9 7
8
5
8
31
8
8 5 0
97
5
e
descrivere
07
55
831
85
88
7
usare
BN
1
IS
3
balboni
5
50
QUESTO VOLUME, PARTE DI UN'OPERA INDIVISIBILE È DA CONSIDERARSI "FUORI COMMERCIO" IN QUANTO SPROVVISTO DI PREZZO, E NON CEDIBILE SEPARATAMENTE DAGLI ALTRI COMPONENTI DELLA CONFEZIONE.
4 0 0
l'italiano
1 1
ISBN 978-88-58-31550-7
9 788858 315507
31550_Balboni_06.indd 3
11400
31550
BALBONI USARE E DESCRIVERE L'ITALIANO
Grammatica
NELL'ELENCO DEI LIBRI DI TESTO INDICARE L'INTERO CODICE ISBN
31550
Usare e descrivere l’italiano
31550_PH1
← All’interno la configurazione completa del corso
Per CTP e CPIA
— Paolo Balboni
Balboni
scrivere, leggere sono le abilità linguistiche, il modo in cui quello che è dentro la mente, i tuoi pensieri, entra nel mondo. „
In copertina: © Illustrazione di Nome Cognome 2014
“ Parlare, comprendere,
/ GRAMMATICA IDA Paolo E. Balboni - Maria Voltolina
Usare e descrivere l’italiano Per CTP e CPIA Italiano
20/06/14 16:04
Paolo E. Balboni, Maria Voltolina
USARE E DESCRIVERE L’ITALIANO
Per CTP/CPIA
31550_00_fronte e copy def.indd 1
01/08/14 11.58
INTRODUZIONE Questo non è un libro di italiano: chi lo userà sa già questa lingua perché è la sua madrelingua o perché è immigrato in Italia da qualche tempo. Questo è un libro sull’italiano, su che cosa vuol dire saper usare l’italiano e sul modo in cui funziona. Il percorso presentato da questo libro intende migliorare la padronanza della lingua: aiutare a saperla usare meglio, da un lato, e, dall’altro, ad avere maggiore consapevolezza di alcune delle sue “regole”, di quegli elementi cioè che utilizziamo costantemente, ogni giorno. Recita un proverbio: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Nel nostro caso però suona meglio: “Dimmi come parli e ti dirò chi sei”, perché è vero che in tanti contesti la qualità della nostra lingua è la prima cosa che viene notata. Non è giusto, d’accordo. Anche noi sappiamo che una persona vale per quello che è, non per la correttezza della sua lingua; ma non sempre le cose sono come dovrebbero essere. E ce ne ricordiamo ogni volta che sentiamo dire (a sproposito, certo… eppure accade): “Ma che cosa vuoi tu, che nemmeno sai l’italiano!”. Ecco: questo libro vuole che questa frase non possa mai più essere rivolta a te. Il libro presenta la lingua, la stessa lingua che tu parli o devi parlare, da due punti di vista: da dentro la tua mente, spiegandoti come funziona la comprensione, la scrittura, il dialogo. Andremo a cercare ciò che già sai dell’italiano – e sai tantissimo, come vedrai. E lo troveremo non attraverso l’ennesima spiegazione, ma accompagnandoti nella riflessione, spingendoti e guidandoti nel ragionamento che dovrai fare tu: perché sei tu che dovrai usare l’italiano e capire come funziona per usarlo sempre meglio; da dentro la lingua, facendoti lavorare su testi di varia natura, andando alla scoperta dei meccanismi della lingua e dandoti gli strumenti perché tu possa imparare a farlo da solo. Non parleremo solo di lingua verbale, cioè di quella fatta di parole; parleremo anche di quei linguaggi non verbali costituiti dai gesti, dalle espressioni, dagli oggetti, dalle uniformi, dai segnali: tutte forme di comunicazione che spesso si intrecciano con la lingua (basta pensare ai gesti degli italiani!) e che ci paiono così naturali, pur non essendolo affatto. Il gesto che in italiano significa una cosa ha spesso un significato diverso, o anche opposto, in altri Paesi. I tradizionali libri di descrizione dell’italiano, le “grammatiche