Copertina: Barbara Gianini - TBS, Tipografia La Buona Stampa sa - Pregassona (Lugano)
nr. 8 / Ott. 2010
Sommario
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Ottobre 2010 Strong opinion Editoriale Contromano Il Tema Il Tema Il Tema Ospite Ospite Biblioteca liberale Diritto
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Attualità Attualità Attualità Eventi Eventi Eventi Eventi Eventi Eventi Eventi Formazione Osec Commercio estero Commercio estero Fiere internazionali Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci
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Copertina: Barbara Gianini - TBS, Tipografia La Buona Stampa sa - Pregassona (Lugano)
nr. 8 / Ott. 2010
nr. 8 / Ott. 2010
Momento propizio per riforme strutturali Ci siamo! Meno videosorveglianza e più “wireless” Un secolo d’impegno a favore della nostra economia Michele Rossi, Delegato per le relazioni esterne a Berna e Milano Tra Milano e Berna l’immagine di un nuovo Ticino Puntuale, preciso, costruttivo: così il Ticino tra Berna e Milano Il Ticino gioca un ruolo sempre più decisivo nei rapporti con l’Italia La politica svizzera sulla soglia del mondo Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale di merci: tra notifica dei difetti e prescrizione c’è di mezzo il mare? Scuola dell’obbligo: concentrarsi sull’essenziale «Cara sempre più vecchia Europa» arcobaleno aziendale e formazione: 10 domande alla SUPSI 93esima Assemblea Cc-Ti - il 22.10.2010 Relazioni Svizzera-Europa: la sfida di fronte ad un bivio - il 7.10.2010 Come comportarsi con i clienti insolventi all’estero? - il 18.10.2010 Tunnel del San Gottardo: completamento o isolamento? - il 21.10.2010 Giornata dell’economia ticinese - il 28.10.2010 ASEAN: il futuro della Svizzera? - Intervista con Rolf M. Noll L’esperineza di Trasfor SA Corsi proposti dalla Cc-Ti Commercio estero AELS: le opportunità del libero scambio Le cessioni comunitarie in materia d'IVA e la rappresentanza fiscale I prossimi appuntamenti Istituto di Bellezza Via Nassa ASSIDU SA Hotel Cadro Panoramica Maffeis Network SA Gemana Consulting SA FPCE CHC business solutions SA ABT - Associazione Bancaria Ticinese SMB SA Ticinowine LRC Holding SA Prima SA Transport & Trading IBC Insurance Broking and Consulting Lugano SA
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Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti
Momento propizio per riforme strutturali
La situazione economica venutasi a creare dal 2008 in poi, ha fatto passare in secondo piano alcuni temi strategici importantissimi che stanno alla base di corretta politica economica. L’emergenza ha infatti distolto l’attenzione dal modo delle riforme strutturali in matteria di politica finanziaria. Riforme che, a nostro parere, servirebbero a dinamizzare la crescita e a ridurre il debito pubblico. Il peggio sembra passato, si vede la luce infondo al tunnel, sempre che questa luce non sia quella della locomotiva che ci sta investendo, per cui pare un buon momento per affrontare il tema dei compiti dello Stato con lo scopo di dare alla sfera pubblica ciò che è di sua competenza e alla società civile ciò che le dovrebbe appartenere. Prima della crisi di questi argomenti si è discusso, dibattuto a lungo senza peraltro approdare a nulla. Ma non fu il crollo di Lehman Brothers a frenare l’entusiasmo, bensì la paura dell’inevitabile cambiamento che avrebbe fatto seguito alle conclusioni. Cambiare è difficile soprattutto quando tutti preferiscono lo status quo. Quella del rimandare alle calende greche certe decisioni indigeste è un metodo antico quando é pensiero logico un uso nel mondo intero. Funziona sempre. Ross Perot, focoso imprenditore texano, più volte candidato alla presidenza degli USA, negli anni ‘80 era azionista di riferimento della GM (General Motors) e influente membro del suo CdA. Dopo pochi anni a sorpresa dimissionò, rilasciando un’intervista a “Fortune” che fece scalpore. Tra le affermazioni più significative, ne ricordo una in particolare che contribuisce a chiarire i malesseri del gigante americano. “Vede” spiegava al giornalista che lo intervistava “in Texas, quando vedi un serpente gli spari. Alla GM, quando vedi un serpente, innanzitutto convochi un consulente in serpenti”. Com’è finita la GM lo sappiamo. Per cambiare stile ci sono voluti 20 anni di cattiva gestione e una cascata di miliardi che il Presidente Obama ha speso in nome e per conto del contribuente americano. Ma la mentalità, la cultura, l’atteggiamento illustrati dall’esempio del serpente sono vivi e vegeti tuttora anche nel nostro amato Cantone. Di consulente in consulente, di commissione in commissione, di riunione in riunione il problema scompare, o così sembra. Perché la realtà prima o poi si ripresenta con il conto. La questione dei compiti dello Stato non è una fantasia della Cc-Ti. Non è un’invenzione dei liberisti che vogliono
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avercela vinta sugli statalisti, ormai sono categorie superate dalla storia, anche quella recente che ci ha insegnato come le ideologie siano inutili quando manca l’ossigeno, conta il fare ,l’agire, l’intervenire subito con determinazione per andarsene quando l’emergenza è passata. Quali compiti competano a Stato e quali alla Società civile è un discorso fondamentale per una democrazia che si definisce liberale. Negli anni il parlamento, operando in buona fede, ha deliberato troppe leggi normative e regole che affibbiano incombenze e responsabilità troppo grandi all’esecutivo. Più responsabilità vuol dire più burocrazia, più pubblica amministrazione, più politica, più interessi organizzati, più spartizione di poltrone, più interessi organizzati e più corporazioni, lecite e non. Dal profilo economico ciò significa maggiori costi; imprimendo alla uscita un ritmo di crescita che le entrate non riescono a sostenere si crea il debito. L’indebitamento accumulato è in buona parte strutturale, dovuto cioè ai compiti che lo Stato svolge con la sua struttura. Mi pare ovvio che per arrestare l’emorragia, su questa bisogna agire e quindi non si può prescindere da una riduzione dei compiti della sfera pubblica. Il debito strutturale (non quello usato per investimenti produttivi, incentivi alle imprese e al consumo) è invasivo, sottrae mezzi dell’economia privata ma soprattutto frena la crescita. Della generale apatia, che avvolge questa problematica, politicamente sono tutti responsabili, partito liberale radicale compreso che da anni è impantanato in una feroce battaglia fra fazioni opposte che lo ha fortemente indebolito soffocando quell’elemento che dà forza, slancio e futuro a tutte le formazioni politiche, ovvero il rinnovamento. A breve partirà la campagna elettorale per il rinnovo dei poteri politici. Tre Consiglieri di Stato lasciano. A loro vanno i nostri migliori auguri di trovare nel proseguo della carriera, quella serenità che a volte è mancata negli anni della loro gestione e un corroborante contro il logorio che colpisce anche chi il potere ce l’ha e lo deve gestire. Per chi resta e per i nuovi eletti in Parlamento e in Governo si presenta l’occasione propizia per mettere in agenda la madre di tutte le questioni, la revisione dei compiti: da essa dipende il futuro del Paese, per ciò che comporterebbe una riduzione delle dimensioni di uno Stato troppo grande per una Repubblica di soli 320’000 abitanti. Parole inutili? Possibile. Ma averlo detto mi fa star meglio.
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Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti
Ci siamo!
Questo mese Ticino Business è doverosamente dedicato all’importante risultato conseguito dalla Cc-Ti con la creazione della figura di un delegato alle relazioni esterne per le associazioni economiche. Nello spazio di qualche mese, grazie alla preziosa collaborazione e al sostegno dell’Associazione bancaria ticinese (ABT), dell’Associazione industrie ticinesi (AITI), della Camera ticinese dell’economia fondiaria (CATEF) e della Società svizzera degli impresari costruttori - Sezione Ticino (SSIC-TI), siamo riusciti a condurre un porto un’operazione alla quale pochi credevano e addirittura vista con un certo sospetto. All’Assemblea della Cc-Ti dello scorso anno annunciai che il mondo economico ticinese stava vagliando la possibilità di rafforzare in modo indipendente la sua presenza lobbistica a Berna e in Italia, ma non molti raccolsero il messaggio. Solo a gennaio di quest’anno, quando comunicai l’intenzione di procedere seriamente ed indipendentemente dalle decisioni dell’autorità cantonale, il tema cominciò ad essere sentito, più però in un’ottica polemica di una presunta competizione fra pubblico e privato che per reale interesse sul tema. In questi mesi di duro lavoro per definire priorità, modi d’azione, margini di manovra e la figura adatta a rafforzare la nostra rete di contatti al di fuori dei confini cantonali, non sono mancate ironie, manifestazioni di scetticismo, ecc., come se un progetto del genere si inventasse da un giorno all’altro. Noi abbiamo continuato a lavorare imperterriti, incuranti di chi riteneva che avessimo attuato una fuga in avanti per creare confusione e per darci un’effimera visibilità ed abbiamo dato la migliore risposta possibile con il mandato affidato all’Avv. Michele Rossi. Scegliendo in tempi rapidi una figura dal profilo professionale incontestabile, abbiamo dimostrato che, quando la buona volontà accompagna l’unità di intenti, si possono ottenere risultati di qualità, evitando tempi troppo lunghi e sterili polemiche. Tanto che i colleghi delle altre Camere di commercio e dell’industria svizzere hanno manifestato grande interesse per la nostra operazione, affidandomi il mandato di studiarne la possibile applicazione per altre Camere. Questo dimostra che anche il Ticino, quando lavora in modo serio e professionale, può fungere da modello per il resto della Svizzera, al di là della tanto dibattuta assenza di un nostro rappresentante in
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Consiglio federale. Infatti, a livello nazionale, sono molteplici le reti a cui si può fare capo per farsi sentire a Berna, ma questo richiede un’assiduità e una forza propositiva a cui forse non siamo abituati e che sarebbe buona cosa cercare di sviluppare. Cercheremo quindi di muoverci in questo senso, intersecando le reti di contatti di cui ciascuno degli attori delle associazioni economiche dispone, ai fini dell’ottenimento di risultati concreti e muovendoci senza clamore, perché vi sono già troppi che parlano e fanno poco. Noi siamo abituati a parlare poco e ad agire con concretezza, nell’interesse del Cantone e quindi in modo coordinato con la persona che sarà presto nominata dal Consiglio di Stato per svolgere un compito di tipo istituzionale a Berna. Per quanto riguarda l’Italia, si tratta di una pagina ancora tutta da scrivere e che probabilmente sarà più complicata. Anche qui però sono convinto che, muovendoci con abilità e sfruttando i canali già a nostra disposizione, abbiamo parecchie carte da giocare. La complessità della realtà italiana è innegabile e non possiamo illuderci di ottenere risultati a brevissima scadenza. È un fatto però che finora ci siamo lasciati scoraggiare da tale complessità, invece di cercare qualche contromisura. Il mercato italiano e quello lombardo in particolare sono grandi ed interessanti e non vogliamo lasciare nulla di intentato per cercare di dare una mano alle nostre aziende che tentano l’avventura. In sostanza, con la nostra iniziativa concernente Berna e l’Italia, abbiamo voluto dare un segnale di apertura verso l’esterno. Non però un’apertura di cui beneficiano gli altri, ma a favore degli interessi dell’economia ticinese in generale e delle nostre aziende in particolare. Non mi sembra cosa da poco. Il “Ci siamo!” del titolo di copertina ha pertanto una doppia valenza. Da una parte sottolinea che finalmente siamo giunti ad un risultato concreto, base di partenza per costruire qualcosa di importante. Dall’altra parte costituisce anche e soprattutto un segnale che sottolinea la nostra presenza laddove è importante esserci. Il lavoro inizia ora, ma la sfida sarà appassionante.
Contromano di Alessio del Grande
Meno videosorveglianza e più “wireless”
Molta videosorveglianza e poco wireless. Nel Ticino dell’innovazione tecnologica, del Cantone accademicamente vocato alle scienze della comunicazione e all’informatica, il sistema wi-fi, ossia l’accesso libero alla grande rete, negli spazi pubblici, nonostante qualche roboante promessa, è quasi inesistente. Non passa mese che qualche Comune, grande o piccolo che sia, non meni vanto, invece, per l’installazione di telecamere che servirebbero a controllare meglio il traffico e a scoraggiare i malintenzionati. La videosorveglianza è di moda. Marca in maniera tecnologicamente sofisticata l’efficienza amministrativa e il buon Governo nel soddisfare il bisogno di sicurezza dei cittadini. E non costa molto. Non importa se le telecamere ci riprenderanno, poi, anche quando parliamo con un’amica o ci fermiamo davanti ad una vetrina, scrutati dall’occhio attento di un poliziotto o di un tecnico comunale. Per contro, i nostri solerti amministratori non pensano per niente al wireless, alla nuova modalità di comunicazione che permette di trasferire, senza cavi e fili, informazioni, foto, video, dati e tante altre cose da un posto qualsiasi, purché sia coperto da un sistema wi-fi. Che consentirebbe di leggere ovunque giornali, libri, documenti o e-mail su un telefonino o un I-pad. In molti altri Paesi, meno avanzati del Ticino, il wireless è ormai un’icona che contrassegna aeroporti, porti, stazioni ferroviarie, piazze, pubbliche vie e persino le spiagge, come ha dimostrato qualche mese la classifica stilata da un grande quotidiano italiano. Per non dire degli alberghi che l’esibiscono come ostentavano una volta l’aria condizionata e il frigo bar in camera. Da noi, invece, è tutto fermo. Siamo rimasti all’età della pietra delle cabine telefoniche che, peraltro, la Swisscom va smantellando e a qualche megaschermo nelle piazze per i mondiali di calcio. Il che la dice la lunga sulla sensibilità delle amministrazioni comunali e del Cantone per le nuove tecnologie della comunicazione, o meglio sulla conoscenza stessa delle opportunità offerte oggi dall’ultima generazione di gadget elettronici. Di tanto in tanto qualche Comune annuncia una qualche iniziativa sul wireless, ma poi finisce tutto nel silenzio. Come è finita nel dimenticatoio una proposta
dei giovani popolari democratici che, con intuizione anticipatrice, chiedevano di promuovere sul territorio cantonale l’uso del wi-fi. Non se n’è sentito più niente. A Lugano, la città dell’Università, della piazza finanziaria e dei commerci, il wireless negli spazi pubblici è pressoché inesistente, a parte la biblioteca universitaria (e ci mancava) e qualcosina sul lungolago. E il resto del centro cittadino? Macché. E le biblioteche cantonali degli altri Comuni? Ma quando mai. Hanno di sicuro le telecamere per evitare che qualcuno rubi i libri (magari ci fosse gente che ruba i libri), ma non il wi-fi. Ma dove è finito il decantato Cantone delle autostrade elettroniche? Deprimente constatare tanto disinteresse verso risorse e mezzi tecnologici che stanno contrassegnando il futuro, senza cui ci sarà soltanto marginalità e declino. Oggi i telefonini di ultima generazione, l’I-pad, gli altri tablet multimediali e i mini computer non sono soltanto mezzi per “cazzeggiare”, ma strumenti di lavoro con cui si ricevono o si scambiano informazioni, ossia la materia prima della cosiddetta knowledge society. Che si usano, perciò, anche fuori dell’ufficio e dalla scuola, per strada, al ristorante o seduti ai tavolini di un caffè in piazza. Strumenti sempre più usati in una società in cui l’attività professionale non è più confinata in spazi predefiniti e in cui non si distingue, almeno per tante attività, tra tempo di lavoro e tempo libero. Mezzi, dunque, indispensabili del vivere e del lavorare quotidiano. In poche parole i sistemi wireless sono nel 2010 quello che erano ieri la luce elettrica, la rete telefonica o i trasmettitori tv. Investire sul wi-fi significa investire sul futuro, anche a costo di qualche telecamera in meno. Una verità tanto semplice e lampante ma che, a quanto pare, i nostri politici non hanno ancora intuito. Spendere per dotare della copertura wireless centri urbani, spazi pubblici di uso collettivo, scuole o biblioteche, non è un costo ma un investimento. Con un ritorno economico che, forse, è ancora difficile quantificare, ma che certamente ci sarà. Grazie all’accrescimento di un’intelligenza sociale che sta diventando sempre più digitalizzata, cambiando radicalmente modalità, tempi e linguaggio della comunicazione.
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Il tema di Alessio Del Grande
Un secolo d’impegno a favore della nostra economia
Tra pochi giorni la Cc-Ti terrà la sua assemblea annuale. La 93esima. Basta da solo questo dato per capire quanto la storia della Camera di commercio, che ha ormai quasi un secolo di attività alle spalle, sia intrecciata con quella del Cantone, lungo un arco di tempo che ha visto il Ticino passare da un’economia agricola all’industria, per aprirsi poi ad un processo di terziarizzazione contrassegnato da una forte innovazione tecnologica. Superando anche le conseguenze di due guerre che avevano disastrato l’Europa e una serie di grandi e piccole crisi che, a partire dal 1929, si sono ripetute con ciclica frequenza, cambiando in profondità assetti produttivi e mercati. Con circa 824 soci individuali e 42 soci collettivi, vale a dire associazioni professionali di categoria, che raggruppano migliaia di collaboratori, dall’industria all’artigianato, dal commercio alla finanza, la Cc-Ti è profondamente radicata e ramificata nell’economia cantonale, di cui è voce rappresentativa e propositiva. Come ha ben dimostrato in questi decenni di attività con un impegno costante nella battaglia per garantire condizioni quadro che favoriscano la competitività delle nostre imprese e, con essa, l’occupazione e la crescita economica e sociale del Paese. Un impegno dispiegato, inoltre, anche nella difesa delle singole categorie produttive, per sostenere la formazione professionale e per stimolare l’innovazione, sia dei processi produttivi che dei prodotti, con la consapevolezza che soltanto quote crescenti di valore aggiunto possono salvaguardare e incrementare la forza del nostro sistema economico su mercati sempre più aperti e concorrenziali. Se oggi l’economia svizzera registra, nonostante le code della recente crisi e le nuove minacce recessive, risultati e primati che gli altri Paesi ci invidiano, ciò è anche merito del lavoro di tante Camere di commercio e di altre associazioni imprenditoriali cantonali che, di concerto con le grandi organizzazioni mantello nazionali, hanno saputo tenere viva in Svizzera una cultura d’impresa non ripiegata su stessa, ma aperta al mondo. Che hanno saputo, inoltre, dialogare in maniera costruttiva con gli altri partner sociali, con le autorità cantonali e federali. Il benessere svizzero è anche frutto di questo lavoro. Ma, per quanto meritati, non è tempo di celebrazioni e di lustrini. Fare impresa oggi più che mai è una sfida continua, che pone l’asticella degli obiettivi ancora più in alto e che richiede, dunque, nuovi impegni. Prima di tutto
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sul terreno delle condizioni quadro che non sono mai acquisite e che devono, invece, evolvere, calibrandosi sulle nuove esigenze generate dalla globalizzazione e su quanto offrono alle imprese gli altri Cantoni e gli altri Paesi. Da questo punto di vista in Ticino c’è da affrontare con risolutezza il nodo fiscale. È stato più volte detto, ribadito e documentato che il Cantone sta pericolosamente retrocedendo nella classifica della concorrenzialità fiscale, sia per gli alti redditi delle persone fisiche, come ha dimostrato lo studio del professore Marco Bernasconi, sia per le persone giuridiche. Scalare di posizione in questa classifica significa non solo che il Ticino perde appeal nell’attirare nuovi facoltosi contribuenti e imprese, ma che si profila assai concretamente il rischio di una fuga di quelli che sono qui da tempo verso altri cantoni, che già oggi offrono condizioni fiscali molto più vantaggiose. Vista la stratificazione fiscale del Cantone, chi pensa, e non solo a sinistra, che le imposte debbano essere usate come un randello per togliere ai ricchi e dare ai poveri, dovrebbe quanto meno intuire il pericolo che la fuga di ricchi contribuenti e di imprese svuoterebbe di fatto le casse dell’erario, pregiudicando anche quella politica sociale che sta loro tanto a cuore. Strettamente legato a questo problema c’è quello di una riforma dello Stato sociale che va disancorato dall’assistenzialismo e dalla burocratizzazione degli aiuti a chi versa in condizioni disagiate, dando, invece, spazio e ruolo alla società civile per una pratica solidaristica improntata non sulla dipendenza del sostegno pubblico, ma sull’attivazione e la promozione individuale per superare la condizione di bisogno. Un altro grande cantiere di lavoro sarà quello a sostegno delle piccole e medie imprese sia sul piano cantonale che nazionale. Le PMI rappresentano l’armatura della nostra economia e il maggiore sbocco occupazionale del Paese. In termini di prodotto interno lordo, formazione, innovazione tecnologica e nel mantenere alto il “made in Switzerland”, danno tanto al Paese senza chiedere nulla. Anzi, oggi sono fortemente penalizzate, impastoiate da un eccesso di leggi e regolamenti, di adempimenti amministrativi e burocratici, che comportano costi notevoli in tempo e denaro. Alleggerire questa zavorra, rimuovere gli ostacoli che frenano il naturale dinamismo delle PMI, dovrà essere, perciò, uno degli impegni prioritari di tutte le associazioni economiche.
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Il tema Comunicato stampa
Michele Rossi, Delegato per le relazioni esterne a Berna e Milano
Dal 1° gennaio 2011 l’Avv. Michele Rossi fungerà da Delegato per le relazioni esterne a Berna e Milano per la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), l’Associazione bancaria ticinese (ABT), l’Associazione industrie ticinesi (AITI), la Camera Ticinese per l’economia fondiaria (CATEF), la Società svizzera degli impresari costruttori, Sezione Ticino (SSIC-TI). L’Avv. Michele Rossi continuerà la sua attività di avvocato quale contitolare dello studio legale Respini Rossi Beretta Piccoli & Jelmini. La collaborazione con le associazioni economiche avverrà quindi nel quadro dell’attuale attività professionale dell’avv. Michele Rossi. L’accordo ha una durata di tre anni, rinnovabile ogni anno. Il progetto è coordinato dalla Cc-Ti. Il compito principale sarà di costituire una rete di contatti a Berna e Milano, utili ai fini dell’individuazione immediata delle persone e delle procedure che permettano la risoluzione rapida dei problemi concreti riscontrati dalle aziende ticinesi e l’identificazione tempestiva delle questioni generali che toccano gli interessi dell’economia ticinese. L’azione nella Capitale federale sarà complementare a quella del Delegato che sarà presto nominato dall’autorità cantonale. Da qualche tempo Cc-Ti, ABT, AITI, CATEF e SSIC-TI avevano rilevato la necessità di poter disporre di una figura che potesse fungere da facilitatore dei contatti a Berna con le autorità federali (politici e amministrazione federale) e da supporto per l’osservazione e la trattazione dei temi federali. Un’esigenza simile era emersa anche per quanto riguarda la facilitazione dei contatti con le aziende e le istituzioni italiane per le imprese ticinesi in Italia ed in particolare in Lombardia, in particolare per quanto riguarda l’attività svolta dalla Cc-Ti. Dopo aver vagliato alcune possibilità, le associazioni economiche hanno individuato nell’Avv. Michele Rossi, la persona ideale per fornire il necessario supporto all’economia ticinese nello sforzo di meglio far conoscere e difendere i suoi interessi in tema di relazioni esterne. Questo in considerazione della formazione, delle esperienze professionali, della conoscenza delle realtà federale e italiana e della fitta rete di contatti di cui l’Avv. Rossi già dispone sia a Berna che a Milano. Sulla base di questi elementi, si è rinunciato a figure presenti a tempo pieno a Berna e a Milano, tanto più che nella Capitale federale opererà anche il delegato di prossima nomina del Cantone e che a livello federale avrà un ruolo anche il Direttore della Cc-Ti, Luca Albertoni, quale Presidente delle Camere di commercio e dell’industria svizzere, coadiuvato dalla Vice-direttrice della Cc-Ti, Simona Morosini Marconi, proveniente dalla Seco e che gode di ottimi contatti a Berna. Inoltre, vi sono già stabili ed ottime relazioni con le associazioni economiche nazionali che possono essere rafforzate con un buon lavoro di coordinamento. I principali compiti dell’Avv. Rossi possono essere così riassunti:
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Da sin. in altro: G. Piazzini, L. Albertoni e F. Citterio, in basso da sin.: E. Bobbià, S. Modenini e M. Rossi
a) La cura dei contatti con parlamentari federali (non solo la deputazione ticinese) e con i funzionari dell’amministrazione federale, ai fini della creazione di una rete di contatti utile sia per la risoluzione di problemi concreti che per l’individuazione di temi federali di carattere generale, particolarmente rilevanti per l’economia ticinese; b) Collaborazione con le associazioni economiche nei rapporti con le associazioni di riferimento nazionali economiesuisse, Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e Unione svizzera degli imprenditori (USI) e con le associazioni nazionali di categoria; c) Coadiuvare il direttore della Cc-Ti nella sua funzione di Presidente delle Camere di commercio e dell’industria svizzere, supportandolo nella gestione e nella trattazione dei temi trattati a livello nazionale; d) Specificatamente alle esigenze della Cc-Ti, attuare un lavoro simile a quello svolto per i rapporti con Berna anche in Italia, in particolare curando i rapporti con la presenza svizzera a Milano (Consolato generale, Centro svizzero, Camera di commercio svizzera per l’Italia, aziende svizzere, Camere di commercio italiane, ecc.), al fine di tessere una rete di contatti personali (istituzionali e privati) utili soprattutto alla risoluzione di problemi concreti delle aziende ticinesi che affrontano il mercato italiano. L’attività comprende quindi i contatti sia con i rappresentanti istituzionali svizzeri che italiani, con una particolare attenzione anche alle modifiche legislative italiane, suscettibili di avere incidenze per le aziende svizzere. Questo per permettere di intervenire tempestivamente presso le competenti autorità italiane; e) Altri compiti da definire ad hoc secondo le necessità generali o di una specifica categoria. Lugano, 20 settembre 2010
Il tema di Alessio Del Grande
Tra Milano e Berna l’immagine di un nuovo Ticino
Era già successo con l’elezione del successore del Consigliere federale Pascal Couchepin. La storia si è ripetuta con la successione dei ministri Hans Rudolf Merz e Moritz Leuenberger, rimarcando ancora una volta la marginalità della Svizzera italiana nella politica federale. Le lamentele e le grida di dolore levatesi dal Ticino hanno almeno avuto il merito di far echeggiare nel Palazzo l’amarezza di una regione che da ormai dieci anni non ha più un suo rappresentante nel Governo centrale. Ma il problema va ben oltre la presenza o meno, certamente, assai importante di un nostro Consigliere federale. Riguarda soprattutto una progressiva perdita di peso, di visibilità e di riconoscimento del Ticino nella Capitale. Tant’è che da mesi il Consiglio di Stato ticinese ha deciso di nominare un delegato, una sorta di lobbista che a Berna promuova le ragioni del Cantone. In attesa della scelta dell’uomo giusto per questo incarico, la Camera di commercio unitamente alle altre associazioni economiche AITI, ABT, CATEF e SSIC TI, senza voler assolutamente sovrapporsi all’iniziativa del nostro Governo, hanno scelto già un loro delegato per i rapporti non solo con Berna ma anche con Milano. Per questo incarico si è pensato all’Avvocato Michele Rossi che per formazione ed esperienze professionali ha tutte le qualità per rappresentare gli interessi e l’immagine dell’economia ticinese sia a Berna che nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia. Rossi che fatto anche parte della delegazione svizzera che ha negoziato gli Accordi bilaterali con l’Unione Europea e che, inoltre, è stato pure relatore nei seminari di promozione economica organizzati in Italia nell’ambito del programma “Location Switzerland”, ben conosce i problemi che ha il Ticino sia a Nord che a Sud delle Alpi. Per la Camera di commercio avere un’antenna a Milano è altrettanto importante quanto a Berna. Spesso ci si dimentica di quello che significa la contiguità geografica del Ticino col nord Italia, in particolare con la Lombardia. Una regione che da sola rappresenta il 21% del prodotto interno lordo italiano, il che significa che per la Penisola un euro su cinque viene prodotto in Lombardia, dove si contano 800 mila imprese, delle quali ben 280
mila sono a Milano. Un bacino di potenzialità enormi, dunque, per i nostri imprenditori, sempre che si attivino i canali giusti, s’intreccino i contatti necessari e si renda maggiormente visibile l’offerta ticinese, sia per i beni che per i servizi prodotti, che spaziano dalle consulenze finanziarie e assicurative, all’artigianato, dall’edilizia alla produzione industriale ad alto valore aggiunto. Ma la ricchezza e il dinamismo della Lombardia e delle altre regioni del Nord, non é un affare che riguarda solo il Ticino. Si ha, purtroppo, la netta impressione che nella Berna della politica e della burocrazia federale questa realtà sia poco conosciuta e che quindi s’ignorino o si sottovalutino, le grandi opportunità che queste regioni possono offrire a tutta l’economia nazionale. Anche su questo versante Rossi potrà sicuramente dare un buon contributo per raddrizzare verso Sud lo sguardo dell’amministrazione centrale. Dello scadimento nei rapporti con Berna si è già detto e scritto molto. Pochi mesi fa, a giugno, Coscienza svizzera ha dedicato un convegno a questo problema, evidenziando i nervi scoperti di una relazione sempre più difficile. In tutti questi anni il Ticino non è, però, riuscito a scrollarsi di dosso la lamentosa immagine del Cantone piagnone sempre pronto a chiedere, a rivendicare, ma poco disposto a dare. Per quanto, va detto, molte delle richieste veramente importanti siano rimaste del tutto inascoltate da una classe politica che ci guarda sempre con simpatia ma con scarsa considerazione. È, comunque, ora di cambiare registro. Non si tratta di fare la voce grossa. Occorre, invece, un paziente lavoro di tessitura di contatti e rapporti soprattutto nei piani che contano dell’amministrazione per i vari dipartimenti, perché è negli uffici degli alti funzionari che maturano le decisioni. Bisogna essere il più vicino possibile a questi processi decisionali, presentando i nostri bisogni, le nostre esigenze non come mere rivendicazioni cantonali, bensì quali scelte necessarie nell’interesse nazionale. Perché da un Ticino dinamico, con un’economia competitiva e ben connesso con quella ricca macroregione che va da Torino a Venezia, ha da guadagnarci tutta la Svizzera.
