Casagrande, Bellinzona), il tempo parziale è una grande opportunità per conciliare non solo famiglia e lavoro, ma anche per avere più tempo per sé o da destinare ad altri interessi e attività. Ma può trasformarsi pure in un’importante risorsa economica. “Una migliore conciliazione tra lavoro e famiglia – si sottolinea nel saggio –, rappresenta un fattore di crescita economica e di accresciuta capacità concorrenziale, ampliamente dimostrata da studi e dalle aziende che hanno introdotto misure in tal senso”. Va pure ricordato, inoltre, che grazie a questa possibilità si può salvaguardare quel capitale di competenza e di esperienza professionale delle donne che, altrimenti, sarebbero costrette a lasciare del tutto il lavoro per dedicarsi alla famiglia, rinunciando completamente alla carriera perché non hanno la possibilità di far quadrare i tempi dell’impegno lavorativo con quelli richiesti dalla famiglia. “Un tempo su misura” non si rivolge soltanto alle donne, ma anche agli uomini, oggi molto più sensibili al problema della condivisione dei ruoli in casa e in famiglia e desiderosi di riscoprire e recuperare una dimensione completa della paternità. Il volume, ricco di dati e confronti statistici, di indicazioni pratiche su come negoziare con il datore di lavoro il tempo parziale, di consigli utili per come organizzarlo meglio, e d’informazioni su strutture e servizi (nazionali e cantonali), si presenta come una vera è propria guida facile da consultare e di agevole lettura. Divisa in quattro parti, affronta in maniera completa e ben mirata i mille aspetti e problemi del tempo parziale. Se la prima parte ha un’impronta più teorica e statistica, essenziale per inquadrare il fenomeno sia in Svizzera che in Ticino, si scende poi nei dettagli dell’attuale normativa, della rete delle assicurazioni sociali e degli aiuti oggi a disposizione, presentando anche con tabelle e dati i modelli più diffusi del tempo parziale, sottolineandone vantaggi e svantaggi. Non mancano certo le indicazioni concrete su come negoziare e organizzare il tempo parziale e, qui,
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si entra nel vivo del problema con un’articolata offerta di suggerimenti specifici molto utili per chi si decide a questo passo. Infine, l’ultima parte propone un profilo di alcune aziende che hanno concesso la riduzione del tempo di lavoro e le testimonianze dirette di uomini e donne che vi hanno fatto ricorso. Esperienze assai significative, poiché dimostrano concretamente che la flessibilità che negli ultimi anni ha investito il mondo del lavoro, non necessariamente degenera in precarietà, come quando si crea instabilità occupazionale, s’interrompono la partecipazione e la presenza sul mercato del lavoro oppure non c’è un reddito sufficiente. C’è, anzi, una “flessibilità sana” a tutto vantaggio dei dipendenti, delle imprese, siano esse pubbliche che private, e dell’intera società perché si riesce a valorizzare meglio quella grande risorsa che è la famiglia e salvaguardare un capitale di professionalità che andrebbe disperso. “Il modello di ripartizione del lavoro e della vita privata ereditato dalla società industriale, mostra oggi tutti i suoi limiti – si sottolinea – e rischia di compromettere non solo i percorsi di vita di uomini e donne – che rivendicano a pieno titolo un posto al sole e pari opportunità nel vivere la dimensione genitoriale – ma anche di avere un impatto negativo sulla crescita economica. L’invecchiamento della popolazione e la scarsa natalità impongono un ripensamento sull’organizzazione del lavoro e sulle politiche aziendali”. Un ripensamento che è già cominciato: “Qualcosa sta cambiando e segnali positivi giungono anche dall’economia che non può permettersi di perdere preziose capacità lavorative. Parole come conciliazione, concetti come Life domain balance… e principi come promozione delle pari opportunità, sono le pietre miliari delle nuove politiche favorevoli alla famiglia, i cui effetti sociali ed economici positivi sono suffragati da numerose ricerche”. Titolo: Un tempo su misura – Guida per conciliare vita professionale, privata e familiare A cura della: Società degli impiegati del commercio, SIC Ticino Bellinzona Edizioni: Casagrande, Bellinzona
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Attualita` di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere
Togli l’affitto, aggiungi gli interessi
A chi possiede una casa in cui vive stabilmente viene imposto, al momento della tassazione fiscale, un cosiddetto valore locativo. Questo importo rappresenta una sorta di affitto che il proprietario logicamente non ha pagato ma che avrebbe dovuto pagare se la casa non fosse di sua proprietà. Questa imposizione, volta a maggiorare il reddito imponibile, si giustifica soprattutto se si considera che il mancato pagamento dell’affitto non è nient’altro che un reddito (in natura) conseguente ad un investimento immobiliare. Ogni risparmiatore deve infatti scegliere se desidera investire i propri averi nel mattone o in un'altra forma, ad esempio in obbligazioni. Anche nel secondo caso, il risparmiatore percepirebbe un reddito (imponibile) che potrebbe essere utilizzato ad esempio per pagare l’affitto. Dunque, l’imposizione del valore locativo permette una tassazione equa tra i proprietari del proprio alloggio e gli altri risparmiatori (locatari). È inoltre giusto che l’attuale sistema preveda la deduzione degli interessi passivi e delle spese di manutenzione, poiché queste costituiscono delle spese d’acquisizione del reddito. Tra le imperfezioni imputabili al sistema attuale però, vi è sicuramente l’incitamento a ricorrere ai capitali di terzi per finanziare la propria abitazione e dunque ad indebitarsi.
La proposta
L’Associazione svizzera dei proprietari fondiari ha lanciato un’iniziativa popolare intitolata “Sicurezza dell’alloggio per i pensionati”. Questa propone la possibilità di scelta tra la soppressione dell’imposizione del valore locativo (e l’abolizione della deducibilità degli interessi passivi) e il mantenimento del sistema attuale, imponendo un valore locativo e permettendo la deduzione degli interessi passivi. L’iniziativa prevede questa possibilità solo per i pensionati.
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Questa proposta, problematica sotto diversi punti di vista, è stata ripresa e integrata in un controprogetto elaborato dal Consiglio federale, che attualmente si trova in fase di consultazione.
La controproposta
Il Governo federale propone nel suo avamprogetto la soppressione dell’imposizione del valore locativo per tutti. Inoltre viene abolita la possibilità di dedurre gli interessi passivi. Su questo punto occorre tuttavia precisare che una deduzione è permessa, ma limitata ad un determinato importo e per un periodo stabilito per l’acquisto della prima abitazione (possibilità di dedurre fino a 5’000 franchi per le persone sole e 10'000 franchi per le coppie il primo anno per poi diminuire del 10% all’anno). Inoltre, rispetto al sistema in vigore, non è più prevista la deduzione delle spese di manutenzione fatta eccezione per le spese legate a misure di risparmio energetico e di protezione dell’ambiente particolarmente efficaci. economiesuisse ritiene che, sebbene questa controproposta non adempia tutti i criteri necessari per un sistema fiscale efficiente, sia auspicabile un cambiamento del sistema attuale. Inoltre il progetto sopprime alcune importanti distorsioni del sistema attuale, in particolare il forte incitamento ad indebitarsi. Non da ultimo, la proposta del Consiglio federale avrebbe il merito di semplificare notevolmente il sistema fiscale. Un elemento imprescindibile resta la condizione che la riforma non aumenti le imposte e che dunque sia neutra in termini di entrate fiscali. La procedura di consultazione è in corso, tuttavia l’impressione è che i proprietari di case con ipoteche importanti possano dormire sonni tranquilli ancora per diversi anni.
At tualita` di Daniela Lepori, Avenir Suisse
Tra “fondamentalismo duale” e tendenze globali Daniela Lepori
A Nord delle Alpi da qualche tempo è stato lanciato un dibattito alquanto emozionale che mette a (duro) confronto la formazione professionale alla via liceale. Quanti maturandi necessita la Svizzera di domani? La formazione duale sarà ancora in grado di venire incontro ai bisogni del mercato del lavoro elvetico sempre più interconnesso? Questi sono tra i quesiti che trovano spazio nell’attuale tribuna di politica dell’educazione. Uno dei fattori scatenanti di questo confronto “duale” è stato sicuramente la pubblicazione lo scorso anno del Libro Bianco «Un’educazione per la Svizzera di domani» da parte delle Accademie delle scienze che prospetta i requisiti per il sistema formativo nel 2030 ed illustra le sfide che esso dovrà affrontare. Gran parte dell’opinione pubblica si è mostrata stizzita soprattutto per un aspetto: gli autori hanno tra l’altro auspicato che in futuro il 70% di una classe d’età debba avere in tasca un diploma di livello terziario. Quest’affermazione è stata fortemente travisata dai media vendendola come una rivendicazione che porti la Svizzera ad avere il 70% di maturandi. A quel punto vi è stata un’importante levata di scudi in favore della formazione professionale duale, dimenticandosi che nessuno in questo Paese ha mai messo in dubbio l’efficacia di questo modello elvetico di successo e ne desideri la fine. Per completezza d’informazione, con “attestati di tipo terziario” s’intendono, secondo l’Ufficio Federale di Statistica, i diplomi universitari, SUP, scuole specializzate superiori e esami di professioni ed esami professionali superiori. Gli svizzeri che sono in possesso di questi titoli rappresentano già oggi il 50-60% di una classe d’età. Tenendo conto della tendenza al sempre crescente livello d’istruzione questa proposta non dovrebbe pertanto scandalizzare nessuno. L’obiettivo dell’Accademia delle scienze era infatti quello di porsi alcuni interrogativi legittimi sulla capacità del nostro sistema educativo di adeguarsi agli stimoli portati da una società in continua evoluzione.
Formazione duale: un unicum
Il sistema di formazione duale basato sul principio secondo cui i ragazzi dopo la scuola dell’obbligo intraprendano un iter formativo “doppio” caratterizzato dal connubio scuola professionale/posto di lavoro correlati da corsi extra-scolastici è praticamente un unicum e trova spazio e considerazione prevalentemente nel mondo germanico. Questo modello di formazione professionale si differenzia a livello concettuale e contenutistico in modo importante da quello anglosassone che pone l’accento su un più informale e breve «on-the-job-training». D’altra parte troviamo il modello più “gettonato” nelle culture latine, dove
le nuove generazioni vengono preparate per il mondo del lavoro prevalentemente con la frequentazione di un istituto scolastico a tempo pieno. Ma delle grosse differenze culturali nell’approccio verso la formazione professionale e la via liceale sono molto presenti anche in Svizzera. Il Ticino detiene il primato davanti a Ginevra - di maturandi a livello svizzero, la loro quota raggiunge quasi il 30%. Questo dato supera di oltre 10 punti percentuali la media elvetica (19%). Secondo l’UST nel nostro Cantone chi intraprende un apprendistato dopo la scuola media è racchiuso in meno della metà di una classe d’età, cioè il 44%, in contrapposizione con la media svizzera che rivela che circa due terzi dei ragazzi intraprende la via duale. A completare il quadro, vi è circa un quarto dei giovani ticinesi che opta per scuole postobbligatorie a tempo pieno.
War of talents?
Come già indicato in apertura, non si tratta di mettere un percorso formativo (apprendistato) contro l’altro (liceo) ma di riflettere senza grandi “fondamentalismi” e in modo realista sulle tendenze in atto nella nostra società e rapportarle al nostro sistema formativo. I fattori in gioco sono tanti ma mi limiterò a trattare un aspetto: quello demografico. Secondo le previsioni dell’UST nei prossimi 10 anni la quota di sedicenni diminuirà del 10% (scenario mediano). Secondo l’Ufficio Federale della Formazione Professionale bisogna fare di tutto per evitare che a fare le spese di questa tendenza e della conseguente “war of talents” sia la formazione duale. Partendo anche dal presupposto che tanti ragazzi propendono per una “terza via”, bisogna vedere gli sviluppi demografici quali chance. Per esempio creando posti di apprendistato nei settori dove s’indirizzano le preferenze dei giovani e trovare una soluzione alternativa per quelli che rimangono inoccupati (secondo alcune stime, circa 5'000 l’anno scorso). Inoltre perché no, per cercare di renderci un attimo più indipendenti dall’estero formando da noi il personale di cui abbiamo veramente bisogno (ingegneri, personale sociosanitario, insegnanti, informatici) senza reclutarlo in modo così importante dall’estero. Per concludere: nessuno mettere in dubbio l’efficacia della formazione duale ma ci troviamo nel bel mezzo di cambiamenti epocali e questi non si possono negare. In fondo è l’obiettivo finale che conta: una soluzione adeguata e lungimirante per il nostro sistema economico; come, è quindi un altro discorso.
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At tualita`
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Con arcobaleno aziendale viaggi diversi per uno stesso approccio di mobilità sostenibile L A S C E LTA G I U S TA PER LA SUA AZIENDA
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In questo numero abbiamo incontrato Ammonia Casale SA di Lugano, un’azienda che vive molte differenti situazioni di spostamento per i propri dipendenti. Centrale e per tutti è però la mobilità sostenibile, resa più efficace grazie ad arcobaleno aziendale Ammonia Casale SA è un’azienda con sede a Lugano attiva nel campo dei brevetti legati alla chimica industriale, in particolare relativi all’ammoniaca e alla miscela idrogenoazoto. Fondata nel lontano 1922 (una delle prime Società Anonime nate in Svizzera), la ditta si è poi espansa costituendo negli anni Novanta Urea Casale SA e Methanol Casale SA. Il gruppo oggi conta 124 dipendenti. Oltre il 20% di loro ha acquistato arcobaleno aziendale. Un grande successo per un’iniziativa di mobilità sostenibile nata per volontà del management alla fine del 2009. “La nostra sede – spiega Mauro De Maria, Direttore del personale di Ammonia Casale - è situata a due minuti a piedi dalla stazione di Lugano e per questo facilmente raggiungibile dai diversi dipendenti che arrivano dalla vicina Italia e che raggiungono in treno il posto di lavoro. Parlando con alcuni di loro e leggendo su vari quotidiani locali la promozione arcobaleno, la nostra Società si è attivata per avvicinare i promotori di questa iniziativa. Ad oggi sono state 27 le persone che hanno aderito all’iniziativa. Sicuramente altri se ne aggiungeranno alla scadenza del loro abbonamento annuale privato”. Il caso di Casale è particolare in quanto, molti dipendenti
Nuovo sito per arcobaleno Dare all’utenza un sito più fruibile, con maggiori informazioni e facilmente accessibile per le diverse esigenze: questi gli obiettivi della CTM nell’elaborazione delle nuove pagine web dedicate ad arcobaleno. La grafica di www.arcobaleno.ch non è stata stravolta, al primo posto è stata posta invece l’efficienza dal punto di vista dell’usabilità, della facilità di navigazione e del reperimento delle informazioni. Tanti dettagli sui prodotti e sulle varie forme di abbonamento, senza dimenticare lo sviluppo dell’area per il programma fedeltà e, naturalmente, lo spazio dedicato ad arcobaleno aziendale. Il nuovo sito web vuole essere più dinamico, sempre in movimento, in continua evoluzione con le tendenze attuali… come il trasporto pubblico!
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giungono dall’Italia e vivono tre diverse situazioni di viaggio e spostamento “effettivamente abbiamo diverse tipologie di viaggiatori, oltre a chi vive in zona. La prima, sono dipendenti che arrivano quotidianamente da Milano. Poi abbiamo collaboratori che utilizzano la partenza da Albate con il TILO ed usufruiscono di un posteggio per l’auto ad un costo giornaliero di un euro. Infine, alcuni raggiungono il territorio svizzero con la propria auto fermandosi a Chiasso, Balerna e/o Mendrisio e poi proseguendo con i mezzi pubblici. Per tutte le tipologie, i mezzi pubblici diventano fondamentale ed arcobaleno aziendale ne facilita l’utilizzo, incentivando ancor più a questa scelta”. Il gruppo Casale è molto attento ai temi sostenibilità ed ecologia: l’impegno legato alla mobilità dei dipendenti è continuo, come conferma De Maria: “anche per chi abita e vive nel luganese, e non solo per chi arriva da lontano, promuoviamo sempre l’utilizzo dei mezzi pubblici. Abbiamo inoltre messo a disposizione degli spazi aziendali per le biciclette ed i motocicli elettrici. Vista la nostra particolare situazione, sarebbe per noi da stimolo ulteriore per il futuro se anche le Ferrovie Italiane potessero partecipare e aderire ad un’iniziativa come arcobaleno aziendale”.
