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CHIESA CRISTIANA DELLA GRAZIA Gennaio - Giugno 2018

“Ed egli alzatosi, lo seguì”. Matteo 9:9

La nostra risorsa spirituale pag. 10


EDITORIALE

Puoi sentire lo Spirito Santo?

Quando la chiesa di Antiochia si radunò per adorare, lo Spirito Santo parlò loro dicendo: “Mettete da parte per me Barnaba e Saulo per fare l’opera per la quale li ho chiamati “. Ma lo Spirito Santo parla anche a noi oggi? Possiamo noi, oggi, sentire cosa ci dice? Paolo dice che coloro che sono guidati dallo Spirito Santo sono figli di Dio (Romani 8:14). Quindi, se siamo cristiani, dobbiamo aspettarci che lo Spirito Santo ci guidi, ma abbiamo bisogno di sapere in che modo lo fa. MODI DIVERSI Dio opera in modo diverso da persona a persona, si rapporta con ognuno in maniera del tutto personale. Egli parlò in modi diversi con Adamo, con Abrahamo, con Elia, con Maria e con Paolo. E ancora oggi, parla a ognuno di noi diversamente. I messaggi che lo Spirito Santo diede a Filippo (Atti 8:29) e a Pietro furono molto specifici (Atti 10:19), sicuramente furono usate parole ben definite e adatte alle circostanze. Anche al Concilio di Gerusalemme lo Spirito parlò, ma in un modo diverso (Atti 15), i discepoli conclusero che lo Spirito avesse parlato, dato delle indicazioni e deciso per loro solo dopo la conclusione di tutte le discussioni e dopo che ognuno si fosse espresso sulle questioni sollevate (versetto 28). Sappiamo che lo Spirito Santo decide di dare ad ogni persona abilità diverse (1 Corinzi 12:11), Egli opera con ognuno e in ognuno di noi in modi diversi. A una persona con il dono della parola lo Spirito Santo parlerà in maniera diversa rispetto a una persona che invece ha il dono della comprensione. L’insegnante sarà guidato in modo diverso da colui che ha il dono del servizio, perché lo Spirito Santo ha in serbo opere diverse da realizzare con ogni persona. Lo Spirito plasma ognuno di noi in maniera diversa dagli altri e per fini diversi, il risultato è che ognuno di noi apprezza e persegue mete diverse. Coloro che hanno il dono dell’amministrazione apprezzeranno l’ordine e l’organizzazione, altri con il dono di servire si chiederanno se la gente sia stata aiutata a sufficienza e cosa possono fare per loro, altri con il dono dell’incoraggiamento focalizzeranno la loro attenzione sull’attitudine della gente al fine di poterle aiutare nei momenti di bisogno, e le persone con il dono della generosità cercheranno di aiutare la gente povera e bisognosa. Lo Spirito opera con noi secondo ciò che Lui ha deciso per ognuno di noi come dono per edificare la chiesa e noi stessi, secondo il nostro interesse e i nostri valori. Con alcune persone Egli parla con delicatezza di principi generali; mentre con altre deve parlare con chiarezza e dettagliatamente. Ognuno di noi deve apprezzare il modo in cui Egli ci ha fatti e il modo con cui decide di operare con noi. La cosa più importante è che noi lo ascoltiamo; che siamo pronti e desiderosi di ascoltare ciò che ha da dirci. È di fondamentale importanza desiderare la Sua guida e non ignorarla.

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Eventuali manoscritti o foto inviate dai lettori, non sa-

ranno restituiti. Seguimi è disponibile online e scari-

cabile in formato pdf sul sito www.ccdg.it e può essere

richiesta tramite email all’indirizzo info@ccdg.it. EDITORE

Porcu Giovanni Vittorio

Autorizzazione del Tribunale di Sassari n°1/2016 del 29 Aprile 2016

DIRETTORE RESPONSABILE Giovanni Vittorio Porcu REDATTORE CAPO Francesco Bernardi

SOMMARIO

di Joseph Tkach

2 Editoriale

Puoi sentire lo Spirito Santo? 5 Parole di vita

Convincerà il mondo quanto al peccato 6 Bibbia a 360°gradi Lo Spirito Santo

9 Rubrica Contributi dei lettori Il Pane della vita

10 La nostra risorsa spirituale 12 Studio biblico Cosa sono l’adorazione e la venerazione, e come si esprimono nella vita dei credenti? 15 Notizie dal mondo Joseph Tkach visita le Filippine Battesimi nei Paesi Bassi PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Alice Porcu

TRADUTTORI E COLLABORATORI Vera Derrigo Vladimiro Meandri Alice Porcu Vincenzo Scannapieco Alessandro Sanna

Fonti fotografie e immagini

Immagini di copertina by Francesco Marino; immagini pag.3, 8, 9,10, 12 da Free images - Pixabay; immagini pag. 14-15 fonte sito GCI.ORG.


EDITORIALE

di Joseph Tkach

Spesso le parole che abbiamo bisogno di sentire sono già state scritte e lo Spirito deve solo imprimerle nelle nostre menti, nei nostri cuori.

PERICOLI Ci sono diversi pericoli dai quali ci dobbiamo guardare. Primo pericolo: Molte persone hanno sostenuto di aver sentito lo Spirito Santo parlare loro, mentre lo Spirito, invece, non ha mai parlato. Hanno detto delle false profezie, dato dei consigli avventati, guidato la gente ad affiliarsi con dei gruppi coinvolti in culti oscuri, dando alla cristianità una cattiva reputazione. Ammesso che Dio avesse parlato con loro, è certo che hanno male interpretato ciò che Lui ha detto. È molto pericoloso pensare di avere sentito cose che Dio non ha mai detto. Dobbiamo stare molto attenti, perché non vogliamo, e non dobbiamo usare il nome di Dio invano. Secondo pericolo: Alcune persone, con la paura di non aver sentito bene si rifiutano di ascoltare. Ma come dice Dallas Willard, non dobbiamo “evitare la genuinità semplicemente perché ci sembra che sia contraffatta” (tratto dal libro Ascoltare Dio pag.88). Nostro Padre in cielo ci parla, e lo Spirito Santo ci guida, ma se noi chiu-

diamo le nostre orecchie imbrogliamo noi stessi. Ebrei 3:7 ci dice che lo Spirito ci parla con le parole delle Scritture, e noi non dobbiamo rifiutarci di seguire ciò che ci dicono. Oggi Dio comunica con noi dicendoci cosa dobbiamo fare, lo Spirito ci guida nel servire Dio. Terzo pericolo: Il terzo pericolo è quello che alcune persone ricercano lo Spirito Santo per motivi egoistici. Vogliono che sia lo Spirito a decidere per loro, che dica loro quale lavoro accettare, quando, dove e come vivere. Vogliono che lo Spirito Santo sia per loro come una tavola Ouiji, o come un oroscopo, per risparmiare loro il disturbo di pensare e di prendere qualsiasi decisione. Si rivolgono a Dio esattamente come fanno tanti altri che si rivolgono agli spiritisti, ricercando le stesse risposte e gli stessi “vantaggi”. Ma Dio desidera che noi cresciamo in maturità, Egli vuole che impariamo tramite le nostre esperienze ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Molte delle decisioni che dobbiamo prendere e delle sfide che dobbiamo affrontare non sono una questione che ha a che fare con il peccato o la rettitudine, sono delle semplici scelte che dobbiamo

prendere noi in maniera saggia e matura, e possiamo essere certi che Dio opererà con noi, e in noi, qualunque sia la nostra scelta, perché è a noi che Lui lascia la scelta. Quindi, lo Spirito Santo non ci parla soltanto secondo l’intento umano che spesso vuole vedere Dio scegliere per noi. Ci sono delle persone che vorrebbero avere lo Spirito Santo come un compagno di conversazione per essere in compagnia. Vorrebbero semplicemente chiacchierare, ma lo Spirito Santo non è coinvolto in cose vane. Egli non richiama l’attenzione su sé stesso, (Giovanni 15:26), e molto spesso non ci parla, semplicemente perché ci ha già dato abbastanza informazioni e consigli. Egli vuole che noi usiamo quello che ci ha già dato; ha istruito le nostre coscienze perché noi possiamo rispondere giustamente e correttamente a tutto ciò che la vita ci mette davanti. Questo non vuol dire che noi dipendiamo da noi stessi, tutt’altro, noi dobbiamo dipendere da quello che Dio ha già fatto nelle nostre vite, da quello che ci ha insegnato e attraverso una relazione con Lui, ma non sempre questa relazione corrisponde alle aspettative umane.

