Ticino Business

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nr. 10 / Dic. 2012

Gioco di squadra


Vivere a

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Sommario

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Dicembre 2012 Strong opinion Editoriale Contromano Il Tema Ospite Ospite

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Ospite Ospite

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Ospite Biblioteca liberale Diritto Attualità Attualità Attualità Attualità Attualità Eventi Eventi Eventi

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Il gran rifiuto Un anno intenso e ricco di spunti Entrate, uscite e risparmi: i problemi irrisolti della spesa pubblica Sport, agonismo, tempo libero e un nuovo concetto di business Gestire i club sportivi come un’azienda: un corso vi spiega come fare Servirebbe un migliore sostegno aziendale in termini di sponsoring allo sport ticinese Anche nel settore della bicicletta vi è un business da sfruttare al meglio Sinergie con partner scelti e nuovi segmenti di mercato nel mondo dell’outdoor “CC”, lo sport e il business C’era una volta l’America Revisione del Regolamento svizzero d’arbitrato internazionale Attenzione a non restare infilzati sul palo della cuccagna Il ceto medio è sotto pressione Cc-Ti goes social Svizzera: una terra di inventori La progenìe del “Predatore” L’e-commerce oggi nella vita delle PMI ticinesi Agiamo insieme! Un vero successo Serbia: una realtà economica divisa tra passato e presente, ma che guarda al futuro

Osec Commercio estero Fiere internazionali Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci

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Commercio estero Export: motore dell’economia elvetica I prossimi appuntamenti World Trade Center Lugano SA Kairos allestimenti SA Suitenhotel Parco Paradiso SA Luciano Franzosini LT3 SUISSE SAGL Start Up Imprese Ticino SA SSIC TI Rapelli SA Gruppo Sicurezza SA Lugicons SA Luisoni Consulenze SA

nr. 10 / Dic. 2012

Redattrice responsabile: Lisa Pantini Comitato redazionale: Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Simona Morosini Marconi, Marco Passalia e Mercedes Galan

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Impressum Editore: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano

Gioco di squadra

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Foto di copertina: © iStockphoto.com/skynesher

Redazione: Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch Pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 558 6928 Manno Tel. +41 91 600 20 70 info@pubblicitasacchi.ch www.pubblicitasacchi.ch

Stampa: TBS, La Buona Stampa sa via Fola 11, Pregassona (Lugano) Diffusione: Tiratura: 2’500 copie Abbonamento gratuito per i soci Cc-Ti Abbonamento supplementare: - CHF 50.- annuo - per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Frequenza: Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annuali


Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti

Il gran rifiuto

Il rifiuto del Trio di Medeglia, i Presidenti dei partiti PLRT-LEGAPPD, di accettare il preventivo del Governo per il 2013, è un elemento nuovo e scismatico che non mi pare fosse già successo in passato. Dimostra che pure i liberali (sicuramente non tutti ma almeno il Presidente e i suoi uomini) si sono svegliati. Nemmeno per loro è tollerabile che la spesa pubblica continui ad aumentare, anche se di poco. Anche poco è troppo, e dire un no secco non vuol dire essere dei rivoltosi ma solo che le scatole sono piene. Pensiamo che il Governo abbia fatto i compiti in buona fede e che non potesse, politicamente, andare oltre certi limiti. Quindi ha limato dove ha potuto consapevole che i 200 milioni di disavanzo sono comunque un problema non da poco. Andranno ad aggiungersi al debito cumulato di più o meno 2 miliardi. La cifra di per sé non è un dramma. Con un PIL di circa 15-16 miliardi, il Cantone non rischia l’insolvenza pur essendo indebitato in un momento gravido di incognite sul futuro economico. Il Governo è certamente consapevole che il nocciolo del problema sta nella composizione del debito in larga parte strutturale. Quindi ridurre le voci di spesa evitando di far troppo male serve a poco perché la causa del disavanzo è altrove ovvero nella struttura. Ridurre del 2% i salari degli insegnanti ad esempio, crea solo malcontento e delusione per realizzare un risparmio poco incisivo. La Svizzera possiede buon senso e saggezza nel corrispondere ai funzionari pubblici stipendi anche generosi ma commisurati alla responsabilità del compito che svolgono. Per questo possiamo vantarci di avere istituzioni efficienti e una burocrazia funzionante. Non è sui salari dei dipendenti che bisogna incidere, sarebbe troppo facile. È come risparmiare sui costi delle fotocopie. Anche se tutto fa brodo non è in questo modo che si affronta seriamente la problematica del debito nel medio-lungo periodo. In realtà abbiamo uno Stato oberato di compiti che ha visto lievitare negli anni in modo eccessivo il numero dei suoi dipendenti. Molte attività potrebbero essere svolte dal privato in outsourcing con risparmio di costi e uomini. E qui sta l’essenza del quesito perché affrontare un ridimensionamento dell’organico è compito politicamente ben più difficile che far passare ad esempio la realizzazione di un deposito di scorie radioattive nelle bolle di Magadino. Sappiamo che il Parlamento con i partiti in esso rappresentati ha gravi responsabilità nell’ampliare i compiti dello Stato con nuove leggi, regolamenti, ordinamenti e tutto l’ambaradan di misure che inevitabilmente vanno ad aumentare il personale statale. Pertanto il risparmio auspicato dal Trio di Medeglia con una mossa coraggiosa quanto inaspettata, in pratica serve più come segnale di altolà che alla causa del deficit. Ottimo inizio per scuotere le istituzioni responsabili ma insufficiente. Una revisione dei compiti dello Stato, che questa Camera sostiene da 15 anni, non si è mai voluta fare. Quando non c’era la crisi perché lo Stato era in piena forma quindi pareva inutile,ora che la crisi morde perché non è il momento di peggiorare la situazione. Ma in questo modo, come al solito a ripagare il debito rischiano di dover essere i cittadini con un aumento della fiscalità. Se ci guardiamo intorno constatiamo che la situazione internazionale è poco incoraggiante. Tolti gli USA che sembrano star meglio, l’Europa virtuosa dopo 5 anni di crisi arranca compresa

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la Germania la cui crescita rallenta. L’Europa del Sud va di male in peggio con un Italia che ha recuperato in credibilità ma impoverito i suoi cittadini e naviga in piena recessione come gli altri “colleghi” del Club Med. Il nostro Paese fa eccezione ma se la situazione economica in Europa non cambia, soffrirà anch’esso perché le esportazioni e il turismo rallenteranno ulteriormente per via del franco alto e della congiuntura negativa. Il Ticino soffrirà di conseguenza e noi cosa stiamo facendo? Quali politiche a favore della crescita si stanno portando avanti? Ridurre i salari agli insegnanti o a chiunque altro fa crescere il Paese? Ho letto che la Signora Sadis ha in mente un progetto di riduzione della fiscalità delle imprese sul modello di Ginevra e Zurigo. Sempre ammesso e non concesso che l’idea passi l’ostacolo del Parlamento, un riposizionamento del Cantone nella classifica della fiscalità sarebbe una buona notizia. Almeno per chi crede in un modello di economia liberale. Per un azienda privata come per lo Stato, scusate la banalità, ci sono solo due modi per ridurre un disavanzo: diminuire i costi o aumentare le entrate (o tutt’e due). Gli statalisti preferiscono aumentare le entrate per poterne disporre sussidiando i sudditi. Pensano che lo Stato sappia spendere meglio del suddito. I liberali invece preferiscono diminuire la spesa con sgravi fiscali per lasciare più soldi in tasca al cittadino. Pensano che i cittadini non siano sudditi. Finanziariamente sussidi o sgravi sono entità equivalenti le cui conseguenze politiche e sociali però sono diametralmente opposte. Uno studio riportato dal Corriere della Sera (15.10.12) delle correzioni dei conti pubblici negli ultimi 30 anni in Europa, dimostra che l’aumento della pressione fiscale è recessivo (non che sia una novità!). Pertanto una sua diminuzione sarà logicamente foriera di crescita. Crescita vuol dire più posti di lavoro, maggiori entrate fiscali per l’erario, pareggio di bilancio nel tempo. Purtroppo per ridurre un debito cumulato di 2 miliardi (10 volte più grande del deficit 2013) servono tassi di crescita cinesi (8%), piuttosto improbabili da noi a meno che la SUPSI nei suoi laboratori non inventi un prodotto da scoop mondiale tipo una sigaretta etico-bio-ecologica che oltre ad immettere aria di montagna purissima nei polmoni faccia nel contempo crescere i capelli. Un ridimensionamento dello Stato ci pare pertanto ineludibile per ripianare i conti nel medio- lungo periodo. Il debito è una maledizione. Non importa se pubblico come in Grecia o privato come nel sistema bancario. La crisi che stiamo attraversando è stata causata,come tutte le bolle finanziare precedenti, dal debito. Capiamo benissimo che affrontare seriamente la problematica dei compiti dello Stato sia una fatica di Sisifo, personaggio mitologico condannato a spingere verso la cima della collina un masso enorme che ogni volta, arrivato quasi in vetta, rotolava verso il fondovalle e tutto ricominciava da capo. Ma Sisifo era felice? Forse sì, forse quella lotta verso la cima gli riempiva il cuore, come sostiene Camus. Chissà, provare non costa nulla. Facciamo partire un progetto che approfondisca la problematica e proponga soluzioni. Cosa abbiamo da perdere? Alla peggio finisce tutto in fondo a un cassetto di Palazzo come Amministrazione 2000 in ossequio alla legge di Murphy che recita: “se hai un problema che dev’essere risolto da una burocrazia, ti conviene cambiare problema...”


Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

Un anno intenso e ricco di spunti

Anche il 2012 è volato via fra mille iniziative e battaglie su molti fronti. L’importante successo parziale concernente il completamento della galleria autostradale del San Gottardo è certamente l’esempio più emblematico dell’importanza del lavoro di squadra condotto in questi ultimi anni con le altre associazioni economiche e con tutta la rete dei nostri associati. Il “fil rouge” che caratterizza tutte le nostre attività è infatti proprio questo coinvolgimento di tutti gli attori dell’economia e la creazione, rispettivamente, il rafforzamento della rete. È l’unico modo efficace di affrontare una realtà economica, politica e sociale sempre più complessa e di difficile interpretazione. In occasione della nostra Assemblea generale del 12 ottobre scorso ho avuto modo di citare molti esempi di collaborazioni costruttive, che fanno parlare poco i media perché non hanno intenti polemici, ma che sono essenziali per dare possibilità di sviluppo al nostro territorio. Dall’intensa attività operativa e di scambio con le altre Camere di commercio e dell’industria svizzere, agli appuntamenti regolari con i colleghi delle Camere europee che per la prima volta nella storia sono venuti in Ticino. Dall’importante accordo di collaborazione con il Cantone in materia di promozione economica e di internazionalizzazione delle aziende ticinesi, alla collaborazione con i rappresentanti ticinesi a Berna per difendere le aziende ticinesi su temi delicati e complessi come lo “Swissness” o la discriminazione in materia di IVA riscossa sulle prestazioni di servizi. Fra tutti questi esempi ne voglio però estrapolare due in particolare, appena accennati il 12 ottobre e maturati nelle settimane successive: l’accordo di collaborazione con l’Istituto delle assicurazioni sociali e l’Ufficio invalidità in particolare, e la creazione di una piattaforma comune in materia di trasporti con le principali associazioni economiche romande. Quello con l’AI è un atto importante di collaborazione fra pubblico e privato, al fine di mantenere il posto di lavoro di persone che sono state confrontate ad un problema di salute (i dettagli sono spiegati in un articolo nelle prossime pagine). La messa a disposizione della nostra rete, affinché i servizi cantonali dispongano di maggiori contatti con le aziende e possano lavorare in modo più efficace, è molto di più di un gesto simbolico. Traduce chiaramente la volontà di contribuire al miglioramento delle condizioni di singoli in difficoltà e di facilitare e valorizzare il lavoro dello Stato, nell’interesse di tutti. Inoltre, ci permette di mettere in evidenza le molte aziende meritevoli di essere segnalate per il loro impegno a favore del personale, fattore non trascurabile in un momento storico in cui da molte parti si tende a criminalizzare con eccessiva facilità il mondo imprenditoriale. Le realtà aziendali sane nel nostro Paese sono la stragrande

maggioranza e non è corretto colpire tutti indiscriminatamente perché ve ne sono talune che sgarrano, purtroppo anche in modo pesante. Emarginare chi non si attiene alle regole passa anche e soprattutto attraverso la valorizzazione di chi lavora correttamente, non serve a nulla sparare nel mucchio. Le quattro aziende premiate in occasione della serata di presentazione del progetto “Agiamo insieme” sono motivo di orgoglio per tutti, non solo per noi che le rappresentiamo. Mi permetto infine di sottolineare che la messa a disposizione della nostra rete in questo contesto avviene a titolo gratuito, senza indennità, né sussidi o contributi vari da parte dell’ente pubblico. In un momento di difficoltà dei conti dello Stato non è un segnale da poco, che dimostra quanto crediamo in una vera collaborazione fra pubblico e privato e come il mondo imprenditoriale si metta a disposizione anche per temi apparentemente lontani dalle sue attività primarie e per i quali viene troppo spesso criticato (si veda quella che alcuni definiscono “la responsabilità sociale delle aziende”). Un secondo argomento meritevole di attenzione è la menzionata piattaforma sui trasporti creata con le associazioni economiche romande. Nelle prossime settimane vi saranno ulteriori dettagli. Si può comunque già definire come svolta epocale il fatto di essersi riuniti attorno ad un tavolo, per mettere da parte le tradizionali rivalità regionali che ci oppongono da sempre alla Svizzera francese, in particolare sul tema dei trasporti e sulla relativa distribuzione delle risorse federali a disposizione. I toni negli ultimi mesi si erano fatti particolarmente accesi, a causa di un’opposizione di principio della Romandia al secondo tunnel autostradale del San Gottardo. Il Comitato ticinese per il completamento del Gottardo (www.2tunnel.ch), che riunisce ben 17 associazioni economiche ticinesi, con il decisivo appoggio di alcuni parlamentari federali a Berna, in primis Filippo Lombardi, Fabio Regazzi e Lorenzo Quadri, è riuscito a costruire un fragile terreno d’intesa, ancora da sviluppare, ma che comunque costituisce una primizia. Parlare di alleanza solida sarebbe eccessivo, benché la piattaforma parta da questa impostazione per evitare contrapposizioni fra treno e ferrovia e fra regioni. Ma un terreno di confronto costruttivo è qualcosa che, sul tema specifico dei trasporti, non si era mai visto. L’intesa ha lo scopo di allargarsi anche alla Svizzera tedesca e i primi contatti in questo senso già ci sono. A dimostrazione che con il lavoro, l’impegno, la passione, la dedizione e un po’ di fortuna, si possono ottenere risultati ritenuti impossibili. Grazie anche alla rete… Buone Feste a tutti e ci rivediamo nel 2013 per un altro anno ricco di sfide, che raccoglieremo con la solita passione.

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Contromano di Alessio Del Grande

Entrate, uscite e risparmi: i problemi irrisolti della spesa pubblica Immancabile si ripete ogni anno la rituale sceneggiata dello scontro sul bilancio preventivo del Cantone. Una recita a soggetto più che un vero confronto politico, con il Governo e i partiti impegnati ognuno a tirare dal loro lato una coperta sempre più corta. Ma tutto finisce, poi, in gloria, con l’approvazione dei preventivi in Parlamento, dopo la replica del canovaccio iniziale tra mugugni e solenni promesse per il futuro. Per l’edizione 2013 di questa stucchevole commedia, la novità è stata che tre partiti, PLRT, PPD e Lega, hanno chiesto al Governo in termini ultimativi di ridurre il disavanzo di altri 50 milioni di franchi. Deficit che si sarebbe attestato non a 198,5 milioni, bensì molto al di sopra, senza l’artificio contabile d’includere nelle entrate del bilancio dell’anno prossimo ben 28 milioni di sopravvenienze fiscali. Somma che, al contrario, dovrebbe essere contabilizzata a consuntivo. Dai partiti sono già venute indicazioni su possibili risparmi, per alcune decine di milioni, e per nuove entrate. Ma il clima politico resta teso. Da una parte c’è Consiglio di Stato, che non sa più dove tagliare se non sollevando altre forti opposizioni, e invita le forze politiche a sottoscrivere preventivamente l’impegno a rispettare il piano di risparmi messo a punto dallo stesso Governo (di non vanificarlo, quindi, in Parlamento con la richiesta e l’approvazione di nuove spese, come succede abitualmente); dall’altra ci sono il Partito socialista e i sindacati che si oppongono al taglio salariale del 2% per i dipendenti pubblici. I sindacati hanno già protestato. E, come ogni anno, in questa bailamme ecco che si ritorna a parlare della mitica riforma dei compiti dello Stato. Che spiegata all’ingrosso sta a significare l’analisi e la valutazione ragionata della pubblica spesa per individuare quei compiti che lo Stato deve continuare a gestire in proprio e quelli che invece potrebbe delegare ai privati, risparmiando così un bel pacco di milioni. Riforma di cui tutti partiti parlano da almeno un decennio, ma a cui non si è messo mai seriamente mano. Difatti, una simile revisione significa anche alleggerire e sfoltire quel pesante apparato statale che per le forze politiche rappresenta una gioiosa e potente macchina di clientele e consensi elettorali. Revisionare seriamente la spesa pubblica, significherebbe per i partiti segare il ramo su cui stanno comodamente appollaiati. Ecco perché con questa riforma si resta sempre fermi al palo, sebbene ci siano già le premesse su cui lavorare. Come ricordava qualche settimana fa Fabio Pontiggia sul Corriere del Ticino, in qualche cassetto del Palazzo ci sono ben tre approfonditi documenti su presta-

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zioni e servizi garantiti dal Cantone. Si tratta di due documenti che risalgono alla fine degli anni ‘90, “Analisi dell’offerta” e “Analisi dei contributi”, e di un rapporto “Offerta pubblica: proposte di correzione del come e del cosa” che risale al 2004. Invece, di pensare a nuove commissioni, interne o esterne, che analizzino i compiti dello Stato, basterebbe solo aggiornare queste analisi che, peraltro, sono assai dettagliate. Dunque, è solo una questione di volontà politica. Ma è proprio questa volontà che manca. E, allora, si preferisce continuare a cincischiare con qualche risparmio qui, un altro taglio là, una nuova tassa, senza affrontare i nodi strutturali della spesa pubblica. Senza, cioè, scardinare quel pericoloso meccanismo per cui le uscite aumentano anno dopo anno più delle entrate. Una riforma che dovrebbe innanzitutto correggere e ridimensionare l’elefantiaca amministrazione cantonale, che conta su organici di gran lunga superiori a quelli di altri cantoni e con costi per dipendente anche più elevati. Vorrà pur dire qualcosa il fatto che le imposte pagate dai contribuenti (880 milioni di franchi), non bastano a pagare gli stipendi annuali dei circa novemila (part-time compresi) dipendenti del Cantone che ammontano alla bella cifra di 920 milioni. Vorrà pur dire qualcosa il fatto che il costo medio di ogni dipendente pubblico si aggira da noi attorno ai 115 mila franchi all’anno. O che un inaudito sistema di privilegi contributivi abbia disastrato la Cassa pensione del Cantone, per cui si è dovuto adottare un urgente piano di risanamento che costerà ai contribuenti una trentina di milioni all’anno per una quarantina di anni. Invece di affrontare questi nodi si continua ad insistere con semplici operazioni di cosmesi contabile che non migliorano affatto la situazione, anzi la incancreniscono. Piuttosto che lavorare su una seria riforma che modernizzi il nostro sistema fiscale, recuperando concorrenzalità rispetto agli altri cantoni, si pensa di rimpolpare le entrate portando, da 200 mila a 400 mila, la soglia dei forfait fiscali. Aumentando così il rischio che una fascia di ricchi contribuenti stranieri si trasferisca in qualche altro Cantone. Lo ricordava ancora pochi giorni fa il Professore Marco Bernasconi sul Giornale del Popolo: con la concorrenzialità fiscale intercantonale, lo si voglia o no, bisognerà convivere almeno per i prossimi vent’anni. E il Ticino nella classifica dei Cantoni si trova oggi agli ultimi posti, poiché è tra i più cari in Svizzera sia per le persone fisiche che per quelle giuridiche.


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Il tema di Alessio Del Grande

Sport, agonismo, tempo libero e un nuovo concetto di business

Che lo sport non sia più solo agonismo, ma anche un business, soprattutto nelle grandi competizioni nazionali e internazionali, con un vorticoso giro di soldi, e purtroppo pure di scandali, è risaputo. Ma è lo sport in genere che ormai è diventato un’ industria, che con le sue piccole o grandi aziende produce eventi, campioni, molteplici attività di sponsoring, stili di vita e persino mode. Basti pensare all’abbigliamento che dal mondo sportivo ha mutuato capi e accessori entrati ormai a far parte del guardaroba di ciascuno di noi. E c’è, poi, lo sport come uso del tempo libero e come salutare attività fisica, che senza grandi velleità agonistiche, è diventato un fenomeno di massa. Non per nulla in questi ultimi anni anche nel nostro cantone i negozi di articoli e abbigliamento sportivo sono spuntati come funghi e meno di tante altre attività commerciali stanno risentendo dell’attuale crisi. Un significativo esempio di questa tendenza è il boom della bicicletta. Forse non tutti sanno che ogni anno vengono presentati 300 nuovi modelli di bici, che in Svizzera si vendono annualmente 350 mila velocipedi e che ce ne sono già in circolazione ben quattro milioni. Un settore che ha un indotto da 600 milioni di franchi e che dà lavoro a 6’000 mila persone. Sono numeri ragguardevoli, che si riscontrano anche per altre attività sportive, basti pensare a cosa rappresentano in Svizzera, come pratica di massa, lo sci o l’escursionismo alpino. Se questo è lo sport come svago e tempo libero, ci sono poi le diverse discipline praticate a livello amatoriale, semiprofessionale e professionistico, che fanno capo ad una moltitudine di società e club, tutti con le loro fedeli tifoserie. Dall’atletica leggera al calcio, dal ciclismo all’hockey, dallo sci al basket, lo sport innerva il tessuto sociale e cadenza con decine di appuntamenti un fitto calendario di avvenimenti. Un flusso di attività in cui spesso non si può improvvisare e che, in particolare, a certi livelli semi professionistici o professionistici richiede specifiche competenze gestionali. Competenze che oggi sono vieppiù richieste anche per la conduzione dei servizi sportivi proposti alla collettività dagli enti pubblici, in modo che l’of-

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ferta sia calibrata alla domanda sociale reale, e che vi sia pure un equilibrato rapporto tra costi e consumo di attività sportive. Ecco perché anche in Ticino da qualche anno si propongono dei corsi (vedi intervista nelle pagine seguenti) di management di organizzazioni sportive, con tanto di diploma rilasciato da Swiss Olympic Association e dal DECS. Si tratta di un’esperienza avviata con successo nel 1997 e che via via ha suscitato un crescente interesse, abbracciando tutte le problematiche collegate alla conduzione delle organizzazioni sportive: gestione amministrativa, finanziamenti pubblici, marketing, sponsorizzazioni e comunicazione. Come si vede un ventaglio di competenze non dissimile da quello necessario per la conduzione di una qualsiasi altra impresa. È un’offerta formativa rivolta a quanti già operano o intendono operare, con funzione di responsabilità, in aziende, associazioni e organizzazione non profit di natura sportiva. Soprattutto in un Paese come la Svizzera in cui lo sport più che un fenomeno di élite - con i suoi personaggi, riti spettacolari e ingenti guadagni- è un fatto di massa che tocca tutte le fasce sociali, sono oggi necessarie competenze specifiche per ottimizzare la gestione dell’offerta e del consumo di sport, sviluppandone pure le potenzialità economiche. Potenzialità che indubbiamente ci sono, alla luce dell’evoluzione stessa della pratica sportiva. Un’evoluzione che riflette quella trasformazione sociale degli ultimi decenni, in cui è andata crescendo la valorizzazione del tempo libero, sia come gratificazione - soddisfazione personale sia quale risorsa economica. E oggi lo sport, non più confinato sul terreno esclusivo del professionismo o del semiprofessionismo, rientra a pieno titolo in questo nuovo concetto del tempo libero. Al pari di altre attività, hobby e passioni esso fa parte di quella che sta diventando sempre più una vera e propria industria del tempo libero. Sport e business non è più quindi un’accoppiata riservata solo ai grandi campioni e ai grandi e eventi sportivi. E, invece, una strategia che può trasformare in opportunità di guadagno e di lavoro un fenomeno di costume ormai diffuso a livello di massa.


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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Fabio Corti, Direttore SRI Group

GestiRE i club sportivi come un’azienda: un corso vi spiega come fare Fabio Corti

Può spiegare ai lettori di Ticino Business cosa significhi «management applicato alle attività e organizzazioni sportive»? “Significa gestire una società o un’associazione sportiva conoscendo gli strumenti di management aziendali. In poche parole gestire il club sportivo come un’azienda essendo consapevoli che, tra un’azienda nel senso classico del termine ed una società sportiva esistono delle differenze quali per esempio la remunerazione economica. In un’azienda la motivazione delle risorse umane passa anche, o soprattutto, tramite lo stipendio. Nella quasi totalità delle società sportive questa leva è parzialmente o completamente assente. Il dirigente sportivo deve pertanto motivare le proprie risorse umane con altre modalità. In questo campo anche le aziende classiche potrebbero trarre degli interessanti spunti dal mondo del no profit”. Cosa ha spinto un gruppo come il vostro ad elaborare un concetto di management per il mondo dello sport? “SRI Group è per vocazione vicina allo sport. Io stesso, prima di studiare economia aziendale (tesi sullo sponsoring sportivo nel 1988) mi sono formato in educazione fisica e in giovane età ho praticato diversi sport. Da oltre 20 anni collaboriamo con Swiss Olympic in vari ambiti, tra i quali appunto quello della formazione dei dirigenti sportivi”. Il manager dello sport è una figura professionale che può avere anche da noi interessanti prospettive professionali? Quali nello specifico? “Questa è la domanda classica che ci pone chi è interessato al nostro corso base di management di organizzazioni sportive. La nostra risposta in questi casi è la seguente: lo sport in Svizzera si regge sul concetto di volontariato. Ogni anno in Svizzera il controvalore delle ore di attività svolte a titolo volontario da chi opera nello sport supera 1,5 miliardi di franchi. È molto poco probabile pensare che a breve queste ore possano venir anche in parte remunerate. Quindi la figura del manager sportivo potrà trovare una collocazione professionale solo in alcuni casi e solo in organizzazioni importanti. Tuttavia gestire con competenza una società anche di piccole dimensioni può rappresentare una

chance per dimostrare a se stessi e agli altri di essere in grado di conseguire risultati economico – sportivi positivi. Lo sport è scuola di vita ma anche palestra per giovani manager che potranno acquisire esperienza monetizzabile in futuro anche in ambito aziendale. I diversi dirigenti sportivi professionisti attivi oggi in Ticino,che hanno frequentato il nostro corso, sono la dimostrazione che una buona formazione offre sbocchi interessanti”. A chi si rivolge in particolare il vostro corso di management di organizzazioni sportive? “Il corso, che quest’anno si svolgerà in Ticino per la 17° volta, si rivolge in particolare ai dirigenti sportivi che desiderano acquisire competenze aziendali, a sportivi che desiderano occuparsi anche di gestione di società, a chi si occupa nelle aziende di questione legate allo sport (sponsorizzazioni) a studenti che desiderano completare il proprio curriculum con un corso di management di breve durata ma completo e a coloro che sono interessati ad assumere un ruolo dirigenziale in un club o associazione sportiva”. Sri Group si è anche occupata dello sviluppo del sistema di valutazione denominato «Qualisport». In cosa consiste e come funziona? “Qualisport è il nostro gioiellino. È uno strumento che abbiamo concepito per aiutare le organizzazioni sportive, grandi medie e piccole, a migliorare la propria qualità gestionale. Un questionario disponibile sul web www.qualisport.ch consente di fare un’autoanalisi della qualità gestionale del proprio club. Rispondendo ad una sessantina di semplici domande, il sistema identifica innanzitutto la qualità gestionale assoluta attribuendo un punteggio da 1 a 100. Ciò permette ai dirigenti di paragonare la propria qualità gestionale a quella di altre società. Poi il sistema identifica i punti di debolezza relativi alla gestione della propria società. Per ogni lacuna seleziona dei documenti (schede teoriche, liste di controllo ed esempi pratici) che permettono di risolvere semplicemente la lacuna identificata. Questo strumento è stato sviluppato 6 anni fa. È stato testato in Ticino, a Neuchâtel e a Zurigo. Oggi Swiss Olympic ci ha chiesto i diritti di uso esclusivi per metterlo a disposizione di tutte le società sportive svizzere”.