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At tualita` Comunicato stampa
Il settore del Private Banking di fronte a enormi sfide Conferenza organizzata da Deloitte per gli istituti finanziari della piazza ticinese
Si è svolta mercoledì 21 aprile, presso l’Hotel Lugano Dante, la conferenza dedicata al settore bancario, organizzata da Deloitte. Quattro specialisti di settore hanno intrattenuto i partecipanti, esponenti dei principali istituti finanziari attivi sulla piazza ticinese. Il tema della discussione è stato incentrato intorno alle sfide con le quali si trova confrontato il settore del Private Banking in Svizzera, in particolare alla resa di servizi oltre i confini nazionali, mercati da considerare con attenzione soprattutto alla luce dei recenti interventi statali volti a contenere il fenomeno dell’evasione fiscale. Ulteriori aspetti considerati hanno riguardato la perdita di dati sensibili, tema di grande attualità, nonché le tendenze nel settore M&A che potrebbero comportare, a medio termine, un incremento delle transazioni in questo settore. Ugualmente interessanti le novità e le tendenze, anche a seguito degli insegnamenti della crisi finanziaria, in ambito normativo. È possibile richiedere la documentazione delle presentazioni all’indirizzo email marketing. lugano@deloitte.ch Per maggiori informazioni: Angela Pirondini Marketing & Communications Deloitte Ticino Tel. +41 91 913 74 00 apirondini@deloitte.ch
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Eventi
Russia: aspetti di spedizione, di certificazione e di contrattualistica
Cari lettori, seguendo l’onda dello scorso numero, anche questa volta vi proponiamo alcune riflessioni e testimonianze in merito al secondo appuntamento del ciclo di seminari che stiamo organizzando sulla Russia. Quest’incontro verteva sugli aspetti contrattuali e di spedizioni. Vi presentiamo dunque la testimonianza di Daniele Raldi, Inspection Manager dell'azienda SGS Société Générale de Surveillance SA, che descrive bene il certificato GOST-R in uso nel Paese del Grande Freddo, ed in seguito la testimonianza di Roberto Walder, Responsabile Reparto Vendite dell’azienda Smartec SA. Nei prossimi numeri di Ticino Business continueremo a riportarvi i migliori spunti di riflessione che emergono dagli eventi che organizziamo. Vi rendiamo attenti sul fatto che il terzo ed ultimo incontro previsto nel ciclo di eventi dedicati alla Russia è stato spostato al 14 giugno 2010 alle ore 16.30, sempre all’Hotel Parco Paradiso di Lugano. Seguiranno dettagli sempre sulle pagine di Ticino Business, come pure sul nostro sito web www.cc-ti.ch
Il certificato GOST-R in uso in Russia di Daniele Raldi, Inspection Manager dell'azienda SGS Société Générale de Surveillance SA
La SGS Société Générale de Surveillance SA
SGS certificazione per la Russia / CSI è una divisione di servizi del Gruppo SGS - il leader globale e innovatore per ispezioni, verifiche, servizi di laboratorio e certificazioni. Con oltre 59'000 dipendenti, SGS opera con una rete di quasi 1'000 uffici e laboratori in tutto il mondo. L'attività principale della certificazione SGS per la Russia / CSI è, tramite controlli, di assistere i nostri clienti ad ottenere i certificati e altri documenti di permesso imposti dalla normativa locale e / o clienti locali. La missione della nostra divisione è quella di agevolare il commercio internazionale e gli investimenti e di permettere ai nostri clienti di sviluppare il business con la Russia e altri Paesi della CSI.
Svilupparsi insieme ai nostri Clienti
Il 14 luglio 1993 SGS è stata accreditata dal Gosstandart di Russia per fornire servizi di certificazione GOST R. È'da notare che SGS è stato il primo giocatore internazionale ammesso nel mercato della certificazione russa. Inizialmente il nostro campo d’accreditamento includeva tutte le principali categorie di prodotti esportati in Rus-
sia in quel periodo, come prodotti alimentari, cosmetici, giocattoli, tessili, beni di largo consumo, macchinari, E & E. Per sostenere la nostra attività d’emissione di Certificati GOST R di conformità, stiamo operando una serie di laboratori accreditati dalle autorità russe in Europa e Asia per effettuare test e valutare se le merci esportate sono conformi alle norme russe. Da allora, abbiamo adattato costantemente le nostre capacità alle esigenze dei nostri clienti investendo nel nostro sviluppo insieme in sintonia con lo sviluppo dei nostri clienti. C'è stato un significativo cambiamento nella struttura delle importazioni russe dal consumo di prodotti industriali alla fine degli anni 1990 - primi anni 2000. Per questa ragione, nel dicembre 2003, abbiamo esteso il nostro accreditamento GOST R per includere una gamma più ampia di beni macchinari. Inoltre, oltre al sistema di certificazione GOST R, forniamo anche assistenza per ottenere altre autorizzazioni necessarie per vendere o utilizzare prodotti nel territorio russo, come Conclusioni igieniche, dichiarazioni di conformità, RTN (ex GGTN) permesso d’utilizzo, Certificati Fire Safety, certificati an-
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Eventi
tideflagranti, Certificati d’omologazione Telecom, e altri. Inoltre, dalla fornitura alla Russia di solo alcuni pezzi di macchinari, c’è stato un cambiamento progressivo verso l’esportazione d’interi stabilimenti, il che comporta maggiore complessità del processo d’esportazione per quanto riguarda la logistica del progetto e il coordinamento con le varie autorità locali. Rispondendo al crescente interesse dei nostri clienti verso altri Paesi della CSI, come il Kazakistan, Ucraina, Bielorussia e altrove, che hanno messo a punto i loro propri sistemi di certificazione di prodotto (anche se molto simili a quelli russi), SGS ha recentemente iniziato a fornire servizi simili, dando la possibilità agli attori internazionali di introdursi in questi mercati emergenti. I nostri servizi principali come accennato qui sopra sono accompagnati da attività ausiliarie: - come parte del Advisory Services noi possiamo discutere e offrirvi lo schema di certificazione migliore che attestano i bisogni e vi aiuteremo a trovare la soluzione su di come rispettare le norme russe nel modo più razionale; - siamo costantemente organizzando workshop di formazione in materia di certificazione russa, dove spieghiamo agli esportatori internazionali che problemi che potrebbero incontrare facendo commercio con la Russia e le procedure da seguire; - e, poiché molti documenti richiesti dalle autorità russe dovrebbero essere scritti in lingua russa, forniamo in pratica ai nostri clienti i servizi di traduzione da qualsiasi lingua.
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l'industria mineraria, petrolchimica, oil & gas, metallurgici e altri settori); prodotti in relazione al fuoco; animali; prodotti per la sicurezza, per la vita e la salute degli animali (fomento, vaccine, ecc.); pesticidi ed agrochimici; prodotti e servizi contenenti i risultati delle attività d’ingegneria genetica; prodotti che consumano energia e risorse energetiche; impianti, strumenti e servizi di telecomunicazione; sistemi informativi, banche dati e strumenti per tutelarli; unità di trasporto, prodotti e servizi; macchine aerospaziali; geodetiche, cartografiche e prodotti topografici; materie prime forestali; gas e carbone; prodotti dell'industria nucleare e tecnologie; armi.
CERTIFICAZIONE & PERMESSO IN RUSSIA / CSI: QUANDO, PERCHÉ, COSA Cosa richiede una certificazione Russa?
Secondo la Legge russa, più del 60% di tutti i prodotti da vendere e / o utilizzati nel Paese richiedono la certificazione / licenza obbligatoria, cioè devono essere approvati dalle competenti autorità russe in termini di conformità alle norme nazionali. Ciò riguarda sia la produzione locale che le merci importate. Inoltre, prima della costruzione di un sito industriale o civile nel territorio russo, sono richiesti una serie di approvazioni prima di effettuare la progettazione, costruzione e altre attività tecniche.
Quali tipi di permesso esistono in Russia?
Di seguito troverete l'elenco dei prodotti e le categorie di attività soggette all'obbligo di approvazione russa:
Secondo la natura delle merci che progettate di spedire in Russia, potrebbe essere necessario dover rispettare i requisiti di una o più certificazioni. Ci sono 18 sistemi di certificazione obbligatoria regolata dalle leggi della Federazione Russa ("GOST R", "Elektrosvyaz", "Sicurezza antincendio" ecc.) e oltre 350 di certificazione volontaria.
- prodotti, servizi e strumenti che garantiscono sicurezza per la vita e la salute dei consumatori (per esempio alimentari, farmaci, prodotti tessili, apparecchi elettrici, attrezzature pertinenti, ecc.); - prodotti alcolici e attrezzature per la loro produzione; - siti di produzione; - impianti tecnici presso i siti produttivi pericolosi (per esempio apparecchi a pressione, macchine di sollevamento come ascensori e crani, pompe, attrezzature per
Oggi il certificato di conformità GOST R è il documento più comune permissivo in Russia, il quale attesta che il prodotto soddisfa gli standard di sicurezza necessari. Nell’ambito del sistema di certificazione GOST R ci sono 48 sotto-sistemi per prodotti omogenei come stoviglie, profumi e cosmetici, prodotti tessili e dell'industria Leggera, prodotti chimici, attrezzature ad alta tensione elettrica, macchine per la lavorazione del metallo, attrezzature oil & gas, ecc..
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Tuttavia, il progetto può includere qualsiasi combinazione di permessi, certificati, licenze e altre approvazioni necessarie per la sua attuazione. Per portare a buon fine, un gran progetto d’investimento potrebbe richiedere fino a 500 documenti permissivi. Questi includono, ma non sono limitati a: - Certificato di Conclusione Sanitario-epidemiologico (precedentemente conosciuto come certificato Igienico) per prodotti in contatto con il corpo umano; - Dichiarazione di conformità GOST R per alcuni beni di consumo e strumentazione industriale; - Certificato di Stato per la Registrazione per prodotti alimentari nuovi e di alcuni altri prodotti che presentano un pericolo potenziale per gli esseri umani; - Certificato d’approvazione del disegno GOST R degli strumenti di misura; - Certificato Prova Ex GOST R per le attrezzature e materiali a prova di esplosione; - Certificato di sicurezza antincendio per prodotti infiammabili o antincendio; - Registrazione del Design presso ROSTEKHNADZOR per i siti industriali pericolosi - RTN (ex GGTN) Permesso per l'utilizzo di attrezzature industriali pericolosi; - Certificato Rosstroy per materiali di costruzione; - Licenza Rosstroy per attività di engineering e costruzione; - Conclusione Ambientale di Esperti per progetti industriali; - VNIIS Lettera di Esenzione per prodotti che non sono soggetti all'obbligo di certificazione GOST R; - Certificato di omologazione Telecom per apparecchiature di telecomunicazione. La nuova Legge sul regolamento tecnico, in vigore dal 1° luglio 2003, deve sostituire gradualmente gli attuali sistemi di certificazione obbligatoria con quelli nuovi prima dell'anno 2011. Circa 500'000 norme statali attuali di qualità (GOST) devono essere sostituite da di oltre 1’000 norme tecniche di Legge. L’armonizzazione degli ostacoli tecnici locali con le pratiche internazionali è una delle condizioni per la Russia di aderire all'OMC.
Quando si necessitano i documenti di permesso?
I documenti approvazione sono necessari in fasi diverse di fare affari in Russia, quali: - passando la frontiera Russa; - cominciando lavori in cantiere; - messa in servizio di attrezzature; - utilizzo di attrezzature - concludendo un’ affare di vendita; - pubblicità e attività PR; - negozi al dettaglio.
Questi documenti di permesso sono validi in tutta la Russia / CSI?
Di norma, i certificati correlati al prodotto e rilasciati da autorità russe si applicano per la intera Federazione
russa, anche se il documento può essere rilasciato da un organismo di certificazione regionale. Tuttavia, un certificato russo è, in linea di principio, non rilevante per altri Paesi della CSI, e viceversa. È vero, che storicamente gli Stati dell'ex Unione Sovietica avevano molto in comune, compreso le strutture d’approvazione simili. Di conseguenza, esistono dei sistemi di certificazione che sono reciprocamente accettati dalla Russia e alcuni Paesi CIS come l'Ucraina e la Bielorussia (ad esempio il certificato igienico). Tuttavia, questo riguarda solo beni prodotti in tali Paesi. Ciò significa che se un prodotto è stato ottenuto in un Paese terzo e deve essere importato, sia per la Russia e altri Paesi della CSI, deve essere sottoposto a procedure di certificazione locali in entrambi gli Stati. Il Certificato di Conformità UkrSEPRO di solito è richiesto nel mercato ucraino. Il Certificato di Conformità GOST-K è il documento permissivo più comune in Kazakhstan. Il Certificato di Conformità RB è il documentorispettivo nella Repubblica di Bielorussia.
Quali sono i requisiti in Russia per etichette / marchi?
Secondo la Legge russa N° 2300-I "A proposito della tutela dei diritti dei consumatori " datata, 7. 2. 1992 tutti i beni di consumo, alimentari e non alimentari, esportati e distribuiti in Russia richiedono l'etichetta in lingua russa e la vendita di prodotti di consumo importati senza informazioni in russo è illegale. L’etichetta Russa deve coprire le seguenti voce: - nome del prodotto; - Paese di origine; - nome e indirizzo del fabbricante o qualsiasi altra informazione di contatto per i consumatori; - come e dove il prodotto deve essere utilizzato; - caratteristiche principali e descrizione del prodotto; - requisiti di sicurezza; - certificazione della conformità e informazioni di licenza (Marchio di conformità in caso di certificazione); - data di scadenza, se applicabile. Queste informazioni possono essere contenute sulla confezione, etichetta, o qualsiasi altro materiale appropriato riguardante il prodotto, come brochure tecniche o manuali.
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Eventi di Roberto Walder, Responsabile Reparto Vendite Smartec SA
L’esperienza russa di SMARTEC
Roberto Walder
SMARTEC è nata come azienda spin-off del Politecnico Federale di Losanna (EPFL) ed è attiva dal 1996 nel campo del monitoraggio strutturale ed ambientale. Con sede a Manno, l’azienda produce, commercializza e sviluppa sistemi di nuova generazione per il monitoraggio e sorveglianza delle opere civili. La gamma di prodotti comprende sensori a fibra ottica con differenti principi di funzionamento, sistemi di misura laser, unità di acquisizione dati e software per l’elaborazione dei dati in grado di fornire preziose informazioni sul reale stato di salute delle strutture sorvegliate. SMARTEC fornisce inoltre servizi quali la progettazione e la gestione chiavi in mano di progetti di monitoraggio ed analisi avanzata delle misure. I prodotti e soluzioni per il monitoraggio strutturale sono applicabili ai settori dell’ingegneria civile (infrastrutture, geotecnica, ambiente), come pure ai settori industriali, quello petrolifero (oil & gas pipeline, off-shore) e navale. Realtà affermata ed in costante crescita, grazie anche alle competenze specialistiche che è in grado di offrire, SMARTEC è divenuta in breve una delle aziende leader di settore nel panorama mondiale, potendo contare sullo sviluppo continuo di nuovi prodotti ed importanti collaborazioni con la comunità scientifica internazionale. Per assicurarsi l’accesso al mercato globale, SMARTEC ha puntato sin dall’inizio su uno sviluppo metodico e continuo della rete di distribuzione internazionale, consolidando rapporti con partner strategici in oltre 30 Paesi in tutto il mondo. Nel 2006 SMARTEC è entrata a fare parte del Gruppo Roctest, azienda canadese con sede a Montreal che produce e commercializza sensori di alta precisione per i settori geotecnico, biomedico, energia e controllo dei processi industriali. L’unione con il Gruppo Roctest ha ulteriormente rafforzato le capacità di sviluppo e presenza su nuovi mercati sfruttando al meglio le sinergie applicative e geografiche delle aziende del gruppo. L’esperienza con il mercato russo risale al 2002, quando decidemmo di appoggiarci ad un partner locale per la distribuzione dei nostri prodotti. L’alternativa di gestire i progetti direttamente con il committente era difficilmente praticabile a causa degli immancabili ostacoli burocratici, dell’insolito modus operandi di negoziazione russo e non da ultimo dei problemi linguistici. Fortunatamente riuscimmo a trovare un partner con buone referenze presso il Cremlino che ci facilitò notevolmente la realizzazione di importanti e prestigiosi progetti nel centro storico e strategico di Mosca. Il primo progetto ci fu commissionato dalla città di Mosca per il monitoraggio del ponte Bolshoj Moskvoretsky, che congiunge la Piazza Rossa con l’altra sponda del fiume Moscova. Costruito negli anni Trenta ed ora in condizioni precarie, il progetto di risanamento fu finanziato in parte da un fondo della Banca Mondiale per sostenere le attività di ricostruzione e conservazione di importanti monumenti storici della città di Mosca. Per motivi d’immagine, d’affidabilità e d’investimento, l’amministrazione moscovita dovette selezionare una sistema di monitoraggio che fosse allo stato dell’arte e che utilizzasse delle tecnologie non necessariamente convenzionali. Dopo diversi mesi di trattative ed interminabili richieste di documentazione tecnica e referenze, la nostra soluzione venne accettata innescando un altro calvario burocratico: l’importazione in Russia di un prodotto (sensori a fibre ottiche) difficilmente classificabile secondo gli allora vigenti controlli doganali. Per nostra fortuna molti dei problemi d’importazione in Russia vennero gestiti e risolti dal nostro distributore locale,
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ma ciò non mise fine alle lungaggini ed ai cavilli burocratici. Durante l’installazione dei sensori, il fatto che il ponte Bolshoj Moskvoretsky fosse stato costruito durante il periodo staliniano e fosse situato proprio sotto la collina del Cremlino, ci procurò non pochi problemi per ottenere i permessi necessari per avere accesso all’interno del ponte e causando sostanziali ritardi al progetto. Terminata l’installazione dei sensori sul ponte Bolshoj Moskvoretsky, altri prestigiosi progetti seguirono, come il monitoraggio strutturale della Cattedrale dell'Annunciazione nel Cremlino, del Museo Puškin, il monitoraggio durante le opere di risanamento del Teatro Bolshoj ed il controllo dinamico delle vibrazioni della Piazza Rossa durante le pesanti sfilate dell’Armata Rossa del 9 Maggio. I nostri settori di mercato non si limitarono alle sole infrastrutture e monumenti storici, ma dovettero estendersi anche alla potente industria del petrolio russa (2° produttore mondiale di greggio) con le migliaia di chilometri di condotte di gas, dove si insinuano potenziali pericoli di rotture o inaspettate deformazioni dovute allo scongelamento del suolo. Decidemmo di ritentare un approccio diretto con le tre sorelle dell’industria petrolifera russa, Gazprom, Lukoil e Yukos, ma senza ottenere risultati soddisfacenti. Ancora una volta era importante trovare dei partner locali che fossero ben introdotti in questi settori ed in grado di compiere con successo mediazioni con gli enti locali. Dopo diverse visite e partecipazioni a manifestazioni di settore, riuscimmo a trovare dei partner con buoni entrature nell’industria petrolifera, che ci permisero di entrare in contatto con le persone che contano e che hanno il potere decisionale in organizzazioni con decine di migliaia di persone dislocate in diverse sotto strutture ed in un’area geografica situata a cavallo di due Continenti. Anche in questo caso non mancarono le peripezie burocratiche per poter essere ammessi alla lista fornitori accreditati ed in particolare le certificazioni necessarie dei nostri prodotti per sottostare alle norme di sicurezza. Grazie all’efficacia ed intraprendenza dei nostri distributori riuscimmo a sormontare anche questo ostacolo e a proporre con successo un primo progetto di monitoraggio di pipeline. L’installazione è prevista per quest’autunno e prevede la messa in esercizio di un sistema di monitoraggio a fibre ottiche che permetterà di controllare le deformazioni di una condotta di 2 km situata in una zona acquitrinosa della Siberia occidentale e con forti movimenti del suolo causati dal disgelo del terreno (permafrost). I sensori a fibre ottiche verranno applicati con speciali adesivi su tutta la lunghezza della condotta ed i segnali ottici generati da questi sensori verranno prontamente trasmessi via satellite alla centrale di controllo dell’operatore che, qualora si verificassero importanti deformazioni, provvederà a fermare il flusso ed evitare perdite di gas nell’ambiente. La Russia è un Paese immenso, pieno di risorse e con svariate opportunità. Per la sua mentalità e geografia, ci può sembrare un Paese molto lontano e così diverso dal nostro, ma conoscendolo meglio si rivela molto più vicino di quanto possiamo pensare. Sviluppare un mercato richiede spirito d’adattamento e conoscenza dei modi ed aspettative della controparte. L’ex funzionario statale, ora trasformato in uomo d’affari, si comporterà sia con il rigore da ex dirigente sovietico, sia con il cinismo di un moderno business man di successo. Conoscere gli equilibri di questa bivalenza è fondamentale per poter costruire relazioni d’affari consolidate e di successo.
