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OSSERVATORIO PERMANENTE Le istituzioni

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Scenario economico

Scenario economico

n Come si sono trasformate struttura e configurazione del commercio di articoli di bricolage e giardinaggio?

La crescita “vorticosa” dell’online ha spinto i retailer di tutti i settori, compreso quelli del fai da te e del giardinaggio, a offrire ai clienti qualcosa in più che riesca a fare la differenza. Sono sempre in numero maggiore quindi le insegne, anche in Sicilia, che offrono servizi di consulenza per rispondere alle esigenze che arrivano dal mercato. A partire dalla consulenza a un cliente che arriva in negozio con tante idee, spesso poco chiare o non attuabili. Il compito degli addetti è quello di aiutarlo nelle scelte o negli interventi. E abbiamo visto che questo modus operandi è diventato ricorrente, stando a quanto riferiscono gli operatori di settore che agiscono nella nostra isola e che sono associati a Confcommercio. Nonostante Internet abbia semplificato fortemente l’accesso alle informazioni, questo resta un settore in cui è importante poter consultare degli esperti per ricevere consigli in ogni fase d’acquisto. Il cliente che entra in un punto vendita deve, dunque, potere contare su personale altamente qualificato in grado di fornire assistenza telefonica e in loco, tramite appositi punti informativi dislocati all’interno dell’attività commerciale. Se passiamo dal generale al particolare - ovvero i comparti dove i servizi di consulenza sono più richiesti - c’è chi chiarisce in modo sintetico ma preciso la propria posizione. E possiamo indicare in legno, vernici, garden tools, riscaldamento e refrigerazione i settori merceologici dove più forte è la richiesta di informazioni.

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n Quali sono e come vengono indirizzate le politiche attuate per lo sviluppo di questa rete commerciale sul territorio?

Dopo un paio di anni che, per i motivi dettati dall’emergenza sanitaria, abbiamo assistito ovviamente alla limitazione dello sviluppo di nuovi punti vendita, nel primo semestre 2022 è stato possibile prendere atto di una ripresa della crescita del network di negozi legati alle insegne specializzate nel DIY e nel gardening.

I negozi che fanno capo ai gruppi distributivi operanti in Sicilia hanno fatto registrare un incremento del 2,7% rispetto all’anno precedente, cioè il 30 giugno 2021. Le superfici espositive sono aumentate del 3,3%, sempre rispetto all’anno prima. Sono numeri che cito non a caso perché tutto ciò ha spinto le aziende del nostro territorio isolano a organizzarsi e, quindi, prima di ogni altra cosa, a sviluppare politiche specifiche che si sono prefissate di sviluppare in maniera attenta una rete commerciale in grado di rispondere a specifiche esigenze. L’organizzazione delle attività promozionali all’interno di questi negozi specializzati ha spinto gli operatori ad avvicinarsi maggiormente al target di interesse ed essere maggiormente incisivo. La clientela, e ritorniamo al discorso di prima, ha però bisogno di figure professionali altamente formate, in grado di saper descrivere nel dettaglio le caratteristiche dei prodotti e poterne evidenziare i vantaggi. Spesso chi entra in queste attività commerciali ha necessità di consigli ed è molto propenso ad ascoltare eventuali proposte o conoscere eventuali novità. Ecco perché la formazione è imprescindibile e anche la visione che propone la creazione di modelli già sperimentati come le reti di imprese sta prendendo piede sebbene non abbia ancora ancora attecchito completamente. Si preferiscono altre strade già collaudate sul campo e che mettono in luce la propensione di un’attività piuttosto che dell’altra, con l’obiettivo di puntare molto sul proprio vissuto aziendale. n In tali politiche sono coinvolte istituzioni ed associazioni attive sul territorio? Se sì, con quale ruolo?

La nostra confederazione, Confcommercio Sicilia, è sempre molto attiva sul fronte dello sviluppo delle politiche di commercializzazione del settore. Attraverso le federazioni di categoria si portano avanti progetti specifici che consentono di esaltare le peculiarità del settore e che, soprattutto, puntano a determinarne la crescita. Certo, gli anni che abbiamo vissuto, caratterizzati dalla pandemia prima e dal caro energia dopo, per non parlare del conflitto russo-ucraino tuttora in corso, hanno rimesso in discussione gli assetti organizzativi che ci eravamo dati. Ma questo, in un certo senso, è stato anche stimolante perché ci ha spin- to a cercare nuove soluzioni. La crisi, insomma, è stata trasformata in una risorsa anche se non dobbiamo dimenticare le perdite aziendali subite, quelle attività che non ce l’hanno fatta. Portare avanti discorsi sinergici con le istituzioni, finalizzate all’attuazione di politiche specifiche, è per noi motivo di vanto e orgoglio anche se non tutti marciano alle stesse velocità. Con le Camere di commercio, prima del riordino che la Sicilia ha subito, erano stati avviati percorsi di intesa che ora con difficoltà potranno essere riproposti. Guardiamo, comunque, avanti e speriamo che, pure in questo delicato settore, le risposte arrivino. n Tali azioni riescono a diffondere conoscenza nel commercio di bricolage e giardinaggio?

Partirei da una riflessione. Il fai da te, nel corso dei decenni, si è costruito un proprio pubblico, sicuramente fedele, impegnato e con una forte propensione alla spesa, ma troppo esiguo numericamente per diventare un vero fenomeno di mercato. Nella nostra isola, ad esempio, non c’è mai stato il tanto evocato boom del fai da te. Il problema, dal mio punto di vista, è da ricercare in una impostazione e una filosofia di approccio troppo “hobbista”, troppo tecnica e pretenziosa rispetto alle reali possibilità e conoscenze della maggioranza degli italiani. Una strategia di approccio che ha tenuto lontana la donna e il “pubblico generico” dei non tecnicamente acculturati. Invece di porre al centro dell’attenzione l’occupazione del tempo libero con un’attività, quella del fai da te proficua, attiva e remunerativa, meglio sarebbe stato porre al centro dell’attenzione la casa. La casa

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