scolastiche”, hanno centinaia di pagine su qualsiasi tipo di pronome, su ogni complemento… Noi abbiamo fatto una scelta diversa: abbiamo selezionato solo le cose essenziali. E lo abbiamo fatto perché non vogliamo che tu impari i nomi di tutti i tipi di pronome o di complemento, ma che tu capisca che esistono e sappia come funzionano, dandoti un metodo per ragionare sulla grammatica, per allenare la tua attenzione alla lingua e imparare la sua magnifica funzionalità – perché le lingue sono la più grande invenzione del genere umano, sono quello che ci differenzia da tutte le altre forme di vita del pianeta e sono il modo in cui ogni cultura vive, si trasmette e si trasforma. La lingua italiana, come ogni altre, è lo specchio di come è fatta la nostra mente e, studiandone la complessità, entrerai in contatto con la complessità di te stesso. In questo senso, questo libro è anche un viaggio nella mente. Per compierlo non serve sapere il nome di 100 complementi, ma serve capire perché esistono, come funzionano, e poi, certo, anche saper riconoscere i principali. Buon viaggio nella lingua italiana! Paolo E. Balboni, Maria Voltolina 3
31550_01_Sapere una lingua_def.indd 3
01/08/14 15.59
Indice Presentazione
3
USARE L’ITALIANO
55
Le abilità communicative
9
Sapere una lingua Saper comprendere Saper parlare e scrivere Saper lavorare sui testi
10 14 22 47
Tipologie testuali e generi comunicativi Che cos’è un testo? Le tipologie testuali I generi comunicativi
I linguaggi non verbali
53 54 56 74
89
Saper usare gli altri linguaggi
90
Palestra
98
DESCRIVERE L’ITALIANO Premessa – Saper descrivere la lingua
Morfologia Le parti del discorso Come nascono le parole Il significato delle parole L’articolo e il nome L’aggettivo Il verbo
101 102
105 106 108 118 126 134 146
4
31550_01_Sapere una lingua_def.indd 4
01/08/14 15.59
Il pronome L’avverbio I connettori L’analisi grammaticale
Sintassi La frase Il periodo
Palestra Palestra – Come nascono le parole Palestra – Il significato delle parole Palestra – L’articolo e il nome Palestra – L’aggettivo Palestra – Il verbo Palestra – Il pronome Palestra – L’avverbio Palestra – I connettori Palestra – La frase Palestra – Il periodo
Appendice Il verbo ESSERE Il verbo AVERE PRIMA CONIUGAZIONE: parlare SECONDA CONIUGAZIONE: temere TERZA CONIUGAZIONE: finire VERBI SERVILI: dovere VERBI SERVILI: potere VERBI SERVILI: volere
158 166 170 174
177 178 188
195 196 200 207 216 229 242 252 256 263 270
279 280 281 282 283 284 285 286 287
Prove Invalsi → www.cloudschooling.it 5
31550_01_Sapere una lingua_def.indd 5
01/08/14 15.59
Usare l’italiano
31550_01_Sapere una lingua_def.indd 7
01/08/14 15.59
Le abilitĂ comunicative Sapere una lingua
Saper comprendere
Saper parlare e scrivere Saper lavorare sui testi
31550_01_Sapere una lingua_def.indd 9
01/08/14 15.59
Sapere una lingua Tu sai bene la tua lingua madre e probabilmente un po’ meno tutte le altre lingue e dialetti con cui sei entrato in contatto e che hai imparato a usare per poter comunicare. Ma che cosa significa veramente “sapere una lingua”? Prova a fare un elenco di tutte le cose che dimostrano che sai una lingua. Se sei in classe, lavora con un compagno: due teste lavorano meglio di una! Iniziamo! Con la guida degli stimoli che leggi di seguito, prova a completare lo schema. ..........................................
.......................................... .................................... .................................... ....................................