Per maggiori informazioni: il corso «Management di organizzazioni sportive» in breve Il corso, dotato della certificazione EDUQUA, si struttura come segue: • 7 giornate di lezione in aula (il sabato, da marzo a maggio) • Preparazione del lavoro di diploma (luglio – agosto) • Esame (settembre) per l’ottenimento del Diploma di “Management di organizzazioni sportive (livello base)” rilasciato dal DECS e riconosciuto da Swiss Olympic. I temi del corso: principi di management; organizzazione dell’associazione e gestione delle risorse umane; programmazione e gestione finanziaria; marketing delle associazioni sportive; struttura e dimensione dello sport in Svizzera, finanziamento pubblico, normativo e bilancio; le sponsorizzazioni ed i grandi eventi; la comunicazione esterna. Per informazioni o per iscriversi contattare direttamente SRI Group SA al numero +41 91 695 38 80 o all’indirizzo e-mail ask@srigroup.ch. Il corso è a numero chiuso e i posti a disposizione sono limitati.

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Riccardo Braglia, CEO e Managing Director Helsinn Holding SA

Servirebbe un migliore sostegno aziendale in termini di sponsoring allo sport ticinese Riccardo Braglia

Non è la prima volta che vengono riconosciute e premiate le sue qualità imprenditoriali. Da ultimo ha ricevuto il premio «Best Swiss Entrepreneur of the Year 2012», cosa significa per lei questo ulteriore riconoscimento? “Questo premio è più importante perché è a livello nazionale svizzero. Inoltre è un orgoglio per tutto il Ticino, infatti su 43 aziende selezionate solo la Helsinn ed il sottoscritto rappresentavano questo Cantone, ed abbiamo vinto. Questo premio è il riconoscimento a tutta la mia famiglia ed ai miei collaboratori che hanno lavorato sodo per sviluppare un’azienda da 2 a 500 collaboratori dal 1976”. Oltre che per la guida di un’impresa di successo come la Helsinn, lei è anche conosciuto come uno dei principali sponsor dei Tigers, come mai si è deciso a sostenere uno sport come il basket? “Il Basket è la mia passione fin da giovane avendo giocato nelle giovanili del basket Cantù. Inoltre entrambi i miei due figli hanno giocato a basket a Lugano. Il basket è inoltre uno sport pulito, non violento ed educativo. Mi ha aiutato ad avere uno spirito competitivo nella mia vita lavorativa”. In termini di pubblicità e di ritorno d’immagine, cosa significa per un’impresa sponsorizzare un’attività sportiva? “Il mio impegno dirigenziale ed economico nel basket è nato per sostenere il movimento giovanile e la crescita di giovani nello sport, educandoli ad essere uomini migliori. Il ritorno è quello di poter formare a questo sport oltre 250 ragazzi ogni anno. Inoltre la sponsorizzazione della prima squadra, campione svizzera negli ultimi 3 anni, ha permesso alla Helsinn di essere conosciuta in Ticino, in Svizzera ed in Europa. Un bilancio sicuramente molto positivo!”

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Senza le sponsorizzazioni private gran parte delle attività sportive ticinesi non reggerebbero. Il mondo dello sport, da quello amatoriale a quello professionista, ha bisogno del sostegno sia pubblico che privato. Pensa che si potrebbe fare di più sul fronte dello sponsoring? “Assolutamente sì, purtroppo le grandi multinazionali e banche svizzere non sostengono lo sport ticinese ed è quindi lasciato alla volontà dei privati il reperimento di fondi e sponsor. Bisognerebbe coinvolgere maggiormente aziende oltre Gottardo ed aziende italiane, poiché l’investimento per partecipare alle competizioni europee è sicuramente più ridotto partendo dalla Svizzera...” I Lugano Tigers negli ultimi anni hanno raccolto numerosi successi, qual è stata la più grande soddisfazione per lei? “La più grossa soddisfazione è stata la vittoria della prima tripletta del 2010-2011 e l’emozione più intensa la vittoria all’ultimo secondo della coppa svizzera 2011. Comunque ogni vittoria è una soddisfazione e la prossima sarà ancora più bella!”


Ospite Intervista di Lisa Pantini con Luca Cereghetti, Belimport SA

Anche nel settore della bicicletta vi è un business da sfruttare al meglio Luca Cereghetti

Da oltre 60 anni sulle due ruote: cosa significa per voi questo traguardo? “Si tratta certamente di una gran lunga pedalata, che ci ha permesso di raggiungere un traguardo molto importante. 60 anni nel mondo delle due ruote non li si festeggiano certo tutti i giorni, e questo ci rende particolarmente orgogliosi. In questi sei decenni molte cose sono cambiate dal punto di vista tecnico e commerciale. Ciò di cui però andiamo particolarmente fieri è il fatto di aver perseguito sempre la stessa strategia di fedeltà al rivenditore specializzato, che ci ha premiati sia nel business di tutti i giorni, sia per i bei rapporti interpersonali che ha permesso di sviluppare”. Come è cambiato in questi decenni il mondo della bicicletta? Il futuro sarà della bici elettrica? “La filosofia in sé della bicicletta non ha subito grandi mutamenti in questi ultimi anni: c’è chi la usa quale mezzo di trasporto, chi pedala per un attimo di svago e chi ne fa una professione. Tutte queste persone, come noi, si possono però stupire di fronte a quelli che son stati i cambiamenti tecnici: materiali, specifiche, pesi... tutto quanto si migliora di anno in anno. La bici elettrica entra (oggi come mai) di prepotenza nella nostra quotidianità. La stessa è però un mezzo in parte diverso rispetto alla bicicletta alla quale siamo abituati, in quanto partecipa alla nostra pedalata in maniera attiva. Per questo mezzo, statistiche alla mano, si prevede un ottimo futuro. Per le biciclette più in generale: pure. Problematiche quali: salute, inquinamento, congestione del traffico ci coinvolgono pressoché giornalmente. La bicicletta rappresenta sicuramente una risposta tanto semplice quanto geniale, non dimenticando inoltre la parte economica”. Negli ultimi anni si è notato nel nostro Cantone un vero boom del ciclismo, dal tempo libero all’agonismo, come giudica questa riscoperta della bicicletta? “Dal punto di vista sportivo il Ticino è sempre stato un Cantone di amanti della due ruote. Alcuni grandi eventi che hanno contraddistinto l’ultimo ventennio (in particolare i Mondiali su strada di Lugano -1996e Mendrisio -2009-, come pure i Mondiali di MTB del Monte Tamaro -2003-) hanno contribuito forse in maniera fondamentale a cementare la passione per

la bicicletta. Un po’ meno positivo però è l’approccio alla bicicletta quale mezzo di trasporto quotidiano. In questo caso siamo indietro anni luce rispetto ad altre realtà svizzere ed europee”. Ecco, la bici stenta ad affermarsi, a differenza degli altri Cantoni, come un vero mezzo di trasporto al posto dell’auto. Cosa fare per incrementare anche da noi questo uso delle due ruote? “Questa è sicuramente una buona domanda. Se avessi anche una buona risposta, il nostro Direttore me ne sarebbe molto grato. Battute a parte: credo che oggigiorno sia difficile poter sviluppare il concetto della bicicletta quale mezzo di trasporto per motivi sia strutturali, sia culturali. In Ticino, oltre ai dislivelli naturali, manca una vera e propria rete di piste ciclabili che possano incentivare più persone a spostarsi in bicicletta. Questo fatto potrebbe esser in minima parte compensato se tutti gli automobilisti rispettassero alla lettera la regola della distanza minima di sorpasso (1.5 m) dei ciclisti. Un fattore che ci porta però sul versante culturale della questione. Ciò che secondo me funge da maggior freno allo sviluppo della bicicletta quale mezzo di trasporto è proprio l’approccio che la gente ha nei confronti della bicicletta stessa: difficile convivenza tra ciclisti ed automobilisti da un lato, e poca propensione ad utilizzarla, anche per brevi spostamenti, dall’altro. Credo che nell’ottica della pianificazione territoriale per il futuro vada presa seriamente in considerazione l’ipotesi di effettuare un lavoro importante dal basso, sviluppando il concetto della mobilità dolce (là dove possibile) fin dalle scuole elementari. Opere di miglioria a livello strutturale ed un coinvolgimento della popolazione a partire dalla giovane età potrebbero fungere da stimolo per tutti quanti”. Quello della bici è ormai un grande mercato, ci può fornire qualche cifra per la Svizzera e il Ticino? “In Svizzera si vendono annualmente circa 350’000 biciclette (la quota ticinese si aggira tra il 5 ed il 6% circa). Tra queste 50’000 sono delle biciclette elettrice. Se il primo dato è bene o male consolidato, il secondo ha subito un aumento molto importante negli ultimi 5 anni ed assume per tanto sempre più importanza percentuale nelle proporzioni e, soprattutto, in termini di fatturato”.

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Daniele Nottaris, Direttore New Rock Import Export SA, Davesco-Soragno

Sinergie con partner scelti e nuovi segmenti di mercato nel mondo dell’outdoor Daniele Nottaris

Il marchio New Rock si è ormai affermato anche in Ticino, quali crede siano le ragioni di questo successo? “Devo cominciare con una premessa che inquadri la New Rock: essa distribuisce 6 marchi leader nel settore Outdoor (Arrampicata, Scialpinismo, Trekking, Alpinismo, Telemark,….) ad un’ampia rete di negozi indipendenti sul territorio svizzero. È nata grazie a Romolo Nottaris (mio padre) che con la sua grandissima passione per la montagna e il suo buon fiuto per il commercio è riuscito a creare una azienda solida, affermatasi sul mercato da più di trent’anni. Stile Alpino è nato dalla necessità e dal desiderio di mettere a disposizione del consumatore finale l’esperienza e le competenze sviluppate negli oltre trent’anni di attività nell’ambito montagna/outdoor. Con due punti vendita, a Lugano e Samaden, Stile Alpino è la vetrina ideale per i nostri marchi, oltre ada una referenza per il servizio in quanto unici Scarpa Test Center in Europa. Il marchio New Rock, generalmente, non è conosciuto dai consumatori. Lo sono invece i marchi proposti. Il successo dei nostri marchi sul mercato ticinese e svizzero è dovuto ad anni di lavoro cercando di trasmettere le esigenze dei nostri clienti, atleti e opinion leader ai nostri fornitori (produttori). Questa collaborazione di reciproca intesa tra tutti i vari anelli della catena ha fatto in modo che con determinazione siamo arrivati ai risultati del giorno d’oggi. Siamo convinti che questa sia l’attitudine vincente per affrontare il futuro con l’obiettivo di continuare a migliorare la qualità e l’affidabilità dei prodotti offerti”. Lo sport oggi non è solo agonismo, ma è anche business a tutti i livelli. Non c’è il rischio che ciò snaturi l’essenza stessa dello sport? “Chiaramente al giorno d’oggi non si tratta solo di agonismo. Non credo comunque che il business possa snaturare l’essenza dello sport: a mio modo di vedere son due cose ben distinte. La necessità umana di praticare un attività fisica non dipende dal commercio creatosi. È l’offerta a essersi sviluppata sulla base di queste esigenze. La stessa cosa vale per tanti altri settori (alimentare, servizi, editoria, divertimento …). Effettivamente abbiamo sempre più superfici vendita sul territorio e l’evoluzione dei prodotti è caratterizzata da ritmi frenetici. Per qualsiasi marchio

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di referenza questo progresso, o sviluppo del prodotto stesso, diventa necessario per rimanere in gioco. Chiaramente causa diversi inconvenienti con la merce non più attuale che si accumula nei magazzini e che viene svenduta da oultlets o webshop a prezzi stracciati causando un sovraccarico di merce sul mercato. A dipendenza delle necessità e del potere d’acquisto, il consumatore finale compera un solo prodotto per la sua attività sportiva, e non più due, tre o quattro… Forse un giorno qualcosa dovrà cambiare per poter tornare a dei ritmi più naturali. Distribuendo dei prodotti molto tecnici, legati a discipline di nicchia, dove comunque è richiesta l’altissima qualità del prodotto e la competenza del venditore, New Rock è sempre più convinta che la sinergia con i negozi giusti sia essenziale. In tutti questi anni d’attività siamo cresciuti grazie ad una rete capillare di negozi tecnici e abbiamo cercato di puntare alla qualità del servizio, offrendo al consumatore finale un valore aggiunto indiscutibile. I proventi di questo «business» ci permettono anche di sostenere lo sport, aiutando i giovani talenti ad evolvere verso nuovi obiettivi. Inoltre grazie alle competenze e all’esperienza acquisita, Stile Alpino offre a tutti gli appassionati di montagna l’equipaggiamento più adatto, in funzione dei percorsi e dello stile di ogni amante della montagna. La consulenza al consumatore finale è il servizio a cui cerchiamo di dedicare la maggiore attenzione, e quindi la pratica dello sport in sicurezza ne giova”. Lo sport oggi investe anche il mondo della moda, nei grandi eventi mediatici e persino per lo stile di vita, insomma è sempre più anche una risorsa economica, come vede questo salto di qualità? “Sì, in generale vediamo sempre più marchi e negozi che cercano di ampliare collezioni e assortimento coprendo nuovi settori per attingere a nuove fette di mercato. Questo non solo nello sport e nella moda ma su tutti i fronti. È comprensibile e penso possa anche funzionare. La cosa più importante è riuscire a mantenere la propria identità: «chi troppo vuole, nulla ottiene». New Rock distribuisce 6 marchi prestigiosi nell’ambito Outdoor, ma per il momento non pianifica un espansione verso altri settori (moda, tennis, calcio,...). Concentriamo le nostre energie


al miglioramento continuo del servizio offerto. Siamo sempre all’ascolto della nostra clientela, attenti e aperti ai nuovi prodotti che potrebbero completare il pacchetto già offerto attualmente I marchi da noi distribuiti in qualche caso propongono prodotti più orientati alla moda o al Lifestyle mantenendo comunque il look tecnico e caratteristico del marchio. Anche questi prodotti vengono proposti dalla stessa rete di negozi, perché il pubblico si identifica nella propria passione e vuole esprimerla nella vita quotidiana”. Negli ultimi anni si è registrata una notevole crescita dei negozi di articoli sportivi. Cosa rappresenta oggi in Ticino il settore commerciale sportivo? “Sì, in Ticino abbiamo visto un incremento nel numero di negozi che offrono articoli sportivi, sono sorte diverse succursali di grandi superfici, diversi Outlet e qualche nuovo negozio di bici con tutti i prodotti correlati in un settore che ha avuto una forte espansione. Per New Rock il mercato ticinese rappresenta il 6% del fatturato totale, ma è molto importante. In quanto azienda ticinese, stiamo attenti agli sviluppi del territorio e lo consideriamo come un biglietto da visita per i nostri partner”. Quali sono i criteri guida per gestire commercialmente lo sport con successo? “Grazie alle nuove tecnologie oggi si accede a tutto, ovunque e in qualsiasi momento; ci sono sempre più offerte sia sul nostro territorio che all’estero. Il problema è la competenza e di conseguenza la sicurezza del consumatore. Siamo convinti che il servizio personalizzato, le competenze e le conoscenze del personale di vendita facciano la differenza. Beninteso, nel nostro settore la qualità del prodotto ha la priorità su tutto! Il nostro compito è quello di capire le esigenze del rivenditore per poter consigliare i migliori articoli per la sua clientela. La chiave del successo è la capacità di reagire alle nuove esigenze del mercato”.

Benvenuti nella nostra Banca, anche noi siamo una PMI. Essendo una banca locale e indipendente sotto il profilo imprenditoriale, siamo noi stessi una PMI e pertanto conosciamo le sfide con cui vi confrontate. Siamo flessibili, ci impegniamo per il raggiungimento dei vostri obiettivi e parliamo la vostra stessa lingua. Nel contempo facciamo parte del Gruppo Raiffeisen, che può contare su oltre 200 consulenti alla Clientela Aziendale. Per questo disponiamo di un‘ampia rete e del know-how necessario per fornirvi una consulenza competente e orientata al futuro. Affidatevi anche voi ad un partner equo e solido, come ha già fatto una PMI su tre in Svizzera. Sia che si tratti di traffico dei pagamenti, liquidità, investimenti o della vostra successione. Fissate oggi stesso un appuntamento di consulenza. www.raiffeisen.ch/pmi

Con noi per nuovi orizzonti

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Ospite di Lisa Pantini

“CC”, lo sport e il business

Christian Constantin

Christian Constantin. Personaggio poliedrico, ha affascinato la nostra 95esima Assemblea generale dello scorso 12 ottobre con un vivace dibattito moderato da Giancarlo Dillena, Direttore del Corriere del Ticino. Vogliamo fare qualche riflessione attorno al tema dello sport e del business, dalle considerazioni che sono emerse da Christian Costantin, che ha intrattenuto brillantemente la platea con argomentazioni interessanti, che ci pare utile riproporre qui, dato il tema a cui dedichiamo alcune pagine di quest’ultimo Ticino Business del 2012. Lo sport, l’economia, le correlazioni tra questi due mondi apparentemente distanti, ma solo in superficie: sono molti i risvolti “business” nello sport, li trovate descritti nelle parole degli ospiti che abbiamo intervistato su questo numero. Classe ‘57, imprenditore, architetto, ma anche sportivo e Presidente del FC Sion, con il quale ha conquistato molti successi. In “CC”, come lo chiamano i media, il binomio dei due ruoli non si può scindere: un impresario innovativo ed un Presidente che ogni anno reinventa il suo Sion e lo mantiene competitivo, lottando contro tutti e tutto, esponendosi in prima persona, facendosi scivolare addosso le critiche (che lui ha liquidato con un “je m’en fous”), sempre fuori dagli schemi, sempre all’avanguardia. Calciatore professionista, portiere in alcune squadre ticinesi, ora Presidente del Sion FC, ha una profonda conoscenza del Ticino: nelle sue parole durante la nostra Assemblea si è potuto vedere come le logiche sportive non sempre si possono separare dall’ambito economico/politico e come spesso le tattiche e le strategie sportive possano invece essere usate anche come metafora logica imprenditoriale/aziendale. Una dicotomia (vincente) anche in questo caso. CC ha evidenziato come in Ticino manchi lo spirito di fare gruppo per un obiettivo comune, una difesa

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collettiva della nostra regione per un interesse unico. Per riuscire, nello sport come nella propria attività aziendale, occorre impegno e duro lavoro, per far funzionare “il business” ci si alza la mattina e si va al lavoro, senza giochi speculativi. Facendo un paragone con il mondo calcistico, se la nostra attività fosse una squadra di calcio, una partita si potrebbe anche perdere a tavolino. Ma perché? Perché deludere chi ci “vuol bene” e chi vuole fare e costruire qualche cosa con noi? Perché dare così tante soddisfazioni ai nostri avversari? Per battere un’antagonista occorre impegnarsi al massimo per raggiungere un risultato, si deve lavorare molto rispetto ad altre situazioni, riducendo i problemi che si incontrano, senza aver timore di affrontarli. L’avversario viene sconfitto con una migliore analisi e tattica di gioco e con giocatori ottimi. Viviamo e lavoriamo in un contesto con standard elevati, abbiamo le capacità di vincere (o per lo meno di affrontare) qualsiasi sfida. La nostra posizione, i nostri valori, le cose in cui crediamo vanno sempre difese con convinzione. Chi se non noi stessi può difendere e perorare la nostra causa? All’infuori di chi ci crede, nessun altro lo farà. Riecco l’importanza di fare gruppo per ottenere un risultato. E questo non si può applicare solo ad un ambito sportivo, piuttosto che ad una PMI, vale per una regione, una città o una Nazione. Occorre accettarsi come si è, portando avanti le proprie battaglie, con un’etica che prevede l’uscita a testa alta dalle situazioni che si vivono e il mantenere la parola data, con un obiettivo comune nel mettersi insieme e fare squadra per le battaglie che vogliamo portare avanti, difendendo il sistema-Paese. Certo, i problemi ci sono, nel calcio come nella vita aziendale, ma si possono affrontare.


Biblioteca liberale di Alessio del Grande

C’era una volta l’America C’è l’America pauperista e statalista che, secondo Piero Ostellino, è ormai incarnata dal Presidente Barack Obama, e c’è l’America contaminata dal virus del capitalismo clientelare, che rischia di corrompere quello che era il modello liberale per eccellenza, analizzata da Luigi Zingales nel suo ultimo saggio “Manifesto capitalista” edito da Rizzoli. Zingales, economista e docente all’Università di Chicago - autore di un altro saggio che ha fatto parecchio discutere “Salvare il capitalismo dai capitalisti” - propugna il ritorno al liberalismo delle origini come antidoto alla degenerazione del capitalismo finanziario e ai guasti operati nel mercato dalle lobby e dai monopoli, consolidatisi grazie alle tutele della politica. Per Zingales è stato l’intreccio perverso tra affari e politica, tra finanza e poteri istituzionali a compromettere il modello liberale degli USA e quel sistema di valori, fondato su libertà d’impresa, responsabilità personale, merito e libera concorrenza, che avevano fatto la fortuna di questo Paese. “L’idea di libero mercato - scrive - è stata sequestrata dall’affarismo che ha alterato l’equilibrio aureo della democrazia americana”. Un rapporto perverso che ha messo fine a quello che storicamente è stato “l’eccezionalismo” USA, ossia un sistema in cui, a differenza della maggior parte dei Paesi occidentali, l’affermarsi della democrazia ha preceduto l’industrializzazione e in cui la prima legge antitrust, lo Sherman Act, risale addirittura al 1890. La peculiarità del capitalismo americano, spiega l’economista, sta nel fatto che “esso si è sviluppato in un momento storico in cui la quota del prodotto interno lordo controllata dal Governo era molto ridotta: il Governo federale, infatti disponeva di scarse risorse finanziarie e aveva un potere piuttosto modesto. Per avere successo gli imprenditori erano costretti a sfondare sul mercato”. Dunque, un modello che si è affermato al di fuori di ogni logica protezionistica o di tutela statalista, a differenza di altri Paesi, quali il Giappone, le Tigri Asiatiche, la Francia, il Brasile e persino il Canada, in cui si è invece consolidato un capitalismo creato dallo Stato o sotto la diretta protezione dello Stato. Con la conseguenza che alcuni gruppi di cittadini hanno potuto accumulare grandi ricchezze, godere di privilegi e tutele, e acquisire anche una posizione dominante, distorcendo con ciò le regole della libera concorrenza. Quelli che erano stati i fattori propulsivi del modello americano, col tempo hanno perso la loro spinta, “la quota di PIL controllata dal Governo è andata progressivamente aumentando e al tempo stesso è andata crescendo la regolamentazione”, e quindi, sottolinea Zingales, il potere dell’esecutivo sull’economia. È questo il retroterra su cui fermenta la deriva clientelare - statalista del capitalismo

statunitense, che ha visto il “grande capitale diventare sempre più abile a mungere denaro dal Governo”. Un intreccio perverso tra potere politico, affari e taluni centri finanziari che si manifesterà a pieno soprattutto dalla fine degli anni ‘90 in poi col salvataggio operato dalla Federal Reserve del Long Term Capital Management, allora il più grande hedge fund, per arrivare ad altri salvataggi famosi con la crisi dei subprime. Come quello nel 2008 dell’Aig, il gigante delle assicurazioni che ricevette dal Governo americano, a condizioni incredibilmente favorevoli, la stratosferica cifra di 223 miliardi di dollari per evitare il fallimento. Inevitabilmente, nota Zingales, più si è andato rafforzando questo rapporto tra politica e affari, tra poteri istituzionali e oscuri centri del grande capitale, tanto più è venuto meno il consenso dell’opinione pubblica al libero mercato. Un consenso travolto anche dalla scandalosa concessione di centinaia di milioni (in gran parte pubblico denaro frutto d’interventi governativi di soccorso) a manager che aveva contribuito in maniera determinante a disastrare le loro imprese. Ecco, allora la caduta della generale fiducia nel libero mercato, la percezione di un “sistema truccato” in cui le regole non valgono per tutti allo stesso modo. Da qui i movimenti di protesta e il risorgere di populismi di segno diverso ai quali, secondo Zingales, sfugge però la semplice verità che il male non sta nel mondo degli affari in quanto tale, ma “nel grande business monopolistico e politicamente clientelare; il male non è nel Governo in quanto tale, ma in un governo esorbitante, pervasivo e corrotto”. Come uscirne? Per l’economista va riattivata quella sana competizione che è l’anima di libera concorrenza tra interessi economici divergenti che è alla base del benessere di tutti. “La mancanza di competizione e le distorsioni create dai sussidi pubblici avverte - sono le cause principali dei problemi economici odierni, incluso il declino del reddito reale della classe media americana”.

Titolo: Manifesto capitalista

Autore: Luigi Zingales

Editore: Rizzoli

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Dirit to di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico Cc-Ti

Revisione del Regolamento svizzero d’arbitrato internazionale

Dal 2004, sette Camere di commercio e dell’industria si sono unite per fornire, con crescente successo, servizi arbitrali secondo il Regolamento svizzero d’arbitrato internazionale (“Swiss Rules”). Nonostante il riferimento al carattere “internazionale” dell’arbitrato, le Swiss Rules sono senz’altro applicabili anche agli arbitrati interni, ovvero alle controversie che coinvolgono parti domiciliate in Svizzera. Il Regolamento svizzero d’arbitrato internazionale, con quasi 600 procedure amministrate nei sette anni dalla sua adozione, è stato sottoposto a revisione per diventare strumento ancora più efficace. L’amministrazione leggera da parte dell’istituzione arbitrale, la celerità nell’emissione delle decisioni (lodi) da parte dei tribunali arbitrali, come pure la qualità delle medesime, sono le ragioni principali del suo successo. Questi vantaggi sono rafforzati dalle novità introdotte dalla revisione entrata in vigore lo scorso 1°giugno. Le nuove Swiss Rules 2012 possono essere scaricate dal sito dell’Istituzione Arbitrale delle Camere Svizzere: www.swissarbitration.org/sa/en/rules.php. Di seguito elenchiamo alcune fra le principali novità:

Organizzazione Con la revisione delle Swiss Rules, sono state modificate le denominazioni dell’istituzione arbitrale e degli organi amministrativi. L’istituzione è ora denominata “Istituzione Arbitrale delle Camere di commercio Svizzere. Il “Comitato d’arbitrato” è stato rinominato “Corte arbitrale” onde garantire, tra l’altro, una maggiore incidenza e riconoscibilità a livello internazionale.