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EDITORIALE SCRITTURE Lo Spirito Santo ci parla primariamente attraverso le Scritture, che Lui ha ispirato in chi le ha scritte e le ha santificate. Questo è il fondamento della nostra fede e della nostra vita, la Parola a cui tutti hanno accesso, la Parola che può essere studiata e discussa obbiettivamente. Spesso le parole che abbiamo bisogno di sentire sono già state scritte e lo Spirito deve solo imprimerle nelle nostre menti, nei nostri cuori. Quando Gesù fu tentato dal demonio, le Sue risposte furono precise e perfette citazioni dalle Scritture. Gesù aveva studiato e memorizzato ogni parola, e in ogni situazione lo Spirito Santo lo guidava verso le risposte e le scelte adeguate. Lo Spirito non deve compiere delle deviazioni per il nostro bisogno di pensare, di leggere e di meditare sulle Sue parole. Se noi non cerchiamo le risposte nelle parole che ci ha già dato nelle Scritture, allora noi non possiamo aspettarci che ci dia delle nuove parole per soddisfare le nostre nuove aspettative. E nemmeno dobbiamo aspettarci che il metodo di aprire la Bibbia a caso e leggere le Scritture, possa costituire un metodo per ottenere le giuste risposte per la cosa giusta da fare. Noi non possiamo forzare, esortare o spronare lo Spirito a parlarci quando Egli sceglie di non farlo. Le Scritture sono un potenziale enorme per una quasi costante comunicazione con Dio, dove noi leggiamo e preghiamo vivendo costantemente alla presenza di Dio. Durante la preghiera dovremmo ascoltare, perché Dio può usare la nostra meditazione per aiutarci a comprendere ciò che dovremmo fare. Abbiamo la responsabilità di leggere e studiare la Sua Parola, perché è attraverso le parole scritte dentro di noi che lo Spirito opera. Egli opera con il nostro vocabolario, con il nostro modo di ragionare, con i desideri e i valori che ci ha donato. Il diavolo, anche, usa le Scritture, per questo la Bibbia è spesso male interpretata e abusata, ma è molto importante e significativa per essere guidati e per sentire lo Spirito Santo. La Bibbia è il riscontro di tutte le parole che provengono da Dio. Se noi pensiamo che lo Spirito Santo ci stia guidando a fare qualcosa, la nostra prima domanda dovrebbe essere; “Questo è in

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accordo con le Scritture?“. Lo Spirito non contraddice sé stesso, non ci guida nella bugia, o a rubare, a fare dei pettegolezzi o ad essere egoisti, perché Egli ci ha già detto, e ci dice, che queste cose non sono divine, non appartengono a Dio. Quindi se noi pensiamo che lo Spirito ci guidi in una dubbiosa direzione, è nostro dovere verificare le Scritture, perché è attraverso le Scritture che noi possiamo sapere cosa fare, è la nostra sola via. Dobbiamo studiarle, e visto che non sapremo mai tutto, dobbiamo studiarle quotidianamente con preghiera e meditazione. Memorizzarle ci può aiutare, ma quello di cui abbiamo bisogno di più, è di comprendere e vedere i principi della nostra salvezza e del vivere cristiano, dell’amore divino, del modo in cui Dio opera con il Suo popolo; tutto questo ci aiuterà a capire come Dio opera con noi. ESPERIENZE Possiamo sentire lo Spirito Santo attraverso le nostre esperienze. Alle volte Dio cambia i suoi metodi d’insegnamento o correzione con noi, ma quasi sempre opera con noi in modi uguali di anno in anno. Attraverso le nostre esperienze vediamo come egli risponde alle nostre preghiere e come ci ha guidati nelle situazioni passate.Tutto questo ci aiuterà a riconoscere la Sua “voce“ quando Egli ci parlerà. L’esperienza viene con il tempo, con la sottomissione e la meditazione. Lo Spirito aiuta gli umili, non quelli che si auto esaltano. Possiamo guadagnare più saggezza osservando le esperienze di altri cristiani. Lo Spirito non ci isola, ma ci mette dentro la chiesa o in una comunità di altri credenti. Egli ha distribuito i suoi doni per farci stare uniti, perché si possa operare insieme e trarre beneficio dalla forza reciproca (1 Corinzi 12:7). Nello stesso modo, possiamo aiutarci a sentire lo Spirito Santo perché in ognuno di noi ci sono esperienze diverse di come Dio opera. Quando un messaggio di Dio raggiunge una persona, le altre che sono vicino a lui o a lei devono fare molta attenzione (1 Corinzi 14:29). Devono considerare, per prima cosa, che siano veramente parole che provengono dal Signore. Lo Spirito può parlare tramite la comunità, come pure attraverso singoli individui, la conferenza di Gerusalemme ne è un buon esempio. La gente imparò dalle

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esperienze fatte con i Gentili, e videro che quelle esperienze concordavano con le Scritture (Atti 15:15), tramite quelle discussioni capirono la decisione dello Spirito (vr.28). Spesso lo Spirito Santo parla alle persone tramite altre persone:, ad esempio mentre cantiamo gli inni, nelle discussioni di piccoli gruppi, in una parola sussurrata, in un sorriso silenzioso, una fotografia o un articolo di giornale. Ci sono molti modi in cui possiamo imparare dagli altri. Ma è compito di ogni persona discernere questo. Raramente lo Spirito dice ad una persona di dare ordini a un’altra. I sermoni sono il mezzo comune per un discorso spirituale. Quelli che parlano devono desiderare di proclamare la parola di Dio (1 Pietro 4:11). Perciò coloro che predicano dovrebbero sforzarsi ad ascoltare Dio mentre preparano i sermoni, e coloro che ascoltano dovrebbero fare lo stesso mentre la Parola di Dio è predicata. Dobbiamo far sì che le nostre funzioni di adorazione siano un tempo di ascolto, per pensare e comunicare con Dio, per lasciare che Lui ci cambi per diventare sempre più come Cristo. Avviciniamoci sempre più a Cristo, perché solo Lui ci può cambiare. Le circostanze della vita sono un altro modo per fare delle esperienze, “per provare gli spiriti“ possiamo tenere aperta una porta, chiuderle tutte o possiamo erigere delle barricate. Abbiamo bisogno di chiedere se abbiamo capito correttamente qual è la direzione. Queste esperienze ci forzano a ripensare, a cercare di nuovo Dio, a controllare le Scritture e ad osservare le esperienze degli altri. RISPONDERE ALLO SPIRITO SANTO Se noi vogliamo sentire, dobbiamo prima di tutto ascoltare, ma se vogliamo sentire nel senso biblico, dobbiamo ubbidire. Se sentiamo la sua voce, se crediamo che Dio ci stia dicendo di fare qualcosa, allora dobbiamo rispondere. Dobbiamo fare in modo che il dono che ci ha dato ci spinga all’azione. Dobbiamo sottometterci a Dio, in quello che lui dice essere per il nostro bene. Portando onore a Lui le Sue benedizioni saranno su di noi, facendo la Sua volontà! Iniziamo con l’ascolto. Potete udire lo Spirito Santo? E’ davvero qualcosa di importante a cui pensare!


Convincerà il mondo quanto al peccato

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uando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato” (Giovanni 16:8-11). Durante la sua vita terrena Gesù parlò ai discepoli dello Spirito Santo presentandolo con alcune caratteristiche che ne avrebbero accompagnato la presenza. Uno dei nomi con cui Gesù chiama lo Spirito Santo è “il Consolatore”. Chiamando lo Spirito Santo “il Consolatore”, Gesù non gli sta solo attribuendo un nome, ma ne sta definendo uno degli aspetti più importanti del suo carattere. Gesù dice anche che Egli (il Consolatore) ci avrebbe insegnato ogni cosa che avrebbe udito dal Padre. In molti si chiedono: cosa significa davvero ricevere lo Spirito Santo? In effetti non tutte le chiese cristiane condividono la stessa opinione su tale argomento. Alcuni cristiani sono convinti che l’opera dello Spirito Santo debba essere accompagnata da alcuni “segni” che dovrebbero rendere evidente la sua presenza, in mancanza dei quali sarebbe messa in dubbio, o negata, l’azione dello Spirito. Purtroppo, molti cristiani sinceri, convinti da tali opinioni, cadono nel dubbio e nella disperazione a motivo dell’assenza di tali presunte “evidenze” spirituali, restando nell’incertezza di aver ricevuto o meno lo Spirito Santo. Certamente, nella storia della chiesa, così come ancora oggi, lo Spirito Santo compie anche segni ed opere evidenti della Sua presenza nelle vite dei cristiani e nella chiesa, ma nessuno può negare che spesso, gli stessi segni possono essere riprodotti anche in altre religioni, riti, ambienti o esperienze mistiche che nulla hanno a che vedere con il cristianesimo. Ne consegue, pertanto, che l’aspetto puramente mistico, di per sé non può costituire una prova evidente ed inconfutabile della presenza dello Spirito Santo, altrimenti dovremmo affermare che anche alcuni spiritisti, animisti, stregoni, eccetera, abbiano ricevuto lo Spirito Santo senza aver affidato le loro vite al Signore Gesù e senza essere stati convinti di pec-

