La storia
Il caso
Gli spettacoli
Margaret, il soldato che sfida gli Usa per l’amore diverso
Nell’aereo del futuro uffici, letti e lo spazio Zen
Martone attacca Salvatores: ha pestato il nostro cinema
VITTORIO ZUCCONI
CRISTINA NADOTTI E ANDREA TARQUINI
PAOLO D’AGOSTINI
Fondatore Eugenio Scalfari 1 2
www.repubblica.it
Anno 35 - Numero 217
mar 14 set 2010
Direttore Ezio Mauro
1,00 in Italia
martedì 14 settembre 2010
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Nucara (Pri) fonda il gruppo “Responsabilità nazionale”. Stracquadanio: legittimo prostituirsi in politica
Il mercato dei parlamentari “In 20 passano con Berlusconi ” Il cambio d’abito dell’ultima ora FRANCESCO MERLO
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ON sono i voltagabbana e neppure i traditori, sono i topi che per tutta la vita aspettano il loro pezzo di formaggio e, come si addice ai topi vengono fuori solo quando la nave affonda, ballano tra le macerie della politica, mangiano pietanze di risulta: una fetta tagliata male, un sufflé sgonfiato, una panna smontata, roba comunque commestibile e ancora gustosa. SEGUE A PAGINA 45
Il racconto
Le Camere modello escort FILIPPO CECCARELLI
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ESTA sospetto questo ripetuto, incalzante e ormai continuo chiacchiericcio sulla prostituzione. Chi, come, quando, se sia lecito andare a letto col capo per fare carriera nelle assemblee, come ieri s’è affrettato a confessare l’onorevole Stracquadanio, che pure ci ha preso molto gusto a finire sui giornali e anche questo articolo, purtroppo, lo conferma. SEGUE A PAGINA 6
ROMA — Prosegue il reclutamento di parlamentari da parte della maggioranza, nel tentativo di avere i numeri per continuare a governare anche senza i voti dei finiani. Ieri il segretario del Pri Francesco Nucara ha annunciato che fonderà un nuovo gruppo in Parlamento, denominato “Responsabilità nazionale”, a sostegno di Berlusconi: «I numeri ci sono, arriviamo a 20 deputati senza iniezioni del Pdl». Intanto scoppiano le polemiche per le dichiarazioni del deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio: «Se anche una deputata o un deputato ammettessero di essersi venduti per fare carriera o per un posto in lizza non sarebbe una ragione sufficiente per lasciare la Camera o il Senato». SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 7
Assaltata una scuola cristiana strage in Kashmir: 18 morti
Il retroscena
La tentazione del Cavaliere scambiare il Lodo col Mattarellum LIANA MILELLA
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MARE il Porcellum, pur di salvare se stesso. Il ritorno al Mattarellum, ma solo se il Pd accetta di votare il lodo Alfano in veste costituzionale, in modo da ottenere i due terzi, evitare il referendum e bloccare al più presto — aprile calcolano gli uomini di Berlusconi — tutti i suoi processi milanesi. Stavolta definitivamente. Senza più patemi. Tranquillo fino allo scadere della legislatura. SEGUE A PAGINA 3
Sulla motovedetta anche sei militari della GdF. Frattini: Gheddafi ha chiesto scusa
Sicilia, nave libica spara su un peschereccio italiano Gelmini difende i simboli leghisti nell’istituto pubblico di Adro
Primo giorno sui banchi proteste in tutte le città CAVALLIERI, INTRAVAIA E ZUNINO ALLE PAGINE 14 E 15
Il peschereccio “Ariete”
LAMPEDUSA — Una motovedetta libica ha aperto il fuoco sul peschereccio “Ariete”, della flotta di Mazara del Vallo. Durante lo scontro, a bordo dell’imbarcazione di Tripoli c’erano anche 6 militari italiani della Guardia di Finanza, in base agli accordi sull’immigrazione clandestina stipulati tra Roma e Gheddafi. In serata la precisazione del ministro degli Esteri Franco Frattini: «Il Colonnello ha chiesto scusa per l’incidente». CADALANU, CUSTODERO, VIVIANO E ZINITI ALLE PAGINE 8 E 9
Manifestazioni anti-cristiane in Kashmir SERVIZI ALLE PAGINE 10 E 11
GLI SCIACALLI DI GROUND ZERO ALEXANDER STILLE
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UESTO anniversario degli attacchi terroristi dell’11 settembre è stato forse il più triste ed è stato celebrato sullo sfondo delle proteste contro la cosiddetta “moschea a Ground Zero”. SEGUE A PAGINA 45
R2 A sorpresa, per ricercatori ed economisti, questo è stato il decennio più positivo per l’umanità
FRANCO MANDELLI
2000-2010, i migliori anni della nostra vita
con Roberta Colombo
“Famiglia cristiana” lancia il pocket del Libro
Arriva la nuova Bibbia versione rap ORAZIO LA ROCCA A PAGINA 20
MAURIZIO RICCI
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ROVATE a dirlo ai pachistani sommersi dalle inondazioni. Ai russi assediati dagli incendi. Agli abitanti degli atolli del Pacifico che rischiano di finire sott’acqua. Eppure, i dati non lasciano dubbi. Le crisi si rincorrono ai quattro angoli del pianeta, ma gli anni dal 2000 al 2010 sono stati anni benedetti: l’umanità, nel suo complesso, non è mai stata così bene. ALLE PAGINE 47, 48 E 49
Ho sognato un mondo senza cancro
Ma è mistero sul sequestro spunta l’ombra della camorra
Napoli, rapito imprenditore “Vogliamo cinque milioni” DEL PORTO E SANNINO A PAGINA 19
La vita e le battaglie di un medico che non si arrende www.sperling.it
L’analisi
Il Vaticano: violenza irragionevole
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
GOVERNO ALLA PROVA POLITICA INTERNA
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La campagna di Berlusconi “Nuovo gruppo con 20 deputati” Nucara: “Tutti esterni al Pdl”. In arrivo cinque dall’Udc CARMELO LOPAPA ROMA — La «legione straniera» è fatta, raccontano. In venti sono pronti a formare il nuovo gruppo di responsabilità nazionale e a votare la fiducia al governo Berlusconi. «Senza prestiti dal Pdl», si affretta ad annunciare il “tessitore” repubblicano Francesco Nucara dopo un’ora di colloquio col premier a Palazzo Grazioli: «Si tratta di gente che, repubblicani a parte, finora non ha votato la fiducia». Ma è una partita a poker e il bluff fa parte del gioco. Il presidente del Consiglio non ha raccomandato altro: seminare ottimismo, annunciare che l’operazione è riuscita. Detto questo, soddisfatto sembra esserlo per davvero: «Così, andiamo avanti fino al 2013. Quel che conta è evitare la crisi, la gente non capirebbe il voto anticipato». Concetto che aveva già anticipato a “Mattino Cinque”: «Ora si va avanti con le riforme». Le trattative in realtà sono aperte. Anzi, a sentire Francesco Pionati (anche lui oggi pomeriggio a rapporto dal capo) «le cifre sono sottostimate: i contatti sono in corso con 28 deputati». Il futuro gruppo può contare finora su una decina di adesioni certe: coi 5 deputati di Noi Sud, i 3 liberaldemocratici, i repubblicani Nucara e Pionati. La vera novità delle ultime ore è la trattativa più che avviata con esponenti del partito di Casini che non hanno lesinato critiche alla politica terzopolista del leader, proprio a cavallo della festa di Chianciano: i siciliani Romano, Drago, Mannino, Ruvolo e il campano Pisacane. Il Cavaliere non si è fatto sfuggire l’occasione per avviare un dialogo. Il presidente Udc Buttiglione mette in guardia: «Ci sarà un voto di fiducia, chi dovesse votarla si metterebbe fuori dal partito». Se i cinque accettassero anche il passaggio (per ora tutt’altro che scontato) il gruppo di responsabilità salirebbe a quota 15. E poi? «Raccoglieremo frutti da tutti gli orti» taglia corto senza fare nomi Nucara. Si torna a parlare delle due finiane Sbai e Polidori, che smentiscono. Così come del dipietrista eletto all’estero Antonio Razzi: «Proposte allettanti, ma ho una mia dignità». Circola il nome di
Americo Porfidia, ex Idv ora nel misto. E di esponenti dell’Api («Rutelli è generale che non ha i voti per riportare i suoi otto in Parlamento» sintetizza Pionati), ma sono voci senza conferma. Altra cosa è il voto di fiducia. Quello lo daranno, come hanno già anticipato, i cinque dell’Mpa di Lombardo e, forse, i due sudtirolesi, ma senza iscriversi ad alcun nuovo gruppo. «Decideremo di volta in volta» afferma il segretario dell’Svp Richard Theiner dopo la riu-
nione coi suoi. Altri hanno voltato le spalle indignati, da Giorgio La Malfa («Berlusconi insegue numeri non idee») a Paolo Guzzanti («Su quell’ambulanza non salgo»). Ma tante trattative aperte stanno costando impegni e promesse, al premier. Soprattutto perché, in concomitanza, è aperto anche il «mercato» delle presidenze di commissione in via di rinnovo (il 5 ottobre). In ballo, in queste ore, sembra siano entrati pure poltro-
ne da sottosegretario che Palazzo Chigi ha lasciato strategicamente vacanti. Il presidente del Consiglio deve decidere solo se ufficializzare il gruppo prima del discorso alla Camera del 28 — come preferirebbe lui per evitare ripensamenti — o se rinviare a dopo, come gli suggeriscono i suoi (e Nucara). Per dare all’operazione una parvenza di adesione all’appello al paese di Berlusconi e non di una campagna acquisti.
PREMIER A fine settembre il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi si presenterà alle Camere per illustrare i 5 punti del suo programma
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I personaggi NUCARA
SARDELLI
BRUGGER
Il repubblicano è regista dell’operazione. “Raccogliamo da tutti gli orti” dice dopo un’ora di colloquio col premier
Luciano Sardelli, uno dei 5 di Noi Sud pronti a passare, frena: “Stiamo con Berlusconi ma per il nuovo gruppo serve un incontro”
Tre i deputati delle minoranze, tra i quali due sudtirolesi. Il leader Svp: “Fuori dai blocchi ma decidiamo di volta in volta”
L’intervista
Zaia: chi sono i deputati raccolti da Nucara? Magari ex Udc che hanno sempre osteggiato la Lega
“Bossi freddo sulla stampella se Fini non vota a favore questa maggioranza è finita” RODOLFO SALA MILANO — Da governatore leghista, domenica è stato il padrone di casa della manifestazione di Venezia, ed è anche per questo che adesso Luca Zaia mette qualche pesante paletto agli alleati, facendo capire che il Carroccio vigila sulla maggioranza. A cominciare dall’ipotesi-allargamento: «Siamo perplessi, Bossi mi sembra molto freddo». Zaia, il raduno di Venezia è apparso un po’ sottotono. Da Bossi nessun grande messaggio politico, addirittura ha confessato di essere stanco... «Più che stanco, è un gran tattico: lo vedo sempre più effervescente e dinamico. Comunque il segretario ha fatto capire che non transigerà sui tempi del federalismo. Quel “la va a ore” è chiarissimo: significa che non tollereremo alcun ritardo».
GOVERNATORE Luca Zaia, presidente della Regione Veneto ed ex ministro dell’Agricoltura
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Bene cercare il consenso come sul federalismo ma non è possibile istituzionalizzare una maggioranza diversa da quella uscita dal voto
,, E il dietro front sulle elezioni anticipate? Le avete chieste per tutto agosto, salvo poi adeguarvi a Berlusconi. «Non è così. Bossi si è dimostrato ancora una volta un vero politico: su questo argomento la Lega ha governato il dibattito per tutta l’estate. Il fatto che affiori l’ipotesi di non andare a votare perché la mag-
gioranza si ricompatta è il risultato di quello che abbiamo detto: hanno avuto paura». La maggioranza si ricompatta, lei dice: con Fini? «L’unico risultato che vogliamo è che si approvino in Parlamento i cinque punti con 316 voti dell’attuale maggioranza. Spero che ci siano anche quando verranno pre-
sentati i relativi disegni di legge. Quanto a Fini, il nostro capo dice che lo vorrebbe vedere tornare in ginocchio, ma non vede questo come atto di sottomissione. Si tratta di ravvedimento. E quando uno si pente, dopo c’è il perdono». Ma Berlusconi si sta rivolgendo ad altri: ieri ha visto il repubblicano Nucara, che gli ha promesso il
voto di venti deputati ora fuori dalla maggioranza... «Ripeto: sui cinque punti ci dovranno essere 316 voti, se Fini non li vota la maggioranza non c’è più. E se ci sono altri a fornire una stampella, si porrà un grande problema. Chi sono questi? Gente che magari viene dall’Udc, partito contro il quale noi abbiamo vinto le elezioni
la Repubblica
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MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
Il caso
PER SAPERNE DI PIÙ www.governo.it www.lega-nord.org
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Nell’isola l’Udc ha il serbatoio più ricco di voti ma anche molti esponenti sotto processo
Casini e l’esodo dei siciliani “Così mi libererò di un peso” EMANUELE LAURIA ROMA — «Se ne vanno? Mi libero di un peso». Lo sfogo di Pierferdinando Casini, in serata, culmina in una frase sofferta, che pone in secondo piano il disappunto per la perdita di un cospicuo serbatoio di voti e privilegia infine la questione d’immagine: via i Cuffaro, i Drago, i Mannino. Via il partito siciliano che maggiori guai ha avuto con la giustizia. Mafia o “semplice” peculato, condanne o clamorose assoluzioni dopo processi lunghi 16 anni come quello di Calogero Mannino. «Tremavo all’idea di dovere ricandidare alcuni impresentabili», confida agli uomini più vicini il leader dell’Udc. Fine di una parabola: quella di Pier e della robusta stampella isolana. Casini liquida così la fronda ormai venuta allo scoperto. In uscita almeno cinque deputati e un senatore, tut-
Il retroscena
ti convinti che sia sbagliato chiedere le dimissioni di Berlusconi. Dietro c’è quasi per intero il potente gruppo all’Assemblea siciliana. Ma l’area del dissenso supera lo Stretto: uno dei “ribelli”, alla Camera, è il campano Michele Pisacane. Lo stato maggiore dell’Udc minimizza, anche perché per ridurre il danno sono stati contattati due parlamentari, uno dei quali è Ricardo Merlo, eletto all’estero. L’acquisizione si dà per fatta. Il capogruppo al Senato Giampiero D’Alia, messinese ma fedelissimo di Casini, sottolinea che «la stragrande maggioranza degli elettori siciliani non la pensa come Cuffaro e Mannino». E rilancia, in modo neanche tanto velato, la questione giudiziaria: «I nostri elettori sono stati felici della presenza di Piero Grasso alla festa di Chianciano — dice D’Alia — perché distinguono il
garantismo dall’impunità e vogliono restare al centro senza vendersi a Berlusconi e Alfano per un piatto di lenticchie». Accuse durissime: Grasso, per inciso, è stato procuratore a Palermo durante il processo all’ex governatore Cuffaro. E il finiano Fabio
LEADER Pierferdinando Casini, leader dell’Unione di Centro
Il capogruppo D’Alia: “I nostri elettori non vogliono impunità e tantomeno vendersi a Berlusconi” Granata affonda il coltello. Parlando di «fastidio» di alcuni esponenti dell’Udc siciliana per le parole del procuratore Grasso. Cuffaro si chiama fuori: «Non prendo posizione. Oggi mi dedico so-
lo alla mia vicenda giudiziaria». Ma Saverio Romano, segretario siciliano dell’Udc e leader della fronda, proprio non ci sta: «Si sta strumentalizzando la presenza a Chianciano di Grasso: nessuno di noi ha provato fastidio. Casini — dice — ha perso la testa. Abbiamo solo espresso una posizione di dissenso che dovrebbe essere legittima all’interno di un partito. Ora ci vogliono buttare fuori». Romano assicura che i “dissidenti” siciliani non passeranno nel gruppo di transizione a sostegno di Berlusconi: «Io Nucara neanche lo conosco». Ma a fine mese ci sarà il discorso del premier in aula, un probabile appello ai deputati “responsabili”, quindi la richiesta di un voto per andare avanti. E Romano non chiude la porta: «Ascoltiamo il presidente del Consiglio. Abbiamo il dovere di farlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
La tentazione del Cavaliere lo scambio tra lodo e Mattarellum Rivedere la legge elettorale per un sì rapido del Pd allo scudo
(segue dalla prima pagina)
LIANA MILELLA
È
e che ha osteggiato tutti i provvedimenti che ci stanno più a cuore, dal federalismo alle quote latte». Magari si ravvedono anche loro... «Certo, su ogni provvedimento si può cercare il consenso in Parlamento, come tra l’altro è avvenuto anche sul federalismo. Ma di qui a istituzionalizzare una maggioranza diversa da quella uscita dal voto, ce ne corre». Se così fosse? «Sarà Bossi a decidere». E lei non si è fatto un’idea di quale decisione prenderà? «Mah, su questa cosa di Nucara il capo mi sembra molto freddo. Ma voglio tornare sull’idea di spostare da Roma alcuni ministeri, rilanciata proprio da Bossi a Venezia: è una cosa che noi vogliamo davvero, il completamento del federalismo. Ci sono almeno tre ministri del Pdl che fanno spallucce, dicono di non sapere nulla di quel progetto... «Credo che alla fine anche gli scettici avranno l’intelligenza di capire che questa partita interessa tutti, non solo il Nord. Lo vedremo quando raccoglieremo le firme per un progetto di legge di iniziativa popolare». Un surrogato delle voto anticipato che vi hanno negato? «Una prova di forza, un modo per misurare il consenso alla Lega e al suo progetto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
QUESTA la tela segreta, il grande scambio tra scudo e legge elettorale, che in queste ore sta tessendo palazzo Chigi. Nella quale l’atteggiamento e la posizione di Fini rivestono, per il Cavaliere, un ruolo fondamentale. Un suo sì, «ma pieno, rotondo e senza scherzi», allo scudo rappresenta un primo passo essenziale. Perché, ragiona il premier con il Guardasigilli Angelino Alfano, «dell’intesa sul lodo dobbiamo essere sicuri al cento per cento, altrimenti è meglio che io faccia saltare tutto adesso per votare in primavera». Il Porcellum, la legge «porcata» come la battezzò il leghista Calderoli, gli ha regalato il potere assoluto di mettere in lista chi gli pare e consegnarlo come un pacco regalo agli italiani, ma Berlusconi è deciso a buttarla via tentando uno scambio con il Pd. Che sfrutta un dato di fatto, la voglia profonda dei Democratici di tornare al sistema inventato dall’ex ministro Sergio Mattarella. Come dimostra la notizia che i pd Arturo Parisi e Stefano Ceccanti ieri si vantavano di aver già raccolto 187 firme, 80 senatori e 107 deputati, per sostenere quella «semplice legge» ipotizzata dall’ex presidente della Consulta Gustavo Zagrebelsky e una legislatura fa depositata dall’ex pm Felice Casson. Due righe, «è abrogato il Porcellum, si torna al Mattarellum». Sui mal di pancia del Pd punta Berlusconi, convinto, mentre ne ragiona con i suoi, che lo scambio tra lodo Alfano e abolizione del Porcellum non sia affatto un sogno impossibile. A chi, delegato a svolgere il ruolo di ambasciatore, gli obietta che «mai e poi mai i Democratici voterebbero per una legge che considerano ad personam», lui fornisce l’argomento utile da spendere: «Ditegli che solo così potranno cambiarla, altrimenti
si torna a votare con quella». Fa di conto, il Cavaliere. Dà per scontata l’adesione dell’Udc e comincia a convincersi che anche Fini sullo scudo stia facendo sul serio. Al presidente della Camera, che già quest’estate si interrogava su quale potesse essere la via d’uscita per risolvere i problemi giudiziari del premier e chiedeva consigli, in quel di Ansedonia, alla sua consigliera per la giustizia Giulia Bongiorno, lei aveva risposto che l’unica via, la
Gli uomini di Palazzo Chigi sperano che il lodo diventi legge entro la primavera 2011 più “pulita”, era quella della sospensione dei processi per la durata del mandato, ma da perseguire con legge costituzionale. Fini dunque non gioca, e ieri Ita-
L’inchiesta
lo Bocchino lo ha confermato ad Angelino Alfano. Incontro casuale, si dice. Due padri che portano a scuola, per l’inizio dell’anno, la figlia e il figlio. Guarda caso pure nella stessa classe. Poi una merenda, tra scorte e telecamere, al bar Ruschena, lungotevere all’angolo della Cassazione. Un’ora e più di colloquio. Su Repubblica la notizia che Fini dà mandato alla Bongiorno di dare il via libera all’accelerazione del lodo. Bocchino
Montezemolo
Casa di Montecarlo la Procura sollecita gli atti
“Al capolinea le favole della sinistra e del premier”
ROMA — La procura di Roma al lavoro sulla casa di An a Montecarlo. Ieri il procuratore capo, Giovanni Ferrara, ha sollecitato alle autorità monegasche l’invio della documentazione sull’immobile venduto dal partito e ora in affitto a Giancarlo Tulliani. E mentre aspettano le carte che dovevano arrivare nei giorni scorsi, oggi i magistrati capitolini sentiranno il senatore Francesco Pontone che, nel 2008, in qualità di tesoriere di An, ha curato le procedure per la vendita.
ROMA — «Tutte le leggende a cui quegli elettori ignoti hanno creduto in questi anni sono ormai arrivate al capolinea, tra l'eterna promessa di una rivoluzione liberale che non c'è mai stata e il cupo racconto di un paese irrimediabilmente perduto». Italiafutura, il sito della fondazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo spiega che questi “italiani ignoti” «sono quelli che non sono mai diventati militanti, che non si aggirano con il coltello tra i denti alla ricerca del nemico».
Francesco Pontone ex tesoriere di An
conferma che il suo capo fa sul serio. Quella «è una strada che rispetta le regole, non scassa il sistema, riguarda solo un processo e non ne manda a capofitto centinaia come il processo breve». E allora non resta che far di conto. Verificare i tempi. Incrociare il progetto con la decisione della Consulta sul legittimo impedimento (il 14 dicembre). L’ipotesi di cambiare quella legge, su cui pure Alfano ha ragionato, non pare spendibile. Una versione che la attenuasse, ha spiegato l’avvocato del premier Niccolò Ghedini, danneggerebbe soltanto il suo assistito. La tattica decisa è un’altra. Che i berluscones spiegano così: «Metteremo la Corte di fronte al fatto compiuto che il Parlamento sta approvando a tappe forzate la legge costituzionale, per cui la legge ponte, il legittimo impedimento, è comunque destinata a scomparire». Per questo contano i tempi, cui è delegato a lavorare Carlo Vizzini, il presidente della commissione Affari costituzionali e relatore del lodo. Che ieri ha sottoposto al capogruppo pdl Maurizio Gasparri l’ipotesi di un incontro congiunto tra Camera e Senato per verificare la stesura di un testo definitivo. Su questo si gioca la corsa a tappe forzate. Sì rapido al Senato, aula ad inizio ottobre, entro dicembre il secondo voto alla Camera. Tre mesi obbligatori di attesa. Poi la terza e quarta lettura. Legge pronta ad aprile. E qui, calcola Vizzini, «dovrebbero essere necessari 190, al massimo 200 giorni, per andare al referendum, qualora fosse necessario». Ma Berlusconi lavora per evitarlo mettendosi d’accordo col Pd. Se non ci riuscisse ecco il referendum in autunno, che lui considera già vinto visto che spenderà la sua faccia. A quel punto starà per scadere il legittimo impedimento. Ma a vederlo da fuori è un puzzle con molti, troppi incastri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
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POLITICA E GIUSTIZIA INTERNA
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PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.giustizia.it
“Ho collaborato, ora scarceratemi” Nuovo appello di Martino. I legali: “La P3 ormai è neutralizzata” MARIA ELENA VINCENZI ROMA — Arcangelo Martino si appella al Riesame per la scarcerazione. I legali dell’imprenditore campano coinvolto nell’inchiesta sulla P3 lo avevano annunciato nei giorni scorsi. E ieri hanno presentato il ricorso per ottenere i domiciliari, su cui l’accusa aveva dato il via libera ma che sono stati invece bocciati dal gip venerdì scorso. Martino, uno dei personaggi chiave della “loggia”, è in carcere, come Flavio Carboni e Pasquale Lombardi,
Dell’Utri. Poi, ancora, Martino ha raccontato delle pressioni sulla Consulta per ottenere un parere favorevole sul lodo Alfano, di quelle sulla Cassazione per far slittare l’udienza sul contenzioso fiscale della Mondadori e di una “compravendita” di senatori del Pd per far cadere il governo Prodi. Dichiarazioni sufficienti, secondo la procura, a far ritenere Martino “collaborativo”. Ma il gip le ha ritenute insufficienti tanto da dire no alla scarcerazione. Una scelta contro cui si sono appellati ieri i difensori di Marti-
no, Giuseppe De Angelis e Simon Pietro Ciotti che hanno cavalcato la divergenza di opinioni tra magistrati e giudici. «Il gip – hanno scritto gli avvocati nell’atto - stigmatizza il parere favorevole dei pm alla sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere, in quanto Martino appare inserito organicamente in una “societas sceleris” con un ruolo rilevante e non puramente accessorio. L’argomento appare irrilevante rispetto alla richiesta dei difensori e al parere favorevole dei pm: è del tutto evidente che
una cosa è la gravità degli indizi rispetto alle ipotesi di reato, altro l’esigenza cautelare. A questa stregua, si rischia di confondere
Venerdì scorso il giudice ha già bocciato una prima richiesta di arresti domiciliari pena e cautela processuale». Insomma, secondo i legali dell’in-
dagato, il carcere come misura cautelare non ha più senso. Per di più, scrivono ancora, «il clamore pubblico richiamato nel parere favorevole dei pubblici ministeri evidenzia come sia impossibile che, posto il Martino agli arresti, riprendano vigore “la natura e la ramificazione di tali fatti delittuosi”, a meno che il mondo politico/giudiziario non sia così pericoloso da riprendere, a sua volta, ad intessere rapporti con la ipotetica società criminosa, nel qual caso sarà utile che il giudice per le indagini prelimina-
Secondo la difesa, gli argomenti del gip sul rifiuto della custodia cautelare sono “irrilevanti” dall’8 luglio. Ma, a differenza dei suoi “consociati”, l’ex consigliere comunale di Napoli ha iniziato a parlare. E lo ha fatto il 19 agosto, confermando ai magistrati che “Cesare” era il nome in codice con cui parlavano di Berlusconi e che il “vice-Cesare” era Marcello
ri stigmatizzi non solo il parere ma anche i comportamenti dei pm che non intervengono». I penalisti parlano poi dell’interrogatorio di Martino: il gip sostiene che «si tratta di dichiarazioni solo parzialmente veritiere, lasciando intendere che in parte sono false, smentendosi, però, quando scrive che sono solo “in parte riscontrate”, quasi che competa a Martino il riscontro totale, e non ai pubblici ministeri che hanno espresso parere favorevole». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le tappe L’ARRESTO L’8 luglio Carboni, Lombardi e Martino sono stati arrestati con l’accusa di essere il fulcro di una loggia che faceva pressioni sui vertici dello Stato
IN CARCERE DA DUE MESI Arcangelo Martino, uno degli indagati dell’inchiesta sulla P3. Accanto Pasquale Lombardo
LA CASSAZIONE
I verbali
Giovedì scorso la Cassazione ha annullato l’ordinanza con cui si stabiliva la custodia cautelare in carcere per Carboni e Lombardi
Il pressing sui giudici per la causa Mondadori “Ok, rinvio ottenuto” L’atto del 2000 con il quale lo studio Tremonti difendeva le ragioni della Mondadori: pochi mesi dopo sarebbe diventato ministro
ROMA — Gli interessi di «Cesare» sopra ogni cosa. Se c’era da muoversi, avvicinare alti magistrati, la P3, per il premier, non si risparmiava proprio. Così è successo — hanno testimoniato le migliaia di intercettazioni captate dalla procura di Roma — sulle utenze di Flavio Carboni, del giudice tributario Pasquale Lombardi e per Arcangelo Martino, l’ex assessore campano che, dal 19 agosto, ha iniziato a collaborare con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli. È stato lui a svela-
re l’identità di «Cesare», il nome in codice con cui la nuova P3 chiamava il Cavaliere. E la tela di rapporti e di lobbying tessuta dal trio è intervenuta per fare ottenere al premier il via libera allo scudo del Lodo Alfano. Tentativo però fallito, nonostante vari giudici fossero stati in effetti contattati. Quale contropartita si aspettasse la P3 in cambio di tanto disturbo, lo svela una te-
La procura, aveva dato l’ok alla scarcerazione di Martino, ma il gip si è opposto. Ieri i suoi legali hanno presentato ricorso al Riesame
L’ATTO
EMILIO RANDACIO
Martino e Lombardi agirono per far assegnare l’esame alle Sezioni Unite della Cassazione
IL CASO MARTINO
lefonata della fine del settembre di un anno fa di Martino con Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario all’Economia, la cui carriera politica ha subito uno stop da un’inchiesta sulla camorra che lo vede indagato (Cosentino è però rimasto coordinatore del Pdl in Campania). «Lui ci deve dare te», insisteva dodici mesi fa Martino. Telefonate, pranzi in un ristorante di Roma, “da Tullio”, per portare a termine la missione, che, evidentemente, avrebbe garantito la nomina di Cosentino a governatore della Campania. Operazione non andata in porto, come detto, ma anche in un altro capitolo trattato dall’inchiesta il gruppo coordinato da Flavio Car-
boni ha cercato di facilitare gli affari del Cavaliere e di una sua azienda, la Mondadori. Il colosso di Segrate era debitore con il Fisco di 400 miliardi di vecchie lire, per una controversia iniziata nel ‘91. Nel luglio scorso, però, grazie a una legge voluta dal Cavaliere e approvata dalla Camera a maggio, la maxi-vertenza si è chiusa pagando un mini-tributo: non i 350 milioni di euro previsti (tra mancati versamenti d’imposta, sanzioni e interessi) ma solo 8,6. Una vicenda che si trascinava da diciannove anni e in cui, nell’ottobre 2009, la cricca Carboni-Martino-Lombardi avrebbe avuto un ruolo preciso, avvicinando l’allora presidente della Corte
È il contenzioso che poi Segrate ha chiuso utilizzando l’ultima legge “ad aziendam” di Cassazione, Vincenzo Carbone, parlando al telefono della necessità di ottenere un rinvio della causa, per mandarla alle Sezioni Unite. Questa missione, a differenza di quella del Lodo Alfano, è riuscita. Nelle carte dell’inchiesta, la pendenza fiscale della Mondadori è ampiamente trattata. Agli atti della procura romana sono allegati i documenti della causa. A partire dal «controricor-
so» della Mondadori del novembre del 2000, firmato «dal prof. avv. Giulio Tremonti», lo stesso che pochi mesi dopo si sarebbe seduto sulla poltrona del dicastero dell’Economia. Lo stesso che in tutti questi anni è stato la parte avversa nella causa contro la Mondadori. Per essere maggiormente sicuri che la pendenza si concludesse favorevolmente, soprattutto Martino attiva i suoi canali. Sul punto, il nucleo provinciale dell’Arma di Roma scrive: «Dalle conversazioni intercettate si desume che i contatti non si inseriscono in un quadro di disinteressata amicizia, ma sono indirizzati al perseguimento di obiettivi, che i colloqui telefonici con-
sentono almeno in parte di individuare». I carabinieri ipotizzano anche «che l’interesse degli indagati riguardi l’assegnazione alle Sezioni Unite di un ricorso proposto dall’Amministrazione finanziaria e che vede come parte in causa la società Mondadori. Secondo notizie giornalistiche ricavate da articoli pubblicati sul quotidiano La Repubblica nei giorni 28 e 30.10.2009, il ricorso dell’Agenzia delle Entrate sarebbe stato effettivamente rimesso alle Sezioni Unite». E così si spiegano le telefonate avvenute in quel periodo «tra Lombardi (in accordo con Martino e Carboni), Fiumara (Oscar, all’epoca avvocato generale dello Stato, ndr) e Carbone (Vincenzo, presidente della Cassazione, ndr)». Che sulla causa si sia concentrata l’attenzione della presunta P3, lo si capisce anche «da alcuni riferimenti che si ascoltano nelle conversazioni intercettate tra Lombardi e Martino il 27 ottobre». La decisione adottata della Cassazione, la cricca la conosce già in anticipo. Il giorno precedente, infatti, Martino al telefono con Lombardi chiede: «Mi devi dire se lui ha già definito quel rinvio o eventualmente quando si sarà oggi o domani?». E Lombardi è categorico: «Il 28 sarà fatto il rinvio!». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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POLITICA INTERNA E SOCIETÀ
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“Lecito prostituirsi per la carriera politica” Bufera sulla frase del pdl Stracquadanio. Condanna bipartisan: inaccettabile MAURO FAVALE ROMA — «Per fare carriera ognuno utilizza quello che ha». Anche il corpo? «Anche il corpo. È assolutamente legittimo». Più che una provocazione, quella di Giorgio Stracquadanio, “falco” berlusconiano in servizio permanente effettivo, ha il vago sapore di una constatazione, perché «in Parlamento, come in qualsiasi altro lavoro l’aspetto fisico è importante». In un attimo il deputato, direttore del predellino.it e teorizzatore del “metodo Boffo”, squarcia il velo di quelle che definisce «ipocrisie e moralismi» e si sofferma sul topos politico degli ultimi anni: sesso e potere. Intervistato da Klaus Davi (giornalista ed esperto di media, creatore di Klauscondicio, sempre più il luogo prediletto per lasciarsi andare a confessioni o dichiarazioni ad effetto) risponde a quello che aveva detto meno di una settimana fa la deputata finiana Angela Napoli, con coda polemica pari a quella scatenata
Il caso
ieri da Stracquadanio. «Non escludo che senatrici e deputate siano state elette dopo essersi prostituite», aveva detto la Napoli rispondendo a una domanda di Davi. Partendo da lì, Stracquadanio sviluppa il suo ragionamento: «Ognuno deve disporre del corpo come meglio crede. Fino a quando c’è consenso non c’è violenza e se non c’è violenza non c’è problema». E quindi, «se anche una deputata o un deputato facessero coming out e ammettessero di essersi venduti per un posto in lizza non sarebbe
una ragione sufficiente per lasciare Camera o Senato». Il linguaggio di Stracquadanio
Insorgono le parlamentari Pdl ma sembra che anche Berlusconi non abbia gradito è «incisivo», come dice lo stesso Davi mentre lo intervista. Proprio per questo provoca una ve-
ra e propria sollevazione da destra e da sinistra, uomini e donne. Critiche feroci che in serata lo costringono a una precisazione: «Non ho mai detto che è legittimo prostituirsi». Poi, però, fa un’incursione nel centrosinistra: «Tutte le ragazze del Pd hanno conquistato il loro posto “per grandi meriti scientifici e culturali e artistici”? Perché guardate in una sola direzione?», attacca dai microfoni di RepubblicaTv. «Usare il proprio corpo in politica è la realtà del mondo da quando esso esiste. Io consi-
dero normale che gli uomini e le donne usino la loro avvenenza fisica per i loro scopi». Ma ciò che considera normale Stracquadanio fa insorgere tutto l’arco parlamentare a partire da Angela Napoli che aveva dato il “la” alla discussione: «Sono parole offensive per le donne e per coloro che fanno politica». Pare non abbia gradito la sua uscita nemmeno Silvio Berlusconi: «Evitiamo di farci male da soli», avrebbe detto il premier ai suoi durante le riunioni di ieri. Insorgono le deputate del Pdl: «Sono indignata»,
Le reazioni SALTAMARTINI
LORENZIN
SERRACCHIANI
Barbara Saltamartini, responsabile pari opportunità del Pdl si dice “indignata come donna e politica. È un messaggio sbagliato”
Per la deputata Pdl Beatrice Lorenzin, “la credibilità della donna è a rischio. Così ci giochiamo il ruolo della donna a livello dirigenziale”
Per l’europarlamentare Pd, Debora Serracchiani, “l’esempio di Stracquadanio è fosco e inaccettabile. Il Pdl lo smentisca”
afferma Barbara Saltamartini. «Così la credibilità della donna è a rischio», dice Beatrice Lorenzin. Andrea Augello la mette «sul piano della comunicazione: non si comprende come certe battute finiscano col dare un’immagine grottesca del partito». I finiani di “Generazione Italia” se la cavano con una battuta: «C’è chi
Anna Finocchiaro: “Una schifezza” Ironia Fli: vendersi d’accordo, ma poi si paghino le tasse usa il proprio corpo? Basta che si paghino le tasse». L’Udc Maurizio Ronconi è convinto che «le parole di Stracquadanio nascondano un fondo di verità: il sistema è marcio e inaccettabile». Nel Pd, invece, prevale un aggettivo, «nauseabondo». Ma la sostanza la dà Anna Finocchiaro: «Che schifezza». © RIPRODUZIONE RISERVATA
METODO BOFFO
Bigotti e poi libertini le giravolte della destra sul sesso comprato
Giorgio Stracquadanio, deputato Pdl, inventore del quotidiano “Il predellino” e teorizzatore del cosiddetto “metodo Boffo”
Il governo voleva punire le lucciole (segue dalla prima pagina)
FILIPPO CECCARELLI A CODA di paglia del Palazzo si ripresenta ogni volta più lunga e robusta. Al netto dei pettegolezzi, che in gran numero vorticano nelle redazioni dei giornali e nei corridoi di Montecitorio, per non dire alla Rai, converrà prima di tutto ricordare che il tema anche generico del rapporto fra il potere e la prostituzione è piuttosto serio e non solo perché riguarda la selezione della classe dirigente nel tempo del dominio dei corpi e degli spettacoli, nonché dei «papponi» (come accusò Di Pie-
L
Nel 2008 Berlusconi espresse il proprio “orrore” per chi vendeva il proprio corpo tro) e della «mignottocrazia» (copyright Guzzanti). È che sulla prostituzione, quella vera, quella di strada, il potere, questo potere messosi bene in evidenza col caso D’Addario, l’affare Marrazzo e i massaggi del Salaria Sport Center, si è permesso di presentare una normativa che è un capolavoro d’ipocrisia anche violenta, di cui peraltro, e comprensibilmente, si sono perse le tracce nei cassetti di qualche commissione parlamentare. Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri, il disegno di legge governativo fu pre-
sentato nella sala stampa di Palazzo Chigi nell’autunno del 2008. Alle spalle del presidente Berlusconi e del ministro Carfagna, che in quell’occasione ritenne anche di esprimere il suo «orrore» per chi vendeva il proprio corpo, una pudica mano aveva appena apposto una specie di reggipetto alla signora nuda dipinta dal Tiepolo che gli scenografi del Cavaliere avevano piazzato come tele-sfondo degli annunci del governo. Per dire quanto ingannevole è a volte la confezione degli eventi vale la pena di segnalare che il Cavaliere, il futuro «utilizzatore finale» secondo l’indimenticabile designazione dell’avvocato Ghedini, avrebbe voluto addirittura un decreto legge e definì «molto giuste» le pene previste nel testo per il cliente. Erano esattamente i giorni dei massivi trasbordi di ragazze retribuite e/o rimborsate da Gianpi Tarantini per allietare le feste di Palazzo Grazioli. Di lì a un anno gli italiani avrebbero visto su quotidiani e rotocalchi il poster elettorale di Patrizia D’Addario, candidata alle elezioni in una li-
sta del centrodestra insieme a un’altra ragazza-immagine, pure ospite a villa La Certosa, dove addetta allo smistamento era una futura europarlamentare.
C’era già stato il caso dell’onorevole Cosimo Mele, che di prostitute per la sua notte brava ne aveva arruolate due (ma Pocahontas s’era sentita male); co-
ALESSANDRA LONGO BELPAESE LA RICERCA DELLA FELICITÀ
he cosa vuol dire Bil? Benessere Interno Lordo. Pare impossibile che in tempi di così basso profilo, qualcuno si interessi alla «valorizzazione» del Bil. Eppure nel Centro Italia, alcuni amministratori di centrosinistra, presidenti di Regioni e Province, provano a darsi questo obiettivo. E Matteo Ricci, 36 anni, presidente Pd della Provincia di Pesaro, addirittura rilancia: coltiva da anni il tema della «felicità». Come? Trasformando la rinnovata stesura del Piano Territoriale di Coordinamento (una sorta di piano regolatore provinciale) in un piano strategico imperniato «sul concetto di felicità». Dalle parti di Pesaro le chiamano «infrastrutture del benessere». Piste ciclabili, fonti di energia rinnovabile, difesa del territorio vergine... Quel che si dice: controtendenza.
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sì come ancora prima le cronache avevano dato conto della storia di una maitresse, specialista in pierre e in stretti rapporti con almeno tre clan (di destra di sinistra e di centro), arrivata a produrre un video sulle bellezze artistiche del palazzo di Montecitorio. Quindi arrivò la vicenda Marrazzo, anche tragica, che la prostituzione proiettava a livello trans e globale. Non è forse inutile rammentare che in tale frangente nel Palazzo si sviluppò la caccia a un non meglio identificato potente che le malelingue indicarono come «Chiappe d’oro». Infine, non senza una rapida passata dalle parti di Bari, dove il meretricio impetuosamente si sposava con la mestizia di Sanitopoli, partì il ciclo sessuale della cricca: massaggi brasiliani, escort come compenso per le grandi opere e perfino un Gentiluomo di Sua Santità interessato a «una situazione cubana», che non era roba da rivoluzione castrista, ma un giro di carne maschile in vendita tanto al chilo. In tale grazioso contesto il Palazzo cominciò a interrogarsi
con maggiore ritegno. Agli inizi di agosto tale senatore Musso, Pdl, affermò, alla lettera: «Serve un partito serio, senza scandali e senza zoccole». Un mese dopo l’onorevole Napoli, eretica finiana, si chiese se per caso fra le sue colleghe ce n’era qualcuna che magari. Apriti cielo, la più farisaica doppiezza propagò il suo sdegno bipartisan. Il rilancio di Stracquadanio, già ghost-writer emerso dal buio per rivestirsi della luce dell’estremismo vendicatore berlusconista, completa un quadretto di rara modestia morale. Fu lui che nei giorni degli scandali berlusconiani scrisse una
Dopo lo scandalo D’Addario vennero coniati i termini “mignottocrazia” e “papponi” lettera in cui con il dovuto cipiglio negava che il Cavaliere si fosse un giorno proclamato, lui stesso, «presidente puttaniere»; e su tale base si faceva anche garante, povero Stracquadanio, del suo leader che aveva «dedicato la vita al lavoro, alla famiglia e alla Nazione». Là dove la retorica non solo sfidava il buonsenso, ma senza volerlo la portava a illuminare il centro della pornopolitica all’italiana. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
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LE SCELTE DEI PARTITI
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Veltroni, sfida aperta a Bersani un documento sul “Pd tradito”
■7 Walter Veltroni è stato il primo segretario del Pd
Asse con gli ex ppi. I fedelissimi: può ritentare da premier Milano
GOFFREDO DE MARCHIS ROMA — Walter Veltroni prepara la campagna di autunno. Non solo per lanciare il libro di prossima uscita “Rivoluzione democratica” dove, dopo tanti romanzi, rimette al centro la politica e lo spirito originario del Pd rimosso dai successori. L’obiettivo finale dell’ex segretario è riprovare la corsa per Palazzo Chigi. «Mi sembra improbabile, ma non impossibile», dice il suo fedelissimo Stefano Ceccanti. «Vendola non ce la fa. Parla solo a un piccolo pezzo del Paese. Bersani nemmeno, figuriamoci. Con lui il Pd ha perso tutta la sua autorevolezza... «, spiega l’altro veltroniano, Giorgio Tonini. Dunque, solo Walter ha le carte in regola. Il libro è un singolo tassello della strategia. Nell’immediato c’è la denuncia di un tradimento. Quello compiuto da Bersani colpevole di aver dimenticato i valori fondativi del progetto, di rispolverare l’Ulivo e andare a caccia di alleati. Denuncia che finirà nero su bianco, in un documento programmatico su cui Veltroni in persona sta cercando firme tra i parlamentari. L’ex sindaco sta scrivendo il testo che mette in mora l’attuale gestione del Pd. L’uscita è prevista per la fine della settimana, una volta raccolto un numero sufficiente di adesioni. Beppe Fioroni ha promesso un mare di
Raccolta di firme tra i parlamentari. Il segretario: non ci sono esclusive sullo spirito originario autografi nel confine degli ex popolari. Ai quali si aggiungeranno i deputati e i senatori di stretta osservanza veltroniana. Fioroni e Veltroni si sono incontrati ieri per fare il punto. I bersagli sono due: Bersani e il capogruppo Franceschini. Il “manifesto” contesterà punto per punto la linea del partito e dichiarerà esaurita l’esperienza di Area democratica, la minoranza interna. Bisogna dimostrare che ormai il capogruppo Dario Franceschini si può considerare a tutti gli effetti un bersaniano doc. Il documento segna una novità assoluta nel percorso politico di Veltroni: la nascita di una corrente e la sua guida. Smentita, per il momento, l’ipotesi di dare vita a gruppi autonomi sul modello di Futuro e libertà. «Io sto nel Pd», dice l’ex leader. Ma le mosse del suo ritorno prepotente nel campo del centrosinistra sono evidenti. E innervosiscono il gruppo dirigente del Pd. Oggi torna a riunirsi il caminetto. Ci sarà Veltroni, ci sarà D’Alema, ci sarà Bersani. Il segretario è pronto ad affrontare di petto le critiche, tanto più dopo l’esito considerato positivo del comizio alla Festa di Torino. Con un argomento polemico rivolto proprio a Veltroni. «Nessuno si può intestare lo spirito originario del Pd». Avremo perciò l’antipasto di uno scontro che presto potrebbe spostarsi sul terreno delle primarie. Per le quali sono già in campo Nichi Vendola e Sergio Chiamparino, non a caso anche loro autori di libri autobiografici appena usciti o in uscita. E per le quali Bersani è il
VIDEO FORUM CON RENZI Oggi alle 12 su RepubblicaTv videoforum con il sindaco Pd di Firenze Matteo Renzi. Messaggi a repubblicatv @repubblica.it
Ichino contestato dai centri sociali alla festa del Pd MILANO — Pietro Ichino, il giuslavorista senatore del Pd, è stato contestato ieri sera alla Festa Democratica di Milano. Una trentina di giovani dei centri sociali hanno tentato, inutilmente, con urla e provocazioni di interrompere il suo intervento. Il candidato naturale del Pd. Anzi, per statuto l’unico democratico che può correre in quanto segretario. «È lo statuto voluto da Veltroni, no?», osserva il coordinatore Maurizio Migliavacca. Tira un’aria cattiva nel cielo
gruppo di antagonisti gli hanno gridato “vai a lavorare” e ha cercato di dargli una tuta blu e una cuffia da lavoratore di call center. Ma i contestatori sono stati allontanati dal servizio d'ordine del Pd e il dibattito è ripreso dopo dieci minuti.
democratico ora che le elezioni si allontanano. I “giovani turchi”, quarantenni che si richiamano al rinnovatore Ataturk, dopo una frenata sono pronti a rilanciare il loro documento, dura critica verso tutto il gruppo di-
rigente con attacchi personali rivolti soprattutto all’ex segretario. I veltroniani però faranno pesare le firme sotto il documento Veltroni-Fioroni. I maligni dicono: non arrivano a 20. Se fossero di più il problema si po-
ne. Ma sono i numeri dei sondaggi a muovere la “campagna di Walter”. Quello sul Pd, dove il partito si ferma a un misero 26,5 per cento e non guadagna voti dalla crisi del centrodestra, torna utile per contrastare la lea-
dership di Bersani. Quello preoccupante sul gradimento dei leader, dove Veltroni scivola parecchio dietro Vendola, Chiamparino e Bersani, impone invece il cambio di passo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
133 giorni SVILUPPO senza MINISTRO A 133 giorni dalle dimissioni di Claudio Scajola, non è stato ancora nominato il nuovo ministro dello Sviluppo economico
Il caso
Libertà e Giustizia “Facebook sta bloccando la pagina anti Porcellum”
ROMA — «Facebook censura la democrazia e non spiega il perché». La denuncia arriva da due associazioni, Libertà e Giustizia e a Valigia Blu, che spiegano come, dall’8 settembre scorso il social network impedisce loro di “amministrare” la pagina «Ridateci la nostra democrazia», creata due giorni prima per sostenere una raccolta congiunta di adesioni contro la legge elettorale Porcellum. «Le firme — spiegano le due associazioni — arrivate numerose anche attraverso Facebook, hanno raggiunto in tutto quota 100 mila». La pagina Facebook dedicata all’iniziativa risulta ancora esistente «ma gli amministratori — spiegano — non possono intervenire in alcun modo per pubblicare aggiornamenti o moderare i contenuti. Facebook finora non ha ritenuto di dover dare risposte, nemmeno se si tratta di un malfunzionamento o di un’azione deliberata».
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
LA QUESTIONE LIBICA CRONACA
■8 LE MOTOVEDETTE
I COMPITI
GLI ACCORDI
IL CONTENZIOSO
L’accordo italo-libico prevede l’impiego di tre guardacoste e tre vedette della Guardia di Finanza con la presenza congiunta a bordo di agenti italiani e militari libici
A esse sono affidati il controllo, la ricerca e il salvataggio “nei luoghi di partenza e di transito delle imbarcazioni dedite al trasporto di immigrati clandestini in acque libiche e internazionali”
Il primo piano di sicurezza anticlandestini fu firmato nel 2007 da Giuliano Amato, ma mai messo in pratica prima del Trattato di amicizia e cooperazione firmato nel 2008
Tripoli considera “acque territoriali”, comprese nella sua zona di pesca, quelle del golfo della Sirte, ma la comunità internazionale non le riconosce la sovranità
I punti
I libici sparano su peschereccio di Mazara sulla motovedetta anche finanzieri italiani I sei uomini della Gdf “osservatori”. E scoppia la polemica DAL NOSTRO INVIATO ALESSANDRA ZINITI LAMPEDUSA — Sparavano ad altezza d’uomo, inseguendoli in mare, mirando alla cabina di pilotaggio con una mitragliatrice Mg. Il fuoco arrivava da una delle motovedette donate dal governo italiano alla Libia per frenare i flussi di migranti clandestini e a bordo c’erano anche sei militari italiani della Guardia di finanza, due «osservatori» e 4 consulenti tecnici, radaristi, motoristi ed elettricisti, proprio come prevedono gli accordi fra il ministro dell’Interno Maroni e Gheddafi. «Fermatevi o questi vi sparano», avrebbe urlato un finanziere al motopesca d’altura in fuga, l’«Ariete» di Mazara del Vallo, con dieci uomini di equipaggio a bordo, che incrociava nel golfo della Sirte,
Frattini: “Ora bisogna chiarire le regole d’ingaggio sui pattugliamenti congiunti” acque che — a dispetto del diritto internazionale — la Libia insiste nel ritenere sue. Incrociava e non pescava, a 30 miglia dalle coste africane, sottolinea più volte il comandante Gaspare Marrone, uno di quelli che i libici e quel tratto di mare li conosce molto bene, lui che di migranti abbandonati in mezzo al canale di Sicilia dagli scafisti libici ne ha salvati parecchi, più di 700 negli ultimi tre anni, tanto da ricevere il premio speciale dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati. «Al momento in cui è avvenuto il tentativo di abbordaggio eravamo in navigazione e non stavamo pescando. Non avevano alcun diritto di fermarci, tantomeno sparando». La freddezza d’animo del comandante e la fortuna hanno fatto sì che l’inseguimento si sia risolto con tanta paura e nessun ferito. Il motopesca è approdato ieri mattina a Lampedusa e gli uomini della Capitaneria di porto hanno potuto constatare la fiancata e la cabina di pilotaggio forate dai colpi di mitragliatrice così come il tender d’appoggio. «I libici sparavano per colpire», conferma il comandante della Guardia costiera Vittorio Alessandro. Un episodio gravissimo che mette in crisi i rapporti tra Italia e Libia suggellati dalla recentissima visita a Roma di Gheddafi. Il ministro dell’Interno Maroni ha subito ordinato l’apertura di un’inchiesta per accertare se nella vicenda emerga un’utiliz-
zazione dei mezzi donati dall’Italia «non coerente» e dalla Farnesina è partita una richiesta di chiarimenti e una verifica sulle regole d’ingaggio. «Le regole di ingaggio degli accordi raggiunti sui pattugliamenti congiunti vanno certamente chiariti e integrati», dice il ministro Frattini. Parole alle quali la Libia ha risposto con le scuse e la nomina di un comitato d’inchiesta aperto agli italiani. Alle sette di sera, il comando generale della Guardia di finanza conferma che l’attacco è partito da uno dei mezzi donati dall’Italia alla Libia. L’«Ariete» ha già ripreso il mare per la pe-
Presenza prevista dagli accordi con Gheddafi. Il ministro Maroni apre un’inchiesta sca, ma l’episodio ha scatenato accese e preoccupate reazioni. Le opposizioni chiedono al governo di riferire in Parlamento. Per Sesa Amici, coordinatrice delle commissioni istituzionali della Camera del gruppo Pd, «la presenza, a bordo, di militari italiani rende la vicenda ancora più grave. Il governo de-
ve riferire immediatamente sull’accaduto e chiarire, una volta per tutte, tutti gli aspetti dell’accordo siglato con la Libia». «Il Parlamento — aggiunge Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza e Difesa dei democratici — venga subito informato con chiarezza se a bordo dell’unità navale libica vi fossero funzionari o militari di un qualche corpo della Difesa e sul perché esattamente il motopeschereccio sia stato attaccato con armi da guerra. Rimane il tragico contrasto tra il gravissimo incidente di oggi, che poteva costare vite umane, e l’inde-
gno spettacolo offerto dal nostro governo nell’accoglienza al leader libico Gheddafi nella sua visita a Roma di pochi giorni fa». Sulla stessa linea anche Leoluca Orlando dell’Idv: «Già la visita di Gheddafi a Roma era stata una genuflessione dell’Italia alla Libia. Adesso, questo episodio, gravissimo, fa cadere il velo sulla perversione dei rapporti fra Italia e Libia. Venga a riferire al più presto il presidente del Consiglio su quanto è accaduto, venga soprattutto a chiarire quali interessi personali ha eventualmente in Libia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le imbarcazioni
I FORI Le frecce indicano i fori lasciati sul peschereccio dai colpi di mitraglia sparati dall’equipaggi o della motovedetta di pattuglia italo-libica
Le testimonianze
LA MOTOVEDETTA Sono sei le unità navali della classe “Bigliani” donate dall’Italia alla Libia per il pattugliamento e controllo delle coste contro l’immigrazione clandestina. Dotate di due potenti propulsori diesel possono raggiungere i 43 nodi
Parla il comandante dell’Ariete, Gaspare Marrone. “Un uomo col megafono ci ha detto in italiano: fermatevi o vi sparano”
“Noi terrorizzati in un inferno di fuoco volevano ucciderci, vivi per miracolo” ALBERTO CUSTODERO ROMA — Un uomo col megafono ha urlato l’ultimatum in perfetto italiano, «fermatevi o questi vi sparano». Poi le raffiche della mitragliatrice che punta alla cabina di comando. «Ci siamo messi a terra per schivare la pallottole che arrivavano da ogni parte — raccontano, terrorizzati, i marinai dell’“Ariete” — abbiamo rischiato tantissimo e fortunatamente siamo vivi». «Hanno sparato per uccidere», conferma Gaspare Marrone, il comandante del peschereccio Ariete che, quando s’è visto intimare l’alt in italiano da una motovedetta libica, non s’è fermato. «Sapevo che avrebbero sequestrato tutto e che ci avrebbero arrestati a lungo... la prigionia libica è durissima. Ho preferito spingere i moto-
ri al massimo e puntare verso Lampedusa». A quel punto, racconta Marrone, la mitragliatrice Mg a bordo della nave italo-libica (sulla quale c’erano sei militari delle “fiamme gialle”) ha aperto il fuoco contro il peschereccio di Mazara del Vallo. «È scoppiato l’inferno — ricorda Marrone — i proiettili rimbalzavano dal ponte fino alla sala macchine. Ci siamo distesi tutti a terra pregando che nessuno di noi venisse colpito». «Al momento in cui è avvenuto il tentativo di abbordaggio — racconta il comandante — erano le 22, ci trovavamo a circa 30 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali, eravamo in navigazione e non stavamo pescando. Non avevano alcun diritto di fermarci». Il capitano ha ancora negli occhi il terrore provocato da quei colpi di mitraglia: «Ci hanno in-
La decisione
“Sapevo che sarebbe finita male, la prigione libica è durissima, così ho spinto i motori al massimo” Gaspare Marrone seguito fin quasi dentro le nostre acque territoriali. Solo all’alba, quando eravamo in vista di Lampedusa, ci siamo sentiti in salvo». Al momento si è in attesa del rapporto dei sei finanzieri a bordo per sapere che cosa sia suc-
cesso, ma il sospetto è che a intimare l’alt («Fermatevi o questi vi sparano»), sia stato proprio uno di loro. Il dubbio lo ha avuto fin dal primo momento anche il responsabile del peschereccio. «Perché mai — si chiede Marrone
— quell’uomo avrebbe dovuto intimarmi nella mia lingua “fermatevi o questi vi sparano”? Ho subito pensato che fosse un italiano, altrimenti avrebbero detto più semplicemente “alt o vi spariamo”». La mitragliatrice ha fatto fuoco per ore. «Solo per un caso — ha sottolineato Alessandro Novara, uno componenti dell’equipaggio — i proiettili che rimbalzavano dappertutto non hanno provocato l’esplosione di alcune bombole di gas che si trovavano in coperta». Tameur Haabane, un altro marittimo tunisino imbarcato sull’“Ariete”, critica duramente il comportamento della motovedetta. «I libici — dice — sono degli incoscienti, perché sparare all’altezza della cabina di comando significa volere uccidere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’intervista
Emma Bonino: un atto ostile prevedibile. La disputa sul Golfo della Sirte
“Quel trattato non ha mai sciolto il nodo delle acque territoriali” GIAMPAOLO CADALANU
IL PESCHERECCIO Il motopesca è stato raggiunto da alcuni colpi di mitraglia sparati dalla motovedetta che gli aveva intimato di fermarsi
Il racconto
ROMA — Il ruolo di Cassandra a Emma Bonino, vicepresidente del Senato, proprio non piace: non vuole pronunciare la fatidica frase “noi l’avevamo detto”, ma la tentazione è forte. Presidente Bonino, come valuta quello che è accaduto al largo della Libia? «È l’ennesimo episodio nefasto di un trattato, quello del 2008, di per sé sciagurato, voluto da destra e da sinistra con poche lodevoli eccezioni. Oltre ai radicali votarono contro solo Furio Colombo e pochi altri. Era stato D’Alema a sostenere che il partenariato con la Libia era “strategico”». E invece? «Quell’accordo prevede un partenariato speciale, con implicazioni e conseguenze che si potevano facilmente prevedere. Ma non mi piace il ruolo della Cassandra». Qual era il punto meno convincente dell’accordo? «La cessione alla Libia di tre motovedette della Guardia di Finanza - poi seguite da tre pattugliatori - per il controllo dell’emigrazione clandestina prevedeva anche che venisse sciolto il nodo delle acque territoriali. In altre parole, bisognava risolvere la disputa sul Golfo della Sirte,
Un accordo voluto da destra e da sinistra, gli unici a votare contro furono i radicali “Tripoli considera quel tratto di mare come territorio libico, la comunità internazionale no” Emma Bonino che Tripoli considera territorio libico e la comunità internazionale no. Ma ad affrontare questa disputa la Libia non ci ha pensato neppure». Come mai l’accordo prevedeva anche la presenza di personale italiano a bordo delle motovedette?