Nomina e revoca degli arbitri Il nuovo articolo 5.3 conferisce alla Corte nuovi poteri discrezionali per la nomina degli arbitri e per la loro revoca. Ispirato al regolamento UNCITRAL, tale disposto è di soccorso nell’ambito di svariate situazioni in cui la costituzione del tribunale arbitrale rischia di fallire. Gli art. 8.3 a 8.5 delle Swiss Rules già regolavano gli scenari multiparti. Il nuovo disposto garantisce ad esempio la costituzione del tribunale arbitrale in circostanze in cui le parti si sono accordate per un numero di arbitri diverso da uno o tre.

Velocizzazione delle procedure La procedura d’avvio dell’arbitrato è pure stata modificata. Se nella clausola compromissoria è prevista la nomina di un arbitro, le parti dovranno nominare il proprio arbitro già nella richiesta d’arbitrato, rispettivamente nella risposta. Grazie alle nuove Swiss Rules le procedure saranno più incisive, ritenuto che le parti devono di regola allegare alla memoria di domanda, rispettivamente alla memoria di risposta, tutti i documenti e prove sui quali intendono fondarsi (articoli 18.3 e 19.2). La revisione pone così uno standard più severo alla presentazione e completezza degli allegati di parte. Infine, aspetto non irrilevante, l’art. 15.8 consente al tribunale arbitrale, con l’accordo delle parti, di adottare le misure necessarie per favorire la risoluzione bonale della controversia. Se le parti imboccano questa via, esse rinunciano automaticamente al diritto di invocare l’imparzialità dell’arbitro a motivo della sua partecipazione nell’ambito delle trattative. La possibilità di favorire un accordo bonale ha guadagnato notevole 18  Ticino Business

consenso a livello internazionale, per il risparmio in termini di tempo e denaro.

Procedura accelerata La procedura accelerata è una peculiarità delle Swiss Rules, molto apprezzata sin dalla loro adozione. Tale procedura è infatti stata utilizzata in controversie con valore di causa inferiore a CHF 1 milione in oltre il 36 % dei casi dal 2004. Questo strumento è rimasto invariato, tranne per la richiesta di un “anticipo provvisorio” di CHF 5’000, richiesto all’attore prima che gli atti vengano trasmessi al tribunale arbitrale. Ciò consente al tribunale arbitrale di iniziare la procedura senza dover attendere il versamento degli anticipi.

Congiunzione Le regole per la congiunzione di procedimenti sono state modificati in modo da rispondere ad un’esigenza di equità nei confronti di tutte le parti coinvolte. In caso di congiunzione di procedimenti, si considera che tutte le parti abbiano rinunciato al loro diritto di designare un arbitro, incluse le parti coinvolte nel primo arbitrato, con il quale il nuovo caso viene congiunto.

Controllo dei costi L’emolumento di registrazione, la tabella degli onorari degli arbitri ed i costi amministrativi dell’istituzione rimangono invariati nelle nuove Swiss Rules (Appendice B – Spese dell’arbitrato). Il ruolo della Corte nell’ambito del controllo dei costi è tuttavia divenuto più incisivo. Prima della revisione, il ruolo dell’istituzione arbitrale si limitava ad una consultazione. Secondo il nuovo art. 40.4, la Corte controllerà la determinazione degli onorari, spese e costi del tribunale arbitrale. La Corte può o approvare la decisione dal tribunale arbitrale, oppure adattarla con effetto vincolante per quest’ultimo.

Misure cautelari Le nuove Swiss Rules tengono conto del fatto che l’efficacia delle misure cautelari può, in determinate circostanze, essere garantita unicamente se sussiste la possibilità di emanarle inaudita parte. A determinate condizioni, il tribunale arbitrale potrà quindi pronunciarsi sulla richiesta di tali misure tramite ordinanza preliminare, ancor prima che la richiesta venga notificata alle controparti (art. 26.3).

Procedura d’urgenza Una delle novità delle Swiss Rules è la procedura d’urgenza (art. 43). A meno che le parti non si siano accordate diversamente, una parte può richiedere una procedura d’urgenza previamente alla costituzione del tribunale arbitrale. La Corte nominerà e trasmetterà gli atti ad un “arbitro dell’urgenza”. L’arbitro dell’urgenza dovrà decidere sull’istanza entro 15 giorni dalla data in cui gli atti gli sono stati trasmessi. La decisione esplica gli effetti di una pronuncia su misure cautelari da parte di un tribunale arbitrale secondo l’art. 26 Swiss Rules. La decisione è vincolante per le parti fintanto che il tribunale arbitrale, una volta costituito, non la modifichi o emetta un lodo finale.


Attualita` di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

Attenzione a non restare infilzati sul palo della cuccagna Articolo apparso sul “Corriere del Ticino” il 17.11.12

Tra le molte iniziative popolari per le quali si stanno raccogliendo le firme in questi mesi, una non può che incuriosire: l’iniziativa popolare «per un reddito di base incondizionato». L’idea dietro a questo discorso, già abbozzato negli anni ‘60 dall’economista Milton Friedman, è semplice: ogni adulto che faccia parte di questa società riceverebbe ogni mese – indipendentemente se ricco o povero, sano o malato, disoccupato o no – 2’500 franchi, ogni bambino 625. Sebbene gli iniziativisti ammettano che «l’economia svizzera è la storia di un successo che ha portato benessere agli abitanti di questo Paese», essi sono convinti che «è tempo di riorganizzare la nostra società in modo più intelligente». Sempre secondo gli autori, basterebbe poco per concedersi un reddito di base e dunque vicendevolmente “libertà e responsabilità”, poiché si tratterebbe in gran parte di sostituire le prestazioni sociali versate attualmente. È dunque opportuno interrogarsi sulla possibilità di finanziare questa cuccagna incondizionata per tutti. I costi e i possibili risparmi L’introduzione del reddito di base in Svizzera porterebbe la Confederazione a versare alla popolazione oltre 200 miliardi di franchi. Approfondendo l’aspetto dei possibili risparmi sulle prestazioni sociali attuali, ci accorgiamo che in effetti il reddito di base basterebbe a coprire interamente le rendite AVS e parte delle prestazioni AI (comprese almeno il 50% delle spese amministrative). Questo ridurrebbe l’onere per lo Stato di oltre 43 miliardi. A questi si aggiungono i risparmi nell’ambito delle prestazioni complementari (1,7 miliardi), dei sussidi alle assicurazioni malattia (2 miliardi), delle indennità per perdite di guadagno (1 miliardo), dell’assicurazione disoccupazione (3,8 miliardi), degli assegni familiari (quasi 5 miliardi), dell’assistenza sociale (4,6 miliardi) e delle borse di studio (300 milioni di franchi). Una sproporzione non finanziabile La somma dei risparmi supera i 60 miliardi all’anno. Rispetto alla necessità di finanziamento rimane però uno scoperto annuale di quasi 140 miliardi di franchi. Per contestualizzare questo importo lo paragoniamo al gettito della principale imposta a livello svizzero, l’IVA che nel 2010 ha generato risorse per lo Stato di 20,7 miliardi, un settimo dell’importo che sarebbe necessario per colmare la lacuna di finanziamento creata dall’iniziativa.

Per mantenere l’equilibrio sui conti statali, i 140 miliardi di franchi mancanti dovrebbero essere finanziati evidentemente attraverso un aumento di imposte. Supponiamo che questo accada in parte con un aumento dell’imposta sul reddito (IFD) e un’altra parte – ben superiore – con l’imposta sul valore aggiunto. Indipendentemente dal modello di calcolo utilizzato, si giunge a tassi di IVA che superano il 50%. Ma non è tutto: anche queste stime sottovalutano l’aumento di imposte necessario a finanziare il reddito di base. Infatti ai dati considerati si aggiungono altri elementi che non sono stati presi in considerazione, come ad esempio l’immigrazione – è lecito attendersi una pressione fortissima di gente che intenda approfittare del bengodi – e le probabili conseguenze drammatiche sul commercio estero (ammazzato con un tasso di IVA a questi livelli). Le reazioni effettive degli individui ad un intervento economico di una simile portata sono difficili da pronosticare. La sola certezza che rimane riguarda le ricadute economiche negative di proporzioni mai viste che, secondo differenti stime, condurrebbero ad una riduzione del PIL del 20% (!). L’Eldorado resta dunque un mito. “L’impulso culturale e il gusto di vivere” proposto dagli iniziativisti non sarebbero nient’altro che un passo deciso verso il baratro. Una cuccagna e una riorganizzazione della società impossibile.

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At tualita` di Avenir Suisse

Il ceto medio è sotto pressione

Nel confronto internazionale il ceto medio svizzero sta molto bene, è un dato di fatto. L’ultimo studio di Avenir Suisse mostra come il 60% intermedio degli stipendi negli ultimi vent’anni è cresciuto sì in termini reali, ma in modo meno importante dei salari alti e bassi. Un’analisi approfondita della redistribuzione statale mostra che il ceto medio si ritrova “imprigionato”: ha difficoltà a distinguersi verso il basso, mentre l’ascesa verso l’alto è difficoltosa. Si può dire che la struttura salariale ha subìto alcune scosse: mentre gli stipendi più alti e quelli più bassi sono cresciuti del 10-15%, i salari del ceto medio più basso e centrale non hanno potuto tenere il passo e sono aumentati di appena il 6-8%.

centro della società è in trappola, perché fa fatica a distinguersi dalla parte più bassa e allo stesso tempo gli viene resa più ardua l’ascesa verso la parte superiore della scala sociale. Le tariffe secondo il reddito (per la cura esterna dei bambini e i sussidi per la cassa malati) portano le famiglie con doppio reddito a progressioni implicite che possono raggiungere anche il 90% del secondo salario. Questo mette il bastone tra le ruote alla partecipazione delle donne al mondo del lavoro e limita la possibilità di un’ascesa graduale. Oltre al peggioramento relativo dei salari medi e dei rendimenti formativi, questo può essere il motivo principale della disillusione e dei malumori diffusi nel ceto medio.

La resa delle formazioni terziarie

Il ceto medio è difficile da definire

I rendimenti formativi delle istruzioni terziarie (università, scuola universitaria professionale e formazione professionale superiore) rispetto alla formazione professionale sono aumentati a partire dal 1994 tra gli uomini del 35-45% e tra le donne del 27-37%. Allo stesso tempo sono stagnati i rendimenti formativi dei lavoratori in possesso di un apprendistato rispetto ai lavoratori poco qualificati. In generale la formazione intermedia (grado scolastico II, in genere con apprendistato) ha marciato sul posto rispetto ai livelli d’istruzione più bassi (nessuna formazione post-obbligatoria) e ha perso decisamente terreno rispetto agli strati più istruiti (livello terziario). Questi cambiamenti sono una conseguenza della polarizzazione delle qualificazioni richieste: il progresso tecnologico e la delocalizzazione di determinate attività all’estero mettono sotto pressione soprattutto i lavori con esigenze medie. Compiti impegnativi (per esempio ricerca e sviluppo e consulenza) e una parte delle attività meno complesse (servizi personali, vendita) non possono venir automatizzate e sono difficilmente dislocabili all’estero. Un ulteriore motivo dell’incertezza che si percepisce in ampie parti del ceto medio svizzero è da ricondurre all’attività statale. Lo stato interviene nella distribuzione del reddito con imposte non coordinate, tariffe e transfer: spesso per il ceto medio la redistribuzione si dimostra un gioco a somma zero.

Non vale sempre la pena lavorare di più

Mentre gli strati più bassi ne traggono vantaggio, il ceto medio centrale e quello superiore ne sostengono parte dell’onere. Una buona parte del ceto medio attivo, dopo le tasse e i transfer, si ritrova così al confine con il ceto inferiore. Allo stesso tempo lo stato eleva la maggior parte dei salari bassi a livello del ceto medio inferiore. Si può quindi dire che il

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Chi appartiene alla classe media? Un’analisi del centro della società si rivela, a livello metodologico, alquanto complessa anche perché il termine «ceto medio» risulta particolarmente sfumato: la maggior parte della popolazione svizzera sente di appartenervi. Il valore di riferimento determinante resta il salario, anche se esistono due definizioni correnti: rientrano nel ceto medio tutte le economie domestiche (1) che si collocano nel 60% intermedio della distribuzione del reddito, rispettivamente (2) il cui reddito rientra tra il 70 e il 150 per cento del reddito mediano (ossia del centro della distribuzione). In Svizzera, i limiti di reddito della classe media sono comunque vicini in entrambe le definizioni. Del 60% intermedio fanno parte le economie domestiche formate da un’unica persona con un reddito lordo compreso tra 45’000 e 100’000 franchi. Per un’economia domestica formata da una coppia senza figli, questi confini si spostano a 67’000 e 150’000 franchi. Un’economia domestica formata da una coppia con due figli in età scolastica appartiene al ceto medio se il suo reddito lordo è compreso tra i 94’000 e i 209’000 franchi. Il volume, grazie a dati e cifre, desidera migliorare la comprensione del ceto medio svizzero e contribuire ad un dibattito più oggettivo e meno emozionale. In fondo non serve una «strategia per la classe media»: occorre lasciarle la possibilità di agire nel modo più libero possibile insieme alla possibilità di usufruire di una politica della formazione coerente. Questo articolo si basa sulla presente pubblicazione: «Der strapazierte Mittelstand» di Patrik Schellenbauer, Daniel Müller-Jentsch e altri autori, 292 pagine, Avenir Suisse e Edizioni Neue Zürcher Zeitung, 38.- Fr., disponibile nelle librerie. Un riassunto in italiano della pubblicazione è scaricabile su: www.avenir-suisse.ch/it


Buone Feste! La vostra Cc-Ti

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At tualita` di Lisa Pantini

Cc-Ti goes social La presenza nostra sui social network si intensifica sempre maggiormente. La novità? L’App della vostra Cc-Ti

L’importanza di essere online e di comunicare non è certo una novità. Da anni la rete è sulla cresta dell’onda ed ha radicalmente cambiato il nostro modo di vivere, comunicare, agire, pensare. In tutti i contesti, in ogni ambito: privato, professionale, relazionale. L’interazione tra attori sul web sui social network offre nuove vie di business e di comunicazione e al contempo ci proietta verso opportunità di crescita esponenziale legate ai nuovi sbocchi d’affari. Facebook in primis, Twitter, Youtube, hanno rivoluzionato la comunicazione d’impresa, il numero delle PMI che hanno aperto una pagina/un canale su un social media è in costante aumento. Il social media marketing che ne deriva, permette alle aziende di relazionarsi con i consumatori in maniera diretta, interagendo e commentando le notizie dell’azienda. È un sistema interessante poiché permette di ottenere dei feedback e delle valutazioni in tempo reale da parte di consumatori che assumono un ruolo attivo nella partecipazione al giudizio del prodotto/servizio. Un tema sentito, tanto che gli abbiamo dedicato un ampio approfondimento con interviste, articoli e riflessioni già lo scorso anno, su Ticino Business di settembre 2011 (lo sapevate che

sul nostro sito vi è un archivio elettronico con tutti i numeri di Ticino Business consultabile liberamente?). Anche la Cc-Ti da tempo è presente e molto attiva su Fabebook e Twitter, ha anche aperto un canale Youtube, e si adopera nell’organizzare numerosi momenti d’incontro e formazione sulla tematica del web e degli argomenti che ruotano attorno ad esso (social media, e-commerce, ecc.). Esempi? Il Business Breakfast della Cc-Ti – edizione ottobre 2012, dedicato all’e-commerce (di cui trovate un approfondimento su questo numero di Ticino Business, alle pagine 26 e 27), che ha visto partecipare un folto pubblico, sinonimo di un grande interesse per la tematica (che è stato e sarà replicato, nella stessa formula, con lo stesso argomento, anche in altre città del Cantone. Il primo appuntamento è stato a Bellinzona il 20 novembre, il 5 dicembre a Locarno e il 17 dicembre nel Mendrisiotto, a Balerna presso il Museo del Caffè Chicco d’Oro. Maggiori dettagli sul nostro sito), oppure l’evento dello scorso 21 novembre a Locarno, in collaborazione con la Società commercianti, industriali e artigiani del Locarnese (SCIA), dedicato al mondo dei social network.

La novità: l’APP della Cc-Ti gli smartphones, tablet, iPhone e iPad Dall’inizio di novembre la Cc-Ti ha sviluppato un’APP che è possibile scaricare su tutti i dispositivi mobili, poiché sviluppata per iPhone e iPad, come pure per i supporti che utilizzano il sistema Android. Disponibile su iTunes, per scaricare l’applicazione sui vostri cellulari iPhone o sull’iPad è possibile seguire questo link diretto https://itunes.apple.com/it/app/camera-di-commercio-cantone/id567693864?mt=8 o se preferite potete utilizzare il seguente QR Code:

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At tualita` di Lisa Pantini

Svizzera: una terra di inventori La Confederazione elvetica è ai vertici delle classifiche per depositi di brevetti pro capite, come pure in vetta alle classifiche per innovazione e sviluppo: la Svizzera è una Nazione competitiva. Abbiamo fatto il punto della situazione con l’Ing. Marco Zardi e l’Ing. Riccardo Biazzi di M. Zardi & Co. SA di Lugano, azienda ticinese costituita nel 1999 dall’Ing. Marco Zardi, consulente in proprietà industriale specializzato in ingegneria chimica, membro del network europeo di studi specializzati in proprietà intellettuale Eurattorneys. Grazie ad un team di 7 professionisti (specialisti in discipline tecniche quali elettronica, meccanica, chimica, chimica industriale, chimica farmaceutica e biotecnologie e in discipline giuridiche), si occupa di fornire consulenze specialistiche per brevetti, marchi, modelli, diritto d’autore, licenze e vertenze di diritto industriale. M. Zardi & Co. SA è un’azienda dinamica, che negli ultimi anni si è concentrata anche sui mercati esteri, oltre l’Europa, con uno sguardo ai Paesi emergenti in Asia liberare risorse. È utile in questo caso affidarsi a mani esperte: il dialogo costante tra l’azienda e il consulente in brevetti consente di stabilire la miglior strategia. Al contrario, rinunciare ad un buon portafoglio brevetti in modo indiscriminato, per tagliare le spese, rischia di essere un grave errore”.

Come si deposita un brevetto e in che modo si tutela un’invenzione? Quanto conta il potersi affidare ad un consulente esperto? Marco Zardi

Riccardo Biazzi

Siamo un popolo di inventori?

M. Zardi “Disponiamo di un terreno fertile di aziende che, soprattutto in tempi di congiuntura negativa, si danno da fare per ampliare i propri orizzonti, investendo in Ricerca e Sviluppo. Le statistiche parlano chiaro: siamo in vetta alle classifiche per competitività ed innovazione, e questo dato è espressione del grande lavoro che viene fatto nei laboratori sia delle multinazionali che hanno sede nel nostro Paese, sia delle piccole e medie imprese. Abbiamo aziende altamente specializzate che creano prodotti di punta nei settori tessile, meccanico, farmaceutico, chimico, dei trasporti. L’importante è la consapevolezza che le invenzioni devono essere tutelate per poterle sfruttare con un diritto di esclusiva”.

La crisi e l’attuale situazione congiunturale influenzano l’andamento di deposito dei brevetti?

M. Zardi “In tempi di crisi, si cerca di adeguare la gestione della proprietà intellettuale alle esigenze delle imprese, che comprensibilmente devono ridurre i costi. Ad esempio, si possono concentrare gli investimenti sulle tecnologie prioritarie, scegliendo di depositare i rispettivi brevetti solo in un numero limitato di Paesi chiave, oppure abbandonare brevetti di importanza strategica minore per

M. Zardi “Depositare una domanda di brevetto presso l’Istituto Federale è un’operazione relativamente semplice, mentre le procedure diventano un po’ più complesse se si cerca protezione anche all’estero. Esistono numerose convenzioni internazionali che la Svizzera ha ratificato e contribuito a creare, come la Convenzione sul Brevetto Europeo o il trattato PCT che regola una cooperazione internazionale in materia di brevetti, e una buona conoscenza di questo quadro legislativo è indispensabile per muoversi nel mondo della proprietà intellettuale. Il ruolo del consulente esperto però va ben oltre il deposito formale del brevetto; il suo contributo è spesso indispensabile per garantire la migliore protezione dell’invenzione, sia in fase di deposito della domanda di brevetto sia durante la prosecuzione”. R. Biazzi “Credo che sia fondamentale sottolineare, ora più che mai, la figura del consulente per assistere e consigliare al meglio il cliente. Se le caratteristiche e le varianti dell’invenzione, al momento del deposito della domanda di brevetto, non sono state vagliate accuratamente, c’è il rischio che l’idea non sia protetta a sufficienza e che possa essere sfruttata anche da altri. A quel punto sarà impossibile correggere il tiro. Dobbiamo poi ricordare che i brevetti riguardano spesso delle migliorie a processi o apparati complessi già esistenti, e il consulente in questi casi è una figura importante per pianificare le mosse migliori e proteggersi adeguatamente nei confronti della concorrenza”.

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At tualita` di Lisa Pantini

Chi è il consulente?

M. Zardi “Un professionista che possiede una formazione superiore tecnica ad esempio in ingegneria, fisica, chimica o biologia, abbinata ad una competenza giuridica. In questo modo può interfacciarsi con l’inventore e, allo stesso tempo, suggerire un corretto utilizzo degli strumenti di protezione che la legge e le normative internazionali mettono a disposizione. Semplificando, lo si può vedere come un interprete tra il mondo della tecnica e quello giuridico, una sorta di coach che lavora per ottenere la massima tutela dell’invenzione. Va poi ricordato che il consulente entra in gioco non solo per depositare nuovi brevetti, ma anche nei contenziosi, per esempio quando ci si muove per agire contro chi viola il brevetto, o per opporsi ad un brevetto depositato da un concorrente”. R. Biazzi “Dall’anno scorso esiste un registro dei Consulenti in Brevetti che è mantenuto dall’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale. Il consulente in brevetti raggruppa tutte le caratteristiche di cui abbiamo parlato, e l’esistenza del registro, al quale si accede con il superamento di un esame, è indubbiamente una maggior garanzia per chi cerca un supporto competente e affidabile”.

Il Tribunale federale dei brevetti è entrato ufficialmente in funzione dal 1° gennaio 2012. Quali compiti svolge?

R. Biazzi “Giudica le controversie di diritto civile in materia di brevetti, cioè le questioni legate sia alla validità di un brevetto sia alla violazione dello stesso. È una novità che allinea la Svizzera ad altri Stati Europei come Germania, Francia e Italia, dove esistono corti specializzate per questa materia”. M. Zardi “Il Tribunale si avvale attualmente di 38 giudici, dei quali due sono di carriera, gli altri sono giudici non di carriera con formazione tecnica o giuridica. È quindi un Tribunale in grado di trattare vertenze complesse in modo snello e

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veloce. Personalmente, ho l’onore di farne parte, essendo uno dei giudici non di carriera di formazione tecnica. Credo sia importante non solo per la mia attività, quanto per rappresentare il Ticino oltre Gottardo, all’interno di un’importante istituzione federale”. Maggiori informazioni: • M. Zardi & Co. SA: www.zardi.ch • Tribunale federale dei brevetti: www.bpatger.ch • Istituto federale della proprietà intellettuale e Registro dei consulenti in brevetti: www.ige.ch/it


At tualita` di Gianluca Olivieri, Managing Partner di Financial Technologies

La progenìe del “Predatore”

Gianluca Olivieri

Con questo articolo si conclude la serie continuativa di contributi forniti alla rivista Ticino Business dal nostro Studio, specializzato in operazioni d’impresa a carattere straordinario. Vorrei dunque congedarmi facendo un riepilogo sulle evidenze più importanti che abbiamo avuto modo di osservare in questo percorso espositivo, in relazione alle criticità ed alle opportunità cui si trova (e sempre più si troverà) confrontata la piccola e media impresa attiva alle nostre latitudini. 1. L e situazioni di trasmissione d’impresa agli eredi sono in forte calo, a vantaggio delle operazioni di cessione (e di apertura del capitale) a soggetti terzi. Il ruolo del “mercato” è dunque in costante crescita. 2. L e cessioni avvengono sempre più per tappe progressive, ovvero dapprima con un’apertura dell’equity ad investitori (spesso veicoli ad hoc) incaricati dal soggetto acquirente definitivo di mantenere la partecipazione per un “periodo di prova”, prima di passarla all’interno del perimetro ufficiale. 3. U na “fase predatoria” caratterizza la nascita dell’impresa ed il suo forte sviluppo, in un contesto dove l’Imprenditore, forte di competenze specifiche e di una sua visione, conferisce all’impresa tratti distintivi che le consentono di generare una redditività superiore a quella del mercato. In questa fase l’Imprenditore accumula una ricchezza famigliare importante. 4. L a “fase predatoria” si esaurisce però con l’avanzare dell’età (e delle energie) del fondatore, e a questo punto gli scenari sono generalmente due: a) u n inesorabile declino dell’impresa, dovuta all’incapacità degli eredi di sostituire la figura del fondatore. Depauperata della spinta imprenditoriale iniziale, l’impresa perde quote di mercato e capacità di produrre reddito, fino a diventare un’entità economicamente trascurabile. La ricchezza famigliare si esaurisce e si disperde. b) u na trasformazione dell’impresa con sostituzione del ruolo di conduzione dal fondatore ai suoi consanguinei. Il nucleo famigliare si amplia per cooptazione matrimoniale, e le attività di famiglia evolvono seguendo una “Leadership famigliare”,

basata sul rapporto di parentela tra decisori. Gli interessi famigliari restano ancorati al Core Business originale, ma inizia un processo di diversificazione delle attività, spesso introdotto dai “nuovi arrivati” in famiglia. La ricchezza famigliare assume una valenza sociale ed un proprio stile di conduzione (creazione di fondazioni, lancio di collezioni d’arte, ecc), staccandosi sempre più dalle logiche economiche del “periodo predatorio” precedente. 5. L a fase della “Leadership famigliare” si conclude con l’esaurirsi delle risorse matrimoniali in dotazione alla famiglia. A questo stadio si ripropongono generalmente altri due scenari: c) la famiglia mantiene il controllo delle attività del gruppo, trovandosi però costretta a ricorrere all’utilizzo di risorse mercenarie: si sviluppa un Management esterno all’impresa. È l’epoca della cosiddetta Leadership nominata. La famiglia assume un aspetto diverso da quello che caratterizza le attività d’impresa, e i destini delle due si separano. Subentra il rischio di fratture famigliari, che se mal gestito causa la dipartita delle risorse parentali più competenti che, lamentando una scarsa visione strategica da parte del resto del nucleo famigliare, si alleano ad esponenti scelti del Management. La scissione dalla famiglia dà inizio ad una nuova “fase predatoria” in ambiti d’attività nuovi o collaterali al Core Business originario. Le attività famigliari si frammentano ed il loro valore complessivo inesorabilmente si riduce. d) la famiglia cede il controllo dell’impresa ad altri soggetti economici, trasformandola in denaro e mantenendo solo altre attività marginali. Le nuove generazioni si formano allo scopo di vedersi impegnate in un ruolo nuovo, quello di Wealth Managers, ovvero di gestori della propria ricchezza con l’ausilio di professionisti qualificati. Restiamo a disposizione di quei soggetti Imprenditori che desiderassero una consulenza accurata e mirata, e ringraziamo i lettori di Ticino Business per l’ottima accoglienza dei nostri articoli e le numerose manifestazioni di stima.