Parole di Vita cato, solo per il fatto di poter mostrare determinati segni mistici. Come possiamo allora comprendere se la nostra esperienza cristiana (accompagnata o meno da segni particolari) sia opera dello Spirito Santo? Cosa ci può dire in maniera inconfutabile se lo Spirito Santo dimora in noi? Cosa lo Spirito può fare che sia una Sua caratteristica esclusiva, una Sua opera non ripetibile né replicabile in alcun altro tipo di esperienza mistica o religiosa? La risposta è contenuta nella Scrittura sopra citata: Egli “convincerà il mondo quanto al peccato”. Generalmente cresciamo con la convinzione che peccare significhi infrangere delle regole o dei comandamenti. Lo Spirito Santo, invece, afferma che il peccato è incredulità, rifiuto di credere in Gesù “Quanto al peccato, perché non credono in me;” (Giovanni 16:9). La Bibbia afferma ancora in 1Corinzi 12:3 “Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema!» e nessuno può dire: «Gesù è il Signore!» se non per lo Spirito Santo”. Chiaramente qui non si parla del semplice proferire parole, ma di una convinzione profonda del cuore che fa dichiarare al cristiano di vivere sotto la Signoria di Cristo. Parliamo di una convinzione profonda che non solo fa parlare, o proferire con la bocca, che Gesù è il Signore, ma che cambia e trasforma la vita di chi dichiara di Cristo: “Egli è il mio Dio!” In mancanza di questa convinzione trasformante, in assenza di fede, la Bibbia ci dice che siamo nel peccato. Primo segno, quindi, inconfutabile della presenza dello Spirito Santo in noi è questa profonda convinzione, irripetibile per qualunque altro tipo di esperienza al di fuori di quella cristiana: la consapevolezza di meritare la condanna del peccato. Convincersi di peccato vuol dire rendersi profondamente conto di essere creature perse senza Dio, e divenire improvvisamente desiderose del Suo perdono, comprendere conseguentemente la Sua immensa misericordia e grazia, fino a bramarne la presenza nella nostra vita. Significa che il peso della colpa diviene così grande sul nostro cuore, da trovare sollievo soltanto immergendoci nell’immensa grazia di Dio. Lo Spirito Santo ci rende profondamente desiderosi e bramosi del Suo perdono, tanto da viverlo

così intensamente da riempirci il cuore di una gioia ineffabile e gloriosa che nessuno e niente potranno mai allontanare dalla nostra vita e da nostro cuore. Lo Spirito Santo crea un legame indissolubile con la realtà di Dio nella nostra vita, in maniera imprescindibile da qualunque circostanza, a prescindere dalla presenza di miracoli oppure no e a prescindere dagli eventi contingenti intorno a noi (Romani 8:31-39). Lo Spirito Santo chiude come un sigillo, un tesoro per noi ormai inestimabile a cui non rinunceremmo mai più per niente al mondo: la grazia, la misericordia e il perdono di Dio a coprire e cancellare le nostre colpe. Questo per noi sarà e resterà il più grande miracolo della nostra vita, il miracolo dei miracoli che nessuno mai, tranne noi stessi, potrà cancellare. Il miracolo di fronte al quale, nessun’altra cosa, miracoli compresi, avranno più valore. Non si parla di una semplice convinzione intellettuale, ma di una convinzione profonda che ci spinge verso Cristo: io potrei anche credere che una persona mi aspetta con un dono meraviglioso, potrei anche parlarne e diffonderne la voce, ma mostrerò di crederci soltanto quando ci andrò e farò mio quel dono. È lì che la convinzione si trasforma in esperienza vissuta. È lì che lo Spirito Santo ci trasforma e porta avanti la Sua opera in noi e ci fa gridare “Abba Padre!”. Romani 8:15: E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!». È lì che sapremo, senza bisogno o necessità di oggettivare tale presenza, che Egli vive in noi! Alleluia!!! Lo Spirito Santo ci dichiara figli di Dio, ci consola attraverso questa fiducia che ci accompagna in ogni momento della nostra vita e questa fiducia si esplicita attraverso i frutti della fede che viviamo. Quelli si, quelli costituiscono il segno evidente ed inconfutabile della vita dello Spirito in noi! Vangelo di Matteo 7:16-18: “Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni”.

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di Michael Morrison

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Lo Spirito Santo

o Spirito Santo è Dio all’opera, è Dio che crea, che parla, che ci trasforma, che vive in noi, che opera in noi. Sebbene lo Spirito Santo possa fare quest’opera senza che noi lo sappiamo, è sempre utile saperne di più. LO SPIRITO SANTO È DIO

Lo Spirito Santo ha gli attributi di Dio, è sullo stesso piano di Dio e fa le opere che solo Dio fa. Come Dio, lo Spirito Santo è santo, questo significa che insultare e oltraggiare lo Spirito è qualcosa di peccaminoso così come “calpestare” il Figlio di Dio (Ebrei 10:29). La blasfemia contro lo Spirito Santo è un peccato imperdonabile (Matteo 12:32). Lo Spirito Santo, è santo nella sua natura ed essenza, non possiede una santità assegnatagli, come l’aveva ad esempio il tempio. Lo Spirito Santo, come Dio, è eterno (Ebrei 9:14). Come Dio, lo Spirito Santo è onnipresente (Salmi 139:7-9). E come Dio, lo Spirito Santo conosce ogni cosa (1 Corinzi 2:10-11, Giovanni 14:26), crea (Giobbe 33:4; Salmi 104:30) e fa miracoli (Matteo 12:28; Romani 15:18-19), facendo l’opera del ministero di Dio. Molti versi parlano del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo presentandoli tutti come egualmente divini. In una discussione sui doni spirituali Paolo mette lo Spi-

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rito, il Signore e Dio sullo stesso piano (1 Corinzi 12:4-6). Egli chiude la seconda lettera ai Corinzi con una preghiera che presenta e unisce l’opera del Padre, del Figlio e dello Spirito (2 Corinzi 13:14). Pietro inizia una lettera con una formula unificante delle tre persone della Trinità (1 Pietro 1:2). Questi versi sostengono l’unità delle tre entità. La formula del battesimo fornisce una forte indicazione dell’unità della Trinità: “nel nome [singolare] del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19). I tre hanno un solo nome, indicando una sola essenza e un solo essere. Quando lo Spirito Santo fa qualcosa è Dio che opera. Quando lo Spirito Santo parla è Dio che parla. Quando Anania mentì allo Spirito Santo, è a Dio che mentì (Atti 5:34). Come Pietro disse, Anania non mentì ai rappresentanti di Dio, ma a Dio stesso. Le persone non possono “mentire” ad una potenza impersonale. In un passo Paolo dice che i cristiani sono il tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:19); in un altro dice che siamo il tempio di Dio (1 Corinzi 3:16). Il tempio è un luogo dedicato all’adorazione di un essere divino, non di una potenza impersonale. Quando Paolo scrive “tempio dello Spirito Santo,” intende dire che lo Spirito Santo è Dio. Lo Spirito Santo e Dio sono anche equiparati in Atti 13:2: “Lo Spirito Santo disse, ‘mettetemi da parte Barnaba e Saulo per

l’opera alla quale li ho chiamati’”. In questo verso lo Spirito Santo parla usando pronomi personali, parlando come Dio. Similmente, lo Spirito Santo dice che gli israeliti “mi tentarono mettendomi alla prova”; lo Spirito Santo dice che “Mi disgustai…Non entreranno nel mio riposo” (Ebrei 3:7-11). Tuttavia lo Spirito Santo non è solo un altro nome di Dio, Egli è distinto dal Padre e dal Figlio, come mostrato al battesimo di Gesù (Matteo 3:16-17). I tre sono distinti ma uno. Lo Spirito Santo fa l’opera di Dio nelle nostre vite. Siamo nati da Dio (Giovanni 1:12), che equivale ad essere nati dallo Spirito (Giovanni 3:5). Lo Spirito Santo è il mezzo tramite il quale Dio vive in noi (Efesini 2:22; 1 Giovanni 3:24; 4:13). Lo Spirito Santo vive in noi (Romani 8:11; 1 Corinzi 3:16), e siccome lo Spirito vive in noi, possiamo dire che Dio vive in noi. LO SPIRITO È PERSONALE Nella descrizione che la Scrittura ci dà dello Spirito Santo, lo troviamo con caratteristiche personali, di chi ha una personalità. - Lo Spirito vive (Romani 8:11; 1 Corinzi 3:16). - Lo Spirito parla (Atti 8:29; 10:19; 11:12; 21:11; 1 Timoteo 4:1; Ebrei 3:7; ecc.).