REPUBBLICA.IT Gli spari sul peschereccio: il racconto del capitano. Le foto, i video
«Era prevista a bordo di quelle navi la presenza di ufficiali italiani come istruttori. Ma adesso con quelle stesse navi ci mitragliano! È una conseguenza paradossale, ma prevedibile e prevista, di un trattato nefasto. Questi mitragliano ad altezza d’uomo». Secondo lei, avevano riconosciuto la nave? «Senza dubbio. Sapevano perfettamente di avere di fronte l’Ariete. Sapevano che stava seguendo le leggi del mare, che prevedono la salvezza delle persone prima di tutto. Sapevano che l’Ariete era in acque internazionali».
Come va giudicata l’azione libica? «Per lo meno come atto ostile. Il trattato di amicizia non impegnava i due paesi a evitare atti ostili? E questo come lo definiamo, un atto di gentilezza?». Lei vede un legame fra questo episodio e la visita di Gheddafi a Roma? «Non so proprio se ci siano legami. Ma so che per valutare la visita del colonnello ci si è fermati sugli elementi più kitsch, la presenza delle hostess pagate 80 euro per la comparsata. Fra l’altro, il parterre della visita precedente era composto da ministre, deputate e imprenditrici, non pagate, che ascoltavano religiosamente le lezioni di Gheddafi sul libretto verde». Ma il problema è la politica sull’immigrazione o gli accordi con una dittatura? «Tutti e due. Gli accordi con dittatori non sono rari: appena nel luglio scorso noi radicali siamo riusciti a rimandare in commissione un accordo di “partenariato speciale” con il Sudan di Omar al Bashir, ricercato dalle Nazioni Unite. Ma il problema non è la politica di questo governo. L’accordo con la Libia è stato votato entusiasticamente da destra e da sinistra. Ci vogliamo fermare un attimo a pensare?». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Armatori e marinai contro le autorità libiche e il disinteresse dei politici: Tripoli si è autoampliata le acque territoriali
E nel porto ora cresce la rivolta dei pescatori “Gheddafi sorride ma ci attaccano ogni giorno” DAL NOSTRO INVIATO FRANCESCO VIVIANO MAZARA DEL VALLO — «Della più grande marineria del Mediterraneo ci è rimasto solo il nome. Qui si gioca con il nostro pane e la nostra pelle e gli armatori non sono più in grado di assicurarci neanche il minimo garantito, ma non da ora. Sono anni che ci sparano addosso e non gliene frega niente a nessuno». Lo sfogo di un marinaio in cerca di imbarco nel porto di Mazara suscita applausi e insulti all’indirizzo di
“I libici hanno deciso che la loro competenza è fino a 74 miglia dalla costa e non 12”
I precedenti GIUGNO 2006 Il Francesco Paolo Lisma viene bloccato in porto a Misurata per aver recuperato tre cadaveri impigliatisi nelle reti
FEBBRAIO 2008 Il “Vito Manciaracina” viene sequestrato dai libici durante una battuta di pesca in acque internazionali
MARZO 2009 quelle che quaggiù chiamano solo le «autorità». La notizia dell’agguato al motopesca «Ariete» rimbalza tra la gente di mare che alterna rabbia a rassegnazione. «Niente di nuovo sotto il sole — dice Vito Giacalone, armatore di una delle famiglie storiche di Mazara, proprietario di tre pescherecci — questa incredibile situazione si trascina da anni, ma è peggiorata da quando unilateralmente i libici hanno deciso di dichiarare di propria competenza le acque fino a 74 miglia dalla costa, e non 12 miglia come prevede il diritto internazionale. Ma quelli sono i nostri mari, la vita nostra e delle nostre famiglie, lì abbiamo sem-
Il motopesca Chiaraluna viene bloccato mentre sta pescando a quaranta miglia e poi portato in Libia
GIUGNO 2010 Tre pescherecci, l’Alibut, il Marine 10 e il Vincenzo Giacalone vengono sequestrati e rilasciati dopo tre giorni su intervento di Berlusconi
pre pescato e continueremo a pescare nonostante i sequestri, gli inseguimenti, le sparatorie. I libici non vogliono sentire, e ai nostri governanti a quanto pare non interessa più di tanto. E meno male che Gheddafi è appena venuto in Italia e che tutti sbandierano gli ottimi rapporti con la Libia. La verità è che ci sono interessi economici e affari ben più importanti del nostro pane, della convivenza civile, della pace nel Mediterraneo». Il pane e la vita. Solo questi due sostantivi e l’universo che ci gira attorno interessa ad armatori e marinai di Mazara del Vallo e alle migliaia di nordafricani stabilitisi qui da anni. Cinquecento euro per trenta giorni di pesca nel mammellone, è questo il salario minimo garantito che gli armatori riescono con difficoltà ad assicurare agli equipaggi perché — spiega uno di loro — «per fare uscire un peschereccio in mare oggi ci vogliono almeno 50mila euro e quindi non ci possiamo permettere né di stare
ELLEKAPPA
poco in mare, né di non andare a pescare almeno a 30 miglia dalla costa, né tantomeno di fermarci». Quattrocento pescherecci, un volume d’affari di 450 milioni di euro all’anno, 30 mila tonnellate di pescato, 7000 occupati compreso l’indotto. Questi i numeri che fanno di Mazara il primo distretto del-
la pesca in Italia. Numeri che non si sono mai sposati con i più recenti trattati italo-libici (nel 2007 quello firmato dal governo Prodi, nel 2009 quello di Berlusconi) che hanno cercato di rinnovare gli accordi in tema di immigrazione e di pesca. A Mazara si fa il conto solo degli ultimi pescherecci sequestrati nel
2010 e delle multe salatissime che gli armatori sono stati costretti a pagare: l’Alibut, il Marine 10, il «Vincenza Giacalone», sequestrati il 10 giugno e rilasciati dopo tre giorni e l’intervento personale di Berlusconi. Dice Giovanni Tumbiolo, presidente del distretto produttivo della pesca: «É arrivato il momento di mettere fine ad una vicenda ormai annosa e, cioè, quella dell’estensione unilaterale da parte della Libia delle proprie acque territoriali ben oltre le 12 miglia. Bisogna trovare un accordo economicoscientifico e produttivo con le autorità libiche. Bisogna dare seguito concreto al trattato italo-libico firmato nel 2008». Il sindaco Nicola Cristaldi non nasconde la sua preoccupazione: «Siamo molto amareggiati per la gravissima aggressione perpetrata da parte di unità navali libiche nei confronti del peschereccio Ariete. Questo episodio vanifica il grande lavoro fatto a Mazara del Vallo e fa risvegliare dal letargo gli scettici della multiculturalità e multi etnicità. Il governo libico dovrà rendere conto di questa gravissima azione». La gente di Mazara è esasperata: i giovani che scelgono ancora di andare per mare lo fanno per fame e disperazione e soprattutto lo fanno con paura. «Nella disgrazia anche oggi non è successo niente — dice un pescatore, Salvatore Limuli — ma sappiamo tutti ogni giorno che potrebbe succedere ad uno di noi. Quelli sparano per affondare e uccidere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
GLI SCONTRI DI RELIGIONE MONDO
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NIGERIA
IRAQ
INDONESIA
PAKISTAN
A marzo scontri tra islamici e cristiani vicino a Jos causano 500 morti Oltre che religiosi, i motivi della mattanza sono politici e legati al controllo di risorse
Numerosi gli episodi di violenza contro i cristiani. A maggio un bus con a bordo studenti cristiani viene colpito da una bomba: 4 morti e 170 feriti
A luglio un prete protestante viene accoltellato. Nei primi sette mesi del 2010 è record di attacchi ai cristiani e ai loro simboli: 28 contro i 19 di un anno prima
Incarcerati con l’accusa di blasfemia, due fratelli cristiani vengono uccisi il 19 luglio da estremisti islamici all’uscita del tribunale di Faisalbad
I precedenti
Corano, scontri nel Kashmir scuola cristiana a fuoco: 18 morti Appello degli ayatollah: uccidete chi brucia il testo sacro RAIMONDO BULTRINI BANGKOK — Come fuoco sulla benzina, i libri del Corano bruciati nel Tennessee hanno spinto l’Intifada dei ragazzi kashmiri al punto più sanguinoso da quando era iniziata, tre mesi fa, in nome dell’indipendenza dall’India. Almeno quindici persone, tra le quali un soldato indiano, sono morte nella sola giornata di ieri in cinque diversi punti della capitale Srinagar e del suo distretto. Ma l’incidente più significativo per il “salto di qualità” della protesta, che ha già provocato oltre 70 vittime da giugno, è avvenuto in un villaggio a 40 chilometri dall’antica città sotto coprifuoco da tre mesi. Tutto è iniziato appena la Press Tv del governo
A Mosca manifestazioni contro la costruzione di una nuova moschea iraniano ha diffuso anche a Srinagar le immagini di un uomo che bruciava il Corano in America. Gruppi di studenti, soprattutto sciiti fedeli a Teheran, hanno guidato migliaia di persone in corteo, e una folla imponente ha finito per assaltare una scuola di missionari protestanti a Tangmarg, dandola alle fiamme. Per via del coprifuoco e della chiusura di ogni istituto, all’interno non c’era nessuno. Ma i soldati delle Forze speciali sono intervenuti massicciamente per farla sgombrare e dopo essere stati accolti
A TEHERAN
IN AFGHANISTAN
IN INDONESIA
Scontri tra le forze di polizia e i manifestanti che protestavano contro i roghi di copie del Corano davanti all’ambasciata svizzera a Teheran che rappresenta gli interessi Usa in Iran
Le violenze esplose nel fine settimana in Afghanistan durante le proteste contro il falò dei Corani minacciato da un pastore statunitense Terry Jones: almeno tre morti e cinque feriti
Domenica a Bekasi, 30 chilometri a Est di Jakarta, un gruppo di assalitori ha accoltellato i due responsabili della locale comunità cristiana protestante. Non si escludono moventi religiosi
da una sassaiola hanno reagito con le armi da fuoco uccidendo almeno cinque manifestanti e ferendone una cinquantina. Altri incidenti sono avvenuti in diversi villaggi del distretto e nella stessa capitale. Tra 1 15 morti risultano donne e giovani, dispersi coi lacrimogeni e poi colpiti dai soldati, come a Baramulla e Budgam. Qui c’è stata anche la prima vittima tra le forze dell’ordine, un poliziotto investito da un’auto. I Partiti politici indipendentisti – che si dicono equidistanti da Delhi e Islamabad - stanno diri-
gendo e cavalcando allo stesso tempo l’onda montante della protesta. Uno dei leader dell’Hurryath, che all’inizio invitava i giovani alla calma, il religioso Mirwaiz Umer Farooq, domenica ha guidato una serie di cortei nel centro cittadino in violazione del coprifuoco, prima di venire nuovamente arrestato per incitazione alla violenza. Ma a dirigere la rabbia, soprattutto dei giovani – secondo un sondaggio recente i due terzi vogliono l’indipendenza – è l’ultraottanenne Syed Ali Geelani, tornato a guidare il movimento Quit India, India
vattene, dopo un lungo periodo di apparente ritiro. Più volte aveva annunciato nei giorni scorsi una protesta ancora più vasta e dura se l’India non rinuncerà alle leggi speciali di polizia e al dispiegamento di 700mila soldati nella Valle, oltre ai bunker lungo tutto il centro della capitale e nei villaggi. Il governo di New Delhi è sempre più preoccupato della piega che hanno preso gli eventi dalla fine del digiuno di Ramadan, quando interi edifici governativi sono stati dati alle fiamme. Il primo ministro indiano Man-
mohan Singh ha anche ieri invitato i kashmiri a calmarsi e discutere con il suo governo, ma riaffermando che ogni dialogo verterà sulla costituzione indiana, e in un clima di pace. Le sue chance di essere ascoltato sono però pochissime, soprattutto perché dopo aver promesso l’uso di armi “non letali” per domare le proteste - i soldati continuano a sparare proiettili veri. La ripresa di una trattativa sui punti già fissati durante i vertici tra India e Pakistan degli anni scorsi (parziale ritiro delle truppe, abolizione delle leggi speciali
di polizia del 1958) resta l’unico spiraglio per evitare che l’Intifada si trasformi in una guerra civile inedita perfino in queste terre tormentate già prima della Partizione del ‘47. Anche tra le forze dell’ordine la continua tensione degli ultimi tre mesi sta continuando a mietere vittime, con un numero elevatissimo di suicidi tra militari e poliziotti. A Mosca, intanto, gli abitanti della zona sud-orientale della città sono scesi in piazza per protestare contro la costruzione di una grande moschea. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
La reazione
PER SAPERNE DI PIÙ timesofindia.indiatimes.com www.nytimes.com
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Il Papa prega per i morti e le famiglie coinvolte
Vaticano: “Violenza irragionevole a rischio il dialogo fra le religioni” ORAZIO LA ROCCA
LE PROTESTE Islamici all’assalto della scuola cristiana in Kashmir
L’intervista
CITTÀ DEL VATICANO — «Preghiera, solidarietà e implorazione della misericordia divina per le vittime nella scuola protestante del Kashmir e per i cristiani feriti in Pakistan». Ma anche tanta «tristezza» unita a «profonda preoccupazione» per le sorti future del dialogo interreligioso. Dialogo che, comunque, occorre tenere sempre «vivo, senza mai perdere la speranza», malgrado iniziative «provocatorie e senza senso» di chi mette «stupidamente» a repentaglio la vita di tanti innocenti «bruciando copie del Corano come avvenuto l’altro giorno davanti alla Casa Bianca». Oltretevere le tragiche notizie arrivate ieri dal Kashmir e dal Pakistan vengono accolte da volti attoniti, desiderosi solo di rinchiudersi nel silenzio e nella preghiera. Come ha fatto papa Ratzinger che, appena informato, «ha pregato per le vittime, per i feriti e per le famiglie coinvolte», filtra riservatamente dalla residenza estiva di Castel Gandolfo. La stessa cosa hanno fatto i suoi collaboratori. «Deplorazione» e «condanna per chi ha causato tanto dolore e per quanti hanno provocatoriamente generato tanta
violenza» sono i sentimenti che arrivano da autorevoli esponenti del Collegio cardinalizio, dove più di una voce si «leva preoccupata per i futuri rapporti con le altre religioni di fronte a simili gesti». «Tristezza, condanna e altrettanta preoccupazione» esprime «a caldo» l’arcivescovo Pier Luigi Celata, segretario del Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso e vice presidente della Commissione per i rapporti religiosi con i musulmani, che di fronte all’eccidio del Kashmir ricorda che sono gesti che vanno «condannati per tanti motivi: in primo luogo perché compiuti contro persone innocenti, colpevoli solo di essere testimoni della carità cristiana e di portare avanti i valori universali di fratellanza e di amore contenuti nel Vangelo». Ma di fronte a tanto dolore, per Celeta «non ci si deve mai farsi travolgere dallo scoraggiamento. Malgrado le violenze e le ingiustizie — esorta l’arcivescovo — occorre andare sempre avanti con la consapevolezza che c’è ancora tanto da lavorare per la costruzione di un dialogo interreligioso stabile e duraturo, fatto di sentimenti di fratellanza e di rispetto reciproco, basato sui valori della dignità umana, della condivisione e della solidarietà». © RIPRODUZIONE RISERVATA
“Pur di battere gli integralisti sono pronto a bloccare la moschea” L’imam di Ground Zero: ma ricordatevi che noi siamo l’Islam moderato
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI NEW YORK — «Sono pronto a ridiscutere tutto, sono aperto a tutti i suggerimenti e a tutte le opzioni, inclusa quella di sospendere e rinviare il progetto della moschea di Ground Zero». Ecco l’imam su cui l’America si è spaccata, fino a trasformare l’11 settembre in una giornata di feroci controversie politiche, all’insegna dello “scontro di civiltà”. Feisal Abdul Rauf, 62 anni, cittadino Usa di origine egiziana, è l’artefice del progetto noto come Park51 o Cordoba Initiative: un grande centro culturale islamico, di 13 piani, all’interno del quale ci sarebbe anche una moschea, da costruire a due isolati da Ground Zero. Rauf è appena tornato da un lungo viaggio in Medio oriente. È la prima volta che parla da quando sono esplose le polemiche. «Ho fatto tappa a Bahrain, nel Qatar, e negli Emirati arabi uniti, per spiegare che l’America vuole la pace tra israeliani e palestinesi, che gli Stati Uniti sono il paese della tolleranza religiosa, della libertà e dei diritti umani. Una missione per conto dell’Amministrazione Obama, ma in passato feci lo stesso per George Bush: in questi giorni si è dimenticato che io ho avuto un ruolo bipartisan. È la quarta volta che faccio una di queste tournée, sempre con lo stessa missione: servire da messaggero, da ponte tra due mondi, combattere i pregiudizi». Rauf alterna le citazioni del Corano con il Vangelo e l’Antico testamento, parla da uomo di fede che crede nel dialogo tra le religioni. A quello ha dedicato la sua vita, costruendo rapporti solidi con le comunità protestanti, cattoliche ed ebraiche di Manhattan. Se lei avesse immaginato la tempesta provocata dal progetto di Ground Zero, lo avrebbe proposto? «Forse no. Non mi aspettavo quello che è successo. La notizia della Cordoba Initiative apparve in prima pagina sul New York Times a dicembre e non provocò nessuna reazione. Fino a maggio, quando di colpo qualcuno decise
L’11 settembre
Ho rispetto per le vittime delle Torri gemelle, tra loro c’erano molti musulmani che venivano a pregare insieme a me I PROTAGONISTI In alto, il pastore Terry Jones che voleva bruciare il Corano l’11 settembre. A sinistra, l’imam Feisal Abdul Rauf
Il terreno sacro
Dicono che vogliamo realizzarla su un terreno sacro: in quell’isolato ci sono un club di striptease e un centro per le scommesse sui cavalli Il mondo guarda
Sono aperto a qualsiasi compromesso, ma bisogna evitare decisioni che diano ragione ai nemici dell’America Il centro
La struttura che vogliamo realizzare sarà dedicata al dialogo tra religioni: per questo credo che faccia onore agli Stati Uniti
di farne un caso politico. Io sono grato al presidente Obama e al sindaco Bloomberg per essersi esposti in difesa della tolleranza. Hanno confermato la mia profonda fiducia nella bontà dell’America. Sono turbato che altri abbiano voluto sfruttare questa vicenda, all’interno di una stagione politica avvelenata». Secondo i sondaggi la maggioranza degli americani non condividono la posizione di Obama e di Bloomberg. «Tra quelli che contestano la Cordoba Initiative non ci sono solo i fanatici, ci sono tante persone
in buona fede. Ho rispetto, simpatia e affetto per le famiglie delle vittime dell’11 settembre. Tra quelle vittime c’erano anche dei musulmani. La mia vita è in questo quartiere, dal 1983 sono l’imam di Tribeca. Per me e per i miei fedeli le Torri gemelle erano una presenza vicina, familiare e imponente. Molti musulmani che lavoravano là dentro, e là sono morti, venivano a pregare nella mia moschea. Quando sento dire che vogliamo profanare Ground Zero, costruendo la Cordoba Initiative su un terreno sacro, trovo che c’è della malafede:
in quell’isolato oggi ci sono un club di strip-tease, un centro di scommesse sulle corse di cavalli, un bar dove si servono alcolici a tarda notte». Questa vicenda riapre una frattura profonda tra la maggioranza degli americani e l’Islam. «Ma l’Islam è una religione americana, come sono americano io. La mia storia assomiglia a tutte le storie di immigrati che da ogni parte del mondo hanno fatto questa nazione. Arrivai nel 1965, all’età di 17 anni, tre giorni prima di Natale, in nave dall’Egitto: mi accolse la Statua della Libertà, un
Il caso
La madre surrogata perde i gemelli di Bin Laden Jr. LONDRA — È stata aggredita e ha perso i gemelli della stirpe di Bin Laden. Louise Pollard, inglese ventiquattrenne scelta da Omar Bin Laden — figlio del leader di Al Qaeda e al centro di numerose polemiche per alcune dichiarazioni bizzarre — e la moglie Zaina come madre surrogata, secondo il Daily Mail è stata colpita con pugni e calci all’uscita da un caffè mentre era in Siria. La Pollard era alla decima settimana di gravidanza, e i bambini erano stati concepiti in
provetta usando lo sperma di Omar e gli ovuli della moglie Zaina, una inglese di 54 anni che prima di sposare nel 2007 il figlio di Osama si chiamava Jane Felix-Browne. Gli assalitori hanno colpito Louise, che era in viaggio in Siria con Zaina al momento dell’aggressione, con pugni soprattutto al ventre. La donna ha raccontato di essere riuscita a rientrare nel suo appartamento, ma poi si è recata in ospedale dove gli esami hanno accertato che i bambini erano morti.
faro di speranza per tutti quelli come me che fuggivano da paesi dove non c’era un futuro. Sono cittadino Usa dal 1969. Ho una nipote nella U. S. Army, in Iraq. Pago le tasse, voto, sono un tifoso dei New York Giants. L’Islam ha radici profonde in questo paese: erano musulmani tanti schiavi neri, poi molti afroamericani riscoprirono l’Islam negli anni Sessanta, infine le ondate di emigrazioni di egiziani a Queens o di siriani nel North Dakota. Non c’è un “noi” e un “loro”. E non siamo i primi a soffrire per un rigetto: in passato accadde agli ebrei, accadde ai cattolici italiani. La vera battaglia è sempre stata tra gli integralisti e gli estremisti, di tutte le religioni». Ma ora è nel mondo islamico che il fanatismo si traduce in atti particolarmente violenti. Come le proteste cruente di questi giorni. «È un momento di grande pericolo, questa vicenda è diventata un’altra fonte di tensione mondiale tra l’America e l’Islam. Per questo devo stare molto attento a quel che decido. Il mondo intero guarda ciò che accade in America e questo rende tutto più complicato. Io sono disponibile a qualsiasi compromesso, aperto a ogni opzione, ma bisogna evitare decisioni che diano ragione ai nemici dell’America, agli elementi più estremisti. Il 99% dei musulmani nel mondo condanna l’uccisione di innocenti. Sono gli integralisti quelli che vogliono farci credere che è in atto una guerra tra l’Islam e l’Occidente». Però la maggioranza degli atti di terrorismo oggi vengono da persone che si richiamano all’Islam, questo spiega la paura di tanti americani. «Per molti anni gli americani ci hanno detto: dove sono le voci dell’Islam moderato? Perché non vi fate sentire contro i fanatici? Ecco, la Cordoba Initiative deve servire proprio a questo. Deve essere un centro dedicato al dialogo fra le religioni, alla costruzione di ponti. Per questo continuo a credere che questo progetto fa onore all’America». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
ECONOMIA E POLITICA
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1,6%
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+0,5%
+3,4%
INFLAZIONE
L’OCSE
TERZO TRIMESTRE
IL TRAINO
Nel 2010 l’Ue stima per l’Italia un’inflazione all’1,6%, in diminuzione rispetto all’1,8% della precedente stima. Per l’eurozona stima all’1,4% (dall’1,5%)
L’indice macroeconomico elaborato dall’Ocse a luglio mostra un calo di 0,1 punti rispetto a giugno. Frenata prevista in Canada, Francia, Italia, Regno Unito, Cina e India
Secondo i dati diffusi da Bruxelles, nel terzo trimestre 2010 il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,5%. Dall’Ocse nei giorni scorsi era arrivata una stima di -0,3%
Ripresa europea trainata dalla Germania (+3,4% nel 2010, come per la Polonia). L’unica grande economia europea con una crescita negativa resta la Spagna: -0,3%
I numeri
Accelera la ripresa europea la Ue raddoppia le stime sul Pil Volano Germania e Polonia, Italia penultima DAL NOSTRO INVIATO ANDREA BONANNI BRUXELLES — La Commissione europea ha aggiornato in crescita le previsioni economiche per il 2010 confermando che la Germania è tornata ad essere la locomotiva della ripresa per tutta l’Unione. Anche l’Italia si vede alzare le stime per l’anno in corso: dallo 0,8 di aumento del Pil previsto in primavera, ad un comunque modesto 1,1%. Ma il nostro Paese è, con la Spagna, quello che registra la crescita inferiore tra le sette grandi economie europee. La Germania è la «rivelazione» dell’estate. Mentre a maggio infatti la Commissione prevedeva per Berlino un aumento dell’1,2 del Pil, ora ha rivisto le proprie stime al 3,4%. Stessa crescita prevista per la Polonia. L’Olanda registra un più 1,9%. La Gran Bretagna crescerà dell’1,7% e la Francia dell’1,6. Solo la Spagna, che rimane in recessione, fa peggio di noi con una flessione dello 0,3% del Pil. In Italia «la crescita è più lenta rispetto alle altre principali economie europee» ha confermato il commissario per gli affari economici Olli Rehn, spiegando che «sono essenziali le riforme strutturali per creare più competitività e più posti di lavoro». Rehn ha detto che il Paese ha bisogno di «una maggiore moderazione salariale» per riconqui-
La Commissione punta il dito sulla fragilità del mercato del lavoro nel nostro Paese stare un poco della competitività perduta. Proprio la perdita di competitività rispetto ai nostri concorrenti europei ha fatto sì che il nostro Paese abbia approfittato meno di quanto avrebbe potuto della ripresa delle importazioni nei Paesi terzi. Ma la Commissione, per quanto riguarda l’Italia, punta anche il dito sulla «fragilità» del mercato del lavoro. La bassa percentuale di lavoratori occupati ha infatti effetti negativi sulla domanda interna. «Solo un aumento della produttività’ e tassi di partecipazione al lavoro più’ elevati — ha concluso il Rehn — possono aiutare l’Italia a far aumentare la crescita». In termini generali la Commissione, confortata anche dalle indicazioni che sono arrivate ieri dall’Ocse, prevede che l’economia mondiale sia arrivata ad un picco di crescita, per cui il terzo trimestre del 2010 e il primo semestre del 2011 dovrebbero vedere una diminuzione dei ritmi di sviluppo a livello mondiale «senza tuttavia arrivare ad una nuova recessione», ha spiegato Rehn. La ripresa dell’Ue nel suo insieme si conferma comunque, soprattutto per effetto della Germania, con un netto aumento rispetto
alle previsioni di Maggio: dal più 0,9% di allora, si arriva ad un più 1,7% dell’aggiornamento di ieri. Tuttavia sulle prospettive per i prossimi anni pesano, oltre al previsto rallentamento dell’economia mondiale, anche i rischi legati alla stabilità dei mercati finanziari. «I mercati — avverte Bruxelles — non si sono rimessi che in modo parziale dalle tensioni registrate nel maggio scorso e nuove tensioni non possono essere escluse». L’intervento congiunto a favore della Grecia e la creazione del Fondo di stabilizzazione europeo hanno calmato le acque e facilitato l’attuazione dei progetti di risanamento delle finanze pubbliche che, ha avvertito Rehn, «continuano ad essere la priorità». Tutta-
via nuove preoccupazioni si stanno accentrando sull’Irlanda, le cui banche non sembrano essere riuscite a superare la crisi. In questo caso, più che un attacco sui titoli di debito pubblico, si teme un nuovo tracollo del sistema finanziario irlandese, che potrebbe riflettersi negativamente sul resto d’Europa. L’altro fattore di rischio evidenziato dalla Commissione è costituito dai possibili effetti negativi delle drastiche cure di risanamento dei conti pubblici. In molti dei Paesi che hanno dovuto adottare bilanci particolarmente rigorosi, infatti, i tagli alla spesa potrebbero riflettersi negativamente sulla domanda interna, compromettendo così la ripresa.
Obama e la classe media L’INCONTRO Il presidente Usa Barack Obama, a caccia di consenso popolare, ha visitato a Fairfax in Virginia la famiglia Armstrong simbolo della classe media in crisi
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Il retroscena
ROBERTO MANIA ROMA — Sarà anche «roba da bambini», come ha detto a Cernobbio il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ma la ricerca della via italiana al modello tedesco sta diventando il gioco più in voga tra i sindacati, nella Confindustria e anche alla Banca d’Italia. Perché l’Italia è il paese europeo più simile alla Germania, ma anche quello i cui tassi di crescita economica si stanno più distanziando. Le stime di ieri della Ue sono solo l’ultima conferma: Pil tedesco in aumento del 3,4 % quest’anno, 1,1 % per l’Italia. La Germania non è mai cresciuta a questi ritmi dall’epoca della riunificazione. L’Italia, secondo paese industriale europeo proprio dietro la Germania, entrambe con un terzo del Pil di origine manifatturiero, continua a stazionare in fondo alla classifica. In meno di un decennio — dati di Confindustria — abbiamo perso circa 30 punti in termini di competitività rispetto alla locomotiva tedesca. Servono moderazione salariale e riforme strutturali, ha detto il commissario agli Affari economici, Olli Rehn. Ma forse non saranno sufficienti perché dietro il «miracolo tedesco», e la galoppata del suo export, ci sono colossi multinazionali come Volkswagen, Siemens, Daimler Benz, Basf. «Kombinat industriali», li ha chiamati proprio Tremonti, mentre i nostri distretti sono alla ricerca di una rinnovata identità e le piccole dimensioni aziendali non ci danno il fiato necessario per conquistare i nuovi mercati, Cina, India, Brasile. Anche a questo pensava il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, quando disse dalla Corea che il modello da imitare era proprio quello tedesco. Si è becca-
Bankitalia, sindacati e Confindustria inseguono il “modello tedesco” Il commissario Rehn: anche da voi moderazione salariale e riforme to l’accusa (poi ritratta) di infantilismo da parte di Tremonti, ma non ha cambiato idea. Da tempo, d’altra parte, Via Nazionale insiste su due binari che possono portare al modello tedesco: la crescita dimensionale delle imprese familiari (le piccole da noi sono il 99% del totale e occupano quasi l’80% dei lavoratori), e poi la riforma delle relazioni industriali con un collegamento stretto tra dinamiche retributive e performance aziendali. Appunto il modello tedesco, perché il piccolo, così frantumato, è un freno anche all’innovazione tecnologica e dunque finisce per accrescere i costi produttivi. «Il cane che si morde la coda», spiegano a Bankitalia. Lo stesso che impedisce l’ingresso dei sindacati nelle piccole imprese, «obbligandoli» a giocare tutto il loro ruolo sullo scenario nazionale, dove però, al di là delle divisioni, incidono sempre meno sulle decisioni di politica economica. Lo «strappo» di Sergio
Cose da bambini
Dire che bisogna fare come la Germania è superficiale, è roba da bambini TREMONTI A CERNOBBIO Il ministro dell’Economia al Forum di Cernobbio il 5 settembre Marchionne, forse, vorrebbe essere anche questo: un passo verso il modello tedesco. Forse. Non per Tiziano Treu, senatore del Pd, ex ministro del Lavoro, ma soprattutto studioso dei modelli di relazioni sindacali: «Pomigliano non è un
modello, è una provocazione! Di soluzioni alla tedesca ce ne sono diverse in Italia, le hanno applicate le grandi o medie aziende che stanno superando bene la crisi. Il modello, piuttosto, può essere Luxottica che ha sempre coinvolto
i lavoratori, pagandoli in base ai risultati, non la Fiat di Pomigliano». E non è un caso che Luxottica sia una grande multinazionale, perché il modello italiano delle piccole (quasi 4 milioni) porta a retribuzioni nette inferiori in media del 30-50 % rispetto ai livelli tedeschi. Per questo è facile per Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) respingere l’idea del commissario europeo Olli di moderare i salari. E sempre per questo il leader della Fiom, Maurizio Landini, può sostenere che il modello tedesco non si può prendere a pezzi. Anche perché qualche «magagna», come le chiama Luca Paolazzi, capo del Centro studi di Confindustria, ce l’hanno pure a Berlino. Le poche liberalizzazioni, oppure le banche che, dopo Basilea, dovranno ricorrere a iniezioni di capitali. Insomma il modello tedesco piace ma per importarlo sembra esserci ancora tempo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
La riforma
PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/index_it.htm www.oecd.org
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Il governatore di Bankitalia su “Basilea 3”. Fitch stima un fabbisogno mondiale di 94 miliardi per rispettare i parametri
Draghi difende il giro di vite sul credito “Le banche italiane aiuteranno la crescita” ELENA POLIDORI ROMA — «Le banche italiane sono solide e sapranno sostenere le imprese», assicura il governatore Mario Draghi, all’indomani dell’accordo di Basilea che rafforza i requisiti patrimoniali degli istituti e impone criteri operativi severi per rendere il sistema del domani «più resistente, più immune». E come lui la pensa anche Jean Claude Trichet, presidente della Bce: «L’intesa elimina uno dei più grandi nemici in questa fase di crescita modesta ma non modestissima: l’incertezza». Ma sulla riforma che cerca di corazzare le banche da eventuali, nuove crisi resta la polemica. Ben accolte dalle Borse, che hanno premiato i titoli bancari e dai consumatori, le nuove regole continuano ad essere osteggiate dai banchieri soprattutto europei. L’Abi teme un impatto sull’economia. L’agenzia Fitch ipotizza una stima: 17 tra i principali istituti mondiali non sono in regola con i nuovi requisiti patrimoniali al 7% previsti per le banche rispetto alle attività ponderate per il rischio; servono capitali mancanti aggregati per circa 94 miliardi di euro. Nout Welling, uno dei membri della Bce, calcola che «serviranno capitali extra per centinaia di miliardi». Anche la Bundesbank
prevede che le banche tedesche avranno bisogno di molte risorse. Ma su questo punto, Trichet taglia corto: «Non faccio stime». E dunque, si stringono le maglie intorno al sistema bancario globale nella speranza di prevenire altri disastri. Draghi difende la scelta, da lui stesso studiata per oltre due anni in qualità di presidente del Financial Stability Board, l’organismo anticrisi voluto dal G20 e, soprattutto, rassicura le banche italiane: «Hanno livelli patrimoniali superiori ai minimi regolamentari. Sono in linea e a volte anche meglio della media internazionale. Hanno una qualità di capitale migliore perché il loro modello di business è più tradizionale. Non sono sovraindebitate». Nella sua visione, la lunga transizione da un sistema ad un altro — per adeguarsi c’è tempo fino al 2019 — consentirà a tutti gli istituti di raggiungere i parametri previsti «anche se certo qualcuno dovrà lavorare di più». Quelli italiani potranno anche avvalersi di un neonato «comitato di consulenza», una unità speciale costituita da Via Nazionale proprio per fornire aiuto e consigli su come applicare la normativa.
BANCA D’ITALIA Mario Draghi è governatore della Banca d’Italia
Draghi giudica l’accordo, denominato «Basilea 3», capace di ridurre i pericoli di fallimento. Dice che i provvedimenti sono «un pilastro» della riforma globale della finanza che deve essere ancora completata. Ricorda che dovrà essere risolto «il problema dell’azzardo morale» (l’assunzione di rischi eccessivi confidando sull’aiuto pubblico) e quello
“I nostri istituti di credito sono complessivamente solidi e hanno livelli patrimoniali superiori ai minimi regolamentari” delle banche «troppo grandi per fallire»: se ne parlerà al G20 di Seul, in novembre. E a chi gli chiede quali vie possono essere seguite per trovare le risorse necessarie spiega: la cessione di attività, per esempio; la redditività mentre la riduzione dei dividendi, che tanto preoccupa grandi azionisti, fondazioni e investitori istituzionali «è solo uno dei tanti canali» di approvvigionamento del denaro. Dall’Abi, l’associazione di categoria, arriva un commento preoccupato. Le banche italiane naturalmente si dicono «pronte» a rispettare i requisiti ma insisto-
no sul fatto che ci sarà un impatto sull’economia perché la proposta è «severa e rigorosa». L’Abi sollecita un confronto con le istituzioni nazionali ed europee, per individuare soluzioni alle specificità delle imprese nazionali che per alcuni aspetti, per esempio il trattamento delle imposte differite, «risultano penalizzate nel contesto delle nuove regole». La reazione della Federazione delle banche europee guidata da Alessandro Profumo, ad di Unicredit resta rigida: «E’ una decisione molto dura che avrà un impatto sul volume e sul costo dei prestiti al settore privato» e dunque sull’economia. Per Unicredit invece le misure, anche grazie al lungo periodo di transizione, «attenuano gran parte delle preoccupazioni espresse dal settore bancario e dalle imprese». Trichet è fiducioso che l’accordo sarà applicato anche dalle banche Usa. Comunque sia, almeno sul piano tecnico le scelte sono fatte, i parametri sono fissati. Ma sull’intero set di provvedimenti dovranno ora pronunciarsi i capi di Stato e di governo del G20, nel vertice coreano. Il commissario Ue Barnier promette di varare nel primo trimestre del 2011 le leggi ad hoc, necessarie per recepire i nuovi requisiti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
EMERGENZA SCUOLA CRONACA
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Cortei, flash mob e caschi gialli la scuola riparte tra le proteste Precari e studenti in piazza. Adro, Gelmini ci ripensa: simbolo non è leghista MARINA CAVALLIERI ROMA — Inizia la scuola della riforma. Tra sit-in, flash mob, caschi gialli, precari incatenati. E polemiche sulla scuola di Adro che ha i simboli leghisti sui banchi. Riaprono le aule in un clima di protesta che non è ancora un’onda d’urto, sono piuttosto prove di resistenza, tentativi di opposizione, pic-
Il ministro ha inaugurato l’anno nelle corsie del policlinico Gemelli a Roma. I sindacati: a ottobre uno sciopero cole mobilitazioni diffuse in attesa di organizzare un fronte per l’anno che verrà. E ieri la Gelmini impassibile, ferma nelle sue decisioni, defilata, ha inaugurato l’anno scolastico, nelle bianche corsie di un ospedale. Il ministro nella sezione scolastica del Policlinico Gemelli a Roma, impeccabile ha regalato una borsa di studio ad un bambino malato. A margine della cerimonia è voluta tornare sulla polemica della scuola di Adro, nel bresciano, dove su banchi e altri arredi c'è il simbolo della Lega “Il Sole delle Alpi”. «Mi piacerebbe che tutti coloro che hanno polemizzato con il sindaco di Adro, lo facessero per coerenza an-
GIÙ LA MASCHERA
IL CASCHETTO E LA RABBIA
Volto coperto e maschere per gli studenti che ieri hanno protestato davanti al ministero di viale Trastevere
Caschetto in testa (“contro le rovine della Gelmini”) e tanta rabbia nei manifesti degli studenti torinesi
che le molte volte in cui sono simboli della sinistra ad entrare in classe. Vi assicuro che è molto più facile quest'ultima situazione che non trovare simboli della Lega nelle scuole». Una presa di posizione che non ha suscitato solo le critiche dell’opposizione. Il deputato del Fli Luca Bellotti ha presentato un'interrogazione per chiedere l'immediata rimozione dei simboli leghisti dalla scuola poiché «nulla c'entrano con la cultura né con l'identità, auspicando che anche il Pdl si schieri apertamente contro questo tipo di carnevalate». Mentre si accendeva la polemica sui simboli nelle aule, fuori dell’ospedale un
gruppo di precari e militanti del movimento Sinistra Ecologia Libertà che cercava di regalare al ministro un libro di don Milani, “Lettera ad una professoressa”, veniva bloccato, identificato dagli agenti, allontanato. È iniziato così l’anno scolastico, tra polemiche politiche e frustrazioni quotidiane, con una serie di iniziative di resistenza scolastica. Ambizioso il progetto in Emilia-Romagna: presidiare le mille scuole della regione a partire da oggi, fino agli inizi di ottobre. «È una falsità dire che in 6-7 anni il problema dei precari verrà risolto — ha detto Francesca Puglisi, responsabile
scuola del Pd — il ministro non dice che avendo tagliato molte cattedre ci sono 10.000 docenti di ruolo soprannumerari, di cui 7.000 alle superiori». A Padova genitori e alunni hanno manifestato con un fiocco giallo appuntato sul petto, come simbolo dell’abbandono da parte del governo. Manifestazione di protesta simbolica a Terni, dove un centinaio di precari e docenti di ruolo si sono radunati intorno alla fontana di piazza Tacito per poi farsi cingere da una grande catena. Ritorno a scuola tra proteste anche a Torino. Mentre davanti ad alcuni istituti gli studenti hanno osservato cinque minuti di silenzio contro il rischio di smantellamento della scuola pubblica, la Flc-Cgil ha promosso volantinaggi e assemblee e organizzato un presidio in piazza Castello. A Bari proteste sotto la sede del provveditorato. I precari in fila per la convocazione hanno bloccato la strada e occupato l’ufficio scolastico provinciale. Sit-in anche a Roma sotto il ministero dell’Istruzione. Intanto c’è chi sta pensando ai prossimi scioperi. I Cobas annunciano uno sciopero generale ad ottobre. La Cgil metterà in campo iniziative di sciopero e mobilitazioni come la prima ora di astensione il primo ottobre. «Altro che riforme epocali — ha detto il segretario della Cgil-scuola Pantaleo — di epocali all’inizio di questo nuovo anno scolastico sono i tagli».
Flash mob Ieri a Roma la protesta di studenti e precari si è concentrata sotto il ministero della Pubblica istruzione. Caschetti gialli, striscioni, maschere. Così si è detto no ai tagli e al dissesto della scuola pubblica. Una nuova mobilitazione è prevista per l’8 ottobre in tutta Italia
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I COBAS E L’ISTRUZIONE Un altro momento della manifestazione di ieri davanti al ministero della Pubblica Istruzione
ANCHE MILANO DICE NO Per protestare a Milano studenti e precari hanno manifestato davanti al provveditorato
L’inchiesta
Cattedre vacanti e presidi part-time “Siamo diventati un vuoto a perdere” Tagli a personale, edifici e strumenti. Caos generale per il risiko dei supplenti
SALVO INTRAVAIA CORRADO ZUNINO ROMA — Nessun alleggerimento dei tagli, la strada maestra resta quella più dura: otto miliardi di euro da togliere alla scuola italiana in tre anni. L’ordine impartito dal governo al ministro Mariastella Gelmini non si discute: si devono ridurre non solo bidelli e addetti alle fotocopie, ma anche il numero degli edifici sul territorio e quello dei preziosi insegnanti: oggi sono 780 mila. Il risultato a metà del guado — siamo alla seconda stagione della riforma Tremonti-Gelmini, la seconda spallata — è una scuola svuotata, un settore a perdere. Prima delle mille opinioni — plebiscitarie nella contestazione: protesta la maggioranza dei docenti non ancora certi della classe assegnata, dei presidi costretti a gestire due scuole contemporaneamente, dei genitori inconsapevoli di quante volte il figlio mangerà in mensa e quante dovrà tornare a casa, degli studenti costretti a studiare in classi da 34 unità — lo certificano i numeri. Le lezioni sono partite in gran parte del paese, ieri mattina, e ventimila sono le cattedre ancora vuote, dalle elementari ai licei. La nomina dei 110 mila supplenti necessari al sistema prosegue affannata: la disponibilità dei posti è stata comunicata agli uffici solo a ferragosto e così a Roma, oggi, 8 mila supplenze su 12 mila sono da assegnare. I provveditorati di Milano e Pordenone annunciano una partenza a pieno regime mentre il Sud arranca. A Napoli, dove le lezioni partono domani, mancheranno 3.800 insegnanti e 2.500 tra bidelli, segreteria e assistenti di laboratorio. In provincia di Messina fin qui non c’è stata
REPUBBLICA.IT Ritorno a scuola: centinaia di racconti. Speciale video, audio, foto
una nomina e a Palermo l’organizzazione delle classi si dovrà protrarre fino al 22 settembre. Il risiko dei supplenti ha collassato gli uffici, a loro volta svuotati, degli ex provveditorati. A Firenze il provveditore Claudio Bacaloni ha scritto al ministro una lettera di due pagine: «In queste condizioni la sistemazione dei docenti entro settembre risulta impossibile». A Bari Giovanni La Coppola ha fatto appendere il cartello “si riceve solo per appuntamento”. Per mandare i supplenti in cattedra in molti hanno sospeso il ricevimento del pubblico. Grazie alla “riforma epocale” sono quasi 1.500 le scuole ita-
MINISTRO La titolare della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini
liane — una su sette — guidate da un preside part-time: quattro giorni lavora nella scuola d’origine e il venerdì corre a mettere firme sotto questioni sconosciute nel secondo istituto. Sono i “reggenti”, spremuti per 400 euro lordi in più. Il loro recordman è Francesco La Teana, preside dell’Istituto Schiaparelli Gramsci di Milano, ragioneria con 120 anni di storia e 1.500 iscritti. La sua scuola prevalente ha già due succursali lontane e da quest’anno, grazie alla riforma, Francesco La Teana dovrà guidare un istituto a Pioltello, nell’hinterland, composto da materna, elementare e due medie. Dirigerà sette plessi e
racconta: «Il telefono squilla in continuazione, praticamente non dormo più. Lavoro in ufficio, in auto, a casa. Sempre». Il quindici per cento delle scuole italiane sono vuote, chiuse. Il doppio, invece, sono gli edifici da ristrutturare: 12.723. Solo in Calabria più della metà degli esistenti. Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi, ricorda: «Nel 2009 la Protezione civile aveva calcolato 20 miliardi di euro per la messa in sicurezza di tutti gli edifici, oggi il ministero non ha speso nulla». Il Codacons ha diffuso la lista dei plessi a rischio crollo, il monitoraggio del ministero resta invece
C’è il dirigente recordman che a Pioltello deve guidare da solo sette plessi secretato. L’Ocse ha appena fotografato per grandi numeri l’interesse del nostro paese verso l’istruzione: siamo penultimi davanti alla Slovacchia per spesa scolastica (il 4,5% del Pil), ultimi per la quota di spesa pubblica destinata alla scuola (il 9%). Significa, scendendo nel dettaglio del caos di queste ore, 10 mila insegnanti in soprannumero (sono di ruolo, ma hanno perso la titolarità del posto) e 600 mila studenti che al primo anno avranno meno ore di lezione. Il Coordinamento associazioni disabili di Bologna segnala che, a fronte di una norma che chiede un portatore di handicap ogni venti studenti, ci sono classi con due disabili su 25 alunni. E i tagli, poi, non sono solo centrali. Nel Lazio la Giunta Polverini ha tolto 5 mila borse di studio e azzerato il fondo di 3 milioni di euro per i libri in comodato d’uso. Nella provincia dell’Aquila si annunciano 1.033 iscrizioni in meno e 700 studenti costretti a emigrare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Le Monde contro Sarkozy: “Ci ha spiati” Scandalo Bettencourt, bufera sull’Eliseo: “Usati i Servizi per trovare la fonte del giornale” DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPIERO MARTINOTTI PARIGI — “Le Monde” accusa l’Eliseo di aver violato la legge che protegge le fonti dei giornalisti nel tentativo di imbavagliare la stampa e bloccare le fughe di notizie sull’affare Woerth — Bettencourt. La presidenza ha smentito, ma il quotidiano ha già preparato una denuncia in sede penale, mentre un consigliere del ministero della Giustizia, sospettato di aver alimentato gli articoli del giornale, è stato spedito ad occuparsi della corte d’appello della Caienna (una missione che sembra uno scherzo ma non lo è). Secondo la direttrice della redazione del quotidiano, Sylvie Kaufmann, il controspionaggio ha indagato e si è fatto consegnare da un operatore telefonico la liste delle chiamate emesse e ricevute da un alto funzionario: tra i suoi corrispondenti c’era anche un giornalista di Le Monde. Il capo del controspionaggio aveva ammesso, qualche giorno fa, «una ricognizione» sulla vicenda. L’Eliseo ha smentito «totalmente» le accuse, assicurando di non aver «mai dato la benché minima istruzione a qualsiasi servizio». Eppure, un articolo pubblicato a metà luglio, in cui veniva riassunta una testimonianza che metteva in difficoltà Eric Woerth, aveva suscitato l’ira della presidenza. In un’intervista a una radio, la Kaufmann ha precisato i contorni dello spionaggio di cui è stato oggetto il giornale: «Non abbiamo per niente la certezza di intercettazioni, abbiamo invece la certezza di ricerche per accertare le chiamate telefoniche fatte o ricevute a partire da un apparec-
Reporter sans frontières chiede l’apertura di una indagine parlamentare
SOTTO ACCUSA Il presidente francese Sarkozy
chio telefonico. Denunciamo un ostacolo alla libertà di stampa. La violazione di una legge che esiste, che è stata adottata e pubblicata molto recentemente. Secondo le nostre informazioni, l’ordine di fare ricerche telefoniche è venuto dall’Eliseo per identificare le fonti delle nostre informazioni».
Le tappe
MADRE CONTRO FIGLIA La figlia accusa Liliane Bettencourt di averla diseredata a favore del compagno in quanto incapace di intendere
LE ACCUSE Intercettazioni svelano che l’Eliseo intenderebbe insabbiare le accuse in quanto “madame Oreal” è una contribuente dell’Ump
Nord Corea
Congelato il congresso del partito: niente successione
Senza il “caro leader” Pyongyang è paralizzata DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
AMMALATO Il leader della Nordcorea Kim Jong il potrebbe essere morente
PECHINO — Dopo 44 anni i dirigenti del partito dei lavoratori della Corea del Nord sono tornati a riunirsi a Pyongyang. Nella capitale ci sono anche i reparti scelti delle forze armate, pronti per la parata militare più solenne dal 1994, anno in cui Kim Jong-il è salito al potere. Il congresso del partito, convocato a sorpresa dal politburo il 26 giugno, paralizza il Paese. Anticipato da due blitz del «caro leader» in Cina nel giro di quattro mesi, dovrebbe sancire l’uscita di scena del dittatore malato e il passaggio di consegne al figlio più giovane, il terzogenito Kim Jong-un, di 27 anni. I colpi di scena non sembrano però finiti. Le sedute dello storico congresso avrebbero dovuto iniziare mercoledì scorso. Sono state rinviate all’ultimo weekend, ma i servizi segreti della Corea del Sud hanno comunicato ieri che l’assemblea è stata sospesa sine die. In Asia si rincorrono le voci che vogliono il dittatore nordcoreano morente, il Paese allo stremo e i generali divisi su una rinnovata fedeltà al clan famigliare al potere, squassato dalle rivalità. Nelle cancellerie internazionali cresce l’allarme per un’implosione del regime, proprio quando sembrano prossimi alla ripresa i negoziati sulla rinuncia di Pyongyang alla corsa nucleare. Kim Jong-il ha 68 anni e nell’agosto del 2008 sarebbe stato colpito da un ictus. Negli ultimi mesi è apparso in pubblico raramente e con un aspetto spettrale. L’ultima volta mercoledì scorso. Nel cuore della notte, incapace di reggersi in piedi, ha assistito ad uno spettacolo dell’«unità militare 963», la sua guardia personale. (gp. vis.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un’indagine puramente amministrativa, condotta dal controspionaggio al di fuori di un quadro giudiziario, quindi illegale secondo il quotidiano. Fonti anonime del controspionaggio hanno confermato alla Reuters l’esistenza di un’indagine: «Ma era in regola con la legge. Si trat-
tava di verificare la lealtà di alti funzionari». L’articolo aggiunto alla vecchia legge sulla stampa del 1881 è stato promulgato proprio da Sarkozy: cercare di scoprire le fonti di una testata investigando su persone in contatto regolare con i giornalisti «è considerato
come una minaccia indiretta al segreto delle fonti». La legge prevede una sola eccezione, «un imperativo di interesse pubblico», che non si può certo applicare al caso Woerth-Bettencourt. La vicenda ha suscitato un’ondata di reazioni. I socialisti parlano di un «Woerthgate» e accusano direttamente l’Eliseo, un sindacato dei giornalisti insorge contro un comportamento che «calpesta» la nuova legge, Reporters sans Frontières chiede un’indagine parlamentare sulla vicenda. La maggioranza evita di far commenti e aspetta che passi la bufera: provare un intervento diretto dell’Eliseo sarà praticamente impossibile e il centro — destra spera che la denuncia contro ignoti presentata da Le Mondesi perda nei meandri del palazzo di giustizia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CRONACA
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Roma, orrore nel condominio donna decapitata dall’ascensore Doveva pulire le grate, era il suo primo giorno di lavoro EMILIO ORLANDO ROMA — Decapitata da un ascensore mentre fa le pulizie. E’ morta così ieri mattina a Roma una donna, dipendente di una ditta di pulizie, decapitata da un ascensore, mentre era insieme alla sorella. Era il suo primo giorno di lavoro. Si era sporta con la testa dentro la gabbia del montacarichi che non era stato messo in sicurezza. La vittima, Piera Pronti, originaria di Sgurgola, provincia di Frosinone, aveva 45 anni ed era madre di tre figli, di 18, 12 e 8 anni. Il marito è un operaio della Videocon di Anagni in cassa integrazione, per questo Piera Pronti aveva iniziato a lavorare come donna delle pulizie. Il terribile incidente è avvenuto in uno stabile di via Corvisieri 3, quartiere Nomentano. «È stata una scena raccapricciante — hanno commentato alcuni inquilini del palazzo — abbiamo sentito le grida di disperazione della sorella mentre cercava di estrarre il corpo rimasto incastrato con la testa tra le scale ed il vano ascensori, poi quando siamo corsi abbiamo visto il sangue colare per le scale». Sotto shock anche la sorella della vittima che ha fatto di tutto per salvarla ma se l’è vista morire davanti agli occhi. «Sentivo la signora che urlava alla sorella: “Non morire non morire, ti prego hai tre figli, resisti, pensa a loro”», ha raccontato la signora Anna, un’altra inquilina. La donna, incaricata di effettuare una pulizia straordinaria
Il concorso
Il marito era in cassa integrazione, così si era data da fare per aiutare la famiglia Il corpo di Piera Pronti viene portato via. Accanto l’ascensore che l’ha uccisa dell’ascensore, era andata in via Corvisieri insieme al suo datore di lavoro e alla sorella, dopo che l’assemblea condominiale aveva deliberato ed affidato alla ditta di pulizie l’incarico di pulire a fondo le grate di sicurezza dell’ascensore. Ma secondo le testimonianze e i rilievi effettuati dai carabinieri della compagnia Parioli, che stanno indagando sull’incidente
Il ricordo
“Con i figli lui latita”: la moglie risponde a Sereni TORINO — « Non sono io a impedirgli di vedere i figli. È lui che sparisce, latita. Da dicembre a giugno è stato con loro quattro volte, perdendosi il compleanno del bambino. Basta solo che non chieda di incontrarli all’ultimo secondo, stravolgendo impegni già presi». Dopo la dedica-appello ai figli lanciata dal portiere del Brescia Matteo Sereni — dalla la tv, battuto il Palermo — a rispondere da Sori è la ex moglie ed ex procuratrice, Silvia Cantoro, 44 anni. Delusa. Intristita. Lontana nelle parole e nelle dichiarazioni dall’immagi-
Paolo Il nostro amore. La madre, il padre, i fratelli, la compagna, tutti i familiari. Roma, 14 settembre 2010 Ezio Mauro abbraccia con grande affetto Carlo, nel momento del dolore per la scomparsa del figlio
ne di donna restia a dar corso all’affidamento congiunto. «Non capisco certe accuse di Matteo. Ho sempre dato la piena disponibilità per consentire ai nostri figli di crescere con la presenza del padre, fondamentale. Il problema è che lui, per scelta, si fa vedere assai di rado. L’ordinanza del giudice è del 13 luglio. Ha chiesto di incontrarli venerdì e non di persona, ma con gli avvocati». Lei ora spera che i figli «non risentano del clamore sollevato». Lui manda a dire, tramite il legale-procuratore, che «sarà il tribunale a stabilire quale è la verità».
Il settore Grafici ed Infografici di Repubblica, con grande dolore e affetto è vicino all’amico Carlo per l’improvvisa scomparsa del figlio
Paolo
Guglielmo, Maurizio, Francesca, Elvira, Ambra, Arnaldo, Emilio, abbracciano l’amico Carlo Picozza per la tragica e prematura scomparsa del figlio
Paolo
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Gli amici della Cultura abbracciano Carlo per la terribile perdita del figlio
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Mauro Bene, Gregorio Botta, Dario Cresto-Dina, Massimo Giannini, Angelo Rinaldi abbracciano addolorati Carlo Picozza per la perdita del figlio
Paolo Picozza
Paolo
Roma, 14 settembre 2010 Carissimo Carlo, tutta la redazione di Repubblica.it ti stringe forte nell’inimmaginabile dolore per la scomparsa di
Paolo
Paolo Picozza
e lo abbracciano fraternamente. Roma, 14 settembre 2010 Attilio Giordano e la redazione del Venerdì sono vicini a Carlo e alla sua famiglia per la tragica morte del figlio
artista e uomo straordinario. Roma, 14 settembre 2010 I colleghi dell’Ufficio centrale stringono in un abbraccio affettuoso l’amico Carlo Picozza e la sua famiglia, partecipando al dolore per la perdita del figlio
Roma, 14 settembre 2010 Gli amici degli Esteri abbracciano Carlo in questo momento di grande dolore per la perdita del figlio
Paolo Fabio, Massimo, Enzo, Giancarlo, Luca, Gennaro, Fabio e Aldo. Roma, 14 settembre 2010 Bruno Manfellotto, Claudio Lindner, Antonio Ramenghi e tutta la redazione de L’espresso sono vicini al collega Carlo nel dolore per l’improvvisa scomparsa dell’amato figlio
Paolo Picozza Roma, 14 settembre 2010 Daniela Hamaui partecipa commossa al dolore della famiglia e abbraccia con affetto Carlo per la scomparsa dell’amato figlio
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Carlo Ottino e Roberto Moro profondamente addolorati sono vicini a Carlo Picozza e alla sua famiglia per l’improvvisa e prematura scomparsa del figlio
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Corrado Corradi e Stefano Mignanego esprimono le loro più sentite condoglianze a Carlo Picozza e alla sua famiglia per la perdita del carissimo figlio
Paolo Picozza Roma, 14 settembre 2010
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Gli amici della redazione Interni sono vicini a Carlo Picozza per la scomparsa del figlio
Paolo Picozza Roma, 14 settembre 2010 Un crudele destino ha privato la giovane arte italiana di uno dei suoi migliori pittori
Paolo Picozza
Paolo Picozza
Roma, 14 settembre 2010 Gli amici della Cronaca nazionale di Repubblica abbracciano Carlo Picozza in questo momento di dolore per la perdita del figlio
lo piangono Elsa Agalbato e Fabio Sargentini con Simona Ferrantin, Rocco Perna, Fabiana Sargentini, Simona Tarantino, Giancarlo Limoni, Claudio Palmieri, Luca Padroni e tutti gli artisti della galleria L’Attico. Roma, 14 settembre 2010 I colleghi di XL abbracciano l’amico Carlo nel ricordo del caro
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Giuseppe Casciaro è vicino a Carlo Picozza e lo abbraccia in questo momento di dolore per la scomparsa del figlio
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Claudio, Anna Maria, Giuseppe Cerasa, piangono insieme al carissimo Carlo la morte di
Paolo Picozza Roma, 14 settembre 2010 Gli amici della Cronaca di Roma abbracciano forte Carlo e si uniscono a lui nel dolore per la perdita del figlio
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Le amiche e gli amici della Segreteria abbracciano con immenso affetto Carlo nel suo dolore per la perdita del figlio
Paolo Roma, 14 settembre 2010 Tutto lo Sport di Repubblica abbraccia Carlo e piange con lui la perdita di
Paolo Roma, 14 settembre 2010
Gli amici degli Spettacoli abbracciano Carlo Picozza e la sua famiglia nel momento dell’immenso dolore per la perdita improvvisa del figlio
e sono vicini a tutta la famiglia in questo momento tanto doloroso. Roma, 14 settembre 2010 Giulia Rodano e Antonello Falomi si stringono con affetto a Carlo Picozza, in queste ore di profondo dolore, per la prematura scomparsa del figlio
Anna, Antonio, Camillo, Cinzia, Corrado, Cristiana, Deborah, Gabriella, Gianluca, Giusy, Fabrizio, Giuliano, Luigi, Katia, Marco, Marco, Maria Luisa, Marina, Massimo, Michela, Pasquale, Paolo, Pepe, Roberto, Silvia, Ugo. Roma, 14 settembre 2010 Gli amici della Domenica di Repubblica, Salute e Viaggi partecipano al dolore del collega Carlo per la scomparsa improvvisa di
Paolo
SALSOMAGGIORE — Battaglia sino all’ultimo televoto per eleggere la nuova miss Italia, tra polemiche e presunti trans esclusi e ripescati. Il tutto mentre Sophia Loren, incaricata di incoronarla, ricordava quando nel 1950 sfilò in passerella e la fascia di Miss Eleganza venne creata apposta per lei, in gara senza vincere. Ospiti musicali della serata condotta da Milly Carlucci con Emanuele Filiberto che ha visto 12 ragazze a contendersi il titolo, Biagio Antonacci e Cesare Cremonini. Dieci finaliste sono state selezionate nelle prime due serate dedicate a Miss Cinema e Miss Eleganza, le altre due sono state scelte dal televoto che deciderà la vincitrice.