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Eventi di Lisa Pantini

L’e-commerce oggi nella vita delle PMI ticinesi Paolo Lamberti

Si è svolto lo scorso 29 ottobre un seguitissimo BBC presso la Cc-Ti nella Sala Gildo Papa, intitolato “L’e-commerce ed il suo inserimento nella vita aziendale”. Un successo che sta a dimostrare quanto la formula dei Business Breakfast sia sempre più apprezzata dai nostri soci e dagli interessati, ma al contempo sottolinea come il tema dell’e-commerce sia sempre più rilevante per le aziende. L’e-commerce oggi ha preso piede in tutti gli ambiti commerciali, e consente a produttori e consumatori di scambiare beni e servizi per via elettronica, senza barriere di tempo o distanza; siano essi consumatori finali o altre imprese. Un potenziale da scoprire per nuove vie di business. Durante il nostro BBC, tenutosi in collaborazione con PostFinance, sono intervenuti Paolo Lamberti, Direttore PostFinance, Luca Tartaglia, Consulente e-services PostFinance e Silvio Bianchi, Responsabile PostLogistics base distribuzione Cadenazzo, che hanno spiegato ai convenuti come inserire l’e-commerce in una strategia aziendale di successo, come pure gli aspetti più tecnici (ad esempio la piattaforma informatica, logistica e finanziaria). La strada per la creazione di un negozio online di successo deve essere studiata e curata. Soprattutto occorre stabilire le linee guida necessarie per coinvolgere correttamente i partner e i clienti. Vi proponiamo qualche riflessione scaturita da questo nostro evento, approfondendo alcuni aspetti con il Signor Paolo Lamberti, Direttore PostFinance. Il BBC sull’e-commerce è già stato «sdoganato» anche in altri luoghi sul territorio cantonale, ne è la prova quello tenuto il 20 novembre scorso a Bellinzona, presso l’Hotel Unione, riproposto in maniera identica a quello del 29 ottobre; il 5 dicembre a Locarno presso l’Hotel Belvedere e il 17 dicembre nel Mendrisiotto, a Balerna presso il Museo del Caffè Chicco d’Oro. Vi ricordiamo infine che approfondimenti sul tema dell’e-commerce verranno proposti durante il 2013, presto saranno resi noti ulteriori dettagli. Buona lettura!

Grande interesse per la tematica: un folto pubblico ha seguito la presentazione

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Direttor Lamberti, per una PMI che opera nel contesto economico e congiunturale attuale, qual è il valore aggiunto dell’e-commerce?

“Con l’e-commerce è possibile generare valore aggiunto a più livelli. Innanzitutto l’e-commerce permette un’apertura verso nuovi segmenti e nuovi mercati. Inoltre, qualora l’attuale ambito di business aziendale dovesse trovarsi sotto pressione, l’e-commerce permette un riposizionamento in modo innovativo. Tramite l’e-commerce le aziende possono entrare in contatto con una nuova generazione di clienti che possiede una buona dimestichezza con i servizi elettronici. Si tratta inoltre di un ambito che può aiutare a ridurre i costi, ottenendo in parallelo nel Web una presenza a costi moderati”.

Quali benefici si possono trarre dall’e-commerce a livello aziendale e a quali difficoltà/rischi si va incontro?

“Vi sono parecchi benefici che si possono ottenere , e i principali li abbiamo appena citati. Come per ogni attività aziendale bisogna però essere pronti a gestire i possibili rischi. Per quanto concerne questi ultimi possiamo annoverare per esempio i punti seguenti: • il gruppo target si è abituato al modello attuale; • i cambiamenti nel comportamento (d’acquisto ma non solo) dei clienti sono delle sfide; • internamente è assolutamente necessario preparare e testare i processi prima di un’uscita sul mercato (per esempio i servizi clienti devono essere pronti a ricevere domande via social network e i processi interni devono essere messi in atto)”.

Come funziona l’attivazione dell’e-commerce per un’impresa? A cosa si deve pensare (ad esempio: logistica, pagamenti, spedizioni, piattaforma web, ecc.)?

“Sostanzialmente abbiamo 2 principali alternative per l’introduzione: 1) implementare unicamente l’e-commerce (lo shop online), 2) oppure procedere attraverso un partner, che sottopone delle offerte più articolate all’azienda. In generale: la strategia, le attività di marketing, la concezione della logistica, gli aspetti legali, l’informatica e la gestione finanziaria devono essere ben definiti, concertati tra loro e prevedere armonicamente il (nuovo) canale di distribuzione e-commerce (o essere ridefiniti/adattati per

esso). Se da un lato ognuno di questi ambiti preso da solo può non essere un fattore critico per il successo dell’attività di e-commerce, dall’altro esso può però, se non concepito e armonizzato con gli altri, trasformarsi in un «fattore critico di INsuccesso»”.

In qualità di partner affidabile, PostFinance cosa può offrire alle aziende che vogliono operare in questo contesto?

“PostFinance offre soluzioni complete nell’ambito ecommerce. In qualità di Payment Service Provider può offrire tutti i mezzi di pagamento riconosciuti a livello sia svizzero che internazionale (per esempio carte di credito, carta PostFinance, PayPal). PostFinance permette alle aziende interessate di disporre di una piattaforma di epayment stabile, estremamente flessibile e modulabile (non da ultimo anche graficamente) sulle esigenze specifiche dei clienti. Inoltre, essendo PostFinance parte del Gruppo «La Posta Svizzera», il nostro cliente ha accesso con unico fornitore a tutto quanto rientra nel «mondo Posta». PostFinance e la Posta sono nel caso specifico dei partner ottimali, dal momento che sono in grado di offrire, «sotto lo stesso tetto», logistica, pagamenti e spedizione. Ad esempio, a dipendenza delle esigenze (e delle strategie del cliente), entrata della merce del fornitore, pagamento delle sue fatture, stoccaggio della merce, picking dei prodotti, confezionamento, spedizione della merce, fatturazione, pagamento online / incasso dei pagamenti, gestione dei resi, ecc.”.

I BUSINESS BREAKFAST DELLA CAMERA SEMPRE AGGIORNATI SUI BUSINESS BREAKFAST E GLI EVENTI DELLA CC-TI

Per tutte le informazioni sui nostri prossimi eventi, sul prossimo Business Breakfast e sui programmi dettagliati e le modalità d’iscrizione, visitate il nostro sito web: www.cc-ti.ch!

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Eventi

Agiamo insieme! Un vero successo

Come anticipato nello scorso numero di Ticino Business, si è svolto lo scorso 19 novembre l’evento di premiazione delle aziende che si sono distinte nella reintegrazione professionale di collaboratori che hanno subito un danno alla salute, nell’ambito di “Agiamo Insieme!”, il nuovo progetto comune di Cc-Ti e Ufficio AI. Nel corso della serata, tenutasi presso l’Auditorium di Banca Stato a Bellinzona, sono intervenuti Paolo Beltraminelli, Consigliere di Stato e Direttore Dipartimento della sanità e della socialità, Carlo Marazza, Direttore dell’Istituto delle assicurazioni sociali, Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, e Monica Maestri Crivelli, Capo dell’Ufficio dell’assicurazione Da sin.: C. Marazza, J. Arlin, G. Lazzaroni, S. Micheletti, On. P. Beltraminelli, S. Dolfini, invalidità. L’evento è stato presentato e moM. Maestri Crivelli e G. Pagani derato da Julie Arlin. Con questa manifestazione si è voluto sottolineare l’importanza della collaborazione e della creazione di rete tra istituzioni e associazioni private per un partenariato efficace nella gestione in azienda di personale che ha subito un danno alla salute. La piattaforma di collaborazione, definita “Agiamo Insieme!”, avvicina le istituzioni e il mondo imprenditoriale, garantendo un supporto ai datori di lavoro confrontati con casi di collaboratori che hanno subito un danno alla salute. Al contempo, intende ampliare la rete di aziende disponibili per facilitare l’operato degli uffici preposti al settore dell’invalidità. Lo scopo è fondamentalmente quello di mantenere il posto di lavoro delle persone in difficoltà. Sono ben 4 le aziende che hanno ricevuto un riconoscimento, che evidenzia in modo importante lo sforzo delle imprese verso i loro collaboratori per garantire l’inserimento professionale. Le imprese premiate sono Chocolat Stella SA (assicurato: Claudio Conforti), Edilcapri SA (assicurato: Alessandro Trapletti), Helsana Assicurazioni SA (assicurata: Anna Nappo) e Salmina e Ferrari SA (assicurato: Walter Kammermann). Di seguito una breve presentazione delle 4 aziende con indicazione delle misure intraprese per la reintegrazione lavorativa del dipendente che ha subito un danno alla salute. Tutte queste imprese hanno dimostrato di considerare la risorsa umana come il più importante capitale dell’azienda. I datori di lavoro hanno investito tempo e denaro, impegnandosi a fondo per il benessere del collaboratore, con il supporto fattivo dell’Ufficio AI e dei suoi consulenti, con i quali è stata insaturata una collaborazione proficua contraddistina da un dialogo costante, da incontri e consulenze speciifiche, ecc.). Ciò ha permesso anche un coordinamento con le diverse assicurazioni coinvolte (ad esempio la SUVA) e ha stimolato gli assicurati a rimettersi in gioco con la motivazione giusta. Su queste pagine vi sono alcuni paragrafi che presentano il lavoro di networking e sinergico che coinvolge aziende, ufficio AI e collaboratori. Esempi che illustrano bene come le imprese, troppo spesso accusate di mirare solo alla realizzazione del fatturato e di considerare i dipendenti solo come dei numeri, abbiano invece una forte sensibilità sociale e agiscano anche nel senso di una valorizzazione del capitale umano.

Chocolat Stella SA

Helsana Assicurazioni SA

Edilcapri SA

Salmina e Ferrari SA


HELSANA ASSICURAZIONI SA Helsana Assicurazioni collabora da tempo con l’Ufficio AI, da quando circa 5 anni fa, il Direttore di Helsana Stefano Della Bruna ha incontrato Monica Maestri per un appoggio nella formazione pratica di agenti di call center, in collaborazione con Labor Transfer di Camorino. Helsana si è sempre impegnata, quando si presentava la possibilità, ad assumere le persone in questione al termine del corso di formazione. L’azienda ha dimostrato una forte sensibiltà sociale, assumendo volentieri dipendenti motivati e pronti a reintegrarsi nel mondo lavorativo. Fondamentale è stato l’impegno a far passare il messaggio che non bisogna associare l’Ufficio AI solo ad assicurati con handicap fisici o mentali gravi a tal punto da comprometterne la possibilità di impiego. Il Direttore Stefano Della Bruna tiene a sottolineare che vi sono molte persone che, seppure confrontate a difficoltà gravi, hanno un potenziale che può essere valorizzato. La Signora Anna Nappo, ha iniziato il percorso quale agente di call center presso Labor Transfer per Helsana 2 anni e mezzo fa, benché il posto di lavoro non le fosse garantito da subito. In seno ad Helsana ha poi potuto proseguire il suo percorso lavorativo, trovando nella dirigenza e nei colleghi dei punti di riferimento solidi, che l’hanno spronata a rimettersi in gioco e a percorrere l’impegnativo cammino della reintegrazione. Helsana ha dimostrato di puntare in maniera decisa sulla valorizzazione del capitale umano.

SALMINA E FERRARI SA La Salmina & Ferrari SA è un’azienda attiva nell’ambito della posa di impianti elettrici e manutenzioni, operante da un trentennio sul territorio ticinese, con sede a Malvaglia. Essa occupa una ventina di dipendenti. È un’impresa molto sensibile con un forte senso di responsabilità sociale. Non a caso ha assunto diversi collaboratori che hanno subito un danno alla salute, fra cui anche il Signor Walter Kammermann nel 2009, dopo una candidatura spontanea dell’interessato. L’assunzione si è concretizzata dopo una cura e il reinserimento in strutture specifiche. Dopo qualche difficoltà e una sospensione dell’attività lavorativa, il titolare dell’azienda ha ricontattato l’assicurato per proporgli un lavoro quale magazziniere. La Salmina & Ferrari è quindi riuscita a recuperare il Signor Kammermann, le cui competenze professionali erano sempre state molto apprezzate. Dall’inizio dell’anno, egli si occupa della gestione del magazzino, con buone prospettive di una carriera quale elettricista. Occorre sottolineare il rischio assunto dal datore di lavoro nel portare avanti con costanza la reintegrazione dell’assicurato. Questo dimostra la grande motivazione della ditta Salmina & Ferrari nel reintegrare persone con un danno alla salute. Grazie anche agli aiuti finanziari erogati dall’Ufficio AI è stato possibile reintegrare gradualmente la persona, che ha potuto così migliorare la sua situazione di vita, contribuendo al contempo al buon funzionamento dell’azienda.

CHOCOLAT STELLA SA Diretta dalla Signora Alessandra Alberti, Chocolat Stella SA di Giubiasco è un’impresa esistente dal 1928, che occupa circa 50 dipendenti e produce beni alimentari, in particolare cioccolato e prodotti di nicchia a base di cioccolato destinati ad esempio a diabetici. I prodotti sono esportati in oltre 50 Paesi. Azienda di stampo familiare, essa presta particolare attenzione al rapporto con tutti i dipendenti, mantenendo un ambiente aperto e accogliente. Il Signor Claudio Conforti, era l’operaio responsabile della macchina che lavora il cacao. In seguito ad un grave incidente della circolazione, egli ha subito un serio danno alla salute che l’ha costretto su una sedia a rotelle. Si sono pertanto rese necessarie numerose terapie riabilitative e di reintegrazione. L’azienda ha risposto in modo molto positivo ed aperto, facendo di tutto per cercare di ricollocare in altro modo il proprio dipendente. Chocolat Stella non aveva mai dovuto affrontare un caso del genere al suo interno, ma ha dimostrato grande apertura nell’affrontare la situazione, ribadendo la grande attenzione verso le risorse umane, fattore di successo decisivo per l’impresa. Importante sottolineare anche il supporto fornito dai consulenti SUVA ed AI e le sinergie che ne sono derivate. L’azienda ha pertanto creato una nuova posizione che corrispondesse alle caratteristiche professionali dell’assicurato, non più atto a svolgere la mansione precedente e ora occupato nella programmazione della produzione a livello amministrativo. Una volta deciso il progetto professionale dell’assicurato, Chocolat Stella si è chinata anche sul problema delle barriere architettoniche dell’edificio, che non era stato progettato per accedervi in sedia a rotelle. Si sono rese necessarie misure sia all’esterno che all’interno della struttura. Oltre a questi notevoli sforzi, al fine di agevolare psicologicamente l’assicurato all’interno dell’azienda, la direzione ha assunto (con notevoli sforzi burocratici) sua moglie (extracomunitaria), attiva nel settore produttivo.

EDILCAPRI SA Ubicata a Tesserete, Edilcapri SA è attiva da quasi 40 anni nel settore edile. Oggi è diretta dal l’Ing. Fogliada e dà lavoro a 29 operai. Una società che sin dalla sua costituzione ha puntato molto sulla prevenzione degli infortuni. L’Ing. Fogliada ha ridotto di molto negli anni il premio SUVA, passando dal 7% al 3% attuale. In effetti, il monitoraggio della sicurezza sul posto di lavoro ed il costante aggiornamento sul tema della sicurezza è una parte fondamentale per il buon andamento dell’azienda, con ripercussioni positive nel medio-lungo periodo in termini di minori assenze e riduzione dei premi. Un occhio di riguardo alla salute, insomma. Il Signor Alessandro Trapletti era già impiegato presso la Edilcapri quale operaio di cantiere addetto alla guida del packer, prima di subire un incidente che lo ha privato dell’uso del braccio destro. La possibilità di continuare a svolgere tale mansione, che era da sempre il sogno dell’assicurato, sembrava compromessa. In un primo tempo si era pensato ad un reinserimento in un settore commerciale impiegatizio. Tuttavia, tenendo conto delle caratteristiche e dei desideri dell’assicurato, Edilcapri, con il sostegno finanziario e la consulenza dell’Ufficio AI, ha investito affinché l’assicurato potesse tornare a manovrare i packer, permettendo un reinserimento professionale nella mansione svolta prima dell’infortunio. A tale scopo è stato acquistato un “ragno” appositamente modificato (è stato richiesto al fabbricante di poter manovrare il mezzo con una manopola joystick unica invece delle due standard). La messa in funzione tecnica del mezzo ha richiesto tre mesi di prove e di modifiche tecniche. Dopo appena due settimane il Signor Trapletti era pienamente operativo con il nuovo comando, ed è tornato a lavorare a tempo parziale presso Edilcapri SA. Maggiori informazioni su www.cc-ti.ch e www.iasticino.ch La galleria fotografica dell’evento è consultabile sul nostro sito web © Foto di Loreta Daulte   29


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Eventi

Serbia: una realtà economica divisa tra passato e presente, ma che guarda al futuro Ha riscontrato un buon interesse l’ultimo degli eventi Paese organizzato nel corso del 2012, lo scorso 6 novembre. La Serbia, Stato relativamente vicino alla Svizzera in termini geografici, è una realtà economica stimolante per le PMI svizzere. La situazione economica in Serbia provata dalle guerre e condizionata dalla crisi nell’Unione Europea non è facile, ma il Paese resta tra i meno indebitati in Europa. Pur non disponendo di un accesso diretto al mare e continuando ad avere un tasso di disoccupazione molto elevato (quasi il 20%), questo Paese ha saputo crescere e svilupparsi raggiungendo un prodotto interno lordo di 46,11 miliardi di dollari (2011) che a livello pro capite nello stesso anno si attestava a 10’700 dollari. Negli ultimi anni si è assistito a massicci investimenti stranieri, in particolare dall’Austria e dall’Italia, soprattutto nel settore finanziario, ma anche nell’industria alimentare e delle bibite nonché nei settori dell’agricoltura e delle telecomunicazioni. Buona lettura!

Perché commercializzare ed investire in Serbia? Intervista a Jelena Akovic, Senior Legal Advisor, Serbia Investment and Export Promotion Agency

Jelena Akovic

Come si posiziona la Serbia nel contesto economico globale? “Negli ultimi anni, l’economia ha registrato una crescita grazie ai numerosi investimenti stranieri e al miglioramento continuo del proprio contesto imprenditoriale. La Serbia ha ottenuto lo status di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea nel marzo del 2012, e vanta una buona collaborazione con la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, che nel settembre 2011 ha approvato per un periodo di 18 mesi uno stand-by arrangement del valore di circa 1.1 miliardi di euro, al fine di aiutare a mantenere la stabilità macroeconomica e finanziaria del Paese. Questo programma è anche volto a migliorare le condizioni per gli investimenti e a salvaguardare l’economia serba contro i rischi conseguenti alla crisi in Europa. Per accelerare il processo d’integrazione economica e commerciale con l’UE, la Serbia ha iniziato ad applicare unilateralmente l’Interim Trade Agreement nel gennaio 2009. Inoltre la nostra Nazione sta progressivamente eliminando i dazi doganali per l’importazione di prodotti agricoli e industriali provenienti dall’UE, e prevede anche l’abolizione di tutti i dazi entro il 2014. La Serbia ha registrato uno dei migliori risultati nell’attrarre gli investimenti esteri diretti nel 2011, superando tutti i suoi concorrenti regionali. Anche le esportazioni sono aumentate rispetto all’anno precedente, quasi del 15%”. Qual è l’immagine della Svizzera nel suo Paese e come sono visti i prodotti elvetici? “La Svizzera vanta un’ottima nomea in Serbia ed è spesso sinonimo di prosperità e stabilità. I prodotti provenienti dalla Svizzera hanno un’immagine di prodotti affidabili, precisi e generalmente di alta qualità. Siccome parte della diaspora

serba risiede in Svizzera, esistono sentimenti molto positivi nei confronti della Svizzera da parte dei cittadini serbi”. Parliamo dapprima di export e poi di investimenti: in quali settori i prodotti svizzeri possono trovare un mercato di sbocco in Serbia? E in quali ambiti si registra invece un incremento degli investimenti esteri? Infine, quali fattori incentivano tali investimenti? “I prodotti svizzeri possono trovare sbocchi soprattutto nel settore chimico, farmaceutico ed elettronico. Negli ultimi anni le esportazioni svizzere verso la Serbia riguardavano soprattutto prodotti chimico-farmaceutici, apparecchiature mediche, macchinari e apparecchiature elettroniche, orologi e gioielleria, dispositivi utilizzati nell’industria tessile. La Repubblica serba ha una fitta rete di accordi di libero scambio, tra cui uno con gli Stati membri dell’AELS: i prodotti industriali esportati dalla Serbia in Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia sono esentati dal pagamento dei dazi doganali, ad eccezione di un numero molto limitato di beni. Il commercio dei prodotti agricoli è disciplinato con accordi specifici stipulati con ogni Paese membro dell’AELS. Grazie all’accordo con l’UE, le esportazioni verso questo mercato beneficiano di un regime di libertà doganale. Infine, la Serbia è parte dell’Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) ed ha concluso accordi anche con la Turchia, la Russia, la Bielorussia e il Kazakistan. Gli ambiti negli quali si registra un incremento degli investimenti esteri sono soprattutto il settore automobilistico, tessile ed agroalimentare. Il regime fiscale serbo è molto favorevole agli affari: l’imposta sugli utili aziendali è del 10%, il secondo più basso in Europa, l’IVA al 18% è tra le più competitive in Europa centrale e orientale, mentre la ritenuta alla fonte

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Eventi

è del 20%. La manodopera serba offre una combinazione unica di alta qualità, ampia disponibilità e basso costo. Grazie alla collaborazione con le aziende straniere, i lavoratori serbi hanno acquisito un know-how specifico, adottato tecnologie avanzate e applicato un elevato standard di controllo della qualità. Le università contano circa 43 mila laureati all’anno, un terzo dei quali proviene dalle facoltà tecniche. Il mercato del lavoro è attivo, con un numero crescente di investitori esteri che delocalizzano le loro attività nel Paese.

Infine, il Governo offre un sostegno finanziario per progetti greenfield e brownfield in settori produttivi, nei servizi connessi all’esportazione e nel settore turistico. I fondi statali non rimborsabili sono offerti attraverso l’Agenzia serba per gli investimenti e per la promozione delle esportazioni (SIEPA). Per ogni nuovo posto di lavoro creato sono disponibili tra i 4’000 e i 10’000 euro di incentivi a fondo perduto. Per ulteriori dettagli invito a consultare il sito di SIEPA www. siepa.gov.rs”.

Entrare nel mercato serbo Intervista con Katalin Dreher, Consultant Eastern Europe, Osec

Katalin Dreher

Parliamo dell’entrata sul mercato: è facile fare business in Serbia? Come si presenta il clima d’affari? “La facilità di fare business in Serbia è paragonabile a quella di altri Paesi dell’Europa medio-orientale. La Svizzera ha stipulato già anni fa un accordo di libero scambio e una convenzione volta a evitare la doppia imposizione con la Serbia, quindi le condizioni quadro sono favorevoli agli scambi bilaterali. Le aziende rossocrociate incontrano una grande apertura nonché un approccio orientato agli affari e al servizio quando trattano con le controparti serbe. L’agenzia di promozione degli investimenti SIEPA è un partner eccellente che agisce in loco con la massima professionalità. I settori in cui le imprese svizzere si sono attivate finora sono l’edilizia, i generi alimentari, la farmaceutica, la metalmeccanica e i macchinari. Le aziende tedesche considerano la Serbia più attrattiva rispetto alla Croazia o alla Bulgaria”. Quali sono i fattori chiave che rendono il mercato serbo interessante per le imprese svizzere? O meglio: perché un’azienda rossocrociata dovrebbe prendere in considerazione

la Serbia quale mercato d’importazione/di destinazione? “La Serbia attraversa una fase di trasformazione che la maggior parte delle nazioni dell’Europa occidentale hanno affrontato anni fa. Gli investimenti nei trasporti pubblici, nell’energia, nella gestione dei rifiuti e nell’infrastruttura incentivano l’economia. Lo statuto di candidato all’UE porta fondi che consentono di armonizzare/incrementare l’economia rispetto agli altri Stati membri. Questi capitali permetteranno di acquistare prodotti e di acquisire progetti che richiedono tecnologie di punta. L’afflusso di investimenti diretti esteri aumenterà i fondi destinati alle apparecchiature e ai macchinari. Il clima positivo si ripercuoterà sugli stipendi: già ora, a Belgrado un ingegnere elettronico con una solida esperienza professionale guadagna circa 3’500 euro. Il mercato serbo, con i suoi 7,5 milioni di abitanti e la sua popolazione giovane e dinamica, rappresenta un grande potenziale per le imprese rossocrociate. Le relazioni strette a causa della diaspora dei serbi e l’ottima nomea dei prodotti svizzeri spianano la strada a un’entrata sul mercato coronata dal successo”.

Aspetti doganali, di spedizione e trasporto verso la Serbia di Angelo Betto, Direttore operativo, Cippà Trasporti SA Angelo Betto

La spedizione di merce in Serbia risulta essere di semplice esecuzione, bisogna tuttavia tenere presente alcune particolarità che possono aiutare nel rendere la cosa molto più agevole e snella. Per quanto riguarda la documentazione, è opportuno che questa sia fornita sempre in anticipo, sia al proprio spedizioniere che all’importatore in modo tale che, al momento

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della partenza della spedizione dal suolo svizzero, anche a destino tutto sia già stato predisposto per le operazioni doganali d’importazione. La documentazione richiesta prevede la fattura di vendita (dove siano indicati numero colli – peso lordo e peso netto – descrizione merce – origine – valore), un packing-list dettagliato dei colli (non indispensabile ma “caldamente” consigliato), una delega


allo spedizioniere per l’emissione del certificato di origine EUR.1 (l’accordo bilaterale tra Svizzera e Serbia prevede che la merce prodotta in Svizzera a destino non paghi dazio) ed infine il consueto Lieferschein - bollettino di consegna - o CMR indicante tutti gli estremi per la consegna del materiale. A livello burocratico non sono stati ancora raggiunti i tempi snelli di sdoganamento già acquisiti da alcune Nazioni dell’Europa occidentale, tuttavia seguendo questi pochi consigli i tempi saranno ragionevolmente ridotti. La Serbia è sicuramente una nazione che offre grosse opportunità di business, anche in virtù del fatto che grazie ad una grossa serie di agevolazioni messe in atto dalle autorità, molti gruppi europei hanno o stanno installando sul territorio grosse unità produttive. In prossimità di queste grosse aree industriali sono nati anche i principali terminal doganali Kragujeva, Belgrado, Novisad, Nis. Abitualmente la resa Incoterms più in uso è DAP (delivery at place) che prevede siano a carico e cura del cliente serbo le operazioni doganali import. Meno diffusa la resa DAT (delivery at terminal) che prevede lo scarico del materiale presso il terminal doganale dove verranno

effettuale le operazioni d’importazione. I trasporti via terra, sia di piccole partite che di grosse forniture sino ai trasporti eccezionali, transitano abitualmente dal Canton Ticino sul suolo italiano per poi raggiungere la Serbia tramite il passaggio in Slovenia e Croazia. La rete autostradale non ancora ad ottimi livelli, rende comunque possibile il transito con tempi solo leggermente più lunghi rispetto alla media europea. È altresì possibile effettuare trasporti via aerea con collegamenti diretti dall’aeroporto di Zurigo o Ginevra su quello di Belgrado. La forma di pagamento ad oggi più largamente diffusa è sicuramente quella del pagamento anticipato, anche se stanno iniziando timidamente ad apparire forma di pagamento dilazionato da 15 ad un massimo di 30 giorni data fattura. Noi di Cippà Trasporti possiamo fornire ai nostri clienti tutta l’assistenza e la consulenza necessarie al fine di garantire la buona riuscita di ogni spedizione verso e dalla Serbia nei tempi e nelle modalità concordate. Per qualsiasi esigenza contattateci, saremo lieti di mettere le nostre conoscenze a vostra disposizione.