Bibbia a 360 gradi

- Lo Spirito qualche volta usa il pronome personale “io” (Atti 10:20; 13:2). - Allo Spirito si può parlare, può essere provato, addolorato, insultato e bestemmiato (Atti 5:3, 9; Efesini 4:30; Ebrei 10:29; Matteo 12:31). - Lo Spirito guida, intercede, chiama e commissiona (Romani 8:14, 26; Atti 13:2; 20:28). Romani 8:27 si riferisce alla “mente” dello Spirito. Egli giudica; una decisione “sembrava buona” allo Spirito Santo (Atti 15:28). Lo Spirito “sa” e “determina” (1 Corinzi 2:11; 12:11). È evidente che quando parliamo dello Spirito Santo non stiamo parlando di un potere impersonale. Gesù chiamò lo Spirito Santo parakletos, che tradotto significa: il Consolatore, l’Avvocato o il Consigliere. “E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore perché stia con voi in perpetuo, lo Spirito della Verità “ (Giovanni 14:16-17). Come Gesù, il primo Consolatore dei discepoli, lo Spirito Santo insegna, testimonia, giudica, guida, e rivela la verità (Giovanni 14:26; 15:26; 16:8, 1314). Tutti questi, sono caratteri esprimibili soltanto attraverso una personalità. Nel riferirsi allo Spirito Giovanni usa la forma maschile della parola parakletos; nel Vangelo di Giovanni i pronomi maschili (egli, ad esempio) sono usati anche dopo la parola “Spirito”, nonostante sia neutra, sarebbe stato facile usare il pronome neutro, eppure Giovanni usa il maschile. Tuttavia la grammatica non è molto importante; la cosa importante è che lo Spirito Santo ha caratteristiche personali. Egli non è una potenza impersonale, ma il Consigliere divino che vive in noi. LO SPIRITO NEL VECCHIO TESTAMENTO La Bibbia non ha una sezione intitolata “Lo Spirito Santo.” Leggiamo dello Spirito Santo un po’ qui e un po’ là, laddove le Scritture raccontano le sue opere. Il Vecchio Testamento ce ne da solo alcuni accenni. Lo Spirito era coinvolto nella creazione nel sostenere tutta la vita (Genesi 1:2; Giobbe 33:4; 34:14). Lo Spirito di Dio riempì Betsaleel con le abilità di costruire il tabernacolo (Esodo 31:3-5). Riempì Mosè e 70 anziani (Numeri 11:25). Riempì Giosuè con sapienza e riempì i giudici come Sansone con grande

forza e abilità di combattere (Deuteronomio 34:9; Giudici 6:34; 14:6). Lo Spirito di Dio fu dato a Saul e poi ritirato (1 Samuele 10:6; 16:14). Lo Spirito diede a Davide i progetti del tempio (1 Cronache 28:12). Lo Spirito ispirò i profeti a parlare (Numeri 24:2; 2 Samuele 23:2; 1 Cronache 12:19; 2 Cronache 15:1; 20:14; Ezechiele 11:9; Zaccaria 7:12; 2 Pietro 1:21). Anche nel Nuovo Testamento, lo Spirito fece parlare le persone, inclusi Elisabetta, Zaccaria e Simone (Luca 1:41, 67; 2:2532). Giovanni Battista fu ripieno dello Spirito Santo sin dalla nascita (Luca 1:15). La sua più importante opera era annunciare la venuta di Gesù, che avrebbe battezzato le persone non solo con acqua ma con “lo Spirito Santo e il fuoco” (Luca 3:16). LO SPIRITO E GESÙ Lo Spirito Santo era coinvolto in tutta la vita di Gesù. Lo Spirito causò il suo concepimento (Matteo 1:20), discese su di lui al suo battesimo (Matteo 3:16), lo condusse nel deserto (Luca 4:1) e lo unse per predicare il vangelo (Luca 4:18). Gesù cacciò i demoni con lo Spirito di Dio (Matteo 12:28). Fu mediante lo Spirito che offrì se stesso come sacrificio per il peccato (Ebrei 9:14) e attraverso lo stesso Spirito fu risorto dai morti (Romani 8:11). Gesù insegnò che lo Spirito avrebbe parlato attraverso i suoi discepoli durante la persecuzione (Matteo 10:19-20). Disse loro di battezzare i seguaci nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Matteo 28:19). Disse che Dio sicuramente avrebbe dato lo Spirito Santo a quelli che lo avrebbero domandato (Luca 11:13). I più importanti insegnamenti di Gesù sullo Spirito Santo vengono dal vangelo di Giovanni, attraverso il quale Egli ci dice che: prima le persone devono essere nate “d’acqua e di Spirito” (Giovanni 3:5), che hanno bisogno di un rinnovamento spirituale, e che questo non avviene attraverso la loro iniziativa, ma è un dono di Dio. Nonostante lo Spirito non si possa vedere, se presente nella nostra vita fa la differenza (verso 8). Gesù insegnò anche che “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in Me come ha detto la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”

di Michael Morrison

(Giovanni 7:37-38). Giovanni aggiunge questa spiegazione: “disse dello Spirito che dovevano ricevere quelli che crederebbero in Lui” (verso 39). Lo Spirito Santo soddisfa una sete interiore, ci dà una relazione con Dio, che è ciò per cui siamo stati creati. Riceviamo lo Spirito venendo a Gesù, e lo Spirito può riempire le nostre vite. Giovanni ci dice anche, “lo Spirito non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato” (verso 39). Lo Spirito aveva già riempito vari uomini e donne prima di Gesù, ma lo Spirito sarebbe presto venuto in un modo nuovo e più potente alla Pentecoste. Lo Spirito Santo, adesso è dato a tutti quelli credono nel Signore (Atti 2:38-39). Gesù promise che i suoi discepoli avrebbero ricevuto lo Spirito di verità, e che avrebbe vissuto dentro di loro (Giovanni 14:16-18). La vita dello Spirito Santo nei credenti, equivale alla vita di Gesù stesso dentro di loro (verso 18). Perché lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo, ed è anche lo Spirito del Padre mandato da Gesù e dal Padre (Giovanni 15:26). Lo Spirito Santo fa sì che Gesù sia disponibile a tutti coloro che oggi continuano la Sua opera. Gesù promise che lo Spirito avrebbe insegnato ai discepoli ed avrebbe ricordato loro tutte le cose che Gesù gli aveva insegnato (Giovanni 14:26), inoltre, insegnò loro tutte le cose che non capirono prima della resurrezione di Gesù (Giovanni 16:12-13). Lo Spirito testimonia di Gesù (Giovanni 15:26; 16:14), non promuove sé stesso, ma dirige le persone verso Gesù e verso il Padre. Non parla per sé stesso e da sé stesso, ma solo quando il Padre vuole (Giovanni 16:13). Siccome lo Spirito può vivere in milioni di persone, l’ascesa di Gesù e la venuta dello Spirito Santo sono per il nostro bene. (Giovanni 16:7). Lo Spirito lavora nell’evangelizzazione, convicendo il mondo dei loro peccati, delle loro colpe, del loro bisogno di giustizia, e della certezza del giudizio (versi 8-10). Lo Spirito Santo porta le persone a Gesù, come soluzione della colpa e come sorgente di giustizia. LO SPIRITO E LA CHIESA Giovanni Battista disse che Gesù avrebbe battezzato nello Spirito Santo (Marco 1:8). Questo accadde nel giorno di

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Bibbia a 360 gradi

Pentecoste dopo la Sua resurrezione, quando lo Spirito diede un nuovo potere ai discepoli (Atti 2), il quale includeva il parlare in altre lingue, cioè la capacità di essere compresi e capiti da persone che parlavano lingue diverse perché provenienti da diverse parti del mondo, nonostante essi parlassero la loro lingua natìa (verso 6). Miracoli simili accaddero in altre diverse occasioni mentre la chiesa cresceva (Atti 10:44-46; 19:1-6). Come storico, Luca riporta eventi inusuali e quelli più rilevanti. Non ci sono indicazioni chiare circa il fatto che questi miracoli si realizzarono per tutti i nuovi credenti. Paolo dice che tutti i credenti sono battezzati nello Spirito Santo in un solo corpo: la chiesa (1 Corinzi 12:13). Tutti coloro che hanno fede ricevono lo Spirito Santo (Romani 10:13; Galati 3:14). Sia che i credenti vedano accadere miracoli, oppure no, tutti sono stati battezzati con lo Spirito Santo. Non è necessario cercare un miracolo particolare per avere prova di questo. La Bibbia non comanda a nessun credente di cercare il battesimo dello Spirito Santo. Ogni credente, invece, è incoraggiato ad essere continuamente riempito dello Spirito Santo (Efesini 5:18), e a essere pienamente sensibile alla guida dello Spirito. Si tratta di un continuo dovere, non di un singolo evento. Non siamo chiamati a cercare i miracoli, ma a cercare Dio, lasciando a Dio la decisione di fare miracoli. Paolo spesso descrive il potere di Dio non in relazione ai miracoli, ma in relazione a una forza interiore che produce speranza, amore, pazienza, servizio, comprensione, sofferenza e preghiera coraggiosa (Romani 15:13; 2 Corinzi 12:9; Efesini 3:7, 16-18: Colossesi 1:11, 28-29; 2 Timoteo1:7-8). Questo è il vero potere di Dio in opera nelle vite umane. Il libro degli Atti ci mostra che lo Spirito di Dio è il potere che sta dietro la crescita della chiesa. Lo Spirito diede ai discepoli il potere di testimoniare di Gesù (verso 8). Diede ai discepoli un grande coraggio nel predicare Cristo (Atti 4:8, 31; 6:10). Diede istruzioni a Filippo e più tardi lo rapì (Atti 8:29, 39). Lo Spirito incoraggiò la chiesa e scelse dei leaders (Atti 9:31; 20:28). Parlò a Pietro e alla chiesa di Antiochia (10:19; 11:12; 13:2). Ispirò Agabo a prevedere la carestia e ispirò Paolo a pronunciare una maledizione (11:28; 13:9).