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Da soli è bello, assieme è proficuo. Condividere, organizzarsi, collaborare in rete e gli “altri” faranno parte dei “nostri”. Religione? No, si tratta: di esperienze concrete di aziende che si propongono come un’unica Impresa – la “Virtuelle Fabrik” – verso i clienti; di produrre ciò che si vende, piuttosto che vendere ciò che si produce attraverso ambienti collaborativi, come i Laboratori Viventi – Living Labs – che, per diminuire la quota d’investimenti improduttivi, coinvolgono gli utenti finali a livello di co-creatori d’innovazione; di progettazione virtuale compartecipata, ma ad impatto reale e ad alta affidabilità, di processi e sistemi industriali prima di investire nella realizzazione. In provocAZIONE 4 presentiamo e discutiamo come gli “altri” possano contribuire al “faso tuto mi” – attraverso esperienze concrete di aziende, di nuovi ambienti e processi collaborativi – e strategie di supporto all’innovazione della Confederazione.
Programma 18:00 Benvenuto Giorgio Travaglini, Coordinatore Ticinotransfer 18:05 20 aziende – un’unica impresa virtuale, ma reale L’impresa della Virtuelle Fabrik Charles Huber, Docente ricercatore, Istituto di Business Engineering, Fachhochschule Nordwestschweiz Un’impresa che funziona Guido Besimo, Executive Board, Metallveredlung Kopp AG
18:30 Le reti dei Living-Labs consentono alle PMI di sondare e penetrare nuovi mercati? Roberto Santoro, Presidente, ESoCE-NET 18.45 Attraverso lo specchio … virtuale: chi è la più bella del rea(l)e? Paolo Pedrazzoli, Ricercatore, Istituto CIMSI-SUPSI
19:00 Il modello svizzero di Public Private-Partnership per l’innovazione collaborativa: risultati, sfide e scenari Ingrid Kissling-Näf, Direttrice, Agenzia federale per la promozione dell’innovazione CTI-KTI 19:15 Considerazioni e discussione animata da Claudio Boër, Direttore, Istituto CIMSI-SUPSI 19:30 Aperitivo e networking
Iscrizione: siete invitati a iscrivervi entro il 17 giugno 2010 sul nostro sito www.ticinotransfer.ch Informazioni: info@ticinotransfer.ch - Tel +41 58 666 65 43 Partecipazione: gratuita
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Formazione
Dieci nuovi Gerenti di filiale nel commercio al dettaglio Giovedì 11 marzo a Lugano sono stati consegnati dieci nuovi certificati di Gerente di filiale nel commercio al dettaglio con attestato SIUIFCAM. Il corso è organizzato in Ticino dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino in collaborazione con SIU im Detailhandel di Zurigo. Il certificato è stato ottenuto da: Georgette Pisoni, migliore media 5.7 (Coop), Gabriel Acampora (Swisscom), Alessandro Borrelli (Swisscom), Dario Calori (Migros), Michele Conte (Swisscom), Francesco Fico (Swisscom), Manuel Gonzalez, Pino Parisi (Migros), Boguslawa Stanek, Roberto Uney (Swisscom).
Un’amnistia fiscale per il Cantone Ticino di Marie Jeanne Bosia, Presidente Gruppo Donne PMI Ticino
Il 31 marzo scorso il gruppo Donne PMI Ticino ha organizzato un’incontro alla Camera di Commercio con la Direttrice del Dipartimento delle Finanze e dell’Economia del Cantone Ticino, Onorevole Laura Sadis. La Vicedirettrice della Cc-Ti, Simona Morosoni Marconi, a nome del Direttor Albertoni, ha dato il benvenuto alla gradita ospite e ai presenti ringraziando il Gruppo Donne PMI Ticino per l’interessante iniziativa ed ha sottolineato il sostegno della Cc-Ti alla proposta di amnistia fiscale cantonale. La Consigliera di Stato ha presentato i contenuti del suo progetto su un’“Amnistia fiscale cantonale”, una sua iniziativa alla quale ha dedicato molto tempo e lavoro, per trovare a livello federale e cantonale delle soluzioni alla crisi iniziata nel 2008 e al conseguente inaridimento dei mezzi a disposizione dello Stato. Sadis ha ricordato la storia di questa iniziativa, che in un primo tempo fu presentata a Berna e denominata “proposta Laura Sadis”, e che purtroppo allora non trovò il sostegno da parte della maggioranza dei Cantoni. La proposta iniziale dell’amnistia cantonale comprendeva tre punti : •u n’impostazione di aliquota massima per le persone ricche oggi tassate maggiormente che in altri Cantoni, •u n’imposizione globale a favore di stranieri residenti in Ticino (oggi se ne contano circa 700) e si auspica che il nostro Cantone resti attrattivo per questa categoria di contribuenti, •u n’amnistia fiscale cantonale che possa concernere tutti i contribuenti.
La proposta attuale di Laura Sadis è il risultato di uno studio lungo e approfondito in collaborazione con la SUPSI. Purtroppo l’intero pacchetto non è stato accettato per ora, quindi sarà solamente la proposta di amnistia fiscale cantonale che sarà discussa in Gran Consiglio. Laura Sadis ha sottolineato la quasi impossibilità di un’amnistia fiscale federale, perché vi sono in gioco troppi interessi e problemi da risolvere (oneri sociali, IVA, imposta preventiva, ecc.). Durante la sua esposizione ha spiegato le ripercussioni e le opportunità di un’amnistia fiscale, l’ultima vissuta 41 anni fa. Al termine della presentazione le domande poste sono state numerose e i commenti da parte del pubblico hanno dimostrato grande interesse per il tema affrontato. Il Gruppo Donne PMI Ticino ringrazia l’Onorevole Sadis per la piacevole serata e per le chiare spiegazioni fornite nell’illustrare i contenuti del suo progetto. Il Gruppo Donne PMI appoggia l’iniziativa per un’amnistia fiscale cantonale e la ritiene opportuna e giustificata.
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Formazione
Corsi DI formazione proposti dalla Cc-Ti
DIRITTO DEL LAVORO Modulo 2 Fine del rapporto di lavoro (problematiche legate alla disdetta), certificato di lavoro, divieto di concorrenza, ecc. 12 maggio 2010, dalle 13.30 alle 17.30
MODELLI E CONTRATTI DI LAVORO Lunedì 7 giugno 2010, dalle 09.00 alle 13.00 Modelli di lavoro: i tipi di orari di lavoro, le forme di lavoro, i diversi modelli di lavoro Contratti di lavoro: orario – mensile e annuale, contratti speciali
ASSICURAZIONI DI TRASPORTO Modulo 1 (Corso di base): Rischi per le merci in viaggio, trasferimento del rischio dal venditore al compratore, accenni agli Incoterms, responsabilità del trasportatore stradale per i danni alla merce, cenni sui limiti di responsabilità nel trasporto aereo, postale marittimo e ferroviario, le coperture assicurative; le forme di polizza; esempi 20 maggio 2010, dalle 13.30 alle 17.00
LE CESSIONI COMUNITARIE IN MATERIA D’IVA Giovedì 10 giugno 2010, dalle 14.00 alle 17.00 LA REMUNERAZIONE E LE SUE POLITICHE Lunedì 14 giugno 2010, dalle 09.00 alle 13.00 Programma: La scelta di un sistema retributivo: fissa e variabile; benefits; provvigioni, bonus e gratifiche, total compensation
Modulo 2 (Corso di approfondimento): Il funzionamento dell’assicurazione crediti, quando utilizzare l’assicurazione crediti, i rischi ed i vantaggi, esempi e domande 26 maggio 2010, dalle 16.30 alle 18.00 IL DIVIETO DI CONCORRENZA NEL CONTRATTO DI LAVORO Giovedì 27 maggio 2010, dalle 16.00 alle 17.30 Programma: quando introdurre un divieto di concorrenza nel contratto di lavoro, forma dell’accordo, limitazioni e conseguenze della violazione del divieto di concorrenza; accenni alla legge federale contro la concorrenza sleale e al segreto bancario IL RECLAMO DEL CLIENTE COME OPPORTUNITÀ PER L’AZIENDA Lunedì 31 maggio 2010, dalle 09.00 alle 17.00 Programma: il concetto di servizio, significato e valore strategico della reclamazione, le motivazioni della reclamazione, l’utilizzo delle parole “giuste” per rispondere; trasformare un insuccesso in successo: il metodo; gli esempi pratici da applicare subito
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SETTEMBRE 2010 - NUOVI CICLI FORMATIVI:
- Scuola capo-azienda -C orso preparatorio all’esame professionale superiore per il diploma federale di economista aziendale nelle arti e mestieri - Gerente di filiale nel commercio al dettaglio Per informazioni: corsi@cc-ti.ch
Servizi della Cc-Ti
SPECIALE USI CAREER FORUM CANDIDATO Simone Piccolo Master in Economia e Politiche Internazionali all’USI: Bachelor in Scienze Internazionali e Diplomatiche a Genova
Conoscenze linguistiche
Italiano: madrelingua Inglese: eccellente Russo: discreto
Cittadinanza: Italiana Anno di nascita: 1987
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INDIRIZZO
Stage o esperienza professionale nel campo del management /gestione delle relazioni esterne di aziende private o di istituti finanziari. Già attivo nel settore della pubblica amministrazione e della consulenza in materia di progetti dell’Unione Europea. Interessato alla realtà del Canton Ticino e agli ambienti caratterizzati da internazionalità. Disponibile a trasferte o trasferimenti.
Via Giovane Italia 2 bis 27029 Varazze SV - Italia Tel. +39 347 7472237 simonepic@hotmail.it
Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o info@cc-ti.ch Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della Cc-Ti
LE NOSTRE COMPETENZE AL VOSTRO SERVIZIO BDO: il vostro partner di fiducia.
Ai nostri clienti offriamo servizi di revisione, consulenza e fiduciari. BDO rappresenta il partner ideale per raggiungere i vostri obiettivi aziendali. I nostri servizi si rivolgono in particolare alle piccole medie imprese e agli enti pubblici presenti sul nostro territorio. Garantiamo prestazioni di qualità e personalizzate in funzione delle esigenze del cliente. Ulteriori informazioni al numero +41 (0)91 913 32 00 o www.bdo.ch BDO SA, Via G.B. Pioda 14, 6901 Lugano Revisione • Consulenza • Fiduciaria
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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino
GIORNATE DI CONSULENZE PAESE LUGANO, MAGGIO/GIUGNO 2010 India: la crescita continua fino al 7%
Lugano, 12 maggio 2010 • boom in infrastruttura, trasporto, industria automobilistica ambiente ed altri; • crisi finanziaria? non in India!
GCC: grande richiesta in vari settori
Lugano, 21 maggio 2010 • forte domanda nei settori farmaceutica, tecniche mediche, apparecchiature ospedaliere, cosmetica, prodotti wellness, consulenze per servizi di gestione ospedaliera; • richiesta in aumento per cleantech (vedi Masdar City ad Abu Dhabi ed Economic Cities in Arabia Saudita); • beni di lusso e generi alimentari sempre molto apprezzati; • aumento della domanda per macchinari e apparecchiature per l’industria plastica e per altri settori.
Gran Bretagna: grandi opportunità grazie agli investimenti nell’infrastruttura
• • • •
Lugano, 11 giugno 2010 • dal 1° aprile 2010: nuova tariffa per incentivare la produzione energetica da fonti rinnovabili (feed-in tariff, FIT), che genererà un aumento degli impianti per lo sfruttamento di tali fonti; 200 Mio GBP supplementari per programmi di efficienza energetica; sussidi per impianti eolici e ad energia solare; investimento per oltre 4 Mrd GBP per gas, elettricità e acqua; 8,6 Mrd EUR destinati all’ampliamento dell’aeroporto di Londra, con progetti per una terza pista e per il sesto terminal; oltre 4,5 Mrd GBP investiti nel settore ferroviario; investimenti per 4 Mrd GBP nel 2009-2010 anche per migliorie dell’approvvigionamento idrico.
Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dai paesi di riferimento. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei paesi sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! CONTATTATECI AL NO. TEL. +41 91 911 51 37 OPPURE TRAMITE E-MAIL ALL’INDIRIZZO INFO.LUGANO@OSEC.CH, SAREMO LIETI DI FISSARVI UN APPUNTAMENTO.
