nr. 10 / Dic. 2010
Copertina: Fabrizio Nicora/Tipografia Veladini - Lugano
Lugano Commodity Trading Association
Un’opportunità per il Ticino
Sommario
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Dicembre 2010 Strong opinion Editoriale Contromano Il Tema Il Tema Ospite
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Ospite Biblioteca liberale Attualità Attualità Attualità Attualità Attualità Attualità Eventi Eventi Servizi della Cc-Ti Osec Fiere internazionali Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci
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nr. 10 / Dic. 2010
Considerazioni sul turismo in Ticino Più uniti, più efficaci Aspettando la prossima legislatura La nuova materia prima per la crescita del Cantone Eccovi la Lugano Commodity Trading Association (LCTA) Alla scoperta del Commodity Trading: in Ticino operano oltre 70 aziende in questo settore Una piattaforma per mantenersi all'avanguardia sui mercati internazionali Lo sviluppo ed il potenziamento del settore Commodity Trading in Ticino porterà molti benefici all’economia In Ticino LCTA ha visto un buon potenziale di crescita La tassazione: l’altra faccia della storia dell’umanità Infrastrutture di rete: non dormiamo sugli allori! arcobaleno aziendale Aperture dei negozi durante il periodo natalizio Cambiamenti strutturali nel Canton Ticino: avanza l'industria di punta Come va con le pari opportunità in azienda? Un nuovo Swiss Business Hub in Corea per le PMI svizzere Gli Incoterms e le novità introdotte dalla revisione 2010, il 13.12.2010 Lavoro e famiglia - Associazione Dialogare Incontri, gli appuntamenti del 2011 Cerca lavoro Commercio estero I prossimi appuntamenti hotelleriesuisse Ticino Melisa SA AIPCT - Associazione Imprese di Pulizia e Facility Services del Canton Ticino Corso “Management di Organizzazioni Sportive”, organizzato da SRI Group SA LRC Holding SA Annamaria Dadò, coach e formatrice di adulti Great Place To Work Institute Switzerland Nationale Suisse Helsinn Healthcare SA Grand Prix du Vin Suisse 2010 – Ticinowine CHC business solutions SA FPCE Assidu SA
Redattrice responsabile: Lisa Pantini
Copertina: Fabrizio Nicora/Tipografia Veladini - Lugano
Un’opportunità per il Ticino
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Impressum Editore: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano
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Comitato redazionale: Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Simona Morosini Marconi e Marco Passalia
Redazione: Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch Pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 558 6928 Manno Tel. +41 91 600 20 70 info@pubblicitasacchi.ch www.pubblicitasacchi.ch
Stampa: TBS, La Buona Stampa sa via Fola 11, Pregassona (Lugano) Diffusione: Tiratura: 2’500 copie Abbonamento gratuito per i soci Cc-Ti Abbonamento supplementare: - CHF 50.- annuo - per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Frequenza: Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annuali
Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti
Considerazioni sul turismo in Ticino Discorso pronunciato in occasione della manifestazione “Obiettivo Turismo” tenutasi a Lugano il 13 ottobre 2010, organizzata dal Ticino Turismo in collaborazione con la Cc-Ti
Immaginate di essere un satellite. Uno di quelli geostazionari situati a 36'000 km sopra la nostra testa che se vogliono vedono così bene da sapere se quella mattina non vi siete fatti la barba. Coprite una vasta zona che va da Capo Nord al Sahara e dalle Azzorre agli Urali. Siete incaricati di monitorare il traffico per informare i centri di controllo di polizia e quelli militari in caso di gravi anomalie. Nei mesi fra Pasqua e la festa della Vendemmia notate, non senza un certo stupore, che su quella riga quasi retta che va da Amburgo a Bari c’è un punto, più o meno a metà percorso dove una galleria contribuisce a creare ingorghi colossali perché l’autostrada si restringe da quattro a due sole corsie per i 17 km. Due, quattro a volte 6 e perfino 10-12 km di coda, si formano nelle giornate attorno ai weekend quando iniziano le vacanze scolastiche nei Paesi europei cioè quasi sempre perché nei mesi estivi dalla Svezia alla Sicilia si va in ferie. Vi lascio immaginare cosa succederebbe se con il progredire dell’integrazione europea, Bruxelles decidesse di imporre la stessa data di inizio e fine delle ferie scolastiche a tutti i Paesi dell’Unione. Osservando altre zone lì intorno come Francia, Austria o Germania, si notano colonne e intasamenti ma questi si spostano di zona in zona, sono dovuti essenzialmente a cantieri o incidenti stradali. Qui invece il terribile serpentone d’acciaio è una costante inesorabile nei mesi estivi, un castigo implacabile, che non lascia scampo come una sentenza all’ergastolo confermata in terzo grado. Siete un satellite anzianotto in funzione da ormai una ventina d’anni e fra poco sparirete dallo spazio sostituito da apparecchi di nuova generazione più performanti. Il vostro unico, vero, profondo rammarico è che voi andrete in pensione senza sapere perché nei lunghi 20 anni passati in cielo un’iniquità tanto macroscopica sia stata tollerata, quale sia il senso profondo di questa idiozia; cui prodest, cioè a chi dà vantaggi tutto ciò? In realtà questo è un gioco a somma negativa, ci perdono tutti, chi si muove su ruota, gli abitanti del luogo, la bella Svizzera che viene stramaledetta dai turisti per l’arroganza con cui si permette di bloccare la mobilità sull’asse Nord-Sud più importante del continente, per dirla con il Commissario Montalbano, “stracatafottendosene” delle conseguenze. Abbiamo già i problemi con il segreto bancario, con i vicini e con Bruxelles i rapporti sono andati via via raffreddandosi, a volte all’estero non ci capiscono e pensano che siamo un paese di egoisti. Difficile convincerli che non sia così. Ma chi l’ha avuta questa geniale pensata di inventarsi una strozzatura, un tappo diabolico, una “Roncisvalle” svizzera nel
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bel mezzo di un percorso lungo 4-5000 km, la cui utilità è per tutti un mistero? Se osservate un formicaio noterete che nell’intenso traffico generato dalle formiche, non si formano intasamenti, tutto va liscio e senza intoppi. Ma le formiche non conoscono i funzionari bernesi. Non sono dogmatiche, non hanno ideologie da difendere, non sanno cos’è il progresso, quindi non hanno chi il progresso lo ostacola; le formiche non sono fondamentaliste. I funzionari del Dicastero dei trasporti bernesi invece, credono fermamente che gli ostacoli servano a diminuire il traffico per lo scoramento che le code interminabili causano. Ma non è così. Il traffico non è diminuito, le code, al contrario sono aumentate. Le guardie della rivoluzione ecologica svizzera sono responsabili di questo stato di cose che ha una vittima e una soltanto: il turismo del Cantone Ticino. La cocciuta, ottusa opposizione al raddoppio del Gottardo causa un’inevitabile rallentamento economico soprattutto nel settore turistico grazie a preconcetti fondamentalisti e pregiudizi che rasentano l’isterismo, infliggendo al Cantone da un ventennio “opportunity” costs intollerabili. (Questi sono i costi economici, non monetari, delle opportunità alle quali si è rinunciato, il valore di ciò che si è perso non realizzando per es. il secondo tubo). E l’USI con la SUPSI farebbero bene a occuparsi dei costi di opportunità generati per via delle difficoltà d’accesso a Locarno e valli durante due lustri, invece di preoccuparsi delle ripercussioni dovute a una breve chiusura della galleria, che francamente è come occuparsi di un brufolo sul naso quando stai per essere investito da un TIR. La regione di Locarno è una meta turistica. Ascona, Brissago, le isole, le valli sono terra di scoperta ancora oggi per turisti in cerca di natura, laghi e foreste intoccate in un mondo sempre più interconnesso e conformizzato. Queste destinazioni soffrono da anni ormai, forse non solo, ma sicuramente in buona parte della difficoltà di accedervi in certi periodi dell’anno. Il “Drang nach Süden”, la voglia di Sud, è millenaria, dai Visigoti ai Re Sassoni, dal Barbarossa, alla Principessa Sissi, tutti gli abitanti del Nord hanno da sempre un debole per il Sud. Locarno era un importante centro internazionale quand’era raggiungibile. Dal Verbano passavano le truppe spagnole che andavano a combattere nelle Fiandre. Oggi il bernese che ha riattato un rustico in Valle Maggia impiega 5 ore il venerdì a scendere e altrettante la domenica per tornare. Vi pare normale? Non è solo il Gottardo. È anche il piano di Magadino dove il problema è irrisolto per colpa soltanto nostra. Ticino Turismo si trova quindi
a operare gravato da un handicap pesante, quello di una mobilità compromessa gravemente. E lo fa tra mille difficoltà con successo, entusiasmo e fantasia, impegno e determinazione. Io vedo il Ticino diviso in due grandi regioni, il Locarnese a vocazione turistica, vacanziera e congressuale e il Luganese, terza piazza finanziaria svizzera, già oggi meglio connesso tramite ferrovia e aeroporto, con accesso molto facile da Sud. La clientela business sarà ancor meglio servita dalla NEAT, Lugano sarà più vicina a Milano e Zurigo, una buona occasione per incrementare l’attività economica soprattutto nel settore terziario-finanziario ove ormai si concentrano la maggior parte dei posti di lavoro. Lugano e il Mendrisiotto già si stanno muovendo in direzione di una maggior presenza nel settore culturale e congressuale, si preparano a sollecitare l’interesse di un turismo di operatori economici piuttosto che di leisure, di tempo libero. Mentre il Locarnese, il Bellinzonese e le valli hanno una predisposizione naturale per un turismo del tempo libero e vacanza che cerca, e trova, cultura, (penso al prestigioso Festival internazionale del Cinema che è la maggior manifestazione culturale svizzera), e varie attività di ottimo livello in settori artistici come musica e affini con un occhio di riguardo per il business congressistico che soprattutto nel fuori stagione, è un enorme risorsa. E arrivo alla parte conclusiva di questa relazione, portandovi alcune proposte scaturite da colloqui con operatori turistici e un amico che opera a Locarno. Sono idee, suggerimenti che butto là in modo da alimentare la discussione fra addetti ai lavori e prescindono da quelli più comuni e operativi come apertura dei negozi, il percorso degli architetti famosi, la via dei vini, la penuria di Golf, di spazi per l’equitazione ecc. che pure hanno la loro importanza. 1) Sappiamo che la Confederazione favorisce e finanzia la creazione di parchi nazionali. Si potrebbe creare un parco nazionale della Valle Maggia, luogo amatissimo dai cittadini confederati (la metà dei frequentatori in Ticino è svizzero tedesco). Certo, bisogna che le autorità ticinesi assieme a quelle della Valle Maggia si muovano in questa direzione con un progetto serio e articolato di valorizzazione della valle, promuovendola a parco nazionale che sarebbe di grande richiamo per il turismo nazionale e internazionale. 2) Il turismo congressuale si svolge spesso d’inverno. È curioso che mentre il Ceresio propone servizi anche fuori stagione, il Verbano non offra nessuna corsa sul lago perché l’operatore italiano che lavora in regime di monopolio, reputa economicamente insostenibile l’attività nei mesi invernali. Questo preclude ogni visita ad esempio al parco botanico e alla storica villa delle isole di Brissago, mete ambite da chiunque si rechi da noi per fuggire le nebbie del Nord. Per ovviare a questa situazione penalizzante si può agire in due modi: a) Il DFE richiama l’Italia a far rispettare il trattato internazionale I-CH che, a fronte della concessione del monopolio, impone l’obbligo di garantire il servizio anche se non rende, oppure b) Berna concede unilateralmente a una società ticinese il diritto di fare delle corse d’inverno. 3) Non ho parlato del rapporto Euro/CHF perché è un tema da trattare a sé. Ma è pur vero che gli stipendi della zona di frontiera italiana sono assai più bassi (dal 40-50%) rispetto
ai nostri che sono regolati, per gli alberghi, da un contratto collettivo di lavoro a livello nazionale. Questo contratto permette di fare uno stage solo agli studenti di scuola alberghiera svizzera. Potrebbe servire ampliare la cerchia delle persone che fanno stage anche ad altri allievi di ogni scuola, non solo alberghiera come succede per esempio per tutti gli studenti universitari che durante le vacanze vanno a lavorare in posta. Questo permetterebbe di ridurre i costi agli esercizi pubblici e ai giovani di affacciarsi nel mondo del lavoro. 4) Le regole urbanistiche ed edificatorie attuali (influenzate da Berna) prevedono bonus/incentivi per gli alberghi per nulla interessanti per non dire ridicoli. Rispetto alle destinazioni residenziali l’aumento dell’edificabilità di un albergo è del 20% al massimo. Ecco perché le nuove iniziative alberghiere sono quasi inesistenti e con la bassa redditività del settore, assistiamo impotenti alla chiusura di vecchi alberghi che vengono destinati a promozioni condominiali per lo più di vacanza. I grandi hotels come Montreux Palace, Suvretta, Badrutt’s Palace o Splendide, veri e propri palazzi fastosi di classe, vanto dell’hotelleria svizzera non esisterebbero con le norme edificatorie attuali. Quindi in quest’ottica vanno riconsiderati con urgenza i criteri di edificabilità di un hotel rispetto a una destinazione residenziale per quanto attiene a dimensioni , altezza, generosità di spazi e inserimento urbanistico. C’è anche un aspetto fiscale che ha un impatto fortemente negativo in settori a bassa redditività. L’immobile per un albergo rappresenta la voce più importante dei propri attivi. Per un’azienda meccanica invece, l’investimento immobiliare è di regola molto minore di quello in impianti e macchinari. Siccome tutti gli immobili sono beni strumentali di un’azienda e tassabili come generatori di reddito, un albergo che fosse in perdita, pagherebbe comunque imposte sul reddito presunto del proprio immobile il che penalizza fortemente l’albergatore che chiude e si trasforma in operatore immobiliare. Mi fermo qui. Noi della Cc-Ti, come associazione mantello dell’economia ticinese, ci occupiamo di politica economica e delle condizioni generali nelle quali l’economia privata opera. Tra i valori fondamentali di una democrazia liberale c’è il diritto alla mobilità. La Svizzera è uno Stato federale che tende alla società aperta a differenza di altri stati europei più legati alla concezione hegeliana dello Stato. Crediamo nella forza della ragione, non ai dogmi. Il Ticino ha diverse problematiche aperte con la Confederazione, dal problema dell’italiano nelle scuole, all’assenza di una vera politica estera verso l’Italia (Tremonti!) e quant’altro. Ma più di ogni altra cosa lo Stato deve capire che per l’economia di questo piccolo e amato Cantone un doppio tubo stradale è indispensabile. La vita spesso è un gioco. Come la famosa trasmissione condotta da Mike Buongiorno negli anni ‘60, “Lascia o raddoppia”. Ma tra lasciare e raddoppiare, noi raddoppiamo perché, proprio come nel gioco, lasciare vuol dire perdere. E negli ultimi 20 anni, il nostro turismo ha perso anche troppo.
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Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti
Più uniti, più efficaci
L’anno che sta volgendo al termine è stato caratterizzato da un miglioramento della situazione economica, malgrado il clima generale resti un po’ nervoso ed incerto, non da ultimo per i numerosi quesiti legati ai tassi di cambio. Come al solito è difficile stilare previsioni su quello che ci attende nei prossimi mesi. È però un fatto che, come avremo modo di illustrare prossimamente in occasione della presentazione dell’inchiesta congiunturale annuale, le aziende ticinesi, malgrado una certa prudenza, conservano un innegabile dinamismo. Esse dimostrano infatti una chiara voglia di lottare e di confrontarsi con un contesto non sempre difficile e comunque molto aggressivo, investendo risorse, diversificando le proprie attività e cercando di mantenere l’effettivo del personale anche in momenti delicati. Sono segnali importantissimi e in un certo senso rassicuranti, perché garanti di una stabilità che va a beneficio di tutto il Cantone. Questo malgrado alcune forze politiche continuino imperterrite a considerare moralmente riprovevole il fatto di creare ricchezza e le imprese quasi come associazioni a delinquere da penalizzare in ogni modo con tasse, balzelli, imposte e sanzioni di ogni genere. Sarebbe magari opportuno che gli apostoli del moralmente corretto si ponessero la domanda sull’origine dei mezzi finanziari che tanto generosamente vengono ridistribuiti. Ma forse è chiedere troppo... È comunque già sin d’ora chiaro che dal 2011 dovremo batterci strenuamente per difendere i valori fondamentali del nostro sistema economico, visto che già è prevista una pioggia di iniziative e votazioni, dal salario minimo a livello federale all’abolizione dei forfait fiscali per gli stranieri, dall’introduzione di un’imposta di successione federale ad altre misure di armonizzazione fiscale materiale, dall’iniziativa Minder ad un eventuale contro-progetto. Tutti argomenti che toccano direttamente o indirettamente le aziende. La concorrenza e la libertà purtroppo, danno fastidio. In un contesto del genere l’attività della nostra Cc-Ti è fondamentale, non solo quale interlocutore credibile nel panorama politico ed istituzionale, ma anche e soprattutto nell’ambito dei servizi offerti agli associati. Negli ultimi anni abbiamo lavorato su più fronti, potenziando la consulenza giuridica e sviluppando il notevole knowhow di cui disponiamo nel settore dell’esportazione. Consigli pratici, indicazioni concrete, eventi costruiti su misura per le esigenze delle aziende, formazione mirata affinché le collaboratrici e i collaboratori delle aziende acquisiscano e mantengano un alto livello di conoscenze. Senza contare l’appoggio dato alle varie associazioni a noi legate. Tutto questo sempre nell’ottica di creare una rete forte fra la Cc-Ti e i suoi associati,
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ma anche fra le aziende stesse. Non voglio peccare di immodestia, ma i nostri sforzi non sono passati inosservati, come recentemente testimoniato dalla massiccia partecipazione alla nostra Assemblea generale annuale e dal crescente numero di associati individuali e collettivi, malgrado l’ultimo biennio sia stato difficile per tutti. Una fedeltà fondamentale per poter consolidare le nostre attività e crescere insieme verso un rapporto sempre più improntato alla professionalità. La creazione della “Lugano Commoditiy Trading Association”, tema centrale dell’edizione di Ticino Business di questo mese, illustra bene l’importanza riconosciuta al ruolo della Cc-Ti. Non si tratta infatti di un’iniziativa estemporanea o casuale, ma frutto di un attento lavoro svolto con gli operatori del settore, finalizzato a rafforzare il settore stesso, ma anche per dare valore al nostro territorio e creare nuove opportunità di lavoro e di formazione per le e i ticinesi. Su questo terreno intendiamo continuare a muoverci, perché le associazioni di ogni categoria meritano attenzione e rispetto per quello che fanno quotidianamente per il nostro Cantone e vanno tutelate. La recente compattezza dimostrata da quelle che qualcuno simpaticamente ha definito le “cinque sorelle”, cioé CcTi, ABT, AITI, CATEF e SSIC-Ticino, è un segnale che va chiaramente in questa direzione. Solo un mondo associativo unito, pur tenendo conto delle inevitabili differenze fra le varie categorie nel rispetto dei relativi ruoli, può muoversi in modo credibile ed efficace. La Cc-Ti è pronta a continuare a dare il proprio contributo. Anche per questo abbiamo voluto rendere ancora più fruibili i nostri strumenti di comunicazione, con un nuovo sito Internet più dinamico e ricco di contenuti ed aprendoci ai cosiddetti “social networks”, Facebook, MySpace e Twitter in particolare, per facilitare ulteriormente la comunicazione con gli associati. Visto che le Feste di fine anno incombono, termino ringraziando gli associati per la loro fedeltà e le mie collaboratrici e i miei collaboratori per il grande lavoro svolto. Senza il loro decisivo apporto la Cc-Ti non potrebbe offrire quei servizi di qualità che tutti voi apprezzate. Chiedo venia per i toni un po’ auto-celebrativi, ma in un clima portato al disfattismo, a volte è salutare dire quando le cose vanno bene e darsi qualche pacca sulle spalle. Questo non significa compiacersi e smettere di cercare di migliorarsi oppure smarrire la necessaria umiltà per progredire, ma l’attività a livello nazionale delle Camere di commercio e dell’industria svizzere mi ha aperto gli occhi sul fatto che il Ticino ha buone carte da giocare. Basta esserne consapevoli e giocarsele bene, senza arroganza ma con la giusta autostima.
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Contromano di Alessio del Grande
Aspettando la prossima legislatura
Quattro mesi ancora è e si chiuderà anche questa legislatura. Quattro anni che non saranno di certo ricordati e annoverati tra i più brillanti negli annali della politica cantonale. Un Governo indubbiamente più “armonioso” e collegiale, rispetto al passato, ma di basso profilo, e un Parlamento che si è distinto più per l’accentuata conflittualità con l’esecutivo che non per propositività politica. Mentre l’economia, nonostante la crisi, ha saputo trovare nuovi impulsi e guardare avanti, con una più che positiva evoluzione dell’industria avanzata, come sottolineato dal recente studio del Credit Suisse, la politica è rimasta,invece, bloccata. In una legislatura cominciata e finita nell’esercizio contabile, i principali temi sulla modernizzazione del Paese, quali fiscalità, socialità meno dispersiva, ridimensionamento dell’amministrazione cantonale (oggi persino Cuba sta sfoltendo l’impiego pubblico), liberalizzazione negli orari delle attività commerciali e viabilità, tanto per ricordare i più importanti, sono rimasti ai margini dell’agenda governativa. A parte qualche timido approccio per la nuova legge sugli orari dei negozi, per la tormentosa vicenda del condono fiscale e per lo scossone del criterio del ‘merito’ nelle retribuzioni dei dipendenti del Cantone, non c’è stato niente di veramente nuovo. Si è fatto qualche passo avanti nelle fusioni comunali, tuttavia resta sempre aperto il problema del Sopraceneri, prigioniero più che mai di personalismi e campanilismi d’altri tempi. Un Paese bloccato, dunque, che politicamente si è accontentato, e si accontenta, di tirare avanti con l’ordinaria amministrazione, senza quei colpi d’ala capaci di prospettare nuovi indirizzi di crescita economica e sociale. Le ragioni di questa impasse? Non è solo una questione d’inidoneità o di scarso coraggio della classe politica, intesa come Governo, Parlamento e Partiti. La vera causa di questo blocco sta nel fatto che manca in Ticino una cultura riformista, capace di rimodellare strutturalmente il Cantone per salvaguardarne la crescita, non solo economica, e la competitività. Mancando questa capacità d’innovazione istituzionale, la governabilità rimane pesantemente condizionata da interessi corporativi e logiche clientelari - che per loro natura sono più portati alle chiusure che non alle aperture -, mentre più in generale
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si è andata consolidando una cultura statalistica-assistenziale largamente condivisa. Questa deriva statalistica, nelle sue più diverse sfaccettature, è oggi uno degli aspetti più preoccupanti per il futuro del Cantone. Emblematico di questa situazione di stallo è il tira e molla sugli sgravi fiscali, sebbene da più parti si siano levate autorevoli voci sulla pericolosa perdita di competitività fiscale del Ticino rispetto agli altri Cantoni. Soprattutto per quel che riguarda l’imposizione sulle persone giuridiche e sui redditi dei contribuenti più facoltosi. Dopo il documentato richiamo nei mesi scorsi dello studio di Marco Bernasconi, da ultimo anche la ricerca del Credit Suisse ha posto l’accento sui ritardi del Cantone nel cercare di recuperare concorrenzialità fiscale. Poiché la pressione tributaria resta sempre uno dei principali fattori dell’attrattività cantonale anche per quell’indice di qualità nella localizzazione delle imprese che ha visto il Ticino retrocedere nelle posizioni di coda: sestultimo posto. Il Cantone avrebbe, quindi, immediatamente bisogno di un articolato pacchetto di sgravi per alleggerire la pressione contributiva su imprese, redditi alti, ossia contribuenti più facoltosi che stiamo rischiando di perdere, e sulle persone fisiche. Per queste ultime un’attenzione particolare andrebbe riservata anche alla vera fascia media dei cittadini, che non beneficiano di nessun aiuto dallo Stato, ma i cui redditi, la disponibilità di spesa e il tenore di vita in questi ultimi dieci, quindici anni si sono erosi vistosamente. L’attuale stratificazione del gettito fiscale vede da una parte una ristrettissima fascia di ricchi e super ricchi, che contribuisce largamente a riempire le casse dell’erario pubblico, una larghissima fascia di esentasse per redditi insufficienti e in mezzo una vasta e disomogenea classe di benestanti, o presunti tali, che fa sempre più fatica a mantenere quelli che erano gli abituali standard di consumo e risparmio. Purtroppo il dibattito sugli sgravi e la consapevolezza di una stratificazione del gettito molto fragile, sono pregiudicati in Ticino dalla posizione fortemente ideologizzata di una sinistra regressista, e per nulla riformista, che vuole continuare ad usare il fisco per randellare i ricchi, impedendo di utilizzarlo, invece, come una leva per la crescita economica.
