Ticino Business

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nr. 4 / Mag. 2012

Un completamento imprescindibile per l’economia cantonale


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Sommario

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Strong opinion Editoriale Contromano Il Tema Ospite Ospite Ospite Ospite Ospite Biblioteca liberale Diritto Attualità Attualità Attualità Attualità Attualità

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Attualità Eventi Eventi Formazione Formazione Osec Fiere internazionali Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci

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Impressum

Redattrice responsabile: Lisa Pantini

nr. 4 / Maggio 2012

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Black Lists, indegne e discriminatorie Come volevasi dimostrare Tunnel del Gottardo: la sicurezza è un diritto dei cittadini Per le grandi opere, il futuro si chiama partenariato pubblico-privato Economia e Ticino compatti per maggiore incisività La voce dagli Stati: problema urgente ed importante La voce dal Nazionale: dossier delicato, ma d’importanza vitale Chiusura insostenibile, raddoppio indispensabile Chiusura del Gottardo: l’alternativa ferroviaria non è credibile L’ecologista è un serial killer Swiss made e quote minime: un progetto eccessivo e poco aderente alla realtà Managed care: rivolto al futuro, orientato al paziente Strutture e politiche comunali nei Cantoni: tra illusione e realtà “Acquisto in Svizzera” Mobilità aziendale: intervista al Cardiocentro Ticino Purchase pledges - le operazioni di cessione programmata quale formula “assicurativa” dinamica del valore d’impresa Ticino for Finance: Primo anno di vita e primi risultati Approfondimento sulla Polonia, il 5.6.2012 Uno sguardo attento verso il Kazakistan Corsi proposti dalla Cc-Ti Scuola per economisti aziendali nelle arti e mestieri, corso 2010-2011 Commercio estero I prossimi appuntamenti MaffeisNetwork SA START UP Imprese Ticino SA Green Card SA Migros Ticino Polus SA Dun & Bradstreet (Svizzera) SA Caminada Sementi ARVI SA Autonassa Luisoni Consulenze SA Assurswiss SA Lugicons SA Postfinance Tyco Fire & Integrated Solutions SA VoipTel International Svega Gruppo Sicurezza SA ATIS - Associazione ticinese imprese di spedizione e di logistica

Editore: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano

Un completamento imprescindibile per l’economia cantonale

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Comitato redazionale: Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Simona Morosini Marconi, Marco Passalia e Mercedes Galan

Redazione: Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch Pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 558 6928 Manno Tel. +41 91 600 20 70 info@pubblicitasacchi.ch www.pubblicitasacchi.ch

Stampa: TBS, La Buona Stampa sa via Fola 11, Pregassona (Lugano) Diffusione: Tiratura: 2’500 copie Abbonamento gratuito per i soci Cc-Ti Abbonamento supplementare: - CHF 50.- annuo - per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Frequenza: Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annuali

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Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti

Black Lists, indegne e discriminatorie

Una recente presa di posizione delle principali organizzazioni economiche ha creato qualche malinteso sulla nostra posizione riguardo alla telenovela delle back lists italiane e delle trattenute fiscali dei frontalieri. Alcuni media hanno inteso che le associazioni economiche fossero favorevoli a riprendere il versamento dei contributi ora congelati dal Cantone. In realtà noi proponevamo lo scongelamento dei fondi ma soltanto in cambio dello stralcio della Svizzera dalle black lists. Il Governo italiano in questo momento ha sicuramente altri problemi più urgenti da risolvere ma sappia che noi imprenditori soffriamo a causa di un’azione illegale da parte italiana ovvero la manifesta violazione dell’art. 25,3 della Convenzione fiscale del 1976 (abolizione del principio di non discriminazione, operata da Tremonti). Il mantenimento del nostro Paese sulle black list è stato confermato due settimane fa dal Signor Magistro, Direttore dell’Agenzia delle Entrate italiane. Che l’ex Ministro Tremonti dopo aver approfittato del Ticino come e quando gli ha fatto comodo quand’era un influente commercialista, si erga a predicatore della moralità non ci stupisce vista la tendenza al trasformismo dell’uomo ex socialista e ora dirigista di destra e moralizzatore anti mercato. Che un nuovo Governo altamente rispettato dalla comunità internazionale grazie al prestigio e alla competenza dei suoi membri non voglia per contro affrontare il problema invece ci delude. Poco importa che le black lists siano illegali, constatiamo purtroppo che anche una persona dal livello morale del Prof. Monti accetta di continuare a punire un Paese amico, mettendo in serio pericolo quel sentimento di appartenenza alla comunità culturale italiana che tanta fatica ha impiegato per affermarsi nella popolazione ticinese. In Svizzera vive più di mezzo milione di italiani cui si aggiungono 50’000 frontalieri che si recano tutti i giorni in Ticino per aiutarci a creare ricchezza. Noi imprenditori siamo riconoscenti dell’insostituibile contributo che danno alla nostra economia. Ma in molti vedono il frontaliero come un pericolo. La concorrenza dei lavoratori distaccati d’oltre frontiera ai nostri artigiani alimenta sentimenti anti italiani che si diffondono in modo subdolo e preoccupante tra la popolazione. Il trattamento che l’Italia ci riserva tra black lists e totale mancanza di reciprocità nell’applicazione dei bilaterali non aiuta. Noi percepiamo quest’atteggiamento tra l’arrogante e lo strafottente come offensivo da parte di un Paese che non ha proprio tutte le carte in regola per dare lezioni di morale e di economia a una nazione virtuosa come la nostra. Uno sguardo alle cifre dell’Economist per il 2011, dimostra che la Svizzera in ogni dato economico che conta, PIL per abitante, indice di libertà economica, bilancia commerciale, debito pubblico, spesa pubblica, quota statale, qualità di vita nelle città, competitività globale, indice di innovazione e persino nel numero di premi Nobel, è messa infinitamente meglio del Bel Paese. E siamo anche la diciannovesima economia al mondo con appena 7 milioni di abitanti mentre le economie che ci precedono contano tutte con una popolazione di almeno 50 milioni. Difficile accettare lezioni di savoir vivre da chi cinicamente mette all’indice un Paese civile come la Svizzera definendolo “paradiso fiscale”, quando a casa

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propria non riesce a debellare una corruzione endemica, un economia sommersa di dimensioni imbarazzanti e un debito pubblico stratosferico. Sulle black lists ci siamo finiti perché ci rifiutiamo di autorizzare lo scambio automatico di informazioni a fini fiscali. Nessun altro Paese, ce lo ha chiesto, anche se a tutti piacerebbe. Gli standard OCSE non lo impongono. Noi pensiamo che pagare le tasse non sia un dovere morale, tantomeno un merito o segno di lealtà ma semplicemente il rispetto di un contratto fra cittadini e lo Stato liberale che si può infrangere come tutti i contratti. L’Italia, o meglio il Signor Tremonti sostiene che se i capitali escono dal suo Paese è perché le nostre banche sono pronte ad accoglierli. Accoglierli è una colpa, lasciarli scappare no. Come dire se io rubo una Ferrari è perché la Ferrari le mette sul mercato. O se sparo a qualcuno è perché le pistole sono in vendita. Perché mai tanti italiani sono scontenti e portano i loro risparmi all’estero? Sono veramente tutti solo furbastri, peccatori e parassiti? Non potrebbe essere che il carico fiscale è troppo alto rispetto alle prestazioni ricevute? Ovunque nel mondo il cittadino fugge la fiscalità confiscatrice, lo Stato spendaccione e si ribella evadendo le tasse. Lo scambio automatico di informazioni fiscali è una misura autoritaria e coercitiva per chi è incapace di mettere ordine in casa propria e di trattenere i propri cittadini che fuggono da uno Stato ladrone, o magari autocratico, totalitario o scialacquatore. Non è compito della Svizzera porre rimedio alle magagne fiscali, finanziarie o politiche di un Paese straniero. Il nostro segreto bancario tutela quell’anonimità del cittadino (tranne in casi di reati penali) che una democrazia liberale ha il dovere di tutelare. La Svizzera ora propone di tassare gli averi depositati presso le sue banche e versarli ai Paesi di provenienza in base ad Accordi bilaterali conclusi con l’Inghilterra, con l’Austria e la Germania. Il cliente pagherà pertanto le imposte stabilite dall’accordo ma senza che l’identità ne venga rivelata. L’Italia per varie ragioni fa orecchio da mercante a queste nuove proposte. Per cui, a fronte dell’elegante, garbato rifiuto del Premier e della cocciutaggine un po’ becera dell’Agenzia delle Entrate non ci resta che continuare a bloccare i ristorni dei frontalieri trattenendo per contro il 100% e non solo il 50%. A livello federale i nostri parlamentari operino affinché l’accordo del 1976 venga disdetto dalla Svizzera per inadempienza della controparte italiana. Poi vedremo. L’ex Ministro tedesco Steinbrück sostiene che la Svizzera con le sue banche aiuta i criminali. Usando un linguaggio degno della miglior retorica di Göbbels, dimostra che l’arroganza, la protervia e la prepotenza di certi politici è dura a morire anche in democrazia. L’Italia ben conosce la cultura della prepotenza per averla tragicamente vissuta sulla propria pelle fino al 1945. Nonostante Tremonti minacciasse di mandarci l’esercito (fa ridere?) siamo fiduciosi che il nostro vicino tenga in giusta considerazione le esigenze svizzere riguardo alle discriminatorie black lists, un termine inglese che si traduce con “liste di proscrizione”, indegne di un Paese civile. Meglio non ricordare. Noi crediamo che l’Italia sia un grande Paese. Facciamo che non la si percepisca soltanto come un Paese grande.


Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

Come volevasi dimostrare

Non amo particolarmente la frase “noi l’avevamo detto”, perché spesso viene utilizzata in modo improprio e per dare facili lezioni a posteriori sulla base magari di previsioni azzeccate per caso. Tuttavia, in alcuni casi, essa è legittima e, secondo la mia umile opinione, è particolarmente calzante nella discussione concernente il completamento della galleria autostradale del San Gottardo. Sì, perché l’analisi tecnica realizzata dallo studio di ingegneria LucchiniMariotta e associati, presentato qualche settimana fa a Biasca, ha clamorosamente messo a nudo i macroscopici limiti di tutte le valutazioni che gli Uffici federali hanno tentato di spacciare per basi attendibili. E gli autori dello studio, per attività ed esperienza professionale, sono al di sopra di ogni sospetto di parzialità a favore del traffico stradale. Ebbene, questo studio, molto approfondito e tecnicamente complesso, ma quasi disarmante per la limpidezza dei risultati, dimostra senza ombra di dubbio come siano lacunosi e inattendibili i rapporti fino ad oggi pubblicati dalle autorità federali in merito alla possibilità di ovviare con treni-navetta alla chiusura per 900 giorni della galleria autostradale del San Gottardo. L’approfondita analisi del “Sistema Gottardo” (tunnel ferroviario esistente e nuova galleria di base) dimostra come le capacità della struttura per un sistema di treni-navetta efficace siano chiaramente insufficienti e che vi sarebbe la necessità di importanti, ulteriori e costosissimi investimenti per garantire un livello minimo di servizio. Inoltre, l’integrazione delle varie infrastrutture nella rete ferroviaria e nel territorio sarebbe oltremodo difficile, se non quasi impossibile. Senza dimenticare i pesantissimi e non ancora completamente prevedibili effetti sul territorio, che sarebbe chiamato ad ospitare rampe di carico e scarico di dimensioni notevolissime. Con tanti saluti alla Costituzione federale, che prevede di mettere su rotaia il traffico di transito da frontiera a frontiera (in altre parole da Basilea a Chiasso) e non sul territorio nazionale. Senza dimenticare il piccolo particolare che gli urani, contrari ad un secondo tubo autostradale, non vogliono nemmeno le rampe di carico e scarico. Mentre il Comune di Biasca, destinato ad ospitare la rampa ticinese (altra grande opportunità come sostengono taluni?), non è nemmeno stato interpellato, nella migliore tradizione degli Stati centralisti. È semplicemente sconcertante che le autorità federali, nelle loro pseudo-analisi, non abbiano mai avuto un vero e proprio approccio di sistema, sottovalutando chiaramente la complessità di funzionamento dell’esercizio ferroviario e dimenticandosi la stabilità dell’orario, garantita solo a puro livello teorico se tutto fila liscio, senza nemmeno un secondo di ritardo. E questo, beninteso, senza considerare i sempre più lunghi periodi di picchi di traffico. Solo analisi lacunose e puramente teoriche o addirittura assenti su molti aspetti fondamentali come l’evoluzione del traffico

stradale, i vari servizi necessari per assicurare la mobilità, il funzionamento dei terminali, le modalità di accesso per carico e scarico di veicoli pesanti e leggeri, l’impatto territoriale e finanziario. Poca roba… L’implementazione dei treni-navetta e le conseguenze sulla “stabilità” dell’esercizio ferroviario sono pertanto ben più complesse di quanto vogliano farci credere i sostenitori della ferrovia quale unico vettore per attraversare la catena alpina. È evidente che in determinate situazioni sarebbe inevitabile la riduzione di capacità per altri trasporti come quello delle merci e sarebbero comunque necessarie misure più ampie di quelle paventate per garantire un’alternativa all’evoluzione del traffico stradale. In altre parole, ci troviamo a discutere su rampe di carico e scarico ed un sistema che dovrebbe durare per tre anni (il tempo di chiusura della galleria autostradale), che richiederebbe centinaia di milioni di spesa, che creerebbe problemi a tutto il sistema e che devasterebbe l’ambiente. A meno che non si voglia propagandare come provvisoria una soluzione che poi, molto probabilmente, resterà definitiva, con buona pace delle regioni toccate. Entrambe le varianti sono decisamente poco incoraggianti. Come detto in precedenza, è assolutamente inaccettabile e sconvolgente il fatto che le autorità federali abbiano pubblicato con leggerezza studi parziali ed incompleti che dovevano servire da base decisionale per scelte di politica dei trasporti di importanza strategica fondamentale per tutta la Svizzera per i prossimi decenni. Quando sollevammo dubbi sulle capacità ferroviaria, oltre ad essere accusati di osteggiare il trasporto pubblico, fummo pesantemente sbeffeggiati ed insultati da importanti esponenti dell’Iniziativa delle Alpi. Infatti, lo scorso 21 novembre 2011, quando presentammo a Berna lo studio del Professor Silvio Borner di Basilea sull’impatto economico della chiusura del Gottardo e un sondaggio fra oltre 500 aziende ticinesi che si dicevano preoccupatissime per tale chiusura e pronte a prendere misure anche drastiche, oltre a qualche apprezzamento personale offensivo, ci sentimmo dire che le aziende avrebbero fatto meglio a gestire più efficacemente la loro logistica. Detto da chi non sa nemmeno cos’è un’azienda e non ne ha mai vista una dall’interno… Oggi i timori espressi dalle aziende trovano una conferma scientifica inconfutabile. Cercavamo risposte, non vendette, e con lo studio sulle capacità del sistema ferroviario, le abbiamo trovate. È pertanto fortemente auspicato che il Parlamento federale (ed in particolare le sue commissioni) ed il Consiglio federale, nelle decisioni che saranno chiamati a prendere nei prossimi mesi, tengano conto del fatto che i treni-navetta non sono un’alternativa credibile alla chiusura della galleria autostradale.

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Contromano di Alessio Del Grande

Tunnel del Gottardo: la sicurezza è un diritto dei cittadini È la galleria stradale più lunga delle Alpi e la terza al mondo per lunghezza: 16, 9 chilometri di tunnel ad una sola canna a doppio senso di circolazione. E ad altissimo rischio per il volume di transiti. Inaugurata nel settembre del 1980, già l’anno dopo nella galleria autostradale del San Gottardo transitarono quasi 3 milioni di automezzi, che arrivarono ad oltre 5,5 milioni nel 1990 e a 6,8 milioni nel 2000. Ma il traforo, concepito non certamente per reggere un tale flusso di traffico, è rimasto sempre lo stesso. Nonostante Berna al momento dell’inaugurazione si fosse impegnata a “completare” il tunnel - come si era detto allora - realizzando una seconda canna appena si fosse superata una determinata soglia di transiti. Soglia che era stata largamente oltrepassata già qualche anno dopo l’apertura. Oggi nel tunnel transitano in media 6 milioni di veicoli, di cui quasi un milione sono mezzi pesanti. Alla guida di un’auto o di un Tir si attraversa la galleria sempre col cuore in gola. Basta una distrazione, una panne o un piccolo incidente per provocare una tragedia. Nel 2001 lo scontro tra due camion provocò un terribile rogo. Undici persone persero la vita nella galleria. Per diluire il transito dei mezzi pesanti e diminuire i rischi, nel 2002 è stato introdotto il cosiddetto “sistema del contagocce”, scaglionando il traffico dei camion. Un sistema che provoca non pochi disagi per i camionisti, mentre nei periodi di punta ai portali Nord e Sud le colonne tendono ad allungarsi sempre più con tempi di attesa di due, tre ore. Ma quel che è peggio non si sono affatto risolti i problemi di sicurezza. Se lo scaglionamento dei mezzi pesanti ha contribuito a dosare meglio l’intensità del traffico, diminuendo i rischi, restano i problemi strutturali di un tunnel troppo lungo per poter reggere con una sola canna un tale volume di transiti. Nella galleria la tragedia è sempre in agguato. Viene la pelle d’oca a pensare quanto più pesante sarebbe stato il bilancio delle vittime, se il terribile incidente di Sierre fosse avvenuto nel tunnel del Gottardo, dove ogni giorno transitano quasi 12 mila auto e 5.300 mezzi pesanti. Già nel 1999, uno studio aveva dimostrato che la frequenza degli incidenti è inferiore del 40% nei tunnel unidirezionali rispetto a quelli a doppio senso di circolazione. Studio di cui a Berna in tutti questi anni non si è tenuto affatto conto. Anzi, da ultimo

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si è registrata la sorprendente sortita dell’UPI, Ufficio Prevenzioni Infortuni, secondo cui un secondo tunnel non aumenterebbe la sicurezza, perché diminuirebbe “soltanto in modo marginale” il numero degli incidenti. Secondo i brillanti analisti dell’UPI, con la realizzazione del secondo tubo in 40 anni si eviterebbero solo 20 morti e 180 feriti. Dunque, nel bilancio costi-benefici, per l’UPI è meglio che le cose restino così. A parte il fatto che non è dato sapere quale base scientifica abbiano questi calcoli dell’UPI, le cui conclusioni sono offensive per la comune intelligenza, è evidente che per questi geni dell’Ufficio che dovrebbe prevenire gli infortuni, venti vite umane sono ben poca cosa. Purtroppo, ci si spinge sino a tanto pur di stroncare la discussione sul raddoppio del tunnel. Ma la sortita dell’UPI è soltanto l’ennesima dimostrazione di come il Gottardo sia diventato il ridotto ideologico che ha fatto perdere il lume della ragione alle cerchie rosso verdi. Il ‘no’ al raddoppio per ambientalisti e sinistra è solo una battaglia ideologica che preclude ogni ragionevole confronto su un problema che si trascina ormai da venti anni e che oggi rappresenta un elevato fattore di rischio nel sistema della mobilità interna e internazionale. Ci vogliono forse un’altra decina di morti per capire che una seconda galleria rende più sicuro il traffico nel Gottardo. Che il secondo tubo non serve per aumentare l’intensità dei transiti, ma solo per renderli più sicuri. Anche per risparmiare non venti, ma solo una, soltanto una vita umana. Le domande da farsi sono semplicemente queste: è accettabile che in un Paese civile i cittadini siano esposti ad un rischio simile? È ragionevole continuare con un tunnel dove ogni giorno transitano sfiorandosi 17 mila veicoli? Viaggiare sicuri è un sacrosanto diritto dei cittadini, che peraltro pagano fior di tasse e imposte per le strade. Quindi, spetta allo Stato garantire questa sicurezza là dove è oggettivamente possibile. E se non lo fa lo Stato, che si lasci fare i privati. Oggi per il Gottardo c’è la concreta possibilità di un partenariato pubblico-privato che risolverà una volta per tutte il problema del secondo tunnel. Lasciarsi sfuggire questa opportunità sarebbe un’irresponsabilità di cui ci si potrebbe prima o poi amaramente pentire.


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Il tema di Alessio del Grande

Per le grandi opere, il futuro pubblico-privato Un mio consiglio : date tempo al tempo - in natura come negli affari .

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In questi giorni riprende a Berna il dibattito sul tunnel del San Gottardo. Se ne discute nella Commissione trasporti del Consiglio degli Stati, che nell’ultima riunione aveva deciso di rinviare alla seduta di maggio una sua presa di posizione sull’iniziativa del Canton Ticino per i lavori di risanamento della galleria e sulla mozione del Senatore Filippo Lombardi per la realizzazione di un secondo tubo. Dopo la Commissione che appare nettamente spaccata (sei Senatori favorevoli al raddoppio e sette contrari), toccherà al plenum del Senato pronunciarsi, probabilmente nel corso del mese di giugno. Sull’esito finale di questa discussione c’è ancora molta incertezza, visto anche il fatto che la Commissione deve esaminare un ulteriore rapporto dell’Ufficio federale delle strade. Quale sia l’orientamento di Berna, e in particolare del Governo, sull’ipotesi del raddoppio è difficile da capire. Difatti, agli atteggiamenti di decisa chiusura si alterna qualche apertura che lascerebbe ben sperare. Da ultimo, la recente dichiarazione del Ministro Doris Leuthard che proprio a Lugano ha affermato che “il secondo traforo del Gottardo non è mai stato un tabù”. Anche se quanto detto e ribadito sinora da Berna pare andare in tutt’altra direzione, stando almeno alle posizioni espresse da un certo funzionariato federale apertamente ostile all’idea di un secondo tubo per la galleria autostradale. Appare invece chiaro che ormai la partita si gioca tra il raddoppio e la chiusura, 900 giorni, della galleria per i lavori di risanamento e con il sistema delle navette per il trasporto degli automezzi. Che il sistema delle navette sia in grado di smaltire adeguatamente il traffico ai portali del traforo è tutto da dimostrare. Perciò, è abbastanza fondato il timore che si creeranno lunghe colonne e maxi ingorghi, con tutto quello che ne consegue in disagi per la circolazione e impatto sull’ambiente. Questa seconda soluzione ipotizzata dall’Ustra, solo per le misure provvisorie prevede una spesa di un miliardo a fondo perso, mentre per il secondo tubo si prevede sì un investimento di quasi, 2.8 miliardi ma per un’opera destinata a durare per almeno mezzo secolo, risolvendo definitivamente la questione della sicurezza così come il problema della fluidità del traffico nella galleria e sull’asse Nord-Sud. Dunque, sia sul piano dei costi che del risultato finale la soluzione del secondo tubo appare la più ragionevole. Tanto più ragionevole, anche alla luce dello studio presentato recentemente da economiesuisse su un possibile partenariato pubblico-privato per finanziare la costruzione della seconda galleria. Lo studio prospetta diverse possibilità di finanziamento dell’opera, anche col pagamento di


si chiama partenariato

un pedaggio, tutte molte concrete e fattibili per le modalità di realizzazione e per l’eventuale ripartizione dei costi tra Stato e privati. Del resto quella del partenariato pubblicoprivato per grandi opere infrastrutturali è una formula già applicata con successo in altri Paesi ma ancora poco usata in Svizzera. “In Svizzera, i partenariati pubblico-privato (PPP) non sono ancora così diffusi come in altri Paesi europei – nota economiesuisse –. Tuttavia, nel settore della costruzione, esistono esempi riusciti di partenariati: il centro amministrativo di Berthoud recentemente portato a termine, la piazza dell’Hôtel de ville di Baar o gli stadi di calcio di Lucerna e Neuchâtel .Per lo Stato, progetti realizzati attraverso un PPP offrono la possibilità di creare delle infrastrutture con un investitore, un costruttore e un gestore privato, senza spendere denaro pubblico. In questo modo, esso può anche cedere una parte del rischio inerente al progetto. In Svizzera, i possibili investitori sono delle casse pensioni, dei Cantoni, ma anche delle imprese e dei fondi d’investimento. Per questi attori economici, i PPP possono rappresentare delle possibilità d’investimento interessanti e orientate sul lungo termine”. Alcuni Paesi, ricorda economiesuisse, hanno già realizzato numerosi progetti grazie a questa collaborazione tra pubblico e privato. In Gran Bretagna, ad esempio, sono stati realizzati 29 progetti stradali grazie a un PPP. In Germania, sono stati ultimati 14 progetti stradali e due gallerie. “Rispetto alle procedure convenzionali – sottolinea l’associazione imprenditoriale – sono stati ottenuti dei guadagni d’efficienza del 10%. Questi ultimi derivano tra l’altro dalla concorrenza tra operatori durante gli appalti pubblici, ma anche dalla possibilità per il partner privato di pianificare il progetto in maniera efficace (finanziamento, costruzione, gestione, manutenzione). Per poterlo fare, i poteri pubblici devono concedere ai loro partner un margine di manovra sufficiente”. È chiaro che per Berna la decisione di dare il via libera al secondo tubo non è un problema di costi. Le casse della Confederazione possono benissimo reggere un investimento anche di tre miliardi per la realizzazione di una simile infrastruttura, si tratta, quindi, soprattutto di una scelta politica. E da questo punto di vista il merito dell’iniziativa di economiesuisse è quello di aver messo in luce un altro aspetto chiave di un problema che va al di là del caso Gottardo, ossia se è solo compito dello Stato finanziare una grande opera, o se esso si può avvalere, invece, della partnership dei privati, secondo il modello del PPP. Un modello che se introdotto in Svizzera accelererebbe di molto la realizzazione di progetti importanti, sottraendoli alle lungaggini delle procedure politico-burocratiche.

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Una cosa è certa.

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Stefano Modenini, Direttore AITI - Associazione Industrie Ticinesi

Economia e Ticino COMPATTi PER MAGGIORE INCISIVITÀ Stefano Modenini

Da anni ormai si parla e si rivendica il completamento del tunnel autostradale del Gottardo, sarà questa la volta buona?

“La decisione è oramai nelle mani del Consiglio federale e delle Camere federali. Il Comitato per il completamento del Gottardo si è dato molto da fare negli ultimi dodici mesi per evidenziare la necessità di procedere al raddoppio della galleria del Gottardo, per tutta una serie di ragioni concrete. Man mano che il tempo è trascorso, molti in Ticino e nel resto della Svizzera hanno aperto gli occhi sul fatto che la Svizzera italiana non ha un collegamento garantito e sicuro con il resto della Svizzera. L’insicurezza è data pure dalle prospettate alternative di carico ferroviarie che dovrebbero essere messe in campo per ovviare a tutti i trasporti in occasione dei lunghi lavori di risanamento della galleria attuale. Queste alternative sono molto costose e non dimostrano di poter rispondere alle necessità per le quali dovrebbero essere realizzate. Inoltre, la loro costruzione devasterebbe i territori toccati - in Ticino sicuramente la zona di Biasca - e necessiterebbe di altre misure, quale ad esempio l’allentamento del transito notturno dei camion. Vi sono molte ragioni insomma che rendono del tutto logica la costruzione di un secondo tunnel del Gottardo”.

Negli ambienti economici c’è molto timore per la prevista chiusura del tunnel per i lavori di risanamento. Quasi tre anni di galleria chiusa in concreto che significano per le imprese e per le industrie ticinesi?