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Il caso
Roma, 14 settembre 2010 Eugenio Scalfari addolorato partecipa al dolore di Carlo Picozza per l’improvvisa scomparsa del figlio
Miss Italia al televoto la reginetta incoronata da Sophia Loren
coordinati dal sostituto procuratore Maria Bice Barborini, la dinamica appare abbastanza chiara. Le due sorelle si erano messe a lavoro senza disattivare l’ascensore, ma semplicemente lasciando aperte le porte all’ultimo piano. Un errore che è stato fatale a Piera Pronti. Infatti, un’anziana residente all’ultimo piano, ha trovato le porte aperte e, dovendo
scendere, è entrata nella cabina premendo il pulsante di discesa, proprio mentre l’operaia stava con la testa all’interno del vano ascensore. La cabina, appena tranciata la testa della donna, si è subito arrestata grazie al sistema di sicurezza, ma ormai era troppo tardi. «Non mi darò mai pace per quello che è successo — racconta, tra singhiozzi e grida di disperazione la signora che ha azionato la cabina dell’ascensore — pensavo che qualcuno, come accade spesso, avesse lasciato aperte le porte senza richiuderle». Dura la reazione dei sindacati di categoria e della Filcams Cgil e dell’Asso Ascensori. «Quello delle pulizie viene ritenuto, a torto, un settore a basso rischio, mentre continuano a morire e ad ammalarsi gli addetti. La sicurezza non è un lusso».
Paolo Picozza Roma, 14 settembre 2010 Flavio Brighenti stringe in un forte abbraccio affettuoso l’amico Carlo nel ricordo del figlio
Paolo Picozza Roma, 14 settembre 2010 Alessandra Poggiani e Marcello Degni abbracciano affettuosamente Carlo e tutta la famiglia, addolorati per la scomparsa di
Paolo Picozza Roma, 14 settembre 2010 A Carlo e alla famiglia giungano le condoglianze per l’improvvisa scomparsa del figlio
Paolo Picozza Il Sen. Lucio D’Ubaldo si unisce a tutti loro nella preghiera e nel conforto. Roma, 14 settembre 2010 A Carlo e alla famiglia le più sentite condoglianze per l’improvvisa scomparsa del figlio
Paolo Picozza Claudio Clini Roma, 14 settembre 2010
Paolo Picozza Roma, 14 settembre 2010 I colleghi della Redazione di Repubblica Genova sono vicini a Carlo Picozza per la scomparsa del figlio
Paolo Genova, 14 settembre 2010 Dopo lunga malattia domenica 12 settembre si è spenta la Professoressa
Maria Antonietta Belardelli ved. Sordi Ne danno il triste annuncio i fratelli, Francesca, Giuliana, Carlo e Gabriella, con i cognati e i nipoti tutti. I funerali avranno luogo oggi alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria in Via. Si ringrazia la “Hospice Fondazione Roma” per la sensibilità e la professionalità dimostrate. Roma, 14 settembre 2010 La Libera Scuola Janua saluta il grande uomo e amico
Al funerale di Sarfatti Cacciari legge le riflessioni di Nietzsche MILANO — In una basilica di Sant’Ambrogio stracolma ieri per i funerali di Riccardo Sarfatti, l’esponente del Pd morto venerdì scorso in un incidente stradale sul lago di Como, Massimo Cacciari lo onora leggendo alla fine della funzione le riflessioni sulla morte del Zarathustra di Nietzsche: la fine come adempimento di chi ha vissuto una vita giusta. «Credo sia la prima volta nella storia che si sente questo brano in una chiesa», dice il filosofo. Il lutto della politica e le parole commosse per l’amico di una vita, per colui che monsignor Giovanni Mercandalli nell’omelia ricorda come un «vero galantuomo della politica, onesto, retto, giusto, animato da una vera e grande passione politica e civile vissuta sempre con disinteresse».
Il premio
Film-denuncia sui fatti dell’Aquila vince Salento Festival
Giorgio Cossuto ed è vicina alla moglie Maria ed ai figli Liberty, Giorgio, Grace, Joy e Giuseppe. Roma, 14 settembre 2010 Ciao
Claudia amica e maestra grazie per la simpatia e il sostegno. Elena De Sanctis Roma, 14 settembre 2010 Gli amici della III A 1956/1957 del Visconti ricordano con rimpianto e affetto
Vincenzo Augusto Fiduccia Roma, 14 settembre 2010 Un tragico incidente ha portato via all’affetto dei suoi cari a soli 26 anni
Francesca Mazzilli Ne danno annuncio il papà Carlo, la mamma Angela Maria Castelli, i fratelli Gabriele ed Alessandra, gli zii, i cugini ed i parenti tutti. I funerali si svolgeranno oggi, 14 settembre, alle ore 16 nella Chiesa di San Giuseppe in via Bellinzona 6. La famiglia preferisce donazioni ad enti di beneficenza. Bologna, 14 settembre 2010 O.F. Moncatini - Castenaso - Budrio Tel. 051-788441
Dopo otto mesi di penosa malattia, ci ha lasciato
Valeria Drufuca Cantagalli Il marito Alberto e la figlia Anita la ricordano a chi le ha voluto bene. Bologna, 14 settembre 2010
ROMA — Il film documentario sulle tangenti e il terremoto dell’Aquila, “Colpa Nostra”, firmato dal giornalista Giuseppe Caporale, ha vinto ieri sera il Salento International Film Festival. La pellicola è un’inchiesta che attraversa l’Abruzzo narrando storie di corruzione e favori, fino all’epilogo del dramma del sisma del 6 aprile del 2009. Un racconto che parte dall’idea che «due terremoti hanno sconvolto l’Abruzzo: il sisma e la corruzione», tra audio di intercettazioni, verbali di inchieste giudiziarie e interviste “scomode”, tra cui quella all’ex governatore Ottaviano Del Turco (arrestato per tangenti nel 2008), all’ex ministro Remo Gaspari, al senatore Franco Marini, al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, alla scrittrice Dacia Maraini e tanti altri. La regia del film porta la firma di Walter Nanni.
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
CRONACA ■ 19
Nola, sequestrato un imprenditore Leader nelle imprese di vigilanza, preso da un commando. Chiesti 5 milioni di riscatto DAL NOSTRO INVIATO CONCHITA SANNINO NOLA (NAPOLI) — Senza uno sparo. È bastato che lo circondassero. Perché la geniale copertura dei criminali erano le strade vuote del paese durate la “notturna” del Napoli in tv. E perché lui, Antonio Buglione, 54 anni, era invulnerabile nel regno dell’agro-nolano, tra Nola e Saviano. Così sicuro da guidare da solo una vecchia utilitaria, senza far ricorso a nessuno del suo esercito di vigilantes stipendiati. Invece scoppia il mistero Buglione. Lui sparisce, e c’è chi chiede un riscatto di 5 milioni. Ma è solo grazie ad un’intercettazione, sembra, che affiora un raid che doveva rimanere segreto. Viene rapito un intoccabile, il più potente imprenditore italiano della vigilanza privata, il titolare di vecchie e nuove aziende con centinaia di dipendenti dalla Puglia alla Lombardia (solo nel napoletano ha gestito La Vigilante, la Vigilante 2, la Gazzella, e oggi la International Security Service che curava la sicurezza di eventi e comizi di alti esponenti istituzionali). Buglione è l’uomo che prima dei blitz antimafia fatturava centinaia di milioni di euro, e a cui i prefetti di Napoli, Taranto e altre città stavano passando ai raggi X dell’antimafia le attività. È anche il manager che aveva fatto eleggere sua sorella, Rosa, sindaco a Saviano, il paese d’origine che diede i natali anche al padrino mafioso Carmine Alfieri. Per questo Buglione, barba bianca e carattere riservato, girava in una vecchia Panda celeste. Aveva giocato a
Rapimento anomalo, secondo gli inquirenti forse “soci occulti” che rivogliono soldi tressette, in un vecchio circolo con le pareti scrostate, anche domenica sera, prima di finire in mano ai nemici. Lo circondano in otto, mentre da via Narni, a Saviano, Buglione copre i pochi metri che lo separano dalla sua villa di via San Liberatore a Nola, un palazzetto che ha spianato la distesa dei noccioleti, le sue iniziali “AB” scolpite su ferro e pietra. Una telecamera, proprio lì accanto, avrebbe registrato una parte dell’azione. Il nastro è al vaglio dei carabinieri. Poche ore dopo, qualcuno telefona al fratello della vittima, Carlo. E a lui detta solo un prezzo: 5 milioni di euro. È una richiesta di riscatto che appare vicina, rischiosa. Anomala, come il resto dell’aggressione. Che si spiega solo con un’ipotesi investigativa: i sequestratori non sono semplici banditi, ma presunti “soci occulti”. Vecchi amici di altre aree campane determinati a riprendersi da Buglione i capitali che spetterebbero loro. Indaga la Distrettuale antimafia di Napoli, il procuratore capo Giandomenico Lepore ha imposto il più rigoroso silenzio. Irrituale anche la giornata che scorre nel nolano: nessun posto di blocco, non un elicottero si leva sui campi per i controlli, come se i carabinieri e il pool anticamorra aspettassero un passo falso. Il “patriarca” della security sarebbe dunque vittima di un rapimento di cui nessuno avrebbero saputo nulla, a parte i familiari. E quella richiesta di riscatto è un ultimatum di “recupero crediti”. O un regolamento interno tra soci.
Che doveva preludere a uno scambio invisibile. Più o meno, questo: voi ci restituite i 5 milioni per i capitali immessi nelle imprese Buglione, ormai bloccate dalle interdittive antimafia. E noi vi ridiamo vostro fratello, che abbiamo preso e che sta passando qualche ora in nostra compagnia e sta ancora bene, per ora.
Così la camorra dei colletti bianchi conduce le sue trattative e rivendica i propri utili. Così recita la legge del business criminale. A muovere la mano dei sequestratori sarebbero state le crescenti difficoltà finanziarie del ras Buglione. A Napoli, i 400 dipendenti dell’International Securuty Service sono in mobilità dopo la re-
voca della concessione. A Taranto, Buglione aveva perso un’analoga battaglia in Tribunale per l’attività della Vigilanza Massafra. In altre regioni, indagini riservate in corso. Il commando agisce solo per avere il malloppo. Poi qualcosa va storto, e la conversazione tra il ricattatore e il fratello della vittima
arriva su un’utenza intercettata. O forse qualcuno si spaventa e parla. L’unica cosa certa è che nella villa dei Buglione c’è sgomento e terrore. Il palazzetto che decideva delle sorti di un’intera comunità — politica, lavoro, sfide — è un simbolo schiacciato da un potere più minaccioso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso COLLUSIONI
CORRUZIONE
BANCAROTTA
Nel 1995 Buglione viene arrestato per collusioni con il clan Alfieri. Sarà assolto e risarcito nonostante alcuni rilievi nella sentenza
Nel 2008 è indagato per corruzione nel caso dei “fitti d’oro” della Regione Campania, il processo è in corso
L’ultima indagine è per concorso in bancarotta nel caso Nespoli. Respinta dal gip la richiesta di misura cautelare
La sede dell’istituto di vigilanza privata di Antonio Buglione a Nola. Sotto le indagini dei carabinieri
Il personaggio
DARIO DEL PORTO NAPOLI — Imprenditore discusso eppure influente. Più volte indagato però mai condannato. Arrestato per collusioni con la camorra, ma poi scagionato e pure risarcito. L’ultimo fotogramma lo ritrae mentre viene portato via con la forza da un gruppo di uomini armati. Ma negli ultimi vent’anni Antonio Buglione, il 54 enne “re” degli istituti di vigilanza in Campania, si è ritrovato spesso al centro di vicende opache e controverse, dove gli affari della security si intrecciano a dinamiche criminali, interessi finanziari e rapporti con la politica. Il 16 ottobre 1993 viene gravemente ferito a colpi di fucile in un agguato rimasto senza colpevoli. Due anni più tardi finisce in carcere: l’indagine sulle ramificazioni del clan camorristico Alfieri tocca una delle società di famiglia, la Vigilante 2. È un’inchiesta dirompente, nella quale restano imbrigliati l’ex senatore dc Carmine Mensorio, che morirà suicida il 16 agosto del 1996, e l’allora prefetto di Napoli Umberto Improta, che sarà prosciolto da tutte le accuse. Anche Antonio Buglione esce dal processo senza conseguenze: il Tribunale di Nola lo assolve dall’accusa di asso-
Antonio Buglione è un protagonista controverso nel mondo delle aziende campane
Assolto, poi ancora inquisito un uomo discusso ma potente
ciazione camorristica. Il verdetto, confermato in appello, diventa definitivo. Ma nelle motivazioni della sentenza di primo grado, il giudice estensore Francesco Soviero, riferendosi ad Antonio Buglione e a uno dei fratelli, Carlo, anche lui assolto, scrive: «Le irregolarità amministrative emerse nel corso dell’istruttoria dibattimentale, i rapporti con noti esponenti della criminalità organizzata, la gestione privata e clientelare della cosa pubblica
Al centro di vicende opache, nel 1993 fu ferito a fucilate in un agguato senza colpevoli
realizzata per il tramite di un diffuso ricorso alla raccomandazione e ai rapporti privilegiati con esponenti politici e uomini delle istituzioni dimostrano che ci troviamo sicuramente di fronte a uomini disonesti e privi di scrupoli». Rilievi che non impediranno alla Corte di Appello di risarcire Buglione per l’ingiusta detenzione e alla sezione Misure di prevenzione di respingere d’ufficio la richiesta di sequestro dei beni. L’imprenditore oggi è parte of-
fesa in un processo per estorsione nei confronti di presunti esponenti del clan camorristico Fabbrocino. La sua deposizione è prevista per il 23 settembre. La sorella Rosa (mai coinvolta nelle indagini sulle aziende dei fratelli) è sindaco di Saviano. Ma Antonio Buglione è anche tuttora alle prese con altri due procedimenti: il giudizio di primo grado sui “fitti d’oro” della Regione Campania che, a febbraio 2008, lo porta agli arresti domiciliari per corruzione in concorso con il consigliere regionale del Pd Roberto Conte (attualmente sospeso, dopo essere stato rieletto in una lista a sostegno del candidato governatore di centrodestra, perché condannato in primo grado, nell’ambito di una diversa indagine, per collusioni con la camorra). E l’inchiesta dei pm Maria Di Mauro Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock sul crac dell’istituto di vigilanza “La Gazzella”, ritenuto riconducibile al senatore del Pdl e sindaco di Afragola Vincenzo Nespoli. Per l’esponente politico l’ordinanza cautelare è stata respinta dal Parlamento. Nel caso di Buglione, indagato di concorso in bancarotta, il giudice non ha accolto l’istanza dei pm che hanno fatto ricorso al Riesame. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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ATTUALITÀ
MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
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PER SAPERNE DI PIÙ www.vatican.va www.famigliacristiana.it
I numeri ORAZIO LA ROCCA
1452
CITTÀ DEL VATICANO — La Bibbia in rap. Non tutta la Bibbia. Ma solo alcuni tra i più famosi brani dell’Antico e del Nuovo Testamento che — su iniziativa del settimanale dei Paolini, Famiglia Cristiana — si potranno sentire nelle radio e via internet in una singolarissima versione rap dal titolo Paroladidio per il lancio della Bibbia Pocket, l’edizione tascabile del Libro dei Libri, che da giovedì prossimo, al prezzo di 7,90 euro, si potrà acquistare col settimanale in edicola. Ma la mini Bibbia (570 grammi appena) si troverà anche nelle librerie (sia laiche che religiose), nei supermercati, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, negli autogrill, grazie ad una mega distribuzione che punterà a diffondere entro Natale oltre un milione di Bibbie. Una grande operazione editorial-commerciale ideata per celebrare i 50 anni di una analoga iniziativa fatta nel 1960 dal fondatore della Congregazione dei Paolini, il beato Giacomo Alberione, il quale per la prima volta promosse la diffusione del testo sacro con “La Bibbia a 1000 lire” allegata al settimanale. Dopo mezzo secolo l’operazione
LA STAMPA
La prima stampa della Bibbia fu realizzata tra il 1452 e il 1455 da Gutenberg
1960 LA DIFFUSIONE
Nel 1960 i Paolini avviarono la diffusione di massa della Bibbia: costava mille lire
570 IL PESO
Solo 570 grammi per l’edizione tascabile di Famiglia Cristiana
Internet, autogrill e versetti in rap “Così la Bibbia entrerà in ogni casa” Il testo
Paroladidio Io sono colui che sono Questo è il mio nome per sempre e questo è il mio ricordo di generazione in generazione si ripete, spiega don Vito Fracchiolla, amministratore delegato del Gruppo editoriale San Paolo, ma con mezzi e modi assai diversi, a partire dall’uso di Internet, dagli spot radiofonici e dal “provocatorio” rap composto ed eseguito da anonimi professionisti in ossequio agli altrettanto anonimi autori delle Sacre Scritture. La Bibbia, dunque, torna a proporsi al grande pubblico ad appena 2 anni dal successo centrato dalla “Lettura della Bibbia giorno e notte”, ideata dallo storico vaticanista del Tg1 Giuseppe De Carli, recentemente scomparso, e trasmessa in diretta dalla Rai con l’in-
LA CAMPAGNA La pubblicità dell’iniziativa di Famiglia Cristiana che, a partire da giovedì, distribuirà un milione di copie tascabili della Bibbia a 7,90 euro. A destra, don Sciortino, direttore del settimanale
Chi mi offende distrugge se stesso tutti coloro che mi amano amano la morte O vanità immensa, o vanità immensa tutto è vanità una generazione va e una generazione viene Ciò che è stato e ciò che sarà ciò che è stato fatto e ciò che si farà Niente di nuovo sotto il sole Io sono l’Alfa e l’Omega il primo e l’ultimo il principio e la fine
info@oysterfunds.com Soggetti incaricati dei pagamenti: RBC Dexia Investor Services Bank S.A., Milano, tel. 02-33 62 31 | State Street Bank SpA, Milano, tel. 02-879 671 53 | Société Générale Securities Services SpA, Milano, tel. 02-91 78 46 61 | Allfunds Bank S.A., con sede legale in Estafeta, 6 (La Moraleja) Complejo Plaza de la Fuente - Edificio 3 C.P. 28109 Alcobendas, Madrid, Spagna e che agisce tramite la propria succursale Italiana in via Santa Margherita 7, 20121 Milano – Italia.
Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo pubblicato sul nostro sito internet e disponibile presso i soggetti collocatori.
tervento di Benedetto XVI lettore del primo libro della Genesi. Con la Bibbia rap non si prevedono benedizioni papali, ma — assicurano in Vaticano — l’operazione viene vista con «interesse e simpatia» con la speranza che l’iniziativa, oltre a coinvolgere le famiglie italiane, serva ad avvicinare in particolare i giovani, magari tramite proprio quel pezzo rappeggiante che, a prima vista, potrebbe far storcere la bocca a tradizionalisti e benpensanti. Eppure — assicura don Fracchiolla — «tutta l’operazione è stata fatta con scrupolo e serietà col preciso scopo di contribuire a diffondere un testo tanto importante, non solo per i credenti, come è la Bibbia». Scrupolo e serietà con cui — giurano alla San Paolo — è stato fatto anche il pezzo rap che in apertura presenta il famoso incipit del Libro dell’Esodo “Io sono colui che sono/Questo è il mio nome per sempre/e questo è il mio ricordo...”. Seguito da uno dei versi più poetici della Bibbia, il Salmo 64: “Hanno bocca e non parlano/hanno occhi e non vedono...”. Non potevano mancare citazioni notissime e comunemen-
te considerate in sintonia proprio con i ritmi rappeggianti come “Chi mi offende distrugge se stesso/tutti coloro che mi amano, amano la morte!” (Libro dei Proverbi), “O vanità immensa, o vanità immensa/tutto è vanità./ Una generazione va e una generazione viene....(Ecclesiaste). Per
L’iniziativa di Famiglia Cristiana: in distribuzione un milione di copie in formato tascabile passare dal Prologo del Vangelo di Giovanni “La vita era la luce degli uomini, e le tenebre non la compresero”. Testi biblici, in passato, ampiamente usati anche da grandi esponenti della musica pop come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Bono degli U2, più volte ricordati dal ministro della Cultura del Vaticano, l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, nell’incontro di papa Ratzinger con gli artisti del 2009. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
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ATTUALITÀ BABYWRAP
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ECOPANNOLINO
La fascia di jersey che permette di portare il bambino in spalla o al petto fino a tre anni
Gli oggetti
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Tra le invenzioni, anche il pannolino lavabile ed ecologico richiestissimo sul web
Eco-pannolini, biberon caldi le invenzioni d’oro delle mamme Archimede
MILKSHIRT È la maglietta speciale che permette di allattare con discrezione
Se il fai da te per il bimbo diventa business MARIA NOVELLA DE LUCA ROMA — «Ci chiamano mammeArchimede forse perché abbiamo conciliato l’impossibile: lavoro e famiglia, bambini e business. E se penso che l’idea di “Quaranta settimane” è venuta a Silvia e a me mentre passeggiavamo al parco con i nostri figli piccoli – racconta Paola Ottavis – ancora non riesco a credere che quest’anno, in piena crisi, le nostre magliette e i nostri biberon abbiano fatturato oltre un milione e mezzo di euro...». Storie di mamme inventrici e di invenzioni che conquistano il mercato. Di donne che dopo la
Mettono in vendita i prodotti sul web: c’è chi in un anno ha fatto un milione e mezzo di euro nascita di un figlio cercano nuove strade professionali, ma anche di giovani mamme che tornate al lavoro si ritrovano emarginate o addirittura costrette ad andarsene. Come Luisa Orsi e Sabina Trevisol, espulse dalle loro aziende dopo la maternità, e oggi felici neoimprenditrici di “Natural mamma”, pannolini lavabili ed ecologici in netta ascesa sul web. O Paola Ottavis e Silvia Neirotti, un passato nelle multinazionali, poi dopo la lunga pausa delle gravidanze la voglia di una vita più a misura di famiglia, e il salto, anzi il sogno, verso un lavoro in proprio, che diventa in breve tempo un fortunato progetto imprenditoriale. Una nuova frontiera del lavoro femminile, così come l’ha definita alcune settimane fa il Los Angeles Times, pur con il sottotitolo scherzoso di “mamme Archimede”, citando diversi esempi di “inventrici” americane, diventate business-women brevettando creazioni nate dalla fantasia (e dalle necessità) casalinghe. Un giro d’affari ancora tutto da stimare, ma che con l’e-commerce ha trovato inaspettate autostrade di successo. «Non avrei mai pensato di poter ritrovare le mie “Pop Pals” in un centro commerciale – afferma infatti Stephanie Veve sul Los Angeles Times – in fondo avevo inventato quei contenitori semplicemente per evitare che i miei figli sgocciolassero il gelato dappertutto». Invece, negli States come in Italia e un po’ ovunque in Europa, l’invenzione dopo qualche mese di presentazione nei blog di mamme, o nei “Mom Camp”, veri e propri convegni di sopravvivenza casalinga, ecco che il prodotto decolla. E spesso
accade che i “cacciatori di novità” della grande distribuzione se ne accorgano e propongano alle “mamme Archimede” il salto nei negozi veri e propri. E dalla fascia portabebè copiata alle donne andine al biberon che si scalda da solo, dallo sterilizza-ciuccio portatile agli ecopannolini in bamboo, il baby-mercato non sembra conoscere crisi. Ed è un po’ questa la storia di
L’intervista
Paola Ottavis e Silvia Neirotti, due figli a testa, torinesi ma trapiantate a Milano e amiche di lunga data, e diventate famose alcuni anni fa con la loro “Milkshirt”, una maglietta con un taglio speciale che permette alle neo-mamme di allattare senza mostrare il seno. Un’invenzione venuta alla luce proprio mentre una dopo l’altra diverse donne, in Italia, ma soprattutto in Spagna, venivano al-
lontanate da musei e locali pubblici mentre allattavano i loro bambini, perché ritenute “scandalose”. Una campagna a cui seguì una clamorosa protesta di mamme spagnole, che organizzarono una poppata collettiva dei loro piccoli proprio davanti al quadro di Goya La Maya desnuda. «La nostra fortuna – dice Paola Ottavis – è che subito dopo aver brevettato la maglietta, e dopo
Parla Tilde Giani Gallino, docente di Psicologia dello Sviluppo
“Il segno della creatività femminile contro la crisi” ROMA — «Mi sembrano dei grandi successi della creatività femminile, di quella capacità delle donne di reagire ai momenti di crisi con ingegno e ottimismo». Tilde Giani Gallino, docente di Psicologia dello Sviluppo all’università di Torino, commenta così il fenomeno delle “mamme Archimede”, quella forza di reinventarsi e reagire, anche quando tutte le porte sembrano chiuse. Professoressa, molte “mamme Archimede” sono state espulse dal mondo del lavoro dopo la maternità. «È vero, ma hanno saputo rialzarsi recuperando il loro know how, magari appreso nelle aziende in cui lavoravano prima, per crearsi una nuova occupazione, di successo, e con la possibilità di conciliare questa nuova vita con la cura dei figli. È l’esempio di come una crisi, personale o produt-
tiva, possa trasformarsi, psicologicamente, anche in una chance». È come se queste mammeimprenditrici avessero tirato fuori delle capacità nascoste? «Sì, una creatività che lavora in modo sotterraneo, e che viene fuori, come spesso capita nella vita femminile, quando c’è l’urgenza di risolvere una situazione. E nella storia di una donna la gravidanza è una “crisi”, cioè uno sconvolgimento totale dell’esistenza a cui poi dare un nuovo ordine. Se a questo si unisce la perdita del lavoro, la spinta a creare qualcosa di totalmente nuovo può essere davvero forte. E produttiva. In campi in cui magari non si pensava di potersi misurare. È un meccanismo che la psicologia conosce e spiega, l’emergenza cioè che diventa forza positiva». (m. n. d. l) © RIPRODUZIONE RISERVATA
aver avviato un piccolissimo ecommerce su Internet, un’azienda di farmaci per il benessere ha creduto nel prodotto e ha iniziato a distribuirlo. A quel punto ci siamo rese conto che nel settore premaman esistevano dei vuoti di mercato. E da lì è iniziata la produzione di “Quaranta settimane”, oggetti per la prima infanzia, che a sorpresa sta andando benissimo... Sì, è una bella vittoria, ma soprattutto ha voluto dire poter coniugare la vita dei bambini con la nostra vita professionale». E’ come scoprire di avere una marcia in più, una dote nascosta. Almeno così raccontano il loro business di pannolini ecologici Savina Trevisol e Luisa Orsi,
Tra le creazioni più richieste la “milkshirt” la maglietta per allattare
Il lavoro
Molte avevano perso il lavoro e si sono costruite un futuro alternativo
“mamme Archimede” in un Nord-est in grave crisi e con decine di fabbriche in via di dismissione. «Il nostro prodotto è nato dall’esperienza – spiega Savina – dalla scelta di non utilizzare per i nostri figli i pannolini usa e getta. Piano piano attorno alla nostra decisione, condivisa on-line nei forum di mamme, si è creato quasi un movimento, e sempre più genitori ci hanno chiesto di poter utilizzare i pannolini lavabili che non inquinano, e si puliscono in lavatrice solo con il bicarbonato... E’ un business che cresce, e ci permette di lavorare senza allontanarci dai nostri bambini». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Genova, 2-10 Ottobre 2010
FINANZA&MERCATI
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Ieri FTSE MIB ....................21001,62 FTSE IT ALL.................21539,49 FTSE IT STAR ..............10832,30 FTSE IT MID ................23589,63 COMIT ...........................1049,88 FUTURE.......................21013
ECONOMIA
la Repubblica
MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
(+0,81%) (+0,76%) (+0,55%) (+0,70%) (+0,99%) (+0,87%)
I migliori
Principali titoli del Mercato azionario
FTSE MIB Var.% Banco Popolare.......................................3,99 Bca Pop.Milano.......................................3,52 Monte Paschi Si. .....................................3,36 Unicredit.................................................2,86 Azimut....................................................2,53
Titolo
Pr. Rif €
A2A.............................................1,143 Ansaldo Sts .................................9,800 Atlantia .....................................15,360 Autogrill ......................................9,730 Azimut ........................................7,300 Banca Generali ............................8,890 Banco Popolare ...........................4,885 Bca Pop.Milano ...........................3,750 Bulgari ........................................6,190 Buzzi Unicem ..............................7,535 Campari ......................................4,330 Cir...............................................1,446 Enel ............................................3,967 Eni ............................................16,530
I peggiori RCS Mediagroup....................................-2,10 Telecom IT ............................................-1,77 Snam Gas..............................................-0,94 Parmalat ...............................................-0,76 Atlantia .................................................-0,65
-0,35 0,26 -0,65 0,15 2,53 -0,11 3,99 3,52 1,81 -0,07 0,23 0,21 0,19 0,36
Exor ..........................................15,520 Fiat ...........................................10,220 Finmeccanica..............................8,545 Fondiaria-Sai ..............................7,975 Generali ....................................15,090 Geox ...........................................4,045 Impregilo.....................................2,192 Intesa Sanpaolo...........................2,455 Italcementi..................................6,240 Lottomatica...............................11,530 Luxottica...................................19,430 Mediaset.....................................5,115 Mediobanca ................................6,655 Mediolanum................................3,165 Monte Paschi Si...........................1,046 Parmalat .....................................1,971
0,71 0,99 -0,35 1,40 0,94 -0,31 -0,45 0,82 -0,32 0,44 0,05 1,45 0,48 3,36 -0,76
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Pirelli & C.....................................5,745 Prysmian ..................................13,200 RCS Mediagroup .........................1,166 Saipem .....................................28,120 Snam Gas....................................3,695 STMicroelectr..............................5,580 Telecom IT ..................................1,052 Tenaris .....................................14,270 Terna ..........................................3,170 UBI Banca ...................................7,390 UBI w 09-11 ................................0,010 Unicredit .....................................2,033 Unipol .........................................0,554 W Mediobanca 11........................0,020
1,86 0,15 -2,10 1,01 -0,94 1,00 -1,77 0,07 -0,63 1,79 1,02 2,86 0,73 -
Benzina, partono scioperi e rincari Distributori chiusi tre giorni da domani. Consumatori: via alle speculazioni VALENTINA CONTE ROMA — Niente benzina per tre giorni. Il primo sciopero generale d’autunno è senza dubbio il più scomodo, alla ripresa di lavoro e scuola. E anche il più caro. Perché, coincidenza, quanti correranno oggi, entro le 19,30 in città e le 22 in autostrada, a fare il pieno per evitare di restare a secco domani, giovedì e venerdì, troveranno i listini ritoccati, all’insù. Le principali compagnie petrolifere hanno, infatti, provveduto ad aumentare i prezzi proprio a ridosso della protesta. Risultato: il litro di benzina sfiora quota 1,40 euro, quello di gasolio va oltre 1,26. Preoccupate per i disagi e indignate per la «speculazione», le associazioni dei consumatori, che nei giorni scorsi denunciavano già un disallineamento tra barile e distributori, cioè tra quota-
La verde a quota 1,4 euro. Oggi al ministero il governo tenta una mediazione zioni internazionali del petrolio e prezzi applicati in Italia, sballati di almeno 6-7 centesimi, accusano il governo di incapacità. «Troviamo gravissimo che non sia riuscito a ricomporre la frattura con i gestori della rete di distribuzione», reclamano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Così, in extremis, la convocazione auspicata da Figisc Confcommercio, Fegica Cisl e Faib Confesercenti, le sigle dietro lo stop, arriva in serata da Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, per le 15 di oggi presso la sede dell’ex dicastero di Scajola in via Veneto. «Presenteremo le proposte del governo per venire incontro alle esigenze delle associazioni. Chiediamo pertanto di sospendere ogni iniziativa di protesta fino alle 15. La revoca dello sciopero sarebbe un gesto molto importante», fa sapere Saglia. Senza un accordo, però, almeno l’80% dei 24.500 gestori italiani, chiuderà a partire da stasera e fino alle 22 di venerdì 17 settembre in autostrada, alle 7 di sabato 18 settembre in città (self service e notturni inclusi). Ad indignare, ingorghi e file inevitabili a parte, iniziate già ieri, sono i rialzi. Con tempismo sospetto, Agip, Ip, Q8 già da venerdì. Nel fine settimana, Erg, Esso, Shell, Total, Tamoil. Aumenti fino a 1,7 centesimi, monitorati da quotidianoenergia.it. Per ogni automobilista, 147 euro in più all’anno, calcola l’Adusbef. Mentre il brent fluttua tra i 70 e gli 80 dollari (ieri quotato a 77) almeno
da un anno e l’economia non riparte. «Vorrei che i nostri clienti non fossero costretti alle code», si giustifica Martino Landi, presidente Faib. «Ma sui rialzi vogliamo essere chiari: non siamo noi ad approfittarci degli italiani. La malafede è tutta dei petrolieri e del loro strapotere». Sui motivi della protesta, Landi spiega:
«Quando aumenta la benzina, per i gestori crescono i costi, ma i margini sono sempre gli stessi, 35 millesimi a litro. Insostenibile. Anche perché il 65% va allo Stato, tra accise e Iva». E poi c’è la questione del disegno di legge per la razionalizzazione del settore, atteso in Consiglio dei ministri. Non piace ai gestori. Tra i punti
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Il presidente Pietro Ciucci: stiamo rispettando la legge. Protestano Alemanno, Polverini e Zingaretti
Il caso
Sui pedaggi l’Anas tira dritto rivolta di enti locali e consumatori
BARBARA ARDÙ ROMA — Silenzio dal governo, ma una nuova alzata di voce collettiva quella che segue il bliz estivo dell’Anas. Con un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’ente annuncia la gara «per la fornitura di un sistema di pedaggiamento» elettronico. Dunque tra poco più di un anno si pagherà anche là dove, fino a oggi, non era previsto. Protestano consumatori, enti locali (Lazio in primis), Pd e Idv. E protestano perché Tar e Consiglio di Stato hanno già bloccato i rincari previsti dall’ultima manovra. Ma l’Anas va avanti lo stesso, con la gara. «Stiamo solo
indigesti, il superamento della contrattazione nazionale, con i sindacati scavalcati da contratti tipizzati tra compagnia petrolifera e gestore, e la liberalizzazione che, secondo Landi, pende troppo a favore dell’extra rete, cioè dei distributori senza marchio e di quelli nei supermercati.
Pietro Ciucci
attuando una norma di legge — spiega Pietro Ciucci, presidente di Anas — che prevedeva che i 1.300 km di autostrade gestite direttamente venissero assoggettate a pedaggio». Nell’attesa di installare le apparecchiature (una sorta di telepass) era previsto «un onere forfettario di un euro. Ed è questo — aggiunge Ciucci — il provvedimento transitorio» sotto esame al Tar e sospeso.
Un ragionamento che a molti non torna. A cominciare dagli amministratori del Lazio (anche il Gra e la Roma-Fiumicino diventerebbero a pagamento). Il presidente della Provincia Zingaretti, scrive a Berlusconi per chiedergli di bloccare il «macchinoso piano» pensato da Ciucci. Renata Poleverini (presidente della Regione) parla di «fuga in avanti» dell’Anas. E il sindaco di Roma
Alemanno chiede di «rinegoziare il contratto con l’ente pubblico», ma riesce a convince i deputati romani del Pdl a presentare alla Camera una mozione per chiedere il blocco del bando di gara. Cosa che aveva già fatto Enrico Gasbarra (Pd), membro della commissione Trasporti della Camera, che nei giorni scorsi aveva presentato un’interrogazione parlamentare al ministro delle Infra-
GIUSEPPE TURANI L’OTTOVOLANTE CONGIUNTURA E PREVISIONI SBAGLIATE
ai previsione fu più sbagliata di quella relativa alla Germania. La Commissione europea ha infatti appena detto che nel 2010 la sua crescita sarà del 3,4%: e si tratta di una stima che è esattamente il triplo di quanto previsto appena nel maggio scorso. E tutto questo perché nessuno pensava che l'export tedesco avesse la forza che poi ha dimostrato di avere nel primo semestre dell'anno. La Commissione, per la verità, ha rialzato le stime per l'intera Europa (Italia compresa). Oggi, comunque, usciranno (per la Germania) i dati dell'indice Zew (previsioni degli operatori economici) si avrà così a disposizione qualche numero in più. La previsione è che l'indice Zew scenda dal livello 14 di agosto a quota 11. E questo a causa dei brutti dati di luglio su produzione, ordini e export. In realtà, come dice l'Ocse, la congiuntura sta rallentando ovunque.
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BORSE EUROPEE Paese/Indice 13-09 Amsterdam (Aex) ..................337,27 Bruxelles-Bel 20 .................2610,81 Francoforte (Xet Dax)...........6261,68 FTSE Eurotrack 100 ............2291,24 Londra (FTSE 100)...............5565,53 Madrid Ibex35 ..................10765,20 Oslo Top 25...........................346,37 Parigi (Cac 40) ....................3767,15 Vienna (Atx) ........................2515,52 Zurigo (SMI) ........................6471,77
Var.% +0,69 +1,60 +0,75 +0,59 +1,16 +0,71 +1,39 +1,11 +1,14 +0,06
BORSE INTERNAZIONALI
EURIBOR
Paese/Indice 13-09 DJ Stoxx Euro........................267,62 Hong Kong HS...................21658,35 Johannesburg ..................26707,36 New York (S&P 500) ............1121,90 New York (DJ Ind.).............10544,13 Nasdaq Comp. ....................2185,71 Singapore ST ......................3066,81 Sydney (All Ords).................4654,20 Tokio (Nikkei)......................9321,82
SCADENZA 1 mese
Var.% +0,89 +1,89 +1,90 +1,11 +0,78 +1,93 +1,16 +0,89
ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,6160
TASSO 365 0,6246
CORONA DK...............................7,4466 CORONA N.................................7,8520 CORONA S.................................9,1840 DOLLARO AUS ...........................1,3732 DOLLARO CDN...........................1,3185 DOLLARO USA ...........................1,2801 FRANCO CH ...............................1,2991 STERLINA UK.............................0,8312 YEN J ....................................107,6900
+0,019 -0,305 -0,195 -0,051 +0,511 +0,597 -0,223 +0,947 +0,796
VALUTE
13 SETTEMBRE Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 13 SETTEMBRE Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano
MATTINO
SERA
31,47 1.243,00 -
31,47 1.243,75 525,02 40,70 13,75
DENARO
LETTERA
214,07 214,07 214,07 950,28 167,33
235,01 235,01 235,01 1.032,91 189,02
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
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Il sindacato
Aut aut di Cisl e Uil sul fisco: ora meno tasse “Tagli Irpef, restituzione del fiscal drag e più imposte sulle rendite finanziarie” ROBERTO PETRINI ROMA — Taglio delle aliquote sui redditi più bassi, aumento al 20 per cento dell’imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie, ritorno di un adeguamento automatico per il recupero del fiscal drag sulla busta paga, equiparazione della «no tax area» dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti, aumento delle detrazioni Irpef per il lavoro e per i pensionati, riduzione del prelievo sulle imprese a fronte di investimenti e di nuova occupazione. La questione fiscale e, soprattutto, quella del potere d’acquisto dei «redditi fis-
si» torna in primo piano. Nel mezzo della crisi economica e dell’immobilismo del governo sono stati ieri i due sindacati «dialoganti» con l’esecutivo, la Cisl e la Uil, a scoprire le carte e a prendere l’iniziativa lanciando un programma fiscale organico e completo a difesa dei redditi più bassi. Il leader della Cisl, Raffaele Bo-
nanni, e quello della Uil, Luigi Angeletti, hanno presentato la manifestazione che terranno sabato 9 ottobre a Roma: «Meno fisco per il lavoro, più lavoro per l’Italia» chiedono i due leader sindacali che hanno esortato l’esecutivo con un occhio alle dichiarazioni di Tremonti a Gubbio - all’apertura di un confronto con «tutte le
I SEGRETARI I leader di Uil e Cisl, Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni. Hanno proclamato una manifestazione nazionale per il 9 ottobre
Manifestazione nazionale il 9 ottobre. Bonanni: politici alla larga, rischio-pernacchia
sfidare le sentenze dei giudici amministrativi». Annunciano intanto battaglia le organizzazioni dei consumatori. Federconsumatori e Adusbef prevedono «maggiori spese per le famiglie di 60 euro annui e nel caso dei pendolari un ricarico mensile di circa 60 euro». Una soluzione l’ha tirata fuori dal cappello Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit e presidente dell’Aiscat (l’associazione delle concessionarie autostradali). «L’Anas dovrebbe uscire dalla pubblica amministrazione e diventare totalmente privata», ha dichiarato. Invito che Pietro Ciucci condivide. Una domanda però sorge spontanea. Chi la compra?
parti sociali» sui temi economici. «Basta con le pagliacciate, lanciamo un aut aut», ha detto Bonanni, richiamando il tema dell’evasione fiscale, «vogliamo una riforma integrale del fisco: tutti si indignano e nessuno fa nulla». Il leader della Cisl ha anche chiesto polemicamente ai politici di non presentarsi alla manifestazione di ottobre con le loro bandiere di partito: «Altrimenti riceveranno pernacchie virtuali...». «Non ci sono più alibi alla riforma fiscale», ha commentato il segretario della Uil Angeletti. Irritata la Cgil: Avevamo dato la nostra disponibilità ma ci hanno esclusi», ha dichiarato il segretario confederale Danilo Barbi che, pur apprezzando l’iniziativa, ha annunciato una propria piattaforma sul fisco per il 16 e 17 settembre. La proposta di Cisl e Uil entra nel merito dei complessi meccanismi che regolano il fisco. A cominciare dalla griglia delle aliquote dove le richieste sono esplicite e cifrate: riduzione della prima al 20 per cento (oggi è del 23 fino a 15 mila euro) e della terza al 36 (oggi è al 38 tra i 28 e i 55 mila euro). Le misure ricordano in qualche modo le proposte elaborate negli ultimi anni nei think tank del centrosinistra: come quella dell’«imposta negativa», ovvero la predisposizione di erogazioni monetarie per i cittadini «incapienti», cioè per coloro che hanno un reddito così basso da non poter beneficiare delle detrazioni fiscali. Una manovra difficile visto il sentiero stretta della finanza pubblica? Non proprio anche perché Cisl e Uil indicano nel risanamento finanziario, negli sprechi (a partire dalle funzioni «non essenziali» delle province») e nei costi della politica i punti da aggredire. Mentre chi ha ripreso in mano i conteggi della tassazione delle rendite finanziarie ricorda che l’operazione potrebbe fornire un gettito ragguardevole. Cisl e Uil riscuotono il plauso del Pd: Stefano Fassina giudica «ampiamente condivisibile» la piattaforma sindacale e annuncia per i prossimi giorni proposte dettagliate sul fisco in vista dell’assemblea nazionale dell’8 ottobre. Aperture alla proposta di Cisl e Uil sono giunte anche dalla maggioranza: Cicchitto (Pdl) ha esortato ad una «attenta valutazione» delle proposte di Angeletti e Bonanni. Tutto ciò mentre il ministro del Welfare Sacconi continua a guardare all’aggressione subita dal segretario della Cisl a Torino: «Sembriamo la Colombia: non temiamo i narcotrafficanti ma nuove forme di violenza politica».
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strutture. Obiettivo: fermare il pedaggio sul Gra di Roma. E ieri ha invitato la Polverini e Alemanno a passare «dagli annunci ai fatti». Più politica la lettura di Matteo Mauri, responsabile trasporti e infrastrutture del Pd. «Il governo spiega Mauri - è assetato di soldi freschi e dopo aver tagliato i finanziamenti all’Anas è costretto ora ad “appoggiarlo” nell’introduzione di nuovi pedaggi per pagare la manutenzione, che va comunque fatta. Rientra tutto nella logica di questo governo». Il risultato? «Pagheranno i pendolari». Lannutti (Idv) attacca direttamente Ciucci, «che si permette di
Il manager: Tar e Consiglio di Stato hanno sospeso solo il pagamento forfettario di 1 euro
la Repubblica Genova, 2-10 Ottobre 2010
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IMPRESE
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La Banca del Sud nascerà dal Mediocredito PosteeIccrearilevanodaUnicreditl’istitutochesaràilveicolodelprogettodiTremonti ANDREA GRECO MILANO — Unicredit tratta la cessione del Mediocredito centrale a Poste italiane e Iccrea holding, che potrebbero farne il veicolo della futura Banca del Mezzogiorno inserita dal governo nella scorsa Finanziaria. «Unicredit conferma di avere ricevuto da Poste italiane e Iccrea holding una manifestazione di interesse non vincolante alla potenziale acquisizione di Mcc, la quale potrebbe divenire il veicolo per la costituzione della Banca del mezzogiorno», riporta la nota dei venditori, e aggiunge che i due interessati «hanno avviato un’attività di due diligence sulla società», che per il gruppo si occupa soprattutto di finanziamenti e
La due diligence è in corso, ma la trattativa dovrebbe chiudersi entro due-tre settimane servizi per il settore pubblico e di credito agevolato. Nel pomeriggio, la società che smista la corrispondenza nazionale ha comunicato di avere avviato, insieme alla holding industriale del sistema delle Banche di credito cooperativo (Bcc), «un’attività conoscitiva volta alla possibile acquisizione di Mediocredito centrale, nell’ipotesi di operazioni straordinarie in fase di valutazione connesse al progetto della Banca del Mezzogiorno». Le Poste, come pure Iccrea, sono già membri del comitato promotore della Banca per il Sud voluta da Giulio Tremonti, e hanno il compito di individuarne i soci investitori. Non si conoscono i valori della transazione, ma i conti di Mcc possono dare un’idea della merce sul piatto. A fine giugno, la società aveva ricavi pari a 88 milioni di euro, 28 milioni di utile netto e un patrimonio di 755 milioni. Fonti finanziarie indicano tempi brevi – due o tre settimane – e un corrispettivo nell’ordine largo di cifre di un centinaio di milioni. La banca del Mezzogiorno, progetto economico-politico
fortemente voluto dal Tesoro, nasce come istituzione finanziaria di secondo livello per sostenere progetti di investimento nel Sud e promuovere il credito alle Pmi locali. Opererà senza nuovi sportelli, per il tramite della rete delle Poste e delle istituzioni aderenti, come istituto di garanzia, consulenza e credito a mediolungo termine. Avrà forma privata, con lo stato azionista simbolico e in uscita entro cinque anni. Se la transazione si perfezionerà per Mcc si chiuderà il ciclo iniziato un decennio fa gloriosamente e rientrato poi nelle righe, da quando nel 2007 Capitalia fu integrata in Unicredit. Nei primi anni del Duemila, complice l’assedio a Mediobanca da parte dei suoi maggiori azionisti (tra cui
proprio Unicredit e Capitalia) erano nati diversi progetti concorrenti nel ramo banca d’affari. Mcc era quello della Banca di Roma, e fu anche la porta per il rientro in Italia di Matteo Arpe, nominato suo ad nel 2001. L’intraprendenza dell’ex pupillo di Enrico Cuccia aveva contribuito a fare di Mcc un “salotto buono” alternativo a Mediobanca, in salsa romana. Dove grandi nomi come Fininvest, Telecom, Toro, Hopa, Tanzi, Marchini, Lamaro, Angelini, Pesenti, Alessandri, si erano aggiudicati piccole quote. Di Mcc però non si ricordano gesta memorabili, e qualche anno dopo rientrò in Capitalia. Ora per Mcc si prepara una nuova vita, al servizio delle imprese meridionali. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I punti
I protagonisti LO SCOPO La Banca del Mezzogiorno vuole favorire le nuove imprese più giovani e piccole, e creare nuova occupazione facendole crescere per dimensioni e proiezione estera
I PROMOTORI Il comitato promotore del progetto è composto dalle Poste italiane e dai rappresentanti delle Bcc sul territorio elettivo della futura banca, il Sud Italia
SARA BENNEWITZ AFFARI IN PIAZZA VENTI FONSAI PER UN LEONE
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a crisi finanziaria e i tassi bassi hanno mandato a tappeto tutte le assicurazioni. Le piccole, come sempre, hanno sofferto più delle grandi. E così Generali, che da inizio anno ha perso il 19,8% del suo valore, allunga comunque le distanze rispetto alle rivali italiane. Se Fonsai, Mediolanum, Unipol, Cattolica e Milano Assicurazioni mettessero insieme le forze, non riuscirebbero ad essere più grandi di un quarto del Leone di Trieste. Ma se l’integrazione con Alleanza ha rafforzato il gruppo italiano in patria, Generali (23,5 miliardi di capitalizzazione) ha perso terreno nei confronti delle storiche rivali europee Allianz (38,7 miliardi) e Axa (30,5 miliardi). Morale ci vogliono venti Fonsai per fare un Leone, ma il colosso di Trieste si è fatto superare pure dagli svizzeri di Zurich Financial (26,9 miliardi). © RIPRODUZIONE RISERVATA
MASSIMO SARMI
ALESSANDRO PROFUMO
È del ministro dell’Economia l’idea di una Banca per il Sud poiché i grandi istituti prestano i soldi nelle aree a maggior crescita economica
Il ministero dell’Economia riceverà a breve dalla Cdp il 35% delle Poste e poi con questa acquisterà il Mediocredito Centrale
Dopo aver assorbito l’area corporate ora l’Unicredit vende il Mediocredito, cioè il settore credito agevolato e agli enti pubblici
Il presidente Ackermann: “Così ci rafforzeremo, i fondi dall’aumento di capitale da 9,8 miliardi”
L’operazione
Deutsche scala Postbank e mette sul piatto 7,7 miliardi
LE ATTIVITÀ La Banca del Mezzogiorno darà garanzie, credito a medio termine, consulenza, e metterà in rete le banche già presenti sul territorio meridionale
GIULIO TREMONTI
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO — Deutsche Bank ha fretta: vuole arrivare a controllare il 51% almeno di Postbank, la banca originata dalle Poste tedesche, entro la fine dell'anno. Per questo ha appena lanciato un aumento di capitale di 9,8 miliardi di euro: l' Opa sull'acquisto di una seconda tranche di titoli Postbank, ha spiegato ieri il numero uno di Deutsche Bank, Josef “Joe” Ackermann, ammonta a 7,7 miliardi di euro. Così Deutsche vuole rafforzarsi significativamente, arrivare a un totale di circa 24 milioni di clienti nella sola Germania, e acquisire una posizione di
predominio nel retail banking business. Parte in tal modo, ancora una volta da Deutsche Bank, una mossa strategica che ridisegna a fondo i rapporti di forze e l'equilibrio dei ruoli nei sistemi bancario tedesco ed europeo. La settimana scorsa, appunto, Deutsche Bank aveva annunciato il più importante aumento di capitale della storia dell'istituto, per 9,8 miliardi di euro. Ieri pomeriggio Josef Ackermann ha confermato che il motivo dell'aumento di capitale è la decisione strategica di accelerare la scalata a Postbank. Con Postbank aumenteremo gli utili, e la nostra “company” varrà di più, ha detto Ackermann. Con l'aumento del-
la partecipazione in Postbank, Deutsche vuole arrivare a ricavi oltre i 10 miliardi e soprattutto a un raddoppio degli utili lordi, dagli attuali 1,5 miliardi a circa 3 miliardi. «Con Postbank ci rafforzeremo, il gruppo bancario avrà un valore più alto, sarà basato su due solidi pilastri», ha spiegato Ackermann. Aggiungendo. «Disporremo di un mix di risultati più bilanciato e nel complesso avremo utili più stabili». L'obiettivo strategico è far fare un salto di qualità decisivo al peso di Deutsche Bank nel mondo dei big globali della finanza. «Vogliamo diventare il leader indiscusso (in Germania, ndr) del retail banking business e
portare il gruppo tra le prime banche europee nel comparto del private clients business», ha detto ancora l'attivissimo, autorevole banchiere, uno dei manager più ascoltati dalla cancelliera Angela Merkel, illustrando ancora i piani dell'istituto. Aumentando la sua quota di partecipazione in Postbank, Deutsche Bank arriverà ad un balzo incredibile nel numero dei suoi clienti: saliranno a 24 milioni di persone, su poco più di ottanta milioni di cittadini della Repubblica federale. Attualmente Deutsche Bank già controlla il 30% di Postbank, ma grazie all' Opa - che vale in sostanza 24-25 euro per azione di Postbank stessa - resa possi-
MINISTERO DELLA DIFESA DIREZIONE DEL GENIO MILITARE PER LA MARINA AUGUSTA ESTRATTO BANDO DI GARA A PROCEDURA APERTA
CODICE ESIGENZA: 040808 ENTE APPALTANTE: Ministero Difesa – Direzione del Genio Militare per la Marina Augusta – Via Caracciolo, 3 96011 Augusta (SR) – Tel. 0931/424859. LUOGO DI ESECUZIONE DELEL OPERE: Catania. CARATTERISTICHE GENERALI DELL’OPERA: Lavori di costruzione nuova palazzina operazioni Centrale Operativa Controllo Aeromobili (C.O.C.A.) della Stazione Elicotteri di Maristaeli. IMPORTO BASE DI GARA: €1.340.500,00. I.V.A. non imponibile ai sensi dell’art. 9.6. del DPR 633/72 di cui: Oneri per l’attuazione piano di sicurezza (non soggetti a ribasso): €.53.500,00; CATEGORIE DI CUI SI COMPONE L’APPALTO: OG1 € 715.221,07 Categoria III^ Prevalente – OG11 €. 369.724,53 Categoria II^ scorporabile – OS21 €. 255.554,40 I^ scorporabile. TIPO DI GARA: Procedura aperta. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’articolo 83 del D.Lgs. 163/2006 e successive modifiche e integrazioni. TERMINE DI RICEZIONE DEL PLICO E INDIRIZZO A CUI QUESTO DEVE ESSERE TRASMESSO: le offerte dovranno pervenire tramite posta, a mezzo raccomandata o a mezzo servizio di agenzia autorizzata entro le ore 12,00 del giorno antecedente quello previsto per la gara ad essere indirizzate alla DIREZIONE DEL GENIO MILITARE PER LA MARINA – VIA CARACCIOLO, 3 – 96011 AUGUSTA (SR). DATA E ORA ESPLETAMENTO DELLA PROCEDURA APERTA: il giorno 06/10/2010 alle ore 10,00 (prima seduta); il giorno 19/10/2010 alle ore 10,00 (seconda seduta); data terza seduta comunicata con le modalità indicate nel disciplinare di gara; qualora ricorrono i termini di cui all’art. 86 co. 2 la data della quarta seduta sarà comunicata con le modalità indicate nel disciplinare di gara. VISIONE DOCUMENTAZIONE TECNICO AMMINISTRATIVA: Le imprese interessate potranno consultare gli atti di gara presso questa Direzione tutti i giorni dalle ore 09.00 alle ore 12.30 escluso il sabato e i festivi. Il bando e il disciplinare di gara sono disponibili sul sito internet: www.serviziocontrattipubblici.it – www.marina.difesa.it REQUISITI RICHIESTI: quelli di cui agli artt. 4, 17 e 18 del D.P.R. 34/2000. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO PER LA FASE DI AFFIDAMENTO: Direttore di Amm.ne Dr. Antonino CIPRIANO IL CAPO DEL SERVIZIO AMMINISTRATIVO Direttore amm.ne Dr. Antonio CIPRIANO
24 mln I CLIENTI
È il numero di clienti totali che Deutsche Bank avrà dopo l’acquisizione di Postbank
30% LA QUOTA
Deutsche Bank ha già il 30% di Postbank. L’obiettivo di Ackermann è salire sopra il 51%
bile dall'aumento di capitale, vuole passare al controllo di un altro 21%. Originariamente, Deutsche Bank pensava di aumentare la sua partecipazione in Postbank soltanto verso il 2012. Il grande rimescolamento delle carte accelerato nella finanza dalla crisi internazionale le ha messo fretta. Ackermann non vuole perdere tempo: è deciso a far crescere l'istituto di pari passo con il suo rapidissimo adeguamento alle nuove, più severe regole sul rigore delle banche decise a Basilea. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
Global market
Hypo Re chiede nuovi soldi pubblici alla ricca Germania
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IMPRESE&MERCATI BERLINO — Persino la Germania, locomotiva d’Europa e modello per l’economia mondiale, combatte con le conseguenze delle ultime onde d’urto della crisi finanziaria internazionale. La Hypo Real Estate (Hre), l’istituto di Monaco che già era stato salvato dal peggio nella tempesta finanziaria con un soccorso da 30 miliardi di euro messo insieme dal governo federale e dalle maggiori banche, adesso ha bisogno di nuove garanzie pubbliche. Una brutta sorpresa per l’establishment, e i vertici politici costretti a lanciare un nuovo salvagente a Hre gridano allo scandalo. Hypo Real Estate chiede nuove garanzie pubbliche per 40 miliardi. Lo ha stabilito la Soffin, la commissione speciale che governa il fondo per il salvataggio delle banche in difficoltà. La situazione di Hre
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(con sede nella ricca Monaco) non riesce a migliorare. Come nessun altro istituto tedesco, la Hre ha investito per anni nei prestiti pubblici lanciati da paesi dell’area euro altamente indebitati e a rischio. E rifinanzia in euro i crediti da lei concessi. Col rischio che un ulteriore
FLASH
Ho sentito che era arrivato il momento di cercare nuove opportunità nella mia vita; allo stesso tempo sono impegnato al 100% nel fare del mio meglio per Nokia fino al mio ultimo giorno Anssi Vanjoki, vice pres. Nokia
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apprezzamento del dollaro le renda più caro l’acquisto di denaro. Per questo, già pochi mesi fa, Hre era stata l’unica banca tedesca a non passare l’esame dello stato di salute degli istituti, il cosiddetto stress test. «La Hre è un pozzo senza fondo», protesta Frank Schaeffler, esperto finanziario della Fdp, il partito liberale alleato al governo dei cristiano-conservatori della cancelliera Angela Merkel. L’ultima speranza è che funzioni il management di Fms, l’istituto che da ottobre un po’ come una bad bank dovrà rilevare e gestire gli affari (sbagliati) di Hre. Resta da vedere se e quando, alla lunga, Hre saprà mai tornare alle condizioni di un istituto sano, o in stato di salute normale. Andrea Tarquini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Riassicurazioni scatenate sulla marea nera Munich Re pronta a coprire fino a 20 miliardi di danni ambientali LUCA PAGNI
La piattaforma Deepwater Horizon della Bp
MILANO — C’era da aspettarselo. Il perché lo spiega la legge dei grandi numeri: dopo un disastro di proporzioni estreme come quello che si è verificato nel Golfo del Messico - causato dall’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater della British Petroleum - le probabilità che si ripeta una simile eventualità sono ridotte al lumicino. Ecco perché i colossi mondiali delle riassicurazioni sono pronte a garantire maxi-rimborsi nel caso di nuovi disastri ambientali causati dagli impianti di estrazione del petrolio al largo delle coste. A cominciare dal numero uno al mondo. A lanciare l’idea è stata Munich re: nell’incontro annuale dei suoi dirigenti nella capitale bavarese, ha annunciato un pro-
getto che prevede la copertura fino a 20 miliardi di euro di danni. Beninteso, la copertura non andrebbe ai danni subiti dalla petroliera ma soltanto a quelli di terzi. Una simile cifra non verrebbe pagata solo da Munich re, che arriverebbe fino a una copertura di 2 miliardi, ma da un pool di compagnie primarie e di riassicurazione. Del resto, queste ultime servono proprio a ridurre una parte dei rischi assicurati quando la copertura di danni legati a eventi eccezionali manca del tutto o in parte. L’obbiettivo è quello di evitare che le compagnie di assicurazione tradizionali falliscano in caso di calamità naturali di grandi proporzioni, travolte dagli indennizzi. Al progetto di Munich re si sarebbero così già detti disponibili per un’alleanza anche i principali concorrenti, Hanno-
ver re e Swiss re. E per confermarlo un dirigente di quest’ultima si è lasciato andare a un commento quanto mai significativo: «Abbiamo appetito per questo tipo di rischi». Disponibili, ma a una condi-
Anche Swiss Re e Hannover Re interessate a patto che ci sia un obbligo per le compagnie a sottoscrivere una polizza zione: che ci sia un obbligo di legge che impegni le compagnie petrolifere ad assicurare le piattaforme. Un obbligo che fino a ora non c’è stato e che costerà carissimo a Bp. La società britannica ha ritenuto, negli ultimi venti anni, di fare a meno di polizze onerose
per assicurare i suoi impianti e di ripagare eventuali danni grazie ai suoi ingenti guadagni (5,6 miliardi solo nel primo trimestre del 2010). In verità, ha fatto tutto in casa, sottoscrivendo una polizza con una controllata (la Jupiter Insurance, con sede nel paradiso fiscale di Guernsey, nella Manica) ma con un indennizzo di poche centinaia di milioni. Il disastro del golfo del Messico le è già costato 8 miliardi di dollari e stime indipendenti parlano di risarcimenti fino a 40 miliardi. Ma un effetto nel settore assicurativo c’è già stato. Secondo un rapporto di Moody’s investor service i premi di riassicurazione sono saliti del 15-25% per piattaforme in acque basse e del 50% per impianti come la Deepwater Horizon. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giudizio
Eni, Moody’s abbassa il rating il rientro del debito sarà graduale
Paolo Scaroni
MILANO — Moody’s ha rivisto al ribasso il suo giudizio sul debito di lungo termine sull’Eni mantenendo però stabile l’outlook. Per l’agenzia di rating ora la qualità dei debiti del gruppo petrolifero è di Aa3 (dal precedente giudizio di Aa2) e riflette le aspettative che «il processo di riduzione del debito avviato dal management e il recupero della qualità del credito saranno graduali». Allo stesso tempo Moody’s riconosce alla società guidata da Paolo Scaroni «una struttura finanziaria prudente come evidenziato dall’adeguamento del dividendo nella seconda metà del 2009 e l'impegno a tenere la leva del debito sotto il 40%». Per centrare questi obiettivi Eni ha messo in atto un programma di dismissioni per 3 miliardi di euro, che prevede anche la cessione delle quote in tre gasdotti internazionali d'intesa con le Autorità antitrust europee. L’outlook stabile riflette invece «le attese che i profitti futuri così come i flussi di cassa continueranno ad essere sostenuti».