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Ospite Intervista di Lisa Pantini all’Avv. Michele Rossi, Contitolare dello studio legale Respini Rossi Beretta Piccoli & Jelmini e Delegato delle associazioni economiche a Berna e Milano
Puntuale, preciso, costruttivo: così il Ticino tra Berna e Milano Michele Rossi
Con quale spirito affronta questo nuovo incarico, dopo anni di critiche e lamentele per la scarsa considerazione di cui il Ticino gode a Berna? “Con molto ottimismo. Ritengo che in questo momento particolare per l'economia ticinese, in cui sono probabilmente in atto cambiamenti irreversibili, sia molto importante procedere ad una difesa attiva e preventiva dei propri interessi. L'incarico che mi è stato affidato rientra in questa consapevolezza che, almeno mi sembra, sta progressivamente maturando nel nostro Cantone, ossia che le opportunità vanno create, o perlomeno favorite”. Cosa è mancato sinora secondo lei per far pesare maggiormente il Ticino oltre Gottardo? “Nei confronti della Berna federale, che conosco grazie alla mia esperienza lavorativa presso il Dipartimento federale degli affari esteri, è importante marcare una presenza costante e propositiva. I contatti vanno curati non solo a livello politico, nei confronti del Parlamento e del Governo per intenderci, ma soprattutto con i funzionari dei singoli dipartimenti federali responsabili dei dossier importanti per il nostro Cantone. Quando un progetto esce da un dipartimento federale, è molto difficile intervenire per apportare ulteriori modifiche. Se invece il contatto con Berna avviene in uno stadio in cui il dossier è ancora in fase di elaborazione a livello dipartimentale le chances di essere ascoltati aumentano”. Al Ticino viene spesso rimproverato un atteggiamento «piagnone» e rivendicazionista nei confronti della Berna Federale, ritiene veritiera quest’immagine? Se sì, come intende correggerla? “Come detto, è importante muoversi con un certo anticipo e non aspettare che i progetti federali siano terminati e vengano messi in consultazione. Inoltre, le critiche sono meglio ascoltate se costruttive. Quindi, oltre alle contestazioni (o ai pianti) occorre portare delle proposte di soluzione valide ed offrire la propria collaborazione per il loro sviluppo”. Quali sono le prime cose da fare per riattivare un migliore rapporto con la Capitale? “Innanzitutto ritengo che il rapporto con la Capitale non sia così negativo come spesso ci piace raccontare, soprattutto a noi stessi, anche per mascherare le nostre lacune. Può essere migliorato, ma partiamo da una buona
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base. Il primo passo sarà quello di presentarsi all'interlocutore federale, e di creare (o riattivare) una rete di contatti che permetta un dialogo fluido ed informale. Questa è la base su cui partire. Poi la qualità dei nostri rapporti dipenderà dalla collaborazione che riusciremo ad instaurare, che, ripeto, dovrà poggiare anche su un'attitudine attiva e propositiva da parte nostra”. Anche il Governo ticinese nominerà il suo «lobbysta» a Berna, lavorerete in tandem? “Spero di sì, soprattutto laddove gli interessi del Cantone coincideranno con quelli delle associazioni che rappresenterò. Sarebbe davvero un peccato non collaborare. Sarà una delle prime persone che contatterò per uno scambio di idee”. Il suo nuovo ruolo di Delegato delle associazioni economiche coprirà sia la Berna federale che la Milano capitale economica d'Italia. Ci saranno strategie di intervento diverse per queste due aree? “Si tratta di due tipi di interlocutori diversi tra di loro. Verso Nord i contatti avverranno soprattutto con i funzionari federali, quindi con l'amministrazione centrale, allo scopo di influire positivamente sui progetti in preparazione e importanti per il Ticino. A Sud si tratterà invece di individuare e discutere con persone che, concretamente, possono contribuire a facilitare e migliorare la situazione delle imprese e cittadini ticinesi con interessi economici in Lombardia”. Cosa farà e con quali partner lavorerà a Milano per rafforzare l’immagine ticinese? “Il partner principale sarà il Consolato generale svizzero di Milano. Ho la fortuna di aver lavorato per diversi anni, durante la mia permanenza a Berna negli anni Novanta, con l'attuale Console generale Massimo Baggi. La sua conoscenza mi faciliterà verosimilmente il compito a Sud. Un altro partner importante sarà la Camera di commercio svizzera a Milano. Pure importanti saranno i contatti con i ticinesi già presenti a Milano che dispongono di un'esperienza lombarda consolidata. Poi dai contatti di cui già dispongo nasceranno nuove opportunità. Lo scopo è la creazione di una rete”. La sua formazione e la sua stessa esperienza professionale l’hanno portata anche ad occuparsi di relazioni inter-
Crede che nella vicina Italia il Ticino abbia un peso maggiore rispetto a quello di cui gode a Berna? “Sono rapporti di differente natura. Infatti il Ticino è un Cantone della Svizzera e come tale ne è parte integrante con tutti i diritti e gli obblighi previsti dalla Costituzione federale e dalle leggi. Abbiamo quindi un diritto di par-
tecipare al processo decisionale elvetico. Esiste pertanto un peso «a priori» del Ticino che va però concretizzato con proposte valide. Credo che buona parte del peso dipenda quindi da noi... In relazione a Milano invece non abbiamo nessun tipo di contatto istituzionalizzato e le occasioni vanno create sulla base di interessi concreti e convergenti. Il Ticino, a mio avviso, deve continuare a fungere da ponte tra Sud e Nord, equilibrando il peso che, necessariamente, deve mantenere con i due poli da cui dipende”. Libera circolazione delle persone un vantaggio o un problema, come sostengono alcuni, per il Ticino? “Anche per la manodopera dipendiamo dall'estero. È quindi essenziale che la nostra economia possa disporre senza lungaggini burocratiche del personale necessario, facendo capo al mercato del lavoro europeo. La chiusura non è, e non è mai stata, un'alternativa economica vincente e la libera circolazione delle persone rappresenta quindi un vantaggio anche per il Ticino. Gli oppositori dogmatici all'apertura spesso strumentalizzano i problemi, indirizzando i malumori verso la libera circolazione delle persone, o, detto in altre parole, verso gli stranieri. È un'attitudine pericolosa, che distoglie lo sguardo dalle vere cause dei problemi e che, come la storia ci insegna, può sfociare in situazioni di alto rischio”.
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nazionali. Ha fatto parte della delegazione elvetica nella trattativa con l'UE sulla libera circolazione delle persone. Come influiranno queste sue esperienze professionali sull’incarico che si appresta a ricoprire? “Sono sempre stato attratto dalle relazioni internazionali. Ciò mi ha spinto, terminati gli studi universitari, a completare la mia formazione in Belgio con una specializzazione in diritto europeo e, successivamente a Madrid, in relazioni internazionali. In un mondo interdipendente è necessario prestare sempre più attenzione agli aspetti esterni della politica e dell'economia, soprattutto per un paese che guadagna un franco su due all'estero. Questa mia attitudine unita all'esperienza fatta in seno alla delegazione che ha negoziato con Bruxelles la circolazione delle persone, mi accompagneranno nel mio nuovo incarico. Soprattutto l'esperienza delle trattative con l'UE mi ha mostrato come ci si muove verso l'esterno, e come, spesso, i tempi per trovare le soluzioni siano lunghi e necessitino di una lenta maturazione. A Berna ho invece appreso come si muove la macchina dell'amministrazione federale. Ciò mi sarà utile per interloquire con la Capitale”.
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Ospite Intervista di Lisa Pantini a Massimo Baggi, Console generale di Svizzera a Milano
Il Ticino gioca un ruolo sempre più decisivo nei rapporti con l’Italia
Massimo Baggi
Un ticinese doc Console a Milano, è un po' come giocare in casa? “È vero che dopo due sedi piuttosto esotiche come Mosca e Delhi, Milano mi è più famigliare. Comunque io sono di casa in Ticino”. L'Italia è il secondo partner commerciale della Svizzera. Ma spesso si ha l'impressione che a Berna si sottovaluti l'importanza dell'Italia per la nostra economia e il ruolo strategico che può avere il Ticino, per la sua stessa posizione geografica, la lingua e la cultura nello sviluppo di nuove e più proficue relazioni con questo Paese. Cosa pensa al riguardo? “In parte posso capire questa impressione, che vale anche per gli altri Paesi confinanti. La creazione dell'Unione Europea ha di fatto contribuito nel trasferire a Bruxelles parecchie responsabilità che prima erano di competenza dei Paesi membri. Tuttavia credo che nessuno possa mettere in dubbio il ruolo strategico del Cantone Ticino in favore dello sviluppo delle nostre relazioni bilaterali con l'Italia. Il 15 di ottobre per esempio, cadrà l'ultimo diaframma della galleria di base del S. Gottardo che illustra proprio questo ruolo strategico del nostro Cantone”. Altri ticinesi prima di Lei hanno ricoperto questo importante, incarico, basta ricordare il ruolo e il peso che ebbero Franco Brenni e Giovanni Antonio Marcacci. Quali pensieri le ispirano questi illustri predecessori? “Questi esempi e altri ancora che si potrebbero citare, dimostrano che parecchie nomine alla sede di Milano sono state decise considerando pienamente l'italianità del nostro Paese e quindi il ruolo strategico del Cantone Ticino nell'approfondimento delle nostre relazioni con l'Italia, anche da un punto di vista culturale”. Scudo fiscale e pressioni contro il segreto bancario hanno recentemente raffreddato i rapporti con l'Italia. Da dove muovere e cosa fare per ricucire questo strappo? “In tempi di difficoltà economiche in numerosi Paesi aumenta fortemente il fabbisogno di risorse per il bilancio pubblico. Numerosi programmi di salvataggio e programmi congiunturali varati a seguito della crisi hanno provocato un ulteriore indebitamento dello Stato a livelli imprevisti. Molti Stati sono quindi alla ricerca di soluzioni per tassare i redditi dei loro cittadini in maniera possibilmente completa. La Svizzera sostiene la collaborazione internazionale nel settore fiscale a condizione che sia garantita la protezione della sfera privata dei cittadini e della clientela. In questo ambito devono nondimeno essere tutelate la certezza del diritto e la prevedibilità.
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A titolo di elemento di una cooperazione bilaterale allargata la Svizzera è disposta a introdurre un’ampia imposta liberatoria. Questa imposta si applicherebbe a redditi transfrontalieri di capitale e si basa, come la fiscalità del risparmio dell’UE, sul principio dell’agente pagatore. La sfera privata dei clienti stranieri rimane tutelata e lo Stato estero riceve immediatamente i proventi – rispetto allo scambio automatico di informazioni, che prevede unicamente la fornitura di dati. Nel corso del tempo l’effetto liberatorio determinerebbe una legalizzazione dei valori patrimoniali non dichiarati. Si potrebbe inoltre concordare una normativa per tassare con un’aliquota da negoziare i vecchi averi non dichiarati”. Il proseguimento e il collegamento a Sud di Alptransit resta sempre un'incognita. Crede che ci sia la possibilità di arrivare quanto prima ad una decisione operativa con l'Italia? “Questo progetto è parte integrante dell’accordo sul traffico di transito del 1992 e dell'accordo sui trasporti terrestri tra la Svizzera e l’UE. Il chiaro sì dato dal popolo e dai Cantoni il 29 novembre 1998 ha contribuito in misura decisiva alla conclusione delle trattative per l’accordo bilaterale sui trasporti terrestri con l'UE. Mi sembrano queste garanzie forti che ci permettono di guardare al futuro con un certo ottimismo”. Da parte delle imprese ticinesi c'è una forte aspettativa affinché si arrivi ad una effettiva applicazione della clausola della reciprocità prevista dagli Accordi Bilaterali, per consentire alla nostre aziende di lavorare in Italia senza le tante difficoltà che incontrano oggi. Pensa ci siano i presupposti perché questo avvenga in tempi ragionevoli? “Prima di essere nominato a Milano, ho avuto la possibilità di occuparmi di questioni economiche presso le nostre Ambasciate in Russia, a Mosca e in India, a Delhi. In entrambi questi Paesi ho incontrato tante aziende svizzere e ticinesi che con grandi sforzi e facendo prova di grande capacità di adattamento, sono riuscite ad imporsi con successo su questi mercati difficili. La loro flessibilità, la scelta di interlocutori adatti e la qualità eccellente dei loro prodotti, hanno permesso a queste aziende di superare una serie di difficoltà oggettive legate alla diversità della cultura aziendale locale. A Milano, le nostre aziende possono contare sull'offerta di servizi di una Camera di commercio molto efficiente e di altre strutture in grado di offrire loro un'accoglienza ottimale sul mercato locale. Questo comunque presuppone degli sforzi notevoli di adattamento da parte delle nostre aziende e di una strategia di lungo termine in favore del mercato italiano”.
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La vertenza con gli Stati Uniti sul caso UBS, le tensioni con Germania e Italia sul segreto bancario e l’evasione fiscale, la crisi con la Libia, le ripercussioni all’estero del voto sui minareti. Mai come in questi ultimi tempi la Svizzera è stata al centro di tensioni con diversi Paesi, che hanno pure scalfito la sua immagine internazionale in un intrecciarsi di problemi finanziari, politici, fiscali e di relazioni con gli altri Stati. Come mai un piccolo Paese come la Svizzera, considerato da sempre un modello di stabilità politica, di pragmatismo, di neutralità e democrazia, si è trovato pericolosamente impigliato in tante controversie internazionali? È questa la domanda da cui muove il saggio “La Svizzera sulla soglia del mondo” del politologo Oscar Mazzoleni, pubblicato sul numero di agosto de “Il Mulino”, la nota rivista italiana di cultura e politica che fa capo alla famosa e omonima casa editrice. Contrariamente a quanto fatto finora, Biblioteca liberale, in questa rubrica non parlerà, dunque, di un libro. Bensì di un articolo che, con il suo spessore analitico e le tesi ben argomentate, mette a fuoco le ragioni vecchie e nuove della ‘crisi di relazioni’ della Svizzera. Crisi di “relazioni” di gestione politica, di governance, difficoltà che attengono soprattutto alla sfera politicoistituzionale e che, per fortuna, non si sono riflesse, se non in minima parte, su quella economica, visti gli eccezionali risultati conseguiti in quest’ultimo anno dall’ “Azienda Svizzera”. Risultati che hanno contribuito a riaffermare molti primati elvetici nell’economia internazionale. C’è un primo problema individuato da Mazzoleni che fa da chiave di lettura alla sua analisi: i grandi cambiamenti innescatisi nel secondo dopoguerra, soprattutto nell’ultimo ventennio, sono venuti a coincidere con quel processo di transizione che stava e sta vivendo la Svizzera, confrontata con lo sforzo di coniugare alcune sue peculiarità storiche con i crescenti vincoli esterni prodotti dai processi di europeizzazione e della globalizzazione sia economica che della comunicazione. Il mitico modello svizzero fondato sulla forte integrazione tra le élite (politiche, economiche, mediatiche) e su un forte decentramento dei poteri istituzionali, irrobustito anche dagli strumenti della democrazia diretta, è rimasto sostanzialmente spiazzato dalle profonde trasformazioni indotte dall’integrazione europea prima e dai nuovi scenari della mondializzazione poi. Tutto ciò è avvenuto proprio quando con la fine della logica dei blocchi Est-
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Ovest, la Svizzera ha visto anche perdere quel suo peso specifico della neutralità che la contraddistingueva positivamente nei rapporti internazionali. In questo quadro assume grande importanza il referendum del 1992 sull’Europa, con la bocciatura della proposta del Governo federale e il ripiegamento sulla defatigante soluzione à la carte degli Accordi Bilaterali. Non per nulla a quasi vent’anni di distanza il problema dei rapporti con l’UE continua a segnare in profondità il dibattito politico nazionale e a dividere l’opinione pubblica. Ma anche sul piano interno le novità non sono mancate. Come nota Mazzoleni nell’arco delle tre ultime legislature il sistema dei partiti e i loro rapporti di forza si sono trasformati in maniera radicale: l’espansione dell’area rosso-verde, l’erosione elettorale dei liberali e dei democristiani che per quasi un secolo erano stati l’ago della bilancia nella politica svizzera e la forte avanzata dell’Udc che dal 2003 è diventata il primo partito del Paese. Un partito di “lotta e di Governo”, dalla forte matrice populista che su temi ad alta sensibilità popolare, quali sicurezza, stranieri, asilo e naturalizzazioni, ha dettato l’agenda alle altre forze politiche. Il superamento dei vecchi equilibri ha comportato anche una profonda trasformazione delle vecchie regole consensuali, con un continuo slittamento dalla tradizionale logica della concordanza verso una logica della competizione, contrassegnata sempre più da una crescente spettacolarizzazione della politica. Se tutti i Paesi democratici devono ormai fare i conti con una dimensione sopranazionale della politica e con una copertura mediatica transnazionale, ciò - sottolinea Mazzoleni - ha un effetto ancora più dirompente la dove, come nel caso svizzero, le regole della riservatezza e del basso profilo sono state per decenni il principio ispiratore del sistema istituzionale. Per un ceto di Governo abituato da sempre a muoversi in un Paese con una scarsa personalizzazione e leaderizzazione della politica, e per di più protetto da una robusta rete di mediazioni istituzionali, è tutt’altro che scontato muoversi e profilarsi sulla scena politica, diplomatica e mediatica internazionale. È l’insieme di tutti questi fattori ad aver centrifugato il sistema svizzero rendendolo più vulnerabile nell’impatto con le mutate condizioni internazionali. Il Mulino, Rivista di cultura e politica Fascicolo 4/2010
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Dirit to di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico Cc-Ti
Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale di merci: tra notifica dei difetti e prescrizione c’è di mezzo il mare? Nell’ambito di un contratto di compravendita, il fornitore è spesso confrontato a contestazioni dell’acquirente in relazione alla difettosità della merce fornita. Nella vendita internazionale, si incorre sovente nell’incertezza per quanto riguarda i termini di notifica dei difetti ed i termini di prescrizione, segnatamente laddove si applicasse un regime diverso rispetto al Codice svizzero delle obbligazioni. La Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale di merci (CVIM) si sostituisce di regola alle legislazioni nazionali degli Stati che l’hanno sottoscritta (fra cui la Svizzera) quando le parti contraenti sono domiciliate in Paesi diversi. Uno dei problemi nell’applicazione della CVIM è però quello della prescrizione in relazione alla notifica dei difetti. In una sentenza del maggio 2009, il Tribunale federale ha avuto modo di giudicare il caso di un’azienda basilese che nel 2000 aveva venduto ad un’azienda spagnola un macchinario per la produzione d’imballaggi. Constatato che il macchinario consentiva di raggiungere una produzione massima di 52 flaconi al minuto, anziché i 180 pattuiti, nel 2003 l’azienda spagnola aveva dichiarato di rescindere il contratto e di voler restituire il macchinario, pretendendo dal venditore che restituisse a sua volta il prezzo corrisposto. I tribunali basilesi hanno accolto la richiesta dell’acquirente e condannato il venditore a rimborsare il prezzo ed a riprendere il macchinario. Il venditore ha però contestato tale decisione innanzi al Tribunale federale, adducendo che l’acquirente non ha agito tempestivamente, violando l’art. 210 cpv. 1 del Codice delle obbligazioni , il quale prevede che le azioni di garanzia per i difetti si prescrivono con il decorso di un anno dalla consegna al compratore, anche se questi dovesse averli scoperti più tardi. Il Tribunale federale (TF) ha comunque dato ragione all’acquirente. Interessanti sono però le consi-
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derazioni sulle quali il TF ha fondato la decisione. Anzitutto, ha rilevato che la CVIM, a differenza del Codice delle obbligazioni, non regola la questione della prescrizione, ossia il termine entro il quale occorre agire per far valere i difetti. Per esaminare tale questione occorre dunque riferirsi alla legislazione nazionale. Dato che l'azienda venditrice era domiciliata in Svizzera, la legislazione nazionale di riferimento era per l’appunto il Codice delle obbligazioni che, come testé esposto, prevede all’art. 210 cpv. 1 un termine di prescrizione di un anno. Sennonché, la CVIM prevede all’art. 39 cpv. 2 un termine di 2 anni dalla consegna della merce, per notificare vizi di conformità al venditore. In altri termini, la CVIM accorda due anni di tempo all’acquirente, dal momento della consegna delle merce, per denunciare il difetto, mentre il Codice svizzero delle obbligazioni accorda al venditore solo un anno di tempo dalla consegna per far valere giudizialmente tale difetto. Il TF ha quindi rilevato che, nella compravendita internazionale, potrebbe accadere che un difetto denunciato per tempo al venditore secondo la CVIM, sia prescritto secondo il Codice delle obbligazioni (ossia non possa più essere fatto valere giudizialmente). Tale risultato sarebbe paradossale e contrario al diritto internazionale. Nella sua decisione il TF ha quindi rilevato che, nella vendita internazionale di merci, il termine di prescrizione annuale dell’art. 210 cpv. 1 del Codice delle obbligazioni non può trovare applicazione in quanto suscettibile di entrare in conflitto con il termine biennale per la notifica dei difetti previsto all’art. 39 cpv. 2 CVIM. Ma quale termine di prescrizione è dunque applicabile? Come spesso accade, per sua fortuna il TF ha potuto lasciare aperta la questione, limitandosi ad accennare ad una possibile prescrizione biennale, in analogia al termine di due anni previsto nella CVIM per la notifica dei difetti, rispettivamente ad una pre-
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scrizione di dieci anni, prevista all’art. 127 del Codice delle obbligazioni. Per dovere di cronaca, riportiamo il seguito della vicenda summenzionata. Il TF ha ritenuto che l’azione dell’acquirente non fosse prescritta poiché il suo decorso era stato nel frattempo “interrotto”. Questa interruzione della prescrizione era da attribuire, da un lato, al fatto che il venditore si era recato in Spagna a più riprese per cercare di rimediare al difetto (difetto che era dunque stato riconosciuto come tale dal venditore). Dall’altro lato, era stato appurato che l’acquirente aveva potuto accertare solo nel febbraio 2004 la persistenza del difetto, dopo che il venditore era intervenuto, di modo che l’acquirente era ancora in tempo per agire giudizialmente. La prescrizione, interrotta a più riprese da questi interventi, non aveva quindi nemmeno raggiunto un anno. Pertanto, la dibattuta questione del suo decorso nemmeno si è posta al TF, se non in termini teorici. Nell’ambito di una contestazione relativa ad un contratto di vendita si devono dunque tenere presenti questi aspetti, in particolare il fatto che ciò che a prima vista può apparire prescritto, in realtà potrebbe non esserlo. Nel caso in cui dovesse applicarsi la CVIM, occorre tenere presente questa potenziale (e per il momento irrisolta) “incompatibilità” tra termine di notifica secondo tale convenzione e la prescrizione secondo il Codice delle obbligazioni. All’acquirente insoddisfatto che volesse far valere giudizialmente un difetto potrebbe dunque essere applicata una prescrizione di 2, se non addirittura 10 anni (!), ben più favorevole a quella annuale (non applicabile) prevista all’art. 210 CO. Pertanto, quand’anche il termine di un anno del CO fosse già decorso, il venditore non potrà ancora ritenersi del tutto al riparo da contestazioni relative ai difetti dell’oggetto venduto.
