Seguimi
CHIESA CRISTIANA DELLA GRAZIA Maggio-Agosto 2017
“Ed egli alzatosi, lo seguì”. Matteo 9:9
La libertà di amare Dio pag. 12
EDITORIALE
Viviamo negli ultimi giorni?
Possiamo riconoscere i segni dei tempi? L’apostolo Paolo, scrivendo a Timoteo dice: “Or sappi questo; che negli ultimi giorni verranno tempi difficili” (2 Timoteo 3:1). E al presente cosa vediamo? Guerre in molte parti del mondo, sparatorie nelle scuole, disastri atmosferici, atti di terrorismo. Tutte queste cose arriveranno a un culmine? La Terza Guerra Mondiale incomberà presto su di noi? Noi viviamo negli ultimi giorni! E ci siamo dentro già da quasi 2000 anni. Biblicamente, nel primo secolo D.C. erano già gli ultimi giorni. Pietro disse in Atti 2:16-17: “ma questo è quanto fu annunciato per mezzo del profeta Gioele: "Avverrà negli ultimi giorni", dice Dio, "che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni.” E in Ebrei 1:2 dice: “In questi ultimi giorni (Dio) ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo”. “Gli ultimi giorni” sono iniziati con Gesù Cristo! Quando Paolo parlò a Timoteo circa gli ultimi giorni, non stava profetizzando sul futuro per descrivere i suoi giorni, ma stava dicendo a Timoteo in che tipo di mondo stava vivendo. Le guerre sono sempre state con noi, i disastri naturali sono stati un piaga per l’umanità per millenni, le civiltà sono passate e la violenza è divampata nei secoli. Matteo 24:6: “Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine”. Ci saranno carestie e disastri, ma quelle cose saranno solo l’inizio dei problemi. Ci saranno persecuzioni e ci saranno delle predizioni. La gente dirà: la fine è proprio dietro l’angolo, ma non credeteci, non allarmatevi, solo perseverate e fate il lavoro che vi spetta ogni giorno. Un giorno la fine verrà, ma i “rumori” sono stati grandemente esagerati. Il mondo ha conosciuto molti disastri da quando sono iniziati “gli ultimi giorni” quasi 2000 anni fa e sono certo che ce ne saranno molti altri ancora. Dio può porre fine al mondo quando vuole ed io sarò felice quando verrà quel gran giorno, ma non vedo nessuna prova biblica che questo avverrà molto presto. Francamente, noi abbiamo bisogno di fede, sia che ci sia o no una guerra, sia che la fine sia o no vicina. Abbiamo bisogno di fede e zelo, non importa quanto siano malvagi i giorni, non importa quanti disastri avvengano vicino a noi. La nostra responsabilità verso Dio non cambia con i tempi: il nostro compito è di predicare il vangelo, il pentimento e il perdono, insegnare a coloro che credono e adorare Dio. Quando esaminiamo il contesto mondiale, possiamo vedere disastri in Africa, in Asia, in Europa e in America. O, se guardiamo con occhi leggermente diversi, forse potremmo vedere campi bianchi e pronti per il raccolto. C’è molto lavoro da fare, fintanto che è giorno. C’è lavoro da fare e noi dobbiamo fare il meglio che possiamo con quello che abbiamo. Gesù ci chiama alla pazienza, a correre con perseveranza la corsa che ci è posta davanti. Anche Paolo parla della fine, quando saranno manifestati i figli di Dio, quando tutta la creazione sarà liberata dalla schiavitù ( Romani 8:19-21). (continua nella pagina a fianco)
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SEGUIMI viene diffusa in Italia dalla Chiesa Cristiana
della Grazia (già Chiesa di Dio Universale) aderente alla
denominazione internazionale Grace Communion International.
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sere richiesto all'indirizzo:
Chiesa Cristiana della Grazia - Casella Postale 67
24030 Brembate di Sopra (BG).
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Eventuali manoscritti o foto inviate dai lettori, non sa-
ranno restituiti. Seguimi è disponibile online e scari-
cabile in formato pdf sul sito www.ccdg.it e può essere
richiesta tramite email all’indirizzo info@ccdg.it. EDITORE
Porcu Giovanni Vittorio Autorizzazione del Tribunale di Sassari n°1/2016 del 29 Aprile 2016
DIRETTORE RESPONSABILE Giovanni Vittorio Porcu
di Joseph Tkach
SOMMARIO 2 Editoriale
Viviamo negli ultimi giorni? 4 Notizie dal mondo
Ripresa dopo il tifone Celebrazione del popolo nero 5 Parole di vita Fiducia tradita
6 Bibbia a 360°gradi Le prove e la fede
8 La Bibbia: verità o finzione? di Paul Kroll
12 Rubrica Contributi dei lettori La libertà di amare Dio
13 Studio biblico Chi o cosa è Satana e perché i cristiani devono guardarsi da lui?
REDATTORE CAPO Francesco Bernardi
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Alice Porcu
TRADUTTORI E COLLABORATORI Vera Derrigo Vladimiro Meandri Alice Porcu Vincenzo Scannapieco Alessandro Sanna
Fonti fotografie e immagini
Immagini di copertina fronte e retro by Alice Porcu, immagini p.4 fonte GCI.ORG, immagini p.5,8,10 fonte freepik designed by Dashu83, p.6 fonte Pinterest
di Joseph Tkach
EDITORIALE Allora come dobbiamo vivere? (v.23) “Soffriamo in noi stessi, aspettando intensamente l’adozione, la redenzione del nostro corpo”. Desideriamo che il travaglio di questo mondo finisca, ma nello stesso tempo siamo pazienti (v.25). Pietro ci dà la stessa visione. Anche lui aspettava “il giorno del Signore” quando gli elementi saranno distrutti (2Pietro 3:10). Che avvertimento ci dà? 2 Pietro 3:11-12 “Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno”. Questa è la nostra responsabilità giorno dopo giorno. Siamo chiamati a vivere vite sante, non a fare predizioni che la Bibbia non ci autorizza a fare. Dobbiamo essere fedeli giorno per giorno nelle nostre vite. Tuttavia, negli ultimi giorni ci saranno delle persone con un’apparenza di religiosa devozione, ma che negheranno la potenza di Gesù Cristo. Ci sarà gente che ingannerà e che sarà ingannata, persone che proclameranno che la fine è vicina. Non allarmatevi, non lasciatevi ingannare. Semplicemente fate ciò che Dio ha sempre detto di fare alla sua chiesa per quasi 2000 anni: adorare, insegnare e predicare, Dio si prenderà cura di questo progetto. Il nostro compito è quello di farci trovare fedelmente a lavoro, quando arriverà la fine. Le predizioni accurate non conteranno affatto nel giorno del giudizio, solo la fedeltà sarà premiata. Ciò nonostante, alcune persone sembrano piene di ansia per l’arrivo della fine. Dovrebbero prestare attenzione alle parole di Isaia 5:18-21: “Guai a quelli che tirano l’iniquità con corde di falsità e il peccato come con corde da carro, e dicono: “ Faccia presto, realizzi l’opera sua, affinché la possiamo vedere. Si avvicini e si compia il disegno del Santo d’Israele, affinché lo possiamo conoscere”. Guai a quelli che chiamano bene il male, e il male bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro!Guai a quelli che sono saggi ai loro occhi e intelligenti davanti a loro stessi!”. E’ interessante che gli speculatori di profezie spesso mischiano il nazionalismo con le
loro profezie. Sono interessati particolarmente al benessere della loro nazione, come se avesse più bisogno di pentimento di altri. Costoro vogliono il pentimento della nazione, così Dio “guarirà questa terra” e potranno vivere in pace e sicurezza. Molti di loro suppongono che se la nazione obbedisse a Dio, allora raccoglierebbe le benedizioni che Dio promise all’antico Israele. Il pentimento naturalmente è una cosa buona ed è bene avere pace e sicurezza ed io gioirei per queste benedizioni come chiunque altro, ma è preoccupante desiderare che altre persone si pentano affinché noi possiamo godere delle benedizioni. Non inizia forse da noi il pentimento, a cominciare dal nostro personale egocentrismo? Non dovrebbero le benedizioni spirituali per gli altri essere un grande incentivo per noi di desiderare che essi tornino a Dio? Gesù non ci comandò forse di preoccuparci di tutte le nazioni e non solo della nostra?