Il caso
Harley Davidson, ok ai sacrifici per evitare la delocalizzazione
Le storiche Harley
MILWAUKEE — Il metodo Marchionne fa scuola anche in casa Harley Davidson. I 1.400 operai dello stabilimento in Winsconsin dello storico marchio motociclistico Usa hanno approvato (55% contro 45%) il piano lacrime e sangue proposto dall’azienda per non delocalizzare l’impianto. L’accordo prevede il congelamento per sette anni degli stipendi, il taglio di posti di lavoro e l’outsourcing di parte della produzione assieme a un pagamento secco di 12mila dollari a dipendente. Harley ha consentito di votare anche ai lavoratori già in via di licenziamento e molti di loro – pur di non veder sparire almeno l’”incentivo” una tantum – hanno dato l’ok, spianando la strada all’approvazione. I sindacati hanno contestato le procedure ma si sono dichiarati lo stesso soddisfatti per l’esiguo margine di vantaggio dei sì. I titoli Harley hanno guadagnato a Wall Street quasi il 5%.
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Per la documentazione delle obbligazioni Royal: Per maggiori informazioni:
www.rbsbank.it/markets markets.it@rbs.com Numero Verde 800 920 960
Il trattamento fiscale dipende dalla situazione individuale di ciascun cliente e può essere soggetto a modifiche in futuro. In relazione alle US Persons possono essere applicabili leggi USA. Tutte le suddette informazioni devono essere necessariamente integrate con quelle messe a disposizione dall intermediario in base alla normativa di volta in volta applicabile. PRIMA DELLA NEGOZIAZIONE LEGGERE ATTENTAMENTE IL BASE PROSPECTUS relating to Notes approvato da AFM in data 01.07.2010, IN PARTICOLARE PER I FATTORI DI RISCHIO, ED I PERTINENTI FINAL TERMS, nonché le SCHEDE PRODOTTO in particolare per i RENDIMENTI ANNUI GARANTITI. Al 31.07.2010 variazione ISTAT 1,7%. Al 07.09.2010 Euribor 3m 0,881%. The Royal Bank of Scotland plc è un rappresentante autorizzato di The Royal Bank of Scotland N.V.
MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
ANAS S.p.A. Direzione Regionale per la Sicilia
Si comunica che sulla G.U.R.I. n° 106 del 13.09.2010 è pubblicato il bando di gara integrale relativo al sotto elencato lavoro: BANDO DI GARA PAPA10 - 08, GARA N° 1. CIG: 053458517F. PAB61037CMB PALERMO, ENNA, MESSINA, AGRIGENTO, TRAPANI
Codice Appalto PROVINCE
SERVIZI DI SGOMBRANEVE E TRATTAMENTO ANTIGHIACCIO, LUNGO LE STRADE STATALI NN.186 - 120 - 643 - 117 - 286 - 624 DI COMPETENZA DEL CENTRO MANUTENTORIO “B”, ESERCIZIO 2010 - 2013. CTG
CLASSIFICA
IMPORTO TOTALE LORDO DEI SERVIZI A CORPO
EURO 505.000,00
ONERI SICUREZZA
10.000,00
IMPORTO SOGGETTO A RIBASSO
495.000,00
CATEGORIA SERVIZI
16
BANDO DI GARA PAPA10 - 08, GARA N° 2. CIG: 053459059E. PAB61036CMC PALERMO, ENNA, CALTANISSETTA, CATANIA
Codice Appalto PROVINCE
SERVIZI DI SGOMBRANEVE E TRATTAMENTO ANTIGHIACCIO LUNGO LE STRADE STATALI NN.117 - 117/BIS - 121 - 122 - 190 - 191 - 290 - 560 - 561 - 626 - NSA79 RACCORDO PIETRAPERZIA - VARIANTE DI NICOSIA, CENTRO MANUTENTORIO “C”, ESERCIZIO 2010 - 2013. CTG
CLASSIFICA
IMPORTO TOTALE LORDO DEI SERVIZI A CORPO
EURO
CONCESSIONI AUTOSTRADALI VENETE – CAV SPA Sede Operativa: Via Bottenigo 64/A 30175 Marghera (Ve) Telefono 041/5497111 Telefax 041/935181 Avviso di appalto aggiudicato CIG 0475880498 - Bando rif. CAV/01/2010 – Noleggio alungo termine di 04 furgoni per il servizio ausiliari della viabilità autostradale. Lotto unico. Importo complessivo a base di gara 400.000,00 EUR Durata dell’appalto: 36 mesi (a far data dalla consegna dei furgoni). Aggiudicazione con il criterio dell’“offerta economicamente più vantaggiosa” ai sensi dell’art. 83, del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. Procedura aperta esperita in data 29/07/2010. Unico concorrente partecipante, ammesso e aggiudicatario: Arval Service Lease Italia S.p.a. Via Pisana, 314/b – 50018 Scandicci (FI); prezzo offerto 367.200,00, corrispondente ad canone mensile di 2.550,00 EUR per singolo furgone. Il presente avviso è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE) in data 06/09/2010 ed è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (GURI) n. 105 del 10/09/2010. I punteggi di gara sono reperibili sul sito web della regione veneto: www.regione.veneto.it nonché sul “profilo del committente” www.cavspa.it Venezia/Marghera li, 06/09/2010 - prot. n. 8195. L’Amministratore Delegato ing. Eutimio Mucilli
470.000,00
ONERI SICUREZZA
8.000,00
IMPORTO SOGGETTO A RIBASSO
COMUNE DI MIRANO Provincia di Venezia
462.000,00
CATEGORIA SERVIZI
16
BANDO DI GARA PAPA10 - 08, GARA N° 3. CIG: 05345948EA. PAB61035CMA PALERMO, CALTANISSETTA, AGRIGENTO
Codice Appalto PROVINCE
SERVIZI DI SGOMBRANEVE E TRATTAMENTO ANTIGHIACCIO LUNGO LE STRADE STATALI NN.118 - 188 - 188/C - 121 - 189 - 285 E 122/BIS DI COMPETENZA DEL CENTRO MANUTENTORIO “A”, ESERCIZIO 2010 - 2013. CTG
CLASSIFICA
IMPORTO TOTALE LORDO DEI SERVIZI A CORPO
EURO 126.000,00
ONERI SICUREZZA
4.000,00
IMPORTO SOGGETTO A RIBASSO CATEGORIA SERVIZI
122.000,00 16
Il termine per l’esecuzione, per ogni singolo servizio è di 1095 (millenovantacinque) giorni naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna. Determina a Contrarre: n° CPA 0043424 - I del 08/07/2010 per la gara n°1; n° CPA - 0043423 - I del 08/07/2010 per la gara n° 2; n° CPA - 0042633 - I del 06/07/2010 per la gara n° 3. Responsabile del Procedimento: Ing. Umberto RIERA. Termine per il ricevimento delle offerte: Il plico con la documentazione richiesta dovrà pervenire, a mezzo del servizio postale, ovvero mediante agenzie di recapito autorizzate, entro le ore 12.00 del 25/10/2010; e dovrà essere indirizzato a: ANAS S.p.A. Direzione Regionale per la Sicilia, Via A. De Gasperi 247, 90146 Palermo. Modalità di apertura della documentazione: la prima seduta pubblica si terrà il giorno 27/10/2010 alle ore 9.00 presso la sala gare della Stazione Appaltante all’indirizzo di cui sopra. Modalità di apertura delle offerte: si terrà in seduta pubblica il giorno 09/11/2010 alle ore 9.00. IL DIRETTORE REGIONALE Dott. Ing. Ugo DIBENNARDO
Palermo, lì 14.09.2010 VIA A. DE GASPERI, 247 - 90146 PALERMO Tel. 091/379111 - Fax 091/6703090 - 091/521722 sito internet www.stradeanas.it
ESTRATTO BANDO DI GARA PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO SERVIZI ASILO NIDO Servizi asilo nido presso l’asilo nido comunale – Periodo 01.01.2011 – 31.12.2012. Importo biennale netto a base d’asta: Importo biennale netto a base d’asta: € 753.482,62.= più € 800,00.= quali oneri per la sicurezza complessivamente € 754.282,62.= (IVA esclusa). Criterio di aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa. Termine per il ricevimento delle offerte: 25.10.2010 - ore 12,00 Apertura delle offerte: presso la Sede Municipale il 26.10.2010 ore 9,00 Data di spedizione dell’avviso alla G.U.C.E.: 09.09.2010 Documentazione di gara: Disponibile gratuitamente sul sito dell’ente: WWW.COMUNE.MIRANO.VE.IT e sul sito della Regione Veneto: WWW.RVENETO.BANDI.IT,. Informazioni e/o chiarimenti: per la parte amministrativa presso Servizio Gare Appalti e Contratti - Tel. 041/5798374 - 325 – Fax. 041 -5798329 – e-mail: gare.appalti.contratti@comune.mirano.ve.it, e per la parte tecnica Servizio Pubblica Istruzione – Telefono 041-5798475 – Fax. 041-5701151 – e-mail: istruzione@comune.mirano.ve.it. IL DIRIGENTE AREA 1 dott. Filippo Martellini
MAGISTE REAL ESTATE S.P.A. IN C.P. N. 20/06 LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE DEI BENI INVITO A OFFRIRE La liquidazione giudiziale dei beni ceduti ai creditori con il concordato preventivo n. 20/06 di Magiste Real Estate S.p.A. invita a formulare offerte di acquisto per i seguenti beni immobili: Immobile:
Prezzo base (esclusa IVA e costi acquisizione)
Roma Via della Farnesina, 235 Roma Via della Farnesina, 237 – 239 Roma Via della Farnesina, 241 Roma Via della Farnesina, 247 – 249 Roma Via della Farnesina, 269 Roma, Via Duccio di Buoninsegna, 67 - 73 P.S. Stefano (GR), Villa Cacciarella Zagarolo, Via Valle del Formale 28/C (box 18)
Euro 269.000,00 Euro 331.400,00 Euro 154.200,00 Euro 1.056.400,00 Euro 1.260.000,00 Euro 2.651.000,00 Euro 21.000.000,00 Euro 12.000,00
Le offerte irrevocabili devono pervenire in busta chiusa entro le ore 18.00 dell’ 8 novembre 2010 presso il Notaio Silvia Teodora Masucci, Via Giovanni Pierluigi Da Palestrina n. 19, 00193 Roma (tel. 06369989 – fax 0636085790), a mezzo raccomandata a.r. o consegna a mano. Le offerte possono essere presentate anche per singole unità o per più immobili. L’offerta dovrà essere accompagnata da cauzione pari al 10% del prezzo offerto a mezzo assegni circolari non trasferibili intestati a “Magiste Real Estate S.p.A in c.p.” o a mezzo fideiussione bancaria a prima richiesta. Non saranno prese in considerazione offerte inferiori ai prezzi base di vendita indicati. Le buste saranno aperte presso lo studio del notaio incaricato alle ore 10.00 del giorno 9 novembre 2010. In caso di presentazione di più offerte si procederà a gara informale considerando quale prezzo base l’offerta più alta. Il regolamento di procedura competitiva, il modello di proposta irrevocabile di acquisto e ulteriori informazioni potranno essere acquisite dal sito www.liquidazionegiudizialemre.it o richieste alla liquidazione giudiziale: tel. 06.80691348 fax: 06.8074426 – e-mail: liquidazionegiudizialemre@gmail.com. Le informazioni e i dati acquisiti in virtù della procedura saranno trattati in conformità alla vigente normativa sulla privacy. Avv. Vincenzo MASCOLO
I LIQUIDATORI GIUDIZIALI Prof. Salvatore SARCONE
Dott. Francesco ROSSI
AZIENDA OSPEDALIERA DI RILIEVO NAZIONALE “A. Cardarelli” VIA A. CARDARELLI, 9 - 80131 NAPOLI
ESTRATTO AVVISO D’ASTA Procedura ristretta d’urgenza per l’affidamento annuale del servizio di copertura assicurativa della polizza RCT/RCO - Responsabilità civile verso terzi e prestatori d’opera. L’Ospedaliera di Rilievo Nazionale A. Cardarelli - P. I.V.A. 06853240635 - Via A. Cardarelli, 9 - 80131 Napoli - Italia tel. 081-7472374/3179 - fax 0817473170 - intende procedere all’affidamento annuale del Servizio di copertura assicurativa della polizza RCT/TCO - Responsabilità civile verso terzi e prestatori d’opera con procedura ristretta d’urgenza ai sensi dell’art. 55 del dlgs 163/06, da aggiudicarsi in base al criterio del prezzo più basso ai sensi dell’art. 82 del dlgs 163/06 per l’importo presumibile di Euro 3.000.000,00 - Luogo principale di esecuzione: Via Antonio Cardarelli, 9 - 80131 Napoli - Codice NUTS ITF 33 - CPV 66.51.65.00-5 - L’Azienda si riserva la facoltà di aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida. E’ ammesso l'avvilimento delle sole capacità economico-finanziarie di cui all’art. 49 del D.lgvo 163/2006 e smi. DELIBERA DI RIFERIMENTO N. 509 del 2/08/2010. Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro 15 gg. dal 13/09/2010 entro il 28/09/2010. Le offerte dovranno pervenire entro 10 gg. dalla data di invio delle lettere d’invito (entro l’11/10/2010). Apertura offerte 14/10/2010 ore 10.00 presso la UOSC ABS ed Economato dell’Azienda Ospedaliera A. Cardarelli. L’azienda Ospedaliera Cardarelli è assistita dalla Aon S.p.A. broker incaricato ai sensi del D.Lgs. 209/2005 e successive modifiche ed integrazioni. Le Compagnie di assicurazioni partecipanti, con la presentazione dell’offerta, si impegnano irrevocabilmente senza riserve a rimettere al broker AON Spa le provvigioni concordate pari al 2,45% del premio annuo imponibile per tutta la durata della polizza sottoscritta e comunque durante tutto il periodo di vigenza del contratto di brokeraggio. I risultati della gara saranno pubblicati a norma di legge. Data di spedizione del presente bando alla GUCE: 10/09/2010 IL DIRIGENTE U.O.S.C. ABS ed Economato Dott. Salvatore Lubrano
COMUNE DI BOLOGNA TRIESTE TRASPORTI S.P.A. ESTRATTO BANDO DI GARA PER L’ASSEGNAZIONE DEL SERVIZIO DI NOLEGGIO DI IMBARCAZIONI PER L’ESPLETAMENTO DELLE LINEE MARITTIME TRIESTE-MUGGIA E TRIESTE-SISTIANA Trieste Trasporti S.p.A. intende procedere all'assegnazione del servizio di noleggio a tempo delle imbarcazioni - comprensive degli equipaggi - necessarie all’espletamento nel biennio 2011-12 della linea marittima annuale Trieste-Muggia (Lotto 1, CIG 05350755DA) e della linea marittima stagionale Trieste-Sistiana (Lotto 2, CIG 0535079926), come verrà meglio descritto nel capitolato di gara. R.U.P.: Dario Del Bo – via dei Lavoratori, 2 – 34100 TRIESTE. Le Società interessate potranno richiedere informazioni concernenti il ritiro del bando integrale - scaricabile anche dal “Profilo di committente” c/o il sito www.triestetrasporti.it - all’Ufficio Contratti tel. 040-7795394. Le domande di partecipazione, recanti quanto prescritto nel bando integrale, dovranno pervenire entro le ore 12.00 del giorno 28/09/2010. L’AMMINISTRATORE DELEGATO Cosimo Paparo
Avviso d’asta per la vendita di beni immobili
In esecuzione della deliberazione del Consiglio comunale OdG. 5 del 28 gennaio 2010, si rende noto che il Comune di Bologna procederà alla vendita, tramite pubblico esperimento d’asta con il sistema delle offerte segrete, ai sensi dell’art. 73, lettera c, del R.D. 23/05/1924 n. 827, dei se-guenti immobili: 1. Fabbricato da cielo a terra posto in Bologna, (loc. Monte Donato) Via Siepelunga n. 82 - prezzo base d’asta € 209.100,00, l’asta si svolgerà il 06/10/2010 alle ore 10,00; 2. Fabbricato da cielo a terra posto in Bologna, Via de’ Poeti n. 4 - prezzo base d’asta € 2.620.000,00, l’asta si svolgerà il 06/10/2010 alle ore 10,15. Per eventuali informazioni o chiarimenti rivolgersi a Comune di Bologna – Settore Patrimonio – tel. 051-2193801 – 2193414 – ore 9-13 (escluso sabato). Scadenza per la presentazione delle offerte 05/10/2010 alle ore 13,00. Il testo integrale degli avvisi è visionabile sul sito internet del Comune di Bologna all’indirizzo:
COMUNE DI BELLUNO
http://www.iperbole.bologna.it/comune/concorsi/gare.php
PROVINCIA DI BELLUNO AVVISO RELATIVO AD APPALTO AGGIUDICATO Stazione appaltante: Comune di Belluno - Piazza Duomo, 1 - 32100 Belluno - Tel. +0390437913273 - Fax +0390437913168 - e-mail: mgsetti@comune.belluno.it CIG 0500185DB4 - Ulteriori informazioni presso Ufficio Cultura – e-mail cultura@comune.belluno.it - tel. +0390437 913270 – Fax +0390437913244 - Oggetto: appalto del servizio di trasporto scolastico nel Comune di Belluno e servizi integrativi anni scolastici 2010/2011 2011/2012 2012/2013 2013/2014 2014 - 2015 – Importo presunto a base d’asta Euro 3.200.000,00 oneri per la sicurezza compresi + I.V.A..Tipo di Procedura: procedura aperta. Criteri di aggiudicazione: economicamente più vantaggiosa –Numero di offerte ricevute n. 5. Data di aggiudicazione: con Determina n. 49 del 31/08/2010. Impresa aggiudicataria: Coop. Soc. Serv. Ass. C.S.S.A. Soc. Coop. A.R.L. con sede a SPINEA (VE). Importo contrattuale presunto Euro 2.956.800,00.= oneri per la sicurezza compresi + I.V.A. – (Euro 2,307 al km + I.V.A.). Belluno, 01/09/2010 La Responsabile dott.sa Maria Gloria SETTI
La Provincia di Trieste informa che in relazione all’avviso pubblico per la ricerca di un soggetto idoneo alla fornitura, installazione e manutenzione di impianti fotovoltaici da 3kWp, da collocarsi sulle abitazioni dei privati cittadini della Provincia di Trieste, il termine iniziale del 15 settembre 2010 è stato prorogato al 30 settembre 2010. Ulteriori informazioni sul sito dell’Amministrazione www.provincia.trieste.it ed ai numeri 040 3798 498/463.
REGIONE TOSCANA - CONSIGLIO REGIONALE Direzione di Area - Organizzazione e Risorse Settore Sedi e Logistica Via Cavour 18 - 50129 Firenze, Italia
AVVISO APPALTO AGGIUDICATO Oggetto: Servizio assicurativo “infortuni cumulativo e invalidità permanente da malattia del Presidente, dei Consiglieri e degli Assessori della regione Toscana. Diviso in lotti. Procedura e criterio di aggiudicazione: Aperta al prezzo più basso. Luogo di esecuzione della prestazione: Firenze. Durata dell’appalto: 5 anni. Importo aggiudicazione: Lotto 1 premio netto annuo € 31.009,76 - Lotto 2 premio netto annuo € 16.516,50. Nome dell’aggiudicatario: Lotto 1 - UGF Assicurazioni S.p.A.; Lotto 2 Lloyd’s di Londra. Data di spedizione dell’avviso alla G.U.U.E.: 03.09.2010. Il Dirigente responsabile del contratto (Dott. Fabrizio Mascagni)
COMUNE DI PISTOIA ESITO DEFINITIVO (DETERMINAZIONE N. 1808 DEL 16/07/2010) PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI PULIZIA LOCALI. PERIODO 01/07/2010 – 30/06/2014. SUDDIVISA IN 4 LOTTI. PROCEDURA GARA ADOTTATA: Procedura aperta ai sensi dell’art. 55 del D.lgs 163/2006 aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.lgs 163/2006. PARTECIPANTI ALLA GARA: Lotto 1: n. 13 off. ric. - Lotto 2: n. 12 off. ric. - Lotto 3: n. 13 off. ric. - Lotto 4: n. 12 off. ric. AGGIUDICATARIO PER TUTTI I LOTTI: A.T.I. Coop Sociale Prod. 84 di Pistoia – Via Fonda di Città n. 4 (Mandataria), Coop. Sociale Gulliver di Pistoia – P.ta San Marco n. 72 (Mandante), Coop Sociale Il Seminatore di Pistoia-C.so Amendola n. 6 (Mandante), Coop Sociale S. & L. di Pistoia – Via Fonda di Città n. 4 (Mandante). IMPORTO DI AGGIUDICAZIONE: Lotto 1: Euro 714.440,00 - Lotto 2: Euro 437.000,00 - Lotto 3: Euro 479.415,21 - Lotto 4: Euro 835.760,00. IL DIRIGENTE DEL SERV. SEGR. E AA. GG. Resp. del Proc. Dott.ssa C. PIEROTTI
Bologna, 31 agosto 2010 Il Direttore del Settore: Dott.ssa Catia Bellagamba
Comune di Pomigliano d’Arco Avviso di gara Il comune di Pomigliano d’Arco P.zza Municipio 1 tel e fax 081.8033153 www.piazzacomune.it indice una gara a procedura aperta per il servizio di trasporto scolastico degli alunni delle scuole materne elementari e medie nonchè degli alunni disabili. L’aggiudicazione avverrà secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Le offerte devono pervenire entro le ore 12.00 del 25.10.10 secondo le modalità previste nel bando di gara. Dirigente del settore servizi Sociali: Dott. A. Cleopatra
LE LETTERE Uso delle statine, cistite, yoga e oculistica: le risposte dei medici alle domande dei lettori LE RUBRICHE Aborto clandestino, cibi “cattivi”, benefici della banana: il parere dei nostri specialisti
IN ULTIMA CORNAGLIA, DEL TOMA. SUOZZI
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MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010 /NUMERO 673
All’interno
La medicina
Che cosa fare quando il cuore è a scartamento ridotto D’AMICO
Il libro
Linfoma day, sogni e realtà del professore anticancro
Rientro soft Al lavoro e a scuola I consigli degli esperti
VIOLA
Le terapie
Cure mirate per Hiv-Aids la “rivoluzione” tutta italiana RANZA
La ricerca
Meditazione, il rebus delle onde cerebrali BOTTACCIOLI
ILLUSTRAZIONE DI COPERTINA DI JAMES YANG/CORBIS
GUGLIELMO PEPE NOI & VOI NON È UNA QUESTIONE DI “FATALITÀ”
FERMENTI LATTICI SELEZIONATI E ATTIVI PER IL BENESSERE DELL’INTESTINO BIOLACTINE CRANBERRY Studiato per il benessere delle vie urinarie
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N
on è fatalità se due medici litigano durante una gravidanza, provocando conseguenze drammatiche alla partoriente e al figlioletto (Messina). Non lo è quando una signora di 76 anni muore in ospedale per una trasfusione con il sangue sbagliato (Torino), o se una ragazza di 32 anni perde la vita dopo aver fatto nascere due gemelli con il cesareo (Matera), oppure quando viene negata l’ambulanza, causando la morte di un neonato e riducendo in fin di vita la madre (Padova). Nord e Sud del Paese accomunati nella «malasanità». Parola forte, che nulla spiega. Però si sa che superficialità, disorganizzazione, assenza di etica, competizione, mancato rispetto delle regole e altro, proliferano in troppe strutture sanitarie. Mandare gli ispettori ministeriali dopo un decesso è un obbligo istituzionale. Licenziare i colpevoli (anche se ciò non risarcisce i parenti della vittima) è doveroso. I controlli devono essere preventivi: va verificato che tutti conoscano (e rispettino) procedure e linee guida. E, ancora prima, medici, infermieri e direttori sanitari dovrebbero sapere che la loro professione comporta responsabilità, moralità, umanità: in caso contrario, è meglio che cambino lavoro. g.pepe@repubblica.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
OTTURAZIONE SALTATA? PROBLEMI CON LA CARIE? DENTE ROTTO?
ISOLA LA CAVITÀ DENTALE, DÀ SOLLIEVO E RIDUCE LA SENSIBILITÀ. DA SOLI E IN POCHI MINUTI. LEGGERE ATTENTAMENTE LE AVVERTENZE E LE ISTRUZIONI PER L’USO
FIMO srl - MILANO tel. 0266983865 www.fimosrl.it
PRONTO INTERVENTO DENTALE
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
SALUTE IN PRIMO PIANO
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La chiamano “Holiday blues” oppure “Sindrome da rientro” Per un ritorno più soft in ufficio ecco alcuni piccoli suggerimenti per migliorare l’ambiente in cui si trascorrono molte ore al giorno Apartire dai rapporti con i colleghi all’uso delle nuove tecnologie
Al lavoro Contro ansia e mal di testa Per saperne di più
Le visite MEDICO DI BASE E CHECK UP «Prima di rituffarmi nella routine voglio fare un check-up» La maggioranza dei pazienti, parlando di check-up, si riferisce esclusivamente alle analisi del sangue. Sarebbe invece utile praticare un elettrocardiogramma e una lastra del torace (se il paziente è fumatore). Altri esami da scrivere: urina ed emocromo. Non devono mai mancare, sono una miniera di informazioni: dalla funzionalità epato-biliare e renale alla presenza di infezioni o disturbi del metabolismo
Gli esami
rallentate il vostro ritmo MARIAPAOLA SALMI
S
ono ormai alle spalle sole, libertà e qualche innocente evasione. Rientrare in città non è però cosa facile. Tristezza, ansia, mal di testa, insonnia, difficoltà a concentrarsi e la memoria che inciampa sono i disturbi più frequenti. L’hanno fatta diventare quasi una malattia, la difficoltà di rientrare nei ranghi, e la chiamano “holiday blues” o “sindrome da rientro”. Colpirebbe, stimano gli esperti, un vacanziere su dieci. «Più esposti a questo malessere sostenuto da aumento del cortisolo, l’ormone dello stress, e della pressione arteriosa, quanti rientrano in ambienti ostili e chi è particolarmente attaccato al lavoro — spiega Nicola Magnavita, docente di medicina del lavoro alla Cattolica di Roma, — perché si torna dalle vacanze scarichi, non allenati alla prestazione richiesta e alla riorganizzazione della gior“Molto importante nata lavorativa. Ancora peggio per i disoccupati e per prendersi delle chi sta per perdere o cambiare lavoro». pause: sia per fare Il consiglio? Prenderla con calma per evitare il cordel movimento che to circuito. «È dimostrato infatti - continua Magnavita - che il sovraccarico di attività lavorativa dopo per socializzare” una lunga pausa comporta cali di produttività e più errori». L’ambiente nel quale si trascorre parte della giornata va curato: sbarazzarsi delle vecchie cose che non servono, pianificare e diluire tutte le attività. Di solito bastano un paio di giorni per riprendere il controllo, dei ritmi sonno-veglia e dell’alimentazione. Nelle pause lavorative è salutare ritagliarsi spazi autogratificanti: mezz’ora di palestra, un salto dal parrucchiere, due chiacchiere con un amico. Indispensabile un clima collaborativo con i colleghi. Infine, il lavoro non è tutto. «La vita di relazione è benefica — conclude Magnavita — nuovi interessi e legami sono la molla per pensare al lavoro serenamente». © RIPRODUZIONE RISERVATA
CONTROLLI MIRATI PER UOMINI E DONNE Il passo successivo, invece, deve adattarsi alle caratteristiche del paziente Se si presume un rischio cardiovascolare si prescrive: colesterolo totale e Hdl, trigliceridi, glucosio, omocisteina, creatinina (indice della funzione renale), acido urico e la Pcr. Per uomini over 50 si controlla anche il Psa per la prevenzione del tumore della prostata. Per le donne si pensa innanzitutto alla mammografia (da ripetere ogni due anni) e al Pap test (ogni tre anni) per la prevenzione dei tumori della sfera genitale femminile. Poi la ricerca del sangue occulto nelle feci per la prevenzione del cancro del colon
VALERIA PINI
Q
I ragazzi VES E GLICEMIA DA VERIFICARE Ai ragazzi: la Ves, per svelare processi infiammatori, le transaminasi, che si alterano in caso di sofferenza epatica, la creatininemia e la glicemia, per testare la funzionalità di due importanti organi, quali rene e pancreas endocrino (ernesto di cianni, Asl Napoli 3 sud) © RIPRODUZIONE RISERVATA
ualcuno non si ferma neanche per il pranzo e mangia davanti al monitor. Il pc è un alleato prezioso e quasi un compagno di vita, ma va sempre utilizzato con un occhio particolare alla salute. Il rischio è la sedentarietà, con conseguente sovrappeso. Le posture scorrette provocano dolori muscolo-scheletrici, ma fra i pericoli c’è anche l’affaticamento della vista e lo stress. L’Inail ha appena aggiornato il documento che raccoglie informazioni e buone pratiche relative al lavoro al videoterminale con una serie di consigli utili. Stare seduti per ore provoca una cattiva circolazione del sangue, da cui derivano senso di affaticamento e disturbi muscolari. A rischio sono soprattutto la schiena, ma anche il collo, le spalle le braccia e le mani. «I disturbi muscolari compaiono
Aggiornate le linee guida Inail sulle buone pratiche per quanto riguarda i videoterminali
Di nuovo davanti al computer ma con nuove regole e più tutele soprattutto», spiega Marcello Imbriani, direttore scientifico della Fondazione Maugeri, e direttore del Dipartimento di Medicina preventiva, occupazionale e di comunità dell’Università di Pavia, «quando si digita a braccia non appoggiate e ai muscoli arriva meno sangue del necessario: il muscolo si affatica e duole. Digitando con gli avambracci appoggiati o introducendo periodi di riposo muscolare, si evita questo problema». Per una postura corretta bisogna inol-
tre stare appoggiati allo schienale in posizione eretta. La sedia deve essere ergonomica, avere un piede a cinque razze, in modo tale che la spina dorsale stia arcuata verso l’interno. La tastiera deve essere parallela al piano di lavoro e va regolata l’altezza della sedia. Gli occhi dell’operatore devono essere paralleli al livello del margine superiore del monitor del computer. Chi passa molto tempo al pc può soffrire di «stanchezza visiva», o «astenopia». Si presenta sotto
forma di bruciore, secchezza dell’occhio o vista annebbiata. «Si tratta di effetti diffusi, ma reversibili», spiega Massimo Ferrari del Dipartimento di medicina preventiva dell’Università di Pavia, «risulta utile effettuare alcuni esercizi mirati, per esempio inumidire la superficie oculare attraverso alcuni battiti di ciglia volontari, lenti, ripetuti e interrompere l’impegno visivo con l’introduzione di pause». Per tutelare la salute del lavora-
tore sono previste (decreto del 2008) pause di un quarto d’ora ogni 120 minuti di lavoro. In questo lasso di tempo bisogna «riposare la vista», evitando di guardare cose «da vicino». Va evitata la lettura e vale la pena di camminare un po’ per riattivare la circolazione. Per quanto riguarda le caratteristiche ambientali, tra i diversi fattori da considerare è fondamentale l’illuminazione. «Bisogna evitare la presenza di riflessi
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Tutti i consigli per poter usare correttamente gli schermi più piccoli. Attenzione alle pause
“Forzati” del portatile, occhio alla vista ono comodi, leggeri, facili da trasportare, sempre più piccoli, ma quando si utilizzano computer portatili e notebook aumentano i rischi di affaticamento con conseguenti malesseri. «La normativa in tema di tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per quanto riguarda le attività che utilizzano attrezzature munite di videoterminale», spiega Marta Clemente, dirigente medico presso alla Sovrintendenza medica generale Inail, «si applica anche ai “computer portatili”, per i quali possono esporre a maggiori rischi di affaticamento». Date le dimensioni ridotte, la possibilità di utilizzo in postazioni di lavoro che possono variare di volta in volta e non sempre progettate ad hoc, chi lavora con un portatile deve seguire con molta attenzione i consigli dei medici. L’Inail ricorda comunque che l’uso di questi strumenti «comporta maggiori difficoltà nel mantenere una posizione ergonomica» e per questo «non dovrebbero essere utilizzati nel luogo di lavoro se non per brevi periodi». È importante regolare l’inclinazione, la luminosità e il contrasto dello
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schermo, ma anche cambiare spesso posizione facendo pause molto frequenti. Notebook e portatili non vanno mai appoggiati sulle gambe: questa posizione, infatti, alla lunga può portare a una cifosi, cioè a una curvatura in avanti della colonna vertebrale. In viaggio il computer andrebbe messo su un tavolino o comunque andrebbe tenuto in alto, anche usando un piano di appoggio di fortuna, che deve essere rigido. Quando si prevede di dover effettuare un lavoro prolungato è bene usare una tastiera esterna, un mouse separati rispetto al computer portatile, mentre per il notebook invece è utile una base, in modo da sollevare lo schermo. Serve sempre uno schermo esterno se i caratteri del portatile sono troppo piccoli. Infine i-Phone o i-Pad, con schermi di dimensione ridotte, vanno utilizzati senza mai dimenticare le pause. «Per quanto riguarda l’iPhone le attività prolungate di lettura e scrittura, viste le dimensioni estremamente contenute, possono determinare affaticamento visivo. In questo caso è utile anche qualche esercizio per “riposare” la vista», conclude Marta Cle(v. p.) mente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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da superfici lucide, l’eccesso o l’insufficienza di illuminazione generale, la luce diretta proveniente dalle finestre o da fonti artificiali non adeguatamente schermate o posizionate e la scarsa definizione dei caratteri sullo schermo», precisa Giuseppe Taino del Servizio di medicina ambientale della Fondazione Maugeri. C’è infine un altro disturbo che colpisce chi lavora tutto il giorno con mouse e computer: il cosiddetto «tecnostress». I sintomi più diffusi sono mal di testa, tensione nervosa, ansia, irritabilità, stanchezza eccessiva, insonnia, digestione difficile, depressione. La maggior parte dei problemi derivano da un cattivo rapporto con le tecnologie, magari da software poco adeguati, da livelli di conoscenza ed esperienza non corrispondenti alla mansione del lavoratore, ma anche legati alla ripetitività.
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Dopo quasi tre mesi di vacanze si torna in classe. I consigli pratici di insegnanti, psicologi e pediatri per aiutare gli studenti a ricominciare Tra lezioni, nuovi compagni e attività sportive. Con un duplice obiettivo: rendere meno traumatico l’impatto e spingere i ragazzi all’autonomia
A scuola Per saperne di più
Lo zainetto QUANTO PESO SU QUELLE SPALLE Quegli zainetti così carichi e pesanti che i nostri figli si mettono sulle spalle ogni giorno possono far male? Per stare tranquilli il carico massimo per bambini e ragazzi in età scolare non dovrebbe superare il range 10-15 per cento del peso corporeo Ma secondo i dati dell’Isico (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale) la maggior parte degli studenti trasporta un carico maggiore Spiega Stefano Negrini, direttore scientifico di Isico: «Se è vero che uno zainetto da solo non provoca alterazioni della colonna vertebrale perché la scoliosi non viene per colpa dello zainetto o della cartella, è bene sapere che portare invece per diverse ore, tutti i giorni, uno zaino pesante potrebbe favorire l’insorgere del mal di schiena». La scelta è importante: bisogna far attenzione alla qualità (del tessuto, delle chiusure, dell’imbottitura) e anche alle dimensioni (proporzionato all’altezza). Qualche regola anche sul modo in cui si porta in spalla: deve essere più vicino possibile alla schiena e le spalline vanno regolate in modo che la parte finale dello zaino non arrivi oltre i glutei. Le bretelle vanno usate entrambe per evitare lo sbilanciamento laterale del rachide e delle anche. Ed è altrettanto importante evitare di correre con lo zainetto in spalla o tirare i compagni dalle bretelle (irma d’aria)
Il gioco ADOLESCENTI E DROGHE UN MODELLO EUROPEO Promozione della salute nella scuola: Unplugged è un programma di prevenzione sull’uso delle sostanze rivolto ad adolescenti (12-14 anni) elaborato sul modello sviluppato in vari paesi europei Sarà presentato in un workshop a Roma (Sala teatro ospedale S. Spirito, via dei Penitenzieri, 3) venerdì 17, Asl Roma E Il modello è interattivo, con giochi in piccoli gruppi o in coppia, ed è organizzato in dodici unità Informazioni: Elisabetta Santarelli e Clara Marino 3403987989
Dal diario ai compiti piccoli stratagemmi per un inizio slow ELVIRA NASELLI
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e rientrare al lavoro dopo qualche settimana di ferie è cosa non facile, il ritorno tra i banchi dopo quasi tre mesi di vacanza — tra sveglie tardi, pranzi saltati e giochi in spiaggia — è certamente cosa ben più faticosa. Che cosa si può fare per aiutare bambini e ragazzi a rientrare gradualmente nel giusto ritmo della vita quotidiana? Come possono intervenire scuola e famiglia? «Intanto è bene premettere che se fanno un po’ di fatica non casca il mondo — precisa Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta che da anni analizza, nei suoi libri, il mondo della famiglia e dei figli — facendo ovviamente distinzione tra fatica ed impegno da una parte e stress dall’altra». Anche perché — ironizza Elena Porro, pediatra di famiglia a Roma — il “dolore” del rientro tra i banchi e nei ritmi invernali è stemperato dalla voglia di rivedere i compagni, dalla curiosità di ricominciare. «Certo sarebbe opportuno — continua — evitare di iniziare subito a pieno ritmo. Uscire già dal secondo giorno di scuola alle 16.30 è pesante, anche perché le nostre scuole non sono strutturate per offrire un’attività fisica sufficiente». Il primo passo per aiutare i ragazzi a rientrare nell’abito invernale è «affiancarli». Andare insieme a comprare diari, compassi e zaini è una piccola gratificazione, così come la condivisione dell’emozione per tutte le cose nuove che impareranno. «È importante, utile e anche bellissimo insegnare che la scuola emancipa, dà strumenti e, soprattutto, appassiona — continua Scalari — bisogna motivarli, enfatizzando quello che studieranno. Fondamentale il ruolo degli insegnanti: nei primi giorni bisognerà accogliere i nuovi compagni e cominciare a costruire il gruppo, ritirare i compiti “La prima regola delle vacanze, perper i genitori? ché è un dovere dei Affiancare ragazzi farli e degli e motivare i propri insegnanti controlfigli il più possibile” larli, lasciar spazio, con disegni per i piccoli e temi o articoli per il giornalino per i più grandi, al racconto dell’estate. Sono contraria alle gite di inizio d’anno perché i ragazzi hanno paura, pensano di non essere all’altezza, fanno gli spacconi e gli insegnanti non li hanno in pugno: i gruppi si formano con meccanismi diversi, non perché li si fa stare insieme per un fine settimana». Si impara a conoscersi, insomma, giorno per giorno, anche risolvendo gli inevitabili conflitti. «I primi giorni dovrebbero essere dedicati ad accogliere
vecchi e soprattutto nuovi — ammette Chiara Gurrieri, insegnante di scuola media (Lettere) a Roma, con esperienza sia nella scuola privata che nella pubblica — ma non sempre ci si riesce. Nelle private c’è più attenzione, si chiede ai ragazzi di presentarsi ai compagni, si dedica del tempo per spiegare le norme di comportamento, le regole dell’istituto ma anche, banalmente, l’uso del diario. È importante dedicare tempo ai nuovi compagni, soprattutto se non sono italiani perché potrebbero scrivere e parlare con difficoltà. Purtroppo oggi di tempo non ne abbiamo molto, perché le classi sono sempre più numerose e bisogna andar veloci per rispettare i programmi». L’attenzione della famiglia non si dovrebbe esaurire nei primi giorni di scuola. Un punto dolente è quello dei compiti a casa. «Devono farli da soli — spie-
IL LIBRO FUGGIASCHI. ADOLESCENTI TRA I BANCHI DI SCUOLA
F. Berto P. Scalari 168 pagine 12,00 euro La Meridiana Ed.
RACCONTI brevi su dipendenza e autonomia, senso di fallimento e ricerca della perfezione, sensualità, contese e rivalità di ruolo e generazionali: esperienze di adolescenti
ga Scalari — i genitori dovrebbero controllarli o aiutarli, non sedersi accanto a loro: non diventano autonomi. Inoltre ai colloqui con i professori è bene che vadano entrambi: gli insegnanti dicono cose diverse a mamme e papà. E poi, quando arriva la pagella, se i risultati sono buoni bisogna sottolineare l’impegno del proprio figlio con orgoglio; di fronte a esisti negativi occorre sforzarsi di capire se ci sono problemi cognitivi ed evitare le punizioni per privazioni, del tipo “non giochi più alla playstation”, privilegiando invece quelle che aggiungono. Vai male in matematica? Ogni giorno 30 minuti di esercizi in più. Importante organizzare il tempo tra compiti, sport, lingue straniere, musica. Devono farlo i ragazzi, scegliendo, se necessario, per imparare a crescere. Ma i genitori possono aiutarli». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’Adi e Nestlé hanno messo a punto una dieta per rientrare dalle “irregolarità” delle vacanze. Ne parla Giuseppe Fatati
Cibo, “reset” graduale dopo la pausa estiva
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l rientro graduale passa anche per la tavola. Anche perché — spiega Giuseppe Fatati, presidente dell’Adi (Associazione italiana dietetica e nutrizione clinica), onlus che ha messo a punto con Nestlé la «dieta giusta» per il rientro dei ragazzi — durante l’estate è proprio la regolarità dei pasti la prima a “saltare”, sia nei tempi che nelle quantità. «Il pasto è il principale sincronizzatore esogeno — spiega Fatati — e, al contrario del ritmo sonno-veglia, è più facile che non venga rispettato. Per un motivo molto semplice: se un bambino ha sonno ad un certo punto si addormenta ovunque. Nel caso dei pasti, inveLa variabilità ce, tende a seguire l’eaiuta molto, sempio dei genitori: se stimola il gusto loro in vacanza saltano e la curiosità il pasto o mangiano tardi, lo fanno anche i ailmentare bambini. Ed è un problema, perché se oggi le vacanze si sono accorciate l’abitudine vacanziera dura invece a lungo: tra sagre, feste, periodi nei campi scuola, da nonni o zii i ritmi regolari vengono messi da parte». Come rientrare allora in quello giusto? «Occorrerebbe un periodo di adattamento graduale ma bisognava pensarci prima — precisa Fatati — e allora occorre evitare di sovraccaricare subito i ragazzi con gli impegni.