“Tutto dipenderà dalle scelte finali della politica. Se si accetterà di procedere al raddoppio del Gottardo prima di iniziare il risanamento dell’attuale tubo allora potremo dire di avere ottenuto soddisfazione; se così non sarà e verrà sposata la tesi di chi non vuole il raddoppio, allora le conseguenze per diverse imprese potrebbero essere pesanti e il Ticino potrebbe assistere ad un impoverimento del proprio tessuto economico. Nel concreto le aziende dovrebbero rivedere le proprie scelte logistiche di trasporto, ma il tutto non potrebbe essere risolto semplicemente spostando le merci dalla strada alla ferrovia. Le attività che dovessero partire dal Ticino difficilmente potrebbero tornare. Inoltre, bisognerebbe tenere conto di tutte quelle attività che in Ticino non arriverebbero proprio a causa delle difficoltà di collegamento. Noi non siamo contro la ferrovia, ma riteniamo che essa non sia in grado di assorbire tutto il volume di traffico che i sostenitori dell’Iniziativa delle Alpi ritengono possibile. Non dimentichiamo che con la nuova trasversale ferroviaria alpina aumenterà il numero dei treni internazionali, nazionali e regionali che la percorrono. E in più si vorrebbero spostare sulla medesima linea decine di migliaia di camion. Anche i non addetti ai lavori comprendono che tutto ciò assomiglia più al sogno che alla realtà”.

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Cosa dovrebbe fare il Ticino per far valere di più le sue ragioni a Berna sul Gottardo?

“Credo che i diversi attori che si battono per il completamento del Gottardo si stiano muovendo bene a Berna. L’azione del Comitato per il completamento del Gottardo è coordinata con quella del Consiglio di Stato e con la Deputazione ticinese alle Camere federali. Della partita sono pure il Delegato del cantone Ticino a Berna e il rappresentante dell’economia ticinese nella capitale federale. Abbiamo interessato e coinvolto già da tempo le commissioni trasporti del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati, molti parlamentari federali, i Governi di diversi cantoni svizzeri, diverse associazioni di categoria e gruppi di interesse. Credo proprio che sul tema del Gottardo il Ticino si sia mosso in maniera incisiva, proprio perché a favore del raddoppio del Gottardo vi sono argomenti solidi, che rendono il Gottardo un progetto nazionale e non solo ticinese. Poi è chiaro che a livello nazionale vi sono altri progetti d’infrastrutture di trasporto che devono essere portati avanti e sappiamo che di fronte alle ristrettezze finanziarie si pone la necessità di fare delle scelte. Anche per questo stiamo spiegando ai rappresentanti di altri Cantoni, in primo luogo quelli romandi, che il raddoppio del Gottardo non vuole essere un impedimento alla realizzazione di altre opere necessarie in Svizzera”.

A volte si ha l’impressione che non sia tanto il Consiglio federale o il Parlamento (sinistra rosso-verde a parte) a guardare con ostilità al completamento della galleria quanto invece un certo funzionariato federale. È un’impressione fondata?

“Sì, in una certa misura l’impressione è fondata. Soprattutto discutendo in questi mesi gli aspetti tecnici a livello di determinati uffici federali, abbiamo percepito chiaramente un’impostazione ideologicamente contraria al raddoppio del Gottardo. Abbiamo percepito tutto ciò ad esempio nell’analisi dell’impatto economico della chiusura prolungata del tunnel del Gottardo, quando a Berna a tutti i costi si voleva confermare fra i fattori chiave un numero di 650’000 passaggi di camion ogni anno (dal quale derivare il costo economico della chiusura del Gottardo), mentre tutti sappiamo che nella realtà il numero dei passaggi è praticamente doppio. Anche quando si è trattato di discutere la fattibilità delle alternative di carico ferroviarie, abbiamo colto la sensazione, anzi direi che abbiamo avuto la dimostrazione che le ipotesi di lavoro messe sul tavolo non hanno un sufficiente fondamento tecnico ed economico. Tutto ciò sia detto senza cattiveria, ma è chiaro che da chi come l’amministrazione federale lavora a favore di tutti i cittadini ci attendiamo piena obiettività di giudizio. Le scelte sono in fin dei conti politiche, ma si devono basare su presupposti tecnici ed economici inoppugnabili”.


Frédéric Hemmer, Capo del Dipartimento IT, CERN

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati PPD, Co-Presidente del Comitato per il completamento del San Gottardo

La voce dagli Stati: problema urgente ed importante Filippo Lombardi

Quale sarà ora l’iter del «Gottardo» alle Camere Federali? “Il 10 maggio la Commissione trasporti degli Stati deciderà il suo preavviso sull’Iniziativa cantonale ticinese e sulla mozione Lombardi, che chiedono entrambe il secondo tubo prima del risanamento del vecchio, indi l’uso di una sola corsia di traffico per tubo e direzione. I due oggetti saranno dunque pronti per la decisione del Consiglio degli Stati alla sessione di giugno, indi entro fine anno dovrebbe pronunciarsi il Nazionale. In contemporanea il Dipartimento di Doris Leuthard sottoporrà le sue proposte al Consiglio federale, quindi esecutivo e legislativo si occuperanno in parallelo del problema, dimostrando se non altro che è importante, urgente e sentito”. Che schieramento si prevede al Senato? “È sempre difficile fare previsioni, particolarmente sul futuro… Ho però l’impressione che la Commissione Traporti darà preavviso negativo a maggioranza risicata, mentre il Consiglio degli Stati potrebbe essere favorevole. Al Nazionale mi pare abbastanza ben orientata anche la Commissione trasporti. Comunque è chiaro che la questione sarà controversa, con l’opposizione tanto della sinistra quanto di un certo numero di borghesi che preferiscono dirottare i soldi verso altri progetti nei loro Cantoni. Per noi ticinesi si tratta di spiegare sempre che non siamo più nel 2004, quando il controprogetto «Avanti» chiedeva di modificare l’articolo costituzionale sulla protezione delle Alpi per un secondo tubo e quattro corsie. Oggi siamo di fronte al risanamento obbligato della vecchia galleria e all’inaccettabile isolamento del Ticino per tre anni. Mentre invece accettiamo la limitazione a due corsie di traffico e quindi NON vogliamo modificare l’articolo costituzionale”. Purtroppo il Ticino sul completamento del tunnel appare diviso. Alla manifestazione a Berna dei fautori e subito seguita quella dei contrari. Questa divisione inciderà sull’orientamento delle Camere federali? “Il Ticino, di fronte al pericolo di isolamento, mi pare oggi molto più compatto che in passato. Due terzi del Gran Consiglio, quattro quinti del Consiglio di Stato

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e nove decimi della Deputazione sono favorevoli ai due tubi senza aumento della capacità. I collegi a Berna lo sentono, e questo ci rafforza. Ma come detto, le insidie rimangono forti, perché alle opposizioni ideologiche si sommano gli interessi di altre regioni. Dobbiamo lavorare ancora molto nei prossimi mesi, e gli ambienti economici ticinesi devono sensibilizzare in ogni occasione i colleghi d’oltre Gottardo”.

In questi ultimi tempi molto si è parlato dell’isolamento economico del Ticino per i lavori di risanamento del tunnel, poco invece del problema della sicurezza. Non pensa che sia un problema che forse dovrebbe sottolineato con più forza? L’aumento della sicurezza – tanto sul piano degli incidenti gravi quanto su quello delle continue e dannose interruzioni del collegamento per ogni bagatella – è sicuramente un grande vantaggio del secondo tubo senza aumento della capacità. In tal senso è semplicemente vergognoso che l’Ufficio prevenzione infortuni UPI (che non è un Ufficio federale, ma un’organizzazione privata) abbia sortito alcune vecchie cifre dell’Iniziativa delle Alpi spacciandole come «rapporto» per manipolare le imminenti decisioni parlamentari, parlando dei rischi di aumento del traffico allorquando tutti i fautori del secondo tubo, dal primo all’ultimo, ribadiscono costantemente che NON vogliono quattro corsie e quindi non vogliono aumentare il traffico!”


Ospite Intervista di Lisa Pantini a Fabio Regazzi, Consigliere nazionale PPD, Co-Presidente del Comitato per il completamento del San Gottardo

La Voce dal Nazionale: dossier delicato, ma d’importanza vitale Fabio Regazzi

Quale sarà ora l’iter del «Gottardo» alle Camere federali?

“Il tema del completamento della galleria del San Gottardo o del suo risanamento viene considerato un dossier delicato a causa delle possibili ripercussioni anche a livello costituzionale. Attualmente se ne sta occupando la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati attraverso l’analisi dell’iniziativa «Sicurezza del traforo del San Gottardo», presentata dal Cantone Ticino, nonché della mozione «Completamento della galleria autostradale del San Gottardo» inoltrata dal Consigliere agli Stati Filippo Lombardi. Entrambi gli atti parlamentari chiedono la costruzione di una seconda galleria per aumentare la sicurezza del traffico privato e per permettere il risanamento della prima galleria senza compromettere il traffico attraverso le Alpi, evitando quindi l’isolamento del Ticino per la durata dei lavori di risanamento (almeno 900 giorni!). La Commissione degli Stati dovrebbe decidere in maggio e la Camera alta in giugno. Se tutto procede come previsto, in estate sul dossier si chinerà la Commissione dei trasporti del Nazionale, di cui sono membro, ed entro la sessione autunnale la Camera del popolo. In caso di divergenze tra le due Camere la decisione finale cadrà verosimilmente in dicembre”.

Che schieramento si prevede al Nazionale?

“La partita è molto aperta e la sensazione è che i due schieramenti siano piuttosto equilibrati. È pertanto difficile a questo stadio sapere se il nostro campo dei fautori del completamento del Gottardo sia maggioritario. Va ricordato che, eccezion fatta per Uri, gli altri tre Cantoni alpini sono favorevoli alla realizzazione di un secondo tubo. Non bisogna tuttavia sottovalutare il fatto che per alcuni Cantoni della svizzera centrale, come pure per la maggioranza di quelli romandi il raddoppio del Gottardo non è considerato una priorità. Anche dal Consiglio federale giungono purtroppo segnali piuttosto contraddittori, che non lasciano troppo spazio all’ottimismo, anche se va detto che rispetto a un anno fa la situazione è decisamente migliore: infatti, grazie al grande lavoro fatto a Berna tramite i nostri rappresentanti alle Camere (la deputazione ticinese è favorevole a larghissima maggioranza) e naturalmente del Comitato per il completamento del Gottardo, quella del secondo tunnel viene ora considerata come un’opzione da valutare seriamente. In ogni caso, inutile negarlo, il no della popolazione urana pesa come un macigno. Quello che posso però assicurare è che ci batteremo con tutte le forze e non lasceremo nulla di intentato per raggiungere il nostro obiettivo, ovvero evitare l’isolamento del Ticino per tre anni”.

Purtroppo il Ticino sul completamento del tunnel appare diviso. Alla manifestazione a Berna dei fautori è subito seguita quella dei contrari. Questa divisione inciderà sull’orientamento delle Camere federali?

“La contro-manifestazione degli avversari al raddoppio è stata patetica: i classici «tre gatti» rappresentativi – dicono loro – di una decina di associazioni si sono ritrovati a Berna a distribuire del vino in bicchieri di plastica (!) inneggiando allo slogan «Anche quando il tunnel sarà chiuso per i lavori, non vi faremo mancare il Merlot». Per fortuna che di ridicolo non si muore…! Battute a parte non credo quindi che quello di scimmiottare quanto portato avanti dal Comitato per il completamento del Gottardo con la consegna di oltre 20’000 firme sia il modo migliore per risolvere il grave problema della chiusura per tre anni del tunnel. Per ora, come su altri temi, il Cantone non sembra ancora aver individuato una posizione unica e condivisa. È tutto sommato

comprensibile poiché le vie di comunicazione terrestri e i trasporti sono al centro della costituzione stessa del nostro Paese e rivestono pertanto un’importanza strategica che trascende le frontiere svizzere. La prospettata chiusura temporanea (per tre anni) della galleria stradale del San Gottardo, annunciata nel 2010, ha reso evidente che la situazione attuale non è più sostenibile e che occorre migliorare il sistema di transito su strada e ferrovia. Non sono pertanto sorpreso delle divergenze di opinioni che divide il Ticino. Semmai sono sorpreso di quanto vengano sottovalutate, anche a Berna, le conseguenze per la nostra economia e il nostro turismo, dell’eventuale chiusura del Gottardo. Sarebbe sicuramente molto meglio se il Ticino riuscisse a trovare una soluzione condivisa presentandosi unito a Berna per convincere le autorità che la chiusura non è per noi una soluzione accettabile. Al momento siamo molto lontani da questa ipotesi per cui resta ancora molto da lavorare, e il tempo stringe. La chiusura temporanea del Gottardo porterebbe tutta una serie di conseguenze economiche. Stando a un sondaggio condotto dal Comitato per il completamento del Gottardo effettuato fra le aziende ticinesi appartenenti a vari settori economici, come commercio, industria, servizi, turismo, trasporti, ecc., in termini assoluti si parla di oltre 2’000 posti di lavoro a rischio solo tra le 515 imprese interpellate. Spiccano, in ogni caso, fra i settori più colpiti: commercio, servizi e turismo che si vedrebbero costretti ad intervenire con un’importante riduzione del personale (anche oltre le 100 unità). Tutti i settori coinvolti prospettano di avere maggiori costi di fornitura (27%) e di consegna (26%). Inoltre vi saranno anche degli aumenti riguardo al prezzo di vendita, che causerà una conseguente riduzione della clientela (in oltre il 20% dei casi). Non da ultimo, sarebbero toccati anche i fornitori d’oltralpe (7%), che potrebbero essere sostituiti da quelli italiani o di altri Stati europei”.

In questi ultimi tempi molto si è parlato dell’isolamento economico del Ticino per i lavori di risanamento del tunnel, poco invece del problema della sicurezza. Non pensa che sia un tema che forse dovrebbe essere sottolineato con più forza?

“Il Comitato per il completamento del Gottardo, che ho l’onore di co-presiedere, ha sempre sostenuto, anche perché lo dimostrano le statistiche, che il traffico bidirezionale come quello che circola lungo la Galleria del Gottardo è molto pericoloso. Secondo l’Ufficio Strade Nazionali passando da un traffico bidirezionale a uno unidirezionale il rischio d’incidenti si riduce del 40%. Anche per questo il tunnel del Gottardo era stato progettato con due tubi. Solo per ragioni economiche è stato deciso di differire la costruzione del secondo tubo di una decina di anni, ossia fino a quando la capacità di traffico nella galleria bidirezionale sarebbe stata esaurita, soglia già ampiamente oltrepassata da anni. Oggi siamo a quota 16’000 veicoli al giorno di media. Sembra paradossale che la galleria autostradale del Seelisberg, lunga 9 km e con un’intensità di traffico analoga a quella del San Gottardo, è stata realizzata con due tubi. Non è del resto un caso che dal 1999 al 2011 nel Seelisberg c’è stato un solo incidente mortale contro i 17 nel tunnel del Gottardo. Ma per l’UPI (Ufficio che dovrebbe occuparsi di prevenzione infortuni) il tema della sicurezza non sembra essere importante, visto che, stando ai loro calcoli, con un doppio tubo verrebbero risparmiate solo 20 vite umane... Una presa di posizione assurda e incomprensibile, che trovo semplicemente scandalosa”.

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Waldo Bernasconi (Beltramina), Presidente ASTAG – Sezione Ticio

CHIUSURA INSOSTENIBILE, RADDOPPIO INDISPENSABILE Waldo Bernasconi (Beltramina)

Cosa significa concretamente per i trasportatori la chiusura per 900 giorni del tunnel?

“La galleria stradale del San Gottardo, aperta nel 1980, che collega il Canton Ticino con le altre regioni, è l’asse di transito Nord - Sud più importante della Svizzera. Attraverso la galleria del San Gottardo transitano oggi oltre 6 milioni di veicoli tra traffico viaggiatori e traffico merci e la tendenza è in crescita. Tra il 2020 e il 2025 l’attuale canna della galleria dovrà essere risanata integralmente dopo 40 anni di esercizio. Per la gestione del traffico durante la chiusura della galleria l’Amministrazione Federale ha messo a punto quattro varianti e attualmente propende per una soluzione che prevede un blocco senza interruzione protratto nel tempo. La costruzione di una seconda canna come variante non è prevista. Il traffico verrà gestito convogliandolo su ferrovia o utilizzando altri percorsi (vecchia strada del Passo, San Bernardino). Sarebbe assolutamente impossibile convogliare l’intero volume di traffico della più importante via di transito svizzera su percorsi alternativi o su ferrovia. Il trasporto merci e la logistica si basano sulla rapidità, affidabilità e flessibilità («just in time»). Per ragioni di tempo e di costi è pertanto insostenibile dover utilizzare altri percorsi (tempi di percorrenza – maggiori chilometri) o la ferrovia (programmabilità). Una chiusura del San Gottardo avrebbe ripercussioni negative sull’intera rete stradale nazionale. Il maggior volume di traffico nonché il traffico su percorsi alternativi comporterebbero incidenti, code e un maggiore inquinamento ambientale conseguenti all’accresciuto consumo di carburante e all’emissione di sostanze nocive. In caso di chiusura totale del traforo del San Gottardo verrebbe seriamente compromesso l’approvvigionamento e lo smaltimento nel Canton Ticino. Un tale scenario rappresenterebbe una grave minaccia in termini di danni economici. Per l’economia ticinese il turismo nazionale ed estero e quindi il traffico automobilistico privato rivestono un’importanza centrale. Una chiusura della Galleria del San Gottardo significherebbe la diminuzione del numero di ospiti e intaccherebbe massicciamente le attività economiche locali”.

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Pensa che le alternative proposte da Berna siano praticabili e in che misura?

“Le quattro varianti ipotizzate dal Consiglio Federale sono lontane dalla realtà e non praticabili. Una chiusura totale della galleria del San Gottardo protratta nell’arco di molti mesi è del tutto inaccettabile senza una alternativa”.

Una volta entrata in esercizio la nuova trasversale ferroviaria alpina, ritiene che sarà effettivamente in grado di smaltire il traffico merci come sostengono gli ambientalisti?

“Come ho già avuto modo di esprimermi in altre occasioni, ricordo che lo scopo della realizzazione della trasversale ferroviaria alpina (galleria di base) era di favorire il trasporto veloce delle persone e non delle merci. Le dimensioni della nuova galleria di base lo testimoniano. L’ex Consigliere Federale Moritz Leuenberger l’ha sempre ribadito. Non possiamo accettare e sostenere, in quanto inimmaginabile e irrealizzabile, il trasporto via ferrovia «veloce» dei mezzi di trasporto su altri mezzi di trasporto e di essere in grado di organizzare delle rampe di carico a Sud e a Nord del massiccio del San Gottardo”.

Come Associazione dei trasportatori cosa vi aspettate da Berna?

“L’Associazione Astag spera che le azioni di protesta e di invito a voler riesaminare questa situazione da parte del Consiglio Federale siano attentamente valutate e accettate. Che si tenga veramente conto dei gravi pericoli economici che rischiano di penalizzare il nostro Cantone ed in particolare le industrie e tutto il settore del commercio. In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una eccellente crescita economica, ad una maggior produttività ed un potenziamento degli scambi commerciali nazionale e internazionali. Già solo queste tre posizioni indicano un incremento del traffico delle merci che porta lavoro, benessere e quindi un innalzamento del tenore di vita”.


Ospite Comunicato stampa

Chiusura del Gottardo: l’alternativa ferroviaria non è credibile Analisi funzionale sulle capacità di trasporto delle gallerie ferroviarie nel contesto del risanamento della galleria autostradale del San Gottardo

Pubblicato lo scorso 23 aprile uno studio tecnico che dimostra come siano lacunosi e inattendibili i rapporti fino ad oggi pubblicati dalle autorità federali in merito alla possibilità di ovviare con treni-navetta alla chiusura per 900 giorni della galleria autostradale del San Gottardo. La fattibilità delle proposte delle autorità federali non è dimostrata e i reali impatti sul sistema ferroviario e sul territorio sono stati verificati solo parzialmente e sono stati sottovalutati. L’analisi del “Sistema Gottardo” (tunnel ferroviario esistente e nuova galleria di base), dimostra le insufficienti capacità della struttura per un sistema di treninavetta efficace, la necessità di importanti ulteriori e costosissimi investimenti per garantire un livello minimo di servizio, nonché la difficile integrazione delle infrastrutture nella rete ferroviaria e nel territorio, sul quale vi sarebbero effetti devastanti e non ancora prevedibili. Il Comitato per il completamento del Gottardo stigmatizza il fatto che le autorità federali abbiano fornito basi di valutazione inattendibili per decidere del futuro dell’asse Sud-Nord e invita il Parlamento federale e il Consiglio federale a tenere conto di questi elementi fondamentali nelle decisioni che dovranno essere prese nei prossimi mesi. Lo studio presentato a Biasca, per sottolineare la solidarietà del Comitato per il completamento del Gottardo per un Comune che sarebbe pesantemente penalizzato dalla realizzazione di infrastrutture di carico e scarico, è stato realizzato dallo Studio di ingegneria ticinese LucchiniMariotta e associati. Il lavoro era finalizzato a valutare le capacità di trasporto delle gallerie ferroviarie del “Sistema Gottardo”, cioè della linea esistente e del nuovo tunnel di base. Questo per verificare se i treni navetta paventati dal-

le autorità federali possono essere un’effettiva alternativa alla chiusura per 900 giorni della galleria autostradale del San Gottardo. Ebbene, è chiaramente emerso che, nei vari rapporti pubblicati, le autorità federali non hanno mai avuto un approccio di sistema nel quadro delle loro valutazioni. La complessità di funzionamento è stata chiaramente sottovalutata e la problematica dell’esercizio ferroviario e della stabilità dell’orario è stata ignorata, per cui le valutazioni sulla capacità della rete sono da considerare lacunose e puramente teoriche. Non sono nemmeno state sviluppate ipotesi sull’evoluzione del traffico stradale né valutazioni chiare sull’efficacia dei nuovi servizi per assicurare la mobilità delle persone e delle merci. Infine, sono risultate totalmente insufficienti le valutazioni sul funzionamento dei terminali previsti per i treni-navetta, sul loro inserimento nel territorio e sulle modalità di accesso e di carico-scarico per i veicoli leggeri e i veicoli pesanti. Assenti anche stime finanziare credibili, in particolare per ciò che concerne gli investimenti infrastrutturali, così come analisi serie sull’impatto territoriale, che risulta devastante per i comuni sul cui territorio andrebbero costruiti tali terminali. Lo studio indica chiaramente come i problemi di implementazione dei treni-navetta e le conseguenze sulla “stabilità” dell’esercizio ferroviario siano stati sottovalutati. In determinate situazioni sarebbe inevitabile la riduzione di capacità per altri trasporti come quello delle merci e sarebbero comunque necessarie misure più ampie di quelle paventate per garantire un’alternativa all’evoluzione del traffico stradale. Inoltre, le infrastrutture necessarie sarebbero importanti e di complessa integrazione nella rete esistente e i terminali di carico e le relative infrastrutture d’accesso stradali porrebbero seri problemi d’integrazione sul territorio. Anche con ingenti investimenti di centinaia di milioni di franchi, le capacità disponibili non permetterebbero di rispondere alla futura domanda di trasporto. Il Comitato per il completamento del San Gottardo ritiene sconcertante il fatto che le autorità federali abbiano pubblicato con leggerezza studi parziali ed incompleti che dovevano servire da base decisionale per scelte di politica dei trasporti di importanza strategica fondamentale per tutta la Svizzera per i prossimi decenni. Si esige quindi che il Parlamento federale (ed in particolare le sue commissioni) ed il Consiglio federale tengano conto di questi elementi assolutamente imprescindibili nelle decisioni che saranno chiamati a prendere nei prossimi mesi.

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Biblioteca liberale di Alessio del Grande

L’ecologista è un serial killer

La Finlandia sullo sfondo apocalittico di un cambiamento climatico che sta devastando il mondo. “Le regioni meridionali di Spagna e Italia erano state ufficialmente abbandonate al loro destino. Nel Bangladesh sommerso dal mare era scoppiata un’epidemia di peste che minacciava di diffondersi in tutta l’Asia. La contesa tra India e Cina per le riserve d’acqua dell’Himalaya era sfociata in una guerra. Alla chiusura del confine con il Messico da parte degli Stati Uniti, i cartelli della droga rispondevano con attacchi missilistici: obiettivi Los Angeles e San Diego. Gli incendi in Amazzonia non erano stati domati nemmeno facendo deviare il corso di ulteriori fiumi per isolare l’area. Numero di conflitti o scontri armati sul territorio dell’Unione Europea: tredici, la maggior parte dei quali lungo la frontiera. Stima approssimativa sul numero dei rifugiati climatici: 650-800 milioni in tutto il mondo. Malattie a rischio pandemia: H3N3, malaria, turbecolosi, ebola, peste”. Sono le epidemie che flagellano Helsinki assieme ad una pioggia ininterrotta che ha devastato la città, in preda ad orde di disperati, ecco lo scenario de “ Il guaritore” di Antti Tuomainen. Un romanzo tradotto in 25 lingue che ha come soggetto il fondamentalismo ambientalista. Sebbene non sia per intreccio e qualità di scrittura all’altezza del famoso “Stato di paura” di Michael Crichton, il libro di Tuomainen ha l’indubbio pregio di mettere in luce i pericolosi eccessi del fanatismo ecologista e come esso possa degenerare nell’ecoterrorismo. Soggetto questo che non va di certo per la maggiore in tempi dominati dal politically correct ambientale, nonostante in tutti Paesi avanzati, Svizzera compresa, ci siano già state violenze o atti di vero e proprio terrorismo di matrice ecologista. Ma pochi autori hanno avuto sinora il coraggio di farne materia di un romanzo, “desacralizzando” una concezione della natura e del mondo che può anche condurre ad un pericoloso estremismo ideologico. Il protagonista oscuro del libro di Tuomainen è un medico, Pasi Tarkiainen, che da studente aveva militato nei primi movimenti ambientalisti per poi assumere posizioni sempre più radicali, avvicinandosi ai gruppi estremisti che cominciano a sparare contro imprenditori e politici ritenuti responsabili di distruggere gli equilibri del clima o di non impedirne la distruzione. È lui il Guaritore “di un pianeta malato”, che si definisce l’ultima voce della verità e rivendica una catena di omicidi, famiglie intere di dirigenti industriali sterminate, per punire chi aveva oltraggiato l’ambiente. Il personaggio di Tarkiainen, “per cui le cose sono solo bianche o nere, e se non sei con noi, sei contro di noi” descrive perfettamente la parabola intellettuale dell’assolutismo ecologista, il suo trasfor-

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marsi in ideologia, degenerando in ferocia, quando ad essa, come è gia successo ad altre ideologie, si affida la salvezza del mondo. Tarkiainen, circondato da una milizia privata formata un gruppo di ex militanti ambientalisti dediti ormai alla comune criminalità, uccide per guarire il pianeta malato; l’altro protagonista del romanzo Tapani, un poeta, lotta invece per ritrovare la moglie scomparsa, una giornalista che si era messa sulle tracce del Guaritore, con cui da studentessa, anche lei invaghita dell’ecologismo, aveva avuto una relazione. Una partita a due per un thriller che si snoda nel mondo sconvolto dal cambiamento climatico. Lo scrittore finlandese non nega le responsabilità dei potenti per il disastro ambientale che fa da scenario al romanzo, ma fa capire che il rimedio usato è ben peggiore del male. Che quelli convinti di combattere per una causa giusta alla fine con la loro ossessione diventano i veri malvagi. Una storia di amore e di morte, di follia e di attaccamento alla vita. Un confronto tra opposti: da un lato il fanatico assassino che, chiuso ed esaltato nel suo ruolo di vendicatore, continua ad ammazzare; dall’altro un uomo che da solo lotta per salvare la donna di cui è innamorato. È su questo contrasto tra l’anormalità di un giovane divenuto un serial killer che si pone al di sopra degli altri per giudicare e punire, e la normalità di un uomo-poeta che, sebbene in condizioni del tutto anormali, continua a battersi per le cose che hanno davvero valore nella vita, che si gioca il significato del libro di Tuomainen. Un romanzo che si può leggere semplicemente come un qualsiasi giallo, ma anche con una chiave diversa, ossia la denuncia di un estremismo ambientalista che usa il male nella presunzione di voler imporre il bene. Una presunzione su cui la storia ci ha già dato tragiche lezioni.