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Attualita` di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere
Scuola dell’obbligo: concentrarsi sull’essenziale La scuola dell'obbligo è un tema sempre più discusso a livello politico. Da alcuni anni focalizza l’attenzione dei partiti politici e dei gruppi di interesse che hanno fatto della formazione e della scuola dell’obbligo uno dei loro cavalli di battaglia. Su un fatto tutti sono d’accordo; il mandato della scuola dell’obbligo deve essere precisato: essa non può rispondere contemporaneamente e in maniera completa a tutte le esigenze. Cercando di trasmettere il massimo delle competenze integrando tutte le richieste dei propri interlocutori, la scuola dell’obbligo rischierebbe di non raggiungere nessun obiettivo. In altre parole, la scuola dell’obbligo deve stabilire delle priorità. Ma su quali aspetti bisognerebbe realmente mettere l’accento? Quali sono le priorità? Per rispondere a queste domande, economiesuisse ha realizzato lo scorso autunno un’inchiesta, in collaborazione con alcune Camere cantonali
di commercio e dell’industria, presso numerose imprese svizzere. 771 imprese di tutti i Cantoni, di ogni settore e di ogni dimensione hanno risposto al sondaggio.
Le competenze cognitive
Il grafico 1 presenta i risultati ottenuti per quanto attiene le competenze cognitive. La classifica è stata stilata in base alle materie considerate importanti e rappresenta dunque un indicatore della loro utilità. La parte grigia corrisponde alla quota di valutazioni positive, mentre quella rossa indica i giudizi negativi. L’insieme delle due linee indica la frequenza con la quale la materia è stata segnalata importante, in percentuale di tutte le risposte. A tutti i tre livelli di scuola media (livello base o inferiore, livello intermedio e livello preliceale o superiore), le due materie considerate più importanti dalle imprese sono le stesse, ossia la lingua prima e la matematica. Ai due livelli inferiori, praticamente tutte le persone interrogate hanno sottolineato l’importanza delle due materie. A livello preliceale la percentuale era dell’ordine del 90%.
Grafico 1 – Valutazione delle competenze dei giovani alla fine della scolarità obbligatoria
Fonte: economiesuisse (2010)
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Le competenze nella lingua prima sono ritenute insoddisfacenti a tutti i livelli; per il livello più debole, il 70% delle aziende formatrici e dei capi azienda non sono soddisfatti delle prestazioni. Ai livelli intermedio e preliceale, il tasso corrispondente è del 60%. Le prestazioni in matematica sono ritenute insufficienti dalla maggioranza delle persone che hanno risposto all’inchiesta. Per quanto concerne i livelli base, circa il 60% degli intervistati non sono soddisfatti delle competenze. Al livello intermedio, il giudizio è equilibrato: la metà degli intervistati ritiene le competenze matematiche sufficienti, l’altra metà invece le ritiene insufficienti. Soltanto al livello preliceale i due terzi degli interpellati emettono un giudizio soddisfacente.
Grafico 2 – Valutazione delle competenze non cognitive dei giovani alla fine della scolarità obbligatoria
Fonte: economiesuisse (2010)
Le competenze non cognitive
Le imprese sono state inoltre interrogate sulle competenze non cognitive dei giovani alla fine della scolarità, in particolare sul comportamento sociale, la disciplina e la motivazione degli apprendisti. Il grafico 2 presenta i risultati in funzione dei vari livelli scolastici. Vari punti meritano di essere menzionati: in primo luogo, la maggior parte delle attitudini sono state segnalate frequentemente: oltre il 70% delle imprese interrogate hanno espresso il loro parere su sei delle sette competenze non cognitive proposte. Si può dedurne che le competenze non cognitive dei giovani rivestono grande importanza per le aziende formatrici. In secondo luogo, le valutazioni sono molto simili per tutti i livelli scolastici, sia in termini di importanza sia in termini di soddisfazione. Terzo, si costata che la maggioranza delle aziende formatrici e dei formatori si è dichiarata insoddisfatta delle competenze e delle attitudini non cognitive proposte nell’inchiesta. Nel caso delle competenze tecniche, per contro, soltanto due o tre discipline sono state qualificate come insufficienti. Per quanto concerne l’importanza, la disciplina, l’applicazione e la motivazione sono le tre competenze non cognitive più importanti. Allo stesso tempo, la disciplina e la motivazione ottengono rispettivamente oltre il 90% e il 60% delle valutazioni negative.
Conclusioni
Quali insegnamenti trarre da questi risultati? Soltanto alcune competenze sono realmente importanti per le imprese svizzere. Nell’ambito delle competenze tecniche, sono la lingua prima e la matematica ad occupare i primi posti. Seguono le scienze naturali, la seconda lingua e l’inglese. La lingua prima è ampiamente qualificata come insufficiente a tutti i livelli, ciò che è piuttosto preoccupante. È quindi urgente adottare misure efficaci. Occorre tenere presente che la lingua prima e la matematica costituiscono la base di tutte le altre discipline. Così, lacune in matematica possono essere all’origine di una mancanza d’interesse per le professioni tecniche e scientifiche, ritenute essenziali dall’economia. Dall’inchiesta emerge inoltre che le imprese elvetiche e le aziende formatrici concedono alle competenze non cognitive un’importanza altrettanto significativa rispetto alle competenze tecniche. Contrariamente a queste ultime, le competenze non cognitive dei giovani alla fine della scolarità sono generalmente ritenute poco soddisfacenti. La disciplina, l’applicazione e la motivazione – le tre principali competenze non cognitive – sembrano inadeguate a tutti i livelli scolastici. Questo dovrà far riflettere.
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At tualita` di Daniela Lepori, Avenir Suisse
«Cara sempre più vecchia Europa»
Daniela Lepori
La think tank Avenir Suisse festeggia quest’anno i suoi primi 10 anni di esistenza e fin dalla sua nascita ha proposto le sue visioni riguardo lo Stato sociale partendo soprattutto da riflessioni scaturite dallo sviluppo demografico, innalzamento della speranza di vita in primis. Le parole spese per ricordare le evoluzioni in atto non bastano mai: nel 1950 sei lavoratori attivi contribuivano a finanziare una rendita, oggi sono 3.6 e soprattutto nel 2050 non saranno che due salariati a coprire le spese di una pensione. Dal Dopoguerra a oggi sono intercorsi mutamenti sociali e strutturali enormi che hanno dimostrato come soprattutto in Occidente sia impossibile continuare con la politica sociale - nel caso specifico con il sistema pensionistico - di un tempo: occorrono cambiamenti radicali.
Riforme ieri
Checché se ne dica, tutte le riforme concernenti l’AVS ruotano intorno all’età di pensionamento. Negli ultimi anni il tema non è più tabù e tutti gli Stati devono confrontarsi con la stessa problematica. In Germania per esempio il Governo Schröder nel 2001 ha fatto passare l’idea di associare il pensionamento progressivo a 67 anni a dei vantaggi fiscali e a dei piani pensionistici individualizzati. In Svezia, sotto pressione della crisi, negli anni ‘90 quando si è constatato l’aumento della speranza di vista, la rendita di vecchiaia è stata abbassata ma è stato possibile compensare questa perdita lavorando più a lungo con un complemento assicurato dalla previdenza professionale. Negli Stati Uniti dove l’assicurazione di vecchiaia è stata introdotta nel 1935, le difficoltà crescenti di finanziamento di quest’ultima sono state combattute a partire dal 1983 con un'imposta sui redditi più alti e un passaggio al diritto alla pensione a 67 anni a partire dal 2000.
Riforme oggi
Gli esempi più recenti vengono dall’Italia: Paese con una delle speranze di vita più alte e un tasso di natalità tra i più bassi al mondo, nonché Nazione che rilascia più contributi pensionistici rispetto al PIL in tutta Europa. L’anno scorso è stata approvata una riforma che rivede l’età di pensionamento in base ai dati statistici, nel 2015 entrerà in vigore la “legge Sacconi” che tra le varie cose aggancia ufficialmente l’età pensionabile alla speranza di vita. Secondo i calcoli ufficiali l’età pensionabile media s’innalzerà
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di circa 3/4 anni rispetto ad oggi e la rendita, più magra, arriverà solo dopo 40 anni di attività. Per la vicina Penisola sicuramente un bel cambiamento repentino! La situazione finanziaria in cui si è ritrovata la Grecia l’ha portata a proporre anche un taglio alle pensioni anticipate e alle rendite in generale così come l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni. La decisione è passata in Parlamento con una maggioranza non particolarmente eclatante. La riforma pensionistica più recente tocca la Francia: il Presidente Sarkozy vorrebbe ottenere il consenso in autunno per la riforma che prevede di alzare l’età minima della pensione da 60 a 62 anni entro il 2018. Secondo Sarkozy la misura è una «priorità assoluta» per arrivare alla riduzione del deficit. I sondaggi dicono che due terzi dei francesi si oppongono alla riforma. Sia in Italia, Grecia che Francia ci sono state importanti reazioni popolari e scioperi generali. È interessante constatare come la stampa dia sempre più spesso spazio alle reazioni dei cittadini piuttosto che ai fatti che hanno portato a queste proposte e ai reali contenuti delle riforme pensionistiche.
Riforme domani
Anche in Svizzera in un certo senso si sta prendendo coscienza del problema demografico: prima con l’innalzamento della pensione delle donne a 64 e ora l’idea della flessibilizzazione dell’età pensionabile viene presa in considerazione, anche se con un’interpretazione differente, da quasi tutti i partiti politici. Avenir Suisse durante i suoi 10 anni d’esistenza ha proposto tra le varie cose di innalzare l’età pensionabile in modo “indolore” (1 o 2 mesi all’anno) addolcendo sensibilmente il peso sulle finanze pubbliche. In più, allargando la cerchia dei contribuenti, si darebbe una boccata d’ossigeno alla nostra economia mantenendo il prezioso know-how dei lavoratori anziani nel sistema economico. Stesso discorso potrebbe valere per le donne: la partecipazione rosa al mondo del lavoro deve essere sfruttata al meglio insistendo sulla conciliabilità tra famiglia e lavoro. Cara sempre più vecchia Europa, è chiaro che il discorso per garantirti una pensione dignitosa è molto più complesso di quello che sembra, ma prima o poi bisogna affrontarlo in modo incisivo.
At tualita`
arcobaleno aziendale e formazione: 10 domande alla SUPSI
OBALE
NO
ARC
La mobilità sostenibile è un tema sempre più d’attualità negli istituti formativi ticinesi. L’anno scorso, in questa rubrica, abbiamo presentato la collaborazione tra arcobaleno aziendale e l’Università della Svizzera Italiana. Da oltre un anno, anche la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) ha aderito all’iniziativa promossa dalla Comunità tariffale Ticino e Moesano grazie al sostegno finanziario del Dipartimento del territorio. In 10 domande a Domenico Iacobucci, Responsabile logistica SUPSI, scopriamo tutti i dettagli di questa collaborazione
L A S C E LTA G I U S TA PER LA SUA AZIENDA
Come e quando è nata l’idea di avvicinarsi alla mobilità sostenibile e più precisamente ad arcobaleno aziendale? “A causa della localizzazione, il raggiungimento con i mezzi pubblici delle diversi sedi SUPSI distribuite sul territorio ticinese è stato da sempre difficoltoso. Nell’ambito della ricerca di proposte concrete atte a favorire una mobilità maggiormente sostenibile degli studenti e dei collaboratori, all’inizio del 2009 abbiamo considerato l’offerta di un abbonamento arcobaleno aziendale. L’obiettivo era di proporre ai dipendenti un’iniziativa che favorisse l’uso del trasporto pubblico negli spostamenti pendolari e che diminuisse l’impatto di questi ultimi sull’ambiente. Nel mese di giugno 2009 è stato possibile concretizzare la nostra adesione”. Quanto è il contributo dato dalla SUPSI per l’acquisto di arcobaleno aziendale? “I nostri collaboratori possono approfittare di uno sconto complessivo del 40% sugli abbonamenti annuali: il 15% è dato dalla SUPSI e il restante 25% dalla Comunità tariffale”. Come avete avvicinato il progetto arcobaleno aziendale ai dipendenti? “Tutti i collaboratori sono stati informati direttamente dalla direzione SUPSI”. Come è stato il riscontro verso l’iniziativa? “Crediamo che sia stata molto apprezzata. Nel solo primo anno, circa 100 collaboratori su 700 hanno approfittato di questa opportunità. Grazie a questa promozione, alcuni di loro hanno disdetto il posteggio per l’auto privata, iniziando ad utilizzare regolarmente i mezzi di trasporto pubblici. Siamo convinti che il numero di coloro che usufruiranno in futuro di questa opportunità sia destinato ad aumentare ulteriormente”. Quali altre misure, oltre ad arcobaleno aziendale, sono state adottate per la promozione del trasporto pubblico? “La SUPSI offre già da tempo a tutti gli studenti un contributo del 20% per l’acquisto di abbonamenti annuali per i mezzi pubblici. Ogni anno sono oltre 220 gli studenti che usufruiscono di questo sconto”.
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Sono previsti nuovi progetti nell’ambito del piano di mobilità aziendale del vostro istituto? “In futuro abbiamo la volontà di continuare a proporre iniziative concrete ed innovative che possano favorire sempre di più l’utilizzo dei mezzi pubblici e della mobilità lenta. Uno dei prossimi passi concreti, sarà quello di promuovere l’utilizzo delle biciclette anche per il tragitto stazione – sede di lavoro. Questo avverrà in collaborazione con l’USI”. A tal proposito, sono numerosi i punti d’incontro con l’USI? “Naturalmente esistono diverse collaborazioni. Anche se in questo ambito le due istituzioni sono indipendenti, sussiste uno scambio d’informazioni proficuo che porterà a sviluppare nuove attività comuni”. Durante il mese di settembre avete ospitato il nuovo stand edutainment di arcobaleno aziendale. Come giudica l’esperienza? “Abbiamo davvero apprezzato l’esperienza, in quanto crediamo che sia un’interessante metodo per contribuire concretamente alla sensibilizzazione dei collaboratori e degli studenti. Per questo, abbiamo offerto all’iniziativa il nostro massimo appoggio, dandole una rilevanza adeguata ed informando i nostri collaboratori sui suoi contenuti ed obiettivi”. Il valore della mobilità sostenibile e della sostenibilità in generale per la SUPSI? “La tematica della sostenibilità, sotto tutti i vari aspetti, è uno dei nostri valori centrali. Nelle varie attività svolte dalla SUPSI, questo tema è sempre presente. È inoltre uno dei concetti qualificanti nella realizzazione dei previsti tre campus universitari. In particolare per la mobilità, ci teniamo a sottolineare come la scelta di realizzare due campus nelle immediate vicinanze di importanti stazioni ferroviarie favorirà in modo naturale l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici da parte di studenti e collaboratori”. Cosa rappresenta arcobaleno aziendale per voi? “La SUPSI, come detto, è molto attenta ai temi della sostenibilità ed arcobaleno aziendale risulta essere un’importante iniziativa per favorirla ed avvicinare un numero sempre maggiore di collaboratori verso l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici”.
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Eventi
93esima ASSEMBLEA generale ordinaria della Cc-Ti Vi annunciamo che la 93esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino si terrà venerdì 22 ottobre 2010, dalle ore 16.30 presso il Cinema Corso in Via Pioda 4/Corso Pestalozzi in centro a Lugano Partner dell’evento:
Cari soci della Cc-Ti, cari ospiti, è con grande piacere che vi annunciamo la 93esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino che si terrà venerdì 22 ottobre 2010 alle ore 16.30, presso il Cinema Corso a Lugano. Oltre agli usuali lavori assembleari, il filo conduttore dell’evento saranno le relazioni esterne del Ticino e della Svizzera. La crescente importanza del settore dell’export per l’economia ticinese obbliga a tenere conto delle dinamiche internazionali, ma non solo. L’importanza dei contatti con la Berna federale è pure uno degli elementi fondamentali per far valere in modo efficace gli interessi dell’economia cantonale sul piano nazionale e mantenere quindi un buon grado di competitività in un contesto svizzero ed internazionale sempre più dinamico e che richiede costanti adattamenti. Vi sarà quindi l’occasione di discutere della recente decisione della Cc-Ti (unitamente ad altre associazioni economiche) di dotarsi di un Delegato alle relazioni esterne, della situazione delle nostre aziende in relazione ad un euro molto debole, delle misure necessarie a rafforzare la posizione delle aziende nei rapporti commerciali al di fuori del Cantone, e di molto altro. Il qualificato ospite d’onore dell’Assemblea, il CEO della Swiss American Chamber of Commerce Martin Naville, persona di riferimento in Svizzera per tutto quanto concerne le relazioni fra Svizzera e Stati Uniti, porrà evidentemente l’accento proprio su questi rapporti, fondamentali per il nostro Paese. Malgrado
Martin M. Naville Martin M. Naville è CEO della Camera di Commercio Svizzera-America, un’associazione che assiste i suoi 2’500 soci (aziende svizzere ed americane) nel creare relazioni commerciali tra Svizzera e USA. La Camera è anche la portavoce di multinazionali con sede in Svizzera, piccole e grandi, Svizzere ed estere. Titolare di un master in legge dell’università di Zurigo, prima di prendere la guida della Camera nel 2004, Martin Naville ha lavorato 16 anni presso il «Boston Consulting Group» a Monaco, Zurigo e New York, diventandone partner nel 1995 e specializzandosi negli ambiti della gestione del benessere economico e delle telecomunicazioni. Martin Naville ha iniziato la sua carriera professionale quale banchiere presso la JP Morgan a Zurigo e New York nel 1984. Residente a Küssnacht, vicino a Zurigo, con la famiglia, nel 2002 è entrato a far parte del Consiglio d’amministrazione dello zoo di Zurigo e dal 2004 ne è divenuto il Presidente. È pure membro del Consiglio di direzione della Lombard International, l’azienda leader nelle assicurazioni vita e della Swissquote, società svizzera di primo piano nel commercio on-line.
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la situazione tesa degli ultimi anni, Martin Naville illustrerà perché resta di primaria importanza che i due Paesi continuino a collaborare in maniera costruttiva, nell’interesse reciproco e soprattutto della Svizzera. Malgrado l’Unione europea resti il partner commerciale più importante, le buone relazioni con gli Stati Uniti hanno un valore strategico ed economico di grande rilevanza. Gli aggiornamenti sulle più recenti problematiche, ci permetteranno di fare il punto sulla situazione attuale delle relazioni fra Svizzera e Stati Uniti e sulle prospettive a breve, medio e lungo termine. La presenza della Swiss American Chamber of Commerce quale ospite d’onore suggella l’inizio di una collaborazione fra questa associazione e la Cc-Ti, nell’ottica del rafforzamento delle relazioni internazionali della nostra struttura e per sottolineare la complementarietà fra le Camere cantonali e quelle bilaterali, che operano a livelli e con servizi diversi ma con l’obiettivo comune di fungere da sostegno alle aziende. Il Presidente Franco Ambrosetti, il Direttore Luca Albertoni Programma: 16.30 Apertura della 93esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti da parte del Direttore Luca Albertoni e inizio dei lavori assembleari: • Relazione del Direttore Luca Albertoni sull’esercizio 2009 e relazione finanziaria • Rapporto dei revisori ed approvazione dei conti 2009 • Scarico all’Ufficio presidenziale • Nomine statutarie • Eventuali Dalle 17.15 Relazione del Presidente Franco Ambrosetti Saluto del Governo da parte della Consigliera di Stato e Direttrice del Dipartimento delle finanze e dell’economia, On. Laura Sadis Intervento dell’ospite d’onore: Martin M. Naville, CEO della Camera di Commercio Svizzera-America 18.45 Aperitivo (Cinema Corso) 20.00 Cena (ristorante La Perla del Lago, Via Stauffacher 1 a Lugano) Entrata libera. Il prezzo della cena ammonta a CHF 85.-, ed è a carico dei partecipanti (bevande incluse). Vi preghiamo di notare che per motivi organizzativi l’iscrizione alla cena è vincolante e verrà fatturata anche in caso di mancata partecipazione. Per iscrizioni ed informazioni, annunciarsi entro venerdì 15 ottobre alla Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch
Eventi
Relazioni Svizzera-Europa: la sfida di fronte ad un bivio che si terrà Giovedì 7 ottobre 2010, ore 17.30 presso il Centro ricreativo e sportivo di Cadempino
Da alcuni mesi le relazioni tra la Svizzera e l’Unione Europea sono nuovamente al centro dell’attenzione politica. Dopo il rifiuto di aderire allo Spazio economico europeo nel 1992, la Svizzera ha cercato vie alternative e ha scelto un percorso coronato da successo: la via bilaterale ha garantito finora alle imprese elvetiche un buon accesso al mercato europeo, ha preservato la competitività dell’economia e non da ultimo ha permesso di mantenere la sovranità economica in settori cruciali come la fiscalità, la politica monetaria, il mercato del lavoro o la politica economica estera. Secondo diverse pubblicazioni e diversi esperti la strada degli accordi bilaterali starebbe giungendo al capolinea. È davvero così? La sede di economiesuisse per la Svizzera italiana, unitamente all’Associazione Industrie ticinesi (AITI) e alla Camera di commercio dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-TI), coglie l’occasione per chiamare a raccolta gli ambienti economici e politici e soffermarsi sul ruolo e sulle aspettative della Svizzera economica nella nuova Europa che si sta delineando. Interverranno dapprima il Presidente della Direzione di economiesuisse Pascal Gentinetta e la Direttrice romanda Cristina Gaggini. che presenterà lo studio «Relazioni Svizzera – UE: bilateralismo nel reciproco interesse». Seguirà una tavola rotonda, moderata dal Direttore del Corriere del Ticino Giancarlo Dillena, durante la quale verranno ventilati i differenti scenari davanti ai quali si trova attualmente il nostro Paese. Il Presidente del PLR nazionale Fulvio Pelli, la Consigliera nazionale PS Marina Carobbio e il Consigliere nazionale della Lega Norman Gobbi metteranno in luce da vari punti di vista le sfide e le opportunità che l’economia elvetica è sempre maggiormente chiamata ad affrontare.
Programma: Ore 17.30 Benvenuto e introduzione Dr. Pascal Gentinetta, Presidente della direzione di economiesuisse Relazioni Svizzera-UE: bilateralismo nel reciproco interesse Cristina Gaggini, Direttrice romanda di economiesuisse A seguire: tavola rotonda moderata da Giancarlo Dillena, Direttore del Corriere del Ticino con: Fulvio Pelli, Consigliere nazionale PLR e Presidente PLR svizzero Norman Gobbi, Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi Marina Carobbio, Consigliera nazionale PS e Vicepresidente PSS Interverranno nella discussione anche il Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino Luca Albertoni e il Direttore di AITI Stefano Modenini. Al termine verrà offerto un rinfresco. Per la partecipazione è richiesta l’iscrizione. Si voglia contattare: economiesuisse, CP 5563, 6901 Lugano, lugano@economiesuisse.ch
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Eventi
Come comportarsi con i clienti insolventi all’estero? Organizzato da:
In collaborazione con:
che si terrà lunedì 18 ottobre 2010, dalle ore 16.30 alle ore 17.30 (networking apero a partire dalle ore 17.30) presso la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) - 6° piano, sala Dott. Papa Le aziende attive nel commercio con l’estero sono quotidianamente confrontate con rischi di vario genere. Tra questi vi sono tutta una serie di problematiche correlate all’identificazione giuridica corretta della controparte ed al rischio di insolvenza dei clienti delle aziende svizzere che si trovano all’estero. In questi casi, al di là degli aspetti contrattuali, di quelli assicurativi nonché della forma di pagamento, può succedere che un cliente all’estero non possa o non voglia pagare una determinata fattura emessa dalla ditta svizzera. In questi casi, molte aziende attive a livello internazionale si affidano già oggi a vari esperti del settore per procedere ad un recupero di questi crediti e per ricevere una risposta a domande del tipo: cosa fare se i clienti esteri sono insolventi o irreperibili? Come verificare se questi sono veramente insolventi? Chi può darmi delle informazioni corrette ed aggiornate? Come fare per avviare un’azione legale all’estero? Relatori Roberto Gregorini, Direttore commerciale, Global Swiss Inkasso Sagl Nicola Simoneschi, Direttore Amministrativo, Global Swiss Inkasso Sagl Eero De Polo, Avvocato Programma 16.30
Saluto di benvenuto, Marco Passalia, Vice Direttore, Cc-Ti
16.40
Intervento sulla tematica del recupero crediti all’estero, Roberto Gregorini, Nicola Simoneschi ed Eero De Polo
17.30
Networking apero
Contenuto dell’intervento • Paesi, rispettivamente, clienti più a rischio • Casi tipo/problematiche ricorrenti • Prevenzione, verifica preliminare della solvibilità ed identificazione del cliente • Come procedere all’incasso, tempistica e costi • Networking apero La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera. Per iscrizioni rivolgersi entro lunedì 11 ottobre 2010, alla Cc-Ti, Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch
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Eventi
Tunnel del San Gottardo: completamento o isolamento? Dibattito pubblico Organizzato da:
www.forumdellamobilita.ch in collaborazione con:
che si terrà Giovedì 21 ottobre 2010, alle ore 20.15, presso la sala multiuso di Sant’Antonino
Programma 20.15
Saluto introduttivo Fabio Regazzi, Presidente di AQUANOSTRA sezione Ticino
20.25
Moderatore Giancarlo Dillena, Direttore del Corriere del Ticino Favorevoli Fabio Abate, Consigliere nazionale Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati Contrari Caroline Camponovo, Presidente ATA sezione Ticino Fabio Pedrina, Consigliere nazionale
22.15
Rinfresco offerto
Partecipazione gratuita. Conferma gradita, inviando un’e-mail a info@aquanostraticino.ch o chiamando il numero +41 91 911 51 24.