Filosofia simile per i pasti. In vacanza quella che ci rimette di più è la prima colazione e allora bisogna ritornare subito alle buone abitudini, anche se gradualmente. Comincerei con una colazione blanda: un bicchiere di latte con, in alternativa, un toast con marmellata, una fetta di ciambella o di crostata o anche una merendina. Con l’obiettivo di arrivare ad una prima colazione normale composta da latte e cereali, meglio quelli integrali se piacciono, alternati con altri prodotti da forno e un frutto di stagione. Più si varia meno errori si commettono, e inoltre la variabilità stimola il gusto e la curiosità alimentare». Attenzione alle porzioni. «Va bene una merendina, non due — continua Fatati — su porzioni e condimenti bisogna essere più attenti. E ricordare che il senso di sazietà dipende da quanto si mastica, dunque evitare di frullare minestroni o legumi. Per pranzo proporrei pasta o riso con un condimento leggero, un secondo di carne, pesce, uova o formaggi e la frutta. O, in alternativa, pasta con i legumi, una verdura e la frutta. Schema simile per la cena. Gli insaccati, per esempio due fette di prosciutto, sono un secondo, non uno stuzzichino, così come il formaggio. Importanti le due merende, a metà mattina e a metà pomeriggio: va bene un toast al prosciutto, uno yogurt, un gelato o un frutto anche se al rientro sarebbe bene evitare troppi dolci. D’estate tra gelati, semifreddi e dolcetti è facile acquisire l’abitudine del dolce a fine pasto e invece è bene che venga considerato come un’abitudine del giorno di festa». (e. nas.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Colonna vertebrale a rischio, stress muscolari, microtraumi
e sollecitazioni quotidiane. I consigli dell’esperto per non “incriccarsi”: fasce elastiche lombari, nuotate in piscina e (a sorpresa) meglio tenere una posizione inclinata in avanti
In città Flash
L’iniziativa PER I DISABILI VISIVI PERCORSO PARLANTE Viene presentato oggi al Policlinico Gemelli di Roma il primo percorso hi-tech per disabili visivi. Si tratta della prima struttura ospedaliera ad avere un percorso “parlante” per ciechi e ipovedenti: bastano un bastone elettronico, un cellulare e un auricolare bluetooth. Il precorso è lungo 500 metri e conduce dall’ingresso al Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva, ed è stato installato dall’Agenzia per la prevenzione cecità Iapb Italia onlus
La campagna DENTISTI E PROTESI VISITE IN SEI CITTÀ Check-up della protesi dentale Fino al 21 settembre, controllo gratis dal dentista della propria protesi dentale mobile, parziale o totale. Per prenotare la visita numero verde 848000200. Online: www.lamiadentiera.it La prima Campagna Andi/ Polident per il check up di ponti e dentiere parte da Bergamo, Brindisi, Lucca, Vercelli, Verona, Viterbo
La prevenzione HELP-LINE E UN SITO CONTRO IL SUICIDIO Dopo le iniziative per la “Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio” dello scorso 12 settembre, restano attive l’help line (06337777409) e il sito web (www.prevenireilsuicidio.it) A Roma opera un ambulatorio presso l’ospedale Sant’Andrea che è anche centro regionale di studio (prof. Maurizio Pompili 0633775675)
L’inaugurazione MOLINETTE DI TORINO UN CENTRO CALCOLOSI Nasce a Torino, alle Molinette, il Centro trattamento integrato della calcolosi urinaria in regime di day hospital. Il Centro, diretto dal dottor Paolo Piana, utilizza tecnologie d’avanguardia ed è punto di riferimento regionale
Tra buche e traffico come salvare la schiena NORBERTO CONFALONIERI *
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ientro vuol dire anche riprendere moto e scooter per andare al lavoro. Milioni di italiani usano regolarmente le due ruote e per più ore al giorno, soprattutto in città. Ma quando si smonta dalla sella? A seconda dell’età e della preparazione atletica, ci si sente un po’ “incriccati”. Perché? Viaggiare a bordo di una motocicletta da alte prestazioni, o in scooter, comporta un impegno notevole per la colonna vertebrale, soprattutto lombare. Infatti, lo stress determinato dalla tensione muscolare impone un carico importante sulle strutture capsulari e legamentose. Nel tempo questo tipo di stress può causare o predisporre allo sviluppo di patologie del rachide e, se già esistono, aggrava la sintomatologia dolorosa. Anche la tipologia di terreno e la frequenza dei viaggi rivestono un ruolo importante. Infatti viaggiare su strade sconnesse, o sul pavé, comporta ripetuti microtraumi o sollecitazioni che, nel tem-
Il rischio di sviluppare patologie del rachide o aggravare dolori già esistenti Come l’evoluzione tecnica della guida ha cambiato anche la postura po, possono causare usura su strutture nobili della colonna vertebrale, quali il disco intervertebrale e le faccette articolari posteriori. Negli ultimi anni, inoltre, l’evoluzione tecnica delle moto ha cambiato la postura della guida, anche se occorre fare dei distinguo. È certamente migliore la posizione più piegata delle moto veloci, rispetto agli scooter. La posizione seduta — infatti — non è fisiologica e, col tempo, può aggravare i sintomi lombalgici. La posizione inclinata in avanti, che si assume durante la guida della moto, scarica il peso del corpo sugli arti superiori, spalle e collo, e meno sulla colonna vertebrale. Mantenendo però a lungo una postura con la schiena flessa, il materiale di cui sono composti i dischi intervertebrali tende a “scivolare” all’indietro e quindi ad aumentare le pres-
sioni a livello posteriore, dove risiedono numerosi rami nervosi. È estremamente importante, dunque, che chi usi a lungo tali veicoli, per lavoro o diletto, abbia uno stile di vita diverso. Fondamentale il nuoto e un’attività fisica e ginnico-sportiva volta al potenziamento della struttura muscolare addominale, paravertebrale lombare e della regione glutea, per ottenere un’ottima motilità e flessibilità della colonna vertebrale, in modo particolare del tratto lombo-sacrale. Non esistono controindicazioni di ordine assoluto all’utilizzo della moto ma è ovvio che persone con problemi acuti di mal di schiena debbano evitarne l’uso fino alla risoluzione della sintomatologia. Il problema si accentua in coloro che hanno già problemi o semplici dolori alla schiena e nelle persone che soffrono di ernia del disco, che dovrebbero dunque chiedere il parere del medico prima di affrontare un lungo viaggio in moto. È sempre opportuno che i motociclisti (sia guidatore che passeggero) indossino apposite fasce elastiche di sostegno, che assicurano il supporto nella zona lombare e sono utili per prevenire il mal di schiena. Un lungo tragitto in moto dovrebbe essere sempre intervallato da soste frequenti, per sciogliere i muscoli, sgranchirsi le gambe, riposare un po’ e mangiare e bere qualcosa. Le soste possono essere l’occasione per fare qualche semplice esercizio di stretching (è sufficiente, in posizione eretta, effettuare dei lenti stiramenti all’indietro, appoggiando le mani sui fianchi per una decina di volte) che possa alleviare la tensione muscolare e rendere il viaggio meno faticoso. Può essere utile, inoltre, effettuare dei movimenti a livello del rachide cervicale: flettendolo ed estendendolo, inclinandolo a destra e a sinistra, ruotandolo a destra e a sinistra. Anche questi movimenti devono essere effettuati con dolcezza e lentamente, in modo da allungare i muscoli e non strapparli. * Primario ortopedico Istituti clinici di perfezionamento Cto, Milano © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Come scegliere il modello giusto per evitare stress e sforzi eccessivi Importante l’altezza della sella, il diametro delle ruote, gli ammortizzatori morbidi
Meglio la custom dello scooter ma la moto ideale ha 4 ruote
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VINCENZO BORGOMEO a moto migliore per chi ha mal di schiena? Ha quattro ruote: non esiste scooter, maxi o custom in grado di evitare i colpi, terribili, per vertebre e muscoli. Eppure nell’ambito dell’ormai sconfinata offerta di marche e modelli è possibile scegliere qualcosa che faccia soffrire meno. Le sorprese non mancano: gli scooter — usatissimi in città — sono spesso i veicoli peggiori perché impongono una seduta con la schiena dritta che, come spiega l’articolo accanto, costringono pilota e passeggero a viaggiare con la colonna vertebrale che funziona
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come ammortizzatore e non come arco. Paradossalmente le maxi moto sportive, dove chi guida è piegato in avanti, sarebbero meglio se non avessero sospensioni granitiche, necessarie per assicurare una maggiore tenuta di strada. In ogni caso quella posizione di guida, specie in città, distrugge polsi e braccia. Stesso discorso per le enduro, che impongono una guida eretta e hanno sospensioni dure, anche se dalla grande escursione. Meglio ripiegare sulle classiche custom dove la guida semisdraiata all’indietro stanca meno la schiena, ma il discorso vale solo se non si viaggia in autostrada o sulle statali: la loro cronica mancanza di protezione aerodinamica costringe il collo a un super lavoro per contrastare la pressione dell’aria. Fondamentale l’altezza della sella da terra. Più è bassa e più la schiena non è sottoposta a strane torsioni quando ai semafori il pilota cerca
di appoggiare un piede per terra. Un lavoro in meno che alla lunga evita stress alla schiena. In questo campo le due ruote migliori sono ancora le custom, spesso più basse perfino degli scooter ma che hanno un grave, gravissimo difetto: sono molto pesanti. E questo si traduce in un pericolo per la schiena, soprattutto nelle manovre da fermo o, peggio, se la moto dovesse scivolare per terra e il pilota cercasse di rialzarla. Molto importante come moto o scooter affrontano le buche: gli scooter con le ruote piccole sono una specie di tormento e quelli con i cerchi più grandi sono avvantaggiati. La ruota di maggiore diametro infatti ha maggiore facilità nell’uscire dai fossi e riesce spesso ad evitare di infilarsi nelle buche più piccole. Cosa che si traduce in maggior comfort per pilota e passeggeri. E in una serie infinita di colpi risparmiati alla schiena. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LEI & LUI
ROBERTA GIOMMI *
NON PERDIAMO GLI SPAZI CONQUISTATI IN VACANZA
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autunno porta con sé il rientro nelle regole, vissute come sollievo o come preoccupazione Il sollievo nasce dal ricominciare percorsi conosciuti e strutturati, la paura dal precipitare in abitudini noiose e in eccesso di stanchezza. Ma anche le vacanze contengono da un punto di vista psicologico competenze positive e difficoltà. Cambiare i ritmi di vita rappresenta una grande risorsa per chi fa ogni giorno una vita che non desidera In estate sono stati più a rischio gli abitudinari, quelli che reggono la coppia solo se il tempo da passare insieme è poco e le persone che dall’estate si aspettano troppo e raccolgono per questo delusioni. Più in difficoltà al rientro sono le persone che si sono avvantaggiate nel dormire di più e fare tardi, che hanno tratto gioia dal fatto di non essere costretti ad usare la sveglia o a risparmiare energie per la paura di non riuscire a svolgere gli impegni di una giornata lavorativa Se nell’estate ha funzionato la piccola trasgressione, come mollare il troppo ordine o le regole eccessive con i figli, può essere importante impegnarsi a conservare alcune trasgressioni possibili o per lo meno degli spazi di libertà, anche nel ritorno a casa. Il corpo, i sensi, il movimento, il gusto, se non stiamo male, abitano più facilmente l’estate. Se abbiamo vissuto meglio la femminilità e l’essere maschi, la bellezza o la naturalità, le relazioni affettive, non perdiamo tutti i vantaggi Conserviamo una attenzione alla sessualità Il corpo in estate vive di più, si libera della pesantezza dei vestiti, sceglie i colori, nuota, cammina, si gode il sonno, scioglie l’armatura perché ci sono minori guerre e difese da costruire. Se la sessualità si è rinvigorita, se abbiamo capito che è necessario essere più sensoriali, più riposati, meno di corsa, per ricevere segnali di eccitazione corporea e sessuale lavoriamo a conservare gli spazi, riscriviamo le priorità, perché intimità e scambio corporeo nutrono le relazioni. * www. irf-sessuologia. org © RIPRODUZIONE RISERVATA
Una lunga esposizione ai raggi ultravioletti senza protezione adeguata accelera l’incanutimento e la caduta invernale. Per difendersi sono utili gli integratori antiossidanti e un’alimentazione ricca di frutta e verdura. Le decolorazioni? Meglio aspettare almeno due settimane
Allo specchio Shampoo, maschere e cure per capelli sfiancati dal mare CLAUDIA BORTOLATO
C’
è un rapporto causa-effetto tra le recenti esposizioni al sole e il “deprimente” panorama estetico delle chiome, le uniche a non essersi godute le vacanze: sbiadite, opache, fragili, spesso rivelano anche cadute (metaforiche) di tono (leggi: mancanza di volume) e cadute effettive. Come dire: uno stress da rientro in piena regola. «Sono effetti dovuti, in linea di massima, allo sbalzo termico subito con le alte temperature che, riducendo il livello d’idratazione del fusto, ha reso i capelli più aridi e “stopposi”. La salsedine, in sinergia con il cloro, ha invece corroso le punte e aperto le fibre capillari, rompendole e sbiancandone il colore», spiega Marcella Ribuffo, dermatologa responsabile dell’ambulatorio di tricologia dell’Idi di Roma. Défaillance evidenti, che se il capello è sano rientrano nel giro di una-due settimane con una beauty routine “costruita” su semplici principi: shampoo ultra-delicati, per esempio con aloe, betulla, olio di germe di grano o jojoba; una o due maschere settimanali pre-shampoo con ingredienti rinvigorenti e lucidanti, come burro di mango e semi di lino, oppure con adenosina (che favorisce la crescita), taurina e ornitinina (aminoacidi fondamentali per la vita dei capelli). A seguire: balsamo sulle lunghezze e, se possibile, niente asciugacapelli. «Per i restyling più radicali e aggressivi, come le decolorazioni, meglio aspettare almeno 2 settimane perché il capello riacquisti la giusta idratazione e nutrizione. Consigliati da subito, invece, tagli e trattamenti riparativi professionali, spesso indispensabili per restituire forma ai capelli provati dal mare e dagli ultravioletti», suggerisce Daniele Campo, medico chirurgo, docente
al master di Scienze tricologiche dell’Università di Firenze. Ma è sull’aging meno appariscente, e tuttavia accelerato dalle aggressioni climatiche estive, che si gioca il futuro delle bellezza delle chiome. É ormai ampiamente dimostrato che i raggi ultravioletti, in particolare gli Uva, accelerino la fase Catagen e Telogen, dunque di morte e caduta del capello, e che le eccessive esposizioni al sole in estate possano rendere più copiosa la fisiologica caduta autunnale. «Per un danno di piccola o media entità è utile una cura extra con antiossidanti naturali che aiutino a decelerare il processo di morte del capello, come ubichinone, licopene, biotina, vitamine E, C, B5, B e B8, e anche un integratore, in lozione o fiale, da massaggiare sul cuoio capelluto per uno-due mesi. Per effluvi più importanti, oltre i 100 capelli circa al gior-
LA CURIOSITÀ IL BOOM DELLE HAIR SPA TERME DEDICATE ALLA TESTA HAIR Spa: sono beauty farm tutte rivolte a capelli. Idea nata a Londra e poi diffusa negli Usa. Qualche indirizzo: Atelier Coppola, Terme di Saturnia (www.termedisaturnia.it) Virgin Active Classic a Milano (www.virginactive.it). Poi Aveda (Saloni Aveda selezionati, numero verde 800301177, www.avedaitalia.it) e Phyto (www.phytouniverse.com)
no, occorrono prodotti (shampoo, impacchi, lozioni) con formule mirate consigliate da un dermatologo e, se necessario, di attinenza medica», suggerisce la dottoressa Ribuffo. Non solo caduta, però. «Gli stessi raggi ultravioletti che macchiano la pelle possono infliggere uno “stress genotossico” alle cellule dei capelli, con effetto decolorante: in pratica, eccessive esposizioni estive, senza adeguate protezioni, possono favorire non solo lo sbiadimento della colorazione artificiale, ma anche di quella naturale del capello. Quindi possono agire più in profondità sull’efficienza dei melanociti, che imprimono il colore alle chiome, accelerando negli anni l’incanutimento», dice Daniele Campo. Poco, se non nulla, si può fare per riparare questo danno: solo trattamenti “di superficie”, come le colorazioni (sempre più hi-tech e rispettose della fisiologia) e soluzioni antiaging ad ampio spettro, che supportano le chiome su altri fronti (corposità, forza, lucentezza, morbidezza). «La corretta alimentazione quotidiana è basilare per il ciclo di vita del capello e per contenerne l’aging: oltre a bere adeguatamente e a mangiare 5 porzioni al dì tra verdura e frutta di stagione, per le vitamine e i minerali antiossidanti, occorrono 2-3 porzioni settimanali di pesce per gli Omega 3 (soprattutto sardine, aringhe, salmone). Fondamentali gli aminoacidi, come metionina e cisteina, costitutivi delle cheratine dei capelli, da assicurare con due o tre porzioni settimanali di cereali e legumi, due di carne e un bicchiere al giorno di latte», conclude Ribuffo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Anche la pelle reclama attenzioni dopo l’estate: come ripristinare il film idrolipidico La scelta dei principi attivi idratanti e l’uso dei sieri rigeneranti o creme per il viso
Prolungare l’effetto tintarella con emulsioni e gommage A
l pari (o più) delle chiome, anche la pelle reclama (beauty) attenzioni post sole. Gesto base è la detersione ultra-delicata con un olio detergente per il corpo, più indicato per ripristinare il film idrolipidico, o con prodotti ricchi di emollienti, come l’avena colloidale. Per il viso sono indicate le emulsioni dolci senza tensioattivi e con agenti emollienti e antiossidanti, come acido lipoico, ceramidi, fosfolipidi. Ma se pelle è molto secca, sensibile o con couperose, meglio i detergenti senza risciacquo seguiti da una spruzzata di acqua termale. Se la pelle è grassa, preferire invece detergenti con pH leggermente acido oppure i gel che a contatto con l’acqua diventano schiuma. Per assicurare un aspetto radioso e vellutato alla tintarella
zioni al sole. Prima della crema si può stendere un gel all’aloe o all’acido ialuronico, che aiuta a contenere la dispersione di acqua sull’epidermide, la cosiddetta trans epidermal water loss», consiglia la dermatologa Marcella Ribuffo. L’importante, infatti, è assicurare alla pelle un surplus d’idratazione. Spiega l’esperta: «Se la barriera cutanea trattiene acqua a sufficienza la pelle resta tonica e protetta. In caso contrario, compare lo stress da disidratazione, con opacità, secchezza, colorito spento». Dal dermatologo, oltre al check up della cute e a un dove-
DETERGENTI Per il viso sono indicate emulsioni dolci con agenti emollienti e antiossidanti
Acqua termale dopo i detergenti e il risciacquo se l’epidermide è molto secca occorrono anche dei gommage delicati, due volte la settimana sotto la doccia, seguiti da generose applicazioni di crema e idratante/nutriente. «Per il corpo, preferire i soins con consistenze setose e con molecole come la caffeina, sostanza “energy” e a effetto liporiducente — sebbene superficiale — e con principi attivi idratanti, come ceramidi, urea, burro di karitè, oli di mandorle dolci o d’oliva. Per il viso, invece, si possono sfruttare le ore di buio per applicare un siero rigenerante e con una leggera azione esfoliante e uniformante, per esempio alla vitamina C, e durante il giorno stendere creme con omega 3 e 6, acidi grassi essenziali che aiutano a contrastare anche l’aging indotto dalle recenti esposi-
roso controllo dei nei, per eliminare le eventuali macchie solari si possono effettuare sedute con la terapia fotodinamica — un mix di aminoacidi applicati su viso e collo poi “attivati” da una speciale lampada a ultravioletti infrarossi — o con il laser frazionale, che esfolia selettivamente la cute e stimola il rinnovamento cellulare (in media 3 sedute). Oppure: biostimolazione con acido ialuronico, aminoacidi e vitamine, per ripristinare le riserve d’acqua e sollecitare la produzione di collagene ed elastina (3-4 sedute). (c. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SALUTE LA MEDICINA
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Linfomi L’ultima sfida di Franco Mandelli. Il “papà” dell’Ail
In libreria
Scienza TUTTI CENTENARI MA IN CHE MODO? Oggi la scienza fa sembrare possibile l’immortalità. Dalla vita artificiale alla medicina rigenerativa o alla diagnosi genetica. Ma quali sono le implicazioni etiche di questi scenari quasi fantascientifici? LETTERA A UN BAMBINO CHE VIVRÀ 100 ANNI
Edoardo Boncinelli 200 pagine 18 euro Rizzoli
Religioni LA FEDE E LA MORTE UN RAPPORTO CHE MUTA Fedi religiose diverse per mondi diversi. E un atteggiamento di fronte alla morte che cambia profondamente. Ma non solo: qui si parla anche di eutanasia e di accanimento terapeutico (c. v.) VIVERE LA MORTE NELLE VARIE RELIGIONI
G. A. Carru M. Chiaretti 334 pagine 22 euro Ed. Nuova Cultura
ne parla nel suo libro “Ho sognato un mondo senza cancro” In occasione della Giornata mondiale di domani
Ricerca indipendente per battere il tumore CATERINA VIOLA
I
l linfoma, tumore maligno che colpisce il sistema linfatico, è la terza forma di neoplasia più diffusa. Oltre un milione di persone al mondo è costretta a convivere con la malattia e ogni anno i nuovi casi nel mondo sono 350.000, dei quali 16.000 in Italia, prevalentemente tra i 45 e i 60 anni d’età. Il 15 settembre si celebrerà in tutto il mondo la Giornata mondiale per la conoscenza del linfoma all’insegna dell’informazione sulle prospettive di vita per i pazienti affetti da linfoma che sono decisamente migliorate negli ultimi anni attraverso la chemioterapia tradizionale, il trapianto di midollo osseo e i farmaci biologici. L’Ail (Associazione italiana contro le leucemie e i linfomi) come ogni anno organizza incontri e attiva un numero verde (800226524, da dopodomani, ore 8 -12)
LA SCHEDA
IL LIBRO
L’ASSOCIAZIONE
I LINFOMI
LE LEUCEMIE
“Ho sognato un mondo senza cancro” di Franco Mandelli (Sperling & Kupfer, 18,00 euro)
L’Ail, fondata nel1969, promuove la ricerca e le cure contro le leucemie e i linfomi
Sono la terza più frequente neoplasia a livello mondiale, e i casi aumentano del 3% annuo
Anche queste in aumento, sia tra i bambini che tra gli adulti. Le cause sono ambientali
Oggi l’Ail, nata nel 1969, ha 80 sezioni locali, più di ventimila volontari, 140 centri di ematologia sostenuti, 32 case alloggio e 39 centri di assistenza domiciliare. Ne racconta la vita e l’evoluzione il suo presidente, Franco Mandelli, nel libro Ho sognato un mondo senza cancro, (Sperling&Kupfer/Saggi, 280 pagine, 18,00 euro), i cui proventi saranno devoluti proprio all’Ail. Mandelli sottolinea e ribadisce ripetutamente l’importanza del rapporto medico-paziente . «Sono convinto», dice subito, «che i medici italiani, purtroppo non tutti, abbiano sempre tenuto in grande considerazione l’impor-
tanza del rapporto medico-paziente. C’è un elemento in più che, comunque, ai giorni nostri, favorisce la relazione: il paziente è a conoscenza dei suoi diritti e del dovere che il medico ha di seguirlo con quella umanità che è fondamentale anche per il risultato delle cure cui verrà sottoposto» Lei sostiene che pubblico e privato insieme siano la giusta strada per riuscire a rendere la Sanità italiana funzionante e funzionale. Ha in tal senso nuovi progetti nel cassetto? «Mi piacerebbe riuscire a realizzare nell’ambito del Gimema (Gruppo Italiano Malattie Emato-
logiche dell’Adulto) ricerche indipendenti dall’industria farmaceutica che consentano di valutare nuove terapie senza essere condizionati da seppur legittimi vantaggi economici». Oltre la determinazione, quali altri fattori le hanno permesso di realizzare i suoi obiettivi? «I risultati che ho ottenuto sono stati possibili perché ho avuto con me allievi di grande valore: professori universitari o primari ospedalieri in centri prestigiosi, ma anche medici, biologi, infermieri che hanno creduto nella possibilità di cure efficaci anche nelle malattie più gravi. Accanto a noi abbiamo
avuto una “forza della natura”, i volontari dell’Ail che hanno consentito all’Ematologia italiana di raggiungere quei risultati che la fanno considerare fra le migliori del mondo». Il suo libro si chiude con un messaggio per i giovani che hanno scelto di fare il medico.... «Ai giovani consiglio prima di scegliere di fare il medico che valutino bene cosa devono affrontare. Dovranno superare amarezze e delusioni; per raggiungere traguardi ambiziosi occorrerà affrontare duri sacrifici sia prima che dopo la laurea». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cuore Dal congresso europeo l’Sos degli specialisti per lo scompenso cardiaco che colpisce oltre un milione di italiani. Una cura è più vicina
Ictus cerebrale UN MILIONE DI EURO A CHI INFORMA MEGLIO Ridurre da tre a un milione l’anno gli ictus cerebrali causati da fibrillazione atriale È l’obiettivo dell’iniziativa “1 Mission 1 Million”, annunciata al congresso di Cardiologia Previsto il finanziamento di un milione (messo a disposizione dalla BoehringerIngelheim e ripartito in 12 tranches) dei migliori progetti di educazione sanitaria sul rischio ictus, patologia che colpisce una persona ogni 12 secondi. I progetti, presentati sul sito www. heartofstroke. com entro il 31 dicembre, saranno esaminati da un team d’esperti
Sms solidale CARDIOCHIRUGHI PER OPERARE IN AFRICA Un sms per salvare un piccolo cuore. A promuovere la raccolta fondi è l’“Associazione bambini cardiopatici-Aici”, attiva nei Paesi in via di sviluppo per curare i bimbi con cardiopatie congenite. Per sostenere il progetto, sino al 19 settembre basterà donare 2 euro con un sms al 45503 da cellulari Tim, Vodafone, Wind e 3. I fondi finanzieranno 20 interventi salvavita nell’unico centro cardiochirurgico dell’Africa centro-occidentale, inaugurato in Camerun
Prevenzione A PIEDI PER TUTELARE CUORE E ARTERIE La sedentarietà mette a rischio, l’attività fisica protegge Lo afferma anche l’Aspasmed (pazienti affetti da sindrome metabolica e dislipidemie) che organizza percorsi dedicati allo speedy walking in un parco della capitale. Sempre in tema di prevenzione, si terrà a Latina venerdì e sabato prossimi il congresso dell’Amec (malattie metaboliche, www. associazioneamec. com), coordinato dal primario del Fatebenefratelli Isola Tiberina Giovanni Vincentelli
DAL NOSTRO INVIATO ARNALDO D’AMICO STOCCOLMA l cuore si sta indebolendo lentamente in un milione e duecentomila di italiani e ogni anno altri 57 mila italiani sono colpiti dalla malattia, nota come insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco. Per lo più sono sopravvissuti ad un infarto, da cui ormai ci si salva sempre più spesso grazie ai progressi della medicina. E proprio per questo il loro numero è in grande aumento - sono 15 milioni in Europa dove crescono al ritmo di 250 mila l’anno - raggiungendo le dimensioni di una emergenza non solo medica, ma anche sociale ed economica a cui il recente congresso della Società Europea di Cardiologia ha dedicato grande attenzione. Ancora poco chiaro perché
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scompenso cardiaco. Ma i risultati presentati a Stoccolma sull’ivabradina sono davvero promettenti. Il medicinale - continua Ferrari - riduce la frequenza cardiaca. Bastano già 8 battiti al minuto in meno per risparmiarne 100 mila in un giorno. Il cuore, in fondo, è un motore e se è danneggiato meno “gira” e meno si logora. Il farmaco, agendo direttamente sul meccanismo fisiologico che regola i battiti, frena la frequenza cardiaca sino
ad un minimo di 60 indipendentemente dalla dose, a differenza dei farmaci ora disponibili che, se usati male, possono arrivare a rallentare troppo i battiti sino dare uno schock». In concreto la molecola ha dimostrato di poter ridurre i ricoveri e la mortalità di circa il 25%, percentuale che non fa gridare al miracolo ma che, su 1,2 milioni di milione di malati da un bel risparmio di vite e risorse sanitarie. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La patologia segue spesso un infarto La cui prevenzione è sempre più importante un infarto possa spesso innescare questo indebolimento del cuore che, al momento, si riesce solo a rallentare. La progressione è inesorabile: nella prima fase affanno, stanchezza, palpitazioni, senso di oppressione e/o dolori al petto si manifestano solo in occasione di attività fisiche più intense di quelle richieste da una normale vita cittadina, come attività sportive o sforzi improvvisi. Nella seconda fase invece sintomi fanno capolino già nell’attività fisica ordinaria che si riesce comunque a svolgere. Nella terza fase i sintomi limitano attività ordinarie minime e l’autonomia del soggetto inizia a risentirne. Infine affanno, senso di peso al petto e dolori ci sono anche a riposo. La metà di tutti i pazienti muore entro 5 anni dalla diagnosi. E nel frattempo per tutti vi sono frequenti e lunghi ricoveri in ospedale, tanto che lo scompenso cardiaco è la seconda diagnosi di ricovero dopo il parto. «La patologia ha assunto proporzioni epidemiche e in qualche modo è il risultato del successo della ricerca in cardiologia. Non si muore quasi più di infarto, cioè, ma i pazienti che lo subiscono nella maggior parte dei casi poi sviluppano l’insufficienza - spiega Roberto Ferrari, presidente dell’European Society of Cardiology - Dopo i passi da gigante fatti con la messa a punto dei farmaci Ace-inibitori e betabloccanti, negli ultimi sei anni non abbiamo avuto avanzamenti significativi contro lo
INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI
Flash
Un regola-battiti per pulsazioni sempre più deboli
Farmaci
Si oppone alla formazione del “tappo” di piastrine, gli elementi del sangue che chiudono l’arteria
Coronarie a rischio, si affaccia una nuova terapia
C
ROBERTO FERRARI Presidente della Società Europea di Cardiologia
ontro l’infarto, che in Italia colpisce ogni anno circa 135.000 persone, 60.000 delle quali vengono poi sottoposte all’intervento di riapertura dell’arteria coronaria occlusa con l’inserimento di un «tubicino» metallico (stent), la ricerca segna un altro punto a favore. Al recente congresso della Società Europea di Cardiologia di Stoccolma è stato presentato uno studio di fase II su pazienti con infarto in corso o ad altissimo rischio di esserne colpiti, già in trattamento in cui si è ottenuta una migliore riduzione dall’attività delle piastrine, gli elementi del sangue determinanti per la formazione del coagulo all’interno delle coronarie. Il risultato si deve all’impiego di un farmaco metabolicamente più attivo. Lo studio quindi fa prevedere trattamenti più efficaci contro l’infarto e per la prevenzione delle sue recidive. La ricerca, pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology, ha valutato su 100 malati il livello di aggregazione piastrinica ottenuto in seguito al passaggio da clopidogrel, una volta al giorno più aspirina, a prasugrel, una volta al giorno sempre più aspirina. Le analisi hanno dimostrato che con quest’ultima associazione di farmaci la capa-
cità delle piastrine di aggregarsi, e quindi di occludere le coronarie, si è ulteriormente ridotta. «Il passaggio dal clopidogrel al prasugrel consente una maggiore inibizione piastrinica - ha detto Leonardo Bolognese direttore del Dipartimento Cardiovascolare, ospedale San Donato di Arezzo Inoltre si è riscontrato che l’effetto terapeutico viene ottenuto più rapidamente con la dose di carico di prasugrel (60 mg) e più lentamente con la dose di mantenimento. Lo studio dimostra come il passaggio dal clopidogrel, che evidentemente non fornisce una adeguata inibizione dell’aggregazione piastrinica, al prasugrel è quindi possibile. Merita di essere sottolineata l’importanza dell’aspirina, che infatti era associata ad entrambi i farmaci messi a confronto. La sua azione antiaggregante è notevole e già da sola riduce in modo significativo il rischio di infarto. Negli Stati Uniti i soggetti ad alto rischio hanno sempre con se due aspirine — vendono anche degli appositi portachiavi — da prendere appena si avvertono i primi dolori cardiaci. Sarebbe bene che l’abitudine si diffondesse anche in Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SALUTE LE TERAPIE
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Aids Con le nuove linee guida siamo all’avanguardia
nelle terapie mirate. Ma cresce l’allarme per i giovani “Sottovalutati i rischi, troppi gli infetti senza sintomi” Per saperne di più
Prevenzione TRA CONDOM E CIRCONCISIONE All’International Aids Conference di Vienna è stato lanciato il Comprehensive Approach all’infezione da Hiv, vecchi e nuovi metodi. Dalla circoncisione maschile (efficacia preventiva 60%)
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LE NOVITÀ
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al condom maschile (80%), quello femminile (80%, diffuso in Africa, quasi sconosciuto da noi), la terapia stessa (90%), la distribuzione di siringhe e condom. Po il gel vaginale a base di tenofovir (sperimentato in Sudafrica, ha ridotto del 39% i contagi Hiv), mentre sono già quasi tutti conclusi gli studi internazionali sull’uso della terapia anti-retrovirale in gruppi di popolazione ancora sana, ma ad alto rischio, che abbatterebbe le possibilità di essere infettati (c. r.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
HIV
ATTESA DI VITA
NUOVI CASI
SOMMERSO
MALATI
TERAPIE
Ora siamo ad oltre 40 anni (solo 20 anni fa era di 15) se il paziente si cura
Da 7-10 anni i nuovi casi di infezioni sono stabile: circa 4 mila ogni anno
In Italia si calcola che siano 30-40 mila i casi non segnalati: è allarme sommerso
Sono 40 milioni le persone che nel mondo hanno il virus Hiv
Nel mondo 5,2 milioni di persone hanno accesso alle terapie
CECILIA RANZA
R
HIV
ese pubbliche a luglio, le linee-guida nazionali sulla gestione dell’infezione da Hiv (Human immunodeficiency virus, responsabile dell’Aids) hanno una marcia in più rispetto al resto del mondo occidentale. Spiega Simone Marcotullio, vice-presidente della Onlus Nadir e membro del Comitato esecutivo di esperti che ha portato alla stesura definitiva del documento: «Gli Stati Uniti si limitano a schemi pre-costituiti di terapia; altri paesi europei elencano gli anti-retrovirali disponibili, ma non entrano in dettagli. Le nostre linee-guida approfondiscono invece le caratteristiche di molecole e associazioni, agevolando la scelta dello schema che più risponde alle condizioni del paziente e alle sue esigenze». «Sono
Via italiana alle cure una vita quasi normale linee guida calate nella realtà», sottolinea Adriano Lazzarin (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano), che di questa stesura è coordinatore generale (insieme con Evangelista Sagnelli, Università di Napoli). «Per ogni farmaco e associazione abbiamo precisato vantaggi e criticità. Questo perché una terapia il più possibile disegnata a misura viene accettata meglio e seguita con più costanza». Ecco il punto cruciale: le terapie
attuali, purché iniziate al più presto (i parametri di riferimento sono stati rinnovati), continuate per tutta la vita e seguite senza sgarrare hanno avvicinato l’aspettativa di vita dei malati a quella della popolazione sana, con una qualità molto vicina alla normalità, gravidanze comprese. «Non solo: la terapia riduce ai minimi termini la quantità di Hiv circolante, perciò è una delle misure che contribuiscono a limitare il rischio di trasmettere il contagio» aggiunge Andrea Anti-
nori, (Istituto Spallanzani, Roma), membro del Comitato esecutivo. Concetti confermati a tutte lettere anche a Vienna, dove il mondo intero si è riunito a fine luglio per la XVIII International Aids Conference. Ma le ombre non mancano. «Limitiamoci all’Italia — prosegue Antinori — e iniziamo dai giovani, disinformati e inconsapevoli di quanto l’infezione sia un rischio di tutti e in tutte le età (la metà dei contagi avviene al di sotto dei 25 anni). Proseguiamo coi numeri:
quelli ufficiali non sono quelli reali, anche se ci si sta muovendo per rendere operativi i registri regionali. Noi infettivologi riteniamo che siano ventimila i malati e 140 mila le persone sieropositive, ma senza sintomi. L’assenza di sintomi condiziona il sommerso, cioè circa 40 mila persone che non sanno di essere contagiate: diffondono l’infezione (i nuovi contagi in Italia non calano, attorno ai 4000 all’anno da un decennio circa) e non sono trattati come si deve, cioè presto e bene». Lazzarin precisa: «Anche perchè è appena stato approvato un decreto che svincola gli anti-retrovirali dai bilanci regionali, proprio per evitare disparità di trattamento sul territorio». Alessandra Cerioli, presidente Lila, chiosa: «Una disparità che invece resta all’interno delle carceri, dove il mancato rispetto dei diritti parte ancor prima, dalla prevenzione». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SALUTE LA RICERCA
Mente in luce le differenti reazioni del cervello E indaga i confini tra veglia e quiete
che la minore sensibilità al dolore manifestata dai meditanti è associata con un maggiore spessore della corteccia delle regioni implicate nelle emozioni e nella elaborazione del dolore: cingolato anteriore, giro paraippocampale, insula anteriore. Inoltre lo studio ha evidenziato una correlazione positiva tra esperienza meditativa e spessore della materia grigia: più erano gli anni di pratica meditativa e maggiore era lo spessore della corteccia cingolata anteriore (f. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Buddista INTROSPEZIONE La meditazione buddista si nutre di silenzio interiore senza immagini, cerca il “vuoto della mente”
Induista
IL TRAINING MIGLIORA MEMORIA E ATTENZIONE Recentemente un gruppo interuniversitario americano ha pubblicato su Consciousness and Cognition i risultati degli effetti di un breve corso di addestramento meditativo di tipo buddista sia sulla cognizione sia sull’umore di 59 studenti universitari dell’ Università della North Carolina, a Charlotte in Usa. L’addestramento meditativo era particolarmente breve: 20 minuti al giorno per 4 giorni consecutivi. L’addestramento è consistito nell’apprendimento di concentrazione sul proprio respiro e nella capacità di non coltivare i pensieri che sopraggiungono, ma nel lasciarli andare. Il gruppo di controllo si è dedicato per lo stesso tempo all’ascolto di un libro della serie degli audiobooks della Bbc. I due gruppi sono stati studiati con un’ampia batteria di test sull’umore e di tipo cognitivo I risultati dello studio forniscono una robusta evidenza che un breve addestramento aumenta la capacità di concentrazione (cosidetta focalizzazione), di mantenimento dell’attenzione e di memoria Ma con le funzioni cognitive si modificano anche i circuiti cerebrali dei meditanti? Uno studio di qualche anno fa su un gruppo di meditanti esperti ha registrato che le regioni corticali associate all’attenzione e alla ricezione degli stimoli sensoriali sono più spesse dei controlli Un lavoro molto recente, realizzato su 17 meditanti e 18 controlli, ha constatato
VERSIONE QI GONG Fa parte delle antiche pratiche cinesi: prevede riposo e mente vigile
Meditazione il rebus delle onde
Lo studio
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Cinese
Uno studio sulle pratiche orientali mette
Per saperne di più
PER SAPERNE DI PIÙ www.sciencedirect.com/science/journal www.sipnei.it
TRASCENDENTALE Si tratta della versione del maestro indiano Maharishi Mahesh: usa la ripetizione mentale di una parola
FRANCESCO BOTTACCIOLI * notoche il nostro cervello presenta una estesa attività elettrica. L’elettroencefalogramma (Eeg) registra l’attività elettrica dei neuroni delle aree più superficiali, quelle della corteccia. Oggi è possibile, con strumenti più raffinati, studiare aree sia corticali che sottocorticali. Emerge così che quando il cervello è attivo, in alcune zone, sono prevalenti onde caratterizzate da una elevata frequenza, misurata in Hertz, come le onde gamma (4080 Hz) o le beta (13-30 Hz), mentre quando è a riposo le onde hanno una frequenza più bassa, come nel caso delle alfa (8-12 Hz) o teta (4-8 Hz) o addirittura una frequenza lentissima come nel caso delle delta (1-4 Hz), che sono tipiche del sonno profondo. Ma — e questa è la novità — nel cervello possono essere contemporaneamente presenti on-
È
Quando i ritmi veloci e lenti toccano i circuiti delle emozioni e della vigilanza de lentissime (teta o delta) e onde rapidissime. La ricerca si sofferma anche sulle tecniche meditative. Su Consciousness and Cognition è stato pubblicato uno studio che analizza gli effetti sui ritmi cerebrali delle più importanti pratiche meditative orientali: la buddista, la cinese, nella forma del Qi gong, e l’induista nella versione della Meditazione trascendentale. Sia le tecniche buddiste che il Qi gong si basano su concentrazione e controllo dell’automatismo mentale. La Meditazione trascendentale, elaborata negli anni Sessanta dal maestro indiano Maharishi Mahesh, ha lo scopo di ottenere una condizione di trascendimento di situazioni stressanti ed emozionali. La tecnica usata è quella della ripetizione mentale di una parola o frase (Mantra). La ricerca ha verificato che, in corso di meditazione trascendentale, il ritmo dominante è l’alfa, mentre nella meditazione buddista e Qi gong i ritmi sono sia lenti, come delta e teta, sia veloci .
Perché questa contemporaneità e soprattutto in meditazione (che per definizione è uno stato di quiete) perché il cervello è attraversato da onde veloci? Un recente lavoro sperimentale su un gruppo di esperti di Qi gong ha documentato un’au-
mentata presenza di onde delta (lente) in alcune specifiche aree della corteccia e invece una diminuzione di delta e un aumento di frequenze più veloci (gamma e beta) nelle aree associative sensoriali. L’intrepretazione è che il cervello del meditante è ri-
lassato nei circuiti che rispondono alle emozioni, al tempo stesso è molto attivo nei circuiti che presiedono alla vigilanza e l’attenzione consapevole. * Pres. onor. Soc. It. Psiconeuroendocrinoimmunologia
LA SCHEDA
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DELTA Tra 1 e 4 Hertz, onde lente, tipiche del sonno profondo quando l’attività della mente risulta in “quiete”: si riscontrano nella meditazione buddista e nel Qi gong
TETA E ALFA Anche queste sono onde a frequenza bassa. Variano tra i 4 e gli 8 Hertz (le Teta) e gli 8 e i 12 Hertz (le Alfa). Nella meditazione trescendentale prevalgono le onde Alfa
BETA Si tratta di onde a velocità media, tra i 13 e i 30 Hertz e sono associate alla normale attività di veglia Usate per selezionare e valutare gli stimoli e permettere reazioni veloci
GAMMA E ULTRAVELOCI Viaggiano con una frequenza superiore ai 40 Hertz, e le ultraveloci sopra i 100 Hertz. Sono state riscontrate durante esercizi di meditazione volontaria Qi gong e buddista
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SALUTE LETTERE & RUBRICHE
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Il medico risponde
Arduino Carlini Ceprano (FR)
Sono impiegato, viaggio in treno 5 ore al giorno per andare al lavoro e sto spesso seduto. Sono alto 170 cm, peso circa 85 chili, mi muovo poco. Non fumo, non bevo alcolici, mangio pochi grassi, fritti e carne rossa e dormo 5 ore per notte. Sono affetto da disturbi di natura ansiosa-depressiva, assumo Lorans e Anafranil. Il mio colesterolo totale è 216, Hdl 41, Ldl 106, trigliceridi 300. Devo prendere le statine come prevenzione?
■ PROF. DANIELE BRACCHETTI
Cardiologo, Libero Docente Università di Bologna
Le statine sono farmaci che, oltre ad abbassare il valore del colesterolo (proprietà posseduta da altre sostanze), hanno peculiari effetti protettivi sulle arterie che giustificano il loro ampio uso. Molti studi controllati hanno infatti dimostrato la loro efficacia nel ridurre l’incidenza di comparsa di recidive (infarto, ictus) quando somministrate in pazienti che abbiano già avuto un documentato evento cardiovascolare: si parla in questo caso di prevenzione secondaria. È invece discutibile il loro impiego in soggetti senza evidenza di patologie (prevenzione primaria) poiché non esistono studi inconfutabili al riguardo. Nel caso del lettore non c’è quindi motivo per assumere questo farmaco, visti anche i valori di colesterolo LDL e HDL (i trigliceridi hanno un minore significato) e l’assenza di fattori di rischio. Le statine, pur se efficaci, non sono esenti da effetti collaterali (peraltro rari e prevedibili) e quindi vanno assunte solo in presenza di alta probabilità di avere ricadute di malattia.
■ Urologia Cistiti continue da anni sperimento il botulino? Rita Cellini e-mail
Mia figlia, 28 anni, ha sofferto spesso di cistiti che, curate con antibiotico, scomparivano. Da circa un anno però avverte un peso sopra il pube in concomitanza con la vescica piena, peso che non si al-
levia con la minzione. L’urinocoltura e i tamponi vaginali e uretrali sono sempre stati negativi ad eccezione del tampone vaginale che a volte ha dato esito positivo per Ureoplasma urealyticum che scompariva con antibiotico per ripresentarsi dopo tempo. La cistoscopia ha rivelato una cervicotrigonite, è stata curata con farmaci (fibrase, pelvilen, laroxyl e instillazioni endovescicali con cististat) e laser, senza risultati. Ora ci hanno proposto un trattamento sperimentale con botulino. Che fare?
■ PROF. ALDO F. DE ROSE
Urologo e Andrologo, osped. univ. San Martino, Genova
La cistite è l’infezione urinaria più frequente e colpisce soprattutto le donne. Escherichia coli (80%), Stafilococcus epidermidis (9%), Streptococcus fecalis (1-3%) rappresentano i germi più comuni dei primi episodi, Proteus, Klebsiella, Serratia, Pseudomonas e Ureoplasma Ureoliticum quelli delle infezioni complicate. Attenzione dunque ai primi episodi: vanno trattati correttamente con antibiotici mirati e mai per brevi periodi (unodue o tre giorni); inoltre, in caso di cistiti recidivanti, oltre all’esame di urine, urinocultura e tampone uretrale, dovrà essere valutato anche lo stato estrogenico, il pH vaginale, eventuali rapporti temporali con l’attività sessuale e la presenza di dispaurenia. In questi casi si valuterà anche il partner e la muscolatura perineale della donna in quanto spasmi del muscolo elevatore dell’ano possono facilitare il trauma meccanico della vescica. Tra le possibili cause urologiche il reflusso vescico-ureterale residuo dopo minzione e alterazioni anatomiche (cistocele). Prescrivere solo antibiotici non significa risolvere il problema anzi, quando queste terapie sono ripetute, possono anche alterare ecosistemi naturali come quello vaginale e intestinale, favorendo altre infezioni (candidosi). Solo individuando gli elementi che possono predisporre alla cistite, le cause che la scatenano e i fattori che la sostengono sarà possibile evitare terapie e procedure chirurgiche, anche inutili, e riservare invece la biopsia vescicale a quei casi di cistite recidivante, in assenza di urinocolture positive, per avvalorare eventuali sospetti di cistite interstiziale, la cui diagnosi è solo istologica e che, ad oggi è considerata una malattia rara.
■ Oculistica Ho un distacco del vitreo posso praticare lo yoga?
che mi intimorisce, però, è il loro aumento (soprattutto dorso e petto) a meno di un anno di distanza. Qual è la causa e si può rallentare?
lettera firmata Cagliari
■ PROF.SSA CATERINA CATRICALÀ
Ho 62 anni, ipertensione oculare, un lieve velo di cataratta con un distacco posteriore del vitreo (curato con VitreoVaffa). Esistono misure atte a prevenire ulteriori problemi, posso praticare yoga ananda, e sperare che “le poetiche nubecole” svaniscano ridandomi un campo visivo se non azzurro almeno celestino?
■ PROF. CESARE BISANTIS Oculista, Presid. Fond. IRIS per l’Oftalmologia, Padova Si può fare diagnosi di Ipertensione oculare quando i valori della pressione si aggirano intorno a 20-22 mmHg e quando, durante le 24 ore, (curva tonometrica ) le variazioni pressorie, sia in eccesso che in difetto, non siano superiori a 4 punti. Si deve, invece, fare diagnosi di glaucoma cronico semplice quando i valori pressori, che possono o no essere maggiori di 22 mmhg, mostrano, nelle 24 ore, oscillazioni superiori alle 4 unità, e quando compaiono i primi segni campimetrici di ridotta sensibilità retinica. Il lieve velo di opalescenza del cristallino può essere compatibile con l’età (62 anni) e pertanto va solo controllato annualmente. Il distacco posteriore di vitreo non risponde ad alcun tipo di trattamento medico ma è tuttavia prudente programmare una profilassi di possibili complicanze degenerative maculari, ricorrendo a farmaci antiossidanti e ad una alimentazione adeguata. Nessuna controindicazione alle pratiche yoga. Le “poetiche nubecole” o il campo visivo “azzurro o celestino” sono condizioni non contemplate dalla clinica e pertanto non rapportabili a quanto riferito prima.
■ Dermatologia Mio figlio ha tanti nei quale è la causa? Aldo Mauri e-mail
Mio figlio, ventenne, ha numerosissimi nei, comparsi fin dall’adolescenza e aumentati di numero. In ospedale non sono stati rilevati nei sospetti su cui intervenire. Ciò
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CAMICI & PIGIAMI PAOLO CORNAGLIA FERRARIS
ABORTO CLANDESTINO PIAGA DIFFICILE DA ESTIRPARE riste verificare che non bastano Asl e legge 194, se esiste una clientela disposta a pagare per abortire clandestinamente. Drammatico constatare che un medico operasse in modo così indecente dal 2006. Il suo arresto è spia di un malessere profondo. Tra le donne immigrate il fenomeno è legato a prostituzione, stupro e miseria. La prostituzione è organizzata con sequestri e sfruttamento, per rispondere a una clientela italiana. Gli stupri entrano nel gioco di violenza e sfruttamento di chi teme il rimpatrio forzato. La miseria nasce dalla constatazione che allevare un altro figlio porta al tracollo economico di realtà così fragili da rendere precario il sostentamento quotidiano della propria famiglia. L’esemplare punizione del Rowland W. Taylor, 49 anni, nato in Sierra Leone, ginecologo della Asl 5 di Arzignano, non risolverà nessuna delle tre situazioni. Continueranno ad abortire clandestinamente prostitute, stuprate e misere donne che non sanno utilizzare il servizio pubblico. Non basta la tutela dell’anonimato? C’è da chiedersi cosa possiamo fare di meglio. camici.pigiami@gmail.com
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A CURA DI ELVIRA NASELLI
■ Cardiologia Ansia e depressione devo prendere le statine?
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Direttore “Melanoma Unit” Istituto San Gallicano Roma
I nei, meglio definirli nevi melanocitici, compaiono quasi sempre durante l’infanzia e l’adolescenza. Quando sono “numerosissimi” costituiscono un fattore di rischio per il melanoma, soprattutto se associati ad altri fattori quali un fototipo chiaro o la presenza di uno o più casi di melanoma nella propria famiglia. Una fotoesposizione eccessiva al sole o alle lampade abbronzanti può aumentare il numero dei nevi e delle lentiggini solari. Se il dermatologo ha osservato tutti i nevi di suo figlio anche con l’utilizzo del dermatoscopio manuale o digitale e non ha riscontrato nulla di sospetto può stare tranquillo e ripetere il controllo ogni 6 mesi o 1 volta all’anno. L’unico sistema corretto di asportazione è quello chirurgico seguito sempre dall’esame istologico. In Italia esistono numerosi centri specializzati per il controllo dei nevi e la diagnosi precoce del melanoma cutaneo, presso le cliniche dermatologiche universitarie, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e gli ospedali nei quali è presente il reparto di dermatologia.
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A TAVOLA EUGENIO DEL TOMA
NESSUN ALIMENTO È “CATTIVO” BASTA UN PO’ DI BUON SENSO l tema“calorie e cibi da evitare” è stato tra i più gettonati dell’estate. Dai mass media sono rimbalzati ancora una volta i luoghi comuni sugli alimenti e sulle privazioni da affrontare quando si è imprigionati nella sedentarietà. Tuttavia, mi ha disturbato di più la superficialità di qualche cosiddetto “esperto” nel riproporre pregiudizi o pseudo-novità che andrebbero collegati allo stile di vita più che alla composizione bromatologica degli alimenti. Perfino il latte è stato sospettato di crimini nutrizionali, in base a qualche ricerca settoriale che non scalfisce i suoi pregi, garantiti dall’Oms e dalle Società scientifiche competenti (allergie e intolleranze individuali, a parte). Nessun alimento è “cattivo” perché ha più calorie o grassi saturi, ma è soltanto meno adatto a chi è obeso o ipercolesterolemico. In qualunque dieta equilibrata, sia pure ipocalorica, tutti gli alimenti del commercio possono essere utili, purché in dosi e alternative adeguate. Saranno, invece, l’età, il gusto, lo stato di salute e lo stile di vita a renderli, più o meno consigliabili. edeltoma@gmail.com
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■ Odontoiatria I denti del giudizio possono spostare gli altri?
L’ERBA VOGLIO
Maura e-mail
IPERTENSIONE, DIABETE E HIV QUANTI BENEFICI IN UNA BANANA
L’eruzione dei denti del giudizio può creare problemi ai denti anteriori?
■ PROF. MARCO BALDONI
direttore Clinica Odontoiatrica università Milano Bicocca
È dimostrato in letteratura che è impossibile che un singolo dente sia in grado di spostare i 7 elementi anteriori solamente con la propria spinta eruttiva. Il fatto che spesso si verifichi un affollamento dei denti anteriori contemporaneamente alla fuoriuscita dei denti del giudizio è spiegabile come recidiva negli anni del trattamento ortodontico che tali pazienti hanno subito in età adolescenziale.
ROBERTO SUOZZI
a banana(famiglia delle Musaceae) è una pianta assai diffusa nei paesi a clima tropicale. Il frutto, oltre a vitamine, fibre e numerose altre sostanze, contiene mediamente 467mg di potassio, essenziale per mantenere la normale pressione del sangue, e solo 1 mg di sodio. È sulla base di questi dati che la Food and Drug Administration Usa ha consentito ai produttori di pubblicizzare la capacità della banana nel ridurre l’ipertensione. Un recente studio dell’Università del Michigan (Journal of Biological Chemistry), invece, ha evidenziato come la lectina, contenuta nelle banane, è un potente e nuovo inibitore dell’Hiv: il principio attivo (“Banlec”) si è dimostrato potente quanto due farmaci antiretrovirali già in uso. Un altro studio messicano, (Journal of Environmental Research and Public Health), ha dimostrato come la somministrazione di un estratto di 24gr di banana nativa (Musa Cavendish), riduca il peso corporeo e aumenti la sensibilità all’insulina nei pazienti in cui vi sia una associazione di obesità e diabete di tipo 2. rmsuozzi@mclink. it
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*Il lat te materno è sempre il miglior alimento per il lat tante nel primo anno di vita e va of fer to fino a quando possibile anche durante lo svezzamento all’interno di un’alimentazione diversificata. Chiedi consiglio al tuo pediatra.
la Repubblica
IMPRESE&MERCATI
MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
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www.finanza.repubblica.it in tempo reale quotazioni di Borsa, commenti e notizie TITOLO A A.S. Roma A2A Acea Acegas-Aps Acotel Group Acque Potabili Acsm-Agam Actelios AdF-Aerop.Firenze Aedes Aeffe Aicon Alerion Amplifon Ansaldo Sts Antichi Pell Apulia Pront Arena Arkimedica Ascopiave Astaldi Atlantia Autogrill Autostrada To-Mi Autostrade Mer. Azimut B B&C Speakers Banca Generali Banca Ifis Basicnet Bastogi BB Biotech Bca Carige Bca Carige r Bca Finnat Bca Intermobiliare Bca P.Etruria e Lazio Bca P.Milano Bca P.Spoleto Bca Profilo Bco Desio-Brianza Bco Desio-Brianza rnc Bco Popolare Bco Santander Bco Sardegna rnc Bee Team Beghelli Benetton Group Beni Stabili Best Union Co. Bialetti Industrie Biancamano Biesse Bioera Boero Bart. Bolzoni Bon.Ferraresi Borgosesia Borgosesia rnc Brembo Brioschi Bulgari Buone Società Buongiorno Buzzi Unicem Buzzi Unicem rnc C Cad It Cairo Comm. Caleffi Caltagirone Caltagirone Ed. Cam-Fin Campari Cape Live Carraro Cattolica As CDC Cell Therap Cembre Cementir Hold Cent. Latte Torino Ceram. Ricchetti CHL CIA Ciccolella Cir Class Editori Cobra Cofide Cogeme Set Conafi Prestito’ Cred. Artigiano Cred. Bergamasco Cred. Emiliano Cred. Valtellinese Crespi Csp D D’Amico
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1,100 1,143 8,750 4,188 47,680 1,730 1,163 2,553 12,420 0,225 0,327 0,265 0,547 3,768 9,800 0,506 0,400 0,026 0,520 1,590 5,140 15,360 9,730 9,935 21,500 7,300
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IL PUNTO
Cap. in mil. di €
Fiat e Pirelli positive l’auto elettrica spinge Pininfarina Gabetti ristruttura
Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Diasorin Digital Bros Dmail Group DMT E Edison Edison r EEMS El.En. Elica Emak Enel Enervit Engineering Eni Erg Erg Renew Ergy Capital Esprinet Eurotech Eutelia Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Fastweb Fiat Fiat prv Fiat rnc Fidia Fiera Milano Finarte C.Aste Finmeccanica FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai rnc Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Gewiss Granitifiandre Greenvision Gruppo Coin Gruppo Ed.L’Espresso Gruppo Minerali M. H Hera I I Grandi Viaggi IGD Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo Impregilo rnc Indesit
MILANO — Borse europee tutte in rialzo dopo la modifica alle regole sulle banche previste da Basilea 3. A Piazza Affari il Ftse All Share è salito dello 0,80% a 21.549 punti e il Ftse Mib dello 0,81% tornato sopra quota 21 mila. Tra i bancari la migliore è stata Banco Popolare (+3,9%) seguita a ruota da Bpm (+3,5%), Mps (+3,3%) e Unicredit (+2,8%). Ma anche il comparto auto ha recuperato terreno: Fiat è salita dello 0,99%, Pirelli & C dell’1,8% e Pininfarina del 3,1% in attesa dell’auto elettrica. Non partecipano alla festa le azioni di Eni (+0,36%) ed Enel (+0,19%), mentre Telecom (1,7%) ha vinto la maglia nera tra i titoli maggiori. Fuori dal listino principale l’As Roma ha perso il 2%, mentre Gabetti (-1,6%) ha annunciato un nuovo aumento di capitale da 25 milioni per avere il via libera dalle banche alla ristrutturazione del debito.