Titolo: Il guaritore

Autore: Antti Tuomainen

Editore: Einaudi


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Dirit to di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico Cc-Ti

Swiss made e quote minime: un progetto eccessivo e poco aderente alla realtà Nella sessione primaverile, il Consiglio Nazionale ha deluso le aspettative del settore industriale (o quantomeno parte di esso), approvando con 96 voti contro 84 la proposta del Consiglio federale che prevede di introdurre nella legge federale sui marchi una quota di almeno il 60%, anziché l’auspicato 50%, affinché un prodotto possa essere designato come “swiss made”. Unitamente alla debolezza dell’euro, questa decisione contribuisce ad aggravare la posizione dell’industria esportatrice. Le speranze in un rovesciamento della situazione vengono ora riposte sul Consiglio degli Stati, che dovrebbe trattare la questione nel corso di maggio. È opinione diffusa che l’indicazione “Swiss made” debba essere maggiormente tutelata dagli abusi, sia internamente che sul piano internazionale. Tuttavia, il problema dell’utilizzo abusivo dello “swiss made” si presenta sotto sfaccettature diverse, a seconda che in gioco vi siano prodotti industriali, beni di investimento, prodotti naturali trasformati, oppure beni di lusso (segnatamente orologi). Inoltre, interessi divergenti si possono riscontrare all’interno di un medesimo settore. Ognuno di questi settori ha esigenze diverse, difficili da conciliare in un unico testo legislativo. Ad esempio, i produttori nel segmento dell’alta gamma dell’orologeria hanno interessi diversi rispetto ai produttori della gamma medio-bassa. Se per i primi una quota di “svizzerità” (costi di produzione generati in Svizzera) dell’80% è conditio sine qua non, per i secondi vale esattamente il contrario. Dato che nel segmento medio-basso la parte di componenti estere assume un’importanza maggiore, la quota dell’80% diverrebbe praticamente irraggiungibile e l’uso dello swiss made impossibile. Tanto vale delocalizzare la produzione… Dal profilo della tutela del consumatore, i prodotti naturali trasformati devono poter essere considerati “swiss made” con quote di svizzerità che variano a dipendenza del grado di trasformazione. Una quota di materie prime del 60% sarà sufficiente per un prodotto altamente trasformato (ad esempio biscotti e marmellate), mentre occorre una quota di almeno l’80% per prodotti naturali che subiscono trasformazioni di poca entità (ad esempio il formaggio). Tuttavia, non bisogna dimenticare che la Svizzera è un Paese povero di materie prime e che il raggiungimento delle quote summenzionate può risultare problematico a dipendenza del prodotto in gioco. E non tutte le PMI svizzere possono vantare marchi talmente affermati sul mercato, da fare a meno dell’indicazione “swiss made”. Per quanto riguarda i beni di investimento, quali macchinari, strumenti, apparecchiature, ecc., l’importanza dello “swiss made” è meno evidente, nella misura in cui, comunque, nella maggior parte dei casi la composizione del prodotto è marcatamente “multinazionale”. L’acquirente ha però di solito aspettative di “svizzerità” per quanto riguarda gli aspetti legati alla ricerca ed allo sviluppo alla base del prodotto, l’ingegnerizza-

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zione, la produzione delle componenti di base, l’assemblaggio ed il controllo della qualità. Se per il settore dei prodotti naturali trasformati una quota tra il 60% e l’80% (di materie prime) appare, secondo studi dell’Università di San Gallo, rispondere alle aspettative dei consumatori, lo stesso non può dirsi dei prodotti industriali. Il fatto che nella quota del 60% (anziché l’auspicato 50%) possono essere inclusi anche i costi di ricerca e sviluppo e controllo della qualità, non è di alcun soccorso, in quanto tali costi non riguardano tutte le aziende industriali e raramente superano il 3% dei costi annui totali. Ogni aumento della quota di svizzerità comporta una riduzione della flessibilità delle aziende svizzere. A dipendenza delle contingenze (oscillazioni delle valute) e della disponibilità o meno delle componenti, l’azienda dovrà cercare i propri fornitori altrove, ciò che ostacolerebbe il raggiungimento della quota, impedendo l’utilizzo dell’indicazone “swiss made”. Pensiamo ad esempio alla chiusura del Gottardo ed alle possibili difficoltà di rifornimento dalla svizzera interna e/o viceversa, nel caso un prodotto industriale dovesse essere fabbricato tempestivamente. È chiaro che l’azienda dovrà ripensare la componentistica del prodotto, organizzandosi diversamente, eventualmente rinunciando all’indicazione “swiss made” qualora non raggiungesse più la quota del 60%. Ribadiamo che, ad esempio in Germania, non esistono leggi che regolano il “made in Germany” basate su quote percentuali minime. Nondimeno, la Germania si attesta al vertice delle esportazioni a livello mondiale. Nemmeno Francia e Italia hanno adottato una legislazione basata su quote percentuali minime. La legislazione germanica si basa sul concetto di divieto di utilizzo di denominazioni ingannevoli, senza riferimento a quote percentuali. Tale divieto è contenuto pure nella legislazione svizzera relativa alla protezione dei marchi, ora oggetto di revisione e nella quale il Consiglio federale vorrebbe ancorare le quote minime di “svizzerità”, pensando così di riuscire ad arginare un fenomeno, quello dell’abuso dell’indicazione “swiss made” che, purtroppo, con o senza revisione continuerà a trascendere i confini nazionali. Si stima che l’aumento della quota dal 50% al 60% quale percentuale minima per i prodotti industriali causerà una riduzione dell’ordine del 30%-40% delle merci attualmente esportate con l’indicazione “swiss made”. Le conseguenze della revisione per il settore industriale (a parte alcuni settori particolari) saranno maggiori costi di produzione per mantenere questo label in ambito export, con abbassamento dei margini di guadagno. La seconda ipotesi si chiama delocalizzazione: infatti potrebbe venir meno l’interesse a mantenere la produzione in Svizzera qualora l’azienda non riuscisse a raggiungere la quota del 60% per avvalersi dello “swiss made”.


Attualita` di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

Managed care: rivolto al futuro, orientato al paziente

In questi ultimi anni la fornitura di cure mediche è divenuta sempre più complessa. L’innovazione nell’ambito sanitario ha esteso l’offerta in materia di strumenti di diagnosi e metodi di trattamento. A ciò si aggiunge l’invecchiamento della popolazione, che ha moltiplicato le cartelle cliniche complesse e croniche. Le consultazioni individuali presso vari medici non interconnessi aumentano in questo modo sia i costi che i rischi per la salute. Si impongono dunque adeguamenti per restare al passo con i tempi. Manca poco più di un mese al prossimo appuntamento alle urne per il popolo svizzero. Tra i temi in votazione, anche il Managed Care. Un termine inglese che, secondo gli oppositori a questo progetto, cela tutta una serie di inconvenienti e pericoli, in particolare per il paziente. Risulta dunque utile fare chiarezza: il Managed care, o reti di cure integrate o reti di medici, sono concetti utilizzati nel sistema sanitario. Le caratteristiche che contraddistinguono questi modelli sono i medici – al centro del sistema – che, quali attori unici, hanno l’incarico di coordinare (integrare) le cure del paziente. I sistemi di cure integrate sono già molto conosciuti in Svizzera: le reti dei medici seguono oggi 1,3 milioni di assicurati. Dal 2004 la quota dei modelli di cure integrate è triplicata.

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Numero di assicurati 185‘000

Assicurati ai modelli di cure integrate (2010) Fonte: “Forum Managed Care”: Fakten Integrierte Versorgung in der Schweiz 2010”

Cosa chiede il progetto e quali vantaggi comporta?

Il progetto sottoposto al popolo prevede due riforme importanti: in primo luogo, promuovere legalmente i modelli di cure integrate attraverso incitamenti finanziari e, in secondo luogo, affinare la compensazione dei rischi tra gli assicuratori malattia. Resta comunque garantita la scelta sia del medico di base sia dell’adesione o meno al modello del Managed Care. Due i vantaggi principali: 1. Le cure integrate migliorano la qualità La qualità superiore delle cure nei modelli integrati è stata provata scientificamente: i risultati indicano che lo stato di salute dei pazienti affiliati ad un modello integrato risulta migliore. In generale gli assicurati beneficiano di una maggior qualità di vita nonché di un tasso d’ospedalizzazione inferiore. Questo poiché nelle reti di cura le informazioni sono a disposizione di tutti i medici curanti. Inoltre si evitano doppioni o lacune che minano la salute del paziente. 2. Le cure integrate permettono di ridurre i costi È comunemente accettato che i costi dei modelli integrati sono infeequipe pub_Layout 1 27.03.12 08.52 Pagina 1

100‘000 10‘000

riori a quelli dei sistemi frammentati. Alcuni lavori hanno quantificato il potenziale di risparmio dal 5% al 25%. L’ampiezza dei risparmi di costo varia considerevolmente.

Garantita la libera scelta del medico

Gli oppositori parlano di soppressione della libera scelta del medico, argomentando che lo Stato non deve imporre reti, mettendo i pazienti sotto tutela. Tuttavia, lo Stato non vieta nulla e gli assicurati restano liberi di scegliere il modello che preferiscono. Qualora un cittadino scegliesse di aderire ad una rete, esso porrà al centro del suo sistema il medico di famiglia (che potrà scegliere liberamente), il quale potrà indirizzarlo verso i medici specialisti. Nel modello tradizionale la libera scelta è nettamente sopravvalutata: la maggioranza dei pazienti dà già fiducia al proprio medico di famiglia. Il modello integrato migliora la cooperazione tra i vari operatori, ciò che aumenta la sicurezza e la qualità delle cure. Insomma, costi inferiori e prestazioni di qualità: il prossimo 17 giugno sì al Managed Care.

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At tualita` di Daniela Lepori, Avenir Suisse

Strutture e politiche comunali nei Cantoni: tra illusione e realtà

L’autonomia comunale e la democrazia diretta sono fattori fondamentali per il successo del modello svizzero. Essi sono garanti della vicinanza dello Stato al cittadino e assicurano un’erogazione reattiva dei servizi pubblici. Inoltre sono cause importanti della relativa snellezza del nostro apparato statale rispetto a quello dei paesi vicini. Ma è proprio quest’autonomia che viene viepiù affossata. I motivi sono in primo luogo da ricondurre alla progressiva discrepanza tra istituzioni e territorio, alle crescenti esigenze delle regolamentazioni federali, cantonali e - non da ultimo - alle nuove necessità dei cittadini. Ciò porta ad una lenta ma continua erosione dei compiti comunali e alla delega delle competenze decisionali a comprensori intercomunali, nei quali i cittadini hanno meno opportunità di partecipazione democratica rispetto ai Comuni. In ultima analisi tocca ai Cantoni, tramite un appropriato quadro giuridico, creare un tessuto di Comuni che risponda alle esigenze odierne e future della Comunità.

Il monitoraggio di Avenir Suisse permette di trarre importanti conclusioni per le politiche comunali: - Una vera autonomia comunale significa libertà decisionale e d’azione dei Comuni in questioni finanziarie, organizzative e politiche e non solo un’indipendenza giuridica dai livelli statali superiori. - L’autonomia comunale effettiva è oggigiorno molto più limitata di quanto un rapido sguardo ai dati suggerisce. La colpa di questa perdita d’indipendenza è da attribuire in parte ai Comuni stessi. L’equazione «autonomia locale uguale garanzia di sopravvivenza» porta diversi Comuni a scegliere un atteggiamento difensivo nei confronti delle riforme che potrebbero rafforzare l’indipendenza comunale a lungo termine o almeno evitarne un ulteriore indebolimento. - Occorre evitare i disincentivi a livello istituzionale e individuale che impediscono l’ottimizzazione delle strutture comunali senza l’intervento dei Cantoni. Bisognerebbe fare in modo che

Ranking generale della politica strutturale dei Comuni

Il 4° monitoraggio dei Cantoni di Avenir Suisse riporta un’analisi approfondita dello stato attuale dei Comuni svizzeri grazie a delle informazioni attuali raccolte in tutta la Svizzera tramite un sondaggio. Sono valutate e confrontate quattro categorie di strumenti che i Cantoni adottano per venire incontro ai Comuni: il controllo finanziario, la perequazione e le collaborazioni intercomunali e il promovimento delle fusioni. Il vincitore della classifica generale è il Canton Soletta (vedi tabella). Esso deve questa posizione non a risultati individuali spettacolari ma a una solida performance in tutte e quattro le categorie. In generale, la posizione in classifica è determinata soprattutto dal piazzamento nella promovimento delle fusioni. In quest’ambito il Ticino è tra i Cantoni più dinamici e ambiziosi, ma perde punti a causa di una perequazione finanziaria intercomunale contraddittoria che premia i Comuni più piccoli. Una situazione simile si ritrova nei Grigioni dove però le autorità cantonali perseguono un approccio meno dirigistico.

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le misure delle politiche comunali dei Cantoni non vadano a interferire con l’autonomia locale, ma portino ad una correzione delle distorsioni esistenti. - Un approccio top-down dei Cantoni è auspicabile e costruttivo dal punto di vista della sovranità popolare solo dove vi è il consenso della popolazione. Un fatto appare chiaro: l’adempimento efficiente e professionale di compiti più complessi è sempre meno compatibile con la pretesa di continuare a svolgerli attraverso mini-unità istituzionali. Per i Cantoni e i Comuni la sfida sta nel trovare il giusto compromesso tra una mania fusionistica e l’aggrapparsi a una pseudo-autonomia. 4° monitoraggio dei Cantoni: «Gemeindeautonomie zwischen Illusion und Realität – Gemeindestrukturen und Gemeindestrukturpolitik der Kantone», 192 pagine, redatto da Lukas Rühli in tedesco Download: www.avenir-suisse.ch/15464/kantonsmonitoring4-gemeindeautonomie-zwischen-illusion-und-realitat/ Ordinazioni: assistent@avenir-suisse.ch


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Ogni idea è una piccola scintilla che dà luce ad una nuova visione, con proprie leggi, misteri e desideri, per un mondo percorribile da una mente logica sospinta da intense sensazioni. Web, advertising e grafica sono linguaggi dove spesso è più importante togliere che aggiungere. Così creiamo un’arte sottile: la comunicazione.

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At tualita`

“ACQUISTO IN SVIZZERA” Alla metà di aprile l’USAM - l’Unione svizzera di arti e mestieri ha lanciato la campagna “Acquisto in Svizzera”, che mira a sensibilizzare l’acquisto responsabile, rinforzando il “sistema svizzero” Nel 2011, la forza del franco ha spinto i consumatori svizzeri a fare i propri acquisti all’estero per oltre 5 miliardi di franchi. Le conLes PME suisses à votre service seguenze economiche sono già www.acheté-en-suisse.ch percepibili e non unicamente nelle regioni di confine. I settori più toccati in questo caso sono il commercio al dettaglio, l’artigianato, l’industria turistica e la ristorazione. Se non si contrasta quest’evoluzione, l’arretramento massiccio delle cifre d’affari porterà inevitabilmente ad una perdita di offerte di lavoro e di posti d’apprendistato. Intitolata “Acquisto in Svizzera”, la campagna lanciata dall’USAM alla metà di aprile punta a sensibilizzare la popolazione sui molteplici vantaggi generati dal fatto di acquistare in Svizzera. I partner della campagna, tra cui molte associazioni cantonali di arti e mestieri, delle organizzazioni settoriali e l’USAM, l’Unione svizzera di arti e mestieri, vogliono dare un segnale positivo nel difficile contesto del franco forte. Da parte loro, le PMI sono chiamate a partecipare attivamente

alla campagna nell’affiggere manifesti nelle loro aree di vendita, vetrine o atelier; un modo per indirizzare i loro clienti, mostrando loro i vantaggi dell’acquistare nel proprio Paese. Gli autori di questa campagna concepiscono la Svizzera come un sistema globale, di cui la popolazione beneficia in una forma o nell’altra. Questo sistema ha tuttavia un prezzo. Esso comprende salari equi, il mantenimento dei posti di lavoro, un sistema educativo efficace, una qualità eccezionale di merce e servizi proposti, che possono così rispondere alle esigenze della nostra società in materia di responsabilità ambientale e sociale. Rinunciare a effettuare i propri acquisti all’estero non rappresenta unicamente un fattore economico positivo. È una decisione responsabile e un segno che prova che noi siamo fieri del nostro Paese - orgogliosi di quello che è oggi e che sarà domani. Acquistare in Svizzera, è dire SÌ al nostro Paese nel suo complesso ed alla nostra società. Maggiori informazioni: www.acheté-en-suisse.ch, www.sgv-usam.ch

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At tualita`

Mobilità aziendale: intervista al Cardiocentro Ticino

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Intervista con Katia Valoti, Responsabile dell’Ufficio risorse umane Cardiocentro Ticino

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PER LA SUA AZIENDA

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Come e quando è nata l’idea di avvicinarsi alla mobilità sostenibile e ad arcobaleno aziendale?

“Già da diversi anni siamo confrontanti con la problematica del parcheggio per i nostri collaboratori, per i nostri pazienti e i loro famigliari. L’autosilo non è più in grado di accogliere tutte le auto; in alcune fasce orarie della giornata l’accesso risulta veramente problematico. La circostanza crea forti disagi a tutti, e più in generale pesa negativamente sull’ordinato e puntuale svolgimento delle attività ospedaliere. La Direzione ha quindi deciso di trovare delle soluzioni alternative per i propri collaboratori proponendo anche questo incentivo interessante per l’utilizzo dei mezzi pubblici, per il quale il Cardiocentro offre un contributo del 10%. Riteniamo sia necessario sostenere i nostri collaboratori nel trovare soluzioni idonee per affrontare il viaggio casa-lavoro con la dovuta serenità, in modo da poter impiegare le proprie energie nella cura dei pazienti, nostro obiettivo primario”.

Quale è stato il riscontro verso l’iniziativa da parte dei dipendenti?

“I nostri collaboratori hanno accolto molto bene l’iniziativa, 80 di loro hanno abbandonato definitivamente l’auto privata per passare ai mezzi di trasporto pubblico. Di questo siamo molto contenti. È una questione di abitudine e di mentalità. Con il giusto sostegno crediamo che il numero di coloro che usufruiranno di tale iniziativa aumenterà ancora”.

Avete adottato altre misure in ambito mobilità sostenibile?

“Abbiamo recentemente aderito al progetto di mobilità aziendale del Comune di Lugano. I primi passi sono già stati fatti tramite un sondaggio interno. I dati analizzati serviranno a definire delle misure alternative di trasporto, un consulente ci sosterrà nella scelta e nella loro applicabilità. Riteniamo che all’interno della nostra struttura ci sia ancora un gran potenziale; confidiamo di trovare nuovi spunti e di poterli applicare entro la fine dell’anno”.

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At tualita` di Gianluca Olivieri, Managing Partner di Financial Technologies

Gianluca Olivieri

PURCHASE PLEDGES - LE OPERAZIONI DI CESSIONE PROGRAMMATA QUALE FORMULA “ASSICURATIVA” DINAMICA DEL VALORE D’IMPRESA

Molte imprese fanno capo a Proprietà riconducibili ad una cerchia famigliare ristretta, sono attivamente gestite da esponenti famigliari e scarsamente “managerializzate”. I cosiddetti Imprenditori Soli, coloro che hanno figli troppo piccoli o troppo cresciuti per una condivisione delle responsabilità e che pertanto si trovano a ricoprire, da soli, una pluralità di posizioni: quella di fondatore dell’impresa, azionista, titolare, amministratore e (molto spesso) anche direttore generale. Un gran fardello per due sole spalle. Ed una grande concentrazione di rischio per la famiglia proprietaria dell’impresa. Belle imprese, gestite in contesti di assoluta indipendenza, con un unico problema, per nulla trascurabile, che porta il nome di chi queste imprese le gestisce e le fa prosperare. L’unico fautore dei successi dell’impresa rappresenta al contempo anche la maggiore limitazione, il vincolo più pesante alle sue possibilità di sviluppo, il suo più grande fattore di rischio. In queste imprese il vero fattore di rischio non è legato al business. Il vero rischio per il patrimonio familiare è rappresentato dal capofamiglia, che in solitudine gestisce tutto, senza nessun altro famigliare al suo fianco in grado anche lontanamente di sostituirlo. Un evento improvviso legato alla sua persona comprometterebbe in modo irreversibile il “sistema impresa”, perché fuori di lui/lei nessun altro potrebbe mai mettersi a fare ciò che fanno loro. Una loro eventuale assenza prolungata sarebbe letale per l’impresa, che continua ad esistere e prosperare soltanto nella misura in cui questi Imprenditori Soli rimangono saldi al loro posto. Un qualsiasi evento improvviso ed indesiderato, un’invalidità o incapacità permanente (per non parlare di un’eventuale dipartita, un evento tragico certo, ma che non può essere escluso a priori) sono ipotesi che vedrebbero irrimediabilmente compromesso in tempi rapidissimi il valore di ciò che queste persone sono state capaci di costruire negli anni. E con esso il tenore di vita delle loro famiglie. L’impatto non è dunque soltanto economico, ma anche e soprattutto emotivo. Oltre a perdere un affetto, i loro famigliari perderebbero simultaneamente anche tutto ciò che lui/lei ha amorevolmente costruito per loro. I famigliari potranno essere al massimo i proprietari dell’impresa, godere dei suoi frutti come ne godono ora, ma nessuno di loro sarà verosimilmente in grado di gestirla in prima persona. Le particolari capacità dell’Imprenditore Solo

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hanno consentito il raggiungimento di traguardi importanti, niente assicura che tali risultati possano essere mantenuti nel tempo, soprattutto qualora lui/lei dovesse venire a mancare. La continuità dell’impresa e la sua sopravvivenza a sostegno dei bisogni familiari rappresentano elementi affettivamente molto importanti. Nella maggior parte dei casi questo rischio può essere definito “latente”, perché generalmente non viene percepito a tinte nitide dal soggetto interessato, né dalla sua cerchia famigliare. Qualcuno si è chiesto se questo rischio fosse “assicurabile”, e ha pensato bene di farlo in un momento in cui è perfettamente sano ed in grado di valutare gli scenari a mente lucida, considerando il fatto che comunque una vendita dell’attività non entra in linea di conto. Per il momento non si pone l’imperativo di dover trovare in tempi brevi una soluzione di continuità, ma nonostante le apparenti certezze attuali, in qualcuna delle menti più aperte alberga il timore per le possibili ricadute connesse ad un evento imponderabile. Nessuna formula assicurativa potrebbe fare al caso. Le formule assicurativa tradizionali basate sul pagamento di un premio a fronte di un impegno risarcitorio predeterminato non funzionano quando si tratta di tutelare un valore dinamico, che muta di continuo, qual è di fatto un’impresa che ogni giorno combatte sul proprio mercato. E quand’anche l’impresa fosse stato un bene assicurabile, la compagnia di assicurazione corrisponderebbe alla famiglia un indennizzo decisamente più basso rispetto al valore di mercato dell’impresa di famiglia, perché il bene sottostante non rientra negli ambiti d’interesse del soggetto assicuratore. Oggi esiste una soluzione efficiente per queste casistiche, i cosiddetti Purchase Pledges: la Cessione Programmata Condizionata ad una controparte industriale “amica”. La bozza di contratto è semplice e chiara, i termini trasparenti, equi e perfettamente misurabili. La sua “mappatura genetica” deriva dal profilo delle due parti firmatarie. Un contratto di acquisizione programmata condizionata a valori congrui, riaggiustato periodicamente sulla base dell’evoluzione e del posizionamento delle rispettive imprese dei soggetti contraenti, e che come tali si relazioneranno l’un l’altro sulla base di un rapporto di non belligeranza o, meglio, di fattiva collaborazione sotto una pluralità di ambiti operativi: presidi industriali, accordi commerciali, e molto altro.


At tualita` Comunicato stampa

Ticino for Finance: Primo anno di vita e primi risultati

Stefano Rizzi

Franco Citterio

Ticino for Finance traccia un bilancio sulle attività svolte nel suo primo anno di vita: definizione e sviluppo di una strategia, un brand e degli strumenti di comunicazione, organizzazione di eventi e incontri con operatori italiani e inglesi interessati a rilocalizzare la propria attività in Ticino, sensibilizzazione degli operatori locali in merito alle attività e ad un loro coinvolgimento. Tutto questo guidato da un approccio “tailor made” Ticino Swiss Tailor Made Finance, è questa l’identità che secondo Ticino for Finance, l’associazione per la promozione della piazza finanziaria, è in grado di veicolare al meglio le caratteristiche della piazza finanziaria ticinese, una piazza caratterizzata da una lunga storia, integrata a livello globale, dove l’attenzione alle esigenze del singolo e alla relazione è massima. Nata nel febbraio del 2011 dalla stretta collaborazione tra il Dipartimento delle finanze e dell’economia del Canton Ticino e l’Associazione Bancaria Ticinese, Ticino for Finance ha raccolto la partecipazione di dieci partner istituzionali del mondo pubblico e privato. Obiettivo dell’associazione è quello di presentare i vantaggi del Canton Ticino come luogo dove fare finanza e vivere e operare da collegamento tra operatori finanziari potenzialmente interessati ad insediarsi nel nostro Cantone e partner pubblici e privati presenti sul territorio che li possono accompagnare nel processo. 02_BBF_Inserat_I_180x60:BBF

8.3.2012

11:42 Uhr

Cosa è stato dunque fatto da Ticino for Finance nel corso del primo anno di attività? La prima parte dell’anno è stata impiegata per definire la strategia, sviluppare un piano di attività, un brand e gli strumenti di comunicazione. Si è deciso di focalizzare sforzi e risorse su alcune categorie specifiche di soggetti, quali asset manager di strumenti tradizionali e alternativi, family office e società che si occupano di commodity trading, e su due mercati principali, l’Italia e il Regno Unito. Il primo passo pubblico è stato mosso alla fine dello scorso anno con l’evento “Ticino for Finance: vivere e fare finanza in Svizzera”, svoltosi a Lugano e rivolto ad operatori italiani. Più che di un evento si è trattato di una vera e propria piattaforma relazionale, dove venire a contatto con potenziali interessati e gettare le basi per successivi incontri di approfondimento. Un’attività di contatto molto mirata dunque, un investimento tuttavia necessario per approcciare soggetti così qualificati e veicolare un’immagine di qualità del Ticino come centro finanziario internazionale. In questo approccio “tailor made” un ruolo fondamentale è svolto dagli operatori già insediati nella nostra piazza finanziaria i quali, attraverso le loro relazioni e la loro attività contribuiscono al successo dell’iniziativa. Per questo, Ticino for Finance ha svolto ad oggi circa 50 incontri per sensibilizzare, coinvolgere e raccogliere i feedback degli operatori locali e periodicamente invia una newsletter di aggiornamento sull’attività svolta. Si è svolta invece lo scorso 18 aprile a Londra la conferenza “Ticino for Finance: Living and doing financial business in Switzerland” analoga per struttura e finalità a quella di Lugano, ma rivolta al mercato londinese. A questa si affiancherà nei prossimi mesi una presenza molto mirata su media britannici specializzati al fine di veicolare agli operatori le potenzialità che il Canton Ticino può offrire. Nel medio-lungo periodo l’associazione dovrà consolidare l’attività su Italia e Regno Unito raccogliendo i frutti di quanto seminato a partire dallo scorso novembre e, sulla base dei riscontri, si potrà valutare l’opportunità di estendere su altri mercati le proprie attività. Ticino for Finance P.O. Box 93, 6943 Vezia Tel. +41 91 961 65 55 info@ticinoforfinance.ch, www.ticinoforfinance.ch

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Eventi

Save the date: 5 giugno 2012, approfondimento sulla Polonia

Riservate questa data nelle vostre agende: il prossimo 5 giugno, presso l’Hotel Parco Paradiso, Via Carona 27 a Lugano, si terrà, dalle ore 16.30 alle ore 18.30, un evento di approfondimento sulla Polonia. Maggiori informazioni sul sito web della Cc-Ti: www.cc-ti.ch

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Eventi

Uno sguardo attento verso il Kazakistan Vi proponiamo di seguito alcune riflessioni emerse dagli interventi dei relatori all’evento dedicato al Kazakistan, lo scorso 26 marzo. Tenutosi presso l’Hotel Parco Paradiso, di fronte ad un’interessata platea, l’evento non ha mancato di suscitare l’interesse delle aziende che operano con l’estero per scoprire nuovi sbocchi e nuove possibilità di business. Lo stesso è stato organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con Osec, Credit Suisse ed Cippà Trasporti. Buona lettura!