Cina: rapida crescita del mercato degli articoli di lusso
Negli ultimi anni, la Cina ha raggiunto il secondo posto nella classifica dei mercati degli articoli di lusso. Il Giappone rimane in vetta, ma rischia di farsi spodestare dalla Cina entro il 2015. Il Paese di Mezzo conta attualmente 18’000 miliardari e 440’000 multimiliardari, con tendenza al rialzo. Inoltre, vi sono oltre 200 milioni di consumatori che si permettono spesso e volentieri articoli di lusso e dispongono dei mezzi necessari per offrirseli. Il maggior numero di acquirenti si trova soprattutto nelle metropoli economiche di Pechino,
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Shanghai, Guangzhou e Hangzhou. L’anno scorso sono stati venduti in Cina articoli di lusso per un importo complessivo di 9,4 miliardi di dollari, ossia circa il 27,5% delle vendite mondiali. Gli esperti stimano una crescita annua del mercato pari a 14,5 miliardi di dollari entro il 2015. Comunicato stampa di McKinsey&Company: “China to have the world’s fourth-largest number of wealthy households” www.mckinsey.com/locations/greaterchina/mckonchina/reports/china_wealthy_household.aspx Download McKinsey-Report: “The coming of age – Chi-
na’s New Class of Wealthy Consumers” www.mckinsey.com/locations/greaterchina/mckonchina/reports/mcKinsey_wealthy_consumer_report.pdf
Cina: al primo posto nella promozione delle energie rinnovabili
Secondo una ricerca del Pew Research Center a Washington D.C., nel 2009 la Cina è stato il maggior promotore delle energie rinnovabili al mondo, con 34,6 miliardi di dollari stanziati a tale scopo. Supera quindi per la prima volta gli USA, che hanno messo a disposizione la somma comparativamente modesta di 18,6 miliardi. Seguono Gran Bretagna con 11,2 miliardi di dollari, Spagna (10,4 miliardi), Brasile (7,4) e Germania (4,3). China Daily: “Pew report: China leading in clean energy spending” w w w.chinadaily.com.cn /opinion /2010 - 03/26 /con tent_9648147.htm The Pew Charitable Trusts: “Who’s Winning the Clean Energy Race? Growth, Competition and Opportunity in the World’s Largest Economies” www.pewtrusts.org/uploadedFiles/wwwpewtrustsorg/Reports/Global_warming/G-20%20Report.pdf
Australia: i motori della crescita economica
L’Australia prevede una crescita del 2,2% del PIL nel 2010. Secondo uno studio dei consulenti aziendali di Ibis World intitolato “Industries to Fly and to Fall in 2010”, i settori trainanti saranno i seguenti: • produzione di zucchero; • agricoltura bio; • produzione di olio e gas; • costruzioni (edifici pubblici); • isolazioni; • servizi sanitari (assicurazioni malattia, metodi di cura alternativi, terapie dietetiche); • shopping online; • prodotti per l’infanzia. I rami che continueranno a registrare crescite negative sono: • industria grafica e della carta; • costruzione (appartamenti); • telecomunicazioni via cavo; • videoteche; • agenzie di viaggio. Come evidenziato in un ulteriore rapporto di 53 pagine redatto da Ibis World e intitolato “Biotechnology in Australia”, l’industria biotecnologica si prepara ad un nuovo incremento. Gli impulsi provengono da vaccini gratis contro il carcinoma del collo uterino, l’autorizzazione all’impianto di semi geneticamente modificati negli stati di Victoria e New South Wales. Ibis World: “Industries to Fly and Fall in 2010” www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/au/ export/economic_report.-RelatedBoxSlot-15131-ItemList91750-File.File.pdf/AustraliaSpecial%20Report-Top-industries.pdf Ibis World Industry Report: “Biotechnology in Australia” www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/au/export/economic_report.-RelatedBoxSlot-15131-ItemList-18380File.File.pdf/Australia_BiotechnologyIndustryReport.pdf
Gli Stati dell’Asean prevedono grandi investimenti nell’infrastruttura dei trasporti
Secondo un rapporto stilato da KPMG, 32 miliardi di dollari
affluiranno per l’ottimizzazione dell’infrastruttura dei trasporti nel sudest asiatico dal 2010 al 2014. L’80% degli investimenti è destinato a Indonesia, Malesia, Singapore e Thailandia, ma si assisterà all’incremento maggiore delle spese annuali in Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam. Comunicato stampa di KPMG: “KPMG assesses growth in Southeast Asian transport spend” www.kpmg.com/Global/en/IssuesAndInsights/ArticlesPublications/Press-releases/Pages/Press-release-southeast-asiatransport-20-Nov-09.aspx Download KPMG Report: “Global Infrastructure Trend Monitor: Southeast Asian Transport - Outlook 2010-2014” www.kpmg.com/Global/en/IssuesAndInsights/ArticlesPublications/Pages/South-east-Asian-Transport-Outlook-2010-2014.aspx
Russia: nuove disposizioni per il soggiorno di manodopera straniera
Negli ultimi mesi, sono entrate in vigore diverse nuove disposizioni volte a regolamentare l’assunzione e la registrazione di manodopera straniera in Russia. Dal 29 gennaio 2010, la nuova regolamentazione delle spese procedurali da versare per i permessi della manodopera straniera prescrive le seguenti tasse: • r ilascio di permessi per l’assunzione e l’impiego di manodopera estera: ora ammonta al controvalore di 150 euro / finora a 75 euro per lavoratore; • r ilascio di permessi di lavoro individuali: ora 50 euro / finora 25 euro; • r egistrazione (iscrizione) di un cittadino estero o di un apolide al luogo di soggiorno: ora 5 centesimi per ogni giorno di soggiorno, per un massimo di 5 euro; •p roroga del termine provvisorio di soggiorno di un cittadino estero o di un apolide: ora 5 centesimi per ogni giorno di soggiorno, per un massimo di 15 euro. Da settembre 2009, i datori di lavoro in Russia devono tenere un registro, documentando tutti i viaggi di servizio dei lavoratori russi e stranieri. A questo proposito, si ricorda che un decreto di febbraio 2007 limita la durata dei viaggi di servizio effettuati da lavoratori esteri: • f ino a dieci giorni civili per lavoratori con permesso di lavoro (riferiti alla durata del permesso di lavoro); con indicazione esplicita dell’attività di viaggio nel contratto di lavoro russo: fino a 60 giorni civili; • f ino a 40 giorni civili per lavoratori con permesso di soggiorno (riferiti a dodici mesi civili); con indicazione esplicita dell’attività di viaggio nel contratto di lavoro russo: fino a 90 giorni civili; Camera di commercio tedesco-russa (Deutsch-Russische Auslandshandelskammer): “Neuerungen beim Arbeitsrecht und der Registrierung ausländischer Mitarbeiter” http://russland.ahk.de/fileadmin/user_upload/Dokumente/ Publikationen/Kurzinfo/2010/2010_03_16Dienstreisejourn al_de.pdf
Austria: nuova strategia per promuovere le energie rinnovabili
L’Austria intende aumentare la quota parte di energie rinnovabili rispetto al consumo energetico totale dal 29% attuale al 35% entro il 2020. Le misure previste da “EnergieStrategie Österreich” sono state pubblicate recentemente e comprendono quanto segue: • r estaurare gli edifici esistenti (aumento fino al 3% della quota parte annuale entro il 2020; attualmente ca. 1%);
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• r addoppiare la capacità produttiva eolica a 3’000 ore gigawatt; • o ttimizzare l’impiego del fotovoltaico (soprattutto integrando maggiormente gli impianti fotovoltaici negli edifici); promuovere tali impianti a partire da una potenza di picco di 5 chilowatt; • a mpliare il calore prodotto, anche a distanza, dalla biomassa; • c ostruire nuovi impianti idroelettrici e risanare quelli esistenti (per aumentarne l’efficienza); incrementare la produzione elettrica annuale di circa 4’200 ore gigawatt; • a mpliare la capacità di accumulazione nelle Alpi; •u tilizzare infrastrutture di rete intelligenti (smart grid e smart meter). Il governo austriaco preventiva un investimento annuo di circa 1 miliardo di euro per la realizzazione delle misure. “EnergieStrategie Österreich” www.energiestrategie.at/daten-fakten
Romania: rapporto sugli investimenti svizzeri
Le 15 pagine della recente pubblicazione “Swiss Investment Report Romania” approfondiscono le seguenti tematiche: • v olume totale degli investimenti svizzeri (circa 1,7 miliardi di franchi); •p ro e contro degli investimenti in Romania (salari e costi di gestione bassi, grande potenziale di mercato interno; contro: burocrazia, politica economica insoddisfacente, carente stabilità giuridica e trasparenza); • c lima degli investimenti (attuale e futuro: limitata soddisfazione). Swiss Investment Report Romania www.osec.ch/internet/osec/en/home/export/countries/ro/export/invest.html > Downloads
Ostica attuazione della direttiva UE sui servizi
Solo 9 dei 27 Stati membri dell’UE hanno attuato completamente nel diritto nazionale la nuova direttiva sui servizi entrata in vigore ufficialmente il 28 dicembre scorso. Inoltre, i punti di contatto prescritti dalla direttiva non sono ancora stati istituiti in un quarto dei Paesi. Secondo una comunicazione dell’Associazione mantello delle Camere di commercio europee, la direttiva è stata attuata o lo sarà prossimamente nelle seguenti nove nazioni: •D animarca •G ermania •E stonia •F inlandia •G ran Bretagna •P aesi Bassi •S vezia •R epubblica Ceca •U ngheria. I nove Stati membri seguenti evidenziano ancora lacune legislative nell’applicazione pratica: •B elgio •F rancia •L ussemburgo •M alta •A ustria •P ortogallo •R omania •S pagna •C ipro.
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L’attuazione risulta ancora a stadio embrionale nei seguenti otto Paesi: •B ulgaria •G recia • I rlanda • I talia •L ettonia •P olonia •R epubblica Slovacca •S lovenia. Non sono disponibili dati relativi alla Lituania. EU-Business: “Services Directive properly implemented in only one third of member states, Eurochambres survey shows” www.eubusiness.com/topics/sme/eurochambres.10-02-02 European Commission – The EU Single Market: “Directive on services in the Internal Market” ec.europa.eu/internal_market/services/services-dir/index_ en.htm
Si prospetta una nuova crescita del mercato farmaceutico
Il numero di paesi con una crescita marcata del settore farmaceutico continua ad aumentare. Secondo uno studio pubblicato recentemente, IMS Health conta 17 nuovi “pharmerging markets” (finora erano 7). Stima inoltre che entro il 2013, questi mercati farmaceutici emergenti possano rappresentare quasi la metà (48%) della crescita annuale a livello internazionale (nel 2009: 37%). Il maggior potenziale risulta in Cina. Già l’anno prossimo, il Paese di Mezzo dovrebbe occupare il terzo posto tra i maggiori mercati farmaceutici mondiali. Ci si attende ad una forte domanda di medicinali generici di produzione cinese e di prodotti innovativi forniti da imprese rinomate a livello internazionale. La crescita è stimata in oltre 40 miliardi di dollari entro il 2013. Secondo IMS Health, anche gli altri Stati BRIC (Brasile, Russia e India) saranno tra i maggiori acquirenti di farmaci al mondo entro il 2013, con una crescita stimata tra 5 e 15 miliardi di dollari. Un incremento tra 1 e 5 miliardi di dollari nei prossimi anni è atteso in altri 13 “pharmerging markets”, ossia in Egitto, Argentina, Indonesia, Messico, Pakistan, Polonia, Romania, Sudafrica, Thailandia, Turchia, Ucraina, Venezuela e Vietnam. Comunicato stampa di IMS: “IMS Announces 17 Countries Now Rank as High-Growth ‘Pharmerging’ Markets; Forecast to Contribute Nearly Half of Industry Growth by 2013” www.imshealth.com/portal/site/imshealth/menuitem.a46c6 d4df3db4b3d88f611019418c22a/?vgnextoid=01624605b 5367210VgnVCM100000ed152ca2RCRD&vgnextchannel= 41a67900b55a5110VgnVCM10000071812ca2RCRD&vgn extfmt=default Download dello studio di IMS: “Pharmerging Shake-Up: New Imperatives in a Redefined World” www.imshealth.com/pharmergingreport2010
I paesi con l’economia più liberale al mondo
Secondo un recente sondaggio effettuato da Heritage Foundation in collaborazione con Wall Street Journal, Hong Kong ha l’economia più liberale al mondo. La Svizzera è sesta e, dopo l’Irlanda, è il paese europeo con il piazzamento migliore. La top ten si completa con: Singapore (2), Australia (3), Nuova Zelanda (4), Canada (7), USA (8) e Cile (10). In
fondo alla classifica si trovano: Sudan, Iraq, Afghanistan, Corea del Nord, Zimbabwe, Cuba, Eritrea, Myanmar, Venezuela e Libia. I seguenti fattori sono stati valutati: • c ondizioni quadro commerciali (i migliori voti spettano a: Nuova Zelanda, Hong Kong e Singapore); • l ibertà di commercio (Hong Kong, Macao, Singapore); • f iscalità (Bahrein, Kuwait, Qatar); • s pese dello stato (Myanmar, Singapore, Macao); • s tabilità finanziaria (Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda); • c ondizioni quadro per gli investimenti (Irlanda, Lussemburgo, Danimarca); • c ondizioni quadro per i finanziamenti (Australia, Danimarca, Hong Kong); •d iritto della proprietà (Nuova Zelanda, Svezia, Australia); • c orruzione (Danimarca, Nuova Zelanda, Svezia); •d iritto del lavoro (Singapore, Australia, USA). Heritage Foundation / Wall Street Journal: “Economic Opportunity and Prosperity: 2010 Index of Economic Freedom” www.heritage.org/index
Global Trade Alert: panoramica sulle barriere commerciali per paese
Global Trade Alert effettua il monitoraggio delle disposizioni che entrano in vigore a livello globale al fine di verificare se intralciano il commercio transfrontaliero. Non tutte, ma molte hanno fini protezionistici e rischiano di ostacolare gli scambi internazionali. In testa all’attuale statistica per paesi stilata da Global Trade Alert si trova la Russia con 44 nuovi disposizioni che rendono più difficoltoso il commercio transfrontaliero (stato al 12 marzo 2010), seguita da Argentina (con 28), Germania (26) e Gran Bretagna (21). Nella zona dell’UE sono state riscontrate 125 nuove barriere commerciali. Le nazioni più attive in questo senso, oltre alle già citate Germania e Gran Bretagna, risultano essere Italia, Ungheria, Spagna, Austria, Paesi Bassi e Irlanda. Global Trade Alert www.globaltradealert.org Global Trade Alert: Statistics www.globaltradealert.org/site-statistics Global Trade Alert: Statistics – Implementing Jurisdictions www.globaltradealert.org/site-statistics/table/3
Rapporti settoriali dell’Osec
Osec, in collaborazione con esperti e con gli Swiss Business Hubs, ha elaborato studi dedicati a tematiche e tendenze attuali in diversi paesi del mondo. Alcuni rapporti sono stati presentati nella precedente edizione di Ticino Business, ve ne segnaliamo altri di seguito: Edilizia ecologica in Sudafrica 2010 (rapporto in lingua inglese, 54 pagine, gennaio 2010, costo: CHF 170.-) Il rapporto settoriale analizza i parametri per la costruzione sostenibile negli stati sudafricani e determina segmenti di mercato con alto potenziale di sviluppo in questa regione. Conclude che il rapido sviluppo dell’edilizia ecologica offre molteplici possibilità alle imprese svizzere di presentare i loro prodotti e servizi nei settori
costruzione, architettura, design e tecnologie pulite, soprattutto in Sudafrica. L’attività aziendale di imprese cleantech negli Stati del Golfo (GCC): un rapporto di valutazione del mercato 2009 (rapporto in lingua inglese, 100 pagine, ottobre 2009, costo: 170.-) Il rapporto di valutazione del mercato informa sulla situazione attuale del cleantech (aria, acqua, rifiuti, produzione energetica, infrastruttura energetica, accumulo energetico, edifici, mobilità, fabbricazione, agricoltura) al fine di determinare specifici rami cleantech e settori del mercato negli Stati del GCC (Gulf Cooperation Council) con opportunità d’affari rilevanti per le imprese svizzere intenzionate ad affermarsi nella regione. Funge anche da manuale per reperire ulteriori possibilità settoriali. Energie pulite in Polonia 2009 (rapporto in lingua inglese, 32 pagine, ottobre 2009, costo: CHF 170.-) Il rapporto descrive l’attuale situazione del ramo delle energie rinnovabili in Polonia e mostra quali risorse saranno a disposizione della prossima generazione. Le informazioni fornite sono utili per potenziali investitori e produttori al fine di determinare la loro attività aziendale in Polonia. Il mercato US delle tecniche mediche: Opportunità e sfide per le imprese svizzere nell’anno 2009 (rapporto in lingua tedesca, 132 pagine, novembre 2009, costo: CHF 170.-) Il rapporto intende assistere le imprese svizzere intenzionate ad affermarsi sul mercato statunitense delle tecniche mediche. I produttori svizzeri di apparecchiature originali (OEM) d’ingegneria medica, fornitori e subfornitori di componenti di tecnica medica e i fabbricanti di macchine utensili forniscono un quadro del mercato sanitario e medico americano. Lo studio illustra l’ampiezza del mercato e le relative opportunità e sfide. Elenca segmenti in crescita e temi d’interesse per produttori e distributori di apparecchiature mediche. Si dedica ai settori malattie cardiovascolari, ortopedia, apparecchi e procedure di chirurgia mini-invasiva, tecniche di diagnostica, tecniche di riabilitazione e di trasporto riabilitativo nonché odontotecnica. Per l’ordinazione di questi e altri rapporti settoriali, prego consultare la nostra pagina internet: www.osec.ch/internet/osec/it/home/export/publications/reports.html
Osec
Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@osec.ch www.osec.ch
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Commercio estero di Monica Zurfluh, Responsabile Osec in Ticino e di Marco Passalia, Responsabile Servizio Export e Legalizzazioni Cc-Ti
L’export sta riprendendo vigore
La recessione sembra oramai passata e tutti gli indicatori economici propendono a mostrare un clima più positivo e rassicurante. Non di meno, i principali istituti economici elvetici ed internazionali prevedono una crescita reale del Prodotto interno lordo (PIL) per il 2010 che si attesta in una forchetta tra l’1% ed il 2,5%. Gli indicatori economici utilizzati dagli analisti sono di vario tipo ed a dipendenza delle proprie caratteristiche vengono impiegati per prevedere in anticipo, per osservare nello stesso intervallo di tempo o per commentare a posteriori una determinata dinamica del ciclo economico. Anche la bilancia commerciale e, quindi, la differenza tra le esportazioni e le importazioni di merci, può darci informazioni utili a carpire l’andamento e le aspettative di parecchi settori economici. Per quanto riguarda le esportazioni si può dire in generale che queste danno alcune indicazioni sullo stato di salute di un determinato settore, se pensiamo ai beni di consumo, mentre possono aiutare a fare delle previsioni se ci riferiamo ai beni d’investimento. Se ora diamo un’occhiata alle esportazioni nel primo trimestre del 2010 notiamo che per la prima volta dall’ultimo trimestre del 2008 è avvenuta una crescita importante (+6,9%, attestandosi a 47,3 miliardi di franchi), trainata soprattutto da quei settori più legati alla domanda e quindi al consumo. Sull’altro piatto della bilancia commerciale, è altresì importante notare che le importazioni nel primo semestre del 2010 sono ritornate a mostrare una tendenza decisamente diversa rispetto all’andamento che ha caratterizzato il 2009. Anche in questo caso, l’incremento nei primi tre mesi del 2010 delle importazioni di materie prime e di prodotti semi-lavorati ci danno buone indicazioni sulle tendenze attuali e a breve termine di alcuni settori. Allo stesso tempo, però, occorre osservare che i beni d’investimento continuano a viaggiare sul posto, mentre i beni di consumo importati sono stati caratterizzati da un andamento negativo. A questo punto è sicuramente interessante dare un’occhiata più in dettaglio alle esportazioni per settore nel primo trimestre del 2010. Come illustrato dal grafico, le vendite oltre confine sono migliorate in quasi tutti i rami, eccezion fatta per l’industria dell’abbigliamento e degli strumenti di precisione, che hanno registrato
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una contrazione del 17,6% rispettivamente dell’1,7%. I risultati migliori sono stati realizzati dal settore orologiero (+16,6%), dalla metallurgia (+14,5%) e dal ramo chimico-farmaceutico (+12,7%), seguiti dall’industria delle derrate alimentari, delle bevande e dei tabacchi, dall’industria tessile e da quella delle materie plastiche. L’industria della carta e tipografica assieme al ramo delle macchine e dell’elettronica hanno continuato invece a mostrare cifre negative, seppur migliori rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La progressione maggiore delle consegne elvetiche è stata registrata in Asia (+14,9%) - a conferma della crescente importanza della regione quale area di destinazione dell’export svizzero e dall’Oceania (+19,8). Il mercato asiatico assorbe ora ben un quinto delle esportazioni del nostro Paese. Il mercato europeo, principale partner commerciale della Svizzera, ha invece assorbito i 2/3 dei prodotti elvetici, segnando tuttavia un incremento modesto (+4,5%). Per quanto concerne i singoli Paesi di destinazione dell’export svizzero, il balzo più grande è stato segnato da Singapore (+96%, praticamente il doppio delle consegne dello stesso periodo dell’anno precedente), Ucraina (+69,8%), Taiwan (+52,6%) e Hong Kong (+35,8%), seguiti da Irlanda, Russia, Sudafrica e Brasile (tra il 20 e il 36%). In Europa, Germania, Italia e Francia restano i partner principali della Svizzera. L’export verso gli Stati Uniti ha segnato una crescita del 4,7%, mentre quello verso la Cina - secondo partner commerciale in Asia - del 14,2%. Molto diversi i risultati con i due Paesi con i quali di recente sono entrati in vigore degli accordi di libero scambio: se da un lato le consegne a destinazione del Canada hanno segnato una crescita a due cifre (+19,%), dall’altro lato, le esportazioni verso il Giappone - principale Paese di destinazione delle esportazioni elvetiche in Asia - hanno evidenziato una contrazione del 2,5%. In conclusione, si può certamente dire che la ripresa delle esportazioni porta una ventata di ottimismo e ridà fiducia alle aziende elvetiche. Ma allo stesso tempo è importante sottolineare che i risultati positivi non sono casuali, ma sono il frutto di una buona capacità delle nostre aziende di innovarsi, di proporre prodotti di qualità e di cercare costantemente nuovi mercati.