Una testimonianza: l’azienda All Me Cosmetics & Pharmaceuticals di Belgrado, Serbia di Slobodanka Vlajcic, Luda Commodities Ltd e All Me Cosmetics & Pharmaceuticals Slobodanka Vlajcic

La nostra storia aziendale inizia, come la maggior parte delle storie davvero importanti della mia vita, nella nostra famiglia. La prima società cosmetica e farmaceutica è stata fondata da Jovan Vlajcic, il bisnonno di mio marito nel 1872, e quest’anno celebra il giubileo del 140°. Eppure, né mio marito né io abbiamo mai avuto alcuna esperienza in ambito farmaceutico (ad eccezione di creme, tonici e numerosi sieri sui tavoli da toeletta delle donne della mia famiglia – ho due sorelle e tre figlie -). Non eravamo sicuri dall’inizio che l’attività in prodotti cosmetici e di cura della persona sarebbe stata la scelta più idonea. Le grandi aziende di cosmesi attive sul mercato hanno solitamente vantaggi notevoli sulle piccole imprese e startup. Innanzitutto dispongono di più possibilità finanziarie che riescono ad impiegare in diversi modi: dalla ricerca alla sperimentazione, dalla sicurezza, alla pubblicità e al marketing. Possono utilizzare le risorse finanziarie per allocare i loro prodotti nei negozi e ottenere riduzioni dei prezzi sugli imballaggi e sulle materie prime, creando prodotti meno costosi. Anche se copiassimo una formula di un prodotto in maniera identica rispetto ad una grande azienda, non saremmo in grado di produrre merce ad un costo tanto basso quanto il loro. I marchi più noti sul mercato possono permettersi più scienziati, più mezzi di comunicazione e, infine, i mezzi supplementari e le dimensioni più ampie consentono loro di distribuire e piazzare i loro prodotti capillarmente e in più luoghi rispetto a quanto possiamo fare noi.

A un certo punto sembrò davvero che i “grandi” concorrenti presenti sul mercato fossero imbattibili e non rimanesse posto per noi. Poi abbiamo deciso di smettere di essere intimoriti ed effettuare un’analisi SWOT. Le nostre ridotte dimensioni aziendali hanno comunque alcuni vantaggi notevoli: possiamo permetterci di non essere avidi. Le grandi aziende vogliono fare un sacco di soldi. Se un marchio non vende milioni, la grande azienda cosmetica non indagherà nemmeno sul motivo. Siamo in grado di prendere una grossa quota di un mercato più piccolo, perché i concorrenti più grandi non saranno in competizione con noi. E una piccola azienda può avere un reddito soddisfacente all’interno di un mercato di dimensioni ridotte/in una nicchia di mercato. Essendo una piccola azienda cosmetica, siamo in una posizione ideale per provare prodotti nuovi, innovativi e insoliti, che è un grande vantaggio. Ad una grande impresa cosmetica serve circa un anno e mezzo per sviluppare un’idea in un prodotto e immetterlo sul mercato. Noi possiamo farlo molto più rapidamente. In realtà siamo in grado di avere un prodotto finito, disponibile per la vendita in 6 mesi o meno. Una grande azienda cosmetica non lo può fare. A questo punto abbiamo deciso di iniziare a produrre la nostra linea di cosmetici, e di farlo professionalmente. La nostra priorità è stata quella di creare prodotti che funzionassero altrettanto bene come quelli creati dalle multinazionali, e di sviluppare il nostro marchio alfine di coprire i costi e permetterci di avere un reddito “decente”.

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Eventi

Il passo successivo è stato decidere dove ubicare la nostra produzione – e naturalmente abbiamo pensato alla Serbia, perché abbiamo origine serbe, ma avendo vissuto in Germania e in Svizzera la maggior parte della nostra vita adulta, abbiamo svolto un’approfondita ricerca. Questi sono i fatti che ci hanno aiutato a decidere di basare il nostro business in Serbia: - la Serbia è uno Stato membro dell’Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA), che comprende una zona di libero scambio con 29 milioni di persone. Questa regione è anche quella con il più alto tasso di crescita in Europa; - la Serbia è l’unico Paese al di fuori della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) che gode di un accordo di libero scambio con la Russia; - PricewaterhouseCoopers ha classificato la Serbia al 3° posto quale Nazione con un’attrattività nella produzione e al 7° posto per l’attrattività dei servizi IDE (Investimenti Diretti Esteri) tra le economie emergenti; - infine, con una popolazione di 7.5 milioni di persone, il mercato serbo è tra i più grandi della regione. Oltre ai benefici esistenti, come la sua posizione geografica strategica, esportazioni senza dazi verso i Paesi del

Sud-Est Europa e la Russia, una manodopera esperta ed istruita, a disposizione ad un costo competitivo, la Serbia ha il più basso tasso di imposta sulle società in Europa, che ammonta al 10%. Abbiamo poi contattato la Facoltà di Farmacia dell’Università di Belgrado per fare ricerche e definire gli ingredienti dei nostri prodotti. Ingredienti di qualità sono essenziali per garantire l’integrità del nostro marchio di cosmetici, per ovvie ragioni. Infine sono state svolte delle ricerche sul campo con focus group per testare il naming, il packaging e il profumo dei prodotti. Si può avere una linea cosmetica perfettamente confezionata con una vasta gamma di articoli a prezzo ragionevole, ma se manca la capacità di attrarre il mercato di riferimento, l’azienda è condannata in partenza. Attualmente stiamo iniziando la produzione della nostra prima collezione esclusiva per hotel, e pianificando la messa a punto della nostra strategia di marketing. Quindi, presto potrete constatarlo voi stessi.... Raffinati, sofisticati, squisiti, i nostri cosmetici vi piaceranno.

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO, MARZO 2012 • MESSICO: lunedì 4 marzo 2013 • ASEAN: mercoledì 20 marzo 2013 • ITALIA: giovedì 21 marzo 2013 • SLOVACCHIA: lunedì 25 marzo 2013 Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale gratuito con i consulenti dell’Osec e con i collaboratori degli Swiss Business Hub all’estero. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! CONTATTATECI AL NO. TEL. +41 91 911 51 37 OPPURE TRAMITE E-MAIL ALL’INDIRIZZO INFO.LUGANO@OSEC.CH, SAREMO LIETI DI FISSARVI UN APPUNTAMENTO.

La Germania allenta le disposizioni relative alla conferma di ricezione della merce (Gelangensbestätigung)

Gli scarsi consensi riscontrati dalla cosiddetta “Gelangensbestätigung” introdotta il 1° gennaio 2012 hanno indotto il Ministero tedesco delle finanze a rivedere questo attestato. La nuova bozza per la modifica del regolamento d’esecuzione relativo all’imposta sulla cifra d’affari allenta l’obbligo di prova in caso di cessione intracomunitaria. Infatti, la prova della ricezione della merce al luogo di destinazione all’interno dell’UE dovrebbe poter essere fornita, oltre che con la “Gelangensbestätigung”, anche con diversi altri documenti, ossia con: • il documento di spedizione (lettera di vettura); • due diversi tipi di certificati emessi dallo spedizioniere; • i verbali di “tracking and tracing” in caso di trasporto via corriere; • i certificati di ricezione emessi dall’ufficio postale. Le modifiche dovrebbero entrare in vigore il 1° luglio 2013. Fino a tale data, le imprese possono fornire le prove dell’esenzione fiscale per le cessioni intracomunitarie basandosi sulla nuova legge oppure su quella vecchia. Jahressteuergesetz.de: Gelangensbestätigung - Neuer Anlauf mit neuem Entwurf www.jahressteuergesetz.de/steuergesetze-2012/gelangensbestatigung-neuer-entwurf/ Spediteure.de: Durchbruch bei der Gelangensbestätigung www.spediteure.de/de/site/1952/262/n58/page/n58/index.xml?dm_i=C33,10IW4,2JPKQQ,33BCX,1

L’Italia aumenta l’IVA

Il governo italiano ha annunciato che aumenterà l’IVA di un punto percentuale, portando il tasso normale al 22% a partire da luglio 2013. L’incremento rientra nel quadro della Legge di stabilità, che prevede di aumentare anche il tasso ridotto di un punto percentuale all’11%. L’aliquota super ridotta dovrebbe invece rimanere invariata al 4%. KPMG Italy - VAT rate increases proposed for July 2013 www.kpmg.com/Global/en/IssuesAndInsights/ArticlesPublications/taxnewsflash/Pages/italy-vat-rate-increasesproposed-for-july-2013.aspx

CESIP: una panoramica degli standard e delle norme europee e cinesi

CESIP è il faro che dovrebbe fare luce nella giungla normativa tra Cina ed Europa. È stata battezzata “China-Europe Standardization Information Platform” la piattaforma accessibile al pubblico e finanziata dall’UE, dall’AELS e dall’ufficio cinese “Standardization Administration”, che consente di informarsi gratuitamente sugli standard e le norme tecniche vigenti in Europa e in Cina. La globalizzazione avvicina sempre di più l’Europa e la Cina. Tuttavia, si è ancora ben lontani da un’armonizzazione normativa, mettendo in difficoltà soprattutto le PMI. Per la prima volta hanno a loro disposizione uno sportello unico da cui evincere in modo rapido, semplice e gratuito quali siano gli standard, le norme tecniche e altri requisiti essenziali per entrare sul mercato europeo e cinese. Attualmente, CESIP informa su ogni standard e norma applicabile ai seguenti gruppi di prodotti e settori:

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

• apparecchiature elettriche; • dispositivi medici; • macchinari; • protezione ambientale. Seguiranno presto ragguagli su: • tessili; • giocattoli; • imballaggi; • efficienza energetica degli edifici. China-Europe Standardization Information Platform CESIP http://eu-china-standards.eu/Index.aspx Commissione europea/Novità (in lingua inglese): China-Europe: Information on standards and market requirements http://ec.europa.eu/enterprise/newsroom/cf/itemdetail. cfm?item_id=6271&tpa=0&tk=&lang=it

L’UE intende semplificare la valutazione dell’impatto ambientale dei progetti

La Commissione europea intende inasprire alcune disposizioni e allentarne altre in materia di valutazione dell’impatto ambientale (VIA) dei progetti. L’obiettivo è di ridurre l’onere amministrativo generato dalla VIA senza che venga meno la protezione ambientale. Le modifiche proposte dalla Commissione europea riguardano prevalentemente: • la procedura volta a determinare se una VIA è davvero necessaria (le valutazioni saranno richieste unicamente per progetti con un impatto ambientale importante; i progetti minori con ripercussioni locali ed emissioni già ridotte saranno approvati più rapidamente e a costi inferiori); • le fasi della procedura VIA da snellire e velocizzare (introduzione di uno scadenziario; semplificazione delle procedure che richiedono diverse valutazioni e coinvolgono più autorità); • le regole, che vanno rafforzate al fine di ottimizzare il processo decisionale (valutazione sistematica delle proposte alternative per ridurre l’impatto ambientale e motivazione chiara delle decisioni prese dalle autorità). Commissione europea: Ambiente: la Commissione razionalizza le norme relative alle valutazioni d’impatto ambientale dei progetti http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-1158_it.htm

La liberalizzazione del commercio caseario con l’UE è pagante

La liberalizzazione del commercio caseario tra Svizzera e UE in vigore da cinque anni ha fornito nuovi impulsi ai caseifici rossocrociati e li ha spronati a ottimizzare la qualità e l’innovazione nonché ad ampliare la gamma di formaggi per essere competitivi sui mercati europei. Le esportazioni sono aumentate a tal punto che la bilancia commerciale rimane positiva malgrado la forte crescita delle importazioni. Ufficio federale dell’agricoltura: La liberalizzazione del commercio caseario con l’UE migliora la qualità e la competitività www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=46498

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Cercasi fornitori svizzeri: impresa generale HENT AS in Norvegia e Samsung Electronics Research Institute (SERI) in Inghilterra

L’impresa generale HENT AS attiva sul territorio norvegese e con sede principale a Trondheim cerca aziende in grado di fornire i seguenti prodotti/servizi: • costruzioni in acciaio (strutture, impalcature, ecc.); • facciate (strutture in vetro, pannelli sandwich, ecc.); • metalcostruzione (scale, parapetti, recinti, ecc.); • impianti elettrici; • impianti di ventilazione; • sanitari; • strutture del tetto; • pareti/muri prefabbricati; • elementi prefabbricati in calcestruzzo; • pianificazione dei lavori; • architettura. HENT AS impiega 430 dipendenti e ha conseguito una cifra d’affari di 500 milioni di franchi nel 2011. HENT AS Company Presentation 2012 www.osec.ch/de/filefield-private/files/48015/field_blog_ public_files/13574 Samsung Electronics Research Institute (SERI), l’istituto di ricerche del gigante sudcoreano con sede a Twickenham, è specializzato nella telefonia mobile e il software per TV digitale. Attualmente SERI cerca fornitori di • low power mmWave transceiver technology, ma è anche interessato a soluzioni innovative nei seguenti ambiti: • smartphone/tablet; • interazione persona-computer; • navigazione indoor; • tecnica medica; • olografia audio-visiva. Samsung Research & Development www.samsung.com/us/aboutsamsung/ourbusinesses/researchdevelopment.html In caso di interesse prego contattare Sandra Tobler, Osec Consultant Europe, stobler@osec.ch, tel. +41 44 365 58 88

Procedura di transito comune anche con la Turchia

La Turchia ha aderito alla procedura di transito comune il 1° dicembre 2012. La PTC, valida in tutti gli Stati dell’UE e dell’AELS, permette di trasportare merci attraverso vari Stati in modo semplice ed economico. Nel paese in cui si apre la procedura di transito occorre prestare una garanzia, che è liberata dopo il corretto disbrigo della procedura. Amministrazione federale delle dogane: Procedura di transito comune - Adesione della Turchia a partire dal 01.12.12 w w w.e z v. a dmin.ch / zollinfo _ fir m en / ve r zol lung/03567/03571/index.html?lang=it&download=M3wBP gDB/8ull6Du36WenojQ1NTTjaXZnqWfVqHahmfhnapmmc 7Zi6rZnqCkkIN7fnx7bKbXrZ6lhuDZz8mMps2gpKfo&typ=. pdf

Al via un grande progetto turistico in Crimea

Il gruppo d’investimento ucraino Smart Holding è stato autorizzato a costruire uno dei maggiori progetti turistici che l’Ucraina abbia mai visto. La stazione balneare di 585 ettari “Balaklava Green” sorgerà in Crimea e potrà accogliere


30’000 turisti. I costi di realizzazione sono stimati in 2 miliardi di dollari. Il progetto comprende la costruzione di 20 alberghi, 7’000 appartamenti e case di vacanza, 90 ristoranti, bar e caffè nonché un acquapark di 60’000 mq. Zagorodna: Smart Holding approved business plan Balaklava Green resort www.zagorodna.com/en/articles/smart-holding-approvedbusiness-plan-balaklava-green-resort.html Märkte weltweit: Ukraine - Megaprojekt Balaklava Green für 2 Mrd USD geplant w w w.maerk te -welt weit.de /app.php/news / article?id=939056&productId=3

L’India rafforza la certezza del diritto nelle procedure d’arbitrato

I tribunali indiani potranno intervenire solo in modo limitato nelle sentenze arbitrali straniere. Questo è quanto sentenziato recentemente dalla Corte suprema indiana, migliorando sensibilmente la certezza del diritto per le imprese e gli investitori stranieri attivi in India. L’India ha firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze arbitrali straniere, ossia le sentenze pronunciate al di fuori dell’India per controversie tra persone fisiche o giuridiche indiane e straniere. In pratica, tuttavia, la legge accordava ai tribunali indiani ampie competenze di riesame, che consentivano di ritardare l’esecuzione delle sentenze o persino di annullarle. Queste competenze sono state revocate dalla Corte suprema e la legislazione indiana si è adeguata alla prassi internazionale, migliorando sensibilmente la certezza del diritto per le imprese e gli investitori stranieri. Tuttavia, la decisione presa il 6 settembre 2012 non avrà effetto retroattivo. Le sentenze d’arbitrato pronunciate prima di tale data rischiano di essere ancora sottoposte a riesami minuziosi. Gli specialisti suggeriscono quindi di verificare attentamente ed eventualmente di adattare i contratti stipulati con imprese indiane. Clifford Chance (Publications): Indian Supreme Court scales back intervention in foreign-seated arbitrations www.cliffordchance.com/publicationviews/publications/2012/09/indian_supreme_courtscalesbackinterventioni.html

L’India decide un’ulteriore liberalizzazione del mercato assicurativo

In futuro saranno consentite le partecipazioni estere fino al 49% nel mercato assicurativo indiano. La decisione presa recentemente dal governo indiano è stata accolta positivamente dal mercato interno e il parlamento non dovrebbe quindi opporsi all’approvazione e all’implementazione della nuova legge. Finora le partecipazioni di imprese straniere non potevano superare il 26%. È stata altresì portata al 49% la quota-parte massima di investimenti diretti esteri nei fondi pensione indiani, che hanno un bisogno urgente di nuovi capitali. India Briefing: Reform in India - Government Clears FDI in Insurance and Pension www.india-briefing.com/news/reforms-india-governmentclears-fdi-insurance-pension-5638.html/

La Cina facilita l’ingresso e il soggiorno della manodopera straniera altamente qualificata

In una lettera circolare, l’autorità competente “Ministry of Human Resources and Social Security” comunica che sono stati facilitati l’ingresso e il soggiorno in Cina della manodopera straniera altamente qualificata. A seconda della durata del soggiorno in Cina possono essere richiesti diversi tipi di visti, per esempio: • visto d’ingresso di cinque anni con un numero illimitato di soggiorni della durata massima di 180 giorni; • visto di lavoro o permesso di soggiorno della durata da due a cinque anni; • permesso di soggiorno illimitato. I visti valgono anche per i familiari, ossia per il coniuge e i figli di età inferiore ai 18 anni. China Briefing: Highly-Qualified Foreigners to Face Easier Visa Formalities in China www.china-briefing.com/news/2012/11/07/highly-qualified-foreigners-to-face-easier-visa-formalities-in-china.html

La Cina potenzia i trasporti pubblici urbani

La Cina aumenta gli investimenti a favore dei trasporti pubblici in zona urbana. Numerose città cinesi rischiano un collasso del traffico e risentono di un forte inquinamento atmosferico dovuto soprattutto al massiccio aumento degli spostamenti individuali in automobili private. Pechino spera che il progressivo potenziamento dei trasporti pubblici urbani possa decongestionare le strade e migliorare la qualità dell’aria. Per finanziare i progetti necessari al raggiungimento di questi obiettivi, il governo lancia una serie di programmi infrastrutturali. Inoltre, garantisce riduzioni fiscali e prezzi preferenziali sull’energia e sui combustibili alle imprese, che contribuiranno alla costruzione o alla gestione delle nuove reti di traffico urbano. Reuters: China vows to improve “lagging” urban transport system www.reuters.com/article/2012/10/10/us-china-economytransport-idUSBRE8990RD20121010

La Cina aumenta ulteriormente gli investimenti nell’industria ferroviaria

Il ministero cinese delle ferrovie ha aumentato gli investimenti destinati all’industria ferroviaria del 3,3%, ossia di 3,2 miliardi di dollari. Si tratta del terzo afflusso di fondi nel 2012. Il governo ha specificato che questi fondi saranno associati a incentivi fiscali al fine di accelerare la realizzazione dei progetti infrastrutturali pubblici. Reuters: China raises rail spending plan again to support economy www.reuters.com/article/2012/10/11/us-china-rail-investment-idUSBRE89A06V20121011

Nuova legge sugli investimenti in Myanmar

Il Myanmar ha una nuova legge sugli investimenti. Approvata dal Parlamento poi sottoscritta dal governo, contribuisce, malgrado alcune incognite, a migliorare notevolmente il clima degli investimenti di questo Paese che è vissuto a lungo nell’isolamento politico ed economico. Le principali novità sono:

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Commercio estero Pagine a cura di Osec Ticino

• revoca del limite massimo del 49% applicato ad alcuni rami per le partecipazioni estere nell’ambito di joint venture con imprese birmane; • abolizione del capitale minimo di 5 milioni di dollari (previsto nella prima bozza di legge; un importo minimo potrebbe essere nuovamente imposto dalla Myanmar Investment Commission in caso di necessità e a seconda dello sviluppo in alcuni settori economici); • agevolazioni fiscali per le imprese estere (durante i primi cinque anni d’investimento); • durata massima per il leasing di terreni prolungata da 30 a 50 anni con opzione di proroga di altri 10 anni. Alcune disposizioni rimangono invariate, per esempio la percentuale minima di dipendenti birmani impiegati nelle imprese finanziate con capitali esteri rimane del 25% all’avvio delle attività e sale al 75% quattro anni dopo. Non è ancora chiaro chi abbia le competenze all’interno della Myanmar Investment Commission per stabilire il capitale minimo d’investimento. Inoltre, le disposizioni su eventuali espropriazioni di pubblico interesse sono vaghe. Si spera che ulteriori regolamenti d’esecuzione facciano chiarezza. The Economist: Myanmar’s investment rules - Burmese haze www.economist.com/news/business/21565986-new-lawforeign-investment-not-entirely-reassuring-burmese-haze Swissinfo.ch: Myanmar state media details new foreign investment law www.swissinfo.ch/eng /news/international/Myanmar_ state_media_details _new_foreign_investment_law. html?cid=33876066

Avviati i negoziati per un accordo di libero scambio tra AELS e Malaysia

La firma di un documento orientativo il 5 novembre scorso ha dato il via ai negoziati per un accordo di libero scambio tra l’AELS (Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda) e la Malaysia. Il documento stabilisce il quadro e la portata delle trattative, che secondo quanto comunicato dal Dipartimento federale dell’economia verteranno sui seguenti temi: • traffico di merci e scambi di servizi (smantellamento tariffario, accesso preferenziale); • tutela della proprietà intellettuale; • investimenti (protezione e condizioni quadro ottimali); • appalti pubblici (accesso facilitato); • sviluppo sostenibile. Dipartimento federale dell’economia: Il consigliere federale Schneider-Ammann avvia le trattative per un accordo di libero scambio tra l’AELS e la Malaysia www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=46577

Il Laos aderisce all’OMC

Il 26 ottobre 2012, il Consiglio generale dell’Organizzazione mondiale del commercio ha accolto il Laos quale 158° membro. Tuttavia, l’adesione all’OMC prenderà effetto solo quando lo Stato dell’ASEAN avrà ratificato il relativo protocollo. È probabile che questo avvenga a dicembre affinché il Laos possa far parte dell’OMC a partire dal 2013, con tutti i diritti e doveri ivi connessi.

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World Trade Organization WTO: General Council accepts Laos’ membership, only ratification left w w w.w to.o r g /e n glis h /n e w s _ e /n e w s12 _ e /a c c _ lao_26oct12_e.htm

Green Guides: regole severe per la commercializzazione di prodotti ecologici negli USA

Cos’è permesso nella commercializzazione di prodotti ecologici e cos’è invece vietato? Cosa si può affermare sull’etichetta e cos’è invece considerato una truffa? Gli USA hanno prescrizioni e disposizioni precise in merito, che sono state raccolte nelle “Guides for the Use of Environmental Claims” pubblicate recentemente. Quanto verde è “green”, quanta ecosostenibilità è richiesta per essere “eco-friendly”, quanto biologico deve essere un prodotto “bio” e quanta materia riciclata è compresa nel “recycled content”? Gli USA vogliono essere chiari e hanno emesso tempo fa regole severe per lottare contro il marketing selvaggio della crescente offerta di prodotti venduti come “ecologici”. Probabilmente non si sono ottenuti i risultati auspicati poiché l’autorità competente, il “Bureau of Consumer Protection”, ha ritenuto opportuno chiarire quali siano le disposizioni e i divieti vigenti negli USA. Ogni prescrizione, regola, disposizione e norma è stata presentata a seconda dell’area tematica (“Complete Guides for the Use of Environmental Marketing Claims”) e riassunta in un sommario che consente una consultazione rapida (“Summary of the Green Guides”). Le “Green Guides” comprendono i regolamenti e le disposizioni riguardanti le seguenti indicazioni e qualità ecologiche: • rispettoso dell’ambiente (indicazioni generiche e senza ulteriori specifiche quali “ecologico”, “verde” oppure “bio”); • a impatto zero/zero emissioni di CO2; • con certificato eco/con marchio di qualità eco; • compostabili; • biodegradabile; • privo di sostanze inquinanti; • prodotto con energie rinnovabili; • fabbricato con materiali rinnovabili; • consumo ridotto di materiali; • ricaricabile; • non tossico; • non nocivo per l’ozono. Bureau of Consumer Protection: Environmental Claims Summary of the Green Guides http://business.ftc.gov/documents/environmental-claimssummary-green-guides Complete Guides for the Use of Environmental Marketing Claims www.ftc.gov/os/2012/10/greenguides.pdf

Osec

Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 – CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@osec.ch www.osec.ch


Commercio estero di Monica Zurfluh, Responsabile Osec Ticino e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

Export: motore dell’economia elvetica 2001-2011) e dove viene effettivamente creato valore aggiunto grazie alla manodopera qualificata ed agli investimenti in tecnologia, ricerca e sviluppo nonché in innovazioni di prodotto o processo. Naturalmente, anche il contributo alla crescita economica elvetica da parte del settore dell’export nel suo insieme risulta importante visto che corrisponde a circa il 35% del PIL. Esportazioni che storicamente sono spinte soprattutto dai settori dell’industria chimica e farmaceutica, dell’orologiero, degli strumenti di precisione nonché delle macchine e degli apparecchi elettronici. Monica Zurfluh

Marco Passalia

L’andamento del commercio con l’estero della Svizzera rappresenta oggi più che mai il termometro per misurare lo stato di salute dell’economia elvetica, un Paese che da sempre ha orientato i propri prodotti verso i mercati esteri. Attualmente, ci troviamo di fronte ad una lenta risalita dall’annus horribilis che ha caratterizzato il 2008, soprattutto nell’ultima parte, così come il 2009. Sul fronte delle esportazioni la partenza è stata fiacca ai blocchi di partenza, ma nella seconda parte dell’anno sembra aver recuperato un po’ di vigore con i settori dell’orologiero e del chimico-farmaceutico a tirare il carro. Ed anche il prodotto interno lordo (PIL) sembrerebbe mostrare dei timidi segnali di crescita (1.4% nei primi tre semestri del 2012) rispetto allo stesso intervallo di tempo del 2011 secondo le ultime indicazioni pubblicate dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO). Quando si parla di Svizzera a vocazione internazionale si intende un Paese con un saldo positivo della bilancia commerciale (24 miliardi di franchi nel 2011), dove le esportazioni crescono a ritmi apprezzabili (4.2% in media nella decade

Durante il 2012, secondo i dati ufficiali pubblicati dalle Dogane svizzere, le esportazioni hanno visto come protagonisti il settore orologiero e quello chimico-farmaceutico. Due ambiti d’eccellenza elvetica che non solo fanno sorridere la bilancia dei pagamenti dello Stato, ma che portano con sé anche un’immagine positiva, di qualità, di tecnologia e di innovazione con evidenti benefici per tutto il “Made in Switzerland”. Questi due settori hanno continuato a crescere per tutto il 2012 e nel terzo trimestre dell’anno ci sono stati segnali positivi anche da altri settori merceologici quali le derrate alimentari, le bevande e gli strumenti di precisione. L’altro elemento interessante che porta a guardare al 2013 con un pizzico di ottimismo è la diversificazione dei mercati di sbocco anche grazie agli accordi di libero scambio stipulati dalla Svizzera in seno all’AELS (associazione economica di libero scambio). Infatti, se tra i partner commerciali più importanti per le esportazioni elvetiche annoveriamo storicamente l’Unione Europea, con Germania e Italia in testa, e gli Stati Uniti a seguire, negli ultimi anni notiamo come vi sia stata una lenta ma importante ricerca di nuovi Paesi destinatari tra cui l’America latina, i Paesi appartenenti al Consiglio di cooperazione del Golfo e dell’area mediorientale nonché diversi Paesi emergenti del sud-est asiatico. Per concludere, è importante sottolineare che la strada del sostegno a chi è attivo nell’export è sì in salita, ma porterà certamente verso traguardi interessanti e premianti per tutto il sistema socioeconomico cantonale e nazionale. Quindi, occorre continuare a stipulare nuovi accordi di libero scambio, a snellire la burocrazia in ambito doganale con la grande collaborazione dei dirigenti delle Dogane svizzere, a formare gli impiegati nelle aziende esportatrici grazie al contributo di vari enti (Camera di commercio, Osec e Dogane) e ad incentivare il commercio con l’estero con varie misure promosse a livello cantonale (sostegno all’internazionalizzazione e per le fiere).