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Guidò Paolo e Barnaba nei loro viaggi (13:4; 16:6-7) e aiutò il concilio di Gerusalemme a prendere una decisione (15:28). Mandò Paolo a Gerusalemme e lo avvisò di cosa sarebbe successo (20:22-23; 21:11). La chiesa esistette e crebbe solo attraverso l’opera dello Spirito nei credenti. LO SPIRITO E I CREDENTI OGGI Dio e lo Spirito Santo sono intimamente coinvolti nella vita dei credenti di oggi, esso: - Ci porta al pentimento e ci dona una nuova vita (Giovanni 16:8; 3:5-6). - Vive in noi, ci insegna e ci guida (1 Corinzi 2:10-13; Giovanni 14:16-17, 26; Romani 8:14). Ci guida attraverso le Scritture, le preghiere e attraverso altri cristiani. - E’ lo Spirito di saggezza, che ci aiuta a fare scelte con fiducia, amore e controllo (Efesini 1:17; 2 Timoteo 1:7). - Produce in noi amore e i frutti della giustizia (Romani 5:5; Efesini 5:9; Galati 5:22-23). - Ci mette nella chiesa e ci aiuta a conoscere che siamo i figli di Dio (1 Corinzi 12:13; Romani 8:14-16). Dobbiamo adorare Dio “con lo Spirito”, con le nostre menti sintonizzate su cosa vuole lo Spirito (Filippesi 3:3; 2 Corinzi 3:6; Romani 7:6; 8:4-5). Noi cerchiamo di piacergli (Galati 6:8). Se siamo controllati dallo Spirito, egli ci dà vita e pace (Romani 8:6). Ci dà accesso al Padre (Efesini 2:18). Ci aiuta nelle nostre debolezze, intercedendo per noi (Romani 8:26-27). Lo Spirito Santo ci offre i doni spirituali e ci dona i leader per la chiesa (Efesini 4:11), le funzioni basilari per la chiesa (Romani 12:6-8) e abilità straordinarie per scopi speciali per degli scopi straordinari (1 Corinzi 12:4-11). Non tutti hanno tutti i

di Michael Morrison

doni, e nemmeno ogni dono è dato a tutti (versi 28-30). Tutti i doni, sia spirituali che “naturali”, devono essere usati per il bene comune, per aiutare l’intera chiesa (1 Corinzi 12:7; 14:12). Ogni dono è importante (12:22-26). Ora, abbiamo solo le primizie dello Spirito, solo una caparra, quale garanzia per il nostro futuro (Romani 8:23; 2 Corinzi 1:22; 5:5; Efesini 1:13-14) In breve, lo Spirito Santo è Dio all’opera nelle nostre vite. Tutto ciò che Dio fa, lo compie attraverso il suo Spirito. Paolo quindi ci incoraggia: “Camminiamo per la Spirito…e non contristate lo Spirito Santo di Dio…Non spegnete lo Spirito” (Galati 5:25; Efesini 4:30; 1 Tessalonicesi 5:19). Siate attenti a quello che lo Spirito dice. Quando parla, è Dio che parla. DAL NOSTRO CREDO Lo Spirito Santo è la terza persona del Dio trino, che procede eternamente dal Padre attraverso il Figlio. Egli è il Consolatore promesso da Gesù Cristo, che ci unisce al Padre e al Figlio, e ci trasforma ad immagine di Cristo. Lo Spirito opera in noi la rigenerazione che Cristo ha compiuto per noi, e attraverso un continuo rinnovo ci potenzia a condividere la comunione gloriosa e eterna del Figlio con il Padre, come Suoi figli. Lo Spirito Santo è la Sorgente di ispirazione e profezia attraverso le Scritture, è la Sorgente di unità e comunione nella chiesa. Ci dà doni spirituali per l’opera del vangelo, ed è la costante guida cristiana nella verità. Riferimenti biblici: (Matteo 28:19; Giovanni 14:16; 15:26; Atti 2:38; Giovanni 14:17, 26; 1 Pietro 1:2; Tito 3:5; 1 Corinzi 3:16; Romani 8:16; 2 Pietro 1:21; 1 Corinzi 12:13; 2 Corinzi 13:14; 1 Corinzi 12:1-11; Giovanni 16:13).

Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo Tito 3:5


Rubrica

Contributi dei lettori

Il Pane della Vita S e si pensa al pane in termini materiali, si pensa ad uno dei più antichi e indispensabili alimenti di cui l’uomo si nutre e che accompagna quasi tutti i nostri pasti. E’ un alimento completo che da solo potrebbe tenerci in vita e di cui la maggior parte delle persone non può fare a meno. Difatti spesso si dice: “prezioso come il pane”, oppure, “indispensabile come il pane”. Ma se si pensa al pane in termini spirituali non si può fare a meno di pensare al nostro Signore che ai tempi di Mosè fece cadere la manna dal cielo per sfamare il suo popolo che scappava dalla terra d’Egitto (Esodo 16:4). Per quarant’anni fu il nutrimento degli Israeliti durante il periodo trascorso nel deserto. Ma cosa più importante: la manna è anche simbolica del Cristo, il pane di vita. Gesù stesso moltiplicò cinque pani e due pesci per sfamare cinquemila persone che erano andate da lui per sentirlo predicare. (Giovanni 6:11) “Egli prese i pani e dopo aver reso grazie li distribuì alla folla e tutti ne mangiarono”. Gesù dopo fece raccogliere tutto ciò che era avanzato, riempendo altre dodici ceste affinché niente andasse sprecato. La gente, quindi, avendo visto il miracolo che aveva fatto credette in Lui come il messia che tutti aspettavano. Il loro credere non fu un fatto di fede, ma frutto dell’essere stati testimoni oculari del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci per le cinquemila persone giunte da Tiberiade. Al capitolo 6:26 nel vangelo di Giovanni, Gesù esprime chiaramente il

suo rammarico per la vera ragione che portava la gente verso di Lui, ovvero il desiderio e il bisogno di mangiare del cibo solido, mentre sfuggiva loro la necessità e l’importanza del nutrimento spirituale che potevano invece trovare alla Parola di Gesù: “in verità in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto dei segni miracolosi ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati; adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il figlio dell’uomo vi darà; poiché su di Lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo.” Gesù si definisce il pane che dà la vita eterna, poiché Dio stesso ha posto su di Lui il suo sigillo. Ma un gran numero di persone sin da quei tempi, ma oggi ancora come allora, si ostina a non capire che Egli è il nostro cibo benedetto. E’ indispensabile e imprescindibile, assolutamente necessario, vivere in Lui e nutrirsi della sua parola per fare la volontà di Dio. Proseguendo la lettura del vangelo di Giovanni 6:35, la folla chiese al Signore: “che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?” e Gesù rispose: “questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”. Parlava di se stesso, li esortava a credere in Lui. Dio, perché sia fatta la sua volontà, ci chiede chiaramente di alimentarci in Gesù come unico cibo che vivifica. Quanti dubbi ancora da risolvere? Quanta poca fede era evidente in quell’occasione da parte dell’uomo nei confronti di Dio? Infatti, la folla nonostante avesse assistito a innumerevoli miracoli, chiese a

Gesù ancora un altro miracolo per poter credere in Lui. Ma Gesù disse loro: “In verità, in verità vi dico non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo. Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo e dà vita al mondo” (Giovanni 6:32). Essi risposero: “Signore dacci sempre di codesto pane”. Ed ecco Gesù che, nuovamente, si definisce pane spirituale per la salvezza dell’uomo, con queste parole: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Giovanni 6:35). Non può che essere chiaro il mistero! Il Suo corpo, ovvero, il pane quotidiano della vita nostra è Gesù, che ci è stato donato per risolvere la nostra inadempienza e inottemperanza verso Dio ….. Gesù ci è stato donato per la nostra incolumità, quale rimedio e via d’uscita al peccato, come grazia per la vita eterna. La luce di Cristo può estirpare ogni male e ogni infelicità dal nostro misero cuore e risolve il mistero della vita. “Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero tra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria” (Colossesi 1:27), e “L’uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo” (Giovanni 3:27). In molte altre occasioni Gesù parla del pane definendo se stesso pane della vita e fonte di grazia…. Possiamo dire, infatti, che il pane sia una benedizione di Dio. Gesù lo benedisse durante la Santa Cena e lo distribuì ai Suoi discepoli dicendo: “questo è il mio corpo”, e del vino disse: “questo è il mio sangue”. (Matteo 26:26). Usò questa metafora per far capire loro che lì a breve sarebbe stato immolato per la salvezza degli uomini. Egli in quel giorno proclamava la Pasqua Ebraica alla luce del sacrificio della Sua morte che stava per compiersi. La Santa Cena ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi uno tra i momenti più significativi e solenni riportati nella bibbia. Nell’ultima cena, con i suoi discepoli, ancora una volta, Gesù definisce il pane quale simbolo del suo corpo. Ecco, quindi, come sia limpido e salutare pensare che, Gesù è il pane della vita … fonte di cibo per la Vita eterna. Caterina Unali

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La nostra risorsa spirituale