Una prospettiva economica globale Sunto dell’intervento di Maxime Botteron, Global Economic Reaserach Credit Suisse, di Lisa Pantini

Maxime Botteron

Il Kazakistan forma un’economia di dimensioni assai ridotte, con una forte crescita economica soprattutto negli ultimi 10 anni, guidata in prevalenza dai proventi petroliferi. Il PIL dal 2001 al 2011 ha avuto un incremento del 130%, posizionando il Kazakistan tra le Nazioni con la maggiore crescita tra le economie emergenti; in previsione futura questa crescita dovrebbe continuare anche per i prossimi anni. Il tasso di inflazione è moderato, e negli ultimi anni è stata portata avanti da Governo kazako una politica che ha portato a finanze pubbliche solide ed a un debito pubblico moderato. La sua posizione verso l’esterno nella scena politica internazionale è molto migliorata e si attesta ad un buon livello, grazie anche alle esportazioni in ambito petrolifero, molto favorevoli a quest’ultime. Anche la pro-

duzione di gas è in crescita. Dal punto di vista demografico la Nazione kazaka può contare su un supporto fattivo a lungo termine, con un basso tasso di disoccupazione. La Cina è il più grande partner nelle esportazioni per il Kazakistan, seguita a ruota da Germania, Russia, Turchia, Italia e Stati Uniti. Il Paese persegue una politica monetaria aperta. Tra i principali rischi d’investimento nella Nazione vi è sicuramente la forte dipendenza della stessa verso il settore petrolifero, un’economia che non è così diversificata, ancora molto legata al petrolio. Il settore bancario non ha ancora avuto un recupero pieno ed efficiente dalla crisi, le imprese hanno un forte debito estero.

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Eventi

Le opportunità di business Intervista con Pavel Ivanov, Senior Trade Advisor, Ambasciata svizzera di Astana

Pavel Ivanov

Il Kazakistan vanta una stabilità politica che è da ricondurre a una leadership forte: il Presidente Nazarbayev è a capo del Paese da oltre 20 anni ed è stato rieletto nel 2011 per altri cinque anni. Quali sono i fattori che determinano il suo successo?

“Lo sviluppo delle condizioni politiche in Asia centrale meriterebbe un articolo a sé. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica 20 anni fa, le premesse erano sostanzialmente le stesse in tutte le nuove repubbliche indipendenti: l’economia di stato languiva, il sistema sociale era crollato e la migrazione era forte. Oggi il reddito pro capite in Kazakistan si attesta a 11’000 dollari, ossia 15 volte quanto si guadagnava nel 1994. Si tratta di un valore molto superiore a quello registrato dai suoi vicini centroasiatici. Il Paese deve questa ripresa economica prevalentemente alla sua grande ricchezza minerale, che ha subito attirato numerosi investitori esteri. Inoltre, negli ultimi due anni il Governo ha attuato riforme mirate volte a gettare le basi di un’economia efficiente e dinamica. È bene ricordare che il Kazakistan è uno stato multiculturale e multireligioso, che conta oltre 120 nazionalità ed etnie. La convivenza pacifica in una società come questa non è scontata. La stabilità politica è quindi un vanto, che il popolo kazako attribuisce giustamente al Presidente”.

Il Governo kazako persegue un programma di riforme volte ad instaurare un’economia di mercato aperta grazie alla privatizzazione di aziende statali e alla decentralizzazione. Può fornirci qualche informazione in merito?

“Il Governo ha attuato una serie di riforme: si può affermare, senza esagerare, che l’economia kazaka è tra le più liberali dell’area post-sovietica. Per quanto riguarda le privatizzazioni, il risveglio in seguito alle prime esperienze degli anni novanta è stato brusco e ampie fasce della popolazione non vi hanno tratto nessun beneficio. Le successive liberalizzazioni si sono svolte con maggior successo, come testimoniano ENRC e Kazakhmys. Quest’anno si procede a un’ampia asta pubblica (People’s IPO). La popolazione e gli istituti finanziari locali (per esempio fondi pensione) hanno la possibilità di acquisire partecipazioni nelle aziende nazionali principali e di maggior successo, finora raggruppate in un fondo sociale statale. In un primo tempo, saranno messe in vendita le azioni della linea aerea nazionale Air Astana e quelle delle aziende energetiche KazTransOil e KazTransGas. Le privatizzazioni della società ferroviaria Kazakhstan Temir Zholy e dello spedizioniere KazTemirTrans saranno completate entro il 2015. Gli esperti stimano che la prima tappa porterà ben 500 milioni di dollari nelle casse dello Stato”.

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Il Kazakistan è un importante attore globale in ambito energetico grazie alle sue ampie risorse di olio e gas, carbone e uranio. Ciò nonostante, le recenti fluttuazioni nel mercato mondiale delle commodities hanno portato il Governo a promuovere la diversificazione delle risorse energetiche, il loro uso efficiente, la ricerca e lo sviluppo nelle fonti rinnovabili e la consapevolezza ambientale. Pensa che in questo contesto vi siano opportunità d’affari per le PMI svizzere? Quali altri settori potrebbero essere d’interesse?

“Le risorse minerarie del Kazakistan sono le quinte al mondo. Il Paese dispone di enormi riserve di petrolio, gas naturale, metalli, oro, uranio e carbone. La loro estrazione ed esportazione è molto redditizia alle attuali condizioni di mercato. Ciò nonostante, il Governo cerca già da tempo di superare la dipendenza dalle risorse minerarie e di diversificare l’economia nazionale, attuando diversi programmi, tra cui i più noti sono lo «State Program on forced industrial-innovative development» e il «Business Road Map 2020». Quest’ultimo, lanciato nel 2010, comprende 469 progetti industriali e infrastrutturali con un volume complessivo d’investimenti di 56 miliardi di dollari. Sono certo che questo contesto presenta numerose e interessanti opportunità d’affari per le PMI svizzere. Vedo il maggior potenziale nel settore petrolifero e minerario, nell’industria chimico-farmaceutica, nell’edilizia, nel cleantech nonché nell’infrastruttura pubblica. Il Kazakistan è più che mai interessato ad acquistare le tecnologie più innovative che il mercato possa offrire nonché a stipulare joint venture ed effettuare investimenti con le imprese svizzere. Questi sono gli ambiti in cui la Svizzera brilla. Il fatto che dal 2011 il commercio tra Svizzera e Kazakistan registri cifre in forte crescita lascia intendere quanto sia importante il potenziale ancora da sfruttare”.

Con quali sfide si trovano confrontate le PMI svizzere quando entrano sul mercato kazako? Come possono esportarvi i loro prodotti con successo?

“Sia chiaro: entrare sul mercato kazako non è una passeggiata. Persistono i problemi dovuti alla corruzione e allo stato di diritto, l’attività quotidiana comporta delle difficoltà nel trattare con le autorità doganali e fiscali. Le PMI che intendono stabilirsi in Kazakistan dovrebbero analizzare attentamente il quadro giuridico e collaborare con un partner locale affidabile, un aspetto spesso determinante per compiere i primi passi sul mercato. L’Ambasciata svizzera ad Astana e l’Osec, il centro di competenze per il commercio estero svizzero, sono volentieri a disposizione per rispondere alle vostre domande”.


Alcuni aspetti della cultura e del doing business in Kazakistan di Larisa Naumenko, Assistant, CIS Area, Fidinam & Partners SA

Larisa Naumenko

Quanto può sapere del Kazakistan un ordinario uomo d’affari svizzero? Lo scopo della presentazione “Doing Business in Kazakhstan: Cultural and Practical Aspects” è stato quello di dare un’idea generale del Paese, evidenziando gli aspetti culturali e quelli più pratici, con l’ambizione di aiutare i partecipanti all’evento a scoprire questo grande Paese. Innanzitutto è utile evidenziare proprio come il Kazakistan sia il nono Paese più vasto del mondo. A dimostrazione della sua vastità è sufficiente considerare come il suo territorio sia uguale a cinque volte la Francia, più di sette volte la Germania, nove volte l’Italia e sessantasei volte la Svizzera. La sua grandezza quindi permette anche una varietà di paesaggi – dalla steppa, anche con piccole foreste al Nord, ai semideserti, ai deserti e alle montagne al Sud-Est ed Est del Paese. Cosa vuole dire “kazako?” Ancora nei tempi arcaici i popoli che abitavano nelle pianure del Kazakistan moderno si occupavano dell’allevamento degli equini. Il popolo che è diventato conosciuto come kazako era principalmente nomade, le sue genti solevano spostarsi di continuo da un luogo all’altro man mano che cambiavano le stagioni, per continuare ad allevare cavalli e altri animali domestici. Ed a questo stile di vita nomade, insieme con la pratica dell’equitazione, è collegato il significato di una parola antica turca “kazakh”, che vuol dire “indipendente, di spirito libero”. Ma i kazaki non sono l’unica etnia del Kazakistan. La popolazione che abita il Kazakistan dei giorni nostri (pari a circa 16.7 milioni di abitanti, ma solamente un po’ più di un doppio degli abitanti della Svizzera) è composta quasi per i due terzi da kazaki, più di un quinto sono russi, mentre il resto degli abitanti appartiene a circa 130 gruppi etnici nazionali. Tale diversità etnica si può spiegare solo guardando al passato, alla ricca storia del Kazakistan. Verso il XVI secolo i kazaki si stabiliscono come un gruppo ben distinto formato da numerosi khanati (una specie di singoli regni), che controllavano un vasto territorio dell’Asia centrale. Nel ‘700 i russi cominciarono la conquista della steppa kazaka, e verso la metà dell’800 tutto il territorio del Kazakistan diventò parte dell’impero russo. Dopo la rivoluzione comunista dell’ottobre 1917 e susseguenti guerre civili, nel 1936 il Kazakistan diventa una delle Repubbliche sovietiche parte dell’URSS. Ed è proprio all’epoca di Stalin che furono confinati a vivere in Kazakistan numerosi gruppi appartenenti a diverse etnie – coreani, tartari, ceceni e altri ancora. Dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, anche i tedeschi che avevano fin lì vissuto liberamente in Russia (lungo il fiume Volga e già dal ‘700) furono confinati a vivere in Kazakistan – circa un milione di persone. La maggior parte di tali gruppi di origine tedesca è successivamente emigrata in

Germania dopo il 1991, quando il Kazakistan è divenuto Stato indipendente. Per quanto riguarda invece la lingua, trovandovi per le strade di una città kazaka, sentirete certamente parlare due lingue – il kazako ed il russo. Il kazako, quale lingua “statale”, è parlato da quasi due terzi del popolo. È la lingua delle comunicazioni ufficiali delle autorità. Il russo è parlato quasi da tutti e usato come lingua degli affari. Il Kazakistan è uno stato laico. Volgendo uno sguardo alle religioni più praticate - Sunni Islam, Ortodossi Russi, Protestanti e Cattolici - capiamo come esse riflettano la composizione etnica del popolo. La grandezza del Kazakistan e la distanza dagli oceani è ben testimoniata anche dal clima continentale che avvolge l’intera Regione – con inverni molto freddi ed estati molto calde. Parlando di un altro tipo di clima – il clima per gli investitori – forse ancora più importante del precedente, sembra necessario sottolineare come il Kazakistan risulti essere relativamente più aperto agli investimenti stranieri rispetto agli altri Paesi – Repubbliche ex-sovietiche, e ciò è costantemente evidenziato da studi e ricerche periodicamente pubblicati a livello internazionale. Nel rating dello studio “Doing Business 2012” (preparato dalla Banca Mondiale con IFC, e che misura la capacità dei Governi di regolamentare le economie per attrarre gli investimenti) e anche nella ricerca “Competitiveness Yearbook 2011” (dell’International Institute for Management Development di Losanna, che si focalizza sulla competitività delle economie) il Kazakistan si posiziona rispettivamente al 47° e al 36° posto, in posizione più favorevole rispetto a tutte le altre Repubbliche ex- sovietiche dell’area (Russia inclusa).

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Eventi

Perché fare business in Kazakistan? di Marco Compagnino, Avv., Associate Partner & Head of CIS area, Fidinam & Partners SA

Marco Compagnino

Per trovare più di una buona risposta forse basterebbe notare come il Kazakistan si presenta subito come ricchissimo di minerali e materie prime, essendo il sesto Paese al mondo più ricco di risorse minerarie. Dei 110 elementi della famosa tavola periodica del chimico e scienziato russo D.I. Mendeleyev, ben 99 sono stati scoperti nel sottosuolo del Paese, 70 esplorati e 60 effettivamente estratti. Trattasi di petrolio, gas, uranio, zinco, zugsteno, bario, argento, cromo, piombo, rame, fluorite, molibdeno, oro, ecc.. Ma vi sono anche motivazioni ulteriori che “spingono” a fare business in Kazakistan, sia geografiche che legate al quadro normativo d’insieme. Quelle di tipo geografico sono di più immediata percezione, e legate alla posizione strategica del Paese: – situato nel cuore dell’Eurasia, sulle principali vie di comunicazione tra Asia, Regioni del Pacifico, Europa e Medio Oriente; – tra i principali business center europei ed asiatici; – prossimo a due dei più grandi mercati ed economie emergenti, quali Cina e Russia. Ma è anche il quadro normativo d’insieme a presentarsi favorevole, tale da collocare il business climate in posizione più favorevole rispetto a tutte le altre Repubbliche ex-sovietiche dell’area, Russia inclusa (dati di Banca Mondiale, IFC e IIMD di Losanna). Ciò riguarda innanzitutto la garanzia giuridica sugli investimenti esteri fatti in Kazakistan (Legge 373/2003 – “The Investment Law”), relativamente: – alla parità di trattamento di fronte alla legge rispetto agli investimenti domestici, così come per la partecipazione ai programmi di supporto governativo agli investimenti, che presentano numerose facilitazioni per i soggetti esteri (esenzioni fiscali doganali/contributi statali a fondo perduto); – al giusto indennizzo in caso di esproprio per motivazioni di pubblica utilità, requisizione o nazionalizzazione; – alla possibilità di trasferire all’estero il reddito (netto di imposte) derivante da attività svolte nel territorio del Paese; – alla possibilità di applicare sistemi di arbitrato internazionale in caso di controversia tra privati. Il contesto normativo si presenta appropriato anche con riferimento all’evoluzione del diritto societario, avendo

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recepito le tipiche forme della società di capitali, la cui unica garanzia per i terzi è rappresentata in definitiva unicamente dal patrimonio della società stessa. Accanto alla Joint-stock company (assimilabile a una società anonima, ma con requisiti di capitale maggiori, circa 500’000 CHF come capitale iniziale), la LLP risulta essere la forma giuridica azionaria più adottata per far business, presentandosi più snella e flessibile nel funzionamento pratico, ulteriormente non richiedendosi la pubblicazione ed il deposito del bilancio periodico d’esercizio. Ovviamente è possibile essere presenti nel Paese anche senza costituire società alcuna, con un ufficio di rappresentanza o una stabile organizzazione all’estero (branch), con tutti i limiti del caso in termini di attività il cui svolgimento è consentito (nessun accesso alla proprietà immobiliare) e obbligazioni che si contraggono/è consentito possano essere contratte, ma comunque con la possibilità per esempio di aprire conti correnti bancari/affittare uffici/assumere personale/emettere inviti per avere una VISA. Infine, anche il quadro d’insieme della normativa fiscale per le società si presenta appetibile, con un’imposta sul reddito (CIT) pari al 20% (che è atteso si riduca ulteriormente al 17.5% a partire dal 2013, per poi attestarsi al 15% nel 2014), applicata sui redditi ovunque prodotti (worldwide income taxation). Esiste anche una branch profits tax sul modello US, pari al 15%, mentre la VAT è al 12%. La ritenuta fiscale interna sul pagamento di dividendi, interessi e royalties si attesta al 15%, salvo possibilità di ridurla applicando al caso di specie la disciplina più favorevole prevista da una convenzione internazionale contro le doppie imposizioni, quale quella esistente con la Svizzera (in applicazione dall’1° gennaio 2000). Anche considerando quest’ultimo aspetto ad appannaggio dei tecnici, le opportunità per le imprese/gli operatori economici svizzeri (e ticinesi) sembrano molto promettenti, tenendo conto della possibilità di poter operare con uno dei più grandi Paesi russofoni, nei confronti dei quali la Svizzera gode storicamente di notevole considerazione, con legami economici e culturali di lungo corso.


Formazione

Corsi di formazione proposti dalla cc-ti LE ASSICURAZIONI SOCIALI

Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Programma Modulo 5 – Indennità di perdita di guadagno per militare e maternità 15 maggio 2012, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 6 – Assegni familiari 22 maggio 2012, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 7 – Assicurazioni infortuni 29 maggio 2012, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 8 – Assicurazioni invalidità 5 giugno 2012, dalle 14.00 alle 17.30

L’IMPOSIZIONE DELLA PERSONA FISICA SECONDO LA LT E LA LIFD

Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Programma Il corso offre una panoramica completa sulla legislazione tributaria in vigore Modulo 3 – La doppia imposizione intercantonale ed il riparto intercantonale 10 e 14 maggio 2012, dalle 16.30 alle 18.30 Modulo 4 – L’imposizione dei redditi d attività lucrativa indipendente 21 e 24 maggio 2012, dalle 16.30 alle 18.30

DIRIGERE: MODELLI, COMPETENZE E CARATTERISTICHE Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Programma Giovedì 9 maggio 2012, dalle 09.00 alle 13.00 Analisi delle diverse modalità di direzione delle risorse umane: • Modelli di conduzione • Stili di conduzione • Misure accompagnatorie: supporti alla conduzione/ tipologie di collaboratori

DIRITTO DEL LAVORO

Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Programma Lunedì 14 maggio 2012, dalle 14.00 alle 17.30 – Modulo 2 • Fine del rapporto di lavoro (problematiche di disdetta) • Certificato di lavoro • Divieto di concorrenza

L’IVA ALL’IMPORTAZIONE DAL PUNTO DI VISTA DOGANALE Lugano, Sala G. Papa, presso la Cc-Ti Programma Giovedì 24 maggio 2012, dalle 08.30 alle 16.00 • Procedura d’imposizione doganale e regimi doganali • Basi legali e campo d’applicazione • Competenze • Imposta sull’importazione • Operazioni binominali (un fornitore)

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perazioni a catena triangolari (più fornitori) O Forniture in base ad un contratto d’appalto Base di calcolo e aliquote d’imposta Riporto del pagamento dell’imposta Restituzione dell’imposta sul valore aggiunto per effetto della riesportazione • Deposito doganale aperto e deposito franco doganale

I LITIGI: GENESI E GESTIONE

Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Programma Giovedì 24 maggio 2012, dalle 09.00 alle 17.00 • Definizioni, dimensioni, livelli • Rilevanza delle differenti componenti nella ricerca della “vera contraddizione” • Tipi, intensità, etica • Tattica, stile e tecniche di superamento

INSPIRATIONAL LEADERSHIP

Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Programma Giovedì 30 maggio 2012, dalle 09.00 alle 13.00 • Cosa si intende per inspirational leadership • La trama che vi guida verso l’inspirational leadership • L’applicazione nel vostro contesto di uno stile di inspirational leadership

I SOCIAL NETWORK: COME UTILIZZARLI IN MANIERA EFFICACE E SICURA

Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Programma Lunedì 4, 11 e 18 giugno 2012, dalle 14.00 alle 17.00 Modulo 1 • Cenni di funzionamento di Facebook, Twitter e Linkedln • Strategie di comunicazione e di gestione dell’immagine aziendale/professionale • Facebook: criteri d’uso, impostazioni di sicurezza, impostazioni di privacy, modalità d’iscrizione e di disiscrizione Modulo 2 • Facebook, Twitter, Linkedln come veicolo d’intrusione informatica: tecniche di difesa e prevenzione • Facebook: persistenza delle fotografie dopo la cancellazione, privacy reale dei messaggi Modulo 3 • Twitter: reale reperibilità dei messaggi rimossi e altri aspetti di privacy e sicurezza • Linkedln: reale reperibilità dei messaggi rimossi e altri aspetti di privacy e sicurezza • Facebook, Twitter Linkedln: questioni di sicurezza e privacy nell’uso tramite dispositivi mobili (tablet, smartphone) • Facebook, Twitter, Linkkedln: applicazioni per rafforzare la sicurezza

informazioni e iscrizioni: Cc-Ti, Tel. 091 911 51 18, corsi@cc-ti.ch, ww.cc-ti.ch

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Formazione

Scuola per economisti aziendali nelle arti e mestieri, corso 2010-2011 Risultati molto buoni per i 7 neo diplomati

I 7 neo diplomanti con il Direttore della Cc-Ti, Luca Albertoni e la responsabile per la formazione della Cc-Ti, Cécile Chiodini Polloni

La cerimonia di consegna dei diplomi di economista aziendale si è tenuta a Muzzano lo scorso 27 marzo, presso il Centro Stampa Ticino SA, azienda leader nella stampa e la distribuzione di quotidiani e periodici. Il corso di preparazione all’esame di Economista aziendale nel-

CANDIDATO Stefan Furrer Master in Economia Mayor in Management (2009-2011), Bachelor in Economia (2006-2009), Attestato Liceo Cantonale, indirizzo economico (20022006) Diversi stage: Rete Uno, RSI (2011), Hupac Intermodal SA (2009) Soggiorno linguistico a Città del Capo (Sudafrica) (2011) Anno di nascita: 1987 Cittadinanza: Svizzera

le arti e mestieri viene organizzato in Ticino dalla Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino sotto l’egida dell’IFCAM (Istituto per la formazione di capiazienda nelle arti e mestieri) di Zurigo. Il corso comprende 320 ore di lezione e per accedervi è necessario aver conseguito il diploma di capo-azienda o essere in possesso di un diploma professionale superiore. Il titolo federale di economista aziendale nelle arti e mestieri è ancora giovane in Ticino, ma si tratta del più alto riconoscimento professionale nell’economia aziendale e attesta le capacità gestionali di chi lo ottiene. I neo economisti aziendali nelle arti e mestieri sono 7. Hanno ricevuto il diploma Stefano Gazzaniga (VISCOM), John Mercoli (FFS SA), Moreno Moreni (FFS SA), Silvia Mozzettini (LA POSTA SVIZZERA), Ivano Realini (Autolinea Mendrisiense SA), Andrea Sangiorgio (SANGIORGIO ELIO SA), Giorgio Zala (Recupero Materiali SA). La migliore media a livello svizzero (5.60) è stata ottenuta da Silvia Mozzettini. È stato inoltre consegnato il premio per il miglior lavoro di diploma offerto dalla Viscom Sezione Ticino e dalla Camera di commercio attribuito in ex-equo a Silvia Mozzettini e a Ivano Realini.

Conoscenze linguistiche CERCA Tedesco: madrelingua Italiano: madrelingua Inglese: ottimo Francese: conoscenze di base

Cerca possibilità di inserimento nel mondo lavorativo che gli permetta di approfondire e applicare le proprie conoscenze, imparare una nuova attività stimolante e che gli permetta uno sviluppo futuro. Uno dei grandi obiettivi personali è quello di creare un network internazionale. Personalità molto aperta, sensibile alle differenze culturali, interessata a nuove sfide, flessibile, dinamico, disposto al ricollocamento o a viaggi aziendali e con uno spiccato spirito d’iniziativa

INDIRIZZO

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Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi alla Signora G. Gabella-Veljkovic, +41 91 911 51 11 o info@cc-ti.ch Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della Cc-Ti

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

prossime GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO, MAGGIO/GIUGNO 2012 • AMERICA LATINA: venerdì 11 maggio 2012 • USA/CANADA: venerdì 25 maggio 2012 • POLONIA: lunedì 4 giugno 2012 • PAESI NORDICI: mercoledì 13 giugno 2012 Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale gratuito con i consulenti dell’Osec e con i collaboratori degli Swiss Business Hub all’estero. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! Pocchissimi posti ancora disponibili! CONTATTATECI AL NO. TEL. +41 91 911 51 37 OPPURE TRAMITE E-MAIL ALL’INDIRIZZO INFO.LUGANO@OSEC.CH, SAREMO LIETI DI FISSARVI UN APPUNTAMENTO.