................................................... ................................................... ...................................................
primo passo: dov’è una lingua? a. Tu stai leggendo. C’è qualcuno che ti dice queste parole? No: le parole e le frasi che stai leggendo sono dentro la tua ......................................................; forse hai scritto testa, e va bene, ma nella testa c’è il cervello e dentro il cervello c’è la tua ......................................................, quella che pensa qualcosa del mondo e degli altri. b. Prova a leggere questa riga ad alta voce: senti le tue parole, ora non sono più solo nella mente, ma sono nel ...................................................... . c. Adesso scrivi mente e mondo nei riquadri verdi dello schema in alto. Bene, abbiamo visto che la lingua è prima di tutto nella mente, dove la lingua ti serve per pensare, e poi è anche nel mondo che ti circonda, e ti serve per comunicare con gli altri. secondo passo: che cosa c’è nella tua mente? d. Nella tua mente ci sono dei “pezzetti” di lingua, che indicano delle cose: le ................................................. e. Ci sono anche delle ...................................................... per combinare le parole tra loro. f. Supponiamo che tu abbia scritto che ci sono parole e regole. Queste compongono la lingua: scrivi lingua nello schema, in una delle caselle blu nella sezione mente. 10
31550_01_Sapere una lingua_def.indd 10
01/08/14 15.59
Che cosa significa? terzo passo: si comunica solo con le parole? Qui di fianco vedi due persone che non dicono parole, ma si fanno capire! g. Come fai a riconoscere chi sono? ....................................................................................... h. Non usano parole per comunicare: che cosa usano? ...................................................................................................... i. Se tu non vedi i loro gesti e i loro segnali, che cosa succede? .............................................................................................. Non si comunica solo con la lingua ma anche con il modo di vestire, con i gesti, con l’espressione del corpo, cioè con linguaggi diversi dalla lingua, fuori dalla lingua. j. Scrivi altri linguaggi nello schema, in una delle caselle blu nella sezione mente. Per capire che cosa vogliono dire il vigile e l’arbitro non bastano le regole linguistiche, servono anche delle regole sociali, che variano da cultura a cultura. k. Scrivi regole sociali nell’ultima casella blu. quarto passo: quali sono le abilità linguistiche? Nello spazio dove hai scritto mondo ci sono persone con le quali comunichi e ci sono, come abbiamo visto, delle regole sociali (per esempio: alcune persone le saluti con ciao, altre con buongiorno) e delle regole culturali (a seconda del contesto, sventolare un fazzoletto bianco può significare salutare qualcuno che sta partendo o chiedere la precedenza in mezzo al traffico). l. Come si trasferisce quello che vuoi dire dalla mente al mondo? Ti basta pensare? No: devi ....................................................................... . m. E se una persona ti parla, le parole che dice devono entrare nella tua mente e solo allora tu le puoi ...................................................... . n. Se vuoi lasciare un appunto su un foglietto attaccato al frigorifero non basta pensare le parole, le devi ...................................................... . o. E chi trova il tuo foglietto, lo deve ...................................................... se vuole sapere che cosa gli volevi dire. Parlare, ascoltare, scrivere, leggere sono abilità linguistiche, il modo in cui quello che è dentro la tua mente entra nel mondo e viceversa. Nel libro raggruppiamo le abilità linguistiche in tre insiemi: Abilità di comprensione (di parole dette o scritte, di gesti, d’immagini ecc.) Abilità di produzione (di parole dette o scritte, di gesti, d’immagini ecc.) Abilità di dialogo (l’interazione tra produzione e comprensione) Ora scrivi i tre tipi di abilità nel fumetto dello schema. Ecco: sapere una lingua significa saper fare queste cose. 11
31550_01_Sapere una lingua_def.indd 11
01/08/14 15.59
Palestra Come nascono le parole Il significato delle parole L’articolo e il nome L’aggettivo Il verbo Il pronome I connettori La frase Il periodo
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 195
04/08/14 20.12
Palestra Come nascono le parole 1
Completa la tabella inserendo i derivati in base alla definizione, come nell’esempio. Parola primitiva
Definizione
Derivato
a.
abete
insieme di abeti
abetaia
b.
pino
insieme di pini
c.
pasta
luogo in cui si produce la pasta
d.
acciaio
luogo in cui si produce l’acciaio
e.
solo
condizione di chi vive solo
f.