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4,820 0,820 15,720 8,520 4,540 3,850 1,172 30,710 1,547 4,025 13,440
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3,231 0,717 5,700 3,688 2,995 1,063 0,834 13,197 1,234 3,354 2,073
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0,686 1,081 0,490 9,359 0,513 2,964 2,942 1,102 12,450 12,311 8,583 0,635 0,288 3,213 1,534 0,100 5,408 3,198 3,770 0,741
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10,772 3,437 1,918 2,468 2,805 3,432 0,104 7,788 0,394 7,365 4,445 1,057
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1,768
1627
0,877 1,159 1,307 13,950 0,791 2,192 8,020 8,690
-1,35 1,40 0,77 0,38 -0,45 0,12 0,52
-11,14 -27,29 -31,96 8,22 -6,61 -13,34 -5,65 8,56
0,736 0,813 1,294 11,941 0,499 1,711 5,244 1,630
1,078 1,604 2,528 15,120 1,008 3,131 10,349 10,303
40 358 57 475 270 885 13 998
Rif € ieri
TITOLO
Rif € ieri
ieri
Var % inizio anno
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0,57 2,13 3,14 1,86 0,09 3,16 0,20 1,96 1,91 2,17 0,08 1,63 1,20 0,15
9,08 -22,36 -3,11 30,13 18,83 1051,45 -24,47 -13,53 17,65 -7,09 -11,54 -6,04 27,44 -22,47 -19,95 -9,24 4,27
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0,81 1,93 14,25 -0,54 -2,10 -2,45 0,97 0,40 0,12 4,31 -0,65 1,71
-10,31 -53,50 -33,55 -22,01 -8,84 -12,52 -8,33 19,60 2,13 -14,66 -28,44 18,04
0,124 0,045 0,117 0,721 0,499 0,442 1,825 3,742 12,439 0,204 0,113 0,355
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84 22 46 24 863 20 96 1319 150 59 85 17
18,170 0,417 6,150 4,685 9,130 28,120 27,680 1,405 9,480 6,900 0,594 0,147 0,901 5,460 6,780 2,715 3,695 0,099 1,425 1,950 4,798 0,099 1,729 0,590 166,700 5,580
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-0,76 -1,77 -1,49 -4,65 -3,09 0,07 -0,63 2,21 -1,14 0,09 0,17 -0,20 1,30
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147 24 14226 336 2 5055 6366 98 65 199 2026 45 659 15
7,390 0,614 2,033 2,272 0,554 0,361
1,79 1,66 2,86 -0,33 0,73 0,84
-27,83 -35,16 -10,93 -17,45 -35,45 -35,03
5,867 0,383 0,605 0,954 0,507 0,342
11,340 1,195 2,644 3,310 1,078 0,794
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4,250 0,138 1,319 3,895 3,630
-0,93 -1,20 -1,20 -1,09
-4,28 -5,79 -17,78 -5,96
1,941 0,105 1,279 3,435 3,040
4,604 0,343 1,660 5,127 4,813
44 20 39 171 242
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362 6
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20,76 11,61 -16,00
3,213 0,389 0,466
4,779 0,660 2,000
382 12 2
TITOLO
2009- 2010 min € max €
Cap. in mil. di €
TITOLO Indesit rnc Industria e Inn Intek Intek r Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc Invest e Sviluppo Irce Iren Isagro IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IW Bank J Juventus FC K K.R.Energy Kerself Kinexia KME Group KME Group rnc L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica M Maire Tecnimont Management e C. Marcolin Mariella Burani FG MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Mediterranea Acque Meridiana Fly Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mirato Mittel MolMed Mondadori Mondo HE Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Monti Ascensori Mutuionline N Nice Noemalife Novare O Olidata Omnia Network P Panariagroup Parmalat
ieri
Var % inizio anno
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0,860
-0,23
-4,81
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5,81 2,06 0,05 1,91 0,19
-48,90 -61,29 -8,99 -13,85 -11,11
1,711 3,700 0,310 11,530 19,430
0,06 0,20 -0,16 0,44 0,05
-20,60 5,94 -9,64 -18,57 5,94
2,780 0,191 2,945 2,523 7,535 2,835 5,115 6,655 3,165 2,993 0,054 0,380 11,960 1,445 1,633 3,190 0,470 2,288 0,130 6,820 0,431 1,046 0,155 0,313 1,080 5,150
-1,77 -1,50 0,86 -0,86 3,66 1,45 0,48 3,43 2,70 -0,17 0,63 -0,61 1,43 0,32 -0,54 1,96 -1,16 0,23 3,36 0,65 -0,63 3,95 0,98
3,080 5,950 1,190
Rif € ieri
2009- 2010 min € max € 1,950 1,345 0,239 0,499 1,805 1,380 0,929 0,015 1,299 0,629 2,346 2,974 5,626 3,212 19,137 12,727 1,370
Cap. in mil. di €
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0,649
1,068
173
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-1,44 -
2,67 8,38 3,48
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361 26 16
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-2,41 -
50,40 -
0,213 -
0,931 -
26 -
1,700 1,971
-1,05 -0,76
-8,94 -0,95
1,194 1,138
2,314 2,139
77 3425
Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Pirelli Real E. Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Premafin Finanziaria Premuda Prima Industrie Prysmian R R. De Medici R. Ginori 1735 Ratti RCF RCS Mediagroup RCS Mediagroup risp RDB Recordati Reply Retelit Risanamento Rosss S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Snai Snam Gas Snia Socotherm Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr. T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tesmec Tiscali Tod’s Toscana Fin Trevi Fin.Ind. TXT e-solution U UBI Banca Uni Land Unicredit Unicredit risp Unipol Unipol pr V Valsoia Viaggi Ventaglio Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass. Y Yoox Yorkville Bhn Z Zignago Vetro Zucchi Zucchi rnc
2009- 2010 min € max €
Cap. in mil. di €
FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 10 SETTEMBRE 2010 TITOLI
Val. € oggi
ANM Americhe .............................8,861 ANM Anima America ....................3,977 ANM Anima Asia ...........................6,187 ANM Anima Convertibile ..............6,259 ANM Anima Emerging Mkts.......10,490 ANM Anima Europa ......................4,016 ANM Anima Fondattivo ..............13,746 ANM Anima Fondimpiego..........20,209 ANM Anima Fondo Tranding......12,687 ANM Anima Liquidità ....................6,633 ANM Anima Obbl.Euro .................7,162 ANM CapitalePiù Comp.Az. .........4,714 ANM CapitalePiù Comp.Bil.15 .....5,333 ANM CapitalePiù Comp.Bil.30 .....5,099 ANM CapitalePiù Comp.Obb. ......5,500 ANM Corporate Bond...................7,452 ANM Emerging Mkts Bond...........6,452 ANM Emerging Mkts Equity..........7,370 ANM Euroland ..............................4,416 ANM Europa...............................13,085 ANM Europe Bond........................7,699 ANM Flessibile ..............................2,902 ANM Fondo Liquidità....................7,607 ANM Iniziativa Europa ..................6,863 ANM Internazionale....................12,746 ANM Italia ...................................15,036 ANM Managers&Co. Comp.30 ....5,477 ANM Managers&Co. Comp.50 ....5,166 ANM Managers&Co. Comp.70 ....4,617 ANM Managers&Co. Comp.90 ....4,159 ANM Mix .......................................5,710 ANM Monetario..........................12,125 ANM Obiettivo Rendimento .........5,850 ANM Pacifico ................................5,016
Val. € ieri
8,821 3,959 6,154 6,253 10,453 4,009 13,716 20,204 12,646 6,632 7,164 4,709 5,334 5,101 5,501 7,449 6,460 7,334 4,415 13,099 7,701 2,902 7,606 6,865 12,739 15,051 5,484 5,166 4,609 4,148 5,719 12,125 5,851 4,996
Diff.% 12 mesi
19,71 7,60 4,47 2,54 27,11 8,13 4,52 8,74 7,88 0,87 3,92 10,14 4,12 4,75 3,13 6,56 13,77 24,22 3,88 8,69 5,77 7,84 0,57 12,45 12,03 -2,41 10,02 10,50 15,51 15,34 1,71 0,49 4,19 16,00
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
ANM Pianeta ..............................10,295 ANM Premium-Protetto................6,595 ANM Risparmio ............................7,799 ANM Sforzesco ..........................10,222 ANM Tesoreria-Imprese ...............6,899 ANM Valore Globale...................20,098 ANM Visconteo ..........................35,344
10,321 6,605 7,802 10,229 6,899 20,077 35,354
15,20 1,79 2,88 7,58 0,58 14,28 7,13
Azimut Bil. ..................................23,293 Azimut Garanzia .........................12,295 Azimut Reddito Euro ..................15,717 Azimut Reddito Usa......................6,288 Azimut Scudo ...............................7,740 Azimut Solidity ..............................7,916 Azimut Str. Trend ..........................5,114 Azimut Trend ..............................19,266 Azimut Trend America ..................8,939 Azimut Trend Europa..................12,027 Azimut Trend Italia......................14,682 Azimut Trend Pacifico...................6,491 Azimut Trend Tassi .......................8,946 Formula 1 - Alpha Plus 20 .............6,378 Formula 1 Conservative................6,424 Formula 1 High Risk......................6,782 Formula 1 Low Risk ......................6,636 Formula 1 Risk ..............................6,514
23,297 12,295 15,714 6,289 7,735 7,910 5,114 19,243 8,905 12,044 14,682 6,483 8,944 6,384 6,426 6,785 6,636 6,513
0,26 -0,17 -0,13 15,67 4,41 1,10 5,51 9,55 14,19 1,24 -6,42 9,42 -0,71 -1,77 -0,88 0,19 -0,84 -0,06
EC Focus Cap Pro 12/14 ..............5,101 5,101 Eurizon Az. Asia Nuove Economie11,014 10,967 Eurizon Az. Finanza ....................17,913 17,919 Eurizon Az. Int. Etico .....................5,752 5,742
24,26 6,30 8,86
TITOLI
Val. € oggi
TITOLI
Val. € oggi
Eurizon Az. Salute e Amb. ..........15,213 Eurizon Az. Tecn.Avanz ................3,868 Eurizon Az.ALto Dividendo Euro 25,348 Eurizon Az.EnMatPrime................9,080 Eurizon Az.EuropaMult.................5,689 Eurizon Az.Italia 130/30..............16,226 Eurizon Az.MondoMult .................3,349 Eurizon Az.PMI Amer. ................20,059 Eurizon Az.PMI Europa.................8,347 Eurizon Az.PMI Italia .....................4,520 Eurizon Bilan.Euro Multimanager36,215 Eurizon DiversEtico.......................8,000 Eurizon F. Az.America...................8,592 Eurizon F. Az.Euro ......................13,235 Eurizon F. Az.Europa ....................8,285 Eurizon F. Az.Internazionali...........7,298 Eurizon F. Az.Italia ......................11,599 Eurizon F. Az.Pacifico ...................3,992 Eurizon F. Az.Paesi Emer..............9,320 Eurizon F. Garantito 03/13 ............5,181 Eurizon F. Garantito 06/12 ............5,142 Eurizon F. Garantito 09/12 ............5,126 Eurizon F. Garantito 12/12 ............5,141 Eurizon F. Garantito 2sem06 ........5,245 Eurizon F. Garantito 2tri07 ............5,129 Eurizon F. Garantito 3tri07 ............4,967 Eurizon F. Garantito 4tri07 ............5,217 Eurizon F. Garantito Isem06 .........5,310 Eurizon F. Garantito Itri07 .............5,167 Eurizon F. Ob. Cedola...................6,125 Eurizon F. Ob. Emergenti ...........11,638 Eurizon F. Ob. Euro.....................14,190 Eurizon F. Ob. Euro B/T..............15,184 Eurizon F. Ob. Euro Corp. .............5,721 Eurizon F. Ob. Euro HY .................7,425 Eurizon F. Profilo Din.....................5,325 Eurizon F. Profilo Moder. ..............5,376 Eurizon F. Profilo Prud. .................5,470 Eurizon F. Rend.Ass 2anni............5,239 Eurizon F. Rend.Ass 3anni............5,466
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Diff.% 12 mesi
15,119 3,852 25,360 9,057 5,675 16,228 3,338 19,946 8,332 4,523 36,185 8,000 8,555 13,225 8,294 7,276 11,602 3,976 9,288 5,183 5,142 5,127 5,142 5,246 5,129 4,968 5,221 5,308 5,167 6,125 11,642 14,205 15,176 5,725 7,415 5,323 5,376 5,469 5,240 5,466
15,71 12,05 0,29 9,90 10,21 -3,54 15,40 21,50 14,88 -2,08 7,85 3,04 15,89 1,35 8,84 11,50 -3,19 13,47 25,17 1,67 1,08 1,32 1,60 -0,02 0,49 -2,36 0,99 1,59 0,27 2,42 10,45 2,60 -0,25 5,96 14,41 9,05 5,18 1,41 0,71 0,37
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Eurizon F. Rend.Ass 5anni............4,907 4,898 Eurizon F. Tesor.Dollaro.............12,972 12,963 Eurizon F. Tesor.Dollaro $ ..........16,508 16,512 Eurizon F. Tesoreria Euro A...........7,655 7,655 Eurizon Focus Tesor Eu B ............7,702 7,702 Eurizon Liquidità A .......................7,273 7,272 Eurizon Liquidità B .......................7,454 7,452 Eurizon Ob. Internaz. ....................8,967 8,989 Eurizon Obb. Euro Corp. BreveT. .7,553 7,551 Eurizon Obblig. Etico ....................5,560 5,572 Eurizon Obiettivo Rend.to.............8,109 8,107 Eurizon Rendita ............................5,978 5,975 Eurizon Soluzione 10 ....................6,903 6,905 Eurizon Soluzione 40 ....................6,175 6,171 Eurizon Soluzione 60..................24,091 24,045 Eurizon Team 1 .............................6,017 6,018 Eurizon Team 1 Cl G .....................6,017 6,018 Eurizon Team 2 .............................5,719 5,721 Eurizon Team 2 Cl G .....................5,715 5,716 Eurizon Team 3 .............................4,810 4,809 Eurizon Team 3 Cl G .....................4,835 4,835 Eurizon Team 4 .............................4,068 4,069 Eurizon Team 4 Cl G .....................4,093 4,094 Eurizon Team 5 .............................3,928 3,924 Eurizon Team 5 Cl G .....................3,953 3,950 Intesa CC Prot.Dinamica ..............5,707 5,697 Passadore Monetario ...................7,124 7,123 Teodorico Monetario ....................7,465 7,464 Unibanca Azionario Europa..........6,129 6,143 Unibanca Monetario .....................5,732 5,732 Unibanca Obbligazionario Euro....5,874 5,880
Fideuram Bilanciato ...................12,437 12,448 Fideuram Italia............................21,435 21,440 Fideuram Liquidità .....................16,832 16,833
Diff.% 12 mesi 1,47 12,14 12,00 0,16 0,42 -0,27 -0,01 11,81 2,99 6,07 1,29 0,42 0,51 5,43 6,20 1,23 1,19 3,12 3,05 5,53 5,96 8,68 9,18 10,49 11,04 1,40 -0,03 0,05 9,47 -0,02 1,71
-0,97 -0,47
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Fideuram Moneta.......................14,614 Fideuram Rendimento..................9,426 FMS - Absolute Return .................9,163 FMS - Eq.Glob.Resources .........10,917 FMS - Equity Asia..........................8,889 FMS - Equity Europe.....................9,005 FMS - Equity Gl Em Mkt .............12,969 FMS - Equity New World ............17,179 FMS - Equity Usa ..........................8,014
14,611 9,442 9,160 10,919 8,854 8,991 12,910 17,123 7,997
-0,10 2,53 -0,04 15,21 11,71 9,66 28,36 28,14 17,59
Pioneer Az. Crescita ..................12,643 Pioneer Az Area Pacifico...............3,598 Pioneer Az Valore Eur Dis..............6,791 Pioneer Az. Am. ............................6,542 Pioneer Az. Europa.....................14,505 Pioneer Az. Paesi Em. ................11,167 Pioneer Liquidita’ Euro..................5,068 Pioneer Monet. Euro ..................13,206 Pioneer O.Euro C.Et. Dis...............4,888 Pioneer Obb. Euro Dis ..................6,716 Pioneer Obb. Paesi E. Dis...........10,419 Pioneer Obb. Più Dis.....................8,413 Pioneer Target Controllo...............5,411 Pioneer Target Equilibrio ..............5,395 Pioneer Target Sviluppo.............22,568
12,641 3,571 6,798 6,512 14,494 11,116 5,068 13,203 4,895 6,728 10,416 8,419 5,415 5,397 22,569
-4,07 1,21 9,20 10,38 5,62 24,33 0,20 0,92 8,64 5,87 26,04 7,00 3,40 4,13 2,82
Bim Az. Small Cap Italia ................6,875 Bim Azionario Europa ...................9,814 Bim Azionario Globale ..................3,989 Bim Azionario Italia .......................6,730 Bim Azionario Usa ........................5,989
6,870 9,795 3,983 6,730 5,960
-5,37 3,47 7,52 -6,77 13,17
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Bim Bilanciato ............................22,407 Bim Corporate Mix........................5,573 Bim Flessibile................................3,800 Bim Obblig. Breve Term................6,556 Bim Obblig. Globale......................6,133 Bim Obbligazionario Euro.............7,006 Symphonia MS Adagio.................5,992 Symphonia MS America...............3,951 Symphonia MS Asia .....................5,353 Symphonia MS Europa.................5,468 Symphonia MS Largo...................5,734 Symphonia MS P. Emer. ............13,382 Symphonia MS Vivace..................5,177 Symphonia SC Asia Flessibile ......6,334 Symphonia SC Az. Euro ...............5,594 Symphonia SC Az. Internaz. .........6,564 Symphonia SC Az. Italia .............10,413 Symphonia SC Az. Italia SmallCap3,566 Symphonia SC Bil. Equil. Italia......5,372 Symphonia SC Bond Flessibile ....5,233 Symphonia SC Fortissimo............2,703 Symphonia SC Italia Flessibile......4,956 Symphonia SC Monetario ............7,446 Symphonia SC Obblig. Area Eur...9,681 Symphonia SC Patrim.Glob.Redd.7,121 Symphonia SC Patrim.Globale.....5,263 Synergia Az. Europa .....................6,113 Synergia Az. Globale ....................6,190 Synergia Az. Italia..........................5,682 Synergia Az. Sm.Cap It. ................5,493 Synergia Azionario Usa.................6,287 Synergia Bilanciato 15 ..................5,352 Synergia Bilanciato 30 ..................5,540 Synergia Bilanciato 50 ..................5,748 Synergia Monetario ......................5,016 Synergia Obbl Corporate..............5,469 Synergia Obbl. Euro BT ................5,074 Synergia Obbl. Euro MT................5,265 Synergia Tesoreria........................5,048 Synergia Total Return ...................5,243
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22,406 5,579 3,803 6,558 6,140 7,018 5,992 3,951 5,341 5,448 5,726 13,369 5,164 6,322 5,591 6,547 10,417 3,563 5,377 5,235 2,701 4,958 7,446 9,696 7,123 5,260 6,101 6,180 5,684 5,490 6,259 5,358 5,545 5,753 5,015 5,475 5,075 5,274 5,048 5,248
4,04 4,01 -1,68 0,97 10,78 4,04 6,13 14,19 15,34 8,73 8,62 29,63 11,17 13,80 0,07 10,32 -8,33 -5,66 -0,61 4,51 9,21 -2,67 0,61 5,50 1,42 5,45 2,95 6,85 -8,31 -6,91 9,70 3,04 3,73 4,53 -0,14 4,11 0,87 3,97 0,20 0,96
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
LETTERE,COMMENTI&IDEE
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QUEI RAPPORTI MALSANI LE COLPE DELLE CLASSI DIRIGENTI DEL SUD FRA POLITICA E ISTITUZIONI
gregio Augias, rispondendo sulle differenze tra Nord e Sud d’Italia, dopo centocinquanta anni, lei ha omesso di accennare alla dibattuta «questione meridionale», forse perché rientra anch’essa nell’intento — perseguito da tanti storici — di pervenire a una pacificazione degli animi, malgrado le puntuali sciocchezze propinateci al riguardo dalla Lega Nord. La pacificazione non potrà essere ottenuta fino a quando i nostri governi non rimedieranno alle vergognose nefandezze perpetrate dagli emissari del governo piemontese a danno del Sud, sviluppando quest’ultimo al pari delle regioni settentrionali. Nino Materia lmaco92@libero.it
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STEFANO RODOTÀ ogliamo quasi ogni giorno i frutti avvelenati di una ormai troppo lunga stagione di rapporti malsani tra politica e istituzioni. È una storia che non può essere identificata solo con il tempo del berlusconismo, e che ha molti attori. Picconatori, cultori delle spallate referendarie, riformatori inconsapevoli degli effetti “di sistema” delle loro iniziative, idolatri di un bipolarismo contemplato senza tener conto della crescente personalizzazione della politica e del ruolo determinante giocato dal sistema dell’informazione… È una storia destinata ad accompagnarci ancora se si continuerà a parlare molto di riforme istituzionali da fare e si rifletterà poco sugli effetti di quelle fatte. E l’accelerarsi della crisi rende più urgente la riflessione su questi problemi, che sarà più libera se si scioglierà il nodo della riforma elettorale. Qualche sprazzo di consapevolezza si è appena manifestato, tra mille prudenze e imputando ogni male alla “porcata” elettorale, ma cominciando comunque a registrare l’impossibilità di continuare a vivere nell’attuale forma del bipolarismo aggressivo. Se non è l’ammissione di un fallimento, è qualcosa che gli assomiglia molto. E tuttavia si tratta di analisi ancora inadeguate e che rischiano di riprodurre i vizi del passato, visto che sono condotte in chiave assai politologica e poco storico-politica. Non si tratta di contrapporre modello a modello, ma di andare a fondo nei processi reali che hanno portato a quella che, con formula assai ambigua, viene chiamata “Seconda Repubblica”. Non è una storia lineare. Anzi, in un momento decisivo, conosce uno spettacolare rovesciamento. Nella lunga transizione italiana, già prima della caduta del Muro, si era pensato che alla crescente debolezza della politica si potesse supplire trasformando integralmente la questione politica in questione istituzionale. In questo modo la politica cercava di allontanare le responsabilità sue proprie. Non nella politica, ma nelle istituzioni era il problema: sì che, modificate queste, ogni questione sarebbe stata risolta. In uno slancio fideistico, si affidava alla riforma istituzionale una palingenesi politica – la stabilità dei governi, l’efficacia della decisione, la fine della frammentazione partitica, la scomparsa della corruzione. Al riparo di questa rimozione, la politica si consegnava all’“ingegneria costituzionale”, abbandonando così una visione d’insieme che avrebbe avuto bisogno d’un vero rinnovamento culturale. Da qui le difficoltà nell’approdare a qualche soluzione condivisa e il nascere della tentazione delle “spallate”. Fu, questa, la stagione dei referendum elettorali, aperta dall’eliminazione delle preferenze e approdata all’abbandono del sistema proporzionale. Ma nulla si fece poi sulla via degli indispensabili aggiustamenti di un sistema costituzionale che aveva nella sua filigrana proprio una legge elettorale proporzionale, e che su questa premessa aveva costruito suoi essenziali equilibri. E si chiusero gli occhi sui rapporti tra queste novità e la nuova funzione politica del sistema dei media, evidente già prima che s’incarnasse nel proprietario della Fininvest. Saltati gli equilibri costituzionali, con la crisi politica che precipitava nella scomparsa di partiti storici al tempo di Tangentopoli, la transizione italiana cambiava volto, e con essa si capovolgeva il rapporto tra politica e istituzioni. Si esauriva la delega all’ingegneria costituzionale. Nel deserto istituzionale, nato dal riduzionismo elettorale, si creavano le condizioni per il ritor-
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no di una politica affrancata non tanto dai “riti” della Prima Repubblica, ma da contrappesi e controlli necessari per l’esercizio democratico del potere. Sì che il bipolarismo all’italiana non seguiva i ritmi e le regole proprie di un sistema dove l’alternarsi di partiti e coalizioni si realizza sul terreno della diversità dei programmi, Si esauriva, invece, nel modo d’intendere l’esercizio del potere. Il berlusconismo trovava la sua forma nell’esasperare l’ostilità a controlli, pesi e contrappesi, nel portare a conseguenze estreme decisionismo e personalizzazione del potere. Nasce proprio da qui, dall’irriducibilità a un denominatore comune delle diverse forze in campo, l’asprezza distruttiva del bipolarismo. Con due ulteriori conseguenze, una spiccatamente istituzionale, l’altra più immediatamente politica. Alterato nel suo complesso il sistema delle garanzie e dei controlli, questa ineliminabile funzione democratica si è concentrata, da una parte, nella Presidenza della Repubblica e nella Corte costituzionale; e, dall’altra, nella magistratura e nell’informazione. Sono queste, oggi, le frontiere della democrazia: e, come sempre accade alle istituzioni di frontiera, sempre soggette a tensioni, a tentativi di sfondamento da parte di chi vuole istituire un potere autocratico, utilizzando anche la categoria della “costituzione materiale”, di cui non dovrebbe essere dimenticato l’originario obiettivo, appunto la legittimazione di ambigui poteri di fatto. Tutto questo produce anche paradossi, come quello riguardante il nostro bicameralismo perfetto, del quale giustamente si reclama l’abbandono, ma che in questa stagione difficile ha avuto la benefica funzione di bloccare pericolosi colpi di mano grazie alla navette tra le due camere. Peraltro – ed è la seconda conseguenza – nessuna delle promesse del bicameralismo è stata realizzata: il sistema politico si decompone, la corruzione è regola, la formale stabilità governativa non ha prodotto efficienza. E la regressione culturale cancella la condizione di base d’ogni buona politica. Da qui bisogna ripartire, perché le stesse questioni oggi più discusse, riforma elettorale in testa, esigono la costruzione di un diverso ambiente nel quale le persone possano riconoscersi e ritrovare il senso politico delle grandi questioni. Non un sogno da vendere, ma una cultura da costruire, capace di dare anche alle vecchie parole il senso adeguato ai tempi mutati. La forza delle cose ci indica quali siano le questioni da affrontare. Lavoro e istruzione non solo come diritti, ma come condizione della libertà. Laicità come autonomia. Cittadinanza come pienezza dei diritti d’ogni persona. Legalità costituzionale come effettivo equilibrio tra i poteri e funzionalità dei controlli formali e informali. Europa come dimensione quotidiana. Istituzioni dell’economia non risolte nella pura delega al mercato. Essenzialità dei legami sociali e riconoscimento dell’altro. Consapevolezza di una nuova antropologia delle persone, immerse nel flusso della tecnoscienza e proprio per questo bisognose di un più forte diritto all’autodeterminazione. Sguardo su un futuro che è già presente, che si chiama mondo globale, beni comuni, informazione liberata, Internet, accesso alla conoscenza, e così ci trasmette una nuova idea di eguaglianza. Qui si costruisce l’agenda politica, non solo dell’opposizione, anche se proprio affrontando chiaramente questi temi l’opposizione può promuovere un rinnovamento culturale, trovare una identità percepibile e, con essa, un consenso finalmente convinto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it
Caro Augias, un libro documentatissimo, “Terroni”, di Pino Aprile, dimostra che la questione meridionale è stata causata dalla conquista da parte del Nord. Dati alla mano, l’autore evidenzia come il Sud, le cui condizioni economiche non erano peggiori di quelle del Nord, sia stato spogliato di gran parte delle sue attività industriali e produttive. Una guerra di conquista con episodi di inaudita ferocia — cui è seguita come reazione il brigantaggio — e di riduzione in minorità di un terzo della realtà nazionale. Ezio Pelino pelinoezio@tiscali.it ’errore peggiore che si possa fare parlando del Sud è rivangare la ‘conquista piemontese’. Sarà vero o no, materia di storici. Certamente è inutile. Vero che il Pil del Mezzogiorno non era molto dissimile da quello del Centro Nord. Vero anche però che la frequenza scolastica tra i 6-12 anni era dell’80-90 per cento in Piemonte e Lombardia, inferiore al 30 per cento nel Mezzogiorno, in Sicilia del 14. L’80 per cento della popolazione del Sud era analfabeta. Al Nord solo il 40. Eccetera, in un secolare rimpallo di rimproveri reciproci. Starei al presente il quale dice che il Sud deve cercare di mettersi in piedi da solo. Da quando è stata chiusa la Cassa per il Mezzogiorno (1984) il Sud ha come perso la bussola. Nel Nord s’è affermata un’idea di destino economico. In genere un po’ gretta, in
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Davvero è un lusso la legge sulla sicurezza? Lucio Pinsone l. pinsone@libero.it NEGLI ultimi due giorni altri morti sul lavoro. Solo qualche giorno prima il nostro grande ministro dell’economia aveva detto testualmente che «non possiamo permetterci la legge sulla sicurezza perché è un lusso». Quei morti sono caduti sul lavoro e la nostra Repubblica è fondata sul lavoro. C’è qualcosa che non torna, o nella nostra Costituzione o nella mente di chi la pensa come il ministro. Per quanto mi riguarda sarei disposto ad eliminare altri lussi e tenermi stretto quello sulla sicurezza del lavoro.
I veri antagonisti della ’ndrangheta Simona Polimeni Reggio Calabria HO 21 anni, sono nata e cresciuta a Reggio Calabria e lo scrivo con fierezza, a testa alta, dopo le parole pronunciate dal ministro Brunetta. Il Sud non ha bisogno di finanziamenti ma, prima di ogni altra cosa, chiede e pretende solidarietà, un valore solennemente sancito dalla nostra Costituzione. Non intendo minimamente giustificare la classe politica locale. Vorrei, però, ricordare le notevoli difficoltà in cui ci troviamo ad operare, tutti, politici, magistrati, professionisti e semplici cittadini, ogni giorno,
senza che mai nessuno, pur accorgendosene, ci dia una mano: sindaci, magistrati e giornalisti continuamente minacciati o addirittura assassinati; commercianti costretti a sottostare a “regole” imposte da chi non ne ha alcun diritto; città costrette al sottosviluppo; giovani lavoratori e studenti che devono lasciare la loro terra se ambiscono ad una posizione che sia una giusta ricompensa ai loro sforzi. Questi sono i protagonisti veri della nostra terra, di cui siamo orgogliosi e lo dovrebbero essere tutti gli italiani, perché siamo una Nazione sola e la lotta alla criminalità, diffusa ormai su scala nazionale,
L’AMACA
qualche caso avida, di corto respiro, talvolta detestabile, però c’è. Le classi dirigenti meridionali, per decenni inondate di denaro, non sono state all’altezza del compito. Avrebbero dovuto battersi in primo luogo impedendo la distruzione di un territorio incomparabile, quasi nessuno ha capito l’importanza della posta in gioco, quasi nessuno l’ha fatto. Avrebbero dovuto esigere loro per primi una maggiore presenza dello Stato e della Legge contro l’infiltrazione cancerosa di una criminalità dilagante. Fino a quando si continuerà a dire che la colpa è degli altri e vecchia di secoli, come fa anche Pino Aprile nel suo appassionato pamphlet ‘Terroni’, il Sud si toglierà qualche soddisfazione ma i problemi resteranno dove sono. © RIPRODUZIONE RISERVATA
deve essere un obiettivo comune da perseguire con coraggio, decisione e fraterna solidarietà.
Vivisezione e scienza due percorsi divergenti
Miss Italia e sangue blu
Fabrizia Pratesi de Ferrariis equivita@equivita.it
Miriam Della Croce QUEST’ANNO ho deciso fermamente di non cedere alla mia solita debolezza: guardare l’esito finale di una manifestazione che ho sempre disapprovato, l’elezione di Miss Italia. Quest’anno non l’ho guardata neppure per dieci secondi. Avrei anche sopportato l’eterno sorriso di Milly
MICHELE SERRA
hi protesta contro la scuola di Adro dovrebbe protestare anche quando nelle scuole entrano i simboli di sinistra». È il desolante commento del ministro Gelmini a proposito dell’esproprio (del quale lei per prima è vittima in quanto ministro dell’Istruzione) da parte della Lega di una scuola della Repubblica italiana, trasformata in istituto padano. Il ministro finge di ignorare, per superficialità o per pavidità, la natura del tutto inedita dell’accaduto. Non si tratta di una scuola nella quale qualcuno (professore o studente) entri con una falce e martello sulla maglietta, o una svastica tatuata sul bicipite, o altri simboli ideologici o di partito. Si tratta di una scuola che è essa stessa, strutturalmente, un simbolo di partito, concepita e arredata come tale. Un luogo pubblico privatizzato, cioè snaturato, sottratto alle sue funzioni di neutralità e accoglienza. La reazione del ministro fa capire che il governo non ha alcuna intenzione di intervenire: avalla il sopruso, e amen. Restiamo in attesa di sapere se un prefetto, un magistrato, un ente locale, il Parlamento, il Quirinale, Strasburgo, il pianeta Giove, insomma qualcuno che ha percezione almeno vaga dell’enormità di quanto è accaduto, voglia tentare, almeno tentare di evitare un oltraggio così insopportabile al concetto stesso di “bene pubblico”.
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Carlucci, ma Emanuele Filiberto, no, non voglio vederlo.
CON la nuova direttiva sulla sperimentazione animale il Parlamento europeo, agendo in senso opposto al “comune sentire” dei cittadini e agli impegni presi, ha ridotto le possibilità di accedere ai metodi sostitutivi e cancellato molte forme di tutela degli animali presenti nella vecchia legge. Questo nel mentre che: 1) gli Usa adottano, con progetto nazionale di tossicologia cellulare, le indicazioni del Consiglio nazionale delle ricerche (NRC, Academy of Sciences): “La tossicologia si avvicina ad un evento epocale (…) I test saranno trasferiti da un sistema basato sullo studio dell’animale intero ad un sistema basato sullo studio in vitro delle alterazioni della cellula umana.”. 2) Il “VII Congresso mondiale sulla sperimentazione animale e i metodi alternativi” (2009) dichiara nel documento finale: “Le nuove tecnologie generano una quantità di conoscenza mai raggiunta né mai individuata fino ad oggi. Ci faranno considerare, in un futuro assai vicino, l’uso degli animali estremamente obsoleto”. 3) “Nature”,10/11/05: “Le prove di tossicità sono bloccate su metodi superati, in genere test su animali, dispendiosamente inutili e ben poco predittivi”.
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GLI SCIACALLI DI GROUND ZERO ALEXANDER STILLE (segue dalla prima pagina) n insieme di sciacallaggio politico e sentimento anti-islamico che ha trasformato un progetto piuttosto modesto e perfino lodevole nello spettro minaccioso di un Islam militante che sta per prendersi New York. Uno spirito lontano anni luce dall’atmosfera dei giorni dopo la tragedia, quando la città era profondamente unita, sinceramente commossa per la terribile fine delle vittime e priva di desiderio di vendetta. Ora, politici con ambizioni presidenziali (come Sarah Palin e Newt Gingrich) che normalmente parlano con disprezzo di New York come città “cosmopolita” (quindi non-americana) e se ne infischiano dei nostri morti si improvvisano difensori della memoria dell’11 settembre e parlano di questo centro islamico a Manhattan come di una “coltellata nel cuore” dell’America o come un cavallo di Troia della strategia spietata dei musulmani di islamizzare gli Stati Uniti. A due mesi delle elezioni di mid-term di novembre questo progetto è stato strumentalizzato al massimo usando distorsioni e mezze verità per ottenere un guadagno politico facile a breve termine, che potrebbe rivelarsi una grave perdita a lungo termine per tutti. Il termine “Moschea a Ground Zero” evoca l’immagine di un edificio prettamente religioso con la cupola a cipolla e il minareto che sorge sul suolo dove giacciono i resti polverizzati delle vittime dell’11 settembre, una specie di “moschea trionfale” (come è stato descritto da alcuni) sul cimitero dei martiri. Ma questo è falso. E, per quanto riguarda molti, volutamente falso. “L’iniziativa Cordova” non è una moschea nel senso stretto del termine ma un centro culturale con piscina, palestra, sala conferenze e una
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sala preghiera. Non sarà situato a Ground Zero ma a due isolati di distanza nel palazzo trasandato dove c’era un ex magazzino. Due isolati possono sembrare poco per chi non conosce New York, città verticale e con un tessuto urbanistico densissimo. In una città antica e orizzontale come Roma, due isolati dalla basilica di San Pietro potrebbe ancora essere quasi dentro il colonnato di Bernini. Ma a New York nel raggio di pochi isolati possono vivere e lavorare decine di migliaia di persone e convivere centinaia se non migliaia di attività commerciali e culturali. Negli isolati attorno a Ground Zero ci sono già due o tre club a luci rosse (che potrebbero — se ci fosse da guadagnare politicamente — rappresentare un’offesa alla tragedia). E a cinque isolati del sito della tragedia sorge una moschea. In una delle Torri gemelle c’era già una sala preghiera — una delle migliaia di attività in quella che era una specie di città nel cielo. Dal punto di vista legale non ci dovrebbe essere alcuna controversia su questo progetto. La Costituzione americana (a differenza di molti paesi europei) non potrebbe essere più chiara. Vieta esplicitamente che si stabilisca una religione di Stato e allo stesso tempo impedisce allo Stato di interferire in alcun modo nell’esercizio libero della religione, di qualunque chiesa o culto sia. (Compatibilmente, ovviamente con le leggi civili dello Stato: quindi i figli degli Amish sono costretti a mandare i loro figli a scuola; i quaccheri pacifisti devono fare servizio militare alternativo e i mormoni hanno dovuto abbandonare la poligamia). Aprire una chiesa non è un atto soggetto a una concessione che lo Stato può decidere di dare o non dare ma un diritto. L’ha detto in modo molto eloquente il primo presidente americano George Washington in una lettera del 1790 ad una sinagoga del Rhode Island: «Tutti possiedono alla stessa misura la libertà di coscienza
e le protezioni della cittadinanza. Ora non si può più parlare di tolleranza, come se spettasse ad una parte del popolo concedere ad altri l’esercizio naturale dei loro diritti. Fortunatamente gli Stati Uniti non permetteranno il pregiudizio e non aiuteranno la persecuzione, esigeranno solamente che quelli che vivono sotto la loro protezione saranno dei buoni cittadini». Infatti, se badate bene, nessuno dei critici più feroci di questo progetto mette in dubbio il diritto di questa iniziativa ad andare avanti. Dicono semplicemente che i promotori del centro dovrebbero abbandonare volontariamente il progetto, per un senso di buon gusto, per non offendere la memoria di persone uccise nel nome dell’Islam. Quindi dobbiamo dire ai musulmani di oggi che i diritti che Washington ha garantito agli ebrei del 1790 non valgono più o almeno non per loro. Lungi dall’essere uno sfregio alle vittime del terrorismo la “Cordoba Initiative” è un tentativo (tentativo ingenuo, data la reazione) di onorare le vittime delle Torre Gemelle, un gesto conciliatore di dialogo tra le fedi. Prende il nome Cordova per ricordare il periodo di convivenza piuttosto tranquilla tra musulmani, cristiani ed ebrei, la città dove tra l’altro convivevano il filosofo arabo Averroè (che aiutò l’Europa cristiana a conoscere Aristotele) e il filosofo ebraico Mosé Maimonide. Ciò non impedisce ad alcuni di vedere nel nome Cordova un riferimento sinistro al dominio islamico della Spagna (non sapete che la riconquista dell’Andalusia è tra i chiodi fissi di Osama Bin Laden?). Lasciamo perdere che l’imam che capeggia la “Cordoba Initiative” è l’uomo che il presidente George Bush mandò in giro per il mondo come ambasciatore di un Islam americano moderato. È previsto anche un memorial per le vittime dell’11 settembre fra cui, tra l’altro, ci furono una sessantina di musulmani.
Dico questo non per fare un’apologia dell’Islam, né per negare l’esistenza della minaccia letale e molto reale di un fondamentalismo islamico nel mondo, che potrebbe voler distruggere una città come New York che è il simbolo di tutto per quello che l’estremismo nega: apertura mentale, libertà di espressione e di religione, vivacità intellettuale e innovazione scientifica. Sono questi i valori che sto cercando di difendere e che sono in ballo anche in questa controversia. Dopo l’11 settembre molti commentatori hanno chiesto ai musulmani di dimostrare chiaramente che stavano dalla parte delle vittime e non dalla parte dei terroristi. La stragrande maggioranza dei musulmani americani l’hanno fatto. Dopo l’11 settembre quasi tutti i negozi islamici hanno messo bandiere americane nelle vetrine — in parte per paura, in parte per sincero patriottismo. In nove anni, saranno stati arrestati e condannati circa una decina di musulmani americani per atti terroristici — una decina tra 6 milioni di musulmani che vivono negli Stati Uniti. Gli altri 5.999.990 sono qui per lavorare e vivere, per mettere da parte un po’ di soldi, comprarsi una casa o magari mandare i loro figli all’università più o meno come gli altri americani. La maggioranza dei musulmani ha votato per George Bush nel 2000, gli altri per Al Gore (altro che Osama Bin Laden). E oltre l’80% dei musulmani sentiti in una ricerca del 2003 si erano detti favorevoli a leggi più forti contro il terrorismo. Quindi i musulmani americani si sono sottoposti con poche lamentele alle lunghe code in aeroporto, dove spesso sono stati oggetto di perquisizioni motivate soltanto dalle loro origini. Difendere questo progetto non è affatto “buonismo,” ma realismo. Ci sono 600mila musulmani a New York, una città di otto milioni di abitanti. Se vivono qui e sono cittadini hanno il diritto di vivere come gli al-
tri, con centri culturali e moschee. L’immigrazione ha arricchito gli Stati Uniti sia economicamente che culturalmente. Bisogna capire che la tolleranza non è una forma di debolezza e paura, dettata dall’idea: bisogna cedere ai musulmani e cercare di tenerli buoni se no ci attaccano. Non è così. Non è affatto autolesionismo permettere la nascita di moschee a New York (o a Milano) quando non si possono costruire chiese in Arabia Saudita. Ma io non voglio vivere in Arabia Saudita o in una società che somigli ad essa. (Voglio vivere a New York, dove la tolleranza non è una parola ma un modo di vivere). In realtà il dibattito attorno al centro islamico vicino a Ground Zero si riduce a questo: che tipo di società vogliamo? Vogliamo una società dove tutti i gruppi hanno gli stessi diritti o una società con cittadini di serie A e di serie B? Il dibattito attuale ricorda per certi versi i discorsi che si sentivano durante la guerra fredda. Durante gli anni ‘70 e ‘80 si diceva spesso che l’Occidente era diviso e debole (interessato a fare soldi e al divertimento) mentre l’Unione sovietica era unita da una meta strategica molto chiara: la conquista mondiale. (Lenin stesso aveva detto che i capitalisti avrebbero venduto la corda con cui il comunismo li avrebbe impiccati). I governi occidentali dovevano confrontarsi con manifestazioni popolari e movimenti pacifisti mentre i leader dell’Urss mandavano tranquillamente i dissidenti nei gulag. Le società aperte si sono rivelate al lungo andare molto più forti proprio a causa delle loro libertà, che hanno generato idee nuove, innovazione tecnologica e crescita economica. Forse i contestatori di questo progetto dovrebbero avere un po’ più di fiducia, non nell’Islam o in questo progetto, ma in sé stessi e nella società che dicono di voler proteggere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CAMBIO D’ABITO DELL’ULTIMA ORA FRANCESCO MERLO (segue dalla prima pagina) erlusconi fa il casting, qualche volta applica un tariffario, qualche altra si limita a spostare gli ascari da un casella all’altra, sa come solleticare le vanità, fa i conti, somma e sottrae, promette e divide, consegna la propria forza alle loro debolezze. Francesco Nucara, per esempio, che finalmente va e viene da Palazzo Chigi e da Palazzo Grazioli, era già alloggiato con Berlusconi, ma solo adesso ha smesso la vita grama che gli toccava quando il governo era solido. Il suo compito storico era infatti quello di trascinare malinconicamente ai margini del centrodestra l’identità polverosa del Partito Repubblicano. Perciò scriveva comunicati stampa che nessuno mai leggeva, inutilmente si offriva ai talk show, era come l’ombra di Montale, pronta a
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staccarsi da sé per offrirsi in dono. Ebbene, ora non gli pare vero di sentirsi dire che è l’ago della bilancia, cita Spadolini e Aldo Moro, annuncia la nascita del gruppo parlamentare “Responsabilità Nazionale”, si fa inseguire dai cronisti, dice «saremo almeno venti», e scatena così la caccia agli altri 19 «che nella Smorfia fa ‘risata’» spiega Francesco Pionati che è meridionale: la risata che manca a Berlusconi. Era dai tempi di De Mita che l’avellinese Francesco Pionati non giganteggiava sulla scena. Da vero intellettuale della Magna Grecia si è consolato scrivendo La mia poesia e Studiare all’europea, gli è stato conferito il premio «Miglior senatore dell’anno» e anche lui rimanda a una politica fatta in casa, autentica e ruspante, che facilmente risveglia i vecchi pregiudizi dei Vicerè: «Piccoli uomini che si sentono più astuti che prudenti, li-
tigiosi, adulatori, timidi quando trattano i propri affari ma d’incredibile temererarietà quando maneggiano la cosa pubblica e allora agiscono in tutt’altro modo: diventano avidissimi mangiatori». Ma sono piccoli anche come mangiatori gli uomini che Berlusconi ha convocato per fare numero perché il numero, si sa, è potenza anche se è depotenziata. C’è, per esempio, Vincenzo Scotti, che fa ancora la mossa di ministro degli Interni, è l’Amarcord di un’epoca fa, come Bobby Solo con la sua lacrima, Little Tony con il suo ciuffo, Peppino di Capri con la sua coppa di champagne: sono quelli che non rinnovano mai il loro repertorio, ebbero un ruolo importante ma appunto come Scotti ora cercano la comparsata. Anche lui stava già ai margini del centrodestra, ma anche lui è pronto per ogni maggioranza. E poi ci sono quelli dell’Udc me-
ridionale, Sicilia e Calabria: Saverio Romano, Calogero Mannino, Giuseppe Drago, Michele Pisacane e quel Riccardo Villari che il centrodestra aveva già pescato nelle acque del centrosinsitra, fu l’acheo eletto dai troiani, l’epatologo di Capri che, nonostante la contestatissima presidenza della Commissione di Vigilanza Rai, è rimasto famoso solo per il suo fidanzamento con Barbara d’Urso, aggraziato pilastro del berlusconismo a Canale 5. Il capo di questo pezzo dell’Udc in trasloco è Totò Cuffaro, quello del vasa vasa, quello dei cannoli, quello condannato per mafia, il solo che ancora porta voti, anche se meno di una volta. Ebbene, il futuro capogruppo Nucara lascia intendere che pure gli altri cinque siciliani, quelli del governatore Raffaele Lombardo, sono stati reclutati. Ma forse non sa che i siciliani Cuffaro e Lombardo
si elidono a vicenda: dove va l’uno non può andare l’altro. Molto più realisticamente quindi sia Cuffaro sia Lombardo sono sul mercato, ma sono squali veri tra tanti pesciolini ornamentali nell’acquario di Montecitorio. Ancora non hanno deciso se aiutare Berlusconi o se lasciarlo cadere, insomma stanno alzando il prezzo. Ecco il dilemma: darsi o negarsi? Se lo chiede anche la raggiante Daniela Melchiorre che «diniana eterododssa» ora si autodenifisce senza ironia. Da sottosegretario di Mastella, la Melchiorre contribuì a fare cadere il governo Prodi e fu poi rieletta con il centrodestra. In visibile astinenza da poltrona, ha dato corpo a mille denominazioni trasformiste. Si va da “Noi donne giuriste” a “Liberal democratici repubblicani” passando per “Movimento associativo italiani all’estero” che alle europee del 2009 risultò la lista meno votata del Con-
tinente con lo 0,23 per cento. Tuttavia ha avuto il suo riscatto quando è stata proclamata, in un festoso referendum tra i camionisti, la deputata più sexy d’Italia. Come si vede è un altro imbroglio berlusconiano questa grande armata di ascari, questa sgangherata compagnia raccogliticcia. È sempre Berlusconi infatti che, di volta in volta, ha assegnato a questi uomini le diverse parti in commedia. Nulla a che fare dunque con la nobiltà del trasformismo e neppure con gli indiavolati tormenti del tradimento. Qui non c’è un nobile Bruto, ma l’alito guasto di un Jago minore. È insomma un altro trucco, l’ultimo dei lifting: Berlusconi spaccia i più vecchi, marginali e dimenticati berlusconiani per giovani vivaci e nerboruti neoberlusconiani, cambia d’abito ai clienti, rinnova i pupazzi in vetrina: un vero capolavoro di mediocrità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
Gli spettacoli
Lo sport
Brandon Flowers “Il mio rock fra Dio, Las Vegas e David Bowie”
Giaccherini il puffo-campione che viaggiava con la Fiesta
GIUSEPPE VIDETTI
GABRIELE ROMAGNOLI
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Meno povertà, meno fame nel mondo, più salute, più benessere Ecco perché ci stiamo lasciando alle spalle un decennio irripetibile
I migliori
10 anni della nostravita
(e non ce ne eravamo accorti) MAURIZIO RICCI rovate a dirlo ai pachistani sommersi dalle inondazioni. Ai russi assediati dagli incendi. Agli abitanti degli atolli del Pacifico che rischiano di finire sott’acqua. Ai contadini minacciati dalle siccità. Agli abitanti di New Orleans travolti dalla piena di Katrina. Ai 100 milioni di persone che, dopo la crisi del cibo del 2008, hanno riscoperto la fame. Eppure, i dati non lasciano dubbi. Le crisi si rincorrono ai quattro angoli del pianeta, ma gli anni dal 2000 al 2010 sono stati anni benedetti: l’umanità, nel suo complesso, non è mai stata così bene. «È il miglior decennio nella storia dell’uomo» proclama Charles Kenny che, sull’argomento, sta per far uscire il libro “Getting better”, star meglio. «Se aveste potuto scegliere gli anni in cui vivere, i primi dieci del XXI secolo sarebbero stati quelli giusti» assicura Kenny, l’umanità non è mai stata così prospera, così pacifica, così sicura. Se un problema c’è, è che, nella frase “i migliori dieci anni mai vissuti”, il “mai” ha due direzioni: il miglior decennio della storia passata, ma c’è il rischio che lo sia anche del futuro prevedibile. Gli anni d’oro sono, forse, già finiti. Apparentemente, infatti, qualcosa non funziona. Il pianeta Terra, assicurano gli scienziati, non è mai stato così male. Così fragile, incessantemente colpito, ad esempio, da eventi che i meteorologi definiscono “estremi”, nel senso di improbabili, sulla base dell’esperienza passata. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
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OGGI SU REPUBBLICA.IT
MARTEDÌ
Tecno
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IL DECLINO DELLE ARMI
Così Nokia sfida Apple e Google
A New York la passerella è in strada
Viaggi
Ottimo hotel ma sul web c’è il ritocco NatGeo
Immagini iPad
Scopriamo l’isola degli aborigeni
Fotografare con lo smartphone: che capolavori
Interattività I NOSTRI RACCONTI DAL MONDO DELLA SCUOLA
FEDERICO RAMPINI
l business della guerra perde colpi. Nel 2009 il commercio mondiale di armi ha subito una pesante battuta d’arresto: le esportazioni sono cadute a quota 57,5 miliardi, una perdita dell’8,5% rispetto all’anno precedente. È il livello più basso dal 2005. Lo rivela il Congressional Research Service. Pur incassando un vistoso calo, gli Stati Uniti con 22,6 miliardi restano di gran lunga leader mondiale nelle vendite di armi, controllando una quota del 39% di tutto il commercio internazionale. Sono seguiti a notevole distanza dalla Russia, 10,4 miliardi di export militare, dalla Francia con 7,4 miliardi, poi Germania Italia Cina e Inghilterra. Gli sbocchi principali per le vendite di armamenti sono di gran lunga i paesi emergenti che nel 2009 hanno assorbito 45 miliardi di prodotti bellici. I maggiori clienti non sono stati paesi situati in aree di guerra o particolarmente esposti a potenziali conflitti: il primo acquirente tra i paesi emergenti è stato il Brasile seguito dal Venezuela. È solo dietro di loro che si piazzano i soliti sospetti come Arabia saudita, Taiwan e altri paesi del Medio Oriente. Il declino del commercio di armi, spiega il rapporto, “è dovuto alla severa recessione internazionale”. Finalmente un motivo per festeggiarla.
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la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
L’INCHIESTA R2ECONOMIA
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Le tappe
2000
2001
2002
FINE MILLENNIO
11 SETTEMBRE
EUROLANDIA
SVOLTE
Microsoft lancia Windows Xp. La Ferrari, con Michael Schumacher, vince il campionato di F1 dopo 21 anni di astinenza. L’Oscar va ad American Beauty. In Tv esordisce la serie Sopranos
Attacco terroristico al World trade center di New York. Dopo 23 anni un italiano vince a Cannes con Nanni Moretti. La Apple presenta il primo Ipod
L’euro diventa l’unica moneta di 12 paesi. Gli Usa attaccano Iraq e Afghanistan. In libreria successo per Romanzo Criminale. Al cinema oscar per A beautiful mind
La Cina inserisce in Costituzione la proprietà privata. Nella prima finale italiana in Champions league Milan batte Juve. Michael Jordan si ritira dal basket. A Coetzee il nobel per la letteratura
2003
La povertà è diminuita e il reddito è cresciuto. Le malattie
uccidono di meno e la salute garantisce una vita più lunga Persino le vittime di terremoti e alluvioni sono calate A dispetto delle apparenze il mondo vive un’età dell’oro Che ha una sola controindicazione: non si ripeterà più
2000-2010 Ildecenniocherimpiangeremo (segue dalla copertina)
MAURIZIO RICCI pompato: le risorse che la natura mette a disposizione dell’uomo sono in costante, spesso irreversibile, diminuzione. Esattamente un anno fa, la rivista Nature sottolineava che, dei dieci sistemi biofisici che assicurano la vita sul pianeta, due (la biodiversità, cioè il numero di specie viventi, e il ciclo dell’azoto) hanno già superato il livello di guardia; tre (il cambiamento climatico, la riduzione dell’ozono nella stratosfera, l’acidificazione degli oceani) hanno raggiunto il limite; e gli
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ra, tormentati dalla fame. Però, prima, erano uno su tre. C’è, infatti, più cibo: fra il 2000 e il 2008 i raccolti di cereali, nei paesi in via di sviluppo, sono cresciuti ad un ritmo doppio della popolazione. Siamo, globalmente, più sani. Nonostante le paure suscitate dall’aviaria e dalla suina, le pandemie sono in diminuzione. La quota di bambini vaccinati contro difterite, tosse convulsa e teta-
no è arrivata all’82%. Nell’arco di otto anni, la mortalità infantile è caduta del 17% e, in media, l’aspettativa di vita è cresciuta di due anni. Spendiamo meno soldi per le armi e moriamo di meno in guerra. In Africa, nel 2000 46 mila persone erano state uccise in battaglia. Nel 2008, solo 6 mila. Siamo anche più istruiti: nel mondo, quattro persone su cinque sanno leggere. Fra il 2000 e il
2007, i giovani che vanno all’università sono aumentati dal 20 al 25 % del totale. E gli orizzonti della vita si ampliano: gli abbonamenti ai telefonini sono aumentati di sei volte negli ultimi dieci anni. Miliardi di persone non solo stanno meglio, ma sono in grado di dirselo per telefono. Si potrebbe fare di più, vero, però il progresso è innegabile. L’indice di sviluppo umano, che
l’Onu calcola ogni anno, è un indicatore che tiene conto, contemporaneamente, della ricchezza pro capite, dell’aspettativa di vita, dell’alfabetizzazione, dell’istruzione. È in costante ascesada35anni,inognipartedel mondo, Africa subsahariana compresa. Ma non sarà una misura fasulla, si è chiesto un gruppo di ricercatori, guidato da Clara Raudsepp-Hearne? La risposta, che esce in questi giorni sulla rivista Bioscience, è no, l’indicatore, per quanto sintetico, funziona. In singole regioni può andare peggio, ma, a livello globale, le statistiche puntano, più o meno, nella stessa direzione. L’articolo di Bioscience lo definisce «il para-
L’ambiente fatica: due dei dieci sistemi biofisici che garantiscono la vita sono oltre il limite
La disponibilità di cibo è cresciuta: la quota di chi soffre la fame è scesa dal 34% al 17%
altri cinque (fra cui la disponibilità di acqua dolce e l’inquinamento chimico) ci sono pericolosamente vicini. Dovrebbe suonare l’allarme rosso. E, invece, l’umanità se la sta cavando benissimo. La World Bank ha appena segnalato che, trent’anni fa, metà degli uomini viveva con meno di un dollaro al giorno. Oggi, solo un quarto. A livello mondiale, i redditi non sono mai stati così alti: in media, 10.600 dollari l’anno, un quarto in più di dieci anni fa. Le classimediesiespandono:1,3miliardi di persone vivono, oggi, con più di 10 dollari al giorno. Quarant’anni fa, il 34% dell’umanità veniva classificata come “malnutrita”. Oggi, solo il 17%. Sempre tanti: un essere umano ogni sei. Un miliardo di uomini, donne, bambini vanno a dormire, stase-
dosso degli ambientalisti»: l’ecosistema del pianeta si deteriora sempre più, ma il benessere dell’umanità si accresce. Non saremo, dunque, chiamati a scontare i nostri peccati? Neanche i disastri naturali sembrano piegarci. Dal 1975 ad oggi, il numero di persone colpite è aumentato e i contraccolpi economici di terremoti e inondazioni sono triplicati. Ma il numero di morti, globalmente, èdiminuito.Aquantopare,«lacapacità delle società di far fronte ai disastri naturali è cresciuta, grazie ai progressi tecnologici, ad una maggiore ricchezza, ad una migliore preparazione». Davvero, diventando sempre più ricchi, possiamo vivere sempre meglio, in una Terra sempre più povera? Come è possibile? Clara Raudsepp-Hearne e i suoi
la Repubblica
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PER SAPERNE DI PIÙ www.grist.org www.foreignpolicy.com
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2004
2005
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2007
2008
2009
IMPRESE
CONCLAVE
CONQUISTE
GLOBALE
PRIMA VOLTA
RECORD
Muore Umberto Agnelli e Sergio Marchionne diventa ad Fiat. George Bush viene rieletto. Il Signore degli anelli ottiene 11 Oscar. La Grecia vince gli europei di calcio e ospita le olimpiadi a Atene
Muore Giovanni Paolo II, gli succede Joseph Ratzinger Si avvia il protocollo di Kyoto. Abolito il servizio di leva in Italia. Si conclude la saga di Guerre Stellari ma il film dell’anno è Million dollar Baby
Prodi è il nuovo premier e Giorgio Napolitano presidente della Repubblica. L’Italia è campione del mondo di calcio Google conquista Youtube e Laura Pausini vince il Grammy
Negli Usa scoppia la crisi dei mutui subprime Il Milan è campione d’Europa e del mondo. Rivoluzione technologica con iPhone e Netbook. Esce l’ultimo libro di Harry Potter
Barack Obama è eletto 44° presidente degli Stati Uniti. L’Italia vince 27 medaglie alle olimpiadi di Pechino. Il blu ray è il nuovo standard dei Dvd. L’Oscar va a “Non è un paese per vecchi”
Entra in vigore la costituzione Europea. Avatar è il film con i maggiori incassi nella storia. Valentino Rossi conquista il nono titolo mondiale. l’Inter vince la Champions League dopo 45 anni
colleghi esaminano tre possibili risposte. La prima è che c’è un fattore cruciale, che compensa tutti gli altri: la disponibilità di cibo. Il primo, e più importante, mattone del benessere è mangiare. «Globalmente, la produzione di cereali, carne e pesce ha più che tenuto il passo con la crescita della popolazione». Gli ecologi sottolineano l’erosione e la degradazione dei suoli, le carenze d’ac-
qua, la rarefazione dei pesci «ed è probabile che, se queste cose venissero gestite meglio, il benessere umano sarebbe maggiore». Ma, finora, non gli hanno impedito di aumentare. «I benefici della produzione di cibo — dice Bioscience — al momento superano, a livello globale, i costi del declino degli altri ecosistemi». Oltre che mangiare di più, ingegnarsi. Un’altra possibile ri-
sposta, infatti, è che i progressi della tecnologia stiano aiutando l’umanità a sganciarsi dalla dipendenza dall’ecosistema. Ad esempio, l’uso dei fertilizzanti ha finora più che compensato il declino nella fertilità dei suoli. Questa seconda strada, tuttavia, funziona meno: più dell’ingegno, può l’ingordigia. Infatti, «un uso sempre più efficiente delle risorse può consentire all’umanità di
sopravvivere nonostante il loro declino, ma solo fino a quando i guadagni in efficienza superano la riduzione delle risorse». Invece, «la crescita della domanda ha superato i miglioramenti in efficienza»,comedimostrailcasodel petrolio. Oltre alla tecnologia, ci vuole la parsimonia. Se non abbiamo ancora scontato i nostri peccati — è la terza, minacciosa, possibile risposta —
è perché c’è uno scarto temporale fra la degradazione dell’ecosistema e il suo impatto sul benessere umano. Lo scenario di Nature non è sbagliato: semplicemente, ancora non si è realizzato. Lo sfruttamento sempre più intensivo delle risorse del pianeta ha consentito all’umanità i progressi di questi anni, ma questo è avvenuto dilapidando il patrimonio dell’ecosistema. Prima o poi,
ci sarà la resa dei conti. Ecosistemi stanno già collassando a livello locale, come nel caso delle barriere coralline, delle riserve di pesca, dei ghiacciai. Il concatenarsi di questi collassi locali può avere effetti globali. Le società umane — nota Bioscience — hanno già dimostrato in passato un’alta capacità di adattamento alla degradazione degli ecosistemi che le circondavano. Ma, questa volta «sarà diverso e, probabilmente, più difficile», perchè, se il collasso è globale, non è possibile emigrare o importare da altri luoghi le risorse mancanti. Insomma, i primi dieci anni del XXI secolo saranno anche i migliori della storia, ma c’è il rischio concreto che,
La Fao: si è fermato il trend positivo. Anche negli Usa crescono le famiglie indigenti da qui, si torni solo indietro. Avete presente Vil Coyote? Al blogger ambientalista David Roberts, l’attuale ascesa dell’umanità fa venire in mente il celebre personaggio dei cartoni animati della Warner Bros, abbrancato al suo missile che schizza verso l’alto. «Ma che dici che è in pericolo, non vedi che va su?» dice qualcuno. Finché la legge di gravità, inevitabilmente, non si fa sentire. Già ci siamo, sembrano dire alcuni segnali. In America, nell’ultimo anno, il numero di poveri ha ripreso a salire: mai così tanti da cinquant’anni. Oggi, la Fao annuncerà che il numero di persone che soffrono la fame, nel mondo, ha smesso di scendere. I “dieci anni migliori” ce li stiamo lasciando alle spalle. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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LA MODA R2CRONACA
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New York: Tom Ford fa sfilare 32 bellezze storiche, dalla Hutton alla Tennant Custo Barcelona incanta con gli abiti ipercreativi dalle frange di carta riciclata
ROCK
La strada del
Mini e tacchi. E Hilfiger reinventa il classico DAL NOSTRO INVIATO LAURA ASNAGHI NEW YORK orna sotto i riflettori Tom Ford, lo stilista bello come un attore, famoso in Italia peraverrilanciatoGucciela moda americana si fa glamour, con la complicità di grossi nomi come quelli di Tommy Hilfiger (25 anni di carriera), Custo Barcelona (uno tra i marchi più amati dai giovani) e Diane von Furstenberg (la stilista per le “moderne dee”). Ieri è stata una giornata speciale per la moda newyorkese. È tornato in scena Tom Ford con una sfilata straordinaria. In passerella 32 tra le più belle donne al
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mondo, come Lauren Hutton, Julienne Moore, Beyoncé, Rita Wilson, Marisa Berenson, Emmanuelle Seigner, Jade Jagger e modelle come Natalia Vodianova, Daphne Guinness e Stella Tennant. A presentarle, una per una, in una sorta di parodia delle sfilate vecchia maniera, lui, Tom Ford, sorridente come sempre. Abiti strepitosi (smoking nude look, frange in versione animalier, scolli a cratere sulla schiena) e donne di gran fascino, indipendentemente dall’età, dalle rughe e dalle curve generose. Festa grande, con migliaia di persone, per Tommy Hilfiger, uno dei colossi della moda americana partito dal nulla. «La mia scuola è stata la strada — dice con orgoglio — ho iniziato da ra-
gazzino con 100 dollari in tasca. Vendevo jeans sul cofano della mia auto davanti ai licei». Da allora di strada ne ha fatta. E oggi Hilfiger, fan del rock, si è imposto come il vero interprete del classico americano (pantaloni chinos e camicie botton down) e del genere “pretty girl”, quello delle ragazzine bene che adorano lo sport-chic, con minigonne e micro gilet con le trecce e trench colorati, con mocassini dai tacchi alti. Per celebrare i 25 anni di carriera, Hilfiger metterà nelle sue vetrine gli “abiti icona”, accostati ai ritratti di personaggi, come James Dean, Grace Kelly e Farrah Fawcett, a cui si è ispirato. Hilfiger sfila a tempo di rock, la stessamusicachepiaceaCustoBarcelona. La sua collezione è un mix di abiti “rea-
li”, come giacche e pantaloni, mescolati a quelli da “fiction”, ipercreativi, ispirati alle sculture mobili di Calder, fatti con patchwork di triangoli in ecopelle, da indossare con sottovesti di piume o pellicce con frange in carta riciclata. Custo sarà a Milano la notte del 24 settembre per una grande festa. Diane Von Furstenberg il 26 settembre arriverà nell’atelier milanese di Lapo Elkann, per iniziativa di Franca Sozzani. A New York, la stilista ha fatto un elogio alle “donne dee”, con moderni pepli e tailleur pantaloni blu come le acque dell’Egeo. Un tributo alle “femmine d’oggi con carattere”, elaborato con Yvan Mispelaere,il suo nuovo braccio destro.
SPORT-CHIC Le ragazzebene amanti del rock vestono Hilfiger
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La novità
Yamamoto si fa punk per Adidas PUNK-rock per Y-3, la linea che Yamamoto disegna per Adidas. Una collezione che fotografa il modo di vestire dei giovani controcorrente, quelli che adorano borchie e catene, si vestono di nero e hanno il gusto della provocazione. Le ragazze portano gonnellone, fasce sul seno e coprispalle dal taglio selvaggio mentre i maschi scelgono il frac con pantaloni cargo giganti sorretti da bretelle.
DIVE
FANTASIE
Diane Von Furstenberg incorona le donne-dee con tailleur pantaloni, lunghi e corti e persino pepli
Abiti reali e sottovesti di piume o frange in carta riciclata: la fantasia di Custo Barcelona
I dettagli L’OROLOGIO Un classico di lusso per lei, che tiene insieme l’eleganza e la preziosità data dai brillanti. È la proposta di Rolex, versione chiara e scura
LA BORSA Un classico da portare tutta la giornata, colore neutro, Piquadro
IL SANDALO
IL BRACCIALE
Nero Giardini propone l’abbinamento sempre gradito fra tacco e cuoio
Si mescolano gli ori e i colori nel bracciale di Rebecca, da portare sul braccio nudo
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
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STILI DI VITA R2CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙ www.abitareiltempo.com www.designerblog.it
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Da giovedì 16 per quattro giorni a Verona “Abitare il tempo” In fiera seicento espositori che presentano l’arredo di design
PREZIOSO È in cristallo verde il vaso di Languedoc dalle mille sfaccettature
Casa
Comodi prima di tutto dal divano alla vasca ora vince l’extralarge
MIGLIORE AMICO Ciotole di Alessi, azienda premiata ad Abitare il tempo
IRENE MARIA SCALISE
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ccogliente come un rifugio per viaggiatori perennemente sull’orlo di una crisi di nervi. Ma anche mutante per le esigenze di una famiglia più variabile di un elastico. Ed ecologica per rispettare le esigenze di un mondo decisamente green. Ma, soprattutto, di design. Ecco la nuova casa. O perlomeno quella per il prossimo inverno. Ad anticiparne i segreti, ci pensano i 600 espositori della fiera che si terrà a Verona Abitare il Tempo. Insieme a loro un esercito di designer, architetti e progettisti riuniti sotto il tetto dell’appuntamento che, proprio nel 2010, festeggia i venticinque anni. Così da giovedì prossimo, e per quattro giorni, sarà soddisfatta ogni curiosità in fatto di arredo. «La casa del futuro promette soprattutto un ritorno ai primordi e ai valori reali delle cose», assicura l’architetto Simone Micheli che, in occasione della fiera, presenterà un edificio sostenibile ideato per la zona di Chioggia, «un apprezzamento delle piccole cose e la riscoperta di un nuovo ma
Un punto chiave è rappresentato dall’illuminazione che aiuta a creare il proprio nido antico lusso, quello di ritrovarsi tutti insieme». La storia della casa, secondo Micheli, racconta la storia della nostra vita. Un esempio per tutti è quello del divano. «Oggi ci troviamo di fronte a un divano mutante il cui utilizzo non è più tradizionale», continua Micheli, «un elemento che si adatta ai nuovi scenari domestici pensato per una famiglia che cerca, proprio nell’ambito domestico, una sua identità. Per un nucleo che durante la settimana è minimo e nel week end, con i figli dei vari matrimoni che arrivano in visita, diventa improvvisamente maxi». Per la casa di design, che secondo Micheli non è «più opulenza ma sintesi», la vera rivoluzione avviene più che altro in bagno. «La tradizionale stanza di servizio diventa un ambiente legato alla cura del corpo, un luogo ospitale dedicato al benessere ma anche al piacere». E la suddivisione degli ambienti? «Tutti sembrano riempirsi la bocca del fascino del loft», conclude Micheli, «ma nella realtà la famiglia italiana rimane legata a uno stereotipo ottocentesco di casa dagli ambienti ben de-
L’ETNICO Ha il fascino dei veli di Marrakech il letto a baldacchino di Ego Zeroventiquattro
RELAX Riposo assoluto con la poltrona Canapo di Cassina
COMPONIBILE È rivestito in tessuti afro il divano modulabile di Moroso
NEO LUSSO È in argento la panciuta credenza di Of interni dal sapore retrò
COLORATISSIMA È rosso fuoco la vasca di Regia e premiata a Design Plus
finiti, quindi vince ancora la divisione in varie stanze». Per la designer Maria Cristina Hamel la nuova abitazione ha una sensualità femminile: «La dimora del futuro è disegnata da una donna tra le donne, rappresenta il piacere di staccare dal mondo esterno e la possibilità di estraniarsi e di entrare nell’anima delle cose». L’elemento più inedito è quello delle luci (lampade di ogni stile sono presenti ad Abitare il tempo con Abitare highLight): «L’illumina-
zione costituisce un fattore fondamentale per il benessere e aiuta nella ricerca di un nido in cui rilassarsi e rigenerarsi. Ormai il concetto è chiaro ad aziende e designer che propongono oggetti sempre più nuovi». La designer milanese Anna Gili punta tutto sul colore: «Concepire un luogo dove il colore gioca un ruolo da protagonista nella definizione degli ambienti è come realizzare una pittura tridimensionale. Non solo, costituisce spesso lo snodo tra i va-
ri ambienti e diventa un elemento strutturale». E spesso colorato fa rima con tessuto: «Le stoffe diventano l’elemento predominante negli arredi e inventano un nuovo lusso». Sempre secondo la Gili un’altra mania dell’abitare è quella che punta alla second life dell’etnico: «Siamo una generazione di nomadi e tutti i luoghi esotici del nostro viaggiare si riflettono in una casa che è sempre più vicina alle culture più diverse». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL PERSONAGGIO R2MONDO
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PER SAPERNE DI PIÙ www.defense.gov www.nytimes.com
Era stata licenziata dall’Us Army tre anni fa quando si era scoperta la sua relazione con una donna sposata Adesso una sentenza conferma che quell’allontanamento era incostituzionale. E il maggiore Witt sarà reintegrato Le tappe
VITTORIO ZUCCONI
L’
ultimo assalto di Margaret alla fortezza dell’omofobia in uniforme è cominciato ieri, davanti a un giudice federale di Washington, in una delle cause legali più assurde che la giurisprudenza americana abbia conosciuto. E’ una causa nella quale la querelante, il maggiore dell’Air Force Margaret Witt, infermiera “volante” specializzata nel trattamenti di feriti a bordo degli aerei ospedale, omosessuale, sa già di avere ragione; il querelato, il Ministero della Giustizia del governo Obama, sa già di avere torto e il giudice sa già a favore di chi, di Margaret, prenderà la sua decisione. Una pantomima legale dichiarerà il diritto del maggiore Witt a restare in servizio nell’aviazione e pur essendo apertamente lesbica, facendo crollare l’ultima muraglia della politica del «si fa, ma non si dice», le legge del “Don’t ask, Don’t tell”, in vigore da diciassette anni. Margaret diventerà con ogni verosimiglianza il primo soldato americano omosessuale in servizio permanente effettivo. E la presidenza Obama, che ha promesso di demolire l’ultima roccaforte dell’ipocrisia omofoba dentro il Pentagono ma non ha finora trovato il coraggio per un’assalto aperto, troverà nella sentenza l’arma per piegare le resistenze del Parlamento e per cancellare la legge del 1993, la DADT, come è chiamata nel mondo dei milita-
LICENZIATA
LA CARRIERA
LA SENTENZA
Margaret Witt viene cacciata dalle forze armate dopo la scoperta della sua omosessualità
Il maggiore Witt aveva ottenuto medaglie ed encomi durante la guerra in Iraq
È incostituzionale il sistema per cui l’omosessualità comporta il licenziamento
Il soldato Margaret all’ultima battaglia “Io, omosessuale torno nell’esercito” ri ossessionato dagli acronimi, la “Don’t Ask Don’t Tell”, non chiedere e non dire. Sarebbe la fine sostanziale di una delle leggi più insensate che persino la burocrazia militare e l’ipocrisia codina della politica abbiano saputo produrre, nata dalla precipitosa ritirata del Presidente Bill Clinton quando, entrando alla Casa Bianca nel 1993, annunciò di voler abolire la discriminazione contro gay e lesbiche nelle forze armate e dovette subire il furibondo contrattacco dei benpensanti e dei generali terrorizzati dal pensiero che si scoprisse quello che pure tutti sapevano. Che fra il milione e mezzo di giovani e meno giovani americani che lavorano indossando una divisa combattono, pilotano, muoiono uomini e donne che amano persone del proprio sesso, secondo percentuali non diverse da quelle che si trovano fra i civili.