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Il tema di Alessio Del Grande
La nuova materia prima per la crescita del Cantone
L’ultimo studio di UBS Research prevede nei prossimi due anni una forte ripresa della Svizzera. Si è pure ritoccato verso l’alto, dal 2,1 al 2,3%, il tasso della crescita economica. Il notevole apprezzamento del franco dovrebbe, invece, rallentare le esportazioni che resteranno, comunque, su valori positivi: dalla crescita del 10,7% prevista per l’anno in corso, al 4,2 del 2011 e al 3,8% nel 2012. C’è da dire, tuttavia, che già nel corso di quest’anno l’impatto del franco forte sull’export è stato di gran lunga inferiore a quanto temuto, segno evidente del dinamismo del nostro sistema economico e del costante apprezzamento, al pari della moneta, della qualità del made in Switzerland sui mercati internazionali. Nonostante la crisi innescatasi nel settembre del 2008 con la mega bolla dei subprime, nonostante l’attuale guerra valutaria, ciò è un indubbio successo per la Svizzera. Paese tradizionalmente vocato alle esportazioni e che su queste regge gran parte del proprio benessere economico e sociale. Non meno lusinghieri sono i risultati per il Ticino, le cui più importanti attività economiche sono anch’esse orientate sull’export, sebbene questi risultati e la tenuta complessiva del sistema produttivo cantonale necessitano di uno sguardo prospettico diverso, visto che sono avvenuti notevoli cambiamenti strutturali, come ha sottolineato, il recente studio del Credit Suisse. “Le regioni del Ticino stanno attraversando una fase intensa di trasformazioni strutturali - si legge nella ricerca del CS -. Settori industriali tradizionali vengono rimpiazzati da moderne tecnologie di punta e al tempo stesso i centri ticinesi rafforzano la loro posizione di sedi ampiamente diversificate di servizi ad uso di imprese e privati”. La ricerca segnala, inoltre, che in Ticino questi comparti all’avanguardia, al di là di alcune marcate differenze regionali, hanno registrato una progressione più accentuata rispetto alla media svizzera. Per l’export il rapporto del CS evidenzia che dalla metà del 2009 il barometro delle esportazioni del Cantone è di nuovo in rialzo dopo la caduta libera dei trimestri precedenti: “Dal febbraio 2010 l’indicatore supera, inoltre, la soglia di crescita, ciò lascia presagire una crescente attività di vendita all’estero. Nei prossimi trimestri le imprese esportatrici dovrebbero quindi trarre profitto dal progressivo rinvigorimento della domanda nei Paesi di sbocco”. Secondo lo studio, la posizione di frontiera del Cantone si propone come un’opportunità e al contempo una sfida a seconda del settore: “A dispetto delle ricadute in parte dolorose nel breve periodo, il mutamento strutturale crea spazio di manovra per nuovi comparti economici ad alto valore aggiunto”.
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Non male, dunque, per un Cantone che sino a non molti mesi fa veniva giudicato sin troppo bancocentrico,con tutti i rischi che ne conseguono alla luce anche dell’ instabilitàvolatilità dei mercati finanziari internazionali, degli effetti diretti degli scudi fiscali italiani e dei continui attacchi al segreto bancario. Un tassello molto importante in questa svolta verso un’economia più avanzata e diversificata, pur avendo sempre nella piazza finanziaria uno dei suoi capisaldi, è la recente costituzione, su impulso della Camera di commercio, della LCTA, Lugano Commodity Trading Association, per lo sviluppo del commercio delle materie prime con base in Ticino. Materie che valgono oro come sta dimostrando in questi mesi l’andamento del mercato mondiale, che ha visto salire alle stelle i prezzi delle commodities. L’escalation dei rialzi è impressionante: a settembre l’indice internazionale, comprensivo di tutti i prezzi delle materie prime, è aumentato dell’8,4%; rispetto al 2009 il balzo delle quotazioni tocca il 28%. Un aumento il cui impatto non si
avverte ancora sui prezzi finali poiché ci vuole del tempo prima che esso si scarichi sull’ultimo anello della catena, ossia i listini della grande distribuzione. Sotto la pressione della nuova domanda dei Paesi emergenti, s’impennano i prezzi dei prodotti di base tradizionali, come grano, petrolio, mais o cotone, così come quelli dei minerali rari usati per telefonini e computer. Semplificativo di questa tendenza è il prezzo dell’argento che ha registrato un boom sostenuto da una domanda mondiale, dietro cui c’è lo sviluppo stesso delle tecnologie avanzate. C’è bisogno d’argento per la produzione di energia solare – le cellule fotovoltaiche contengono, difatti, sino al 70% di questo minerale – come pure per i comandi dei televisori a cristalli liquidi, i rivestimenti di CD, DVD e per le membrane delle tastiere dei computer. Usi che si cumulano con la tradizionale utilizzazione dell’argento in tante altre produzioni industriali. Per non parlare poi dei nuovi minerali, di quelle risorse naturali molto rare e dai nomi per lo più sconosciti a profani: lantanio, erbio, terbio, disprosio, neodimio e tantalio materie prime usate per le batterie delle auto elettriche, per le marmitte catalittiche, le turbine eoliche, le fibre ottiche per i collegamenti internet e nell’industria aereo spaziale. Se i popoli del mondo hanno sempre più bisogno di grano, ferro cotone, mais o soia, la produzione hi-tech ha aperto una nuova frontiera per le materie prime e il loro commercio. Un settore molto promettente, quindi, anche per il nostro Cantone, nel solco stesso di una tradizione che ha visto da sempre la Svizzera, paese privo di risorse naturali,acqua a parte, tra i protagonisti nella negoziazione di materie prime su scala mondiale. Oggi grazie anche ad una fiscalità leggera, la Svizzera ha accresciuto il suo peso nel commodity trading aggiungendo al ventaglio delle materie prime tradizionali altre merci. Per il Ticino un ottimo modello di possibile sviluppo è rappresentato da quanto fatto nel Canton Ginevra - assieme Londra e Singapore rappresenta la principale piazza per le commodities - che ha puntato decisamente su questo comparto. Oggi nella regione lemanica operano all’incirca 400 società attive nel commodity trading, con una cifra d’affari di 800 miliardi di franchi e impieghi diretti che danno lavoro a 6000 persone. Numeri di tutto rispetto, indicativi delle potenzialità che può avere nel Cantone la negoziazione di materie prime. Già oggi il Ticino con la sua piazza di Lugano si è conquistata una fetta non indifferente di questo mercato, soprattutto per quel che riguarda l’acciaio, altri metalli, il carbone e in parte pure nelle cosiddette soft commodities, ossia beni agroalimentari, come cereali o il caffè. Il settore conta a Lugano attualmente una settantina di aziende con mille posti di lavoro dai profili altamente qualificati, e contribuisce con un buon 2% al Prodotto interno lordo cantonale, che in soldoni fa all’incirca 300 milioni di franchi. Senza dimenticare poi il notevole contributo, proprio per la specificità del comparto, all’internazionalizzazione dell’immagine del Cantone. Se questa è la realtà odierna, il futuro potrebbe essere ancora più incoraggiante tenuto conto delle enormi potenzialità, anche occupazionali, che offre il commodity trading. Si tratta, difatti, di un settore attorno cui ruotano molteplici attività che richiedono una vasta e diversificata gamma di
figure professionali con competenze specialistiche: spedizioni, trasporti, finanziamenti commerciali, assicurazioni dei rischi nelle negoziazioni, consulenze amministrative, giuridiche, servizi fiscali, per arrivare ai lavori di traduzione. Profili professionali non sempre accessibili in Ticino, sia per la mancanza di capacità specifiche che di un consolidato know-how. Perciò, la LCTA si propone di formare il personale delle imprese associate, attraverso corsi mirati e programmati sulla base delle esigenze concrete dei commodity traders. Inoltre, proprio per favorire l’accesso a queste attività si è pure pensato di fornire un ciclo di
corsi di base, in grado di offrire una formazione generale completa a chi vuole intraprendere questa professione. Il Ticino agli occhi degli investitori internazionali ha dalla sua molti assi per lo sviluppo del commodity trading. Oltre ai tradizionali vantaggi legati alla stabilità politica ed economica, all’efficienza delle infrastrutture, ai servizi finanziari, può anche contare su una collocazione geografica privilegiata tra nord e sud dell’Europa, sulla vicinanza dell’industria del Nord Italia, il che ha già favorito l’insediamento di società orientate su questo mercato. Ma, purtroppo, non mancano i punti deboli. L’odierna imposizione fiscale per le persone fisiche non facilità di certo l’arrivo nel Cantone di quel personale altamente qualificato di cui il commodity trading ha sempre più bisogno. Al proposito è indicativo l’esempio di Zugo dove, grazie ad un’imposizione molto vantaggiosa, si è riusciti ad attirare parecchie trading house. Rimuovere l’handicap di un fisco disincentivante, per il Ticino significa, dunque, creare le premesse di uno sviluppo con ottime ricadute sia in termini occupazionali che di maggiore ricchezza per tutti.
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Il tema
Eccovi la Lugano Commodity Trading Association (LCTA) La Lugano Commodity Trading Association (LCTA) è un’associazione senza scopo di lucro con sede a Lugano fondata nel 2010
La creazione di questa associazione nasce dalla necessità delle aziende attive nel settore del Commodity Trading (commercio e negoziazione di materie prime) di rafforzare le condizioni quadro favorevoli del cantone Ticino perseguendo degli obiettivi comuni quali: il miglioramento della formazione del proprio personale, l’ampliamento delle conoscenze settoriali, lo scambio di opinioni e punti di vista, ma anche lo sviluppo di una piattaforma a 360° formata da Commodity Traders, da compagnie di spedizione, da banche attive nel Commodity Trade Finance nonché da assicurazioni, fiduciarie e da altri attori importanti per il settore. I principali obiettivi di questa associazione sono: • il rafforzamento del settore del Commodity Trading nell’area italo-svizzera del centro-sud dell’Europa; • la formazione mirata per le aziende del settore e, quindi, per il proprio personale, nonché la possibilità di aprire e garantire la formazione anche a chi intende intraprendere una nuova carriera in questo settore; • lo sviluppo dei servizi attorno al settore del Commodity Trading e l’accrescimento delle conoscenze e del know-how attorno agli ambiti del trading, delle spedizioni, delle assicurazioni e del finanziamento di tali attività; • l’attività di lobbying e la collaborazione con le autorità per migliorare le condizioni quadro della piazza ticinese a favore delle aziende operanti in questo settore. Il comitato esecutivo è composto da 11 membri provenienti da diversi ambiti legati al settore del Commodity Trading: • Thomas Patrick, President Chief Financial Officer, DUFERCO S.A. • Roberto Grassi, Vice President Chief Executive Officer, FIDINAM GROUP HOLDING S.A. • Marco Passalia, Secretary Vice Director, CHAMBER OF COMMERCE OF CANTON TICINO • Roberto Bonzi, member Chief Financial Officer, PETRACO SERVICES S.A. • Nicolò Bisconti, member Director, NOVEX TRADING (SWISS) S.A. • Henry Ricci, member Representative of FLAME S.A. • Thomas Bosshard, member Head of Commodity Trade Finance (Lugano), UBS S.A. • Roberto Gagliardi, member Head of Trade Finance Service Center (Lugano), CREDIT SUISSE
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• Markus Wüstiner, member Head of Commodity Trade Finance, ZUERCHER KANTONALBANK • Paolo Cavalli, member General Agent, ZURICH • Luca Albertoni, member Director, CHAMBER OF COMMERCE OF CANTON TICINO Lugano ed il commodity trading: In questo contesto molto specifico anche la piazza di Lugano si è ritagliata una fetta di mercato importante – soprattutto nell’acciaio, nei metalli di base, nel carbone ed in parte anche nelle soft commodities - posizionandosi oggi in una situazione di tutto rispetto. Il commodity trading a Lugano è composto da pressappoco 70 aziende che contribuiscono in maniera importante alle entrate fiscali nonché al PIL del cantone Ticino (quest’ultimo dato è in crescita costante ed ammonta a circa il 2% in linea con il dato a livello svizzero). In questo settore sono occupate direttamente ed indirettamente circa 1'000 persone altamente qualificate che ruotano attorno a competenze ben specifiche: spedizioni, trasporti, finanziamento delle operazioni, assicurazioni dei rischi, problematiche giuridiche, conoscenze di lingue straniere e così via. La figura del trader di materie prime Il trader è un intermediario che gioca un ruolo importante nella catena del valore che comincia dal fornitore di materie prime e si conclude con l’utilizzatore finale del bene prodotto. Chi si occupa di negoziazione di materie prime, abitualmente acquista la merce da un produttore per cercare di rivenderla a quelle aziende che si occupano della trasformazione, ad altri intermediari oppure direttamente agli utilizzatori finali; tutto ciò cercando di ricavare il margine di guadagno maggiore e di garantire l’efficienza della catena. In altre parole, il trader si occupa di coadiuvare l’incontro di domanda ed offerta, normalmente collocate in diverse aree geografiche fornendo al contempo sia al fornitore che al cliente - a qualsiasi livello della catena del valore – una serie di servizi addizionali che richiedono competenze specifiche. Quindi, i diversi attori della catena del valore concentrano le proprie risorse e le proprie attività sul proprio core business, mentre il trader si occupa di piazzare la merce facendo capo alle proprie conoscenze del mercato, del trasporto, della logistica, dell’accreditamento e del finanziamento di queste operazioni. Per maggiori informazioni: LCTA - Lugano Commodity Trading Association c/o Cc-Ti Corso Elvezia 16 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 info@lcta.ch
Ospite Intervista a Thomas Patrick, CFO di Duferco e Presidente della Lugano Commodity Trading Association (LCTA)
Alla scoperta del Commodity Trading: in Ticino operano oltre 70 aziende in questo settore
Ginevra, Londra e Singapore sono le tre piazze per eccellenza del Commodity Trading (in italiano la negoziazione di materie prime). Anche Lugano trova spazio in questo settore? “Il Ticino svolge un ruolo importante nel settore del Commodity Trading soprattutto per materie prime quali l’acciaio, l’oro nonché il carbone, ed in maniera meno marcata per materie quali il petrolio ed i cosiddetti soft commodities. Nella negoziazione di acciaio il Ticino occupa una posizione dominante grazie alla Duferco che ha centralizzato tutte le proprie operazioni globali nella sede centrale di Lugano e grazie alla presenza sul territorio del Cantone di più recenti uffici commerciali di importanti produttori d’acciaio dei Paesi del CIS (Comunità degli Stati Indipendenti). Inoltre, non va dimenticato che in Ticino ci sono pressappoco 70 compagnie che operano nel settore del commodity trading impiegando direttamente o indirettamente all’incirca 1'000 persone con un profilo professionale di respiro internazionale”. Su quali materie prime si concentra il Commodity Trading nella piazza economica di Lugano? “Storicamente, l’acciaio, l’oro ed il carbone sono le più importanti materie prime negoziate e correlate alla piazza economica ticinese. Per esempio, è importante tenere presente che una grandissima percentuale di transazioni relative all’acciaio, a livello globale, sono strettamente vincolate al Cantone Ticino. D’altre parte, ci sono diverse altre compagnie attive nel commercio internazionale di materie quali il petrolio, il gas o dei cosiddetti soft commodities (cereali, ecc.)”. Quali sono i fattori competitivi e di attrattività del Cantone Ticino per i Commodity Traders? “La tassazione delle persone giuridiche in Ticino è sicuramente interessante, mentre sul fronte della tassazione delle persone fisiche il Cantone non è molto competitivo. Il sistema legale e l’amministrazione pubblica hanno un impostazione logica ed orientata a favore di chi fa business. Inoltre, l’altissima qualità della vita, le infrastrutture moderne e la posizione centrale tra Milano e Zurigo contribuiscono a rendere il Ticino attrattivo. Anche il fatto che si
Thomas Patrick Direttore Finanziario di Duferco international Trading Holding Limited Lugano – Svizzera. Thomas Patrick si è unito a Duferco nel 2000 come «Financial Manager» con responsabilità su trading e finanziamento delle attività industriali del Gruppo Duferco. Verso la fine del 2003 Duferco ha iniziato a delineare le linee manageriali delle due principali attività del gruppo (Trading ed Industria), senza abbandonare la strategia di costruire sinergie commerciali tra le due. In questo momento il Signor Patrick ha assunto il ruolo di Direttore Finanziario di DITH (Duferco Trading). Prima di unirsi a Duferco, il Signor Patrick ha lavorato come Credit Officer e Commercial / Corporate Banking Officer ed infine come Structure Finance Product Manager con Credit Suisse prima e Credit suisse First Boston a Zurigo, dal 1991 al 1998. Nel 1998 il Signor Patrick ha iniziato a lavorare con Marc Rich Investment Services Ltd., a Londra con responsabilità sulle attività di finanziamento strutturato per il ramo «Metalli» della compagnia. Il Signor Patrick è cittadino svizzero e statunitense, ha completato i suoi studi negli Stati uniti (BA in Scienze Politiche e MBA in Finanza), prima di trasferirsi in Europa nel 1991.
tratta di una regione in cui si parla italiano, ma con forte tendenza al plurilinguismo (inglese, tedesco e francese) è un fattore competitivo importante. Non da ultimo, va considerata la disponibilità – seppur limitata – di manodopera altamente qualificata nonché la presenza forte del settore dei servizi (banche, assicurazioni, studi legali, fiduciarie, ecc.) che dovrà sicuramente essere rafforzato per poter rispondere appieno alle richieste delle grandi compagnie attive nel trading”.
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Ospite Intervista a Thomas Patrick, CFO di Duferco e Presidente della Lugano Commodity Trading Association (LCTA)
La piazza finanziaria elvetica negli ultimi anni ha subito parecchie pressioni a livello internazionale. In che modo ciò influenza le vostre attività? “La recessione globale ha causato una forte riduzione delle attività di negoziazione a causa della riduzione di disponibilità di finanziamento da parte delle banche e delle coperture di credito da parte delle compagnie assicurative. In questo contesto, la produzione globale nel settore dell’acciaio, in particolare, si è ridotta di circa il 50% per quanto riguarda la produzione cinese a seguito del collasso dei prezzi nel settembre del 2008. Oggi, invece, la capacità produttiva ha recuperato un 70-80% rispetto ai livelli antecedenti la crisi. Il settore del private banking in Ticino ha beneficiato di una fuga verso la sicurezza («flight to safety») visto che molte banche specializzate nel servizio alla clientela privata non erano particolarmente esposte sui titoli tossici («tossic asset») che costituivano una parte dei portafogli di diverse banche universali attive a livello globale (si pensi a UBS ed a Credit Suisse). Per contro, la disponibilità di credito verso le più grosse compagnie di trading non ha subito riduzioni significative perché questo settore è basato su asset tipicamente liquidi, per natura(in genere magazzino, crediti a clienti e poche o limitate immobilizzazioni materiali). In ogni caso, le compagnie di trading dipendono sempre strettamente dalla domanda dei clienti che a sua volta è influenzata dalla stretta creditizia”. Lugano Commodtiy Trading Association (LCTA) è il nome dell'associazione che raggruppa i principali attori del Commodity Trading del Cantone Ticino. Come nasce e quali sono gli obbiettivi? “Negli scorsi mesi le compagnie del commodity trading e quelle orientate ai servizi in questo settore - siano esse presenti o attive in Ticino - grazie all’iniziativa della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (CcTi) hanno discusso a fondo sui benefici legati alla creazione di un’associazione di «commodity trading». Le discussioni si sono innanzitutto concentrate sulla necessità prioritaria di migliorare la formazione del personale impiegato dalle ditte di trading nonchè sulle modalità per incrementare la sensibilità verso l’importanza che questo settore riveste nel Cantone Ticino. Tutto ciò ha contribuito alla consapevolezza degli operatori che la formazione di un’associazione senza scopo di lucro – chiamata Lugano Commodity Trading Association (LCTA) – potrà portare dei benefici e dei servizi a tutte le aziende interessate. Con questa associazione, gli attori del comodity trading intendono rafforzare le condizioni quadro della piazza economica ticinese, ma anche perseguire obbiettivi di comune interesse quali la formazione di
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specialisti, una maggiore diffusione di competenze specifiche nonchè lo scambio sistematico e regolare di opinioni e punti di vista. Inoltre, la LCTA si pone l’obbiettivo ambizioso di contribuire alla creazione di una piattaforma costituita da competenze nel commodity trading, nelle spedizioni, nel settore bancario e assicurativo attivi nel finaziamento e nella copertura di queste operazioni, nell’accreditamento ed in tutti quegli ambiti essenziali all’operatività del settore (studi legali, fiduciarie, ecc.)”.
Quale ruolo potrà giocare la piazza economica ticinese nel futuro del Commodity Trading a livello mondiale? “I benefici per i commodity traders di risiedere in Ticino li ho già menzionati e, come detto, è importante ribadire che certi ambiti potrebbero essere migliorati per incrementare l’attrattività della piazza economica ticinese. La creazione della LCTA va proprio in questo senso: contribuire al miglioramento di questi fattori di attrattività. Ad esempio, l’attuale imposizione fiscale delle persone fisiche rende difficile l’arrivo di profili professionali altamente qualificati ed in questo senso un’associazione come la LCTA potrà far sentire la sua voce alle autorità in maniera più forte. Sembra quasi inutile dire che se le condizioni quadro nel settore del trading potranno migliorare, ci saranno parecchi benefici in termini di occupazione e di ricchezza per tutta la comunità ticinese”. Con le piazze di Ginevra e Zurigo che tipo di rapporti potrà avere Lugano per quel che riguarda il trading, più di concorrenza o più di collaborazione? “Oggi, Ginevra e Zugo sono le più importanti piazze economiche svizzere del commodity trading. A Ginevra, il livello di occupazione, la densità di compagnie di trading nonchè di banche attive in questo settore sono decisamente maggiori e più sviluppati rispetto a Lugano andando ad influenzare la presenza importante di risorse umane formate e competenti. A Zugo il trattamento fiscale particolarmente vantaggioso ha portato alla concentrazione di parecchie «trading houses» sfruttando nel contempo l’accesso al bacino di servizi e di profili professionali presenti a Zurigo. Nonostante gli svantaggi summenzionati dell’operare in Ticino, negli ultimi 10 anni la piazza ticinese ha visto arrivare parecchie importanti ditte attive nel trading di acciaio e di altre materie prime. La riflessione conclusiva è che ciò non può non essere capitalizzato per continuare a far crescere questo settore in favore dell’occupazione e della ricchezza i cui benefici toccheranno tutta la collettività”.
Ospite Intervista di Lisa Pantini con Roberto Grassi, CEO Fidinam Group SA e membro di Comitato LCTA
Una piattaforma per mantenerSI all'avanguardia sui mercati internazionali
Cosa rappresenta in generale per la piazza economica ticinese la nascita della LCTA, Lugano Commodity Trading Association? “L'attività di commodity trading ha assunto nell'ultimo decennio un'importanza non trascurabile per l'economia ticinese, sia in termini di risorse finanziarie che di trasferimento di conoscenze e di indotto. La costituzione della LCTA è l'espressione in termini concreti dell'importanza di questo settore e il ruolo che intende ritagliarsi nella società economica cantonale”. E per la piazza finanziaria? “Le banche avevano trascurato negli ultimi anni l'attività con i crediti documentari, spesso alla base delle transazioni commerciali. L'importanza delle transazioni in essere, con il conseguente interesse economico per gli istituti bancari, e le diffuse competenze degli attori in gioco, hanno indotto le banche a ripensare le risorse da mettere in campo. La LCTA potrà fungere da piattaforma sulla quale definire le sempre nuove esigenze e lavorare per mantenere il servizio reso all'avanguardia sui mercati internazionali”. Attorno al Commodity Trading ruotano tutta una serie di servizi, dalle spedizioni alle assicurazioni, dai finanziamenti alle consulenze legali, fiscali o amministrative. Si profila dunque anche un promettente indotto? “In realtà questo indotto è già presente ma non viene ancora valorizzato in termini di forza contrattuale. L'associazione ha anche questo scopo”. Qual è oggi il peso del CT nel panorama dell'economia mondiale? “La forte crescita delle economie emergenti, prime fra tutte la Cina, rende cruciale il controllo sulle materie prime, e di riflesso il loro commercio. L'attivismo cinese in questo campo, che sta fra l'altro generando dei moti protezionistici, per esempio in Australia, stimola le attività commerciali oltre che la fantasia e la speculazione. È difficile prevedere quale sarà il futuro, ma certamente la corsa al controllo sulle materie prime non è che ai suoi albori”. Come sostenere o, meglio, di quali supporti e servizi ha bisogno il settore del CT per radicarsi e svilupparsi bene in Ticino? “Certamente favorire le classiche condizioni quadro, che consentono a chi opera di confrontarsi in modo concorrenziale con altri operatori a livello mondiale. Si tratta sia della fiscalità che dei servizi collaterali, ma anche del facilitare l'insediamento di espatriati nella nostra regione”.