Oggi si parla molto del "surriscaldamento globale" del nostro pianeta, per descrivere l'aumento della temperatura media dell'atmosfera terrestre e degli oceani. Gli scienziati hanno dimostrato che questo surriscaldamento è dovuto in gran parte all'attività umana, responsabile del cosiddetto "effetto serra" provocato dell'enorme produzione di anidride carbonica. Secondo alcune previsioni climatiche, la temperatura aumenterà tra 1,4 e 5,8 °C nel periodo compreso tra il 1990 e il 2100. Si pensa che ciò possa provocare altri mutamenti del clima, e a causa dello scioglimento dei ghiacci l’aumento del livello del mare. Dal 1970 a oggi il numero e l'intensità dei cicloni tropicali sono aumentati considerevolmente. L'aumento delle precipitazioni sta causando in Antartide un aumento degli spessori dei ghiacci, ma contemporaneamente si sta assistendo allo scioglimento della calotta Artica e dei ghiacciai della Groenlandia. Le maggiori temperature hanno contribuito alla comparsa di nuove specie animali in zone del pianeta dove prima erano sconosciute (ad esempio la zanzara tigre e numerosi pesci) e malattie tropicali. Le nostre abitudini di vita stanno sconvolgendo i cicli naturali di questo mondo. Quando ha creato questo mondo, Dio ha posto su di esso le creature umane affinché ci vivessero e prosperassero responsabilmente. La pioggia e la neve sono una benedizione perché garantiscono la nostra vita, ma le abbondanti precipitazioni possono diventare una maledizione. Pioggia e neve sono oggetto del testo biblico su cui intendiamo riflettere; leggiamo il capitolo 55 del libro

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del profeta Isaia, i versetti 10 e 11: "Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata". In questo testo, Dio usa l'esempio della pioggia e della neve per farci capire che la Sua Parola può fare germogliare e sviluppare la vita spirituale nelle Sue creature. L'illustrazione è molto semplice e basilare: Pioggia e neve scendono dal cielo per adempiere la loro funzione. Producono dei risultati che niente e nessuno può impedire. Lo stesso accade per i propositi di Dio. Quelle di Dio non sono mai "parole al vento". La Parola di Dio è efficace, come afferma la lettera agli Ebrei: "La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante" (Ebrei 4:12). Come la pioggia e la neve, la Parola di Dio proviene dal cielo, secondo la Sua volontà. Ogni credente si compiace dell'efficacia di ciò che Dio si propone, anche se ci sono delle forze di opposizione che tendono a boicottare, sovvertire e distruggere tutto ciò che Dio opera. Le forze che si oppongono alla realizzazione della volontà di Dio sono tremende e agiscono a ogni livello. La Bibbia le chiama "le forze spirituali della malvagità", capeggiate da Satana, l'avversario di Dio, l'incarnazione e la personificazione del male supremo. La Bibbia lo chiama "lo spirito di menzogna", o "il padre della menzogna" che si oppone ai disegni di Dio.

Gesù stesso dice di lui: "Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna" (Giovanni 8:44). Lo spirito della menzogna può essere molto più sottile quando insinua dubbi sulla verità della Bibbia o sul Cristianesimo stesso. Questo tipo di approccio è illustrato nel racconto che ci parla dell'incontro fra Paolo e il governatore romano Felice davanti al quale egli presenta la fede cristiana. Leggiamolo in Atti 24:24-25: "Dopo alcuni giorni Felice, venuto con sua moglie Drusilla, che era ebrea, mandò a chiamare Paolo, e lo ascoltò circa la fede in Cristo Gesù. Siccome Paolo parlava di giustizia, di temperanza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e replicò: «Per ora va'; e quando ne avrò l'opportunità, ti manderò a chiamare»”. Quando il governatore Felice comincia a udire la Parola di Dio, è come se temesse la furia di un diluvio. Questi sono alcuni approcci che il “nemico” usa per tenere lontani dalla Parola di Dio. Ci vorrebbe convincere che cercare di capirla è una perdita di tempo, e poi non ne abbiamo bisogno perché abbiamo le nostre "rivelazioni interiori". I versetti di oggi ci ricordano: "Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola". La Parola di Dio è come la pioggia e la neve che proviene dal cielo per farci crescere. Che cosa implica tutto questo? Prima di tutto implica che non dobbiamo volare fino in cielo per cercare la Parola di Dio. Non dobbiamo preoccuparci di scavare dei pozzi per cercare la Sua "acqua". Dio ha già pensato a tutto attraverso la Bibbia. Proprio come la pioggia scende dal cielo senza che noi la chiediamo, Dio ci fornisce la Parola con la Sua potenza e con la Sua generosa grazia. Non siamo stati noi a chiedere la Bibbia, Dio l'ha mandata dal cielo, usando uomini, nel corso dei secoli. Egli ci ha dato questa rivelazione senza che noi la chiedessimo. E' sufficiente la Bibbia? Duemila anni fa Paolo disse a Timoteo: "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:16-17). Non c’è stato


più bisogno di altre rivelazioni. Non abbiamo bisogno di rivelazioni speciali e personali, tutto ciò di cui abbiamo bisogno, è nella Bibbia. Dio ha fatto in modo che la Bibbia fosse non solo una "spruzzata d'acqua", ma un’inesauribile sorgente a nostra disposizione! I diluvi e le alluvioni sono eventi devastanti, ma la Parola di Dio può scuotere e sconvolgere la vita di ogni uomo che Dio chiama al ravvedimento. Leggiamo l’esempio della predicazione dell’apostolo Pietro nel libro degli Atti, capitolo 2 versi da 22 a 24: "Uomini d'Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto". Continuiamo con il verso 37: "Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?»" Il diluvio del senso di colpa li aveva sopraffatti. Non c'era scusa al mondo che avrebbe potuto salvarli dall’accusa con la quale Pietro li stava colpendo. Essi sapevano di avere acconsentito alla crocifissione di Gesù. Ecco perché Pietro replica loro: "Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo" (Atti 2:38). Proprio quando erano smarriti dalla proclamazione del Vangelo, Pietro lancia loro un salvagente, l'offerta della grazia di Dio, del generoso dono del perdono attraverso la fede in Cristo e il battesimo. Ecco perché Iddio ci dà la Sua Parola. Isaia dice che Dio la fa cadere dal cielo affinché "dia seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata". La Parola di Dio c’è data affinché possiamo nutrire noi stessi e gli altri. E' come insegnare ai bisognosi a produrre il proprio cibo sfruttando al meglio le loro risorse naturali. La "pioggia e la neve" di Dio sono come le risorse naturali che ci sono

state donate e che possiamo e dobbiamo utilizzare per nutrire noi stessi e le nostre famiglie. Non dobbiamo più correre chissà dove per ottenere il necessario chiedendo aiuto a chissà chi. Lo scopo che Dio si è proposto nel fornirci la Sua Parola è di darci una potente e inesauribile fonte di vita e di forza. E' come quando i bambini gridano ai genitori: "Abbiamo fame! Non c'è niente da mangiare?" La loro risposta è: "Il frigo è pieno! C'è pane, latte, formaggio, uova, prosciutto e carne". E i bambini replicano: "Noi non vogliamo quelle cose lì!". Che cosa rispondereste voi? "Non è vero che avete fame. C'è tutto ciò di cui avete bisogno. Mangiate quel che c'è!". Ecco il punto: perché morire di fame spirituale, proprio quando nella Bibbia c'è tutto ciò che ci serve? Siamo attratti da chi ha un aspetto bello e seducente e non ci rendiamo conto che quello che cerchiamo è già vicino a noi e spesso non lo apprezziamo! La nostra chiesa ha una ricchissima eredità spirituale! Pensiamo che tutto questo non sia così buono da preferire le cose colorate e luccicanti che il mondo moderno ci offre e che non valgono nulla? Abbiamo a disposizione acqua buona, limpida e salutare eppure preferiamo acqua colorata, zuccherata, piena di additivi chimici e contaminata. Ricordiamo il rimprovero del profeta Geremia ad Israele: “Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua" (Geremia 2:13). Com'è possibile che fra noi ci siano fratelli spiritualmente poveri quando in casa abbiamo tante ricchezze? Dio ci invita con grande generosità: "O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte! Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti!" (Isaia 55:1-2). A Dio non importa a quale nazione apparteniamo, o se siamo ricchi o poveri, giovani o vecchi. Non importa se fino ad oggi abbiamo bevuto poca dell'abbondante acqua che ci offre. Tutto ciò che Dio ci dice oggi è: "Avete sete? Allora bevete dell'acqua che io vi do. Quest'acqua è gratis. Non voglio

La nostra risorsa spirituale

che abbiate bisogno di essere accettati, io vi accetto in Cristo. Non voglio che voi cerchiate di castigarvi. Ho già castigato Cristo al vostro posto per i vostri peccati. Basta portare sulle spalle il vostro fardello di colpevolezza, mettetelo sulle spalle di Gesù. Basta essere affamati e desiderare qualcuno che vi ami. Aprite il vostro cuore alla mia Parola e sappiate che io vi amo in Cristo". Gesù, parlando di Se stesso, affermò: "Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna" (Giovanni 4:13-14). Apriamo ogni giorno "le cataratte del cielo". Beviamo quanto ne vogliamo. Non saremo mai sazi, e quell'acqua non verrà mai meno. Ce n'è abbastanza da saziare tutti gli abitanti di questo mondo. Dio ha provveduto ogni cosa per la nostra vita sulla terra e i Suoi beni li dobbiamo usare responsabilmente, anche se le forze della natura sono state sconvolte per l'imprevidenza umana. Dio ha anche provveduto per noi un'altra "pioggia" e un'altra "neve", le risorse spirituali della Sua Parola che sono a nostra disposizione. L'acqua serve, è essenziale, è insostituibile, fa crescere la vegetazione e con essa ciò che può nutrire la nostra vita. La Parola di Dio può contrastare con i nostri progetti umani, ma ci può fare solo del bene. Ne abbiamo tutti bisogno, se vogliamo vivere in eterno. Iddio ha provveduto l'acqua della vita in Cristo, si tratta di qualcosa di ancora più prezioso dell'acqua che sostiene la vita fisica. La Bibbia afferma: "Crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome" (Giovanni 20:31). Se vogliamo sopravvivere spiritualmente, dobbiamo dissetarci con la Parola di Dio. Solo Cristo crocifisso e risorto può soddisfare la nostra sete. Come la pioggia e la neve alimentano la vita fisica, la Parola di Dio ci offre la vita spirituale, eterna, in Cristo. Ogni risorsa spirituale viene solo da Lui! Amen!