Il tabù doveva restare sacro e Clinton ripiegò sul compromesso del silenzio legalizzato. Non poteva reggere e non resse. Nel caso del maggiore Witt, infermiera con citazioni al merito firmate anche da George W Bush per l’eroismo dimostrato sal-
Infermiera volante pluridecorata in Iraq, farà crollare il principio del “si fa ma non si dice” vando la vita a 140 feriti gravi, maschi e femmine, a bordo dei C130 e dei C17 che li trasportavano dal mattatoio irakeno verso gli ospedali militari in Germania, fu il marito della donna con la quale visse per sette anni a vendicarsi. Informò il Pentagono che Margaret era lesbica e gli
IN TRIBUNALE Margaret Witt, infermiera dell’aviazione, dopo l’udienza sul suo caso
avvocati del JAG, il braccio legale del ministero della Difesa non poterono fare altro che congedarla, in base alla legge. Tutti i suoi compagni e colleghi, superiori e sottoposti, sapevano benissimo che lei, con una carriera militare lunga 19 anni, era lesbica, ma nessuno, fino alle denuncia del marito scornato e tradito, aveva parlato. La facciata del sepolcro era rimasta bianca. Ma la vernice aveva nascosto troppe tragedie individuali e vite devastate perché non fosse destinata a scrostarsi. Quando il colonnello suo diretto superiore la convocò nel 2004 per annunciarle che la sua vita professionale, di ufficiale, gentildonna e infermiera era finita «scoppiò a piangere». Margaret fece tutti i ricorsi e le cause possibili, rappresentata dagli avvocati della Aclu, l’associazione per le libertà civili, fino alla sentenza della Corte d’Appello che nel
2006 autorizzò la sua azione legale contro quyel Pentagono che nel 1993, quando lei si era arruolata poco più che ventenne, aveva usato il suo volto per i manifesti e gli spot televisivi per il reclutamento e che le aveva concesso una medaglia per averle salvato la vita a un alto funzionario dello ministero che la espulse. «Nessun ferito — testimoniò Margaret al primo processo — mi ha mai chiesto quale fosse il mio orientamento sessuale». Eppure oltre mille soldati ogni anno sono congedati d’ufficio per «difendere la coesione, l’affiatamento e il morale» delle unità, come scrive il testo del 1993. Centinaia di specialisti, di interpreti anche di arabo, di farsi, delle lingue e dei dialetti parlati in Iraq e in Afghanista, preziosissimi, sono stati scaricati perché gay. Persino il comandante in capo dei Marines oggi in carica, il generale James
Conway, si è detto pronto ad accettare uomini e donne «indipendentemente dai loro orientamenti sessuali» e il 75% dei giovani americani fra i 18 e il 29 anni, la fascia d’età che rappresenta la grande maggioranza degli uomini e delle donne in servizio ha risposto di essere del tutto indifferente alle presenza di gay e lesbiche tra i loro ranghi. Come disse il giudice Virginia Ryder quella che per prima sentenziò a favore di Margaret, citando lo Shylock shakespeariano, anche i funzionari sanno che per lei e per le centinaia di omosessuali morti e feriti con gli altri nelle guerre americane, da quando il primo tenente dell’Esercito Continentale di George Washington fu espulso nel 1776 perché omosessuale, «sanguinano come gli altri, se feriti». E a volte, come nel caso del maggiore Witt, salvano vite meglio di altri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL CASO R2MONDO
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Gli ingegneri di Airbus stanno lavorando al Concept Plane, il velivolo che solcherà i cieli nel 2050 La fusoliera diventerà trasparente a comando, si auto-riparerà e avviserà i passeggeri delle turbolenze
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO ggi volare è un’abitudine quotidiana, domani tornerà un’esperienza. Nel 2050 noi (o i nostri figli) viaggeremo su aerei che si renderanno trasparenti in volo per farci ammirare le città luminose e il cielo stellato, aerei che reagiranno come esseri viventi a ogni sollecitazione: sentiranno da lontano vuoti d’aria e turbolenze e le schiveranno per nostra comodità, assorbiranno e ricicleranno il nostro calore umano, avranno una struttura capace di guarire da sola ogni graffio o ferita come la nostra pelle. Fantascienza da Ray Bradbury, “2001” di Stanley Kubrick rivisitato? No, realtà in lavorazione. Ci stanno pensando i cervelloni di Airbus industrie, il colosso europeo guidato da tedeschi, britannici e francesi che già oggi col superjumbo A 380 e jet d’ogni segmento di gamma contende a Boeing il primato dell’aviazione civile. Concept Plane si chiamerà il grande bireattore aerodinamico
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Immagazzinerà il calore umano per riciclarlo e risparmiare energia come una medusa dei cieli che Airbus è decisa a costruire. È appunto una rivoluzione concettuale, diventerà fattuale volando e facendosi vendere. Con i jet di linea d’oggi ha forse ancor meno a che vedere di quanto i Comet britannici, i Boeing 707 americani, i Tupolev 104 russi, cioè i primi reattori passeggeri, avevano a vedere con gli aerei civili a elica che cominciarono a soppiantare negli anni Cinquanta. Volare, credetelo,saràun’altrastoria.Otorneràad esserlo, per la seconda volta da quando il passaggio dai motori avioapistoniaquelliareazioneaccorciò le distanze e rese il mondo più piccolo, pochi anni dopo la finedellasecondaguerramondiale. Prima svolta, per le sensazioni del passeggero. Improvvisamente, mentre sarete a dodicimila metri tra Roma e Londra, tra Berlino e Parigi o tra New York e Tokyo, il Concept Plane diverrà trasparente dall’interno: impulsi elettronici elimineranno la visibi-
Uffici, stanze da letto e spazio Zen ecco come sarà il super aereo del futuro Sicurezza e tecnologia
lità della sua fusoliera, tutta costruita in speciali ceramiche iperresistenti. E vedrete ogni stella e ogni luce di metropoli. «Per i viaggiatori volare diverrà un’esperienza del tutto nuova», dice entusiasta Axel Krein, numero uno della ricerca scientifica ad Airbus. Non è tutto. Sensori cosparsi ovunque sulla sua superficie con-
sentiranno al Concept Plane di sentire ogni minima fessura o punto logorato sulla fusoliera e nella struttura, e di ripararlo da solo con microspruzzi di nanocollante. Come un fiero animale della savana che sopporta le ferite sapendo per istinto che si curano da sole. La nanotecnologia consentirà anche una pulizia auto-
tarlo. È vero che negli ultimi anni il trasporto aereo è diventato più popolare grazie a prezzi sempre più accessibili a tutti, ma non vorrei si arrivasse a considerare l’aereo alla stregua di un mezzo da pendolari». Si riferisce all’introduzione dei “posti in piedi”? «È l’esempio più eclatante e il futuro più vicino, più probabile rispetto a quello dell’aereo che si ripara da solo. Non vorrei che si finisse per avere soltanto due possibilità di scelta, cioè viaggiare con l’aereo extralusso, oppure stare in piedi». Cosa rientra nel concetto di “comfort”? «Sapere di aver pagato il prezzo giusto per il modo in cui si viaggia. Al momento non sono sicuro che le tariffe più basse siano un vantaggio per tutti, spesso lo sono soltanto per chi si assicura i pochi posti a prezzi davvero stracciati».
matica di sedili e cabina dopo ogni volo, senza lo spreco di personale e l’uso di materiali spray inquinanti tipico delle pulizie a terra. E sempre sensori iperpotenti consentiranno all’Airbus del futuro di percepire turbolenze e vuoti d’aria ed evitarle, oppure di adattare il suo volo al massimo confort dei passeggeri. All’interno poi, chi — tra i circa 300 passeggeri che il Concept plane sarà in grado di trasportare — volerà nelle classi superiori, non avrà solo letti o locali bagno esclusivi, ancora più comodi di quelli del superjumbo Airbus 380 di oggi. Potrà anche trasformare il suo spazio-cabina in modo virtuale, in ufficio, stanza da letto o spazio Zen. «Pensare al Concept plane è un modo di spingere più avanti i sogni, i sogni dei nostri ingegneri come quelli dei passeggeri di oggi e di domani», spiega Charles Champion, vicepresidente di Airbus. Gli studi del colosso europeo parlano chiaro: il pubblico vuole aeroporti comodi, voli a basso costo, ma vuole anche la coscienza pulita di chi vola senza danneggiare troppo l’ambiente. Soprattutto tra i giovani, tra gli “under 35” del mondo sempre più globale, volare pulito e ambientalista è la seconda priorità dopo l’esigenza ovvia di volare al costo più basso possibile. Confort e nuove esperienze di volo quindi contano, ma non sono tutto. Il Concept Plane consumerà molto meno carburante dei suoi predecessori: avrà ali e fusoliera in un tutto unico, e i motori seminascosti nella fusoliera, non più appesi a gondole, perché i rivoluzionari, silenziosissimi ed economici propulsori del futuro non avranno più bisogno di essere accessibili ogni momento per la manutenzione. E infine ma non ultimo, il jet del futuro capterà persino il calore umano di noi passeggeri per immagazzinarlo e riciclarlo, risparmiando così altra energia. Il sogno è già sul tavolo dei progettisti, ma già si prepara a dirci “benvenuti a bordo”, a divenire realtà.
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IL PROGETTO Due simulazioni realizzate al computer (sopra e sotto) del Concept Plane su cui lavorano i progettisti della Airbus
AIRBUS A380 È il più grande jet civile del mondo, offre a bordo vasche da bagno letti palestra e parrucchiere porta fino a 800 passeggeri
BOEING 787 DREAMLINER Leggero, poco inquinante, vola quasi alla velocità del suono, offre ai passeggeri allestimenti speciali come enormi finestrini panoramici
L’intervista
Paolo Martinello, Altroconsumo: “Si va verso scelte estreme, posti in piedi o lusso sfrenato”
“Il comfort è vitale, ma al giusto prezzo” CRISTINA NADOTTI
SOLAR IMPULSE Il prototipo è già in grado di volare attorno al mondo. È coperto sulle ali di pannelli solari e dall’energia solare deriva l’unica propulsione
SUKHOI SUPERJET 100 Leggerissimo, silenzioso, sicuro, l’aereo russo consuma poco ma offre tecnologia, elettronica, sicurezza ai livelli occidentali
ltro che fusoliere trasparenti, per ora i passeggeri si accontenterebbero di apparecchi sicuri e di non dover viaggiare con le ginocchia in bocca. Altroconsumo, l’associazione dei consumatori, lo ha accertato con un’inchiesta e, secondo il presidente Paolo Martinello, «il comfort è fatto di trasparenza, sì, ma nei prezzi. L’aereo progettato da Airbus è fantascienza, al momento basterebbe poco per avere maggiore comfort». Signor Martinello, di cosa il passeggero non può fare a meno per viaggiare bene? «Sicurezza, e spazio per stare seduto comodo. Il progetto di Airbus è affascinante, e non voglio dire che i consumatori non sarebbero attratti da queste novità tecnologiche, ma nell’immediato mi pare che si tenda a ridurre il comfort piuttosto che aumen-
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la Repubblica
CULTURA
MARTEDI 14 SETTEMBRE 2010
3.RITI D’OGGI
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Dall’i-pad all’i-phone si è affermata una forma di socialità che si basa sulla connessione E che alimenta il nostro io
I-LIFE LA NUOVA VITA DIGITALE DEL NARCISISMO DI MASSA MARINO NIOLA
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I gadget hi-tech sono icone di una metamorfosi come gli ibridi della mitologia classica stingue un regno dall’altro. Enigmi multifunzione, personificazioni di mille virtualità interdette agli umani. La loro natura plurale ne faceva dei multiprocessori in carne ed ossa, in grado di esplorare dimensioni sconosciute, capaci di performance cognitive fuori dell’ordinario. Per esempio intravedere contemporaneamente passato e futuro come dei multitasking, far comunicare mondi lontani proprio incarnandoli nel loro corpo binario. Interfaccia animati, connessioni viventi, nessi in carne ed ossa. È singolare che il centauro più doppio e astuto si chiami proprio Nesso. E che la radice di questo nome abbia a che fare con il filo, il legame ovvero con la rete. Che i-pod sei? È il sapiente slogan della mela smozzicata di Cupertino che la dice lunga sullo statuto del non-lettore più venduto di sempre. Più che oggetti, quelli con la i sono delle non-persone, ma tanto attaccati a noi da diventare gli attributi indispensabili dell’identità, qualità secondarie e
non semplici proprietà. In questo senso gli i-life sono i pronomi personali dell’io virtuale, i nuovi indicativi dell’umanità digitale. Nonché gli emblemi di quella naturalizzazione del sociale operata dalla tecnologia che prende a modello la natura e riscrive la mappa dei sensi. Ricominciando dal tatto. O meglio dal touch che rappresenta l’apoteosi della tattilità ormai in grado di annettersi vista e udito e diventare il senso intelligente per antonomasia. Niente a che fare con l’arcaismo binario dei tasti, con la meccanica invadente dei cursori. Ben al di là dell’on e dell’off, ci troviamo gettati in quell’ultima Thule della mitologia virtuale dove la tecnologia assume le sembianze incantatorie della magia. Quando una cosa supera le capacità di capirne fino in fondo le potenzialità finisce per sembrare magica. Lo diceva James George Frazer, il padre dell’antropologia. E lo ripetono i vertici della Apple per illustrare la fascinazione dell’I-pad. Che sta anche nel misterioso scarto tra l’esiguità inconsutile dell’oggetto e la sua incredibile potenza. Un tutto virtuale in un nulla materiale. Che basta sfiorare, come la lampada di Aladino, per avere a nostra disposizione funzioni da mille e una notte. E a pensarci bene nell’idea stessa del touch screen c’è qualcosa della sfera di cristallo che apre infinite finestre sul mondo dalle
stetica all’insegna dell’augmented reality. Dove l’universo intero sembra ruotare intorno all’i, ovvero a un io infinitamente espanso dai suoi recettori elettronici e proiettato in una gravitazione liquida senza un centro di gravità permanente. In un cosmorama di applicazioni che lanciamo come sonde nell’infinità potenziale della rete. Per navigare nel mare della vita con cento occhi tecnologici che diventano bussola e sestante, mappa e cartografia del presente mutante. C’è un app per tutto e per tutti. Da come controllare l’appetito a come smettere di fu-
ILLUSTRAZIONE DI MOJMIR JEZEK
al tessuto collettivo al tessuto connettivo. È la rivoluzione copernicana dell’i-life, l’ultima frontiera della codificazione digitale della vita. Che si allontana dalla rigidità tolemaica dell’informatica tradizionale, con la macchina al centro di tutto, per sconfinare nell’egocentrismo fluido della i-generation. I-pod, i-phone, i-pad, i prodotti con la i, suonano come la prima persona singolare dell’individualismo di massa contemporaneo. Molto più che semplici strumenti del comunicare, questi oggetti sono delle estensioni del soggetto, delle appendici inseparabili dell’io. Più che cose, meno che persone, occupano lo spazio vuoto che separa e unisce l’organico e l’inorganico. Icone di una metamorfosi. Proprio come gli ibridi della mitologia, chimere, sirene, centauri, che rappresentavano in una sola figura il più che animale e il meno che umano, ovvero la dualità misteriosa che lega e di-
quali è possibile guardare nel passato come vivere nel futuro. Ma queste tavolette senza spessore, che ci fanno surfeggiare leggeri sulle onde del web, trasparenze pure come i cieli danteschi, sono anche la tabula rasa del nostro tempo. Ovvero il luogo simbolo della virtualità infinita dell’immaginazione, dove tutto può apparire e dove tutto può venire a noi. Come gli eidola del mondo antico, parvenze create dalla fantasia degli uomini che prendevano corpo per magia, come avatar soprannaturali. Con gli i-life la tecnologia ha materializzato gli eidola mentre smaterializza se stessa. Moltiplica le immagini mentre miniaturizza il supporto. E così il tablet finisce per richia-
mare molto da vicino l’idea aristotelica della mente umana, come tavoletta di cera bianca modellata e rimodellata dalle impressioni ricevute dai sensi. E sempre pronta a riempirsi di segni e di immagini. È anche questa la ragione del successo improvviso dell’e-book arrivato quasi a sorpresa dopo essere stato tante volte atteso e annunciato, come Godot. Il fatto è che c’era il messaggio ma non c’era ancora il giusto mezzo, la tabula rasa appunto, dove far esistere quella virtualità muta. Il multitouch celebra insomma l’avvento della svolta tattile, già annunciata da McLuhan, che fa dei sensi i drive dell’intelligenza e del tatto il supersenso. Molto vicino a quello che un drago della lo-
gica come san Tommaso chiama “sensorio comune”, ovvero quello che sincronizza tutti gli altri sensi e li mette in riga. Ma li mette anche a sistema, li ingegnerizza proprio come le diverse funzioni che comandano gli i-life. Non è un caso che il tatto come dicono molti scienziati cognitivi sia il senso del presente, quello che ha l’immediatezza del pensiero nei polpastrelli, sensori che accendono simultaneamente sensazioni, rappresentazioni, visioni, passioni, emozioni. Come succede ai bambini che hanno col mondo una relazione in presa diretta, di evidenza palmare. È esattamente quel che accade nell’i-life che fa dell’evidenza palmare una logica, un’etica e un’e-
Il lutto
ADDIO A PAOLO PICOZZA PITTORE DI PAESAGGI VISIONARI ROMA — Nel suo studio romano, a Portonaccio, ci sono le tele a cui stava lavorando; i pennelli sono ancora bagnati. Ma Paolo Picozza, figlio del nostro collega Carlo, è scomparso all’improvviso ieri notte nella sua casa a San Martino al Cimino, mentre finiva di preparare due mostre personali, che avrebbe inaugurato tra qualche mese, a Bolzano e a Milano. Se n’è andato dipingendo le sue grandi tele scure, i suoi paesaggi sintetici e visionari, costruiti con un gesto potente, una pennellata vigorosa. Picozza, che non aveva ancora compiuto 40 anni, era un pittore puro, autentico. E aveva sempre considerato il quadro il campo di battaglia su cui combattere. Così erano nate le sue vedute urbane, le sue monumentali foreste, dipinti pieni di pathos esposti a Roma, alla galleria il Segno, dal 2004. Era nato a Latina nel 1970; a Roma, dove aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti, aveva esordito con una mostra personale alla galleria Ferro di Cavallo nel Paolo ’94. La sua pittura non è mai stata descrittiva, gli basta- Picozza va una traccia, un segno, per inventare spazi e luoghi sempre diversi, mondi monocromi carichi di poesia. L. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il multitouch celebra l’avvento della svolta tattile già annunciata da McLuhan mare, dal contapassi al contacalorie, dall’arte del bouquet ai segreti per usare il vecchio coltellino svizzero senza affettarsi le dita, dalle istruzioni per vivere bene la gravidanza, alle lezioni di piano, dalla meditazione trascendentale alle lingue straniere, dall’automassaggio alla cucina tamil. Dall’osservazione delle stelle alla preparazione degli esami, fino alla giusta intonazione di un mantra. Senza dire della musica tradizionale per curare i tarantolati, che adesso tutti possono scaricare da iTunes. Da duecento a duecentomila in tre anni, la crescita esponenziale delle applicazioni, una vera corsa all’oro per gli sviluppatori, riflette il bisogno di controllare un mondo troppo complesso. È l’antica doxa popolare in digitale. Una forma di autoeducazione permanente, una pedagogia on demand per bambini adulti e adulti bambini. Continuamente alle prese con una babelica enciclopedia dei perché. Ciascuno sempre connesso con il suo tutor virtuale e sconnesso dagli altri. Per imparare a stare da soli al mondo, o meglio per essere sempre il centro del proprio i-mondo. E così la rete diventa il vero tessuto connettivo di una socialità in frammenti. E l’informatica sfiora il dispositivo biopolitico diventando estensione pensante. Mentre il vecchio cogito lascia il posto al digito ergo sum. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CULTURA R2CULTURA
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La vedova del musicologo: “Non c’è più sintonia, ritiro i diritti”
Un convegno internazionale e un saggio di Roberto Esposito sul tema: “L’università è sterile ma abbiamo grandi studiosi”
“TOLGO ALL’EINAUDI GLI SCRITTI DI MILA” MASSIMO NOVELLI
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RINO orta la data del 30 agosto scorso, tuttavia le è stata recapitata sabato 11 settembre. È la lettera con cui l’Einaudi, «facendo seguito alle intese intercorse», conferma ad Anna Giubertoni, vedova di Massimo Mila, che l’aveva richiesto, «l’annullamento della cessione dei diritti di pubblicazione» (scadevano alla fine del 2012) di dieci libri del critico e musicologo che fu uno dei principali collaboratori della casa editrice dello Struzzo. Tra questi vi sono la Lettura del Don Giovanni di Mozart, L’esperienza musicale e l’estetica, la Lettura della Nona Sinfonia, gli Scritti civili, L’arte di Béla Bartók, la traduzione de L’eredità di Guy de Maupassant, gli Scritti di montagna e I quartetti di Beethoven. S’incrina così, dopo oltre mezzo secolo, il rapporto fra l’Einaudi e Mila, cominciato sui banchi di scuola del liceo classico Massimo d’Azeglio di Torino, dove, intorno al magistero e all’amicizia di Augusto Monti, LA LETTERA Sopra la nacque un sodalizio studenlettera con tesco d’eccezione, maturato cui l’Einaudi in seguito nella militanza an- interventi su Repubblica di rinuncia ai tifascista, che annoverava, ol- Vito Mancuso, continua Anlibri di Mila tre al futuro insigne musico- na Mila, «mi hanno poi (a destra) logo, Norberto Bobbio, Giulio confortata, o sconfortata se si Einaudi, Leone Ginzburg e vuole, nell’idea che, proprio per una ragione etica, non avrei potuto consentire ancora la pubblicazione di un libro “Nella mia decisione, che ho di forte impegno morale quapreso in questi ultimi giorni, le gli Scritti civili. A quel punoltre al mancato accordo, to, nonostante la disponibiha pesato anche il caso lità della casa editrice rispetto alle mie richieste, ho deciso di Mancuso e il problema etico” fare una scelta». In un suo promemoria sulla vicenda, Cesare Pavese. non a caso ha appuntato una Ci sono diversi motivi all’o- citazione riportata negli Scritrigine della volontà di Anna ti civili. É quando Mila, nel Mila Giubertoni di richiedere gennaio del 1946, scriveva su la piena titolarità dei diritti di G. L. il quotidiano di Giustizia pubblicazione di quelle opere e Libertà: «Cultura ed arte, per del marito, scomparso nel lo più, intisichiscono quando 1988 e del quale ricorre que- non sono sorrette da una inst’anno il centenario della na- tensa partecipazione umana scita. La prima riguarda il agli interessi politici e civili mancato rispetto da parte del loro tempo. (...) Ma questo dello Struzzo di una serie di impegno è il punto di partenclausole, come l’impegno sul za, non un punto d’arrivo». numero minimo di copie da Ernesto Franco, direttore ristampare, il termine di pub- editoriale dell’Einaudi, ha blicazione e la sospensione espresso in una lettera, in dell’uscita di due volumi d’i- questi giorni, il suo dispiacere nediti. Ma in realtà, come per la decisione di Anna Mila, spiega la signora stessa, le affermando di rendersi conto difformità contrattuali sono «che le tue scelte sono princistate l’occasione «per pren- palmente motivate dalla tua dere atto della mancanza di valutazione circa le migliori sintonia, ormai, tra ciò che ha possibilità di diffondere e corappresentato e rappresenta municare le opere di Massimio marito e le esigenze e le li- mo Mila». Tra qualche mese, nee editoriali dell’Einaudi di in ogni caso, lo Struzzo stamperà una plaquette, numerata oggi». Le polemiche sulla legge e non in commercio, dedicata “ad aziendam” relative al go- al lavoro editoriale dello stuverno Berlusconi, alla Mon- dioso torinese in occasione dadori e dunque alla control- dei cento anni della nascita. lata Einaudi, in particolare gli © RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI ITALIANI PENSANO MEGLIO “PERCHÉ I BRAVI FILOSOFI SONO FUORI DALL’ACCADEMIA” Un disegno di Pericoli
ANTONIO GNOLI
C’ IL LIBRO “Pensiero vivente” di Roberto Esposito (Einaudi, pagg. 250, euro 20)
è una “Italian Theory”, come c’è stata una “French Theory”, in grado di incuriosire e interessare gli studiosi americani? Il 24 e il 25 settembre l’Università di Cornell dedicherà un importante convegno al pensiero italiano. L’evento è preceduto dalla pubblicazione del nuovo libro di Roberto Esposito dedicato alla filosofia italiana. Pensiero vivente, questo è il titolo (in uscita da Einaudi, pagg. 250, euro 20), si interroga sulle ragioni di una presunta attualità della nostra filosofia, sui suoi protagonisti, molti dei quali tuttora attivissimi, sui loro pregi e limiti. Un libro polemico? Non in senso ovvio. Non si danno pagelle, né si spara nel mucchio. Però viene tracciata una netta linea di demarcazione. Da una parte c’è la filosofia accademica, asserragliata nelle cittadelle universitarie, legata alla speculazione pura, poco incline al ragionamento politico e per questo poco interessante agli occhi di Esposito. Dall’altra c’è un “pensiero conflittuale” che interviene, elabora, denuncia, propone e del quale all’estero si ha una percezione più forte che in passato. «Non è una novità che negli Stati Uniti, e non solo lì, alcuni nostri filosofi conoscono una vera e propria fortuna. Si traducono i loro libri, si organizzano convegni, si dedicano interi numeri di riviste al loro pensiero. Qualcosa di analogo Il successo era accaduto quarant’anni fa con il pensiero francese». Da che cosa nasce questo interesse per la nostra filosofia? «Per un verso, dalla crisi dei tre grandi filoni filosofici contemporanei: quello analitico in area anglosassone, quello ermeneutico in Germania e quello decostruttivo in Francia. La mia tesi è che il pensiero italiano sia in buona parte al riparo da questa crisi perché, a diffeL’AUTORE Sopra, renza di quelle tradizioni, non è Roberto stato segnato dal primato trascenEsposito dentale del linguaggio, bensì dalla relazione costitutiva tra politica,
Negli Stati Uniti, e non solo lì, i nostri pensatori conoscono una vera e propria fortuna. Era accaduto già solo ai francesi
storia e vita. L’ha detto bene Remo Bodei: quella italiana è una filosofia impura, bastarda, non ripiegata su se stessa, ma estroflessa nel mondo esterno». Un pensiero civile ma non nazionale, lei dice. «Il grande pensiero italiano – da Machiavelli a Bruno, da Vico a Leopardi – va interrogato fuori dalla questione della formazione della coscienza nazionale. Non è mai stato, tranne in poche eccezioni, una filosofia dello Stato. Ma si è dato una libertà e un coraggio che non si trovano altrove. Si pensi alla dissidenza – aperta col potere politico ed ecclesiastico di Bruno, Galileo, Campanella, fino a Croce e Gramsci – a volte spinta fino al sacrificio». Si è spesso rimproverato alla nostra filosofia di essere poco in sintonia con gli eventi della modernità. «In un certo senso è vero. La filosofia moderna nasce dall’esigenza di definire un ordine alternativo al conflitto e al caos naturale. La filosofia italiana, già con Machiavelli e Bruno, pensa l’ordine a partire da e attraverso il conflitto. Il conflitto non soltanto è inevitabile, ma produttivo di potenza, al punto che, senza di esso, lo Stato finisce per indebolirsi e deperire. Ciò conferisce al pensiero italiano un misto singolare di realismo e di duttilità. Diversamente dalle filosofie normative che prescrivono valori, quello italiano è un pensiero dell’effettualità e della concretezza, del po-
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“Abbiamo un coraggio e una libertà che non si trovano altrove Siamo cosmopoliti e coltiviamo idee impure, non fini a se stesse” I protagonisti BODEI Per lui quella italiana è una filosofia impura, non ripiegata su se stessa, ma estroflessa nel mondo esterno
VATTIMO Secondo Esposito ha saputo coniugare con intelligenza nichilismo e cristianesimo
AGAMBEN Tra i maggiori filosofi di oggi secondo Esposito: per ricerca e originalità teoretica
tere e della resistenza». Per questo ha riservato due poltrone per Mario Tronti e Toni Negri? «Operai e capitale è stato un libro importante che ha segnato una discontinuità tra la debole filosofia del dopoguerra e il nuovo pensiero italiano, anche se è un libro per certi versi sbagliato nella sua analisi. Il problema è che Tronti resta un pensatore intensamente novecentesco, non ha categorie per leggere il nostro tempo. Quanto a Negri, dalla cui formazione sono lontano, la sua categoria più rilevante è stata quella di “potere costituente”, inteso come qualcosa che mobilita e rinnova continuamente quello costituito». Però la sinistra mi pare tutta schierata a difesa di quest’ultimo. «Ben si capisce il perché in questa stagione. Ma dovrebbe tornare sulla questione del potere costituente, rigenerando così il proprio lessico ormai esausto». E del Negri più recente, che con il suo libro sull’Impero ha avuto un enorme successo proprio in America, cosa pensa? «La dialettica che lui ha posto tra “impero” e “moltitudine” non mi convince in nessuno dei due termini. La sua riflessione rischia paradossalmente di perdere di vista quell’orizzonte politico cui pure da sempre mira». Chi invece ha puntato molto su questo orizzonte e sulle sue connessioni con il potere è stato Giacomo Marramao. «Da tempo egli lavora con efficacia sulla genealogia del potere e i mutamenti del politico. Così come è stato tra i primi a cogliere i segni del tramonto del Leviatano. E importante è stata anche la sua elaborazione, negli anni Ottanta, della categoria di “secolarizzazione”, dalla quale tuttavia è tempo di liberarsi, come di tutto l’orizzonte teologico-politico moderno». Un pensatore estraneo a questa logica e aperto ai temi religiosi è Gianni Vattimo. «Lui ha saputo coniugare con grande intelligenza e chiarezza prima ermeneutica e decostruzione e poi nichilismo e cristianesimo. Ma la sua elaborazione del pensiero debole è estranea al paradigma italiano di conflitto, ha qualcosa di remissivo che finisce per sottrargli spessore critico e appiattirlo sull’esistente». Tutt’altro che debole è il pensiero di Cacciari. «L’elaborazione filosofica di Cacciari è stata per me importante soprattutto per la definizione della
categoria di “impolitico” che è poi il lato tragico del realismo politico. Sono meno interessato al versante teologico della produzione di Cacciari. Che è naturalmente ricca di originalità e intelligenza, ma a volte inaccessibile a chi non ne conosca i codici o non ne condivida i presupposti». Nella sua ricostruzione lei ignora Severino. Perché?
«Si tratta di un pensatore di straordinaria forza teoretica. Ma mi sembra che la sua filosofia abbia poco a che vedere con i caratteri costitutivi del pensiero italiano». È elusivo anche sul pensiero femminista. «Ho scritto un libro su Hannah Arendt e ritengo che Simone Weil sia uno dei maggiori filosofi del Novecento. Quanto alla riflessione
La rassegna
IL FESTIVAL DI FILOSOFIA RIPARTE DALLA FORTUNA DA VENERDÌ prossimo 17 settembre fino a domenica 19, Modena, Carpi e Sassuolo ospitano la decima edizione del Festivalfilosofia. Il tema di quest’anno è la fortuna. Tra gli ospiti, Zygmunt Bauman, che interverrà venerdì a Modena (alle 15, in Piazza Grande) con una lectio magistralis intitolata “Sorte individuale”. E ancora, nella stessa giornata, Marc Augé, Remo Bodei, Massimo Cacciari, Roberto Esposito, Franco La Cecla. Tra gli interventi di sabato, ci sono quelli di Enzo Bianchi e Michela Marzano. Per domenica sono attesi, tra gli altri, con le lezioni conclusive: Maurizio Ferraris, Carlo Galli, Emanuele Severino e Gustavo Zagrebelsky.
femminista, la considero rilevante per alcune singole esperienze – come quelle di Luisa Muraro, Angela Putino, Adriana Cavarero, Ida Dominjanni – ma non risolta nel suo insieme». Molte delle cose che lei ha scritto hanno camminato in parallelo con l’elaborazione filosofica di Giorgio Agamben. «Rispetto agli altri autori contemporanei, Agamben ha qualcosa di più. Il rango particolare della sua ricerca filosofica sta nel coniugare originalità teoretica e tradizione premoderna. Le sue analisi hanno qualcosa di estremo e di impenetrabile. Nel merito, quasi nessuna delle sue tesi mi convince, e tuttavia il suo dispositivo teoretico resta imprescindibile per chi oggi faccia filosofia. Il passo più difficile è quello di uscire dal linguaggio teologico politico in cui siamo ancora ingabbiati. Anche l’idea di “profanazione”, messa in campo da Agamben, resta all’interno di quel lessico. Non essendo che il contrario della “consacrazione”». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il successo dell’ultimo saggio “Comune” che esce ora in Italia
QUEL CHE L’AMERICA LEGGE IN TONI NEGRI FEDERICO RAMPINI NEW YORK un segno della confusione dei tempi: Candy Crowley, la più autorevole anchorwoman politica di Cnn, nel suo Tg fa un elogio del nuovo capo-economista della Casa Bianca, Austan Goolsbee, «perché finalmente cita Marx e Trotsky nei suoi discorsi». Goolsbee ha solo 41 anni e ha già alle spalle una brillante carriera accademica alla University of Chicago. Ma sì, proprio quella di Milton Friedman, il padre del neoliberismo reaganiano. Suo amico di lunga data, Obama lo ha appena nominato alla guida del Council of Economic Advisers. Ma Goolsbee ha un vizietto che di questi tempi potrebbe giorcargli brutti scherzi: adora dissacrare, ironizza su se stesso e sul presidente, va ai talkshow satirici come quello di Jon Stewart a fare l’auto-caricatura dell’economista-guru. Le sue citazioni di Marx e Trotsky – «i testi sacri che abbiamo rispolverato per capire questa crisi» – sono frecciate contro l’accademia e il pensiero unico che ha dominato la politica economica americana negli ultimi trent’anni. Colpisce nel segno, anche perché la destra americana è pronta a vedere il socialismo in agguato dietro l’angolo. E questa è senza dubbio una chiave del sorprendente successo di Toni Negri in America. Ora che esce in Italia la traduzione della sua ultima opera firmata con Michael Hardt, Comune (Rizzoli), vale la pena ricordare com’è stata accolta un anno fa negli Stati Uniti. In un’America sotto choc per la sua recessione più grave dagli anni Trenta, il Wall Street Journal salutava il saggio di Negri con un «Benvenuti nel Manifesto del partito comunista, versione 2.0», come si usa designare l’ultimo e più avanzato modello di un software digitale. Il quotidiano di Rupert Murdoch, la Bibbia della classe dirigente capitalista, sentenziava in quell’occasione: «Karl Marx è tornato di moda». E aggiungeva: «Antonio Negri e Michael Hardt sono nella posizione ideale per sfruttare questo revival visto che il loro libro reinventa un marxismo per il XXI secolo». Per Brian Anderson, sulla pagina dei commenti del Wall Street Journal che è un barometro fedele dell’intellighenzia di destra, «è inquietante che Comune sia stato pubblicato sotto un’insegna prestigiosa come quella della Harvard University Press». Il saggio è pericoloso? Abbastanza da essere definito: «la miscela dello stregone del radicalismo contemporaneo». La fortuna di Negri, in un certo senso, coincide con la sfortuna di Obama. La trilogia composta dalle opere Impero, Moltitudine e Comune non si distingue molto da quella prolifica vena di saggistica anti-capitalista, anti-globalizzazione e antiamericana che ha conosciuto un boom almeno dai tempi della rivolta di Seattle contro l’Organizzazione del commercio mondiale, nel 1999. Risale a quelle giornate di guerriglia urbana la rinascita di un movimento di contestazione radicale, che si voleva erede del Maggio Sessantotto, delle lotte operaie e studentesche degli anni Settanta. In qualsiasi libreria italiana o francese, tedesca o spagnola, la trilogia di Negri-Hardt si perde in mezzo a una montagna di opere simili, e similmente ripetitive. In America però tocca un nervo scoperto. Coincide con i sospetti della destra, soprattutto l’ala populista e movimentista del Tea Party, sul presunto “socialismo” di Obama e del suo clan. Nell’arco di dodici mesi, la crisi che ha messo a nudo tutte le storture del capitalismo americano, è stata rovesciata contro l’attuale presidente e viene riletta come una crisi dovuta all’eccesso di interventismo pubblico, al ritorno dello Stato Leviatano. Comune diventa così un testo sospetto, perché gli oltranzisti di destra guidati da Sarah Palin e Glenn Beck hanno questo in comune con Negri: sono convinti anche loro che il comunismo sia attuale, praticamente dietro l’angolo. Quello della Casa Bianca.
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IL SAGGIO “Comune” di Toni Negri (sopra) e Michael Hardt (Rizzoli, pagg. 400, euro 21)
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SPETTACOLI
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Il cantante dei Killers lascia (momentaneamente) la band per un album solista già al primo posto in Inghilterra Presenterà “Flamingo” , ispirato alla sua Las Vegas, nei due concerti italiani il 4 ottobre a Milano e il 5 a Roma
DAL NOSTRO INVIATO GIUSEPPE VIDETTI LONDRA uori da Las Vegas è un pavone che non sa fare la ruota. Sarà per questo che per i nove anni in cui ha trionfato con i Killers, Brandon Flowers ha sempre preferito incontrare i giornalisti a Sin City. Li saziava di luci e lustrini e intanto teneva a bada la loro morbosità. Nella sobrietà di un hotel londinese, in un giorno che lascia presagire un fosco autunno, il cantante è disorientato, incapace di contenere tutta l’attenzione che improvvisamente si concentra su una persona solo anziché su un quartetto. Ma se l’è voluta. Dopo sette anni on the road (e venti milioni di dischi venduti nella storia di tre cd) gli altri membri della band gli hanno dato un ultimatum: noi ci prendiamo due anni di riposo, tu fai quel che vuoi. E Brandon per tutta risposta se ne esce con Flamingo, un album da solista tutto dedicato alla sua Las Vegas, realizzato con fior di produttori (Daniel Lanois, Brendan O’Brien, Stuart Price) che alza decisamente il tiro (non solo per il video della contagiosa Crossfire girato con Charlize Theron). Qui non si tratta più soltanto del nuovo rocker che fece gridare Elton John al miracolo all’alba della carriera dei Killers, ma di un nuovo storyteller d’America che punta ai traguardi di Roy Orbison, Johnny Cash e Bruce Springsteen. Ha ventinove anni, è parecchio più bello del giovane Michael Stipe («Non bevo e non fumo, sarà per quello che mi mantengo bene») e la timidezza che non riesce a mascherare lo rende ancora più intrigante perché lascia indovinare un potenziale inesploso. «Mi sarei sentito perduto se mi fossi fermato per due anni», si giustifica. «La musica è tutto per me, è la mia identità. All’inizio ero timido, riluttante, il palcoscenico m’intimoriva, poi pian piano ci ho preso confidenza, è diventata la mia casa. Due anni lontano sarebbero stati troppi». Dice che gli altri non l’hanno presa male. Poi si contraddice: «Credo non abbiano ascoltato Flamingo», il che non è del tutto naturale per una band che sta insieme dal 2001. Insomma è chiaro che tra loro non c’è stata neanche una telefonata in questi ultimi mesi. Però insiste: «Sono fiero di essere il front man dei Killers e tornerò nella band». Ecco, appunto, il capo, che per definizione non sempre è simpatico. È chiaro che Flowers, che il 4 ottobre si esibirà a Milano e il 5 a Roma («Ho preteso due giorni liberi per andare in Vaticano»), aveva urgenza di esprimersi in proprio. Queste non sono canzoni che spuntano fuori all’improvviso. Le ha covate per anni, mai disgiunte dall’amore per la sua città, luogo di delizie, tormenti e contraddizioni, come la sua vita. «Il Flamingo fa parte della mitologia di Las Vegas», spiega. «È un casinò sulla
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Rock
Il mormone
Brandon Flowers: “La mia Trinità? Cristo, Las Vegas e David Bowie” IL GRUPPO Brandon Flowers in scena durante un concerto dei Killers Sopra, la copertina di “Flamingo”, il suo primo cd da solista
Strip che ha fatto storia ed è indelebilmente legato alla mia infanzia. Lo so, per un turista Las Vegas è una sorta di mondo parallelo, sospeso tra fantasia e realtà, tra cronaca e leggenda. Ma per me era l’unico universo possibile, la normalità, perché conoscevo so-
la religione
Le religioni si basano tutte sugli stessi principi e allora tanto vale credere in quella dei padri The Killers
lo quello. Il deserto e quel groviglio di luci e di slot machine incastonato nella sabbia è la mia più grande fonte d’ispirazione. Da piccolo non facevo che guardare gli enormi cartelloni e le insegne luminose che strillavano gli spettacoli della città, mi nutrivo vora-
cemente delle vecchie cronache di Sinatra e del Rat Pack, di Elvis e di David Copperfield. Vegas era per me un parco giochi dove si muovevano maghi ed eroi». Non era proprio tutto rock & roll. In casa Flowers si respirava austerità, la processione dei mor-
Gli altri Killers non hanno ancora ascoltato il mio cd. Ma sono fiero di loro e tornerò nella band
moni era incessante, la sua famiglia (Brandon ha perso sua madre quest’anno) fa parte della Church of Jesus Christ of Latter-day Saints. «La mamma era terrorizzata solo all’idea che io potessi sognare di diventare una rockstar. Ma per la verità nessuno mi prese sul serio, pensavano che tutto sarebbe finito in una bolla di sapone. Invece il successo fu così repentino che né loro né io abbiamo avuto il tempo di prendere in considerazione una situazione alternativa, il college, la laurea, un impiego in banca o in uno studio legale». Svelarsi sulla religione è la cosa che più lo imbarazza. Si rende conto che la contraddizione è stridente. L’immagine del rocker dei Killers, vestito di piume e lustrini dalla stilista Mrs. Jones (che disegna anche i costumi di Kylie Minogue) conduce parallelamente una vita da mormone osservante. Alla sua chiesa ha aderito anche Tana Mundkowsky, la fidanzata storica che ha sposato nel 2005 e con la quale vive una vita in bianco e nero nello Utah (la sede principale del tempio) insieme a due figli e a un terzo in arrivo. «Il rapporto con la religione è stato difficile», racconta riluttante. «Ma crescendo tutto è diventato più semplice e naturale. Non mi è sembrato più un controsenso credere nello stesso Dio in cui mio padre e mia madre credevano. Mi sono guardato intorno: tutte le religioni si basano sui medesimi principi, che senso avrebbe migrare altrove?». Anche l’idea di cantare gli cadde dal cielo. «A diciannove anni non sapevo ancora cosa avrei fatto della mia vita, ero sospeso tra il college e i miei sogni», racconta. «Poi dopo aver fatto una scorpacciata di Brit-pop, l’illuminazione: comprai Hunky Dory di David Bowie. Quello fu l’album che mi diede molte certezze, una in particolare: volevo fare questo lavoro a qualsiasi costo. Perché? Non ho mai voluto esplorare il perché. Lo considero un miracolo, la folgorazione sulla via di Damasco». Però, ne ha di fegato. Prima ha sfidato i critici americani affermando la superiorità del pop inglese (e l’ha pagata con un ostracismo di cui i Killers stanno ancora pagando le conseguenze). Ora, come solista, Flowers riparte dai club per poche centinaia di persone. A Londra (in Inghilterra Flamingoè al primo posto in classifica) ad applaudirlo c’erano fan entusiasti che ha blandito, tra l’altro, con una superba cover di Bette Davis Eyes di Kim Carnes. Sudato, con ancora indosso gilet, camicia bianca e cintura borchiata — la sua divisa da mormone del rock — confessa: «Ho sempre adorato i New Order, Morrissey e i Depeche Mode. Poi, motivato da Bowie e ascoltando gli U2 di All that you can’t leave behind, ho compreso il potere dell’inno rock, quello che la platea canta col suo idolo realizzando uno dei riti più misteriosi della liturgia rock. Ora ci sono dentro fino al collo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
“Bad romance”
Cinema
La giornalista tv
Trionfa Lady Gaga agli Mtv Music Awards
Woody Allen difende Carla Bruni: “L’adoro”
È morta Claudia Vinciguerra
Trionfo di Lady Gaga agli Mtv Music Awards: la pop star ha vinto otto statuette su 13 nomination, tra cui miglior video e miglior regia.
Nessun taglio alle scene di Carla Bruni nel nuovo film di Woody Allen. Anzi, il regista ha dichiarato: “Adoro la Bruni”.
È morta a 87 anni la critica Claudia Vinciguerra. Era conosciuta anche per l’imitazione che faceva di lei Teo Teocoli.
PAOLO D’AGOSTINI ROMA ario Martone non accetta, per sé e per gli altri. Non si tratta del mancato premio: «Sono abbastanza grande per sapere che un festival è una gara e si può perdere». Ma delle parole «gratuitamente offensive» del giurato Gabriele Salvatores. «Niente da dire su premi e giuria, su Tarantino. Rispetto le regole del gioco. I film sono 24 e i premi cinque o sei: la giuria deve scegliere. Ho fatto anche io il giurato. Però, sgombrato il campo da ogni sospetto di recriminazione sulla libertà delle scelte, c’è invece una cosa che mi ha fatto letteralmente infuriare. Le dichiarazioni finali di Salvatores. Che dopo il verdetto ha ritenuto di poter pestare i colleghi: me, gli altri tre concorrenti Celestini, Costanzo e Mazzacurati. E il cinema italiano tutto». Sorprendente da una persona nota per equilibrio e cortesia. «Infatti mi spiego i suoi modi in questo caso così aggressivi solo attribuendoli a senso di colpa». Quale colpa? «Quella che prova un giurato di peso, un regista che ha preso l’Oscar, per non essere riuscito a ottenere nulla per il nostro cinema. Intendo secondo la tradizione del Rossellini che si batté a Cannes per la Palma ai Taviani. Non in senso corporativo o protezionistico, ci mancherebbe. Nel senso del sentirsi responsabili di favorire la comprensione
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Martone: “Alla Mostra Salvatores ha offeso il cinema italiano” della complessità, quando non si tratti di quei film che piacciono più facilmente agli stranieri perché ripropongono il cliché di un’Italia inchiodata al dopoguerra. Con decisione voglio dire che non prendo — ma penso di poter dire che non prendiamo, nessuno — lezioni e voti da Gabriele Salvatores». Salvatores ha rimproverato ai film italiani carenza inventiva sul piano stilistico e incapacità di comunicare emozioni.
Comprensione
Perché noi sappiamo tutto della cinematografia Usa mentre gli altri non si sforzano di capire noi? IL REGISTA Mario Martone regista di “Noi credevamo”
«E li ha esortati a “uccidere i padri”, emanciparsi dalla commedia e dal neorealismo. Mi viene voglia di chiedergli: Mediterraneo, che gli ha portato tanta fortuna, cos’era se non una commedia italiana? Mazzacurati si muove nel solco di quel patrimonio ma rinnovandolo con grande originalità. È inaccettabile che un collega fissi gli standard di qualità e giudichi gli altri al di sotto. Chi lo autorizza a dettare i canoni, che cosa gli permette tanto
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paternalismo? Niente premi? Pazienza, ma che ragione c’è di umiliare? Soprattutto perché appiattirsi così? Gli stranieri non hanno capito la trama del mio film o i personaggi di quello di Costanzo? Magari la loro è stata una visione distratta. Perché noi siamo tenuti a sapere tutto degli Stati Uniti mentre gli altri non si devono sforzare? Sta qui la mia amarezza». Poca ricerca di stile e scarsa capacità di emozionare. «Dubito fortemente che Celestini non abbia personalità e stile. E mi sembra che in Noi credevamo non manchino. Ho fatto una scelta di durata, sofferta e motivata, e di linguaggio di matrice rosselliniana, del Rossellini che esaltava le possibilità della televisione. Certamente, senza strizzate d’occhio “moderne” e clippettare, senza gli illusionismi che servono a mascherare la povertà di cose da dire. E penso che tutti i miei attori, dal primo all’ultimo, siano portatori di grandi emozioni; lo dicono le reazioni del pubblico, anche di quello veneziano. Smettiamo di usare come un randello l’argomento degli stranieri. Cominciamo con il rispettare gli spettatori italiani, che non sono di serie B. Insisto perché non voglio equivoci: i gusti sono tutti leciti, e una giuria (molto orientata) ha fatto le sue scelte. Ma mi pare in gioco la dignità. Sproloquiando sul cinema italiano morto o scadente, si è persa un’occasione di mostrare dignità». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 14 SETTEMBRE 2010
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La bacchetta di Servillo per dirigere “Sconcerto” tra musica e parole
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DIRETTORE D’ORCHESTRA Toni Servillo protagonista a Ravello di “Sconcerto” che stasera è a Roma
L’opera di Marcoaldi in scena a Ravello il Ravello Festival, nel sinuoso Auditorium “Oscar Niemeyer”. «Non è un melologo. Lo abbiamo chiamato “teatro di musica”», dice Servillo, che ne è anche
ANNA CEPOLLARO ROMA musicisti salgono sul palco e cominciano a suonare mentre il pubblico prende posto in sala. Entra l'orchestra e, dopo qualche incertezza ben visibile grazie alla quinta in plexiglas trasparente, il direttore sale sul podio. Niente di strano
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Alla fine si scopre che un direttore per l’Orchestra del San Carlo c’è ed è Marco Lena se non fosse che il maestro non dà l'attacco, ma si mette a parlare con il pubblico. Inizia così Sconcerto, lo spettacolo nato dall'incontro di tre artisti: il compositore Giorgio Battistelli, lo scrittore Franco Marcoaldi e l'attore Toni Servillo, andato in scena in anteprima assoluta per
regista. «Tutto è cominciato due anni fa nella mia casa di Orbetello», ricorda Marcoaldi. «Volevamo verificare la possibile intesa tra i nostri tre mondi». E l'intesa
è nata su una domanda: dove si può trovare un orientamento in un mondo così confuso? Evidente la risposta: non c'è comunicazione possibile se non quel-
le leggi, la violenza, il coraggio, tutto si sfalda. Segue un processo agli orrori del mondo. Il pensiero, invece di aprire le porte della realtà e portare luce ove è buio, «crea solo stalli, intoppi, impedimenti». Il poeta gioca con parole sempre più inerti, facendole tintinnare fra loro, spingendole verso effetti di impasti fino al nonsense. Forse la salvezza può venire dalla musica, quella vibrante e casta degli strumenti musicali, da atti semplici, sui quali tornare a ricompitare il mondo e a trarre forme di comunicazione ove «Un’arancia è un’arancia./Una casa, una casa./La pioggia che cade è la pioggia che cade».
la musicale, in grado di ricongiungere il sentimento e la sua espressione. E l'unica possibilità di salvezza è accettare l'evidenza che «le cose sono quelle che sono», scrive Marcoaldi nel suo libro diventato spettacolo. «Troppo mondo nella testa», dice il direttore-Servillo, che ad un certo punto canta perfino, insieme al fratello Peppe. «Più si riflette e meno si decide», continua, mentre i musicisti at-tendono che lui decida una direzione. (Solo alla fine scopriremo che c'è un vero direttore per l'Orchestra del San Carlo di Napoli ed è Marco Lena). Un accenno ad una sinfonia di Brahms rassicura il pubblico, ma dura poco: tornano le parole, quelle sulle morti bianche, sui boschi incendiati... Intenso ed emozionante, Sconcerto sarà ancora in scena al Parco della Musica di Roma da stasera al 16 settembre; al Piccolo Teatro Strehler di Milano il 19 settembre e al Teatro Mercadante di Napoli dal 2 al 20 febbraio.
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Il libretto (Bompiani) narra lo sgomento per la realtà e il modo in cui la musica può raccontarlo
Lo sguardo confuso del poeta GIUSEPPE LEONELLI ROMA ue anni fa cominciò a prendere forma, tra il poeta Franco Marcoaldi, il regista—attore Toni Servillo e il musicista Giorgio Battistelli, un’idea di collaborazione vagamente wagneriana fra parola, musica e teatro, il cui risultato è Sconcerto, che è anche un volumetto (Bompiani) firmato dallo stesso Marcoaldi corredandolo di un’introduzione e di una conclusione che riproducono le discussioni attraverso cui tutto ha preso forma. Risulta un recitativo al centro del quale è la
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figura di un direttore d’orchestra che esprime la sua desolazione di fronte a una realtà sconcertata e sconcertante. Il monologo è un viaggio attraverso la parola: spicca la nostalgia per la sostanza semplice delle cose che non riusciamo più né a percepire, né a esprimere. Il testo si apre con la denuncia della confusione della mente, scossa da «fermenti/agitazioni turbamenti rumori suoni/grida silenzi voci gemiti di morte,/ di stupri, goduriosi impazzimenti./Che se ne stanno tutti qui:/come spettri conficcati nella testa». Com’è possibile, di fronte a questa materia, fare «una bella sinfonia»? Sarebbe una sinfonia su una «perpetua rapina della vita», in cui
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RICCARDO CHAILLY STEFANO BOLLANI per la prima volta insieme: uno straordinario incontro al vertice fra classica e jazz per un CD eccezionale
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Gewandhausorchester
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RICCARDO CHAILLY STEFANO BOLLANI
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Catfish Row - Rialto Ripples
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RHAPSODY IN BLUE CONCERTO IN F
G G OR C O IGLI DISLE I A DAEI M I DIGIT N OZ N D I EG E
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George Gershwin
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CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA MISS ITALIA? È SOLO QUESTIONE DI AUDITEL
VIDEOFORUM Ospite Matteo Renzi. Le accuse al Nuovo Ulivo, gli attacchi a Bersani, Veltroni e D’Alema, l’idea di un Pd tutto nuovo. Il sindaco Pd di Firenze risponde alle domande. Conduce Massimo Giannini. RAI 1
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Stella del Sud Extra Factor Carton Flakes Film: Winnie Pooh alla ricerca di Christopher Robin - Animazione Cult Book Storie Tg2 E...state con Costume Tg2 Mattina Medicina 33 Meteo2 I Fatti Vostri - Con G. Magalli, A. Volpe, M. Cirillo Tg2 Giorno Tg2 E...state con Costume Medicina 33 Ghost Whisperer - Tf Pomeriggio sul Due La signora in giallo - Tf Numb3rs - Tf Tg2 Flash L.I.S. Meteo2 Rai Tg Sport Tg2 Extra Factor Squadra Speciale Cobra 11 - Tf Estrazioni del Lotto Tg2 20.30 X Factor. Conduce Francesco Facchinetti 90° Minuto Champions Tg2 90° Minuto Champions Tg Parlamento Squadra Speciale Lipsia Tf Almanacco Appuntamento al cinema Meteo2
6.30 Il caffè di Corradino Mineo Italia, istruzioni per l’uso 8.00 Cult Book 8.10 La Storia siamo noi 9.10 Film: Marisa la civetta di M. Bolognini. Con E. Manni, M. Allasio 10.30 Cominciamo bene Estate 11.10 Tg3 Minuti 12.00 Tg3 - Rai Sport Notizie Meteo3 12.25 Tg3 Fuori Tg 12.45 Cominciamo bene Estate 13.00 Cominciamo bene Estate Condominio Terra... 13.10 Julia - Tf 14.00 Tg Regione Tg Regione Meteo 14.20 Tg3 Meteo3 14.50 Cominciamo bene Estate Condominio Terra... 15.00 Tg3 Flash L.I.S. 15.05 Il richiamo della foresta - Tf 15.50 La Tv dei ragazzi 16.00 Cose dell’altro Geo 17.40 Geo & Geo 18.10 Meteo3 19.00 Tg3 19.30 Tg Regione Tg Regione Meteo 20.00 Blob 20.10 Seconda chance - Tf 20.35 Un posto al sole - Soap 21.05 Ballarò - Con G. Floris 23.15 90° Minuto Champions 0.00 Tg 3 Linea notte 0.10 Tg Regione 1.00 Meteo3 1.05 Appuntamento al cinema 1.10 GAP 1.40 Fuori Orario
CARLUCCI Milly Carlucci, 56 anni, è nata a Sulmona
ITALIA 1
6.00 Prima pagina 7.55 Traffico Meteo5 Borsa e monete 8.00 Tg5 8.40 Mattino Cinque 10.00 Tg5 Ore 10 11.00 Forum 13.00 Tg5 Meteo5 13.40 Beautiful - Soap 14.10 Centovetrine - Soap 14.45 Tvm: Lilly Schonauer - Il destino di Charlotte - di H. Kranz. Con J. Dietze 16.15 Pomeriggio Cinque. Conduce B. D’Urso. All’interno: 18.00 Tg5 - 5 minuti 18.50 Chi vuol essere milionario. Conduce Gerry Scotti 20.00 Tg5 Meteo5 20.30 Velone 21.10 Io canto - Conduce Gerry Scotti 0.00 Chiambretti Night- Solo per numeri uno 1.30 Tg5 Meteo5 Notte 2.00 Velone (r) 2.50 Tg5 3.20 Meteo5 Notte 3.21 Providence - Tf 5.30 Tg5 Notte 6.00 Meteo5 Notte
6.40 8.40 9.35 11.25 12.25 13.00 13.35 13.40 14.10 14.40 15.30 15.40 16.40 17.35 18.30 19.00 19.28 19.30 20.05 20.30 21.10
23.30
1.25 2.20 2.35 2.50 3.35 3.50
5.20
cinema mattina
■
cinema pomeriggio
14.20 Killer diabolico - di D. Jackson Sky Cinema Max HD 14.55 Genitori in ostaggio - di E. Civanyan Sky Cinema Family HD 15.05 2012 - di R. Emmerich Sky Cinema 1 HD 15.35 Cordura - di R. Rossen Sky Cinema Classics 16.05 Ho sposato un'aliena di R. Benjamin Sky Cinema Hits HD 16.05 2012 - Supernova - di A. Fankhauser Sky Cinema Max HD 17.25 Faccia a faccia - di S. Sollima Sky Cinema Italia 18.15 Australia - di B. Luhrmann Sky Cinema Family HD
■
cinema sera
21.00 Una notte al museo 2. La fuga di S. Levy Sky Cinema 1 HD 21.00 La grande fuga - di J. Sturges Sky Cinema Classics 21.00 Il coraggio delle aquile di J. Davy Sky Cinema Family HD 21.00 Quattro mosche di velluto grigio di D. Argento Sky Cinema Italia 21.00 Point Break - di K. Bigelow Sky Cinema Mania 21.00 Giorni contati - di P. Hyams Sky Cinema Max HD 21.15 Vicky Cristina Barcelona - di W. Allen Sky Cinema Hits HD
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cinema notte
22.45 Piccoli grandi eroi - di S. Weisman Sky Cinema Family HD 22.50 I Love You, Man - di J. Hamburg Sky Cinema 1 HD 22.50 L'arbitro - di L. D'Amico Sky Cinema Italia 23.00 Stand By Me - di R. Reiner Sky Cinema Hits HD 23.10 Donnie Darko - di R. Kelly Sky Cinema Mania 23.10 Braddock. Missing in Action III di A. Norris Sky Cinema Max HD 23.55 I ragazzi della via Paal - di Z. Fabri Sky Cinema Classics 0.35 Awake - di J. Harold Sky Cinema Hits HD
sport
18.00 Bundesliga Review Sky Sport 1 HD 18.00 Basket: NGC Medical Cantù Lottomatica Roma Serie A maschile 2009/10 Sintesi Sky Sport 2 HD 18.30 Ep. 24 Icarus (r) Sky Sport 3 HD 19.00 Futbol Mundial (r)Sky Sport 1 HD 19.00 Wrestling: Ep. 11 WWE Experience Sky Sport 2 HD 19.00 Vialli. Ep. 15 I Signori del Calcio (r)Sky Sport 3 HD 19.10 Tennis tavolo: Campionato Europeo EuroSport HD 19.15 Calcio Highlights Sky Supercalcio HD
19.30 Ep. 2 Serie A Remix (r)Sky Sport 1 HD 19.30 Calcio: Inter - Udinese Serie A Sintesi Sky Supercalcio HD 20.00 Champions League Prepartita Sky Sport 1 HD 20.00 Wrestling: Ep. 12 WWE Domestic Raw (r)Sky Sport 2 HD 20.00 Champions League Prepartita Sky Sport 3 HD 20.00 Champions League Prepartita Sky Supercalcio HD 20.30 Bollettino Sportivo Eurosport 2 20.45 Tennis: US Open (r)Eurosport 2
20.45 Calcio: Twente Enschede - Inter UEFA Champions League Sky Sport 1 HD 20.45 Calcio: Barcellona - Panathinaikos UEFA Champions League Sky Sport 3 HD 20.45 Calcio: Diretta Gol Champions League Sky Supercalcio HD 21.00 Boxe: A. Ward - A. Green Incontro internazionale Differita EuroSport HD 21.45 Wrestling: Wrestling Sky Sport 2 HD 22.00 Australian Football League Magazine Eurosport 2
22.:00 Automobilismo: Kentuky IndyCar Sky Sport 2 HD 22.45 Champions League Postpartita Sky Sport 1 HD 22.45 Calcio: Twente Enschede - Inter UEFA Champions League (r) Sky Sport 3 HD 22.45 Calcio: Manchester United Rangers UEFA Champions League (r) Sky Supercalcio HD 23.00 World Touring Car Championship (r) EuroSport HD 23.00 The Daily Surf Report Eurosport 2 23.00 Summer X Games Sky Sport 2 HD
FOX 10.35 10.35 10.45 10.50 11.05 11.15 11.35 11.35 11.40 11.45 12.00 12.00 12.30 12.35 12.35 12.50 13.00 13.05 13.25 13.30
RETE 4
Cartoni animati Kyle XY - Tf Smallville - Tf Heroes - Tf Studio Aperto Meteo Studio Sport MotoGp - Quiz I Simpson - tf My name is Earl - Tf Camera Café - Sitcom Camera Café ristretto - Sitcom Cartoni Il mondo di Patty - Tf Ugly Betty - Tf Studio Aperto Meteo Studio Sport Sport Mediaset Web Tutto in famiglia - Sitcom I Simpson - Tf Mercante in fiera - Quiz Film: La guerra dei mondi - di S. Spielberg. Con T. Cruise, J. Chatwin Film: Alien vs. Predator di P. S.W. Anderson. Con S. Lathan, R. Bova Cinque in famiglia - Tf Studio Aperto - La giornata Media Shopping Cinque in famiglia - Tf Media Shopping Film: Qualcuno pagherà - di S. Martino. Con G. Gemma, E. Borgnine La tata - Sitcom
[servizio a pagamento]
09.30 The Wrestler - di D. Aronofsky Sky Cinema Mania 10.50 A proposito di Henry - di M. Nichols Sky Cinema Family HD 10.55 Amore 14 - di F. Moccia Sky Cinema 1 HD 11.10 Mortal College - di B. Kish Sky Cinema Max HD 11.50 Corri uomo corri - di S. Sollima Sky Cinema Italia 12.05 Piccolo Buddha di B. Bertolucci Sky Cinema Hits HD 12.55 Viola di mare - di D. Maiorca Sky Cinema 1 HD 13.45 Fascino - di C. Vidor Sky Cinema Classics
■
concorrente presunta trans che piange e subito dopo c’è ospite Lapo. Ops. L’ironia è quella di Emanuele Filiberto presentato in contrapposizione con un avatar snob per prendere in giro chi lo prende in giro — benedetto ragazzo. L’insieme fa impressione. Eppure è Miss Italia e per la serata finale anche la concorrenza si inchina e lascia spazio: come per molto altro, ci si affida ai mala tempora che tocca attraversare, tanto un giorno, certamente, tutto migliorerà di colpo.