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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Thomas Bosshard, Head of Commodity Trade Finance UBS SA e membro di Comitato LCTA, e con Giacomo Frei, Commodity Trade Finance UBS SA
Lo sviluppo ed il potenziamento del settore commodity trading in Ticino porterà molti benefici all’economia Che ruolo giocano le banche e più in generale i servizi finanziari nello sviluppo del Commodity Trading (CT)? “Le banche giocano un ruolo molto importante nello sviluppo delle operazioni commerciali internazionali, ed in particolare nel commercio delle materie prime. Nello scambio internazionale di merci, la problematica principale è il collegamento tra due partner commerciali situati in Paesi spesso distanti tra di loro; il venditore è desideroso di avere la certezza che alla fornitura di merce segue il pagamento, mentre l'acquirente vuole essere certo che al suo pagamento corrisponde la quantità corretta di materiale e la giusta qualità. La banca, in questi casi svolge il ruolo di intermediario e propone dei servizi atti a risolvere tale problematica. L'acquirente (Cliente della banca) richiede l'emissione, da parte della sua banca, di una lettera di credito, per mezzo della quale l'istituto s'ingaggia a pagare al fornitore del suo cliente l'importo dovuto contro la rimessa di un set specifico di documenti (creati durante il trasporto delle merci) e enunciati nel contratto di compra vendita. La lettera di credito è emessa a favore del venditore e indirizzata alla banca di quest'ultimo. In tal caso il venditore ha la quasi certezza di essere pagato per la sua prestazione, mentre l'acquirente, tramite la documentazione fornita (comprendente certificati di origine, di qualità, di quantità e bills of lading) ha mezzo di verificare che la merce sarà fornita come da contratto. In tale operazione, la banca (in questo caso la banca del venditore) svolge un ruolo di controllo della veridicità ed accertabilità della lettera di credito emessa dalla banca dell'acquirente, mentre quest'ultima svolge oltre a fornire un impegno di pagamento ha come ruolo il controllo della conformità e della veridicità dei documenti forniti dal venditore. Nelle operazioni di trading di materie prime, la società di trading svolge una funzione di acquirente e di venditore, pertanto la banca a sua volta svolge un doppio ruolo. Un secondo ruolo molto importante svolto dalle banche, è il finanziamento del commercio di materie prime. Una società media attiva nel commercio di «commodity» dispone di capitali insufficienti per finanziare cifre d'affari che possono variare tra i 200 milioni di dollari fino a diversi miliardi. Un carico di materiale infatti può variare tra alcuni milioni di dollari fino ad arrivare a 200 milioni di dollari, secondo il tipo di materiale ed i margini su un carico sono ridotti, di conseguenza per raggiungere profitti soddisfacenti, le società di «trading» devono ricorrere a finanziamenti bancari. Il terzo ruolo fondamentale di una banca, nel commodity trading, è la funzione classica di banca commerciale, tramite la quale vengono eseguite le spese ordinarie delle società, gli investimenti, gli incassi delle vendite legati alle attività commerciali, ed altre funzioni classiche legate al settore finanziario e commerciale”. Cosa potrà rappresentare il CT per l'economia ticinese? “Il «Commodity Trading» è già molto importante per l'economia ticinese. Basti pensare che esistono oltre 70 aziende attive nel settore del commercio internazionale di materie prime, per un complessivo impiego di oltre 1'000 persone, alle quali vanno aggiunti i servizi di studi legali, società fiduciarie, assicurazioni e banche. Le aziende attive nel settore raggiungono fatturati molto
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elevati, spesso superando di molto i 200 milioni di franchi, e raggiungendo anche fatturati di 12 miliardi per le più grandi società, ovviamente tenendo conto di possibili fluttuazioni al ribasso a seconda del livello di prezzi della materia e del tipo di materia scambiata. Tali aziende (includendo i loro impiegati) contribuiscono quindi in modo importante allo sviluppo economico del Cantone, pagano ogni anno somme importanti in tasse. Il futuro rimane incerto, principalmente a causa della vasta concorrenza presentata da piazze importanti come Ginevra, Zurigo e Zugo, le quali presentano vantaggi non solo sul piano fiscale, ma anche un più amplio bacino di mano d'opera qualificata, e dispongo di aeroporti internazionali quali Zurigo/Kloten e Ginevra Cointrin. Lo sviluppo di questo settore, per il Ticino, presenterebbe elevati benefici in vari ambiti, dalla creazione di posti di lavoro, alla contribuzione di società tramite imposte, un afflusso di ricchezze portate da proprietari, spesso stranieri, delle aziende, e una maggior visibilità della piazza finanziaria luganese sul piano internazionale”. Quali possono essere oggi gli ostacoli allo sviluppo del CT in Ticino? “Come già menzionato sopra, l'ostacolo principale è la mancanza di visibilità della piazza luganese, come pure l'elevata concorrenza di piazze più grandi quali Zurigo e Ginevra. Inoltre, le autorità cantonali non sono molto cooperative nello sviluppo di tale settore, basti pensare alle difficoltà, per alcune aziende, a ottenere visti per i loro Manager (spesso stranieri non EU), i quali potenzialmente presenterebbero un vantaggio per il Cantone, risiedendo in Ticino e contribuendo quindi alle tasse”. La nascita della LCTA rappresenta indubbiamente un primo passo concreto per rafforzare queste attività nell'area italo-svizzera. Gli scenari futuri? “La nascita della LCTA è un passo nella giusta direzione. Tramite l'associazione, il settore del commodity Trading ticinese (ancora nell'ombra) ha la possibilità di acquistare visibilità sulla scena politica, il che potrebbe incoraggiare il Cantone a pubblicizzare di più sé stesso nel mercato e controbattere alla concorrenza di Zugo, Zurigo e Ginevra. Il futuro rimane incerto, ma di sicuro la nascita di quest'associazione dimostra una volontà delle aziende attive nel «trading» di rafforzare la piazza ticinese, per cui ci si sta muovendo nella giusta direzione, e gli scenari futuri potrebbero assumere risvolti positivi”. Qual è oggi il peso del CT in Svizzera? “Non siamo a conoscenza di dati in merito all'importanza del CT in Svizzera, ma voci ufficiose parlano del settore come avente un peso pari al settore turistico in Svizzera o anche maggiore, ciò che dimostra l'elevata importanza del CT per l'economia elvetica. Come menzionato, si deve tenere conto dell'importanza delle interazioni tra attori economici attivi direttamente o indirettamente nel commercio di materie prime. Le società di «Trading» richiedono servizi di banche, avvocati, fiduciarie, assicurazioni, ecc. e ciò significa che il peso del settore in Svizzera è anche maggiore di quello che si pensi”.
Ospite Intervista di Lisa Pantini con Roberto Gagliardi, Head Trade Finance Service Center Credit Suisse e membro di Comitato LCTA
In Ticino LCTA ha visto un buon potenziale di crescita Sull'arco lemanico oggi si contano circa 400 società attive nel Commodity Trading, con un fatturato attorno agli 800 miliardi di franchi e 6000 impieghi diretti. In Ticino ci sono le condizioni per replicare questo successo? “A Ginevra – oggi primaria piazza nel trading di soft commodities – è trattato un terzo del volume mondiale di petrolio e derivati. Il commodity trading a Ginevra ha una lunga tradizione, iniziata nel 1920 con le prime società attive nel commercio dei cereali. Negli anni '40 e '50 vi si sono insediate anche le filiali di società americane che cercavano un posto sicuro per i loro affari. In seguito, negli anni '60 e '70, si sono aggiunti i traders del cotone e del petrolio. Ginevra ha curato e sviluppato questo servizio per decenni diventando - con Londra e Singapore - una delle principali piazze mondiali del Commodity Trading. In Ticino questo settore non ha radici così profonde e attualmente ci sono circa 70 società attive direttamente nel Commodity Trading. A loro si aggiungono diverse banche, assicurazioni, trasportatori e fiduciare che offrorono i loro servizi in questo particolare segmento. In totale ciò equivale a circa un migliaio i posti di lavoro. In particolare a Lugano, il Commodity Trading si è sviluppato negli ultimi 20-30 anni, grazie all'insediamento di importanti società di trading e con l'apertura di uffici di produttori dei Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CIS), ossia la confederazione di 9 dei 15 Stati dell'ex Unione Sovietica. Questo insediamento è stato favorito dalle vantaggiose condizioni quadro offerte dal nostro Cantone: la posizione geografica al centro dell'Europa, la sicurezza, l'approccio fiscale, la qualità e la diversificazione dei servizi offerti dalle banche e dalle assicurazioni, come pure da studi legali e fiduciarie, ma anche il sistema logistico e di trasporti funzionante. La piazza di Lugano oggi è riconosciuta internazionalmente soprattutto per la negoziazione di acciaio. La nuova associazione LCTA (Lugano Commodity Trading Association) crede fermamente nel potenziale di crescita del Ticino in questo comparto. Ciò è stato uno dei motivi principali per cui è stata costituita, unitamente all'obiettivo di sviluppare ulteriormente e far crescere l'importanza del Commodity Trading in Ticino”. Quali servizi offrono le banche al Commodity Trading? “Le banche attive nel Commodity Trading provvedono all'importante compito del finanziamento delle transazioni – generalmente a breve termine – che riguardano materie prime o beni analoghi e che sono di tipo «self liquidating». Ciò significa che l'esposizione creditizia viene ripagata dai ricavi della vendita. Le banche con una presenza a livello mondiale oppure con una fitta rete di contatti internazionali supportano l'operatività di Commodity Trading con i necessari prodotti bancari specifici, i crediti e gli incassi documentari e le diverse forme di garanzie, per esempio, le lettere di credito stand-by. Inoltre, a dipendenza delle necessità del cliente, mettono a disposizione i prodotti per la copertura dei rischi di cambio”. La Svizzera gode già di una solida tradizione nella negoziazione delle materie prime. Quali possono essere gli scenari nello sviluppo di questo settore? “La Svizzera, grazie alla sua posizione centrale in Europa, alla stabilità politica e alla solida tradizione bancaria, è riconosciuta a livello mondiale come polo per la negoziazione delle materie prime. Un punto importante del successo è dovuto al grande know-how accumulato in questo settore e anche alla disponibilità ad assumersi rischi nel finanziamento delle materie prime. Nei
prossimi 10-20 anni il volume delle negoziazioni di materie prime tradizionali dovrebbe registrare ancora un forte incremento, unitamente a uno sviluppo nei materiali innovativi. Ciò è una conseguenza della forte crescita economica e demografica registrata soprattutto nei mercati emergenti, in cui si sta sviluppando una classe media sempre più importante, con conseguente aumento dei consumi di vari prodotti. Le procedure di contrattazione, finanziamento e pagamento utilizzate attualmente non dovrebbero mutare a breve termine. L'utilizzo di documentazione creata con mezzi elettronici – già prevista nella pubblicazione della Camera di Commercio Internazionale e-UCP600 – potrà velocizzare le negoziazioni nelle lettere di credito. Tuttavia, al momento attuale, l'utilizzo di documenti elettronici rimane frenato dalla ricerca di soluzioni sicure legate in modo particolare alla certificazione di autenticità. Non da ultimo, vorrei menzionare anche gli affari di compensazione (barter) che, specialmente negli anni passati, hanno fatto la fortuna di varie società, e che potrebbero essere ancora di attualità per i Paesi emergenti”. Oltre alle merci tradizionali, quali saranno le materie prime del futuro? “Quando parliamo di materie prime (commodities) tradizionali le suddividiamo in: • soft commodities: zucchero, cacao, cotone, cereali, ecc., • power/energy: elettricità, gas, petrolio, carbone, ecc., • precious metals: oro, argento, platino, palladio, • industrial: ferro, rame, zinco, alluminio, ecc.. Esistono inoltre sul mercato alcuni minerali rari – per esempio: l'Europio, l'Indio o il Neodimio – utilizzati nell'alta industria e tecnologia di punta, come nel settore sanitario, nella nanotecnologia clinica, nelle telecomunicazioni e nell'IT. Basti pensare all'evoluzione registrata nella produzione di batterie o di pannelli solari. Ci aspettiamo ulteriori materiali innovativi, come per esempio nuovi tipi di tessuti o plastiche a basso impatto ambientale (bioplastiche/biotessuti). Grazie alla ricerca e allo sviluppo potremo contare anche in futuro su importanti innovazioni”. Dal fisco ai permessi di lavoro, dalla formazione alle agevolazioni amministrative, in che misura le attuali condizioni quadro della piazza ticinese possono essere meglio orientate nel sostenere la crescita del Commodity Trading? “Un'ulteriore crescita del Commodity Trading presuppone anzitutto che questo importante settore di attività sia meglio conosciuto, sia dalle autorità politiche, sia dal pubblico in generale e non solo dagli addetti ai lavori. Come Lugano Commodity Trading Association ci prefiggiamo anche di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della nostra attività e sull'impatto considerevole generato a favore dell'occupazione, con conseguente contributo alle entrate fiscali cantonali e con un apporto a livello di PIL ticinese, attualmente pari al 2% circa. Per un'ulteriore sviluppo del settore in un contesto concorrenziale come quello attuale ritengo particolarmente importante il sostegno e l'ampliamento della promozione del Ticino come polo di servizi, consolidando l'interconessione internazionale. A ciò si aggiunge un investimento nella formazione specifica del settore. Naturalmente anche l'attrattività fiscale del nostro Cantone per le persone giuridiche e non, gioca un ruolo imporante. La nuova associazione LCTA (Lugano Commodity Trading Association) persegue proprio questi obiettivi”.
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Biblioteca liberale di Alessio del Grande
La tassazione: l’altra faccia della storia dell’umanità
In tempi in cui la politica fiscale e il fisco dominano il dibattito politico in ogni Paese, imponendosi, peraltro, anche come tema forte e controverso nelle relazioni fra Stati, è più che mai utile la lettura di “For Good and Evil” di Charles Adams. Uno studio che rappresenta, indubbiamente, una delle più ampie trattazioni sull’influsso della tassazione nella storia dell’umanità. Il saggio, edito da liberilibri, per quanto affronti un tema ostico, quale la politica tributaria, grazie proprio al taglio storico e allo stile scorrevole, si presta ad un’agevole lettura, risultando di facile comprensione anche per chi poco se ne intende di fiscalità. Anzi, si rivela per tutti assai intrigante. Poiché il fil rouge della documentata analisi di Adams è che la tassazione rappresenti uno dei motori della storia umana o, per meglio dire, una delle cause che nei secoli hanno fatto la fortuna o la rovina di una civiltà. E che, comunque, “l’imposizione fiscale ottusa” è stata sempre, uno dei principali motivi di rivolte e rivoluzioni dei popoli contro i loro governanti. Adams, avvocato tributarista americano, docente e storico, parte da lontano, sin dai primordi della civiltà organizzata, “per mettere a fuoco la tassazione come una delle più potenti forze che lavorano per strutturare la società, oggi come in passato”. Lo studioso muove dall’alba della storia, dai sumeri, addirittura, che su una tavoletta d’argilla avevano inciso l’avvertenza: “Puoi avere un Signore, puoi avere un Re, ma l’uomo di cui aver paura è l’esattore delle imposte”. In “For Good and Evil” si ripercorrono cinquemila anni di storia, mettendo in luce come nelle tre radici della civiltà moderna, Grecia antica, Roma e Israele, si intessono vicende e drammi incentrati sulle tasse. Furono le imposte, il livello della pressione impositiva a ritmare gli alti e i bassi della civiltà egiziana, che seppe mitigare la brutalità degli scribi, ai quali era affidata la riscossione dei tributi, con il condono fiscale individuale: “Se un agricoltore povero è in arretrato con le sue imposte, condonategliene due terzi” ordinavano i faraoni più saggi agli scribi. “Dell’umanitarismo mostrato nelle leggi fiscali dell’antico Egitto non c’è traccia nei nostri codici tributari” commenta Adams. Un umanitarismo d’impronta confuciana o taoista ispirerà, invece, l’uso della tassazione per gli imperatori più illuminati dell’antica Cina, fedeli alla regola che “quando il popolo ha abbastanza, ha abbastanza anche il Governo”, una sorta di curva di Laffer ante litteram. E fu il modo di tassare in modo tollerabile che fece la grandezza della civiltà greca, la quale con Aristide il Giusto inventò anche “l’equità fiscale” e che con la pratica delle cosiddette “liturgie” sollecitava, senza costrizioni, l’orgoglio dei più ricchi nel finanziare grandi opere pubbliche, spedizioni militari e flotte commerciali.
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Così come Roma la cui ascesa imperiale è contrassegnata da una tassazione equa che contribuì pure alla grande popolarità di Cesare, il quale - a differenza di Nerone che voleva fare “il bel regalo alla razza umana” abolendo le imposte indirette - si accontentò di far pagare ai cittadini e alle province solo i giusti tributi. Adams non si ferma al passato, arriva ai giorni nostri. Degli svizzeri dice che “come gli antichi greci vedono una correlazione diretta tra democrazia, libertà e tasse” e ricorda anche le parole di Bonvin: “Secondo il modo di vedere degli svizzeri, la libertà dell’individuo è prioritaria rispetto agli interessi fiscali dello stato, anche a rischio che tale priorità venga utilizzata in modo errato”. Ecco le due parole magiche: “libertà dell’individuo”, poiché col torchio del fisco non solo si rapinano i cittadini della loro ricchezza, ma anche della libertà di godersi il loro benessere e i loro diritti di proprietà. “La maggior parte della gente che fugge nei paradisi fiscali - scrive - lo fa perché è stanca delle leggi tributarie del Paese d’origine (…) perché stanca del fatto che la sua privacy venga violata dalle indagini degli agenti del fisco”. Secondo Adams la tassazione è un buon barometro dell’ordine sociale: “Niente rispecchia più fedelmente una nazione quanto il suo sistema fiscale. Una società può essere valutata meglio esaminando chi viene tassato, cosa viene tassato e come le imposte vengono fissate, riscosse e spese”. Ma dietro gli eccessi delle tassazione - avverte lo studioso - c’è sempre un eccesso di spesa, c’è lo sperpero di denaro pubblico, ossia dei soldi dei cittadini, da parte dei governanti a vantaggio delle loro clientele. Contro questa rapina legalizzata che spesso porta all’evasione fiscale, se non alla rivolta vera e propria, Adams suggerisce numerosi correttivi. Di non difficile applicazione se si avessero veramente a cuore il benessere e la libertà dei cittadini. For Good and Evil L’influsso della tassazione sulla storia dell’umanità
Autore: Charles Adams
Editore: liberilibri
Attualita` di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere
Infrastrutture di rete: non dormiamo sugli allori! con i Paesi che mettono in questi anni in funzione le loro prime infrastrutture ricorrendo però alle ultime tecnologie. Se la Svizzera dovesse ignorare questi segnali, questi Paesi avranno tra qualche anno un vantaggio considerevole in termini di infrastrutture. La concorrenza mondiale tra piazze economiche si gioca dunque anche a questo livello, poiché infrastrutture di qualità elevata costituiscono un fattore di successo decisivo.
Per decenni, la mano pubblica si è assunta la responsabilità per la gestione delle reti di infrastrutture e per le relative prestazioni. Negli ultimi anni invece, sono state soprattutto imprese private ad assumersi questo ruolo. Questo cambiamento è stato indotto dalle crescenti esigenze dei clienti, nonché dai bisogni in termini di investimento. Le infrastrutture svizzere vengono spesso confrontate con quelle dell’UE. Questo paragone risulta però riduttivo e dovrebbe essere esteso, considerando altre realtà. Le economie dinamiche, basate sulla concorrenza, si trovano soprattutto in Asia, dove si assiste a notevoli investimenti per ridurre le disparità con i Paesi occidentali e dove gli Stati Uniti sono pronti a fare il necessario per raggiungere i propri obiettivi. La Svizzera deve dunque confrontarsi con i leader mondiali,
Il caso (emblematico) dell’approvvigionamento elettrico
Nel confronto europeo, l’approvvigionamento elettrico in Svizzera si presenta quale fiore all’occhiello. Esso è economico e di una qualità tecnica elevata a seguito dell’importante infrastruttura esistente, della combinazione delle energie idroelettrica e nucleare, nonché della densità della rete di trasporto e di distribuzione. In Svizzera il settore dell’elettricità è caratterizzato da una struttura decentralizzata. Quasi 850 imprese si occupano
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Scenario I Scenario II Scenario III Scenario IV
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Nuove energie rinnovabili Contratti di prelievo (Francia) Impianti a turbina a gas e combinati forza/calore Energia nucleare Energia idroelettrica Grafico: Proiezione dell’offerta di elettricità con il parco attuale di centrali (senza nuove costruzioni), fino al 2050, in TWhel
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2050
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della produzione, del trasporto e della distribuzione della corrente elettrica. Il raggruppamento di diverse parti della rete di trasporto elettrica nell’ambito della società di gestione della rete Swissgrid SA ha permesso un aggiustamento della struttura di trasporto. Tuttavia, il mercato dell’elettricità è ancora lungi dal beneficiare dei vantaggi di una liberalizzazione. Un primo tentativo di liberalizzazione del mercato dell’elettricità in Svizzera - secondo le regole dell’UE - ha favorito la nascita della Legge sull’approvvigionamento elettrico (LApEl), entrata in vigore al 1° gennaio 2008. La LApEl si prefigge di «creare le condizioni per garantire un approvvigionamento elettrico sicuro nonché un mercato dell’elettricità basato sulla concorrenza». A questo fine l’apertura del settore dell’elettricità viene realizzata in due tappe: • i grandi consumatori (oltre 100 MWh all’anno) hanno un libero accesso al mercato dopo il 1° gennaio 2009, • tutti i consumatori al termine di un periodo di transizione di cinque anni. Dal 1990 il consumo di elettricità della Svizzera è aumentato del 24%, mentre la produzione nazionale è progredita solo del 13%. In questi ultimi anni, il Paese è passato dallo statuto di esportatore netto a quello di importatore netto di elettricità durante il semestre invernale. In caso di calore o di freddo persistente, l’approvvigionamento in Svizzera potrebbe diventare critico dopo il 2012. Inoltre, la
durata d’esercizio delle centrali nucleari elvetiche di prima generazione si concluderà nel 2020. I contratti a lungo termine stipulati con la Francia nell’ottica dell’importazione di elettricità non potranno essere rinnovati. Il Consiglio federale ha posto le basi della nuova politica energetica nel febbraio 2007. Il riorientamento di quest’ultima si basa su quattro pilastri: efficienza energetica, energie rinnovabili, grandi centrali elettriche e politica energetica estera. Per quanto concerne il nucleare, il Consiglio federale si è detto favorevole alla sostituzione delle centrali esistenti.
Necessario un salto di qualità
Sebbene la Svizzera possa considerarsi all’avanguardia per quel che riguarda l’infrastruttura elettrica, occorre portare avanti diversi progetti – ad esempio l’integrazione nella rete elettrica europea - per non perdere questo importante fattore competitivo. Di particolare rilevanza sarà inoltre l’eliminazione degli ostacoli che ancora ostruiscono un libero accesso al mercato, applicando un modello regolamentare funzionale e pragmatico, ad esempio sulla falsa riga del cosiddetto “modello scandinavo”. La sfida maggiore però resta quella di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento della Svizzera anche in futuro, oltre il famoso anno 2020, per restare competitivi e non lasciarsi togliere questo importante fattore di attrattività dalla concorrenza. Concorrenza che non sta certo a guardare.
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La Cc-Ti augura a tutti i soci e ai lettori di Ticino Business un Felice Natale ed un Sereno Anno Nuovo!
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At tualita`
arcobaleno è anche programma fedeltà… con il concorso “Trova il nome alla mascotte” e la nuova offerta stagionale
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arcobaleno significa anche iniziative mirate a premiare la fedeltà degli abbonati con proposte in esclusiva e opportunità di risparmio in svariati ambiti. L’iniziativa naturalmente è anche accessibile agli abbonati di arcobaleno aziendale. E in queste settimane sono numerose le proposte in corso… L A S C E LTA G I U S TA
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Trova il nome alla mascotte Ad inizio 2010 è nata la mascotte del programma fedeltà arcobaleno. Per trovarle il nome, la Comunità tariffale Ticino e Moesano ha deciso di coinvolgere direttamente l’utenza tramite un concorso, aperto a tutti. In palio un buono del valore di CHF 400.-. Il tagliando per partecipare è disponibile sul sito www.arcobalenopremia.ch.
Offerta invernale programma fedeltà Il primo dicembre è partita l’offerta invernale del programma fedeltà arcobaleno valida fino a fine febbraio 2011 e ricca di attrattive proposte. Gli abbonati annuali possono approfittare, oltre che delle offerte annuali sempre valide, di convenzioni esclusive limitate nel tempo come uno sconto speciale per una selezione di libri Melisa, per due viaggi di AutoPostale e per una scelta di spettacoli, escursioni e vacanze con le Autolinee Bleniesi. Inoltre, sconti con RailAway FFS per il tempo libero sugli sci e a Locarno On Ice. Senza dimenticare i ricchi premi del consueto concorso. Rispondendo ad una semplice domanda su www.arcobalenopremia.ch si possono vincere biglietti per la Funicolare Monte Bré e per le partite dell’FC Locarno, entrate Famiglia al Lido Locarno, buoni per viaggi ed eventi con FFS e per le librerie Melisa, nonché un abbonamento con l’FC Chiasso.