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Eventi
Giornata dell’economia ticinese Giovedì 28 ottobre 2010, Aula Magna Università della Svizzera italiana, Lugano, dalle ore 16.30
Questa prima Giornata dell’economia ticinese, organizzata congiuntamente dalle principali associazioni economiche: Associazione bancaria ticinese; Associazione industrie ticinesi; Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino; Camera ticinese dell’economia fondiaria e Società Svizzera Impresari costruttori sezione Ticino, non vuole essere solo un segno ulteriore di unità del mondo economico cantonale, bensì rappresentare pure un momento di riflessione sull’evoluzione della nostra economia e dare il giusto risalto alle imprese attive nei diversi settori e a tutti i loro collaboratori. La crisi economica che ha colpito duramente diversi rami dell’economia cantonale a partire dall’ultima parte del 2008 e che non è ancora del tutto superata, non dovrebbe forse indurci a festeggiamenti; in realtà questa profonda crisi ci ha restituito un tessuto economico resistente, capace di lottare di fronte alle difficoltà non solo per sopravvivere ma anche per progredire. Pur partendo da piccoli numeri l’economia ticinese possiede eccellenze e raggiunge posizioni significative sia sul mercato interno sia sui mercati del mondo, grazie anche al fondamentale apporto delle collaboratrici e dei collaboratori delle imprese e società, in tutti i settori economici. È un’economia che sta crescendo inevitabilmente in qualità, a livello delle tecnologie ma pure dei servizi e che offre preziosi posti di lavoro e risorse fiscali importanti per gli enti pubblici. È un tessuto economico parte integrante del sistema-paese cantonale, consapevole che solo un’economia forte può supportare le sfide della nostra società moderna. Per l’economia tuttavia le sfide non finiscono mai. Il relativo miglioramento congiunturale è accompagnato dalla forte rivalutazione del franco svizzero rispetto ad altre monete di riferimento, in particolare l’euro. Questa situazione perdura oramai da diverso tempo e sta mettendo sempre più in difficoltà l’economia d’e-
sportazione. D’altra parte la Svizzera è pure un paese che attira nuovi investimenti dall’estero grazie anche alle finanze solide. Ma è innegabile che l’evoluzione della nostra moneta e un prossimo possibile aumento dei tassi di interesse stia preoccupando tutti, ad iniziare dalla nostra banca centrale. Rispondendo al nostro invito per la prima Giornata dell’economia ticinese, il dr. Philipp M. Hildebrand, Presidente della Direzione generale della Banca Nazionale Svizzera, traccerà le sfide che si pongono sul piano della politica monetaria. Un tema di sicuro interesse, per le implicazioni a livello dell’economia reale, nei suoi diversi ambiti. Programma 16.30 Inaugurazione e saluto delle associazioni economiche cantonali Saluto della Consigliera di Stato On. Laura Sadis Direttrice del Dipartimento delle finanze e dell’economia del cantone Ticino “Les défis de la politique monétaire” relazione (in lingua francese) del Presidente della Direzione generale della Banca Nazionale Svizzera, Dr. Philipp M. Hildebrand Dibattito con i Presidenti delle associazioni economiche e domande del pubblico, con la moderazione di Lino Terlizzi, Giornalista, Vice direttore e Responsabile della redazione economica del Corriere del Ticino al termine Aperitivo offerto dalla Banca Nazionale Svizzera Partecipazione gratuita. Iscrizioni: entro il 22.10.2010 alla Segreteria AITI, cp 5130, 6901 Lugano, Fax +41 91 923 46 36, info@aiti.ch
Philipp M. Hildebrand Philipp M. Hildebrand nasce il 19 luglio 1963. Dopo il conseguimento della maturità a Zurigo, ottiene nel 1988 il Bachelor of Arts presso l’Università di Toronto. Prosegue gli studi superiori presso l’Istituto universitario di alti studi internazionali (HEI) di Ginevra (1988-1990), presso l’Istituto universitario europeo (IUE) di Firenze (1992) e presso il Centro per affari internazionali (CFIA) dell’Università di Harvard, a Cambridge (1993). Nel 1994, conclude i suoi studi con un titolo di dottore in studi internazionali all’Università di Oxford. Philipp M. Hildebrand inizia il suo percorso professionale nel 1994 al Forum economico mondiale a Ginevra. Nel 1995 entra a far parte della Moore Capital Management, Londra e New York, di cui diventa partner nel 1997. Nel 2000, il gruppo Vontobel di Zurigo lo assume come Chief Investment Office, prima di giungere un anno più tardi all’Union Bancaire Privée di Ginevra, in qualità di Responsabile degli investimenti e di membro del comitato esecutivo. Nominato membro della Direzione generale della Banca Nazionale Svizzera dal Consiglio federale, Philipp M. Hildebrand prende la testa del 3° dipartimento (mercati finanziari, operazioni bancarie, informatica) nel giugno 2003. Dal 1° marzo 2007 esercita la funzione di Vicepresidente della Direzione generale e capo del 2° dipartimento (finanze, banconote e monete, sistemi finanziari, sicurezza) a Berna. Dal 1° gennaio 2010 ricopre l’incarico di Presidente della Direzione generale e capo del 1° dipartimento (affari economici, affari internazionali, affari giuridici e servizi) a Zurigo. Philipp M. Hildebrand è membro del Consiglio di amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali (BRI) a Basilea. Rappresenta la Svizzera in seno al Comitato di pilotaggio e dell’assemblea plenaria del Financial Stability Board (FSB). Dal 2006 al 2007, è Presidente dei supplenti del G10. Dal 2008 è membro del Gruppo dei Trenta. Philipp M. Hildebrand è coniugato e padre di una figlia.
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Eventi
ASEAN: il futuro della Svizzera?
Cari lettori, come di consueto vi proponiamo alcune testimonianze o interviste ai relatori dei nostri eventi. Il 20 settembre scorso presso l’Hotel Parco Paradiso si è tenuto un seminario sulla zona ASEAN, l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico, più comunemente conosciuta come ASEAN, che stata fondata nel 1967 da parte di cinque Stati membri originari (Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Thailandia) a cui si sono poi aggiunti Brunei, Vietnam, Laos, Myanmar e Cambogia. Vi presentiamo dunque un’intervista con Rolf M. Noll, Senior Consultant Asia Pacific, di Osec, e la testimonianza di Gian Paolo Palladini, CEO Trasfor SA di Molinazzo di Monteggio. Buona lettura!
L’ASEAN: un mercato interessante, ma ancora sottovalutato Intervista con Rolf M. Noll, Senior Consultant Asia Pacific, Osec
L’Asia non è solo Cina e India: anche l’ASEAN rappresenta un mercato vasto e interessante per le aziende svizzere. Quale importanza detiene la regione per investitori ed esportatori svizzeri? “Notevole, perché gli Stati membri dell’ASEAN, posti tra India e Cina, formano con esse una zona di libero scambio di cui anche investitori e fornitori svizzeri possono approfittare. Parliamo di Paesi dalla mentalità aperta e con un sistema giuridico improntato al modello anglosassone: qui è più facile fare affari che, ad esempio, in Cina. Inoltre, i Paesi dell’ASEAN formano un mercato di quasi 600 milioni di abitanti, che possono permettersi sempre più beni e servizi”. Quest’anno l’associazione ha abolito gli ostacoli agli investimenti. Cosa significa per le imprese svizzere? “I Paesi dell’ASEAN hanno istituito zone speciali con molti vantaggi per gli esportatori svizzeri. Stanno profondendo grandi sforzi per portare infrastruttura, telecomunicazioni e approvvigionamento energetico ai livelli occidentali. A seconda del Paese e della re-
gione, gli investitori svizzeri trovano poi innumerevoli incentivi, come agevolazioni fiscali, esenzione da dazi doganali e da tasse all’importazione per i materiali da riesportare”. L’accordo di libero scambio tra ASEAN e Cina ha creato il terzo blocco commerciale più grande al mondo. Quali le ripercussioni per il nostro export? “I Paesi dell’ASEAN beneficiano del boom economico di Cina e India e delle relazioni commerciali con Nazioni con cui esistono accordi di libero scambio. Questi accordi agevolano il commercio tra i vari Paesi. Gli esportatori svizzeri, e soprattutto i fornitori che esportano verso gli Stati dell’ASEAN, hanno quindi accesso anche ai due grandi mercati di Cina e India. I prodotti svizzeri di qualità, come quelli dell’industria dei macchinari e della subfornitura, sono molto richiesti. Ritengo che le opportunità commerciali per la Svizzera di fare affari con tali Stati siano stati sinora poco prese in considerazione: ecco quindi che l’evento del 20 settembre a Lugano è stato un’ottima occasione per attirare l’attenzione delle aziende ticinesi sulle potenzialità offerte da questi Stati, anche perché abbiamo trattato e comparato i vari Paesi e i loro mercati”. Ci sono mercati dello spazio ASEAN particolarmente allettanti per gli esportatori svizzeri? “Sì, riscontriamo una crescita vigorosa in Indonesia,
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Vietnam e nelle Filippine, con una giovane popolazione ben istruita, che guadagna bene. In Indonesia, 45 milioni di abitanti appartengono già alla classe media e, nelle Filippine, quasi un terzo della popolazione: un enorme potenziale di futuri clienti anche per le aziende svizzere. I fornitori svizzeri hanno buone chances, dato che questi Paesi stanno ampliando rapidamente la loro infrastruttura. Anche le energie rinnovabili sono temi attuali, e la Svizzera è tra i leader per gli impianti idroelettrici e l’energia solare. Il «problema» delle distanze non deve intimorire chi vuole lanciarsi in quest’area: oggi, con la globalizzazione, i commerci funzionano ovunque. Penso ai circa 300 fornitori dell’industria automobilistica svizzera: secondo me possono cogliere anche subito le opportunità dello spazio ASEAN, poiché tutte le principali marche di automobili vi sono presenti con siti di produzione. Ad esempio le marche tedesche di lusso non conseguono di certo i propri grandi fatturati nella «vecchia» Europa, ma nell’Asia del boom economico! Vorrei poi aggiungere qualcosa sul consumo interno: ad esempio il prodotto nazionale lordo in Indonesia, così come nelle Filippine, dipende in gran parte dal consumo locale; per questo, tali Paesi non sono stati troppo colpiti dalla crisi. In Tailandia c’è al momento qualche problema politico, soprattutto per gli investitori che operano su tempi lunghi: l’export continua tuttavia ad essere florido”. Oltre ai settori sopracitati, quali altri settori presentano interessanti possibilità? “In particolare i settori legati alla crescita economica, come quello della lavorazione e del confezionamento degli alimenti, i beni di consumo, l’approvvigionamento/acquisti. Vi sono poi i settori tradizionalmente forti nell’export, come chimica e farmaceutica, macchinari
e strumenti di precisione, nonché fabbricazione, IT, elettronica, agroalimentare, biologico, sanitario e wellness. Il Vietnam è un mercato estremamente interessante, che cresce molto rapidamente (+3% nel 2009 nonostante la crisi): qui l’infrastruttura viene continuamente ingrandita perché ci sono molte lacune da colmare. Le ditte svizzere trovano opportunità commerciali anche nella logistica, soprattutto nella costruzione di ferrovie, strade e porti, oppure in quello dell’elettricità. Infine, il Vietnam è sempre più apprezzato oltre che per il «software outsourcing», anche come mercato di retail e distribuzione”. In quali settori occorre prevedere delle difficoltà? “I Paesi dell’ASEAN non formano un mercato omogeneo: ogni Stato ha i propri usi e, soprattutto, la propria religione e cultura, e presenta un diverso livello di sviluppo economico. Si tratta di mercati molto diversi tra loro. È quindi necessario un approccio approfondito e differenziato. Un problema da non sottovalutare è sicuramente la pesante burocrazia: per ovviarvi, l’Osec può comunque offrire un efficace supporto in loco grazie alle sue reti. È molto importante prepararsi adeguatamente, effettuare accertamenti di mercato e scegliere il partner commerciale locale più idoneo. La scelta del giusto partner all’estero è cruciale: come ha infatti dimostrato un’inchiesta dell’Osec tra le PMI, un terzo di quelle che ci provano all’estero falliscono solo per essersi appoggiate a partner sbagliati o a soggetti poco affidabili”. Come può l’Osec, concretamente, aiutare le aziende svizzere nello spazio dell’ASEAN? “L’Osec e lo Swiss Business Hub locale offrono servizi e soluzioni su misura, che spaziano dall’approntamento
LE 10 DOMANDE PER CHI INTENDE LANCIARSI NELLO SPAZIO DELL’ASEAN 1. In quale dei 10 Paesi dell’ASEAN intendo iniziare un’attività commerciale e perché? 2. La mia azienda dispone del necessario know how riguardo al mercato target? Mi sono già procurato sufficienti informazioni sul mercato in cui intendo entrare? 3. Ho già elaborato una precisa strategia commerciale per il nuovo mercato target? 4. Conosco la cultura commerciale e le peculiarità del mercato target? 5. Ho analizzato a fondo i canali di vendita per i miei prodotti sul mercato target? 6. I miei prodotti/servizi sono competitivi sul mercato target e ho studiato per bene i miei concorrenti? 7. Ho già scelto accuratamente gli eventuali partner commerciali? Essi vengono considerati “seri” da varie parti? 8. La mia ditta si è preparata abbastanza accuratamente per il lancio sul nuovo mercato target: in particolare, ha eseguito i necessari accertamenti sulle formalità doganali, la protezione dei marchi, le leggi, le disposizioni in materia di prodotti ecc.? 9. Nei prossimi anni posso contare su un adeguato volume di mercato e nel prossimo futuro vi sarà sufficiente potenziale di mercato? 10. Ho sufficienti risorse finanziarie e di personale per elaborare il nuovo mercato? Fonte: www.osec.ch
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L’ASEAN in breve
di elenchi verificati di contatti commerciali, all’individuazione mirata di partner commerciali qualificati, dalla raccolta, stesura e trasmissione delle principali informazioni sul mercato fino all’esecuzione di studi di mercato completi: e questo non solo nei Paesi dell’ASEAN, ma in tutto il mondo”. La corruzione compromette forse le opportunità commerciali nei Paesi ASEAN? “Personalmente ritengo che quest’idea sia troppo radicata nell’immaginario collettivo. Io ho lavorato 15 anni nel commercio internazionale in quella zona e non mi sono mai trovato in una simile situazione. E alle aziende svizzere che dovessero eventualmente viverla in prima persona, consiglio di consultare il proprio partner commerciale locale, che saprà trovare una soluzione bonaria. Inoltre, raccomando di leggere la lista di controllo «Le 10 domande per chi intende lanciarsi nello spazio dell’ASEAN»”.
Nome completo: Associazione delle Nazioni dell’Asia Sud-Orientale (“ASEAN”) Anno di fondazione: 1967 Paesi membri: Paesi fondatori: Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Tailandia Nuovi membri: Brunei Darussalam (08.01.1984), Vietnam (28.07.1995), Laos e Myanmar (23.07.1997), Cambogia (30.04.1999) Popolazione: 580 milioni di persone Economia (2009): tasso di crescita dell’ASEAN-5: + 1,7%; PIL complessivo: 1,5 trilioni di USD; PIL pro capite: 2,609 USD; Commercio (2009): esportazioni complessive: 804 bilioni di USD, importazioni complessive: 720 bilioni di USD, IDE complessivo: 58,7 bilioni di USD (2008) Fonte: discorso della Signora Melanie Zoref, Senior Trade Officer, SBH ASEAN, ufficio di Manila – evento dedicato all’ASEAN, Lugano, 20.09.10
Quali sono gli Hub dell’Osec a disposizione delle ditte svizzere nello spazio ASEAN? “Abbiamo nostri collaboratori in loco che, per motivi giuridici, sono impiegati nelle Ambasciate svizzere: a Singapore, Hanoi (Vietnam), Bangkok (Tailandia), Kuala Lumpur (Malaysia), Giacarta (Indonesia) e Manila (Filippine). Vengono in Svizzera 1-2 volte l’anno per comprendere ancora meglio le esigenze delle ditte svizzere e, assieme, cerchiamo la soluzione ottimale per rispondere alle loro necessità. Ad esempio lo stesso giorno dell’evento sull’ASEAN, la nostra Senior Trade Officer di Manila, la Responsabile dell’Osec Ticino e il sottoscritto, abbiamo svolto colloqui di un’ora con varie ditte ticinesi. Grazie alla loro ampia rete sul posto e alla conoscenza della situazione e delle condizioni nazionali, i nostri collaboratori in loco possono sempre assicurare aiuto e supporto alle aziende svizzere”.
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Eventi
L’esperineza di Trasfor SA di Gian Paolo Palladini, CEO Trasfor SA di Molinazzo di Monteggio
Trasfor SA, fondata nel 1967 nel Canton Ticino a Molinazzo di Monteggio, è un’azienda moderna fortemente orientata alla qualità del prodotto e dei servizi ed alla completa soddisfazione del cliente. L’azienda progetta e realizza trasformatori in media e bassa tensione oltre e reattori di varie potenze ed applicazioni. La tecnologia prevalente è l’inglobatura in resina epossidica, per le macchine in media tensione, e l’impregnazione sotto vuoto per bassa tensione. Il campo di applicazione di questi prodotti è vastissimo e spazia dalla propulsione elettrica di grosse navi da crociera fino alla trazione ferroviaria e alla produzione e distribuzione dell’energia elettrica in genere, sia da fonti convenzionali che rinnovabili. Concetti come la globalizzazione, la delocalizzazione e la crisi mondiale dei consumi sono stati interpretati dal management di Trasfor più come un’opportunità che una minaccia, ed un esempio concreto di questa affermazione è la recente creazione di una joint venture, prevalentemente a carattere produttivo, in Tailandia. Questo importante investimento nella zona asiatica non ha come obiettivo la delocalizzazione della produzione attuale, ma l’ulteriore sviluppo nei mercati emergenti, in forte crescita e difficilmente raggiungibili dalla Svizzera per questioni logistiche ed economiche. Il partner scelto per questa joint venture è un’azienda tailandese, Charoenchai, fortemente e storicamente radicata sul proprio territorio, soprattutto grazie alla lunga esperienza acquisita nella progettazione e realizzazione di trasformatori immersi in olio, e ben conosciuta in Trasfor grazie ai molti anni di rapporto commerciale. Fin dal 2004 Trasfor ha infatti venduto sets di bobine inglobate che sono state assemblate da Charoenchai per la realizzazione di trasformatori media tensione di distribuzione destinati al mercato domestico ed all’esportazione nell’area ASEAN. Questa collaborazione, ha permesso ad entrambe le società il consolidamento un profondo rispetto reciproco che ha fortemente agevolato la risoluzione dei piccoli e grandi problemi ed incomprensioni che stanno dietro ad un’operazione di investimento di capitale, di risorse e di energie naturalmente necessarie alla creazione di joint venture di successo.
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La nuova Società, TRASFOR CHAROENCHAI L.t.d., è stata creata all’inizio del 2010 e Trasfor ne detiene il controllo. Il nuovo stabilimento produttivo in costruzione a Bangkok, verrà ultimato nei primissimi mesi del 2011. Ciononostante il portafoglio ordini della NewCo è già in forte crescita e per l’anno prossimo si prevede un cospicuo aumento degli ordinativi anche grazie all’importante sforzo commerciale che sia Trasfor che il suo partner stanno dedicando con profusione nei rispettivi mercati di riferimento. La Tailandia è ritenuta, dai maggiori esperti di mercato, la quarta destinazione per gli investimenti esteri e tra le prime tre in Asia. Essa rappresenta oggi uno dei paesi più interessanti del Sud-Est Asiatico sotto il profilo commerciale ed economico, anche grazie alla posizione strategica e alla sua appartenenza all’ASEAN, che la pongono al centro di un mercato di oltre cinquecento milioni di persone. La comunicazione in lingua locale è comunque difficile ma il livello generale di scolarizzazione ed il livello medio di conoscenza della lingua inglese sono soddisfacenti. Oltre alla rete dei trasporti e delle comunicazioni, il Paese vanta un ottimo livello d’infrastrutture e può contare sia su un forte settore produttivo, che su un eccellente settore dei servizi, qualificati ed efficienti. Nel complesso, la Tailandia è un Paese dinamico e moderno che sta investendo molto nell’innovazione. Punti forti questi che consentono che minimizzano le preoccupazioni derivanti dai recenti disordini che non rappresentano per il futuro motivo di preoccupazione Il Governo tailandese promuove fortemente gli investimenti esteri diretti, con specifici programmi ed incentivi, gestiti da appositi istituti come il Board of Investment (BOI) e l’Office of Small and Medium Enterprises Promotion (OSMEP). Per Trasfor questa joint venture rappresenta il banco di prova per futuri progetti ed espansioni in altre zone del mondo caratterizzate dal prevedibile alto tasso di sviluppo futuro. In particolare nell’area identificata come BRIC, si impone attualmente un’analisi approfondita sulle opportunità concrete di investimento. Il progetto TRASFOR in Tailandia ad oggi risulta vincente, i termini ed i programmi stabiliti sono sostanzialmente raggiunti e confermati, il morale e le aspettative sono addirittura aumentati in corso d’opera. Confidiamo che l’impegno profuso da entrambe le società porterà in tempi brevi TRASFOR CHAROENCHAI ad essere protagonista nel mercato asiatico con la competenza e professionalità necessari a vincere una la competizione agguerrita del mercato asiatico.
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Corsi di formazione proposti dalla cc-ti LE MODALITÀ DI TRASPORTO NEL COMMERCIO INTERNAZIONALE Programma Modulo 1 - Il trasporto terrestre ed il traffico combinato • La figura dello spedizioniere: il suo ruolo, i suoi compiti ed il mandato di spedizione • Le caratteristiche principali del trasporto su strada e di quello combinato • I punti deboli ed i punti forti rispetto ad altre modalità di trasporto • I documenti di trasporto • Le responsabilità Data: 9 novembre 2010 Modulo 2 - Il trasporto aereo • Le caratteristiche di base e le peculiarità del trasporto aereo • I punti deboli ed i punti forti rispetto ad altre modalità di trasporto • I documenti di trasporto • Le responsabilità Data: 16 novembre 2010 Modulo 3 - Il trasporto marittimo • La figura dello spedizioniere: il suo ruolo, i suoi compiti ed il mandato di spedizione • Le caratteristiche del trasporto su strada • I punti deboli ed i punti forti • I documenti di trasporto • Le responsabilità Data: 23 novembre 2010 Modulo 4 - Il trasporto di merce pericolosa • La merce pericolosa nella varie modalità di trasporto • Classificazione di merci pericolose • Le normative internazionali nel trasporto di merci pericolose • Le responsabilità Data: 30 novembre 2010 L’ABC DELL’EXPORT: CORSO BASE Programma Modulo 1 - Introduzione al commercio con l’estero • L’economia estera di un Paese (definizioni e concetti chiave; indicatori ed elementi analitici; strumenti di politica commerciale; l’esempio della Svizzera) • Le istituzioni internazionali nell’economia globale ed i pilastri del commercio mondiale (OMC, UE, ONU, BM, FMI, ecc.)
• L e istituzioni svizzere coinvolte nel commercio con l’estero (Camera di commercio, Osec, SECO, ecc.) Data: 11 novembre 2010, dalle 16.00 alle 18.30 Modulo 2 - La dogana commerciale in pillole • Ruolo, compiti e presentazione degli uffici di riferimento • La procedura d’imposizione doganale • I regimi doganali • Il Tares • I dispositi federali di natura non doganale • L’origine preferenziale e non preferenziale delle merci Data: 18 novembre 2010, dalle 16.00 alle 18.30 Modulo 3 - Le diverse modalità di trasporto di merci • Visione generale del trasporto terrestre, via mare, aereo nonché del traffico combinato • Caratteristiche principali e particolarità dei vari mezzi di trasporto • I documenti di trasporto in breve (CMR, B/L, AWB, RWB) • Accenni al trasporto di merci pericolose • Breve presa in considerazione della composizione e creazione di costi e prezzi di spedizione Data: 25 novembre 2010, dalle 16.00 alle 18.30 Modulo 4 - Gli Incoterms 2000 e l’assicurazione di trasporto • Gli Incoterms 2000: definizione, scopo, utilizzo • Le clausole di resa (Incoterms) nella pratica • Definizione dell‘assicurazione trasporti ed i rischi più ricorrenti per le merci in viaggio • Il trasferimento del rischio fra il venditore e il compratore • I rischi coperti e quelli esclusi dall’assicurazione Data: 2 dicembre 2010, dalle 16.00 alle 18.30 Modulo 5 - Le modalità di pagamento ed il finanziamento delle esportazioni • I rischi nell’ambito internazionale • Quali strumenti finanziari utilizzare e la loro funzione nelle operazioni import/export • Accenni allo svolgimento di un’operazione di credito/ incasso documentario, i vantaggi e gli svantaggi visti nell’ottica del compratore e del venditore • Le garanzie utilizzate nelle esportazioni Data: 9 dicembre 2010, dalle 16.00 alle 18.30 Altre informazioni e iscrizioni: Cc-Ti, Tel. +41 91 911 51 18, corsi@cc-ti.ch, ww.cc-ti.ch
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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino
prossime GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO, OTTOBRE/NOVEMBRE 2010 Germania: la forza trainante della ripresa nella zona euro Lugano, 12 ottobre 2010 • volontà di recuperare il terreno perso nell’industria e nel settore edile, che si traduce in numerose opportunità d’affari per le PMI svizzere; • importante ripresa nel ramo automobilistico con conseguente richiesta nella subfornitura. Kazakistan: un mercato con 16,4 milioni di potenziali clienti Lugano, 27 ottobre 2010 • forte domanda di tecnologie, know-how, macchinari e apparecchiature moderne; • buon livello formativo e personale altamente qualificato. Polonia: crescita dell’1,6% nel 2010 Lugano, 18 novembre 2010 • la Polonia possiede quello a cui tanti aspirano: la stabilità economica; • Campionati europei di calcio 2012: ingenti investimenti nell’infrastruttura e nei trasporti. Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dal paese di riferimento. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! CONTATTATECI AL NO. TEL. +41 91 911 51 37 OPPURE TRAMITE E-MAIL ALL’INDIRIZZO INFO.LUGANO@OSEC.CH, SAREMO LIETI DI FISSARVI UN APPUNTAMENTO.