Fiere internazionali
Midest 2010 Parigi, 2 – 5 novembre 2010
Il Midest di Parigi si svolge ogni anno e rappresenta il più importante salone internazionale della subfornitura a livello europeo. Tra i settori d’interesse figurano: meccanica, lavorazione dei metalli, della gomma e della plastica, meccanica di precisione, elettronica ed elettrotecnica nonché i servizi ivi connessi. Nel 2009, la fiera ha registrato 39’710 visitatori e 1’750 espositori su una superficie di 50’000 m². Le aziende svizzere possono presentare idealmente i loro prodotti nel quadro del padiglione collettivo “SWISS Pavilion”. Informazioni generali sulla fiera: www.midest.com Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > Midest 2010
The Big 5 Show 2010 Dubai, 22 – 25 novembre 2010
La fiera annuale “Big 5 Show” è il più grande evento della costruzione e dei rami affini nella regione del Golfo (tecnica edile, macchinari, arredamento d’interni, climatizzazione, pulizia e manutenzione, gestione delle risorse idriche e naturali, bagni e ceramica, vetro, metallo, marmo e pietra). L’edizione precedente ha visto partecipare 3’143 espositori provenienti da 71 paesi e affluire 46’680 visitatori. Il Big 5 rappresenta l’occasione ideale per presentare i propri prodotti e novità a un pubblico esigente. Osec, Swiss Business Hub Dubai e Swiss Business Council Dubai vi allestiranno uno “SWISS Pavilion”. Non perdete quest’occasione unica per presentarvi ai professionisti e ai poteri decisionali del GCC! Informazioni generali sulla fiera: www.thebig5exhibition.com Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > The Big 5 Show 2010
Pollutec 2010 Lione, 30 novembre – 3 dicembre 2010
Pollutec rappresenta uno dei maggiori saloni nel settore delle tecnologie ecologiche. Organizzato in alternanza con il Pollutec Horizons di Parigi, il salone di Lione è un luogo d’incontro privilegiato per i poteri decisionali pubblici e privati. Tratta numerose tematiche legate alla tecnica ambientale (aria, acqua, terra, analisi, rumore, rifiuti, riciclaggio, energie alternative, pulitura, ricerca, rischi, salute, amministrazione). L’edizione 2009 ha contato 2’340 espositori da tutto il mondo e ha visto l’affluenza di 73'668 visitatori, di cui l’11% proveniva dall’estero (Europa, Africa, America del Nord/Sud, Asia). Lo “SWISS Pavilion” allestito da T-Link Management AG rappresenta la piattaforma ideale per le aziende che desiderano posizionarsi sul mercato o approfondire i contatti esistenti.
“SWISS Pavilion”: fieri di rappresentare il “Made in Switzerland”
Informazioni generali sulla fiera: www.pollutec.com Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > The Big 5 Show 2010 Vi segnaliamo inoltre il seguente evento che riteniamo d’interesse anche per le aziende esportatrici ticinesi:
Meet4Cleantech Borsa per le cooperazione nell’ambito del commercio, della tecnologia e della ricerca Ginevra, 1 – 2 giugno 2010
In occasione del lancio del cluster cleantech della Svizzera occidentale si terrà una borsa europea di partenariato volta a diffondere le collaborazioni commerciali e tecnologiche nonché a promuovere i progetti europei di ricerca e sviluppo nei seguenti tre settori: Energy Efficient Buildings, Green Cars e Factory of the Future. L’evento è promosso da Euresearch in collaborazione con il cluster cleantech della Svizzera occidentale, l’Osec, l’Office de Promotion des Industries et des Technologies (OPI) ed Enterprise Europe Network in Svizzera. Gli iscritti alla borsa caricano il loro profilo di cooperazione (offerta o domanda) sul catalogo online e scelgono chi desiderano incontrare per un meeting face2face di 30 minuti. Questi incontri di networking organizzati con imprese e organizzazione di ricerca sono molto efficaci: secondo il feedback avuto da eventi simili organizzati da Enterprise Europe Network, oltre il 50% degli incontri sfocia in ulteriori collaborazioni. La manifestazione è rivolta ai rappresentanti di PMI, dell’industria e dei centri di ricerca di tutta l’Europa. Informazioni generali sull’evento: www.osec.ch/fairs > corsi e manifestazioni > meet4cleantech Maggiori informazioni e modalità d’iscrizione: www.meet4cleantech.eu
Informazioni sugli “Swiss Pavilion”: www.osec.ch/FIERE
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Vita dei Soci Soci
“L’INVESTIMENTO VINCENTE ... UN CUORE PER LA SALUTE” Giovedì 20 maggio 2010 – Hotel Belvedere a Locarno “La prevenzione e la cultura della salute” www.sakr.ch
Evento patrocinato dalla Città di Locarno
Aperto a tutti: dagli imprenditori, ai direttori, agli esponenti del settore sanitario ed educativo e alla cittadinanza in generale
Programma: Prima parte
Introduzione e interattività con il pubblico
Dalle 13.30 Accoglienza ospiti e caffè di benvenuto 14.00 – 16.15 Saluto di benvenuto della Direttrice Margherita Maffeis - MaffeisNetwork SA, e introduzione al progetto “L’investimento vincente… un cuore per la salute” Prima interazione con il pubblico “Nel cuore della saggezza. Ho solo due medici di fiducia: la mia gamba destra e quella sinistra”. Interazione con il pubblico Dr. med. Graziano Ruggieri, Vice primario Clinica Hildebrand “Tücc insema contra’l stress” con la partecipazione di Yor Milano e Luca Maciacchini Introduzione pratica al metodo Tellington con Teresa Cottarelli-Guenther Interazione con il pubblico
Seconda parte Approfondimenti e interattività con il pubblico
Moderatrice: Cristina Bonzanigo, Dott.ssa in scienze politiche e giornalista RSI Dalle 16.30 Accoglienza ospiti e caffè di benvenuto 17.00 – 17.30 Saluto di benvenuto della Direttrice Margherita Maffeis - MaffeisNetwork SA e della Vice Sindaco di Locarno Tiziana Zaninelli Approfondimento del progetto “L’investimento vincente… un cuore per la salute” 17.30 – 17.50 “Nel cuore del metodo Tellington: insieme verso la seconda e terza fase della vita” Teresa Cottarelli-Guenther, Practitioner Telllington TTouch® 17.50 – 18.10 “Nel cuore della nostra mente: autoipnosi per ricaricare le batterie” Dr.ssa med. Cornelia Klauser, FMH Medicina generale 18.10 – 18.30 “Nel cuore del nostro lavoro: il mantenimento della salute in azienda” Anna Brdar, Managerin della salute Helsana 18.30 – 18.45 Pausa e momenti di interazione con il pubblico 18.45 – 19.05 “Nel cuore del nostro equilibrio: i benefici dei programmi interdisciplinari di prevenzione” Dr. med. Graziano Ruggieri, Vice primario Clinica Hildebrand 19.05 – 19.25 “Nel cuore del nostro benessere: i benefici dell’attività fisica” Dr. Claudio Petrillo, Specialista FMH in Medicina generale e riabilitazione 19.25 – 19.45 “Nel cuore del nostro piatto: i benefici di una alimentazione equilibrata” Martina Beltrami, Dietista diplomata 19.45 – 20.15 Tavola rotonda e spazio dedicato alle domande del pubblico Dalle 20.15
Ricco aperitivo e interazione con il pubblico
A tutti i presenti verrà consegnato un attestato di partecipazione. Evento accreditato per professionisti sanitari. Per maggiori informazioni consultare il sito www.maffeisnetwork.ch Tassa di iscrizione: 35.- CHF (giornata intera)/ 25.- CHF (solo prima parte). Posti limitati: vi invitiamo ad iscrivervi al più presto chiamando il numero +41 91 922 95 18 oppure scrivendo una e-mail a info@maffeisnetwork.ch www.sakr.ch
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Pubbliredazionale
Design, libertà, wellness, stile inconfondibile… in una parola: VOLA
Sale da bagno come pezzi da maestro
Le rubinetterie e i miscelatori VOLA, creati per VOLA dall’architetto e designer danese Arne Jacobsen nel 1968, sono pezzi da maestro. Ineguagliati nella purezza della loro linea, concentrano l’attenzione sull’essenziale. VOLA continua a sviluppare la propria reputazione in riferimento al design internazionale. Nel 2009 VOLA ha introdotto un progetto completamente nuovo: la variante individuale di design per scaldasalviette, che diventerà parte integrante fondamentale di una stanza da bagno funzionale e nel contempo stilisticamente inconfondibile. In luogo degli scaldasalviette convenzionali VOLA offre soluzioni di design modulari per scaldasalviette con installazione a parete, che vengono adattate alle esigenze dei clienti. Il nuovo scaldasalviette ha un sistema di installazione con il quale tutti i pezzi funzionali sono integrati nella parete. Lo scaldasalviette è strutturato come sistema flessibile di riscaldatori a immersione, liberamente combinabili in numero e disposizione, che può venire perfino orientato secondo il reticolo delle piastrelle. Il progetto consente la massima libertà possibile e offre una perfetta soluzione di design per ogni allestimento moderno per bagno.
FS5 - rubinetteria con bocca di erogazione ad arco a tutto sesto per vasche indipendenti
Per l’architettura personalizzata per bagno, VOLA ha sviluppato nel 2007 la rubinetteria indipendente per vasca FS1. Nello stesso anno questa è stata premiata con il Good Design Award dell’Athenaeum Museum of Design and Architecture di Chicago. Oltre che con la forma geometrica, la rubinetteria indipendente è ora disponibile anche con l’elegante bocca di erogazione ad arco a tutto sesto. L’estensione del campionario VOLA con la FS5 è il risultato della consistente richiesta di individualizzazione dei prodotti da parte dei clienti. Elegante nella forma e filigranata nel dettaglio, la FS5 conferisce a ogni bagno una straordinaria trasparenza e leggerezza con perfetta funzionalità. VOLA è l’icona del design per bagni come spazi vitali.
Le nuove rubinetterie indipendenti riuniscono libertà, estetica e wellness
VOLA festeggia la sua quarantennale presenza sul mercato con lo sviluppo di nuovi prodotti secondo il principio: festeggiamo la continuità, l’innovazione e il cambiamento. Estetica, wellness e individualità sono le tendenze del moderno allestimento per bagno. Per questa architettura per bagno, VOLA ha sviluppato le sue rubinetterie indipendenti.
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VOLA FS2 è una rubinetteria per lavabo indipendente. Deve la sua straordinaria silhouette alla sua alta bocca di erogazione in filigrana, che si integra perfettamente nella generosità dell’ambiente. È il design rettilineo della FS2 che sottolinea la bellezza di qualsiasi lavabo indipendente. La rubinetteria indipendente per doccia FS3 con termostato possiede tutte le caratteristiche che sono da sempre peculiarità di VOLA: design pregnante, slanciato e scultoreo. La nuova FS3 si distingue per la sua forma moderna e geometrica, che sicuramente entusiasmerà coloro che apprezzano il design VOLA. Tutte le rubinetterie indipendenti (FS1, FS2 e FS3) sono disponibili cromate, cromate opache e in acciaio legato spazzolato. La stanza da bagno può ora diventare, con le rubinetterie indipendenti VOLA, un meraviglioso ambiente SPA attivo ed esclusivo con carattere wellness. VOLA AG Signor Alex Stadler Mülistrasse 18 8320 Fehraltorf Tel. +41 44 955 18 18 ast@vola.ch www.vola.ch
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
Zafil Consulting: per un’azienda sana, produttiva ed efficiente Precisione e puntualità svizzera combinata con flessibilità e creatività italiana Andrea Zambarda
Zafil Consulting SAGL è una piccola realtà imprenditoriale che si occupa di consulenza alle aziende situata sulle sponde del Lago Ceresio, fondata da Andrea Zambarda nel 2006. Andrea Zambarda, classe 1969, nasce a Venezia. Si laurea in fisica, dopo il diploma in informatica. Lavora per un'impresa italiana con un duplice compito: tecnico – progettista e consulente; maturando così numerose esperienze in diversi ambiti. Approda in terra elvetica nel 2001, dove lavora per sei anni in due grandi aziende del Sottoceneri, e nel 2006 fonda la propria azienda: Zafil Consulting. La decennale esperienza nell'industria gli permette di sfruttare le competenze tecniche sviluppate nel corso degli anni. L’ampia esperienza acquisita nella conduzione di progetti, dove le conoscenze specifiche devono essere fortemente supportate da capacità di comunicazione, conduzione, mediazione e relazioni interpersonali, completa il profilo del Signor Zambarda. Nell’autunno 2007 consegue un Executive Master in Business Administration (EMBA) alla SUPSI, per la quale è anche attivo nell’insegnamento quale docente per corsi legati al Project Management ed alla Gestione dell'Innovazione. Zafil propone, in materia di consulenza aziendale, un approccio concreto poiché l’obbiettivo finale delle consulenze è quello di produrre soluzioni durature basate su dati scientifici. Zafil non conosce soluzioni generiche ma solo soluzioni personalizzate sulle reali esigenze dell’azienda. Un secondo aspetto che contraddistingue Zafil è un approccio non convenzionale in materia di consulenza, fortemente caratterizzato da una contaminazione di co-
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noscenze derivanti da vari ambiti che, applicate in campi diversi, porta un'apertura difficilmente riscontrabile in chi si occupa esclusivamente di un settore specifico. In una prima fase la situazione è analizzata, investigata ed approfondita a più livelli, per estrapolare le informazioni ed i dati sui quali lavorare per realizzare proposte di soluzioni. Ogni soluzione contempla la valorizzazione e la rivalutazione delle risorse aziendali. Progetti precisi, obbiettivi chiari ed esperienza in campi multidisciplinari e multietnici contraddistinguono i servizi della società, che opera a livello internazionale, con particolare presenza in Ticino, Germania ed Italia. Oggi Zafil si avvale di numerose partnership con diverse aziende svizzere ed italiane.
Zafil opera principalmente in 4 settori: Consulenza Aziendale: Consulenze specifiche alla gestione aziendale ed al management. Riguardano principalmente, progetti relativi a processi e strategie aziendali, riorganizzazioni, nuovi modelli di business, innovazione e lancio di nuovi prodotti e stesura di business plan. Zafil dedica particolare attenzione ad alcuni processi specifici del mondo delle PMI, per le quali mette a disposizione competenze distintive come l'innovazione, la gestione della catena di fornitura, il miglioramento del processo produttivo, la gestione del cambiamento ed attività legate a start-up.
Consulenza Alberghiera e settore della ristorazione: questa consulenza si basa sull’eccellente efficienza riscontrata da una traslazione di comp etenze da un settore generico (consulenze aziendali) a quello specifico alberghiero e ristorativo. Per questo Zafil offre un comparto di servizi dedicato esclusivamente ad alberghi, ristoranti ed affini. Con il cliente sempre in primo piano, nel settore alberghiero è fondamentale sviluppare piena coscienza delle potenzialità aziendali e dei bisogni del cliente, affinché ci sia sempre il giusto equilibrio tra queste due aree. Zafil offre dunque prestazioni per la gestione corrente, Contabilità Analitica e Revenue Management, e per la gestione di operazioni straordinarie, Strumenti di analisi economica finanziaria.
Consulenza Energetica: un comparto di attività legate alla gestione e realizzazione di progetti energetici. Una PMI non può rinunciare all’energia, in quanto è il motore pulsante di un’azienda, ma è costretta quotidianamente a confrontarsi con i suoi costi. È dunque necessario razionalizzare i consumi per ottimizzare i costi e non gravare troppo il bilancio aziendale. Si possono valutare assieme l'integrazione e la gestione di sistemi basati su Fonti Energetiche Alternative. Si parte con un’analisi dei consumi dell’azienda per procedere ad un piano di razionalizzazione volto alla riduzione del consumo energetico. Zafil ha al suo attivo diverse collaborazioni in importanti progetti che spaziano dall’impiego dell’idrogeno alla realizzazione di fattorie del vento (wind-farm, sistemi con pale eoliche), allo sfruttamento delle’energia solare, termica e fotovoltaica.
Formazione – Coaching: uno dei punti cardini della filosofia di Zafil Consulting è che i collaboratori di un’impresa sono la risorsa centrale dell’azienda. Creare strumenti, momenti d’incontro, di formazione, corsi d’aggiornamento, e workshop equivale a valorizzarli. Ecco perché Zafil si concentra sulla formazione a tutti i livelli, poiché dopo una consulenza occorre formare i dipendenti verso la novità ed il cambiamento, per operare al meglio da subito ed in maniera duratura con i nuovi strumenti. Con la conseguenza che ogni collaboratore, oltre a sentirsi competente, è fortemente motivato identificandosi meglio con l'azienda e la sua evoluzione. Zafil offre anche una formazione focalizzata sugli strumenti manageriali, di gestione, indispensabili nel bagaglio di competenze di ogni collaboratore con responsabilità di persone, progetti e budget.
Per maggiori informazioni è possibile contattare: Zafil Sagl Via Boschina 11 6963 Pregassona
Tel. +41 91 967 47 56 Fax +41 91 234 52 59 info@zafil.ch www.zafil.ch
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Vita dei Soci
Famiglia: una fiera per tutti A Lugano il primo salone internazionale al servizio della famiglia Apre i battenti il prossimo 28 maggio la prima edizione di Famiglia, la manifestazione che si candida a essere punto di riferimento per tutta la “filiera di valore” della famiglia svizzera e italiana, in programma dal 28 al 30 maggio 2010, con un calendario particolarmente ricco di eventi ed iniziative. Famiglia è un evento studiato e voluto per riportare lo sguardo sulla famiglia e coinvolgere le diverse generazioni che ne fanno parte. Un evento che vuole seguire le diverse fasi e identità che compongono il cammino che essa intraprende quando nasce, quando si forma e cresce. Un titolo emblematico che esprime il concetto di famiglia quale nucleo primario e fondamentale del lungo percorso di vita umana, una comunione di persone che rappresenta il mattone costruttivo della società. Un titolo semplice e diretto, che gioca sul significato di famiglia quale cammino, crescita, evoluzione. Famiglia, un lungo percorso di persone, un insieme di tappe, di eventi e di emozioni. Un ritratto veritiero e fuori dagli schemi dell’insieme di generazioni che costituiscono il nucleo famigliare. Una fiera per tutte le età e per tutti i gusti.