Tutte le informazioni e maggiori dettagli sono disponibili sul sito www.arcobalenopremia.ch, interamente dedicato al programma fedeltà. Oltre ad offrire una panoramica completa delle convenzioni, il portale permette di iscriversi alla newsletter e partecipare ai concorsi.
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At tualita`
Aperture dei negozi DUrante il periodo natalizio
Cari lettori, vi informiamo che anche quest’anno il DFE ha autorizzato le seguenti aperture straordinarie per il periodo natalizio. Per i negozi di ogni genere che si trovano sul territorio cantonale, sono autorizzate le seguenti aperture: • Mercoledì 8 dicembre, Immacolata, dalle 10.00 alle 18.00 • Domenica 12 dicembre, dalle 10.00 alle 18.00 • Domenica 19 dicembre, dalle 10.00 alle 18.00 • Venerdì 24 dicembre, Vigilia di Natale, chiusura alle 17.00 • Venerdì 31 dicembre, chiusura alle 17.00 Vi auguriamo buone Feste! Per ulteriori informazioni, non esitate a contattare: Federcommercio c/o Cc-Ti Corso Elvezia 16 6900 Lugano www.federcommercio.ch
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At tualita`
Cambiamenti strutturali nel Canton Ticino: avanza l'industria di punta Studio del Credit Suisse sul Canton Ticino, presentato a fine ottobre
Le regioni del Ticino stanno attraversando una fase di intensa trasformazione strutturale. Settori industriali tradizionali vengono rimpiazzati da moderne tecnologie di punta e al tempo stesso i centri ticinesi rafforzano la loro posizione di sedi ampiamente diversificate di servizi ad uso di imprese e privati. In questo panorama, la posizione di frontiera del Cantone si propone come opportunità o sfida a seconda del settore. A dispetto delle ricadute in parte dolorose nel breve periodo, il mutamento strutturale crea spazio di manovra per nuovi comparti economici ad alto valore aggiunto. Le regioni ticinesi beneficiano di questi cambiamenti e secondo stime degli economisti del Credit Suisse sono riuscite a migliorare la loro competitività. La posizione geografica e la lingua italiana conferiscono al Canton Ticino un ruolo speciale fra i Cantoni svizzeri. Lugano come terza piazza bancaria svizzera, un portafoglio industriale dinamico ad esempio nel Mendrisiotto nonché mete turistiche ambite a Nord e a Sud del Ceneri restituiscono un'immagine di notevole eterogeneità non solo rispetto al resto della Svizzera, bensì anche all'interno del Cantone. Cuore pulsante del Ticino è Lugano, che in ordine allo sviluppo demografico ed economico esprime la dinamica più vigorosa delle regioni ticinesi.
Posizione di frontiera: opportunità e sfida
I profili individuali delle regioni trovano espressione nel diverso impatto delle tendenze economiche attuali. Mentre le valli a settentrione del Cantone sono confrontate con tendenze emigratorie e un panorama settoriale vulnerabile al cambiamento strutturale, l'apprezzamento del franco svizzero penalizza soprattutto le regioni a vocazione turistica e l'industria d'esportazione a Sud del Cantone. Le misure di lotta all'evasione fiscale varate dal governo italiano concernono soprattutto la piazza finanziaria di Lugano. In contropartita, la "Fashion Valley" nella regione di Mendrisio beneficia di aperture di mercato verso l'Italia e l'UE. Sul mercato occupazionale la posizione di frontiera delle regioni meridionali è evidenziata dalla grande importanza rivestita dai frontalieri. Contrariamente ai timori nutriti, la libera circolazione delle persone non ha prodotto un aumento della disoccupazione. Ciò malgrado, nel contesto attuale la minore scarsità del fattore economico "lavoro" avvantaggia la controparte dei datori di lavoro, tant'è vero che la posizione negoziale dei lavoratori ticinesi è più debole rispetto alla media svizzera.
La topografia complessa avversa lo sviluppo economico nelle valli montane
Riguardo alla qualità della localizzazione, il Canton Ticino accusa un ritardo sugli altri Cantoni svizzeri, peraltro aumentato
negli ultimi anni. Tuttavia, contrariamente alle altre regioni ticinesi, Lugano e Mendrisio riescono a posizionarsi nella media svizzera: in riferimento alla media Cantonale esse evidenziano una pressione fiscale più interessante e valori più alti in tema di formazione. La topografia complessa delle regioni settentrionali avversa lo sviluppo economico e ostacola l’allacciamento alle vie di comunicazione, rendendo al tempo stesso difficoltosa la creazione di possibilità occupazionali per lavoratori altamente qualificati.
La trasformazione strutturale migliora la capacità competitiva dell'economia ticinese
Tutte le regioni ticinesi sono esposte a una notevole trasformazione della struttura economica, motivo per cui gli economisti del Credit Suisse hanno focalizzato questo studio sul cambiamento strutturale a lungo termine. Mentre le regioni di Lugano e Mendrisio sfoggiano una vigorosa crescita occupazionale, la dinamica a Nord del Ceneri è nettamente inferiore e nelle regioni Tre Valli e Locarno persino negativa. I principali motori della crescita sono i servizi alle imprese nonché i servizi amministrativi e sociali. Nel settore industriale si osserva uno spostamento dai comparti industriali tradizionali all'industria di punta ad alto valore aggiunto. In Ticino questi settori all'avanguardia hanno evidenziato una progressione più accentuata rispetto alla media svizzera. Nel breve periodo i cambiamenti nella struttura settoriale possono rivelarsi dolorosi, in quanto è ipotizzabile che siano accompagnati da chiusure aziendali e licenziamenti. È dunque lecito chiedersi se i cambiamenti procedono nella direzione voluta e se conferiscono una maggiore competitività al Cantone. La nostra analisi mostra che la trasformazione strutturale ha decisamente migliorato il potenziale di creazione di valore aggiunto del Canton Ticino. Le progressioni più vistose in termini di capacità competitiva sono appannaggio delle regioni di Mendrisio e Lugano.
Nessun eccesso sul mercato immobiliare
Il mercato immobiliare ticinese si trova inserito in un Cantone dalle molteplici polarità come luogo di lavoro, di domicilio e anche di vacanza. Dopo una fase di intensa attività edilizia, negli ultimi mesi l'espansione del portafoglio di immobili residenziali ha rallentato. Complessivamente si osserva però una situazione di equilibrio fra domanda e offerta e l'evoluzione generale dei prezzi non è connotata da eccessi. Un caso speciale è costituito dalle abitazioni secondarie, che nel Cantone totalizzano circa il 40% del patrimonio edilizio. Il piano di utilizzo approvato recentemente dal Gran Consiglio ticinese per rustici degni di protezione fuori dalla zona edificabile dovrebbe imprimere nuovo slancio a questo mercato.
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At tualita`
Come va con le pari opportunità in azienda? Concorso Prix Egalité 2011
Il Prix Egalité a livello nazionale
Nel mese di settembre 2010 l’Assemblea federale ha eletto una quarta Consigliera federale. È la prima volta che l’esecutivo svizzero è formato per la maggior parte da membri di sesso femminile. Questo significa quindi che tutto va meglio e che le pari opportunità sono un argomento del passato? La Società svizzera degli impiegati del commercio non ne è convinta e continua a chiedersi: quanto è stato effettivamente raggiunto finora nelle aziende in termini di consapevolezza delle questioni di genere, delle possibilità di carriera per entrambi i sessi e della compatibilità tra famiglia e lavoro? Per questo motivo SIC Svizzera lancia per la quinta volta un sondaggio a livello nazionale sul tema delle pari opportunità. Il questionario sarà utile per ottenere un bilancio della situazione in tutto il territorio svizzero e costituisce allo stesso tempo la base per l’assegnazione del Prix Egalité 2011. Il Prix Egalité attribuisce un riconoscimento simbolico alle aziende che si impegnano particolarmente a favore della parità fra uomo e donna. Le aree di indagine nell’azienda sono: l’esistenza di direttive aziendali volte a promuovere le pari opportunità; la parità salariale, la conduzione del personale, la formazione continua e le promozioni, le quote di lavoro a tempo parziale nelle diverse posizioni gerarchiche; la compatibilità fra lavoro e famiglia.
Il Prix Egalité a livello regionale ticinese
Come nelle scorse edizioni del Prix Egalité, SIC Ticino promuove – parallelamente al premio nazionale – un premio regionale per le aziende che in Ticino si distinguono nella promozione delle pari opportunità. Questo premio permette di visibilizzare gli sforzi che si stanno facendo in una regione tradizionalmente meno all’avanguardia nelle tematiche delle pari opportunità in azienda. Nel 2008, i vincitori a livello ticinese furono due, a pari merito: Forbo SA di Giubiasco e Banca Raiffeisen Giubiasco, Monte Carasso, Sementina. La giuria ticinese che assegnerà il Prix Egalité regionale nel 2011 è composta da • Chiara Simoneschi-Cortesi, Consigliera nazionale e membro del Gruppo di lavoro per le Pari Opportunità dell'Università della Svizzera Italiana; • Domenico Basile, Esperto e consulente in risorse umane; • Marilena Fontaine, Capoufficio dell'Ufficio della Legislazione e delle Pari Opportnità; • Gabriele Lazzaroni, Vicedirettore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino;
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• Nicoletta Mariolini, Consulente in materia di pari opportunità e Deputata al Gran Consiglio.
Procedura per la partecipazione al concorso
1) Iscrizione: tutte le aziende interessate ad iscriversi al concorso, compilano l’apposito questionario entro il 31 gennaio 2011. Il questionario può essere compilato online sul sito www.prix-egalite.ch o direttamente su https:// www.sicsvizzera.ch/prix_egalite, oppure richiesto in forma cartacea o elettronica presso SIC Ticino. Le aziende ticinesi che partecipano al concorso nazionale sono automaticamente candidate al concorso regionale: devono quindi compilare una sola volta il questionario che è identico sia per il concorso nazionale che per il concorso regionale. 2) Fase di approfondimento: per individuare le aziende vincitrici del Prix Egalité nazionale 2011, SIC Svizzera inviterà quelle aziende che nel sondaggio ottengono i risultati migliori per la loro categoria, a partecipare ad una fase di approfondimento. Per il premio regionale: SIC Ticino utilizzerà la medesima procedure per le aziende ticinesi. 3) Premiazione: il Prix Egalité nazionale verrà assegnato a maggio 2011 mentre il Prix Egalité regionale verrà assegnato nel corso dell’autunno 2011. Informazioni e/o iscrizioni Per qualsiasi informazione o per richiedere il questionario in forma cartacea, contattare SIC Ticino (www.sicticino.ch), via Vallone 27, Bellinzona; Tel. +41 91 821 01 01 info@sicticino.ch
At tualita` Comunicato stampa
Un nuovo Swiss Business Hub in Corea per le PMI svizzere A inizio novembre, il promotore ufficiale del commercio estero svizzero Osec ha aperto un ulteriore Swiss Business Hub a Seoul. L’obiettivo della nuova antenna in Corea è di assistere al meglio le PMI svizzere e del Liechtenstein intenzionate a entrare sul mercato sudcoreano, fornendo informazioni, contatti d’affari e consulenze dettagliate. Thomas M. Wicki è stato nominato quale responsabile dello Swiss Business Hub Corea
L’apertura del nuovo Hub è stata comunicata ufficialmente il 16 novembre 2010 a Zurigo in occasione di un evento dedicato alle PMI, volto a illustrare il potenziale del mercato sudcoreano e a presentare studi sulle opportunità d’affari per le industrie attive nei rami metalmeccanico, cleantech e medtech. L’Hub è ubicato negli uffici dell’Ambasciata svizzera a Seoul ed è attivo da inizio novembre. Assiste le PMI svizzere e del Liechtenstein, che intendono attivarsi in Corea del Sud. Thomas M. Wicki, finora direttore regionale Asia & Pacific presso l’Osec, è stato chiamato a gestire il nuovo Hub. L’apertura di questa base è un’ulteriore iniziativa strategica realizzata dall’Osec a favore delle aziende esportatrici svizzere, per assisterle in modo concreto nei loro progetti d’internazionalizzazione verso mercati prioritari e crescenti. Con il lancio dello Swiss Business Hub Corea, il numero delle antenne estere dell’Osec sale a 17 e quasi tutte sono gestite in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Corea del Sud – un mercato di peso Con una popolazione di oltre 50 milioni, la Corea del Sud ha un ampio segmento di consumatori esigenti e rappresenta quindi un mercato interessante per le imprese attive nel commercio estero. Il valore nominale del suo PIL si piazza al 15° posto a livello mondiale, la parità del potere d’acquisto persino in 12° posizione. Per le aziende esportatrici svizzere, questo Paese rappresenta quindi un mercato importante con un alto potenziale d’affari. Inoltre, il “Green New Deal”, il programma d’incentivi varato dal Governo sudcoreano nel 2009 e prorogato fino al 2013, ha messo a disposizione circa 100 miliardi di franchi per promuovere i progetti edili, l’ampliamento dell’infrastruttura e la tecnica ambientale ed energetica. L’Osec identifica altre possibilità commerciali nei rami elettronica, semiconduttori, cleantech, hightech, componenti per il medtech, costruzione navale, subfornitura automobilistica e beni di consumo. Secondo Daniel Küng, CEO dell’Osec: “Quest’ulteriore antenna estera in Corea del Sud permette di rafforzare l’assistenza fornita alle aziende svizzere e del Liechtenstein intenzionate ad ampliare le loro attività in Asia. La Corea del Sud, situata in una posizione strategica tra due mercati mondiali, il Giappone e la Cina, funge anche da porta d’entrata sui mercati nordasiatici e la sua importanza è quindi destinata a crescere in un futuro prossimo”. L’accordo di libero scambio tra l’AELS (cui appartiene anche la Svizzera) e la Corea del Sud, in vigore dal 2006, ha dato un forte slancio agli esportatori svizzeri. L’accordo regola il commercio transfrontaliero di prodotti industriali e i servizi, la protezione della proprietà intellettuale, gli appalti e la concorrenza pubblici.
Un brindisi all’apertura dello SBH Corea. Nella foto si vedono: Daniel Küng, CEO Osec; Chang-soo Yang, Direttore Generale del Ministero degli Affari esteri e del Commercio della Corea; Thomas M. Wicki, Direttore dello SBH Corea; Hahn-goo Lee, Presidente dell’Associazione Korea-Switzerland Friendship e Korea National Assemblyman; e S.E. l’Ambasciatore Thomas Kupfer
Commercio bilaterale dinamico tra Svizzera e Corea del Sud Malgrado le condizioni difficili dell’economia mondiale, il commercio bilaterale tra la Svizzera e la Corea del Sud si è sviluppato positivamente negli ultimi anni. Le esportazioni svizzere verso lo Stato asiatico ammontavano nel 2000 a circa 1 miliardo di franchi e nel 2009, erano aumentate fino a quasi 1,9 miliardi. I prodotti più richiesti sono i macchinari, i farmaceutici, gli orologi, gli strumenti ottici e medici nonché i chimici. La tendenza positiva perdura, come dimostra la crescita del 23% nei primi nove mesi dell’anno corrente. Gli investimenti diretti svizzeri nella Corea del Sud sono raddoppiati dal 2004: alla fine del 2008, si attestavano a 3,1 miliardi di franchi. Al fine di avvicinare le nostre imprese a questo mercato, l’Osec, in collaborazione con la Camera di commercio Svizzera-Asia e la Korea Trade-Investment Promotion Agency (KOTRA), organizza una missione economica in Corea del Sud, che si svolgerà dal 9 al 15 gennaio 2011. Le aziende svizzere potranno constatare in loco quali sono le numerose opportunità d’affari nei diversi rami ed entrare in contatto con potenziali clienti, i partner di collaborazione e i poteri decisionali dell’economia locale in occasione di un apposito evento match-making. Inoltre, potranno partecipare allo SWISS Pavilion allestito alla fiera KINTEX.
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Eventi di Monica Zurfluh, Responsabile Osec Ticino e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti
GLI INCOTERMS E LE NOVITÀ INTRODOTTE DALLA REVISIONE 2010
Monica Zurfluh
Marco Passalia
Spesso, le parti contraenti, soprattutto se residenti in Paesi diversi, ignorano le differenze tra gli usi commerciali delle rispettive Nazioni e questo può causare malintesi e controversie nonché perdite di tempo e di denaro. Per porre rimedio a questi problemi, nel lontano 1936 la Camera di Commercio Internazionale di Parigi (ICC) ha pubblicato una serie di regole: gli International Commerce Terms, più comunemente chiamati Incoterms. Gli Incoterms hanno quindi lo scopo di aiutare venditore ed acquirente, rispettivamente esportatore e importatore, a definire diritti e doveri di ognuno in alcuni ambiti precisi. Col passare degli anni, e al fine di rendere tali regole sempre più vicine alle pratiche commerciali internazionali correnti, a questi termini sono state apportate numerose integrazioni e modifiche. Citiamo in particolare le versioni 1990 e 2000, nonché i recenti Incoterms 2010, che entreranno in vigore il 1° gennaio 2011. Gli Incoterms rappresentano delle clausole (“clausole Incoterms”) da aggiungersi ad un contratto di compravendita per stabilire in modo inequivocabile e riconoscibile in tutto il mondo i termini di resa delle merci nonché il passaggio dei rischi e dei costi derivanti dal loro trasporto. È opportuno far rilevare che gli Incoterms sono regole facoltative che non creano nuovi obblighi tra venditore e acquirente, ma, nella fattispecie, chiariscono le obbligazioni di ognuna delle parti: 1. dove avviene la consegna della merce, 2. chi sopporta il costo del trasporto principale, 3. dove e in che momento avviene il passaggio/trasferimento del rischio, 4. chi si accolla gli altri oneri connessi al trasporto (documenti, spese di carico e scarico, sdoganamento, assicurazione). Venditore e acquirente non devono quindi considerare gli Incoterms come delle mere regole del commercio internazionale: essi rappresentano uno strumento importante delle attività commerciali e, se utilizzati in maniera ottimale, permettono una gestione efficiente delle pratiche e delle relazioni con il proprio partner commerciale nonché un risparmio di costi.
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Vediamo ora più da vicino gli Incoterms 2010. La nuova versione degli Incoterms prende in considerazione sia la revisione del Codice Commerciale americano (“Uniform Commercial Code” – UCC) del 2004 sia la revisione delle clausole assicurative inglesi più usate a livello internazionale (le “Institute Cargo Clauses”) del 2009. Tra le novità introdotte dagli Incoterms 2010, si segnala la riduzione del numero di clausole, che da 13 sono passate a 11: quattro termini sono stati soppressi (DDU, DEQ, DES e DAF), due nuovi termini sono stati coniati (DAT e DAP): • il DAT (Delivered at Terminal) prende in considerazione quale luogo di consegna il terminal, utilizzato per la merce in container. Con questo termine il venditore effettua la consegna quando mette la merce a disposizione del compratore scaricata dal mezzo di trasporto in arrivo nel terminal di destinazione convenuto (porto o luogo); • il DAP (Delivered at Place) prevede invece che il punto di consegna è a bordo del mezzo che ha trasportato la merce al luogo di destinazione convenuto, con merce messa a disposizione del compratore pronta per lo scarico. La regola EXW resta inclusa nel nuovo testo, che suggerisce però di farne uso solo nei contratti a carattere domestico perché in quelli internazionali è più appropriata la regola FCA (Free carrier). Infine, gli Incoterms 2010 non sono più divisi in quattro gruppi (contraddistinti dalle lettere E, F, C, D), ma sono ora suddivisi per modalità di trasporto: • Incoterms per qualsiasi modalità di trasporto: EXW, FCA, CPT, CIP, DAT, DAP, DDP; • Incoterms per il trasporto marittimo: FAS, FOB, CFR, CIF. Chi fosse interessato ad approfondire il tema, è invitato a partecipare all’incontro informativo “Incoterms 2010: le novità più importanti in breve”, che si terrà lunedì 13 dicembre 2010 presso la Cc-Ti.
INCOTERMS 2010: LE NOVITÀ PIÙ IMPORTANTI IN BREVE Organizzato da:
In collaborazione con:
lunedì 13 dicembre 2010, dalle ore 16.30 alle ore 17.30 (networking apero a partire dalle 17.30) presso il Palazzo dei Congressi a Lugano
Dal 1° gennaio 2011 entreranno in vigore i nuovi Incoterms 2010, approvati dalla Camera di Commercio Internazionale di Parigi (ICC). Con questa revisione si vogliono considerare in maniera più realistica le tendenze e le dinamiche delle transazioni commerciali a livello globale. Per far fronte a tutte queste novità la Cc-Ti in collaborazione con l’Osec offre un primo incontro informativo finalizzato ad un aggiornamento sui termini di resa in vigore e ad un approfondimento sui termini nuovi. Relatore: Adamo Pitzalis, Manager Transport Logistics, ALSTOM Switzerland Ltd. Programma 16.30 16.40
Saluto di benvenuto Marco Passalia, Vice Direttore, Cc-Ti Intervento sulla tematica Adamo Pitzalis, Manager Transport Logistics, ALSTOM Switzerland Ltd. Contenuto dell’intervento: • Definizione e introduzione • Cosa viene regolato tramite gli Incoterms • Riferimenti ai nuovi schemi esplicativi e alla presa in considerazione delle peculiarità doganali • I due nuovi “Delivered terms” (DAP e DAT) • Maggiore attenzione alla scelta del termine di resa opportuno in base alla modalità di trasporto adottata
17.30
Networking apero
La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera. Per iscrizioni prego rivolgersi entro giovedì 9 dicembre 2010, alla Cc-Ti, Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch
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Eventi
Lavoro e famiglia: dalle buone prassi alla valorizzazione delle differenze di genere La legge sul lavoro e le ordinanze di esecuzione proteggono la salute delle lavoratrici incinte, delle puerpere e delle madri che allattano e descrivono le condizioni alle quali possono essere occupate. Il Codice delle obbligazioni le tutela dal profilo economico, per quanto riguarda il versamento del salario e il licenziamento. La legge sulle indennità di perdita di guadagno consente di indennizzare il congedo maternità. La legge sulla parità dei sessi vieta di discriminare le donne, in particolare a causa di una gravidanza attuale, futura o passata. La progressiva femminilizzazione del mondo del lavoro ha stimolato l’estensione di questi diritti minimi per via contrattuale o di regolamentazione aziendale, l’applicazione di modalità di lavoro flessibile unitamente alla concessione di prestazioni volontarie dell’azienda a favore dei dipendenti con figli (prestazioni pecuniarie, servizi come asili nido, ecc.). Dal quadro legale, fatto di obblighi e diritti, alle buone prassi a misura d’azienda: la conciliazione fra lavoro e famiglia ha fatto breccia nelle realtà aziendali. Imparare a gestirla come un’opportunità potrebbe essere un passo ulteriore, un cambiamento verso la valorizzazione delle differenze fra donna e uomo nel contesto aziendale. E non solo a vantaggio delle donne ma di tutti i dipendenti con responsabilità famigliari e, soprattutto, della competitività dell’azienda! Quali sono questi vantaggi? Come raggiungerli? Quali competenze sviluppare a livello dirigenziale per implementare
questo cambiamento culturale? La genitorialità può tradursi in competenze utili anche all’interno dell’azienda? A questi ed altri interrogativi risponde il programma di formazione Dialogare-Azienda 2010/2011, promosso dall’Associazione Dialogare, con il sostegno della Divisione della formazione professionale (DFP) e il partenariato, fra altri, della Camera di commercio e di AITI. I seminari riprenderanno in gennaio (vedi programma) e saranno affidati alla Dott. Marcella Chiesi, consulente, docente e formatrice sulla gestione delle risorse umane e sullo sviluppo del cambiamento organizzativo, esperta nella progettazione di interventi orientati alla valorizzazione di tutto il potenziale umano presente nelle aziende, con un’attenzione particolare rivolta alla valorizzazione delle differenze di genere. Marcella Chiesi ha fondato nel 1998 la Società Studio DUO Donne e uomini nelle organizzazioni (S.r.l) di Roma ed è autrice di diverse pubblicazioni. Il programma di formazione è certificato eduQua ed è concepito per dirigenti e quadri aziendali, professionisti della gestione delle risorse umane, organizzazioni professionali, donne e uomini che conciliano lavoro e famiglia. Informazioni e iscrizioni: Associazione Dialogare-Incontri, Tel. +41 91 967 61 51; segretariato@dialogare.ch; www.dialogare.ch > seminari dialogare azienda.