Estensione della rete elettrica europea: mancano 51’500 chilometri

Nei prossimi anni, le linee di trasmissione ad alta tensione in Europa dovranno essere estese di 51’500 chilometri. Questa è la conclusione tratta dall’operatore di rete europeo (European Network of Transmission System Operators for Electricity, ENTSOE) nel suo attuale piano di sviluppo della rete, che è aggiornato ogni due anni e copre dieci anni di pianificazione. La costruzione delle nuove linee è suddivisa in un centinaio di progetti sparsi in tutta l’Europa e raggruppati in cluster regionali, di cui un’ottantina prevede l’integrazione delle energie rinnovabili (soprattutto elettricità proveniente dal solare e dall’eolico) nella rete europea. L’ENTSOE stima gli investimenti necessari a 104 miliardi di euro, destinati prevalentemente ai seguenti progetti di base sovranazionali: • Baltic Sea (Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Germania); • Continental South East (Italia, Slovenia, Croazia, Ungheria, Serbia, Macedonia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Romania, Bulgaria, Grecia); • Continental Central East (Austria, Germania, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Croazia, Slovenia, Ungheria, Polonia, Romania); • Continental South West (Francia, Spagna, Portogallo); • Continental Central South (Germania, Svizzera, Austria, Slovenia, Italia, Francia); • North Sea (Irlanda, Gran Bretagna, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia, Germania). European Network of Transmission System Operators for Electricity: Ten-Year Network Development Plan 2012 www.entsoe.eu/system-development/tyndp/tyndp-2012

Risanamento del maggior impianto europeo di depurazione delle acque

Oltre la metà delle acque reflue generate nella zona metropolitana di Parigi sono depurate nell’impianto di Seine Aval, il maggiore del suo genere in Europa. Ora questa installazione dovrà essere risanata e modernizzata, con costi stimati a 777 milioni di euro. La direzione del programma di risanamento, che sarà avviato a settembre 2013, è stata affidata a Veolia Eau, una società affiliata a Veolia Environnement. I lavori prioritari sono volti a potenziare le capacità dell’impianto di biofiltrazione e a installare un’ulteriore membrana. La Tribune: Veolia va piloter le grand contrat des eaux de Paris www.latribune.fr/depeches/reuters/veolia-va-piloter-le-grandcontrat-des-eaux-de-paris.html La Gran Bretagna riduce le imposte sulle società La Gran Bretagna intende rafforzare l’attrattività della propria piazza economica. A questo scopo, apporta le seguenti modifiche di natura fiscale: • riduzione dell’imposta sulle società dal 26% al 24% (in vigore dal 1° aprile 2012), con calo di un punto percentuale ogni anno per attestarsi al 22% nella primavera del 2014; • calo dal 50% al 45% dell’imposta sui redditi superiori alle 150’000 sterline annue (da aprile 2013); • introduzione del “patent box” (da primavera 2013): un’aliquota ridotta del 10% sarà applicata sugli utili aziendali derivanti da brevetti; • riduzione dell’imposta sui dividendi versati da imprese straniere ad aziende site in Gran Bretagna secondo le regole vigenti per le “controlled foreign companies” (CFC) (da gennaio 2013): il calo dell’aliquota media al 5,5% sarà probabilmente introdotto di pari passo con la riduzione dell’imposta sulle società;

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

• detrazione fiscale fino al 100% per gli acquisti di beni d’investimento (macchinari, impianti, attrezzature): gli acquisti potranno essere ampiamente dedotti in molte regioni, persino nella loro totalità in cinque delle 21 “enterprise zones” (London Royal Docks, Deeside nel Galles nonché Irvine, Nigg e Dundee in Scozia). Il cosiddetto “Enhanced Capital Allowance Scheme” prevede anche la detrazione fiscale al 100% degli impianti a risparmio energetico, dei collettori solari termici e dei veicoli a basse emissioni. Deloitte: Corporation tax rates and deferred tax impacts www.ukbudget.com/ukbudget2012/business/ukbudget2012business-corporation-tax-rates-and-deferred-tax-impacts.cfm HM Revenue &Customs: Corporation Tax Rates www.hmrc.gov.uk/rates/corp.htm HM Treasury: Controlled Foreign Companies (CFCs) www.hm-treasury.gov.uk/controlled_foreign_companies.htm HM Treasury: Patent Box www.hm-treasury.gov.uk/patent_box.htm Jeffreys Henry: Main Capital Allowances www.jeffreyshenry.com/business/limited-companies/maincapital-allowances Blick Rothenberg: Budget 2012 – Commentary for Businesses www.blickrothenberg.com/getattachment/5e2fff84-c37040a9-802e-1dc683ed963c/VAT.aspx ECA Scheme Energy Technology List http://etl.decc.gov.uk/etl

Paesi Bassi: scadenze abbreviate per le vacanze e salario minimo più elevato

Numerose modifiche legislative sono entrate in vigore il 1° gennaio 2012 nei Paesi Bassi. Segue una panoramica delle norme di particolare importanza per le imprese straniere che vi sono attive, tratta da un articolo pubblicato sulla rivista economica tedesco-olandese DNHK Markt 1/12. Dichiarazioni fiscali Le imprese site nei Paesi Bassi devono inoltrare per via elettronica le dichiarazioni fiscali relative alle imposte sulla cifra d’affari, sulla società e sui salari. Tuttavia, le aziende straniere possono ancora inviare le dichiarazioni concernenti l’imposta sulla cifra d’affari in forma cartacea nell’anno corrente. Aumento del salario minimo Il salario minimo legale per i dipendenti a partire da 23 anni compiuti è stato aumentato a 1’446,60 euro lordi al mese per un impiego a tempo pieno. Rimane invece invariato il tasso (bloccato) di retribuzione delle ferie, che ammonta all’8% del salario annuo lordo. Adeguamento del contributo versato dal datore di lavoro per l’assicurazione malattia I tassi e la soglia di reddito per l’assicurazione malattia sono stati adeguati. Il tasso è stato diminuito dal 7,75% al 7,1% mentre la soglia di reddito è stata aumentata da 33,427 a 50,056 euro. Termine di prescrizione per le vacanze maturate Finora, le vacanze non sfruttate andavano perse dopo cinque anni. Le vacanze maturate a partire dal 1° gennaio 2012, invece, scadono dopo sei mesi dalla fine dell’anno civile in cui sono state maturate. La scadenza di cinque anni si applica ancora alle vacanze obbligatorie, ma questo termine può essere abbreviato grazie ad apposite disposizioni contrattuali. Abolizione dello “spaarloon” e della “levensloopregeling” Il piano di risparmio detto “spaarloonregeling” e la banca delle ore denominata “levensloopregeling” sono stati aboliti. Gli averi accumulati nell’ambito della spaarloonregeling sono stati liberati a gennaio 2012 mentre vigono disposizioni transitorie per il levensloopregeling.

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Obbligo di registrare il lavoro temporaneo Le imprese site nei Paesi Bassi che ricorrono al lavoro temporaneo devono essere iscritte nel Registro di commercio. Le aziende che non adempiono a quest’obbligo rischiano una multa di 12’000 euro per dipendente. Contributo alla “Kamer van Koophandel” I contributi alla “Kamer van Koophandel” sono stati ridotti del 10%. L’obbligo di versamento decadrà nel 2013 quando le Kamers saranno raggruppate con Syntens, un’organizzazione che promuove l’innovazione, per creare il punto di contatto “Ondernemingsplein”. Articolo pubblicato sulla rivista economica tedesco-olandese DNHK Markt 1/12 (pagina 59) www.dnhk.org/fileadmin/ahk_niederlande/Bilder/Publicaties/ DNHK_markt/DNHK_12dec11_Markt_2012nr1-web.pdf

Nove Stati membri dell’UE aumentano i salari minimi

La crisi dell’euro incide sui salari minimi legali vigenti nell’UE. Infatti, i seguenti Stati membri hanno deciso di aumentarli a partire dal 1° gennaio 2012: Francia, Paesi Bassi, Slovenia, Malta, Polonia, Ungheria, Repubblica Slovacca, Estonia e Romania. Gli incrementi decisi sono piuttosto modesti, fanno eccezione Ungheria (+19,2%) e Polonia (+8,2%). I salari minimi più alti sono applicati in Lussemburgo (10,41 euro all’ora), seguono Francia (9,22 euro), Paesi Bassi (8,88 euro), Belgio (8,75 euro) e Irlanda (8,65 euro). Germania e Italia non garantiscono una soglia minima. I livelli più bassi vigono in Bulgaria (0,80 euro, in aumento del 12,2% da settembre 2011), Romania (0,97 euro, in progressione del 4,6% dallo scorso 1° gennaio), Lituania (1,40 euro), Lettonia (1,68 euro) ed Estonia (1,80 euro). La Grecia ha invece deciso una riduzione da 4,34 a 3,39 euro dal 1° marzo 2012 (-21%). Hans Böckler Stiftung: Mehrheit der EU-Staaten erhöht Mindestlöhne – doch starker Druck durch Euro-Krise www.boeckler.de/14_39089.htm Destatis: Gesetzliche monatliche Mindestlöhne in Europa im Januar www.destatis.de/DE/ZahlenFakten/GesamtwirtschaftUmwelt/ VerdiensteArbeitskosten/Mindestloehne/Tabellen/TariflohnEuropa.html?nn=50678

L’UE vieta 1’600 slogan pubblicitari

A fine marzo, il Parlamento europeo ha deciso di limitare a 220 gli slogan pubblicitari per promuovere le qualità nutrizionali e sulla salute di un prodotto. In altre parole, oltre 1’600 indicazioni non potranno più essere usate. L’elenco degli slogan autorizzati dal Parlamento europeo e di quelli vietati sarà probabilmente reso noto nel corso dell’estate 2012. Una volta pubblicato nel registro comunitario, le imprese avranno un termine di sei mesi per eliminare le indicazioni infondate, esagerate o inesatte dai messaggi pubblicitari riguardanti i loro prodotti alimentari o cosmetici. Ufficio federale della sanità pubblica: Informazioni sull’elenco delle indicazioni nutrizionali e sulla salute (health claims) dell’UE www.bag.admin.ch/themen/lebensmittel/04857/index. html?lang=it

Gruppo ospedaliero progetta la costruzione di 12 nosocomi a Dubai

Cresce il mercato sanitario lucrativo del Vicino e Medio Oriente, che è trainato non solo da importanti investimenti statali, ma sempre più anche da società private, come il gruppo in forte espansione DM Health Care Group di Dubai.


Emirates 24/7: DM Healthcare plans 12 hospitals in GCC www.emirates247.com/lifestyle/health/dm-healthcare-plans12-hospitals-in-gcc-2012-03-02-1.446188

Il Turkmenistan procede a un vasto ampliamento della rete ferroviaria

Il governo turkmeno ha approvato un piano generale volto a potenziare il trasporto su rotaia (2012 – 2016), nel cui ambito la rete ferroviaria sarà estesa di 1’800 chilometri. Il progetto comprende la costruzione di una linea ad alta velocità tra Türkmenbaşy nell’ovest e Türkmenabat nel nord-est del Paese. I lavori inizieranno con un vasto ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria, che prevede di modernizzare la stazione di Atamyrat e di erigere un ponte sul fiume Amu Darya (tra Türkmenabat e Farab). Railway Insider: Turkmenistan adopts master plan of rail transport development www.railwayinsider.eu/wp/archives/29690

Uzbekistan: obbligo di marcatura per determinati apparecchi elettrici

Dal 1° gennaio 2012, in Uzbekistan è necessario apporre il codice internazionale QR su numerosi beni all’importazione, soprattutto sugli apparecchi elettrici. Secondo quanto comunicato dall’ufficio tedesco del commercio estero Germany Trade and Invest, il codice QR deve contenere la designazione e il numero del prodotto, il nome dell’importatore e dell’esportatore, il numero di registrazione della dichiarazione doganale e quello di serie del prodotto. La nuova disposizione si applica, tra gli altri, ai seguenti beni: fornelli da cucina, frigoriferi e congelatori, lavastoviglie, lavatrici, fotocopiatrici, aspirapolvere, radio e televisori, lettori DVD. Germany Trade and Invest: Usbekistan – Einführung einer Pflichtmarkierung für einige Waren w w w.g tai.de /GTAI/ Navigation / DE / Trade / Recht-Zoll / zoll,did=450870.html

L’India aumenta l’imposta sulla prestazione di servizi

Da aprile 2012 la “service tax”, l’imposta prelevata dal governo centrale indiano sulla prestazione di servizi, passa dal 10% al 12%. Contestualmente anche la “excise duty”, la tassa applicata sui beni prodotti e consumati in India, aumenta di due punti percentuali per attestarsi al 12%. L’attuale bilancio interno non prevede invece modifiche sostanziali delle tasse sul reddito e lascia invariata l’imposta sulle società. Simple Tax India: Income Tax, Service Tax Excise Custom Changes at a Glance (Union Budget Highlights 2012/2013) www.simpletaxindia.net/2012/03/income-taxservice-taxexcise-custom.html Outlook India: Budget 2012 – Service Tax Rate Hiked to 12% http://news.outlookindia.com/items.aspx?artid=755812

La Thailandia adotta ampie misure per prevenire le inondazioni

In seguito alle inondazioni devastanti dell’anno scorso, la Thailandia ha stilato un elenco di misure volte a prevenire altre inondazioni su larga scala. Il progetto prevede l’edificazione di dighe e di ulteriori canali nelle regioni ad alto rischio, oltre al risanamento e al poten-

ziamento delle dighe esistenti. Nuove chiuse e stazioni di pompaggio saranno costruite nelle zone industriali, mentre gli argini saranno estesi e rafforzati. Inoltre, il monitoraggio meteorologico e il sistema d’allarme saranno ampliati e adeguati all’ultimo stato della tecnica. Il governo thailandese investirà 10 miliardi di franchi per realizzare queste misure. The Government Public Relations Department: Master Plan on Water Resources Management http://thailand.prd.go.th/view_inside.php?id=6108

Nuovo terminale per l’aereoporto di Singapore

L’aeroporto Changi di Singapore avrà un nuovo terminal, che permetterà di gestire il flusso di passeggeri in modo più rapido ed efficiente. Il futuro terminal 4 potrà accogliere 16 milioni di passeggeri all’anno, ossia 9 milioni in più del “budget terminal” attualmente in funzione, che sarà demolito. Oltre all’infrastruttura necessaria per il transito dei viaggiatori, la nuova struttura comprenderà anche vari ristoranti e negozi. I lavori inizieranno nel 2013 e termineranno nel 2017. Dopo l’entrata in funzione del terminal 4, il Changi Airport potrà accogliere complessivamente 80 milioni di passeggeri all’anno. Flight Global: Singapore’s Changi airport to build new LCC terminal www.flightglobal.com/news/articles/singapores-changi-airport-to-build-new-lcc-terminal-368982/

Le principali modifiche legislative del 2012 in Cina

In occasione dell’annuale Congresso nazionale tenutosi a inizio marzo 2012, il governo cinese ha annunciato importanti riforme di natura fiscale. Property tax L’imposta fondiaria applicata da inizio 2011 a Shanghai e Chongqing sull’acquisto di abitazioni secondarie, sarà estesa ad altri centri urbani. Inoltre, il governo sta varando una riforma delle tasse sulla proprietà e sull’acquisto di abitazioni. Value-added tax Continuerà l’ottimizzazione del progetto pilota lanciato l’anno scorso volto a sostituire la “business tax” con l’imposta sul valore aggiunto, che era limitato in un primo tempo al settore dei trasporti e a sei altri ambiti di servizi a Shanghai e Pechino. Resource tax La cosiddetta resource tax applicata su petrolio e gas naturale, che dall’anno scorso è basata sul prezzo e non più sui volumi di produzione, sarà estesa ad altre fonti energetiche (p.es. carbone, acqua, metalli). Excise tax L’imposta prelevata sui beni di lusso e di consumo, ma anche sul petrolio raffinato, dovrà tenere maggior conto di criteri ecologici e sanitari: peggiori saranno i valori, più alta sarà la tassa. Environmental protection tax L’imposta sulle emissioni di CO2 e sulle acque reflue sarà introdotta presumibilmente nel 2013. Urban maintenance and construction tax (UMCT) Questa tassa supplementare, applicata dal 2010 sulla base della business tax o dell’IVA, in futuro diventerà un’imposta individuale calcolata a seconda del reddito del contribuente. China Briefing: Six Key Points Regarding China’s Tax Reform in 2012 www.china-briefing.com/news/2012/03/09/six-key-pointsregarding-chinas-tax-reforms-in-2012.html

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

Sudafrica: i beni soggetti ad autorizzazione import o export

Il Sudafrica ha aggiornato gli elenchi di beni soggetti ad autorizzazione all’importazione o all’esportazione. Tra i prodotti che devono essere autorizzati all’importazione vi sono: numerosi prodotti chimici (elencati negli allegati 1 a 3), pesci e prodotti ittici, beni usati (di qualsiasi tipo), metalli comuni, oli, armi da fuoco e munizioni, macchine da gioco. I beni che necessitano di un’autorizzazione all’esportazione comprendono i seguenti: veicoli a motore, combustibili fossili, minerali, prodotti della selvicoltura. International Trade Administration Commission of South Africa: Import Control www.info.gov.za/view/DownloadFileAction?id=159576 International Trade Administration Commission of South Africa: Export Control www.info.gov.za/view/DownloadFileAction?id=159569

Le dogane statunitensi annunciano modifiche al regime di transito

Le dogane statunitensi (Customs and Border Protection) intendono accelerare il transito di beni sul loro territorio, migliorandone contestualmente la sicurezza. A questo scopo, la CBP propone le seguenti misure: • la dichiarazione di transito potrà essere inoltrata solo per via elettronica; • la richiesta di transito dovrà essere corredata di informazioni supplementari, per esempio dovrà recare il codice SA e indicazioni dettagliate relative alla sicurezza dei prodotti trasportati; • il trasporto di merci tra uffici doganali negli USA dovrà essere effettuato entro un massimo di 30 giorni. Il regime di transito permette di trasportare da uno Stato USA all’altro i beni all’importazione senza sdoganarli. Sono prevalentemente gli spedizionieri autorizzati (i cosiddetti “bonded carriers”) ad avvalersene, ma può essere richiesto anche da altri purché siano in grado di soddisfare i relativi requisiti di sicurezza. Germany Trade and Invest: USA – Zollbehörde schlägt Änderungen beim Versandverfahren vor w w w.g tai.de /GTAI/ Navigation / DE / Trade / Recht-Zoll / zoll,did=538214.html

L’accordo internazionale sugli appalti pubblici apre nuovi mercati

Secondo quanto comunicato dal Dipartimento federale dell’economia (DFE), il riveduto accordo dell’OMC sugli appalti pubblici (AAP), adottato dal Consiglio federale a fine marzo, consente alle imprese svizzere di accedere a nuovi e interessanti mercati. L’OMC stima che il volume complessivo di appalti pubblici che sono ora accessibili sia compreso tra gli 80 e i 100 miliardi di dollari. Indica altresì che la revisione dell’AAP chiarisce le modalità d’adesione da parte di nuovi membri, tra cui spera di annoverare alcuni giganti economici quali Cina, India e Russia. Inoltre, dalla riveduta convenzione dovrebbero scaturire ulteriori liberalizzazioni in numerosi mercati d’interesse anche per le imprese svizzere. Il DFE segnala soprattutto le province canadesi, alcuni agglomerati urbani del Giappone e i trasporti pubblici urbani in Corea del Sud. Dipartimento federale dell’economia: Nuovo accordo sugli appalti pubblici http://www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=43873

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WTO: The plurilateral Agreement on Government Procurement (GPA) www.wto.org/english/tratop_e/gproc_e/gp_gpa_e.htm

L’organizzazione per la ricerca astronomica pubblica 20 gare d’appalto

L’ESO (European Organisation for Astronomical Research in the Southern Hemisphere/European Southern Observatory), organizzazione attiva da 50 anni con sede in Germania, ha pubblicato un elenco di 20 gare d’appalto pubbliche con scadenza nell’anno corrente. Secondo l’ESO, la lista comprende tutti gli appalti con un volume superiore ai 150’000 euro e fornisce già descrizioni dettagliate di alcuni progetti, come per esempio la consulenza per la manutenzione dell’infrastruttura VLT Common Software all’osservatorio di La Silla Paranal in Cile. ESO: Project Synopsis for the VLT Consultancy (308 KB) www.osec.ch/de/filefield-private/files/41902/field_blog_public_files/8637 ESO – European Organisation for Astronomical Research in the Southern Hemisphere: Advance Information on Forthcoming Calls for Tenders/Preliminary Inquiries Expected to Exceed 150’000 EUR www.eso.org /public/industry/cp/adv-info/ Web-Advinfo_ OpenCFT.pdf

SERV: nuove condizioni generali

L’Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (SERV) ha introdotto nuove condizioni generali il 31 marzo 2012, che tengono maggior conto delle nuove esigenze di copertura assicurativa. Le lacune esistenti sono state eliminate e i gradi di copertura sono stati definiti in modo più chiaro. Le nuove disposizioni vigono per tutte le polizze e garanzie sottoscritte dal 31 marzo 2012, mentre le condizioni generali precedenti si applicano a quelle stipulate prima di tale data. Le principali modifiche riguardano le seguenti assicurazioni: • credito fornitore: sono coperti anche i danni che sopraggiungono dopo la fornitura e prima che il credito diventi esigibile; • rischio di fabbricazione: è possibile assicurare i costi subentrati dopo la disdetta anticipata della copertura dei rischi di cambio; • rischio di confisca: anche i beni affittati o in leasing possono essere assicurati; • le polizze possono ora essere emesse in tutte le valute convertibili autorizzate dal comitato d’assicurazione della SERV. SERV: Entrée en vigueur des nouvelles Conditions générales d’assurance (CGA) www.serv-ch.com/fr/actualite/news/article/neue-allgemeinegeschaeftsbedingungen-agb/ SERV: Révision des CGA 2012 – Résumé des modifications w w w.ser v- ch.com / file admin /ser v- dateien / Produk te / AGB _ neu / f/ Zus ammenfas sung _ Aenderungen _ AGB _ Revision_2012_f.pdf

Osec

Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 – CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@osec.ch www.osec.ch


Fiere internazionali

ENERGETAB Bielsko-Biala, 11 - 14 settembre 2012

Questo salone annuale, giunto alla 25° edizione, è dedicato all’elettricità e all’industria energetica (alta tensione, trasformatori, impianti di controllo, apparecchiature di misurazione e monitoraggio, sistemi di automazione e produzione energetica), tutti settori cui saranno indirizzati ingenti investimenti nei prossimi anni. Secondo il parere di numerosi esperti, la Polonia è confrontata con diverse sfide in ambito energetico. La produzione elettrica dovrà essere potenziata di 1’000 megawatt annui, la rete di distribuzione richiede sia modernizzazioni che ampliamenti. Inoltre, il governo intende aumentare la quota-parte di energie rinnovabili dagli attuali 7,5% al 15% entro il 2020. Gli investimenti complessivi che saranno necessari nel periodo 2010-2020 sono stimati a 100 miliardi di zloty. L’anno scorso, la fiera ha accolto 680 espositori provenienti da 20 paesi su una superficie di oltre 16’000 m2. I visitatori superavano i 15’000. Consigliamo la partecipazione con uno stand presso lo SWISS Pavilion allestito da Swiss Chamber Poland e Swiss Business Hub Poland in collaborazione con Swissmem ed energie-cluster.ch. Segnaliamo che vi sarà organizzato un evento di matchmaking, con possibilità di fissare incontri mirati sulla base delle esigenze individuali delle singole imprese espositrici allo SWISS Pavilion. Informazioni generali sulla fiera: www.energetab.eu Informazioni sullo SWISS Pavilion: www.osec.ch/it/node/41422?lforce=1

Swiss Business Hub Dubai e Swiss Business Council Dubai vi allestiscono ben due SWISS Pavilion: uno sarà ubicato nella Zabeel Hall (nella zona adibita ai padiglioni nazionali) e l’altro si troverà nella Sheikh Rashid Hall (dedicata soprattutto a cucine, bagni, ceramiche, marmo e pietra). Informazioni generali sulla fiera: www.thebig5exhibition.com Informazioni sullo SWISS Pavilion: www.osec.ch/it/node/41811?lforce=1

The Big 5 Show Dubai, 5 - 8 novembre 2012

Arab Health Dubai, 28 - 31 gennaio 2013

La fiera annuale Big 5 Show si svolge da 30 anni ed è il più grande evento della costruzione e dei rami affini nella regione del Golfo (tecnica edile, macchinari, arredamento d’interni, climatizzazione, pulizia e manutenzione, gestione delle risorse idriche e naturali, bagni e ceramica, vetro, metallo, marmo e pietra). L’edizione precedente ha proposto anche il Green Build Congress e oltre 130 seminari. Altre tre fiere correlate si svolgono contestualmente: Middle East Concrete, PMV Live e FM Expo. Un rapporto stilato da Global Construction Perspectives (marzo 2011) stima che nel prossimo decennio, 4’300 miliardi di dollari saranno spesi nella zona MENA per progetti edilizi. L’alto prezzo del petrolio e la crescente disponibilità da parte dei governi negli Stati del Golfo a reinvestire rapidamente gli introiti e farne beneficiare ampie fasce della popolazione hanno portato a un chiaro aumento delle opportunità d’affari. L’edizione precedente ha visto partecipare 2’220 espositori provenienti da 60 paesi e affluire 49’715 visitatori (+6% rispetto al 2010) su una superficie fieristica di 40’000 m2. Il Big 5 rappresenta l’occasione ideale per presentare i propri prodotti e novità a un pubblico esigente. Osec,

Il marchio pregiato “Switzerland.”

Si tratta di uno dei saloni più rinomati nei settori tecniche e tecnologie medicali, salute, farmaceutica e tecnica dentale. Da 37 anni, è il punto d’accesso ideale a un mercato lucrativo e in rapida crescita. Infatti, il mercato sanitario negli Stati del Golfo continua a espandersi, con una crescita annuale stimata all’11% che dovrebbe raggiungere quota 43,9 miliardi di dollari entro il 2015. I Paesi con l’incremento più forte sono l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. L’edizione precedente del salone ha occupato tutte le superfici del Dubai World Trade Center. Gli espositori erano 3’094, in provenienza da 63 paesi, mentre si sono contati 76’101 visitatori e 7’177 delegati (+15% rispetto al 2011). Approfittate di questo importante evento per presentare i vostri prodotti e servizi allo SWISS Pavilion allestito dall’Osec in collaborazione con Medtech Switzerland, lo Swiss Business Hub GCC e lo Swiss Business Council Dubai. Informazioni generali sul salone: www.arabhealthonline.com Informazioni sullo SWISS Pavilion: www.osec.ch/it/node/2891?lforce=1

Informazioni sugli “Swiss Pavilion”: www.osec.ch/SWISSPAVILION

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Vita dei Soci

La “Vita dei Soci” su Ticino Business L’opportunità di promozione gratuita per tutti i nostri soci! Un nuovo prodotto? La recente apertura di una nuova filiale? Un traguardo importante come i 25, 50 o 100 anni di attività? O più semplicemente una presentazione della vostra attività sulle pagine periodico ufficiale della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino? La rubrica “Vita dei Soci” su Ticino Business, è pronta ad accogliere e pubblicare eventi, ricorrenze, presentazioni e promozioni! Si tratta di una promozione gratuita che iscrive nell’insieme dei mezzi di comunicazione che la Cc-Ti utilizza per informare e rafforzare i rapporti con il tessuto culturale ed economico. Ticino Business contiene articoli d’attualità mirati sull’evoluzione dell’economia, della politica economica e delle normative in genere. Interventi, opinioni e riflessioni a 360° su argomenti di attualità cantonale, svizzera e internazionale. Prese di posizione, dibattiti, argomentazioni, casi pratici, opinioni autorevoli.

Per maggiori informazioni su questa opportunità gratuita offerta a tutti i nostri soci potete contattare la Signora Lisa Pantini allo +41 91 911 51 32 o via e-mail a pantini@cc-ti.ch.

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Vita dei Soci

BEN-ESSERE IN AZIENDA

La MaffeisNetwork SA di Lugano lancia i nuovi pacchetti firmati “Nel Cuore della Salute”. Cultura, consapevolezza e cambiamento sono le parole chiave del progetto che hanno come obiettivo l’educazione alla cultura della salute in azienda. La qualità di “Nel Cuore della Salute”, inserita già da tre anni nel territorio ticinese, è garantita dal coinvolgimento di rinomati medici ed esperti nel campo della sanità, quali: Prof. Dr. med. Franco Cavalli, oncologo; Dr. med. Mauro Capoferri, cardiologo; Dr. med Jacques Blanc, medicina interna; Dr. med. Franco Denti, Presidente OMCT; Dr. med. Mauro Manconi, caposervizio neurologia; Dr.ssa Diana Koprivec, endocrinologa; Fabrizio Vaghi, nutrizionista; Paolo Cicale, counseling filosofico; Franco Salmina, maestro di golf e consulente. I pacchetti possono essere abbinati fra loro. Costi e orari si baseranno esclusivamente sulle esigenze di ogni singola azienda. FORMAZIONE OFFERTA: • Stress e malattie cardiovascolari • Fumo e comunità: vivere insieme • Prevenzione per i tumori • Prevenzione e cura (medico di base) • Sonno: prevenzione e patologie • Stile di vita, sovrappeso, obesità • Il cibo e la salute • Gestione dello stress • Golf: uno sport per tutti o per pochi?