Il Salone e il Salone collaterale
Promossa ed organizzata da Consel Suisse,Famiglia si pone come un appuntamento imperdibile che mette in primo piano le esigenze, le caratteristiche e le principali novità che il mercato offre su questo tema, combinando un’area espositiva d’eccellenza a un ampio programma di iniziative collaterali. Il meglio dell’offerta del comparto, costituito da grandi aziende e anche da piccole e medie realtà del territorio svizzero e italiano, è in mostra presso il centro Espositivo di Lugano, su una superficie espositiva di circa 7’000 metri quadrati che si articola in quattro padiglioni interni ed un ampio spazio esterno. Una manifestazione guida, capace di dialogare e dare visibilità a tutti gli attori che rappresentano l’ampio ventaglio di proposte legate al mondo della famiglia, coinvolgendo in modo dinamico ed interattivo i suoi fruitori.
Esporre, fare conoscere e divertire
Famiglia si propone anche come contesto ideale per presentazioni ufficiali, lancio di nuovi prodotti, servizi e attività, nonché occasione privilegiata per convegni, incontri e dibattiti, organizzati da aziende e istituzioni, sui temi che toccano più da vicino il settore, destinati tanto al grande pubblico quanto agli operatori, studiosi e addetti ai lavori. Una vetrina per le aziende e le proposte commerciali, un’opportunità di informazione e di dialogo, svago e divertimento per tutte le fasce d’età. Famiglia è una vetrina qualificata delle attività economiche e commerciali, scientifiche e d’intrattenimento che si articola in differenti settori tematici capaci di soddisfare i diversi gusti del consumatore, attraverso un’offerta orientata alla qualità: sport e gioco, casa e salute, tempo libero e formazione.
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Una fiera “FORMATO famiglia”
La trasversalità dell’offerta è la caratteristica principale per un evento che voglia soddisfare i giovani, i bambini, gli adulti e gli anziani. L’evento, così come strutturato, è rivolto ad un pubblico diversificato per età, professione, interessi, esigenze e passioni.
Espositori
Il Target del gruppo espositori è costituito da aziende pubbliche e private, imprese sanitarie, istituti, associazioni e centri sportivi, centri di aggregazione giovanile e scuole dell’infanzia, centri ricreativi per anziani, case di cura e scuole. A ciascuno viene assegnata un’area espositiva da personalizzare attraverso due modalità: • presentazione delle proprie attività e servizi; • attività commerciale ed interattiva con i visitatori presenti.
Visitatori
La manifestazione è di tipo business to business e business to consumer, quindi rivolta sia agli operatori e addetti ai lavori, sia al grande pubblico. Il bacino geografico d’utenza è locale ed extraterritoriale, indicativamente compreso tra il territorio svizzero, lombardo e piemontese. Rappresenta un’esperienza didattica di grandissimo valore per università ed istituti, un approfondimento professionale e di business per operatori ed imprese del settore, nonché uno strumento di conoscenza e svago per il pubblico.
Le tematiche
Sport e gioco
come funzione ludica, di crescita e divertimento Lo sport e l’attività di gruppo sono una parte importante della vita quotidiana ad ogni età, sono energia, un bene che interessa la salute, la qualità della vita, l’educazione e la socialità. Lo sport, il gioco di squadra, l’esercizio fisico e lo svago sono elementi fondamentali e caratterizzanti del “viver sano” e del benessere. Sono la prima forma di socializzazione e crescita. Sono attività aggregative e formative che sviluppano una sana forza di condivisione, partecipazione e corretta competitività, nonché un forte coinvolgimento emotivo. Esibizioni sportive, giochi, dimostrazioni, lezioni base, corsi di perfezionamento e tornei animano la fiera con l’obiettivo di valorizzare le varie facce dello sport, da quello dilettantistico e amatoriale a quello coreografico - spettacolare ed espressivo e con particolare attenzione all’intrattenimento e al divertimento. Spazio al gioco, di ieri e di oggi, parte viva ed emozionale della quotidianità, parte fondate della cultura della comunità. Elemento importante nella formazione e nello sviluppo, non solo nel bambino ma anche dell’adulto.
Formazione
come educazione, informazione e didattica Ampio respiro alle proposte formative, alle opportunità e al virtuoso confronto, maturo e responsabile. All’energia fresca e positiva, alla voglia di imparare, fare e saper fare, valorizzando e sviluppando quanto già esiste sul territorio (istituzioni, associazioni, scuole). Presentazioni, conferenze, corsi d’aggiornamento laboratori tenuti da personale competente ed esperto, offrono un programma agile e dinamico per avvalorare, rendere innovativa e altamente qualificata l’offerta fieristica. Percorsi di informazione ed approfondimento, corsi di aggiornamento e sviluppo di diverse tematiche. Percorsi culturali, esposizioni e mostre d’arte e di fotografia: un cammino tra la storia e l’arte del patrimonio di conoscenza del territorio.
Tempo libero
come intrattenimento, servizi alla persona ed impiego qualitativo del tempo Sempre più spesso si cerca di rispondere alla domanda di un pubblico più esigente che chiede novità, eventi esclusivi e programmi poliedrici per un uso qualitativo e gratificante del tempo libero. Un’area dedicata al bisogno di espressione, di riconoscimento, di creatività, di relax, di immaginazione e inventiva integra il programma collaterale della fiera. Uno spazio in cui vengono presentate diverse proposte al pubblico, innovative ed alla moda, soluzioni attuali per la cura di se stessi, per lo svago, soluzioni legate al mondo intellettuale e culturale, informatico, al diletto della lettura, al fascino del teatro, al interesse del “fai da te”, dell’arte e dell’intrattenimento, interpretando il bisogno d’emozione e riposo, confuso e offuscato dalla frenetica routine. Idee, suggerimenti e nuove tendenze. Ma non solo. Una “zona relax“ per tutti coloro che offrono e cercano benessere, prodotti naturali, viaggi, strutture alberghiere e vacanze su misura.
Casa e salute
come prevenzione e cura per il benessere della persona La salute è un bene essenziale per lo sviluppo sociale, economico e personale ed è aspetto fondamentale della qualità della vita. I fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici sono strettamente legati alla salute e possono fortemente condizionarne la natura. In una fiera dedicata a tutte le generazioni è di grande interesse sottolineare l’importanza di investire sulla propria salute, su ciò che può garantirla e renderla migliore, perfezionando lo stile di vita quotidiano. Il dipartimento della sanità, i servizi sociali, il settore della medicina tradizionale e alternativa, nuove discipline terapeutiche, prodotti e ausili per la salute, aziende farmaceutiche e farmacie, assicurazioni e istituti bancari, associazioni, organizzazioni no profit, realizzano un’area, proposte, seminari, presentazioni dedicati ad una corretta prevenzione, alla riduzione o allontanamento di quei fattori di stress e disabilità che possono ledere la salute a qualsiasi età. Ma non solo. La salute e il benessere in casa, perché all’armonia dello spazio corrisponde l’equilibrio di chi lo abita. Un mercato costantemente in movimento. Una nuova concezione dello spazio vitale. “L’ambienteterapia” per curare lo spirito e il corpo, equilibrando i luoghi in cui viviamo per trarne energia e beneficio.
Famiglia in pillole Chi Promosso e organizzato da Consel Suisse Quando 28 – 30 maggio 2010 Dove Lugano, Centro Esposizioni Conza Cosa Il salone internazionale dedicato alla famiglia. Un percorso per mettere in evidenza le componenti che rappresentano la famiglia, le peculiarità, le esigenze e le caratteristiche: •A rea Expo dove trovare un ampio ventaglio di proposte, servizi e prodotti. •A rea Forum dove trovare occasioni di dibattito e formazione. •A rea Eventi dove trovare divertimento e intrattenimento. Aree tematiche: sport e gioco, casa e salute, formazione e tempo libero Perché La manifestazione si traduce in un punto di incontro coinvolgente, qualificato e specializzato fra tutti gli attori che animano i settori legati al mondo della famiglia, che hanno la possibilità di svolgere attività promozionale e di mercato. Ma non solo. Famiglia è una realtà di qualità del panorama fieristico italiano e svizzero, che diviene momento di divertimento e gioco per bambini, soluzione di svago, conoscenza e relax per adulti. Come Aperto dalle 10.00 alle 20.00, ingresso gratuito ad operatori e visitatori Per informazioni sulla fiera e sulle modalità di partecipazione è possibile visionare il sito www.famigliaonline.biz, e-mail:segreteria@famigliaonline.biz
Consel Suisse Consel Suisse, azienda di comunicazione con sede a Lugano, gestisce attività di promozione in linea con le strategie dei clienti, studiando soluzioni capaci di valorizzare l’identità degli stessi, siano essi pubblici o privati. L’azienda si sviluppa in tre aree distinte e sinergiche - comunicazione, grafica ed eventi - in grado di fornire una risposta completa alle più diverse esigenze dei committenti. Grazie a una struttura agile e dinamica, basata su solide risorse professionali, Consel Suisse offre soluzioni su misura, che nascono da un’intuizione creativa e si traducono in un impegno fidato e costante al servizio del cliente. Consel Suisse Sagl Via Greina 2 6900 Lugano Tel. +41 91 921 24 67 Fax +41 91 913 39 44 www.conselonline.ch
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Vita dei Soci
AUTONASSA CONVIENE! SCEGLI L’AUTO E SCOPRI QUANTO RISPARMI Dal 6 al 9 maggio ritorna AUTONASSA, l’esposizione “open-air” di auto nuove più importante in svizzera
In 30 anni Autonassa è cresciuta grazie alla professionalità degli organizzatori ma anche e soprattutto per le innumerevoli attività collaterali che sono state organizzate per attirare il pubblico delle grandi occasioni. Un programma di attività collaterali senza pari che ha portato AUTONASSA a trasformarsi da semplice parcheggio nella più importante manifestazione “open air” di auto nuove dell’intera Confederazione ed essere inserita, ormai da 5 anni, nel calendario delle manifestazioni ufficiali della Città di Lugano. Organizzata dal Gruppo del Luganese di UPSA (Unione Professionale Svizzera dell’Auto) e dall’Associazione Via Nassa, in collaborazione con Jardin Suisse e la Città di Lugano, AUTONASSA è l’appuntamento automobilistico ticinese che attrae il maggior numero di visitatori grazie alle numerose iniziative che, di anno in anno, sanno renderla veramente speciale. Giunta alla sua 30ma edizione AUTONASSA, ha saputo costantemente accrescere sia il numero di visitatori che di consensi, diventando la più vasta ed importante esposizione «open air» di auto nuove dell'intera Svizzera. Per la trentesima edizione sono attese 120 novità del Salone di Ginevra in rappresentanza di 43 marche presentate da 75 Garage associati ad UPSA – Gruppo del Luganese - coadiuvati da 43 bellissime hostess.
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QUEST’AUTO MI INTERESSA! Per la trentesima edizione la priorità per il Comitato di Organizzazione è stata quella di riportare l’auto al centro dell’attenzione e quindi tutte le attività collaterali sono state organizzate con l’obiettivo di “premiare” i visitatori e rendere quindi più proficua la loro visita ad AUTONASSA. Ogni consulente sarà in possesso di speciali stampati intitolati: “Quest’auto mi interessa” e, una volta che un visitatore avrà espresso la sua intenzione di acquistare un determinato modello, verrà accompagnato all’Info point dove potrà compilare la “dichiarazione di interesse”. Legalmente non vincolante, questa dichiarazione consentirà al potenziale cliente di entrare in possesso di una busta UPSA che conterrà irripetibili vantaggi del valore di qualche migliaio di franchi e che potranno essere sfruttati solo in caso di acquisto entro la fine di maggio. La busta conterrà: un buono sconto supplementare del 2% (fino ad un max di CHF 500.) da scontare sull’acquisto della vettura (sconto offerto da ognuno degli associati UPSA - Gruppo del luganese), un buono sconto di CHF 500.- concesso da AIL per l’acquisto di una vettura a gas naturale, un tasso agevolato pari al 5.5% sul contratto di finanziamento concesso da BANKnow, un buono sconto pari al 10% del premio sulla polizza di assicurazione concesso dalla Vaudoise assicurazioni, un
buono per un controllo gratuito della vista offerto dagli ottici Meier + Gaggioni, oltre a due buoni per “festeggiare” l'acquisto offerti da Jardin Suisse e Ristorante Parco Ciani.
GRATTA E VINCI, SEMPRE
Le 43 hostess presenti in AUTONASSA saranno in possesso di una cartolina “gratta e vinci” che verrà consegnata a tutti i visitatori e che consentirà di vincere tanti premi e vantaggi esclusivi. Il montepremi sarà formato da buoni sconto e buoni acquisto messi a disposizione da numerosi Sponsor e Partner del territorio. La vera particolarità di queste cartoline, però, è data dall’incredibile fatto che si vince sempre! Anche se non vincente, compilata con i propri dati e consegnata entro il 30/09/10 ad ognuno dei Garage espositori, ogni cartolina consentirà infatti di usufruire di un buono sconto supplementare (non cumulabile) di CHF 250.- per l’acquisto di una vettura nuova. A quest’importo se ne aggiunge un’altro di CHF 200.- (cumulabile) offerto da AIL per l’acquisto di una vettura a gas naturale. Un vero aiuto in un momento di crisi.
UN’ESPOSIZIONE DI MOBILITÀ ECO-COMPATIBILE
Il mondo dell’auto ma anche quello dell’intera mobilità individuale, è sempre più confrontato con il tema dell’inquinamento e già oggi molte persone, anche grazie alla politica cantonale di incentivi e penalizzazioni, sono alla ricerca di mezzi di trasporto individuali ecocompatibili. Oltre alle più importanti novità presentate a Ginevra saranno esposti, AUTONASSA presenterà, in un’area appositamente dedicata denominata “LA VIA VERDE”, una selezione di vetture ecologiche proposti dalle principali marche di automobili già presenti con i loro modelli tradizionali in Via Nassa e nelle Piazze adiacenti.
DONNAVVENTURA®, per la prima volta in Ticino 20 anni di avventure al femminile
In occasione del suo 30mo compleanno, AUTONASSA,
ospita le selezioni cantonali di Donnavventura®, il noto format televisivo che ogni anno porta 6 ragazze a cimentarsi in un’emozionante spedizione nei luoghi più remoti e inesplorati della terra. Per la prima volta nella storia di Donnavventura® in Ticino avverranno delle eliminatorie che consentiranno ad alcune ragazze della Svizzera italiana di partecipare, se non altro, alla fase finale delle selezioni nazionali. Il palcoscenico privilegiato scelto dalla Città di Lugano e da Lugano Turismo è stato quello di AUTONASSA ed il Comitato di Organizzazione, unitamente a Lugano Turismo ha scelto quale area ideale Piazza Rezzonico che verrà allestita con un grande tendone sotto al quale verrà posizionato un palcoscenico. Qui le candidate verranno intervistate e messe alla prova di fronte ad una telecamera. Un vero e proprio provino televisivo grazie al quale la produzione potrà selezionare le future protagoniste di Donnavventura®. Naturalmente le prove non si limiteranno ad un’intervista ma ogni candidata dovrà superare alcuni test di abilità (percorsi ad ostacoli e parete d’arrampicata) e, soprattutto, dovrà dimostrare le proprie capacità di guida e di adattamento a mezzi inconsueti quali il Segway. Grazie alla collaborazione con la Ciclone sa di Lugano Besso, le candidate avranno l’opportunità di condurre l’originale mezzo a due ruote parallele lungo un percorso appositamente realizzato. Anche questa prova, così come tutte le altre, consentirà di ottenere un punteggio che, alla fine della due giorni luganese, consentirà all’organizzazione di selezionare la “squadra” ticinese che sfiderà le altre candidate italiane alla selezione finale che si terrà a Rimini la settimana successiva.
UN’EVENTO UNICO, DA VIVERE FINO IN FONDO
AUTONASSA è una manifestazione unica, che invita ad una visita rilassata; la sua location esclusiva consente infatti ad ogni appassionato di prendersi tutto il tempo che ritiene necessario, magari facendosi accompagnare da tutta la famiglia. Perché l’auto sa anche essere un raro momento d’aggregazione e il fatto di ritrovarsi uniti in una scenografia unica come Via Nassa non può che rappresentare un valore aggiunto per la vita di ognuno di noi e per quella di una città votata all’accoglienza come Lugano sa essere. Arrivederci al prossimo 6 maggio!
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
L’informatica sicura per le PMI ITgO Service SA 100% swiss made e 101% sicura
ITgO Service SA è un’azienda che si occupa di outsourcing informatico per clienti aziendali, facente parte del gruppo EQUUS, fondata nel 2008, e diretta oggi dall’Ing. Fabio Mamoli. ITgO si pone quale obiettivo la facilitazione delle procedure informatiche per le PMI, che sempre di più sono un onere per cui le imprese spendono tempo e fatica, a cui non sanno far fronte in caso di impellenze o black out. L’idea di ITgO è quella di porsi come partner fidato al quale affidare in outsourcing tutti i processi pertinenti alla gestione aziendale dell’Information Technology (IT) aziendale. Una prestazione complessa per le PMI come la gestione dell’informatica aziendale si trasforma così, grazie ad ITgO SA, in un servizio erogato da professionisti esperti. Non dovrete più preoccuparvi di inutili attese per tecnici informatici di grande aziende che tardano ad arrivare, per un guasto sulla rete informatica che può compromettere tutto il sistema o peggio far perdere ore preziose lavorative ai vostri dipendenti, incidendo così sulla produttività aziendale. L’IT con ITgO diventa un servizio che non richiede investimenti e si paga al consumo. Qualità, affidabilità ed efficienza fanno di ITgO un’azienda attenta ai dettagli ed innovativa, fondata e diretta da un gruppo di manager con una lunga esperienza nell’IT delle banche Svizzere. Riserbo e segretezza sono sue fattori chiave per l’azienda, abituata a lavorare con dati sensibili che richiedono un’estrema riservatezza. I data center sono di proprietà della società e sono situati sul territorio elvetico.