Svizzera e Russia: piano d’azione per rafforzare la collaborazione economica
A fine agosto 2010, Svizzera e Russia hanno sottoscritto un piano d’azione per rafforzare la collaborazione economica bilaterale. L’obiettivo futuro è la firma di un accordo di libero scambio tra AELS e Russia. Secondo quanto comunicato dal Dipartimento federale dell’economia (DFE), il piano d’azione per gli anni 201113 elenca tredici misure volte a promuovere ulteriormente la cooperazione tra Russia e Svizzera negli ambiti economico, commerciale, finanziario e degli investimenti. Si tratta soprattutto di ottimizzare le strutture commerciali e d’intensificare gli scambi di prodotti ad alta intensità di ricerca e delle tecnologie innovative. L’accordo, che integra il primo piano d’azione già portato a termine per il periodo 2008-10, comprende nuove misure per la promozione mirata della collaborazione bilaterale nel settore energetico (ricerca, efficienza e sicurezza), nell’aviazione civile e in ambito doganale. Inoltre, i due Paesi prevedono di avviare presto i negoziati in vista di un accordo di libero scambio tra l’AELS e la Russia. Secondo la parte svizzera, le trattative potrebbero aver inizio già alla fine dell’anno corrente. In quest’ottica,
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il Consiglio federale dovrebbe estendere prossimamente il mandato di negoziazione anche alla Bielorussia e al Kazakistan, che hanno costituito recentemente una zona di libero scambio con la Russia. Comunicato stampa del DFE: “Svizzera e Russia sottoscrivono un piano d’azione economico” www.news.admin.ch/message/?lang=it&msg-id=34783
L’accordo di libero scambio AELS-Serbia è in vigore dal 1° ottobre 2010
Secondo quanto comunicato dal Dipartimento federale dell’economia (DFE), l’accordo di libero scambio, a livello bilaterale tra Svizzera e Serbia, è entrato in vigore il 1° ottobre 2010. Di conseguenza, la maggior parte dei beni industriali d’origine svizzera potranno ora essere importati in Serbia in franchigia doganale. I dazi rimanenti saranno eliminati entro il 31 dicembre 2013. Inoltre, la Svizzera beneficia di concessioni doganali su diversi prodotti agricoli di base (in particolare sui formaggi). Dal conto suo, la Svizzera ha abolito i dazi doganali sui beni industriali provenienti dalla Serbia, ad eccezione di alcuni prodotti impiegabili per il foraggiamento.
Comunicato stampa del DFE: “L’accordo di libero scambio AELS-Serbia entrerà in vigore il 1° ottobre 2010” www.news.admin.ch/message/?lang=it&msg-id=34931
Negoziati in vista di un accordo di partenariato economico AELS e Indonesia
Le trattative in vista di un accordo di partenariato economico d'ampia portata tra l’AELS e l’Indonesia sono state avviate ufficialmente in occasione della visita di stato lo scorso mese di luglio della presidente della Confederazione Doris Leuthard a Jakarta. Secondo un comunicato del Dipartimento federale dell’economia (DFE), l’accordo verterà soprattutto sul commercio di beni e di servizi, sugli investimenti, sulla protezione della proprietà intellettuale, sugli appalti pubblici e sulla cooperazione economica. I risultati di uno studio congiunto sulla fattibilità, che secondo il DFE ha evidenziato un alto grado di complementarità tra gli Stati dell’AELS (Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) e l’Indonesia, sono di buon auspicio per una conclusione positiva dei negoziati. Durante la visita ufficiale, sono inoltre stati conclusi due accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Indonesia: • dichiarazione d’intenti per rafforzare la collaborazione nell’ambito del turismo, volta soprattutto alla realizzazione di un progetto per la promozione del turismo sostenibile sull’isola di Flores; • accordo sulla reciproca soppressione dell’obbligo di visto per i titolari di un passaporto diplomatico o di servizio. Comunicato stampa del DFE: “Visita ufficiale della presidente della Confederazione presso il presidente indonesiano” www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=34218
Il Giappone ricorrerà sia alle energie rinnovabili sia alle centrali nucleari
Il Giappone intende cambiare rotta nella sua politica energetica interna, promuovendo le energie rinnovabili e costruendo nuove centrali nucleari. La strategia per realizzare questa politica energetica è stata presentata a giugno 2010. Il Giappone intende soprattutto ridurre l’impiego di energie fossili (petrolio, gas, carbone), che attualmente generano oltre la metà dell’elettricità consumata a livello nazionale. La nuova strategia energetica prevede di aumentare la quota parte di energie rinnovabili nella produzione energetica primaria dagli attuali 3% al 10% entro il 2020. La priorità è data al fotovoltaico, che dal novembre 2009 gode di tariffe di acquisto preferenziali. Nel 2009, la capacità di tutti gli impianti fotovoltaici è aumentata da 484 a 2’450 megawatt. Nei prossimi anni, anche i più importanti produttori di energia del Paese intendono compiere maggiori sforzi in questo senso, incrementando le capacità dell’energia solare di 140 MW. Il governo giapponese ha inoltre annunciato di voler estendere le tariffe d’acquisto ad altre fonti di energie rinnovabili. Si può quindi prevedere un aumento degli investimenti per l’impiego dell’eolico, della geotermia e della biomassa.
Il Giappone intende altresì promuovere la costruzione di centrali a carbone pulite e attrezzare le centrali esistenti con nuove tecnologie di assorbimento e di stoccaggio di CO2. L’edificazione di un impianto pilota che impieghi la tecnica IGCC sarà iniziata verosimilmente nel mese di marzo 2013. Infine, la strategia energetica giapponese prevede anche un maggior ricorso al nucleare. Attualmente, nel paese sono attive 17 centrali nucleari con 54 blocchi di reattore in grado di produrre un totale di 48’947 megawatt; entro il 2020, si aggiungeranno 9 nuovi reattori. Ministry of Economy, Trade and Industry: “Establishment of the Strategic Energy Plan of Japan” www.meti.go.jp/english/press/data/20100618_08.html
Sudafrica: riduzione d’imposta per i grandi progetti industriali
In Sudafrica, i grandi progetti industriali possono ora beneficiare di una riduzione d’imposta fino al 55%. La misura è limitata fino al 31 dicembre 2014 oppure fino all’esaurimento del fondo di 2,8 miliardi di franchi stanziato a questo scopo. Secondo le regole pubblicate recentemente da Pretoria, si prevede una riduzione d’imposta dal 35% fino al 55% per i grandi progetti industriali con investimenti totali da 28 fino a 225 milioni di franchi. Per beneficiare delle agevolazioni, i progetti devono ottenere un minimo di otto punti su dieci in una scheda di valutazione. I criteri analizzati comprendono: • la creazione di nuovi posti di lavoro; • l’aumento dell’efficienza energetica; • l’attribuzione di mandati alle PMI in loco; • la promozione della formazione e del perfezionamento. Engineering News: “Regulations now in place for SA’s R20bn large project tax incentive” http://www.engineeringnews.co.za/article/regulationsnow-in-place-for-sas-r20bn-large-project-tax-incentive-2010-07-27
La Gran Bretagna punta al verde
In Gran Bretagna, i committenti pubblici e privati attribuiscono sempre maggior importanza a un’esecuzione dei progetti edili e infrastrutturali secondo le norme CEEQUAL (Civil Engineering Environmental Quality Assessment & Award Scheme), introdotte nel 2004 per valutare l’impatto ecologico e sociale delle opere realizzate. Le imprese registrate presso la CEEQUAL non si limitano a rispettare gli standard previsti, ma s’impegnano anche a superarli, stabilendo di conseguenza nuovi criteri qualitativi. Secondo i rapporti della Germany Trade and Invest GTAI e del New Civil Engineer, attualmente 175 progetti sono valutati secondo le norme della CEEQUAL; opere per un totale di 18 miliardi di euro sono state verificate dalla sua introduzione. Gli aspetti di sostenibilità analizzati comprendono: • la gestione del progetto (peso nella valutazione: 10,9%); • le emissioni di energia e di CO2 (9,5%); • i materiali impiegati (9,4%); • l’ambiente e la biodiversità (8,8%);
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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino
• l’utilizzo e la gestione delle risorse idriche (8,5%); • la gestione dei rifiuti (8,4%); • il trasporto (8,1%); • l’assetto territoriale (7,9%); • il paesaggio (7,4%); • i rapporti con la collettività (7,4%); • gli effetti sulla zona circostante (7,1%); • l’ambiente storico (6,7%). Le tasse per una valutazione CEEQUAL si basano sui costi preventivati per realizzare il progetto. La quota minima ammonta a 4’190 euro (per progetti fino a 1,2 milioni di euro); per opere comprese tra i 540 e i 600 milioni di euro, la tassa è di circa sette volte superiore. CEEQUAL: “The assessment and awards scheme for improving sustainability in civil engineering and the public realm” www.ceequal.co.uk/
del mese che segue il mese del fatto generatore dell’imposta per le cessioni di beni intracomunitarie esenti dall’IVA conformemente all’articolo 138 e per le prestazioni di servizi per le quali l’IVA è dovuta dal destinatario conformemente all’articolo 196; • gli Stati membri dell’UE devono indicare al contribuente le scadenze vincolanti per la fatturazione di altre forniture di beni e di servizi; • le norme sull’IVA nella fatturazione elettronica sono state revisionate e adattate in gran parte alle prescrizioni per la fatturazione cartacea. Direttiva 2010/45/UE del Consiglio del 13 luglio 2010 recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda le norme in materia di fatturazione http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ: L:2010:189:0001:0008:IT:PDF
Opportunità d’affari per le PMI svizzere nell’UE: banca dati con informazioni sui progetti finanziati dall’UE
L’UE mira a un diritto contrattuale uniforme
Il 1° agosto 2010 è entrato in funzione il portale “Fördermittel A – Z”, lanciato dalla società SwissCEE in collaborazione con l’Osec, volto a informare le aziende svizzere sui progetti finanziati dal contributo svizzero all’allargamento e dal fondo strutturale dell’UE nonché sulle opportunità d’affari che ne derivano. Ecco una panoramica dei contenuti del nuovo sito: • Trovare un progetto/funzioni di ricerca La ricerca dei progetti può essere svolta selezionando i criteri “paese”, “donatore del contributo” e/o “tematica/ attività”; • Informazioni selezionate Le informazioni sui programmi, selezionate in base agli interessi e alle necessità individuali, possono essere raccolte e gestite su un conto personale. È inoltre possibile abbonarsi gratuitamente via e-mail agli aggiornamenti sui programmi d’interesse; • Questionari di verifica I questionari forniscono una panoramica sulla tempistica della realizzazione di un programma – dalla preparazione fino al monitoraggio del progetto realizzato; • Dati/indirizzi Si possono reperire gli indirizzi e i dati essenziali sulla Svizzera e sui seguenti 17 Stati membri dell’UE: Austria, Bulgaria, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria. SwissCEE: “Fördermittel A – Z” (in lingua tedesca) www.swisscee.eu/index.php?option=com_content&view= article&id=75&Itemid=63&lang=de
L’UE semplifica le norme sull’IVA nella fatturazione
Le nuove norme pubblicate recentemente nella gazzetta ufficiale dell’UE mirano ad armonizzare e semplificare le relative prescrizioni nazionali nello scambio transfrontaliero di merci e servizi. Le seguenti modifiche sono di particolare rilevanza: • la fattura deve essere emessa al più tardi al 15° giorno
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In un libro verde pubblicato recentemente, la Commissione europea ha elaborato diverse proposte per un diritto contrattuale uniforme. Si mira a una maggiore trasparenza e certezza giuridica nelle vendite transfrontaliere di beni e di servizi nel mercato interno, sia per i consumatori sia per le aziende, grazie a norme vigenti nell’intera Unione europea. Le opzioni più importanti sono le seguenti: • pubblicazione di norme contrattuali tipo da impiegare nel mercato unico europeo; • elaborazione di un quadro di riferimento per l’adozione di nuovi atti legislativi; • assimilazione del diritto contrattuale europeo nella legislazione nazionale; • elaborazione di un diritto contrattuale europeo che i consumatori e le imprese possano scegliere liberamente, ossia: i consumatori e le imprese decidono quale giurisprudenza sarà applicabile per una determinata transazione, se il diritto di uno dei 27 Paesi membri oppure quello paneuropeo; • armonizzazione dei diritti contrattuali nazionali mediante una direttiva UE oppure la piena armonizzazione mediante un regolamento UE. Comunicato stampa della Commissione europea: “La Commissione europea cerca soluzioni per un diritto europeo dei contratti che agevoli l’accesso di consumatori e imprese al mercato unico” http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference =IP/10/872&format=HTML&aged=0&language=IT&guiL anguage=en
Nuovo portale informativo per una migliore protezione della proprietà intellettuale
Il nuovo portale internet creato dall’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale (IPI) intende assistere le PMI svizzere affinché tutelino maggiormente la loro proprietà intellettuale. Un tale portale si è rivelato una necessità per le PMI: l’esperienza dimostra che le imprese svizzere hanno un notevole bagaglio di conoscenze e un grande potenziale innovativo, ma trascurano la protezione della proprietà intellettuale. Infatti, malgrado la Svizzera vanti la maggior capacità innovativa al mondo, da diverse indagini è risul-
tato che circa un terzo delle PMI interpellate rinunciano a tutelare attivamente le loro invenzioni. In realtà, basterebbero pochi accorgimenti per proteggere le proprie invenzioni da abusi da parte di terzi. Il portale pmi.ipi.ch e la rete di servizi ivi presentata illustrano quali misure occorre adottare per tutelarsi, specificando dove, quando e come procedere a seconda del settore d’attività e della tipologia d’impresa. Comunicato stampa dell’IPI: “PMI e proprietà intellettuale: due fattori determinanti per il successo dell’economia svizzera” www.news.admin.ch/message/?lang=it&msg-id=34693 Istituto Federale della Proprietà Intellettuale: “Progetto PMI-PI” www.ige.ch/it/istituto/istituto/progetti-e-cooperazioni/progetto-pmi-pi.html
Le PMI svizzere puntano sui Paesi BRIC
Secondo un sondaggio svolto dalla Ernst & Young, circa il 25% delle piccole e medie imprese svizzere è già attivo in almeno uno dei quattro Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) – e questa cifra è destinata a crescere. Il 15% delle imprese interpellate intende attivarsi a medio o a lungo termine in questi Stati oppure desidera svilupparvi le proprie operazioni. Il 40% delle aziende già presenti pensa di ampliare le attività in loco. Chi non conosce ancora la zona è più riservato: solo il 7% progetta un’entrata sul mercato brasiliano, russo, indiano o cinese. Delle quattro Nazioni BRIC, la Cina risulta la più gettonata (il 34% delle PMI svizzere vi sono attualmente attive), seguita da Russia (29%), India (26%) e Brasile (25%). La Russia è indicata quale maggior mercato di sbocco (22%), mentre il maggior numero di stabilimenti di produzione si trova in Cina. I rischi più temuti nell’operare nei Paesi BRIC sono una carenza nella certezza del diritto (in India, Russia e Brasile), la corruzione (in Russia e Brasile) e l’appropriazione di know-how/la contraffazione dei prodotti (in Cina). Ernst & Young, sondaggio estivo/barometro 2010 delle PMI: “Schweizer KMU sehen Chancen im Geschäft mit den BRIC-Ländern” w w w. e o y - a w a r d . c o m / C H /d e / N e w s r o o m / N e w s releases/20100701-Schweizer-KMU-sehen-Chancen-imGeschaeft-mit-den-BRIC-Laendern Download del sondaggio: “Die Schweizer KMU auf dem Weg in die BRIC-Länder?” www.eoy-award.com/Publication/vwLUAssets/KMU_ Switzerland_Sommerumfrage_ 2010/$FILE /KMU_ Switzerland_Sommerumfrage%202010.pdf
Le PMI attive a livello internazionale hanno un chiaro vantaggio
Le PMI attive a livello internazionale hanno maggior successo e sono più innovative rispetto alle PMI che operano unicamente sul mercato interno. A questo risultato, per la verità poco sorprendente, giunge uno studio pubblicato dalla Commissione europea sul “grado d’internazionalizzazione delle PMI europee”. Proponiamo di seguito una panoramica dei risultati più interessanti:
• Grado d’internazionalizzazione delle PMI Tra il 2006 e il 2008, circa il 25% delle piccole medie imprese nei 27 Stati membri dell’UE ha effettuato almeno un’esportazione. Solo il 13% di tutte le PMI europee o il 24% delle PMI europee attive nel commercio estero hanno venduto le loro merci in altri mercati. Le quoteparti più alte di PMI esportatrici sono state registrate in Estonia (54%), Danimarca (41%) e Svezia (39%). Si riscontrano il maggior numero di aziende che dipendono dalle importazioni dall’estero a Malta (73%), in Grecia (70%), Cipro (67%), Estonia (53%), Bulgaria (52%), Lituania (51%) e Slovenia (50%). • Grado d’internazionalizzazione per settore La maggioranza delle PMI attive a livello internazionale risulta esserlo nei seguenti rami: minerario (58%), industriale/manifatturiero (56%), commercio all’ingrosso (54%), ricerca (54%), commercio di autoveicoli (53%), servizi di locazione (39%) e trasporto (39%). • Innovazione Negli anni 2006–08, il 26% delle PMI esportatrici ha lanciato nuovi prodotti e servizi; questa percentuale scende all’8% per le aziende attive unicamente nel mercato interno. • Creazione di nuovi posti di lavoro Tra il 2006 e il 2008, il numero di nuovi posti di lavoro creati dalle PMI dell’UE attive nel commercio estero è aumentato del 7%; l’incremento è stato di solo 1% per quelle operanti unicamente a livello nazionale. • Fattori generali In linea di massima, si può affermare che più grande è la PMI, più alto risulta il suo grado d’internazionalizzazione. Inoltre, più grandi sono il paese e il mercato interno, minori sono gli scambi commerciali con l’estero. • Dall’import all’export Il 39% delle PMI attive a livello internazionale ha iniziato le proprie attività transfrontaliere con l’import, il 18% le ha avviate con l’export. • Confronto con le PMI negli USA e in Giappone Le PMI europee risultano più attive all’estero delle imprese di simile dimensione negli USA e in Giappone. European Commission: “Promoting international activities of SME” (con links allo studio e ai risultati per settore, dimensione dell’impresa e paese) http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/market-access/internationalisation/index_en.htm Download dello studio “Internationalisation of European SMEs” http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/files/support_ measures/internationalisation/internationalisation_sme_ final_en.pdf
Osec
Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@osec.ch www.osec.ch
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Commercio estero di Monica Zurfluh, Responsabile Osec Ticino e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti
AELS: le opportunità del libero scambio Marco Passalia
La bilancia commerciale in attivo è un chiaro indicatore dell’indole aperta del sistema economico elvetico. Non a caso la Svizzera ha sempre cercato di gestire i rapporti commerciali con altri Paesi secondo i principi liberisti, ricercando un’universalità della politica economica estera e, soprattutto, rispettando i dettami delle istituzioni internazionali riconosciute. In questo contesto ha giocato un ruolo fondamentale l’Associazione europea di libero scambio (AELS, dall’acronimo inglese EFTA-European Free Trade Association), uno dei principali strumenti di politica commerciale della Svizzera Grazie all’AELS – che quest’anno ha compiuto 50 anni – la Svizzera assieme a Liechtenstein, Norvegia e Islanda ha potuto stipulare ad oggi ben 24 accordi di libero scambio permettendo l’accesso ai suoi membri ad un mercato di oltre 600 milioni di persone al di fuori dell’Unione Europea. In quest’ottica entro i prossimi cinque anni sono previsti una quindicina di nuovi accordi con Paesi quali ad esempio la Russia, l’India, il Consiglio di Cooperazione del Golfo (citati in ordine casuale). Grazie alla soppressione o alla riduzione dei dazi doganali sui prodotti industriali e su vari prodotti agricoli di base, gli accordi di libero scambio garantiscono alle aziende svizzere un accesso ai mercati internazionali il più possibile privo di ostacoli e di discriminazioni e offrono loro numerose nuove ed allettanti opportunità. Essi creano tuttavia anche oneri amministrativi aggiuntivi e fanno sorgere, per chi in seno all’azienda si occupa di spedire la merce e di chiarirne l’origine, la necessità di dotarsi di competenze più approfondite: non solo occorre capire quale accordo di libero scambio deve essere preso in considerazione, ma è necessario sapere individuare la giusta regola per determinare l’origine preferenziale, la giusta prova documentale (dichiarazione su fattura, EUR.1 o EUR-Med), l’eventuale cumulabilità delle origini, ecc.. Non da ultimo, questi accordi regolano anche altre questioni importanti per le aziende svizzere votate al commercio con il resto del mondo, quali la protezione e promozione degli investimenti, la salvaguardia della proprietà intellettuale ed in alcuni casi anche la libera circolazione delle persone fisiche per delle finalità economiche o commerciali.
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Link utili: Informazioni sullo stato degli accordi di libero scambio Svizzera/EFTA con Paesi terzi: www.seco.admin.ch/themen/00513/00515/01330/index. html?lang=it Testi degli accordi: www.ezv.admin.ch/dokumentation/01113/02014/index. html?lang=it Panoramica degli accordi in vigore Paese
Entrata in vigore
Convenzione AELS
03.05.1960
Comunità economica europea (UE27) 01.01.1973
Accordi conclusi in ambito AELS (*)=accordi bilaterali
Monica Zurfluh
Albania
01.11.2010
Canada
01.07.2009
Cile
01.12.2004
Corea del Sud
01.09.2006
Croazia
01.01.2002
Egitto
01.08.2007
Giappone(*)
01.09.2009
Giordania
01.01.2002
Isole Faroe(*)
01.04.1994
Israele
01.01.1993
Libano
01.01.2007
Macedonia
01.05.2002
Marocco
01.12.1997
Messico
01.07.2001
OLP (accordo ad interim)
01.07.1999
SACU
01.05.2008
Serbia
01.10.2010
Singapore
01.01.2003
Tunisia
01.06.2005
Turchia
01.04.1992
Commercio estero Intervista con Bernardo Lamoni, lic.oec., Titolare studio di consulenza fiscale, aziendale e societaria LGA
Le cessioni comunitarie in materia d'IVA e la rappresentanza fiscale Bernardo Lamoni
Molto spesso quando un'azienda svizzera sente parlare di IVA intracomunitaria e di rappresentanza fiscale in Europa tende a pensare a situazioni problematiche e complicate da gestire. Per un'azienda elvetica è davvero difficile operare nell'Unione Europea (UE) effettuando acquisti o vendite di merci?
“L’azienda elvetica dovrà attenersi alle norme ed alle esigenze nazionali in materia di IVA dei Paesi dell’UE in cui intende operare e dovrà affrontare i vari punti della tematica, con la medesima sistematica che dovrà adottare un’azienda di uno Stato dell’UE che intende effettuare transazioni dello stesso tipo in altri Stati dell’UE. Il flusso di operazioni va accuratamente pianificato, implementato e costantemente monitorato con riguardo all’evoluzione del contesto normativo non solamente in materia di IVA, bensì anche di altri settori come ad esempio quello delle imposte dirette o se del caso quello doganale”.
In quali casi un operatore svizzero deve richiedere una partita IVA comunitaria?
Limitandoci alla tipologia di acquisto e di vendita di beni, l’obbligo per un fornitore svizzero di richiedere una partita IVA di uno Stato dell’Unione Europa può nascere (a dipendenza delle singole disposizioni legislative nazionali) quando i beni sono venduti ad un’altra azienda, all’interno dello Stato stesso. L’obbligo sussiste per contro sempre in caso di vendita di beni a privati. Mentre l’utilizzo di una partita IVA comunitaria, conferita da uno Stato Membro dell’UE, si rende necessario ad esempio: • quando l’operazione commerciale si presenta come un acquisto o una vendita di beni tra un operatore residente in uno Stato dell’UE ed un operatore svizzero che dispone di una partita IVA comunitaria di un altro Stato dell’UE, • e nel contempo la merce è trasportata dal venditore all’acquirente nei rispettivi Stati dell’UE”.
Occorre in quest’ambito affiancare anche la tematica della stabile organizzazione?
Sì. È un aspetto da valutare con molta attenzione. In presenza di una stabile organizzazione in uno Stato dell’UE
da dove effettivamente viene svolta l’operazione, occorre considerare non solo le ripercussioni in materia di imposte dirette, ma anche quelle dal profilo IVA. Le regole che disciplinano chi tra le imprese estere partecipanti all’operazione sia tenuta a versare l’IVA possono mutare a seconda del caso una loro, o entrambe, abbiano una stabile organizzazione o meno nello Stato UE in questione. Va tuttavia precisato che il fatto di detenere una partita IVA comunitaria mediante un rappresentante fiscale non costituisce di per se una stabile organizzazione. Bisogna sempre attenersi alle specifiche disposizioni in materia e verificare la presenza di elementi che possono condurre alla fattispecie in questione”.
Con la rappresentanza fiscale comunitaria o mediante iscrizione diretta, laddove previsto, l'entità elvetica si assume ulteriori obblighi e responsabilità?
“L’operatore svizzero attraverso il proprio rappresentante fiscale o mediante identificazione diretta (come nel caso della Germania) deve adempiere correttamente a tutti gli obblighi previsti dalle normative IVA territorialmente rilevanti nello Stato dove si considerano effettuate le operazioni. Da qui derivano le responsabilità del rappresentante fiscale e/o dell’operatore. In compenso costui, nella maggior parte dei casi, potrà detrarre l’IVA versata sugli acquisti che altrimenti andrebbe recuperata mediante altre procedure più lente”.
Per concludere questa breve entrata in materia sull'IVA intracomunitaria, quali sono i principali atout delle normative comunitarie in materia d'IVA?
“L’impresa svizzera, in grado di fornire la merce ad un suo cliente europeo attraverso una cessione di beni comunitaria, si trova, dal profilo IVA, per nulla penalizzata rispetto ad un’impresa concorrente dell’UE. Entrambe potranno fatturare in esenzione di IVA in quanto questa verrà assolta dall’acquirente. Quest’ultimo a sua volta, utilizzando il bene in ambito commerciale, dichiarerà l’IVA dovuta, detraendola contemporaneamente nel proprio rendiconto. Non si avrà quindi alcuna ripercussione sulla liquidità aziendale delle imprese partecipanti. Alla luce delle elevate aliquote IVA vigenti negli Stati dell’UE, si tratta di vantaggi non trascurabili”.