felice
condizione di chi è felice
2 Per ogni parola primitiva indica un derivato appartenente alla categoria grammaticale richiesta. a. rimanere (nome) b. alba (verbo) c. ginocchio (avverbio) d. contento (nome) e. attento (aggettivo) f. facile (verbo)
3 Riscrivi le parole elencate separando con un trattino i diversi elementi da cui sono formate: radice, desinenza, prefisso, suffisso. a. lavabile b. paninaro c. rilucente d. calcolatrice e. sbucciare f. prevenire
4 Per ogni parola elencata forma un derivato aggiungendo un prefisso che ne rovesci il significato; poi sottolinea i prefissi che indicano negazione. a. comodo b. favorevole 196
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 196
04/08/14 20.12
Come nascono le parole c. simmetrico d. attento e. consueto f. alcolico g. parziale h. cucire i. amore
5 Riscrivi i nomi derivati separando con un trattino gli elementi da cui sono costituiti (prefisso, radice, suffisso, desinenza). Es. depistaggio
de-pist-aggi-o
a. riesame b. incredulità c. amministrazione d. disservizio e. pattugliamento f. sfacciataggine g. sfumatura h. armaiolo i. latteria
6 Sottolinea con due colori diversi i nomi primitivi e i nomi derivati. vocabolario – caffè – boscaiolo – bottegaio – forno – postino – tavoliere – fienile – carta – petroliera – vetrina – piccionaia – terra – teiera – cantante – macchinazione – zuccherificio – pagina
7 Per ogni nome primitivo che hai individuato nell’esercizio precedente scrivi un derivato, e per ogni derivato scrivi il nome primitivo. Derivati:
Primitivi:
8 In ogni serie sottolinea il nome primitivo. a. vetrata – vetraio – vetro – vetrinista – vetreria b. mercanzia – mercatura – mercante – merce – mercato c. subacqueo – acquaticità – acqua – acquerello d. servo – servitù – servitore – servizio – asservimento 197
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 197
04/08/14 20.12
Palestra 9 Sottolinea in ogni frase la parola alterata e indicane il significato. a. Che cosa fa qui questa soldataglia? b. Ha un gusto dolciastro e nauseante. c. Sotto il tetto si apre una finestrella. d. Il papà canticchia sotto la doccia. e. La legna scoppietta nel camino. f. Il nomignolo che gli hanno dato è poco affettuoso.
10 Sottolinea con due colori diversi i nomi primitivi e i nomi alterati. ometto – quadro – bottone – matitone – cavallino – ragazzaccio – libercolo – rispetto – cavalluccio – martello – bidello – alberello – mulino – mantello
11 Riconosci e sottolinea i nomi alterati, poi indica il tipo di alterazione (diminutivo, vezzeggiativo, accrescitivo, peggiorativo). a. Carlo ha un faccino davvero simpatico. b. In uno scatolone ho riposto i miei ricordi d’infanzia. c. Nella piazzetta i bambini giocavano allegramente sotto lo sguardo attento della mamma. d. Quell’uomo mi guardò con certi occhiacci che rimasi spaventato. e. A causa delle preoccupazioni ho passato una nottataccia. f. Segui quel vialetto alberato e arriverai alla casa di Giovanni. g. Il bambino non osò avvicinarsi al cancello poiché un cagnaccio faceva la guardia. h. Che bel musetto ha quella gattina! Indica da quali parole è formato ciascun termine composto elencato. 12 a. postelegrafonico b. informatica c. narcotraffico d. autoferrotranviario e. cantautore f. agriturismo Spiega il significato dei nomi composti elencati, poi indica le parole da cui sono 13 formati. Es. lasciapassare permesso scritto che consente il transito in un luogo in cui è vietato l’accesso a. cantastorie b. terracotta 198
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 198
04/08/14 20.12
Come nascono le parole c. biancospino d. appendiabiti e. manoscritto f. cassapanca g. roccaforte h. malvivente i. guastafeste
14 Con ogni parola primitiva forma un derivato, un alterato o un composto, in base alla richiesta. Es. pace (derivato)
pacifico
a. furbo (alterato) b. dormire (derivato) c. terra (composto) d. momento (derivato) e. comandare (derivato) f. recluta (derivato) g. carta (alterato) h. coltello (alterato)
199
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 199
04/08/14 20.12
Palestra Il significato delle parole 1
Indica il significato che la parola in corsivo assume nei due diversi contesti in cui è inserita. Es. 1. Ha un corpo tozzo e malformato. struttura fisica 2. Il suo progetto sta prendendo corpo. forma a. 1. Sono stato tamponato e l’urto mi ha provocato un terribile dolore al collo. 2. Pensavo che avesse molte consegne da fare, invece è partito con un solo collo. b. 1. Ha una bella testa: risolve velocemente qualsiasi problema. 2. Firenze - Santa Maria Novella è una stazione di testa. c. 1. Anna ha proprio una bella figura: è così alta e snella! 2. Non ti vergogni della figura che mi hai fatto fare? 3. Di tutto il libro, quella è la figura che preferisco. d. 1. Berrei volentieri ancora un dito di caffè. 2. Si mise il dito sulle labbra, scongiurandoci di stare zitti. e. 1. Ho passato due mani di vernice, ma la macchia sul muro non è scomparsa. 2. Le sue mani sono affusolate come quelle di un pianista.