Colocation
È uno dei quattro servizi di punta erogati da ITgO, che ha creato, nel centro di Lugano, dei veri e propri “bunker di sicurezza” nei quali sono localizzate le sale che ospitano server e dati sensibili dei clienti a cui ITgO offre i propri servizi. Un luogo perfetto per ospitare dati, server e applicazioni, garantiti da un’infrastruttura di ultima generazione (APC InfraStruXure) che assicura
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continuità e controllo. Le sale sono accessibili 24 ore su 24 ed aperte esclusivamente ai clienti che dispongono di un badge personale ed utilizzano l’impronta digitale. Continuità assicurata anche nel caso in cui la linea elettrica dovesse interrompersi, grazie ad un generatore diesel, e allarme antincendio con preallarme e spegnimento a gas. Questi datacenter rappresentano il miglior stato dell’arte per il rispetto dell’ambiente: per la climatizzazione è usato un impianto acqua-acqua, il cui circuito primario utilizza acqua di lago filtrata (acqua industriale) a temperatura costante durante tutte le stagioni. È possibile affittare uno o più rack, o sale esclusive riservate. Il servizio Colocation presenta tre varianti: •P lain Vanilla: fornitura di spazio fisico attrezzato fino al rack, ed è il cliente che si preoccupa di connettività e firewall; •N etworked: fornitura di connettività Internet senza firewall; •F irewalled: fornitura di connettività Internet con un firewall.
Data Safe
Si tratta di un servizio di back up online dei dati da qualsiasi supporto che l’azienda utilizza (server, desktop, notebook). Facile, sicuro e veloce; senza investimenti, ma solo con un canone mensile. I salvataggi back up sono ospitati nei datacenter ITgO ad alta sicurezza. Il servizio può riguardare: file server, database server, email server, desktop computer, laptop. Le copie di sicurezza salvano
almeno 5 versioni dello stesso file su dischi permettendo il ripristino dei dati in tempi molto brevi e garantendo da cancellazioni o sovrascritture accidentali. I dati vengono cifrati all’origine e trasmessi in maniera sicura al back up server. Il salvataggio dei dati è possibile anche per computer portatili collegati a Internet, grazie alla compressione dei dati che permette un utilizzo ottimale della banda di rete. Il ripristino dei dati può essere eseguito in totale autonomia dal cliente. Questo servizio può essere particolarmente interessante per quelle aziende che si avvalgono di molti collaboratori “mobili” (agenti, venditori, ecc.), che viaggiando o spostandosi per lavoro, portano sempre con sé un pc portatile. I dati, in questo caso, sono più vulnerabili ed esposti a rischi (perdite del pc, furti, ecc.). Grazie a Data Safe è possibile il salvataggio costante dei dati ogniqualvolta si è connessi ad Internet.
Corporate Email
Questo servizio offre posta elettronica aziendale professionale su Microsoft Exchange solo con un canone mensile a consumo. Tutta l’infrastruttura email erogata da ITgO è basata su Microsoft Exchange, ed ospitata sui datacenter ad alta sicurezza. È un sistema di posta elettronica con agenda, contatti e cartelle condivise, con uno spazio mailbox di base già pari a 2 GB (ampliabile a piacere), protezione da virus e spam compresi, accessibile indifferentemente da Outlook via web o dal proprio palmare (iPhone, BlackBerry, Nokia, ecc.).
V-Desk
L’innovativo servizio offerto da ITgO prevede la possibilità di accedere in modalità
estremamente sicura da qualsiasi luogo e da qualunque computer al proprio desktop aziendale virtuale. VDesk sta proprio per virtual desk. In piena sicurezza ogni collaboratore avrà accesso ai dati e alle applicazioni aziendali, utilizzabili indipendentemente dal computer utilizzato per l’accesso (pc domestico, notebook, Mac, ecc.). Facilità di connessione e nessun investimento: nessuna complicazione né problemi tecnici, il virtual desk è a tutti gli effetti un pc aziendale completo di: • posta elettronica aziendale; • file condivisi con i colleghi e propria cartella privata; • applicazioni aziendali e suite completa di Microsoft Office. Con V-Desk la mobilità non ha più confini. Per ogni servizio erogato ITgO si assume costi e complessità di manutenzione ed aggiornamento, al fine di mettere a disposizione dei clienti solo il meglio della tecnologia di punta, per offrire prodotti all’avanguardia ed interessanti, con una semplicità d’utilizzo immediata. Grazie ad ITgO è sufficiente collegarsi, tutte le complicazioni ed i tecnicismi sono assunti da un partner sicuro ed affidabile. Desiderate maggiori informazioni? Potete contattare: ITgO Service SA Via Cattedrale 2 6900 Lugano Tel. +41 91 911 66 86, Fax +41 91 911 66 89 info@itgo.ch, www.itgo.ch
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
TC Systems: Prendi le misure al tuo business usando gli strumenti adeguati! Dalle migliori exit strategies per uscire dalla crisi al recupero di risorse per essere più competitivi. TC Systems ha organizzato lo scorso 21 aprile, con il patrocinio della Cc-Ti, un workshop interamente dedicato alla trasformazione dei dati, già presenti nelle aziende, in importanti informazioni utili per migliorarne l’efficienza e la produttività
Carlo Andreas Secchi, Managing Director di TC Systems
Il titolo dell’evento poteva sembrare banale. Eppure il tema del business performance management è tanto attuale proprio perché non ancora ben presente nelle PMI del Cantone Ticino. Quando si parla di business intelligence, di demand planning e di altri concetti simili, si pensa che si tratti di materia riservata alle grandi realtà di cui il territorio ticinese sembra mantenere pochissimi rappresentanti. L’evento ha dimostrato invece come ogni azienda necessiti di strumenti che permettano di valorizzare al meglio uno dei più importanti asset societari: l’informazione. Essa è fin troppo spesso lasciata nel suo acerbo stadio di dato. Centinaia di migliaia di dati spesso languono nel database del gestionale e nascondono preziose informazioni sull’andamento del business dell’azienda; indicatori pronti all’uso che possono fornire risorse insperate al momento più opportuno. Il seminario è stato inaugurato da un intervento di Luca
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Albertoni, Direttore della Camera di Commercio, il quale si è soffermato su una lucida analisi sullo stato di salute dell’economia ticinese, con particolare riferimento alle PMI, confermando un concetto condiviso in base al quale l’informazione riveste un importanza strategica per una moderna gestione aziendale. Dopo una breve introduzione di Carlo Andreas Secchi, Managing Director di TC Systems, che ha ricordato che l’IT deve essere sempre funzionale al business delle aziende e che quindi deve poter puntare anche sulla cultura dell’aggiornamento tecnologico e gestionale, è toccato ad Andrea Benaglia, Partner associato di TC Systems ed esperto in materia di Business Performance Management, illustrare innanzitutto il corretto approccio per affrontare un progetto BPM nella propria azienda. Egli ha spiegato infatti come, pur in presenza di una tecnologia abilitante, un progetto BPM non sia soddisfacente se non
Diffondere la cultura dell’IT: una delle missioni di TC Systems
si basa su un’attenta analisi del modello da applicare, in grado di produrre una struttura semilavorata per la lettura delle informazioni aziendali. Successivamente, con l’ausilio di alcuni esempi concreti, Andrea Benaglia ha illustrato come oggi sia possibile utilizzare soluzioni pre-configurate, in grado di fornire informazioni a colpo d’occhio sull’andamento della nostra azienda, utilizzando un ambiente virtuale e dimostrando l’uso di una delle piattaforme proposte, per la valutazione degli indicatori di performance in ambito finanza e controllo e nella gestione degli acquisti. TC Systems SA Via Penate 4, 6850 Mendrisio Tel. +41 91 960 25 45 Fax +41 91 966 33 10 www.tc-systems.ch info@tc-systems.ch
“Fondamentalmente produciamo cultura”, esorta così Carlo Andreas Secchi, Managing Director di TC Systems, “una cultura al servizio di clienti rappresentati da grandi, piccole e medie imprese. Ma anche una cultura che vorrebbe promuovere un nuovo modello di sviluppo e concorrenza. È perfettamente inutile giocare al ribasso, scontare prodotti e servizi, in una logica che ci vedrebbe soccombere davanti ai capricci delle major – dice Secchi – concorriamo invece sulla qualità dei prodotti: l’offerta migliore è quella che si deve imporre”. Può sembrare un concetto non politicamente corretto, ma funziona. Ed è l’esatta filosofia che ispira il lavoro TC Systems: “L’Information Technology – afferma Secchi – ha un compito strategico per ogni realtà, che si tratti di pubblica amministrazione, di terziario o di comparti produttivi”. Il mandato che raccoglie l’azienda è quello di esplorare e valutare ogni aspetto del settore per poter fornire le indicazioni più utili ai clienti. “Noi non imitiamo i grandi gruppi industriali, decliniamo invece ogni aspetto dell’IT sulla base delle esigenze di ogni cliente”, spiega Secchi. Con un servizio post vendita che è al livello del prodotto: “Chiunque si rivolga a noi può contare su un’assistenza continua e qualificata – conclude Secchi – Con la garanzia che mai gli sarà venduto il trend del momento, ma una soluzione reale per esigenze peculiari”.
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Vita dei Soci Comunicato stampa
Gabriele Genini, da Osogna in Giappone grazie al premio vinto con la Fondazione Bally per la cultura Da quando nell’autunno 2009 ha vinto il concorso indetto dalla Fondazione Bally per la Cultura Gabriele Genini si è subito chiesto come avrebbe potuto investire parte dei CHF 50'000.- che ha ricevuto in premio e sin dal primo momento ha avuto un’unica visione: quella di effettuare un viaggio di studio/lavoro in Giappone. Sì, perché per Gabriele il Paese del Sol Levante ha sempre rappresentato un’idea fissa tanto che la sua tesi di laurea, conseguita presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze - Facoltà di pittura, era incentrata sulla speciale tecnica di incisione giapponese. Intitolata “Shunga, L’erotismo nelle stampe giapponesi”, gli aveva consentito di conseguire un (brillante) 110 e lode su 110. Ecco che, quindi, con il Premio Bally in tasca, è partito per un viaggio alla scoperta di quella che è considerata una delle meraviglie nipponiche: la fioritura degli alberi di ciliegio (Sakura). L'itinerario scelto seguirà quindi, per quanto possibile, l'andamento dell'Hanami (contemplazione delle piante in fiore) e toccherà quelle città o regioni in cui essa sarà più spettacolare. In esclusiva ecco alcune prime immagini sia di Gabriele Genini che di alcune "istantanee" del suo personale modo di vedere il mondo. Nato ad Osogna il 6 gennaio del 1981, Gabriele Genini è infatti un artista che ama rielaborare in nuovi termini stilistici le suggestioni esotiche che percepisce nel corso dei suoi viaggi. Viaggi intesi come desiderio e "scoperta" di nuovi orizzonti, di Paesi, di popolazioni e di culture anche artistiche sconosciute. Moderno esploratore, partecipa alla mitologia del grande viaggiatore… una passione che, prima di lui, ha colpito tanti grandi artisti del passato che hanno creato due movimenti artistici fondamentali per l’arte europea tra ‘800 e ‘900: l’orientalismo e il primitivismo. Quelli di Gabriele Genini sono appunti di viaggio veramente speciali, appartenenti ad un modello non codificato ma universale, schizzi che accendono la fantasia e che danno sostanza ai sogni. Gabriele ci fa viaggiare nei dettagli di un mondo “diverso”, ritmato dai suoi tempi e, attraverso i suoi taccuini, ci racconta la bellezza di un mondo sull’orlo del naufragio e ci fa afferrare rari momenti risparmiati all’accelerazione della nostra società.
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La sensibilità di Genini gli consente di affrontare un ardito confronto pittorico tra passato e presente dal quale emerge un’arte senza tempo. Al suo ritorno da Giappone la Fondazione Bally invierà alle stampe un libro ed organizzerà un’esposizione.
LA FONDAZIONE BALLY PER LA CULTURA
Presentata al pubblico nel 2007, la Fondazione Bally per la Cultura è stata costituita con l’unico obiettivo di cercare e mettere in luce veri talenti ticinesi che avranno l’opportunità di essere sostenuti e supportati a livello internazionale da uno dei Brand più famosi al mondo nel settore del lusso. Nell’universo Bally il lusso è infatti inteso come stile di vita, un concetto concreto e tangibile che si manifesta nella qualità e cura dei dettagli che caratterizzano tutte le linee di prodotto. Una filosofia produttiva espressione di una vera e propria cultura aziendale che negli anni ha portato Bally a realizzare prodotti paragonabili a vere e proprie espressioni artistiche. Ed è quindi per coerenza con i propri valori artistici che Bally ha deciso di legarsi al Ticino, sua terra d’elezione, investendo sulla cultura e sulla creatività di talenti ticinesi in grado di distinguersi nel campo delle arti figurative quali pittura, scultura, fotografia e illustrazione. L’amore per l’arte ed il desiderio di valorizzare il proprio estro e la propria creatività di certo non sono mancati da parte dei tanti artisti ticinesi che si sono candidati dimostrando grande entusiasmo per questo progetto e voglia di trasmettere la propria passione attraverso le loro opere.
Immobiliare Fontana SA Via Luvini 4 • 6901 Lugano Tel. +41 (91) 922 96 36 • Fax +41 (91) 922 85 32 info@immobiliare-fontana.ch www.immobiliare-fontana.ch CASTAGNOLA Appartamento duplex 260 mq In residenza di elevato standing con splendida vista lago e golfo di Lugano. Piscina interna, sauna e fitness sono a disposizione dei condomini. Un posteggio in garage (valore CHF 60’000.-). Prezzo di vendita CHF 3’460’000.- Rif. 19825
CASTAGNOLA Villa di prestigio A Castagnola lungo il suggestivo Sentiero di Gandria che lambisce le rive del Ceresio, si situa questa bella villa in stile classico, in posizione tranquilla, esposta a sud. La villa gode di assoluta privacy e di una vista mozzafiato sul lago che spazia da Gandria al Monte San Salvatore, una funicolare privata collega la villa al sentiero sottostante; a disposizione pure piccolo lido con posto barca. La villa dispone di grandi terrazze ed è facilmente suddivisibile in due appartamenti distinti. Prezzo di vendita Fr. 4’900’000.- Rif. 10046
RUVIGLIANA Residenza Ca’ Isabelle
MUZZANO Villa d’epoca
Appartamenti di altissimo livello in posizione dominante con vista lago.