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Fiere internazionali
Nano tech 2011 Tokyo, 16 - 18 febbraio 2011
Nano tech a Tokyo è la maggior fiera al mondo per le nanotecnologie. Vi si presentano nuove tendenze tecnologiche, strumenti per lo sviluppo, prodotti derivati, collaborazioni R&S e partner commerciali. I settori trattati comprendono materiali, IT ed elettronica, biotecnologie, ambiente ed energia, fiere e analisi, MEMS e nano fabbricazione. Il salone si rivolge a ricercatori, scienziati, ingegneri e responsabili del business development. L’edizione 2010 ha visto la partecipazione di 654 espositori e di 42’381 visitatori. L’associazione Swissnanotech vi allestirà il padiglione collettivo svizzero “SWISS Pavilion”, in collaborazione con Osec, Inno-Y GmbH e lo “SWISS Pavilion”: sotto il marchio pregiato “Svizzera.” Swiss Business Hub Japan. Informazioni generali sulla fiera: Hannover Messe – Industrial Supply www.nanotechexpo.jp/en/ Hannover, 4 - 8 aprile 2011 Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: L’Hannover Messe è costituita da 13 saloni internaziowww.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > nano tech 2011 nali rilevanti, che presentano le tecnologie di domani e raggruppano gli ambiti di creazione di valore industriale in un solo luogo. Nata come la classica fiera settoriale, Cosmoprof Bologna 2011 si è sviluppata in una piattaforma che presenta soluzioni Bologna, 18 - 21 marzo 2011 a procedimenti complete - fino a diventare il maggiore Il Cosmoprof di Bologna, nato nel 1967, rappresenta evento tecnologico a livello mondiale. Vero tempio della uno dei maggiori saloni mondiali della profumeria e della sinergia tecnologica e industriale, ogni anno attira oltre cosmetica. Gli attori del settore vi si ritrovano per pre200’000 visitatori e 6’000 espositori provenienti da 60 sentare e scoprire le nuove tendenze e le innovazioni. nazioni. Il paese partner per il 2011 è la Francia, sesto Cinque le manifestazioni che oggi si fregiano del marchio mercato per importanza dell’export svizzero. Cosmoprof: Cosmoprof Bologna, Cosmoprof Asia (Hong Alla fiera sono presentati materiali, prodotti semilavorati, Kong), Cosmoprof Cosmetica (San Paolo), Cosmoprof sistemi di approvvigionamento e assemblaggi, prodotti North America (Las Vegas) e Cosmoprof ExpoBeauty intermedi e completi nonché processi di fabbricazione (Mosca). L’eccezionale ventaglio di prodotti presentati ad ampio utilizzo industriale in diversi settori. fornisce una visione globale del mercato: vi sono infatti ll 60% di tutte le innovazioni industriali nascono dall’inesposti prodotti professionali per capelli; attrezzature, dustria accessoria, vero motore delle novità tecnologiapparecchiature e prodotti cosmetici per l’estetica; proche. Gli espositori svizzeri, rappresentanti del Paese più dotti e attrezzi per ricostruzione unghie; attrezzature e innovativo al mondo, sono posti ottimamente nel contearredamenti per acconciatori; arredamenti per profumesto internazionale. La fiera Industrial Supply costituisce rie; prodotti cosmetici e profumi; accessori per l’igiene e una piattaforma ideale per commercializzare in modo articoli da regalo; bigiotteria; cosmetici per erboristerie; mirato nuovi prodotti, esplorare rami alternativi in cui articoli e novità per acconciatori; packaging; materie applicarli, scoprire le novità altrui, curare i contatti con prime; tecnologie e servizi per l’industria cosmetica; i clienti esistenti e acquisirne nuovi. prodotti farmaceutici; macchinari vari. Lo “SWISS Pavilion” con il business center dell’Osec vi La scorsa edizione di Cosmoprof Bologna ha contato offre la possibilità di una presenza forte. Il padiglione 164’300 visitatori, di cui il 23% provenienti dall’estero, collettivo svizzero, ubicato nella posizione privilegiata e 2’254 espositori (59% esteri) su una superficie espodella hall 4, offre una visibilità alta grazie al marchio sitiva di 185’000 m2. “Schweiz.”. Per la nona volta consecutiva, l’Osec vi allestisce uno L’Osec è lieta di offrirvi uno sconto del 10% quale mi“SWISS Pavilion” destinato alle aziende svizzere esporsura di sostegno congiunturale sui prezzi di base degli tatrici del ramo. Nell’edizione del 2010, 14 imprese si stand disponibili presso lo “SWISS Pavilion” alla Hansono avvalse del marchio pregiato “Svizzera.”: cogliete nover Messe se vi prenotate entro il 15 ottobre 2010. anche voi quest’opportunità! Informazioni generali sulla fiera: Informazioni sul salone: www.hannovermesse.de www.cosmoprof.com Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Hannover Messe www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Cosmoprof 2011 2011
Informazioni sugli “Swiss Pavilion”: www.osec.ch/FIERE
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Vita dei Soci Comunicato stampa
L’Istituto di Bellezza Via Nassa presenta la Bio Radio Frequenza (B.R.F.)
È in fase di costante crescita la richiesta di terapie per contribuire alla tenuta ed al miglioramento dell’aspetto del viso, collo e, per la clientela femminile, decolleté. Ancor di più si nota un’aumentata domanda di trattamenti di ringiovanimento non invasivi, indolori ma soprattutto senza l’uso di bisturi. A questo proposito la BRF ( Bio radio frequenza ) si presenta quale metodo “dolce” all’avanguardia nel trattamento degli inestetismi ed è estremamente efficace nel rassodamento dei tessuti in particolare quelli esposti quotidianamente agli agenti esterni. La radiofrequenza resistiva bipolare, evoluzione della radiofrequenza, svolge un’azione rivitalizzante delle funzioni metaboliche delle cellule della pelle: i fibroblasti. L’effetto sui tessuti profondi consiste in un aumento localizzato della temperatura. L’aumento della medesima determina una denaturazione delle fibre di elastina e collagene inattive; la loro eliminazione darà modo ai fibroblasti di rigenerare nuova elastina e nuovo collagene creando un tessuto nuovo più elastico e più tonico. La radiofrequenza capacitiva bipolare, agisce più in superficie, riattiva l’azione osmotica delle cellule, ripristinando così l’irrorazione sanguigna con un effetto altamente drenante sui tessuti superficiali. Favorisce l’eliminazione dei liquidi in ristagno predisponendo il tessuto germinativo a riossigenarsi attraverso l’apporto di vitamine, proteine e sali minerali, ripristinando così il ph a normalità fisiologica. Da anni il nostro Istituto pratica la scalata all’eccellenza delle proprie prestazioni e questo sforzo è riconosciuto con un rinnovo annuale del Certificato internazionale ISO 9001:2008. Per tutta l’equipe del nostro centro estetico, questo è motivo di grande orgoglio e sprona ogni collaboratrice a dare il meglio di se stessa nell’ambito delle proprie competenze e capacità, sviluppando il principio del miglioramento costante delle proprie prestazioni verso il cliente. In questo contesto organizzativo sono stati sviluppati particolari protocolli operativi inerenti il tema “Igiene”. I punti di forza del nostro istituto, per questa delicata tematica, sono stati documentati in una serie di procedure / attenzioni particolari “visibili e non visibili” al cliente. Fra le particolarità si possono enunciare le pratiche d’igienizzazione e sterilizzazione delle strumentazioni non
monouso; tutte le strumentazioni monouso dopo l’utilizzo vengono trattate come scarto speciale in specifici contenitori e consegnati a centri specializzati per la distruzione, tutti i tessuti (federe, salviette, spugne da lavoro, teli da bagno, ecc.) vengono trattati in sede con un trattamento di lavaggio con un’apparecchiatura specifica e prodotti professionali che garantiscono il massimo della cura igienica ed ipoallergica. I teli da bagno, salviette ecc., sono stati scelti in un materiale di spugna speciale che garantisce la massima sicurezza igienica, antistatica ed antiallergica. Il programma periodico di controllo igienico dell’ambiente operativo, per il tramite di specifici “Stick” di controllo, vuole garantire il massimo dell’efficienza ed efficacia delle pratiche operative. Queste azioni sono parte integrante della nostra “Politica per la Qualità” e sono rappresentate nel documento pubblico “Diritti del cliente”. Sottolineamo che il nostro centro estetico è autorizzato dal Dipartimento della Sanità del Cantone Ticino, Divisione Salute pubblica, per le attività di Istituto di Bellezza. Per maggiori informazioni: Istituto di Bellezza IB Via Nassa Denise Sutter, Estetista Dipl. Fed Entrata: Piazzetta San Carlo 2 6900 Lugano Tel. +41 91 923 86 45 www.ibvianassa.ch www.ibvianassa.com
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Vita dei Soci di Daniele Barbasio, Perito federale in assicurazioni, Master in Risk Engineering, Responsabile risk-management
Una gestione dei rischi su misura, per piccole, medie e grandi aziende Quando l’assicurazione non è il fine ma un mezzo nella gestione dei rischi aziendali
Mi piace ricordare che gestire i rischi d’impresa è un’esigenza legale per alcune società, ma specialmente una sicurezza di continuità per tutte. Il Codice delle obbligazioni, con riferimento all’Art. 663 b, prescrive, a decorrere dal 2008, per le aziende l’obbligo di attuare un sistema di valutazione e gestione dei rischi, differenziandone la realizzazione a seconda del tipo di revisione a cui è sottoposta. Le dimensioni organizzative del risk management dipendono dunque dall’importanza dell’impresa. Ma, poca consapevolezza del rischio, conoscenza o limitata conoscenza dei processi gestionali dei rischi, risorse e costi limitati, tempo e soluzioni troppo complesse ed onerose per essere applicate, spesso ostacolano l’approccio ad una gestione dei rischi più idonea per una maggiore sicurezza di sopravvivenza dell’impresa confrontata con il manifestarsi di avvenimenti avversi ed improvvisi. Una grossa sfida, per chi offre servizi rivolti a soddisfare le necessità delle aziende è quella di sapersi adattare alle nuove esigenze di carattere legale e manageriale. Se osserviamo lo scenario attuale, possiamo affermare che, in generale, le società multinazionali sono ben strutturate per affrontare i rischi legati alle loro attività, mentre diversa è la realtà per le piccole-medie imprese (PMI) e questo non solo in Ticino. La missione è dunque quella di trasferire concetti, metodologie, processi di gestione dei rischi attuati per grosse strutture a realtà aziendali molto più piccole, pur mantenendone la forza intrinseca e l’efficacia pratica. Illustriamo quanto detto, con una practice importante nella gestione dei rischi: Il Business Continuity Management o Gestione della Continuità operativa, una pratica aziendale volta
●4 3% delle aziende non ha ripreso le attività dopo un disastro. ● Più del 29% ha chiuso nei successivi 3 anni. (Fonte – U.S. National Fire Protection Agency)
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a proteggere la continuità operativa e quindi la capacità di generare valore delle imprese nel caso in cui fossero colpite da un grave evento avverso. Il punto fondamentale è quello di ridurre il periodo di fermo mediante interventi di recovery (ripristino) applicati ai processi produttivi critici. Questa practice è complementare a quella del Risk Management che come obiettivo ha quello di individuare e trattare i rischi aziendali mediante procedure di eliminazione, riduzione, protezione e trasferimento. Il processo di Business Continuity si compone di tre diverse fasi correlate tra loro: Emergency Response, gestione della fase acuta di emergenza che si manifesta subito dopo l’evento dannoso; Crisis Management, che in caso di eventi particolarmente gravi, permette di prendere le corrette decisioni per gestire i rapporti interni ed esterni e pianificare le azioni di recovery; Business Recovery, attuazione di tutte le misure atte a minimizzare il fermo aziendale. Base propedeutica di tutto questo è la fase di identificazione e classificazione dei processi aziendali critici o determinanti per l’attività aziendale, fase questa denominata Business Impact Analisys. Questi processi si rifanno ai Britisch Standard BS 25999, parte prima e seconda. Perché questi concetti ci devono interessare? • Il 43% delle aziende non ha ripreso l’attività dopo un disastro; più del 29% ha chiuso nei successivi 3 anni • Il 20% delle PMI è soggetta a gravi eventi dannosi ogni 5 anni • Il 93 % delle aziende che hanno una perdita significativa di dati escono dal mercato entro 5 anni Valutazione della portata delle coperture assicurative: La relazione tra danni diretti assicurabili e danni indiretti non assicurabili è da valutare attentamente in:
●2 0% delle PMI è soggetta a disastri gravi ogni 5 anni. (Fonte – Richmond House Group)
●9 3% delle aziende che hanno una perdita significativa di dati escono del bussiness nei successivi 5 anni. (Fonte – U.S. Bureau of Labor)
Danni assicurabili: risarcimento danni a persone e cose, perdita di produzione e spese connesse. Danno non assicurabili: perdita di quote di mercato, d’opportunità di sviluppo, danni d’immagine, perdita di permessi o licenze, perdita di personale qualificato e difficoltà verso creditori e nei rapporti commerciali. Risulta pertanto evidente come un errore di valutazione dell’importanza dei processi aziendali possa rivelarsi disastroso. L’applicazione di un BCM o di una BIA è per le grosse imprese essenziale, e per le PMI? Non possiamo sottovalutare le conseguenze che gli stessi errori di valutazione recherebbero ad imprese di minore dimensione. Perciò, come possono attuare le PMI processi definiti così complessi e costosi? L’unica via percorribile è quella di adattare i concetti alla base di questi standard internazionali alle singole realtà aziendali. Un servizio questo che, considerando il contesto multidisci-
plinare del Risk Management, si propone in modo specifico alle PMI ed a tutte quelle realtà pubbliche e private che non sono ancora dotate di processi specifici consolidati. Per la nostra struttura, le coperture assicurative sono il risultato di un processo di valutazione dei rischi, un mezzo per la gestione dei rischi aziendali, non il fine. Questo porta chiari vantaggi alle imprese potendo contare su azioni di copertura adeguate e progressive ed un rapporto premio-prestazioni rivalutato in base alle effettive esigenze. Inoltre, i responsabili dell’azienda disporranno di un adeguato rapporto sui rischi puri ed operativi, che potrà essere utilizzato quale documento conforme alle direttive del CO art. 663b. ASSIDU I SA Lugano, www.assidu.ch. Membro SIBA, Broker leader in Ticino nella consulenza assicurativa; propone servizi mirati volti a sostenere aziende / istituti nella valutazione e gestione dei rischi. La struttura è composta da 40 collaboratori, di cui 9 periti federali in assicurazione, 2 diplomati federali in pianificazione finanziaria. Dal 1979 offriamo un valore aggiunto ai nostri clienti.
Publiredazionale
L’immobiliare Fontana rafforza la sua presenza Con più di ottant’anni di presenza sul mercato, l’Immobiliare Fontana è una delle prime realtà costituitesi in quest’ambito nel Cantone
La sua attività ha inizio nel 1926 con il fondatore Carlo Fontana. Cresciuta come azienda famigliare, da tre generazioni offre un servizio altamente professionale. La signora Wanda Mykala, nipote del fondatore ed attuale Presidente del Consiglio d’Amministrazione, ha iniziato la sua attività nel 1968, in seguito è stata Direttrice dal 1973 al 2009. Nel 2008 è entrata quale nuova azionista la Sofipo Fiduciaire S.A. con una quota del 20%, ciò che ha permesso di avviare una proficua collaborazione a vantaggio della clientela di entrambe le società. Da gennaio 2010 il signor Gianluca Righetti, nuovo Direttore, ne ha assunto la conduzione potenziando la struttura con l’integrazione della Swiss Building Promotion, realtà attiva anch’essa nel mercato dell’intermediazione, consentendole di divenire uno dei principali player attivi sul mercato immobiliare ticinese. In quanto Fiduciario Immobiliare e membro della SVIT (associazione svizzera dei fiduciari immobiliari sezione Ticino), l’Immobiliare Fontana si ispira a valori che si riflettono nella
qualità dei suoi servizi: “Impegno e responsabilità, ma anche trasparenza e correttezza sono elementi fondanti di tutte le nostre attività, dalla consulenza, alla compravendita e amministrazione di immobili”, puntualizza il Direttore Gianluca Righetti, “applichiamo i massimi standard qualitativi in tutti i nostri processi, ponendo ogni singolo cliente al centro della nostra attenzione, e questo grazie ad una conoscenza approfondita del mercato e delle sue dinamiche come pure all’utilizzo di procedure precise e collaudate, gestite da un team motivato, responsabile e competente”. L’organico dell’Immobiliare Fontana è attualmente composto da 12 collaboratori, che si occupano del segretariato, della vendita e dell’amministrazione immobiliare. “La nostra clientela di riferimento è sia locale che internazionale”, ricorda il Direttore dell’Immobiliare Fontana, “nei confronti della clientela estera il Ticino ha sempre esercitato una forte attrazione: la bellezza del paesaggio, il suo clima mite e la capacità di offrire indiscusse garanzie di
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tranquillità e stabilità quali alto livello di sicurezza, assoluta privacy, collegamenti internazionali tramite l’aeroporto come pure la possibilità di far studiare i figli nelle scuole internazionali che qui hanno sede hanno indotto negli anni un crescente numero di stranieri a scegliere il Cantone quale luogo ideale in cui trasferire la propria residenza; e fra questi moltissimi italiani, provenienti in particolare dalla vicina Regio Insubrica”. Un fenomeno, questo, che ha contribuito ad alimentare l’offerta in campo immobiliare, in particolare nel segmento del lusso, che ha subito in questi ultimi anni una forte impennata dei prezzi, destinati a mantenersi ai livelli attuali a causa dell’esigua disponibilità di immobili situati in posizioni prestigiose. Per contro il segmento delle case unifamiliari, confrontato con problemi di natura strutturale, potrebbe subire un rallentamento anche a causa della flessione dei redditi reali e del previsto aumento dei tassi ipotecari, registrando una flessione dei prezzi nell’ordine del 2-3% per l’anno in corso, mentre gli appartamenti in condominio potrebbero in buona parte riuscire a sottrarsi al trend negativo dei prezzi. Ad attirare clienti esteri non è solo la qualità della vita: i vantaggi fiscali offerti dal Ticino sono attrattivi e per i residenti esteri, come noto, c’è pure la possibilità di negoziare un accordo fiscale. L’Immobiliare Fontana si rivolge in particolare a una fascia di clientela medio-alta ed alta: “Trattare la vendita di immobili richiede approfondite conoscenze del settore, che devono ampliarsi anche agli aspetti legali ed architettonici, e che non devono essere disgiunte da una grande passione, la sola capace di trasformare tali conoscenze nella completa soddisfazione delle esigenze dei clienti”, sottolinea il Signor Righetti, ricordando come un consulente immobiliare debba saper abbinare, a indubbie doti commerciali, una spiccata predisposizione al contatto umano, per poter interagire al meglio con il cliente, ascoltandolo e comprendendone le esigenze e i desideri: “forse non è un caso chei nostri quattro consulenti alla vendita siano tutte donne, per natura più empatiche e capaci di interagire al meglio con l’interlocutore”. Per caratterizzarsi all’interno di un panorama immobiliare densamente popolato di attori, l’Immobiliare Fontana fa affidamento alla propria tradizione: “In più di ottant’anni di presenza sul mercato abbiamo avuto la possibilità di maturare una vasta esperienza e un’approfondita competenza nel settore, armi vincenti per differenziarci dalla concorrenza”, spiega il direttore della società, la cui lunga tradizione ha permesso di “fidelizzare” la clientela: “negli anni, alla generazione dei nostri primi clienti è subentrata la seconda, quella dei figli e nipoti, che soddisfatti del servizio offerto ai loro genitori scelgono spesso ancora noi come interlocutori”. Da non dimenticare, inoltre, il passaparola dei clienti soddisfatti e l’ottima collaborazione instaurata dalla società immobiliare con gli studi legali, le società fiduciarie e di gestione patrimoniale, nonché gli istituti bancari attivi sul territorio cantonale: “La fiducia che ripongono nella nostra struttura, con cui collaborano da svariati anni, li porta a indirizzare presso di noi la clientela”, precisa Gianluca Righetti. Attualmente l’Immobiliare Fontana dispone di un parco immobili in vendita che annovera circa 350 oggetti: “Davvero parecchi”, fa notare il Direttore, “e per gestirli al meglio stiamo completando l’implementazione di un nuovo programma informatico, messo a punto in maniera specifica per la gestione degli immobili, che permette di ricercare automaticamente, basandosi sul profilo del cliente, le solu-
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Il Consiglio di Amministrazione di Immobiliare Fontana: da sinistra, Giorgio Della Santa, membro del CdA, Wanda Mykala, Presidente del CdA, e Gianluca Righetti, Direttore e membro del CdA
zioni immobiliari che meglio rispondono alle sue esigenze. Un supporto informatico per noi davvero importante, visto il gran numero di oggetti che ci viene affidato in mandato”. Per quanto riguarda la valutazione degli immobili, su esplicita richiesta del cliente, l’Immobiliare Fontana si affida a periti ufficiali (SIV-ST): “Spesso tuttavia i clienti che ci contattano per porre in vendita il proprio immobile hanno già un’idea di massima del ritorno economico che vorrebbero realizzare, verificando tuttavia con noi l’adeguatezza del prezzo richiesto sulla base di una valutazione di mercato”, spiega Righetti. Lanciando uno sguardo prospettico sul futuro, il direttore della società si sofferma sulle ricadute avute sul comparto immobiliare dall’introduzione, nel 1973, della Lex Furgler, in seguito LAFE (Legge federale sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero): “Introdotte per evitare speculazioni edilizie, esse regolano in maniera molto severa l’accesso all’acquisto di immobili utilizzati quali residenze secondarie da parte di stranieri; e indubbiamente penalizzano non poco l’operato degli intermediari immobiliari. Sebbene l’obiettivo del Consiglio Federale resti l’abrogazione della LAFE, ciò sarà possibile soltanto quando il Parlamento avrà approvato il disegno di legge riguardante le misure accompagnatorie di pianificazione del territorio”. Per informazioni: IMMOBILIARE FONTANA Via Luvini 4 6901 Lugano Tel. +41 91 922 96 36 Fax +41 91 922 85 32 www.immobiliare-fontana.ch info@immobiliare-fontana.ch
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CENE AZIENDALI e SOCIALI HOTEL CADRO PANORAMICA
Con piacere vi suggeriamo il Ristorante Rôtisserie del nostro Albergo Cadro Panoramica, quale location per la vostra Cena Aziendale o Sociale. La Rôtisserie ospita comodamente fino a 300 persone, la sala (divisibile) gode di una vista panoramica meravigliosa sul lago e la città di Lugano che farà da cornice al vostro evento. La nostra cucina utilizza prodotti freschi ed è provvista di moderni forni combi-steamer che cuociono i cibi gradatamente, mantenendo un alto livello qualitativo dei cibi stessi, questi forni permettono di mantenere anche i piatti ad una temperatura elevata così da garantire alle portate una maggiore fonte di calore. A disposizione dei nostri ospiti abbiamo anche una seconda sala dove possiamo ospitare fino a 700 persone comodamente sedute. Il nostro albergo dispone inoltre di un grande parcheggio a disposizione gratuitamente per i nostri ospiti. Volentieri siamo a disposizione per accogliervi personalmente a Cadro oppure per incontrarvi direttamente presso i vostri uffici, per scegliere assieme il menu che più si addice al vostro evento, ai vostri collaboratori e alla vostra azienda.
Hotel Cadro Panoramica 6965 Cadro/Lugano Tel. +41 91 936 07 07 Fax +41 91 936 07 08 info@cadro-panoramica.ch www.cadro-panoramica.ch
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UN CUORE PER LA SALUTE “La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente” Arthur Schopenhauer Giovedì 14 ottobre 2010, Castelgrande, Bellinzona Sarà una giornata dedicata a tutte le generazioni. Vi saranno molti consigli utili su come mantenerci in buona salute nelle scuole, in azienda e nella vita quotidiana
Giovedì 14 ottobre 2010, Castelgrande a Bellinzona Tema della giornata: “Nel cuore della salute: stili di vita, alimentazione, movimento, gestione dello stress e acqua” Prima parte: dalle ore 13:30 alle ore 16:15 Seconda parte: dalle ore 17:00 alle ore 20:00
Interverranno: Dr. med. Guido Ongaro, geriatra FMH; Paolo Martini, Direttore delle Scuole Elementari di Bellinzona; Claudio Franscella, Segretario Cantonale Generazionepiù; Silvano Morisoli, Presidente ARODEMS; Dr. Ing. chim. Bernard Liebich, Conseiller Scientifique, Dr.ssa Claudia Fragiacomo, nutrizionista; Dr. med. Rames Mayer, spec. FMH medicina interna e cardiologia e Teresa Cottarelli-Guenther, insegnante del metodo Tellington; Anna Brdar, Health Manager Helsana e Rosanna Pelucca, Case Manager Helsana; Yor Milano; Luca Maciacchini; Margherita Maffeis, Direttrice MaffeisNetwork; e Cristina Bonzanigo, giornalista RSI. A fine serata seguirà un aperitivo salutare. Termine di iscrizione: 12 ottobre 2010 Per iscriversi o per maggiori informazioni: MaffeisNetwork SA, Via Massagno 32, 6900 Lugano Tel. +41 922 95 18, info@maffeisnetwork.ch, www.maffeisnetwork.ch Vieni e partecipa anche tu al grande Concorso di “Un cuore per la salute” Durante l’evento del 14 ottobre si terrà un concorso sulla salute. Ai partecipanti saranno poste 5 domande sulle relazioni della giornata. I vincitori saranno estratti a fine serata. La premiazione si terrà il 25 novembre 2010 presso l’Hotel Splendide Royal a Lugano.
www.sakr.ch
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Dal 9 settembre 2010 siamo anche su Radio Fiume Ticino, ogni giovedì alle ore 18.00, con consigli utili da illustri medici e relatori.