2 Indica due diversi contesti in cui ciascuna frase può essere utilizzata. Es. Guarda la gru! indicando un macchinario in un cantiere edile indicando il volo di un trampoliere a. La nostra cucina è molto semplice. b. Piantala lì! c. Abbiamo risolto il problema. d. Per favore, mi passi il triangolo? e. Ma che bella frittata hai fatto!
200
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 200
04/08/14 20.12
Il significato delle parole 3 In ogni coppia di frasi è usata la stessa parola: nella prima frase con il significato di base,
nella seconda con una sfumatura di significato particolare. Sottolinea la parola e indica quale significato connotativo assume nella seconda frase.
a. 1. Il Sole è fonte indispensabile di vita per il nostro pianeta. 2. Sei il sole della mia vita. b. 1. Un topolino ha mangiato il formaggio. 2. Topolino mio, vieni qui dalla mamma! c. 1. Giorgio si è fatto crescere la barba. 2. Con i tuoi discorsi mi fai venire una barba! d. 1. Dalla finestra della soffitta si vedono le stelle. 2. Mi è caduto un sasso sul piede e ho visto le stelle!
4 In ogni frase è presente una coppia di parole (in corsivo) che hanno lo stesso significato di base; il secondo termine, però, ha una particolare connotazione: quale?
a. Parlava con una voce dolce/melliflua. b. Lo ha annunciato/strombazzato ai quattro venti. c. È stato un semplice/banale incidente. d. Questi sono i compiti/le incombenze che vi spettano. e. C’era una gran confusione/cagnara.
5 Indica il significato delle espressioni elencate, in cui verbi e nomi sono usati con un significato diverso da quello di base.
a. stringere la cinghia b. tagliare la corda c. prendere per il collo d. tirare le orecchie e. stringere i denti
6 Sostituisci ogni parola in corsivo con un sinonimo che abbia un significato più generico o più specifico. Es. Mi metterò ( Indosserò) una camicia di seta. a. Ho pensato ( ) a lungo per trovare una soluzione al problema. b. Solo dopo aver fatto ( ) i compiti potrai uscire. c. Mura ciclopiche ( ) circondavano il castello. d. È stato fatto un sopralluogo ( ) nella villa dell’imputato. e. È stato assunto ( ) da una ditta di materiali plastici. f. Mettete ( ) in fila gli oggetti. g. Ho portato i bambini al giardino pubblico ( ). 201
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 201
04/08/14 20.12
Palestra 7 In ciascun gruppo di frasi la parola in corsivo ha ogni volta un significato diverso: sostituiscila con il sinonimo appropriato. a. 1. Questa pioggerella fine ( ) farà bene agli ortaggi. 2. La madre è una signora molto fine ( ). 3. Il piatto è decorato con un fine ( ) cesello. b. 1. Nonostante l’età il bisnonno si regge saldo ( ) sulle gambe. 2. È un uomo dai saldi ( ) princìpi. 3. Quest’asse mi sembra poco salda ( ). c. 1. La retta ( ) del convitto è piuttosto alta. 2. Dài retta ( ) a me! 3. Traccia una linea retta ( ). d. 1. Quel gatto mi fa pena ( ). 2. La pena ( ) sarà severa. 3. Le tue pene ( ) mi commuovono. e. 1. Il pane di ieri è troppo duro ( ). Scendo a comprarne di fresco. 2. Sei stata troppo dura ( ) con lei. 3. È dura ( ) vivere in queste condizioni!