COSA DICONO I NOSTRI ESPERTI: (vedi anche www.maffeisnetwork.ch) Dr. med. Mauro Capoferri Cardiologo e Caposervizio del Cardiocentro Ticino

Quanto è importante la prevenzione nelle aziende e perché ha aderito al progetto «Nel Cuore della Salute»?

“È fondamentale. Sul posto di lavoro trascorriamo moltissimo del nostro tempo e siamo costantemente sollecitati sia fisicamente che psicologicamente. Tipologia, luogo e ritmi di lavoro, possono influenzare il modo in cui ci possiamo occupare della nostra salute assumendo o meno atteggiamenti cardioprotettivi. Non sorprende quindi che molto spesso i pazienti hanno paura di rientrare al lavoro dopo un evento cardiaco in quanto temono di non riuscire più a sopportare, rispettivamente gestire, lo stress intrinseco in ogni attività lavorativa fatta con impegno. Un’azienda attenta alla cultura della salute riduce il rischio di ammalarsi e aumenta l’efficienza del collaboratore (a qualsiasi livello gerarchico) favorendo nel contempo il rientro sul posto di lavoro dopo una malattia anche grave. Ho aderito al progetto perché penso sia un modo efficace e in un certo senso pionieristico di fornire al mondo del lavoro un valido strumento per promuovere la salute in azienda offrendo ai propri dipendenti, a tutti i livelli gerarchici, una formazione e informazione di qualità su tutta una serie di temi legati alla prevenzione della malattia”.

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Vita dei Soci

Dr. med. Mauro Manconi Capo Servizio del Centro Sonno/Epilessia presso l’EOC di Lugano

Quanto è importante la prevenzione nelle aziende e perché ha aderito al progetto «Nel Cuore della Salute»?

“L’intervento preventivo nell’ambiente professionale è indispensabile. La possibilità di identificare e curare i lavoratori con disturbi del sonno, di ridurre la percentuale di assenza lavorativa, migliorerebbe l’efficienza e il clima relazionale dell’ambiente aziendale. Ciò che mi porta ad aderire a questo progetto è il desiderio di comunicare l’importanza del sonno nella qualità di vita delle persone. È importante che le persone inizino a considerare il disturbo del sonno come una potenziale malattia e non una semplice disavventura che guarirà da sola. Confidare al proprio medico i propri timori anche solo presunti disturbi del sonno è importante come lo è evitare i rimedi fai da te oppure i consigli, o peggio ancora, i farmaci dell’amico o del parente. In altre parole imparare a tutelare la notte quanto il giorno, consapevoli che il sonno rappresenta più di un terzo della nostra vita”. Dr.ssa Diana Koprivec Endocrinologa, lavora presso la Helsinn Healthcare SA di Pambio Noranco, Dipartimento Ricerca e Sviluppo

Quanto è importante la prevenzione nelle aziende e perché ha aderito al progetto «Nel Cuore della Salute»? “L’azienda è un universo sottoposto a continui e rapidi cambiamenti, dove il raggiungimento degli obiettivi implica

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sempre un grande dispendio di energia, creatività e tenacia. Tuttavia, nessuna azienda di successo può raggiungere i propri obiettivi senza che i propri dipendenti arrivino a loro volta a un buon equilibrio individuale. Per garantire il successo a lungo termine, la promozione delle sane abitudini e la prevenzione debbono diventare un obiettivo pari a tutti gli altri obiettivi aziendali e costituire un’ulteriore fattore motivazionale per svolgere al meglio le attività professionali. La consapevolezza e la conoscenza da sole non sono sufficienti per portare a un risultato duraturo, ma debbono essere alimentate da una forte motivazione e da una continua analisi dei risultati. Le migliori soluzioni legate allo stile di vita non debbono mai alterare il senso di appartenenza alla propria cultura, all’ambiente professionale e famigliare”. Per maggiori informazioni sui pacchetti aziendali “Nel Cuore della Salute”, vi preghiamo di contattare: MaffeisNetwork SA Marketing e Comunicazione Via Cortivallo 3 A 6900 Lugano Tel. +41 91 922 95 18 info@maffeisnetwork.ch www.maffeisnetwork.ch


Vita dei Soci di Nicola Simoneschi, Titolare Start Up Imprese Ticino SA

Ticino Imprese: what’s up?

Nicola Simoneschi

Start up Imprese Ticino SA si occupa di seguire nuove realtà imprenditoriali in Ticino sia dal profilo giuridico, amministrativo- contabile e logistico. Il Signor Simoneschi mette a disposizione la sua esperienza acquisita in anni di lavoro nel campo aziendale anche internazionale, proponendo una serie di servizi e consulenze che permettono ai giovani imprenditori di realizzare il loro sogno: aprire una attività in proprio! Il successo di una nuova azienda parte già dall’inizio, cioè dalla sua fondazione. Infatti il neo imprenditore si confronta da subito con una serie di scelte non strettamente legate al suo business ma che sono di estrema importanza per la riuscita della sua attività. Le domande più classiche sono, per esempio: - Che tipo di società fondare? - Dove impiantarsi? - IVA sì o IVA no? - Quanti collaboratori e quanto costano i contributi sociali? - La mia azienda è giuridicamente compatibile con l’attività svolta? - Come funzionano le società in Svizzera? - Quante tasse si pagano? Tante domande alle quali bisogna dare una risposta prima di partire, creando un business plan adeguato con le simulazioni del caso. La società Start Up imprese Ticino SA, ubicata a Paradiso, si adopera anche in qualità di project manager per seguire l’insediamento di aziende estere in Ticino o dal Ticino verso altri Paesi. In questo ambito è da notare come la Svizzera viene scelta quando il prodotto o il servizio presentano un alto grado di innovazione tecnologica o di processo e quando i margini sono alti (più del 35%). Negli altri casi consigliamo di dislocare parte o tutta la produzione al fine di rimanere comunque competitivi a livello di gruppo.

“Un Paese che consiglio in certe situazioni è l’Estonia, Nazione che ha investito assai nello sviluppo di nuove tecnologie, e luogo strategico e logistico per i Baltici, la Scandinavia e la Russia. Con questo Paese ho sviluppato dei rapporti privilegiati tanto da essere in via di nomina ufficiale come Console onorario per il Ticino”. Signor Simoneschi, essendo lei una persona molto attiva, le chiediamo allora, cosa bolle in pentola? “Quest’anno stiamo organizzando il lancio di una nuova impresa esclusivamente improntata al commercio elettronico tramite web. Ho deciso di seguire, con l’aiuto di alcune aziende di produzione italiane del settore degli accessori uomo - donna, questa avventura anche perché la vendita e la distribuzione di prodotti tramite Internet è di fatto una realtà che deve essere sempre più presa in considerazione quando si apre una nuova azienda. Il lancio sul mercato svizzero di un nuovo marchio comporta una serie di operazioni di marketing che devono essere affrontate in modo sistematico con un approccio globale! Nello shopping online, il vantaggio per il cliente è evidente, e sta nel fatto che comodamente seduto sul divano e con un ‘click’, può ordinare prodotti di qualità con design innovativo a prezzi accessibili. In pratica il cliente finale beneficia del fatto che nella filiera non vi sono costi legati all’affitto di negozi o costi di personale eccessivi! (Per informazioni: www.italianclass24.com)”. “A breve Start Up Imprese Ticino SA inaugurerà una serie di servizi volti a rispondere alla seguente domanda: la mia società o il mio prodotto è socialmente responsabile e segue un codice etico adeguato?” Per un contatto diretto: START UP Imprese Ticino SA Via San Salvatore 13 6902 Paradiso Tel. 41 91 210 31 67 Cell. +41 79 911 59 13 trading.startup@gmail.com

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Vita dei Soci di Vittorio Baroffio, Green Card SA

NON TRATTIAMOCI COI PIEDI Non è una battuta fuori luogo, in quanto, a causa della forza gravitazionale, le nostre estremità sono il punto di congiunzione tra noi e il suolo, qualsiasi esso sia: terra, pavimento, fondo stradale o di un abitacolo chiamato auto, aereo, treno

La ditta Green Card SA di Breganzona, è partner di Almax Gmbh, distributrice del marchio Solidea per la Svizzera. In questo scritto ci spiega l’importanza di una prevenzione per viaggiare sicuri senza rischi per la nostra salute, soprattutto nelle gambe. La vita frenetica di ogni giorno porta molti di noi ad un eccesso di sedentarietà, a trascorrere molte ore in aereo, a fare lunghi viaggi in auto o a stare molte ore alla scrivania. Questi stili di vita non sempre permettono di mantenere una circolazione periferica ottimale, e la conseguenza di queste insane, ma a volte inevitabili situazioni, può portare ad un senso di pesantezza alle gambe e piedi gonfi. Sono sensazioni che si possono provare a qualsiasi età, ma che prevalgono nel gentil sesso. Vediamo in dettaglio una causa ritenuta dagli esperti la più pericolosa, chiamata ‘’Sindrome da classe economica’’. Descritta nel 1988 come conseguenza di viaggi aerei prolungati, si basa su particolari condizioni che si creano durante un numero eccessivo di ore in cabina. In situazioni normali, il reflusso del sangue degli arti inferiori sino al cuore, viene regolato dalla funzione di aspirazione intra-toracica e dalla spinta che il sangue riceve dalla contrazione dei muscoli delle gambe, la cosiddetta pompa muscolare. In uno spazio troppo ristretto tra un sedile e l’altro, soprattutto in classe economica, non si ha la possibilità di muoversi adeguatamente ma solo di fare un minimo di stretching (che pochi fanno). La misura dello spazio tra le poltrone si chiama ‘’seat pitch’’, ultimamente ridotto a causa della deregulation, in atto da tempo nel mercato del trasporto aereo. In classe economica si parla di un livello medio-buono di 81 cm e si arriva a misure di 73 cm. La compagnia Thai Airlines, per esempio, considera un minimo di 86 cm. Sembra che si parli di pochi cm, ma quando si sta seduti per 6/8/10 ore, anche 1 cm fa la differenza. Per voli che superano le 10 ore, il rischio di questa sindrome non si limita alla classe economica, ma anche alla business class, sia pure in maniera più ridotta. Tale sindrome porta a dei sintomi quali gonfiore ai polpacci ed ai piedi stessi, crampi, difficoltà a muoversi, indolenzimento di tutta la gamba. Persone che assumono terapie anticoagulanti o medicinali che abbiano degli effetti sull’aggregazione piastrinica possono anche sviluppare una trombosi venosa profonda. I fattori scatenanti sono: • l’immobilità forzata, tipica di chi viaggia in aereo, treno, automobile; • la cattiva qualità dell’aria, che spesso viene semplicemente filtrata e mescolata con dell’aria proveniente dall’esterno; • la cabina di un aereo è pressurizzata, ma pochi sanno che le condizioni create non sono quelle di un’altezza normale, ma quelle di circa 2’400 m d’altezza. È considerato quindi ‘’normale’’ che ci siano viaggiatori che soffrono di sintomi di vertigini e/o di soffocamento; • il tasso di umidità che abbiamo in una cabina pressurizzata non supera il 5%, contro un tasso normale che si aggira tra il 30 ed il 50%. Respirare aria secca può creare molti problemi e causa spesso raffreddori ed altre infiammazioni alle vie respiratorie.

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I fattori di rischio sono quindi diversi, e le compagnie aeree iniziano ora a dividere i passeggeri in classi ‘’a rischio’’, prendendo delle precauzioni che sono spiegate in opuscoli illustrativi o in quasi tutti i siti Internet delle compagnie stesse. Principali fattori di rischio: • età superiore ai 40 anni, sovrappeso, con scarsa propensione ad un’attività sportiva, fumatore; • contraccezione orale o terapia ormonale sostitutiva in menopausa; • gravidanza in corso o recente, malattie della coagulazione del sangue; • precedenti personali di trombosi venosa profonda, malattie cardiovascolari, asma, ecc.; • avere uno di questi fattori di rischio non può e non deve impedire al passeggero di viaggiare liberamente, ma semplicemente la persona interessata deve adottare misure di prevenzione atte a diminuire drasticamente ogni possibile rischio. Ecco alcuni validi suggerimenti: • in primis indossare abiti e scarpe comode; • bere molta acqua (almeno un litro ogni 5 ore di viaggio) per impedire il fenomeno negativo della disidratazione, che rallenta il flusso sanguineo; • non assumere alcolici, caffè, tè o sedativi; • non fumare nel corso di scali intermedi o pause forzate; • non tenere le gambe accavallate per lungo tempo; • fare ogni ora una breve passeggiata nel corridoio dell’aereo e, mentre si è seduti, cercare di fare movimenti che contraggano o estendano i muscoli (tipo quando si preme sull’acceleratore); • è consigliabile sedersi sul lato del corridoio, al fine di permettere un maggior allungamento delle gambe; • indossare delle calze idonee con compressione garantita di classe A o 1 (Solidea Relax unisex o Solidea Miss Relax); • non indossare gambaletti o calze con elastici in quanto impediscono, o ne rallentano, il flusso sanguigno. Arrivare a destinazione avendo indossato delle calze a compressione graduata Solidea vuole dire sentirsi bene, muoversi senza quella fastidiosa sensazione di gambe pesanti. Potersi concentrare sul lavoro da subito o godere delle vacanze sin dal primo momento che segue l’arrivo a destinazione, ecco la sostanziale differenza tra chi intelligentemente indossa calze a compressione graduata. La tecnologia sia di lavorazione che dei filati ha permesso di offrire delle calze di vari colori e soprattutto belle da vedere e da indossare. Basta con le vecchie calze che sembravano dei gessi, nessuno si accorgerà che state indossando delle calze preventive. Le farmacie e drogherie che offrono il marchio Solidea, sapranno anche consigliarvi: www.solidea.ch Green Card SA Via Leoni 18, 6932 Breganzona Tel. +41 91 857 84 47, Fax +41 91 857 84 48


Vita dei Soci Comunicato stampa

Migros Ticino riduce i prezzi, ottimizza la rete di vendita e migliora l’efficienza aziendale

Nel 2011, per il secondo anno consecutivo, Migros Ticino ha ridotto i prezzi (- 4%) permettendo ai suoi clienti di risparmiare circa 22 milioni di franchi. La riduzione è stata possibile grazie alle migliorate condizioni di acquisto dei beni importati e pagati in valuta estera (circa il 25% della merce venduta) e alla migliorata efficienza aziendale. La cooperativa ha operato in condizioni di mercato difficili, caratterizzate da consumi in leggero calo e, a seguito della flessione dell’euro, da un’aumentata concorrenza dei commerci d’oltre frontiera e una flessione del turismo. In seguito a questi sviluppi, nel 2011 Migros Ticino ha realizzato una cifra d’affari di 528,3 milioni di franchi (-5,8%) e un utile di 3,2 milioni di franchi, in linea con gli obiettivi di redditività fissati per assicurare lo sviluppo stabile a lungo termine della cooperativa. L’indotto nell’economia cantonale (salari, acquisti di merce, consulenze e installazioni) nel 2011 è stato di 203 milioni di franchi, pari al 38,5% degli incassi della cooperativa Per meglio rispondere alle esigenze della clientela Migros Ticino ha ulteriormente lavorato all’ottimizzazione di qualità, scelta, disponibilità e modalità di presentazione della merce, in particolare i prodotti freschi e quelli a valore aggiunto. Tra questi i Nostrani del Ticino e i prodotti a marchio Bio, il cui assortimento è stato ulteriormente sviluppato, portando a una crescita della cifra d’affari dell’8,4 percento, rispettivamente del 2,2 percento, nonostante le diminuzioni del prezzo di vendita che hanno interessato molti di questi prodotti. Nell’offerta della regione figurano anche prodotti realizzati da istituti che promuovono l’integrazione di persone disabili - Fondazione Diamante, Fondazione La Fonte e OTAF - cui viene completamente riversato l’intero ricavato.

permercato a Pregassona; la superficie di Biasca è invece stata completamente rinnovata, mentre il negozio specializzato Do-it + Garden di Taverne è stato rilocato in una nuova sede per permettere la demolizione degli stabili esistenti e dare inizio alla costruzione di un nuovo supermercato. Tutti i progetti sono stati realizzati attuando misure per ridurre il consumo energetico e l’impatto ambientale delle installazioni, i cui risultati vengono annualmente verificati dall’Agenzia dell’energia per l’economia. Nel settore culturale, sostenuto finanziariamente dalle attività commerciali della cooperativa con un importo di 2,5 milioni di franchi, si sono mantenute ad alto livello le ore di frequenza ai corsi di formazione per adulti erogati dalla Scuola Club, mentre gli eventi e le manifestazioni culturali (programma del Percento culturale) hanno richiamato circa 95’000 spettatori. Azione, organo ufficiale di Migros Ticino e settimanale di informazione e cultura, con i suoi 119’000 lettori si è riconfermato tra i giornali più letti della Svizzera italiana (REMP 2011-2). Migros Ticino si prepara ad affrontare una situazione di mercato difficile (congiuntura debole, franco forte, concorrenza in aumento) migliorando ulteriormente l’offerta in termini di qualità e convenienza e l’efficienza aziendale, con l’obiettivo di rimanere un punto di riferimento per l’economia e la cultura della Svizzera italiana in qualità di azienda autonoma ticinese all’interno della comunità Migros.

Con un investimento complessivo di 12,9 milioni di franchi, nel corso dell’anno Migros Ticino ha ulteriormente ampliato e rinnovato la rete di vendita aprendo un Outlet presso il Parco Commerciale di Grancia, un supermercato e un negozio specializzato nel settore dell’elettronica, melectronics, presso il Centro Ovale di Chiasso e un su-

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Vita dei Soci

100 ANNI DI STORIE, AMBIENTI E LAVORO ALLA POLUS DI BALERNA

Martedì 29 maggio 2012 nella Sala Carlo Basilico si terrà la serata per l’anniversario dei 100 anni della Polus. Accanto alla manifestazione privata ufficiale, questa ricorrenza prevede nel corso del 2012 una serie di eventi pensati per mantener vivo anche in futuro il legame che la Polus, già all’inizio del secolo scorso, aveva saputo instaurare con il Ticino e il Mendrisiotto e renderne partecipe gli operatori, imprenditori, enti pubblici e privati e la popolazione tutta. Il “via” a queste iniziative è stato dato il 14 marzo scorso con l’inaugurazione, nella sala Diego Chiesa del Comune di Chiasso, della mostra dal titolo “Tabacco e Arte. Il Mendrisiotto nei frammenti di un’epoca”. Questa esposizione è stata resa possibile grazie alla disponibilità del Dicastero Cultura del Comune di Chiasso e grazie alla preziosa collaborazione che da anni la direzione della Polus intrattiene con la Direttrice del m.a.x. museo, dello Spazio Officina e della Sala Diego Chiesa, Dr.ssa Nicoletta Ossanna Cavadini che si è valsa anche del prezioso contributo del Centro di Dialettologia e di Etnografia, dell’Istituto Agrario di Mezzana e del Museo della Civiltà Contadina di Stabio. La mostra è stata accompagnata da un catalogo curato dalla Dr.ssa Ossana Cavadini. Oltre alle belle immagini dei manifesti pubblicitari ed espositivi, alle scatole di sigari e sigarette, nonché alla ricercata

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collezione di pipe, una parte delle quali è stata esposta anche nella Sala Carlo Basilico, il catalogo comprende contributi dell’ex Direttore dell’Istituto agrario di Mezzana e della ricercatrice del Centro di Dialettologia e di Etnografia, Alessandra Ferrini Giordano. Il catalogo, che resterà prezioso documento negli annali della società, può essere richiesto direttamente al m.a.x. museo (www.maxmuseo.ch) o tramite la Polus (www.polus.ch). Le iniziative legate al centenario proseguiranno proprio dal 29 maggio in poi, data dalla quale la POLUS aprirà le proprie porte al pubblico offrendo la possibilità di prenotare delle visite guidate non solo all’interno dell’omonimo spazio ricreato, ma anche attraverso 100 anni di spizzichi di storia del mondo contadino e industriale, di cultura, architettura e arte legate al nostro territorio. Il visitatore avrà l’occasione di percepire lo spirito imprenditoriale che negli anni ha guidato la società, la sua continua capacità di evolversi, rinnovarsi e affrontare il presente e il futuro. Perché la storia continua.

Per informazioni e prenotazioni visite guidate: Tel. +41 91 683 35 05 info@polus.ch


Vita dei Soci di Christian Knellwolf, Responsabile dello Sviluppo Commerciale Dun & Bradstreet (Svizzera) SA

Le imprese forti mostrano la propria stabilità Christian Knellwolf

Soltanto pochissime piccole e medie imprese (PMI) svizzere hanno alle spalle una casa madre finanziariamente forte il che le obbliga a dover conoscere con estrema precisione i rischi che corrono e i propri interlocutori commerciali. Le imprese che godono di un’eccellente affidabilità di credito possono adesso mostrare la propria forza con un approccio proattivo e con piena consapevolezza La Svizzera è un Paese ricco di PMI. Quasi il 90 % delle imprese conta meno di 10 dipendenti mentre le grandi imprese con oltre 250 dipendenti rappresentano meno dello 0,5 % di tutte le imprese esistenti. Queste imprese spesso godono di una buona capitalizzazione e di un network complesso. Soltanto poche delle piccole e medie imprese hanno alle spalle una casa madre finanziariamente forte e proprio la mancanza di questo sostegno può rivelarsi decisiva in una situazione di crisi. Di conseguenza le PMI devono conoscere con precisione i rischi che corrono e i propri interlocutori commerciali.

Occhio ai rischi

Nell’economia attuale uno dei rischi maggiori per i fornitori è fare credito. Un’impresa corre automaticamente questo rischio non appena effettua le consegne della propria merce a credito. In questo caso infatti il cliente dispone della merce che non ha ancora pagato. Fare credito per un fornitore significa quindi correre il rischio che le fatture verranno rimborsate con ritardo obbligandolo a rinunciare agli interessi e aggravando così la liquidità della propria impresa. Si consideri poi l’ipotesi ancora peggiore in cui il fornitore si ritrovi in una situazione in cui le fatture non vengano mai saldate implicando la perdita totale del credito accordato. Tuttavia tanto per i fornitori quanto per i clienti sussistono dei rischi che provengono dai propri partner commerciali. In caso di approvvigionamento presso un unico fornitore, i possibili ritardi nelle consegne o le mancate consegne possono avere delle pesanti ripercussioni sulla produzione della propria impresa. Nella peggiore delle ipotesi l’impresa può rischiare di non essere in grado di onorare gli ordini dei propri clienti. La verifica dei propri partner commerciali appare quindi di primordiale importanza per poter valutare e classificare i rischi della propria attività commerciale. A tale proposito bisognerà fare particolarmente attenzione alla solvibilità, alla capacità di rimborso e all’affidabilità creditizia dei propri partner commerciali. Le imprese dovrebbero suddividere i propri clienti in base a questi due criteri: la loro dipendenza da un solo fornitore o da un solo cliente e il loro possibile rischio reale di fallimento. Queste valutazioni permettono di determinare la solvibilità finanziaria delle imprese e di tenerle sotto controllo. Di norma questo compito spetta tanto al fornitore che consegna la propria merce ad un cliente quanto all’acquirente per il quale una consegna sicura della merce è di determinante importanza.

Un certificato attribuito alle migliori imprese svizzere

La forza come motivo di orgoglio

Alle imprese che hanno rapporti commerciali con altre ditte viene offerta la possibilità di invertire la tendenza mostrando con un approccio proattivo la propria stabilità, ponendo l’accento sulla propria solidità finanziaria e sulla propria capacità ad essere dei partner commerciali affidabili. Un’eccellente possibilità è rappresentata dal Rating Certificate di D&B che permette di attestare che l’impresa in questione appartiene alla miglior classe di rischio. In Svizzera meno del 2% delle imprese soddisfa i requisiti che permettono di ottenere questo certificato. Dato che alcuni indicatori positivi devono influire su numerosi fattori affinché l’impresa appartenga alla miglior classe di rischio prevista da D&B e considerando che soltanto poche imprese hanno fattori di influenza positivi sotto ogni punti di vista, per valutare i rischi di fallimento spesso si prende in considerazione soltanto un indicatore medio di rischio. Il Rating Certificate di D&B permette alle imprese appartenenti alla miglior classe di rischio di dimostrare la propria stabilità sia ai fornitori che ai clienti. In questo modo i partner sia online che offline possono avere una garanzia sulla sicurezza del rapporto commerciale. Oltre un centinaio di imprese ha già deciso di rafforzare attivamente la propria posizione e di mostrare la propria stabilità e la propria affidabilità creditizia per stringere rapporti d’affari più rapidamente e nelle migliori condizioni. Queste imprese la cui forza è certificata possono essere visualizzate su questo link www.top-rating.ch. Dun & Bradstreet (Svizzera) SA corso Elvezia 22, 6900 Lugano Tel. +41 91 922 51 13, Fax +41 91 922 51 14 info@dnb.ch, www.dnb.ch

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Vita dei Soci

CAMINADA SEMENTI RACCONTA 125 ANNI D’EVOLUZIONE DEL MONDO DEL VERDE

Aquilino Caminada

L’evoluzione del giardinaggio negli anni ha portato moltissimi ticinesi a rivalutare il proprio spazio verde e a seguire una vera e propria filosofia che Caminada Sementi ha saputo accompagnare in un lungo “fil vert” che dura da ben 125 anni

Il giardinaggio ha riscontrato, nel corso degli anni, una serie di cambiamenti che hanno rivoluzionato il settore, non solo a livello tecnico con l’evoluzione e l’introduzione di nuovi utensili e sistemi di coltivazione, ma anche e soprattutto a livello concettuale. In questi anni si deve infatti parlare di una vera e propria “filosofia del verde” che non si limita più ad interessare solamente i professionisti e tanti pensionati dotati di “pollice verde” e di molto tempo libero a disposizione. Anche se può sembrare paradossale oggi, nell’era del digitale, c’è un desiderio diffuso di abbellire gli spazi che abitiamo, non solo con piante e fiori da vaso, ma anche con qualcosa che ci aiuti a tornare ad un’esistenza più sana e a contatto con la natura. È un processo di evasione dalla frenesia quotidiana e da ritmi lavorativi sempre più sostenuti. È scientificamente provato che in età adulta uomini e donne sviluppano la necessità di occuparsi di qualcosa che necessiti delle loro attenzioni e curare il proprio giardino rappresenta per molti una risposta corretta e salutare a questa necessità genetica. Ad una pianta ci si può dedicare con gesti regolari e accurati, senza concitazione, come ormai non accade più nella vita lavorativa sempre più stressata e disomogenea. È probabilmente lo stress quindi il fattore scatenante che ha portato il giardinaggio dall’essere una semplice passione a diventare una ricerca di benessere e una via per riportare alla luce stili di vita e sapori che credevamo dimenticati. Caminada Sementi, con passione e tradizione ultracentenaria, ha saputo interpretare questa straordinaria evoluzione del giardinaggio e, allo stesso tempo, ha dimostrato l’abilità di cavalcare i cambiamenti economici e sociali da esso scaturiti. Visitando il punto di vendita di Cadempino, si possono incontrare, fianco a fianco, appassionati e professionisti accomunati dalla ricerca dell’ultima novità. Da Caminada, a fianco della straordinaria crescita degli acquisti da parte dei cosiddetti hobbisti, si è assistito infatti ad una domanda continua e sempre più crescente da parte dei professionisti del verde che anno dopo anno, si sono moltiplicati ad un ritmo impressionante. Un dato confermato dalla storica Associazione Svizzera degli Imprenditori Giardinieri – JardinSuisse Ticino – che può oggi contare su oltre 100 aziende attive a livello cantonale e che, nel settembre 2010, ha segnalato l’assunzione di ben settanta giovani apprendisti. Tanti ragazzi che hanno iniziato il difficile percorso di tirocinio con l’ambizione di diventare, un domani, giardinieri professionisti. Un vero e proprio primato che sottolinea un trend che non conosce soste ne ripensamenti e che conferma la “fame” di verde che contraddistingue questo primo scorcio di millennio. Ed è proprio per soddisfare questa crescente domanda che l’azienda di Cadempino mette a disposizione numerosi servizi di consulenza che sono il frutto di ben 125 anni di esperienza e competenze nel settore. Oltre al know-how, Caminada Sementi offre un assortimento unico nel territorio della Svizzera italiana che spazia da una vasta scelta di bulbi, fiori e piantine da orto, a una ricca selezione di concimi, terricci e cortecce. Naturalmente da Caminada si possono trovare tutti gli utensili e i materiali per la cura del giardino e delle piante ma si possono anche noleggiare macchinari professionali e acquistare i più avanzati sistemi di irrigazione. Il tutto selezionato secondo rigidi criteri di qualità e prezzi convenienti. Questa formula ha permesso a Caminada Sementi di acquisire sempre più importanza nel settore primario ticinese, incrementando la propria quota

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di mercato nonostante l’ingresso di aziende come Brico, Coop “Edile + Hobby” e Migros “Do It + Garden” nel segmento verde. La storica azienda di Cadempino ha mostrato che, anche alle nostre latitudini, grazie a passione, tradizione e competenza si può portare alto il nome di una famiglia per ben 125 anni mantenendo importanti posizioni di mercato e raccogliendo consensi e gratificazioni. Ma il risultato di questo straordinario successo è soprattutto legato ad una fedele clientela che, nel corso degli anni, ha costantemente dimostrato di saperne apprezzare i prodotti ed è per ringraziarli che Caminada Sementi ha organizzato un evento singolare, lungo 125 ore, in cui tutto il suo pubblico, composto da appassionati e professionisti, ha potuto divertirsi e risparmiare grazie a promozioni, concorsi, mostre e degustazioni. La lunga serie di festeggiamenti per i 125 anni di attività di Caminada Sementi si è conclusa sabato 31 marzo con una vera e propria “Festa dei Sapori” nel corso della quale, accompagnati da tanta musica e da uno straordinario concorso che ha visto in palio una Ford Ka, a tutti i visitatori sono stati offerti piatti e vini tipici della cucina e della tradizione ticinese. Un ricercato percorso eno-gastronomico creato impiegando tante verdure dell’orto ticinese, un vero e proprio piacere per i sensi e senza dubbio il miglior modo per raccontare 125 anni di eccellenza ticinese.