Venerdì 21 gennaio 2011, ore 9.00- 12.00 – 14.00-16.30 Le competenze dei capi Sviluppare le competenze dei responsabili diretti per introdurre un metodo di gestione ottimale delle persone con responsabilità familiari. Con quali strumenti gestionali è possibile impostare un metodo capace di gestire la maternità fin dalla fase precedente al congedo obbligatorio? Come organizzare il lavoro durante l’assenza per congedo maternità? Come incentivare le collaboratrici e i collaboratori a mantenere alta la responsabilità professionale e nel contempo bilanciare lavoro e famiglia? Quali le abilità del capo per saper gestire i colloqui diretti con le donne che vanno in maternità? Perché e come coinvolgere il gruppo di lavoro? Venerdì 28 gennaio 2011, ore 9.00-12.00 – 14.00-16.30 Strumenti per migliorare l’organizzazione Conciliare tra responsabilità professionali e genitoriali richiede alle aziende e alle persone di saperlo fare tenendo conto dei vincoli dell’organizzazione e di orientarli in modo efficace verso la flessibilità. Come rivedere l’organizzazione per rispondere a richieste di modalità di lavoro flessibili o di riduzione del grado di occupazione? Analisi dei processi e dei flussi del lavoro. Incidenza sul processo lavorativo. Soluzioni e metodi per affrontare e superare le difficoltà. Venerdì 4 febbraio 2011, ore 9.00-12.00 – 14.00-16.30 La genitorialità può portare competenze all’azienda? La genitorialità è la miglior palestra per lo sviluppo delle capacità organizzative, dell’empatia, dell’intelligenza multipla, del problem solving e della abilità nella gestione di “reti di servizi e/o persone”. Come scoprire il valore aggiunto – per le persone e per le aziende – della maternità e della paternità? Cosa fare per apportare le abilità acquisite con la genitorialità nella sfera delle competenze professionali e organizzative. I seminari si terranno a Lugano presso il Centro San Carlo a Besso, nelle aule della Scuola specializzata superiore in cure infermieristiche.
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Servizi della Cc-Ti
CANDIDATO Signora Büro und Sprachkurs conseguito a Lucerna Soggiorni prolungati in Germania, Australia e Zurigo Libera da impegni famigliari Anno di nascita: 1956 Cittadinanza: svizzera
CANDIDATO Signore Laurea in Economia Direttore d’azienda
Conoscenze linguistiche CERCA Italiano: madre lingua Francese: orale e scritto più che buono Tedesco: orale e scritto più che buono Inglese: orale buono scritto più che discreto Schwyzerdütsch: d i s c r e t o nella compresione Dialetto ticinese
Massimo Montorfano Diploma di Corrispondente Commerciale nelle lingue inglese, francese e tedesca. First Certificate in English Grade A c/o University of Cambridge. Stages linguistici in Germania e Inghilterra. Formazione commerciale con esperienza nell'ambito del Sale's Management. Logistica, Trasporti internazionali. Ottima conoscenza informatica sistemi operativi e applicativi Microsoft. Anno di Nascita: 1960 Cittadinanza: svizzera e italiana
Cc-TI Corso Elvezia 16 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 info@cc-ti.ch
Conoscenze linguistiche CERCA Italiano: madrelingua Inglese: ottimo Tedesco: conoscenze di base
Anno di nascita: 1954 Cittadinanza: svizzera e italiana
CANDIDATO
Esperienza di diversi anni quale segretaria amministrativa - assistente - controlling in una PMI cerca nuova sfida professionale. Affidabile, discreta, ordinata, precisa, flessibile. Gestione delle difficoltà e dello stress, portata sia per il lavoro in gruppo che per il lavoro individuale, resistenza al carico di lavoro. Organizzazione, gestione delle priorità, cordiale, sa instaurare un buon contatto con i colleghi e con l'esterno, prontezza di spirito e aperta ad assumere responsabilità. Esperienza anche in marketing e organizzazione viaggi collettivi
Incarichi temporanei di gestione di azienda di media dimensione, anche in affiancamento dell’attuale proprietà, per la conduzione del trapasso generazionale o della messa a punto di cessione di attività a terzi, massimizzando il valore aziendale
Cerca impiego di responsabilità nell'ambito del Trading/ Commercio internazionale. Esperienza ventennale nei settori delle Commodities / Food / Power and Oil & Gas quale Sales & Logistics Manager. Frequenti trasferte di lavoro all'estero (Europa Middle East, Nord Africa). Attitudine nelle trattative di livello con importanti multinazionali del Food e dell' Energia. Competenze nei trasporti internazionali via terra e via mare
INDIRIZZO
Cc-Ti Corso Elvezia 16 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 info@cc-ti.ch alpenbee@gmail.com
Conoscenze linguistiche CERCA Italiano: madrelingua Inglese: fluente Francese: fluente Tedesco: buono
INDIRIZZO
INDIRIZZO
Viale Giuseppe Galli 29 6830 Chiasso Tel. +41 79 485 36 08 m.montorfano@bluewin.ch
Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o info@cc-ti.ch Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della Cc-Ti
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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino
prossime GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO, FEBBRAIO 2011 Brasile: una potenza economica in Sudamerica Lugano, 21 febbraio 2011
• ci si attende un’ulteriore crescita del mercato interno e dell’intera regione; • i prodotti di punta svizzeri sono sempre molto richiesti.
Sudafrica: domanda di tecniche mediche, farmaceutica e attrezzature per ospedali privati Lugano, 24 febbraio 2011
• grande richiesta nell’infrastruttura (consulenza, progettazione, realizzazione, trasporto, energia); • possibilità di sviluppo commerciale nell’Africa australe (Namibia, Botswana, Angola); • possiede una propria industria automobilistica e quindi vi è forte necessità di prodotti di subfornitura. Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dal paese di riferimento. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! CONTATTATECI AL NO. TEL. +41 91 911 51 37 OPPURE TRAMITE E-MAIL ALL’INDIRIZZO INFO.LUGANO@OSEC.CH, SAREMO LIETI DI FISSARVI UN APPUNTAMENTO.
Austria: investimenti miliardari in ambito energetico
Grazie all’aumento di capitale varato nel mese di settembre 2010 dall’assemblea generale straordinaria, il gruppo austriaco Verbund attivo in ambito energetico potrà realizzare il suo programma d’investimenti per un totale di 2,7 miliardi di euro sull’arco di cinque o sei anni. Circa la metà di questo importo, ossia 1,4 miliardi di euro, sarà impiegata per ampliare la forza idrica. Si progetta la costruzione dell’impianto per lo sfruttamento della forza idrica Limberg III a Kaprun (Limberg II è in fase di realizzazione), dell’impianto Reisseck II in Carinzia e della centrale elettrica gestita in comune Inn (con l’Engadiner Kraftwerke AG: il DATEC ha recentemente accordato la concessione e l’autorizzazione edilizia) nonché impianti di minore entità sui fiumi Salzach, Mura e a Jochenstein sul Danubio. La cifra di circa 1 miliardo di euro sarà destinata all’ampliamento della rete elettrica di trasmissione (a titolo d’esempio, per realizzare la seconda parte della linea a 380 kilovolt tra Salisburgo e Kaprun). Energy Exchange Austria: “Verbund-Kapitalerhöhung mit Turbo-Wirkung” www.exaa.at/service/news/4862649064/ Wirtschaftsblatt: “Verbund-Kapitalerhöhung mit 99,97 % Ja-Stimmen abgesegnet” www.wirtschaftsblatt.at/home/boerse/bwien/verbundkapitalerhoehung-mit-9997-ja-stimmen-abgesegnet-439730/index.do
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Comunicato stampa del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC): “Rilasciata la concessione alla centrale austrosvizzera Inn” www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=35711
UE: norme più severe contro i ritardi di pagamento
A fine ottobre scorso, il Parlamento europeo ha approvato le nuove norme contro i ritardi di pagamento negli scambi commerciali, che dovrebbero quindi essere adottate in questa forma anche dal Consiglio. Secondo la nuova direttiva, il limite per il pagamento di una fattura nei settori pubblici e privati sarà di 30 giorni, con le seguenti eccezioni: • le imprese private potranno estendere il limite fino a un massimo di 60 giorni se le parti sono d’accordo e se previsto espressamente dal contratto; • gli enti statali dovranno rispettare il termine di 30 giorni, ad eccezione dei servizi sanitari pubblici, che potranno determinare un termine di pagamento massimo di 60 giorni. Un tasso d’interesse potrà essere applicato in caso di mora, pari ad almeno l’8% del tasso base della Banca centrale europea. Inoltre, il creditore potrà pretendere almeno
40 euro per coprire i costi di recupero del debito. Il periodo necessario per la verifica che i beni e i servizi venduti corrispondano ai termini previsti nel contratto è stato limitato a 30 giorni. Nel caso specifico di contratti complessi, previo accordo tra le parti, questo termine potrà essere esteso. Le nuove norme devono ora essere formalmente adottate dal Consiglio. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'UE. Gli Stati membri dell’UE dovranno conformarsi entro due anni alle nuove regole. Comunicato stampa del Parlamento europeo: “Ritardi di pagamento: il Parlamento approva limite di 30 giorni” w w w.europarl.europa.eu/it /pre s sroom/ content/20101020IPR88428 Comunicato stampa della Commissione europea: “La Commissione esprime soddisfazione per l’approvazione di nuove norme contro i ritardi di pagamento da parte del Parlamento europeo” http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference =IP/10/1357&format=HTML&aged=0&language=IT&gui Language=en
& Young e intitolati “Renewable energy country attractiveness indices”, la Cina è diventata la nazione più interessante al mondo per i progetti nell’ambito delle energie rinnovabili: infatti, si piazza appena prima degli USA ed è seguita da Germania, India, Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Canada e Portogallo. Attualmente, gli stati leader nei singoli ambiti sono: • eolico: Cina, USA, Gran Bretagna, Germania, India; • solare: USA, India, Italia, Spagna, Cina; • biomassa: Germania, USA, Gran Bretagna, India, Francia; • geotermico: USA, Italia, Australia, Germania, Cina; • infrastrutture (per la produzione di energia rinnovabile): Cina, Gran Bretagna, Italia, India, Germania, Francia. Bloomberg Business Week: “China Almost Triples U.S. Low-Carbon Incentives, Study Shows” www.businessweek.com/news/2010-10-18/china-almosttriples-u-s-low-carbon-incentives-study-shows.html Ernst&Young: “Renewable energy country attractiveness indices” (agosto 2010) www.ey.com/Publication/vwLUAssets/Renewable_energy_country_attractiveness_indices_Issue_26/$FILE/Renewable_enenergy.pdf
Cina: nuove regolamentazioni doganali
Le seguenti regolamentazioni doganali vigeranno in Cina a partire dal 1° gennaio 2011: Numero d’identificazione doganale Ogni importatore ed esportatore dovrà annunciarsi alle autorità doganali cinesi con un numero d’identificazione (CR-Code). Secondo una comunicazione emanata dalla DHL, chi preferisce evitare quest’onere potrà affidare il disbrigo delle importazioni e delle esportazioni a un agente già registrato o autorizzato con il codice CR. Numero doganale armonizzato Tutte le spedizioni soggette a dazio, spedite da o verso la Cina, dovranno indicare un numero doganale armonizzato (HS-Code) sul formulario di dichiarazione doganale. La DHL afferma che questo è anche nell’interesse dell’impresa dichiarante: citare il numero HS e descrivere la merce in modo esatto e dettagliato nella documentazione allegata all’invio permette di velocizzarne lo sdoganamento. DHL: “Geänderte Zollvorschriften für zollpflichtige Sendungen von und nach China, gültig ab 01.01.2011” http://dhl.de/content/dam/dhlde/ueberuns/express/pdf/ dhl-express-hinweise-zollabwicklung-china-10-2010-v2. pdf
La Cina è il paese più interessante per i progetti nell’ambito delle energie rinnovabili
Non si può negare che la Cina sia il maggior inquinatore al mondo. Ma Pechino impara velocemente e negli ultimi anni e mesi, ha rafforzato l’impegno profuso per ridurre le emissioni di CO2. Secondo uno studio pubblicato recentemente da Vivid Economics, la Cina investe molto di più per promuovere le energie rinnovabili e creare nuovi incentivi volti a ridurre le emissioni di CO2 di quanto non facciano gli USA, il Giappone, l’Australia o la Corea del Sud. Come si evince dal confronto tra questi paesi e la Gran Bretagna, solo quest’ultima supera la Cina in quest’ambito. Secondo gli indici pubblicati trimestralmente dalla Ernst
L’organizzazione flessibile dell’orario di lavoro in diversi paesi europei
La flessibilità non è ancora sufficientemente valorizzata nell’economia, anche quando si tratta di orari elastici. Secondo uno studio della Commissione europea, l’Austria detiene il primato europeo di maggiore flessibilità nell’organizzazione dell’orario di lavoro. L’orario flessibile ha guadagnato parecchio terreno in seguito alla crisi finanziaria ed economica al fine di conciliare la domanda e l’offerta nel mercato del lavoro. L’Europa risulta la zona in cui si sono fatti i maggiori progressi negli ultimi anni, ma vi sono notevoli differenze tra le nazioni valutate nello studio (Paesi membri dell’UE e dell’AELS, Svizzera esclusa). In generale, si può affermare che si è meno elastici negli Stati membri nuovi e più poveri, soprattutto per quanto riguarda l’offerta di posti di lavoro a tempo parziale. La Commissione europea ha applicato i seguenti tre criteri nello studio (solo per i Paesi membri dell’UE): • organizzazione flessibile delle formule di lavoro: 1° Gran Bretagna, 2° Cipro, 3° Finlandia, 4° Belgio, 5° Irlanda, 6° Austria, 7° Italia, 8° Francia; • quota parte di dipendenti con orari di lavoro elastici: 1° Danimarca; 2° Svezia, 3° Germania, 4° Finlandia, 5° Austria e Lussemburgo, 6° Gran Bretagna, 7° Italia, 8° Paesi Bassi; • telelavoro: 1° Francia, 2° Finlandia, 3° Slovenia, 4° Lussemburgo, 5° Belgio, 6° Austria, 7° Danimarca, 8° Germania. Diversi capitoli dello studio forniscono panoramiche dei quadri normativi in vigore nei singoli Stati membri dell’UE e dell’AELS (Svizzera esclusa): le pagine 31-33 sono dedicate alla legislazione sul lavoro part-time; la pagina 34 elenca le norme che regolamentano gli straordinari per i dipendenti con bambini piccoli; infine, le pagine 75-77 illustrano la regolamentazione attualmente in vigore per
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promuovere l’organizzazione flessibile dell’orario di lavoro. Lo studio fornisce altresì informazioni sulla disponibilità a ridurre o aumentare le ore di lavoro (sempre nei Paesi membri dell’UE e dell’AELS, Svizzera esclusa): • lavoro a tempo parziale (flessibilità superiore alla media dell’UE): Paesi Bassi, Germania, Norvegia, Belgio, Austria, Gran Bretagna e Svezia; • straordinari (flessibilità superiore alla media dell’UE): Islanda, Gran Bretagna, Austria, Paesi Bassi, Repubblica Ceca; • orari di lavoro lunghi (flessibilità superiore alla media dell’UE): Islanda, Gran Bretagna, Grecia, Polonia, Austria, Bulgaria, Romania, Lituania, Repubblica Ceca. Studio della Commissione europea: “Un nuovo studio della Commissione europea indica come un’organizzazione flessibile del lavoro aiuti sia i datori di lavoro che i lavoratori” http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference =IP/10/1377&format=HTML&aged=0&language=IT&gui Language=it
Le imposte sul reddito nel confronto internazionale
Superare la crisi mondiale finanziaria ed economica è costoso. Di conseguenza, tornano ad aumentare le imposte sul reddito in numerosi paesi, soprattutto in Europa. Tuttavia, la Svizzera mantiene e può ora anche rafforzare la sua attrattiva fiscale. Secondo uno studio comparativo di KPMG dedicato alle imposte sul reddito e gli oneri sociali in 86 paesi, le aliquote massime per le persone fisiche negli Stati membri dell’UE sono aumentate dello 0,3%. L’incremento più marcato è stato registrato nelle seguenti nazioni: Gran Bretagna con 10 punti percentuali al 50%, Grecia con 5 punti percentuali al 45%, Portogallo con 3,9 punti percentuali al 45,9% e Islanda con la sostituzione della flat rate tax con un sistema d’imposte progressive e contestuale aumento delle imposte massime sul reddito di 9 punti percentuali. A livello fiscale, l’Europa è risultata la regione più cara al mondo. Era seguita dall’Asia-Pacifico, zona in cui le aliquote massime sono diminuite in media dello 0,4%; in questo contesto, sono state determinanti le riduzioni delle aliquote massime in Nuova Zelanda e Malesia. Secondo lo studio di KPMG, la Svizzera era al 14° posto dell’attrattiva fiscale per un reddito di 100’000 dollari. In Europa, era superata solo da Bulgaria, Russia e Ucraina in questa categoria di reddito. Le nazioni più vantaggiose al mondo erano: Bahamas, Bermuda, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein, Kuwait, Arabia Saudita, Kazakistan e Hong Kong. Gli stati più costosi risultavano essere: Croazia, Ungheria, Grecia, Austria, Italia, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, India e Svezia. La Svizzera si è classificata tra le piazze più vantaggiose anche per i redditi di 300’000 dollari. A livello europeo, questa categoria pagava meno imposte solo in alcuni stati esteuropei (Bulgaria, Russia, Ucraina, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Estonia, Lituania, Serbia, Cipro e Romania). I paesi fiscalmente più attrattivi per questa fascia di reddito risultavano essere: Bahamas, Bermuda, Kuwait, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Bulgaria, Russia e Hong Kong, mentre le nazioni più costose erano: Belgio, Danimarca, Svezia, Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Finlandia, Portogallo, Croazia e Israele.
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Comunicato stampa di KPMG: “Income Taxes rise globally - Switzerland consolidates position as attractive location” www.kpmg.ch/mediareleases/19917.htm “KPMG’s Individual Income Tax and Social Security Rate Survey 2010” www.kpmg.ch/Publikationen/19932.htm
I paesi con la miglior nomea al mondo: la Svizzera appena dopo i primi
La Svezia gode della miglior nomea al mondo. Anche il Canada e l’Australia salgono sul podio, mentre nel “Global ranking 2010” stilato dal Reputation Institute, la Svizzera – che capeggiava la classifica dell’anno scorso – si deve accontentare del quarto posto. Tra i primi dieci classificati figurano anche Norvegia, Finlandia, Danimarca, Austria, Paesi Bassi e Belgio. I nostri vicini Germania, Italia e Francia occupano rispettivamente le posizioni 11, 16 e 18. In coda alla graduatoria si trovano Venezuela, Ucraina, Russia, Cina, Colombia e Iran. Il sondaggio è stato svolto tra gli Stati del G8 (Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Giappone, Canada, Russia e USA), chiamati a valutare 39 nazioni. Le tre categorie principali su cui pronunciarsi erano: • “effective government”: comprendeva la stabilità politica, le condizioni quadro legislative e sociali; • “advanced economy”: includeva l’innovazione, il progresso tecnologico e l’infrastruttura; • “appealing country”: comprendeva la qualità della vita e le possibilità di svago: Anche i seguenti fattori sono stati soppesati: • benessere sociale (com’era prevedibile, la Svezia primeggia in quest’ambito); • contributo alla comunità mondiale (la Svezia è leader anche in questa sfera); • condizioni quadro economiche; • governo; • offerta culturale, possibilità di svago (qui domina l’Italia); • tecnologia, innovazione, marchi (il Giappone è in testa); • qualità dei prodotti (la Svizzera eccelle: “Made in Switzerland” e “Swissness” rimangono garanzie di qualità nel mondo intero). L’immagine di sé dei paesi Il “Self-image ranking” di 35 nazioni è capeggiato da Australia, Finlandia e Canada. I cittadini svizzeri valutano modestamente il loro paese, che si piazza quindi al 10° posto. I peggiori voti al proprio paese sono attribuiti da messicani, portoghesi, giapponesi, greci e ungheresi. La nomea delle aziende Già nella primavera del 2010, il Reputation Institute ha determinato le aziende con la miglior nomea al mondo. Google, Sony e la Walt Disney Company occupano i primi tre posti in questa classifica, seguiti da BMW, Daimler, Apple, Nokia, Ikea, Volkswagen e Intel. L’unica impresa svizzera tra le prime 30 è Nestlé, che si trova in 20° posizione. Reputation Institute: “Sweden is the Most Respected Country in the World – Reputation Institute Releases Results of its 2010 Country Reputation Study” www.reputationinstitute.com/events/RI_Press_Release_ CountryRep2010_27sep2010.pdf
Reputation Institute: “2010 Pulse Study – The Most Reputable Companies in the World Global Reputation Study” www.reputationinstitute.com/webinars/2010_Global_Reputation_Pulse_Webinar_23jun2010.pdf
Transparency International: indice della corruzione 2010
Nei ¾ dei paesi, la corruzione nel settore pubblico rappresenta un problema da non sottovalutare: questa è la conclusione sobria cui giunge l’attuale indice della corruzione (Corruption Perceptions Index CPI) stilato da Transparency International. Si constata altresì che la crisi finanziaria ha intralciato i progressi nella lotta contro la corruzione nel mondo. Anzi, è evidente il contrario: la situazione è visibilmente peggiorata nella maggioranza dei paesi. Anche la Svizzera non ne esce bene: le si rimprovera una scarsa trasparenza nell’ambito del finanziamento dei partiti. Con 8,7 punti su una scala da 0 (corruzione alta) a 10 (paese molto pulito), la Svizzera registra il peggior risultato dal 2003, ma si piazza comunque al soddisfacente 8° posto su un totale di 178 paesi valutati. I migliori voti nel CPI sono stati attribuiti a Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore con 9,3 punti ognuno. Seguono Finlandia e Svezia (9,2 punti), Canada (8,9), Paesi Bassi (8,8) e Svizzera, a pari merito con l’Australia. Anche Norvegia, Islanda, Lussemburgo, Hong Kong e Irlanda appartengono alle nazioni più pulite (8,0 e più punti, fino al 14° posto). La graduatoria prosegue con Germania e Austria (7,9 punti ciascuna, alla 15° posizione). La Francia si classifica al 25° posto con 6,8 punti. L’Italia si trova in 67° posizione con 3,9 punti: si constata che è di gran lunga il peggior piazzamento tra i paesi occidentali industrializzati. Anche i paesi BRIC non figurano bene: ottengono voti scarsi Brasile (69° con 3,7 punti), Cina (78° con 3,5 punti), India (87° con 3,3 punti) e Russia (154° con 2,1 punti). I fanalini di coda della classifica (con meno di 2,0 punti) sono Angola, Guinea Equatoriale, Burundi, Ciad, Sudan, Turkmenistan, Uzbekistan, Iraq, Afghanistan, Myanmar e Somalia. Transparency International: “Corruption Perception Index 2010” www.transparency.org/policy_research/surveys_indices/ cpi/2010
Doing Business 2011: i paesi più favorevoli all’imprenditorialità nel confronto internazionale
Dove vige il clima più favorevole agli affari? Dove vi sono meno ostacoli amministrativi e si valorizza di più l’economia? Dove possono agire più liberamente le imprese? La classifica annuale “Doing Business” dei paesi più favorevoli all’imprenditorialità è capeggiata da Singapore, seguita da Hong Kong e Nuova Zelanda. Tra le prime dieci si piazzano anche Gran Bretagna, USA, Danimarca, Canada, Norvegia, Irlanda e Australia. La Svizzera si situa al deludente 27° posto. I fanalini di coda (dalla 179° alla 183° posizione) sono Guinea, Eritrea, Burundi, Repubblica Centrafricana e Ciad. I maggiori progressi rispetto all’anno scorso sono stati fatti
dalle seguenti nazioni: Kazakistan (dal 79° al 54° posto), Brunei (dal 112° al 96°), Ruanda (dal 70° al 58°), Perù (dal 46° al 36°), Vietnam (dall’88° al 78°), Tagikistan (dal 149° al 139°), Capo Verde (dal 142° al 132°), Zambia (dall’84° al 76°), Ungheria (dal 52° al 46°) e Grenada (dal 98° al 92°). I seguenti fattori sono stati valutati: • creazione di nuove imprese: risulta più facile fondare un’azienda in Nuova Zelanda. Gli ostacoli amministrativi sono pochi anche in Australia, Canada, Singapore, Macedonia, Hong Kong, Bielorussia, Georgia, USA e Ruanda; • licenze edili: i migliori voti nell’autorizzare le costruzioni sono conseguiti da Hong Kong; seguono Singapore, Saint Vincent e Grenadine, Belize, Nuova Zelanda, Isole Marshall, Georgia, Saint Kitts e Nevis, Maldive e Danimarca; • diritto di proprietà: la prima classificata è l’Arabia Saudita, seguita da Georgia, Nuova Zelanda, Emirati Arabi Uniti, Armenia, Bielorussia, Lituania, Norvegia, Slovacchia e Azerbaigian; • crediti: la Malesia risulta la più generosa nell’accordare crediti. Seguono Hong Kong, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Sudafrica, Singapore, USA, Australia, Lettonia, Israele, Bulgaria, Zambia, Kenia e Guatemala; • protezione degli investimenti: in quest’ambito primeggia la Nuova Zelanda, ma si piazzano bene anche Singapore, Hong Kong, Malesia, USA, Canada, Irlanda, Israele, Colombia e Sudafrica; • tassazione: le imposte più basse si registrano nelle Maldive, seguite da Qatar, Hong Kong, Singapore, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Irlanda, Oman, Kuwait e Canada; • commercio transfrontaliero: Singapore vanta le migliori condizioni quadro in questo campo. Ottimi voti spettano anche a Hong Kong, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Corea del Sud, Norvegia e Israele; • diritto contrattuale: Lussemburgo capeggia la classifica, seguito da Hong Kong, Islanda, Norvegia, Corea del sud, Germania, Francia, USA, Nuova Zelanda e Austria; • cessazione di attività: riesce più facile cessare un’attività in Giappone, ma risulta semplice anche in Singapore, Canada, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna, Belgio, Irlanda e Taiwan. International Finance Corporation/The World Bank: “Doing Business 2011 - Making a difference for entrepreneurs” www.doingbusiness.org