8 Riscrivi il brano sul quaderno sostituendo i nomi sottolineati con sinonimi o espressioni equivalenti. Rispetto al primo episodio, chiassoso e poco divertente, sale il livello di questa seconda avventura di Asterix e Obelix, sia per compattezza narrativa che per l’utilizzo più raffinato e più intelligente del maxi budget da kolossal. Certo, il merito è in gran parte della storia originale di René Goscinny e Albert Uderzo, che miscela al meglio humour e avventura nel raccontare le peripezie dell’architetto Numerobis (un brillante Jamel Debbouze), che cerca l’aiuto dei Galli e della loro pozione magica per riuscire a costruire in soli tre mesi un favoloso palazzo per Cesare e dimostrare così la superiorità creativa degli egiziani. (Asterix e Obelix - Missione Cleopatra, in Ciak, ottobre 2002)
9 In ogni coppia di frasi sostituisci la parola in corsivo con il sinonimo appropriato, scegliendolo tra quelli elencati. a. affibbiato/attribuito/regalato 1. Lo zio mi ha dato ( 2. La mamma mi ha dato ( b. evidente/esplicito/limpido 1. Sono stato chiaro ( 2. Il suo scopo era chiaro ( c. scuro/buio/melanconico 1. Il cielo si è fatto nero ( 2. Oggi mi sembra di umore nero (
) 50 euro. ) una sberla. )? )! ). ).
202
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 202
04/08/14 20.12
Il significato delle parole d. trasmesso/inviato/spedito 1. Il comunicato è stato mandato ( 2. Lo abbiamo mandato (
) via radio. ) a quel paese!
10 Le parole di ogni coppia sono sinonimi, ma si usano in contesti diversi: inventa una frase con ciascuna di esse e scrivila sul quaderno. bianco/candido – mamma/madre – gonfiore/edema – decisione/delibera – danno/sinistro – casa/ dimora – imitare/scimmiottare – imbrogliare/fregare – richiesta/istanza – ubriaco/ciucco
11
In ogni espressione sostituisci l’aggettivo alto con un sinonimo appropriato.
a. un colle alto b. l’alta Italia c. i piani alti d. acqua alta e. una nota alta f. a notte alta
12 In ogni frase sostituisci l’aggettivo brutto o cattivo con un sinonimo più specifico o con un’espressione di significato equivalente. a. Ieri aveva davvero un brutto aspetto; forse era stanco. b. Non voglio che tu frequenti quell’individuo: ha una brutta faccia. c. Il 2000 è stato una cattiva annata per il vino. d. I compagni si divertono a fargli dei brutti scherzi solo perché è timido. e. Grimilde, matrigna di Biancaneve, era una donna cattiva. f. Lo sciroppo ha un sapore cattivo, non voglio berlo!
13 Riscrivi il brano sostituendo i verbi sottolineati con sinonimi o espressioni equivalenti. Immaginiamo una classe di adolescenti. Circa trentacinque studenti. Oh, non quel genere di studenti accuratamente calibrati per varcare in gran fretta gli alti portoni delle grandi università, no, gli altri, quelli che sono stati respinti dai licei del centro perché la loro pagella non lasciava prevedere un gran voto alla maturità, né addirittura una maturità. È l’inizio dell’anno. Sono approdati qui. In questa scuola. Davanti a questo professore. Ma sarebbe meglio dire che si sono arenati qui. Respinti sulla riva, mentre i loro compagni ieri hanno preso il largo a bordo di licei-transatlantici in partenza per grandi «carriere». Relitti abbandonati dalla marea scolastica. Così si descrivono nella classica scheda d’inizio anno. (D. Pennac, Come un romanzo, Milano, Feltrinelli, 1994) 203
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 203
04/08/14 20.12
Palestra 14 In ogni frase sostituisci il verbo fare con un sinonimo appropriato. Attenzione: talvolta dovrai modificare la frase. a. Si è fatto tardi ed è ormai tempo di tornare a casa. b. Oggi mia madre mi fa un pasticcio di penne al forno. c. La sarta mi ha fatto un abito estivo a fiori molto carino. d. La zia si è fatta una storta alla caviglia cadendo dalle scale.