Fonte: www.dogana.ch

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Fiere internazionali

Hannover Messe - IndustrialGreenTec Hannover, 8 - 12 aprile 2013

IndustrialGreenTec, uno degli 11 saloni internazionali della Hannover Messe, è stato lanciato l’anno scorso, riscontrando subito un ampio successo. Si tratta della piattaforma multisettoriale dell’innovazione in tutte le fasi della catena di valore industriale. I principali segmenti dell’industria vi presentano i loro prodotti e servizi innovativi. Nessun’altra fiera presenta altrettante novità mondiali e soluzioni globali: infatti, per l’edizione del 2013 si stima un’affluenza di circa 200’000 visitatori e 6’000 espositori provenienti da una sessantina di nazioni. Le tecnologie verdi presentate “dall’industria per l’industria” comprendono la produzione a basso impatto ambientale, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti, gli impianti per la gestione idrica e per la protezione dell’aria, il trattamento delle acque, l’efficienza energetica e dei materiali, servizi ambientali, consulenza, certificazioni e valutazioni dell’impatto ambientale, finanziamento di progetti e di misure volte a tutelare l’ambiente. Il padiglione ufficiale svizzero SWISS Pavilion, ubicato in una posizione privilegiata nella Halle 6, è organizzato da Schoch Marketing su mandato dell’Osec e in collaborazione con lo Swiss Business Hub Germany, T-Link, energie-cluster.ch e Cleantech Switzerland. Il media partner è la rivista Umwelt Perspektiven. Informazioni generali sulla fiera: www.hannovermesse.de/de/ueber-die-messe/programm/leitmessen/industrialgreentec Informazioni sullo SWISS Pavilion: www.osec.ch/it/event/swiss-pavilion-industrialgreentec2013?lforce=1

BIO International Convention Chicago, 22 - 24 aprile 2013

L’organizzatore della fiera, la Biotechnology Industry Organization, rappresenta oltre 1’100 aziende e organizzazioni correlate, attive nella ricerca e nello sviluppo della biotecnologia nei rami sanità, agricoltura, industria e ambiente negli Stati Uniti e in una trentina di altre nazioni. La BIO International Convention abbina in modo ottimale il salone alle conferenze tenute da alti rappresentanti dell’amministrazione, scienziati, CEO e personalità. Comprende altresì il BIO Business Forum (one-on-one partnering) e la BIO Exhibition, la maggiore esposizione di biotecnologie al mondo. Si raccomanda la partecipazione a questa fiera alle imprese biotech e farmaceutiche, agli istituti di ricerca e agli investitori interessati ad allacciare contatti, scambiare esperienze e cogliere opportunità d’affari. L’edizione del 2012, svoltasi a Boston, ha contato oltre 1’800 espositori e 25’291 incontri di partnering (nel 2011: 21’183) tra 2’900 imprese e 190 presentazioni aziendali. Vi hanno partecipato oltre 2’000 espositori e sono stati allestiti 60 padiglioni nazionali e internazionali. I visitatori sono stati 16’505 provenienti da 49 Stati degli USA e da 65 Paesi. Lo SWISS Pavilion è organizzato dall’Osec in collaborazione con Swiss Biotech, Swiss Biotech Association e lo Swiss Business Hub USA. Sarà ubicato vicino a una delle entrate alla fiera e recherà sia il marchio “Switzerland.” che “Swiss Biotech”.

SWISS Pavilion: il padiglione ufficiale svizzero

Informazioni generali sulla fiera: http://convention.bio.org Informazioni sullo SWISS Pavilion: www.osec.ch/it/node/45156

FEIPLASTIC (BRASILPLAST) São Paulo, 20 - 24 maggio 2013

La prima edizione della biennale Brasilplast, ora ribattezzata Feiplastic, si è tenuta nel 1987 con 300 imprese e 50’000 visitatori. Da allora, non ha cessato di crescere fino ad accogliere, nel corso dell’ultima edizione nel 2011, 1’300 espositori provenienti da 36 Paesi e 65’000 visitatori su una superficie espositiva di 80’000 mq. Si tratta di una tra le cinque maggiori fiere dell’industria plastica e del caucciù. Con 193 milioni di abitanti e un PIL di 2,5 mille miliardi nel 2011, l’economia brasiliana è stata solo sfiorata dalla crisi globale. Gli esperti stimano una crescita del 2% nel 2012, con in testa le vendite al dettaglio, i servizi finanziari, gli scambi commerciali e l’edilizia. Inoltre, i Campionati mondiali di calcio nel 2014, i Giochi olimpici nel 2016 e altri incentivi in vista delle elezioni presidenziali nel 2014 dovrebbero generare una crescita del PIL tra il 3% e il 5% nei prossimi anni. Consigliamo la partecipazione alle aziende del ramo plastica e cacciù, attive con: produzione/commercializzazione di macchinari, apparecchiature e attrezzi, utensili e stampi, strumenti, collaudi e automazione, granulati sintetici, materie prime, processori di plastica, servizio e progetti tecnici, associazioni ed editori di pubblicazioni. Lo SWISS Pavilion è allestito per la seconda volta presso questa fiera importante in collaborazione con Swissmem, l’Associazione svizzera delle materie plastiche, lo Swiss Business Hub Brazil e la Swisscam Brasil. Informazioni generali sulla fiera: www.feiplastic.com.br/en/Home/ Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/it/node/45491

Informazioni sugli “Swiss Pavilion”: WWW.OSEC.CH/FIERE

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Vita dei Soci di Véronique Larssen, Responsabile comunicazione e sviluppo, World Trade Center Lugano

Il Canton Ticino e il World Trade Center Lugano: due sinergie particolarmente calamitanti

Durante la fine dell’Ottocento e nel primo Novecento gli uomini di pensiero e gli operatori economici provenienti da oltre il Gottardo, quando arrivavano sulle rive del lago di Lugano, usavano comunemente dire: un’affascinante porta dell’Italia. Oggi, una simile ma più globale tipologia di personaggi, afferma: “il Canton Ticino? La parte mediterranea della Confederazione Elvetica: molto bella, organizzata ed efficiente, dove le cose che più ci interessano funzionano!” Il territorio oggetto di tanta ammirazione esclusiva, è in realtà una somma di concretezze dovute ad una seria ed efficace mentalità formativa e motivazionale, supportata dalle proprie tradizioni culturali, imprenditoriali e capacità di governo. Valori che hanno da tempo modellato, e continuano a sviluppare, il tessuto produttivo ed amministrativo in maniera universalmente condivisa. “È in un simile contesto che l’operatività del World Trade Center Lugano si inserisce, da vent’anni, in perfetta sintonia con le istituzioni del territorio e con i propri partner internazionali. Se tradizionalmente le teorie economiche, immaginavano soluzioni fattibili per una piazza economica limitata ad un numero circoscritto di operatori, oggi abbiamo a che fare con un mercato che richiede metodi e soluzioni, più ricercate ma esaustive. Sistemi idonei per rendere le attività ancora in grado di produrre lavoro, benessere e mantenere lo sguardo sul futuro”. Questa la stringata sintesi dell’intervento, in occasione del ventesimo compleanno del WTC Lugano, da parte del Presidente, Signor Renato P. Dellea, un pioniere dell’accoglienza e delle possibilità di sviluppo offerte dal territorio e dalla struttura che governa. Il core- business ticinese, di questa mondiale associazione, è principalmente definito con l’espressione «Relocation». Un termine che interpreta, con immediata efficienza, le esigenze di società che desiderano continuare nello sviluppo, e rimuove le difficoltà oggettive di investitori privati intenzionati a cautelarsi nel nostro Cantone. Con il WTC come interlocutore molte problematiche sulle quali un operatore teme d’inciampare vengono agevolmente risolte. La nostra competenza è particolarmente positiva nel rispondere alle concrete esigenze di operatività: come il costituire in tempi brevi una società, reperire un ufficio, un terreno o una sede produttiva. L’esperienza e la filosofia di Relocation, totale o parziale, del nostro staff offre un’ampia gamma di opportunità e servizi: per il manager di un gruppo o per il singolo imprenditore, per le start-up alle società consolidate, dall’accreditato professionista sino al singolo operatore finanziario. Nel World Trade Center è possibile avere una sede di rappresentanza professionale o l’usufruire di un servizio più ampio come l’ufficio virtuale: dotato di una linea telefonica personalizzata

e gestito da una segretaria multilingue. Per gli uffici non virtuali disponiamo di 2’200 mq elegantemente arredati e suddivisi da 18 sino a380 mq. Spazi cablati e pronti all’uso: dotati di tutte le infrastrutture tecniche e di comunicazione. La InternetOne, un partner informatico internazionale, ha deciso, in occasione del nostro 20esimo compleanno, di offrire stabilmente e a titolo gratuito il suo servizio internet ad alta velocità. Inoltre: in occasioni di meeting, riunioni importanti o altro, il cliente potrà disporre delle nostre sale riunioni, del nostro sperimentato aiuto tecnico e di personale efficiente, per una miglior gestione degli eventi. Grazie al contributo di esperti dalla collaudata professionalità, partner attivi all’interno del WTC, è possibile controllare la propria efficacia operativa e, se richiesto, organizziamo consulenze in ambito fiscale e fiduciario. Possiamo tranquillamente affermare che nella realtà internazionale siamo diventati un solido, franco ed autentico punto di riferimento, non solo per gli operatori ma anche per i commercialisti e gli avvocati che indirizzano i propri clienti verso il Canton Ticino. World Trade Center Lugano SA Via Lugano 13, 6982 Agno Tel. +41 91 610 21 11 info@wtclugano.ch www.wtclugano.ch

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Vita dei Soci

Kairos allestimenti SA: è tempo di eventi Paola Tommasini

Gli eventi rappresentano una leva di comunicazione che permette il contatto diretto con il proprio target consentendo di trasmettere, senza intermediazioni, i valori e le peculiarità di ogni attività. Dalla colazione di lavoro per poche e selezionate persone al grande evento con migliaia di partecipanti, ogni azienda organizza un evento con l’obiettivo di creare visibilità e consapevolezza, fidelizzare la propria clientela o celebrare un avvenimento. Qualunque sia la ragione, ogni occasione di incontro ha la necessità di essere seguito con scrupolosa attenzione, cura dei dettagli e ricerca della perfezione. Tradurre in realtà tutto questo è un compito arduo: occorre passione, dedizione e soprattutto numerose competenze che solo un’azienda solida può fornire. Oggi in Ticino, c’è una nuova soluzione che si chiama Kairos allestimenti SA. Abbiamo incontrato Paola Tommasini, Direttrice di Kairos allestimenti SA, alla quale abbiamo chiesto di presentarci l’attività e le specificità dell’azienda da lei diretta Signora Tommasini, partiamo dal nome. Come mai avete scelto una denominazione così originale?

“Per gli antichi greci c’erano almeno tre modi di indicare il tempo: Aion, Kronos e Kairos. Aion rappresentava l’eternità, l’intera durata della vita, l’evo; era il divino principio creatore, eterno, immoto e inesauribile. Kronos si riferiva al tempo sequenziale nelle sue dimensioni di passato presente e futuro, lo scorrere delle ore. Kairos indicava invece il tempo opportuno, la buona occasione, il momento propizio - con una certa approssimazione - quello che noi oggi definiremmo il tempo debito. Per il nome ci siamo quindi ispirati al concetto che Kairos nell’antica Grecia indicava il «momento giusto o opportuno», quel momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale «qualcosa» di speciale accade”.

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Kairos è stata quindi la divinità che nell’antica Roma ha ispirato il detto «Carpe diem», slogan anche del famoso film «L’attimo fuggente».

“Certamente! Kairos rappresenta proprio quel particolare attimo che appartiene allo specialista che, avendo delle conoscenze specifiche, è capace di integrare i fattori di cui dispone per sfruttare al massimo la particolarità della situazione. Si figuri che lo slogan della nostra azienda, «in qualsiasi azione la miglior cosa è Kairos», l’ha scritto addirittura 500 anni prima di Cristo Pitagora di Samo, celebre matematico della storia antica a cui dobbiamo il famoso e omonimo teorema”.

Assolutamente originale, ma torniamo ai giorni nostri: in cosa consiste effettivamente la vostra attività?

“Forte di una competenza consolidata in 25 anni di attività nel settore dell’allestimento, Kairos allestimenti SA noleggia, fornisce e installa strutture, arredi e accessori adatti per ogni tipo di manifestazione, meeting o evento. Attrezzature di elevata qualità, ideali per creare un’atmosfera ricercata e raffinata in grado di trasformare ogni evento in un piacevole ricordo capace di durare nel tempo. Tensostrutture, gazebi, pareti divisorie e paraventi, pavimentazioni in legno, palchi, piste da ballo, tavoli di


varie dimensioni e altezze, sedie e coprisedie, tovagliato, appendiabiti, moquette, ombrelloni, lampadari e led, funghi riscaldatori e diffusori ad aria calda e tanto altro ancora. Affinché chiunque possa rendersi conto del valore della nostra offerta, in collaborazione con la Mazzantini & Associati di Lugano, abbiamo allestito un sito Internet che rappresenta un vero e proprio contenitore di idee e suggerimenti. Cliccando www.kairosgroup.ch ognuno potrà farsi un’idea sulla validità della nostra offerta e sulla vastità dei prodotti disponibili”.

Kairos allestimenti SA offre quindi ogni tipo di soluzione per creare un evento?

“In ogni occasione dico sempre di metterci alla prova. Senza impegno effettueremo un sopralluogo e sottoporremo all’attenzione del potenziale committente il nostro migliore preventivo certi che professionalità, flessibilità ed esperienza unite a funzionalità, eleganza e competitività ci rendano il partner ideale per ogni occasione di incontro, indipendentemente si tratti di un’azienda, un’associazione o un privato”. Kairos allestimenti SA Via Ligornetto 19c 6854 S. Pietro – Stabio Tel. +41 91 647 09 89 info@kairosgroup.ch www.kairosgroup.ch

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

20 anni in Paradiso Il Suitenhotel Parco Paradiso ha festeggiato lo scorso settembre i 20 anni con un evento al quale hanno partecipato i clienti più fedeli e gli amici del 4 stelle. Una festa che ha gettato le basi per un futuro luminoso e ricco di successi

Situato ai piedi del Monte San Salvatore, a circa 500 metri dal cuore di Lugano e dal lungolago, il Suitenhotel Parco Paradiso vi accoglie in un ambiente confortevole e meraviglioso, grazie alla sua sorprendente vista lago sul Golfo di Lugano. Sono passati 20 anni dalla sua apertura, alcuni anni fa la struttura è stata completamente rinnovata, con un cospicuo investimento che ha posto le basi per il successo di cui gode Parco Paradiso sia in Ticino che all’estero. Il Suitenhotel ha saputo ritagliarsi una quota di mercato sia tra gli indigeni, offrendo novità e svago per le cene, pranzi e momenti di relax all’insegna della convivialità in un ambiente esclusivo, come pure a turisti, business men, famiglie, ecc. che cercano in un angolo di Lugano la propria oasi di Paradiso per una vacanza, un breve soggiorno d’affari, una riunione con clienti importanti, l’organizzazione di un evento aziendale, di un congresso, ... Sono differenziate e molteplici le ragioni che portano la clientela a Paradiso, ed è difficile tracciare un profilo del cliente “tipo”. Dal 2005, anno della ristrutturazione, il fatturato è andato in crescendo e gli ospiti hanno apprezzato l’incremento di qualità e di servizi che gli venivano offerti e sono tutt’ora un atout per la struttura di Via Carona 27. Daniela Rusca, Direttrice, ed il suo team con passione e competenza sono a disposizione dei clienti. Parco Para-

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diso ha saputo, con maestria, pazienza, lavoro costante, ritagliarsi un profilo ben definito, crearsi una personalità vivace e di classe, che tutta la clientela, sia del luogo che turistica, apprezza. Un riconoscimento che è dato anche da dati importanti sull’apprezzamento della struttura per convegni, eventi aziendali, pranzi e cene, aperitivi, come pure dall’occupazione delle camere che è sempre ben superiore alla media svizzera (oltre l’80%), anche in tempi, purtroppo, non così rosei per il turismo. Settore, quello turistico, che ha visto continue inflessioni a livello generale, e che ha colpito tutte le strutture: solo le migliori hanno saputo far fronte a questa crisi. E Parco Paradiso è una di queste. L’attenzione al dettaglio, la capacità di rinnovarsi, la cura per il cliente ed un management attento hanno posto le basi per una gestione accorta anche in stagioni non così ridenti. Il 2012 finora non è stato un anno dei migliori, ma l’autunno si è prospettato buono ed è stato confermato tale, arrivando a sollevare un po’ le sorti dell’annata “horribilis” 2012. Un lavoro su sé stessi per migliorare sempre, un impegno costante verso il cliente.

Quali sono i segreti del successo del Suitenhotel Parco Paradiso?

L’ambiente, che per le sue qualità quali tranquillità, accoglienza e vista mozzafiato sul Lago Ceresio, è il luogo ideale per soggiornare a Lugano per una vacanza


o per un viaggio d’affari. L’hotel dispone di 65 suites, tutte di due o tre locali, equipaggiate con bagno, balcone o terrazza, telefono, high speed Internet, TV e pay TV, minibar, cassaforte. Un’area wellness con piscina completa l’offerta per i clienti. Parco Paradiso è ideale anche per le possibilità che offre ai clienti business: le capienti sale sono dotate di ogni comfort per la riuscita dei vostri eventi. Senza dimenticare la possibilità di organizzare business lunch, pranzi e banchetti aziendali. Sono numerosi i clienti che si recano al Parco Paradiso per gustare una cena a “La Favola”, ristorante con terrazza estiva che offre una cucina fantasiosa che presenta specialità che si contraddistinguono per la qualità e la freschezza delle pietanze. Lasciatevi ingolosire dalle sue specialità di stagione presentate sempre con raffinatezza e classe. Al Ristorante “La Favola” si propone una cucina del gusto, che rivaluta con priorità l’essenziale semplicità dei prodotti; per esaltarne così le proprietà intrinseche e poter gustare di nuovo la vera naturalezza. Ingredienti genuini, anche locali, rivisitati e modernizzati, esaltandone le qualità, il sapore e la stagionalità. Dal 7 ottobre, ogni domenica è proposto il brunch. L’offerta culinaria è completata dalla raffinata cucina giapponese del ristorante “Tsukimi Tei”. Rinomato per le sue specialità teppanyaki e sushi, seduti comodamente al

tavolo teppanyaki, vengono cucinati all’istante cibi sani, gustosi e leggerissimi. Il tavolo teppanyaki ospita fino a 13 persone, per poter fare in modo che ognuno si senta immerso in un ambiente confortevole e legato alla tradizione del Sol Levante. Il cliente è incantato dalle sapienti mani dello chef che si prodigano in un vero e proprio show davanti alla piastra teppanyaki, dove gli spettatori apprezzano le raffinatezze della sua cucina preparate secondo l’arte giapponese. Ai veri intenditori è riservato l’angolo “Havana Deck”, che dalla sua creazione è divenuto un punto di ritrovo apprezzato e via via sempre più frequentato. Il bar cubano, con vista sul golfo di Lugano, è uno spazio ispirato ai classici bar della capitale cubana, che propone un ambiente rilassato, dove il tempo trascorre con un ritmo diverso. I frequentatori possono assaporare la magia di Cuba: ci si rilassa, si gusta un sigaro, bevendo un drink,si ascoltano le eleganti note della musica salsa, son, rumba, timba. Ogni ultimo mercoledì del mese si può apprezzare la musica dal vivo, evento che crea un ambiente vivace e languido, tipico delle atmosfere cubane. Sul portale web della struttura di Paradiso, www.parco-paradiso.com, completamente rinnovato, è possibile trovare tutte le informazioni aggiornate sulle novità che il Parco Paradiso propone. Suitenhotel Parco Paradiso Via Carona 27 6900 Lugano Tel. +41 91 993 11 11 Fax +41 91 993 10 11 info@parco-paradiso.com www.parco-paradiso.com

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Franzosini ancora più tecnologica ed innovativa Vi avevamo dato notizia sullo scorso numero di Ticino Business, della creazione di un’App da parte di Franzosini, la prima ed unica applicazione che calcola il costo della tassa elvetica sul traffico pesante (TTPCP) completa di Calendario divieti circolazione ed Incoterms, sviluppata in collaborazione con IP-LINK Sagl e WebJuice Sagl. Vediamo di capire come è stata concepita, tracciando un profilo dell’azienda di Chiasso Direttor Tepoorten, la vostra azienda ha una lunga tradizione alle spalle. Può tracciare un profilo della realtà odierna della SA Luciano Franzosini? “S.A. Luciano Franzosini è stata fondata a Chiasso nel 1929 quale filiale svizzera di una casa di spedizioni italiana nata nel 1845. Resasi autonoma nell’immediato dopoguerra, Franzosini ha sviluppato in maniera indipendente i propri servizi sul territorio elvetico. Oggi si colloca ai primi posti fra le aziende di spedizioni ticinesi e nei primi 50 a livello nazionale per volume di traffico ed in posizione di leadership per quanto riguarda l’organizzazione, i metodi, gli strumenti ed i mezzi di lavoro impiegati. Annualmente vengono gestite oltre 70’000 spedizioni in tutto il mondo, per un volume di 1.5 milioni di metri cubi ovvero, l’equivalente di 20’000 mezzi pesanti: l’1.7% del traffico attraverso le Alpi. La tipologia merceologica è di vario tipo: macchinari per impianti industriali – con relativi trasporti eccezionali – metallurgia, materiali per l’edilizia, giocattoli, tessili ed abbigliamento. Grandi gruppi industriali, così come piccole e medie realtà, sia in Svizzera che all’estero, si affidano alla nostra attenzione e cura del servizio: la soddisfazione del cliente risulta per noi prioritaria, anche se viene affidata una singola spedizione all’anno”. Un’azienda sempre attiva ed attenta al proprio lavoro, con collaboratori motivati, un occhio di riguardo verso l’ambiente e soprattutto al servizio per il cliente... “Certamente. Abbiamo una politica del personale che pone il dipendente al centro dell’azienda. Siamo ben consapevoli che senza le risorse umane alle nostre dipendenze, l’azienda non esisterebbe. Inoltre Franzosini è stata la prima società ticinese nel campo dei trasporti ad essere certificata ISO 14001 per le politiche ambientali oltre alla certificazione ISO 9001 per la gestione aziendale e dei servizi. Infine, tutti i nostri servizi sono calibrati sulle esigenze dei nostri clienti, con soluzioni su misura, a seconda dei loro bisogni”. Da sempre Franzosini presta particolare attenzione all’informatica, al progresso tecnologico per creare un migliore servizio per il cliente. Come si articola questo processo innovativo? “Abbiamo sempre cercato le migliori soluzioni per l’informatizzazione dei processi e finora siamo stati dei precursori nel nostro settore. L’utilizzo dei sistemi computerizzati ha assunto da tempo un ruolo primario. Disponiamo di un

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dipartimento informatico interno che, grazie a collaboratori specializzati, garantisce sistemi professionali per ogni applicazione informatica: il mio team di specialisti elabora le esigenze interne e trova le soluzioni per adattarsi ai continui aggiornamenti normativi ed alle richieste della clientela”. Può farci qualche esempio di quanto fatto sinora? “Parliamo ad esempio della navigazione dei mezzi sempre connessa con la casa madre: la flotta Franzosini è dotata di un sistema satellitare che permette una facile comunicazione a due vie, per migliorare la gestione ed il controllo dei veicoli e dei conducenti. La navigazione connessa visualizza gli automezzi in tempo reale sulle mappe stradali, rilevandone le posizioni esatte e monitorandone gli spostamenti. Inoltre, identifica dov’è collocato il veicolo rispetto alla pianificazione dei disponenti, scegliendo quale autista è in grado di gestire un nuovo compito. In questa sede vorrei sottolineare che i nostri sistemi informatici ci consentono di effettuare una pianificazione strategica automatizzata dei trasporti in quanto disponiamo di software specifici che generano automaticamente i percorsi stradali della flotta dei mezzi (sia per il ritiro che per la consegna delle merci) ed indicano il piano delle consegne e gli spostamenti ideali. Inoltre tali sistemi elaborano anche le modalità di carico e consentono il riempimento ottimizzato dei veicoli: un sistema tridimensionale che facilita il miglior utilizzo dello spazio disponibile, oltre a consentire di rispondere con facilità alle varie richieste di carico dei clienti, tenendo conto dei vincoli che gli imballaggi portano con sé (sovrapponibilità, stabilità, raggruppamenti)”.