ingiusti, ma non diede questa garanzia alle altre nazioni e non disse nemmeno che le altre nazioni potevano eleggersi a una posizione più favorevole davanti al Suo sguardo. Le nazioni moderne non possono reclamare come promesse le benedizioni che Dio offrì specificatamente ad Israele con un patto speciale che ora è divenuto obsoleto. La Bibbia non garantisce che se anche tutta una nazione si pente, non avrà più problemi. Il nuovo patto, il patto migliore, offre la vita spirituale piuttosto che la garanzia di benedizioni fisiche. Per fede, dobbiamo focalizzarci sullo spirituale, non sul materiale. Le cose fisiche non sono sbagliate naturalmente e Dio spesso interviene nella sfera materiale per aiutarci. Ma il nuovo patto non garantisce quando o dove Lo farà. Il nuovo patto ci chiama alla fede malgrado le circostanze, alla fedeltà, malgrado le persecuzioni, alla pazienza mal-
In questo mondo in travaglio, Dio permette i disastri naturali, il peccato e la malvagità. Egli concede al sole di brillare e alla pioggia di cadere sui buoni come pure sui cattivi. Come leggiamo in Giobbe e come disse Gesù, Egli permette che il male affligga i giusti. Questo è il modo in cui Dio permette al mondo di funzionare. Attraverso un patto speciale, Dio promise all’antica nazione di Israele che se fosse stata ubbidiente, Egli avrebbe prevenuto i disastri naturali che normalmente cadono sopra entrambi, giusti ed
grado un grande desiderio per quel mondo migliore che ci porterà Gesù. Ed ecco un altro pensiero che potrebbe mettere la profezia in una migliore prospettiva: il grande proposito delle profezie non è quello di farci focalizzare sulle date, ma di farci “conoscere il Signore.” Le profezie infatti ci portano a Gesù, la migliore di tutte le possibili benedizioni. Una volta arrivati alla nostra destinazione, non abbiamo più bisogno di desiderare di focalizzarci sulla via che ci ha portati a Lui.
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NOTIZIE
Celebrazioni del popolo nero
dal Mondo
egli Stati Uniti, Febbraio è il mese della celebrazione della storia del “popolo nero”, in questo mese viene dedicato del tempo per evidenziare e celebrare l’importante contributo dato dagli afro-americani allo sviluppo della nazione americana. Nella nostra denominazione esiste una lunga storia di persone, membri e leader afro-americani, che hanno contribuito spesso pagando un caro prezzo personale, per lo sviluppo sia della loro comunità che di tutta la denominazione. A tal proposito, vogliamo ricordare in particolare la chiesa “South Side di Chicago”, della Grace Communion International, che ha una storia importante. Nel mese di febbraio di quest’anno, abbiamo voluto creare eventi per celebrare e onorare questi fratelli e sorelle in Cristo.
Ripresa dopo il tifone nelle Filippine
Grace Communion International è impegnata nelle Filippine per aiutare le persone a riprendersi dalla devastazione causata dal tifone Nock-ten (chiamato Niña localmente). Ecco un aggiornamento da Eugene Guzon, Direttore Nazionale di GCI nelle Filippine.
Negli ultimi 65 anni, 6 tifoni hanno colpito le Filippine nel giorno di Natale, quest’ultimo è stato il settimo. I suoi venti hanno soffiato a 160 km all’ora con raffiche che superavano anche i 250 km all’ora. Eppure, non è stato forte come il super-tifone Haiyan, che colpì le Filippine nel novembre 2013 costringendo circa 180.000 persone a raggiungere i vari rifugi. Quando sono atterrato all’aeroporto di Legazpi, il 28 dicembre 2016, ho notato un impatto modesto del tifone sulla vegetazione e sulle case della città che erano comunque rimaste senza energia elettrica. Fortunatamente i nostri membri non hanno subito danni fisici. Il bilancio dei danni si è riassunto in danni parziali o totali alle case in almeno cinque aree in cui è presente la chiesa (Tabaco, Cotmon, Sta Teresita, Minalabac, Naga). Mentre scrivo, siamo ancora in attesa di ricevere resoconti dalle altre zone periferiche ma, al momento, solo queste sono le aree con bisogni urgenti. Oltre alle nostre visite di verifica dei danni e quelle delle missioni di soccorso, il primo Gennaio abbiamo tenuto un incontro a Cotmon. La chiesa era a malapena utilizzabile, i membri hanno invitato i loro vicini per un culto di ringraziamento il giorno di Capodanno. Vi hanno partecipato circa 120 persone. È stata organizzata anche una missione medica il giorno successivo per 42 famiglie. In seguito a un sopraluogo è stata condotta una missione di sostegno, tra l’8 e il 10 Gennaio per circa 50 famiglie con l'aiuto dei nostri membri della città metropolitana di Manila. Altri membri hanno condotto missioni
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di soccorso distribuendo circa 300 pacchi di sostegno (cibo, coperte, vestiti, ecc) nei vari villaggi di Polangui Albay. Abbiamo anche fornito due generatori di corrente nelle aree più remote. I funzionari locali stimano che ci vorrà circa un mese o due prima che l'elettricità sia ripristinata stabilmente nell’intera provincia. Il supporto iniziale è stato offerto per il sostegno e il parziale acquisto dei mate-
riali necessari ai membri per avere un riparo e per la sostituzione delle varie cose danneggiate per la casa. Quello che sta aggravando la situazione è il periodo di piogge continue che le persone stanno vivendo e che colpisce anche la città metropolitana di Manila. Noi siamo grati per l'assistenza finanziaria che abbiamo ricevuto dal Fondo Sostegno Calamità di GCI che viene amministrato dagli Stati Uniti.
Ferite dell’anima
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lcuni di noi riportano sulle ginocchia alcune cicatrici, si tratta dei segni di cadute in età infantile, quando durante i giochi vivaci da bambini, cadendo ci si sbucciava le ginocchia. Nonostante sia passato più o meno tanto tempo e forse non ne conserviamo più memoria, quei segni sono lì a ricordarci quelle cadute, e il tempo in cui quelle ferite hanno sanguinato. Il tempo, quindi, è certamente un buon dottore capace di cancellare i ricordi delle ferite del corpo, ma non del tutto le tracce sulla pelle. Questo è il processo di guarigione del corpo. Così non è invece per le ferite dell’anima, qualcuno ha detto: “Il dolore dell’anima è più grande che la sofferenza del corpo” (Publilio Sirio). Probabilmente è possibile affermare che, quasi sempre, le ferite dell’anima hanno a che fare con la fiducia tradita. La fiducia, questo legame “sottile”, delicato e precario, è apparentemente condannata, prima o poi, a subire traumi e lacerazioni. “Cadute”, delusioni, tradimenti e aspettative tradite possono produrre turbamenti profondi che corrodono i rapporti anche verso i propri cari o perfino verso sé stessi. Può accadere che la fiducia si trasformi in atteggiamenti e sentimenti opposti, di rabbia, risentimento e odio. La storia e l’attualità ci lasciano testimonianza di come l’animo umano spesso può raggiungere limiti inimmaginabili di avversione verso il prossimo, che causano ferite inimmaginabili. Questo tipo di ferite però, le ferite dell’anima, a differenza delle ferite del corpo, non si vedono perché hanno radici ben più profonde e nascoste, le loro cica-
Parole di Vita
trici non sono visibili ad occhio nudo. Nasciamo come esseri sociali, vale a dire, fatti per avere relazioni gli uni con gli altri, per condividere parte di noi stessi con qualcuno ma, paradossalmente, è proprio questa la cosa che ci riesce più difficile. La fatica di questo nostro vivere risiede tutta nel cuore umano, nella sua naturale propensione verso l’egoismo ed il possesso. “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?” (Geremia17:9). “La via della pace non la conoscono, non c'è equità nel loro procedere; si fanno dei sentieri tortuosi, chiunque vi cammina non conosce la pace.” (Isaia 59:8) Questa è la diagnosi che Dio fa del nostro cuore: è ingannevole e maligno! Il cuore umano è malato di invidia, di egoismo, di presunzione e di arroganza, elementi esattamente opposti a quanto occorre per poter coltivare relazioni sincere e di fiducia. Se la diagnosi è questa, significa che abbiamo bisogno di una terapia, di incamminarci verso una guarigione. Qual è la soluzione? Quale la medicina e chi il dottore? Nell’Antico Testamento, annunciando anticipatamente la venuta del Messia, il profeta Isaia ne predice la Sua opera con queste parole: “...erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti era-
vamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti” (Isaia 53:4-6). L’annuncio dato da Isaia riguardo la venuta del Messia promesso, Gesù Cristo, ci spiega la Sua opera, dicendoci che Gesù sarebbe venuto per guarire le nostre malattie, per dare pace al nostro cuore e per donarci guarigione. Ecco la cura per le ferite dell’anima! Gesù! Lui è il medico capace di sanare quelle cicatrici invisibili che a volte fanno ancora male o il cui ricordo resta latente dentro di noi. L’amore di Dio è pienamente capace di rimarginare il nostro male interiore perché si tratta di un amore immenso e incondizionato, si tratta di un amore pienamente capace di colmare il vuoto di tutto quell’amore che ci aspettavamo ma non è arrivato. Non solo esso è capace di colmare il vuoto lasciato dalla fiducia tradita, ma ci dona ancora la possibilità di sperare, e soprattutto ci riabilita a fidarci ancora, nonostante tutto, perché sarà il Suo amore il motore della nostra fiducia, sarà Cristo a corazzare il nostro cuore e a renderlo capace di non restare mai più deluso, perché avremo la certezza che qualunque cosa accada, Lui non ci abbandonerà mai! In un mondo dove tutto è precario, dove l’amore è sempre in bilico e la fiducia è sempre a rischio ferite, Dio ha mandato Suo figlio per mostrarci che ancora c’è speranza, ancora c’è fiducia, ancora è possibile guarire le ferite dell’anima. “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Niente potrà separarci dal Suo immenso amore, è l’unico degno di vera profonda e totale fiducia. Romani 8:37-39: “Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”.