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10° Settimana della Lingua Italiana nel mondo L‘italiano nostro e degli altri: la lingua italiana quale elemento di unità nazionale e transnazionale da Rosmini e Manzoni ai giorni nostri
Il rapporto imprenditoria-società attraverso la cultura, le motivazioni che spingono le istituzioni pubbliche e gli operatori culturali a richiedere interventi privati, l’interesse dei privati ad investire in cultura, rappresentano oggi un’opportunità sempre più ricorrente da consentire di considerare la cultura come parte integrante del modo di “fare impresa”. Gemana è da sempre in “prima linea” in questo “universo” attraverso la promozione e la sponsorizzazione di eventi culturali perché rendere la cultura, più in generale, fruibile, rappresenta per Gemana Group parte degli impegni che ogni azienda dovrebbe assumersi, nella consapevolezza della propria “Social Responsabilty”. In occasione della 10° settimana della lingua italiana, Gemana Consulting è lieta di presentare un evento dedicato alla Lingua ed alla Cultura Italiana ed invita tutti i lettori a partecipare alla serata: un’occasione di incontro per “fare cultura” insieme. Gemana Consulting SA di Lugano, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa ed il Centro Studi Manzoniani di Milano, e di concenrto con il Consolato Generale d’Italia a Lugano, promuove un appuntamento culturale che prende spunto dall’amicizia che ha legato Antonio Rosmini e Alessandro Manzoni, e dalla loro attività culturale e politica, per dare risalto al tema della lingua italiana e dei suoi valori identitari, anche in preparazione alla ricorrenza del 2011 per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Questo evento, che prosegue il “percorso” sul Beato Antonio Rosmini, iniziato da Gemana Consulting nel 2008, è stato inserito nelle attività della 10° Settimana della Lingua Italiana nel Mondo che avrà come titolo “L’Italiano, nostro e degli altri” ed ha ottenuto, anche quest’anno, il Patronato del Consolato Generale d’Italia ed il Patrocinio del Comune di Lugano. I temi di dibattito: • l’Italiano, elemento di unità nazionale; • l’italiano elemento di unità transnazionale, la Regione Insubria; • l’italiano lingua della Confederazione Elvetica; • il Ticinese lingua del Canton Ticino; • scritti, poesie e testi Italiani, dialettali Insubrici e dialettali Ticinesi. PROGRAMMA: • ore 16.00 Arrivo signori Ospiti • ore 16.30 Saluto delle Autorità • ore 17.00 Inizio lavori • ore 19.00 Discussione finale L'evento si terrà il 22 ottobre a Lugano presso l'Hotel De La Paix, dalle ore 16.00. Entrata libera.
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NUOVI CORSI PROPOSTI DALLA FPCE
La FPCE promuove, coordina e organizza la formazione professionale continua nel ramo elettrico, proponendo corsi ed esami professionali riconosciuti a livello federale nonché corsi e seminari di aggiornamento. Essa si rivolge ai professionisti attivi sul territorio ai diversi livelli (Operai, Quadri intermedi e Quadri superiori), offrendo percorsi formativi in grado di soddisfare le esigenze di formazione richieste dal mercato del lavoro. Dal 2004 certificati dal Servizio cantonale di certificazione per enti di formazione continua – eduQua.
• CORSI PILASTRO A Inizio previsto: primavera 2011 Corso di 360 lezioni Costi: CHF 3’900 Luogo: FPCE Gordola Minimo 15 partecipanti
ELETTRICISTA CAPO SQUADRA CON DIPLOMA CANTONALE Formazione tecnica e pratica della gestione di un cantiere. Conoscere piani e schemi, offerte e rilievi. Prescrizioni nella pratica. Gestire al meglio il proprio lavoro e il personale affidato. Esami finali con diploma cantonale Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista; titolo equivalente. NUOVO: almeno tre anni di pratica nel ramo
Data corso: settembre 2011 Corso di 415 lezioni Costi: da stabilire Luogo: FPCE Gordola Minimo 15 partecipanti
ELETTRICISTA CAPO PROGETTO CON ATTESTATO PROFESSIONALE FEDERALE Corso di preparazione all'esame professionale di Elettricista capo progetto con attestato APF Requisiti minimi: Consulente in sicurezza elettrica, controllore, controllorecapo montatore
Data corso: settembre 2011 Corso di 480 lezioni Costi: da stabilire Luogo: FPCE Gordola Minimo 16 partecipanti
INSTALLATORE ELETTRICISTA DIPLOMATO Corso di preparazione all'esame professionale superiore di Installatore elettricista diplomato Requisiti minimi: Elettricista Capo Progetto; titolo equivalente
Data corso: 2011 da definire Corso di 240 lezioni Costi: da stabilire Luogo: FPCE Gordola Minimo 15 partecipanti
PREPARAZIONE ALL’ESAME PRATICO secondo l’ordinanza sugli impianti a bassa tensione OIBT Corso di preparazione all'esame pratico secondo OIBT Requisiti minimi: le condizioni d’ammissione all’esame sono indicate sul “Regolamento sullo svolgimento dell’esame pratico secondo OIBT” (reg. nr. 272-I – articolo 9) emanato dalla USIE
• CORSI PILASTRO B - CORSI TEORICI E PRATICI SU MATERIE E TEMI MIRATI Data corso: febbraio-marzo 2011 Corso di 30 lezioni Costi: CHF 390.Luogo: FPCE Minimo 10 partecipanti
RETI INFORMATICHE TCP/IP Il corsista saprà capire il funzionamento del TCP/IP e installare gli elementi di base di una piccola rete. Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista, titolo equivalente; riqualifica prof., 4. corso apprendisti installatori o disegnatori elettricisti
Inizio previsto: febbraio-marzo 2011 Corso di 30 lezioni Costi: CHF 450.Luogo: FPCE Gordola Minimo 10 partecipanti
BUS 2 KNX Il corsista acquisirà le competenze per progettare un sistema Bus KNX, sarà in grado di identificare apparecchi guasti e integrare apparecchi nuovi nel Bus; saprà programmare una struttura Bus KNX semplice. Requisiti minimi: conoscenze minime del PC
Trovate maggiori informazioni e ulteriori dettagli sul sito www.fpce.ch, così come il formulario d’iscrizione da stampare, compilare e inviare al Segretariato FPCE. Formazione Professionale Continua nel ramo Elettrico Via St. Maria 27 - 6596 Gordola - Tel. +41 91 730 90 25 - Fax +41 91 730 90 26 - corsi@fpce.ch - www.fpce.ch
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CHC business solutions SA: a 360° dall’office automation alla gestione dei documenti
Ronny Herber, direttore
CHC business solutions SA si è sviluppata nel campo dell’office automation per arrivare in breve a proporre soluzioni complete per la gestione a 360° dei documenti: dalla fase di creazione, produzione, distribuzione fino alla loro archiviazione, come ci racconta il suo fondatore, Ronny Herber
Partiamo da una sintetica presentazione della società…
“CHC business solutions SA è nata nel 2002 ed offre delle soluzioni personalizzate per la gestione dei documenti. Ci rivolgiamo principalmente al mercato ticinese, offrendo i nostri sistemi a oltre 800 clienti: dall’amministrazione pubblica, alle varie scuole (pubbliche e private), senza dimenticare le PMI ticinesi. Il nostro obiettivo è quello di soddisfare le esigenze dei nostri clienti, diventando così il loro partner di fiducia in una fase di rinnovamento tecnologico che rivoluziona i processi di comunicazione all’interno delle aziende”.
Dunque in origine la vostra specializzazione era relativa alle «fotocopiatrici» …
“Abbiamo iniziato ad operare nell’ambito dell’automazione dei sistemi multifunzionali (stampanti, fax, fotocopiatrici, ecc.) acquisendo una grandissima esperienza nel trattare le aziende e soprattutto nel conoscere il mercato locale e le sue necessità. Ma non offriamo solo i prodotti, abbiamo un dipartimento specializzato nel servizio, capace di offrire il valore aggiunto della consulenza e dell’assistenza tecnica. L’ampia gamma di servizi che offriamo ai nostri clienti è stata studiata per poter garantire il successo degli investimenti”.
Come vede lo sviluppo?
“L’attuale rinnovamento tecnologico sta portando ad una rivoluzione nei processi di comunicazione aziendale. L’avvento della firma digitale, i continui investimenti nel campo della tecnologia, il controllo e la ricerca veloce di informazioni, così come la sicurezza e la riservatezza dei dati implicano che le aziende si avvalgano sempre più di sistemi informativi integrati. È quindi necessario che lo sviluppo delle imprese dipenda anche da una valida gestione delle risorse tecnologiche e quindi della loro capacità di rinnovamento. In questa prospettiva mettiamo a disposizione la nostra competenza, indispensabile per gestire il cambiamento tecnologico e gestionale delle aziende”.
Con quali soluzioni potete concretamente aiutare i clienti?
“Dipende dalle esigenze del cliente. Come esempio posso presentare quelle aziende che vorrebbero prevedere, definire e regolarizzare i costi di copiatura e stampa. Abbiamo introdotto un prodotto specifico che soddisfa le aspettative del mercato: la soluzione definitiva a queste problemati-
che comuni. RenTaPrinT permette infatti di fissare il costo pagina aziendale e pagare unicamente in base ai volumi di produzione documentale. Il vantaggio? Costi chiari e predeterminabili; consumabili, assistenza e manutenzione compresi nel canone; produttività garantita e molto, molto lavoro e pensieri in meno per la gestione del parco stampanti/fotocopiatrici. Un’ulteriore esempio è quello legato all’archiviazione elettronica dei documenti. Le esigenze dei clienti, vengono gestite, analizzate e risolte nel nostro dipartimento i-solutions. Le soluzioni proposte possono includere il nostro Software Redstone, oppure altri programmi tipo Docuware, Drivve Image fino alla soluzione esclusiva del document server”.
Non solo prodotti e soluzioni di stampa dunque?
“Assolutamente no! Per esempio siamo molto attivi nel settore scolastico con la fornitura di LIM. Questa lavagna interattiva multimediale, è un dispositivo elettronico che permette di mantenere il classico paradigma didattico centrato sulla lavagna, estendendolo con l'integrazione di multimedia, l'accesso ad internet e la possibilità di usare software didattico in modo condiviso”.
Quali sono i vostri partner preferenziali?
“Se parliamo di sistemi di riproduzione multifunzione produttivi, possiamo offrire delle ottime soluzioni con i prodotti Sharp, di cui siamo Premium Partner per il Ticino, e Develop. Nel campo della stampa d’ufficio proponiamo prodotti OKI e HP. Con Canon andiamo a completare l’offerta nel settore della stampa da sistemi CAD di grande formato. Con Samsung soddisfiamo l’offerta delle LIM, e posso concludere con i sistemi di rilegatura professionali di Unibind”.
Concludendo, cosa vuole promettere ai lettori di Ticino Business?
“Non posso promettere niente, posso solo garantire che la mia società dal 2002 lavora al fine di soddisfare le esigenze della clientela. Posso affermare che stiamo svolgendo al meglio il nostro lavoro anche nell’ottica del miglioramento continuo. Per ogni ulteriore informazione mi rendo disponibile ai lettori di Ticino Business per un’incontro personale”. CHC business solutions SA via Luganetto 2, 6962 Viganello Tel. +41 91 611 90 90, Fax +41 91 611 90 99 www.chc-ti.com
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Quando la terza età è una bella stagione Residenza Rivabella a Magliaso: in funzione la nuova palazzina “Vivere con servizi”. Otto moderni appartamenti su misura per le persone anziane: 100 metri quadrati, nessuna barriera architettonica, massimo comfort, spazio e luce, la vista sul lago e la disponibilità di tutti i servizi del Rivabella
L'esterno della nuova palazzina "Vivere con servizi" alla Residenza Rivabella di Magliaso
Una festa che, come tutte le belle feste, non voleva finire più. È stata così la giornata inaugurale della nuova palazzina di appartamenti di alto standing realizzati secondo il concetto “Vivere con servizi” del 26 giugno scorso, una tappa storica per la Residenza Rivabella a Magliaso. A suggellare l’avvenimento, svoltosi con l’attenta regia del Dir. Alexandre Aleman, si è avuta un’ampia e rappresentativa corona di ospiti, coinvolti anche dalla concomitante inaugurazione della mostra di sculture e dipinti materici dell’artista Gianna Parola che ha fatto bella mostra di sé fino ai primi di ottobre all’interno e all’esterno della Rivabella, nell’incantevole scenario di quel tratto di riva del Ceresio. Curata e presentata da Dalmazio Ambrosioni, giornalista e critico d’arte, si inserisce nel programma culturale che la Rivabella propone ai suoi ospiti, alla popolazione di Magliaso e del Malcantone: mostre, concerti, conferenze, animazioni.
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La bella giornata estiva ha favorito l’afflusso: almeno 300 persone – parenti degli ospiti, amici, abitanti di Magliaso e del Malcantone, autorità politiche, esponenti culturali, operatori turistici tra cui Alfonso Passera, Direttore dell’Ente turistico del Malcantone - hanno affiancato gli ospiti e il personale della Rivabella partecipando prima alla cerimonia ufficiale d’inaugurazione, poi visitando la mostra e gustando in un’amichevole atmosfera l’ottimo buffet preparato per l’occasione dalla brigata di cucina e servito nel giardino. In un’atmosfera amichevole e simpatica, il Presidente del CdA Kurt Di Gallo ha definito la Rivabella “un’autentica perla all’interno del Gruppo Di Gallo ed un modello nell’erogazione di servizi di alto livello per le persone anziane”. Ha ribadito il principio di mettere a disposizione strutture e servizi di prim’ordine, con quel tocco in più in fatto di accoglienza ed ospitalità nel quale ha riconosciuto maestro
il Dir. Aleman. E ha garantito la volontà di continuare a sviluppare la qualità e l’integrazione delle prestazioni, mantenendosi ad un livello di prestigio. Graditissimo ospite della giornata è stato il Consigliere nazionale Dr. Ignazio Cassis, già medico cantonale, ricercatore universitario e membro di Commissioni federali nel settore della sanità. Nel suo intervento Il Consigliere nazionale Dr. Ignazio Cassis (a Kurt Di Gallo, Presidente del CdA di Rivabella, e sinistra) con il Direttore della Residenza Rivabella ha messo in risalto la qua- Signora durante il saluto inaugurale agli ospiti Alexandre Aleman lità dei servizi del Rivabella e la sua recente storia di successi grazie ai quali è diventato un istituto di riferimento per il Malcantone, il Ticino, a livello nazionale e per le regioni italiane di confine. Paragonando i successi del Rivabella alle magre delle Banche, ha concluso celiando che sarebbe stato ben più premiante e soddisfacente investire nel Rivabella e nel suo direttore più che in azioni e nella Borsa… Sono seguite le allocuzioni di Marino Monti, Sindaco di Magliaso, soddisfattissimo di avere a disposizione per la sua comunità una struttura di questo livello, e di Daniele Ryser per la L'interno di uno degli 8 appartamenti Regione Malcantone, che ha sottolineato lo stretto rapporto esistente tra la Rivabella, le sue strutture, i suoi Alexandre Aleman, il Direttore, ha preso la parola per servizi e il territorio del Malcantone nell’ambito di una ringraziare Kurt di Gallo e Signora, le autorità e i tanti pianificazione che tiene conto della popolazione anziana. ospiti; ma anche per anticipare che Rivabella ha in serbo Intanto lì a due passi campeggiava la nuova, modernisper i prossimi anni nuove strutture e un potenziamento sima palazzina di 8 appartamenti contraddistinta dall’ardei servizi, in particolare sul fronte medico e del fitness, chitettura funzionale e dai bei colori delle facciate. Ogni non senza qualche gradita sorpresa avendo come obiettiappartamento misura 100 mq., ha il massimo della funvo il massimo possibile del benessere. “Qui tutti gli ospiti zionalità e del comfort, è privo di qualsiasi barriera archisono a casa loro, con il meglio dell’assistenza, della cura tettonica che possa limitare il raggio d’azione delle pere dell’affetto”. sone anziane. I locali ampi e luminosi hanno la terrazza affacciata sul lago e una vista davvero imprendibile. Gli ospiti sono ben felici di questa loro nuova casa a due pasResidenza Rivabella SA si dalla struttura centrale, basta attraversare il giardino, Via Ressiga 17, 6983 Magliaso e con tutti i servizi a disposizione: medici, infermiere, Tel. +41 91 606 17 53 fisiologi, specialisti delle varie branchie della medicina, a.aleman@rivabella.ch locali fitness e palestra, gastronomia da cinque stelle www.rivabella.ch all’insegna della salute.
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Un pezzo di storia del settore bancario L’Associazione Bancaria Ticinese festeggia il 90° anniversario dalla fondazione
Quest’anno ricorre il 90° anniversario dalla fondazione dell’Associazione Bancaria Ticinese. Proponiamo alcuni stralci di una ricerca storica che è stata presentata in occasione dell’ Assemblea generale ABT svoltasi presso Villa Negroni a Lugano-Vezia nel mese di maggio 2010 1920
In una sala della Banca Popolare di Lugano si svolge, il 22 ottobre, l’assemblea costituente dell’Associazione Bancaria Ticinese (ABT). Sono presenti, i direttori di istituti bancari con sede nel Cantone (Emilio Nessi per la Banca Popolare di Lugano, Carlo Pernsch sen. per la Banca della Svizzera Italiana e Edoardo Humitzsch per la Banca Unione di Credito), come pure i responsabili delle succursali ticinesi delle grandi banche svizzere (Mario Giorgetti per la succursale di Lugano del Credito Svizzero, A. Gianella per la succursale di Locarno dell’Unione di Banche Svizzere, Attilio Rimoldi per la succursale di Locarno della Banca Popolare Svizzera e Ad. Baumann per la succursale di Chiasso della Società di Banca Svizzera, Basilea). Infine, sono pure presenti: Carlo Velini, responsabile della succursale di Lugano del Banco di Roma, e l’allora procuratore Giulio Kutzner, in rappresentanza della Banca dello Stato del Cantone Ticino.
1921
Fra le prime attività dell’Associazione Bancaria Ticinese si registra la pubblicazione sui principali giornali del Cantone, di inserti pubblicitari collettivi in sostituzione degli inserti realizzati dai singoli istituti. Questi inserti collettivi saranno mantenuti fino al 1930. Negli anni seguenti, si dibatterà nuovamente sull’opportunità o meno di effettuare inserti pubblicitari collettivi e si provvederà a regolamentare la pubblicità delle banche con l’adozione della Convenzione C.
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Piazza Riforma a Lugano a inizio ‘900, con sulla sinistra il palazzo della Banca Popolare di Lugano
1922
L’ABT delega la propria presidenza alla Banca dello Stato del Cantone Ticino, mentre la vice-presidenza è assegnata alla Banca della Svizzera Italiana; infine, il ruolo di cassiere viene attribuito alla Banca Unione di Credito. Fino al 1970, il Direttore della Banca dello Stato sarà contemporaneamente anche Presidente dell’ABT. In questa carica si susseguiranno Francesco Sidler, Antonio Rossi ed Enrico Conti.
1928
L’Associazione Svizzera dei Banchieri, con il supporto organizzativo dell’ABT, tiene a Locarno la propria assemblea generale e la relativa “Giornata dei banchieri” con la partecipazione di 252 congressisti. L’assemblea generale dell’Associazione Svizzera dei Banchieri, che già si svolse in Ticino in precedenza, si svolgerà nuovamente a Locarno nel 1951, mentre negli anni 1941, 1975, 1981, 1993 e 2001, si terrà a Lugano.
1942
Viene formalizzato, con l’adozione della Convenzione H, il Sindacato prestiti per i comuni ticinesi, istituzionalizzando una pratica iniziata già nel 1937 sull’esempio di quanto esistente presso altre piazze svizzere. La direzione del sindacato si compone, inizialmente di: Franz Sidler (Direttore della Banca dello Stato del Cantone Ticino), Gino Nessi (Direttore della Banca Popolare di Lugano) e Guido Torriani (Direttore dell’Unione di Banche Svizzere di Locarno). Nei decenni successivi, con l’aumento del numero delle banche associate, verranno più volte riviste le chiavi di riparto all’interno del sindacato.
1955
La Convenzione relativa alle condizioni di lavoro degli impiegati di banca (CCIB) concordata dagli istituti bancari di Zurigo, Basilea, Berna, Lucerna, Neuchâtel e San Gallo con l’Associazione Svizzera degli Impiegati di Banca viene estesa anche al Ticino. La CCIB subirà revisioni e aggiornamenti, l’ultimo dei quali nel 2009. Nel 1973 verrà designato un rappresentante dell’ABT nella delegazione incaricata di svolgere le trattative con i sindacati del settore: l’Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) e la Società Svizzera degli impiegati di commercio (SIC).
1960
Costituzione della Cassa assegni familiari dell’Associazione Bancaria Ticinese (CAFABT), adempiendo alla nuova Legge cantonale sugli assegni familiari. La CAFABT gestisce attualmente circa 4’700 assegni familiari per un importo di oltre CHF 10 milioni, finanziato con un prelievo sulla massa salariale delle banche aderenti pari a CHF 1 miliardo circa.
1978
Continuando la riflessione interna sul proprio scopo intrapresa l’anno precedente e in occasione della fine della presidenza di Plinio Cioccari, l’ABT si china sull’organizzazione dell’associazione, ribadendo la validità della formula in vigore rigettando per contro l’idea di una presidenza a rotazione fra i membri del Comitato con assunzione a tempo pieno di un segretario. Nel frattempo, Romano Mellini, Direttore della Banca dello Stato del Cantone Ticino, assume ad interim per alcuni mesi le funzioni di Presidente dell’ABT, nell’attesa dell’entrata in carica di Bixio Celio con il 1° gennaio 1979. Lo stesso avverrà nel 1983, dopo il prematuro decesso di Celio.
1986
Per sottolineare il 65° anniversario dell’associazione, e su proposta del Presidente Luigi Generali, l’ABT organizza un Simposio su problemi economici e monetari internazionali e sulla trasformazione del mercato dei servizi finanziari. Il Simposio internazionale, realizzato in collaborazione con la Città di Lugano e con il supporto di giovani economisti che nel 1984 avevano organizzato un ciclo di
conferenze sulla piazza finanziaria ticinese, si svolge dal 27 al 29 maggio presso il Palazzo dei Congressi.
1989
L’idea, promossa da Luigi Generali e da Amilcare Berra (già responsabile della succursale ticinese dell’Unione di Banche Svizzere e allora membro della Commissione Federale delle Banche), di costituire un Istituto superiore di studi bancari e finanziari, sostenuta e discussa all’interno dell’ABT a partire dal 1987, sfocia, il 21 aprile 1989, con l’approvazione, da parte dell’assemblea generale, del principio di creare un Centro di Studi Bancari. L’assemblea incarica il Comitato esecutivo di allestire un piano operativo con dettaglio anche sulla modalità di finanziamento del Centro. Il 27 ottobre 1989, l’assemblea generale riunita in una seduta straordinaria, decide all’unanimità la creazione del Centro di Studi Bancari. Con il Centro di Studi Bancari “si vuole dare ai futuri partecipanti la possibilità di un aggiornamento ed approfondimento permanente di quelle discipline professionali soggette ad una continua evoluzione; di approfondire ed ampliare la formazione ed il bagaglio culturale dei corsisti e fornire loro la possibilità di confronto con esperti esterni non necessariamente di formazione accademica e provenienti dal mondo professionale, bancario, istituzionale. Far operare i partecipanti all’interno di un gruppo ristretto; stabilire contatti attraverso conferenze seminariali ad hoc con istituzioni finanziarie, professionali e di ricerca.”
2003
L’ABT, sotto la spinta del nuovo Direttore Franco Citterio, definisce un nuovo concetto di comunicazione, rinnova il proprio logo riprendendo quello già utilizzato per il Simposio bancario internazionale ed istituisce un ufficio stampa a Milano dedicato al Progetto Milano, tramite il quale s’intende proporre conferenze e dibattiti su temi d’attualità che riguardano la piazza finanziaria. Il CSB ha raggiunto un accordo con la Federazione ticinese delle associazioni di fiduciarie (FTAF) e con l’Associazione svizzera per la formazione professionale nell’assicurazione (AFA Ticino) per organizzare percorsi formativi in ambito finanziario.
2009
L’assemblea straordinaria dei soci approva la costituzione della Fondazione Centro di Studi Bancari con la quale viene sancita la distinzione giuridica dall’Associazione Bancaria Ticinese. Il Consiglio di fondazione è composto dagli stessi membri del Comitato esecutivo e dal Direttore ABT Franco Citterio.