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di James Henderson

Studio biblico

Cosa sono l’adorazione e la venerazione, e come si esprimono nella vita dei credenti?

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DIO È DEGNO D’ONORE E LODE

a parola inglese “ worship” adorazione o venerazione, indica l’attribuzione di valore e rispetto verso qualcuno. Le parole Ebraiche e Greche tradotte nell’inglese con i termini adorazione e venerazione sono molte, ma le principali esprimono il concetto basilare di servizio o dovere, simile a quello che ci si attende da uno schiavo verso il padrone. Esse esprimono il pensiero che soltanto Dio è il Signore al di sopra di tutto e di ogni aspetto della vita, così come illustrato nella risposta di Cristo a Satana in Luca 4:8; - Ma Gesù, rispondendo, gli disse: “Vattene via da me, Satana. Sta scritto: ”Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo”. Vedere anche Matteo 4:10; Deuterenomio 10:20. Altri concetti inerenti l’adorazione includono sacrificio, prostrazione, offerte, confessione, tributo, devozione, ecc. “L’essenza dell’adorazione divina è dare a Dio ciò che gli è dovuto” (Barackman 1981:417).

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Cristo disse in Giovanni 4:23-24”Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. Questo passaggio del Vangelo di Giovanni ci dice che l’adorazione è diretta al Padre, e che è parte integrante della vita del credente. Proprio come Dio è Spirito, così la nostra adorazione non può essere soltanto fisica ma deve coinvolgere tutto il nostro essere, ed essere fondata nella verità. Vedere (Giovanni 1:1,14; 14:6; 17:17). Tutta la vita di fede è incentrata sull’adorazione: Marco 12:30 “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Questo è il primo comandamento. Le parole di Maria riflettono la profondità dell’adorazione: Luca 1:46; E Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore.” “L’adorazione coinvolge l’intera vita della chiesa, tramite la quale la comunità dei fedeli dice Amen (così sia!) tramite la po-

tenza dello Spirito Santo del Dio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo” (Jinkins 2001:229). Perciò, qualsiasi cosa faccia un credente, sarà un’opportunità per esprimere un’adorazione e riconoscenza. Colossesi 3:17 “E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di Lui”. Vedere anche 1 Corinzi 10:31. GESÙ CRISTO E L’ADORAZIONE Il passaggio su menzionato ci mostra che noi rendiamo grazie a Dio tramite Gesù Cristo. Gesù, il Signore, che è “lo Spirito” (2 Corinzi 3:17), fa da mediatore e avvocato fra noi e il Padre, e la nostra adorazione fluisce al Padre per mezzo di lui e grazie a Lui. L’adorazione non richiede intermediari umani, come ad esempio i sacerdoti, perché mediante la morte di Cristo l’umanità è stata riconciliata a Dio, e tramite Lui ogni uomo e donna “hanno accesso mediante un solo Spirito al Padre” (Efesini 2:14-18). Questo


Studio biblico insegnamento rappresenta il contesto ispiratore di Martin Luther sulla nozione del “sacerdozio di tutti i credenti”. “…la chiesa adora Dio dal momento che partecipa alla perfetta adorazione (liturgia) che Cristo offre a Dio da parte nostra (Jinkins 2001:229). Gesù Cristo ricevette adorazione negli avvenimenti chiave della sua vita. La prima occasione fu la celebrazione della sua nascita (Matteo 2:11) quando gli angeli ed i pastori gioirono (Luca 2:13-14, 29), un’altra fu la Sua risurrezione (Matteo 28:9,17; Luca 24:52). Durante tutto il Suo ministero e il Suo interagire con la gente, Gesù fu adorato (Matteo 8:2; 9:18; 14:33; Marco 5:6,ecc). Apocalisse 5:12 proclama: “Degno è l’Agnello che è stato ucciso”.. riferendosi a Cristo. L’ADORAZIONE COLLETTIVA NEL VECCHIO TESTAMENTO Salmo 145:4-7 “Una generazione proclamerà le lodi delle tue opere all’altra e annunzierà i tuoi portenti… Essi proclameranno il ricordo della tua grande bontà e canteranno con gioia la tua giustizia.” L’usanza della lode e adorazione collettiva è profondamente radicata nella tradizione biblica. Nel Vecchio Testamento sono presenti manifestazioni di sacrifici ed omaggi individuali, così come attività di culto pagane, ma non si evidenzia un chiaro modello di adorazione collettiva verso il vero Dio, se non prima dell’instaurazione d’Israele come nazione. La richiesta di Mosè al Faraone di concedere agli Israeliti il permesso di tenere una festa a Dio, è fra le prime indicazioni di una chiamata collettiva all’adorazione nell’Antico Testamento (Esodo 5:1). Durante il viaggio verso la Terra Promessa, Mosè indicò e descrisse dei giorni festivi che gli Israeliti dovevano celebrare, i quali sono riportati in Esodo 23 e Levitico 23, come pure in altri passi. Il loro significato rievocava la commemorazione dell’esodo degli Israeliti dall’Egitto e della loro esperienza nel deserto. Per esempio, la Festa dei tabernacoli fu istituita perché le generazioni israelitiche conoscessero ciò che Dio aveva compiuto per questo popolo: “Affinché i vostri discendenti sappiano che io feci dimorare in capanne i figli

di James Henderson d’Israele, quando li feci uscire dal paese d’Egitto…” (Levico 23:43). Il fatto che quelle sante adunanze non rappresentassero un calendario annuale di adorazione rigido e immodificabile per gli Israeliti diviene chiaro dai fatti scritturali, i quali affermano che più tardi nella storia Israelita furono aggiunte due festività annuali, una era il Purim, Ester 8:16-17 ..Per i giudei fu luce, allegrezza, gioia e gloria (Vedere anche Giovanni 5:1 possibile riferimento al Purim). L’altra era la festa di dedicazione, la quale durava otto giorni iniziando il 25 Chislev nel calendario Ebraico (dicembre) celebrata con esposizioni di luci e la purificazione del tempio, rievocando la vittoria di Giuda Maccabeo sopra Antiochus Epiphanes nel 164 A.C. Gesù Stesso, “la luce del mondo”, in quel giorno era presente nel tempio (Giovanni 1:9; 9:5; 10:22-23). Venivano osservati anche dei giorni specifici in determinati mesi per il digiuno (Zaccaria 8:19), così come erano osservate anche le Nuove Lune (Esdra 3:5). Vi erano ordinanze pubbliche giornaliere e settimanali, per rituali e sacrifici. Il Sabato settimanale era una “santa convocazione” ordinata (Levitico 23:3) e stabilita come segno del Vecchio Patto (Esodo 31:12-18) fra Dio e gli Israeliti, esso era anche un dono di Dio per il loro benefico riposo (16:29-39). Il sabato, assieme ai giorni santi Levitici era considerato parte del Vecchio Patto (Esodo 34:10-28). Il tempio rappresentava un altro fattore significante nello sviluppo del modello di adorazione del Vecchio Patto. Gerusalemme, con il suo tempio, divenne il fulcro per l’adorazione israelitica, che i fedeli dovevano raggiungere per osservare le varie festività. “…solevo andare con la folla, guidandola alla casa di Dio, in mezzo ai canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa. Salmo 42:4; (vedere anche 1Cronache 23:27-32; 2 Cronache 8:12-13; Giovanni 12:12; Atti 2:5-11). La possibilità di una piena partecipazione all’adorazione pubblica, nel Vecchio Testamento non era accessibile a tutti indistintamente, ad esempio, alle donne ed ai bambini non era permesso accedere nella zona centrale d’adorazione del Tempio, così come era proibito agli eunuchi o ai nati da madri singole. Mentre ad alcuni gruppi, come i Moabiti, era proibito l’accesso “per sempre” all’assemblea di ado-