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

La banca dei vini rari Scopriamo oggi un’azienda che ha fatto della passione per il vino raro e pregiato un lavoro che la porta ad essere un leader nell’attuale mercato mondiale. ARVI fu fondata a Melano nel 2004 da Fabio Cattaneo, ed in soli 8 anni ha già collezionato una serie importante di successi. Vediamo quali

Un racconto, quello che stiamo per fare, che comincia e finisce con una bottiglia di vino. Per un brindisi, per un investimento, per una collezione. Il mondo dei vini rari è un settore molto dinamico. Fabio Cattaneo oggi in ARVI dirige una trentina di persone, tutte affamate di successo come lui, in un’attività che sta crescendo sempre di più, tanto che da Melano, ARVI ha recentemente aperto un ufficio a Hong Kong quale porta sul mercato orientale. Ma andiamo con ordine. Arvi può contare sull’esperienza del fondatore, come pure sulla sua passione per il vino: la sua famiglia è attiva già nel mondo del commercio di vini rari e locali, ed il suo è stato un naturale proseguimento di ciò che in famiglia veniva già svolto con competenza e passione. ARVI, la banca svizzera dei vini rari. L’attività è fiorita in modo continuo tanto da posizionare oggi l’azienda di Melano nel firmamento dei maggiori stockholders di questa tipologia di vini, d’annata e pregiatissimi. A Melano oggi sono stoccate circa 300’000 bottiglie pronte per essere rivendute, in prevalenza vini bordolesi. Il vino è divenuto in breve tempo un bene d’investimento anche per diversificare i propri portafogli, insieme alle opere d’arte ed agli investimenti “tradizionali”: un prodotto esclusivo che viene investito, pianificato e ricercato. ARVI è insieme sia un’attività di ricerca, selezione e commercio di annate rare e pregiate, sia una vera e propria cassaforte dei beni investiti dai clienti: una banca climatizzata con la giusta percentuale di luce, di scaffali con la corretta posizione per proteggere e stoccare gli acquisti della clientela, dato che magari presso la loro abitazione non possiedono un ambiente con le caratteristiche così perfette per mantenere in condizioni ottimali l’investimento fatto. L’azienda offre un servizio completo dalla A alla Z per i suoi clienti, siano esse altre aziende, come pure privati – fetta di clientela in aumento –: per gli amatori ed i collezionisti, per chi ha assaggiato un vino speciale e lo vuole ritrovare, per chi ha un ricordo associato ad un brindisi in un momento speciale… Ci si affida ad ARVI che cercherà per voi quanto desiderato, lo localizzerà, e ve lo farà pervenire, consigliandovi al meglio. Una vendita che va anche oltre con un servizio di consulenza e consegna a domicilio su misura, e risponde al meglio alle domande che possono sorgere a chi consumerà il prodotto: quando va bevuto? In che tipo di ambiente va conservato? Ecc.. 48  Ticino Business


Da Melano si cercano, si selezionano, si acquistano per conto dei clienti i vini migliori e più rari presenti sulla piazza, in collezioni private o in pacchetti d’investimento di terzi. Il mercato si è ampliato, guarda con favore anche verso l’Asia intera, tanto che alla fine dello scorso anno ARVI ha aperto una prima “filiale” all’estero, un suo ufficio di intermediazione ad Hong Kong, quale base per l’operatività nel continente asiatico e non solo. Oggi ARVI commercia con circa 70 Paesi al mondo, in cima a questa lista oggi vi è la Cina, che sta emergendo quale nuovo mercato di riferimento. ARVI si pone quale distributore mondiale, con una carta dei vini (consultabile anche online su www.arvi.ch), che conta grandi etichette per importanti annate, anche dalla fine del 1800. La provenienza dei vini è anche uno degli elementi che contribuiscono, oltre all’annata, al pregio dello stesso. ARVI ha una propensione per i vini bordolesi. La regione del Bordeaux vanta una lunga tradizione nella produzione di altissimo livello di vini pregiati, anche con etichette importanti. Ma entrano anche in considerazione etichette nuove provenienti da altre parti del mondo, come l’Italia sicuramente – che possiede anche una lunga tradizione vitivinicola –, ma anche Spagna, Stati Uniti, Australia. Una conoscenza approfondita del settore, delle etichette e delle sue caratteristiche per l’acquisto e la vendita di

bottiglie pregiate riconosciute mondialmente ad estimatori, collezionisti ed investitori. Il cliente tipo non esiste, vi sono grossisti, privati, investitori, ecc.. Ognuno lo acquista con uno scopo diverso, chi per sfoggiarlo, chi per un investimento, chi per consumarlo. ARVI propone una selezione di vini di elevata qualità, non per forza con prezzi stratosferici. È vero, le rarità raggiungono costi importanti, ma il prezzo non è una prerogativa della buona qualità. Ed il vino ticinese come si inserisce in questo panorama? Anche il nostro Cantone offre vini di grande qualità. ARVI in breve tempo è divenuta una delle più importanti aziende commercianti di vini rari al mondo. Con la sua proattività e dinamismo è pronta ad affrontare anche le sfide che le si presenteranno in futuro, per una crescita continua, un brindisi, stappando una bottiglia di vino, di grande qualità. ARVI SA Via Pedemonte 6818 Melano Tel. +41 91 649 32 88 Fax +41 91 648 33 75 info@arvi.ch www.arvi.ch

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Vita dei Soci

AUTONASSA 2012: È BELLO SCEGLIERE TRA 175 VETTURE E SCOPRIRE QUANTO SI RISPARMIA Dal 10 al 13 maggio ritorna AUTONASSA, l’esposizione “open-air” di auto nuove più importante in Svizzera

In 32 anni Autonassa è cresciuta grazie alla professionalità degli organizzatori ma anche e soprattutto per le innumerevoli attività collaterali che sono state organizzate per attirare il pubblico delle grandi occasioni. Un programma di attività collaterali senza pari che ha portato AUTONASSA a trasformarsi da semplice parcheggio nella più importante manifestazione “open air” di auto nuove dell’intera Confederazione ed essere inserita, ormai da tanti anni, nel calendario delle manifestazioni ufficiali della Città di Lugano. Organizzata dal Gruppo del Luganese di UPSA (Unione Professionale Svizzera dell’Auto) e dall’Associazione Via Nassa, in collaborazione con la Città di Lugano e Alberto Stierlin, AUTONASSA è l’appuntamento automobilistico ticinese che attrae il maggior numero di visitatori grazie alle numerose iniziative che, di anno in anno, sanno renderla veramente speciale. Per la trentaduesima edizione sono attese 175 novità del Salone di Ginevra in rappresentanza di 42 marche presentate da 75 Garage associati ad UPSA – Gruppo del Luganese.

AUTONASSA APRE GIOVEDÌ MA L’INAUGURAZIONE SI TERRÀ VENERDÌ Venerdì 11 maggio, alle ore 17.30, si terrà la cerimonia d’inaugurazione della 32.ma edizione di AUTONASSA. Nella splendida cornice del patio del Municipio Piazza Riforma, alla presenza di numerose personalità del mondo dell’automobile, della politica e dell’economia, prenderanno la parola i due co-presidenti di Autonassa, Edvino Pessina e Oliviero Milani, a cui farà seguito il discorso del Sindaco di Lugano, Arch. Giorgio Giudici. Al termine, non con il classico taglio del nastro ma con il più appropriato «sgancio della cintura di sicurezza» si darà ufficialmente il via ad AUTONASSA 2012. CACCIA ALLO SCONTO! Anche per la quest’edizione edizione la priorità per il Comitato di Organizzazione è stata quella di mettere l’auto al centro dell’attenzione e quindi le principali attività collaterali sono state organizzate con l’obiettivo di “premiare” i visitatori e rendere quindi più proficua la loro visita ad AUTONASSA. Venerdì e sabato saranno messi in palio 20 buoni al giorno che saranno affidati a 2 hostess (definite “DEA DELLA FORTUNA”) che nel corso della giornata si sposteranno lungo un percorso predefinito che sarà comunicato ai consulenti, alle altre hostess che presiederanno le principali piazze. Chiunque vorrà acquistare una vettura usufruendo dello sconto di CHF 1’000.- dovrà pertanto cercare una delle due “Dee della Fortuna”, farsi dare la busta, portarla al consulente, compilare la dichiarazione d’interesse con i propri dati, (non è legalmente vincolante) firmarla e acquistare la vettura scelta entro e non oltre il 31 maggio. Oltre allo sconto di CHF 1’000.-, la busta contiene un buono sconto di CHF 500.concesso da AIL per l’acquisto di una vettura a gas naturale, un tasso agevolato sul contratto di finanziamento concesso da

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BANK-now, un buono sconto pari al 10% del premio sulla polizza di assicurazione concesso dalla Vaudoise assicurazioni e, per festeggiare la nuova vettura, un buono per un acquisto floreale offerto da JardinSuisse ed un altro per una bottiglia di champagne offerto da GSI Ristorante Parco Ciani.

ALBERTO STIERLIN COLORERÀ LA MANIFESTAZIONE CON UNA DECORAZIONE FLOREALE ANCORA UNA VOLTA SORPRENDENTE Da anni auto e fiori sono un binomio apprezzato dal pubblico di Autonassa, che, oltre ad ammirare le novità più recenti del settore automobilistico, possono ammirare il lavoro di Alberto Stierlin e del suo un team di giardinieri professionisti che, anche per quest’edizione hanno studiano una decorazione floreale assolutamente innovativa. I PARTNER DI AUTONASSA NEL SALOTTO DI LUGANO Anche quest’anno alcuni partner della manifestazione saranno presenti con un gazebo riservato per presentare le proprie attività/servizi ed offrire ai visitatori alcune opportunità esclusive: BANK-now sarà presente in Piazzetta Maraini dove replicherà il concorso della cassaforte che tanto successo aveva riscosso lo scorso anno. Vaudoise Assicurazioni sarà presente invece in Piazza della Riforma e inviterà il pubblico a partecipare ad un allettante concorso a premi mentre Casinò Lugano sarà in Piazza Manzoni dove, all’interno di una tenda completamente allestita, un mago intratterrà il pubblico che potrà anche partecipare al concorso indetto per i 10 anni della casa da giochi luganese e che vede in palio ben CHF 2’000.- in gettoni di valore. UN’EVENTO UNICO, DA VIVERE FINO IN FONDO IN OGNI MOMENTO DELLA GIORNATA AUTONASSA è una manifestazione unica, che invita ad una visita rilassata; la sua location esclusiva consente infatti ad ogni appassionato di prendersi tutto il tempo che ritiene necessario, magari facendosi accompagnare da tutta la famiglia. Perché l’auto sa anche essere un raro momento d’aggregazione e il fatto di ritrovarsi uniti in una scenografia unica come Via Nassa non può che rappresentare un valore aggiunto per la vita di ognuno di noi e per quella di una città votata all’accoglienza come Lugano sa essere. Alcuni espositori hanno voluto accentuare questa vocazione e hanno organizzato alcuni brevi spettacoli coreografici e musicali che sapranno divertire, coinvolgere e intrattenere il pubblico. www.autonassalugano.ch UN SITO WEB DA CLICCARE SINO ALL’ULTIMO LINK www.autonassalugano.ch è l’indirizzo Internet da cliccare per scoprire tutte le novità e gli orari delle varie attività organizzate. Autonassa Casella postale 5399, 6901 Lugano


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Vita dei Soci di Cristina Robotti, Senior Consultant Luisoni Consulenze SA

“DOWNSHIFTING” ovvero scelta volontaria di lavorare meno per godersi di più la vita! Cristina Robotti

Negli ultimi anni, nell’ambito del mondo del lavoro è cambiata la definizione di carriera e successo. Sempre più persone, professionisti privilegiati in quanto hanno un ottimo lavoro, laurea, specializzazione, hanno scelto di avere una maggiore disponibilità di tempo libero, mettendo al centro delle loro proprietà, dei riferimenti esistenziali significativi, come: gli affetti, le relazioni, la crescita interiore e l’etica sociale. Trovando così, un equilibrio migliore tra l’attività professionale e il resto della loro vita. Rinunciando, nel percorso di carriera, “ad una posizione prestigiosa ma stressante, per uno stile di vita meno faticoso, meno retribuito ma più gratificante dal punto di vista personale” (definizione data dal New Oxford Dictionary). Questa scelta libera, volontaria e consapevole si chiama “downshifting” termine tipicamente anglosassone, coniato per la prima volta nel 1994 dal Trends Research Institute di New York City. Il concetto di “downshifting” basa la sua filosofia sul “rallentare il ritmo, scalare la marcia, con una conseguente autoriduzione del salario”, stravolgendo radicalmente le priorità e dando al tempo libero e al benessere psicofisico un valore importantissimo, al posto di una carriera tradizionale data da un esubero di ore lavorative, di potere ed ottimi guadagni. In fondo cosa serve guadagnare una fortuna se non si ha il tempo di spenderla? Solo ad aumentare le frustrazioni! Si pensava che nell’era della modernità, grazie alla rivoluzione elettronica e ai supporti tecnologici, avremmo potuto avere sempre più tempo a disposizione, per privilegiare la cura della ricchezza interore e i rapporti affettivi, senza provare inutili sensi di colpa. In un momento come quello attuale, in cui le incertezze legate al mondo del lavoro, dell’economia e della finanza sono presenti come macigni nella nostra quotidianità, il sapersi creare una professione su misura per i propri bisogni, lontano dall’ossessione per la carriera, sottolinea la propensione alla ricerca di una dimensione esistenziale nuova. La crisi riduce e riorganizza gli organici aziendali, per molte persone il periodo è critico, alcuni devono reinventarsi, altri ricominciare, ma altri ancora vedono un’opportuni-

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tà per coltivare i propri sogni con grande coraggio. Per raggiungere una buona qualità di vita e un’autorealizzazione e affermazione personale innovative, dovremmo scegliere di svolgere un lavoro in cui ci si sente utili, capaci in quanto abbiamo acquisito le giuste competenze, non oberati di responsabilità e dove la creatività possa essere espressa al massimo. Questi ingredienti sapientemente miscelati tra stress e relax, guadagno e affetti darebbero la ricetta ideale per essere felici. Per un “downshifter” convinto (cioè colui che abbassa il proprio stile di vita), il tempo è più importante del denaro. Fra gli adepti e i nomi eccellenti, pensiamo a Robert B. Reich, considerato il padre simbolico del movimento dei “downshifter”, per il ruolo occupato di docente universitario e Ministro del lavoro dal 1993 al 1997 sotto la presidenza USA di Clinton. All’inizio del secondo mandato del presidente democratico, decise per scelta volontaria, di non seguirlo e dimettersi per dedicare più tempo e più energia alla famiglia. Oppure all’attrice australiana Nicole Kidman che nel 2005 volle rallentare il ritmo di lavoro per riportare la famiglia al primo posto, concedendosi un periodo indeterminato di riposo, lontana dai set cinematografici e dai guadagni folli! Ma ci sono anche uomini e donne comuni, disposti a ridurre i consumi pur di riavere il controllo della propria vita. L’importante comunque, è poter scegliere in tutta libertà, avere più fiducia in se stessi liberando i talenti nascosti, auspicando il ritorno ai valori più puri, per condividere tanti momenti insieme. Luisoni Consulenze SA Via Balestra 9 6900 Lugano Tel. +41 91 911 30 00 Fax +41 91 923 55 43 infoluisoni@luisoni.ch


Vita dei Soci

Una presenza sul territorio al servizio dei clienti Angelo Rabaglio, Amministratore Delegato di Assurswiss SA festeggia i 10 anni della società di broker assicurativo spostando gli uffici di Agno in una nuova prestigiosa sede che si affianca a quelle già operative di Chiasso e di Biasca

L’apertura di nuovi uffici ad Agno è il segnale di una strategia volta a soddisfare sempre più capillarmente le esigenze della clientela…

“Abbiamo inaugurato nuovi uffici ad Agno, in una sede più ampia e accogliente rispetto alla precedente, per garantire una maggiore visibilità e un miglior comfort sia alla clientela che ai nostri collaboratori. Gestire al meglio il proprio portafoglio assicurativo diventa infatti sempre più difficile in un mondo in cui la stessa concorrenza fra le compagnie di assicurazione, porta all’offerta di opportunità o, per contrario, alla decadenza della tutela. La nostra copertura territoriale, unita alla qualità dei nostri collaboratori, ci consente di sedere a fianco del cliente per comprendere a fondo le sue necessità e per tutelare al meglio i suoi interessi in materia assicurativa”.

Che ruolo riveste oggi il broker nel panorama assicurativo della Svizzera e del Ticino in particolare?

“In questi anni, come tutti i settori, anche quello assicurativo si è andato sempre più specializzando. Ciò ha significato che la negoziazione con le compagnie di assicurazione si è fatta sempre più complessa così come la gestione portafogli. Parallelamente le compagnie assicurative hanno acquistato maggiore importanza e la loro burocrazia è diventata sempre più articolata. Tutto questo ha evidentemente favorito la crescita di strutture come Assurswiss in grado di gestire al meglio queste congiunture e di far valere il proprio peso contrattuale a vantaggio dei clienti”.

Assurswiss compie nel 2012 dieci anni di vita. Con quale bilancio?

“Dieci anni possono essere pochi nella vita professionale di un uomo come di una azienda, ma anche tantissimi se rapportati ai risultati ottenuti. E il nostro bilancio è assolutamente positivo, con tassi di crescita annuali veramente importanti. Con la nostra esperienza, competenza e forza contrattuale, siamo riusciti a convincere la clientela circa la nostra capacità di assumere appieno la responsabilità di assicurare i loro interessi, negoziando al meglio le condizioni con le compagnie di assicurazioni più adatte a garantire la copertura di ogni singola tematica, secondo il concetto di libero mercato. Assurswiss si è assunta anche l’onere di difendere gli interessi della propria clientela in caso di qualsivoglia necessità di risarcimento o di qualsiasi tipologia di intervento presso l’assicuratore. In definitiva, la soddisfazione dei nostri clienti è il nostro miglior biglietto da visita”.

Quali sono i vantaggi che derivano all’assicurato dal rivolgersi ad una struttura come la vostra?

“Assurswiss nasce dalla necessità di dare una risposta concreta a una clientela sempre più attenta, ma impossibilitata a conoscere la vasta quantità di dettagli utili a condurre al meglio un portafoglio assicurativo. Di fatto, ci poniamo come un’azienda partner per i privati e le aziende che vogliono un’adeguata copertura assicurativa, tutelandosi dall’eventualità di ritrovarsi in difficoltà in circostanze già avverse e godendo per contro dei vantaggi usufruibili quando si presentano le opportunità. In altre parole, Assurswiss è in grado di dare ogni risposta alle esigenze di privati, enti pubblici e aziende di ogni settore interessati all’ottimizzazione dei portafogli o delle singole polizze sia in materia di consulenza, sia in materia di gestione”.

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Vita dei Soci

DELOCALIZZARE PER COMPETERE GLOBALMENTE: LA SVIZZERA QUALE SCELTA DI SUPERIORE QUALITÀ

Il perder tempo, a chi più sa più spiace, affermava qualche tempo fa un certo Dante (Alighieri). La crescente globalizzazione dei mercati, l’aumento deciso della competitività transnazionale nonché le difficoltà facilmente riscontrabili nelle economie meno strutturate ed organizzate stanno negli ultimi 2 anni determinando in maniera sostanziale vere e proprie migrazioni e trasferimenti di imprese “capital” piuttosto che “brain intensive” ovvero realtà imprenditoriali che contraddistinguono la propria attività non soltanto per un valida capacità manifatturiera ma soprattutto per eccellenti capacità di innovazione, abilità direttive, superiore bravura nella gestione delle proprie tesorerie aziendali. Imprese schiette e dinamiche, concrete e determinate, opportuniste quanto basta per saper cogliere nel mondo quelle convenienze che lo stesso oggi è loro in grado di offrire. Razionali e logiche al punto da rendersi conto che la capacità di saper fare del buon business è oggi sempre più una questione di apertura mentale in termini di confronto continuo non soltanto con la concorrenza ma anche e soprattutto con i propri fornitori (di beni ovvero di servizi) piuttosto che con i propri clienti. Oggi sempre più internazionali. Se quindi la globalizzazione e la ricerca di nuovi mercati è ormai necessità espressa da più parti a prescindere dal contesto dimensionale imprenditoriale, anche le aperture manifestate dai vari Governi nazionali verso moderni e più controllati nonché equilibrati sistemi confederati economici – come peraltro la stessa Europa un giorno ambirebbe a diventare – stanno determinando una rinnovata attività di operazioni di finanza straordinaria tra imprese appartenenti a stati diversi non necessariamente tra loro confinanti. Fusioni, acquisizioni, cessioni di rami di impresa ormai non sono più un eccezione neanche tra le più piccole realtà. Si sta assistendo ad una vera e propria competizione orientata al generare sempre più valore aggiunto nell’ambito dei rispettivi processi aziendali. Per far fronte e regolare questo crescente dinamismo gli Stati e le amministrazioni finanziarie di tutto il mondo si stanno evidentemente organizzando al fine di preservare e sviluppare a loro volta non soltanto i propri sistemi industriali ma anche i propri sistemi sociali, finanziari e fiscali. La regolazione normativa tra Stati oggi avviene basandosi fondamentalmente sui modelli di accordi definiti internazionalmente dall’ OCSE già nel 2008 piuttosto che, ove esistenti, su eventuali accordi bilaterali. In Europa ad esempio prevale sulla normativa interna nazionale quella sovraordinata della Commissione europea che sempre di più si trova oggi a sentenziare su situazioni di ambiguità dovute proprio alle diverse esigenze dei contendenti. In questo contesto la Svizzera riveste, ormai da decenni, un ruolo decisamente strategico. Grazie alla sua localizzazione mitteleuropea, all’ intrinseca internazionalità cantonale oltre che alla riconosciuta capacità burocratica ed organizzativa, la Confederazione si pone oggi nello scenario mondiale come un importante punto di equilibrio e sintesi. Se in passato la delocalizzazione o il trasferimento imprenditoriale, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese, verso questo Paese era da considerarsi utile soprattutto per ragioni di ottimizzazione fiscale al contrario oggi lo scenario è totalmente mutato. La supremazia mondiale della piazza finanziaria elvetica, la superiore qualità della vita nonché delle condizioni lavorative, la pre-

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cisa organizzazione del sistema sociale ma soprattutto l’apertura regolata e controllata nei confronti di ogni nuova opportunità proveniente dall’estero, hanno contribuito a far sì che questo Paese potesse in breve tempo diventare il naturale porto di destinazione di tutte quelle imprese che oggi, a prescindere dal Paese di provenienza, vogliano delocalizzare quelle attività per cui la Svizzera è riconosciuto indiscutibilmente quale punto di riferimento mondiale, al riparo dalle varie e continue turbolenze di natura economica e finanziaria. Affinché però la delocalizzazione possa avvenire nei termini anzidetti ovvero evitando problematiche di trasfer pricing (ovvero di trasferimento presunto elusivo di valore economico tra società controllate) piuttosto che di cosiddetta “esterovestizione” è necessario e doveroso per l’imprenditore rispettare alcuni, precisi requisiti. Dal punto di vista formale l’Italia, attraverso il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (cd TUIR) nel suo art. 73 ha stabilito che per non sussistere il presupposto della esterovestizione (disciplina introdotta in Italia attraverso il decreto Bersani, Decreto legge n°223 del 2006) la sede legale della società non debba trovarsi nel territorio dello Stato. Nello specifico si invita a prendere visione dell’art. 35 co. 13 del suddetto decreto che introduce una precisa condotta antielusiva volta a contrastare l’utilizzo fittizio di società esterovestite. Contestualmente a ciò, da un punto di vista sostanziale è necessario altresì che sia la sede amministrativa nonché l’oggetto principale dell’attività svolta siano effettivamente localizzati all’estero ovvero nel Paese di destinazione. Come già anticipato la normativa convenzionale ovvero il modello di Convenzione OCSE redatto nel 2008, necessario ed opportuno riferimento in materia, interviene nelle dispute tra Stati laddove gli stessi non abbiano previsto delle norme specifiche e condivise attraverso dei trattati riferiti alla localizzazione fiscale dell’impresa trasferita. In questo caso la stessa si considererà residente, ai sensi dell’art.4, nel territorio di quello Stato in cui viene di fatto esercitata l’attività amministrativa superando di fatto la problematica legata allo svolgersi dell’oggetto dell’attività. Opportuno sarà anche la residenza degli amministratori in questione che dovrà essere prevalentemente appartenente al Paese di destinazione. È da tenere ben presente che nel caso della Svizzera il criterio della prova da sostenersi per dimostrare l’effettività della nuova residenza fiscale dell’impresa risulta essere invertito ricadendo di fatto sul “presunto” contribuente italiano rispetto alla presunzione, relativa, di esterovestizione.