La pubblicazione “ABT 1920-2010” (48 pagine) può essere richiesta gratuitamente presso: Segreteria ABT, Villa Negroni, 6943 Vezia, Tel. +41 91 9662109, info@abti.ch, www.abti.ch
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Vita dei Soci
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SMB SA INAUGURA LA NUOVA LINEA
Nella foto al centro il sorriso di Andrea Girola, Direttore generale della SMB dopo il taglio del nastro, dietro da sin.: Jean François Dominé, Sindaco di Biasca; Björn Böckenförde, Vice Presidente del CdA ed Edy Dell`Ambrogio, Coordinatore del Dipartimento delle finanze, e la nuova linea installata a Biasca del valore di 12 milioni di franchi svizzeri
SMB SA è una realtà molto importante nel mondo della forgiatura. Le sue competenze e la sua qualità vengono riconosciute in tutto il mondo e con questo impianto, che ha visto un impegno pari a circa 12 milioni di franchi svizzeri, la volontà è quella di voler rafforzare la propria posizione esplorando il mercato industriale e proponendo nuove tipologie di prodotti sofisticati. La NUOVA LINEA rappresenta una vera sfida per il futuro, una grande fiducia nel territorio e la dimostrazione di scelte mirate ed orientate alla crescita produttiva in termini di qualità e quantità. Inoltre sottolinea l’ottimismo dovuto alle grandi competenze di tutto il suo personale, impegnato ogni giorno nell’affrontare con serietà e professionalità un compito orientato alla piena soddisfazione del cliente, oltre ad innalzare il livello tecnologico dell’azienda. La nuova direzione di SMB SA è convinta che investire sul territorio ticinese, che presenta delle eccezionali caratteristiche socio - economiche, sia una giusta strategia per il futuro. Una scelta in grado di dimostrare come, in tempi di globalizzazione, il nostro Paese può essere il centro di operazioni industriali di ampio respiro, garantendo a sua volta il mantenimento ed il rafforzamento di un tessuto industriale un po’ trascurato in questi ultimi anni. Restare sul territorio significa, infine, credere ancora in una cultura industriale dove il lavoro possa essere al ser-
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vizio dell’uomo, creando non solo prodotti di qualità per il mercato, ma anche aggregazione sociale, occupazione, conoscenza e competenza. Il lavoro che SMB SA affronta tutti i giorni è particolarmente interessante per la tipologia e per le sue caratteristiche: un processo industriale semplice nella sua sostanza, ma particolarmente complesso per i gesti e la grande sensibilità che ogni operatore deve dimostrare di avere durante i processi produttivi. I vari collaboratori, oltre ad essere motivati nel loro impegno quotidiano, sono molto qualificati: formazione interna all’azienda e continui aggiornamenti per mantenere un livello professionale di assoluto rispetto. Inoltre, data la particolarità del lavoro, l’esperienza è un punto forte e determinante. Seguire il processo di forgiatura, infatti, è un’operazione multidisciplinare che passa dalla comprensione dei piani tecnici di produzione alla continua e costante verifica visiva durante la lavorazione. SMB SA vanta un centro di formazione interno e numerosi apprendisti. Oggi, nella regione, rappresenta una realtà molto concreta per una formazione professionale dei giovani basata sulla qualità e su di un’effettiva creazione di competenze. Durante la giornata del 10 settembre 2010 la direzione ed il personale dell’azienda hanno presentato la propria realtà ad un numero selezionato di invitati provenienti da
IL PROCESSO PRODUTTIVO
SMB SA è specializzata da oltre 40 anni nello sviluppo e gestione di processi di forgiatura a caldo. Si tratta di un particolare processo di lavorazione che permette di modellare i metalli attraverso il loro riscaldamento e la loro battitura sotto dei potenti martelli. In pratica la moderna forgia, caratterizzata da enormi e potenti macchinari, ripete ed enfatizza il lavoro del fabbro, che da sempre modella il ferro con l’uso del fuoco, di un martello e di un’incudine. In una forgia industrializzata e moderna come quella di Biasca, l’inizio della produzione vede l’introduzione del materiale di base (solitamente fornito in barre da 6 m di lunghezza) all’interno del forno ad induzione che, grazie a campi magnetici generati dal forno stesso, porta l’acciaio ad una temperatura superiore ai 1'000 °C. La barra incandescente fuoriesce dal forno e viene tagliata, da una potente cesoia, nelle misure necessarie per poter realizzare il pezzo. Questa prima fase viene chiamata RISCALDO. Il pezzo tagliato viene condotto nella pressa a preformare per il secondo passaggio di lavorazione. Sotto questa pressa inizia così la fase della PREFORMATURA. L’operatore, seguendo le indicazioni tecniche di progetto e utilizzando particolari attrezzature sagomate, modella il
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È sotto questa denominazione che SMB SA ha inaugurato la sua nuova potente ed importante linea di produzione. La scelta è caduta su elementi di provata qualità, in grado di garantire un futuro produttivo e qualitativo ai massimi livelli. La NUOVA LINEA permetterà di creare elementi con un peso fino a 300 Kg e questo spinge SMB SA verso una nuova fascia di mercato che vedrà nei prossimi anni una notevole crescita. Questo potente impianto, la cui denominazione tecnica è HEAVY LINE HPL7 - 40’000, è composto da una LINEA TAGLIO A CALDO “INDUCTION” (materiale 240 mm – potenza 2’000 KW), da una PRESSA IDRAULICA A PREFORMARE “LASCO VPE” (forza 1’000 Ton), da un potente MAGLIO “LASCO GH 4000” - (Energia sviluppata = 400 KJ) e da una PRESSA MECCANICA A SBAVARE “SMERAL” (forza 800 Ton). Sono macchinari che rappresentano la migliore soluzione oggi presente sul mercato. Sicuri, performanti e molto solidi, permetteranno cicli di lavorazione particolarmente intensi senza sacrificare la qualità dei prodotti. La sua potenza raggiunge i 400 KJ (40'000 Kgm), che corrispondono a ca. 40’000 Ton. La NUOVA LINEA sarà la protagonista nella produzione di particolari e complessi elementi in acciaio o titanio. Verrà infatti impiegata nella realizzazione di vari prodotti come per esempio pale per turbine, assali per automezzi pesanti e vari particolari meccanici per diversi tipi di locomozione. Fino a componenti per il prestigioso aereo da caccia Eurofighter.
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LA NUOVA LINEA
La visita agli impianti ha permesso di seguire il processo lavorativo dell'acciaio che, reso incandescente, viene stampato
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tutto il mondo: clienti, fornitori, collaboratori e rappresentanti del mondo politico. Mentre nella giornata successiva, quella dell’11 settembre 2010, tutta la SMB SA ha accolto il pubblico della regione che è stato invitato ad una grande giornata di “porte aperte”. Tra musica, giochi e un grande pranzo, tutti hanno avuto modo di visitare l’azienda e di trascorrere una piacevole giornata in compagnia.
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modificare ed evitare errori o difetti. Il tutto per ottenere pezzi conformi, approvati e certificati dalle varie fasi del controllo qualità, che verranno poi inviati ai clienti per la loro destinazione finale.
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Un momento della visita guidata durante il funzionamento dello stampo
pezzo in acciaio per ottenere una forma geometrica che deve agevolare la lavorazione nel successivo passaggio. Quindi questa operazione permette di compattare e preparare il materiale di base per poter evitare difetti superficiali e geometrici durante la successiva fase. Il pezzo preformato viene condotto nel maglio a stampare per il terzo passaggio di lavorazione. La parte centrale del processo produttivo è quella dello STAMPAGGIO. La preforma ottenuta durante la precedente lavorazione viene collocata sotto il maglio, all’interno di uno stampo con la sagoma esatta di quanto si intende produrre. Poi, attraverso il pesante martello, colpita (battuta) più volte sino all’ottenimento della geometria finale del pezzo desiderato. Il pezzo stampato viene condotto nella pressa a sbavare per il quarto passaggio di lavorazione. La fase successiva di lavorazione è detta SBAVATURA. Questa particolare pressa, completa di un accessorio chiamato “taglia-bava”, permette di dividere il pezzo finito dalle sue bave di lavorazione in eccesso ed ottenere così il particolare finito. Il pezzo sbavato viene poi lasciato raffreddare per circa una notte intera in apposite casse. La maggior parte dei prodotti forgiati, per ottenere le caratteristiche meccaniche richieste dal cliente e superfici agevolmente lavorabili in successivi passaggi meccanici, subiscono un ciclo di trattamento termico. I pezzi ottenuti dalle precedenti fasi produttive vengono nuovamente riscaldati ad alte temperature e raffreddati in modo controllato, secondo specifici programmi per i vari materiali. In SMB SA questo tipo di processo è totalmente automatizzato. In tutti questi processi l’esperienza e la competenza degli operatori è fondamentale: solo attraverso il loro giudizio, basato sulla verifica visuale dei vari momenti di lavorazione, è possibile correggere,
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L’AZIENDA
SMB SA è una solida realtà a livello mondiale nella forgia di precisione. Offre soluzioni su misura ed innovative per prodotti forgiati da utilizzare in campo medico ed industriale. La produzione spazia da forgiature di piccole e grandi serie ed è specializzata nella produzione di componenti critici, con materiali speciali e caratterizzati da geometrie complesse. Fondata nel 1968, la sua storia si snoda attraverso lo sviluppo della tecnica della forgia a caldo e a freddo e la capacità dei magli e presse presenti nei suoi stabilimenti va da poche centinaia di chilogrammi ad un equivalente di migliaia di tonnellate. In 40 anni si sono trasformate diverse tipologie di metalli con le geometrie più svariate e complesse. Numerosi sono i clienti soddisfatti presenti in tutto il mondo, grazie ai quali si è diffusa la fama di azienda leader per qualità e tecnologia. Infatti l’azienda ha sempre posto in primo piano la qualità nella produzione e la serietà nei rapporti con i clienti. L’esperienza accumulata e la capacità di comprendere anche le più critiche situazioni, permette oggi ad SMB SA di offrire servizi e consulenza di alto livello. Naturalmente tutti questi anni sono serviti anche per crescere professionalmente un personale motivato e costantemente aggiornato. Tutte le più moderne tecniche di progettazione e di gestione sono implementate in azienda. Un occhio di riguardo viene anche dato alla questione ecologica, infatti tutti i processi vengono studiati per ridurre al minimo indispensabile il carico ambientale, riciclando e contenendo le emissioni nocive e sviluppando dei cicli di produzione razionali e mirati. Gli elementi forgiati trovano applicazione nei più svariati campi. Da quello medicale con prodotti come le protesi per l’anca, spalla, ginocchio e varie tipologie di placche a quello industriale con la realizzazione di elementi destinati al settore energetico ed a mezzi militari, aeronautici, navali e mezzi pesanti. L’azienda rispetta inoltre tutti i criteri delle certificazioni aziendali ISO 9001 e ISO 13485 ed è conforme ai requisiti FDA. Il personale impiegato, nei diversi settori amministrativi e operativi, raggiunge oggi la quota di 115 dipendenti. Numero che porta SMB SA ad essere un importante datore di lavoro del nostro Cantone. Le unità produttive sono dislocate in due stabili: la sede e il reparto “medicale” sono ospitati nella moderna struttura di Sant’Antonino, mentre il reparto “industriale” trova spazio nella storica sede di Biasca. L’azienda è stata acquisita nel 2008 dal fondo di private equity ZURMONT MADISON AG di Zurigo e la direzione assunta dall’attuale CEO Andrea Girola, con la forte volontà di crescere in questo settore industriale nel nostro cantone e riconosciuto a livello mondiale. SMB SA Via Serrai 14 Via Traversa 5 6595 S. Antonino 6710 Biasca Tel. +41 91 873 03 40 Fax +41 91 873 03 41 info@smbsa.com, www.smbsa.com
Vita dei Soci Comunicato stampa
L’annata 2008 conquista i ticinesi
Il “Viso del Vino” ha ammaliato e conquistato ancora una volta il grande pubblico degli appassionati e degli addetti ai lavori. Oltre 3’000 persone hanno infatti goduto dell’opportunità di degustare quasi 300 etichette ticinesi al Palazzo dei Congressi di Lugano dove, lunedì 6 settembre, è stata organizzata la tradizionale degustazione dell’annata 2008. A raccogliere sotto lo stesso tetto ben 66 produttori del nostro Cantone è stato Ticinowine, l’ente di promozione del vino ticinese L’evento proposto in riva al Ceresio, è ormai da diversi anni l’avvenimento principe dell’autunno ticinese e richiama anche da oltre i confini cantonali, esercenti, albergatori, sommelier, enologi, addetti della stampa specializzata e moltissimi appassionati del bere bene. A testimoniare l’importanza della degustazione un solo dato: le 66 cantine che hanno presentato il meglio della loro produzione, rappresentano oltre l’85% della produzione cantonale. Una produzione che grazie all’impegno e alla professionalità di tutta la filiera, ha raggiunto da tempo alti livelli qualitativi, sia all’interno della Svizzera che nel grande universo vitivinicolo europeo; prova ne siano, i numerosi e prestigiosi premi che i nostri cantinieri si vedono attribuire nei concorsi internazionali.
La degustazione dell’annata è stata preceduta da una serata riservata ai media cantonali di oltre San Gottardo e della vicina Penisola, che ha presentato grappe e distillati, altro fiore all’occhiello del terroir ticinese. Nel’occasione è stato consegnato il “Premio Ticinowine” che nella prima edizione è stato attribuito a Urs Mäder. A motivare l’assegnazione del riconoscimento è stato il suo mirabile impegno profuso nella divulgazione della conoscenza dei vini ticinesi. Mäder, oltre che a porlo al centro della sua attività professionale, ne è diventato un fervente ambasciatore sia nel nostro Paese che all’estero. Tornando al “Viso del Vino”, è da sottolineare che, in quasi 10 ore di degustazione, esperti e appassionati hanno potuto
avere un contatto diretto con i produttori, i quali hanno avuto modo di illustrare con calma e in un ambiente ideale quanto a climatizzazione e spazi, le caratteristiche dei loro prodotti, delle loro aziende oltre a tutti gli altri aspetti della coltivazione della vite, della vendemmia e della vinificazione. Altro fattore che ogni anno vede aumentare il consenso della degustazione, è la scelta di proporre due fasce orarie di degustazione; la prima, il mattino, riservata agli operatori del settore, la seconda, il pomeriggio, al grande pubblico di appassionati. La degustazione non ha disatteso le anticipazioni fornite in conferenza stampa dai vertici di Ticinowine: l’annata 2008 si è contraddistinta per una primavera piuttosto umida che ha creato non pochi problemi ai viticoltori, molti dei quali hanno perso una parte consistente del proprio raccolto; la vendemmia è stata quindi molto scarsa dal punto di vista quantitativo. Ma proprio questa limitata produzione ha influito in modo positivo sulla qualità di un’annata che rientra fra quelle che esprimono al meglio le caratteristiche del terroir ticinese. Quelli della vendemmia 2008 sono vini fruttati e delicati, di grande piacevolezza ed eleganza che hanno saputo, sanno e sapranno incantare ancora una volta gli amanti del Ticino viti-vinicolo. Ticinowine via Corti 5, 6828 Balerna Tel. +41 91 690 13 53, www.ticinowine.ch
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Vita dei Soci
Valorizzazione della produzione agroalimentare e miglioramento della qualità di conservazione Una nuova tecnologia per la conservazione, il trasporto e la distribuzione di prodotti deperibili al servizio dei consumatori
Il deperimento dei prodotti, anche di ottima qualità, è un problema che, non solo va a discapito sia del produttore che del consumatore in termini di “qualità e risparmio”, ma pregiudica lo sviluppo di nuovi mercati. Ecco, che, per ovviare a questi inconvenienti, si ricorre all’uso massiccio di prodotti chimici e conservanti, che provocano l’insorgenza di sempre più numerosi casi di intolleranza, e di allergie alimentari, già fin dalla prima infanzia, e che, di seguito, possono diventare foriere di patologie più gravi. È pertanto necessario focalizzare l’attenzione sia dei produttori che dei consumatori, non solo sul problema qualitativo, ma proporre soluzioni tecnicamente avanzate. Traendo spunto dal riconoscimento “Award for Best Indigenous Solution” per la miglior innovazione tecnologica nel settore agroalimentare a livello mondiale, conferito alla Nomos nel 2008 dall’UNIDO (United Nations Industrial Development Organization ), la LRC Holding SA di Lugano, in qualità di agente esclusivo per la Svizzera della ditta NOMOS SpA, con sede legale a Vimercate, Italia, e con la collaborazione della Camera di commercio del Cantone Ticino - Cc-Ti, ha il piacere di anticipare a tutti gli associati alcune informazioni sulle caratteristiche legate alla nuova tecnologia, che permette di allungare la vita utile del prodotto, mantenendo inalterate le caratteristiche organolettiche, analitiche e ponderali. Tutto ciò a seguito di rigorose sperimentazioni scientifiche, tra le quali ricordiamo sia quelle condotte Istituto Tecnologie Avanzate del RINA (Registro Navale Italiano), che la sperimentazione effettuata per la Commissione Europea, (Project number CRAF 1999 71845), ove sono stati presi in esame e commentati i risultati dei test microbiologici comparativi tra i due differenti sistemi refrigeranti, sistema convenzionale e sistema a Refrigerazione Passiva PRS, adibiti alla conservazione / trasporto di generi alimentari. La NOMOS è una giovane azienda Italiana attiva nel settore della conservazione e trasporto degli alimenti.
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In particolare, la società, fondata nel 2001, ha sviluppato una tecnologia innovativa (Refrigerazione Passiva o “PRS”) per il trasporto e la conservazione, in regime di temperatura controllata, di prodotti deperibili quali ortofrutta, carni, prodotti lattiero-caseari, ittici e floricoli. La tecnologia PRS, sviluppata da NOMOS, si basa sul principio dell’accumulo di energia termica realizzato mediante congelamento di una sostanza frigorigena quando l’energia elettrica è disponibile e/o ha prezzi competitivi. La specifica dinamica del passaggio di stato mantiene successivamente le condizioni ottimali di conservazione per il periodo voluto, con un’autonomia energetica fino a 30 giorni, mediante l’assorbimento del calore in modo progressivo e proporzionale al fabbisogno, senza ulteriore impiego di energia e di gruppi frigoriferi. NOMOS ha applicato la tecnologia a tutti i componenti della catena del fresco e del freddo: dalla refrigerazione post-raccolta in campo fino alla distribuzione commerciale. In particolare: Thermobox, Thermopallet, Accumulatori Termici per motrici, delivery vans, casse mobili ferroviarie e non, container marittimi e celle frigorifere. I mezzi dotati di tecnologia PRS offrono significativi vantaggi in termini di:
1. qualità di conservazione: i valori ottimali di temperatura ed umidità relativa e l’assenza di ventilazione consentono la conservazione dei prodotti per tempi ad oggi inimmaginabili. La disidratazione ed il conseguente calo peso, fenomeno tipico negli impianti frigoriferi tradizionali, sono ridotti ad una frazione; 2. minori consumi di energia: la tecnologia PRS consente un risparmio energetico dell’ordine del 50% rispetto alle tecnologie di refrigerazione attualmente presenti sul mercato; 3. Impatto ambientale: i consumi di energia fortemente ridotti, uniti alla possibilità di utilizzo di modalità di trasporto a basso impatto ambientale, comportano riduzioni di emissioni di CO2 significativamente superiori al 50 %; 4. versatilità di utilizzo: l’autonomia energetica consente di effettuare trasporti a temperatura controllata con flessibilità analoga a quella dei prodotti non refrigerati e l’integrazione con le energie rinnovabili. Con un pubblico che chiede prodotti di forte stagionalità per tutto l’anno, con le garanzie della sicurezza alimentare, ecco perché diventa cruciale il tema della conservazione dei prodotti. Conservare bene mantenendo inalterate le caratteristiche organolettiche, di sapore, e, in definitiva, conservando la qualità intrinseca significa avere la certezza di poter offrire, in un arco di tempo lungo, il prodotto al mercato con tutti i suoi pregi. Inoltre, le aziende, in una prospettiva di certezze, possono programmare negli investimenti, ad esempio, per la pubblicità e la promozione, per l’ export sapendo di poter contare sulla reperibilità del prodotto stesso. Convinti che queste tematiche siano comuni all’ intero settore agroalimentare e florovivaistico, è parso utile alla LRC Holding SA promuovere un’iniziativa pubblica di riflessione i sistemi brevettati a Refrigerazione Passiva PRS. Il 9 novembre in un incontro rivolto a tutti i soci interessati della Camera di commercio del Cantone Ticino saranno illustrati i vantaggi e le opportunità offerti dall’utilizzo della nuova tecnologia. L’evento si terrà nella Sala Multiuso del Comune di Paradiso, con inizio alle ore 15.00. Per maggiori informazioni e iscrizioni, vogliate contattare la LRC HOLDING SA allo +41 91 980 97 30. Si informiamo i gentili membri della Camera che verrà effettuato un test di conservazione alimentare con la collaborazione dell’Istituto di agraria di Mezzana, Via San Gottardo 1, Coldrerio - Balerna. Il test verrà avviato intorno alla prima settimana di ottobre 2010 con l’installazione di un Thermopallet operativo 24 ore/24 fino al giorno dell’evento/conferenza. Fondamentalmente si tratterà di conservare diversi tipi di frutta, ortaggi e fiori freschi in modo da osservarne la conservazione ottimale grazie alla nuova tecnologia PRS. Verrà inoltre confrontata con una conservazione tradizionale gentilmente messa a disposizione dall’Istituto di Agraria. La cella sarà visionabile da tutti coloro interessati nel
commercio al dettaglio e all’ingrosso dei prodotti deperibili e di difficile conservazione all’interno della struttura dell’istituto, vi invitiamo a porci tutte le domande relative al seguente indirizzo: carina@lrcholding.com. Fermo restando che, durante la conferenza, ci sarà la possibilità di chiarire tutti gli aspetti tecnici ed economici della tecnologia PRS grazie alla presenza di Alberto Ghiraldi, Amministratore Delegato di NOMOS spa, che così commenta: “La tecnologia PRS ha una valenza ben superiore ai soli aspetti economici, come confermato dal premio per la miglior innovazione tecnologica nel settore
agroalimentare a livello mondiale, conferitoci il 27 novembre 2008 dalle Nazioni Unite (UNIDO) e consente una radicale modifica del modello di business per gli utilizzatori, rendendo possibile integrare forti ottimizzazioni economiche con la sostenibilità ambientale dimostrando l’assioma «protezione ambiente = riduzione dei costi» se la stessa, come nel caso della Refrigerazione Passiva, è supportata da un’efficace ricerca”. LRC Holding SA intende così mettere a disposizione degli operatori le conoscenze utili per programmare meglio gli investimenti. Per maggiori informazioni: LRC HOLDING SA Via San Salvatore 4, 6900 Lugano Paradiso Tel. +41 91 980 97 30, Fax +41 91 980 97 32 info@lrcholding.com
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
Prima SA Transport & Trading: men who sail the sea Movimentazione di merce di eccezionale entità. Prima, di nome e di fatto
gno, la spedizione ed il trasporto di merci di grandi dimensioni e/o di grandi volumi e pesi. Trasporto non sempre evidente, se non ben pianificato e soprattutto se non vengono definiti in maniera rapida ma risolutiva tutti i possibili ostacoli che la merce “ingombrante” incontrerà sul proprio percorso, sia esso via mare, via terra o via cielo.
Pietro Casagrande
Prima SA è un’azienda Ticinese con sede a Chiasso, in Via Dante Alighieri 12. Luogo affascinante la splendida villa restaurata completamente tra il 2000 e il 2002, dimora dell’azienda chiassese; l’immobile è di proprietà di Prima SA dal 1999. La società opera principalmente in Svizzera ed in Italia, con un’affermata clientela internazionale. L’azienda è stata fondata nel 1994 da Piera e Pietro Casagrande, che la dirigono con successo; e da oltre un decennio opera nelle spedizioni internazionali prettamente marittime e aeree, con una specializzazione nel trasporto di colli eccezionali; attività per la quale si è ritagliata una buona nicchia di mercato. La mission prefissatasi dalla società è quella di garantire, con professionalità e impe-
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Trasporti impossibili? Nessuno A prima vista sembra impossibile, eppure Prima SA è sempre riuscita a far fronte a tutti i mandati acquisiti. Risolvere problemi di trasporti, facendo in modo che il cliente possa operare in time per i propri affari. Prima SA Transport & Trading può farsi carico di tutte le pratiche per garantirvi l’arrivo del collo a destinazione senza intoppi. L’azienda, che negli anni ha sempre mantenuto la sua impronta di piccola impresa (con un team di circa 10 persone), rende possibile il servizio offerto grazie ad una rete capillare di partner in tutto il mondo, che conta circa 3’000 addetti ai lavori e la presenza in oltre 160 Paesi. Come un abito cucito su misura da un abile sarto Merce grande, enorme, ma spesso delicata, fragile… I colli non vanno solo trasportati, ma anche imballati e protetti. La società garantisce, grazie a personale qualificato, che le attrezzature spedite non subiranno danneggiamenti, perché Prima SA dispone dell’organizzazione tecnica necessaria per far fronte ad ogni esigenza. Così Prima SA diventa anche una “boutique” dove ogni merce spedita viene confezionata su misura, con il “look” giusto per il viaggio che dovrà intraprendere.
Prima SA opera con successo in diversi Paesi, tra cui troviamo: Iran, Iraq, Brasile, Stati Uniti d’America, Canada, Algeria, Egitto, Giappone, Argentina, Cile, Colombia, l’area del Medio Oriente e la Nigeria, per citare alcuni mercati serviti. Non solo grandi volumi La peculiarità dell’azienda chiassese è la tempestività. Dal momento che l’azienda riceve l’ordine e lo analizza per pianificarne il viaggio ed i relativi passi da compiere per ottenere nel più breve lasso di tempo possibile tutti i permessi e i documenti per la spedizione, il cliente sa già dove, come e quando la merce giungerà a destinazione. Questa tempestività non si riflette solo sui grandi volumi di merci straordinarie, ma anche su piccoli colli, che hanno urgenza di essere consegnati dall’altra parte del mondo. Macchinari industriali, trasformatori, attrezzature per costruzioni, macchine sportive, automobili di lusso, … sono alcuni degli esempi di merce trasportata. Affidabilità, precisione e grande soddisfazione. Prima SA lavora con passione. Per maggiori informazioni: Prima SA Transport & Trading Via Dante Alighieri 12 Casella Postale 1551 6830 Chiasso Tel. +41 91 682 04 76 Fax +41 91 682 04 79 info@primasatt.ch www.primasatt.ch
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Vita dei Soci
Consulenza statitica o evolutiva?
Analizzare - identificare - limitare i rischi - proporre soluzioni - sottoporre offerte - gestire le coperture - assistere in caso di sinistro - elaborare reporting regolarmente, sono le attività minime che una società di brokeraggio assicurativo offre ai propri clienti. Nonostante negli ultimi anni vi sia stata una diminuzione delle compagnie d’assicurazione a seguito delle note fusioni, il numero di compagnie nazionali ed internazionali interessate a coprire i rischi è ancora elevato, e sono disponibili variegate soluzioni e prodotti con peculiarità diverse. Definire una politica di copertura dei rischi e scegliere con chi e come coprirli, necessita una competenza non indifferente, ed è pertanto importante scegliere dei consulenti competenti. IBC ha scelto di creare un “centro di competenza” di gruppo e affrontare le problematiche definendo le seguenti responsabilità: - Direzione di zona: chi conosce la realtà locale: • la presenza nazionale: Basilea, Ginevra, Losanna, Lugano, Neuchâtel, Sion e Zurigo • la presenza internazionale: partner esclusivo di www.assuerxglobal.com, network presente in oltre 80 Paesi con 500 partner e circa 22'000 collaboratori - Specialista di copertura: il tecnico esperto della copertura che conosce in modo approfondito le problematiche e le coperture (per esempio RC, persone, cose, trasporti, crediti, ecc.)
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- Responsabile segmento economico: chi conosce le specifiche necessità di un settore e ne coordina lo sviluppo di prodotti su misura. La clientela diventa giustamente sempre più esigente e, mentre una volta un potenziale cliente non avrebbe scelto il medesimo broker di un suo concorrente, oggi sono sempre più richieste le referenze nel settore di attività dell’azienda. IBC, ha da sempre messo in primo piano la soddisfazione della propria clientela e dei suoi circa 60 collaboratori. Oltre ai servizi classici offerti dai broker, IBC offre soluzioni particolari per: - Risk management: ingegnere e specialisti in casa - Gestione dei rischi: software di gestione - Crediti: specialista e competenza - Cura medica: gestione delle franchigie dei dipendenti delle aziende - Salute in azienda: concetto globale salute in azienda - Espatriati: gestione degli espatriati con un click - Clientela VIP: soluzioni su misura - Associazioni: sviluppo di soluzioni con peculiarità settoriali - … e altro ancora La risposta alla domanda posta come titolo è la seguente: consulenza evolutiva e trasparente con IBC nel motto easy to do business with Contattateci senza impegno: IBC Insurance Broking and Consulting Lugano SA Corso Elvezia 27, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 55 55, bernardo@ibc-broker.com
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