RAI 3
RAI 2
6.00 Euronews 6.10 Quark Atlante. Immagini dal pianeta 6.30 Tg1 Previsioni sulla viabilità / CCISS Viaggiare informati 6.45 Unomattina. All’interno: 7.00 / 8.00 / 9.00 Tg1; all’interno Che tempo fa; 7.30 Tg1 L.I.S. / 9.30 Tg1 Flash 10.00 Verdetto finale 10.50 Appuntamento al cinema Che tempo fa 11.00 Tg1 11.05 Occhio alla spesa 12.00 La prova del cuoco 13.30 Telegiornale 14.00 Tg1 Economia 14.10 Bontà loro 15.00 Se... a casa di Paola - Con Paola Perego 16.15 La vita in diretta - Con Lamberto Sposini 16.50 Tg Parlamento 17.00 Tg1 17.10 Che tempo fa 18.50 L’eredità - Con Carlo Conti 20.00 Telegiornale 20.30 Soliti ignoti 21.10 Ho sposato uno sbirro - Con F. Insinna, C. Filangeri Tg1 60 secondi 23.35 Porta a Porta 1.10 Tg1 Notte 1.40 Che tempo fa 1.45 Appuntamento al cinema 1.50 Sottovoce 2.20 Scrittori per un anno: Isabella Montwright
SKY
IANGE il cuore a immaginare quelli che a Miss Italiaabbinano davvero un pezzetto di storia del costume del Paese e magari dei buoni ricordi. Demolita dagli estri televisivi dell’ultimo decennio (fame di casi umani, realityzzazioni del piffero, ansia da prestazione etc.) Miss Italiasi riduce a proclamare un pacchetto di tre milioni di telespettatori — più o meno quelli che in Italia hanno il televisore rotto da anni e gli si accende solo su RaiUno — come un bel successo. Gira un clima da si salvi chi può, c’è la
DIGITALE TERRESTRE
Oggi
5.35 5.55 6.40 7.10 8.10 9.05 10.30 11.30 12.00 12.05 12.55 13.50 14.05 15.10 16.15 16.55 18.55 19.35 20.30 21.10 23.05 23.10 2.00 2.20 2.30
4.15
DEEJAY TV
LA SETTE
Tg4 - Rassegna stampa West Wing - Tf Media Shopping Più forte ragazzi - Tf Starsky e Hutch - Tf Hunter - Tf Ultime dal cielo - Tf Tg4. All’interno: Meteo Vie d’Italia notizie sul traffico Wolff un poliziotto a Berlino - Tf Detective in corsia - Tf Il Tribunale di Forum - Anteprima Sessione pomeridiana: Il Tribunale di Forum Hamburg Distretto 21 - Tf Sentieri - Soap Film: Il pistolero - di D. Siegel. Con J. Wayne, L. Bacall Tg4. All’interno: Meteo Tempesta d’amore Walker Texas Ranger - Tf Film: Showtime - di T. Dey. Con R. De Niro, E. Murphy I Bellissimi di R4 Film: La casa degli spiriti - di B. August. Con J. Irons, M. Streep Tg4 Rassegna Stampa Ciak Speciale Film: La classe operaia va in paradiso - di E. Petri. Con G. M. Volontè, M. Melato Media Shopping
6.00 Tg Meteo Oroscopo Traffico 7.00 Omnibus. All'interno alle ore 7.30 Tg La7 9.55 Omnibus (ah)iPiroso 10.50 Movie Flash 10.55 Otto e mezzo (r) 11.25 Hardcastle & McCormick Tf 12.15 Movie Flash 12.30 Jag - Avvocati in divisa - Tf 13.30 Tg La7 13.55 Movie Flash 14.00 Film: Il fattore umano - di Otto Preminger. Con Richard Attenborough, Herbert Lom 16.00 Atlantide - Storie di uomini e di mondi 18.00 Relic Hunter - Tf 19.00 NYPD Blue - Tf 20.00 Tg La7 20.30 Otto e mezzo - Con L. Gruber 21.10 Crossing Jordan - Tf 23.00 Leverage - Tf 24.00 Tg La7 0.10 Delitti 1.05 Movie Flash 1.10 Otto e mezzo 1.50 Alla corte di Alice - Tf 3.55 2’ Un Libro 4.00 CNN News
11.00 13.30 13.55 14.00 15.55 16.00 18.55 19.00 19.30 21.00 22.00 23.00 0.00 1.00
Deejay Hits The Club Deejay Tg Deejay Hits Deejay Tg Deejay Hits Deejay Tg The Club Deejay Music Club Rock Deejay Deejay chiama Italia Story The Club Rock Deejay By Night Deejay Night
MTV 12.30 13.00 13.05 13.30 14.00 14.05 15.00 15.05 16.00 16.30 18.00 19.00 19.05 20.00 20.05 21.00 22.00 23.00 23.30 0.00 1.00
Mtv the Summer Song Mtv News Teen Cribs Disaster Date Mtv News Made Mtv News Trl on the road Mtv the Summer Song Summer Hits Love Test Mtv News Trl on the road Mtv News Taking the Stage The City America’s Most Smartest Model South Park Speciale Mtv News The Dudesons in America Skins
RAI
RAI 4
■ 06.20 06.30 07.05 07.50 08.40 09.25 10.15 11.00 11.45 12.35 13.15 14.05 15.45 16.20 17.10 18.00 18.45 19.35 20.20 21.10 22.50 00.20 02.00 02.45 03.30 04.15 05.00
Maddecheao - Varietà La situazione comica - Varietà Beverly Hills 90210 - Tf Melrose Place - Tf High School - Tf Streghe - Tf Roswell - Tf Battlestar Galactica - Tf 4400 - Tf Angel - Tf Alias - Tf Film: Stregata dalla luna - di N. Jewison, con Cher, N. Cage Assatirati High School - Tf Streghe - Tf 4400 - Tf Battlestar Galactica - Tf Roswell - Tf Alias - Tf Film: 1408 - di M. Hefstrom, con J. Cusack, S. L. Jackson Film: Undisputed - di W. Hill, con W. Snipes, V. Rhames Film: Miriam si sveglia a mezzanotte - di T. Scott, con C. Deneuve, D. Bowie, S.Sarandon Battlestar Galactica Angel - Tf Millennium - Tf Millennium - Tf Assatirati
■ 06.30 07.25 08.10 09.00 09.55 10.50 12.30 13.25 14.15 15.10 16.40 17.15 18.10 19.05 20.05 21.00 22.40 00.30
■
PREMIUM Incantesimo 7 - Tf Stiamo Bene Insieme - Tf Disokkupati Raccontami - Tf Medicina generale - Tf L’avvocato delle donne - Tf Incantesimo 7 - Tf Raccontami - Tf Stiamo Bene Insieme - Tf Sospetti 2 - Tf Disokkupati Medicina generale - Tf Stiamo Bene Insieme - Tf Incantesimo 7- Tf Raccontami - Tf Terapia d’urgenza- Tf Amanti e Segreti 2 Terapia d’urgenza- Tf
MOVIE
06.30 Film: Romolo e Remo - di S. Corbucci, con S. Reeves, G. Scott, V. Lisi 08.50 Film: Come inguaiammo il cinema italiano - di Ciprì e Maresco, con F. Franchi, C. Ingrassia 10.40 Film: Maddalena - di A. Genina, con G. Cervi, M. Toren 12.30 Film: Mio figlio Nerone - di Steno, con A. Sordi, V. De Sica, G. Swanson 14.00 Film: I lunghi giorni della vendetta di F. Vancini, con G. Gemma, F. Rabal 16.00 Film: Pane e tulipani - di S. Soldini,
con L. Maglietta, B. Ganz 18.00 Film: Tutti a squola - di Pier F. Pingitore, con L. Banfi, Bombolo 19.30 Film: Fantozzi subisce ancora - di N. Parenti, con P. Villaggio, M. Vukotic 21.00 Film: Hollywood Flies - di F. Segatori, con V. Jones, B. Guaccero 22.40 Film: Il nascondiglio - di P. Avati, con L. Morante, R. Tushingham 00.25 Film: Dolci inganni - di A. Lattuada, con C. Spaak, C. Marquand 02.05 Film: Le amiche - di M. Antonioni, con E. Rossi Drago, G. Ferzetti 03.55 Film: La ciociaria - di V. De Sica, con S. Loren, Jean P. Belmondo
■ 10.00 13.25 13.30 13.45 14.05 15.05 16.25 16.45 17.25 18.00 18.20 19.30 20.10 20.30 20.50 21.00 23.30
EXTRA Miss Italia 2010 Figu. Album di persone notvoli Primi passi Blob d’annata Sfide Nati in Italia Primi passi Extra Factor Discoring 1977 Blob d’annata Glob, l’osceno del villaggio Memorie dal bianco e nero Flop Shorts Piloti Blob Parenti Talenti Nati in Italia
MEDIASET PREMIUM S.O.S. Tata Fox Life Love Boat Fox Retro I Simpson Fox HD The Dead Zone FX N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Futurama Fox HD Dharma e Greg Fox Life Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro 90210 Fox HD Countdown FX Law & Order: Criminal Intent Fox Crime HD La Tata Fox Life Bones Fox Life I Simpson Fox HD N.Y.P.D. - New York Police Department FX Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD I Jefferson Fox Retro Tutto in famiglia Fox HD Ally McBeal Fox Life La vita secondo Jim Fox HD
13.30 13.30 13.45 14.00 14.00 14.00 14.15 14.25 14.40 14.45 14.50 15.00 15.10 15.35 15.45 15.45 16.00 16.00 16.30 16.35 16.40 17.00 17.20
Il mio amico Arnold Fox Retro Frasier FX White Collar Fox Crime HD I Simpson Fox HD Starsky & Hutch Fox Retro X-Files FX Grey's Anatomy Fox Life I Simpson Fox HD White Collar Fox Crime HD Jarod - Il camaleonte FX Dr. House - Medical Division Fox HD Hazzard Fox Retro Private Practice Fox Life I misteri di Murdoch Fox Crime HD 90210 Fox HD Eureka FX Rosamunde Pilcher - La casa dei ricordi Fox Life T.J. Hooker Fox Retro The Guardian Fox Crime HD The Dead Zone FX Buffy Fox HD Love Boat Fox Retro Shark - Giustizia a tutti i costi Fox Crime HD
17.30 17.35 17.40 18.00 18.00 18.10 18.15 18.20 18.30 18.30 19.00 19.05 19.10 19.15 19.25 19.50 19.55 20.00 20.05 20.05 20.20
X-Files FX I Simpson Fox HD Dharma e Greg Fox Life I Simpson Fox HD I Jefferson Fox Retro Private Practice Fox Life N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Jarod - Il camaleonte FX Tutto in famiglia Fox HD Il Tenente Colombo (1968-1978) Fox Retro American Dad Fox HD Grey's Anatomy Fox Life Law & Order - I due volti della giustizia Fox Crime HD 24 FX I Griffin Fox HD La vita secondo Jim Fox HD Il mio amico Arnold Fox Retro Will & Grace Fox Life Law & Order. Criminal Intent Fox Crime HD Eureka FX I Simpson Fox HD
20.25 20.30 20.45 21.00 21.00 21.00 21.00 21.10 21.35 21.55 21.55 21.55 22.00 22.00 22.30 22.45 22.50 22.50 23.00 23.00 23.30 23.40
I Jefferson Fox Retro Dharma e Greg Fox Life I Simpson Fox HD N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Bones Fox Life Arsenio Lupin Fox Retro Duro a morire FX The Cleveland Show Fox HD The Cleveland Show Fox HD N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD Bones Fox Life Provenzano, Cosa Nostra FX American Dad Fox HD Arsenio Lupin Fox Retro American Dad Fox HD Grey's Anatomy Fox Life C.S.I. New York Fox Crime HD Erotika italiana FX Dr. House - Medical Division Fox HD I Jefferson Fox Retro Il mio amico Arnold Fox Retro Private Practice Fox Life
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cinema
09.45 Radiofreccia - di L. Ligabue Premium Cinema Emotion 10.20 Terapia e pallottole - di H. Ramis Premium Cinema 11.40 Frances - di G. Clifford Studio Universal 12.45 La rapina - di D. Lichtenstein Premium Cinema Energy 14.10 Le regole dell’attrazione - di R. Avary Studio Universal 14.50 Ocean’s Twelve - di S. Soderbergh Premium Cinema Energy 15.25 La sconosciuta - di G. Tornatore Premium Cinema Emotion 15.35 Un boss sotto stress - di H. Ramis Premium Cinema 16.40 Un anno vissuto pericolosamente di P. Weir Studio Universal 18.45 Van Helsing - di S. Sommers Premium Cinema Energy 19.00 La mummia - La tomba dell’imperatore... - di R. Cohen
19.30 21.00 21.00 21.00 21.15 22.55 22.55 23.00 23.05 00.40
Premium Cinema Motherhood - di K. Dieckmann Premium Cinema Emotion Il buio nell’anima - di N. Jordan Premium Cinema Energy Un’ottima annata - di R. Scott Premium Cinema Emotion Fuori di testa - A. Heckerling Studio Universal Coco Avant Chanel - di A. Fontaine Premium Cinema Amore 14 - di F. Moccia Premium Cinema Taxisti di notte - di J. Jarmusch Studio Universal Insider -Dietro la verità - di M. Mann Premium Cinema Emotion The Island - di M. Bay Premium Cinema Energy Rivelazioni - Sesso è potere - di B. Levinson Premium Cinema
IRIS 15.35 Film: Che fine ha fatto Totò baby? - di O. Alessi, con Totò, PDe Vico, I. Holzer Ti racconto un libro Tre Minuti con Media Shopping Film: Swingers - di D. Liman, con J. Favreau, V. Vaughn Anica Flash 24 - Tf The Shield - Tf Tgcom / Tgcom Cinema e Dintorni Prison Break - Tf Killer Instinct - Tf Anica Flash Tgcom Film: Oscura vendetta - di F. Olen Ray, con M. Nouri, J. Reed, M. Hemingway
17.10 17.30 17.35 19.15 19.20 20.05 20.50 21.00 22.35 00.05 00.10 00.10
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intrattenimento
08.05 09.05 09.00 11.00 11.00 11.25 11.55 13.00 13.20 14.15 15.55 16.35 17.30 17.00 18.15 18.40 20.10 21.00 21.00 21.00 21.50 21.45 22.30
Espiazione - Film Mya Friday Night Lights - Tf Joi R.I.S. Delitti imperfetti - Tf Steel Grey’s Anatomy- Tf Mya Fuco cammina con me - Film Steel Una bionda per papà Joi Leverage- Tf Joi Foursome - Tvm Mya West Wing - Tf Steel Cold Case - Tf Joi Criminal Intent - Tf Joi Smallville - Tf Steel La sposa cadavere - Film Joi Il gusto dell’amore - Film Mya R.I.S. Delitti imperfetti - Tf Steel Long Lost Son - Tvm Mya Grey’s Anatomy - Tf Mya Cold Case - Tf Joi Grace of My Heart - Film Mya Supernatural - Tf Steel The Body - Film Joi Fringe - Tf Steel Stargate - Film Steel
CIELO 12.00 13.00 13.30 14.30 15.00 16.00 16.30 17.30 18.30 19.00 20.00 21.00 22.00 23.00 00.00
Cielo TG24 giorno Io, me e Simone Jamie Oliver: il mio giro d’Italia Strega per amore - Serie Tv Fantasy Island - Serie Tv La mia vita con Derek - Serie Tv Project Runway - Taglia, cuci... sfila! Cash Taxi Io, me e Simone Cielo TG24 sera 24 - Serie Tv Boris - Situation comedy The Riches - Serie Tv Satisfaction Cielo TG24 notte
SPORT
Genova, 2-10 Ottobre 2010
Walk on the sea genoaboatshow.com
Stasera al via la Champions con il debutto nella fase a gironi dei campioni uscenti in casa degli olandesi del Twente. Nerazzurri a caccia del secondo titolo di fila Ma le incertezze in campionato non lasciano tranquillo Benitez: “Voglio di più”
La
coppa dei
desideri
Si riparte dall’Inter: “Pronti per il bis” DAL NOSTRO INVIATO ANDREA SORRENTINO ENSCHEDE ella città di Calimero vedi sciami di biciclette e pedalate rotonde da passisti di razza, su piste ciclabili che sembrano autodromi. Uno stadio piccino poco fuori dal centro, dove è già campagna e sui prati scorrazzano cavalli con le criniere al vento, che celebra il suo minipassato con una scultura dell’eroe di qui, addirittura Blaise Nkufo, 114 gol col Twente e ora volato via a Seattle, lasciando il popolo
N
Curiosità del torneo 3,50 BARÇA FAVORITO
Per la Snai Barça (a 3,50) in testa ai pronostici. Inter a 12 (come il Milan); Chelsea a 6
28 maggio FINALE A WEMBLEY
Messaggio dello spagnolo a Eto’o “Vuol giocare più avanti? Finirebbe in fuorigioco...” inconsolabile. Gli occhi blu acquamarina di Michel Preud’homme, il miglior portiere del mondo a fine anni Ottanta, che ora fa l’allenatore e gioca sempre all’attacco, 4-3-3 tutta corsa e qualcuno, prima o poi, difenderà. Mai giocato in Champions, il Twente, fresco campione d’Olanda per la prima volta nella sua breve storia (fondazione: 1965). Stasera è l’esordio nell’Europa che conta e s’inizia coi campioni in carica. Ecco perché se lo dicono da soli, e forse c’è da diffidare: «Siamo come Calimero, voi siete la grande Inter. Abbiate pietà». Furbastri. In realtà sognano la grande sorpresa, vogliono essere il Cesena della Champions.
Si giocherà sabato 28 maggio a Wembley la finale di questa edizione di Champions
Wesley Sneijder li conosce e non abbocca: «Il Twente corre molto, ha ottimi giocatori e proverà a batterci. Ci sarà da soffrire». Chiaro, l’Inter di cinque mesi fa avrebbe divorato il Twente con una sola occhiata, o con una scrollata di spalle di Milito o con un contropiede avviato da Sneijder. Ma quella era un’altra Inter, il prodotto finito e perfettissimo di due anni di lavoro da parte di Mourinho. Infatti vinse tutto. Questa è un’altra cosa, anche se tutto è rimasto uguale, allenatore escluso. Ecco perché l’esordio in Champions contro il Calimero del girone, dopo un avvio di stagione comunque non brillantissimo, non lascia tranquillo l’ambiente, a cominciare da Moratti che manda un messaggio chiaro: «Bisogna essere assolutamente concentrati sulla partita, che non è facile. La prima in trasferta e il campo del Twente complicano le cose.
La polemica
48 mln QUANTO VALE
Tanto ha incassato l’Inter vincendo l’ultima edizione della Champions
0,8 mln UNA VITTORIA
I premi Champions: 0,8 mln la vittoria, 0,4 mln il pareggio, 3 mln il passaggio agli ottavi
MILANO — Domani, a San Siro con l’Auxerre, il Milan inizia il suo cammino in Champions League, ma in Via Turati si pensa ancora all’arbitraggio di sabato a Cesena nella serata della cocente sconfitta arrivata dopo due settimane di proclami entusiastici. Ieri il club rossonero ha fatto pubblicare sul suo sito un breve comunicato nel quale riporta la norma del regolamento Fifa che suggerisce al guardalinee di non alzare la bandierina quando
Spero che i nostri giocatori capiscano quanto sia importante partire al meglio». Sneijder garantisce: «Siamo sempre motivati, come un anno fa. E il fatto che la squadra sia rimasta la stessa ci dà la possibilità di vincere di nuovo la Champions». Non è mai riuscito a nessuno: l’ultima doppietta è del Milan di Sacchi (1989 e 1990), ma era ancora Coppa dei Campioni. E sul fatto che la squadra sia rimasta la stessa Rafa Benitez potrebbe lagnarsi assai, ma ora guarda avanti, spronando la truppa: «Voglio vedere di più, e di meglio. Non dobbiamo pensare di essere già qualificati nel girone, sarebbe l’errore più grave. Il Twente ha intensità e qualità. Anche se la cosa più importante siamo noi, non gli avversari». Poi un messaggio a Eto’o: «Vorrebbe giocare più vicino alla porta? Ma ha già segnato tre gol. Se giocasse ancora più vicino, o
andrebbe in fuorigioco o farebbe il portiere…». Si rivedrà Maicon, e probabilmente anche Pandev dall’inizio, mentre Chivu non ce la fa: al suo posto favorito Cordoba, perché da quella parte spingerà il costaricano Ruiz, un furetto da 24 gol e 8 assist nello scorso campionato. L’Inter ha vinto sette delle ultime otto partite in Champions League e non perde in Olanda dal 1983 (0-2 a Groningen). Rafa Benitez torna alla sua amata Champions e anche stasera, come in altre occasioni, avrà un oggettino portafortuna (finora all’Inter sono stati dei calzettoni) che gli affidano le sue figlie: «Anche a Istanbul, nel 2005, avevo qualcosa…», rivela sornione. Stasera si sentirà un po’ a casa: qui, prima della partita, i tifosi cantano tutti “You’ll never walk alone”, proprio come a Anfield. Poi tornano a casa in bicicletta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Milan pensa ancora agli arbitri Moratti punge: “Sabato perfetto” non è “assolutamente sicuro” di un fuorigioco (sono tre gli offside contestati dal Milan). Laconico il titolo della nota milanista: «Senza ulteriori commenti». Evidente però l’intento di protestare contro la direzione di gara come aveva fatto Galliani già in tribuna al Manuzzi, dove l’ad ha battibeccato con il designatore Braschi. Sornione il commento di Moratti: «Quando le cose vanno molto male, è umanamente comprensibile lamentarsi. Gradirei però
che non ci fosse fatta la morale quando siamo noi a lamentarci», dice il presidente dell’Inter rievocando le critiche milaniste alle proteste di Mourinho nella scorsa stagione. Poi scherza sul ko rossonera a Cesena: «Sotto un certo aspetto è stata la giornata perfetta per un interista. Il rigore sbagliato da Ibrahimovic? Non l’ha proprio sbagliato, ha preso il palo. Però non è andata dentro». (s.sca.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Juventus
Ciclismo
Nuovo incubo infortuni: Traoré fuori un mese
Nibali perde la maglia rossa della Vuelta
TORINO — Tornano gli infortuni in casa Juventus, dopo lo stillicidio dello scorso anno. Dopo lo stop di Amauri, i bianconeri perdono questa volta Armand Traoré (foto) per un mese. Il giovane francese, ingaggiato proprio nel finale del mercato d’agosto, ha riportato una lesione muscolare di primo grado al bicipite femorale sinistro.
COTOBELLO — Solo 10° con quasi due minuti di ritardo da dallo spagnolo Nieve, vincitore della 16ª tappa della Vuelta (GijonCotobello di 181 km): così Vincenzo Nibali (foto) ha perso la maglia rossa di leader della classifica in favore di Rodriguez. Nibali adesso è secondo con 33” di ritardo. Oggi riposo. Domani crono.
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Da Guardiola ad Ancelotti tutti contro il nemico Mou Via al duello tra i mostri sacri delle panchine ENRICO SISTI ROMA uò succedere di dover succedere a se stessi. Può essere che il vero obiettivo di una vita, non solo professionale, sia quello di vincere la Champions con tre squadre diverse allenando e non giocando (come Seedorf). Questo cercherà di fare Mourinho. Per questo ha scelto di allenare il Real Madrid. Perché attualmente è la squadra meno vincente delle più vincenti di sempre. Perché ha un presente piccolo piccolo e un passato di bacheche e ricordi che solo a contare viene il mal di testa. Perché al Bernabeu inseguono la 10ª Champions ma hanno le tasche piene. Di pezzette bianche. Di stracci da supermercato, non magliette color meringa, da sventolare in caso di noia,
P
chiunque ci sia a comandare dalla panchina. Onde evitare ulteriori “pañolade”, per aggirare il sospetto che chiunque, volendo, può diventare un Manuel Pellegrini da sbatacchiare via, Perez ha comprato pure Özil. Ma il ragazzo, per via del suo mal dissimulato strabismo divergente, di passaporto e di fatto, ancora non si è capito quanto effettivamente potrà dare, cosa effettivamente sia, se preferisca guardare a destra o a sinistra, a Ronaldo o a Higuain. Mentre Kakà resta appeso al suo menisco. Mourinho contro tutti. Se stesso compreso. Detiene la Champions. L’ha vinta con l’Inter approfittando sin quasi a morirne di un precetto elementare, la difesa a oltranza (e a Barcellona si difesero in dieci), del senso di sacrificio di Eto’o e dei gol di Milito. A Madrid potrebbe non bastare. Il pubblico potrebbe non capire. Come parzialmente non capì Capello. Da tempo la raccolta disorganica di star non rende più. Non basta avere i soldi per possedere i fenomeni, se poi Giaccherini (caso Milan), Valdez (caso Barcellona) e Kalinic (caso Manchester City) smontano da soli il castello di figurine dei potentati. Conta la qualità dell’insieme. Soprattutto in Champions, vero Colosseo dei tec-
Il portoghese infiamma Madrid e punta a trascinare il Real al suo decimo trofeo nici moderni, dove in teoria si gioca il calcio migliore, dove alla sfida manca solo Ridley Scott. Conta più la testa che fa muovere le gambe delle stesse gambe. Contano gli allenatori. La loro filosofia. La Champions toglie energie a qualunque altra manifestazione parallela. Nonostante alcuni gironi impresentabili, è il climax della stagione. Il desiderio preso per la coppa. A Benitez Mourinho ha già detto di averlo superato, due Champions a una, «e lui la Champions l’ha vinta pure ai rigori». Benitez
deve in ogni caso far presto a indottrinare i suoi centrali arretrati, che fanno abbastanza spavento. Ancelotti sorride col sopracciglio. Il Chelsea ricorda un tritacarne. In più ha Essien, riposato dopo gli infortuni dello scorso anno. Guardiola avrebbe poco da toccare, a condizione però che l’Hercules resti un episodio di tracotanza dei suoi. Ferguson è appeso ai dubbi dei suoi recenti non-cambiamenti. Van Gaal ha portato il Bayern alla gioia del dolore di perdere la finale. Ma lo ha fatto con Contento. Se però Mourinho gli portasse via Schweinsteiger sarebbero guai seri. Wenger, come al solito, pare Capi-
tan Findus, circondato da ragazzini ben nutriti e talentuosi. Ogni anno sorprende per due motivi: perché è rimasto all’Arsenal e perché riesce sempre a trovare una spinta creativa supplementare. Ma è anche pieno di malati. Ranieri sta come Spalletti a settembre scorso. Allegri, soddisfatta la fame pantagruelica dei suoi padroni, dovrà capire (in fretta) se un centrocampo con Gattuso, Pirlo e Ambrosini può reggere l’urto del disinteresse in copertura di Pato, Ronaldinho e Ibra (o Robinho). Oggi si comincia. Finale a Wembley, si spera su un’erba accettabile. Vince chi gioca. Ma è anche vero che gioca chi vince. E tutto parte dall’uomo che non guardava passare i treni ma li prendeva. Una volta contava la panchina lunga. Ora conta la panchina colta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ancelotti Chelsea TRIPLETE AL PRIMO ANNO Carlo Ancelotti, 51 anni, la scorsa stagione, al suo debutto con il Chelsea, ha vinto Premier, coppa d’Inghilterra e Community Shield. Ha vinto la Champions League in due occasioni, sempre con il Milan: nel 2002/03 e nel 2006/07
Mourinho Real Madrid È IL DETENTORE
Guardiola Barcellona
Van Gaal Bayern
VINTO TUTTO NEL ’09
FINALISTA NEL 2010
Josep Guardiola, 39 anni, è al suo terzo anno al Barça. Nel 2008/09 ha vinto tutte e sei le competizioni a cui ha partecipato
Louis Van Gaal, 59 anni, da 2 al Bayern. Nel ’09/10 ha vinto titolo e coppa, ma non la finale con l’Inter. Nel ’94/95 ha vinto la Champions
José Mourinho, 47 anni, è al debutto con il Real. L’anno scorso con l’Inter ha vinto scudetto, coppa Italia e Champions, vinta pure nel ’04 con il Porto
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No FULVIO BIANCHI ROMA o sciopero dei calciatori è confermato», annuncia l'avvocato Sergio Campana, storico presidente del sindacato, dopo cinque ore estenuanti di trattativa in Figc. Due i punti «irrinunciabili» per i calciatori: i fuori rosa, obbligati (dai club) ad allenarsi a parte, e l'obbligo di trasferimento ad un altro club anche se alle stesse condizioni economiche (vedi casi Grosso e Baptista). Il padrone di casa, Giancarlo Abete, presidente della federcalcio, ha cercato - riuscendoci - di riavvicinare le parti dopo lo strappo dei giorni scorsi, quello sciopero proclamato per il 25-26 settembre (quinta giornata, con Roma-Inter in programma) che aveva scatenato l'opinione pubblica contro i giocatori “milionari”. Ha tuonato Campana, che si definisce «colomba con gli artigli», prima di entrare in via Allegri: «Noi siamo l'unico sindacato che non chiede soldi, si è fatta demagogia becera, inopportuna, parlando dello sciopero dei milionari come si parlava dei nababbi ai tempi di Rivera e Mazzola. Mi spiace che in questa demagogia sia caduto anche il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta». Al tavolo delle trattative ha alzato la voce più volte Claudio Lotito, considerato il più falco di tutti, ancora avvelenato dal caso
«L
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CESSIONI E ROSE
FLESSIBILITÀ
Totale disaccordo tra le parti per i trasferimenti a pari condizioni. Le società vogliono impedire il rifiuto da parte dei calciatori ad essere ceduti a squadre della stessa categoria e che gli garantiscano il medesimo stipendio. I giocatori invece non ne voglio sapere. Altro punto critico è quello relativo ai calciatori messi fuori rosa: per la Lega un tecnico può allenare una squadra in due gruppi distinti, per l’Aic questo è inammissibile perché i giocatori devono stare tutti uniti
Riguarda il contratto flessibile con introiti legati ai risultati. L’Aic lo vuole flessibile solo al 50%, la Lega di serie A lo vuole per intero, compresa l’automatica riduzione degli stipendi in caso di retrocessione in serie B
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“Sciopero confermato” ma l’accordo è possibile Si tratta sul contratto: il nodo sono i trasferimenti
N G R E S S O
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vergenza sulla flessibilità dello stipendio (una decisione storica), mentre su altri aspetti (tutela sanitaria, collegio arbitrale, attività extracalcio, eccetera) Lega e sindacato sono vicini. Resta solo il grosso scoglio
Forse la prossima settimana la revoca della serrata del 25 Rivera: “Chiudiamo il becco ai falchi”
INTESA VICINA SU 5 PUNTI
Cassano e Baptista in Samp-Roma della passata stagione
Pandev della passata stagione. Abete ha fatto da mediatore, intervenendo più volte. Un risultato è stato ottenuto: nella piattaforma presentata dai club per il nuovo contratto, che prevede otto punti, c'è piena con-
ve, inaccettabili». Un esempio: Ibrahimovic è stato assicurato per 207.000 euro. Domani verranno messi per scritto i punti su cui c'è (quasi) intesa, venerdì altra riunione plenaria in Figc (ieri assente solo Massimo Cellino, non tutti i club condividono la linea dura). Beretta viene dalla Confindustria e pare ottimista, «vedo un bicchiere mezzo pieno, se Campana dice che sono solo due i punti nevralgici, significa che sugli altri sei possiamo lavorare e vuol dire che abbiamo fatto un deciso passo avanti. Noi dobbiamo provarci fino al-
dei fuori rosa e dei trasferimenti.«Non solo - aggiunge Leo Grosso, altro falco del sindacato - c'è da discutere anche sui minimi di stipendio, che in qualche caso sono 1400 euro al mese, e sulle polizze assicurati-
Professionalità al 100%: per la Lega il calciatore deve fare solo quello, per l’Aic può fare un altro lavoro; il comportamento per la Lega dev’essere irreprensibile anche fuori dall’orario di allenamento o gioco, mentre per l’Aic il calciatore deve essere libero di fare quello che vuole nel tempo libero; le terapie fisiche spettano allo staff del club per la Lega, mentre per l’Aic il calciatore può farsi curare da chi vuole; le sanzioni per la Lega devono essere pagate dal club automaticamente, per l’Aic bisogna rimettersi al collegio arbitrale; il presidente del collegio va scelto fuori la Lega
la fine. Lo sciopero proclamato mi sembra una decisione inusuale e improvvida e ci spinge a una trattativa serrata anche nei tempi. Il 25 non è lontano». C'è quindi la speranza, concreta, che lo sciopero possa essere revocato. Magari in extremis (solo la prossima settimana) perché il sindacato non vuole, né può perdere la faccia. Bella la battuta di Gianni Rivera, fra i padri fondatori del sindacato (e che oggi in Figc presenta il suo piano di rilancio per i vivai): «Bisogna chiudere il becco ai falchi...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’uomo della domenica occhio, era meglio se il Milan avesse comprato Giaccherinho. Sabato sera il portatile del Cesena ha fatto vedere cose che voi brasiliani non avreste mai potuto immaginare. È nata una stella, o almeno metà. Venticinque anni, 167 centimetri, 60 chili, maglia numero 23, ingaggio che due anni fa era di 23 mila euro e adesso è decuplicato, Giaccherinho è l’uomo del momento per molti motivi. Nella giornata della “rivolta dei puffi” ne diventa il simbolo, alla vigilia dello sciopero dei milionari racconta un’altra storia, fatta di rifiuti, volontà, improvvisa folgorazione e, all’indomani del requiem per la scomparsa dell’ala, toh, ecco lì uno che dribbla anche la morte. Per raccontare chi è occ o r r e partire da un pomeriggio estivo di due anni fa. Il Cesena è in ritiro d a d u e giorni, sta per giocarsi il campionato di Prima divisione, sperando, ma non troppo, nella promozione in serie B. Allena Pierpaolo Bisoli, guarda caso un altro dei puffi che sabato sera hanno steso una grande (la Roma, con il Cagliari). Mentre i titolari corrono sul prato di Castrocaro, all’orizzonte, oltre le terme, compare una Ford Fiesta. Il contachilometri segna 300000 (trecentomila). Al volante c’è un uomo solo che ha guidato per anni da Talla, provincia di Arezzo, do-
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167 cm
SUA ALTEZZA Sotto i 170 cm: oggi Messi, ieri Maradona E poi Zola Romario Sivori Conti Miccoli Giovinco (il secondo in basso)
INGAGGIO Da 23mila a 230mila euro. Si è comprato un’auto nuova
Chiamatelo Giaccherinho il puffo schiaccia Milan che viaggiava su una Fiesta GABRIELE ROMAGNOLI l’agente per un solo attore. L’ha preso da ragazzino e non lo lascia. Dice: «Mi aspetti un attimo che le racconto il resto, debbo comprare il pallone a un bambino». Potrebbe essere il nipote, ma anche Giaccherinho, che lui chiama “il bimbo”. Quando scende dalla Fiesta lo guardano con espressioni del tipo: «Che cosa ci fa qui?». Lo mandano nella camera dei “non graditi” insieme con altri due (Lauro e Biasi) che cambieranno il destino del Cesena. Furio insiste: «Il contratto ce l’hai, stai lì finché non ti vendono, fagli vedere chi sei». Ci voleva l’eclissi di sole. Più modestamente, s’infortuna Bracaletti. Bisoli ha bisogno di un altro esterno d’attacco. Dice: «Mandatemi il piccoletto». Quello entra, se li beve tutti, va in porta. Poi lo rifà. Bisoli chiede: «Quanto ci
I giorni difficili
Fuori rosa, poi sempre in prestito: si spostava con la sua macchina da 300mila km. Titolare per caso 2 anni fa: s’era fatto male un certo Bracaletti ve è nato e vive, a tutte le città dove l’hanno mandato a giocare: Bibbiena, Bellaria, Pavia. Fa il rappresentante di se stesso, ma nessuno lo compra. Il Cesena non crede in lui. È il classico piccoletto, quello che da ragazzino lo fermi solo con il fucile, ma da grande non passa la dogana dei terzini a (altro) livello. L’anno precedente s’è pure infortunato, ha pensato di smettere. A casa sua son tutti operai e un posto in fabbrica glielo possono trovare. Se ha ripreso la Fiesta e investito in un altro pieno è per l’insistenza del suo procuratore, che ha un nome da leggenda: Furio Valcareggi. È il figlio dell’ex ct di Messico ‘70. Quando arriva in Romagna, con le sue giacche a quadretti e la chioma ribelle a ogni decadenza, si aprono in un soffio le porte delle balere e riparte la musica. Valcareggi jr, nel suo mestiere, è di un’altra epoca. Dice: «Ho preso il patentino nell’ottantacinque. Non ho bisogno di molto: son figlio di Ferruccio». In A ha un solo calciatore. Un po’ come Danny De Vito quando, in un film di Woody Allen, faceva
IL PRIMO GOL IN A Il primo gol di Emanuele Giaccherini L’ha segnato sabato sera contro il Milan Nella sua carriera ce ne sono stati 8 in B l’anno scorso e 18 fra 1ª Divisione e C2
costa?». Controllano, rispondono: «Niente». Gli dà una maglia da titolare ed è come gliela cucisse sulla pelle. Tre anni, tre serie a crescere, tre debutti con il botto. Dopo il primo anno dicono: «Sì, però non è da B». Dopo il secondo: «Sì però non è da A». L’allenatore Ficcadenti s’è innamorato di lui. Sabato sera ha fatto divertire mezza Italia, quella che non ama il presidente del Milan, i mercenari, i galattici. Partiva da sinistra, faceva lo slalom tra paletti e palettopulos della difesa milanista e andava dentro. Facile così. Roba da ali. Dice Furio: «Non è che noi siam bravi e l’altri bischeri. Non bisogna essere scienziati». Basta guardare. Il calcio è banale fisiognomica: il pennellone lo metti al centro, il piccoletto all’ala. Deve avere lo spunto, la fame, sbocciare tardi e riprendersi il tempo perduto. Conti, Fotia, Filippi. Giaccherinho è la prosecuzione della
specie dichiarata estinta per un equivoco: se all’ala ci metti Pepe che ha il fisico da mediano è come pretendere il volo da una gallina. Ora tocca al 23 bianconero proseguire nella sua corsa. Stava per fermarsi due anni fa, stava per essere ceduto la scorsa estate e magari avrebbe fatto panchina al Parma e nulla più. Invece eccolo lì. Con l’adeguamento del contratto si è comprato un’Audi. L’estate scorsa Fabio Benaglia, giornalista sportivo cesenate, gli ha telefonato invano durante il mercato. Mezz’ora dopo si è sentito richiamare: «Scusa, ero in piscina. Oh, ho nuotato un’ora e avevo dodici chiamate perse. L’anno scorso prima di ricever-
EMANUELE GIACCHERINI Venticinque anni, nato in provincia di Arezzo Venticinque mesi fa giocava ancora in C2 a Pavia Lanciato da Bisoli (primo a sinistra)
Il procuratore in esclusiva
È Furio Valcareggi, figlio del ct del ‘70. Ha un solo giocatore: lui. L’ha scoperto e preso da ragazzino: “Non c’era bisogno di essere scienziati” ne una avrei potuto stare in vasca una settimana». Adesso probabilmente gli basterebbe una doccia. Dicono abbia mangiato troppa polvere per fermarsi al primo autogrill e accontentarsi di una rustichella. «Ma il bimbo non si monta», garantisce Furio. Doveva essere un campionato spento e invece guarda: hanno acceso i neon, suona la fisarmonica, c’è gente che balla sulla fascia e noi qui, a battere il tempo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Le gare decisive
Singapore
Giappone
Marina Bay (26/9) Circuito cittadino, difficile sorpassare. Territorio di caccia Red Bull, ma la Ferrari è temibile
Suzuka (10/10) Circuito misto veloce, la Spa d’Oriente. La Ferrari può vincere, la sfida è alla McLaren di Button e Hamilton con il suo F-Duct
Corea Yeongam (24/10) Impianto al debutto, i suoi progettisti l’hanno voluto medio veloce. Red Bull favorita, la Rossa deve limitare i danni
Brasile
Abu Dhabi
San Paolo (7/11) Qui pilota, freni e tenuta del motore possono fare la differenza. La Red Bull potrebbe incontrare difficoltà
Yas Marina (14/11) Ricorda Sepang. Ancora la Red Bull favorita, ma conterà molto la gestione della tensione da ultima gara
La folle volata della F1 in Asia le speranze Ferrari Ancora 5 Gp, Singapore e Suzuka per la Rossa DAL NOSTRO INVIATO STEFANO ZAINO MONZA inque gare mozzafiato. Sfide da dentro o fuori. Nel Mondiale più elettrizzante nella storia della Formula 1 — cinque piloti in lotta per il titolo, racchiusi in 24 lunghezze, meno della dote (25 punti) assegnata per la singola vittoria — la volata non può che essere incandescente. Con una certezza, Alonso sentenzia: «Se ti ritiri anche solo una volta, è finita. Ci vuole almeno il podio, sempre». E con una doverosa premessa, chiosa di Domenicali, il capo Ferrari: «Fare previsioni è praticamente impossibile, perché quest’anno la pista sembra proprio divertirsi. Ho visto fenomeni al giovedì, nelle interviste d’inizio weekend, diventare asini domenica, durante la gara. Un discorso che vale per noi, ma anche per i nostri rivali. Arrivi convinto di spaccare tutto e poi ti accorgi che sei in difficoltà, mentre in altri casi parti per limitare i danni e poi in gara sei il più veloce». Niente calcoli, quindi. La vera battaglia quest’anno è solo sull’asfalto, per cui, come afferma Alonso, «concentrazione massima e subito sotto con il prossimo gp», cosa che ieri ha fatto lui, un ultimo brindisi per Monza e poi full immersion con il simulatore, due giorni per preparare Singapore. Vivere alla giornata, gara per gara, sapendo che su ogni pista la Red Bull dovrebbe essere favorita. Solo che questa squadra pare maestra nel farsi male da
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Domenicali: “Anno imprevedibile, i fenomeni in prova diventano asini” L’enigma Red Bull sola. Bocciata nella tattica usata a Monza da Webber, il leader del Mondiale («Siamo stati inadeguati») ieri ha dato un’ulteriore dimostrazione di fragilità con Vettel: «Siamo forti, purtroppo siamo indietro in classifica». Peccato che in realtà Webber sarebbe davanti a tutti, ma il tedeschino evidentemente pensa solo a se stesso e nessuno avrà il coraggio di imporgli un aiuto al compagno di squadra. L’esatto opposto della Ferrari, dove invece Massa (volente o no) si è messo al servizio di Alonso, trionfatore al debutto con una rossa a Monza, come Scheckter nel ‘79 e Schumacher nel ‘96, due che sono diventati campioni del mondo. Nella speranza che il particolare sia beneaugurante, Maranello ha già fatto i conti sulle gare in cui dovrà andare all’assalto
o difendersi. Si parte da Singapore, pista su cui la Ferrari porterà l’ultimo sviluppo aerodinamico, legato al fondo della vettura. Circuito da alto carico, ricorda Valencia, dove la Red Bull era un razzo, la McLaren trottava, ma pure Alonso e Massa filavano. Qui le rosse possono vincere, come a Suzuka, la Spa d’Oriente, dove contano guida e velocità. Red Bull e McLaren possono imperversare, ma la Ferrari può rispondere se è vero che ha capito i motivi del flop in Belgio. Le trappole per Maranello sono Corea (pista inedita) e Abu
Us Open
DAL NOSTRO INVIATO PAOLO ROSSI NEW YORK a Spagna maschile, l’Est femminile. Non c’è scampo per quelli che diffusero il tennis degli anni d’oro: americani & australiani, sovrastati dalla marea europea. Solo, e soltanto una persona, si oppone al dominio: Serena Williams, fenomeno frutto più di un’utopia familiare (quella di papà Richard), che di una vera scuola. Il tennis è del Vecchio Continente. Soprattutto in campo maschile: tutti, per anni, hanno focalizzano (giustamente) l’attenzione su Roger Federer, ma il movimento spagnolo è sempre stato una meravigliosa macchina da guerra con, su tutti, Rafa Nadal. La Spagna, un modello di educazione e di stile. Di grandi numeri. Per dire: solo quest’anno agli US Open erano in sei agli ottavi. Il declino americano è confermato dalla classifica Atp stilata giusto ieri: Roddick è di nuovo uscito dai primi dieci (tre gli spagnoli Top Ten), l’Australia sta anche peggio. Gli aussie, in attesa di futuri campioni, hanno compreso che la strada giusta è quella dei naturalizzati. Hanno cominciato con le donne (vedi Rodionova e Groth), ora si stanno guardando in giro per «acquisti», salvaguardando intanto i giovani figli di immigrati cresciuti tra Sydney e dintorni. E gli americani? Anche loro stanno cercando di correre ai ripari: la Usta (la federazione americana) ha dato ampio mandato a Patrick McEnroe di riorganizzare il settore tecnico (ha lasciato la Davis), il fratellone John ha annunciato una propria Academy. Non è dato sapere cosa la cura McEnroe potrà portare al tennis Usa, che deve anche rispondere al-
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Dhabi, a cui il nuovo circuito pare essersi ispirato. Sono tracciati Red Bull, Ferrari e McLaren devono limitare i danni. Tesi opposta in Brasile, dove contano freni, pilota e motore, l’unico aspetto su cui Webber e Vettel invidiano i rivali. C’è poi l’aspetto psicologico e qui i più esperti Alonso e Hamilton potrebbero fare la differenza. Se l’ultima gara è quella della resa dei conti, ai due Red Bull, mai campioni, potrebbero tremare le mani. Oltre a rischiare di speronarsi, con il suicidio perfetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
21 PUNTI Alonso è a 21 punti dal leader Webber. La classifica: 1) Webber 187; 2) Hamilton 182; 3) Alonso 166; 4) Button 165; 5) Vettel 163. Accanto, la gara di Monza
Il tennis, feudo d’Europa già pronto il dopo Federer le accuse di papà Williams, lanciate giusto alla vigilia dello Slam: «Non si vuole una Accademia per i neri, non si vogliono nuove Serena & Venus». Stando così le cose si intuisce perchè l’Europa terrà il predominio, almeno per i prossimi anni. D’altronde, per un Federer un po’ più invecchiato, ci sono pur sempre dei
Roger Federer
giovanissimi Djokovic e Murray (Nadal docet). E, anche i meno esperti l’hanno capito, c’è una scuola francese che sta ritornando, spinta dai suoi «neri», i Monfils e gli Tsonga. Senza dimenticare i casi singoli: se qualche anno fa c’era il cipriota venuto dal nulla (Baghdatis), oggi c’è il lettone Gulbis in attesa di maturazione.
Outsider che possono sì sparigliare le carte, ma non certo la tendenza generale. E l’Italia? Come paese europeo non contribuisce ancora alla leadership. Il primo azzurro (Starace) è cinquanta del mondo. Al momento c’è un piccolo gruppo nei primi Cento, in realtà si spera nell’effetto Schiavone, ma se i maschi in questo fine settimana riuscissero a battere la Svezia in Davis e riportare l’Italia in serie A, sarebbe un buon primo passo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
In breve Vela
Catamarani 72 piedi in Coppa America Addio ai monoscafi: la Coppa America ha scelto i catamarani da 72 piedi ad ala rigida per il 2013. Undici, e non più 17, i membri dell’equipaggio. RAZZOLI — Perfettamente riuscita l’operazione al radio sinistro di Giuliano Razzoli, campione olimpico di slalom. ROSSI— Su una Yamaha stradale Valentino è tornato in pista al Mugello, dove si fratturò tibia e perone a giugno. TRIATHLON — Pugnalato a morte, all’uscita di un locale di Budapest, un atleta ecuadoriano durante i Mondiali di triathlon. SERIE B — Crotone-Modena 31. MANDORLINI — Il Cluj, rivale della Roma in Champions, ha esonerato Andrea Mandorlini. EUROPA LEAGUE — Gli arbitri: Juventus-Lech, Bezborodov (Rus); Sparta Praga-Palermo, Kakos (Gre); PSV-Sampdoria, Kircher (Ger); Napoli-Utrecht, Vad (Ung). LEGA PRO — Dalla A alla Lega Pro: Roberto Baronio e Mauro Esposito all’Atletico Roma.
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Nuvolosità variabile al Nord e sul medio versante tirrenico, più compatta sui rilievi, con qualche pioggia su Alpi orientali e Appennino toscano. Sole prevalente al Sud e medio Adriatico. Temperature stabili o in lieve ascesa. Venti meridionali in rinforzo.
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Campobasso Napoli
Olbia
Potenza
Catanzaro Cagliari
Palermo Reggio Calabria Catania
Pomeriggio
Venerdì
Soleggiato al Centronord con innocue velature in transito. Ancora qualche rovescio su Calabria, Sicilia, Murge e Salento, in esaurimento serale. Peggiora nella notte sulle Alpi. Temperature in contenuto aumento. Venti deboli da NNO, in rotazione da OSO.
Mattino: Bel tempo al Nord e centrali tirreniche, salvo addensamenti su Alpi e aree interne tosco-laziali, con qualche piovasco sul frusinate. Nubi irregolari altrove con piogge sparse su medio Adriatico, alta Puglia, Basilicata, Campania e Calabria, locali fenomeni anche su est Sardegna mentre peggiora sulla Sicilia con rovesci in arrivo su versanti tirrenici. Temperature in lieve calo al Centronord, in lieve rialzo altrove. Venti fino a moderati tra NNE e NO.
Ieri
15 SET
23 SET
1 OTT
7 OTT
Oggi
Domani
min max min
max percep. UV
min
max
18 14 13 18 13 14 19 19 13 16 20
27 23 27 24 25 26 24 28 21 26 24
19 18 15 18 14 14 18 16 14 17 20
26 24 28 25 27 28 25 27 24 25 24
Alghero Ancona Aosta Bari Bologna Bolzano Brindisi Cagliari Campobasso Catania Catanzaro
26 23 26 26 26 19 24 29 24 28 28
19 17 13 17 14 14 17 17 14 18 20
27 27 27 28 28 26 28 28 26 28 29
Ieri 14 19 19 9 21 21 17 19 20 11 13
Firenze Genova Imperia L'Aquila Messina Milano Napoli Olbia Palermo Perugia Pescara
INDICE UV
Oggi
min max min
UV
Basso
0-2
3-5
Pomeriggio: Rovesci e temporali al Sud, specie tra dorsale e basso Tirreno, fenomeni scarsi o assenti su Puglia adriatica, Salento, Metaponto, coste molisane e agrigentino. Locali rovesci invece possibili su ogliastra e basso Lazio. Bel tempo altrove con cieli poco o parzialmente nuvolosi. In serata fenomeni in intensificazione tra bassa Calabria e Sicilia, in attenuazione altrove. Temperature in calo al Centrosud, in rialzo altrove. Venti moderati settentrionali.
23 27 27 27 28 24 26 29 25 26 26
16 21 21 11 20 15 19 19 21 14 18
Moderato
27 26 25 20 24 26 27 24 24 24 23
Ieri
Domani
max percep. UV
14 20 20 9 19 16 18 17 21 13 16
27 27 28 24 29 26 28 28 29 27 27 Alto
6-7
min
max
Oggi
min max min
UV
13 13 21 14 14 15 15 15 19 15 15
Pisa Potenza Reggio C. Rimini Roma Fium. Roma Urbe Torino Trento Trieste Venezia Verona
26 25 24 24 24 26 26 27 24 25 24
8-10 Molto alto
26 21 27 25 26 30 26 21 26 25 21
16 13 20 16 18 17 12 12 18 16 13
Domani
max percep. UV
26 20 24 23 28 27 25 26 23 24 26
26 26 29 27 29 27 28 26 26 27 26
Fronte caldo 16 19 22 17 13 11 15 14 14 16 17 13 13 10 15 12 16 16 22 19 15 14 13 13 26 15 12 13 14 11 7 13 13 14 15 16 9 13 18 21 13 16 14 15 10
19 29 28 20 15 18 21 17 25 21 22 16 16 14 17 15 25 23 31 33 21 21 18 31 31 21 16 16 22 13 9 18 18 19 23 20 16 16 26 27 17 21 19 23 16
Domani
Reykjavik
B
B
Oslo
Fronte freddo Helsinki
Stoccolma
Tallinn
Göteborg Riga Edimburgo
Copenaghen
Vilnius
Belfast Kaliningrad
Dublino
Amsterdam Birmingham Londra
Minsk
Amburgo Berlino
Colonia Francoforte Praga Lussemburgo Monaco
Varsavia
Bruxelles Nantes
Parigi
Bordeaux Gijon Porto
Bilbao Madrid
Tolosa
Kiev Bratislava
Vienna
A Tours
B
Berna Lione Marsiglia
Chisinau
Budapest
Lubiana Zagabria Milano Belgrado Sarajevo Roma
Barcellona
Tirana
A
Bucarest
B
Sofia Skopje
A
Istanbul
Salonicco
Valencia
Lisbona
Atene
Malaga Algeri
Tunisi
Smirne Iraklion
Valletta Larnaca
Come si gioca: Completare il diagramma in modo che ciascuna riga, colonna e riquadro 3x3 contenga una sola volta tutti i numeri da 1 a 9.
3
8 2 6
4
5 9 7
© 2010 nonzero
Min Max
4 1 7 3 8
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2
le soluzioni su www.repubblica.it
Oggi
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15 11 19 14 15 15 15 11 19 16 14
25 22 24 25 27 27 25 28 23 24 26
SOLE
UV
Sorge 6.31 6.41 6.47 6.47 6.51 6.52 6.58 7.00 7.05
Tramonta Bari Napoli Palermo Roma Bologna Firenze Milano Genova Torino
19.06 19.16 19.20 19.24 19.30 19.30 19.39 19.40 19.45
>11 Estremo
IN EUROPA Amsterdam Atene Barcellona Belgrado Berlino Berna Bratislava Bruxelles Bucarest Budapest Chisinau Copenhagen Dublino Edimburgo Francoforte Helsinki Istanbul Kiev Larnaca Lisbona Londra Lubiana Lussemburgo Madrid Malaga Minsk Mosca Oslo Parigi Praga Reykjavik Riga S. Pietroburgo Sarajevo Skopje Sofia Stoccolma Tallinn Tirana Valletta Varsavia Vienna Vilnius Zagabria Zurigo
Nuvoloso al Nord e medio Tirreno con piogge sparse su Alpi, Prealpi, Levante Ligure e alta Toscana, occasionali anche sulla Valpadana. Bel tempo su medio Adriatico e al Sud con innocue velature. Temperature in ascesa al Centrosud. Venti moderati sciroccali.
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Domani