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Vita dei Soci di Paolo Lamberti, Responsabile Regione Ticino

Pagare le fatture con un clic del mouse: basta un clic e il pagamento è eseguito La fattura elettronica è sempre più apprezzata Già oggi in Svizzera più del 10% delle fatture viene inviato e pagato elettronicamente. Il grande vantaggio: con l’e-fattura è possibile inviare e ricevere fatture in forma completamente elettronica, in maniera conforme all’IVA e indipendente dal ramo. Bastano pochi clic per saldare la fattura in scadenza: con l’e-fattura i pagamenti possono essere effettuati in pochi minuti. Non è più necessario stampare, inviare ed eseguire l’archiviazione fisica dei documenti. Ciò non significa solo un risparmio di tempo, ma anche una riduzione al minimo delle fonti di errore. Nel caso delle fatture fisiche, il numero di riferimento e la relazione di pagamento devono essere inseriti manualmente, mentre con le fatture elettroniche, a seconda del workflow, è richiesto solo il controllo dell’importo e la conferma del pagamento. Per i privati così come per le aziende, la fattura elettronica semplifica le attività quotidiane, grazie all’automazione dei processi, riducendo al contempo il consumo di carta.

Sempre più aziende scelgono la e-fattura

A causa della crescente pressione della concorrenza, soprattutto le grandi aziende cercano di ridurre i costi delle operazioni amministrative. In particolare nell’elaborazione delle fatture in ingresso vi è un grosso potenziale di risparmio, dato che le aziende svizzere ricevono ogni anno circa 300 milioni di fatture. L’e-fattura riduce i costi della gestione creditori e grazie alla diminuzione dei tempi di trattamento velocizza il processo, garantendo l’assoluta sicurezza. Le fatture elettroniche sono vantaggiose anche per l’emittente. Non solo per la più alta qualità dei dati nelle procedure di pagamento, ma anche perché i clienti saldano più rapidamente le e-fatture e per esperienza si riduce la necessità di solleciti. Inoltre, il tasso di recapito è più elevato, vista l’irrilevanza di un eventuale cambio d’indirizzo. Anche l’invio è semplificato, poiché i clienti possono essere raggiunti mediante la stessa interfaccia. Normalmente l’invio elettronico avviene tramite sistema ERP o un tool di registrazione online. La procedura per i pagamenti in entrata rimane invariata.

I destinatari di fatture possono automatizzare i processi di gestione dei creditori

Le e-fatture sono particolarmente interessanti per i destinatari di fatture, che possono automatizzare completamente l’intero processo creditori, in base al software finanziario utilizzato. Tutti i dati contenuti nelle fatture sono disponibili nel proprio sistema e possono essere utilizzati per altri processi, quali controllo, vistatura, contabilità, gestione magazzino, pagamenti o archiviazione. Le fatture con firma digitale sono inoltre conformi all’imposta sul valore aggiunto. Le fatture non dovranno più essere registrate manualmente, con conseguente aumento della qualità dei dati. Il pagamento viene eseguito secondo le usuali modalità e sono normalmente possibili anche detrazioni di sconti e pagamenti rateali. Non essendo associate direttamente al pagamento, è possibile utilizzare relazioni di conto esistenti, senza necessità di adeguare i processi o l’incasso.

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E-fattura: sicura, semplice e conveniente

PostFinance offre ai destinatari e agli emittenti di fatture, siano essi privati o aziende, il proprio supporto nell’adozione della fattura elettronica. Gruppo target

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Costi

E-fattura per destinatari di fatture (clienti commerciali)

Ciascuna voce in fattura può essere assegnata a conti o centri di costo selezionati.

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E-fattura per destinatari di fatture (clienti privati)

I dati delle fatture sono disponibili direttamente nel sistema di e-banking.

Gratuito

E-fattura per emittenti di fatture (clienti commerciali)

Riduzione dei costi per l’emissione delle fatture. Le fatture generalmente vengono saldate più rapidamente.

CHF –.60 a fattura (tariffe più convenienti a partire da 1000 fatture al mese)

E-fattura per emittenti di fatture (clienti privati)

Le e-fatture sono recapitate velocemente al cliente e vengono saldate più in fretta.

CHF –.60 a fattura (tariffe più convenienti a partire da 1000 fatture al mese)

Ulteriori informazioni: www.postfinance.ch/e-rechnung.

L’e-fattura in cinque passi

1. I destinatari di fatture comunicano agli emittenti che desi-

derano ricevere in futuro le loro fatture in forma elettronica. 2. Gli emittenti di fatture trasmettono a PostFinance i dati di fatturazione in modalità elettronica. 3. PostFinance prepara i dati e li mette a disposizione dei destinatari di fatture. 4. I clienti commerciali importano i dati strutturati in un software che provvede a controllare, vistare e saldare le fatture, oppure ricevono le e-fatture in e-finance. 5. Gli emittenti di fatture continuano a ricevere i dati degli accrediti come di consueto. PostFinance, Regione Ticino Consulenza e vendita clientela commerciale


Vita dei Soci Comunicato stampa

Riabilitazione in tutta sicurezza Tyco Fire & Integrated Solutions SA protegge la Clinica Hildebrand centro di riabilitazione Brissago con una tecnologia di comunicazione e d’incendio ampiamente collaudata

Servizio ospedaliero di prima classe, la Clinica Hildebrand Centro di riabilitazione a Brissago è annoverata tra i centri di competenza leader nel settore della riabilitazione in Svizzera. Un’infrastruttura molto moderna e ben attrezzata supporta l’applicazione di metodi di terapia universalmente riconosciuti, valorizzando la famosa clinica in Ticino. Specializzato nei settori della riabilitazione neurologica e muscolo scheletrica, il centro offre un trattamento interdisciplinare mirato al recupero di tutte le funzioni corporee e al reinserimento dal punto di vista sociale e professionale. Le visite mediche quotidiane, le terapie adottate e l’ampia consulenza offerta 24 ore al giorno da un team competente ed esperto, specializzato in riabilitazione, permettono al centro di raggiungere un elevato

standard di prestazioni. La Clinica Hildebrand però non mira a standard elevati solo dal punto di vista medico, della cura e della terapia, bensì anche in tema di sicurezza. Dietro le quinte Tyco Fire & Integrated Solutions SA, uno dei fornitori leader di soluzioni per la sicurezza integrate, supporta il funzionamento della clinica con tecnologie di comunicazione e d’incendio di comprovata qualità.

Sapere cosa desidera il cliente

“Già nella fase di preparazione, per noi è stato importante realizzare insieme al nostro cliente un’analisi dell’esigenza individuale in termini di sicurezza e relativamente alla situazione della cura. Sulla base dei risultati abbiamo poi creato una soluzione di sicu-

Obiettivo sicurezza Maggiori informazioni in Internet: www.tyco.ch o alla filiale di Manno.

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Vita dei Soci Comunicato stampa

rezza e comunicazione su misura”, spiega Paolo Colin, Direttore della filiale Tyco di Manno. Un modo di procedere orientato al cliente che ben si adatta ai valori fondamentali della Clinica. Inoltre, il team Tyco può beneficiare non solo di un’esperienza pluriennale e di un know how nel settore della sanità, bensì anche della sua ampia gamma di prodotti. Oggi la clinica è protetta da un moderno impianto antincendio di tipo ZETTLER® Expert MX4000. Al sistema sono collegati circa 500 segnalatori antincendio e 50 pulsanti d’allarme manuale per il rilevamento anticipato di focolai in zone precedentemente definite della clinica di riabilitazione. Il sistema scalabile e quindi all’avanguardia, è composto da una centrale intelligente la quale, grazie a interfacce seriali, può essere collegata in rete senza problemi con altre centrali, con sistemi di livello superiore e con una manutenzione a distanza. I dati di misurazione dei segnalatori sono analizzati e elaborati centralmente, così facendo le anomalie sono filtrate permettendo ai segnalatori ZETTLER® di lavorare praticamente senza falsi allarmi. Comunque, in caso di reale incendio, i segnalatori attivano l’allarme nel giro di pochissimi secondi informando così la centrale dei vigili del fuoco collegata. L’impianto rilevazione incendio è interfacciato tramite un server d’allarme all’impianto di comunicazione ZETTLER® Medicall® 800. Tramite questa piattaforma, il personale di cura riceve le chiamate di servizio, quelle dei pazienti e anche le comunicazioni di allarme in caso d’incendio. La comunicazione dei pazienti e del personale di cura avviene tramite una rete di sicurezza LON® secondo DIN VDE 0834. Le chiamate dei pazienti

vengono così elaborate in maniera affidabile ed efficiente in quanto il personale mantiene una visione globale dei bisogni di cura e delle necessità dei pazienti. In questo modo viene garantita un’organizzazione delle cure flessibile e di qualità. Tutto ciò fa risparmiare tempo e spostamenti, limitando così il carico di lavoro quotidiano della prestigiosa clinica di riabilitazione sul Lago Maggiore.

Tyco Fire & Integrated Solutions SA

Tyco Fire & Integrated Solutions con sede centrale a Näfels, è un’azienda del gruppo Tyco International Ltd. operante a livello mondiale della sicurezza ed offre soluzioni e sistemi per i settori dei sistemi antincendio e antieffrazione, dei sistemi estinguenti, del monitoraggio video, dei sistemi di segnalazione luminosa e comunicazione, dell’illuminazione di sicurezza/segnalazione delle vie di fuga, dei controlli degli accessi, dei sistemi di chiusura porte per alberghi, dei sistemi di evacuazione e sonorizzazione, dei sistemi di allarme e dei sistemi pilota di sicurezza, fino ai sistemi antitaccheggio. Lo spettro delle prestazioni è correlato da un’assistenza minuziosa – dalla consulenza, alla pianificazione, alla scelta dei componenti tecnici fino ad una manutenzione permanente degli impianti. L’azienda conta oltre 350 dipendenti e in Svizzera dispone di una fitta rete di filiali e uffici di distribuzione. Tyco Fire & Integrated Solutions SA Galleria 3, 6928 Manno Tel. +41 58 445 47 00 Fax +41 58 445 47 01

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Tariffe notevolmente ridotte con VoipTel Agnese Franchetti presenta le ultime novità offerte da VoipTel International SA di Paradiso che nel corso del 2011 ha incrementato notevolmente il suo fatturato e la sua penetrazione nell’ambito delle aziende che in Svizzera e in Ticino già utilizzano queste innovative tecnologie

VoipTel International ha chiuso il 2011 in forte crescita. Con quali novità vi presentate sul mercato in apertura di questo nuovo anno?

“Sicuramente il 2011 è stato un anno positivo in quanto è cresciuto ancora il numero delle aziende che hanno scelto di passare a VoipTel International per le proprie chiamate interne e per le comunicazioni all’esterno dell’azienda, soprattutto con corrispondenti sparsi in tutto il mondo. Ed ora ci presentiamo ancora più forti ed agguerriti grazie al completamento della gamma di prodotti e servizi che possiamo offrire e ai rapporti di partnership che abbiamo consolidato per esempio con Green, quarto operatore internet della Svizzera”.

navigando senza limiti di tempo e di trasferimento dati e favorisce la comunicazione più efficace per l’azienda”.

Ci sono novità anche per quanto riguarda la gestione del fax e delle e-mail...

“Infatti; con Fax to mail-VoipTel è ora possibile ricevere fax via e-mail, eliminando i costi di stampa e facilitando la creazione di un archivio digitale. Tra gli altri vantaggi sono da segnalare la ricezione fax sulla propria e-mail e dunque la gestione dei fax anche in mobilità, la possibilità di mantenere il numero di fax esistente tramite portabilità e l’assistenza telefonica VoipTel per ogni eventuale problema”.

Fra i vostri prodotti proponete anche il Router FritzVoipTel; di cosa si tratta?

Possiamo vedere più nello specifico le caratteristiche della vostra offerta?

“Siamo ormai in grado di consigliare e realizzare per ogni azienda la soluzione di connessione più adatta per ogni specifica esigenza. I vantaggi più evidenti sono una vasta scelta di prodotti, l’affidabilità di connessione, costi competitivi e una procedura amministrativa gestita direttamente da VoipTel. In particolare, Call&Internet-VoipTel consente l’accesso ad internet ad alta velocità e ai servizi di telefonia fissa annullando i canoni mensili dell’operatore tradizionale. Internet-VoipTel permette di accedere ad internet disponendo della larghezza di banda necessaria,

“Fritz-VoipTel è la soluzione di collegamento di rete ad alta velocità a banda larga, senza fili, e telefonia internet. Il pacchetto FRITZ!Box consente di assumere il controllo completo della connessione a Internet. Si tratta di un apparato da installare presso impianti telefonici con telefoni o centralini esistenti senza nessun tipo di modifica all’impianto esistente. Fritz-VoipTel permette di commutare le tradizionali telefonate effettuate dai tradizionali apparecchi in telefonate VoIP senza dover modificare le proprie abitudini. In caso di guasto della linea internet le proprie comunicazioni continueranno a funzionare. Infine, vorrei segnalare il servizio che offriamo di Web Hosting-VoipTel che permette alle aziende di rendere accessibile il proprio sito internet 24 ore su 24 e di creare le proprie caselle di posta elettronica”. Per informazioni: VoipTel International Viale G. Cattori 5 6900 Paradiso Tel. +41 91 911 66 01 info@swissvoiptel.ch www.swissvoiptel.ch

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Vita dei Soci

IMPRENDITORI, SIAMO NEL 2012! Strutturare un sito web con successo non è un gioco da ragazzi - non rispettare alcuni passi fondamentali significa dare un vantaggio alla concorrenza

1. Essere a conoscenza di quello che un utente potrebbe cercare Un sito web strutturato seconda una logica e distribuzione ottimale dei contenuti, porta più clienti Per differenziarsi dalla concorrenza è importante strutturare un sito web con il giusto mix tra web design (parte emozionale) e web marketing (parte commerciale). Bisogna analizzare il mercato e individuare: cosa si aspetta un visitatore sul vostro sito; quali informazioni cerca? Cosa lo convince a restare? Il passo successivo è convertire il visitatore in cliente

2. Dare Fiducia Un sito web professionale deve trasmettere fiducia. Solo i visitatori che trovano fiducia diventano vostri clienti

Screenshot Google Analytics

Pochi secondi di navigazione sono spesso decisivi. I fattori per dare fiducia, non sono soltanto il webdesign, ma possono essere anche piccoli dettagli: i tempi di caricamento, il vostro logo, le immagini, il telefono in vista, l’usabilità del sito, le news, ecc..

3. Fornire argomenti validi I visitatori che atterrano sul vostro sito web si aspettano informazioni utili Un sito web professionale dovrebbe fornire risposte alle domande, informazioni utili ed aggiornate, Foto / Video e Downloads. Diversi tipi di formulari e contenuti persuasivi per incentivare i visitatori ad entrare in contatto con voi

4. Vendere Un successo a lungo termine, richiede l’ottimizzazione continua. Risultato: aumento della notorietà del sito Per fare in modo che il suo sito web porti risultati di continuo è necessario ottimizzarlo ed aggiornarlo costantemente. Le attività necessarie sono: indicizzazione nei motori di ricerca (SEO), social media (Facebook, Youtube, ecc.), web marketing (newsletter, banner, ecc.) e infine analisi dei risultati (Google Analytics)

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Vita dei Soci di Lorenza Bernasconi, Marketing Manager di Gruppo Sicurezza

Castle e Sicurezza tra le Righe Riassunto della puntata precedente: Mr. Pill è disperato perché la sua nuova formula non ancora brevettata è misteriosamente scomparsa dal suo ufficio. Nonostante i sofisticati sistemi di sicurezza attivi installati presso la sua industria farmaceutica il suo Security Manager, J. Bomb, non riesce a trovare nessun indizio utile. Il mistero rimane ancora nel buio più assoluto Lorenza Bernasconi

Il 15 dicembre, a 24 ore dalla scomparsa della formula, Mr.Pill continuava a chiedersi come fosse possibile che quel preziosissimo pezzo di carta fosse scomparso nel nulla. Cercò di ripercorrere ogni minuto della giornata precedente per individuare qualche traccia, chi aveva incontrato, cosa aveva fatto, quale percorso aveva seguito all’interno dello stabilimento. Chiese nuovamente a J. Bomb di verificare dalle immagini della videosorveglianza interna tutti gli spostamenti da e per il suo ufficio. J.B., tramite i dati forniti in automatico dal software di gestione immagini, evidenziò tutti i movimenti avvenuti all’interno dell’ufficio del Presidente. Vide Mr.Pill entrare e uscire svariate volte nell’arco della giornata e, da una ricerca più approfondita, il software scansionò tutte le persone per identificare la presenza del foglio formato B5 corrispondente alla formula. Ne risultò un elenco vuoto; nessun individuo, presente quel giorno nel suo ufficio, era in possesso di un foglio con le caratteristiche equivalenti a quelle inserite nel supervisore di videosorveglianza. Eppure la formula non poteva essere svanita senza lasciare traccia. Analizzò tutte le immagini delle precedenti 12 ore, forse avrebbe visto qualche elemento inconsueto. Identificò la presenza dell’assistente di Mr. Pill con la solita posta del mattino, l’arrivo del postino e la consegna dei pacchi natalizi che cominciavano ad invadere l’ufficio del Presidente. Mr. Pill riceveva molti doni essendo un professionista apprezzato e stimato. Nel tardo pomeriggio un corriere recapitò a Mr. Pill una cassa recante la dicitura fragile; conteneva una statuetta in legno di origine africana. L’azienda farmaceutica è impegnata da decenni nella promozione della salute in uno stato in via di sviluppo dell’Africa Nera. Questa attività di beneficenza ha permesso, in quella regione ancora così primitiva e non colonizzata, di costruire un dispensario e un piccolo ospedale per le prime cure d’urgenza. In Africa Mr. Pill è un riconosciuto benefattore, stimato e rispettato; molte volte nel corso dell’anno visita quella regione portando con sé, e consegnando direttamente al dispensario, i medicinali indispensabili alla sopravvivenza quali antibiotici, vaccini, antistaminici…. In segno di gratitudine la popolazione indigena manda in dono ogni anno una scultura simboleggiante la generosità e la dedizione dimostrata da Mr. Pill e dall’azienda che egli guida con così tanto entusiasmo e successo. Mr. Pill si è talmente appassionato a questo continente e alla sua magia così profonda, che ha cominciato a seguire diversi seminari all’università locale di etnologia e antropologia, imparando a riconoscere i simboli dell’espressione artistica ed evidenziando una profonda conoscenza degli usi e dei costumi di quella regione. L’ufficio di Mr. Pill testimonia in modo evidente questa passione, caratterizzato com’è dal grande spazio espositivo destinato ad accogliere le sculture e le opere antiche provenienti dal continente Africano. La sua collezione privata è diventata un tassello importante della sua vita; gli permette di manifestare al meglio le energie positive che lui riceve quotidianamente dalla presenza di questi simboli. È solito raccontare che la sua collezione è fonte di grande ispirazione e gli consente di affrontare le sue dure e lunghe giornate. Mr. Pill uscì dall’ufficio e decise di fare una passeggiata nel parco cittadino. Aveva bisogno di distrarsi e relativizzare il suo problema che stava assumendo dimensioni incontrollabili. Rimase fuori per pranzo

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e si sedette sulla terrazza del Museo delle Culture. Era un edificio di recente costruzione e, considerata la sua grande passione per l’arte africana, era stato uno dei fondatori nonché direttore del consiglio scientifico. In veste di benefattore aveva donato alcune maschere congolesi e ogni anno partecipava alla cena di beneficenza che si svolgeva prima di Natale, destinata alla raccolta di fondi per l’acquisto di nuove opere. Mentre si accingeva a ordinare il pranzo, un suo caro amico, Mr. Lewis antropologo di fama internazionale, si avvicinò al tavolo per salutarlo. Mr. Pill lo invitò a tenergli compagnia e passarono alcune ore conversando di arte Africana, tema che coinvolgeva entrambi in modo assoluto. Mr. Pill raccontò a Mr. Lewis del furto che aveva subito e lui lo ascoltò con grande interesse. Alla fine del racconto, Mr. Lewis chiese: “il furto della formula è avvenuto prima o dopo l’arrivo della statua africana?”. Mr. Pill non seppe rispondere, ma inoltrò una e-mail direttamente a J.Bomb. Tramite il suo codice J.B. si connesse via internet al server dedicato allo storico immagini, inserì nel motore di ricerca le seguenti parole: box, statua, dimensioni 100 centimetri. In pochi secondi apparvero le immagini del corriere che stava entrando nell’ufficio di Mr. Pill accompagnato dalla sua assistente: erano le 15.23 del 13 dicembre. Dunque la statua era giunta prima della scomparsa della formula! Mr. Pill riportò a Mr. Lewis quanto comunicato dal suo Security Manager e incuriosito gli chiese quale fosse la relazione tra i due fatti. L’antropologo descrisse con grande entusiasmo uno studio intrapreso 5 anni orsono, nel quale si evidenziavano correlazioni dirette tra il simbolo della scultura e lo spazio circostante. Mr. Pill non riusciva a comprendere come lo studio antropologico, o meglio l’analisi di credenze ancestrali, avesse un nesso diretto con una formula chimica. Mr. Lewis cominciò a descrivere come la sua esperienza e la sua visione del mondo si fossero modificate da quando si era addentrato nella tematica del simbolismo delle sculture primitive. Inizialmente Mr. Lewis, cattedrato di fama trentennale in Antropologia Sociale e Culturale, aveva cercato di sfidare queste energie, facendo prevalere la razionalità e la valenza che ogni studio deve avere per essere accettato dal mondo scientifico. Si rese conto, inizialmente con molto scetticismo, di come la simbologia di una determinata espressione artistica e la sua interpretazione profonda, vada a creare delle dinamiche certamente non legittimate dal mondo scientifico. A un certo punto della sua ricerca non riusciva più ad avanzare, ancorandosi ai concetti scientifici; decise di dimenticare la sua ipotesi iniziale, ma a seguito di una frase letta da un suo studente, decise di manifestare un approccio più descrittivo lasciandosi pervadere dal significato del messaggio. Percorrendo un viaggio simbolico, venne catapultato in una consapevolezza decisamente diversa e nuova rispetto alla sua razionalità. Mr. Pill, trasportato dal suo racconto, venne improvvisamente preso da una vertigine e si accasciò sul tavolo. Quando fece per rialzarsi, gli apparve una sequenza di numeri e poi, …sopravvenne il buio. Rieccoci, ma la storia non finisce qua. Sul numero di Ticino Business del prossimo mese, J. Bomb svelerà sicuramente nuovi indizi e nuovi particolari.


Vita dei Soci

Cambio ai vertici di ATIS Fabio Maciocci succede a Maurizio Ponti ai vertici di ATIS Associazione ticinese imprese di spedizione e di logistica

ATIS

Associazione ticinese imprese di spedizione e di logistica

Il 14 marzo scorso si è tenuta la 63esima Assemblea generale ordinaria dell’ATIS - Associazione ticinese imprese di spedizione e di logistica. Nell’introduzione ai lavori assembleari è stato evidenziato che il settore della spedizione e della logistica continua ad essere molto importante per il nostro Cantone e segnatamente per Chiasso.

Stretta di mano tra Presidenti: Maurizio Ponti, a sin., cede il testimone a Fabio Maciocci

Il momento economico-finanziario è difficile per tutti i settori operativi e anche gli spedizionieri e chi si occupa di logistica ne hanno subito le conseguenze. La forza del franco svizzero per rapporto all’euro (passato in poco tempo da 1.60 a 1.20), l’erosione continua dei margini di guadagno, il perdurare di onerosi adempimenti, per la clientela italiana, legate alla permanenza della Svizzera nella “Black List” per lo stato Italiano, hanno lasciato tracce nei bilanci aziendali. Queste difficoltà hanno richiesto alle Case di spedizione continui adattamenti nelle modalità lavorative, determinando interessanti evoluzioni del settore in nicchie specialistiche. All’ordine del giorno vi era poi il rinnovo delle cariche sociali per il periodo 2012-2014.

Maurizio Ponti, Presidente di ATIS da 9 anni, ha lasciato la funzione esercitata con grande capacità e impegno e l’Assemblea ha eletto FABIO MACIOCCI (Carugati SA) quale nuovo Presidente e ALESSIA GOLD (Fox-GlobSped Logistic SA) quale Vicepresidente. Sono inoltre stati eletti i seguenti membri di Comitato: Pietro Casagrande (Prima SA), Christian Franchini (Ono-

Alessia Gold, nuova Vice Presidente ATIS con Fabio Maciocci, nuovo Presidente ATIS

rato Franchini SA), Daniele Godenzi (Rhenus Gottardo Ruffoni SA), Giancarlo Olivieri (Piffaretti & Olivieri SA), Maurizio Ponti (Ferruccio Ponti Sagl), Paola Roncoroni (Ansali SA), Cyrill Rugel (Agility Logistics SA), Nicola Toppi (ALA Trasporti SA) e Vittorio Trivellin (Progress Trasporti SA). ATIS - Associazione ticinese imprese di spedizione e di logistica Segretariato Via Santo Stefano 33 Casella postale 33 6832 Pedrinate Tel./Fax +41 91 683 76 09 www.atis-logistica.ch

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Con decorrenza al 1° marzo 2012, il Consiglio federale ha conferito obbligatorietà generale al fondo per la formazione professionale del ramo fiduciario e fiduciarioimmobiliare. Questo lo rende il primo ramo commerciale che disponga di un fondo per la formazione professionale con obbligatorietà generale. Lo scopo è quello di offrire una formazione mirata alle nuove leve.

D’ora in poi tutte le aziende del ramo fiduciario e fiduciario-immobiliare sono tenute a offrire un moderato contributo a una formazione qualitativamente elevata per le persone in formazione. Finora i costi spettavano soltanto alle aziende formatrici e alle associazioni di categoria. «In questo modo il finanziamento viene ripartito in modo equo tra tutte le aziende», sottolinea Frances Höhne, amministratrice del fondo. «In fin dei conti, infatti, tutte le aziende fiduciarie e fiduciarie-immobiliari beneficiano della buona formazione delle nuove leve.»

Paese. Infine, c’è anche la possibilità di offrire una consulenza di esperti alle aziende di tirocinio e ai formatori. Il fondo è stato realizzato su iniziativa dell’Organizzazione per la formazione commerciale fiduciario/immobiliare (OFCF) e in collaborazione con le associazioni SVIT Svizzera, FIDUCIARI|SUISSE, Camera fiduciaria e Union suisse des professionnels de l’immobilier (USPI). È soggetto alla vigilanza dell’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT). Tutte le aziende interessate riceveranno una lettera nel corso dei prossimi mesi.

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