Francesco Bernardi Anziano della Chiesa cristiana della Grazia di Acquaviva Delle Fonti
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di Joseph Tkach
Le prove e la fede A
molti cristiani è stato insegnato che una via di uscita dalle prove è garantita. Questo insegnamento si basa sulle promesse bibliche che Dio interverrà per coloro che hanno fede in suo Figlio. Tuttavia, Dio non ci ha promesso solo di aiutarci nelle prove – ma ci ha promesso anche delle prove nella vita! Cristo non è venuto per darci una vita libera dalle prove, ma ci ha avvertiti che avremmo avuto conflitti nelle nostre famiglie per causa Sua (Matteo 10:34-36), che avremmo avuto delle prove (Giovanni 16:33), che saremmo stati perseguitati (Giovanni 15:20), che entreremo nel regno attraverso molte prove (Atti 14:22), molti cristiani avrebbero sofferto anche per le persecuzioni (2 Timoteo 3:12). Non dobbiamo considerare strano che le prove ci affliggano (1 Pietro 4:12), il punto è che Gesù Cristo soffrì quando era uomo e che anche noi soffriremo. Nondimeno, le Scritture dicono che se chiediamo ogni cosa nel nome di Gesù, Egli la farà per noi (Giovanni 14:12-14). Quindi, alcuni cristiani pensano di poter chiedere una vita libera dalle prove, e se la chiederanno con fede, Gesù farà in modo di eliminarle dalla loro vita e in Giovanni 14:12-14 leggiamo che possiamo
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avere ogni cosa che chiediamo, ma possiamo considerare questa come una promessa per qualsiasi cosa desideriamo? No – in questa scrittura alcuni particolari non sono citati – ma sono spiegati in altre parti della Scrittura. Consideriamo per un momento questo fatto: alcuni cristiani hanno pregato che vincesse una certa persona alle elezioni presidenziali, ma altri hanno pregato sempre nel nome di Cristo per un’altra persona. I cristiani di questi gruppi hanno pregato in fede, ma Gesù non ha risposto a tutte le loro richieste nello stesso modo. Il particolare non citato in questa scrittura è che Dio risponde solo secondo la Sua volontà (1 Giovanni 5:14). Dio non risponderà alle preghiere che violano la Sua sovrana volontà. Lui ha sempre delle ragioni valide che non possiamo conoscere. Non conosciamo perfettamente la Sua volontà, ed è possibile che noi crediamo a qualcosa che non è la verità. La nostra fede non ci garantisce che la risposta che cerchiamo si avvererà, dato che la nostra fede non è perfetta, ricordiamo della montagna che si butta nel mare (Matteo 21:21); in molte competizioni e guerre, alcuni cristiani hanno chiesto a Dio di dargli la vittoria e dall’altra parte hanno chiesto la stessa cosa, ma Dio non può dare ad entrambi
la stessa cosa. Possiamo chiedere a Dio un milione di dollari – come molti cristiani fanno– e non li ricevono, tuttavia possiamo comprare molte cose “in fede”, sicuri che Dio provvederà ai soldi necessari. Possiamo avere piena fiducia in Gesù Cristo – fiducia che Egli ci salva – ma non è come un genio della lampada che esaudisce tutte le nostre richieste fatte in Suo nome, solo perché usiamo le giuste parole e crediamo. FEDE E GUARIGIONE Molti cristiani credono fermamente che Dio guarisce i nostri cari. Pregano in fede e credono per via della testimonianza di altri credenti o per aver visto alcuni miracoli, ma rimangono sinceramente sorpresi, persino sbalorditi, quando un loro caro muore. Quello che credevano con così tanta certezza è risultato non essere vero. In realtà la loro fede non ha potuto guarire quella persona, ma solo Dio poteva guarirla e ha deciso di non farlo, nonostante le loro preghiere, la loro fede, l’amore e le promesse di Dio. Quando queste delusioni ci colpiscono, inizia una nuova prova. Se la fede nella guarigione è risultata essere sbagliata, che ne è della fede in Cristo? Anche que-
Le prove e la fede
sta è sbagliata? Questo è uno dei pericoli degli insegnamenti della parola “fede” – che mettono insieme la fede nel nostro Salvatore con la fede in specifice predizioni. Gesù promise di guarire tutte le malattie? No, non guarì Epafroditus, almeno non velocemente come le persone si aspettavano (Filippesi 2:27) e nel suo ministero terreno non guarì tutti (Giovanni 5:3-9). Se Gesù soffrì per noi, pagando la pena dei nostri peccati, significa che non abbiamo più nessuna ragione di soffrire? Alcuni dicono così, ma dovremmo analizzare questo concetto con altre scritture. Gesù morì per noi, questo significa che non dovremmo mai morire? D’altronde la pena del peccato, la morte, è stata pienamente pagata, quindi non abbiamo bisogno di morire, abbiamo già la vita eterna (Giovanni 5:24, 11:26), ma la verità è che ogni cristiano muore. C’è qualcosa di sbagliato in questo modo di pensare. Non abbiamo ancora sperimentato tutto ciò che Dio ha compiuto per noi. Un giorno arriverà il momento in cui saremo resuscitati incorruttibili e non sentiremo più dolore, quando riceveremo il pieno beneficio della redenzione di Gesù, ma questo momento non è ancora arrivato; ora condividiamo le sofferenze di Gesù (1 Pietro 2:20-21). Gesù ha promesso persecuzioni, non libertà dal dolore e dalla sofferenza. Quando Paolo è stato picchiato, lapidato e messo in prigione, soffrì, nonostante Gesù avesse pagato la pena di tutti i suoi peccati. Paolo aveva una grande fede, ma anche molte sofferenze (2 Corinzi 1:5, Filippesi 3:10; 4:12). Anche se Gesù espiò tutti i peccati, i cristiani continuano a soffrire nonostante la loro fede – e qualche volta anche a causa della loro fede. Soffriamo per le persecuzioni, ma soffriamo anche per le conseguenze del peccato nel mondo. Il peccato ferisce persone innocenti, e qualche volta ne siamo vittime. Qualche volta il risultato è una morte prematura, o una sofferenza lenta che porta alla morte. Possiamo soffrire un danno fisico da bruciature, bastonate, incidenti stradali o dall’amianto. La nostra salute può soffrire per il freddo, per il fumo o per gli agenti chimici nel cibo. Possiamo essere feriti da animali feroci, piccoli o grandi o persino da microorganismi. Dio non ha garantito di proteggere tutti i