La vostra App, disponibile da qualche tempo nell’App Store, gratuitamente, si inserisce in questo quadro. “Assolutamente sì: abbiamo creato un’applicazione scaricabile gratuitamente dall’App Store e stiamo lavorando celermente al fine di proporne presto una versione anche per il sistema Android, con una bella collaborazione tra il nostro dipartimento informatico e due ditte ticinesi, la IP-LINK Sagl e la WebJuice Sagl. In questi giorni è già stata pubblicata una release della prima versione, con contenuti aggiornati e informazioni più complete. Sinteticamente si tratta della

prima ed unica applicazione che calcola il costo della tassa elvetica sul traffico pesante (TTPCP): grazie a questa App è possibile calcolare automaticamente la TTPCP (che dipende dal peso totale del veicolo, dal livello di emissione nonché dai chilometri percorsi in Svizzera e nel Principato del Liechtenstein), dando la possibilità di visualizzare successivamente anche il percorso da seguire su mappa o di scegliere di calcolarne l’importo solo immettendo i km da percorrere. Inoltre Franzosini APP MOBILE contiene i calendari dei divieti di circolazione dei Paesi confinanti con la Svizzera ed anche ogni singola sigla codificata nell’Incoterms 2010 (che definisce chiaramente chi debba accollarsi i costi e le responsabilità per ogni parte di trasporto, per i costi doganali in partenza ed in arrivo e per i costi assicurativi). Quando saranno disponibili, pubblicheremo altri aggiornamenti con le ultime novità per il 2013 (calendario aggiornato, nuove normative dai diversi Paesi, ecc.)”. Ed è gratuita? Sembra un tool indispensabile per il vostro settore. “Certo, vogliamo porci in modo pragmatico ed innovativo verso i nostri clienti e quelli potenziali sviluppando un prodotto completo che raggruppi servizi utili ed informazioni importanti per il nostro pubblico di riferimento e cercando di dare un servizio sempre più completo agli utenti operanti nel nostro settore. In quest’ottica abbiamo anche integrato sistema Push per avvisi in real-time su notizie di primaria importanza del settore dei trasporti (scioperi ed altre info). L’App ha anche una sezione esplicativa sull’utilizzo della stessa ed ovviamente un modulo di contatto con i nostri riferimenti, in modo che sia possibile trovarci in caso di necessità, per richiedere dettagli o per un contatto diretto”. SA Luciano Franzosini Via Simen 3, 6830 Chiasso Tel. +41 91 695 50 10 Fax +41 91 695 50 11 info@franzosini.ch www.franzosini.ch Per il link diretto per un download su iTunes ricercare il termine “Franzosini”, oppure dal sito aziendale www.franzosini.ch

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Pubbliredazionale

Dimensione salute e benessere alla Rivabella di Magliaso Residenza privata di riposo, convalescenza e cura all’insegna del “Vivere con servizi” Alexandre Aleman

Servizi integrati 24 ore su 24 – In quanto struttura autosufficiente Rivabella riunisce una gamma completa di servizi. “Su tutti – indica il Direttore Alexandre Aleman – l’eccellenza medica, grazie alla collaborazione con l’Ente Ospedaliero Cantonale e con Cliniche private. È una garanzia 24 ore su 24, completata da un’assistenza infermieristica personalizzata che va dalla palestra allo spazio fisioterapia, dalle terapie complementari alla dimensione benessere con proposte come il thai e l’ayurveda, corsi di tango, animazione e di pittura per tenere vivace l’attività fisica e psichica”. Le giornate si susseguono con un ritmo dolcemente attivo e una qualità di vita che conforta chi viene dall’esterno e verifica come i suoi cari siano davvero in buone mani. Sicurezza e serenità – Il forte spirito aziendale che caratterizza la Residenza Rivabella si realizza attraverso prestazioni di altissimo livello. C’è un programma musicale realizzato con il Conservatorio della Svizzera Italiana. La Rivabella Art Gallery propone una serie di esposizioni d’arte, adesso con le opere di due artisti malcantonesi (abitano a Sessa), Anna e Hans Kammermann, marito e moglie, che per la prima volta si propongono insieme. Musica, arte, biblioteca, incontri contribuiscono ad aprire la Residenza anche all’esterno: a parenti ed amici dei residenti ma anche a quanti apprezzano l’accoglienza e il clima sereno, lo stile, le proposte culturali e la gastronomia cinque stelle. Nuova ala con wellness e piscina – Di anno in anno le strutture della Rivabella si perfezionano. Il perno rimane il corpo centrale dove sono concentrati tutti i servizi e ampi spazi, tra cui un vero e proprio giardino interno. Due anni fa è stata aggiunta l’accogliente palazzina di 8 appartamenti per singoli e per coppie. Adesso nel grande prato verso la riva del lago è in avvio una nuova ala composta da 13 nuclei abitativi di 60 mq ciascuno, tutti vista-lago, e da spazi comuni per il benessere degli ospiti. Il progetto è dello studio di architettura Luca Gazzaniga. Il piano terra sarà una sorta di piazza coperta per stare insieme condividendo i servizi wellness con piscina, sauna e uno spazio-salute monitorato da medici specialisti e da una guardia medica. Per favorire ancora di più il piacere di stare insieme la nuova struttura sarà dotata di un “fitness bar” che di sera diventerà pianobar.

Cure mediche e infermieristiche d’avanguardia grazie alla collaborazione con le migliori strutture sanitarie in un’atmosfera vivibile e gioiosa. Nasce una nuova ala con 13 appartamenti, wellness, piscina, fitness bar. Novità nella continuità, questo il programma della Rivabella di Magliaso, residenza privata di riposo, convalescenza e cura. È distesa nel verde su uno dei tratti più belli della riva del lago di Lugano, ed è animata da una serie di iniziative e proposte tanto sul piano dell’animazione quanto su quello, fondamentale, dell’assistenza e delle cure. Grazie a Dio la medicina fa grandi passi e migliorano anche le metodologie per vivere bene in questa nostra società nella quale la vita si allunga e apre prospettive sempre nuove anche in quella che si usa definire “l’età della quiescenza”. Stagione del riposo, ma attivo e confortevole.

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Assistenza personalizzata – Il segreto di questa formula di successo consiste nella capacità di rispondere in modo moderno all’esigenza di benessere, che giustamente ci si aspetta a qualsiasi età. In primo luogo attraverso l’interesse verso i residenti (anche in questo caso l’esempio viene dall’alto, dal Direttor Aleman), il desiderio di creare le condizioni per un alto grado di qualità di vita. Poi non lasciando nulla al caso, grazie ad un’organizzazione che per ogni caso ha le soluzioni più opportune all’interno di una struttura che funziona con la precisione di un orologio svizzero, a cominciare dalle cure e dalla sanità, dalla presenza costante, dall’assistenza fino alla raffinata “carta” del “Restaurant Rivabella”. Quel tocco in più che è sinonimo di classe autentica. Residenza Rivabella Via Ressiga 17 – 6983 Magliaso Tel. +41 91 612 96 96 – Fax +41 91 606 60 55 residenza@rivabella.ch – www.rivabella.ch


Vita dei Soci

IL LINGUAGGIO DELL’INNOVAZIONE: IN-FORMAZIONE EFFICACE GRAZIE ALL’iPAD LT3 Suisse presenta il sistema evolution 2.0: super-interattività negli eventi con l’utilizzo del famoso tablet Una soluzione all’avanguardia che permette di incrementare il livello di apprendimento rispetto al tradizionale metodo di comunicare fra relatori e partecipanti. Ecco il sistema ideato da LT3 Suisse che amplia le potenzialità della comunicazione negli eventi. Specializzata nella consulenza ed organizzazione di eventi, LT3 Suisse mette a disposizione dei propri clienti idee innovative e progetti d’avanguardia. Ma è anche in grado di utilizzare una tecnologia più potente, di propria concezione, per ottenere un’interazione, un’attenzione ed una partecipazione maggiore in ogni evento e realizzare un’esperienza altamente qualificante.

UN’AZIENDA CON UNA STRATEGIA DISTINTIVA CHE FA LA DIFFERENZA LT3 Suisse opera nel mercato svizzero dal 2009, coniugando il modo di lavorare attento e preciso, tipico della nazione a cui appartiene, con una preziosa eredità di creatività, esperienza, know-how, sviluppata in oltre 15 anni di lavoro dalla sua casa-madre, l’italiana LT3, che opera nel mondo dal 1996 con aziende italiane e multinazionali. Oggi indipendente dalla sede italiana, LT3 Suisse supporta le aziende svizzere offrendo un servizio completo, progettando e realizzando eventi di qualità con una forte attitudine comunicazionale in diversi ambiti di competenza: • EVENTI FARMA: corsi di Formazione Medica CME (con crediti svizzeri, italiani ed europei), Stage di formazione specializzata • EVENTI SPECIALI: Eventi Privati, Eventi di rappresentanza, Eventi incentive • EVENTI PROFESSIONALI: Convention, Congressi, Business Meeting, Eventi B2B

Evolution 2.0: nuove ed esclusive possibilità e funzioni, nuovi risultati efficaci e d’impatto

Evolution 2.0 è un software per l’utilizzo in iPad che permette un approccio pratico e diretto attraverso un “plus” di prestazioni non ottenibili con sistemi tradizionali tuttora utilizzati quasi in esclusiva (proiezioni, powerpoint, video e simili). Il sistema consente di seguire direttamente sull’iPad, fornito da LT3 Suisse ad ogni partecipante, la relazione, permettendo, ad esempio, l’eventuale eliminazione dello schermo di proiezione e il conseguente utilizzo di sale con scarsa prospettiva visiva. Partendo da una tradizionale presentazione in powerpoint, adeguatamente sviluppata, il sistema, inoltre, consente una consultazione personalizzata dei

contenuti, autonomamente o anche suddividendo i partecipanti in gruppi di lavoro. Attraverso la funzione video-telecomando, il sistema permette un’interazione attiva tra relatore e partecipante tramite questionari e test di verifica con la successiva acquisizione dei pareri in tempo reale, l’elaborazione di statistiche specifiche e la registrazione dei dati. Oltre a garantire la possibilità di evidenziare un argomento o sottolinearne un concetto importante, il sistema permette di esaminare video, ascoltare documentazione audio, ingrandire immagini o diagnostiche ad alta risoluzione.

PAROLA D’ORDINE: COINVOLGERE In ogni evento, congresso, convention o corso di formazione il sistema iPad Evolution 2.0 di LT3 Suisse garantisce ai relatori un rapporto più diretto ed interattivo con i partecipanti. l’esigenza: rendere ogni incontro significativo per i partecipanti aumentando l’efficacia del messaggio

il metodo: coinvolgere i partecipanti, creando un forte input di memorizzazione e motivazione nell’audience

l’operatività: dare la possibilità ai relatori di interagire con i partecipanti utilizzando contenuti multimediali consultabili anche separatamente e sistemi di interazione dati

Evolution 2.0 sembra realmente rappresentare più che un’evoluzione, una rivoluzione nel modo di realizzare eventi e convegni.

LT3 SUISSE SAGL Via Bossi 50 6830 Chiasso Tel. +41 91 682 67 88 Fax +41 91 695 50 85 www.lt3suisse.ch

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Vita dei Soci di Nicola Simoneschi, Titolare Start Up Imprese Ticino SA

PMI TICINESI: “MADE IN SWITZERLAND” A STRATEGIA GLOBALE Outsourcing di servizi di consulenza strategica e Project Management

Nicola Simoneschi

Start Up imprese Ticino SA di Paradiso ed il titolare signor Simoneschi si occupano da un decennio di seguire Start Up, PMI ed imprenditori ticinesi ed internazionali nelle loro problematiche quotidiane legate alla produttività ed alla redditività a lungo termine del loro investimento. Dalla nascita della propria azienda infatti l’imprenditore si dedica quotidianamente allo sviluppo e miglioramento dei propri prodotti, servizi, alla gestione amministrativa, IT, contabile non dimenticando la formazione del personale. Vi è poi la ricerca di nuova clientela e la conquista di nuovi mercati: una necessità oltre che un’opportunità per l’imprenditore, che presuppone però un grado di produttività e flessibilità nella propria azienda maggiore rispetto al passato, oltre che un cambio di mentalità importante dal profilo strategico e organizzativo. Vi sono in effetti una miriade di Paesi europei emergenti che prospettano tassazioni più basse, ricche opportunità commerciali oltre che condizioni quadro vantaggiose. Per individuare le opportunità in tal senso consigliamo alle PMI di avvalersi di consulenti esterni specializzati nelle tematiche di fiscalità internazionale, delocalizzazione (produttiva, di servizi amministrativi e IT) e di sviluppo di

reti commerciali. Certamente l’innovazione e l’alto valore aggiunto dei propri prodotti e servizi mettono al riparo l’imprenditore PMI da un’erosione del profitto, ma è altrettanto sicuro che in ogni impresa c’è la crescente necessità di aumentare il fatturato, la redditività e la produttività nell’ottica di mantenimento e salvaguardia dell’innovazione e del prodotto “made in Switzerland”. Start Up imprese Ticino SA offre pertanto una consulenza strategica globale personalizzata volta a studiare e valutare le decisioni strategiche più opportune da prendere nel campo fiscale internazionale, di delocalizzazione di servizi (logistica, IT, ecc.) e di apertura di reti commerciali all’estero. Per un contatto diretto: START UP Imprese Ticino SA Lic. iur. Nicola Simoneschi Via San Salvatore 13, 6902 Paradiso Tel. +41 91 210 31 67 www.startup-imprese.com trading.startup@gmail.com

Consegnato il diploma federale di Impresario Costruttore ai 13 neo-diplomati del 2012 Martedì 30 ottobre 2012 si è svolta al Centro esposizioni di Lugano, nell’ambito della rassegna Edilespo, la cerimonia ufficiale di consegna dei diplomi federali di impresario costruttore, ottenuti durante la sessione d’esami 2012. All’evento, moderato dal Direttore della SSIC TI Ing. Vittorino Anastasia, sono intervenuti l’Ing. Cleto Muttoni (Presidente della SSIC TI), il Sig. Massimo Ghezzi (Ispettore dei corsi interaziendali e degli esami presso la Divisione per la formazione professionale) e l’Ing. Mario Orsenigo (Presidente della Commissione d’esami per la Regione di lingua italiana). Ricordiamo che per essere ammessi all’esame di impresario costruttore bisogna innanzitutto dimostrare di avere svolto da 3 a 5 anni di pratica in impresa a seconda della formazione di base ricevuta. È pure necessario aver superato l’esame di capacità federale di muratore, disegnatore edile o del genio civile, professioni che spesso sono alla base di coloro che proseguono gli studi quale tecnico diplomato SSSTE. L’avvicinamento all’esame finale avviene seguendo una serie di corsi a moduli svolti presso il nostro Centro professionale di Gordola. Tale formazione si svolge parallelamente all’attività lavorativa dei corsisti. In totale i moduli sono 14, per una durata complessiva attorno agli 80 giorni, suddivisi nell’arco di circa 2 anni. Per presentarsi all’esame federale, della durata di 3 giorni, bisogna aver terminato con successo almeno 10 moduli.

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I neo-diplomati con i dirigenti della SSIC TI

Nel 2012, hanno ottenuto il diploma di impresario costruttore i signori: Bielli Emanuele, Branca Salvatore, Cusini Martino, De Stefani Mirko, Madaschi Damiano, Malcore Paolo, Mini Claudio, Quadroni Luca, Robbiani Davide, Sonzogni Pietro, Stefanelli Antonio, Studer Sergio e Tenconi Luca. I neo-diplomati impresari costruttori ora possono dirigere un’impresa di costruzione abilitata ad operare anche nell’ambito degli appalti pubblici, dunque in questo contesto sono parificati agli ingegneri e agli architetti.


Vita dei Soci di Lisa Pantini

Rapelli SA: un’industria alimentare con una lunga tradizione storica legata al territorio Mario Rapelli

Da oltre ottant’anni azienda presente ed attiva sul mercato ticinese, svizzero e non solo. Un’industria alimentare che ha saputo sempre mantenere vivo il legame con il territorio e con le proprie radici

Silvio Rapelli

Correva l’anno 1929 quando, in un borgo di 2’000 anime, a Stabio, Mario Rapelli, classe 1906, terminato l’apprendistato come macellaio, rileva la salumeria-macelleria Rattazzi di Via Giulia, grazie all’aiuto finanziario dello zio Pin (500 franchi). Una bottega di Paese, dalla quale parte la bella storia di una società che per il Ticino è una pietra miliare delle sue industrie: la Rapelli. Vicenda che vogliamo ripercorrere con un occhio rivolto al futuro. Siamo nel 1929, anno della crisi più nera, crolla Wall Street, cadono i mercati. Gli echi della crisi economica non sembrano però toccare il cuore di Mario Rapelli, che di buona lena e con una grande passione nel lavorare, si dedica anima e corpo alla neoacquisita salumeria-macelleria di Via Giulia. Passano gli anni, il business cresce e si consolida, tanto che finita la Seconda Guerra Mondiale, Mario acquista l’edificio sul lato opposto della strada sempre in Via Giulia a Stabio, trasferendovi il proprio negozio.

un capitale di 300’000 franchi che per scopo ha la “fabbricazione e il commercio all’ingrosso e al dettaglio di generi alimentari di salumeria e affini, e l’esercizio di una macelleria e salumeria, la partecipazione ad aziende del genere, l’acquisto di beni stabili situati a Stabio ai mappali numero 32 e numero 460 per il prezzo di 86 mila franchi”. Grazie ai nuovi processi industriali, anche l’impresa si ampia, ma non perde di vista i suoi valori strategici: igiene, freschezza e qualità dei prodotti interamente fabbricati in proprio. È

L’attività prosegue e con il passare del tempo, l’azienda è confrontata con il grande boom economico del post guerra. Sono anni buoni per le aziende in Ticino, che segnano l’inizio di un’elevata industrializzazione. Siamo nel 1951, a fine anno, è il 21 dicembre quando viene costituita la Mario Rapelli SA; una società dotata di

Stabio, 1929: qui comincia l’avventura di Mario Rapelli, in Via Giulia

però con gli anni ‘60 che la Rapelli vive un momento di straordinaria espansione: i dipendenti sono 400 rispetto ai 20 del 1951, i maiali macellati in proprio ogni settimana sono 500 contro i 20 di allora. Sono però anche anni, quelli a cavallo tra il ‘60 e il ‘70, di profonda tristezza perché vedono susseguirsi tre eventi, che segnano in maniera profonda la storia sociale “rapelliana”: la morte di Maria Rapelli, moglie di Mario, nel 1970, a cui segue quella di Mario, alla fine del 1971, e quella del figlio Silvio, nel 1973. Silvio che era entrato in azienda e che aveva anche fondato un’azienda sua, già nel 1968, la Siravac (acronimo di Silvio RApelli VACuum) ci aveva visto giusto. Siravac era nata con l’obiettivo di affettare e mettere sotto vuoto i salumi destinati ai grandi supermercati; un’altra pietra miliare dello sviluppo aziendale, posata nonostante le rimostranze di Mario, il quale aveva più volte affermato che non avrebbe mai mangiato un salame confezionato in quel modo. Eppure questa innovazione conquistò il mercato, grazie anche al tedesco Hagenmüller, padre della Multivac, una delle più grandi fabbriche del mondo che proprio a Stabio costruisce le prime macchine. I macchinari per il sottovuoto erano venduti un po’ ovunque, ma la Rapelli fu la prima a surclassare i concorrenti vendendo i salumi in confezioni completamente trasparenti. Rapelli in breve tempo sarebbe diventata un

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Anni ‘60: lo stabilimento SiRaVac

La sede attuale di Rapelli SA, in Via Laveggio a Stabio

esempio per tante altre aziende alimentari nel mondo intero: genio e intuizione allo stato puro. Occorre però anche riuscire a trasportare il prodotto in modo che non si deteriori. Ancora una volta il problema è risolto grazie alla genialità di Silvio che con la Siravac sperimenta con successo la conservazione dei prodotti sotto gas, e soprattutto con la creazione di una catena di trasporti refrigeranti: box frigo spediti via treno oltre San Gottardo, ma anche automezzi che dal 1971 raggiungono i centri di transito e vendita dei prodotti Rapelli di Langenthal e di Losanna.

quel profumo e quell’arte di lavorare i salumi “alla vecchia maniera”, come si faceva una volta, sono combinati con le più moderne tecniche di controllo della qualità, igiene e sicurezza alimentare. Una perla architettonica che ogni anno fa si che per vederla giungano a Stabio tanti visitatori. Anche il fatto di non aver voluto dislocare la produzione in un posto diverso da quella che da sempre è l’anima “rapelliana”, ossia Stabio, la dice lunga sul management che oggi dirige Rapelli SA. Tradizione che si può abbracciare con progresso, puntando la società verso l’élite dell’industria alimentare.

Nel 1973, anno infausto per la storia Rapelli, Silvio Rapelli perde la vita in un incidente. L’industria ticinese Rapelli è comunque salva. Viene infatti rilevata dal “Gruppo Vecchio” di Ginevra che non toglie alla ditta di Stabio il suo carattere di azienda famigliare, e lascia immutati anche i quadri: questa decisione è per la Rapelli e per i suoi dipendenti una garanzia di continuità. Col tempo altre ditte entrano a far parte del Gruppo Rapelli. Ma i cambiamenti non finiscono qui. Nel 1989 il finanziere tedesco Holder acquista la “Vecchio” e di conseguenza la Rapelli. Anni di transizione fino al 1994, quando avviene il passaggio al Gruppo svizzero “Orior Food”, fortemente presente nel settore alimentare grazie a un’ampia gamma di marchi e di prodotti. Arriviamo (quasi) ai giorni nostri, Rapelli è un’impresa locale che con uno spirito lungimirante ha saputo mantenere quale tratto distintivo le solide radici che la legano al territorio, pur non disdegnando un processo di innovazione industriale che la porta ancora oggi a primeggiare tra le sue concorrenti sul mercato.

Uno stabilimento che ha fatto della Rapelli una delle aziende di lavorazione della carne più importanti della Svizzera, e leader di mercato nella produzione di prosciutti e salami di qualità. In esso trovano posto le 21 enormi celle di asciugamento e 60 per la stagionatura. La continua volontà dei dirigenti di raggiungere le vette dell’eccellenza, portano nel 2001 alla realizzazione di un impianto ultramoderno e superperformante per l’affettatura e nel 2002 all’integrazione del Servizio Ticino e del centro logistico, nonché al risanamento completo della fabbrica di prosciutto crudo San Pietro. Nel 2003, infine, entrano in produzione – allora uniche in Svizzera - le due camere bianche nel reparto affettatura cotti, che soddisfano le esigenze più elevate in materia di igiene. La moderna tecnica di ventilazione permette di proteggere gli alimenti dai microrganismi, ottenendo un’atmosfera nella quale la percentuale di batteri è quasi da sala operatoria. La tecnica da sola, tuttavia, non basta a mantenere una posizione leader sul mercato, se non è accompagnata da un’efficace organizzazione aziendale. Anche in questo settore i risultati non sono mancati: oltre alle certificazioni SQS ISO 9001 e SQS ISO 14001, nel gennaio 2001 la Rapelli riceve l’attestazione quale ditta esportatrice verso l’Unione Europea. Un mix di tecnica, management e marketing, che valorizzano una produzione di altissima qualità e davvero imponente: più di 6’000 tonnellate all’anno. Nel 1999 la Rapelli compie un passo importante nella creazione di un nuovo marchio commerciale: Ticinella. Questo permette alla Rapelli SA di posizionarsi sul mercato con due brand distinti, che accomunano valori e tradizioni simili: Rapelli e Ticinella.

Continuiamo la nostra storia.

Orior ha le idee chiare e, acquistata la Rapelli, mette mano a un ambizioso progetto per razionalizzare l’attività dei cinque stabilimenti di produzione della Rapelli, piuttosto distanti l’uno dall’altro. Grazie all’impegno del management, già nel 1995 può aprire il cantiere di quello che nel giugno 1997 diventerà, nel suo genere, il più moderno stabilimento d’Europa. Costato 35 milioni di franchi (ai quali si aggiungono i 17 per attrezzature all’avanguardia) il nuovo complesso si estende, nella zona industriale, su una superficie di 200 mila metri quadrati. La costruzione di questo stabilimento e sede attuale della società, in Via Laveggio 13 a Stabio, è l’emblema del successo di questa realtà industriale: in un unico luogo si fondono insieme tradizione e innovazione,

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La stagionatura dei salami, in una foto d’epoca

Oggi Rapelli è una grande azienda che dà lavoro a oltre 400 dipendenti. Si sbaglia


se si crede che sia un’industria alimentare uguale alle altre. In essa si mantiene e rivive sempre lo spirito con cui, più di 80 anni fa Mario Rapelli aprì la sua bottega in Via Giulia. La tecnica è quella del nuovo millennio, ma la passione e la cura dei particolari rimane antica. Grazie ad un team dirigenziale giovane e motivato, che si riconosce nel gusto della tradizione, nell’amore per il proprio lavoro, nel rispetto del consumatore, oggi Rapelli prosegue per la sua strada. La passione per la genuinità ereditata dal passato e uno spirito imprenditoriale sempre pronto a sfruttare tutte le potenzialità delle moderne tecniche, proiettano oggi la Rapelli in un futuro fatto di ulteriori investimenti per mantenere l’impresa sempre all’avanguardia e per puntare su nuove tecnologie nei settori della produzione, taglio e imballaggi. Investimenti necessari per mantenere un elevato livello di competitività, così da prepararsi alle sfide di un mercato sempre più globalizzato e aperto.

che. Da sottolineare a questo punto la vicinanza con il territorio, la valorizzazione dei nostri prodotti quale promozione della regione Ticino, che si ritrova in una gamma di prodotti speciali, a marchio Ticinella. Vediamoli brevemente: - i Salametti con pepe Valle Maggia: nell’incanto di una delle valli più belle del Ticino, nasce un prodotto unico: il Pepe Valle Maggia. Macinato grossolanamente, lavorato a mano e amalgamato con vino ticinese e spezie, il pepe conferisce ai salametti Ticinella un sapore inconfondibile;

Certo, non sono solo le macchine a contribuire al successo dell’azienda: il personale è un altro tratto distintivo della società. Dipendenti motivati con un savoir faire unico, che possiedono quella manualità che ricorda la tradizione, con un’altissima fedeltà alla società, per una produzione sì su scala quale industria, ma una produzione tutta locale, genuina, che si rispecchia nella bontà e nella qualità dei prodotti. Una tradizione che si ritrova anche nelle antiche ricette tramandate di generazione in generazione, fin dal padre fondatore, Mario. Rispetto delle tradizioni, ottima qualità dei prodotti, personale specializzato e competente, moderna conduzione aziendale; ecco alcuni degli ingredienti del successo della Rapelli.

I salametti con il pepe della Valle Maggia

E oggi?

A fronte delle mutate modalità di consumo del mercato e dei consumatori, la sfida per Rapelli è mantenere la tradizione legata alle esigenze del mercato. Un confronto che la vede in gioco ogni giorno, e che sta vincendo in maniera importante, reinventandosi ogni giorno, raffrontata con nuove normative igieniche, aggiornamenti in termini di sicurezza alimentare, ecc..