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Fiere internazionali
BIO International Convention 2011 Washington DC, 27 - 30 giugno 2011
BIO International Convention è l’evento mondiale più importante per la biotecnologia commerciale. Questo salone, corredato da seminari e da un congresso, si tiene ogni anno in una grande città degli Stati Uniti o del Canada. L’organizzatore, la Biotechnology Industry Organization (BIO), è un’associazione economica americana con sede a Washington D.C. che conta oltre 1’200 affiliati, tra cui aziende americane di biotecnologia, centri di ricerca e sviluppo nonché aziende e organizzazioni straniere. Negli ultimi anni, il numero di visitatori e il tasso di partecipazione sono aumentati costantemente, riflettendo l’interesse crescente per la commercializzazione delle biotecnologie a livello globale. Infatti, l’edizione 2010 ha visto la partecipazione di oltre 1’700 espositori e 15’322 visitatori; si sono inoltre tenute 17’100 partnering sessions. Per la nona volta consecutiva, l’Osec, in collaborazione con Swiss Biotech, vi organizza il padiglione ufficiale svizzero. Saremmo lieti di poter ripetere il successo dello “SWISS Pavilion” organizzato alla scorsa edizione di BIO a Chicago: benefeciatene anche voi, siate tra i partecipanti! Informazioni sulla fiera: http://convention.bio.org/ Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > BIO International Convention 2011
Summer Fancy Food Show 2011 Washington DC, 10 - 12 luglio 2011
Dal 1955, i Fancy Food Shows rappresentano gli eventi privilegiati per la presentazione di specialità gastronomiche, cibi etnici, naturali e organici, spuntini e bibite. Marche che godono ormai di nomea mondiale vi sono state lanciate, come per esempio Perrier, Dove Bars, Carr’s Water Biscuits e Terra Chips. A queste fiere partecipano i produttori di generi alimentari, prodotti lattieri, frutti di mare, pasticcini, biscotti, cioccolata, gelati, frutta, bevande, caffè, tè, vino, birra, sostanze conservanti, aromi ed elettrodomestici. Vi prendono parte anche i rivenditori di alimentari (supermercati, distributori, negozi di specialità culinarie e di dolciumi, società di vendita via internet, ecc.) e i fornitori di servizi gastronomici (società di catering, ristoranti, bar, caffè, alberghi, linee aeree, ecc.). La 56° edizione del 2010 ha riscontrato un grande successo: oltre 2’400 espositori vi hanno presentato 180’000 cibi e bevande provenienti dagli Stati Uniti e da altre 80 nazioni, mentre 23’000 visitatori hanno calcato i 30’000 m2 di superficie espositiva. Nel 2011, l’Osec vi organizzerà lo “SWISS Pavilion” in collaborazione con la Federazione delle Industrie Alimentari Svizzere e lo Swiss Business Hub USA. Affidate la vostra partecipazione agli esperti del settore fieristico dell’Osec così potrete concentrarvi sui vostri clienti! Informazioni sulla fiera: www.specialtyfood.com/fancy-food-show Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Summer Fancy Food 2011
Biotechnica 2011 Hannover, 11 - 13 ottobre 2011
Biotechnica rappresenta l’evento europeo di punta delle scienze e delle tecniche del mondo vivente. Riunisce tutti i principali attori del settore delle biotecnologie nonché le multinazionali della farmacia, della medicina, della chimica e dell’ambiente. Copre tutti i rami, dalla biotecnologia di base alle attrezzature, la bioinformatica e i servizi nei cinque ambiti di applicazione: farmaceutica/medicina, industria alimentare, agricoltura, chimica e ambiente. Il settore espositivo presenta la catena di valore aggiunto dell’industria biotech dall’inizio alla fine, ma la fiera propone anche conferenze, eventi di partnering e una premiazione: l’European Biotechnica Award con un montepremio di 75’000 euro, che nel 2010 è stato vinto dall’azienda belga Galapagos, specializzata nella ricerca e nello sviluppo di terapie anti-corpo e molecolari per trattare il cancro, il diabete, l’Alzheimer’s, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide e le malattie infiammatorie. L’anno scorso, Biotechnica ha accolto 500 espositori e 9’500 visitatori provenienti da 23 nazioni. Inoltre, 3’000 iscritti hanno assistito alle conferenze, ai forum e ai workshop, che sono stati tenuti da 500 relatori internazionali. L’Osec, in collaborazione con Swiss Biotech, vi allestirà uno “SWISS Pavilion”. Cogliete quest’occasione unica di presentare la vostra azienda a un pubblico specializzato. Iscrivetevi entro il 15 aprile 2011, beneficerete di uno sconto per prenotazione anticipata! Informazioni generali sulla fiera: www.biotechnica.de Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Biotechnica 2011
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Approvata la modifica della Legge sul turismo: hotelleriesuisse Ticino e GastroTicino esprimono soddisfazione Per le associazioni degli albergatori e degli esercenti, che ringraziano tutti coloro che hanno sostenuto il progetto, si tratta di un passo inevitabile e fondamentale per migliorare il soggiorno dei turisti in Ticino e dare maggiore visibilità al nostro Cantone hotelleriesuisse Ticino, l’associazione ticinese degli albergatori, e GastroTicino, federazione esercenti albergatori, esprimono piena soddisfazione per l’approvazione da parte del Gran Consiglio della modifica degli articoli di legge che regolano il finanziamento delle tasse turistiche, avvenuta il 20 ottobre scorso. Per le associazioni, questa decisione è determinante al fine di ridare slancio al turismo ticinese, affinché questo settore economico possa riacquistare una funzione trainante per tutta l’economia cantonale. L'adeguamento della tassa di soggiorno darà maggiori mezzi agli Enti turistici locali per migliorare l’accoglienza e l’offerta ai turisti sul territorio ticinese. Inoltre, con la totalità della tassa di promozione, che è rimasta invariata, Ticino Turismo potrà incrementare la promozione verso la destinazione turistica Ticino che avrà quindi una maggiore visibilità ed importanza sui mercati, sia d’oltralpe che internazionali. Tra le misure principali che verranno rese possibili con questo aumento, anche l’introduzione della carta turistica, ossia uno strumento che permetterà una fruizione dei servizi turistici più semplice e diventerà mezzo indispensabile per vivere l’esperienza turistica ticinese in maniera più completa. Hotelleriesuisse Ticino e GastroTicino tengono inoltre a sottolineare come questa tassa non venisse adeguata dal 1994 e come sia ora in linea con i valori svizzeri. Le due associazioni, infine, ringraziano tutti coloro che hanno sostenuto l’iniziativa e portato avanti con convinzione il progetto, dando così basi solide al futuro del turismo ticinese. Pubb VELADINI 9-09 A5 Or:Layout 1
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UN IMPEGNO SOSTENIBILE Abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per l’ambiente, riciclando ogni scarto derivante dalla produzione ma non era abbastanza per garantire ai nostri clienti un prodotto a basso impatto ambientale. Nell’aprile 2007 abbiamo inserito nel nostro ciclo produttivo un sistema computer to plate Heidelberg per la preparazione digitale delle lastre di stampa che non utilizza più nessun tipo di sostanza chimica. Un primo passo subito seguito dall’utilizzo in stampa di inchiostri a base di oli vegetali, denominati BIO, nonché di carte certificate e rispettose dell’ecosistema. Nel luglio 2009 abbiamo ottenuto la Certificazione della Catena di Custodia secondo lo standard del Forest Stewardship Council (FSC). Offriamo la possibilità ai nostri clienti di realizzare i propri stampati con carte provenienti da foreste certificate perchè gestite correttamente dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Con il nostro impegno abbiamo attuato una scelta precisa, ora tocca a voi: per distinguere i vostri stampati scegliete il nostro processo produttivo a elevata sostenibilità, nel rispetto dell’ambiente. Società d’arti grafiche già Veladini & co SA Grafica - Prestampa - Stampa - Legatoria via Besso 42 CH - 6903 Lugano tel. +41 091 966 11 61 fax +41 091 966 14 47 info@veladini.ch www.veladini.ch
Vita dei Soci
Melisa presenta il Catalogo dei libri Preziosi e il Catalogo Natalizio
Melisa è lieta di comunicare che quest’anno, per la prima volta, per il periodo natalizio, sono stati realizzati due cataloghi: il Catalogo dei Preziosi e – come da tradizione – il Catalogo Natalizio. Nonostante le grandi evoluzioni in campo tecnologico ed informatico, Melisa è fermamente convinta che regalare un libro possa ancora emozionare e fare la differenza! Il Catalogo dei Preziosi è stato pensato per dare dei suggerimenti utili a tutti coloro che vogliono fare un regalo scintillante e indimenticabile. Regalare “un prezioso” potrebbe essere un’ottima soluzione per un omaggio aziendale: un premio per un collaboratore o anche un dono ad un cliente speciale. Abbiamo, quindi, selezionato per voi 24 “perle dell’editoria”: volumi – tutti rilegati – sull’arte, la fotografia, la moda, gli animali, gli hobbies e tanti altri temi; titoli curiosi ed unici nel loro genere, tutti presentati approfonditamente. I 24 libri sono stati comodamente suddivisi in 3 categorie: oro, platino e diamante, ad ognuna delle quali corrisponde una fascia di prezzo. Il Catalogo dei Preziosi è consultabile presso le nostre librerie. Il Catalogo Natalizio è invece distribuito per posta la prima settimana di dicembre ed è disponibile nelle librerie da venerdì 10 dicembre. Al suo interno sono stati proposti oltre duecento titoli di recente uscita, per guidare i clienti nella scelta del “regalo perfetto”. A questo scopo il catalogo è stato suddiviso in 16 pratiche categorie che
faciliteranno il compito di coloro che hanno scelto di regalare un libro per Natale. Sperando di accompagnarvi nella divertente scelta-missione del “regalo perfettto”; Melisa augura di tutto cuore un Buon Natale e vi aspetta presso i suoi punti vendita! Melisa SA Via Industrie 2 6930 Bedano Tel. +41 91 936 61 61 Fax +41 91 936 61 60 melisa@melisa.ch www.melisa.ch
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
L’igiene e la pulizia a tutto campo A colloquio con Paolo Thoma (della ditta La Goccia SA), Presidente dell’Associazione Imprese di Pulizia e Facility Services del Canton Ticino – AIPCT
Paolo Thoma
La realtà delle imprese di pulizia in Ticino si fa sempre più concreta, sono molte le aziende che operano con professionalità e competenza in questo settore spesso stereotipato negativamente, tanto che nel 1998 è nata l’Associazione Imprese di Pulizia del Canton Ticino. Oggi l’associazione conta 21 soci, ossia 21 imprese di pulizia tra le più importanti del settore ed il numero di associati è in continua crescita, si è dotata di un moderno contratto collettivo di lavoro (CCL), si adopera nella formazione di apprendisti e nella riqualifica professionale. I suoi membri rappresentano oltre 1’350 collaboratori per una cifra d’affari di superiore ai 42 milioni di franchi l’anno. Dal 2007 l’AIPCT fa parte dell‘Associazione nazionale di settore ALLpura.
Presidente, come è organizzata l’AIPCT?
“L’AIPCT è stata fondata nel 1998. Abbiamo un Comitato che dirige e si occupa delle diverse funzioni associative. Ogni membro è responsabile per un campo specifico d’attività, portando avanti progetti diversi, che poi si discutono in Comitato, dove ognuno collabora con gli altri. Attualmente, oltre al sottoscritto, sono membri di Comitato: Antonio Tettamanti (Gorla Services SA), Vice Presidente e Responsabile della formazione; Pierfranco Gabella (Vebego Services SA), che è incaricato del Segretariato, del CCL e dei progetti sulla qualità e Raffaella Mottini Soldati (ISS SA), Responsabile per il settore della pubblicità e del marketing”.
In questi anni sono molti i progetti che avete portato a termine con successo, raggiungendo ottimi risultati e certificando sempre maggiormente il settore delle pulizie. Vi siete concentrati nel dettaglio su ogni piano di lavoro specifico e negli anni le soddisfazioni non sono mancate. Vogliamo cominciare a parlare della formazione? Un caposaldo per la vostra associazione, su cui avete investito molto…
co splendore. Per questo, subito dopo la fondazione dell’Associazione, dal 1998, collaboriamo attivamente nella formazione per corsi di apprendistato e di riqualifica professionale per pulitore/ pulitrice di edifici. L’apprendistato dura 3 anni, nel giugno 2002 abbiamo riscontrato i primi risultati, con l’organizzazione dei primi esami federali in Ticino e la consegna dei relativi attestati federali di capacità. In questi anni (2009/2010) abbiamo partecipato alla revisione dell’Ordinanza Federale sulla Formazione Professionale, che introdurrà dal 1° settembre dell’anno venturo anche un apprendistato della durata di 2 anni. Quest’anno ci siamo adoperati per l’aggiornamento ai periti d’esame, fornendo loro anche delle schede di valutazione (agli esami finali) più complete e più «severe» perché siamo convinti che anche la nostra professione non è più per tutti … Per quanto attiene invece la formazione continua, dal 2000 organizziamo dei corsi interni di formazione, specifici di settore, destinati sia agli operatori sia ai quadri e/o dirigenti sul management delle pulizie. Attualmente stiamo lavorando per portare avanti lo step successivo all’attestato federale di capacità, ossia la formazione per l’ottenimento del
“La formazione è sempre stata una prerogativa per il nostro settore. Abbiamo lottato e ci siamo impegnati per certificare e qualificare la formazione di una professione che non gode, purtroppo, di un’immagine così idilliaca, ma che se ben eseguita da anch’essa delle buone soddisfazioni. C’è pure un mito negativo da sfatare: le persone che lavorano per le nostre aziende non si occupano esclusivamente di quello che nessuno vuole fare. Non si tratta solo di un lavoro «sporco» e degradante. Spesso opera su superfici composte di materiali particolari e costosi, per i quali è richiesta un’approfondita conoscenza. Sia del materiale stesso che si va a trattare, sia delle tecniche di pulitura. Oppure si devono pulire grandi stabilimenti o opere pubbliche dal lato esterno con piattaforme, ponteggi o attrezzature costose e molto specifiche. In questo caso è necessaria la conoscenza del mezzo, delle normative di sicurezza, oltre che dei prodotti adatti per recuperare una superficie e farla tornare all’anti-
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
diploma di specialista delle pulizie; formazione già esistente nel resto della Svizzera, che per poca motivazione e costi elevati in Ticino non è mai stata introdotta”.
Su cosa ci si concentra nella formazione?
“Durante l’apprendistato o la riqualifica si gettano le basi per la professione che andrà eseguita. I corsi ed i temi trattati approfondiscono argomenti quali: conoscere i sistemi di pulizia e manutenzione; applicare i metodi di lavoro; trattare le varie superfici utilizzate nell’edilizia; distinguere i tipi di sporco; descrivere genere e natura di parti di edifici e materiali; scegliere e utilizzare sotto sorveglianza scale, ponteggi o mezzi di sollevamento in generale; applicare correttamente disposizioni per prevenire infortuni ed incidenti; pianificare il personale ausiliario; conoscere i metodi e le tecniche per la lotta anti parassitaria e la disinfestazione; ecc.. Si nota da questa breve e non esaustiva lista quanti sono gli aspetti del nostro lavoro”.
Successivamente al capitolo formazione, sulla quale la concentrazione dell’AIPCT è sempre vigile e costante, l’attività dell’Associazione si è spostata sulla creazione di un label di qualità. È corretto?
“Esatto. Il label di qualità è stato studiato e introdotto tra il 2004 e il 2005. Ha lo scopo di creare un modello organizzativo e normativo di base che permetta a tutte le aziende del settore di dotarsi di uno standard qualitativo di settore. Il Label è condiviso e riconosciuto, alfine di incrementare la qualità nei servizi erogati. Offre inoltre formazione di ottimo livello (dagli operai ai quadri), migliora l’identificazione del personale nelle aziende e migliora l’immagine delle nostre imprese presso i clienti”.
A chi viene rilasciato il certificato qualità dell'Associazione?
“A tutte quelle aziende, che dopo aver presentato il modulo di autocertificazione raggiungono un punteggio minimo. Esse devono poi accettare una verifica da parte di un incaricato AIPCT, persona neutra senza interessi nel nostro settore. Il label di qualità è riconosciuto anche per le aziende che operano nel settore delle pulizie ma non sono associate all’AIPCT. Al momento le aziende tra i nostri affiliati che possono fregiarsi di questo label sono 7”.
Nel 2006 cominciano i lavori per l’elaborazione di un CCL di settore, finalizzati con la firma dello stesso con OCST e SIC, come partner sociali, nel dicembre 2007. CCL che è entrato in vigore nell’aprile del 2008. Come si presenta la situazione oggi?
“Da aprile 2008 a oggi sono 28 le aziende che hanno firmato a titolo volontario il contratto collettivo. Preciso: non ha un
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carattere di obbligatorietà! Gli enti pubblici e le grandi aziende del Ticino daranno di preferenza l'appalto alle imprese di pulizia che hanno sottoscritto il CCL. Il documento, già adottato dalle principali ditte del settore che operano nel Cantone, ha come obiettivi di contrastare il lavoro nero, il dumping salariale, la deregolamentazione selvaggia e pone tutte quelle regole minime a garantire un contratto di lavoro rispettoso dei lavoratori ma anche dei datori di lavoro. Al momento stiamo lavorando per l’introduzione del carattere di obbligatorietà generale e siamo a buon punto, almeno per le aziende con più di sei dipendenti. Ci muoviamo costantemente per promuovere questo strumento e reclutare nuovi firmatari, anche facendolo conoscere maggiormente ad enti, istituzioni ed al Cantone”.
La sicurezza infine, gioca un ruolo fondamentale nelle vostre attività quotidiane.
“Sì, assolutamente. Avendo a che fare ogni giorno con prodotti chimici da maneggiare con attenzione, o dovendoci muovere con attrezzature quali piattaforme aerea, ponti mobili, come pure la gestione corretta dei rifiuti, la sicurezza è la nostra prerogativa principale. Per questo operiamo in due direzioni: con la formazione innanzitutto e con la creazione del concetto di sicurezza (riconosciuto dalla SUVA e dai partner sindacali), quasi fosse un codice deontologico, che forniamo, attraverso un corso specifico, alle aziende interessate. Le ditte interessate «acquistano» così uno strumento già concepito per il nostro settore e dopo un solo giorno di formazione sono in grado di applicarlo in azienda. L’addetto della sicurezza preposto è inoltre invitato una volta all’anno ad una giornata di formazione specifica e riceve regolarmente gli aggiornamenti”.
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La tua società sportiva ha bisogno di volontari? I suggerimenti ed i consigli degli esperti del settore per reperire e gestire le risorse umane
I diplomati dell’edizione 2010 con l'On. Gabriele Gendotti e Bixio Caprara Si è svolta martedì 26 ottobre presso il Centro sportivo la Torretta di Gioventù e Sport a Bellinzona la conferenza dal titolo “La tua società sportiva ha bisogno di volontari? I consigli ed i suggerimenti degli esperti del settore per reperire e gestire le risorse umane”. La serata, moderata dal giornalista sportivo RSI Giancarlo Dionisio e con ospite l’On. Gabriele Gendotti, ha avuto quali relatori Andreana Bernasconi Lolli (Consulente in gestione risorse umane), Mimi Lepori Bonetti (Presidente FOSIT - Federazione delle ONG della Svizzera Italiana) e Matteo Quadranti (Presidente ACTG Associazione Cantonale Ticinese di Ginnastica). La conferenza ha affrontato il tema del volontariato facendo emergere l’importanza di garantire una formazione continua al volontario che oggi mette a disposizione della società sportiva non solo il suo tempo ma anche competenze specifiche. Impegnarsi nella formazione delle risorse umane per accrescere queste qualità è indispensabile per l’associazione sportiva il cui successo dipende strettamente dalla qualità delle persone che in essa vi operano. Poter contare su un team altamente preparato garantisce il perseguimento degli obiettivi e rappresenta il vero vantaggio competitivo dell’associazione che, a lungo andare, diventa più attrattiva rispetto alla concorrenza. Inoltre non bisogna dimenticare che il volontario riconosce l’impegno che la società si assume nei suoi confronti e questo comporta una maggiore identificazione con l’associazione ed un aumento della motivazione che si traduce in un impegno continuativo. Le relazioni hanno inoltre offerto interessanti spunti di riflessione sulla “professione” del volontariato inteso come un’opportunità per mettersi alla prova in una realtà simile a quella aziendale, accrescere le proprie competenze, per esempio gestionali, e poterle poi impiegare all’interno della propria professione. Ripercorrendo brevemente la serata, l’On. Gendotti ha aperto la conferenza sottolineando la rilevanza del volontariato ed evidenziando i fattori chiave per sostenerlo: il coinvolgimento dei collaboratori, la condivisione della missione della società e l’entusiasmo sono gli elementi fondamentali per perseguire un obiettivo condiviso. La prima relazione è stata quella di Andreana Bernasconi Lolli che si è concentrata sulla gestione delle risorse umane in un’azienda e sul ruolo della remunerazione economica per motivare il personale. A questo proposito, il pacchetto retributivo è un fattore determinante che incrementa il grado di attrattività dell’organizzazione nella fase di reclutamento e selezione. Inoltre è fondamentale per trattenere le risorse, garantire l’equità interna e la competitività esterna ed incentivare il raggiungimento di target predefiniti. Successivamente è stata la volta di Mimi Lepori Bonetti che si è focalizzata sull’organizzazione no profit, indagando quegli aspetti che consentono di reperire e mantenere i volontari nel tempo. Tra gli elementi citati vi sono: la formazione per accrescere le competenze del volontario e favorire l’identificazione con la società, la sostenibilità del volontariato che si ottiene
I relatori intervenuti: G. Dionisio, A. Bernasconi Lolli, M. Lepori Bonetti e M. Quadranti
attraverso una chiara definizione dei ruoli per esercitare al meglio le proprie competenze e la motivazione intesa come la molla cruciale per generare la fedeltà del volontario verso l’associazione. Infine Matteo Quadranti che, attraverso il caso dell’ACTG (Associazione Cantonale Ticinese di Ginnastica), ha fatto emergere le azioni ritenute efficaci nel contesto specifico dell’associazione sportiva per attrarre i volontari ed assicurarsi la loro collaborazione nel tempo. L’intervento ha permesso di evidenziare la necessità di una pianificazione puntuale delle risorse umane come compito primario della direzione di una società sportiva. Al termine della conferenza, sono stati consegnati i diplomi e gli attestati del corso di “Management di organizzazioni sportive – livello base”, patrocinato dal DECS e da Swiss Olympic, che SRI Group SA organizza ogni anno. Il corso si rivolge a tutti coloro che operano o intendono operare a livello dirigenziale in aziende, associazioni, organizzazioni non profit di tipo sportivo ed ha l’obiettivo di incrementare la qualità gestionale all’interno di queste. L’edizione 2011 del corso si terrà anche quest’anno al Centro Sportivo la Torretta di Gioventù e Sport a Bellinzona. Le iscrizioni al corso 2011 sono già aperte (i posti a disposizione sono limitati). Per informazioni o per iscriversi contattare direttamente SRI Group SA al numero +41 91 695 38 80 o all’indirizzo e-mail ask@srigroup.ch.