suoi figli da tutti i problemi possibili. E’ sempre volontà di Dio di guarire le persone che hanno fede in Cristo? L’evidenza biblica è che qualche volta lui lo fa e qualche volta no. Stefano fu ucciso, Giacomo fu ucciso. Alla fine tutti i primi cristiani morirono di qualcosa. Ma, quante volte Dio li salvò dal pericolo durante la loro vita? Forse molte volte. Vi siete mai chiesti di quei predicatori che dicono di guarire ogni infermità, ma loro stessi portano occhiali da vista? Non c’è alcuna ragione per la quale le promesse bibliche dovrebbero applicarsi ad un caso di malattia e non ad un altro. Le Scritture citate qualche volta in supporto a questa promessa universale di guarigione non fanno eccezione per la vista, la vecchiaia, gli incidenti o qualsiasi altra cosa. Sia le Scritture che l’esperienza ci dicono che questi versetti non erano intesi come garanzie universali. Alcuni sono stati guariti, qualche volta in modo plateale. Questi sono esempi di un favore speciale di grazia e di misericordia, ma non dovremmo prendere questi esempi di grazia eccezionali e considerarli come promesse universali applicabili a tutti i casi. Non dovremmo dedurre da ciò che le persone che non vengono guarite mancano di fede. In alcuni casi la loro fede è dimostrata attraverso la loro sofferenza – essi rimangono fiduciosi che Dio farà quello che è meglio per loro, sia che vivano o che muoiano, sia che abbiano prosperità o povertà, sia che siano malati o sani, hanno fede in Dio. Non c’è niente di sbagliato nella loro fede. Ciò che è sbagliato è l’insegnamento che implica che se sono malati o soffrono è perche non stanno facendo abbastanza. LO SCOPO DELLE PROVE Dato che Dio ha promesso tribolazioni e ha promesso di aiutarci, queste prove a cosa servono? Perché Dio permette del male? Non lo comprendiamo completamente, ma sappiamo che Dio lo permette, Gesù stesso era disposto a sopportarlo e lo sta ancora pazientemente sopportando. Le Scritture ci rivelano alcuni benefici delle prove: - “L’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza e l’esperienza speranza” (Romani 5:3-4). -“Ogni disciplina sembra per il presente
di Joseph Tkach
non essere causa di allegrezza, ma di tristezza; però rende poi un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati per essa esercitati” (Ebrei 12:11). -“Sebbene ora, per un po’ di tempo, se così bisogna, siate afflitti da svariate prove, affinchè la prova della vostra fede, molto più preziosa dell’oro che perisce, eppure è provato col fuoco, risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù Cristo” (1 Pietro 1:6-7). In breve, noi impariamo cose dalla sofferenza che non possiamo imparare studiando. La sofferenza forma il nostro carattere in un modo che le parole non possono pienamente descrivere. Anche Gesù imparò dalle Sue sofferenze (Ebrei 5:8) e noi siamo chiamati a prendere una croce e soffrire con Lui. “Se siamo figlioli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, seppur soffriamo con Lui, affinchè siamo anche glorificati con Lui” (Romani 8:17). Le prove non sono piacevoli, ma siamo confortati dal fatto che Dio è all’opera nelle nostre vite e Lui è capace di recuperare il bene da tutte le cose. Egli ha la conoscenza e la compassione di operare nelle nostre vite per il Suo fine glorioso. Non sempre comprendiamo quali lezioni specifiche dobbiamo imparare da una particolare prova, ma la lezione più importante è di avere fede in Dio. Spesso una prova di fede è semplicemente una prova di fede. Durante le prove dobbiamo avere fede in Dio nonostante le circostanze fisiche e, avendo fiducia in Dio, cresciamo nella nostra relazione di fede con Lui. Questo è di infinita importanza, dato che in Cristo siamo tutto quello che possiamo essere e senza di Lui non siamo niente. Una fede non provata può essere debole. Tutti possono perseverare quando le cose vanno bene. Una fede provata è più forte e il legame tra noi e Dio si rafforza. Dio vuole una relazione personale con i suoi figli, una relazione caratterizzata da fede, fiducia e amore. Questo legame di fede può essere rafforzato attraverso le nostre prove. Le tribolazioni ci insegnano a contare su Dio per ogni nostro bisogno. Sia che la nostra prova sia la salute, il denaro, le nostre relazioni, o problemi con la chiesa, dobbiamo sempre guardare a Cristo.
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La Bibbia: verità o finzione?
di Paul Kroll
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LA BIBBIA E’ LA VERITA’ DI DIO O E’ IL FRUTTO DI IDEE UMANE?
el Gennaio 1989, John Shelby Spong, Vescovo episcopale di Newwark nel New Jersey, sollevò alcune questioni inquietanti sull’affidabilità della Bibbia. Egli discusse di tale argomento durante un dibattito televisivo con il ministro di culto fondamentalista Jerry Falwell, mentre milioni di americani guardavano la Tv a colazione. La sfida che il Vescovo Spong lanciò alla Bibbia era seria. Prima del dibattito aveva criticato molti passi biblici affermando che essi riportavano fatti e comportamenti che i cristiani di oggi non condividono più e a cui non credono, certamente alimentava un dibattito molto controverso ed interessante per la diretta televisiva. Spong disse: “Abbiamo appena toccato un nervo sco-
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perto dell’anima religiosa di questa nazione”. Il vescovo Spong continuò ad attaccare pubblicamente la Bibbia. Nell’Autunno del 1989 lui e John Ankerberg, un fondamentalista evangelico, dibatterono sulla validità, affidabilità ed autorevolezza della Bibbia su un canale televisivo americano, in sei puntate di 30 minuti ciascuna. IL DIBATTITO CONTINUA Due anni dopo, il Vescovo Spong mise a segno un altro colpo, pubblicando il libro, “Salvare la Bibbia dal Fondametalismo” (Rescuing the Bible From Fundamentalism), il titolo parla da sé. Lo scopo di Spong era quello di “salvare la Bibbia dalle mani di coloro che la considerano esclusivamente come verità letterale”.
Il Vescovo Spong scrisse che le interpretazioni letterali della Bibbia giustificavano la schiavitù, l’antisemitismo, la guerra, la vendetta, la subordinazione delle donne e la negazione dei diritti ai gay e alle lesbiche, “e si domandava: “Può un libro responsabile di tali cose essere alla lettera la Parola di Dio per me?” Nel suo libro criticava anche le chiese tradizionali, affermando che la media delle persone che vanno regolarmente in chiesa, sia cattoliche che protestanti, sono biblicamente analfabete”. Purtroppo, su questo punto, gli studi dimostrano che il vescovo Spong non aveva tutti i torti, per esempio: solo il 42 per cento degli americani riesce a ricordare cinque dei dieci comandamenti e solo il 46 per cento conosce i nomi dei primi quattro libri del Nuovo Testamento. I sondaggi dimostrano anche che i lettori della Bibbia
La Bibbia: verità o finzione?
non sono numerosi, e quelli che la leggono non lo fanno nemmeno regolarmente. George Gallup Jr. ha speso anni a fare sondaggi su questo tema, osservando che le persone mostrano rispetto per la Bibbia, ma non la leggono. In effetti, la maggior parte delle persone occidentali del ventesimo secolo considerano la Bibbia un libro morto, ed anche molti leaders religiosi ammettono questo senza difficoltà. George Barna, presidente di un gruppo di ricerca che studia le abitudini e i comportamenti dei cristiani, sostiene che la maggior parte degli americani ritiene che la Bibbia non sia importante per la vita. “Molte persone, anche fra i lettori della Bibbia, ritengono che le Scritture non contengano informazioni e risposte che abbiano a che vedere con i problemi di tutti i giorni”.