La cantina del Castello di Bellinzona

Alcuni dei prodotti per il grill e degli stuzzichini con il prosciutto cotto Rapelli

La gamma di specialità con la quale oggi Rapelli si presenta sul mercato è l’espressione più evidente della missione che la società persegue. Prodotti salumieri di prima qualità che si sposano con la tradizione e si legano in un connubio di gusto al territorio, al nostro Ticino. Non solo: Rapelli cerca di creare sempre più sinergie con le istituzioni del nostro Cantone. Quale primaria azienda alimentare è di fatto un’ambasciatrice della “ticinesità” del gusto e delle specialità che ci propone. Un ruolo positivo nella promozione della destinazione Ticino, del territorio e della valorizzazione dei prodotti in genere. Prosciutto cotto e crudo, salame, mortadella, coppa, carne secca, pancetta, ... sono solo alcune delle peculiarità targate Rapelli. Ad essi si aggiungono delle specialità di carne per il grill (come salsicce e luganighe), paté e terrine, e specialità gastronomiche già pronte (mini canapé, beef tartare, antipasti; a riprova dell’aggiornamento dell’azienda verso le mutate esigenze ed abitudini dei consumatori). Anche Ticinella possiede una varietà di prodotti interessanti, sia nella salumeria, come pure per il grill e le specialità gastronomi-

- il Salame dei Castelli di Bellinzona: una prelibatezza che deve il suo indimenticabile sapore alla delicata stagionatura che avviene all’interno della cantina del castello di Montebello; grazie alla particolare e temperata frescura di quel luogo, dove fin dal Medioevo venivano conservati i generi alimentari, il Salame dei Castelli di Bellinzona acquisisce quel sapore unico che lo rende un piccolo gioiello della salumeria Ticinella;

- il Prosciutto dell’Alpe Piora: sul più grande alpeggio del Canton Ticino, in Alta Leventina, dove il profumo dei pascoli si unisce all’aria benefica dei laghi Ritom, Tom, e Cadagno, il Prosciutto dell’Alpe Piora diventa un Il prosciutto crudo dell’Alpe Piora prodotto esclusivo. L’Alpe Piora è la culla di un prosciutto crudo esclusivo e pregiato, a cominciare dalla selezione delle carni. Prima di raggiungere i 2’000 metri di altezza, nel cuore del Canton Ticino, le cosce vengono preparate con cura da mani esperte: massaggiate e salate con sale marino, stagionano lievemente in pianura per incontrare poi l’incanto della Valle. Prodotti speciali, dal gusto unico che ci fanno sognare. Prodotti che ci richiamano il nostro territorio, ed una lunga tradizione che è il segno distintivo di Rapelli SA. Rapelli SA Via Laveggio 13, 6855 Stabio Tel. +41 91 640 73 00, Fax +41 91 640 74 00 www.rapelli.ch

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Vita dei Soci di Lorenza Bernasconi, Marketing Manager di Gruppo Sicurezza

LA SICUREZZA DEL CONDOMINIO: VIDEO ATTIVA Lorenza Bernasconi

Un canguro con un cucciolo nel suo marsupio. Questa avventura iniziò nel 1998. E da quella data abbiamo compiuto salti sempre più importanti nel ramo della sicurezza e dei servizi ad essa correlati, fedelmente accompagnati dalla nostra simpatica e rassicurante icona. Tale immagine non ha limiti di spazio né di movimento e permette al suo piccolo di conoscere il mondo da un punto di vista sicuro e protetto. La sicurezza vissuta dunque come sensazione positiva, che si ama e si apprezza in tutto il suo essere. Per analogia, la sicurezza deve essere libertà di pensiero, di movimento, di espressione, di evoluzione. Nel corso degli anni abbiamo trovato delle similitudini interessanti nella società attuale ed elaborato dei servizi che sono diventati dei “must” con il tempo. Saper ascoltare le esigenze, mantenendo un contatto privilegiato con il settore, ci ha permesso di anticipare il mercato della sicurezza, garantendo servizi e prodotti che soddisfano tutte le richieste. Ai nostri giorni il canguro si è evoluto e nasce già equipaggiato di videocamera per permettere di osservare il mondo tramite l’obiettivo. Canguro che segue ed anticipa le evoluzioni del concetto di sicurezza, che da passiva diventa attiva e reattiva. È un dato certo che la prevenzione è un concetto fondamentale e di grande merito se utilizzato nel modo ottimale. È pure una realtà della quale l’utente si trova disorientato rispetto a quanto propone il mercato, sovente in difficoltà nel riconoscere le proposte migliori e più efficaci alle sue esigenze. Teme inoltre di doversi muovere andando a contattare diversi interlocutori trovandosi confrontato a importi di spesa esorbitanti o poco chiari. Ma una sola cosa egli sa con certezza: desidera una sicurezza che lo segue in tutte le attività che svolge per se stesso e per i suoi cari, è alla ricerca della sensazione di un marsupio capace di garantirgli piena tranquillità nelle dinamiche della sua vita quotidiana. La rappresentazione del canguro vuole illustrare un concetto di servizi orientati al Cliente, modulabile in funzione degli stili di vita e delle esigenze, un concetto di Protezione Attiva Globale, presente ed efficace che si muove con il Cliente, perché è una certezza oramai che la tecnologia è subordinata e plasmata alle esigenze e necessità di sicurezza. Da queste riflessioni è nata Video Attiva, un sistema di videosorveglianza per Condomini costantemente connesso alla centrale operativa. Tutti i dati sono gestiti in modo confidenziale e la centrale operativa interviene prontamente 24h/24h in situazione di anomalia. È un sistema di videosorveglianza indicata e dedicata principalmente a proprietari di appartamenti in

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condomini o proprietari di condomini per gestire la sicurezza condominiale in modo ottimale. Il sistema è modulabile ed espandibile in funzione delle esigenze, della vastità degli spazi da proteggere e del concetto di sicurezza che si definisce con i proprietari. Video Attiva si porta garante di una continua connessione con il centro di controllo come pure delle manutenzioni e delle verifiche di buon funzionamento del sistema. Video Attiva è un servizio con incluse tutte le prestazioni ad esso correlate, ad esempio: servizio di pronto intervento tecnico 24h/24h, 365 giorni l’anno, la garanzia dei prodotti, servizio di manutenzione annua, gestione proattiva dei segnali video dalla Centrale Operativa 24h/24h, intervento di pattuglie di agenti addestrati e formati a svolgere delicate missioni di pronto intervento. Il tutto tramite la sottoscrizione di un unico abbonamento mensile non più oneroso di un canone telefonico per ogni inquilino. Con Video Attiva il Condominio diventa un marsupio, protetto e sicuro, senza doversi occupare di coordinare dei differenti prodotti o servizi con altrettante aziende. Ne basta solo una: Gruppo Sicurezza con Video Attiva. Riscontriamo la soddisfazione di questo servizio dall’incremento costante di richieste e di confortanti testimonianze dei nostri Clienti. Difatti, l’inquilino si trova ininterrottamente in un “Marsupio” ben consapevole di non dover fare nulla per la sua sicurezza, se non quella di vivere serenamente. Video Attiva pensa al resto. Grazie a Video Attiva, rispondiamo in modo ideale ad esigenze di privati che hanno la necessità primordiale di preservare i valori, soprattutto quelli affettivi dei quali nessuna assicurazione può ripagare e sostituire. Video Attiva è pure la soluzione preventiva all’attuale congiuntura– in riferimento alla criminalità maggiormente presente nel settore privato – che verte principalmente all’attacco dei beni di tipo affettivo. Video Attiva diventa dunque una sicurezza che si ama con la certezza di Sentirsi Sicuri. Non esitate a contattarci per ulteriori informazioni; Video Attiva vi aspetta! Gruppo Sicurezza SA Via Cantonale 20 6942 Savosa Tel. +41 91 935 90 50 Fax +41 91 935 90 59 info@grupposicurezza.ch www.grupposicurezza.ch


Vita dei Soci

Esterovestizione di marchi d’impresa La Cassazione penale sancisce, nella decisione 28 febbraio 2012, n. 7739, che l’articolo 1, lettera f, del Dlgs n. 74/2000 individua, ai fini penali, l’imposta evasa nella differenza tra l’imposta effettivamente dovuta e quella indicata nella dichiarazione, ovvero l’intera imposta dovuta nel caso di omessa dichiarazione, al netto delle somme versate dal contribuente o da terzi a titolo di acconto, di ritenuta o comunque in pagamento di detta imposta prima della presentazione della dichiarazione o della scadenza del relativo termine. Conseguentemente, in forza dei principi enunciati dalla giurisprudenza comunitaria e di legittimità, si rinviene l’abuso del diritto se l’operazione economica risulti finalizzata in via esclusiva al risparmio indebito di imposte, quale l’esterovestizione di marchi d’impresa, non potendo riconoscersi all’autonomia privata l’utilizzo distorto degli strumenti giuridici e negoziali offerti dall’ordinamento, senza alcuna violazione del principio di legalità. La sentenza della Corte di cassazione in commento affronta la questione della rilevanza dell’abuso del diritto nell’ambito penale in presenza di una disciplina penalistica dettata dal Dlgs n. 74 del 2000, affrontando il fenomeno dell’esterovestizione a favore di società non residenti di alcuni marchi di cui erano titolari le persone fisiche fiscalmente residenti in Italia. Più precisamente, i fatti in argomento evidenziano la cessione di tali beni immateriali a un prezzo inferiore a quello di mercato a una società estera lussemburghese dopo che l’autorità fiscale lussemburghese aveva stipulato un accordo (ruling) per il pagamento di un’imposta sul reddito pari al 4%. Invero, tali persone fisiche continuavano a essere i beneficiari effettivi dei marchi stessi, e quindi percettori delle relative royalties attraverso la società italiana da loro controllata, controllante l’80% della società lussemburghese, la quale, a sua volta, risulta proprietaria della società lussemburghese proprietaria dei marchi, evidenziando, in tal modo quegli artifici e raggiri anche penalmente rilevanti consistiti, appunto, nella costituzione della società estera, nella conseguente cessione dei marchi e nel cennato controllo societario a catena. La sentenza del Supremo collegio in rassegna si preoccupa, di seguito, di escludere il contrasto della rilevanza penale dell’elusione fiscale con il principio di legalità in quanto non ostativo alla configurabilità della rilevanza penale di tale condotta, trattandosi di un risultato interpretativo “<conforme ad una ragionevole prevedibilità>, tenuto conto della ratio delle norme, delle loro finalità e del loro inserimento sistematico”.

I giudici di legittimità riconoscono, peraltro, come la giurisprudenza penale della Corte di cassazione non si sia espressa compiutamente sul tema, individuando alcuni suoi precedenti sia a favore sia avverso la rilevanza penale dell’abuso del diritto incentrati sull’obbligo di dichiarazione in Italia di soggetti fiscalmente residenti all’estero, ma con effettiva presenza in Italia anche mediante una stabile organizzazione. Nel senso negativo alla configurabilità penale dell’elusione fiscale si citano le sentenze della quinta sezione penale 18 maggio 2006, n. 23730 (che esclude che la violazione delle norme antielusive, in linea di principio, comporti conseguenze di ordine penale), oppure della terza sezione penale 2 aprile 2009, n. 14486, che richiama la sentenza 9 marzo 1999, C-212/97, Centros, per la quale la scelta della sede di una società di uno Stato membro soltanto per usufruire di una normativa più favorevole non costituisce esercizio abusivo del diritto di stabilimento di cui agli articoli 43 e seguenti del Trattato Ce. Invero proprio tale sentenza viene ritenuta dalla pronuncia in commento decisiva per l’opposta tesi in quanto – e a ragione – tale sentenza conferma la giurisprudenza della Corte Ue sul diritto di uno Stato membro ad adottare misure volte a impedire che, grazie alle possibilità offerte dal Trattato, taluni dei suoi cittadini tentino di sottrarsi all’impero delle leggi nazionali, e che gli interessati non possono avvalersi abusivamente o fraudolentemente del diritto comunitario. Orbene, anche nella pronuncia in rassegna, viene riconosciuto che non si può riconoscersi all’autonomia privata l’utilizzo distorto degli strumenti giuridici e negoziali offerti dall’ordinamento e che, quindi, si rinviene l’abuso del diritto se l’operazione economica risulti finalizzata “in via esclusiva” al risparmio indebito di imposte. Peraltro, l’esclusione della violazione del principio di legalità viene confermato sotto il profilo esclusivamente penale tributario dall’abbandono della concezione punitiva del reato prodromico operante dal Dl n. 429 del 1982, a favore di fattispecie criminose incentrate sul momento della dichiarazio-

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pronto, chi parla?

Vita dei Soci

AGENZIA VIAGGI ne fiscale che, appunto, si concretizzano nell’infedeltà dichiarativa, con l’effetto di desumere dalla sentenza in rassegna che “il comportamento elusivo non può essere considerato tout court penalmente irrilevante”. CH-6900 Lugano Cassarate - Viale dei Faggi 10 - Tel. +41 91 970 17 18 Fax +41 91 971 54 18 info@gabbianoviaggi.ch - www.gabbianoviaggi.ch

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La giurisprudenza comunitaria citata da questa in commento per cui l’applicazione delle norme di diritto comunitario non può essere estesa sino a comprendere pratiche abusive, ossia operazioni effettuate non nell’ambito di normali transazioni commerciali, ma unicamente allo scopo di beneficiare abusivamente dei vantaggi previsti da detto diritto, riguarda l’imposta sul valore aggiunto o quelle sulle imposte dirette ma oggetto di direttive comunitarie (dividendi, operazioni straordinarie, eccetera) ove è espressamente riconosciuto agli Stati membri di poter contrare l’abuso del diritto. In questo senso si vedano le decisioni dell’Alta corte comunitaria che riguardano operazioni ove lo scopo è essenzialmente l’ottenimento di un vantaggio fiscale, 10 novembre 2011, causa C-126/10; marzo 1999, causa C-212/97, Centros; 21 febbraio 2006, causa C-255/02 Halifax; 5 luglio 2007, causa C-321/05, Kofoed; 21 febbraio 2008, causa C-425/06, Part Service. Peraltro, per il riconoscimento del contrasto con l’ordinamento comunitario dell’abuso del diritto riguardo alla normativa non di diretta derivazione comunitaria, la sentenza in rassegna riconosce che si attende l’esito del ricorso pregiudiziale sollevato dalla sezione tributaria della Corte di cassazione con ordinanza 4 agosto 2010, n. 18055, al fine di chiarire “1) se il principio del contrasto all’abuso del diritto in materia fiscale, così come definito nelle sentenze in cause C – 255/02 e C – 425/06, Halifax e Part Service, costituisca un principio fondamentale del diritto comunitario soltanto in materia di imposte armonizzate e nelle materie regolate da norme di diritto comunitario secondario, ovvero si estenda, quale ipotesi di abuso di libertà fondamentali, alle materie di imposte non armonizzate, quali le imposte dirette, quando l’imposizione ha per oggetto fatti economici transnazionali, quale l’acquisto di diritti di godimento da parte di una società su azioni di altra società avente sede in altro Stato membro o in uno Stato terzo; 2) a prescindere dalla risposta al precedente quesito, se sussista un interesse di rilevanza comunitaria alla previsione, da parte degli Stati membri, di adeguati strumenti di contrasto all’elusione fiscale in materia di imposte non armonizzate; se a tale interesse osti una non applicazione – nell’ambito di una misura di condono – del principio dell’abuso del diritto riconosciuto anche come regola del diritto nazionale e se in tal caso ricorra una violazione dei principi ricavabili dall’art.4, comma 3, del Trattato sull’Unione Europea”. Lugicons SA Vicolo Concordia 1, 6932 Breganzona Tel. +41 91 210 48 58, Fax +41 91 210 48 56 info@lugicons.ch www.lugicons.ch


Pubbliredazionale di Chantal Gilardini Linder, Professional Coach Certificata PCC da ICF International

UNA STORIA, 10 ANNI DI ESPERIENZA E DI SUCCESSI Chantal Gilardini Linder

Era il 24 maggio 2002 quando per la prima volta è stato scritto un articolo su di me e sulla mia professione, sulla stampa ticinese. Sono dunque passati dieci anni, già dieci anni che svolgo questa magnifica professione. Prima solo a Lugano, poi in tutto il Cantone e nel resto della Svizzera, dal 2007 anche a livello internazionale. In questi dieci anni ho avuto il piacere e l’onore di accompagnare centinaia di persone nel loro sviluppo personale, nella loro realizzazione e nella loro formazione. Passo dopo passo, sempre in formazione in dirittura d’arrivo del mio prossimo obiettivo il Master in coaching. Sempre nell’ombra e mai sotto il riflettore, questo è il ruolo di un Professional Coach, tutti i meriti dalla riuscita sono per il nostro cliente. La mia storia è molto semplice e anche molto comune. Ho cominciato a lavorare, anche se non sapevo ancora cosa volevo veramente dalla mia vita. Un lavoro semplice che mi riusciva mediamente e che svolgevo solo per ricevere lo stipendio alla fine del mese. Triste sicuramente ma molto comune soprattutto oggi. Un lavoro che non mi soddisfaceva e che m’induceva a cambiare azienda al massimo dopo due anni poiché non avevo più nessuna sfida, nessun interesse.

Quanti di voi possono riconoscersi in una situazione come questa? Io credo tantissimi!

Poi ho cominciato a vedere le mie opportunità, sono partita per Zurigo con un contratto da venditrice, non ho mai cominciato a lavorare in quel negozio … ho per contro trovato un lavoro in una banca, non ci crederete ma allora non parlavo una parola di tedesco (non che lo parli tanto di più oggi); ho conosciuto mio marito, sono diventata mamma; ma ancora non mi bastava, dopo i primi anni volevo riattivarmi professionalmente. Ma niente era più come prima, volevo di più da un lavoro, ricercavo la soddisfazione, la completezza, la voglia di compiere qualcosa ogni giorno. Dopo alcuni tentativi soprattutto come volontaria o in attività ricreative, ho scoperto il coaching. Da dieci anni condivido con i miei clienti i loro percorsi, le loro riuscite, li accompagno a realizzarsi, trasmetto le mie competenze a chi vuole intraprendere questa professione. Adoro leggere i loro feedback e le loro conclusioni, per me è un grandissimo successo vedere il momento dove realizzano tutto il loro potenziale e soprattutto vedono le loro possibilità e le loro opportunità. E con loro posso dire di essermi realizzata anch’io, ho cominciato la mia attività in casa, poi ho preso in subaffitto un ufficio in una Fiduciaria, nel 2004 ho affittato il mio primo vero ufficio in Piazza Dante, che condividevo con alcuni colleghi. Oggi ho il mio ufficio, la sala coaching, e delle aule per la formazione. Gestisco la mia settimana in modo da avere tempo per me, per le mie diverse attività come sport e studio, per la mia famiglia e per la mia casa. Che cosa mi ha portato fino a qui? Semplicemente la voglia di creare qualcosa di mio e in seguito la voglia di accompagnare chi come me vuole raggiungere il suo obiettivo. Che sia cambiare la propria vita, risolvere o gestire situazioni

personali o professionali, migliorarsi, affrontare cambiamenti, la parola d’ordine per lavorare con me è: determinazione. La stessa determinazione che mi ha fatto tornare a studiare quando avevo trentasei anni e tre bambini piccoli, la stessa determinazione che mi ha permesso di crescere da piccola attività di coaching ad un’accademia di formazione e coaching.

Ecco alcune storie:

• Non sapevo come uscire da una situazione decisamente stagnante, lavorando con Chantal, non solo ho trovato la mia soluzione, ma ho migliorato la mia vita a diversi livelli. Senza che lo chiedessi mi hanno nominato Manager del team di cui facevo parte. Grazie al lavoro svolto in coaching, ho saputo trovare le risorse che mi servivano per affrontare questa nuova sfida, questo cambiamento. • La promozione che mi aspettavo è stata data ad un esterno. Ho dovuto rimettermi in gioco e decidere cosa volevo fare di quello che mi stava succedendo. Lavorando con Chantal sono tornato ai comandi della mia vita, diventando decisamente più attivo sia professionalmente che nella mia vita privata. • È stato come un passaggio in una turbina, ma è quello di cui avevo bisogno dopo essere stata licenziata per ristrutturazione. Questo percorso mi ha permesso di attivarmi in modo da ritrovare un lavoro in soli pochi mesi. • Grazie a questo percorso sono riuscito a dare una vera marcia in più alla mia attività. Ora so cosa voglio e cosa fare per ottenere gli sviluppi necessari alla mia azienda. • I miei colleghi non mi sopportavano più, o meglio non sopportavano più il mio stress e la mia incapacità a gestirlo. Dopo alcuni mesi di lavoro con Chantal l’ambiente al lavoro è ritornato piacevole e collaborativo. È incredibile come sin dai primi incontri tutto ha cominciato a cambiare e questo solo grazie al mio cambiamento. • Il terrore dei continui tagli del personale mi stava tetanizando. La mia efficienza era in caduta libera, sembrava che stessi solo aspettando che tutto mi cadesse addosso. Dopo tutto quello che ero riuscita a fare in questi anni era veramente inconcepibile. Poi mi hanno chiamato e mi hanno dato l’ultimatum, o seguivo un percorso di coaching per tornare quella di prima o dovevano separarsi da me. Ero molto diffidente, ma fin da subito mi sono messa in gioco, dopo alcune sessioni il mio ritmo di lavoro ha ripreso, la mia efficienza è tornata anzi ora rendo molto di più con molto meno. Harry Ford diceva “Che tu creda di farcela o che tu creda di non farcela, hai ragione” e io voglio aggiungere: Se decidi di crederci siamo qui per darti una mano! 360 Coach Academy Via Besso 59 6900 Lugano Tel. +41 91 220 55 45 www.360coachacademy.com

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Vita dei Soci di Alessandra Bieri, Senior Consultant Luisoni Consulenze SA

Nuove frontiere nella ricerca di collaboratori

Alessandra Bieri

L’elevata mobilità delle persone e la possibilità di diffondere rapidamente informazioni su una vasta area geografica determinano un cambiamento di approccio alla ricerca di collaboratori. Tale cambiamento si riflette nell’area geografica accessibile al potenziale datore di lavoro per la ricerca, nei canali adottati e nel modo di comunicare delle aziende.

Aree geografiche

Geograficamente constatiamo un espandersi dell’area alla quale un’azienda potenzialmente si può rivolgere per acquisire validi collaboratori. Ciò da un lato aumenta esponenzialmente il volume delle candidature che pervengono per una selezione e di conseguenza intensifica notevolmente il processo di selezione e gli approfondimenti necessari per determinare l’idoneità di un candidato, dall’altra richiede nuove competenze nella selezione. Queste spaziano dalla capacità di intervistare in lingue diverse alla capacità di valutare correttamente l’incidenza delle differenti abitudini culturali in relazione ai requisiti posti da una selezione. Le nuove frontiere della selezione implicano la capacità di essere specialista nel proprio territorio, ma parallelamente la possibilità di appoggiarsi ad un network che forse fino a qualche anno fa poteva essere nazionale, oggi trascendere i confini nazionali. Si collocano in questo contesto gli sforzi di collaborazione tra aziende radicate nel territorio regionale e nazionale e aziende di selezione dedicate alla selezione di quadri a livello internazionale. (vedi www.wilhelm-group.ch/doc/cms/Medienmitteilung_%C3% 9Cbernahme_TOPWORK.pdf).

Strumenti e canali di selezione

Lo strumento di selezione più diffuso è l’annuncio. Sono mutati i canali adottati per diffonderlo. L’annuncio classico su carta stampata, seppure leggermente in declino, ha una sua valenza soprattutto allorquando il candidato ideale dovrebbe provenire da una cerchia geografica determinata o da un contesto specialistico (stampa specializzata) dove si deve presumere che quest’ultimo non sia attivamente alla ricerca, ma vada sollecitato da un annuncio accattivante o dall’immagine di un’azienda. Interessante per l’azienda il ritorno d’immagine presso un pubblico più vasto (potenziali clienti, fornitori, …). Sempre più diffuso l’annuncio sul sito Internet aziendale o nei social network. Interessanti le banche dati: queste si suddividono in mediate e non. Nelle prime i profili inseriti direttamente dal potenziale candidato vengono analizzati e verificati da personale specializzato nella selezione di risorse umane, prima di essere sottoposti a valutazione a coloro che dovranno maturare una scelta (tipicamente le banche dati presenti presso le aziende di selezione o interne alle grandi aziende), nelle seconde si tratta di profili inseriti spontaneamente che vanno ancora valutati e verificati. Tra le novità proposte dal mercato troviamo la potenziata facilità di accesso ad Internet data dalla telefonia mobile attraverso delle applicazioni specifiche e la possibilità di riprodurre in forma

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di immagini sia il profilo aziendale, che l’eventuale posizione vacante. In questo caso un breve filmato permette di presentare l’azienda, oppure di rendere in immagini le principali mansioni quotidiane demandate alla funzione ricercata, permettendo al potenziale candidato di percepire se questa rispecchia le sue aspettative o meno. Grazie all’evoluzione tecnologica questo strumento inizialmente poco performante e molto oneroso, oggi si colloca in un ordine di spesa più abbordabile ed è facilmente accessibile (smartphones, tablets, pc).

Comunicazione

La cura dell’immagine aziendale assume in questo contesto ampliato un’importanza maggiore e diviene una misura strategica aziendale nella quale vengono adottati concetti della creazione di un marchio. L’obiettivo è quello di rendere attrattivo il datore di lavoro e differenziarlo dai concorrenti per attirare le risorse umane più performanti. Tale concetto, seppure adattato può essere esteso anche al candidato che si propone, che deve curare la sua immagine ed i suoi contatti anche quando non cerca una nuova opportunità professionale per risultare credibile e non precludersi delle opportunità nel momento in cui valuta un cambiamento. Secondo i sondaggi annuali effettuati presso i giovani laureandi, aziende che trasmettono un’immagine più attrattiva vengono considerate per prime nella ricerca di un impiego da parte dei candidati. Pertanto è fondamentale aumentare gli sforzi nel comunicare un’immagine positiva non solo verso l’esterno, ma anche verso l’interno con l’obiettivo di trattenere la risorsa acquisita e renderla nel contempo portavoce del valore aziendale. I presupposti per rendere credibile tale messaggio sono la chiarezza nel comunicare quanto distingue l’azienda dalle altre (formazione dei giovani, cultura aziendale, ubicazione), definire chiaramente le aspettative poste nei confronti dei collaboratori ed indicare precisamente quanto l’azienda può offrire, trasmettere i propri punti forti pur essendo autocritici, adottare un concetto di comunicazione uniforme e applicare quanto detto. La responsabilità di questo messaggio è affidata unitamente al dipartimento risorse umane, alla gestione aziendale ed al marketing. Deve riflettersi in ogni forma di comunicazione dell’azienda, sia essa legata al personale, al prodotto o all’immagine aziendale. Fondamentale è la continuità. Sovente viene evidenziato il valore aziendale quale datore di lavoro nei periodi di forte crescita. In periodi difficili come quello attuale, è fondamentale non sminuire l’impegno profuso e catalizzare l’interesse di quei potenziali collaboratori che riescono a sostenere l’aumentata pressione.

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