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
LRC Holding: il vostro partner per l’area del Medio Oriente, Emirati Arabi e Iran L’azienda con sede a Paradiso opera da anni con i Paesi mediorientali quale ponte cultural-aziendale per imprese che vogliono penetrare nuovi mercati con successo
LRC Holding SA è un’azienda internazionale che ha la propria base in Ticino sul lago Ceresio. L’azienda, fondata nel 1989 da Hrair Khachatourian, opera nel settore del trading e della consulenza. Sono molte le imprese e le ditte che sono riuscite, grazie all’intermediazione ed alla consulenza di LRC Holding ad approdare sui mercati dell’area mediorientale, in Iran o nei Paesi degli Emirati Arabi. Aree ancora “sconosciute” per intraprendere affari con Paesi così lontani, soprattutto alla fine degli anni ‘80. Hrair Khachatourian, fondatore della LRC Holding, è stato un precursore di idee di business nuove ed all’avanguardia, e ha saputo consigliare, accompagnare e sostenere gli imprenditori che trovando brillante l’idea di un business in nuove zone che non fossero quelle “scontate” della vecchia Europa o l’America, ambiscono a portare un marchio nell’area interessata. Imprenditori che si sono affidati alla società di Paradiso e che hanno avuto successo. Marche e brand conosciuti a livello locale che ora sono affermati a livello mondiale. Non solo, ma la LRC Holding è diventata, per alcune società occidentali, un rappresentante esclusivo nei Paesi mediorientali. Un esempio? Benetton Group SPA, nota catena di abbigliamento ed accessori italiana ha aperto in Iran 14 punti vendita. Anche Illy Café è rappresentato in esclusiva da LRC Holding insieme ad altre aziende industriali di diversi settori. Nessuna barriera e nessun vincolo alle opportunità che si presentano. Con questo spirito la società ha saputo costruirsi un’identità che l’ha portata a lavorare con diverse imprese e trattare materiali e merci diverse, nei più disparati ambiti commerciali: import-export di materie prime, PVC, materiali plastici, metalli, pezzi di ricambio, macchinari, ma anche abbigliamento, commercio, alimentari, ecc.. Una società di consulenza che si pone quale ponte commerciale tra due (o più) mondi diversi, capace di portare realtà e visioni lontane più vicine a noi, interagendo con Paesi culturalmente diversi con un’approfondita conoscenza delle usanze, delle tradizioni, della cultura e della lingua. LRC Holding possiede gli strumenti necessari per facilitare il lavoro di un’impresa che desidera penetrare ed
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entrare in contatto con la realtà di un Paese mediorientale. Nello specifico, la società accompagna l’imprenditore durante tutte le fasi di apertura e tappe successive della nuova attività quali: formazione e registrazione della società, domiciliazione della società, acquisizione di licenze, traduzioni, implementazione dello staff tecnico/amministrativo, ricerche di mercato, sviluppo del business,
ecc.. Insomma un partner qualificato che vi guiderà e sosterrà per tutte le pratiche burocratiche ed amministrative in un Paese straniero con specificità peculiari diverse da quelle che conosciamo in Svizzera Oggi nella società lavora anche la figlia del Signor Khachatourian, Carina, che affianca il padre nella gestione dell’azienda. Attualmente le attività si concentrano soprattutto nei comparti industriali e marittimi con generatori, sistemi di purificazione di acque, equipaggiamenti marittimi, ecc. ma anche nella commercializzazione di prodotti e tecnologie innovative (si veda l’articolo su Ticino Business di ottobre 2010, alle pagine 58-59) per il mondo industriale e aziendale ticinese. Affidarsi a LRC Holding SA per ampliare il proprio business e lavorare con un Paese dell’area mediorientale o del Golfo Persico significa mettersi in buone mani. Per maggiori informazioni, vogliate contattare: LRC HOLDING SA Via San Salvatore 4 6900 Lugano Paradiso Tel. +41 91 980 97 30 Fax +41 91 980 97 32 info@lrcholding.com www.lrcholding.com
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
Una life coach al vostro servizio Annamaria Dadò, coach e formatrice d’adulti propone formazione personale e corsi basati sull’apprendimento esperienziale e sul bilancio delle competenze
Annamaria Dadò
Un allenatore al vostro fianco. Una persona fidata alla quale confidare i vostri dubbi e le vostre paure, ma che vi sosterrà e vi aiuterà in un percorso personale di evoluzione. Ma non solo, un coach che propone corsi di bilancio di competenze che è utile in diversi momenti della vita sia professionale che privata, per trarre un sunto della propria vita, della quotidianità, di cosa si è fatto, che si vuole e fare e si farà. Annamaria Dadò, classe ‘69, risiede a Minusio e lavora come coach e formatrice d’adulti indipendente dall’inizio del 2004. Dopo aver conseguito una Licenza in Lavoro Sociale all’Università di Friborgo, si è specializzata nell’approccio sistemico, seguendo una formazione all’intervento sistemico presso il Cerfasy (“Centre de recherches familiales et systémiques”) a Neuchâtel. A questo corso sono seguite diverse specializzazioni in Svizzera Romanda (2001: corso di “bilancio portfolio delle competenze”, con nuovo orientamento professionale nel settore della formazione degli adulti; 2004: attestato Federale di Formatrice d’Adulti e sempre nel 2004 ottiene presso la scuola ATC di Losanna l’attestazione di “MaîtrePraticienne ATC Coaching”; 2007: ottiene il titolo di “Accompagnatrice di bilanci portfolio delle competenze” con il metodo EFFE - Espace de Formations, Formation d’Espaces a Bienne). Persona sempre desiderosa di conoscere e di apprendere si specializza ulteriormente tra il 2008 e il 2010 con nuove tecniche a supporto della sua attività di coach e formatrice (Theta Healing, Tecnica dello Scavo). Sempre nel 2010 ha ottenuto un “CAS nella consulenza e accompagnamento per il riconoscimento e la validazione degli apprendimenti esperienziali” presso lo IUFFP di Lugano.
Il life coaching
Il “coaching di vita” o “coaching di evoluzione personale” deve il suo nome al fatto che considera il cliente nella sua globalità, permettendogli di trattare sia questioni private che professionali. Spesso aiuta a conciliare queste realtà che si incontrano o scontrano nella vita quotidiana. È in pratica l’accompagnamento, da parte di un professionista, di un processo orientato verso gli obiettivi di uno o più clienti. Si tratta di un dialogo tra il coach e il cliente, dove il coach ascolta e aiuta il cliente a capire meglio sé stesso e ritrovarsi.
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In questo senso, il “life coaching” può essere particolarmente prezioso: • durante passaggi di vita più o meno difficili (transizioni), • quando bisogna prendere decisioni importanti, • quando si sente il bisogno di essere sostenuti per definire o realizzare progetti di vita, • quando si sente il desiderio di cambiare qualcosa nella propria vita, ma non si sa bene da che parte cominciare, • quando si sente il bisogno di far chiarezza sulle proprie priorità. Esiste anche il coaching specifico per la vita professionale, che Annamaria Dadò offre tra le sue proposte formative: questo tipo può prendere varie forme, in funzione dei bisogni e degli obiettivi del cliente. Ecco alcuni esempi: • coaching di transizione di carriera: punto della situazione, bilancio professionale, chiarificazione degli obiettivi per una mobilità o un riorientamento professionale adeguati, • coaching in caso di licenziamento, • aiuto alla presa di decisioni, alla presa di posizione, empowerment,
• accompagnamento in casi di mobbing, • aiuto alla prevenzione di conflitti e all’affermazione di sé.
Il bilancio delle competenze
È un corso che Annamaria Dadò offre sia come attività singola, come pure in gruppo. Il corso ha l’obiettivo di dare la possibilità ad una persona di identificare ed analizzare le proprie competenze professionali e personali. Tra le sue specificità troviamo la valorizzazione delle storie di vita dei partecipanti, attraverso l’approccio biografico, e la valorizzazione dell’esperienza come mezzo di apprendimento, attraverso la sua elaborazione. In questi corsi vengono dunque considerati non solo gli apprendimenti scolastici e professionali, ma anche tutto quanto si è acquisito nei diversi ambiti della vita (famigliare, associativa, politica, culturale, sportiva, …). Questo tipo di formazione è utile per: • meglio conoscersi sul piano personale e professionale, • fare il punto in un momento di transizione della propria vita, • riorientarsi verso nuove sfide professionali, personali o formative, • definire un progetto, realizzando un piano d’azione realistico.
L’Enneagramma
Un altro tipo di corso offerto dalla Signora Dadò è quello dedicato all’Enneagramma ed alla scoperta della personalità (profili psicologici) che vi si racchiudono. Annamaria Dadò è l’unica coach in Ticino specializzata nell’Enneagramma, un modello di comprensione dell’essere umano. È un metodo antico che permette di riconoscere 9 profili psicologici, ognuno dei quali è caratterizzato da: un tipo di intelligenza,una risorsa, una paura, un tipo di reazione (o passione), un tipo di personalità. L’Enneagramma, parola che significa “figura a 9 lati”, è conosciuto come una rappresentazione grafica: un cer-
chio con 9 punti equidistanti sulla circonferenza, legati tra di loro da frecce. Questo simbolo, antico più di 2000 anni, è un’antica scienza umana e corrisponde al nono sigillo di Pitagora. A quell’epoca psicologia, matematica, religione e filosofia non erano separate in discipline distinte, come lo sono attualmente.
Un esempio pratico di Enneagramma Vi proponiamo l’esempio di una paura che può rendere problematica un’attività professionale. Una persona “timida” abituata da anni a lavorare nel “back office” riceve un nuovo incarico professionale che la vede attiva nel “front office”, nella comunicazione diretta con i clienti. La persona si agita, si sente a disagio nello svolgimento di questa nuova mansione. Non osa rifiutare l’incarico per paura di perdere il posto di lavoro ma non sa come affrontare questa sfida inaspettata: ha paura di balbettare, di non trovare le risposte adeguate soprattutto nei momenti di punta, di non essere abbastanza veloce, ecc.. Un suo comportamento compulsivo potrebbe spingerla a rifiutare questo incarico creandole problemi con i superiori, oppure a diventare scortese con i clienti. La trasformazione verso un comportamento evolutivo consiste nel trovare il modo e le risorse per affrontare questa nuova attività in modo più sereno (riconoscere le paure profonde, trovare nuove strategie per affrontarle, vedere quali possono essere i vantaggi legati alla nuova situazione). NEW!
Il coaching finanziario
Non si tratta di insegnare le tecniche base per giocare in borsa né sono consigli su quali operazione compiere per aumentare i propri capitali monetari. No assolutamente. È un lavoro mentale, per trasformare le proprie strutture di pensiero e aprirsi verso nuovi orizzonti. Si tratta di un tipo di coaching che lavora sulla persona, andando a esercitare il potenziamento dell'intelligenza finanziaria, usando e sviluppando le capacità del cliente che si è rivolto al coach per raggiungere i suoi obiettivi. Una gestione ottimale del flusso di pensieri, un miglior controllo dei propositi, l’allenamento dei pensieri e delle capacità decisionali, dell’assunzione del rischio: ecco alcuni dei punti sui quali ci si allena. Un miglioramento dunque, delle proprie risorse per raggiungere obiettivi personali ed economici. Incuriositi? Interessati? La Signora Dadò riceve solo su appuntamento. Per maggiori informazioni vogliate contattare: Annamaria Dadò Via San Gottardo 106 6648 Minusio Tel. +41 79 780 55 58 annamariadado@bluewin.ch
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Vita dei Soci
La motivazione dei collaboratori dipende dai capi Come i leader delle migliori aziende creano le condizioni per elevati livelli di motivazione da parte dei loro collaboratori
Le ricerche condotte da Great Place To Work per più di vent’anni mostrano che alla base di un eccellente ambiente di lavoro vi è un rapporto di fiducia reciproco tra capi e collaboratori. L’esperienza di fiducia fa sentire l’individuo più impegnato verso il lavoro: egli vede la propria attività personale come qualcosa di speciale, ha la sensazione che il proprio lavoro abbia un impatto decisivo sulla prestazione aziendale ed è disponibile a impegnarsi a fondo per raggiungere gli obiettivi organizzativi. I manager dei migliori ambienti di lavoro coltivano nei loro collaboratori questo atteggiamento nei confronti del lavoro. Lo fanno fornendo risposte a due bisogni fondamentali della persona nel lavoro: il primo è il desiderio di conseguire obiettivi e creare realizzazioni e il secondo è il desiderio di crescere professionalmente. In questo articolo desidero presentare alcune tendenze nelle pratiche di gestione, attraverso le quali i leader dei migliori ambienti di lavoro forniscono risposte alle esigenze dei dipendenti in queste due aree. Le pratiche, attraverso le quali i capi dei migliori ambienti di lavoro cercano di rispondere al bisogno di realizzazione, mirano a coinvolgere le persone nelle decisioni e a far sentire loro una particolare importanza nel lavoro che svolgono. Le migliori aziende creano specifici contesti in cui le persone possono avere voce in capitolo nelle scelte organizzative. Un esempio è rappresentato da Pini & Associati, uno studio di ingegneria del Ticino, che conta più di 50 dipendenti ed è impegnato in alcune delle maggiori opere di ingegneria civile del Paese, quali l’Alp Transit. In questa società i capi azienda sono costantemente in contatto con tutti i dipendenti, attraverso la presenza giornaliera nei cantieri. Hanno inoltre attivato un processo di ascolto sistematico, che consiste in riunioni settimanali con i collaboratori, dedicate a ricevere input dalla base dell’organizzazione. Un ulteriore interessante esempio proviene da Janssen and Cilag Svizzera. L’azienda farmaceutica vuole che i propri dipendenti siano coinvolti attivamente nel processo d’innovazione e miglioramento continuo. Le persone sono incoraggiate a non dare mai per scontato lo stato attuale delle cose, ma a metterlo in discussione tutte le volte che ritengono che qualcosa possa essere fatto meglio. A tale scopo è stato costituito un gruppo di lavoro permanente che ha la responsabilità di raccogliere idee
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Great Place To Work Institute è una società di ricerca e consulenza che conduce indagini sulla qualità dell’ambiente organizzativo in Svizzera e in più di 40 Paesi nel mondo. L’Istituto pubblica tutti gli anni la classifica delle migliori aziende per cui lavorare in Svizzera. L’elenco di organizzazioni, risultato di questa ricerca, si basa sul punto di vista delle persone che vi lavorano: la valutazione delle aziende si basa su un’indagine di clima organizzativo distribuito ai loro dipendenti. Le persone riempiono un questionario sul rapporto tra capi e collaboratori, sul proprio lavoro e sulle relazioni con i colleghi. La ricerca è completata da un’analisi delle pratiche di leadership e di gestione delle persone. Lo studio fornisce un ulteriore approfondimento su ciò che determina un eccellente ambiente di lavoro. www.greatplacetowork.ch. e suggerimenti dai colleghi. Le proposte delle persone sono sottoposte al comitato di direzione che le esamina attraverso criteri di giudizio trasparenti e decide quali attuare. Alcune organizzazioni, che rappresentano la frontiera avanzato in tema di cultura aziendale, coinvolgono i dipendenti nella definizione di principi e valori. Una di queste è Hugo Boss Ticino, che ha la responsabilità dell’ingegnerizzazione dei prodotti per tutto il gruppo. Il management aziendale dopo aver identificato i valori cardine su cui modellare il futuro dell’organizzazione, ha coinvolto i dipendenti in un esteso lavoro di elaborazione dei valori stessi. Sono stati istituiti una serie di laboratori ciascuno focalizzato su un determinato valore, che, applicando le tecniche creative e comunicative proprie della cultura aziendale, hanno sviluppato e applicato alla realtà organizzativa i concetti generali dei valori. L’esperienza di Hugo Boss Ticino vede le persone attivamente coinvolte nella definizione di un elemento importante della strategia dell’azienda, i suoi valori: questo tipo di responsabilizzazione fornisce una risposta al bisogno di realizzazione. La responsabilizzazione dell’individuo sul proprio lavoro accresce, dunque, il suo senso di realizzazione. Questo
sentimento può essere ulteriormente incrementato dalla convinzione della persona di essere impegnata nella creazione di qualcosa, servizio o prodotto, di particolare rilievo per suoi destinatari: i leader delle migliori aziende focalizzano i loro sforzi nel trasmettere questa idea ai propri dipendenti. Un esempio di come si possa ispirare i dipendenti attraverso la “mission” aziendale proviene da Medtronic. L’azienda è specializzata nella realizzazione di dispositivi impiantabili nel corpo umano per la cura di gravi malattie o disfunzioni, come pacemaker e defibrillatori. Fin dalla sua fondazione, lo scopo della società è quello di migliorare la qualità della vita dei malati. L’azienda organizza tutti gli anni l’“Evento del paziente”, una conferenza, alla quale sono invitati i pazienti con i loro medici per condividere con i dipendenti l’impatto che le terapie hanno sulla vita degli interessati. L’incontro costituisce un’esperienza di lavoro estremamente emozionante per i dipendenti, che hanno la possibilità di toccare con mano il risultato del proprio impegno. Il caso di Medtronic illustra il modo in cui i dipendenti sono sensibilizzati sui valori che stanno dietro i prodotti dell’azienda. Lo scopo di questo tipo di attività di “ispirazione” è quello di far vivere ai collaboratori i valori aziendali nella loro attività di lavoro quotidiana. Questo assicura che quei principi siano continuamente trasferiti nei prodotti e nei servizi che l’azienda fornisce. I tecnici di Medtronic dimostrano la compartecipazione nei valori aziendali dimostrandosi sempre disponibili a offrire il loro aiuto ai medici anche al di fuori del normale orario di lavoro. Visto dal punto di vista del dipendente questo tipo di “ispirazione” rappresenta una risposta al suo bisogno di realizzazione: la percezione dell’importanza del suo contributo lo aiuta a porsi obiettivi più sfidanti e stimola la sua creatività. La crescita professionale è il secondo fondamentale fattore della motivazione dell’individuo nel lavoro. Le persone sentono il bisogno di accrescere le proprie capacità professionali per essere in grado di porsi obiettivi più elevati e ottenere risultati sempre più importanti. Questo aspetto è molto ben compreso in Novonordisk, il cui management è convinto che l’individuo abbia un ruolo centrale nello sforzo dell’organizzazione di innovare e migliorare continuamente prodotti e performance. La leadership aziendale è anche convinta che la strada del miglioramento cointinuo passi attraverso la crescita professionale del dipendente. L’azienda conferisce alle sue persone la piena responsabilità del proprio sviluppo professionale: il processo di crescita individuale è pianificato con cura e inizia da un attento esame delle aspirazioni dell’individuo. Microsoft aiuta i propri dipendenti a programmare la loro crescita professionale attraverso una piattaforma online che abbraccia tutte le famiglie professionali presenti in azienda. Lo strumento aiuta i dipendenti nella valutazione delle proprie capacità, offre indicazioni sulle
Lista dei migliori posti di lavoro in Svizzera (Swiss Best Workplaces) 2010 Posizione
Nome azienda
1 NetApp Switzerland GmbH 2 Cisco Systems (Switzerland) GmbH 3 Hilti AG 4 Novozymes A/S 5 Microsoft Schweiz GmbH 6 Novo Nordisk 7 Federal Express Europe Inc. 8 Abbott 9 Biogen Idec International 10 Philips AG Schweiz 11 Medronic (Schweiz) AG 12 Janssen-Cilag AG, Baar 13 Mars Schweiz AG 14 McDonald's 15 Phoenix Contact AG
competenze richieste dalle diverse posizioni e fornisce linee guida per lo sviluppo professionale. L’orientamento nella carriera è supportato anche da un programma di tutoring: il dipendente può ottenere consigli da un tutor, normalmente un manager, per programmare la propria carriera all’interno dell’organizzazione. Gli esempi che abbiamo qui presentato mostrano come il management delle aziende caratterizzate da un eccellente ambiente lavorativo si impegni in diversi modi nell’alimentare la motivazione delle persone nel lavoro. I capi perseguono questo scopo dando una risposta alle principali aspirazioni dell'individuo nella vita professionale: realizzare risultati e sviluppare le proprie capacità. I leader responsabilizzano le persone sulle decisioni connesse al proprio lavoro, dando in questo modo un senso di controllo sul risultato della loro attività. Essi inoltre mettono in luce l’impatto del lavoro sui clienti e sulla comunità e in questo modo alimentano ulteriormente la spinta alla realizzazione. Infine i manager si impegnano nel creare un ambiente i cui le persone possono evolvere professionalmente e acquisire quella padronanza che consente loro il conseguimento degli obiettivi del proprio lavoro. Per maggiori informazioni: Great Place To Work® Institute Switzerland Seestrasse 123 8002 Zurigo Tel. +41 43 817 65 67 Fax +41 43 817 65 69 www.greatplacetowork.ch
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Vita dei Soci di Lisa Pantini
Welcome to Switzerland! Nationale Suisse, l’assicurazione svizzera fondata a Basilea nel 1883, leader di mercato in Svizzera, ha presentato un innovativo pacchetto assicurativo destinato agli stranieri: gli immigranti. Sono le persone che si trasferiscono in Svizzera per lavoro, che supportano la nostra economia e portano un’integrazione di saperi. Un’interessante offerta sia per i singoli che si spostano che per i datori di lavoro che vogliono contribuire al trasferimento immediato, semplice e privo di intoppi del loro nuovo collaboratore. Abbiamo incontrato Stefano Schnell, Responsabile Vendita dell’Agenzia generale per il Ticino, che ci ha illustrato il prodotto “Welcome Package”
Stefano Schnell
I dati statistici non mentono: sono sempre di più le persone che si spostano e soggiornano o si trasferiscono in Svizzera per lavoro, anche con famiglia al seguito. Secondo l’Ustat, l’Ufficio di statistica del Canton Ticino che si è espresso sulla popolazione residente in modo permanente nel 2009, il saldo naturale e migratorio è più contenuto rispetto al 2008, ma si rileva che un quarto della popolazione – in Ticino – è straniera. Sempre l’Ustat rimarca come sono le migrazioni il motore demografico: nel 2009 vi sono stati 8'465 arrivi da fuori Cantone (i dati comprendono sia gli arrivi dal resto della Svizzera, sia gli arrivi dall’estero). L’Ufficio federale della migrazione ha pubblicato invece dei dati riferiti alla Confederazione aggiornati alla fine di agosto 2010, che evidenziano come nel nostro Paese vivano oggi 1'702'446 stranieri. A fronte di questi dati che dimostrano come i flussi migratori non abbiano mai smesso di intensificarsi anche nel nostro Paese, ci si chiede quale sia l’effettiva conoscenza
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del sistema – Paese delle persone che vengono in Svizzera per lavoro e/o per studio e che portano qui la loro residenza. Problematiche che possono sembrare banali, ma che per l’immigrante non sono spesso scontate, soprattutto perché non sempre chi si sposta ha il tempo e sa dove andare a reperire informazioni utili per completare il suo trasferimento. Nationale Suisse è un assicuratore svizzero innovativo operante a livello internazionale, che conta 60 agenzie sparse sul territorio elvetico con circa 1’900 dipendenti; che ha lanciato sul mercato un prodotto attrattivo specifico per gli immigranti: il “Welcome Package”. Questo prodotto è utile a coloro che intendono stabilirsi in Svizzera, ma non solo. È anche un prezioso alleato per i datori di lavoro che vogliono offrire un aiuto ai propri nuovi collaboratori che arrivano dall’estero e che non sanno come affrontare tutte le questioni inerenti il trasloco. Infatti può essere proprio il datore di lavoro a stipulare questa polizza assicurativa di durata limitata per i propri dipendenti, come incentivo al trasferimento. Quali sono le differenze sostanziali fra il Paese d’origine e la Confederazione elvetica? Di cosa occorre tener conto prima, durante e dopo il trasferimento? Quali sono i passi da compiere per notificare l’arrivo in Svizzera? Queste sono solo alcune delle domande e dei dubbi che si pone chi giunge in Svizzera. Nationale Suisse ha formato degli specialisti che si occupano di affiancare gli immigrati e le loro famiglie sulle pratiche burocratiche e le formalità da espletare per l’arrivo nel nostro Paese. Vengono forniti dei consigli pratici sulla preparazione, il trasloco, l’ambientazione, lo stabilirsi e il vivere qui; questo grazie alla professionalità degli specialisti ed alla loro preziosa consulenza personalizzata e a due strumenti: una semplice e pratica guida edita dall’istituto assicurativo intitolata “Consigli e suggerimenti per gli immigranti” ed al “Welcome Package”, la copertura assicurativa mirata.
Che cos’è e come è strutturato il “Welcome Package” Contenuto
Costo
In questo pacchetto assicurativo della durata di 60 giorni, è compreso tutto il necessario per il trasferimento: - Assicurazione trasporti - Assicurazione di responsabilità civile privata - Assicurazione mobilia domestica - Assicurazione di protezione giuridica per la circolazione - Assicurazione di protezione giuridica privata - Consulenza globale sul posto, in tutta la Svizzera - Nessuna clausola di sotto-assicuazione o vincoli contrattuali alla fine del periodo assicurato limitato di 60 giorni
Il costo del pacchetto assicurativo è di 1 €uro al giorno (per 60 giorni) per le persone singole, e di 1,50 €uro per le famiglie, per un totale di 60 o 90 €uro.
Stipulazione
Quali informazioni servono per stipulare il “Welcome Package”
La stipulazione di questa copertura assicurativa è semplice ed immediata, è possibile sottoscriverla con pochissime informazioni necessarie tramite l’agenzia Nationale Suisse più vicina a voi o attraverso il sito web dell’istituto assicurativo all’indirizzo: www.nationalesuisse.ch/immigranti. Si riceverà poi una conferma automatica via e-mail. Non è necessario che sia la persona che si trasferisce che stipula la polizza, anche le aziende possono sottoscrivere per i loro dipendenti questa copertura, per facilitare il loro cambiamento di residenza.
Quali sono i benefici per un’azienda che assume collaboratori che arrivano dall’estero e propone loro il “Welcome Package”?