America, per un certo periodo ha sollevato il medesimo problema, ed anche diversi studiosi laici sono stati dello stesso avviso. Per esempio, lo storico inglese Robin Lane Fox ha messo in discussione la credibilità storica delle Scritture nel libro The Unauthorized Version: Verità e finzione nella Bibbia. Egli si chiede se l’autore di 2 Timoteo (un testo che dice che le Scritture sono ispirate da Dio) abbia mentito sulla propria identità. Come cristiani, come dobbiamo porci di fronte a queste affermazioni che mettono in discussione l’autorità spirituale della Bibbia? Come dobbiamo rispondere? Molti di noi, seppure cristiani, non diventeremo studiosi biblici e non passeremo anni in seminario a leggere attentamente centinaia e centinaia di dettagli specifici a sostegno di presunti errori, pregiudizi e menzogne della Bibbia.
di Paul Kroll
(L’ispirazione delle Scritture). Egli sostiene che leggere e ascoltare la Bibbia “non necessariamente porta a comprenderla o ad accettarla come testimonianza vera”. Quest’idea ha senso se osserviamo l’effetto che la Bibbia ha sulle persone che la leggono. E’ evidente che diverse persone considerano lo stesso libro in modi radicalmente diversi, alcuni considerano la Bibbia come la Parola di Dio infallibile, cioè la ritengono vera in tutti i suoi dettagli e senza errori e i suoi insegnamenti perfetti e infallibili; altri considerano la Bibbia come una serie di scritti puramente umanistici, o umani. I critici sostengono che gli scritti biblici riflettono le credenze degli autori e delle società a cui essi appartenevano, sia ebrei che cristiani, il che significa che le scritture non conterrebbero necessariamente la Parola ispirata da Dio.
E’ un argomento che non possiamo evitare, perché se la Bibbia è la Parola di Dio, essa costituisce l’unico collegamento scritto che abbiamo alla mente di Dio
e non possiamo permetterci di accettare il punto di vista di qualcuno su di essa, semplicemente per il fatto che quella persona sembra essere convincente, colta o insistente.
Per quanto ci riguarda, non possiamo non essere d’accordo con l’osservazione di Spong, riguardo la triste situazione di analfabetismo biblico; è proprio vero che per la maggior parte delle persone il messaggio della Bibbia non è importante per la vita quotidiana. Tuttavia, Spong, ritiene anche che la Bibbia debba essere liberata dai suoi stessi insegnamenti. Questo significa forse che dovrebbe essere riscritta per i nostri giorni? Molti studiosi e pastori direbbero che l’idea di Spong non solo è sbagliata, ma che è anche assolutamente pericolosa. La rivista Christian Research Journal, rivisitando il libro del vescovo Spong, scrive che “sollecita l’eresia” e che “le sue idee sono assolutamente apostate”. L’autore di quell’articolo ha definito Spong come “nient’altro che un umanista in abito da prete”. Sicuramente il vescovo Spong non è l’unica voce a proclamare che la Bibbia sia una creazione umana piuttosto che la Parola ispirata da Dio. Per esempio, il Jesus Seminar, un influente gruppo di studiosi biblici del nord
Molti di noi non hanno le risorse necessarie ed il tempo per studiare tutte queste contraddizioni ed errori. Ma chi sono loro e chi siamo noi per giudicare se la Bibbia contiene la verità di Dio oppure se è meramente composta da idee umane? Certamente si tratta di un argomento che non possiamo evitare, perché se la Bibbia è la Parola di Dio, essa costituisce l’unico collegamento scritto che abbiamo alla mente di Dio e non possiamo permetterci di accettare il punto di vista di qualcuno su di essa, semplicemente per il fatto che quella persona sembra essere convincente, colta o insistente. Come facciamo a sapere se dietro la Bibbia c’è l’autorità di Dio? DIVERSI PUNTI DI VISTA La prima cosa da notare riguardo la Bibbia è che ogni lettore applica alle sue pagine il proprio modo di comprendere le cose. Paul J. Achtemeier, professore di interpretazione biblica alla Union Theological Seminary in Virgina, spiega la sua opinione in The Inspiration of Scripture
Alcuni ancora considerano la Bibbia come un grande libro di letteratura, mera letteratura, altri la detestano e sostengono che la stessa abbia incoraggiato ideali orribili come l’anti-semitismo, la schiavitù e la subordinazione delle donne. Ma tutte queste persone hanno davvero letto lo stesso libro? Cos’è che fa la differenza nell’attitudine che ognuno assume nei confronti della Bibbia? Cosa ci dice tutto questo su un libro che dice di essere la Parola di Dio? Per iniziare, guardiamo all’ispirazione della Bibbia da una prospettiva diversa. Consideriamo il messaggio della Bibbia come un messaggio attivo che si muove e opera tra mente umana e parole scritte. Per dirla in un altro modo, consideriamo l’ispirazione applicata sia alla lettura che alla comprensione della Bibbia oltre che alle parole scritte. Ciò significa, usando le parole del Dr. Achtemeier che “le Scritture non contengono verità fino quando qualcuno non le riconosca”. Questo ha un senso? Si, ha senso se consideriamo l’ispirazione della Bibbia come risposta reattiva della persona a ciò che legge.
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Cosa succede se la risposta della persona non è ispirata? A questo proposito Dr. Acthemeier dice che “le Scritture sono un pezzo da museo di interesse per antiquari che vogliono asserire che una volta lo Spirito di Dio ispirò questa serie di scritti”. Questo spiega, almeno in parte, perché per alcuni la Bibbia è un libro morto che non ha alcuna importanza nella vita quotidiana. Allora che cosa rende la Bibbia un libro vivente? Semplicemente, una mente spinta dall’illuminazione dello Spirito di Dio, lo Spirito Santo che porta a una comprensione spirituale. Le Scritture sorprendentemente descrivono questo aspetto dell’ispirazione come qualcosa di unico nella mente umana. SPIRITO DI VERITA’ Lo scrittore del Vangelo di Luca spiegò come questo processo operò nelle vite dei discepoli. Dopo la Sua resurrezione Gesù chiarì ai suoi discepoli che il Vecchio Testamento era concentrato sulla Sua opera e sulla Sua persona. Luca scrisse: “E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano” (Luca 24:27). Gesù fece molto di più che spiegare, Luca dice che Gesù “aprì loro la mente per capire le Scritture” (versetto 45). Ma come ebbe luogo questa apertura? Attraverso l’ispirazione dello Spirito Santo (Giovanni 14:16-17, 26; 15:26). Se non vediamo l’ispirazione nella Bib-
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di Paul Kroll
bia, il problema possono essere le nostre menti non ispirate; la Bibbia rimane semplicemente sulla mensola del camino o nella libreria e aspetta di essere letta e compresa da una mente ispirata. Certamente l’ispirazione di Dio pervade tutta la Bibbia. E’ oltremodo significativo il fatto che gli scrittori della Bibbia vedono sé stessi come insegnanti della Parola di Dio, nel senso che la Bibbia parla già di sé stessa per propria ispirazione. Mosè afferma di riferire le parole di Dio, e così anche i profeti, essi usavano regolarmente alcune varianti dell’espressione “la parola del Signore è venuta da me..”. Nel Nuovo Testamento, gli Apostoli dicono di insegnare nel nome di Gesù e sotto l’ispirazione dello Spirito Santo (Galati 1:11-12; 1 Pietro 1:12). Gesù disse del proprio insegnamento “le parole che vi ho dette sono spirito e vita” ( Giovanni 6:63). E quegli insegnamenti certamente sono alla base dei quattro Vangeli. La Bibbia contiene carta, inchiostro e concetti sulle verità spirituali. Essa giace dormiente fino a che una mente umana cerca di comprenderla, ma questa percezione si può avere solo, la Bibbia stessa lo dice, attraverso lo Spirito Santo. L’apostolo Paolo disse che i suoi sermoni e i suoi scritti, alcuni dei quali si trovano nel Nuovo Testamento, potevano essere compresi solo attraverso lo Spirito di Dio. Paolo disse che se una persona non è guidata dallo Spirito Santo non può capire le Scritture in senso spirituale.
La Bibbia contiene carta, inchiostro e concetti sulle verità spirituali. Essa giace dormiente fino a che una mente umana cerca di comprenderla, ma questa percezione si può avere solo attraverso lo SpiritoSanto.