15 In ogni espressione elencata sostituisci l’avverbio e l’aggettivo con il loro contrario in modo da formare un’espressione di significato equivalente. Es. meno generico → più specifico a. meno veloce b. meno pigro c. meno fresco
d. meno sicuro e. meno elegante f. meno intransigente
16 Per ogni parola elencata indica una parola di significato opposto. a. aperto b. vuoto c. corretto d. sicuro e. visibile
f. possibile g. leggerezza h. lontananza i. mangiare j. camminare
17 Inventa una frase per ogni parola elencata, poi riscrivi le frasi sostituendo tali parole con altre di significato opposto. rumoroso – conosciuto – continuo – sperperare a. b. c. d.
18 In ogni coppia di espressioni lo stesso aggettivo accompagna un nome diverso; indica il contrario appropriato di ogni aggettivo. Es. 1. vita dura / comoda 2. parole dure / gentili a. 1. pane nero / 2. giornata nera / 204
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 204
04/08/14 20.12
Il significato delle parole b. 1. periodo buio / 2. faccia buia / c. 1. pesca matura / 2. atteggiamento maturo / d. 1. corda tesa / 2. volto teso / e. 1. discorso contorto / 2. ramo contorto / f. 1. situazione grave / 2. suono grave / In ogni gruppo di frasi sostituisci la parola in corsivo con il contrario adatto, sceglien19 dolo tra quelli elencati. a. proseguire – disdire – avviare 1. Ci fermiamo? 2. Ferma il motore! 3. Bisogna fermare la camera dell’albergo. b. giovane – immaturo – acerbo 1. È un ragazzo maturo. 2. La frutta è matura. 3. È una signora matura. c. domestico – garbato – coltivato 1. Qui intorno vivono molti animali selvatici. 2. Ho raccolto delle rose selvatiche. 3. È una persona selvatica. Indica il diverso significato che le parole in corsivo assumono in ogni coppia di frasi. 20 a. 1. Camminava piano, guardandosi intorno. 2. È stato approvato il nuovo piano regolatore. b. 1. Ruota lentamente il solido di 180°. 2. Si è rotta la ruota della bicicletta. c. 1. Di che segno sei? 2. Io abito qui, all’interno sei. d. 1. Ascoltiamo la cassetta degli U2. 2. Ho comprato una cassetta di mele. e. 1. Attenzione: qui passa un cavo elettrico. 2. È un tronco cavo. f. 1. Quella ragazza ha un viso fine e delicato. 2. Mi sono addormentata e non ho visto la fine del film. 205
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 205
04/08/14 20.12
Palestra 21 Di ogni parola sono indicati diversi significati: inventa una frase con ciascuno di essi e scrivila sul quaderno. a. saldo = fermo / intero pagamento di un debito / merce che si vende in liquidazione a basso prezzo b. fine = sottile / quasi impalpabile / astuto / punto terminale / scopo c. scatto = dispositivo che scatta / balzo / unità di tariffa nel servizio telefonico / aumento di grado
22 In ogni coppia di frasi sottolinea le parole con più significati; poi, con l’aiuto del dizionario, indica il diverso significato. a. 1. La malattia è allo stadio iniziale. 2. Allo stadio c’erano 40 000 spettatori. b. 1. La ditta ha raddoppiato il volume di affari. 2. Calcolate il volume del cubo. c. 1. Abitiamo a Torino, ma le nostre radici sono ad Avellino. 2. È infiammata la radice del dente.
206
31550_11_Palestra e appendici_def_senza ombra.indd 206
04/08/14 20.12