Indubbiamente sono molti, e non si fermano ai vantaggi che ha l’azienda stessa, ma si indirizzano pure al collaboratore stesso. L’azienda potrà contare su personale efficiente poiché il dipendente non dovrà sobbarcarsi le formalità amministrative, ma si potrà concentrare sul lavoro a tempo pieno, e l’azienda stessa o il nuovo collaboratore potrà ricevere direttamente dei suggerimenti sulle problematiche inerenti le possibili domande del dipendente. Un affiancamento stabile ed efficace perché va a rispondere ed anticipa le esigenze delle imprese e dei nuovi arrivati in Svizzera. Grazie a questo servizio l’azienda potrà porsi nei confronti del nuovo lavoratore come datore di lavoro molto attrattivo e con una politica del personale innovativa, visto che non si ferma solo alle questioni lavorative, ma oltrepassa le mansioni professionali. Ovviamente questo servizio non prevede vincoli contrattuali. Il lavoratore dal canto suo ha la certezza di essere assicurato per i suoi primi 60 giorni in Svizzera rispetto a qualsiasi evenienza, ad esempio per le questioni inerenti il trasloco dei mobili, la responsabilità civile, la protezio-
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Cognome, nome, data di nascita e nazionalità Indirizzo del Paese di provenienza Indirizzo in Svizzera (facoltativo) Informazioni di contatto (Tel. / E-mail) Data del trasferimento in Svizzera Copertura: persona singola / famiglia
ne giuridica e l’assicurazione L‘offerta speciale economia domestica. immigranti Infine l’immigrante gode delha vinto il la consulenza di un partner Premio che lo affianca e lo consiglia Innovazione e indirizza per qualunque nedell‘Assicurazione cessità o domanda sulla vita Svizzera nel nuovo Paese, come ad esempio per la licenza di condurre, le pratiche relative all’importazione dell’auto e all’immatricolazione del veicolo, proprio perché è sostenuto da specialisti. Interessati? Per maggiori informazioni è possibile contattare: Nationale Suisse Agenzia Generale per il Ticino Signor Stefano Schnell Via Zurigo 22 6904 Lugano Tel. +41 91 973 37 76 Fax +41 91 973 37 90 stefano.schnell@nationalesuisse.ch www.nationalesuisse.ch/immigranti
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Vita dei Soci
Contributo Helsinn per lo IOSI Helsinn continua il suo impegno a contribuire al progresso della ricerca medico scientifico sul territorio ticinese con un sostegno all’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI)
Helsinn, gruppo farmaceutico con sede a Lugano-Pazzallo, un insediamento produttivo a Biasca, e presente con filiali in USA ed Irlanda, leader nella ricerca farmaceutica nella terapia di supporto oncologico, ha annunciato lo scorso novembre che ha offerto all’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI), diretto dal Prof. Dr. Med. Franco Cavalli, un contributo del valore di CHF 50'000. Tale importo coprirà interamente le spese di un soggiorno di studio della durata di 6-8 mesi, per una loro giovane ricercatrice, presso il centro specialistico, The Gastrointestinal Unit in the “Medical Oncology research Program”, Val d’Hebron Hospital, Barcellona, Spagna. Il contributo all’IOSI contribuisce a sostenere la specializzazione della ricercatrice nel settore dello sviluppo di nuovi farmaci, in particolare nell’ambito dei tumori gastrointestinali. Helsinn, come già fatto in passato, continua il suo impegno a contribuire al progresso della ricerca medico-scientifica sul territorio ticinese al fine di stringere una rete di rapporti di alto livello scientifico per il bene ultimo del paziente.
L’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI)
Lo IOSI è stato ufficialmente creato nel 1999, con l’intento di raggruppare in un’unica struttura tutte le attività che all’interno dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), si occupano della ricerca e della diagnosi e terapia nell’ambito delle malattie tumorali. Lo IOSI raggruppa 6 unità: Oncologia Medica, Radio-Oncologia, Medicina Nucleare, incluso il centro Cantonale PET-CT, Ematologia, Cure Palliative e Ricerca, che include sia la ricerca clinica che quella di laboratorio. Lo IOSI garantisce a tutti i suoi pazienti un approccio olistico e la possibilità di fruire dei più recenti progressi della ricerca oncologica. Grazie a questo, lo IOSI è diventato ormai un centro di riferimento ben al di là dei confini nazionali.
Il Gruppo Helsinn
Helsinn è un gruppo farmaceutico privato con sede a Lugano, Svizzera, e filiali in USA ed in Irlanda. Dispone di un modello di business unico, incentrato sul licensing di
prodotti farmaceutici e dispositivi medici in settori terapeutici di nicchia. Il gruppo acquisisce – tramite “licensingin” – nuove entità chimiche in fase preliminare-avanzata di sviluppo, ne completa questa fase con studi preclinici, clinici e test di preformulazione, progettazione e messa a punto delle formulazioni (CMC, Chemistry, Manufacturing & Control), e li porta alla registrazione presso le Autorità regolatorie nelle diverse parti del mondo. I prodotti Helsinn sono venduti direttamente, attraverso le filiali del gruppo, o concessi in licenza (licensing-out) e distribuiti tramite una rete di partner commerciali e di marketing, selezionati per la loro conoscenza del mercato e know-how, e assistiti e supportati con un’ampia gamma di prodotti e servizi, che includono assistenza commerciale, regolatoria, finanziaria, legale e medico-scientifica. I principi attivi farmaceutici e le forme farmaceutiche finite sono prodotti negli stabilimenti in Svizzera e Irlanda, che operano secondo gli standard internazionali di qualità cGMP (current Good Manufacturing Practice), e distribuiti in tutto il mondo. Helsinn è licenziatario mondiale per palonosetron, un antagonista del recettore 5-HT3 di seconda generazione, per la prevenzione della nausea e del vomito indotto da chemioterapia (CINV) nei pazienti oncologici e della nausea e del vomito postoperatorio (PONV), e della nimesulide originale, un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), distribuito in oltre 50 Paesi di tutto il mondo. Helsinn, con un organico di 450 dipendenti in Svizzera, Irlanda e USA, ha chiuso il 2009 con un fatturato di oltre 305.0 milioni di Franchi svizzeri (circa EUR 232.0 milioni al corso dei cambi attuale), più del 20% del quale reinvestito in ricerca e sviluppo. I prodotti a base dei principi attivi licenziati da Helsinn sono in vendita in 85 Paesi del mondo. Helsinn Healthcare SA P.O. Box 357 6915 Pambio-Noranco Tel. +41 91 985 21 21 info-hhc@helsinn.com
La redazione di Ticino Business augura Buone Feste a tutti! 52 Ticino Business
Vita dei Soci Comunicato stampa
Il Ticino sbanca al Grand Prix du Vin Suisse 2010 Miglior produttore e miglior vino del concorso Meinrad Perler dell’Agriloro di Arzo con il “Sottobosco”
Il Ticino è stato l’assoluto protagonista, conquistando i riconoscimenti più prestigiosi, al Grand Prix du Vin Suisse 2010, il più importante concorso dedicato ai vini svizzeri, organizzato dalla rivista Vinum e dall’Associazione Vinea di Sierre. I tre migliori vini di ciascuna categoria sono stati premiati la sera del 28 ottobre durante il Grand Gala des Vins Suisses svoltosi a Berna alla presenza di numerose autorità. Il concorso - al quale partecipano vini provenienti da tutte le regioni viti-vinicole della Confederazione - ha l’obiettivo di promuove la qualità dei vini svizzeri e ricompensare così l’impegno dei produttori per i loro sforzi nella direzione della qualità. Il concorso, inoltre, offre ai produttori una piattaforma di comunicazione importante e una grande visibilità tra gli amanti dei vini del nostro Paese. Con 2.715 vini degustati il concorso ha battuto tutti i record con il 30 % in più rispetto alla precedente edizione; 560 produttori di 17 Cantoni hanno inviato campioni, degustati da 150 giudici. Secondo il regolamento internazionale dell’OIV (Organisation internationale de la vigne et du vin) e dell’USOE (Union suisse des oenologues), solo il 30 % dei vini hanno ottenuto una medaglia, 705 d’argento e 176 d’oro. Di tutti questi vini passano alla fase finale i migliori 6 di ogni categoria che si contendono uno dei 33 trofei. Ma ecco i vincitori dei tre premi principali, iniziando dall’unico non ticinese. Il Premio Bio Suisse per il miglior vino ottenuto da una produzione biologica, è infatti andato a Reynald Parmelin di Begnins per il suo Johanniter 2009. Il prestigioso Premio Vinissimo che è attribuito al vino che ottiene il miglior punteggio in assoluto del concorso, è stato vinto da Meinrad Perler dell’azienda Agriloro SA ad Arzo per il suo “Sottobosco Rosso del Ticino 2008”. Meinrad Perler è stato inoltre nominato “Vigneron suisse de l’année” per il miglior risultato d’assieme al Grand Prix du Vin Suisse 2010, precedendo Diego Mathier di Salquenen e Provins Valais di Sion. Sono quattro i criteri presi in considerazione per designare il produttore dell’anno: il numero di vini nominati per la fase finale del concorso, il numero di categorie con vini nominati, il numero di vini vincenti e il miglior rapporto vini iscrittivini nominati. Complimenti dunque all’Azienda Agriloro di Arzo che da più di 15 anni appartiene all’élite del vino ticinese. La maggior parte dei 22 ettari del Tenimento dell’Or e del Tenimento La Prella sono riservati al Merlot, vigneto principe del nostro Cantone, e la vinificazione è affidata agli enologi Sacha Pelossi e Philipp Rüttimann.
Meinrad Perler
Ticino sempre patria del Merlot
Vanno anche sottolineati con orgoglio i trofei vinti dal Ticino nelle singole categorie. In quella riservata ai Merlot primo premio al “San Zeno Costamagna Ticino 2007” della Tamborini Carlo Eredi di Lamone, mentre al secondo posto il “Querceto Barrique 2008” dei Terreni alla Maggia di Ascona; tra i sei vini finalisti (nominati) anche il “Merlot Riserva Tenimento la Prella 2008” dell’Agriloro di Arzo. Un palmares di tutto rispetto che testimonia, anno dopo anno e premio dopo premio, che il nostro Cantone è in assoluto la zona viti-vinicola svizzera vocata per eccellenza al Merlot, e tra le migliori al mondo per la qualità dei vini ottenuti con questo vitigno. Nella categoria Assembleaggi rossi, ancora da ricordare il primo premio al ”Sottobosco Rosso del Ticino 2008”, sempre dell’Agriloro di Arzo. I risultati completi e le medaglie della quinta edizione del Grand Prix du Vin Suisse, compresi quelli ticinesi, sono pubblicati su www. grandprixduvinsuisse.ch e www.vinea.ch, Ticinowine - l’ente di promozione dei vini ticinesi - si complimenta con i vincitori e con tutti gli altri produttori ticinesi che hanno partecipato al concorso, per i risultati di assoluto prestigio. Risultati che dimostrano ancora una volta come i vini del nostro terroir siano sempre ai vertici della produzione svizzera, e che - come per i successi ottenuti negli scorsi anni - premiano l’impegno, i sacrifici e la passione dell’intera filiera enologica. Questi traguardi non devono però indurre ad abbassare la guardia, considerando l’agguerrita concorrenza, in particolare quella romanda.
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Vita dei Soci
CHC business solutions SA basta agli eventi fotocopia www.chc-ti.com
La CHC business solutions SA ha optato per una nuova direzione nelle proprie scelte di comunicazione: “basta agli eventi fotocopia”. All’insegna dell’innovazione quindi, proprio come i loro prodotti che offrono soluzioni personalizzate per la gestione dei documenti. CHC si rivolge principalmente al mercato ticinese, offrendo i propri servizi e prodotti a oltre 800 clienti: dall’amministrazione pubblica, alle diverse scuole (pubbliche e private), senza dimenticare le PMI ticinesi. Proprio a questi clienti il titolare della CHC, Ronny Herber insieme al suo staff, ha spedito un invito per condividere una serata piacevole e “sportiva”, un momento speciale e fuori dagli schemi con un relatore d’eccezione: l’arbitro internazionale FIFA Massimo Busacca. Il tema principe della serata, che si è svolta lo scorso 26 ottobre, è stata la capacità di prendere “una decisione in meno di un secondo”, argomento che ha suscitato la curiosità dei destinatari che hanno aderito numerosi all’invito. Ai quasi 150 partecipanti Massimo ha presentato con professionalità gli aspetti più interessanti di una mestiere difficile e particolare: il coraggio, la determinazione, la gestione della pressione, la capacità decisionale così come l’errore arbitrale e tutte le sue conseguenze.
La platea ha assistito quindi al racconto di una storia di sport, tecnologia e determinazione. Il tutto in uno scenario accattivante ed esclusivo come quello del Garage Winteler di Giubiasco, allestito per l’occasione come un grande campo da calcio seguendo un concept sviluppato dalla consulenza della GSG Event SA. Technical sponsor della serata è stata la ditta Sharp, che ha esposto i nuovi prodotti professionali per la riproduzione, per la stampa a colori e per la gestione dei documenti per l’ufficio, insieme alla presentazione in anteprima di tutta la nuova gamma di televisori Aquos 3D. CHC business solutions SA è agente ufficiale e Premium Partner per la commercializzazione ed assistenza dei prodotti multifunzione Sharp per il Cantone Ticino e Grigioni Italiano; come pure Special Partner per i prodotti Develop. Altri marchi rappresentati per la stampa professionale sono OKI, HP e Canon. Con questo evento la CHC business solutions SA ha anticipato, nell’anno dei mondiali d’Africa, il festeggiamento dei suoi 10 anni di attività e, felice dell’interesse manifestato dagli ospiti, ringrazia tutti i clienti che hanno partecipato alla splendida serata.
Il relatore della serata Massimo Busacca
L’aperitivo offerto ai numerosi ospiti
La platea assiste alla conferenza “sul campo”
La location il Garage Winteler di Giubiasco
Massimo Busacca e Ronny Herber
Lo staff CHC business solutions SA
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Vita dei Soci
CORSI PROPOSTI DALLA FPCE FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA NEL RAMO ELETTRICO
La FPCE promuove, coordina e organizza la formazione professionale continua nel ramo elettrico, proponendo corsi ed esami professionali riconosciuti a livello federale nonché corsi e seminari di aggiornamento. Essa si rivolge ai professionisti attivi sul territorio ai diversi livelli (Operai, Quadri intermedi e Quadri superiori), offrendo percorsi formativi in grado di soddisfare le esigenze di formazione richieste dal mercato del lavoro. Dal 2004 certificati dal Servizio cantonale di certificazione per enti di formazione continua – eduQua.
• CORSI PILASTRO A – Corsi di preparazione agli esami professionali e professionali superiori Data corso: settembre 2011 Corso di 360 lezioni Costi: CHF 3'900 Luogo: FPCE Gordola Minimo 15 partecipanti
ELETTRICISTA CAPO SQUADRA CON DIPLOMA CANTONALE Formazione tecnica e pratica della gestione di un cantiere. Conoscere piani e schemi, offerte e rilievi. Prescrizioni nella pratica. Gestire al meglio il proprio lavoro e il personale affidato. Esami finali con diploma cantonale Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista; titolo equivalente; NUOVO: dimostrare almeno tre anni di pratica nel ramo
Data corso: settembre 2011 Corso di 415 lezioni Costi: da stabilire Luogo: FPCE Gordola Minimo 15 partecipanti
ELETTRICISTA CAPO PROGETTO CON ATTESTATO PROFESSIONALE FEDERALE Corso di preparazione all'esame professionale di Elettricista capo progetto con attestato APF Requisiti minimi: Consulente in sicurezza elettrica, controllore, controllore-capo montatore
Data corso: settembre 2011 Corso di 480 lezioni Costi: da stabilire Luogo: FPCE Gordola Minimo 16 partecipanti
INSTALLATORE ELETTRICISTA DIPLOMATO Corso di preparazione all'esame professionale superiore di Installatore elettricista diplomato Requisiti minimi: Elettricista Capo Progetto; titolo equivalente
Data corso: autunno/inverno 2011 Corso di 240 lezioni Costi: da stabilire Luogo: FPCE Gordola Minimo 15 partecipanti
PREPARAZIONE ALL’ESAME PRATICO secondo l’ordinanza sugli impianti a bassa tensione OIBT Corso di preparazione all'esame pratico secondo OIBT Requisiti minimi: le condizioni d’ammissione all’esame sono indicate sul “Regolamento sullo svolgimento dell’esame pratico secondo OIBT” (reg. nr. 272-I – articolo 9) emanato dalla USIE
Data corso: aprile 2011 Corso di 40 lezioni Costi: da stabilire Luogo: FPCE Gordola Minimo 15 partecipanti
CORSO DI PREPARAZIONE AI CORSI PROFESSIONALI Corso di introduzione ai corsi di Consulente in sicurezza elettrica e Telematico Capo Progetto Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista; titolo equivalente. Esclusi: coloro che sono in possesso della maturità professionale tecnica di fine apprendistato oppure del diploma cantonale di Elettricista Capo Squadra (allegare certificati)
Inizio previsto: da definire Corso di 515 lezioni Costi: da stabilire Luogo: FPCE Gordola Minimo 12 partecipanti
TELEMATICO CAPO PROGETTO CON ATTESTATO PROFESSIONALE FEDERALE Corso di preparazione all'esame di Telematico Capo Progetto con attestato APF Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista e attestato di partecipazione al corso di preparazione
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Vita dei Soci
• CORSI PILASTRO B - CORSI TEORICI E PRATICI SU MATERIE E TEMI MIRATI Date corso: dal 29.03 al 19.04.2011 martedì sera e sabato mattina Corso di 30 lezioni Costi: CHF 390 Luogo: FPCE Minimo 10 partecipanti
RETI INFORMATICHE TCP/IP Il corsista saprà capire il funzionamento del TCP/IP e installare gli elementi di base di una piccola rete. Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista, titolo equivalente; riqualifica prof., 4. corso apprendisti installatori o disegnatori elettricisti
Date corso: 15.03-17.03-22.03-26.03.2011 Corso di 17 lezioni Costi: CHF 250 Luogo: FPCE Gordola Massimo 11 partecipanti
BUS 2 KNX Il corsista acquisirà le competenze per progettare un sistema Bus KNX, sarà in grado di identificare apparecchi guasti e integrare apparecchi nuovi nel Bus; saprà programmare una struttura Bus KNX semplice. Requisiti minimi: conoscenze minime del PC
Date corso: Parte teorica c/o FPCE Gordola: 7-8-9 aprile 2011 Parte pratica c/o SPAI Trevano: 14-15-16 aprile 2011 Corso di 24 lezioni Costi: CHF 380 Minimo 10 partecipanti
RICEZIONE DI SEGNALI RADIO E TV DIGITALI SATELLITARI E TERRESTRI Il corsista acquisirà le competenze per realizzare un’installazione fissa, motorizzata, mono e multi-utenza per la ricezione di segnali TV e radio da satellite. Requisiti minimi: montatore o disegnatore elettricista; attestato equivalente
Date corso: settembre 2011 Corso di 40 lezioni Costi: CHF 600 Luogo: SPAI Mendrisio Minimo 12 partecipanti
DISEGNARE PIANI DI INSTALLAZIONE CON IL CAD Il corsista acquisirà le competenze per l’utilizzo in modo ottimale del programma TinLine Requisiti minimi: conoscenze minime della piattaforma di AutoCAD o simili
Trovate maggiori informazioni e ulteriori dettagli sul sito www.fpce.ch, così come il formulario d’iscrizione da stampare, compilare e inviare al Segretariato FPCE. Formazione Professionale Continua nel ramo Elettrico Via St. Maria 27 - 6596 Gordola - Tel. +41 91 730 90 25 - Fax +41 91 730 90 26 - corsi@fpce.ch - www.fpce.ch
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Vita dei Soci di Guerino Inglese, Perito federale in assicurazioni e consulente aziendale
La tutela di amministratori per il risarcimento danni derivato dai loro compiti Assidu spiega come è possibile tutelare Amministratori o Dirigenti (comunemente indicati come D&O: Directors & Officers) dalle richieste di risarcimento per danni derivanti dallo svolgimento dei loro compiti
Il recente passato insegna che le richieste possono essere avanzate per una qualsiasi violazione, errore od omissione, anche presunta, commessa con riferimento alla Legge, allo statuto societario o alle decisioni dell’Assemblea, e le cause in tribunale per questi casi sono numerosi. Alcuni esempi potrebbero essere errate valutazioni finanziarie e/o strategiche lontane dalla convenienza aziendale. Molti Amministratori ritengono erroneamente di essere sufficientemente tutelati dal contratto che li lega alla Società. In realtà il contratto stipulato tra la Società e gli Amministratori regola solo in parte i profili di responsabilità tra le parti che l’hanno stipulato (essendo comunque la materia chiaramente regolata dal Codice civile) e lascia invece esposti gli Amministratori alle richieste di risarcimento da parte di terzi (quali potrebbero essere anche i singoli soci della società presso la quale gli Amministratori operano). Non si trascuri infine il caso dell’azionista che è anche Amministratore della medesima Società. Se da un lato l’azionista di una società di capitali risponde solo nei limiti della propria quota del rischio d’impresa dall’altro in qualità di Amministratore risponde, invece, illimitatamente della propria attività. Gli sviluppi della legislazione e degli standard di corporate governance hanno aggravato la responsabilità dell’Amministratore della società. Gli Amministratori sono esplicitamente tenuti ad agire in modo informato; conformemente alla diligenza richiesta dalla natura dell’incarico e dalle loro specifiche competenze. Nei gruppi di impresa, gli Amministratori della Capogruppo che hanno agito in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale sono responsabili verso soci e creditori sociali ad esempio per la perdita dell’utile e per l’integrità del patrimonio sociale. Fenomeni socio-economici vedono coinvolte la maggioranza delle realtà aziendali di livello internazione e/o di grandi dimensioni, e riguardano anche un numero crescente di piccole e medie imprese. Per numerose realtà imprenditoriali familiari spesso giunge il momento di passare la gestione ai figli, che si trovano, solitamente, ad assumere i ruoli strategici di amministratore delegato o di direttore generale. Il professionista competente nella gestione aziendale, ben conscio del suo carico di responsabilità, è propenso a fare leva sulla società affinché la stessa si attivi per la sottoscrizione di una specifica tutela assicurativa a favore della propria responsabilità professionale. La polizza Directors & Officers (D&O) costituisce la risposta del mercato assicurativo alle esigenze di tutela che gli amministratori e le società esprimono nei confronti del rischio costituito dalle richieste risarcitorie di terzi, siano esse di carattere civile, penale o amministrativo. Chi ha interesse a stipulare una polizza D&O? I Directors & Officers, perché vedono tutelato il proprio patrimonio personale; e la società stessa, perchè in caso di azione propria nei
confronti di Directors & Officers si garantisce un elevato grado di solvibilità di quest’ultimi. Quali sono le entità interessate? Società Anonime, Cooperative, Fondazioni, Società a garanzia limitata, Associazioni. Chi sono i Directors o Officers? Consiglio d’amministrazione/ di Fondazione, Direzione Generale e i suoi rappresentati, Organi di revisione interna, Organi di fatto (Dirigenti senza qualità di Organo). Ulteriori persone protette dalla polizza In caso di decesso della persona assicurata: Coniuge, Eredi e rappresentanti legali. Quali importi verrebbero rimborsati? L’importo che ogni assicurato sarebbe tenuto a versare singolarmente o solidalmente a seguito di un sinistro, comprese: 1. le spese legali, 2. le spese di rappresentanza legale, 3. le spese di pubblicità per il recupero dell’immagine. Ma chi sono i terzi che potrebbero avanzare pretese di risarcimento? Azionisti (singoli o gruppi di azionisti), Creditori, Clienti, Consumatori, Fornitori, Concorrenti, Dipendenti (Employment Practice Liability), la Società stessa. Opportunità Una polizza D&O può, quindi, rivelarsi molto utile per proteggere il patrimonio personale degli amministratori da potenziali rischi. Gli Amministratori di società stanno diventando più consapevoli di una serie di aspetti connessi al proprio ruolo: aumento di visibilità e delle conseguenti responsabilità, maggior grado di diligenza richiesta, competenze più specifiche, maggior comunicazione con azionisti e pubblico, sviluppo di procedure di controllo. Pertanto gli Amministratori adottano, con crescente interesse, il trasferimento dei rischi al mercato assicurativo. La complessità di valutazione del rischio rende comunque necessario intraprendere un corretto percorso di risk management alfine di realizzare l’obbiettivo di tutela che ci si prefigge. ASSIDU I SA Lugano, www.assidu.ch. Membro SIBA, Broker leader in Ticino nella consulenza assicurativa; propone servizi mirati volti a sostenere aziende / istituti nella valutazione e gestione dei rischi. La struttura è composta da 40 collaboratori, di cui 9 periti federali in assicurazione, 2 diplomati federali in pianificazione finanziaria. Dal 1979 offriamo un valore aggiunto ai nostri clienti.
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