Paolo scrisse: “l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.” (1 Corinzi 2:14). La questione quindi non è conoscere ciò che dice la Bibbia in senso tecnico e accademico. Facendo uno studio esaustivo, la maggior parte delle persone può comprendere il messaggio centrale della Bibbia senza alcuna difficoltà. Questo non vuol dire però capire il significato biblico spirituale, uno può conoscere gli insegnamenti della Bibbia e non capire il loro vero significato e la loro applicazione. Le parole della Bibbia non hanno alcun valore se considerate solo come lettere impresse su carta, esse devono vivere nelle menti delle persone attraverso lo Spirito Santo, senza lo Spirito, il messaggio della Bibbia non viene compreso nel modo in cui la Bibbia dice che può essere compreso e cioè come Parola di Dio vivente che trasforma la vita. LA RISPOSTA GIUSTA
Quindi come dovremmo reagire davanti all’affermazione che la Bibbia è antiquata, un pezzo da museo, un relitto appartenente a un’altra epoca? O di fronte al fatto che presenta alcune imperfezioni? Dobbiamo chiedere a noi stessi dove sta esattamente il problema: il problema sta nella Bibbia o nella mente non ispirata che cerca di comprenderla? In questo senso,
La Bibbia: verità o finzione? diviene per noi importante decidere quale sia il valore della Bibbia per noi, chiedendo la guida dello Spirito Santo, che è un dono che Dio desidera dare a ognuno di noi (Luca 11:13). Dovremmo stare anche attenti al fatto che le Scritture necessitano di alcune spiegazioni. La capacità di spiegare la verità di Dio è un dono spirituale (Romani 10:14-15; Efesini 4:11-13). Paolo dice che la fede in Dio e nella Sua Parola (la Bibbia) viene attraverso l’ascolto del vero messaggio, mediante la predicazione ispirata (Romani 10:17). Un esempio nel libro degli Atti mostra come opera questo processo di ispirazione (Atti 8:26-39). Filippo un insegnante ispirato spiegò il significato delle scritture all’eunuco etiope e perciò l’eunuco fu ispirato a comprendere il messaggio. Lo Spirito Santo, inoltre, opera attraverso più “livelli”: opera nella mente dell’ascoltatore, in colui che annuncia il messaggio e nella Bibbia stessa. Ancora più importante, la potenza dello Spirito Santo ispira le menti affinché esse esprimano e trasmettano le verità ispirate delle Scritture. Lo Spirito di Dio può permetterci di rispondere positivamente al messaggio centrale di pentimento e di salvezza. Lo Spirito di Dio stesso attesta nelle Scritture: “metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti” (Ebrei 10:16). Oggi, se noninduriamo il nostro cuore verso la Bibbia, saremo privilegiati nel trovare ispirazione e nel comprendere la Parola di Dio. La Buona Notizia è che con la mente ispirata possiamo arrivare a comprendere che la Bibbia contiene e custodisce veramente la Parola data da Dio. GLI AUTORI DEI VANGELI HANNO CAMBIATO LE PAROLE DI GESU’? Potrà essere una sorpresa sapere che gli scrittori dei libri del Nuovo Testamento adattarono ciò che Gesù disse e le varie storie a nuove situazioni, lo fecero in innumerevoli casi. Uno di questi possiamo trovarlo nella parabola delle due case (confronta Matteo 7:24-27 con Luca 6:47-49). La versione di Matteo parla della costruzione di una casa sulla roccia anziché sulla sabbia. Matteo scrisse probabilmente per
di Paul Kroll una comunità di cristiani in Giudea e preservò le parole letterali di Gesù. Il racconto di Matteo è proprio quello che potremo definire un racconto alla lettera. La versione di Luca, invece, fu scritta per un pubblico nuovo, egli illustrò il confronto tra una casa costruita su fondamenta profonde e una casa priva di fondamenta. Luca usò una parafrasi equivalente per dire ciò che Gesù disse interpretando la storia in modo analogo ma per un nuovo pubblico.
L’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente (1 Corinzi 2:14).
Marcus Borg, uno studioso critico del Nuovo Testamento spiega che nella versione di Matteo sono stati descritti i metodi di costruzione che si usavano in Giudea e in Galilea. Fa notare che “costruire sopra la sabbia significava costruire in mezzo al letto di un fiume sabbioso e asciutto (un wadi), che nella stagione delle piogge sarebbe diventato un fiume violento, dall’altra invece Luca ha descritto una costruzione con e senza fondamenta, riportando tecniche di costruzione usate al di fuori del territorio di Israele. La spiegazione di Matteo era perfettamente comprensibile per l’ambiente giudaico, mentre Luca dovette adattare la storia per un pubblico mediterraneo più ampio. Esempi di questo tipo mostrano come gli scrittori dei Vangeli avevano licenza divina per adeguare le parole originali di Gesù. Questo ha permesso ad un pubblico più vasto di lettori di capire le narrazione più chiaramente. Gli scrittori del Vangelo furono “interpreti ispirati degli insegnamenti di Gesù e non furono semplicemente stenografi”, dice Robert Stein, studioso biblico. Non cercarono nemmeno di trascrivere parola
per parola come una registrazione su nastro ciò che disse Gesù, ma piuttosto cercavano di immortalarne il significato, non i dettagli letterali. Erano liberi di parafrasare i dialoghi di Gesù, modificare i termini e aggiungere commenti per aiutare i lettori nella comprensione dei Suoi insegnamenti. Gesù diede ai suoi discepoli ampia libertà di azione per diffondere i Suoi insegnamenti (Matteo 16:18-19; 18:18; 28:19-20). Essi potevano insegnare, parafrasare e interpretare nel nome di Gesù perché guidati dallo Spirito Santo a parlare e a scrivere la verità (Giovanni 14:26; 16:13). Per questo motivo non dovremmo insistere nel dover giustificare ogni singolo dettaglio dei Vangeli, questo atteggiamento sarà un dilemma solo per i lettori letterali. Non dovremmo considerare le differenze tra i racconti come irrisolvibili contraddizioni, questo è il tormento di coloro che ritengono la Bibbia un libro concepito dalla mente umana. Come Parola di un Dio vivente, la Bibbia è un libro all’opera e in movimento, fu scritto da esseri umani per altri esseri umani, vasi di terra per vasi di terra (2 Corinzi 4:7). Dio ha ispirato degli uomini per scrivere e quando quelle parole vengono lette da persone illuminate dallo Spirito Santo, il significato spirituale della Bibbia è chiaro e cristallino.
Paul Kroll
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Contributi dei lettori
Libertà di amare Dio Rubrica
L’
Italia è un paese libero. Abbiamo la libertà di pensiero, la libertà di esprimere un parere politico, la libertà di poter scioperare dal lavoro e combattere per i nostri diritti, abbiamo anche la libertà di poter scegliere se appartenere a questa o a quella religione, di poter frequentare liberamente la chiesa che più ci piace, di poter vivere la nostra spiritualità con i fratelli che condividono le nostre idee, ma soprattutto abbiamo la libertà di decidere di amare Dio. Nonostante ciò molte persone non prendono nemmeno in considerazione l’esistenza di un Dio con il quale prima o poi dovranno fare i conti, vivendo sconsideratamente e non afferrando quest’opportunità per essere felici. In generale la gente tende a dar tutto per scontato ed a non accontentarsi di ciò che ha cercando di avere sempre di più. Di solito si è egoisti. Si cerca di concentrarsi troppo su sé stessi, sempre alla ricerca di nuove emozioni per colmare quel vuoto profondo, senza riuscire mai nell’intento. Troppo spesso sfruttiamo negativamente la nostra libertà, anche a discapito di noi stessi, dei familiari e a volte della collettività, lasciando che il peccato prevalga nella nostra vita. E’ diffusa la convinzione, soprattutto tra i giovani, che per dimostrare di essere liberi e moderni bisogna fare e sfruttare tutte le possibilità che “offre il mercato”, facendo uso di droghe, commettendo cattiverie e prevaricando sugli altri, per essere notati e sentirsi importanti, appagati e felici; ma è una felicità effimera perchè il peccato ci rende schiavi, dandoci una soddisfazione solo momentanea che non colmerà mai quella sensazione profonda di vuoto e solitudine. “Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male le sue labbra dal dire il falso; fugga il male e faccia il bene; cerchi la pace e la persegua; perché gli occhi del Signore sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alle loro preghiere; ma la faccia del Signore è contro quelli che fanno il male”(Pietro 3:10-12).