zione (Deuterenomio 23:1-8). E’ molto interessante e curiosa l’analisi del concetto ebraico di “per sempre”, infatti, ad esempio, Gesù da parte di sua madre discendeva da una donna Moabita, Ruth (Matteo 1:5). L’ADORAZIONE COLLETTIVA NEL NUOVO TESTAMENTO Vi sono diverse differenze tra il Vecchio e il Nuovo Testamento in merito al concetto di santità in relazione all’adorazione. Come è stato notato, nel Vecchio Testamento certi luoghi, tempi e persone erano considerati più santi, o particolarmente santi, pertanto più rilevanti ai fini dell’adorazione. Nel Nuovo Testamento, per comprendere il concetto di santità e adorazione, è necessario approfondire alcune differenze fondamentali. Procedendo con l’esclusione del Vecchio Testamento e l’avvento del Nuovo Testamento passiamo dall’adorazione in luoghi e tempi specifici, e dalla necessità di persone specifiche, alla possibilità di adorare in tutti i luoghi, in tutti i tempi e per tutte le persone senza esclusione alcuna. Per esempio, il tabernacolo ed il tempio di Gerusalemme rappresentavano dei luoghi santi “dove si doveva adorare” (Giovanni 4:20), Paolo invece afferma che gli uomini dovrebbero pregare non soltanto nei luoghi assegnati dal Vecchio Testamento o nei posti di adorazione giudaica, ma “ovunque, alzando mani sante”, una pratica questa associata con le usanze nel santuario del tempio (1 Timoteo 2:8 Salmo 134:2). Le assemblee delle chiese del Nuovo Testamento si riunivano nelle case della gente, nelle stanze ai secondi piani, sulle rive dei fiumi, sulle rive dei laghi, sui pendii delle montagne, nelle scuole, ecc. La predicazione avveniva ovunque (Marco 16:20). I credenti, nel Nuovo Testamento, sono diventati il tempio nel quale lo Spirito di Dio dimora (1 Corinzi 3:15-17), ed essi si incontravano ovunque lo Spirito li guidava per riunirsi. Mentre nel Vecchio Testamento, i periodi di tempo sacri come “una festività, una nuova luna o i sabati” rappresentavano “ombre di cose a venire”, la realtà di tali ombre appartiene a Cristo (Colossesi 2:16-17). Perciò il concetto di tempi speciali per l’adorazione, nel Nuovo Testa-

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mento è svanito nella venuta della pienezza di Cristo. C’è libertà nel scegliere il tempo d’adorazione secondo il parere individuale, congregazionale oppure secondo l’influsso culturale. “L’uno stima un giorno più dell’altro, e l’altro stima tutti i giorni uguali; ciascuno sia pienamente convinto nella sua mente. Romani 14:5. Le adunanze del Nuovo Testamento hanno luogo in tempi diversi. L’unità della chiesa si esprimeva nella vita dei credenti in Gesù tramite lo Spirito Santo, non nelle tradizioni di un calendario. Per quanto riguarda i popoli, nel Vecchio Testamento solo la nazione d’Israele costituì il santo popolo di Dio. Nel Nuovo Testamento chiunque e ovunque è invitato a far parte della santa nazione di Dio (1 Pietro 2:9-10). Dal Nuovo Testamento impariamo che nessun luogo è più santo di un altro, nessun tempo è più santo di un’altro e nessuna persona è più santa di un’altra. E impariamo “…che Dio non usa alcuna parzialità: (Atti degli Apostoli 10:34-35), e non tiene conto dei tempi e luoghi. Nel Nuovo Testamento la pratica di riunirsi è fortemente incoraggiata (Ebrei 10:25). Molto è scritto nelle epistole circa ciò che succede nelle adunanze della chiesa. 1 Corinzi 14:26, e 40: “ma che ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine.”La caratteristica principale dell’adorazione collettiva, prevede la predicazione

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della parola (Atti 20:7; 2 Timoteo 4:2), la lode e il ringraziamento (Colossesi 4:2-4; Giacomo 5:16), la condivisione delle notizie dell’opera del vangelo (Atti 14:27) e la donazione per i bisogni della chiesa (1 Corinzi 16:1-2; Filippesi 4:15-17). Speciali eventi d’adorazione includono la commemorazione del sacrificio di Cristo. Poco prima dalla Sua morte Gesù istituì la Cena del Signore cambiando completamente il rituale del passaggio, cioè della Pasqua Ebraica del Vecchio Testamento. Anziché usare l’agnello, quale simbolo del suo martirio per noi, Egli scelse di usare il pane spezzato per noi. Inoltre, nel rappresentare il Suo sangue versato per noi, Egli ha introdotto l’uso del vino il quale, come elemento, non aveva nessuna parte nel rituale della Pasqua Ebraica. Gesù, riscattò la funzione della Pasqua del Vecchio Testamento nella nuova pratica di adorazione del Nuovo Patto, in tal modo, ogni volta che mangiamo il pane spezzato e beviamo il vino proclamiamo la morte del Signore fino al Suo ritorno. (Matteo 26:2628); 1 Corinzi 11:26). L’adorazione non riguarda solo le parole e le azioni di lode che compiamo verso Dio, ma anche la nostra attitudine verso gli altri. Adorare senza lo spirito di riconciliazione è inappropriato (Matteo 5:23-24). L’adorazione coinvolge la nostra componente fisica, emotiva e spirituale. Coinvolge tutta la nostra vita. Offriamo noi stessi come “sacrificio vivente” santo, accettevole a Dio”, il che è il nostro ragionevole servizio (Romani 12:1). Per concludere, adorare significa esprimere e dichiarare la preziosità e la gloria di Dio, essa si esprime attraverso la vita del credente e la sua partecipazione alla comunione dei fedeli.

Bibliografia Barackman, Floyd H. 1981, ristampato nel 1992. Practical Christian Theology. USA Kregel Publications. Jinkins, Michael. 2001. Invitation to Theology. USA: Inter Varsity Press. Dal sito internet della GCI: “L’adorazione è la risposta divinamente creata per la gloria di Dio. E’ motivata dall’amore divino di Dio che scaturisce dalla rivelazione di Se Stesso in comunione con la sua creazione. Nell’adorazione, il credente comunica con Dio il Padre tramite Gesù Cristo per via dello Spirito Santo. L’adorazione coinvolge umilmente e gioiosamente nel dare la priorità a Dio in tutte le cose e si esprime in azioni ed attitudini come la preghiera, la lode, la celebrazione, atti di misericordia e pentimento. Riferimenti biblici (Giovanni 4:23; 1 Giovanni 4:19; Filippesi 2:5-11; 1 Pietro 2:9-10; Efesini 3:16-17; Romani 5:8-11; 12:1; Ebrei 12:28; 13:1516).


Il

NOTIZIE

Joseph Tkach visita le Filippine

dal Mondo

presidente della GCI Joseph Tkach, accompagnato dai pastori regionali statunitensi Rick Shallenberger e Tim Sitterley, ha visitato la chiesa nelle Filippine a febbraio 2018. Il primo appuntamento della sua visita è stata una conferenza di formazione per leader dal 16 al 17 febbraio a Tagaytay, vi hanno partecipato 300 persone, tra le quali vi erano pastori esperti e leader emergenti. Il tutto si è svolto cogliendo l’occasione per esprimere una bellissima adorazione. Durante il soggiorno del Dottor Tkach sono state celebrate tre nuove ordinazioni, un paio di presentazioni speciali e due workshop sull’importanza di una chiesa e una leadership sane, questi ultimi sono stati condotti dai pastori Rick e Tim. Dopo la conferenza di Tagaytay, il gruppo si è spostato a Manila per un servizio di culto tenuto presso il Centro Congressi Internazionale delle Filippine, il 18 febbraio. Al culto hanno partecipato oltre 1100 membri della Grace Communion International. Uno dei momenti salienti si è avuto durante l’esecuzione di un canto di culto eseguito in otto dialetti filippini diversi. Il presidente, Joseph Tkach (nella foto a destra) ha predicato il sermone intitolato "Here Comes the Judge" (Arriva il giudice), parlando del profondo amore che Dio nutre verso l'umanità. Ha anche guidato il gruppo nella comunione. Dopo il servizio di culto alcuni membri filippini hanno organizzato uno spettacolo con varie presentazioni da diverse regioni delle Filippine. Secondo Rick Shallenberger, "Durante il fine settimana è stato chiaro che i membri filippini nutrono una grande stima per Joseph Tkach", presidente di CGI.

Battesimo nei Paesi Bassi

Ci

rallegriamo nel condividere il rapporto di una congregazione GCI nei Paesi Bassi, nel quale ci comunicano con gioia che il 28 gennaio 2018 è stato un giorno grande e grato a Dio da parte loro. Come potete vedere nella foto sopra, due donne hanno ricevuto il battesimo quel giorno: Cynthia Kahindo e Bora Rubuga. Il pastore Kahindo ha celebrato la cerimonia. Circa 70 membri provenienti da tutti i Paesi Bassi si sono uniti alla celebrazione, la celebrazione è stata accompagnata da musica gioiosa e gratitudine verso Dio. Dopo il culto, le due donne appena battezzate hanno ricevuto le congratulazioni di tutti attraverso un gioioso battito di mani, fiori, musica e urla di gioia. Il pastore responsabile nazionale di GCI ha regalato a entrambe una Bibbia in swahili, la loro lingua madre.

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Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in Me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Giovanni 7:37-38

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