Appartamento loft 4.5 locali, 285 mq. CHF 4’800’000.- Rif. 9992
In posizione molto tranquilla immersa in un grande parco, con vista sul lago di Muzzano e lago di Lugano verso Agno. La villa si compone di 3 livelli abitativi oltre ad un ampio sottotetto che offre una possibilità ulteriore di sfruttamento. Dal terzo livello si accede alla torretta vetrata su 4 lati. Edificazione: 1891, ristrutturazione: anni ’80. Posti auto esterni: 4 + 3 in affitto dal Comune. Prezzo di vendita CHF 8’000’000.- Rif. 9973
ARANNO Casa d’epoca
SAVOSA Villa unifamiliare vista lago
Ai margini del nucleo del Comune di Aranno in posizione molto tranquilla con vista sul monte Lema, Miglieglia e Novaggio. Edificata alla fine dell’800 è stata completamente ristrutturata nel 2004, mantenendo le caratteristiche del tempo. 3 livelli abitativi oltre ad una grande mansarda, giardino molto curato, pergolato con tavolo in granito e piccolo rustico con grill. A disposizione posteggio in affitto per 2 auto a 50m dalla casa. Prezzo di vendita CHF 880’000.- Rif. 9972
La villa ha una superficie di 600mq su due livelli. 12 locali, 5 camere da letto, 4 bagni. Autorimessa per 10 autovetture. Con progetto approvato per 4 appartamenti. Prezzo di vendita 5’400’000.- Rif. 9958
CASTAGNOLA Villa d’epoca signorile
PORZA Villa con splendida vista panoramica
Attico duplex 4.5 locali, 222 mq. CHF 3’500’000.- Rif. 9832 Appartamento duplex 8 locali, 420 mq. CHF 5’800’000.- Rif. 9943
Posizione unica, splendida vista lago, orientata a sud, in zona esclusiva e tranquilla. Completamente ristrutturata. Superficie abitazione 526 mq. Terrazze e solarium 216 mq. Totale proprietà 657 mq. 4/5 posti auto interni + 3 esterni. Prezzo su richiesta. Rif. 9791
La villa signorile si affaccia sulla città ed il lago di Lugano e si trova in una zona residenziale con molta privacy ed una stupenda vista. Costruita su due piani con materiali di standing superiore, offre ampi spazi e tanti comfort. La villa è immersa in un bellissimo ed incantevole giardino pianeggiante di 1’700 mq, disposto su 2 livelli con piscina esterna. Prezzo di vendita 4’200’000.- Rif. 9781
Vita dei Soci di Lisa Pantini
Spedimar: con costanza verso il successo
Spedimar è un’azienda con sede a Chiasso che si occupa di spedizioni e trasporti internazionali. L’azienda di Chiasso è attiva dal 1993, quando fu fondata dal Signor Martino Pezzotti, titolare dell’azienda, che con una solida esperienza alle spalle, maturata in diverse imprese di spedizioni internazionali, decise di intraprendere l’avventura in “solitaria” con una ditta propria. Spedimar è una piccola realtà chiassese nata e cresciuta grazie all’intraprendenza ed alla lungimiranza del suo titolare. In questi anni, nonostante si sia sempre confrontata con i diversi cambiamenti economici più o meno favorevoli e trovatasi davanti avversità, crisi e cicli congiunturali negativi, ha sempre saputo andare dritta per la propria strada, reinventarsi all’occorrenza, virare e destreggiarsi con coraggio sul mercato. Tra le diverse tappe della storia Spedimar possiamo citare: - 2001: l’azienda ha acquistato il suo primo camion, aggiungendo ai mezzi leggeri anche quelli pesanti; - 2005: ampliamento magazzino con creazione infrastruttura doganale e logistica; - 2007/2008: l’azienda ha investito in un processo di crescita e rinnovo parco veicoli; - 2010: ad oggi l’azienda occupa un team di 17 dipendenti, con alcuni apprendisti in formazione. Spedimar si occupa di spedizioni internazionali, principalmente da e verso l’Italia. Grazie alla professionalità dei dipendenti, da sempre l’azienda può offrire grande competenza in materia ed una vasta gamma di servizi ai propri clienti: non solo trasporti internazionali, ma anche servizi di sdoganamento, una propria rete di trasporto e di magazzinaggio merce. Il Signor Martino Pezzotti, che abbiamo avuto quale ospite sulla pagine di Ticino Business di marzo 2010, durante l’intervista ha messo in evidenza come siano stati proprio i momenti di crisi congiunturale, a dargli nuovi stimoli e spronarlo per andare avanti, questi sono stati pure i momenti di maggior evoluzione e successo per l’azienda. Una crescita costante data dal fatto che con tenacia, affidabilità ed impegno tutti i dipendenti si sono sempre messi in gioco per l’azienda. Inoltre ogni capitale è sempre stato reinvestito nell’azienda, questo ha creato una dinamicità che ha permesso alla ditta di svilupparsi passo per passo, ponderando le scelte, radicandosi bene alla realtà ticinese. Trasparenza, fiducia e collaborazione. Di questi ingredienti è fatto il business di Spedimar, un’azienda schietta, che gestisce oggi gli ordini e le merci di diversi clienti, che ha saputo fidelizzare nel tempo. Spedimar Sagl offre diversi servizi, nello specifico: Spedimar quale trasportatore con mezzi propri e partner: • Servizio groupage giornaliero da e per Svizzera ed Italia, • Trasporti groupage internazionali, • Trasporti dedicati / espressi nazionali ed internazionali, • Carichi completi principalmente da e per Svizzera ed Italia, • Trasporto materiali da recupero / rottami / vetro / carta / legname. Spedimar quale spedizioniere con reparto doganale: • Operazioni doganali Import-Export, • Operazioni doganali di transito, • Operazioni doganali varie / temporanee / Carnet TIR / Carnet ATA ecc.,
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Jürgen Wagner, Vicedirettore e Martino Pezzotti Titolare della ditta Spedimar Sagl
•S peditore e destinatario autorizzato SA/DA, • Deposito doganale DDA per merci in transito 600 m2 (con possibilità di ampliamento), Spedimar quale partner per la gestione magazzino: • Magazzinaggio merci svizzere 600 m2, • Magazzinaggio in Italia merci europee 1400 m2, • Servizio di logistica con servizi studiati a misura con il cliente. Spedimar opera principalmente con l’Italia, anche se da qualche tempo ha cominciato anche ad aprirsi verso la Spagna, progetto che presto potrebbe concretizzarsi maggiormente. Tra i diversi piani futuri dell’impresa, si prevede anche l’apertura di un ufficio di rappresentanza in Svizzera tedesca al fine di essere presenti sul territorio svizzero per radicarne ancora maggiormente l’esistenza. Spedimar SAGL Via Brogeda 3, 6830 Chiasso Tel. +41 91 682 95 79 info@spedimar.ch, www.spedimar.ch
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1985-2010: 25 anni BRICO fai da te
1985. A metà degli anni Ottanta, Romano Ferrecchi scommette sul «fai da te» puntando su due aspetti: la qualità dei prodotti e un servizio attento ai bisogni del cliente. Nasce la BRICO Sa 2010. Con 8 negozi (a Manno, 2 a Mendrisio, Grancia, Lugano-Pregassona, Losone, Cadenazzo e Biasca) BRICO è il leader ticinese (per superfici di vendita e cifra d’affari) in un settore che anche in Ticino ha avuto un’evoluzione impressionante, raccontata da poche cifre: nel 1985 i negozi erano 2, oggi sono 38! Nei negozi BRICO entrano, in media ogni giorno quasi 4’500 clienti per un totale, in un anno, di oltre 1 milione e 200mila scontrini di cassa. Il successo di BRICO poggia però ancora sui due pilastri originali: qualità dei prodotti e grande attenzione alle attese e alle esigenze dei clienti. La gamma degli articoli (oggi 36’000), dei reparti e dei servizi si è sempre più ampliata; le ultime novità riguardano i servizi per tosaerba (compresi i robot per il taglio automatico) e gli impianti per l’irrigazione. Intanto, a Biasca, si è aperto il cantiere per la nuova sede che sarà aperta la prossima primavera.
Le fondamenta del successo
Romano Ferrecchi racconta con orgoglio la storia di 25 anni di successi di un’azienda rimasta a conduzione familiare e nella quale «tutti ci mettono la faccia» e l’impegno per assicurare al cliente un servizio personalizzato che comincia con il «buongiorno» che accoglie all’entrata e continua con la possibilità di acquisti su misura o «a banco», cioè al dettaglio e una consulenza arricchita anche dall’esperienza professionale dei responsabili di reparto che, prima di essere diventati venditori, sono stati a loro volta falegnami, idraulici, meccanici, elettricisti, ecc.. Qualità professionali e umane che sbocciano anche in rapporti di fiducia che durano nel tempo. L’attenzione riservata alla clientela è almeno pari a quella dedicata alla cura della qualità dei rapporti con il centinaio di collaboratrici e collaboratori (8 su 10 sono svizzeri o risiedono in Ticino) ai quali l’azienda offre buone condizioni di lavoro e salariali (il totale dei salari sfiora i 4.5 milioni di franchi all’anno) ancorate in un contratto collettivo di lavoro aziendale sottoscritto con l’Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese. Per assicurare il futuro non manca l’impegno nell’aggiornamento e nella formazione professionale anche di base; BRICO forma attualmente 6 apprendisti del ramo vendita. Questa politica del personale è apprezzata e la fiducia è ricambiata se già sette dipendenti hanno festeggiato e superato i 20 anni di servizio.
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Romano Ferrecchi, fondatore di Brico SA
Il cliente al centro dell’attenzione
Da 25 anni, le esigenze e le attese del cliente sono al centro delle attenzioni di Romano Ferrecchi e dei suoi più stretti collaboratori, tra i quali anche le figlie Daniela e Tiziana. Un’attenzione che ha guidato la scelta dei posti dove aprire una rete di negozi vicina ai poli ed ai grandi centri ma con la preoccupazione di evitare al cliente lunghi spostamenti e i disagi di un traffico intenso. «In questi anni – racconta Romano Ferrecchi – la clientela è cambiata: sono aumentati i ticinesi ma anche i clienti italiani. A conferma che, da un lato, in periodi di crisi il “fai da te” è una soluzione per garantire servizi alla casa a prezzi contenuti e, dall’altro, che i nostri prezzi sono concorrenziali. Inoltre abbiamo ampliato la gamma delle nostre offerte: purché sia garantita la qualità, accanto a prodotti e utensili di “gamma alta” proponiamo anche marche con prezzi di secondo livello. In questi ultimi anni sono però aumentati anche i clienti “professionali”: il piccolo muratore, il fabbro, l’idraulico che acquistano da noi attrezzi e materiali, ad esempio colle o siliconi. Per loro – ma anche per il singolo cliente – possiamo fornire non solo i prodotti del nostro assortimento ma anche quelli dei cataloghi delle principali marche». Per la clientela professionale ed anche per i Comuni, da qualche anno c’è BRICOpro che assicura un servizio ancor più personalizzato: visita e consulenza nella sede dell’azienda di un rappresentante, una regolare newsletter con le ultime novità ed anche manifestazioni e incontri di dimostrazione delle novità e di formazione sull’uso di prodotti e macchinari.
Per i clienti più fedeli esiste poi una Tessera cliente che offre diversi vantaggi personalizzati.
Nuovi servizi
Le esigenze dei clienti cambiano e le risposte di BRICO si adattano continuamente. In 25 anni il numero dei reparti è aumentato: alla ferramenta e agli utensili si sono aggiunti il legno, il giardinaggio, le vernici ma anche i materiali per l’edilizia, l’elettricità e il riscaldamento (compresa la fornitura di pellets svizzero) o per l’idraulica e i casalinghi. Senza dimenticare la vasta offerta per il settore dell’hobbistica e degli accessori per l’automobile (pulizia e manutenzione). Negli ultimi tempi si sono poi aggiunti due nuovi servizi nel settore dei tosaerba (compresi i robot) e dell’irrigazione. In questi campi, BRICO propone un’assistenza completa: dall’analisi della situazione e dei bisogni del cliente, alla progettazione delle soluzioni e il calcolo del preventivo. In seguito gli specialisti della BRICO assicurano il montaggio ed anche i servizi «dopo vendita» per la programmazione e la manutenzione. Per tosaerba, tagliasiepi e motoseghe c’è poi un servizio di revisione, manutenzione e affilatura: gli apparecchi possono essere consegnati nel punto vendita BRICO più vicino. Su richiesta (e a pagamento) si effettuano anche il ritiro e la consegna a domicilio.
sciuta conservando però una dimensione familiare, un forte spirito di squadra e solidi valori di attenzione al cliente e alla qualità, condivisi da tutti i dirigenti ed i collaboratori. Per continuare su questa strada, in queste settimane è stato aperto a Biasca il cantiere per la nuova sede per le Tre Valli: un investimento di quasi 6 milioni di franchi per una superficie di vendita di 2’500 metri quadrati che, oltre a migliorare il servizio ai clienti di Leventina, Blenio e Riviera assicurerà il mantenimento nella regione di 10 posti di lavoro. È anche questo un segnale della fiducia con la quale BRICO guarda al futuro nella certezza che, anche nei prossimi anni, i clienti sapranno riconoscere ed apprezzare chi si impegna per proporre materiali, attrezzi e soluzioni «su misura», a partire da un’attenzione quasi personalizzata e con un ottimo rapporto qualità prezzo. Per altre informazioni Brico SA via Pobiette 6928 Manno Tel. +41 91 610 17 00 info@bricofaidate.ch www.bricofaidate.ch
Con fiducia verso il futuro
Dopo 25 anni, Romano Ferrecchi guarda con legittima soddisfazione ai risultati raggiunti. La sua azienda è cre-
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Vita dei Soci
Girasole Consulting SA: la cultura della sicurezza al vostro servizio
Girasole Consulting SA è una società svizzera attiva nell’area della Sicurezza sul Lavoro. “La nostra forza consiste negli anni di esperienza accumulati: è dal 1994 che siamo sul mercato.” - afferma Marco Ermolli, Direttore della società - “Siamo in grado di guidare associazioni, piccole, medie e grandi imprese, siano esse pubbliche o privati, per quanto concerne le normative della confederazione Svizzera e Europee in vigore nei Paesi della CEE.” Oggi un numero sempre crescente di aziende sembra essere consapevole dell’importanza assunta dalla sicurezza. “Negli ultimi tre o quattro anni – continua Ermolli - molte imprese hanno deciso di impiegare sempre più forze nella sicurezza e i risultati raggiunti sono stati a dir poco soddisfacenti. La direzione verso la quale si sta muovendo
Marco Ermolli
il mercato è la diffusione della certificazione, ovvero l’adesione spontanea da parte delle aziende allo OHSAS 18001:2007, un sistema mondiale di gestione per la salute e sicurezza dei lavoratori.” L’acronimo OHSAS significa letteralmente «Occupational health and safety assessment series» e identifica un preciso standard internazionale che fissa determinate caratteristiche che possono definire tale un’azienda certificata. Si tratta in sostanza di una normativa internazionale che definisce i requisiti inerenti ai sistemi di gestione salute e sicurezza in modo da permettere ad una organizzazione di controllare i propri rischi e migliorare le proprie performance. Le attività aziendali vengono schematizzate e schedate
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e le procedure interne ed esterne devono seguire un iter predefinito, al fine di poter ridurre al minimo i possibili pericoli intrinsecamente legati al tipo di lavoro e da poter stabilire a priori eventuali misure d’intervento ad essi relative. Ogni azione è volta alla diffusione della cosiddetta “cultura della sicurezza”. Tutti gli interlocutori dell’azienda, dai dipendenti ai collaboratori esterni, sono continuamente informati e formati e fanno parte di un processo guidato dall’adempimento dei requisiti di legge, dove è continuamente marcato il rafforzamento della consapevolezza dei rischi legati alla tutela della salute e alla sicurezza del lavoro. In quest’ottica, l’azienda è impiegata in un progetto di continuo miglioramento. Ma perché sempre più aziende vogliono ottenere la certificazione? “I vantaggi che possono derivare dall’adozione della OHSAS 18001:2007 sono molteplici – spiega Ermolli - Un’azienda certificata è concorrenziale sul mercato. Investire in sicurezza significa andare a ridurre perdite di utili e fatturato e costi di gestione. Una scelta di questo tipo permette infatti di andare a tagliare buona parte dei costi diretti ed indiretti inerenti gli infortuni e gli incidenti. Inoltre, una chiara definizione degli obiettivi e della delega permette di migliorare l’efficienza e di ridurre non solo gli incidenti, ma anche i tempi morti di produzione. Ogni situazione è caratterizzata da un elevato livello di controllo. Poiché tutte le attività svolte sono monitorate attraverso standard misurabili, certi e replicabili, la politica di prevenzione viene completamente integrata con la politica produttiva/aziendale. Non bisogna poi dimenticare che la partecipazione ad alcune gare d’appalto poi è strettamente limitata alle aziende certificate. Un’azienda certificata gode infine di un’ottima immagine nei confronti dei clienti, fornitori, investitori e collaboratori. Sapere che l’azienda sceglie di investire in sicurezza, fa capire che l’azienda è ben organizzata e strutturata, che ha alle spalle una struttura solida, capace di rispettare al meglio le leggi e le prassi aziendali. Possiamo affermare che la diffusione della cultura della sicurezza crea valore. I dipendenti si sentono coinvolti e motivati. Percepiscono un’elevata qualità nei luoghi
di lavoro, rispettano i valori aziendali e lavorano meglio. Girasole Consulting SA guida il cliente, offrendogli una consulenza personalizzata in base alle proprie necessità e ai propri obiettivi e seguendolo, fase per fase, anche nel caso in cui decida di scegliere la strada della certificazione. Per ottenerla, le aziende devono prima di tutto elaborare una politica di sicurezza adeguata ai rischi. È necessario procedere alla pianificazione e alla definizione degli obiettivi, creando un programma ad hoc che miri a ridurre il numero degli incidenti sul lavoro dell’azienda. L’alta direzione dovrà poi svolgere un lavoro di monitoraggio completo, eseguendo una valutazione periodica del sistema e delle dinamiche in corso. La certificazione è valida per tre anni. Al termine di questo periodo, sarà necessario pianificare nuovi interventi o mantenere stabili gli obiettivi raggiunti, ottenendo cosi una nuova certificazione. La OHSAS 18001 è applicabile a qualsiasi organizzazione appartenente a qualunque settore ed attività, sia questo industriale, di servizio o una pubblica amministrazione. I requisiti di OHSAS 18001:2007 possono essere integrati nei processi aziendali e, con ISO 9001:2000 ed ISO 14001:2004, costituire un sistema di gestione globale. Aderire alla OHSAS 18001:2007 significa in primo luogo andare ad affrontare una sfida e un investimento, in quanto prevede una crescita professionale e un cambio di mentalità all’interno delle aziende. I nostri clienti hanno vinto questa sfida. Appoggiarsi ad una società di esperti come la nostra – conclude Ermolli – significa infatti raggiungere più facilmente e più velocemente i propri obiettivi, evitando possibili errori di valutazione o di intraprendere strade che non portano ai risultati desiderati.” Girasole Consulting SA via Motta 22, 6830 Chiasso Tel. +41 91 682 65 68 Fax +41 91 682 65 70 www.girasoleconsulting.ch info@girasoleconsulting.ch
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Dal 23 al 27 novembre 2010, torna Edilespo Il salone delle tecniche e delle soluzioni per l’edilizia
Già da diversi mesi la macchina organizzativa di Edilespo è all’opera per allestire la tredicesima rassegna cantonale dell’edilizia che si svolgerà dal 23 al 27 novembre 2010 presso il Centro Esposizioni di Lugano. Anche questa edizione sarà patrocinata, come consuetudine, dalla Società Svizzera Impresari Costruttori Ticinesi e dal Dipartimento del territorio, ma con una grande novità: quest’ultimo lancia infatti “il Programma Edifici” che sostituirà, proprio a partire dal 2010, il Programma Edifici della Fondazione Centesimo per il Clima; la novità più importante è quella che le sovvenzioni saranno estese anche a singoli elementi costruttivi, il programma durerà dieci anni e stanzierà da 280 a 300 milioni di franchi l’anno per il risanamento dell'involucro di edifici, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, di componenti domotecnici moderni e di sistemi per il recupero di calore residuo. La SSIC Sezione Ticino, dal canto suo, focalizzerà la propria attenzione sulla sicurezza sui cantieri, anche in virtù della vicinanza con lo stand della SUVA. Tornando ad Edilespo… molte saranno le novità tecnologiche atte ad interessare non solo lo specialista, ma anche un vasto pubblico di privati. Diversi gli espositori che hanno già prenotato la loro presenza: suddivisi per settori, presenteranno prodotti e innovazioni inerenti materiali da costruzione, rifiniture, impianti tecnici, costruzioni metalliche, arredamenti sanitari, cucine e domotica. Interessanti saranno anche le conferenze e i dibattiti che si svolgeranno nel contesto della manifestazione, nella nuova sala allestita e dotata di tutte le più moderne e sofisticate apparecchiature. Quelle ditte che intendono partecipare con un proprio stand, oppure prenotarsi per una conferenza, possono rivolgersi all’ufficio informazioni di Edilespo, Via Castausio 20, 6900 Lugano, Tel. +41 91 973 54 41; possono altrimenti contattare gli organizzatori via e-mail edilespo.info@bluewin.ch
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