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Personalmente ho capito che “ la vera libertà è in Cristo”. Egli ce l’ha donata con il suo sacrificio rendendoci veramente liberi. Con la Sua morte ci ha liberati caricando su di sé la nostra punizione per il peccato. Egli ha vinto la guerra contro il male e la paura dell’umanità, ha vinto la morte con la Sua resurrezione. Ci ha resi liberi spezzando le catene del peccato e della morte, ci ha salvati per grazia, con la promessa che un giorno anche i nostri morti resusciteranno e in Lui avremo la vita eterna. Può sembrare irreale per alcuni tutto ciò ma è una grande verità. Gesù ci ha chiamati a credere in Lui. Solo convertendoci al Signore, tramite il suo Spirito, potremo capire la Sua parola, lasciando scorrere in noi il Suo amore per essere sempre più simili a Lui. E’ ben chiaro nel nuovo testamento: “Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti sino al giorno d’oggi, quando leggono l’antico patto, lo stesso velo rimane, senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. Ma fino ad oggi quando si legge Mosè un velo rimane steso sul nostro cuore; però quando si saranno convertiti al Signore il velo sarà rimosso” (2 Corinzi 3:14-16). Il capitolo 3 di 2 Corinzi spiega, inoltre, che quando a viso scoperto, senza che niente sia nascosto davanti a Dio, contemplando il nostro Signore come in uno specchio, saremo liberati dal peccato e trasformati nella Sua stessa immagine secondo l’azione del Signore che è lo Spirito. “ Fate questo come uomini liberi che non si servono della libertà per coprire la malizia; anzi come servi di Dio. Onorate tutti, amate i fratelli. Temete Dio. Onorate il Re”(1 Pietro 2:16) . Da qui si deduce che l’amore è la vera libertà data agli uomini da Dio. La libertà quindi sta’ nell’amare profondamente Gesù e i fratelli, come Dio ama tutti noi. Mentre la vera prigione non è data dalle sbarre di un carcere ma dal peccato insito in noi. “Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c’è lo Spirito del Signore lì c’è libertà”(2 Corinzi 3:17) .
La resurrezione di Cristo Gesù ci ha liberati dal vincolo del peccato e dalla morte eterna. “Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e dalla morte. Infatti ciò che era impossibile alla legge perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto, mandando il proprio figlio in carne, che a motivo del nostro peccato, lo ha condannato, affinchè non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito di Gesù”(Romani 8:1). (v.21) “nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio”. Gesù ci esorta ad essere liberi dal vincolo del peccato credendo e affidando la nostra vita a lui, riconoscendo l’amore gli uni negli altri, come Lui ci ha insegnato, e nel suo nome saremo liberi colmando il vuoto del nostro cuore. “State dunque fermi nella libertà, della quale Cristo ci ha affrancati, e non siate di nuovo sotto il giogo della servitù”(Galati 5:1). Il peccato da sempre ci ha reso schiavi ma la venuta di Gesù ci ha liberato anche dalle leggi del vecchio patto che Dio fece tramite Mosè, stabilendo Egli stesso un nuovo patto con gli uomini per mezzo di Cristo che ci ha insegnato ad amare lasciandoci liberi di decidere di farlo. Donandoci poi il suo Spirito, Egli ha liberato i nostri occhi dal velo che copriva la nostra coscienza dandoci la possibilità di sapere anche cosa significa essere veramente liberi, infatti: (lettera ai Romani 2:15) “quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori; perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano e anche si scusano a vicenda.“ Quando incontriamo Cristo riceviamo anche la libertà di scegliere di amare come Lui ci ama. “Il mondo non ha più nessuna giustificazione” per continuare a far finta che Gesù per renderci liberi dalla schiavitù del peccato ed ereditare la vita eterna! “Grazie mio Gesù! ... mi hai dato la possibilità di amare Dio, e nell’amare Dio, ho avuto, da te, la consapevolezza della mia libertà.” Caterina Unali Membro della Chiesa cristiana della Grazia di Sassari
di James Henderson
Studio biblico
Chi o cosa è Satana e perchè i credenti devono guardarsi da lui? SATANA NON E’ DIVINO
La Bibbia dice chiaramente che c’è un solo Dio (Malachia 2:10, Efesini 4:6), che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Satana non possiede le caratteristiche della divinità. Egli non è creatore, onnipresente, onnisciente, pieno di grazia e compassione, non è il “Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori” (1 Timoteo 6:15), ecc. Le Scritture indicano che Satana nel suo stato originale era fra gli angeli creati. Gli angeli sono stati creati come spiriti custodi (Neemia 9:6, Ebrei 1:13-14), dotati di libera volontà. Gli angeli adempiono gli ordini di Dio e sono più potenti degli esseri umani (Salmo 103:20, 2 Pietro 2:11). E’ anche scritto che gli angeli proteggono i credenti (Salmo 91:11) e cantano lodi a Dio (Luca 2:13-14, Apocalisse 4). Satana il cui nome significa “avversario”, chiamato anche “diavolo”, in una ribellione contro Dio trascinò con sè un terzo degli angeli (Apocalisse 12:4). I demoni sono: “gli angeli che non conservarono la loro dignità ma che lasciarono la propria dimora” (Giuda 6) e si unirono a Satana. “Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li cacciò nel tartaro tenendoli in catene di tenebre infernali, per essere custoditi per il giudizio” (2 Pietro 2:4). L’attività dei demoni è limitata da queste catene spirituali o metaforiche. Alcuni passi del Vecchio Testamento, come Isaia 14 ed Ezechiele 28, indicano che Satana era un essere angelico speciale, alcuni pensano ad un arcangelo, con buone credenziali davanti a Dio. Satana era: “il sigillo della perfezione, pieno di sapienza e perfetta bellezza”. Il suo cuore era arrogante per via della sua bellezza e la sua saggezza e fu corrotto per via del suo splendore. Egli profanò i suoi santuari e la capacità di usare misericordia diventando un “orrore” destinato ad essere distrutto (Ezechiele 28:16-19).
Satana cambiò dall’essere portatore di luce (Lucifero in Isaia 14:12 significa “portatore di luce”) a “potenza delle tenebre” (Efesini 2:2, Colossesi 1:13). Quando decise che il suo stato angelico era insufficiente egli volle diventare divino “sarò simile all’Altissimo” (Isaia 14:13-14). Giovanni cercò di adorare l’angelo, ma l’angelo disse: “vedi di non fare mai questo” (Apocalisse 19:10). Non si devono adorare gli angeli perché essi non sono Dio. Le Scritture descrivono Satana come “Il dio di quest’era”(2 Corinzi 4:4) e “il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della di-
subbidienza” (Efesini 2:2). Deve essere chiaro che Satana non è divino e non è sullo stesso piano spirituale di Dio. COSA FA SATANA “…perché il diavolo pecca dal principio” (1 Giovanni 3:8). “…egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna”. (Giovanni 8:44). Con le sue bugie accusa i credenti “davanti a Dio giorno e notte” (Apocalisse 12:10).
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Studio biblico Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. Efesini 6:11
di James Henderson La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.
State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace.
Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. (Efesini 6:11-17)
Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. (Efesini 6:10) Egli è malvagio, esattamente come quando sedusse l’umanità dando origine al male ai giorni di Noè: gli intenti dei pensieri del suo cuore sono continuamente malvagi (Genesi 6:5). Il suo desiderio è di esercitare la sua volontà sui credenti e i potenziali credenti con l’intento di farli deviare dalla “luce del vangelo della gloria di Cristo” così che non partecipino alla natura divina (2 Pietro 1:4). E’ questo il motivo per cui tenta i cristiani spingendoli al peccato, come fece con Cristo (Matteo 4:1-11), ed usa sottili inganni come fece con Eva per allontanarli “dalla semplicità che è in Cristo” (2 Corinzi 11:3). A volte per fare questo “si trasforma in angelo di luce” (2 Corinzi 11:14) fingendo di essere qualcosa che non è. Satana cerca, tramite le tentazioni di influenzare la società e sottometterla al suo controllo e “catturare” i cristiani per allontanarli da Dio. Un credente si separa da Dio scegliendo, di propria volontà, di peccare arrendendosi alla peccaminosa natura umana, seguendo così la via degenerata di Satana ed accettando la sua in-
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fluenza ingannevole (Matteo 4:1-10 I Giovanni 2:16-17, 3:8, 5:19, Efesini 2:2, Colossesi 1:21, 1 Pietro 5:8, Giacomo 3:15). Ad ogni modo è importante ricordare che Satana e i suoi demoni, incluse tutte le tentazioni di Satana, sono sottoposti all’autorità di Dio. Dio permette che avvengano tali attività perché la volontà di Dio è che i credenti abbiano la libertà di fare delle scelte spirituali. (Giobbe 1:6-12, Marco 1:27, Luca:4:41, Colossesi 1:1617, 1 Corinzi 10:13, Luca 22:42, 1 Corinzi 14:32). I CREDENTI COME DOVREBBERO RISPONDERE A SATANA I credenti devono resistere a Satana e al suo tentativo di indurre a peccare: “resisti al diavolo ed egli fuggirà da te” (Giacomo 4:7 Matteo 4:1-10), e non devono concedergli il luogo o l’opportunità di farlo (Efesini 4:27). Resistere a Satana comporta impegno nella preghiera per la protezione di Dio, sottomissione a Dio e ubbidienza a Cristo. Bisogna essere con-
sapevoli che il male può attirarci e occorre acquisire attributi spirituali, Paolo ci ricorda di indossare la completa armatura di Dio e avere fede in Cristo che ci protegge tramite lo Spirito Santo (Matteo 6:31, Giacomo 4:7, 2 Corinzi 2:11, 10:45, Efesini 6:10-18, 2 Tessalonicesi 3:3). Resistere significa anche essere spiritualmente in guardia: “Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli, stando fermi nella fede, sapendo che le stesse sofferenze si compiono nella vostra fratellanza sparsa per il mondo”. (1 Pietro 5:8-9). Soprattutto riponiamo la nostra fiducia in Cristo. 2 Tessalonicesi 3:3 afferma: “Ma il Signore è fedele ed Egli vi fortificherà e vi custodirà dal maligno”. Confidiamo nella fedeltà di Cristo “stando fermi nella fede”(1 Pietro 5:9) e impegnando noi stessi completamente nella preghiera, fiduciosi del suo intervento che ci libererà dal maligno (Matteo 6:13). I cristiani devono dimorare in Cristo (Giovanni 15:4) e non essere preoccupati
Studio biblico delle attività di Satana. Dovrebbero meditare sulle cose nobili, giuste, pure, amorevoli ed avere buoni rapporti con le persone (Filippesi 4:8) invece di esplorare “le profondità di Satana”(Apocalisse 2:24). I credenti hanno anche bisogno di accettare la responsabilità dei propri peccati personali e non incolpare Satana. Satana può essere identificato come la fonte del male, ma lui e i demoni non sono i soli a perpetuarlo, perché uomini e donne scelgono volontariamente di vivere nella malvagità. Gli esseri umani sono responsabili dei peccati che commettono, non Satana e i suoi demoni (Ezechiele 18:20, Giacomo 1:14-15). GESU’ HA GIA’ VINTO Qualche volta viene espresso il concetto che Dio è il dio più grande e Satana è il dio minore, e che in qualche modo sono legati in un conflitto perenne. Quest’idea è chiamata dualismo. Tale veduta non è biblica. Non c’è alcuna lotta in corso per la supremazia universale tra le forze dell’oscurità guidata da Satana e le potenze del bene, guidate da Dio. Satana è solo un essere creato, completamente sottomesso a Dio, Dio è Supremo sopra ogni cosa. Gesù ha trionfato su qualsiasi rivendicazione di Satana. Abbiamo già la vittoria tramite la fede in Cristo e Dio è Sovrano sopra ogni cosa (Colossesi 1:13, 2:15, 1 Giovanni 5:4, Salmo 93:1, 97:1, 1 Timoteo 6:15, Apocalisse 19:6). Pertanto i cristiani non devono essere ansiosi circa l’efficacia degli attacchi di Satana su di loro. “Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun’altra cosa potrà separarci dall’amore di Dio che è in Gesù Cristo, nostro Signore”( Romani 8:38-39). Di tanto in tanto, nei Vangeli e nel libro degli Atti, Gesù e coloro che Egli autorizza specificatamente cacciano i demoni dalle persone che ne sono fisicamente o mentalmente afflitte. Questo evidenzia la vittoria di Cristo sulle forze dell’oscurità. Ciò si manifesta attraverso due elementi: la compassione di Cristo verso gli afflitti e l’affermazione della Sua autorità, l’auto-
di James Henderson rità di Cristo, il Figlio di Dio. Il cacciare i demoni portava sollievo dall’afflizione mentale e fisica, non dalla questione spirituale per la rimozione dei peccati personali e delle loro conseguenze. (Matteo 17:14-18, Marco 1:21-27, Luca 8:26-29, Luca 9:1, Atti 16:16-17). Satana non farà più tremare la terra, né scuotere regni, né ridurre il mondo a deserto, distruggere le città, né tenere l’umanità dentro una prigionia spirituale (Isaia 14:16-17). 1 Giovanni 3:8 “Chiunque commette il peccato è dal diavolo, perché il diavolo pecca dal principio: per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo”. Satana invita i credenti a peccare e ha la potenza di portarli alla morte spirituale, cioè all’alienazione da Dio, ma Gesù sacrificò sé stesso e “Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch’Egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la Sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo”(Ebrei 2:14). Dopo il Suo ritorno, Cristo rimuoverà l’influenza di Satana e dei suoi demoni, e gli esseri umani che aderiscono senza pentimento alla Sua malefica influenza, saranno gettati una volta per tutte nella Geenna, il lago di fuoco (2 Tessalonicesi 2:8, Apocalisse 20). CONCLUSIONE Satana è un angelo caduto che cerca di corrompere la volontà di Dio e impedire ai credenti di raggiungere il loro potenziale spirituale. E’ importante che i credenti non si lascino sopraffare dalle macchinazioni di Satana, non dobbiamo preoccuparci e non dobbiamo permettere a Satana di avere un vantaggio su di noi (2 Corinzi 2:11).
tana genera discordia, il suo dominio e la sua influenza finiranno al ritorno di Cristo. (Luca 10:18, Apocalisse 12:9, 1 Pietro 5:8, Giovanni 8:44, Giobbe 1:6-12, 2 Corinzi 4:4, Apocalisse 20:1-3, Ebrei 2:14, 1 Giovanni 3:8). IL REGNO ANGELICO Gli angeli sono spiriti servitori creati e dotati di volontà e libertà di scelta. Gli angeli santi servono Dio come messaggeri ed agenti, sono incaricati per assistere coloro che vivono nella salvezza ed accompagneranno Cristo al Suo ritorno. Gli angeli disubbidienti sono chiamati demoni, spiriti maligni e spiriti corrotti. (Ebrei 1:14, Apocalisse 1:1, 22:6, Matteo 25:31, 2 Pietro 2:4, Marco 1:23, Matteo 10:1). INFERNO L’inferno è la separazione e l’alienazione da Dio, condizione scelta dai peccatori impenitenti. Nel Nuovo Testamento, l’inferno è indicato con il termine “lago di fuoco”, “oscurità” e Geenna (che stava ad indicare una gola fuori dalle mura di Gerusalemme dove bruciavano la spazzatura). L’inferno è caratterizzato da tormento, angoscia, pianto, stridore di denti ed eterna distruzione. Il termine biblico Sheol e Hades, tradotto “inferno” o “tomba”, si riferisce al regno dei morti. La Bibbia insegna che i peccatori impenitenti soffriranno la seconda morte nel lago di fuoco, ma non esprime con certezza se questo significa annientamento o cosciente alienamento spirituale da Dio. (2 Tessalonicesi 1:8-9, Matteo 10:28, 25:41,46; Apocalisse 20:14-15, 21:8; Matteo 13:42, Salmo 49:14-15).
SATANA Satana è un angelo caduto a capo delle forze del male nel regno spirituale. La Bibbia si riferisce a lui con questi termini: il diavolo, l’avversario, il malvagio, l’assassino, il bugiardo, il ladro, il tentatore, principe dei demoni e dio di questo mondo. Egli è in costante ribellione contro Dio. Sa-
James Henderson Responsabile delle missioni in Europa
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